Salento Review | numero quattro

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copia omaggio


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EDITORIALE

U

na collega alla quale tengo molto ha scritto di recente che la città di Lecce è più bella d’inverno. Salentina d’adozione, incantata dal mare e dalla buona tavola di cui è esperta, ha provato a proiettare oltre il confine morale di

settembre il gusto di scoprire luoghi, appuntamenti, fermenti. Trovando una serie di

spunti che, per raccontarli, non basterebbe un numero di Salento Review. Ecco, destagionalizzare l’immagine del capoluogo e di tutta la provincia significa accedere ad un tesoro: come quello rappresentato dall’articolato sistema dei castelli tratteggiato nel

focus fotografico che troverete nella prima parte della rivista, preceduto a sua volta da uno “speciale” dedicato ad una iniziativa di grande spessore culturale, il TedXLecce 2013. Una di quelle ariose parentesi di respiro internazionale che conferiscono cre-

dibilità e sostanza alle ambizioni della città. Lecce ha infatti superato la preselezione nel percorso di candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019, entrando nel novero delle sei contendenti che nei prossimi mesi verranno valutate in maniera ap-

profondita dalla commissione di esperti incaricata della scelta finale. La concorrenza rappresentata da Perugia-Assisi, Siena, Ravenna, Cagliari e Matera è agguerrita, ma

noi siamo certi che il Salento possa dire fino in fondo la sua. Intanto un plauso sincero va al sindaco, Paolo Perrone, che ha fortemente creduto in questa scommessa e a tutto lo staff di Lecce 2019. Ora bisogna che tutti – a partire dalla Regione Puglia che, del resto, ha già dato ampie rassicurazioni – si rimbocchino le maniche per sostenere lo sforzo fino al prestigioso traguardo.

Con lo sguardo proteso al 2014 ci apprestiamo a vivere l’ultimo scorcio dell’anno nella speranza di un clima di ritrovata fiducia. L’augurio che noi facciamo di vero cuore ai nostri lettori è quello di vivere con serenità, nonostante tutto, la pausa festiva, nel calore dell’intimità familiare e nella bellezza dei momenti che, per superficialità, in

molti abbiamo smesso di apprezzare, considerandoli solo abitudini. L’auspicio per noi stessi è invece di proseguire con le soddisfazioni avute nel 2013, all’inizio del quale l’avventura di Salento Review e dell’intero progetto di 365 giorni nel Salento erano una montagna da scalare. I numeri e soprattutto il riscontro avuto nelle parole delle

persone in carne ed ossa ci confortano sulla bontà della strada intrapresa che percorreremo con rinnovato entusiasmo, nella consapevolezza che lo sforzo di tutto il gruppo, a partire dall’editore, la Password AD, è stato apprezzato con sincerità.

Gabriele De Giorgi

A dear colleague of mine has recently wrote about a Lecce to discover, especially in winter. For example, we could talk about the variety of castles, shown in the first part of the magazine, preceded by a special dedicated to TedXLecce 2013, event with an international feel to it, which gives credibility and substance our city’s ambitions. In addition, Lecce has passed the pre-selection for European Capital of Culture 2019: a fierce competition with other cities, but Salento has strong points in its favor. A praise goes to mayor Paolo Perrone, who has believed in this challenge. It's time that we all give our best to reach the goal. With an eye toward 2014, we prepare to live the last part of the year with confidence. Our wish is for our readers to experience holidays in the warmth of family, enjoying every moment. We hope to keep experiencing the same satisfactions had in 2013, which looked like an insuperable mountain in the beginning. The many positive Feedbacks received from the people comfort us on our work: we will continue with enthusiasm, knowing that the whole group starting from the publisher, Password Ad, was sincerely appreciated.

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LEONE DI MESSAPIA **** Hotel & Conference Prov.le Lecce Cavallino, 73100 Lecce tel. +39 0832 613102 www.leonedimessapia.it e-mail: info@leonedimessapia.it


trimestrale di turismo, cultura, arte, informazione

anno I • n. 4 - 2013 • copia omaggio Iscritto al n. 7 del registro della stampa del tribunale di lecce 2 maggio 2013 - cron. n. 18/2013

www.salentoreview.it info@salentoreview.it

salento review fa parte del progetto

Editore, Direzione e Redazione Password AD Srl Viale della Libertà, 47 • 73100 Lecce Tel. 0832.1692478 www.pwad.it - info@pwad.it Direttore Responsabile Gabriele De Giorgi Coordinamento Editoriale Barbara Marzo Grafica e impaginazione Francesca delli Carri Collaborazione grafica Michele Ortese Web master Fernando Rugge Foto di copertina Pierpaolo Schiavone Cameraman Massimo Centonze Traduzioni Giorgio Ticchi, Barbara Busoni

Hanno collaborato a questo numero Valeria Blanco, Jlenia M. Gigante Eraldo Martucci, Vincenzo Santoro Enzo Turco, Mariella Tamborrino Ilaria Lia, Daniela De Rosa Ubaldo Villani Lubelli Alessandra Beccaresi, BloBiciBrain Pubblicità Password AD Srl Stampa Officine Grafiche Distribuzione Password AD Srl Ringraziamenti Fra’ Salvatore Giardina parroco della Chiesa S. Antonio a Fulgenzio di Lecce Tyna Maria e Just4Jesus Sergio Paladini È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in redazione il 27 novembre 2013

www.365giorninelsalento.it

//territorio //istituzioni lecce capitale europea della cultura

il gospel, una terapia che fa bene all’anima 6

//personaggi a lezione di cucina da gennaro esposito

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lo chef consiglia

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ciak, si gira on the road: la musica popolare pugliese secondo joe bastianich 44 //gusto è dolce il natale con le delizie del salento un brindisi di bollicine a capodanno //speciale tedx le eccellenze salentine sul palco ho perso la partita con la vita, ma ho chiesto la rivincita il coraggio è nel fare. e nel tirare fuori i sogni dal cassetto

86 92 14 18 20 22

l’arte per i diritti umani: una kennedy a lecce

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ladies for human rights: la mostra

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i castelli

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//eventi nuova linfa alla xix edizione della città del libro //musica alla riscoperta della “strina” il canto di natale

48

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//arte arte contemporanea, una passione che viene da lontano street art

58

74 156

//itinerari percorsi a sud-ovest di terra d’otranto sui binari della memoria 62 una favola moderna lungo la via francigena in terra d’otranto

110

//curiosità povera, ma fantasiosa. una cucina da restare a bocca aperta

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//focus presicce tra tesori e tradizioni

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//natura l’irresistibile richiamo di casa

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//idee profumo di futuro alla fiera dell’innovazione

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//cultura //curiosità storia e aneddoti nelle facciate dei palazzi storici

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le previsioni salentine

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//tradizione le facce del carnevale

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//musica una grande stagione sinfonica e di balletto

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//rubriche //editoria mannaggia santa pupa

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arte e cultura

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//lifestyle //famiglie sembra estate ma è pieno autunno: “mamma, io sento proprio odore di natale”

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//in viaggio //riga riga, paradiso dell’art nouveau

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//il salento visto da fuori il salento non è solo moda. lo dice la storia

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//pubbliredazionali //agroalimentare la quercia

52

//alimentare si.se. pasticceria gastronomia schipa

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//hotel&resort augustus resort

80

//vini&liquori linciano liquors

90

//fashion anna valentini

100

//artigianato la casa dell’artigianato leccese

106

//impermeabilizzanti valedil asfalti

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//vacanze baglivi tours

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//territorio//istituzioni

tutti insieme per lecce capitale europea della cultura il capoluogo salentino è stato ammesso, con altre cinque città, al processo di selezione. la competizione sarà ardua, ma la voglia di stupire ancora può fare la differenza di gabriele de giorgi ph: pierpaolo schiavone

IL SINDACO PAOLO PERRONE

Non sarà per tutta la vita, ma è un “sì” che vale molto. La

con idee e risorse, alla sfida. L’invito è stato già di fatto

stata accolta dalla commissione di esperti nominati dall’U-

ture pugliesi – c’era anche quella di Taranto appoggiata

candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019 è

nione Europea e dalle istituzioni italiane e per il capoluogo salentino è già tempo di pensare in grande. Lecce – che

ha goduto del sostegno di Brindisi – è stata ammessa al

processo di selezione che porterà alla scelta definitiva: tra sei pretendenti solo una esulterà. Ravenna, Cagliari, Siena, Perugia con Assisi, Matera: sarà un competizione

dura, ma sono gli outsider, ogni tanto, a scrivere le pagine più entusiasmanti di un’avventura. Lo sa bene il sindaco,

Paolo Perrone, che, un attimo dopo la splendida notizia,

ha rivolto un appello alla Regione Puglia perché si unisca, 8//turismo//cultura//arte//informazione

raccolto, e non poteva essere altrimenti: con due candida-

da Bari -, il governo regionale ha preferito non prendere

posizione, rimandando il suo intervento al secondo giro. Che ora è arrivato.

C’è un anno di tempo per dare radici più profonde al

sogno del riconoscimento europeo, che si porta dietro la prospettiva di investimenti per diversi milioni di euro e, quindi, positive ricadute occupazionali. E Dio solo sa

quanto ce n’è bisogno in un territorio come il Salento dove il numero delle persone e delle famiglie che vivono in condizioni di precarietà economica è aumentato, e non


carico inespresso di energie che rimangono ancora nella penombra, mentre si fanno strada la progressiva presa di

coscienza di ciò che potremmo essere, ma che ancora non

siamo, e la sensazione che, in lontananza, spunti la sagoma di un treno che passa una e una sola volta. La prossima

data utile per un città italiana, per la cronaca, sarà nel 2033.

Lavorare per diventare Capitale europea della cultura è un duro esame per tutti, a partire da chi ha le responsabilità della

cosa pubblica ed è, al contempo, un’esortazione ad andare oltre i propri limiti, le diffidenze, le gelosie. C’è bisogno,

insomma, di un’assunzione di responsabilità rispetto alle difficoltà oggettive che la competizione presenta e della

creazione di un contagioso clima di complicità. Intanto un sincero plauso va ai registi di questa prima impresa: marginalmente, in questi anni di crisi stagnante. Ecco

dunque che l’orizzonte del 2019, al di là di un prestigioso

arricchimento del curriculum, diventa la dimensione di una speranza collettiva alla quale tutti possono contribuire.

Senza distinzioni politiche, tutte le istituzioni locali sono

a Paolo Perrone, al coordinatore della candidatura, Airan

Berg, e a tutto lo staff, a partire da Raffaele Parlangeli, che si è dedicato anima e corpo a scrivere il primo avvincente capitolo di una storia che, ce lo auguriamo tutti, possa concludersi solo nel 2019.

chiamate a far fronte comune. E non c’è ragione di dubitare

AIRAN BERG

che possa andare diversamente.

La concorrenza delle altre città è agguerrita. Ravenna, Perugia-Assisi e Siena - ce lo ricordano puntualmente le

classifiche sulla qualità della vita – sono almeno due passi avanti, da diversi punti di vista: dal reddito alla mobilità, dalla qualità dei servizi al verde pubblico fino alla tutela del patrimonio artistico e culturale. Ma Lecce – al pari di

Matera e Cagliari - si può giocare una carta che potrebbe sovvertire i pronostici: quella delle potenzialità che si

possono tradurre in una proposta convincente per gli

esigenti commissari dell’Unione Europea. C’è infatti un

Together for Lecce European Capital of Culture

Salento’s capital has been admitted, with other five cities, in the selection process that will end within a year. Competition will be tough, but the need to amaze can still make the difference The nomination for European Capital of Culture for 2019 was accepted by the committee of experts appointed by the European Union and by the Italian institutions. Lecce was admitted to the selection process that will lead to the final choice among six contenders: Ravenna, Cagliari, Siena, Perugia and Assisi, Matera. Paolo Perrone, a moment after receiving the news, has appealed to the Apulia Region to join the challenge. The invitation was collected with two nominations - there also was that of Taranto, supported by Bari-, the regional government hasn’t taken a position, postponing his presence for the second lap. That’s now arrived. There is a year’s time to work on the dream of this European award, which carries the prospect of millions of euro in investments and, therefore, positive impact on employment.

And it’s really needed in an area like Salento, where poverty has increased in recent years of crisis. That’s how 2019 becomes collective hope to which everyone can contribute. Without political distinctions, all local institutions are called upon to form a common front. And it couldn’t be otherwise. Competition is fierce. Ravenna, Perugia, Assisi and Siena are at least two steps ahead, from different points of view: from income, mobility, quality of services, to the protection of artistic and cultural heritage. But Lecce - like Matera and Cagliari - may play a card in his favor: that of the potential which can be translated into proposals to the European Union’s commissioners. Working on becoming European Capital of Culture is a tough test for everyone. We need, in short, an assumption of liability with respect to the objective difficulties that the competition has and the creation of a climate of complicity. An applause goes to the directors of this first venture: mayor Perrone, the coordinator of the nomination, Airan Berg, and all staff, from Parlangeli Raffaele, who has dedicated body and soul to write the first chapter of a story that everyone hopes will end in 2019.

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//salento//istituzioni

Le dichiarazioni Paolo Perrone

Sindaco di Lecce

“Più volte, nella mia vita, mi sono chiesto cosa sia la

felicità. Ecco, forse stasera riesco a dare una risposta,

seppure approssimativa, a questo dilemma: la felicità è ciò che provo questa sera. Quella gioia individuale e insieme

Raffaele Parlangeli

un’idea, un progetto, una battaglia. Quella sensazione che

Lecce 2019

collettiva che ti connette a tutti gli altri cuori on line su ti mozza il respiro e non ti fa trovare neppure le parole per

esprimere il senso di contentezza che ti dà quasi la voglia di fare le capriole”.

“La felicità è Lecce che supera il primo vaglio della commissione internazionale che deciderà della Capitale europea della cultura 2019, è sapere che si rimane solo in

sei a contendersi questo primato. E questa sera, sì, sono davvero felice – fatemelo dire - seppure consapevole del

fatto che questo sia solo il primo step di un percorso che

d’ora in poi si farà davvero duro. Perché da questo mo-

mento la concorrenza sarà davvero spietata, in tutti i sensi: di sei città ne resterà una. Noi, naturalmente, speriamo

sarà Lecce: non nascondo, però, e non mi nascondo che il cammino adesso si fa assai impervio”.

Direttore candidatura “Soddisfazione europea e contagiosa. Lecce va avanti con

forza. Ci ha sempre creduto ma con passo umile e deciso. Lecce sta cambiando volto grazie ai finanziamenti europei.

È un’onda positiva che ci ha galvanizzato sin dal 2000 con il programma Urban che ha trasformato l’immagine

della città. Ora dovremo rafforzare i servizi ed un’offerta culturale internazionale per amplificare le ricadute sul nostro territorio e divenire una città smart ed una città delle

opportunità per i giovani. Bisogna crederci sempre di più:

ora è il successo di una comunità che vuole essere sempre

più europea e che lavora da anni per far conoscere Lecce in Europa e nel mondo. Grazie a tutti. È il successo di tutti!”.

Declarations Paolo Perrone Lecce’s Mayor

“I’ve always asked myself what happiness is. Maybe tonight I can give a vague answer to this dilemma: happiness is what I feel tonight. That individual and collective joy, is a feeling that takes your breath and makes you want to do somersaults.” “Happiness is Lecce which passes the first test of the international commission that will decide the European Capital of Culture 2019. And tonight, I’m really happy, although this is only the first step of an hard journey. Because from now on, the competition will be fierce: out of six cities, only one will win. We hope it’ll be Lecce.”

Antonio Gabellone

Presidente della Provincia di Lecce

“L’eccezionale lavoro prodotto dall’amministrazione comunale di Lecce, dal geniale staff di Airan Berg – e per la parte che ci ha riguardato, anche da noi

della Provincia di Lecce – va avanti, ottiene il meritato premio, prosegue questa fantastica corsa, verso la candidatura di Lecce a Capitale della cultura europea 2019. Abbiamo superato uno scoglio che per tanti rappresentava un risultato

impensabile. Tutto il lavoro di questo fantastico gruppo servirà a costruire e

rendere ancora più attraente la Lecce del futuro, dai progetti di valorizzazione del paesaggio a una rete urbanistica riprogrammata a misura di vera e propria

capitale d’arte e cultura. Siamo pronti ed entusiasti all’idea di tuffarci nel prossimo obiettivo, una nuova selezione a cui guardare con grande ottimismo: Lecce non ha

nulla di meno delle altre concorrenti. Continuiamo, tutti insieme, senza distinguo politici, a credere in questo risultato che sarebbe storico”. 10//turismo//cultura//arte//informazione

Antonio Gabellone

Province of Lecce’s President “The great work made by City of Lecce, by the staff of Airan Berg and by Province of Lecce goes on, obtaining a well-deserved award: the race to the nomination of Lecce European Capital of Culture 2019 continues. The work of this group will serve to make the Lecce of the future even more attractive, reshaped as a real capital of art and culture. We are ready and optimistic: Lecce has nothing to fear, and the result would make history.”

Raffaele Parlangeli

Lecce 2019 Nomination Director “Lecce has always believed, but with a humble step. The city is changing thanks to European funding. It’ s a positive wave that has changed the image of the city since 2000, thanks to Urban program. Now we have to strengthen services and cultural offerings to boost international repercussions on our territory and become a city that gives opportunities to youth. We must keep believing: it’s the success of a community that has worked for years to raise awareness of Lecce in Europe and in the world. Thank you all. It’s everyone’s success!”.


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//TERRITORIO//PERSONAGGI

a lezione di cucina dal guru dei fornelli gennaro esposito in occasione dell’viii edizione di agro.ge.pa.ciok, il rinomato chef si è esibito in una sorta di lectio magistralis. “la vera creatività” dice “è riuscire ad essere semplici” di mariella tamborrino ph: pierpaolo schiavone 12//turismo//cultura//arte//informazione


e olio d’oliva, sono alcuni dei protagonisti delle ricette realizzate a beneficio di un pubblico attento ed esperto.

“Non ero mai stato qui a Lecce, anche se in realtà

conosco molto bene le tipicità locali e soprattutto gli ottimi vini del Salento. Secondo me – prosegue – questa è una terra così vivace che meriterebbe un palcoscenico Quella di Gennaro Esposito, chef campano di fama internazionale, è una filosofia che punta alla semplicità e alla riscoperta dei prodotti tipici del territorio.

“La vera creatività” afferma “sta proprio nel saper cogliere gli abbinamenti migliori fra gli ingredienti più naturali e genuini, senza strafare e senza esagerare. La cucina deve essere soprattutto un atto d’amore”.

Due stelle Michelin, già allievo di Vissani, Esposito, da molti

definito il guru dei fornelli, ha vestito per un giorno i panni del professore. A Lecce, in occasione dell’ottava edizione

di Agro.Ge.Pa.Ciok, salone nazionale della gelateria, pasticceria, cioccolateria e artigianato agroalimentare, ha

tenuto una lezione d’alta cucina, illustrando e preparando piatti tipici della sua terra ed altri più squisitamente salentini.

Pesce, verdure, legumi, ortaggi, pasta, formaggi, carne

decisamente più grande”.

Dietro ai fornelli si muove con la stessa leggerezza di un prestigiatore. Scoperchia le pentole come fossero cilindri

magici e crea i suoi incantesimi culinari preparando, con la stessa maestria, sia le pietanze campane che quelle locali. “La cucina salentina non ha bisogno di essere rivisitata, è perfetta così com’è. Forse – commenta Esposito – le serve

un po’ di modernità per riuscire a parlare al mondo, pur mantenendo intatti i suoi tratti distintivi e le sue autenticità”. E a quanti volessero intraprendere la carriera nel mondo

della ristorazione e della cucina, raccomanda: “Al bando

l’improvvisazione! Chi vuole imboccare questa strada deve essere preparato, curioso e deve impegnarsi ogni giorno. Il compito di uno chef è quello di portare a tavola

il sapore, riuscendo a colpire non solo le corde del piacere e del gusto, ma anche quelle emotive”.

IN QUESTE PAGINE, ALCUNI MOMENTI DELLA LEZIONE DI CUCINA TENUTA DALLO CHEF GENNARO ESPOSITO

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//territorio//personaggi

Lo chef consiglia

ORECCHIETTE DI GRANO E ORZO AL RAGÙ DI CAVALLO E CANESTRATO

Ingredienti:

Per il ragù:

orecchiette di grano e orzo ragù di cavallo canestrato grattugiato broccoli

400 gr di carne trita di cavallo cipolla carota sedano pomodori pelati

brodo vino rosso spezie olio pepe e sale q.b.

In una pentola scaldate l’olio e soffriggete con la cipolla le

fuoco moderato per circa un paio d’ore. Dopo averle lessate,

verdure tritate finemente. Aggiungete la carne e lasciatela

mantecate le orecchiette con il ragù di cavallo e insaporite

rosolare. Irrorate con il vino rosso e fate evaporare. Poi van-

col canestrato grattugiato. Durante questa operazione vanno

no aggiunti i pomodori pelati passati, il brodo, le spezie, la

inseriti i broccoli, appena scottati, che servono per aggiungere

noce moscata. Aggiungere infine sale e pepe e fate cuocere a

una punta d’amaro al piatto.

Gennaro Esposito’s Cooking lessons

to those who want to venture in this environment, an advice from the guru: ”Ban improvisation! Those who care about taking this path must be prepared, curious and must put a lot of effort into it.”

Advices and secrets from the “kitchen guru”, in occasion of the eighth edition of Agro.Ge.Pa.Ciok inside LecceFiere’s pavilions, has performed a cooking lesson. “True creativity is being able to remain simple”. Gennaro Esposito’s philosophy aims for simplicity and typical products. “True creativity” he says ”lies in choosing the best matches among the most genuine ingredients, without overdoing it. Cooking is an act of love.” Two stars Michelin, Vissani’s student, by many defined as the “kitchen guru”, has taken the role of the professor for a day. For the eighth edition of Agro.Ge.Pa.Ciok , national food show, he gave a cooking lesson, making typical dishes from his land, and many more from Salento. “I’ve never been in Lecce before, even though I’m aware about Salento’s food and wine. This place deserves a wider stage.” Behind the burners he looks like a magician, taking off lids like magic hats. ”Salento’s cuisine is already perfect, it just needs a bit of innovation in order to talk to the world, while maintaining its authenticities.” And

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Chef’s advice Wheat & barley orecchiette with horse ragù and canestrato Ingredients: Wheat & barley orecchiette, horse ragù, grated canestrato, broccoli. Preparing ragù: 400gr minced horse meat, onion, carrot, celery, peeled tomatoes, broth, red wine, spices, oil, nutmeg, salt & pepper In a pot, heat up oil and sauté fine grinded onion and vegetables. Add meat and let it brown. Sprinkle with red wine and let evaporate. Add pureed tomatoes, broth, spices and nutmeg. Lastly add salt and pepper and let it cook for a couple hours. Preparation: After orecchiette are boiled, stir them with horse ragù and flavor with grated canestrato. During this procedure insert barely seared broccoli, which add a bit of bitter to the dish.


da nord a sud... professionisti del Gusto


//territorio//speciale

X

C’è una cosa che accomuna un chirurgo a un funambolo,

Ognuno dei 24 speaker arrivati a Lecce ha raccontato

ancora, un designer a uno chef. Il fil rouge è il coraggio,

ratona di parole che ha sviscerato l’argomento le sue

un trombettista a un hacker, un attore a un’astrofisica e, che poi è il tema scelto dall’associazione “Diffondere idee

di valore” – con la direzione di Gabriella Morelli e Vito

Margiotta – per la seconda edizione del TedX, ospitata lo scorso ottobre a Lecce.

Le conferenze Ted sono una realtà che negli Stati Uniti

esiste da quasi trent’anni. L’obiettivo dell’associazione che le ha ideate è quello di diffondere idee di valore e proprio per questo in tutto il mondo, nel corso del tempo, si sono moltiplicati gli eventi locali dove la x è appunto il luogo in cui la manifestazione si svolge. Il meccanismo è semplice:

i relatori salgono sul palco e in interventi brevi – da 5, 10

o 15 minuti ciascuno – illustrano al pubblico la loro idea sulla base dei requisiti dell’innovazione e dell’utilità per

declinazioni: audacia, temerarietà, persino incoscienza, ma anche cinismo – come quello che serve per uccidere in battaglia – e coraggio di avere paura.

