Russia Beyond the Headlines (Italia)

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giovedì 30 ottobre 2014

Notizie e approfondimenti

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya G azeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais La memoria e il futuro. In vista dei 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, Mikhail Gorbaciov ha rilasciato un’intervista esclusiva a Rbth. È stata l’occasione per ricordare quei momenti e riflettere sul nuovo muro che si sta alzando tra Oriente e Occidente. Tra le tensioni e le speranze di quei giorni e i rischi del presente. Il 1989 fu l’anno della caduta del Muro di Berlino. L’evento avvenne soltanto a novembre, ma già in estate arrivarono da parte sua segnali in quella direzione. Durante la conferenza stampa seguita a un suo colloquio a Bonn con il cancelliere Kohl, le domandarono cosa sarebbe stato del Muro, e lei rispose: «A questo mondo nulla dura in eterno. [...] Il Muro cadrà quando verranno meno i presupposti che ne hanno causato la creazione. Non vedo grossi problemi in questo senso». A quell’epoca come pensava che si sarebbero svolti gli avvenimenti? Né io, né Helmut Kohl, nell’estate del 1989 ci aspettavamo che tutto sarebbe avvenuto così presto. Ed entrambi in seguito lo ammettemmo. Non pretendo di essere considerato un profeta. Accade talvolta che la storia acceleri il proprio corso, che punisca i ritardatari. Ma la storia punisce ancor più severamente quanti cercano di ostacolare il suo cammino. Sarebbe stato un grosso errore restare aggrappati alla“cortina di ferro”. Per questo, da parte nostra non vi fu alcuna pressione nei confronti del governo della Repubblica Democratica Tedesca. Quando il corso degli eventi ebbe un’accelerazione per noi tutti imprevista, il governo sovietico all’unanimità - ci tengo a sottolinearlo decise per la non ingerenza nei processi interni alla Ddr, e che le nostre truppe non avrebbero in alcun caso varcato i confini delle zone in cui erano dislocate. Oggi sono convinto che quella fu la decisione giusta.

Non sono un profeta. Accade, talvolta, che la Storia acceleri il proprio corso. E che punisca i ritardatari. Ma la Storia punisce ancor più severamente chi cerca di ostacolare il suo cammino”

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Mikhail gorbaciov

in questo numero Metallurgia, le nuove prospettive Le aziende si ristrutturano per ritrovare la strada della crescita PAGINE 4 - 5

Il vertice euroasiatico rilancia il dialogo Segue a pagina 2

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danil golovkin

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Che cosa permise in ultima analisi di superare la divisione della Germania? Chi, secondo Lei, ebbe un ruolo decisivo nel processo della sua riunificazione pacifica? Il ruolo più importante nella riunificazione della Germania lo ebbero sicuramente i tedeschi. Non parlo solo delle manifestazioni di massa in favore dell’unità, ma anche del fatto che nei decenni successivi alla guerra, i tedeschi - nell’Est come nell’Ovest - dimostrarono di aver tratto insegnamento dal passato e di meritare la nostra fiducia. Credo che nel determinare il carattere pacifico della riunificazione e nel fatto che tale processo non portò a una pericolosa crisi internazionale ebbe un ruolo decisivo l’Unione Sovietica. Noi membri del governo sapevamo che i russi e tutti i popoli dell’Urss comprendevano l’aspirazione dei tedeschi a vivere in uno stato unito e democratico. Vorrei osservare che, oltre a noi, anche gli altri protagonisti del processo di definitiva risoluzione della questione tedesca dimostrarono equilibrio e responsabilità. Penso ai paesi della coalizione antihitleriana: Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Ormai non è più un segreto che François Mitterrand e Margaret Thatcher nutrivano forti dubbi sui tempi della riunificazione. La guerra, dopo tutto, aveva lasciato tracce profonde. Ma quando tutti gli aspetti della questione furono regolati, i due leader politici firmarono i documenti che ponevano fine una volta per tutte alla Guerra fredda.

Analisi a confronto sull’esito del Summit Asem di Milano PAGINA 7

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