Nonostante qualche defezione – all’ultimo minuto hanno dato forfait il giornalista Riccardo Luna, l’attivista Yvan Sagnet, il cardiochirurgo Andrea Daniele Pinna e l’hacker Arturo Filastò – il palco del Politeama greco

è stato calcato da relatori di elevato spessore. La platea leccese ha potuto ascoltare lo chef (con un passato da fotoreporter e un’esperienza di otto mesi in carcere)

Filippo La Mantia e il biologo leccese Claudio Quarta. Appena diciottenne il relatore più giovane, l’Alfiere

della Repubblica Angelo Morello che combatte la sua

gli altri. In alcuni casi si tratta di idee che hanno cambiato

personale guerra contro il digital divide. Il coraggio

A Lecce, a fare gli onori di casa c’era Ippolito Chia-

Kerry, che lotta in difesa dei diritti umani, per il pre-

il mondo: basti pensare al caso di Bill Gates.

rello, attore che sul palco ha recitato un brano tratto

da “Ma-donne”, nell’ambito della campagna “Posto occupato” contro il femminicidio, a cui TedX ha aderito. E se l’anno scorso, in un’edizione pilota ospitata IN ALTO, IL PALCO DEL TEDX. NELLE PAGINE SEGUENTI, I 24 PROTAGONISTI DELLA MANIFESTAZIONE

il coraggio dal proprio punto di vista. Una lunga ma-

dalle Officine Cantelmo, si era parlato di innovazione, quest’anno il tema scelto ha virato più sul sentimento.

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è la vita di ogni giorno per la figlia di Bob Kennedy,

sidente di Libera Terra in Puglia, Alessandro Leo, ma

anche per il docente universitario Andrea Rangone, l’information designer Angela Morelli, la giornalista e

scrittrice Azadeh Moaveni, l’innovatore sociale Dario Carrera, i giornalisti Ernesto Assante e Gino Castaldo,

il programmatore Jaromil, l’attivista per i diritti umani


storie di audacia e di sana incoscienza nella seconda edizione dell’evento nato negli states nel 1984 di valeria blanco

Maryam Al Khawaja, il linguista Massimo Arcange-

li, l’amministratore delegato di Tiscali Renato Soru, l’attivista sociale Salvatore Barbera, l’imprenditrice Selene Biffi, il docente di Management Stefano Cucca, il musicista Vincenzo Deluci. Presenti anche Brad Tem-

pleton, guru di Google, il designer Massoud Hassani,

l’astrofisica Sandra Savaglio, il direttore generale di Reporters sans frontieres, Christophe Deloire e persino un funambolo: Andrea Loreni.

Sul palco non sono mancate le sorprese: intanto, pur senza essere fisicamente presente, Giuliano Sangiorgi, leader dei

Negramaro, ha regalato a TedX un pezzo della sua poesia,

mettendo il coraggio nella penna e affidando la recitazione di alcuni suoi versi inediti a Ippolito Chiarello. Luciano

Cantini, imprenditore esperto in stampa tridimensionale, ha invece portato un dispositivo di nuovissima generazione

con il quale ha compiuto davanti al pubblico il miracolo della stampa di un oggetto.

Il tutto esaurito registrato dall’evento, che ha avuto

anche un ricco calendario di appuntamenti collaterali, ha certificato la bontà dell’intuizione degli organizzatori.

Ci vuole coraggio e ci vuole anche capacità di confronto

per capire che oltre se stessi e le proprie certezze c’è sempre una sfida possibile per rendere il mondo che

Even the most diverse jobs can have something in common. Courage: it’s the subject chosen by “Divulge ideas of valor” association - lead by Gabriella Morelli and Vito Margiotta – for the 2nd edition of TedX, hosted last october, in Lecce. Ted’s conferences have been a reality in the USA for the past 30 years. The objective of the association is to divulge ideas of valor all over the world, and through years, TedX are born: local events where X stands for the conference’s location. The mechanism is simple: relators go on stage and, in brief speeches (5, 10 or 15 minutes each), they show the ideas that changed the world. Among Ted relators Bill Gates, Al Gore, Richard Branson, Philippe Starck, Stephen Hawking, Isabel Allende, Gordon Brown stand out. In Lecce, Ippolito Chiarello (actor), has recited a piece from “Ma-donne”, against “womanicide” to which TedX has adhered. If in last year pilot edition (hosted by Officine Cantelmo) the subject was innovation, this time it’s more oriented on emotions. Each of the 26 speakers arrived in Lecce, explained courage from their point of view. Result: a long marathon of words on courage: bravery, temerity, even recklessness, including the “bad” courage” used to kill in battle. Despite some defections (some guests have dropped out), Politeama’s stage was full of considerable guests. Lecce’s audience was able to hear words from the chef (once a photoreporter, he’s passed 8 months in jail) Filippo La Mantia and biologist Claudio Quarta from Lecce. The youngest relator was only eighteen, alfiére of Repubblica, Angelo Morello, who’s fighting his personal war against digital divide. Courage is everyday’s life for Bob Kennedy’s daughter, Kerry, fighting for human rights, for Libera Terra in Puglia’s president, Alessandro Leo, but also for university lecturer Andrea Rangone, information designer Angela Morelli, journalist and writer Azadeh Moaveni, social innovator Dario Carrera, journalists Ernesto Assante e Gino Castaldo, programmer Jaromil, human rights activist Maryam Al Khawaja, linguist Massimo Arcangeli, Tiscali’s Md Renato Soru, social activist Salvatore Barbera, entrepreneur Selene Biffi, Management Teacher Stefano Cucca, musician Vincenzo Deluci. There were also entrepreneur Brad Templeton, Google guru, designer Massoud Hassani, astrophysicist Sandra Savaglio, general manager of Reporters sans frontieres, Christophe Deloire, and even a funambolist: Andrea Loreni. No lack of surprises on stage: for example, even if not being physically present, Giuliano Sangiorgi has given TedX a piece of his poetry, entrusting his verses to Ippolito Chiarello. Luciano Cantini, 3D print expert and entrepreneur, has brought a last generation printer, which performed the miracle of printing an object in 3D .If the city’s enthusiasm could be measured in tickets sold, well... the word “sold-out” speaks for itself!

viviamo migliore per tutti.

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Massimo Arcangeli, linguista:

“La parola coraggio ha la stessa radice di cuore: chi ha coraggio deve fare prima di tutto i conti con le emozioni”. linguist: “The word courage has the same root as heart: he who has courage must deal with emotions”.

Kerry Kennedy attivista dei diritti umani: Coraggio è difendere ciò in cui si crede. Coraggio è vivere il proprio oggi. human rights activist: Courage is defending what you believe in. Courage is to live daily.

Federico Morello attivista della banda larga: “Coraggio è buttarsi, non aspettare. Coraggio è fare”.

chef: Courage is woman, because only women create, feed. and manage life.

Selene Biffi imprenditrice sociale:

Claudio Quarta, imprenditore: Coraggio è capire che, quando non si ha più niente da investire, si può investire in se stessi.

Non bisogna essere persone straordinarie per fare cose straordinarie: il mio coraggio è stato rifiutare tre candidature al Parlamento per andare a lavorare gratis in Afghanistan. social enterpreneur: my courage was refusing three nominations for the Parliament and go to Afghanistan to work for free.

Coraggio è prendere confidenza con la paura, ascoltare quello che ha da dire l’uomo nero. La paura è zavorra, invece per essere felici bisogna avere il coraggio di essere vento. funambulist:

information designer: Courage is not deciding to act, but to roll up one’s sleeves and act now.

Courage is to become familiar with fear. Fear is ballast, and to be happy, one must have the courage to be wind.

Andrea Rangone,

Azadeh Moaveni giornalista: Il coraggio in Iran è fatto di rabbia ed è la voglia di andare oltre le aspettative.

docente universitario: Coraggio è vedere che le strade esistenti non portano lontano e quindi avere il coraggio di costruirsi le proprie. university lecturer: Courage is to see that existing paths don’t lead far and so, you have to build your own.

Il coraggio è donna, perché solo le donne creano, nutrono e gestiscono la vita.

broadband activist:”Courage is not waiting. Courage is doing”.

Andrea Loreni funambolo: Angela Morelli information designer: Coraggio non è decidere di agire, ma rimboccarsi le mani e agire ora per pianificare le risorse del mondo che stiamo consumando.

Filippo Lamantia chef:

journalist: Courage in Iran is made out of rage and is desire to go beyond expectations.

enterpreneur: Courage is to understand that, when you got nothing left to invest, you can invest in yourself.

Maryam Al Khawaja attivista per i diritti umani Coraggio è andare avanti nonostante la paura. Nel Bahrein il coraggio è il ragazzino di 15 anni che scende in strada a protestare anche se il giorno prima il suo amico è stato ucciso. human rights activist: Courage is to keep going forward. In Bahrein, courage is a teen that goes down the streets to protest, even if his friend has been killed.

Dario Carrera innovatore sociale: Avere paura della morte è normale, io non sopporto chi ha paura della vita. Per me coraggio è utilizzare strumenti per sognatori. social innovator: Being afraid of death is normal, I can’t stand those who are afraid of life.


Jaromil hacker: Coraggio è rimanere umani. hacker: Courage is to remain human.

Vincenzo De Luci musicista:

Ho perso la partita con la vita, ma ora voglio la rivincita. Il coraggio è continuare a suonare la tromba con l’unica parte del mio corpo che si muove: l’avambraccio. musician: I lost the game with life, now I want a rematch. Courage is to keep playing the trumpet with the only part of my body that I can move: the forearm.

Luciano Cantini esperto di stampa in 3D:

Coraggio è buttarsi, inseguire i propri sogni, cadere e rialzarsi, anche se fa male. 3D printing expert: Courage is to fall and get up again, even if it hurts.

Christophe Deloire direttore di Reporters sans frontieres:

Oggi abbiamo bisogno di dittatori per avere coraggio, mentre non bisogna dimenticare questo valore solo perché non se ne ha bisogno.

astrophysicist: Scientists have the duty to be brave to uncover the unimaginable.

Gli eroi non sono navigatori solitari: la paura organizzata diventa coraggio, perché la dimensione del coraggio è il noi.

director of Reporters sans frontiers: Today we need dictators to have courage, we shouldn’t forget this valor just because it isn’t needed.

president of Libera terra in Puglia: Heroes are not lone sailors: organized fear becomes bravery, because courage is in the ‘us’.

Renato Soru presidente e AD di Tiscali:

Ernesto Assante e Gino Castaldo giornalisti musicali:

Coraggio è mettersi in gioco, perché dentro di noi c’è la forza per superare la crisi e affrontare il cambiamento.

Il coraggio in musica è uccidere il vecchio re per diventare il nuovo re. musical journalists: Courage in music is killing the old king to become the new one.

president and Ad of Tiscali: Courage is to get into the game, because the power to overcome this crisis resides within us.

Brad Templeton internet evangelist:

Google, Yahoo, tutte le cose che accadevano in Silycon Valley sono stati salti nel buio molto coraggiosi negli anni ’80. Internet è stato un atto di straordinario coraggio. internet evangelist: Google, Yahoo and everything that’s happened in Silycon Valley was risky in the 80’s. Internet has been a big act of courage.

Moud Hassani, designer, inventore del “mine kafon”: Sandra Savaglio astrofisica: Gli scienziati hanno l’obbligo di essere coraggiosi per scoprire l’inimmaginabile.

Alessandro Leo presidente di Libera terra in Puglia:

Ogni 22 minuti una persona muore o resta mutilata a causa di una mina: per ripulire il mondo ci vorrebbe più di un millennio, ma il coraggio è provarci. Massoud Hassani, designer, inventor of “mine kafon”: Every 22 minutes someone dies or becomes mutilated because of a mine: it takes a long time to clean up the world, but courage is to try.

Salvatore Barbera attivista sociale:

Il coraggio è quello di chiedere aiuto alla rete per fare fronte comune attraverso le petizioni on-line e vincere le piccole e grandi battaglie. social activist: Courage is to fight together through on-line petitions to win battles.

Ippolito Chiarello attore, legge Giuliano Sangiorgi: Il coraggio mi fa schifo quando serve in battaglia e sa di polvere da sparo. actor, reads Giuliano Sangiorgi: Courage sucks when needed in battle and smells like gunpowder.


//tERRITORIO//SPECIALE

X

le eccellenze salentine sul palco

Claudio Quarta Da ricercatore sulle ma-

lattie genetiche a produttore di vini. Laureato

Alessandro Leo

Presidente della coo-

perativa “Libera Terra” in Puglia e vicepre-

sidente del consorzio di cooperative Libera Terra Mediterraneo, da dieci anni si impegna

contro la mafia. Al Tedx ha raccontato la sua

esperienza di vita, tra i luoghi, le terre e gli immobili appartenuti alla Sacra Corona Unita e che con il duro lavoro dell’associazione tornano a nuova vita, onesta. Libera Terra

dai beni confiscati alle mafie dona un riscatto,

un lavoro, relazioni, partecipazione, bellezza.

Alessandro Leo, president of “Libera Terra” cooperative in Apulia: ten years ago he’s started his fight against Mafia. At TEDx he talked about his experience, among the possessions belonged to the Sacra Corona Unita that come back to life, thanks to their work.

20//turismo//cultura//arte//informazione

in Biologia con specializzazione in Genetica medica. Ha lavorato prima a Brindisi come

ricercatore industriale e poi a Gerenzano (Va) come direttore del Centro Ricerche. Trasferito

negli Usa, fonda la prima società di biotecnologie quotata in borsa in Italia, nel 2004

abbandona il campo farmaceutico, rientra

in Italia e diventa imprenditore avviando un progetto di produzione di vini e sviluppo

del territorio. Ha parlato del coraggio nelle

sue scelte, tra errori e successi, e della sua passione: la viticoltura.

Claudio Alessandro Quarta, Leo, genetic president diseases of “Libera researcher Terra” and wine producer. cooperative After in Apulia: movingten in the years U.S., agohehe’s founded startedthe his first fightbiotechnology against Mafia.company At TEDx he listed talked in Italy. about In his 2004 he returns experience, to Italy, among engaging the possessions himself in belonged projects oftowine the production Sacra Corona and Unita territory that come development. back to life, He spoke thanks to about their work. courage and a passion: wine.


l’effetto cercato dagli organizzatori nel portare il progetto a lecce è sviluppare il “local impact” tutte le foto dello speciale sono di shotalive

Angela Morelli

Information designer,

laureata in Ingegneria al Politecnico di Milano,

master in Disegno industriale, ha proseguito il

percorso formativo all’estero. Ambasciatrice della ricerca sull’acqua virtuale e sull’impron-

ta idrica sviluppata dal prof. Tony Allan e dal Water Footprint Network. È ideatrice di un

sistema di ottimizzazione e di contenimento degli sprechi, per massimizzare la sostenibi-

lità. Vive e lavora tra Oslo e Londra. Nel suo

intervento ha parlato degli sprechi alimentari e del coraggio dell’azione per cambiare.

Angela Morelli, information designer and ambassador of virtual water research, developed by Prof. Tony Allan and Water Footprint Network. She’s the creator of a waste optimization and containment system. In her speech, she talked about food wastes and courage.

Ippolito Chiarello Attore e regista, dal 1995 al 2004 ha lavorato presso la Compagnia

Koreja di Lecce. Dopo aver scelto di intraprendere una strada indipendente con la sua

sigla Nasca teatri di Terra, ha continuato il percorso di ricerca puntando sul recupero della relazione tra pubblico e artista attra-

verso il “barbonaggio” teatrale. Sul palco del

Tedx recita una storia d’amore, i ricordi di un rapporto tra marito e moglie, visti da un figlio.

Con il suo intervento promuove l’iniziativa “Posto Occupato”, dedicato a tutte le donne vittime del femminicidio.

Ippolito Chiarello, actor and director. After taking an independent road with his signature, Nasca theaters of Terra, he focused on relationship’s recovery between artists and audience. At TEDx he’s recited memories of a married couple, seen by a son. With his speech he promoted the initiative “Posto Occupato”, against femicide.

Salento review//21


//tERRITORIO//SPECIALE

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ho perso la partita con la vita, ma ho chiesto la rivincita la storia di vincenzo deluci, musicista disabile che racconta come ha ricominciato a vivere dopo un terribile incidente stradale di valeria blanco

“La mia partita con la vita l’ho persa nel 2004. Adesso

“All’inizio – racconta Vincenzo dal palco – avevo chiesto

ovation e occhi umidi al TedXLecce per Vincenzo De-

continuare almeno a scrivere musica. A un certo punto,

ho chiesto la rivincita e questa volta vinco io”. Standing luci, musicista jazz di fama internazionale, originario di Fasano, che ha raccontato alla platea cosa sia stato, per

lui, il coraggio di vivere. Quando aveva ancora solo 30 anni, un incidente d’auto causato da un pirata della strada

lo ha condannato a una vita da vegetale. Questo, almeno, il futuro terribile che gli era stato prospettato dai medici.

I lost the game with life, but I asked for a rematch.

The story of Vincenzo Deluci, disabled musician, talks about his courage to live. “I lost my game with life in 2004, Now I ask for a rematch and this time I’m going to win”. Standing ovation at TedX for Vincenzo Deluci, Jazz musician of international fame, who talks about the will to keep fighting. When he was only 30, a car accident caused by a hit-&-run driver condemned him to live as a vegetable, or so the doctors said. “At the beginning I asked my family to get me a PC, to keep on writing music. At some point, writing for others wasn’t enough anymore, I wanted to start playing the trumpet again”. After a long and hard rehabilitation, Vincenzo made a small miracle: he was able to use his left forearm again. At that point he decided to put everything in that only moving part of his body and wanted to build a customized trumpet. Vincenzo is on a wheel chair now, but he’s back to play. But this wasn’t enough for the musician, who wanted to give hope to other people like him. In 2011, together with a group of friends, he founded “AccordiAbili” association, which encourages research and development of technologies , able to bring disabled people with cognitive abilities to use a musical instrument . Vincenzo teaches kids how to play, while other members build musical instruments. And thanks to music, life seems a little less tough.

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ai miei familiari di poter avere solo un computer per poter

però, scrivere per gli altri non mi è bastato più: volevo tornare a suonare la tromba”. Dopo una lunga e difficile

riabilitazione, Vincenzo ha compiuto un piccolo miracolo:

ha recuperato l’uso dell’avambraccio sinistro. In quell’unica parte che si muove ci ha messo il cuore e la testa e si è fatto costruire una tromba modellata sulla sua disabilità.

Vincenzo oggi è sulla sedia a rotelle, ma è tornato a suonare,

dando di nuovo un senso a una vita che sembrava avergli tolto tutto. E questo traguardo non gli è sembrato ancora abbastanza perché voleva regalare una speranza ad altre

persone sfortunate come lui. Così, nel 2011, insieme con un gruppo di amici ha fondato l’associazione “AccordiAbili”

che promuove la ricerca e lo sviluppo di tecnologie in grado

di avvicinare un disabile con capacità cognitive integre all’utilizzo di uno strumento musicale. Vincenzo insegna ai ragazzi a suonare, mentre altri membri dell’associazione

costruiscono strumenti modellati sulle singole disabilità

di ciascuno. E, grazie alla musica, la vita sembra persino un po’ meno dura.



//territorio//speciale

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il coraggio è nel fare. e nel tirare fuori i sogni dal cassetto Gabriella Morelli, infaticabile organizzatrice del TedxLecce, incoraggia ad avere speranza nel futuro a cura di ilaria lia

“Il coraggio lo si cuce addosso, è una categoria dello

ho avvertito il vero cambiamento nell’affrontare il Tedx”.

Vito Margiotta, del Tedx a Lecce sintetizza così il suo

“Risultato inaspettato. All’inizio erano tutti molto scettici,

spirito”. Gabriella Morelli, organizzatrice, assieme a punto di vista sul tema scelto per la seconda edizione. “In realtà si può considerare come un numero zero, perché

è stata una sfida passare dalle Officine Cantelmo in un

teatro, al Politeama, luogo che ha una propria liturgia: il silenzio, il pathos, i tempi, siamo entrati proprio in un

altro meccanismo, anche solo sentire il parquet di legno all’entrata in scena ci ha caricati di una forte emozione.

Tre giornate, una scommessa vinta.

c’era una grande sfiducia, anche riguardo la partecipazione della città e invece è arrivata la smentita. Noi ci siamo impegnati nel costruire tutto nel dettaglio, forse anche con

un po’ d’incoscienza. E poi la sorpresa: la voglia della gente di ascoltare le storie”.

Come ci si sente ad aver organizzato a Lecce un

evento di tale portata e con questo successo poi?

Ho sofferto solo per non essere riuscita a vedere le persone

“Benissimo, sono felice di essere tornata a fare questo

avere un feedback immediato, anche solo un sorriso. Lì

Sono tutti rimasti in contatto e hanno iniziato a pensare

con cui stavo lavorando, per me sarebbe stato importante

24//turismo//cultura//arte//informazione

lavoro sia per la squadra, sia per la famiglia di volontari.


a nuovi progetti; intanto si sono innamorati nuovamente

della città. Con tutti c’è stato uno scambio proficuo, fin dall’inizio ho immaginato quest’esperienza come un flusso, l’etica della rete ha funzionato davvero e abbiamo

messo in pratica quello che predichiamo: condivisione, trasparenza, collaborazione. Ovviamente non ci stiamo

mettendo sul piedistallo e sappiamo che qualche errore è stato commesso. Il successo di un evento dipende da

tanti fattori, ma posso affermare che il nostro è dato

dalla costruzione del noi. Il risultato è fondamentale, ma il percorso che nasce da lontano ti dà la possibilità

NELLE FOTO, LE RIUNIONI DELLO STAFF

di scoprire la bellezza nelle persone, di avere scambi di

“Investire su se stessi. Riuscire a trovare la propria strada

costruttivi nello scontro”.

curiosi, mantenere i contatti, tirar fuori i sogni dal cassetto

vedute e anche accese discussioni. Il tutto sta nell’essere

Se il primo successo è la preparazione, è importante avere uno staff coeso.

“Non credo che avrei potuto avere uno staff di lavoro migliore, hanno dato tutto quello che potevano. Anche la

di mettersi in gioco, bisogna provarsi, reinventarsi, essere e cercare di realizzarli. Il coraggio è anche questo: se c’è un ostacolo, provare a superarlo nel miglior modo possibile.

Bisogna avere la speranza nel futuro e avere voglia di fare”.

fatica è stata facile da affrontare. Siamo stati fortunati. Il grazie che mi viene detto è pure per questo sistema di

lavoro, se fosse possibile replicarlo diventerebbe una buona pratica. Bisogna tracciare il percorso e insieme agli altri, tutti in base alle proprie competenze, cercare di arrivare alla meta: essere disposti all’ascolto, affidarsi, fidarsi,

delegare e lasciare tutto nelle mani di chi ha scelto. Credo che stia alla base di tutti i Ted”.

La stessa sintonia si è avuta con Vito Margiotta.

“Entrambi volevamo portare il Ted a Lecce, ma non ci conoscevamo, io ero a Milano e lui in Cina. Il gancio tra di noi è stato Alessandro Delli Noci, as-

sessore all’Innovazione, che ci ha messo in con-

tatto. Ci siamo incontrati e ci siamo trovati subito”.

Non hai avuto nessuna esitazione nello scegliere il tema e nell’invitare i relatori?

“Abbiamo ragionato molto su cosa trattare e alla fine è

venuto da solo. Volevamo qualcosa di attuale. L’ottimismo è una forma di lotta e di resistenza e quindi abbiamo cercato di raccontare il tema del coraggio a 360 gradi. Nei percorsi dei relatori scelti, per quanto diversi tra loro, è arrivato il momento in cui hanno dovuto fare una scelta diversa,

coraggiosa. Alcuni ho faticato ad averli sul palco, adesso sono ancora entusiasti di ciò che è stato. E tutti noi abbiamo ancora l’emozione di vedere il pubblico applaudire forte

per i loro interventi. Abbiamo invitato anche eccellenze

del territorio, il senso di organizzarlo a Lecce sta proprio nel guardare alle buone pratiche locali”.

Come sfruttare al meglio questa esperienza?

Courage is in doing. And bringing dreams out of the drawer

Gabriella Morelli, organizer of TedxLecce, encourages on having hope in the future. “Courage has to be sewed on ourselves, it’s a category of the spirit.” Gabriella Morelli, organizer, along with Vito Margiotta, of TEDx in Lecce, summed up his point of view on the topic chosen for the 2nd edition. “It can be considered as number zero, because it was a challenge to move from Officine Cantelmo to the Politeama. I only suffered for not being able to see the people I worked with, it would have been important for me to have immediate feedback, even a smile. It was then that I experienced the real change in facing the TEDx.” Three days, a bet won. “Unexpected result. At first everyone was skeptical, there was a lack of confidence, even regarding the involvement of the city, and then.. the turning point. We did all to build everything in detail, perhaps with a bit of recklessness. Then it happened: we saw the people’s desire to listen to the stories.” How does it feel to have organized an event of this magnitude in Lecce and with a success such as this? “It’s great, I’m happy to be back here, for the team work and the family of volunteers that’s been created. There was a fruitful exchange with everyone, I imagined this experience as a stream from the start, network’s ethics has really worked out and we could put what we preach into practice: sharing, transparency and collaboration. Obviously, mistakes can be made. An event’s success depends on many factors, but I can say that ours is made on the construction of the ‘us’. Results are essential, but the path lets you discover the beauty in people, exchange opinions or even quarrels. We just have to be constructive, even in disputes.“ If the first success is preparation, it’s important to have a united team “I couldn’t ask for a better team, they’ve given their all. Even fatigue was easy to bear. We’ve been lucky. We have to draw the path together and try to reach our goal: be willing to listen, to commit, to trust, to empower . I believe this is at the base of every TedX.” It seemed like you had same feeling with Vito Margiotta. We both wanted to bring Ted in Lecce, but we didn’t know each other: I was in Milan while he was in China. Alessandro Delli Noci, Assessor for Innovation, has been our connection. As soon as we met, we found ourselves in sync immediately.” Has there been any hesitation in choosing the topic and in inviting the speakers? “We’ve thought a lot about the topic but in the end, it all came by itself. We wanted to talk about something actual: optimism is a form of fight and resistance, so we tried to explore the topic of courage in its entirety. All the speakers had to make a different and brave choices during their lifetime; some of them didn’t want to participate, but at the end of the experience they were enthusiastic, and we are still moved by the applause. We’ve also invited some of Lecce’s major figures, the purpose to organize Ted in Lecce is to highlight the local best practices.” How can the audience take advantage from the experience? “To invest on ourselves. To succeed in finding our own path, to get in the game, pushing ourselves, reinventing ourselves, bringing dreams out of the drawer and try to achieve them. This is courage: overcoming obstacles in the best way possible, to have faith in the future and never stop moving forward.”

Salento review//25


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l’arte per i diritti umani: una kennedy a lecce kerry kennedy, esponente della mitica dinastia statunitense, ha fatto da madrina alla mostra “ladies for human rights” allestita al must di jlenia m. gigante. ph: pierpaolo schiavone

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Il filo dei diritti umani passa dal Must di Lecce con una

lezione di coraggio al femminile. È stata infatti una donna straordinaria come Kerry Kennedy ad inaugurare la mostra “Ladies for Human rights”. Discendente della

famiglia americana simbolo delle battaglie democratiche

che hanno fatto la storia degli Stati Uniti d’America nel secondo Novecento, la signora Kennedy sfoggia la presenza carismatica tipica di chi ha scelto consapevolmente

di sposare le cause in ragione dei loro contenuti lasciando le forme come mero accessorio.

È, del resto, un confronto sulla stessa lunghezza d’onda quello tra Kerry Kennedy e le “Ladies” ritratte dal mae-

stro Marcello Reboani: diciotto primi piani di donne del

nostro tempo che hanno dedicato energia e vita alla causa dei diritti umani. Ad ogni quadro l’ospite americana si

avvicina osservando con attenzione non solo i dettagli materici scelti dall’artista, ma anche la forza intrinseca di ogni donna ritratta.

“Questa mostra racconta storie di donne coraggiose.

Quanto ancora – le chiediamo – resta da fare nel campo dei diritti umani”?

Davanti ai volti delle attiviste impegnate sul fronte delle battaglie politiche – come la birmana Aung San Suu Kyi

o la pacifista liberiana Leymah Ghowee – Kerry Kennedy

indica la strada: “La politica deve assicurare che le donne

“The art for human rights”: a message from Kerry Kennedy in Lecce.

In the course of TedXLecce’s initiatives, held at “MUST”, about using art to defend human rights. A lesson about courage toward the world of art from Kelly Kennedy through “Ladies for human rights” exhibit at “MUST”, held on October 25th. It’s a confrontation on the same wavelengths between lady Kennedy and the other “ladies”, portrayed by Marcello Reboani: 18 close-ups on women of our time, which have dedicated energy and life to human right’s cause, each in their own personal way. Kennedy approaches every situation carefully, taking note of the artists inner strengths. This is an occasion for us to ask some questions regarding actual humanitarian emergencies. “This is an exhibit of brave women, how much do they have to conquer in the field of human rights?” “Women need to be in charge in the industry and Parliaments. Violence on women, especially domestic, has utmost priority. Many well known figures took part to the event: Elizabeth Taylor, Audrey Hepburn, Annie Lennox and Joan Baez have spent their civil commitment within their field of action: art. And this exhibit which has art as its main subject, pushed us to ask her: “How can art drive the consciences toward humanitarian law?” “Art is a language which aims at people’s consciences, stimulating their thoughts. Everyone should come see this show, citizens and tourists alike, because it gives the chance to imagine changes in society. Isn’t Malala’s portrait in Risorgimento Resort’s hall of great impact? Staring at those big eyes, thinking about this girl’s courage that, at such a young age, shows an example of change in her country.” “What can we do to sensitize new generations toward civil commitment and culture of fundamental rights of men?” “Art’s language offer big opportunities. RFK centre’s activities, for example, suggest that students involved in the project should make videos or theatrical presentations, because social changes begin from new generations. Kennedy concludes: “Peace is not something we only pray for, we actually have to fight to create it.” Lecce, candidate for European capital of culture 2019, has proudly hosted this event.

ALCUNI DEI RITRATTI ESPOSTI ALLA MOSTRA: ANNA FRANK, AUNG SAN SUU KYI, JOAN BAEZ

Salento review//27


//territorio//speciale

X possano arrivare al potere. La presenza femminile con incarichi di leadership nelle aziende è indispensabile quanto all’interno dei parlamenti”. Ma prima ancora, sottolinea, bisogna arginare la mattanza: “La violenza sulle donne,

soprattutto quella domestica, è una delle urgenze più immediate. Sono necessarie leggi e, più di ogni altra cosa,

serve mettere in atto concretamente la tutela giudiziaria”.

Nell’ampia selezione di personaggi femminili in mostra,

molte le icone dello star-system ritratte: la conturbante Elizabeth Taylor, l’eterea Audrey Hepburn, la regina della

british-music Annie Lennox e “l’usignolo di Woodstock”, Joan Baez. Tutte hanno contaminato il ruolo artistico con

uno spiccato impegno civile. La breve ma intensa con-

versazione con Kerry Kennedy prosegue: “Come riesce l’arte a sensibilizzare le coscienze verso il tema dei

Il personaggio: Kerry Kennedy

Figlia del senatore Robert Kennedy, assassinato il 6 giugno del 1968, Kerry

Kennedy ha fatto dell’impegno per i diritti umani la sua ragione di vita.

Avvocato e scrittrice, dal 1981 è impegnata nell’attività di promozione della giustizia sociale e della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’in-

dividuo. Nel 1988 fonda il RFK Center for Justice and Human Rights, organizzazione no profit – di cui è presidente – con la quale porta avanti la campagna in difesa dei diritti universali. Tra le numerose iniziative che ha

ideato, l’ultima in ordine di tempo è “Speak Truth To Power”, un progetto globale di educazione ai diritti rivolto, soprattutto, agli studenti di tutto il

mondo coinvolgendoli in un percorso di attività didattiche e artistiche nelle quali esprimere la propria visione e la sensibilità sul tema dei diritti umani.

Conosciuta nel mondo per il suo impegno civile, è a capo del Consiglio di Amnesty International per gli Usa. Tanti i riconoscimenti che ha meritato

nel corso della sua attività, tra cui quello ricevuto dal premier polacco Lech Walesa per l’aiuto al movimento Solidarnosc. Settima di undici figli

e madre di tre ragazze, Kerry Kennedy ritiene che la famiglia sia il primo nucleo di giustizia sociale.

The character: Kerry Kennedy

Daughter of senator Robert Kennedy, assassinated on 6 june 1968, she’s made the cause for civil rights her lifestyle. Lawyer and writer, she’s been busy with the activity of promotion of social justice and safeguarding of fundamental rights of individuals. In 1988 she creates RFK Centre for Justice and Human Rights, no-profit organization (of which she’s leader) and with it she conducts the campaign in defence of universal rights. Among the numerous initiatives she’s invented, the latter is “Speak Truth To Power”: the global project of education on rights, oriented on students from all over the world, involving them in a path of educational and artistic activities in which they can express their views and feelings on the subject of human rights. Known worldwide for her civil commitment, she’s the leader of Amnesty International in the USA. She’s received many important awards, including one received from polish Prime Minister Lech Walesa for helping Solidarnosc movement. Seventh of eleven sons and mother of three girls, she sees family values as the core of social justice.

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diritti umanitari?”, la domanda.

“È un linguaggio – risponde – che arriva diretto alle coscienze delle persone, provocando delle riflessioni su

ciò che rappresenta. Tutti dovrebbero venire a visitare questa mostra, cittadini e turisti, perché crea gioia, offre la possibilità di immaginare dei cambiamenti nella

società”. Resta per qualche attimo in silenzio e poi aggiunge: “Il ritratto di Malala, non è forse di grande

impatto? Guardarlo, osservare i grandi occhi, riflettere

sul coraggio di una ragazza che, così giovane, è già un esempio di cambiamento nel suo paese e nel mondo, è assolutamente commovente.”

Ed è vero. La rappresentazione del volto dell’adolescente

pakistana, proposto come novità in occasione della mostra leccese, è emozionante e ci accompagna verso il commiato:

“In che modo si sensibilizzano le giovani generazioni all’impegno civile e alla cultura dei diritti umani?”

Per lady Kennedy il mondo dell’arte è una grande oppor-

tunità di comunicazione: “Le attività del RFK Center, per esempio, prevedono che gli studenti coinvolti nel progetto realizzino dei video o delle rappresentazioni teatrali tematiche, perché è dalle nuove generazioni che arrivano i grandi cambiamenti sociali”.

DA SINISTRA: ANDREA MONTINARI, KERRY KENNEDY E MARCELLO REBOANI



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ladies for human rights: la mostra L’arte per comunicare, per trasmettere, per stimolare non

e di dettagli materici, appositamente scelti per indicare la

rights”, in mostra dal 25 ottobre al 26 novembre scorso al

Nato da un’idea di Melissa Proietti in collaborazione con

solo il senso estetico. Il valore di “Ladies for human

MUST, è immediatamente chiaro all’occhio di un visitatore sensibile. Lady Diana e Madre Teresa di Calcutta, Rita

Levi Montalcini e Rania di Giordania, insieme ad altre 14 importanti donne ritratte sono “straordinarie muse che si sono battute con coraggio per la difesa dei diritti” – spiega

provenienza e la storia di ciascuna protagonista.

il maestro Reboani, il progetto di mostra itinerante è stato adottato dal RFK Center for Justice and Human Rights

Europe. Inaugurata per la prima volta a Firenze, la mostra giunge nel Salento per la sua seconda tappa, patrocinata dal

Comune e promossa da Vestas Hotels e Resorts: “Questa

Melissa Proietti, curatrice della mostra -. I “ritratti da

iniziativa, ad oggi, credo che sia il fiore all’occhiello della

sono realizzati in tecnica mista con materiali di recupero,

Come ambasciatori dell’ospitalità pugliese, cerchiamo di

toccare”, come li definisce l’artista Marcello Reboani,

ricevuti in donazione. A metà tra il pop e l’arte povera, la personale di Reboani si caratterizza per la varietà di colori

The exhibit: “Ladies for human rights”

Art to communicate, to stimulate not only aesthetic senses. Ladies for human rights purpose is immediately clear to a sensible eye. Lady Diana and Mother Teresa of Calcutta, Rita Levi Montalcini and Rania of Giordania, together with 14 other important women portrayed are “extraordinary women who’ve fought with courage for rights defence” explains Melissa Proietti, exhibit curator. “Portraits you can touch”, as defined by artist Marcello Reboani, are made with recycled mixed materials, received as donation. Halfway between pop and old art, Reboani’s personal creation is characterized for its colour variety and textural details, chosen to indicate the origin and history of each protagonist. Brainchild of Melissa Proietti in cooperation with Reboani, the project was adopted by RFK Centre for Justice and Human Rights Europe. Introduced for the first time in Florence, the exhibit moves to Salento, sponsored by the district and promoted by Vestals Hotels and Resorts whose president, Andrea Montinari, underlines: “As ambassadors of Apulia’s hospitality, we combine the professionalism and the promotion of the territory through culture. I believe this initiative, to date, is the flagship of our supply chain to the importance of the issues underlying the exhibition.”

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nostra catena – spiega il presidente, Andrea Montinari – . coniugare la professionalità e la promozione del territorio attraverso iniziative culturali”.

MARCELLO REBOANI


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//territorio//i castelli

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nei castelli il senso di una civiltà meticcia testimoni ma anche protagonisti della storia dei popoli, i manieri della provincia di lecce svelano il genoma di una terra di frontiera e di scambio. in queste pagine un’incursione fotografica in alcuni di essi di daniela de rosa ph: pierpaolo schiavone

I castelli del Salento conservano in filigrana la chiave

più facilmente riconoscibili: mura, torri, bastioni, fossati

luogo di civiltà meticcia. Silenziosi testimoni delle umane

Venuta meno l’esigenza di difesa dei territori, i castelli dal

di lettura delle vicende che hanno reso questo territorio vicende e protagonisti al contempo della storia dei popoli,

i castelli tramandano il nostro vissuto di terra di frontiera e

di scambio. Messapi, romani, bizantini, normanni, svevi e angioini hanno costruito, modificato e plasmato a propria immagine questi simulacri di pietra convertendoli lenta-

mente da organismo difensivo a struttura militare, sino alla definitiva trasformazione nei secoli successivi in palazzi sfarzosi e celebrativi dei signori del tempo.

Terra di invasioni e di conquiste sanguinarie, il Salento in

epoca messapica disponeva già di un complesso sistema difensivo di torri fortificate e mura che cingevano le città.

Furono i romani nel III secolo a.C. ad articolare tali strutture in veri e propri accampamenti militari, trasformati ulterior-

mente dai bizantini per la difesa dei propri territori dalle incursioni barbariche. Al dominio bizantino seguì quello

dei normanni, cui si deve la realizzazione di gran parte dei castelli del Salento dotati di imponenti torri di avvistamento.

Seguirono svevi, angioini e aragonesi, costretti ad adeguare il sistema difensivo all’uso delle bombarde e delle armi da fuoco. Fu nel 1500, durante il regno di Carlo V, che l’architettura militare assunse i caratteri esemplari oggi

racchiudevano la vita di città fortificate.

’700 in poi si trasformarono lentamente in simboli di prestigio dell’aristocrazia, arricchendosi di nuovi stilemi e facciate. Oggi un’attenta attività di recupero del patrimonio esistente restituisce alla collettività questi contenitori eccezionali aprendoli a eventi culturali e manifestazioni.

Castles the sense a mestizo civilization

Salento’s castles hold the key to understanding the historical events that have made this area a place for many civilizations. Messapians, Romans, Byzantines, Normans, Swabians and Angevins have built and modified these stone simulacrums into defensive military structures, until they became splendid palaces for the lords of that time. In the Messapian’s era, Salento already had a defensive towers system made of fortified walls around the city. It was the Romans in the 4th century BC to articulate these structures into real military camps, subsequently converted by the Byzantines to defend their territory by the barbarian invasions. After the Byzantines followed the Normans, responsible for the implementation of towers. Later, Swabians, Angevins and Aragonese have been forced to adapt the defensive system to the use of firearms. In 1500, during Charles V reign, military architecture assumed the most recognizable aspects we see today : walls, towers, ramparts and moats. When the territory’s defence was no longer a priority, the castles from 700 onwards became symbols of aristocracy, with new styles and facades. Today a careful recovery returns these castles to the world, opening them to cultural events and exhibitions.

Salento review//33


//territorio//I CASTELLI

TRA I PIÙ BELLI castro

L’originario impianto dell’attuale castello aragonese risale al

il viceré spagnolo Don Pedro De Toledo a potenziarne

Nel 1480, in seguito al saccheggio di Otranto, la città fu

senese Spannocchi venne integrata del bastione a protezione

XII-XIII secolo e fu costruito sui resti della rocca bizantina. invasa dai turchi ed il castello semidistrutto. Ricostruito dai Gattinara nel XVI secolo, fu dotato di nuova struttura difensiva a pianta quadrilatera, con quattro bastioni e un terrapieno. Nuove incursioni costrinsero successivamente

Among the most beautiful ones Castro

The original structure dates back to the 13th/14th century and was built on the Byzantine fortress’s ruins. In 1480, after the sacking of Otranto, the city was invaded by the Turks and the castle was partly destroyed. Rebuilt by the Gattinaras in the 17th century, it was equipped with a new quadrilateral defensive structure. Later, new raids forced Spanish viceroy Don Pedro de Toledo to reinforce its structure. The castle has a rectangular base with four corner towers of different size and shape, with an entrance originally protected by a moat and a drawbridge. In the inner courtyard there was a stairway, now disappeared. Today the castle has been completely restored: it hosts the Civic Museum ”Antonio Lazzari” and is property of Castro’s district.

34//turismo//cultura//arte//informazione

ulteriormente la struttura, che su intervento dell’architetto

della Porta Terra, della Torre Catalano a sud e di una cinta

fortificata ad impianto esagonale munita di baluardi e torri di cortina nei punti strategici. L’ultima opera di restauro sul

castello è riconducibile al XVIII secolo durante il regno di Ferdinando IV.

Il castello ha pianta rettangolare con quattro torri angolari di dimensioni e forma diverse, con ingresso protetto origi-

nariamente da fossato e ponte levatoio. Nel cortile interno, dove affacciano le stanze del piano terra, era presente la scala di accesso ai piani superiori, oggi scomparsa.

Attualmente il maniero, completamente restaurato, è di proprietà del comune di Castro ed ospita il Museo Civico “Antonio Lazzari”.



//territorio//I CASTELLI

copertino

Realizzato su una precedente fortificazione risalente al

un ampio fossato. Il portale d’accesso, cui si giunge da un

la sua attuale configurazione nel Rinascimento ad opera

in pietra locale con figure mostruose e vegetali e motivi

XIII-XIV secolo, il maestoso castello di Copertino assume dell’architetto Evangelista Menga su committenza del feudatario, il marchese Alfonso Castriota.

L’impianto planimetrico, avente classica forma trapezoidale con ai vertici quattro imponenti bastioni a lancia, si sviluppa

attorno al cortile di forma quadrangolare ed è circondato da

Copertino

Realized on a fortification which dates back to 14th/15th/ century, Copertino’s castle assumed its current configuration in the Reinassance by architect Evangelista Menga, requested by the feudal lord, the Marquis Alfonso Castriota. The planimetric plant is built around a quadrangular courtyard and is surrounded by a wide moat. The entrance portal is decorated by local stones representing plants and monstrous figures, related to the war. In addition to the environments on the first floor, accessible by outdoor stairs, buildings of different eras can be viewed from the inner courtyard, including St. Mark’s Chapel, with frescoes made by painter Cupertino Stradella and the porch of the 18th century commissioned by the Pignatelli family. The castle, home for many noble families over the centuries, is now managed by the Superintendence for Archaeological Heritage of Apulia and it’s open to the public.

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ponte in pietra realizzato in epoca successiva, è decorato ornamentali legati alla guerra, a sottolineare il carattere altamente difensivo del castello, che annovera novanta feritoie lungo tutto il suo perimetro.

Oltre agli ambienti del piano primo accessibili da scala

scoperta, si affacciano nel cortile interno corpi di fabbrica di epoche differenti, tra cui spiccano la cappella di San Marco

affrescata dal pittore copertinese Strabella ed il porticato del Seicento commissionato dalla famiglia Pignatelli.

Il castello, dimora di numerose famiglie nobiliari nel corso dei secoli, dichiarato monumento nazionale nel 1886 e

sottoposto alle norme di tutela nel 1955, è oggi gestito dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia e fruibile dalla collettività.



//territorio//i castelli

38//turismo//cultura//arte//informazione


corigliano d’otranto

Il castello de’ Monti, con originario impianto medievale, deve

La nuova facciata barocca, sovrapposta alla preesistente,

ristrutturazione voluto da Giovan Battista de’ Monti nel XVI

accompagnate da iscrizioni celebrative tra cui quella raffi-

la sua attuale configurazione all’intervento di ampliamento e

secolo. Considerato massimo esempio di architettura militare,

ha pianta quadrangolare con ai lati quattro poderosi torrioni

circolari dotati lungo i fianchi di numerose cannoniere ed interamente circondato da un profondo fossato. Ognuno dei quattro torrioni è posto sotto la protezione di un santo di cui

sono rappresentate le virtù cardinali – forza, temperanza, pru-

denza e giustizia – attraverso figure allegoriche e bassorilievi.

Venuta meno la classica funzione difensiva, alla metà del Seicento il castello venne acquisito dal feudatario Francesco Trane, che commissionò a maestranze locali

l’intervento sulla facciata affinché fosse rappresentativa della propria famiglia.

presenta nella parte alta una serie di statue allegoriche

gurante il feudatario e, nella porzione centrale, un balcone a sbalzo con balaustra riccamente decorata in pietra leccese recante al centro lo stemma del casato.

Dopo diversi passaggi di proprietà ed altrettante destina-

zioni d’uso, dal 1991 il castello è di proprietà comunale ed aperto ad uso pubblico.

Corigliano d’Otranto

Considered best example of military architecture, it has a quadrangular plan with four circular towers at the sides with numerous gunboats and completely surrounded by a deep moat. Each of the four towers is placed under a saint’s protection, which are represented by the four cardinal virtues - Justice, Wisdom, Courage and Moderation- through allegorical figures and bas-reliefs. When the classic defensive function failed, in the mid-18th century, the castle was acquired by the landowner Francesco Trane, who commissioned local craftsmen for the facade’s repairing,so that it was representative of his family. The new Baroque façade presents a series of allegorical statues in the upper part, accompanied by inscriptions, including one depicting the feudal lord in the middle, while in the central portion is a richly decorated balcony. Since 1991, the castle is owned by the municipal property and is open to the public.

Salento review//39


//territorio//I CASTELLI

acaya

Sorta sul piccolo insediamento medievale di Segine, Acaya prende il suo nome dalla famiglia baronale dell’Acaya che vi si insediò dal XVI secolo, cui si deve la prima pianificazione

urbanistica, nonché la realizzazione della cinta muraria,

del castello con fossato e delle successive fortificazioni.

Concepita come città ideale dell’architetto Gian Giacomo dell’Acaya e destinata a funzioni difensive ed insieme

rappresentative, Acaya è racchiusa all’interno di una cinta muraria quadrangolare, di cui il castello rappresenta uno dei

quattro spigoli. Esso ha impianto trapezoidale con bastioni ai vertici, di cui due di forma circolare tra loro contrapposti

ed uno, quello maggiormente fortificato posto a sud-est, di forma lanceolata. Gli ambienti interni avevano in origine specifiche destinazioni d’uso: i vani ipogei a frantoio, quelli

al piano terra a scuderie, quelli al primo a residenza, tra cui vi è la sala ennagonale a falsa cupola ribassata, decorata

con gli stemmi della famiglia dell’Acaya. Il rinvenimento

di un affresco a carattere religioso indicherebbe la presenza in antichità di una chiesa bizantina.

Passato di casato in casato, il feudo ha conservato il tipico assetto cinquecentesco della fortificazione militare adeguata all’uso delle armi da fuoco. Attualmente di proprietà della

Provincia di Lecce, il castello è stato di recente restaurato e destinato a mostre, convegni ed eventi.

Acaya

Founded on the small medieval settlement of Segine, the castle is named after a baronial family, Acaya, whom we owe the first urban planning and the construction of walls with moat and fortifications. Acaya is enclosed within a defensive wall. It has a trapezoidal plant with bastions at the top, two have a circular shape and one, the most fortified, in the south-east. The internal environments originally had specific purposes: oil mills, stables, residences and a nonagonal room decorated by the Acaya family’s crests. The discovery of a fresco of religious nature would indicate the presence of an ancient Byzantine church. The feud has kept the typical 17th century structure for proper use of firearms. Currently owned by Lecce’s province, the castle has been recently restored and is home of exhibitions and events.

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//territorio//I CASTELLI

i più noti lecce Il castello di Lecce, intitolato al re Carlo V che ne ordinò la

realizzazione, fu edificato a partire dal 1537 su preesistenti fortificazioni medievali. L’impianto planimetrico ha struttura

trapezoidale con agli angoli quattro possenti bastioni di forma lanceolata ed era originariamente protetto da un profondo fossato. Le due porte di accesso, ai tempi dotate di ponte levatoio e poste a sud-est ed a nord-ovest, immettevano

in un cortile quadrangolare che circondava il nucleo più antico della costruzione risalente al XII secolo. 42//turismo//cultura//arte//informazione

Best known castles Lecce

Lecce’s castle, named after King Charles V, who ordered its construction, was built starting from 1537 on pre-existing medieval fortifications. The planimetric plant has a trapezoidal structure, with four massive bastions at the corners and was originally protected by a deep moat. The two access doors were equipped with a drawbridge and located in the south-east and north-west, and led into a quadrangular courtyard that surrounded the oldest core of the building, dates back to the 13th century.


otranto Costruito a ridosso del mare Adriatico e considerato tra le più grandi e maestose fortificazioni di Terra D’Otranto, il castello fu fatto costruire su un preesistente sistema

difensivo da Ferdinando D’Aragona tra il 1485 e il 1498,

a seguito del sanguinoso attacco turco del 1480. Esso è cir-

condato da un profondo fossato ed ha impianto planimetrico irregolare sviluppato attorno ad un cortile quadrangolare. Ai suoi vertici si ergono tre torrioni a base circolare ed un articolato bastione lanceolato che si protende verso il porto.

Otranto

Built close to the Adriatic Sea and considered one of the largest and most majestic fortifications in Terra d’Otranto, the castle was built on an old defending system by Ferdinando D’Aragona between 1485 and 1498, following the bloody turkish attack in 1480 and is surrounded by a deep moat and has an irregular floor plan developed around a quadrangular courtyard. At its vertices there are three towers and a bastion which reaches out toward the harbor.

Salento review//43


//territorio//I CASTELLI

gallipoli

Affacciato sul mar Ionio, il castello di Gallipoli fu co-

struito attorno al 1200, a protezione dell’isola su cui sorge il borgo antico. Nel XVI secolo venne ampliato e fortificato assumendo l’attuale configurazione costituita

dal castello vero e proprio, ad impianto quadrangolare con agli angoli i tre torrioni circolari e la torre poligonale,

e da una ulteriore fortificazione, “il Rivellino”, di forma

circolare, bassa e larga, completamente circondata dal mare e staccata dal castello cui è collegata mediante ponte in muratura.

Gallipoli

Overlooking the Ionian Sea, Gallipoli’s castle was built around 1200 to protect the island on which stands an ancient village. In the 17th century it was enlarged and fortified assuming the current configuration made by the castle itself, with a quadrangular plant and three circular towers at the corners, a polygonal tower and one more fortification, the “Rivellino”, completely surrounded by the sea, therefore detached from the rest of the castle and connected by a masonry bridge.

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//territorio//personaggi

ciak, si gira on the road: la musica popolare pugliese secondo joe bastianich partite dal salento le riprese del documentario musicale condotto dal giudice “cattivo” di masterchef, che andrà in onda su sky arte. protagonisti i sud sound system, i mascarimirì e tanti altri

PH: FLAVIO & FRANCK

di valeria blanco

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PH: FLAVIO & FRANCK

Sotto una cassa armonica brillante di luminarie, all’esterno di

“Vuoi sapere chi vince Masterchef 3?”. Vino, cibo e musica

Mascarimirì, i cantori di Villa Castelli, Cesare Dell’Anna

produco in Toscana, lui mi regala i suoi pomodori. A The Edge

masseria “La scalella”, nella campagna di Avetrana, sfilano

con Giro di banda, Mino De Santis, le sorelle Gaballo. A un certo punto risuona pure la voce di Enza Pagliara, mentre i

Sud Sound System ci sono stati nei giorni scorsi. Non sono le prove per la prossima Notte della Taranta, eppure è proprio

dall’evento principe dell’estate salentina che tutto ha avuto inizio. Perché vedere lo spettacolo di Melpignano in tv, a New

York, è stata una folgorazione per Joe Bastianich, ristoratore noto in Italia per essere il giudice “cattivo” di Masterchef e

anche per una esilarante imitazione di Maurizio Crozza. E

mentre il talent culinario – già girata in primavera la terza serie – torna su Sky da dicembre, Bastianich ha deciso di

fermarsi in Italia per dedicarsi alla sua seconda passione dopo il cibo: la musica.

La nuova sfida televisiva si chiama “On the road”, una docufiction che esplora la musica popolare del Bel Paese

partendo proprio dal Salento. Per vederla su Sky Arte (canali

130 e 400) bisognerà aspettare la prossima stagione televisiva, ma già si intuisce che le atmosfere saranno molto più rilassate

rispetto a quelle di “Masterchef”. Con chitarra a tracolla,

calice di primitivo in mano e profumo d’arrosto che arriva

dal barbecue, Bastianich è rilassato e ha voglia di scherzare:

si fondono nei suoi racconti: “A Springsteen porto il vino che degli U2 quest’anno ho preparato ravioli maremmani per il

compleanno”. E lo stesso accade nella sua vita personale: oltre a essere il titolare di una ventina di ristoranti in America

e in Italia, Bastianich è anche il frontman del gruppo “Joe

Bastianich and the ramps”, dove la parola “ramps” indica la cipolla selvatica che negli USA si abbina alla carne arrosto.

Lo chef passa con disinvoltura dalla cucina alla musica, ora anche in un programma televisivo.

Action! On the Road: popular Apulia’s music, according to Joe Bastianich

Shootings of the docu-musical take off, lead by the “evil” judge of Masterchef, on Sky Arte. Sud Sound System, Mascarimiri and many others on stage. Below a shining harmonic box, outside of “La Scalella” farm, in Avetrana’s countryside, Mascarimiri, Villa Castelli’s cantors, Cesare Dell’Anna with Giro di banda, Mino De Santis, Gaballo’s sisters, Enza Pagliara and Sud Sound System. These’re not rehearsals for the next “Notte della Taranta”, but it all started from the event of Salento’s summer. Watching Melpignano on tv, in New York, was striking for Joe Bastianich, restaurateur in Italy, known for being the “evil” judge of Masterchef (MC from now) and for a funny M. Crozza’s imitation. The culinary show (3rd season shot in spring) comes back on Sky in December, but Bastianich decided to stay in Italy, dedicating some time to music. The tv show is called “On the Road” explores popular Bel Paese’s music starting from Salento. In order to watch it on Sky Arte (ch. 130 & 400) we’ll have to wait for the next tv season, but the atmospheres will way more relaxed compared to MC’s. With a guitar on shoulder, glass of Primitivo and a scent of roast coming from the BBQ, Bastianich is relaxed and wants to joke: “Do you wanna know who’s gonna win MC 3?”.

Salento review//47


//territorio//personaggi

Bastianich, di che parla “On the road”?

“È il racconto della vostra grande tradizione musicale au-

toctona, osservata attraverso gli occhi di un figlio di italoamericani che, sebbene abbia un rapporto abbastanza tragico

con la lingua italiana, ha avuto la fortuna di passare tanto tempo in Italia”.

Come mai ha scelto di partire proprio dal Salento?

“Per la prima puntata di questo viaggio volevo un posto molto ricco e la Puglia ha una tradizione musicale estremamente

interessante. Arrivato qui, ho solo avuto l’imbarazzo della scelta tra i gruppi da invitare e le cose da raccontare”.

Conosceva già la Puglia e le sue tradizioni musicali, prima di arrivare?

“L’anno scorso sono stato a Ostuni per girare una puntata di Masterchef, ma non ho avuto il tempo di esplorare la regione.

La Puglia, però, va molto di moda a New York: una sera ho

acceso la tv del mio ristorante e sono rimasto incantato dalla Notte della Taranta. Ero curioso e avevo molte aspettative”. Quello che ha trovato è stato all’altezza delle attese?

“Mi aspettavo tanto, ma ho avuto molto di più: avete artisti

straordinari. Le sorelle Gaballo, i Sud Sound System, i Ma-

scarimirì, Mino De Santis, Cesare Dell’Anna, Enza Pagliara: sono musicisti e sono leggende”.

Negli Usa ha fatto il giudice di Masterchef junior, che sarà Wine, food and music melt in his tales: “ I bring Springsteen wine produced in Tuscany, he gives me his tomatoes. I made raviolis for U2’s Edge for his birthday”. Same happens in his private life: not only he’s owner of many restaurants in America and Italy, Joe Bastianich’s also “Joe Bastianich and the ramps” frontman, where “ramps” stands for a wild onion which combines to roasted meat in the USA. The chef switches from kitchen to music, now also in a tv show. What’s “On the road” about? “It’s a tale of your musical tradition, observed through an italo-american son’s eyes which, while having a tragic relationship with the language, has had the luck to spend a lot of time in Italy“. Why have you decided to start from Salento? “For the first phase of this trip I wanted a rich country and Apulia has very interesting musical tradition. I had many choices between bands to invite and tales to tell in here“. Did you already know Apulia’s musical traditions, before you arrived? “Last year I’ve been to Ostuni for an episode of MC, but I didn’t have time to see the region. Apulia is fashionable in New York: one evening I turned on the tv and I was charmed by the Notte della Taranta. I had high expectations“. So, what you found was up to expectations? “I expected a lot, but I found a lot more: you have great artists. Sud Sound System, the Mascarimiri, just to name a few: they’re musicians and legends“. In the USA you’ve been judge for MC junior, that will be airing in Italy in March. Are they good in the kitchen? “Americans are ambitious and aggressive, but they’re not bad. In Italy, with your food culture, they’ll do better than adults. There’ll be another Bastianich among the jury: my mother Lidia“. Do your children cook? “Never saw ‘em cooking: for them, it’s dad’s job”. You are a chef, a restaurateur and a guitar player: is there a link between food and music? “Both express sense of place, speak of a territory, about its sensibility. They are a joy to receive so they are savored in times of joy. Food, wine and music aren’t only part of our culture, they make culture“. Where will “On the road” musical trip lead you? “It’s decided on the spot, I’ve no idea“. Will there be surprises? “Jovanotti is a client of mine, he lives in New York and we often eat together. We haven’t made any musical trades yet, but he doesn’t know about the project, yet! Who knows”.

48//turismo//cultura//arte//informazione

in Italia a marzo. Come se la cavano i bimbi ai fornelli?

“In America sono ambiziosi e aggressivi, ma se la cavano bene. In Italia, con la vostra cultura del cibo, faranno meglio

degli adulti. E in giuria per l’edizione italiana ci sarà un altro Bastianich: mia madre Lidia”. I suoi figli cucinano?

“Mai visti ai fornelli: per loro il mondo del cibo è solo il mestiere di papà”.

Lei uno chef, un ristoratore e anche un chitarrista: crede ci sia un legame tra cibo e musica?

“Entrambe esprimono il senso del posto, parlano di un territorio, ne raccontano la sensibilità. E poi sono piacevoli da ricevere e per questo si consumano nei momenti di gioia. Cibo, vino e musica non solo fanno parte della nostra cultura, ma fanno cultura”.

Dove la porterà, ancora, il viaggio musicale di “On the road?

“Decidiamo tutto in corsa, ancora non lo so”. Ci saranno sorprese?

“Jovanotti è un mio cliente, abita a New York vicino a Eataly (uno dei ristoranti di Bastianich, ndr) e spesso siamo a pranzo

insieme. Finora non abbiamo fatto scambi musicali, ma lui ancora non sa di questo progetto appena partito, chissà”.



//territorio//eventi

nuova linfa alla xix edizione della città del libro dal 12 al 15 dicembre torna la rassegna nazionale degli autori e degli editori. con un cartellone intenso e lo slancio di un giovane presidente a cura di gabriele de giorgi

Un presidente agli esordi, un protagonista a dir poco vivace,

culturale lanciandosi in una corsa contro il tempo per la

della Città del libro è alle porte e mai come quest’anno

tasselli da mettere al posto giusto nel mosaico, ma il giovane

trasparenza nella gestione finanziaria. La XIX edizione

l’attesa è stata intensa. Soprattutto perché solo due mesi

preparazione del cartellone. Autori, editori, mostre: quanti

presidente ha tirato dritto e dal 12 al 15 di dicembre gli

addietro la prestigiosa manifestazione di Campi Salentina

appassionati di Campi Salentina, della provincia di Lecce

di stagioni migliori. E invece le complicazioni istituzionali

appuntamenti della Città del Libro. Gli ospiti di calibro

sembrava destinata a prendersi un anno sabbatico. In attesa

e finanziarie che ne stavano pregiudicando l’allestimento sono state spazzate via dal coraggio di Fabio Sirsi, che,

a soli 33 anni, ha preso in mano le redini dell’evento 50//turismo//cultura//arte//informazione

ma anche di quelle limitrofe potranno godere di tutti gli

nazionale fanno già presagire scintille: si tratta di Marco Travaglio, giornalista e scrittore, vice direttore de Il Fatto

Quotidiano, e di Isabella Ferrari, nota attrice. Insieme


saliranno sul palco della Rassegna nazionale per autori ed editori per presentare lo spettacolo teatrale “È Stato la

Mafia”, prodotto da Promo Music di Marcello Corvino. Lo spettacolo racconta retroscena e dettagli sulla storia

ALCUNE FOTO DELLE PASSATE EDIZIONI. TUTTE LE FOTO SONO DI PIERPAOLO SCHIAVONE

della presunta trattativa tra Stato e Cosa Nostra, cominciata su iniziativa dello Stato nel 1992, all’indomani delle due stragi che costarono la vita ai giudici Giovanni Falcone

e Paolo Borsellino e agli uomini delle rispettive scorte. Un negoziato in cui lo stop alle bombe stragiste doveva

passare obbligatoriamente dall’attenuazione delle misure detentive previste dall’articolo 41 bis e altro ancora. Una

vicenda complessa, sicuramente torbida, sulla quale si è acceso anche il faro della Procura di Palermo che, tra mille difficoltà e polemiche, è riuscita a mettere in piedi un

procedimento che si annuncia davvero intenso. Intuizione

di Sirsi quella di coinvolgere Ada Fiore, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo “Capece” di Maglie e ideatrice del Parco filosofico per un nuovo “turismo del pensiero”

nelle strade di Corigliano d’Otranto, centro della Grecìa

Salentina di cui è sindaco. È stata lei, infatti, a farsi avanti

quando la rassegna sembrava destinata all’annullamento offrendosi di organizzare la manifestazione nel suo comune.

Città del Libro, XIX edition

From 12 to 15 December, the National Exhibition of authors and publishers returns. With an intense billboard and a young president’s passion Newsroom Next edition of Città del Libro has never been so awaited. Especially because only two months ago it seemed destined to take a break. Instead, the institutional and financial complications have been swept away by Fabio Sirsi that, at just 33 years old, took control of the event. Despite the difficulties, the young president has endured and from 12 to 15 December Campi Salentina’s enthusiasts, but also those in Lecce and surroundings, may attend Città del libro’s meetings. Among guests, Marco Travaglio, journalist and writer, deputy editor of "Il Fatto Quotidiano ", and Isabella Ferrari, actress, will present the theatrical performance "È Stato la Mafia ", produced by Promo Music of Marcello Corvino. It tells the backstory of the alleged deal between the State and Cosa Nostra, which began in 1992, following the massacres which cost the lives of Giovanni Falcone, Paolo Borsellino and their bodyguards. Sirsi had the brilliant idea of involving Ada Fiore, Professor of History and Philosophy at the "Capece" high school and mayor of Corigliano d'Otranto. It was her to step forward when the show seemed destined to be cancelled, offering the chance to host the event in her town.

Salento review//51


//territorio//eventi MURALES REALIZZATO PER L’EDIZIONE 2012

avviso, rappresenta un deterrente per incentivare la lettura

L’intervista

soprattutto nelle nuove generazioni. Avremo tantissimi

Presidente, all’inizio dell’autunno le difficoltà econo-

concerti. La Rassegna deve essere un momento culturale

FABI IDENTE IL PRES

O SIRSI

miche e le complicazioni sul piano politico sembravano aver pregiudicato l’allestimento della XIX edizione. E invece siamo qui a parlarne con rinnovato entusiasmo... “Città del Libro è un esperienza tanto meravigliosa quanto

impegnativa e delicata. Se si riuscisse anche a farla uscire

fuori dalle logiche campanilistiche e partitiche sicuramente spiccherebbe il volo. Ad oggi il mio impegno prioritario è

proprio rivolto a rendere la Fondazione scevra da interventi politici esterni e a razionalizzare i costi per rimetterci in sesto dal punto di vista finanziario.”

Dopo tanti anni anche le manifestazioni culturali più riuscite hanno bisogno di essere ripensate, allargando i pro-

pri orizzonti. Lei dove vuole portare la Città del libro?

“Nel Mediterraneo, proiettando il Salento, che è già predisposto geopoliticamente, in una dimensione di internazionalizzazione affiancando la proposta turistica ad una

proposta culturale che riesca anche a destagionalizzare

le presenze. Le fiere generaliste non hanno più motivo di esistere, dobbiamo specializzarci in quest’ambito.” Quali sono, intanto, le novità di quest’anno?

“Innanzi tutto l’immagine: vogliamo che la Città del Libro

sia istituzionale, internazionale ed eco-sostenibile. E che

rappresenti un momento di festa attorno al libro in modo

che si spogli dall’apparenza di pesantezza che, a nostro

The interview

Speaking of the probable cancellation and the new found enthusiasm for the 19th edition of Città del Libro, president Sirsi speaks about the commitment that’s been put into it, the desire to make it an international event and the country’s potential. He talks about the events in this edition, including exhibitions, musical/theatrical events and concerts. We also talked about courage and the motivations that led him to adopt this difficult road with the awareness that, with hard work and dedication, dreams can come true.

52//turismo//cultura//arte//informazione

eventi collaterali, mostre, incursioni musicali e teatrali, completo, con il libro al centro, ma con un contorno che stimoli l’approfondimento culturale.”

Anche la produzione culturale sta diventando sempre

più digitale. Cosa pensa lei del rapporto tra supporto cartaceo ed elettronico? Si può pensare, provocatoriamente, alla Città dell’E-book?

“Faremo un work-shop tecnico specifico destinato agli

operatori del settore ma non solo. All’interno del processo di

internazionalizzazione, con il contributo e la collaborazione dell’assessorato allo Sviluppo Economico della Regione

Puglia, approfondiremo le problematiche dell’editoria con tre momenti di studio insieme a relatori internazionali.

Partiremo da una tavola rotonda sulla situazione attuale

del settore a cui seguiranno due work-shop. Il primo sul

“doing business with” mirato a formare le case editrici su come creare collaborazioni commerciali all’estero e

il secondo, appunto, sulle nuove frontiere dell’editoria ponendo particolare attenzione al fenomeno e-book.”

In questo numero Salento Review affronta il tema del

coraggio. In un certo senso ne ha da vendere anche lei: a 33 anni si fa carico di un evento importante, con tutti

i rischi che questa scelta comporta. Quali motivazioni personali l’hanno spinta ad accettare?

“Sicuramente un pizzico di pazzia giovanile, ma anche la consapevolezza che con il lavoro si realizzano i sogni.

Sono assorbito giorno e notte dalla Fondazione perché

credo nella Città del Libro, nell’intuizione del 1994 del sindaco Zacheo e nelle potenzialità di Campi e del Salento

che possono indubbiamente rappresentare il volano dello sviluppo culturale della Puglia.”



pubbliredazionale

//AGROALIMENTARE SOC. COOP. AGR. LA QUERCIA a.r.l. Via Bosco km 1 - Veglie (LE) Tel. +39 0832 960055 - 338 5260256 soc.laquercia@libero.it

l’abc dell’extravergine di qualità il rispetto degli ulivi e la cultura per produrre extravergine di qualità sono le stelle polari nel lavoro dei soci del frantoio “la quercia” Ogliarole, celline di Nardò, frantoiane sono alcune delle cultivar del vasto uliveto di proprietà della famiglia De

Gabriele, alla guida del frantoio coo-

scrupolosi del presidente, Alessandra

De Gabriele, olivicoltrice che ha ereditato la passione dal padre, impegnata a promuovere la cultura per la pro-

perativo La Quercia. Nella ricca Terra

duzione di qualità dell’extravergine a

d’Arneo, in particolare nel territorio di

partire dall’oliveto. In sua compagnia

Veglie – dove c’è la sede operativa –

abbiamo trascorso la giornata di aper-

la realtà cooperativa può vantare oltre

tura della campagna olivicola, immersi

60mila alberi di ulivo, tra questi molti

negli uliveti tra Veglie ed Avetrana,

secolari. Un vero patrimonio di qualità

facendoci raccontare i ritmi della pro-

di cui si prendono cura in modo costan-

duzione dell’extravergine di qualità.

te i singoli soci, seguendo i consigli

Quando nasce “La Quercia” come

54//turismo//cultura//arte//informazione


LE OLIVE RACCOLTE VENGONO SISTEMATE IN GRANDI RECIPIENTI PER TRASPORTARLE VELOCEMENTE AL FRANTOIO

realtà cooperativa e su quale principio si basa un’azienda così articolata? “Il frantoio nasce nel 2001, da un’idea di mio padre con l’obiettivo cooperativo di educare i soci olivicoltori al rispetto del prodotto della nostra terra, coccolando le olive sulla pianta e seguendo, poi, gli accorgimenti tecnici durante la lavorazione. Oggi è una realtà di 700 soci, cresciuta di anno in anno.” Il momento della raccolta delle olive è

una tra le fasi più delicate e direttamen-

te correlata alla qualità del prodotto: quando è il momento migliore in cui organizzarla e con quali operazioni viene eseguita?

“In genere avviamo la raccolta entro i primi giorni di ottobre spingendola sino alla metà di novembre. Quello che conta è evitare che le olive cadano per terra perché l’acidità del frutto, in quella situazione, non ci permetterebbe di lavorare sulla qualità. Per raccogliere utilizziamo gli abbacchiatori che scuotono gli alberi delicatamente e portiamo quanto prima al frantoio le olive raccolte per molirle entro dodici ore.”

Quality extra virgin’s ABC

Respect for the olive trees and the culture to produce high quality extra virgin are the main focus for the members of “La Quercia” mill. Ogliarole, celline of Nardò, are just some of the cultivations of the vast olive tree grove owned by the De Gabriele family, leader of the oil mill cooperative La Quercia. In the rich Arneo’s country, they own over 60 thousand olive trees, many of which are centuries old. A heritage of quality mantained by members, following the advice of president Alessandra De Gabriele,

olive grower by generations committed to promoting the production’s culture of extra virgin’s quality. We’ve spent some words with her, in the opening day of the olive oil year: When was the La Quercia cooperative born? “The oil mill was born in 2001, from my father’s idea, with the aim of educating cooperative members to respect our land’s product. Today we have 700 members, and the activity is in constant growth.” What’s the best time for the olive harvest and how is it performed? “Typically we start collecting within the

Salento review//55


pubbliredazionale

//AGROALIMENTARE “Il nostro è un blend dalle cultivar di ogliarola e cellina di Nardò; è un olio dolce dal piacevole retrogusto fruttato ideale per piatti dal gusto delicato.” L’inizio della campagna olivicola suscita

in ogni produttore un filo di emozione. Quali sono i sentimenti che i soci del

ALESSANDRA DE GABRIELE, PRESIDENTE DEL FRANTOIO LA QUERICA

In un frantoio cooperativo come il vostro, dove quotidianamente si macinano

le olive conferite dai soci, come è organizzato il processo produttivo e quali tecnologie di produzione adottate?

“Il nostro è un frantoio a linea continua dove in media lavoriamo 12-13 quintali all’ora. Potremmo avere tempi più rapidi lavorando quantità maggiori, ma questo comprometterebbe la qualità finale

dell’olio. L’operazione di molitura, invece, viene effettuata non in base all’arrivo del

frantoio La Quercia vivono nel corso del periodo di raccolta delle olive e

prodotto ma alla sua qualità attraverso

produzione dell’olio?

un’attività di selezione svolta sul piazzale

“Per noi ogni nuova annata è un’emozio-

d’ingresso del frantoio.”

ne. Un rito che viviamo insieme sino al

Monocultivar, blend. Oggi il mercato

momento in cui il primo filo d’olio esce dal

olivicolo propone molte tipologie di olio extravergine. Quali sono le carat-

teristiche tipiche dell’extravergine di

separatore. Ed è un obbligo e un piacere assaggiarlo proprio in quel momento, per capire quanto ci ha donato la natura

oliva del frantoio La Quercia?

e quanto siamo stati bravi a produrlo.”

first days of October until mid November. What matters is to avoid letting olives to fall on the ground, because the fruit’s acidity wouldn’t allow us to work on quality. We use harvesters to gently shake the trees and then we bring the olives to the mill.” How’s the production process organized and which production technologies are adopted? “We produce about 12-13 tons per hour. We could have faster times, but this would compromise the final quality. The milling operation, however, is carried out not by the arrival of the product but from its quality, through a process of selection carried out at the mill’s entrance courtyard.” What are the typical characteristics of your oil? “It’s a sweet oil with a pleasant fruity

aftertaste, ideal for delicate dishes.” What emotions do members of La Quercia feel, during the olive harvest and oil production period? “For us, every new year is an emotion. A rite that we live together, until the moment in which the first thread of oil comes out of the separator. It’s a duty and a pleasure to taste it right away to really understand what nature has given us and how well we produced it.”

56//turismo//cultura//arte//informazione


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//TERRITORIO//MUSICA

alla riscoperta della “strina”, il canto di natale Nella tradizione musicale salentina, in quella più spiccata-

dello scambio di doni (la strenna). Infatti, alla fine dell’ese-

diversi canti riferiti al periodo natalizio. Uno dei più affa-

doni in natura: «A l’addha parte poi cu te vantamu / te lu

mente rurale come in quella artigiana e cittadina, esistono

scinanti è sicuramente la strina, canto rituale di questua, che si eseguiva tra San Silvestro e l’Epifania, periodo di relativa tranquillità per i lavori agricoli.

Durante questi giorni, gruppi di contadini andavano in

“processione” per paesi e masserie a cantare – a due voci con accompagnamento strumentale – la nascita del Messia, improvvisando una sequenza di strofe vernacolari che

cuzione, i contadini chiedevano, in cambio degli auguri, dei rricalu ca ta ‘mmortalatu / presto danni quiddhu ca n’hai dare / ca face friddu e tocca nni nde sciamu».

Ad aumentare il fascino di questo brano – che proviene

essenzialmente dalla Grecìa Salentina (e in particolare di

Corigliano d’Otranto) – c’è il fatto che poteva essere cantato con strofe in dialetto romanzo e in grico (a volte in alternanza). La versione più nota è quella registrata da Brizio Montina-

partivano dall’annuncio: «È natu Gesù Cristu redentore /

ro e Luigi Chiriatti e pubblicata nel primo dei due mitici

benedizione / e fice scomparire ogni lamentu».

del Salento) della collana “documenti originali del folklore

lu mundu s’ha cambiatu ogni momentu / ca ‘ppena dese la Si proseguiva raccontando di Gesù bambino appena nato,

san Giuseppe e la Madonna, l’asinello e la “vaccarella”,

e i pastori che accorrono, con le pecorelle, per assistere all’evento: «Puru la pecurella vose scire / cu biscia Gesù

Cristu comu stia / lu pastorellu si la secutava / sonandu lu fischiettu se ne scia».

E l’arrivo dei Magi dall’Oriente, che portano i loro doni:

«Quannu alla grotticella su ‘rrivati / truvara Gesù Cristu cu Maria / la vaccarella ci sta lu fiatava / e Gesù Cristu a tutti

benedìa». È questo il significato profondo del canto, quello 58//turismo//cultura//arte//informazione

dischi dedicati al Salento (dal titolo Musica e canti popolari

musicale europeo” dell’etichetta Albatross, usciti nel 1977-78 (e ripubblicati nel 2002 in cd dalle edizioni Aramirè). Si tratta di una esecuzione di Luigi e Antonio Costa, due contadini

di Corigliano d’Otranto, che è stata la base per i rifacimenti successivi di alcuni gruppi di riproposta (e da cui prendiamo

le citazioni di questo articolo). Una versione musicalmente più ricca, interamente in grico, sempre registrata a Corigliano

d’Otranto negli anni Settanta, si può ascoltare in un altro

prezioso cd delle edizioni Aramirè, Canto d’amore. Voci, suoni e ritmi della Grecìa Salentina (2004). Gli esecutori


tra san silvestro e l’epifania, in cui i lavori agricoli erano quasi fermi, andava in scena la processione per masserie ad annunciare la nascita di gesù. il 22 dicembre la riproposizione del canzoniere grecanico salentino di vincenzo santoro - PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

sono un gruppo di contadini che si accompagnano con gli strumenti tipici di questo canto: arpa a sonagli, tamburello,

triangolo, “cupa–cupa” (tamburo a frizione) e organetto. Oggi questo canto ha perso completamente il suo uso tradizionale, e viene eseguito raramente, peraltro in maniera quasi del tutto

defunzionalizzata. Anche nei tantissimi “presepi viventi” che

durante il periodo natalizio si allestiscono nel Salento, pur

molto attenti alla riproduzione degli oggetti e alle scene di vita “tradizionali”, non capita quasi mai di sentirlo. Per le sue particolarità, è anche poco usato nei concerti dei gruppi

di riproposta. Una buona occasione per riascoltare la strina, pur in una versione riarrangiata e moderna, sarà nel corso

di concerto speciale che uno dei gruppi più importanti del Salento, il Canzoniere Grecanico Salentino, proporrà do-

menica 22 dicembre a Lecce presso le Officine Cantelmo.

Nel corso dell’evento verrà eseguita una selezione di canti e musiche popolari che erano usati in occasione delle feste (quasi sempre legate alle sacre ricorrenze religiose, come la

Domenica, il Natale, la Pasqua, la Pentecoste, l’Assunzione, le feste patronali ecc.), che sono quelli tra i più suggestivi ed

intensi della tradizione musicale salentina, caratterizzati a

volte da grande energia ritmica, come nel caso della pizzica, a volte da momenti di intima emozione.

The “Strina”, a Christmas Carol of our farmers

In Salento’s musical tradition, there are several songs referring to Christmas. One of the most fascinating is “The strina”, performed between New Year’s Eve and Epiphany, a period of tranquility for agriculture. During these days, groups of peasants went in “procession” through countries and farms, singing about the Birth of the Messiah. Continues by narrating about newborn Jesus, St. Joseph and the Virgin Mary, the donkey and the “vaccarella,” shepherds along with sheeps to attend the event, and the arrival of the Magi from the East, bringing their gifts. This is the meaning of the song, that of the exchange of gifts (the “strenna”). In fact, at the end of the performance, the peasants demanded gifts in kind, in exchange for wishes. The best–known version was recorded by Brizio Montinaro and Luigi Chiriatti and published in the first of two LPs, dedicated to Salento in the series “original documents of European folk music” labeled Albatross, released in ’77/’78. It’s a rendition by Louis and Antonio Costa, two farmers of Corigliano d’Otranto, which was at the basis for subsequent remakes by other bands. A richer version, entirely in ‘grico’, can be listened from another CD by Aramirè Editions, Canto d’amore. Voci, suoni e ritmi della Grecìa salentina (2004). The performers are a group of farmers accompanied by typical instruments such as harp, tambourine, triangle, “ cupa–cupa “ (a particular drum) and organetto. Today, this chant has completely lost its traditional use, and is rarely performed, moreover in an almost completely altered manner. Even in the many living cribs, prepared during Christmas in Salento, it’s rare to hear it. A good opportunity to listen to “The strina” will be during a special concert in which one of the most important bands in Salento, Canzoniere Grecanico Salentino, will introduce on December 22, at Officine Cantelmo. The event will host a selection of popular songs and music, often linked to religious festivals, such as Sunday, Christmas, Easter, Pentecost, the Assumption, patronal feasts etc.), which are those among the most striking and intense of Salento’s musical tradition.

Salento review//59


//territorio//musica

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

il gospel, una terapia che fa bene all’anima la just4jesus (già black on white g.c.) nasce e si sviluppa per rispondere all’invito evangelico di promuovere i valori etici universali fondanti la vita comunitaria, attraverso il linguaggio delle arti e della musica La Just4Jesus (già Black on White G.C.) nasce e si svilup-

Lee Brown, Shireen Francis, Cheryl Porter) anche con

valori etici universali fondanti la vita comunitaria. Attraver-

Nel 2009 crea il Tyna Maria Gospel Ensemble,

“Cultura dell’Uomo” e percorsi creativi di cura sociale e

fo, Clarissa Colucci, Eleonora Pascarelli, Katia

pa per rispondere all’invito evangelico di promozione dei

so il linguaggio delle arti e della musica si promuovono una

difesa dei diritti e valori umani, anche in campo terapeutico. La direttrice è Tyna Maria, cantante, autrice e

compositrice Christian/Gospel da sempre impegnata nella promozione dei valori etici universa-

li attraverso il linguaggio delle arti e della musica.

Tyna elabora importanti produzioni nel Salento, in Italia e all’estero, collaborando con artisti e reverendi di fama internazionale (reverendo Ashley K. Davis, reverendo

Gospel, a therapy good for the soul

Just4jesus replies to the evangelical invitation’s promotion for universal ethical values, through arts and music. Tyna Maria, executive, develops important productions in Salento, Italy and abroad, even with the Black on White gospel choir (founded in 1993) and has founded the Tyna Maria Gospel Ensemble, in 2009. She’s also held concerts in London, not to mention the meeting with St. Pope John Paul II in 2000, for whom she sang in St. Peter’s Square with her choir. She teaches at the University of popular MusicArTerapia and since '99 she deals with Gospel therapy, also in collaboration with the Alzheimer's Association Lecce. Concerts and infos at www.just4jesus.it.

60//turismo//cultura//arte//informazione

il Black on White gospel choir (fondato nel 1993).

formazione professionale di sette coristi (Alex BufSili, Paola Pierri, Rossella Cuppone, Silvia Schia-

vano) e ne cura la formazione preparandolo ai con-

certi con profonda coscienza spirituale ed emotiva.

Ospite d’onore all’International gospel festival di Solymar

in Ungheria, l’attività di Tyna si arricchisce di preziosi eventi a livello internazionale come i concerti tenuti

a Londra con il reverendo Bazil Meade e The London community gospel choir, il pastore Felix El Shadday & the River of life gospel choir e il prezioso incontro nel

Giubileo del 2000 con S. Santità Giovanni Paolo II, per

il quale ha cantato in piazza S. Pietro insieme al suo coro.

Fa parte del corpo docenti dell’Università popolare di MusicArTerapia e dal ’99 si occupa di Gospel terapia, un progetto di ricerca unico in Italia che da oltre 10 anni sviluppa anche in collaborazione con l’associazione Alzheimer Lecce. Prossimi concerti e tutte le info su www.just4jesus.it


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//ALIMENTARE SI.SE. PANIFICIO PASTICCERIA GASTRONOMIA SCHIPA Via Taranto, 27 - 73100 Lecce (LE) Tel. +39 0832 303253 - serena.schipa@gmail.com

pane, amore e... fantasia l’antica fiamma per la panificazione artigianale non si è mai spenta nel forno schipa che, nel rispetto della tradizione, oltre al pane propone dolci e piatti tipici leccesi Ad entrare nel loro panificio si avverte

dei prodotti da forno sia salati che dolci.

che ci racconta i punti di forza dell’attività:

Oggi, alla terza generazione, con Serena

e Simone alla guida, impastano e produ-

Schipa a Lecce rappresenta la tradizio-

familiare. Sarà per la fragranza del pane caldo, o per l’attività che si vede fervere nel

cono il pane seguendo gli insegnamenti e

passato ad oggi, che differenze ci sono

laboratorio alle spalle del banco vendita.

i metodi della panificazione tradizionale,

Di fatto, la famiglia Schipa, a Lecce, è il

così come insegnati da Marcello Schipa,

punto di riferimento per qualità e freschezza,

maestro fornaio e fondatore del forno,

la piacevole sensazione di un ambiente

ne della panificazione artigianale. Dal nella panificazione?

“La panificazione del passato era davvero artigianale: solo impastatrice e forno, il

Salento review//61


pubbliredazionale

//ALIMENTARE

resto era tutto manuale. Con l’arrivo delle

rigenerarsi va alimentato giornalmente

fa parte del normale sviluppo aziendale an-

macchine, sicuramente i tempi si sono

perché se si indebolisce rallenta il pro-

che perché bisogna cercare di assecondare

ridotti. Ma ancora oggi è un processo che

cesso di lievitazione. Le farine non sono

le richieste dei clienti. Così alla nostra attività

richiede tempo perché occorre preparare

meno importanti e noi acquistiamo solo il

di panificazione abbiamo aggiunto prima

gli impasti, accendere i forni, aspettare la

meglio della produzione italiana. Mentre

la pasticceria da forno che, nel tempo, si è

giusta lievitazione, infornare e sfornare.“

da Altamura compriamo la farina di grano

Alla base della panificazione: farina,

arricchita di altri dolci. È stato, poi, il turno

duro per preparare le classiche forme di

della rosticceria e in ultimo siamo arrivati

acqua, lieviti. Come selezionate le ma-

pane di semola.”

terie prime e, nell’impasto fate uso di

alla tavola calda. Avere inserito una linea

Il forno Schipa propone, anche, un’am-

produttiva per volta ci ha aiutato ad orga-

“Con un pizzico di orgoglio posso dire

di piatti caldi e d’asporto. Come è

“lievito madre”?

che siamo gli unici a fare il pane a lievita-

pia selezione di dolci e un menu vario nata l’idea di ampliare la gamma dei

nizzarci bene. Oggi, sotto la mia attenta direzione, ognuno ha il suo compito nel ciclo produttivo per garantire sempre la

prodotti offerti e come coordinate i

freschezza dei prodotti.”

tempi di preparazione e cotture di ogni linea produttiva?

Quali sono i prodotti da forno della

mento principe è il “lievito madre”. Un

tradizione leccese che caratterizzano

ingrediente delicato che richiede cura

“Una volta l’attività del fornaio consisteva

l’anima del forno Schipa?

e costanza quotidiana. Per riprodursi e

solo nello sfornare pane e frise. L’evoluzione

“Il pane di semola e di grano sono imman-

zione naturale così come mi ha insegnato mio padre. Di questo tipo di pane, l’ele-

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cabili, come pure i pizzi e le pucce con le

tone di fichi secchi e cioccolato che ci è

olive. Quotidianamente registriamo però,

molto richiesto. Poi per chi preferisce sapori

da parte della clientela fidelizzata e non,

più classici proponiamo il panettone con

un’alta percentuale di richieste, per il sa-

uvetta sultanina. Non mancano i dolci della

lato, dei tipici rustici leccesi e, per il dolce,

tradizione locale, come i pesci di pasta di

della nostra torta pasticciotto con crema

mandorla ripieni di faldacchiera e coto-

pasticcera e amarene.”

gnata. Ma il nostro fiore all’occhiello sono

Si avvicinano le feste di Natale. Quale

i purceddhruzzi preparati secondo l’antica

prodotto della tradizione il Forno Schipa

ricetta di mia madre che custodiamo gelo-

propone con orgoglio?

samente. I leccesi amano farli e, soprattutto,

“Molti sono i prodotti della tradizione na-

mangiarli. I nostri piacciono per la fragranza

talizia che mettiamo in produzione. Da

e friabilità e li vendiamo sia sfusi che conditi

qualche anno abbiamo inserito un panet-

con miele rigorosamente del Salento.”

Bread, Love and tradition...

expanding the range of products and how do you coordinate preparation times? “Once, the business only consisted in making bread and frise. In response to requests, we’ve added pastry first, then the deli and finally the hash house. Adding a production line at a time has made all this possible”. What are the traditional baked goods which characterize Schipa’s bakery? “Bran and wheat bread are inevitable, as well as pizzi and pucce with olives. However, we receive daily requests for the salty, like typical Lecce’s rustici and, for dessert, our pasticciotto cake with pastry cream and cherries”. Christmas holidays are approaching. What product would you define the pride of Schipa’s Bakery? A few years ago we’ve added a cake of dried figs and chocolate, which is much requested. Then, for those who prefer more traditional flavors, we suggest the cake with sultana. But our specialty is definitely purceddhruzzi, prepared according to an old recipe by my mother, jealously guarded.

Schipa’s bakery in Lecce suggests pastries, bread and typical dishes while respecting tradition In their bakery, a familiar climate can be felt. The Schipa family is the benchmark for quality and freshness of both sweet and savory baked goods in Lecce. We’ve made a few questions to Marcello Schipa, baker and owner of the bakery: From past to present, what are the differences in baking? “In the past it was exclusively handmade: only mixer and oven, the rest was all manual. With the arrival of machines, times have surely been reduced”. How do you select raw ingredients? “The main element is the “mother yeast”, a delicate ingredient that requires daily care and perseverance. The flours are no less important and we only buy the best”. You also offer a menu of pastries and takeaway hot dishes. How did you get the idea of

Salento review//63


//tERRITORIO//itinerari

percorsi a sud-ovest di terra d’otranto sui binari della memoria tra borghi e stazioni, un viaggio particolare a bordo del treno storico “salento express�. un modo per volersi bene e scoprire luoghi incantevoli di jlenia m. gigante ph: pierpaolo schiavone

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Il rumore delle rotaie che avanzano a ritmo cadenzato, ma non pulsante, il vociare festoso di chi si è preso un giorno di

pausa per godere di un bioritmo lento, il paesaggio salentino che scorre carezzevole dal vetro di un finestrino: a bordo

di vecchie carrozze ristrutturate, i passeggeri del Salento

Express attraversano il territorio salentino alla scoperta dei borghi più belli e meno noti della penisola tra i due mari. L’idea nasce dal progetto “Rotolando in Terra d’Otranto”,

ideato dall’Aisaf (Associazione Ionico Salentina Amici delle

Ferrovie) in collaborazione con il Gruppo archeologico di Terra d’Otranto, con l’obiettivo di valorizzare i percorsi turistici a ridosso delle stazioni della linea ferroviaria Sud-

Est. Francesco Capezza, presidente di Aisaf parte da una

Terra d’Otranto South-West routes on the rails of memory. A journey to discover Salento’s west end, through towns and stations, boarding the historical train Salento Express ,on the trails of “Rolling Terra d’Otranto” itinerary.

The noise of rails, the joyful voices of those who took a day off to enjoy a slow biorhythm, caressing the landscape of Salento flowing through a window: on board of renovated old carriages of historical train Salento Express, Salento’s people - tourists for a day - cross the territory to discover the most beautiful and least known villages of Terra d’Otranto. The idea was born from the project “Rolling in Terra d’Otranto”, designed by AISAF, in collaboration with the Archaeological Group of Terra d’Otranto. “Salento’s history is rich and can be discovered in many ways. Our Association wants to make it known through the railroad.” – explains Francesco Halter, President of AISAF – “Using the material stored in Lecce’s museum, with the active cooperation of South-East railways, it

Salento review//65


//tERRITORIO//itinerari

Le prossime tappe

Non finiscono gli appuntamenti di “Rotolando in Terra d’Otranto”. A bordo delle carrozze storiche di Salento Express, per tutti gli amanti dei

folclore, delle tradizioni e dei luoghi poco noti, il calendario prevede ben

altri sette itinerari del Salento da scoprire. Cominciate ad organizzare il vostro tour nel Salento, seguendo il calendario dei prossimi appuntamenti.

28 dicembre 2013 Il Presepe Vivente di Tricase (Via Zollino – Maglie) Tricase living nativity scene (Zollino Street – Maglie)

04 gennaio 2014 Il Presepe Vivente di Tricase (Via Novoli – Gagliano) Tricase living nativity scene (Novoli Street – Gagliano)

01 febbraio 2014 L’archeologia industriale a Maglie Industrial archaeology in Maglie

19 marzo 2014

premessa: “Il Salento è ricco di storia e si può visitare in tanti modi. La nostra associazione vuole farlo conoscere

attraverso la ferrovia. Recuperando il materiale di cui disponiamo nel museo a Lecce e, con la collaborazione

attiva delle ferrovie del Sud-Est, è stato possibile rimettere sulle rotaie mezzi d’epoca che hanno fatto la storia di queste linee e anche del Salento”.

Trainato da un locomotore del 1959, il Salento Express

Le Tavole di San Giuseppe a Giurdignano

è composto da due vetture a carrelli e una carrozzina

18 aprile 2014

vetture del 1936 e del 1947. Un viaggio nel tempo e nei

St. Giuseppe a Giurdignano’s tables

“Piaggio” del 1925, un bagagliaio del 1940 e due altre

I Riti del Venerdì Santo a Gallipoli

luoghi, quindi, quello su Salento Express, che il progetto

26 aprile 2014

tappe dal profilo tematico differente: folclore, tradizione,

The Rites of Good Friday in Gallipoli

promosso dagli Amici delle ferrovie ha articolato in più

La tradizione bizantina ad Otranto

storia industriale e cultura agricola, sono le linee guida di

24 maggio 2014

del territorio messapico.

The Byzantine tradition in Otranto

La civiltà contadina a Tuglie The farmer civilization in Tuglie

ogni singolo itinerario per scoprire i luoghi della memoria E il Salento osservato da una vecchia carrozza ristrutturata, risalente al 1903, dai tipici sedili in legno e i balconcini d’affaccio all’esterno, ha un fascino indefinibile: linee

BASILICA MADONNA DELLA COLTURA A PARABITA

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FERROVIE DEL SUD EST E SERVIZI AUTOMOBILISTICI S.r.l.

Itinerari, ferroviari ed automobilistici, che si snodano dai trulli al mare, dai centri del barocco all’architettura naturale di favolose grotte, costituiscono preziosa guida e scelta intelligente per la scoperta di una terra ricca di storia e di suggestioni paesaggistiche.

FERROVIE DEL SUD EST E SERVIZI AUTOMOBILISTICI S.R.L. Sede legale e direzioni - Direzione di esercizio: Via G. Amendola, 106/d - 70126 Bari - Tel 080.5462111 - Fax 080.5462376 Sezione di esercizio: Viale O. Quarta, 38 - 73100 Lecce - Tel 0832.668111 - Fax 0832.668264 Sito web: www.fseonline.it - E-mail: fsudest@fseonline.it


//tERRITORIO//itinerari SCORCI DI PALAZZI NOBILIARI A PRESICCE.

continue di muretti a secco, uliveti circondati dal verde

Salento, ai centri cittadini più importanti – è un binario

ferroviarie insospettabili, come Nardò Centrale e Nardò

Che l’iniziativa sia piaciuta è chiaro dal numero di adesioni

autunnale, filari di uva e pajare, vecchi caselli e fermate Campagna o, a sorpresa e solo per l’Aisaf, la fermata di

Gallipoli Porto (in disuso da anni e riaperta in occasione dell’itinerario di Salento Express) attraversando in tutta

la sua lunghezza Corso Roma. La linea della Sud-Est – che ha collegato generazioni di pendolari del basso e alto

was possible to use old vehicles again”. Therefore, the project promoted by Friends of the railways is a journey through time, articulated in several stages from different areas of activity: folklore, tradition, history, industrial and agricultural culture, are the guidelines of each single route to discover the places of memory of the japigian territory. Salento, observed from an old restored carriage, has an indefinable charm: continuous lines of stone walls, olive trees, grapes and pajare and unexpected railway stops such as “Nardò Central” and “Nardo Country” or, surprisingly and only for the AISAF, the stop of “Gallipoli Harbor” (in disuse for years and re-opened in occasion of Salento Express itinerary). Southeast railway – that has connected generations of commuters of low and high Salento to most important city centers – is a binary that runs in the heart of Salento. Given the vast number of accessions, the initiative has been definitely a success. We from Salento Review have boarded the train to experience the thrill of the journey on this historical conveyance, looking for the identifying marks of the routes dedicated to two large centers of South Salento and the surrounding environs: Presicce and Gallipoli. These two cities, which are about 30km apart, are united by a history linked to the ancient olive production and an important religious presence that has influenced the culture at various times. Which of the two dimensions was more moving for the “tourists for a day” is hard to tell, because describing every detail seen and photographed would reduce the emotional baggage given by the locations. We can, however, try to draw a synthetic pathway on the most suggestive aspects for the participants. Surely the history of olive oil production told in Presicce on mills tombs carved into the calcarenitic rock, the ancient figures of “trappetaru” and “naghiru” (leader of millers) - men capable of resisting underground for months, in a warm and humid place along with beasts of burden until the end of the olive oil year - has fascinated many people. But no less interesting for history enthusiasts has been the tale of the Council of Nicaea’s influence in Salento’s religious art of which living testimony is the Church of St Mary of the Cross (5th century), on what remains of the ancient village of Casaranello (birthplace of Pope Boniface IX, warrior Pope). Lovers of landscapes, however, are left breathless on the Diocesan Museum terrace of Gallipoli, where ancient town and port view can be enjoyed. Art lovers will have been able to appreciate the stele’s iconography dedicated to the Virgin, preserved in the Church of Our Lady of Culture of Parabita, or the baroque shaping the Basilica of S. Agata in Gallipoli’s grainy carparo, or the imposing 17th century paintings of Coppola, of the Melancholy, of the Martinelli kept inside. Much more could be told. In order not to bore you we prefer, however, leaving you with the desire to discover Salento’s routes on Salento Express, traveling on the rails of history.

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non intaccato dal tempo.

raggiunte. Dalle famiglie con bambini, ai gruppi di amici dai 30 ai 60 anni, alle giovani coppie e ai turisti ancora

in zona; ognuno ha la sua buona ragione per avere scelto di trascorrere una giornata su un treno storico locale, alla

ricerca di sconosciuti dettagli del luogo di residenza. Tra una

chiacchierata e l’altra scopriamo che il progetto convince, fondamentalmente, perché riequilibra il rapporto con lo spazio e con il tempo. C’è anche chi vive questa esperienza

ogni volta che può, perché a bordo del “Salento Express” ha costruito una rete di amicizie. Uno spaccato di vita

all’insegna del sorriso: i bambini partecipano saltando da

un sedile all’altro, dimenticando l’ossessiva compulsione dei giochi sugli smartphone.

Anche noi di Salento Review siamo saliti sul treno storico in occasione degli itinerari dedicati a due grandi centri: Presicce e Gallipoli. Ad accomunare queste due importanti

realtà del territorio, distanti circa 30 chilometri, una storia comune legata all’antica produzione olivicola e all’impor-

tante presenza religiosa che ha influenzato la cultura nelle varie epoche. I racconti sulle antiche figure del “trappe-

taru” e del “naghiru” (il capo dei frantoiani) – uomini

capaci di resistere per mesi sotto terra in un luogo caldo e umido insieme alle bestie da soma, fino alla fine della campagna olivicola – hanno lasciato tutti i partecipanti

al viaggio a bocca aperta. Per gli appassionati di storia è stato il racconto dell’influenza del Concilio di Nicea,

nell’arte religiosa del Salento di cui è viva testimonianza

la Chiesa di S. Maria della Croce (V sec.) in quel che resta dell’antico borgo di Casaranello (luogo di nascita di Bonifacio IX, il papa guerriero).


A SINISTRA, AFFRESCO INGRESSO PALAZZO SORONZI , A PRESICCE; IN BASSO A SINISTRA IL CENTRO STORICO DI PRESICCE; A DESTRA FRANTOIO IPOGEO DI PALAZZO GRANAFEI A GALLIPOLI

La storia delle Linee Sud-Est Ha origini lontane la linea che collega capillarmente le realtà locali del Salento

al resto della Puglia, direttamente connesse alla costruzione della linea adriatica Ancona - Otranto, immediatamente dopo l’Unità d’Italia.

Ma per sentire parlare di Sud-Est, si deve aspettare il 1931, quando un Regio Decreto affida la concessione alla Società Anonima Italiana per le Ferrovie

del Sud-Est. Inizia dunque in epoca fascista una storia che ha contribuito a industrializzare alcuni centri urbani e a integrare le località minori del terriGli amanti dei paesaggi, invece, sono rimasti senza fiato sul terrazzo panoramico del Museo diocesano di Gallipoli

da dove, accarezzati dal vento, si può godere della vista del caratteristico Borgo antico e del porto. Di notevole

interesse l’iconografia della stele dedicata alla Vergine

conservata nella Chiesa della Madonna della Coltura, a

Parabita, e il barocco che modella il granuloso carparo

della Basilica di Sant’Agata, a Gallipoli dove sono custodite le imponenti tele seicentesche del Coppola, del Malinconico, del Martinelli.

torio salentino.

Protagonista dei trasporti civili e militari durante il periodo bellico, la ferrovia fu ricostruita grazie agli aiuti del Comando militare alleato, per diventare il punto di riferimento negli anni ’60 e ’70 dei pendolari salentini.

Oggi la linea (la più estesa di Italia tra quelle secondarie) copre ben 474 km

collegando il Tacco di Italia (inclusa l’area jonica tarantina) a Bari, offrendo un servizio su rotaie complementare al trasporto pubblico su ruote.

Southeast railway line history

The line which connects local realities in Salento has distant origins, directly related to the construction of the Ancona-Otranto adriatic line, after the unification of Italy. However, Southeast had to wait until 1931, when a Royal Decree established the management of the entire secondary Apulia Peninsula route, granted to Italian Anonymous Society for Southeast railroads. From that moment on, Southeast rails started contributing for the industrialization of small urban centers on the messapic territory. Rebuilt during wartime, also thanks to the allied military command, it became the point of reference for Salento's commuters in the '60s/'70s. Today, the railway line (longest in Italy) covers 474 km, connecting the most peripheral southern locations to Bari, offering a complementary service to public transport on wheels.

Salento review//69


//tERRITORIO//itinerari

BASILICA DI SANT’AGATA A GALLIPOLI

L’Aisaf e il Museo Ferroviario Chi non ha almeno una volta sognato ad occhi aperti mentre viaggiava in treno? Il mezzo di trasporto pubblico, tra i più

antichi, possiede un fascino magnetico per molti. Suo il merito di avere attratto un gruppo di appassionati del Salento che, nel

1997, hanno costituito l’Associazione Jonico Salentina Amici delle ferrovie – organismo no profit – con l’idea di promuovere

e valorizzare i percorsi su rotaie della linea Sud-Est all’interno del circuito turistico. All’Aisaf si deve l’apertura di un museo

tematico sulla ferrovia della Puglia che ha sede a Lecce nell’ex officina Squadra Rialzo delle Ferrovie dello Stato. Location suggestiva di mostre fotografiche e manifestazioni, il museo

è un interessante percorso didattico dei materiali rotabili che hanno fatto la storia delle ferrovie della Puglia: locomotori,

antiche vetture, carri merce, un bagagliaio postale, cimeli e vecchi segnali tutti adeguatamente ristrutturati e sotto la vigile e personale cura dei soci appassionati. 70//turismo//cultura//arte//informazione

AISAF and the Railway Museum

Who hasn't at least once daydreamed while traveling by train? It's no wonder, because these vehicles, among the oldest, hold a magnetic charm for many. So much that a group of enthusiastics have created the AISAF, non-profit organism, with the idea to promote and value Southeast routes within the tourist circuit. We owe the opening of a museum about Apulia railways to AISAF, which has its headquarters in the former FS Squadra Rialzo's workshop in Lecce, where various events and fairs take place. The Railway Museum is a journey through the history of Apulia railways: locomotives, antique cars and old signals, all properly restored and under the watchful care of staff members and fans.



//CULTURA//CURIOSITà

storia e aneddoti nelle facciate dei palazzi storici racchiuso nella parte antica della città, esiste un tesoro di conoscenza, fatto di dettagli scultorei e architettonici che nascondono grandi e piccoli segreti di enzo turco - ph: pierpaolo schiavone

Aspetti interessanti della storia di Lecce, legati all’epoca moderna e contemporanea, sono custoditi nei dettagli

architettonici e scultorei dei suoi palazzi che non si impon-

gono alla vita del visitatore, ma che, nondimeno, celano aneddoti, superstizioni, leggende.

Nello scorso numero di Salento Review è stata pubblicata

la prima parte di questo viaggio nel dedalo delle vie del centro storico. Qui se ne propone il seguito.

Curiosities and stories about the old palaces IN QUESTA PAGINA: PALAZZO GIACONIA.

72//turismo//cultura//arte//informazione

The old palaces of Lecce preserve secrets, stories and legends into their sculptures and architectural details. In the previous issue of Salento review we have published the first part of this trip through the historical city centre. Here’s the second one.


Palazzo Giaconia via Scipione de Summa, numero 1

simbolismo massonico Edificio cinquecentesco di stile durazzesco-catalano tra

i più grandi di Lecce e uno dei pochi con due ingressi. Venne fatto costruire da monsignor Giaconia, vescovo di Castro, su un’area di sua proprietà.

Nel corso degli anni passò di mano in mano ed ebbe

diverse destinazioni. Alla fine del Settecento il palazzo venne acquisito dalla famiglia dei Lopez y Royo.

Giaconina Palace, Scipione de Summa St. n°1 Masonic imagery The building dates back to the XVI century and it was built by Monsignor Giaconina, Bishop of Castro. With its durazzescoCatalan style, it’s one of the biggest palaces in Lecce. In the XIX century it was restored and during the renovation works a secret salon was discovered. The salon contained big candles, skulls and other mysterious symbols- compasses, ruler, trowel and plumbrule-, sculptured on the palace’s chimney and ledge. After some years the palace was discovered to be first Masonic lodge building since 1804.

Nella seconda metà del secolo successivo venne sottoposto

a imponenti lavori di restauro che portarono alla scoperta di un grande salone segreto, tutto tappezzato di nero e contenente grossi ceri e molti teschi.

Solo dopo diverso tempo si scoprì il mistero della sala e degli altrettanto misteriosi simboli – compasso, riga,

cazzuola e archipendolo – scolpiti sul comignolo e sul cornicione del palazzo.

Si venne a sapere che fin dal 1804 era stato sede della prima loggia massonica di Lecce e che la sala era stata allestita per le riunioni degli affiliati. PALAZZO PERSONÈ. NEL TONDO, IL PARTICOLARE DEL VOLTO CON OCCHIALI SCOLPITO SU UNA DELLE MENSOLE

Palazzo Personè Corso Umberto I

firme d’autore

A poche decine di metri da Palazzo dei Celestini – sede della Provincia di Lecce e della Prefettura – si trova

Palazzo Personè, risalente al XVII secolo. Alzando lo sguardo verso il balcone, si nota subito che su una delle mensole che lo sostengono è scolpito un uomo con gli occhiali.

Questo soggetto scultoreo è una cosa insolita per l’arte seicentesca leccese.

Dal momento che lo stesso viso compare in altri due palazzi coevi del centro storico – Palazzo Olita, situato in una stradina di fronte alla chiesa di San Matteo,

il secondo si trova in via Palmieri, gli esperti d’arte ritengono che la scultura ritragga le sembianze del

progettista dei tre fabbricati che in questo modo volle personalizzare le sue opere.

Personè Palace, Umberto St. The architect’s signature Near Celestini Palace- Province of Lecce and Prefecture’s seatyou can find Personè Palace, which dates back to the XVII century. Looking at the balcony, you can notice a man face with a pair of glasses. The experts think the sculpture represents the architect’s features. The same face is sculpted on two other palaces’ fronts: Olita Palace and another Palace in Palmieri St.

Salento review//73


//CULTURA//CURIOSITà

Palazzo de Rinaldis Via Palmieri, numero 37

stranezze architettoniche

È un palazzo dei primi del Seicento con una facciata piuttosto spoglia se paragonata a quelle classiche del barocco leccese. Ha però due caratteristiche difficilmente riscontrabili in altri edifici: una vistosa inclinazione del piano nobile e una pronunciata asimmetria del balcone con il sottostante stemma familiare e con il portone principale di accesso.

Queste peculiarità non hanno niente di voluto, ma sono

meramente casuali proprio come la proprietà ha sempre sostenuto rispondendo ai molti curiosi: l’inclinazione anomala

è dovuta ad una leggera pendenza dell’area su cui è stato

costruito il palazzo, mentre il disallineamento degli elementi architettonici si è verificato durante gli imponenti lavori di ammodernamento avvenuti nell’Ottocento quando i proprietari

decisero, tra l’altro, l’allargamento del portone di ingresso ed il posizionamento dello stemma familiare.

Quando si mise mano alla modifica, infatti, ci si accorse che non poteva avvenire da entrambi i lati per via di una

scalinata esistente all’interno ed erroneamente non con-

siderata. Nonostante questa consapevolezza si decise di proseguire con i lavori.

De Rinaldis Palace, Palmieri St. n° 37 Architectural eccentricities The Palace dates back to the XVII century and even if its front isn’t less decorated than the other Baroque Palaces, it has two peculiarities: the sloping noble floor, a flashy asymmetry among the balcony, the underlying family emblem and the front door. These characteristics are accidental: the irregular grade is due to the earth declivity, the asymmetric architectural elements was caused by the renovation works of the XIX century. Indeed, during the restoration the owners decided to widen the front door and to change the family emblem’s position. PALAZZO DE RINALDIS

Palazzo Carrozzo via del Palazzo dei Conti di Lecce 19-21

cortesia o riverenza?

Questo elegante edificio settecentesco - elevato al rango di

palazzo più per le nobili dimore che si trovano nei pressi che

per altro - venne progettato attorno al 1760 da Emanuele Manieri, uno degli architetti più prolifici e noti del XVIII secolo per i fratelli Oronzo e Giuseppe Carrozzo, suoi costruttori di

fiducia. La facciata priva di ogni fronzolo architettonico ed il suo profilo concavo rientrante rispetto alla strada sembra

quasi che sia un inchino al palazzo di fronte, quello della potente famiglia Morisco, preesistente da almeno tre secoli. Il fatto è che senza questa facciata curva e nuda di sculture d’abbellimento le carrozze dei baroni Morisco non avrebbero

potuto avere lo spazio di manovra necessario. Non si è mai

capito se questa accortezza architettonica, peraltro davvero originale, fu adottata per gentilezza verso i dirimpettai o per rispetto verso una famiglia di potenti.

Carrozzo Palace, Palazzo dei conti of Lecce St. 19-21 Kindness or reverence? In 1760 Emanuele Manieri planned the palace. He was considered by Oronzo and Giuseppe Carrozzo one of the most prolific and famous architects of the XVIII century. The front isn’t decorated and it’s concave for a good reason: this particular shape allowed to the Morisco barons, who lived in front of the palace, to have the space for manoeuvre with their carriage. We don’t know if this architectural sagacity was kindness or a sign of respect toward a powerful family.

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Palazzo ad angolo tra via degli Acaja e via Ludovico Maremonti

Un delizioso dettaglio

Nell’appartamento al primo piano, in corrispondenza di una stanza d’angolo, è

stato realizzato un grazioso balconcino di forma insolita che consente l’affaccio sulle due vie. La vista è resa ancora più gradevole dai fiori di colore vivace che ornano la balconata e dal motivo architettonico semplicissimo che copre l’architrave della porta-finestra.

Angular Palace between Acaja St. and Ludovico Maremonti St. A delicious detail On the first floor a delicious angular balcony was built. It’s special shape permits the view on two different streets. Intense coloured flowers adorn the balcony and the view is more enjoyable thanks to the architectural motif which covers the architrave of the French door.

A DESTRA, PALAZZO CARROZZO

Ex Palazzo Ina Piazza Sant’Oronzo

arte politicizzata

Alle spalle del Sedile, in Piazza Sant’Oronzo, ancora oggi c’è

una specie di vicolo dove nell’Ottocento un sindaco decise di ubicare i vespasiani che ovviamente erano maleodoranti. Pare

che i leccesi sarcasticamente chiesero di cambiare il nome in vico del piscio. Bastò questo per far eliminare gli orinatoi. Su

questo vicolo si affaccia l’ex Palazzo Ina su un angolo del

quale è visibile una figura di donna. Fu fatta posizionare lì ad angolo, ad imitazione dell’analogo vezzo barocco, nel 1938, in

pieno ventennio fascista, dal federale cittadino. La donna rappresenta la dea pagana più osannata all’epoca: “la Fertilità” . Ex Ina Palace, Saint Oronzo Square Politicized art In Saint Oronzo Square, back the Sedile, there is an alley where in the XVIII the Mayor positioned the foul-smelling urinals. As the dwellers called the alley “the pee street”, the Mayor was forced to remove the urinals form that street. In the alley there’s the Ex Ina Palace on whose angle you can find a woman figure. The woman was sculpted in 1938, during the Fascist period, and it represents the pagan goddess of fertility. EX PALAZZO INA

PALAZZO AD ANGOLO TRA VIA DEGLI ACAJA E VIA LUDOVICO MAREMONTI

Palazzo Alami Via Marco Basseo 18/20

la devozione

In via Marco Basseo, sull’incrocio con l’accesso alla Corte

degli Anibaldi, dopo i lavori di restauro di qualche anno addietro, fa bella mostra di sè Palazzo Alami già, appartenuto

alla curia vescovile ora di proprietà del Comune di Lecce.

Proprio sullo spigolo d’angolo è visibile una colonna in stile pseudo-jonico sul cui capitello poggia una statua di pregevole fattura che ha resistito all’inclemenza del tempo

e che rappresenta la santissima Maria Immacolata, chiaro segno della devozione dei primi proprietari.

Alami Palace, Marco Basseo St. 18-20 Devotion Alami Palace is in Marco Basseo St. and on one of its corners we can notice a column on whose capital a statue holds up. It represents the Holy Mary. It’s a clear sign of the first owners’ devotion.

Salento review//75


//territorio//arte

LUCA RENNA NELLA SUA GALLERIA A LECCE, IN VIA COSIMO DI PALMA - PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

arte contemporanea, una passione che viene da lontano fare rete, organizzare mostre all’estero, investire in sperimentazione. i consigli di un professionista che ha fatto del bello la sua ragione di vita Luca Renna ha ereditato dai genitori “la voglia di essere

dove ha iniziato a curare le prime mostre indipendenti di arte

re”. Con tale predisposizione ha sviluppato una passione per

questo amore per il bello.

circondato da cose belle, da mobili antichi e quadri d’autol’arte sin da ragazzo e così la sua dimensione professionale

è maturata con una certa naturalezza. Dopo aver studiato Lettere e Filosofia a Firenze, ha deciso di proseguire il suo

percorso formativo prima negli Stati Uniti e poi in Canada, 76//turismo//cultura//arte//informazione

contemporanea. Salento Review ha voluto toccare le corde di

Arte contemporanea nella città barocca per eccellenza. Ci vuole più coraggio o spirito di contraddizione?

“Ci vuole solo passione, come in tutte le cose. Nessuna contraddizione tra contemporaneo e barocco, ma una questione


va approfondita. La nostra tradizione è ricca di cultura e di

storia dell'arte mentre il presente mi sembra marginale nel panorama internazionale: non basta organizzare mostre ed

eventi, perché dovremmo incentivare gli artisti del territorio

ad unirsi in gruppi, ad organizzare mostre anche all'estero, a trovare uno sponsor al quale associare il proprio nome.

È necessario alimentare la sperimentazione architettonica

ed artistica con fondi dedicati ed investimenti mirati. Ma questo è un compito che spetta alla classe dirigente, e, ad onor del vero qualche passo nella giusta direzione questa

amministrazione l'ha intrapreso. Certo, è ancora poco rispetto alla grandiosità della nostra storia, ma è pur sempre qualcosa”.

Chi sono gli artisti salentini sui quali puntare?

“La mia è una lista parziale, perché di bravi artisti ne

conosco tanti e farei torto a molti, ma la verità è che quelli che sto per citare li conosco in maniera più approfondita:

parlo di Franco Baldassarre che ritrae la gioia di vivere, di Marco Fiorillo che è un finissimo paesaggista, Alberto Moscara che si dimostra instancabile ricercatore; e poi ancora Vittorio Tapparini, artista totale e sperimentatore,

Marcello Malandugno, maestro del colore e Salvatore Masciullo, custode di una tecnica sopraffina. Non ho

menzionato i grandi vecchi come Caputo, Pignatelli, G.

Moscara ed altri ancora perché non hanno bisogno di presentazioni e c’è da dire, infine, che ci sono anche dei giovani che stanno facendo fermentare il nostro panorama artistico. Spero di non aver fatto un torto a nessuno”.

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

Il percorso verso il riconoscimento di Lecce come capitale europea della cultura può essere foriero di nuovi stimoli. E di riflessioni.

“Lo sforzo che tutti dovremmo fare è di tendere a diventare capitale culturale di fatto, anche se non si riuscisse a vincere il riconoscimento. L’impegno deve essere quello di fare bene

sempre e non solo per essere gratificati con un’etichetta, chi fa bene brilla comunque. Comunque la competizione con le

altre città candidate è molto dura, ma abbiamo le carte in regola per vincere”. PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

Contemporary art, a passion from a distant place

Advices from a professional who has made of beauty his reason to live Luke Renna has developed a passion for art very early and so his professional size has naturally matured. After studying Literature and Philosophy in Florence, he continued his studies in the United States and Canada, where he began looking after the first independent exhibitions of contemporary art. Contemporary art in the baroque city par excellence. Does it take more courage or spirit of contradiction? “It just takes passion, but an issue must be deepened: our tradition in culture and art history is rich, while present seems marginal in the international scene: we should encourage local artists to form groups, to organize exhibitions abroad, to find a sponsor. It’s necessary to feed the architectural and artistic experimentation with dedicated funds and aimed investment. It’s a task for the ruling class, which has already taken a few steps in the right direction”. Who should we focus on? “Mine is a partial list, but only because I know them better: Franco Baldassarre, who depicts the joy of living, Marco Fiorillo, landscape architect, Alberto Moscara, tireless researcher, and Vittorio Tapparini, artist and experimenter, Marcello Malandugno, color master and Salvatore Masciullo, keeper of an excellent technique. Not to mention Caputo, Pignatelli, G.Moscara and others who have no need for introductions and also some brilliant young people. Hope I haven’t wronged anyone”. Lecce’s path to European Capital of Culture could reveal new incentives. And considerations. “ We should try to become cultural capital de facto, even without winning the award. The commitment must be that to do well in any case. It’s a tough race with the other candidate cities, but we have the means to win”.

Salento review//77


//CULTURA//CURIOSITà

le previsioni salentine: non fidatevi dello scirocco quando “ride” dopo la pubblicazione della prima parte sul precedente numero, si completa il viaggio nei proverbi popolari sulle condizioni climatiche. con una chicca: il metodo per le previsioni su base annuale di enzo turco

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

A grande richiesta – lo possiamo ben dire – eccovi la seconda incursione in un ambito molto particolare delle tradizioni del Salento, quelle legate alla

meteorologia. Il verificarsi di un evento atmosferico in direzione di un punto

cardinale, il comportamento degli animali, lo spirare di un particolare vento, sono tutti elementi sui quali l’arguzia della civiltà contadina ha elaborato un

vero e proprio sistema di previsioni del tempo, fondamentale per un’organizzazione efficiente delle attività quotidiane, per mare o nei campi.

The salentine weather forecast. Don’t trust sirocco when it “laughs”

After the publication of the first part on the previous issue, we conclude our trip through the folk proverbs related to the weather, with a special lulu: the annual forecast. By popular demand, we introduce you the second part of the salentine traditions about the weather forecast. A particular atmospheric event, the animals’ behaviour, a certain blowing wind, are elements through which the rural culture has elaborated a weather prediction system, fundamental to organize efficiently the daily activities on the seas and on the land.

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BAROMETRO ANEROIDE, GIUSTINO PAGGI, MUSEO GALILEO - FIRENZE

i venti Non fidatevi se con il cielo nuvoloso e il vento di sci-

rocco filtra qualche raggio di sole. La pioggia è dietro l’angolo. Ci lu sciroccu rite, ete fessu ci lu crite (Se

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

lo scirocco ride, è fesso chi lo crede).

gli animali

che viene dai quadranti occidentali: non lo sapete che lu

Animale domestico per eccellenza, il gallo ha sempre annunciato l’inizio del

piogge intense)? Eppure quando lampeggia verso ovest

canta fore ura, lu tiempu de ieri allu osce nu ddura (quando il gallo canta

Un altro vento associato costantemente all’acqua è quello

punentale porta tempurale (il vento di ponente porta

non c’è nulla da temere, la perturbazione non arriverà:

quannu ‘dderlampa de punente, ‘dderlampa pe ‘gnenti (quando lampeggia verso ponente, lampeggia per niente).

The winds

You shouldn’t trust some rays of sunshine if the sky is cloudy and the sirocco blows. The rain is around the corner. Who trusts of sirocco is silly. A particular wind is associated to the rain and it blows from the west: don’t you know that the westerly brings the rain? Anyway, don’t you worry if it flashes from the west, because the rain won’t come: when it flashes from west, it flashes for nothing.

nuovo giorno e il momento scelto non è mai casuale: quannu lu ‘addrhu fuori orario, il tempo del nuovo giorno sarà diverso da quello del precedente).

Laboriose ma anche premurose, le formiche sanno sempre cosa fare. Il loro

algoritmo di sopravvivenza le spinge infatti a creare un accumulo di terra in corrispondenza dell’entrate del formicaio: quannu le furmiche se fannu lu munticeddhru è segnu ca chioe (quando le formiche si fanno la montagnetta, è segno che sta per piovere).

The animals

The cock, the pet par excellence, always announces the beginning of a new day but when the cock sings out of the time, tomorrow the weather will be different than today. The industrious ants always know what to do: their instinct makes theme build a little mountain of soil near the entrance’s anthill when it is about to rain.

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

l’arcobaleno Non sempre l’arcobaleno è un buon presagio: lo

spettacolare gioco di rifrazione, secondo l’esperienza delle passate generazioni di questa terra, annuncia

la pioggia se compare al mattino. Nelle ore pomeridiane, invece, anticipa il ritorno del bel tempo: arcu de matina, l’acqua se ‘vvicina. Arcu de sira ‘bbonu

tiempu spira (arcobaleno di mattina, l’acqua si avvicina, arcobaleno di sera, arriva il bel tempo).

The rainbow

The rainbow isn’t always a good sign: according to our past local generations’ experience, if you see the rainbow in the morning, it’s going to rain. When the rainbow appears in the afternoon, the good weather is coming instead.

Salento review//79


//CULTURA//CURIOSITà

le previsioni per tutto l’anno: provare per credere Non paghi dell’osservazione quotidiana dei fenomeni

presi in considerazione il tempo coincideva, allora si

empirico – detto de li carènnuli o de li carènduli o de li

visto il prevalere delle stesse condizioni. Se i pronostici

atmosferici, contadini e pescatori elaborarono un sistema misi de la rota – per prevedere l’evoluzione del tempo addirittura su base annuale, mese dopo mese.

Il periodo di riferimento era compreso tra il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia (quando le giornate iniziano ad “allungarsi”) e quello dell’Epifania, il 6 di gennaio.

I primi dodici, quindi fino al 24, servivano per il primo

pronostico. Il giorno di Natale, invece, veniva considerato indicativo, a seconda del tipo di vento, per stabilire se il nuovo anno sarebbe stato umido o secco. Dal 26 in poi i

giorni del secondo pronostico. Veniva dunque compilato uno schema a tre colonne: nella prima erano inseriti i mesi.

Così, per gennaio il primo pronostico era il 13 dicembre, il secondo il 26 gennaio; a febbraio erano associati il 14

e il 27; a marzo il 15 e il 28 e così via. Se nei due giorni

poteva star certi che il mese a loro collegato avrebbe

divergevano, non c’erano dubbi che il meteo si sarebbe rivelato piuttosto variabile.

Alcuni lettori, abituati alle previsioni superscientifiche disponibili su tutti i mezzi di comunicazione, accoglieranno certamente con grande scetticismo questi detti popolari e questi proverbi ritenendoli frutto di banali osservazioni

empiriche sulla cui attendibilità diventa inutile ogni di-

scussione. Altrettanto certo, secondo me, è che il rigettare

per partito preso i metodi dei nostri avi non rende giustizia né alla loro intelligenza né tantomeno alla loro costanza. Tanto è vero che la meteorologia moderna ha confermato l’attendibilità delle “previsioni salentine” e diverse sono

le pubblicazioni nautiche, ad uso e consumo di chi va per mare, che lo confermano.

The annual forecast: give it a go

Farmers and fishermen elaborated a system to forecast the weather for the next year. Our ancestors used to develop annual forecast by analyzing the weather during the days between December 13th and January 6th . Until December 24th they made the first prevision and in Xmas day, according to the wind, they predicted if the new year would had been humid or dry. From December 26th to January 6th they studied the second prediction. After this, the farmers and the fishermen used to fill out a table which was divided into three columns: the months were unlisted into the first one. For January, the prediction was based on December 13th (the first prediction) and January 26th (the second prediction). If the weather had been the same during the considered two days, they would have been sure that the weather would had been the same for the whole month. This process used to be made for every month of the year. Some of you follow the super-scientific forecasts and maybe you could feel sceptical about these folk proverbs. But, in my opinion, if we refuse our ancestors ‘ methods, we will hurt their intelligence and resolution. Indeed, the modern weather science confirms the trustworthiness of the “salentine forecasts” and various nautical publications, which can be consulted by anyone, confirm theme.

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pubbliredazionale

//HOTEL & RESORT AUGUSTUS RESORT Porto Miggiano/Santa Cesarea Terme (LE) Tel: +39 0836 949022 - Fax: +39 0836 947598 - www.augustusresort.com

un eden tra terra e mare panorama mozzafiato e cura nei dettagli le carte vincenti dell’augustus resort per rendere indimenticabile ogni momento

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Incastonato come un pregiato gioiello

intensa è data però dagli spazi esterni,

splendida vista sul mare e ben si presta

sulla scogliera di Santa Cesarea Terme

da dove si può sorseggiare qualcosa

ad accogliere buffet di frutta e dolci.

da bere perdendo lo sguardo lì dove la

Augustus Resort dispone anche di una

vimenti, rapisce per la sua bellezza. Una

linea dell’orizzonte del mare blu intenso

cantina di vini pregiatissimi delle migliori

struttura a cinque stelle creata in armonia

si confonde con il cielo.

etichette locali, nazionali ed internazionali

con la natura tra la macchia mediterranea,

Sul lato sinistro vi è una grande piscina,

da abbinare alla cucina tradizionale o

offre un panorama mozzafiato ed è il

sul bordo le chaise longue dove prendere

innovativa proposta dagli chef.

luogo ideale dove trascorrere i momenti

il sole e per chi volesse, anche una Jacuz-

I momenti di autentico relax si possono ben

più belli della propria vita.

zi. Location incantevole per organizzare

conciliare con gli incontri di lavoro: la strut-

Stile raffinato ed elegante per una cliente-

aperitivi o cocktails di benvenuto; mentre

tura è fornita anche di una sala congressi.

la esclusiva, attenta ai particolari, sempre

i gazebo che si trovano sulla destra della

Organizzazione e servizio impeccabile

alla ricerca del meglio, ogni ambiente

struttura vengono utilizzati per i buffet di

dati dalla trentennale esperienza della

frutta e di dolci.

famiglia Merico, ottenuta dal successo

mi particolari. La cura nella composizione

Tutto è ricco di fascino, ma il punto forte è

dei rinomati ristoranti Villino e Rosa dei

della tavola e la scelta degli arredi deno-

sicuramente il terrazzo che permette una

Venti, rendono perfetti tutti i momenti.

tano uno spiccato buon gusto e l’amore

An Eden between land and sea.

l’Augustus Resort, ristorante e sala rice-

dell’Augustus Resort è studiato nei mini-

per le cose belle. Ad accogliere i clienti c’è uno spazio all’aperto con divanetti, ideale per rilassarsi con un aperitivo. Due le sale ricevimenti di cui dispone, quella interna dalla quale si accede attraversando l’ingresso bar, ha una capacità di 350 posti. Un pianoforte a coda e il simbolo della struttura sul vasellame dà un tocco di regalità. La sala esterna, un po’ più piccola è chiusa dalle porte a vetro e si caratterizza per la luce e i colori intensi delle bellissime orchidee su ogni tavolo. L’emozione più

The Augustus Resort secret? A wonderful view and a very strong attention to detail A five star hotel located like a jewelamong the famous cliffs of Santa Cesarea Terme, the ideal place for the most beautiful moments of every life. Every detail has been studied to satisfy also the most demanding guestsand in particular the outdoor area, with an enchanting sea view, can surprise everyone. The Augustus Resort is also a beautiful location for unforgettable weddings with a wonderful internal room (capacity up to 350 seats). The particular furnishing and the excellent service give the location an exclusive atmosphere. A grand piano and the resort symbol on the tableware give the location a royal touch. The external room is a little smaller but it is particularly charming thanks to the bright colorful orchids placed on each table. Aperitifs and welcome cocktail can be served in the suggestive swimming pool, while fruits and sweet buffet under the white gazebo or on the lovely terrace overlooking the sea. The Resort has also a prized wine cellar with the best local, national and international labels that perfectly marry the excellent and innovative cuisine. The Augustus Resort is the result of thirty years of experience of Merico family (The resort owners) in tourism and services. We must not forget the success of their well known restaurants “Il Villino” and “Rosa dei Venti” in Santa Cesarea that guarantee a high level of service and quality from many years.

Salento review//83


//TERRITORIO//CURIOSITà

povera, ma fantasiosa. una cucina da restare a bocca aperta lo sapevate che gli uccelli fanno il latte? o che l’agnello riusciva a scappare dalla teglia? tutto era possibile nella fantasia delle nostre massaie. tre ricette vi svelano come di enzo turco

Sulla cucina salentina si è detto di tutto e di più; innumerevoli aggettivi si sono

sprecati: povera, gustosa, leggera, genuina, dietetica, varia e, naturalmente,

mediterranea. I piatti più ricercati dal gusto contemporaneo ripropongono le antiche ricette con coerenza rispetto a quelle originali: si pensi, ad esempio, ai ciceri e tria, diventati un vero e proprio must anche nei ristoranti più rino-

mati e raffinati. Eppure la cucina di una volta sapeva essere anche fantasiosa, nel senso più letterale del termine, a dispetto della limitatezza delle risorse economiche. L’estro delle massaie sfornava piatti basati su ingredienti poveri

combinati ad altri assolutamente inimmaginabili, ma facilmente reperibili. Il risultato finale era a dir poco sorprendente e, senza dubbio, appetitoso. Le tre ricette che seguono vi lasceranno... a bocca aperta.

Poor, but creative. The cookery that will leave you open-mouthed! Did you know birds can make milk? Everything was possible thanks our howsewives’s fantasy! These recipes show us how

Everything has been said about Salento’s cookery: adjectives like tasty, genuine, various and, obviously, mediterranean. Most sought-after dishes propose old recipes again, like ciceri e tria, a real must, even in the most renowed restaurants. But old traditions can also be inventive. Housewives flair can create dishes based on poor ingredients combined to unlikely ones, but easily available. The final result was surprising. These three recipes will leave you.. open-mouthed!

84//turismo//cultura//arte//informazione


stanatu de patate cu l’aunu scappatu Teglia di patate con l’agnello scappato

Questo piatto, invece, lo dobbiamo ad una donna di campagna. Per la preparazione si copriva il fondo di

una teglia con delle fettine di patate spolverate con sale, pepe, rosmarino, cipolla, aglio, prezzemolo e irrorate con abbondante olio. Il tutto veniva poi coperto con uno strato di pecorino misto a pane grattugiato e quindi

spruzzato con olio. Chiusa la teglia con un coperchio, la si poneva sulla brace avendo cura che ci fosse “fuecu

de subbra e fuecu de sutta” (fuoco di sopra e fuoco di sotto). Per questo sul coperchio della teglia venivano

posizionati abbondanti tizzoni ardenti. Nello “stanatu” (teglia) solo il sapore, l’agnello invece rimaneva

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

nell’immaginazione.

“Stanatu de patate cu l’aunu scappatu” (potatoes with runaway lamb).

We owe this dish to a country woman. Cover the bottom of a baking tray with potato slices, sprinkled with salt, pepper, rosemary, onion, garlic, parsley and abundant oil. Everything was covered with pecorino and grated bread. After closing the baking tray with a lid, it was put on the embers, having “fuecu de subbra e de sutta” (fire above and below). Therefore, live coal had to be put on the lid. Inside the “stanatu” (baking tray) only the flavor (!?), the lamb, on the other hand, was only in the imagination.

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

lu pisceammare Il pesce a mare

È un piatto sicuramente studiato ed elaborato dalle donne dei nostri pescatori. Esse mettevano a bollire in una pentola acqua, sale, origano, cipolle, pomodori,

prezzemolo e grani di pepe. Raggiunto il bollore immer-

gevano per almeno 20/30 minuti delle pietre, prelevate dal fondo marino, piene di alghe ed altro. Cuocendo questi pezzi di scoglio aromatizzavano abbondante-

mente il brodetto dando alla pietanza un inconfondibile sapore di pesce. A chi domandava dove stesse il pesce

usato, la risposta era pronta ed immediata: “Lu pisce?

A ‘mmare… no!?”.

“Lu pisceammare” (fish in the sea)

It’s definitely a dish elaborated from our fisher’s wives. They mixed salt, oregano, onions, tomatoes, parsley and pepper in boiling water. Then, after 20/30 minutes of boiling, they added some seaweed-covered rocks, taken from the sea’s bottom to aromatize the broth, enhancing it with sea flavor. When asked where the fish was,they simply answered “The fish? It’s in the sea!”

Salento review//85


//TERRITORIO//CURIOSITà

vermiceddri cu lu latte de ceddhru Vermicelli con latte di uccello

Piatto di grande fantasia la cui denominazione assurda (è

latte si cuociono i vermicelli in precedenza sbollentati.

dalla fantasia di uno stravagante chef moderno da cinque

il miele) e con abbondante cannella.

noto che gli uccelli non producono latte) sembra uscita cucchiai. Invece lo dobbiamo ad una sconosciuta massaia di

tanti anni addietro e, se pensiamo agli ingredienti, sembra più che altro una pietanza dell’antica Roma: vermicelli, mandorle sbucciate, sbollentate e macinate, zucchero (o miele) e cannella. Le mandorle, una volta tritate, venivano

immerse in acqua bollente e cotte per una diecina di minuti. Vengono, quindi, tirate fuori e strizzate ben bene avendo

cura di conservare il liquido (appunto il latte). In questo

Una volta scolati venivano conditi con lo zucchero (o con Siccome al peggio non c’è mai limite, i più miseri tra i miseri che non si potevano permettere il lusso delle man-

dorle le surrogavano con quelle contenute nei noccioli di

pesca, magari buttate via dalle cucine di qualche signorotto o religioso che viveva nei dintorni. Dopo aver estratto

queste pseudo mandorle dai noccioli venivano addolcite

lasciandole per circa una ventina di giorni in acqua fredda da cambiare di frequente e il gioco era fatto.

“Vermiceddri cu lu latte de ceddhru” (Vermicelli with bird’s milk) This weird named dish seems born from a great chef’s fantasy. Instead, we owe it to an unknown housewife. Looking at the ingredients, it looks like a dish from ancient Rome: Vermicelli, peeled almonds (minced and parboiled) sugar (or honey) and cinnamon. Once almonds were minced, they had to be immerged in boiling water and cooked for 10 minutes. They then had to be squeezed, preserving the liquid (milk). Inside this milk, previously parboiled vermicelli had to be cooked. Once drained, they were seasoned with sugar (or honey) and plenty of cinnamon. Those who couldn’t afford almonds, replaced them with peach stones , maybe thrown away by some rich man living nearby. After extracting these pseudo-almonds from the stones, they were left in cold water for about 20 days.

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

86//turismo//cultura//arte//informazione



//territorio//gusto

è dolce il natale con le delizie del salento purceddhruzzi, ncarteddhrate, pesce di pasta di mandorla. sono i dolci della tradizione che, di generazione in generazione, non possono mancare in tavola di jlenia m. gigante ph: pierpaolo schiavone

Il Natale nel Salento, ancora oggi, profuma di ricordi e ha

mandorla. Dolci di antica memoria, per tradizione sono

stiche che impongono l’acquisto spasmodico di prodotti

impastare, grattugiare sono alcuni dei termini ricorrenti

il gusto della tradizione. Al riparo dalle mode consumidolciari lontani e industriali, nel territorio della provincia

di Lecce non c’è casa che, nel periodo dorato dell’anno, non abbia pronto per la tavola della festa un dolce tipico preparato da mani sapienti che ripetono da secoli gli stessi gesti. Una casa non è degna di chiamarsi tale se sulla sua

tavola, nel periodo natalizio, non viene servito un piatto di purceddhruzzi e ncarteddhrate o un pesce di pasta di 88//turismo//cultura//arte//informazione

bontà di origine esclusivamente casalinga. Macinare,

nel lessico dei ricettari di ogni famiglia la cui cucina, nel

tempo dell’Avvento, è un fermento di mani e attività. A raccogliere la ricchezza di questa eredità gastronomica –

senza differenza di classe o di età – le donne che, inconsce vestali del gusto, rimettono in scena ogni anno la manualità delle nonne, delle zie, delle mamme: si riaprono i quaderni

logori su cui sono state scritte, in un tempo precedente,


Le ricette

Purceddhruzzi - Ncarteddhrate Ingredienti: 1000 g farina (o semola), 150 g olio di oliva, 100 g zucchero, 120 g liquore secco (o vino bianco) , 1 pizzico di sale, succo di mandarino, alcune scorze di arancia grattugiate Per guarnire: miele, pinoli, mandorle tostate nel forno, zucchero, cannella in polvere, alcuni pezzetti di cioccolato fondente, anisini colorati Impastare la farina con l’olio sfumato con la buccia di arancia e, per aromatizzare l’impasto, versare il succo di mandarini q.b. Lavorare la pasta e lasciarla riposare coperta da un tovagliolo. Dividere l’impasto in pezzi da lavorare per ottenere un “bastone” più o meno sottile da cui ricavare dei tocchetti da ripassare sul retro della grattugia, oppure dei lunghi fili da attorcigliare attorno all’indice della mano per fare degli anellini. Lasciati asciugare, friggere in abbondante olio di oliva. Raffreddati, amalgamarli in una casseruola con il miele a fuoco lento senza farlo caramellare. Ancora caldi, aggiustarli in un piatto di portata decorandoli con anisini, pinoli, cioccolato fondente a pezzi. PH: MARIA GRAZIA CASALINO - FLICKR: VIAGGIARESIII

Per le ncarteddhrate

formule di dolcezza; qualcuna rispolvera, magari, l’antico

Lavorare la pasta rimasta stendendola in una sfoglia piuttosto sottile da tagliare

sfoggia spianatoia e mattarello. Ognuna ha la sua ricetta

pizzicandola ai bordi per ottenere la forma di una rosa. Fritte e passate nel miele

macinacaffè manuale; qualcun’altra, con soddisfazione,

a strisce larghe 5/6 cm e lunghe 10/15 cm. Arrotolare ogni striscia su se stessa,

con delle variabili segrete per quantità ed elementi, che

accompagnano il piatto dei purceddhruzzi.

conserva gelosamente solo per i membri della sua fami-

glia. E guai a chi ne parla. Gli uomini restano a guardare, silenziosi spettatori dell’avvento dolciario fino alla Vigilia,

quando, finalmente, riscoprono il ruolo di assaggiatori. Solo i bambini sono ammessi a partecipare al rito ancestrale che richiama febbrilmente in cucina le donne della casa.

E che sia così da sempre, lo leggiamo nei versi che, nei

primi del ‘900, il conterraneo Francesco Morelli dedicava al Natale: “Ricordu: quando stia la mama a nvita, pittule e ncartiddrate priparava, cu tombule e cuntrici divirtita la notte te Natale se passava...”.

Oggi molti forni e pasticcerie propongono i meravigliosi

prodotti già confezionati, ma il piacere di prepararli a

Recipes Purceddhruzzi – Ncarteddhrate

1000 g flour (or bran), 150 g olive oil, 100 g sugar, 120 g dry liquor (or white wine), a pinch of salt, tangerine juice, some grated orange peels garnishes: honey, pine nuts, toasted almonds, sugar, cinnamon powder, some dark chocolate bits, colored anisini Knead the flour with oil nuanced with finely grated orange peel, then pour tangerine juice as required. Knead the dough and let it rest for a while, covered by a napkin. Divide the dough into pieces and knead until you get a thin “stick”, which has to be cut in chunks. Let it dry, then fry it in abundant olive oil. Once cooled, mix with honey in a saucepan over a low flame, without letting it caramelize. While still hot, garnish with anisini, pine nuts or dark chocolate.

Preparing ncarteddhrate:

Knead the remaining dough, previously left resting, rolling it out into a rather thin sheet. Cut into strips, 5/6 cm wide and 10/15 cm long. Roll each strip on itself, pinching the edges to achieve the shape of a sunflower. Fried then passed into the honey, they usually accompany purceddhruzzi or can also be immersed in vincotto.

casa non ne risente, anzi, rivive subito dopo la festività

VALORI NUTRIZIONALI MEDI*

dell’Immacolata, come ci racconta un’elegante testimone

100 gr di Prodotto

e custode dell’antica arte dolciaria salentina di fine ’800,

la signora Silvia Fusaro Vetere, che ha condiviso con noi

alcuni ricordi: “Cominciavamo con il pesce di pasta di

mandorla e lavoravamo di sera tardi, dopo che mia madre aveva mandato a letto i miei cinque fratelli per evitare che

assaggiassero i vari ingredienti appetibili. Poi qualche

giorno prima di Natale, preparavamo i purceddhruzzi e le ncarteddhrate. Un lavoro infinito, ma bello”.

In effetti, queste minuscole delizie fritte, a cui si aggiungono le delicate ncarteddhrate – le donne salentine lo sanno

bene – richiedono un’infinita pazienza e dedizione per

1 razione (20 gr)

VALORE ENERGETICO

546,80 kcal 2285,6 kj

109,4 kcal 457,1 kj

PROTEINE

8 gr

1,6 gr

CARBOIDRATI

66 gr

13 gr

LIPIDI

11 gr

2 gr

FIBRE ALIMENTARI

1,6 gr

0,3 gr

SODIO

2,4 mg

0,5 mg

ENERGY VALUE PROTEIN CARBS FATS

FIBER

SODIUM

TABELLE A CURA DELLA DOTTORESSA CAROLI CASAVOLA - GENETISTA ESPERTA IN NUTRIZIONE

Salento review//89


//territorio//gusto

Le ricette Pesce di pasta di mandorla Ingredienti: 1 kg di mandorle pelate e ridotte in farina finissima, 800 g di zucchero semolato, 1 bicchiere d’acqua Per il ripieno: faldacchiera (zabaione cotto a bagno maria), marmellata di pere, savoiardi, cioccolato fondente, caffè, liquore a scelta Versare in acqua bollente le mandorle per poterle sbucciare. Tritarle finemente. Mettere in una casseruola a fuoco basso 150 g di acqua con lo zucchero. Quando, prendendo una piccola goccia tra il pollice e l’indice, si formerà un filo, versare le mandorle tritate e girare energicamente con un cucchiaio fino a che l’impasto si staccherà dalle pareti della pentola. Lasciare raffreddare e lavorare l’impasto per stendere una sfoglia di 1 cm con un mattarello. Spolverare lo stampo con abbondante zucchero a velo. In corrispondenza dell’occhio del pesce porre un chicco di caffè. Stendere la sfoglia ottenuta e pressarla perché aderisca allo stampo. Farcire e chiudere con la restante sfoglia di pasta su cui passare il mattarello per fare aderire le due sfoglie. Capovolgere lo stampo su un piatto di portata per

ottenere un impasto friabile e profumato. “Ho il ricordo di

un’atmosfera festosissima quando – prosegue Silvia Fusaro Vetere – preparavamo i purceddhruzzi, densa dei profumi meravigliosi del Natale: la buccia dell’arancia sfumata

nell’olio, il succo di mandarino versato nell’impasto, l’olio di oliva che friggeva e poi l’intensità del miele sul fuoco,

decorare il pesce a piacimento.

l’odore mediterraneo della cannella”. Ricordi vivi che,

Fish of almond paste:

della tradizione e lo spirito di unità familiare che prepara

oggi, intende trasmettere ai nipoti per non perdere il senso

1 kg well chopped peeled almonds, 800 g granulated sugar, 1 glass of water Filling: Faldacchiera (zabaione cotto a bagno maria), Pear jam, Savoiardi, Dark chocolate, Coffee, Liquor of your choosing. Pour the almonds in boiling water to peel them easily. Chop well and proceed with the preparation of the “mint julep”: put 150g of water with sugar in a saucepan, over a low flame. When taking a small drop between the thumb and index finger, it will form a thread, pour the chopped almonds and, still over a low flame, vigorously stir with a wooden spoon until the dough comes away from the pan’s sides. Let it cool on a plate. Knead the dough with your hands and roll out to1 cm with a rolling pin (with the help of parchment paper). Dust the mold with plenty of icing sugar or cover it with plastic wrap. Use a coffee bean as the fish’s eye. Roll out the dough and press it well to the mold. Fill and cover with the remaining pasta. Lay a sheet of parchment paper and pass the rolling pin to make the two sheets join together. Place a serving plate over the mold and turn upside down to remove the mold. Remove the plastic wrap, making the extra dough come off. Decorate with natural colors.

VALORI NUTRIZIONALI MEDI* 100 gr di Prodotto VALORE ENERGETICO

491,50 kcal 2054,5 kj

PROTEINE

11,7 gr

CARBOIDRATI

48,7 gr

9,7 gr

LIPIDI

29 gr

6 gr

FIBRE ALIMENTARI

6,7 gr

1,3 gr

SODIO

9 mg

1,8 mg

ENERGY VALUE PROTEIN CARBS FATS

FIBER

SODIUM

98,3 kcal 411 kj 1 razione (20 gr) 2,3 gr

*Valori nutrizionali ottenuti dal calcolo dei valori medi degli ingredienti principali utilizzati per la preparazione prendendo come riferimento le tabelle dei nutrienti dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) * Nutritional values obtained calculating average values of the main ingredients used for preparation, taking the tables of nutrients of National Institute of Research on Food and Nutrition (INRAN) as reference.

90//turismo//cultura//arte//informazione

alla dolcezza del Natale nel Salento.

Salento’s christmas is so sweet!

Purceddhruzzi, ncarteddhrate and fish of almond paste are the traditional sweets that, from generation to generation, are inevitable on Christmas tables of Salento. Christmas in Salento, even today, keeps the taste of tradition and every district is ready to make a typical sweet. Any house in Salento is not worthy to be called such if its table is devoid of a plate of purceddhruzzi and ncarteddhrate or a fish made of almond paste. To mantain the wealth of this gastronomic heritage – without distinction of class or age – women reenact the work of their grandmothers, aunts or mothers: each has its own secret recipe with variables for quantities and items, which are solely kept only for family members. Only children are admitted, and men are simply silent spectators until Christmas Eve, when they are finally allowed to taste the sweets. Today, many bakeries and pastry shops offer these products already packaged, but the pleasure of preparing them at home is not affected, in fact, you can breathe it immediately after the Feast of the Immaculate Conception.Mrs. Silvia Fusaro Vetere, a witness and keeper of Salento’s ancient art of confectionery of 800 (passed down from his relatives), shares her memories: “We began with the fish of almond paste and worked late at night, after my mother had sent my five brothers to sleep, preventing them from tasting the ingredients. Then a few days before Christmas, we started preparing the purceddhruzzi and ncarteddhrate.” An endless yet beautiful work. In fact, these tiny fried delights require infinite patience and dedication to get a crumbly and fragrant dough. “I remember the atmosphere when preparing purceddhruzzi, full of wonderful Christmas scents: the orange peel in the oil, the tangerine juice poured in the mixture, the frying oil, the intense smell of honey and the mediterranean aroma of cinnamon...” She wishes to bequeath these vivid memories to her grandchildren, so that they won’t forget the sense of tradition and family unity, which is typical of Salento’s Christmas.



pubbliredazionale

//VINI E LIQUORI LINCIANO LIQUORS srl, Via Duca degli Abruzzi, 59/61 73100 Lecce (LE) - Tel. +39 0832 331968 Fax +39 0832 241211 www.lincianovini.it - comunicazione@lincianovini.it

vini e distillati: il mondo del beverage è da linciano enoteca storica, linciano liquors è, nel salento, il punto di riferimento per gli amanti del “buon bere” L’affascinante mondo dell’alcol, a Lec-

beverage. Oggi, è una realtà consolidata

il nostro lavoro, principalmente, sulla

ce, lo trovi raccolto negli alti e lunghi

che punta sulla filosofia del “bere bene”

selezione di qualità. Non compriamo e

scaffali di Linciano Liquors, enoteca

come ci racconta Tonino Linciano:

vendiamo per mero spirito commerciale,

L’attività enotecaria non è solo un mo-

ma ricerchiamo prodotti che coniughino

storica e punto di distribuzione della liquoristica di qualità per il Salento. Nata a ridosso del dopoguerra come attività

mento commerciale, è anche consu-

lenza. Come vi rapportate ai diversi

la qualità con un buon prezzo. La nostra attività di consulenza è indirizzata a fare

commerciale di vini, olii sfusi e cereali

segmenti di clienti?

emergere quelle piccole aziende che

ha sviluppato, sotto l’acuta direzione

“L’enotecario classico, in genere, riporta

sono alla portata di tutti i consumatori

di Tonino Linciano cui si è affiancato,

i prodotti che hanno già un nome sul

a cui piace bere prodotti di qualità.”

mercato. Noi abbiamo deciso di fondare

Nella vostra azienda si può trovare il me-

poi, il fratello Francesco, il settore del

92//turismo//cultura//arte//informazione


glio della produzione vinicola mondiale.

Quali sono i territori che proponete a consumatori attenti alle novità e come arrivate a selezionarli?

soddisfazione proponiamo una ricerca di distillati importanti, unici che richiamano il mondo della miscelazione italiana degli anni venti, la bevuta classica su cui

“L’esperienza, la curiosità, la voglia di

abbiamo fatto un’accurata selezione dai

essere innovativi è il nostro metodo di

gin, ai bourbon, ai rum. Anche le birre

lavoro. Questo ci porta ad essere presenti

che proponiamo sono scelte secondo la

agli appuntamenti più importanti del

logica della qualità.”

settore vitivinicolo (Bordeaux, Verona,

Oltre ad essere un’attività di dettaglio,

Merano, Düsseldorf) per valutare, conoscere produttori e terroir differenti da proporre nelle nostre selezioni di qualità.“ Non è rischioso proporre vini particolari per vinificazione come quelli armeni?

“La nostra enoteca è una delle poche

siete anche un centro di distribuzione che si rivolge alla ristorazione e alle attività ricettive di fascia alta. Quali

sono i percorsi per avvicinare questo

tipo di clientela ai vostri prodotti e quali attività avete in programma

a proporli. Per vendere, oggi, bisogna

prossimamente?

stimolare l’interesse dei consumatori. La

“Non è semplice arrivare a tutti: noi lo

curiosità è il volano che muove anche

facciamo tramite una rete di agenti, e

un’economia stagnante. E il vino armeno

aggiornando gli operatori del territo-

può essere un prodotto che accattiva

rio con un’attività di comunicazione. Da

la curiosità.”

tempo, poi, organizziamo una giornata di

Accanto alla vendita del vino, l’enoteca propone un intero settore dedicato alla distilleria e alla birra. Quali sono i vostri prodotti di punta?

wine tasting dedicata agli operatori del settore che hanno, così, l’opportunità di assaggiare il meglio della nostra selezione per decidere quali novità adottare o meno

“Oggi il mondo del beverage si divide

nelle loro attività. L’evento, biennale, è

in due poli: i prodotti commerciali che,

già alla quinta edizione e lo stiamo pro-

in ogni caso non possono mancare e

grammando per i prossimi mesi.”

quelli di altissima qualità e lignaggio. Con

Wines and spirits: beverage’s world starts from Linciano

Historic wine cellar Linciano Liquors is, in Salento, the benchmark for “good wine” lovers In the world of alcohol in Lecce a name stands out, Linciano Liquors. Born around postwar period it has developed, directed by Tonino Linciano with his brother Francis, the beverage sector. Today, it’s a reality which focuses on the philosophy of “drinking well” as Tonino Linciano tells us: This activity isn’t only a commercial moment, but also consulting. How do you handle different types of customers? We’ve decided to base our work on quality. We look for products that combine quality and price. Our consulting business wants to bring out small businesses within the reach of all consumers, who enjoy drinking quality products. Which are the areas you propose to consumers and how to select them? Experience, curiosity and innovation is our belief. We take part in the industry’s most important events (Bordeaux, Verona, Meran) to meet and evaluate producers and various terroirs who’ll be introduced in our selections. Isn’t it risky to suggest wines like the Armenians? The consumers’ interest has to be stimulated: curiosity is the engine which drives the economy and the Armenian wine can satisfy this standard. What are your top products? Today the beverage industry is divided in two: commercial products and those of highest quality. We research important spirits that evoke Italian ‘20s, on which we’ve made a careful selection. Even the beers we offer are chosen according to the logic of quality. How do you satisfy the various types of customers and what activities are you planning for the future? Pleasing everyone isn’t simple: we do it through a network of agents, and updating local operators with a communication activity. For some time now, we organize a day of wine tasting: the biennal event has already reached its 5th year and it’s planned for the upcoming months.

Salento review//93


//territorio//gusto

un brindisi di bollicine a capodanno sinonimo di buon augurio, si sposano bene con le feste di natale. tra metodi e residuo zuccherino, scopriamo in etichetta come fare la scelta giusta di jlenia m. gigante

94//turismo//cultura//arte//informazione


Luccicanti, accattivanti, vivaci, le bollicine nei flûte invitano

Vino da rifermentazione, è il metodo a fare la differenza,

piace anche a chi il vino lo consuma poco o niente. Piace

scegliere territorio, vitigno, annate e metodo. Il metodo

alla festa. In Italia la bollicina si chiama “Spumante” e per il carattere versatile e di grande effetto sia per momenti

informali che per tavole eleganti. Lo schiocco allegro del tappo, la musicalità del vino versato e il suono sottile della

schiuma che ferve nel bicchiere; la trasparenza di una

gamma cromatica dal paglierino all’oro che brilla attraendo luce; la serie costante di catenelle zampillanti nel calice; un

ventaglio di fragranze di differente intensità – più ampio

per il metodo Classico, più tenue per gli Charmat – che ricorda: la crosta del pane, la pasticceria secca o la pasta sfoglia dalla tendenza burrosa, sfumature esotiche di frutta e note agrumate, i fiori bianchi piccoli e delicati; la sorpresa

del gusto, mai aggressivo, ma intrigante e rinfrescante. Se poi si sceglie dello spumante l’espressione dolce – da

moscato, malvasia, brachetto – i profumi si arricchiranno di un’intensità dolce di miele e canditi. Tutto questo è un calice di bollicine, niente di meglio per brindare durante le feste tra Natale e Capodanno.

Come ogni vino, le bollicine non sono omologabili tra loro.

Ogni etichetta è un racconto dettagliato del prodotto, dove

rintracciare le scelte del produttore e le peculiarità organolettiche per il consumatore. Metodo Classico o Charmat? Brut o Extra–dry? Blanc de blancs o Blanc de Noirs? Mil-

lesimato o Sans Année? Se la scelta appare disorientante, lasciamoci guidare dai codici in etichetta ricordando che la tradizione spumantistica del Belpaese è di lunga data e

nulla ha da invidiare ai cugini d’Oltralpe, da cui ha attinto, semplicemente, le tecniche di vinificazione nel lontano ’800.

e la passione del viticoltore la qualità. Produrlo significa

Classico richiede la selezione delle uve e la fermentazione separata dei mosti di partite omogenee per provenienza, per ottenere vini base dalle caratteristiche precise e distinte.

Un lavoro che prosegue con le degustazioni dei vini base dell’ultima vendemmia o di annate precedenti, condotto dall’enologo e produttore, per selezionare la cuvée e ottenere spumanti differenti: “Millesimato” se realizzato con

almeno l’85% dei vini di una stessa vendemmia; “Blanc

New Year’s, a toast for connoisseurs

Classic Method or Charmat? Brut or Extra-dry? Between residual sugar and methods, we find out how to choose the sparkling wine that does it for us Flute’s bubbles invite to the party. In Italy, bubbles are called "sparkling wine", also loved by those who consume little to no wine. 151 million bottles opened last year, of which 144 million made in Italy. So, what’s so good about it? The answer lies in the versatile and impressive character for both informal moments and elegant tables. The cork’s pop, the musicality of spilled wine and the sound of thin foam in the glass; between Classic Method, wider, and Charmat, fainter: the surprise of taste, never aggressive, but intriguing and refreshing. But if you choose the sweet expression of sparkling wine - Muscat, Malvasia and Brachetto - you will be enriched with the scent of honey and candied sweet’s intensity, while maintaining a balanced taste. Nothing better to celebrate during the holidays between Christmas and New Year’s. These wines’ labels are results of a project and each describes a product. Classic Method or Charmat? Brut or Extra-dry? Blanc de blancs or Blanc de Noirs? Millesimato or Sans Année? If the choice is hard, let’s look at the code on the labels, remembering that Italy’s traditional sparkling wine is long-standing and has nothing to envy to the transalpine cousins, from where it drew winemaking techniques of ‘800. It’s a wine fermentation where the method changes depending on container’s type, fragrances and flavors. The difference in quality marks the symbiotic link between wine and producer. "Wine is a job, sparkling wine is passion," wrote Mario Soldati, writer and lover of Bacchus world. Producing it means choosing territory, varietal, year and method. For Classic Method, it begins with the selection of grapes during the harvest: next comes the pressing of homogeneous lots whose musts are fermented separately to produce wines based on precise and distinct characteristics. homogeneous lots whose musts are fermented separately to produce wines based on precise and distinct characteristics. Homogeneous lots whose musts are fermented separately to produce wines based on precise and distinct characteristics.

Salento review//95


//territorio//gusto

de blancs”, se ottenuto da sole uve a bacca bianca; “Blanc

morbidezza si aggiunge, infine, uno “sciroppo di dosaggio”

inizia con l’aggiunta di una soluzione di lieviti, zuccheri

hanno alcuna aggiunta gli spumanti Pas dosé.

de Noirs” se da uve a bacca nera. La spumantizzazione e sostanze minerali alla cuvée imbottigliata nella cham-

pagnotta sigillata con tappo a corona. Da questo momento in poi è solo un’alchimia che opera lenta nel silenzio delle

cantine, lontano dalla luce per non offendere la sensibilità

di quegli agenti responsabili delle irresistibili bollicine. Il

viticoltore non resta a guardare: ascolta, osserva, ogni tanto smuove le bottiglie lasciate a riposare in orizzontale per rimettere in sospensione le sostanze e favorire la discesa delle fecce verso il tappo. L’affinamento lungo a tempe-

ratura controllata, induce i lieviti ad amalgamarsi con gli zuccheri generando quel patrimonio di aromi olfattivi e gustativi tipici, mentre l’anidride carbonica all’interno ferve

aumentando la pressione. Per ottenere il vino brillante ed effervescente, però, è indispensabile la mano dell’uomo che porta a compimento due complessi interventi: la roteazione

delicata delle bottiglie per portarle in posizione verticale e la sboccatura (la cui data, a volte, è indicata in etichetta) per eliminare le fecce attraverso la bolla d’aria causata dalla rimozione del tappo. Per perfezionare il prodotto e la sua

Pittule in abbinamento Con un flûte di “bollicine” in mano, quale piatto proporre

per pasteggiare? Ospiti in una casa salentina, ci aspettiamo di trovare una proposta gastronomica della tradizione che ben si sposa con l’effervescenza di un buon prosecco o

con l’acuta freschezza di uno spumante: le pittule. Qui vi indichiamo la ricetta. Ingredienti: farina 1 kg, 1,5 cubetto di lievito di birra (30 g circa), acqua tiepida, sale q.b., olio di oliva per la frittura Impastare la farina con il lievito di birra e un poco di sale sciolto in acqua tiepida. Lavorare l’impasto a lungo fino a renderlo morbido ed elastico. Lasciare a lievitare qualche ora in un luogo tiepido, coprendolo con un tovagliolo. In una pentola profonda, versare l’olio di oliva e quando è ben caldo, stringere nel pugno della mano un po’ di impasto e staccare con l’altra mano una forma sferica per farla cadere nell’olio di frittura. Le pittule sono pronte quando vengono a galla, con un bel colore dorato.

96//turismo//cultura//arte//informazione

la cui composizione è il segreto di ogni produttore. Non

Non meno coinvolgente è la spumantizzazione da metodo Charmat o Martinotti. La differenza di questo metodo

consiste nell’uso di grandi contenitori in acciaio inox dove la fermentazione dei vini base con la selezione di lieviti

e zuccheri ha luogo in tempi più rapidi. Metodo di produzione del prosecco più famoso dello Stivale italico – il

Conegliano - Valdobbiadene DOCG – è utilizzato per la

produzione degli spumanti dolci perché esalta la freschezza e la piacevolezza degli aromi primari delle uve. Scelto da molti produttori che spumantizzano vitigni da territorio

nuovi a questo percorso, dà piacevoli risultati. Come nel Salento, dove l’esperienza di bollicine da negroamaro si sta consolidando.

Facili da bere, complesse da realizzare, le bollicine meritano

un’attenzione non superficiale: almeno per il brindisi di

Capodanno, come festa speciale, scegliamo lo spumante

seguendo, non tanto il prezzo, ma le emozioni gustative perché, oltre alla bravura dei viticoltori, la differenza nella cultura del buon bere la traccia sempre il consumatore.

Pittule in combination

With a flute of “bubbles “ in the hand , which dish propose to dine? Guests in a house of Salento, we expect to find a gastronomic tradition which goes well with the effervescence of a good prosecco or with acute freshness of sparkling wine : pittule . Here we describe the recipe. ingredients: flour 1 kg , 1.5 cube brewer’s yeast (30 g approximately), warm water, salt to taste, olive oil for frying Mix the flour with the yeast and a pinch of salt dissolved in warm water . Knead the dough for a long time until it is soft and elastic. Allow to rise a few hours in a warm place , covered with a napkin. In a deep pot , pour the olive oil and when hot , tighten the fist of your hand a bit ‘ of dough and pull with the other hand a spherical shape to make her fall in oil are ready to frittura.Le pittule when they come to the surface , with a nice golden color.



//lifestyle//famiglie

sembra estate ma è pieno autunno: “mamma, io sento proprio odore di natale” se un bimbo, in un giorno d’ottobre con 25 gradi, invoca il natale, allora viene il sospetto di una predisposizione genetica alla festa più attesa dell’anno di barbara marzo

Odore di castagne, luci calde accese già nel primo

nioni a casa mia con cugini, zii e amici e la magia dei

purceddhruzzi, aghi del (rigorosamente) finto pino di

dell’omone vestito di rosso avvenuta per bocca di mia

pomeriggio, note di canzoni senza tempo, pittule e

natale tra le mani e freddo (di tramontana e non umido

di scirocco, spero)... ecco, tutti i sensi si risvegliano per il Natale, il mio meraviglioso Natale!

Ho sempre vissuto questo periodo come un momento

felicissimo dell’anno, l’attesa di Babbo Natale, le riu98//turismo//cultura//arte//informazione

regali. Ma anche la tragica scoperta dell’inesistenza

sorella: è stata la più grande delusione della mia vita ma io, non volendo accettare la realtà, feci finta di

niente continuando a sperare che prima o poi qualcu-

no scoprisse la sua esistenza e ancora oggi vivo con il pensiero che questo sogno si avveri.


Non mi sono mai liberata dell’ansia del Natale, anzi,

Di fatto la letterina è funzionale anche ad una forma di

con sommo disappunto di mio marito che controvoglia

sedare animi e placare capricci bambineschi con il monito:

entro in trance piuttosto presto: già ai primi di novembre, si lascia “coinvolgere” nella mia frenetica ma gioiosa

organizzazione, partono le operazioni. Albero, addobbi, calendario dell’avvento, lettera a Babbo Natale, regali, cena della vigilia e pranzo. Naturalmente non manca la

monotonia musicale che molti dicono di detestare, ma che

educazione a “tempo determinato” perché permette di

“stai attento perché Babbo Natale passa sui tetti a guardare se fai il bravo e per regolarsi se e quanti regali portarti”!

Le grandi manovre per l’allestimento dell’albero iniziano a novembre e per questo ho una spiegazione plausibile:

poi, in realtà, finiscono per canticchiare.

Deve esserci, nella mia famiglia, una predisposizione

genetica al Natale, se verso fine ottobre, mentre passeggiavamo per le strade, mio figlio Riccardo mi ha detto “mamma, io sento proprio odore di Natale!”. Faccio

presente che quel giorno la temperatura si aggirava sui 25 gradi e non erano pochi quelli che se la stavano spassando al mare.

Il primo passo quindi è stato quello di predisporre una letterina per Babbo Natale – anche se fino al giorno

dell’invio sarà diventata chilometrica – che verrà accuratamente imbucata perché ho scoperto che le Poste

Italiane rispondono con lettera e regalino alla corrispondenza al più paziente dispensatore di regali del mondo. Ma poi – mi continuo a chiedere – qual è l’indirizzo corretto? Polo Nord, Lapponia?

Feels like summer, but it’s actually autumn: “Mom, I can smell christmas” If a child calls on Christmas in an October day with 25 degrees, then there is the suspicion of a genetic predisposition to the most awaited festival of the year

The smell of chestnuts, warm lights lit during the morning, notes of timeless songs, pittule purceddhruzzi and all the senses are awakened for Christmas, my wonderful Christmas! I’ve always lived this period as joyous time of the year, with my father’s and my mother’s families reunited at my house for days, the magic of gifts, but also the tragic discovery of the nonexistence of Santa, at the hand of my sister: it was the biggest disappointment of my life, but I kept acting like nothing happened, with the belief that one day someone would discover his existence... and I still hope so. I could never get rid of Christmas’s anxiety, in fact, I enter a state of trance in quite a short while: already in early November, my husband who’s reluctantly “involved” in my joyfully organization, preparations begin. Tree, decorations, advent calendar, a letter to Santa, gifts, Christmas Eve dinner and lunch. There are plenty of jingles that many say they hate, but then end up humming them. There must be a genetic predisposition toward Christmas, if by the end of October, as we walked through the streets, my son Richard told me “Mom, I can smell Christmas.” Besides, the temperature was around 25 degrees and many people were by the sea. The first step then was to write a letter to Santa that will be mailed, because I found that the Italian Post Office responds with a letter and a gift to the correspondence to Santa. But I keep asking myself “Which address is correct? North Pole, Lapland?”. The preparations for the tree begin in November and there is a reason: Hector, my second son, was expected for the days around Christmas time – in fact, he was born on December

Salento review//99


//lifestyle 1//famiglie

tutto il resto prevede la partecipazione di amiche gioiosamente solidali, tra dolcetti, tè e scorribande dei bambini.

Dal primo dicembre si parte con il calendario dell’avvento che ho trovato in una forma funzionale alle nostre

abitudini familiari: un grande libro illustrato che fa da contenitore a 25 piccoli libricini ciascuno contenente una storia e dedicato ad un particolare giorno. Una scoperta

meravigliosa considerato che la lettura è uno degli hobby

di casa e quindi per tutti questi giorni si perpetua il rito della lettura, prima della nanna, di un libricino che poi trova collocazione sull’albero di Natale.

Cenone della vigilia e pranzo del 25 vedono la consueta riunione delle famiglie, con nonni paterni e materni, im-

preziosita dalla presenza di qualche amico. L’alternanza Ettore, il mio secondogenito, era atteso per i giorni a ridosso

di Natale – infatti è nato il 15 dicembre dello scorso anno – e quindi ho dato il via alle grandi manovre con un certo

anticipo. Quest’anno, tuttavia, le indicazioni del marito sono state tassative: non prima dell’ultimo weekend del

mese. E se il suo ruolo è quello di posizionare il puntale in cima all’albero, atto finale di una liturgia complessa, 15 last year – and so I started preparations in advance. This year, however, my husband’s indications were strict: not before this month’s last weekend. And if his role is to position the tip on top of the tree, final act of a complex liturgy, all the rest involves the participation of supportive friends, including cakes, tea and happy children. Starting from the first part of December, with the advent calendar that I found in a functional form which adapts perfectly to our family habits: a large picture book which contains 25 booklets containing a story dedicated to a particular day. For all these days perpetuates the ritual of reading before sleeping, a booklet which will then put on the tree. Christmas Eve dinner and lunch see the usual reunion of families, enhanced by the presence of a few friends. The tombola played with tangerine peels, the exclamations in dialect that accompany each draw, and then the inevitable purceddhruzzi. A trip to the living cribs can’t be missed, because they are some sort authenticity certification of the feast, as witnessed by the charmed look of children as they walk in the sets designed by the industries’ artists. In some cases there are also activities which need the active participation of children. The intensity in which the celebration of Epiphany is lived in my house, is proof of “faith” in the festival which lasts until the end of January, when everything goes back into the boxes. And then I remember how much I miss the warmth of my beloved summer.

100//turismo//cultura//arte//informazione

tra casa mia e casa dei miei genitori è un dato acquisito.

La tombolata con le bucce dei mandarini che “fanno digerire, anche se sono pieno”, le esclamazioni dialettali che accompagnano ogni estrazione: “10” dice uno, “lu Panza da canigghia”, risponde l’altro. E poi gli immancabili purceddhruzzi.

Non si può certo fare a meno di un’escursione ai presepi viventi che sono organizzati nei dintorni, perché sono una

sorta di certificazione di autenticità della festa, testimoniata dallo sguardo incantato dei piccoli mentre camminano

estasiati nelle scenografie ideate dagli artisti del settore. In qualche caso sono previste anche attività che vedono la partecipazione attiva dei bimbi.

L’intensità con cui si vive, in casa mia, anche la celebra-

zione dell’Epifania, è la prova provata della “fede”nelle

festività che si prolunga fino alla fine di gennaio quando

tutto – tranne la felicità della condivisione con i propri cari – ritorna negli scatoloni. Ed allora mi ricordo di quanto mi manchi il caldo della mia amata estate.



pubbliredazionale

//FASHION

ANNA VALENTINI via Renato Imbriani, 36 - Lecce (LE) Tel: +39 0832 389063 - annavalentini@live.com AnnaValentiniBeauty Annavalentini7

2014: anno nuovo look creativo arriva il momento migliore per darci un taglio: reinventare se stesse a partire da un altro colore di capelli, da un trucco piĂš trendy e, perchĂŠ no, da un programma cosmetico la bioesthetique in grado di restituire equilibrio alla mente e al corpo.

102//turismo//cultura//arte//informazione


Ogni donna è unica e Anna Valentini,

essere pronte ad affrontare al meglio

a tutti i budget e studiati apposta per le

hair-stylist e apprezzata consulente di

il Veglione di Capodanno, anche dopo

festività, una visita da Anna Valentini in

bellezza, questo lo sa. Ecco perché basta

una giornata lunga e intensa. Infine, la

questo periodo dell’anno diventa anche

prendere un appuntamento nel suo sfavil-

rinascita passa anche da un trattamento

una sorpresa da mettere sotto l’albero e

di bellezza in grado di restituire respiro a

da condividere con le amiche. Un appun-

Renato Imbriani, a Lecce, per incontrare

un viso e a un corpo affaticati dal peso di

tamento prima della notte di Capodanno

una guida esperta. Una professionista

una vita frenetica. Trattamenti rassodanti

basterà per ottenere in pochi step un

creativa, in grado sia di accontentare le

o rivitalizzanti per il viso, un massaggio

total look originale e in grado di stupire.

fashion victim, cioè quelle donne che

per le mani, un trattamento idratante

Anna Valentini e il suo staff aspettano le

hanno un’idea chiara di ciò che vogliono

per il corpo: i programmi cosmetici sono

clienti vecchie e nuove per il tradizionale

ottenere da se stesse, ma anche le don-

svariati e Anna Valentini saprà indirizzare

scambio degli auguri di Natale e per

ne più indecise, quelle che desiderano

ogni donna verso quello che fa proprio

l’inizio di un nuovo anno all’insegna del

reinventare il proprio look, ma da sole

al caso suo. Con i pacchetti regalo adatti

glamour e della bellezza.

lante salone La Bioesthetique Paris di via

non saprebbero in che direzione andare. Più di trent’anni di esperienza e un team vulcanico fanno del salone di Anna Valentini la meta ideale di chi vuole concedersi un pomeriggio tutto per sé, soprattutto in vista delle festività natalizie. Si parte dai capelli. Taglio lungo o corto, frangia o ciuffo: ogni viso, in base alla sua forma, richiede un approccio personalizzato e l’esperienza di Anna Valentini indirizza subito verso la strada giusta. Il colore, invece, permette di essere sempre diverse e sempre al passo con i tempi: ecco perché La Bioesthetique mette a disposizione delle clienti ben due collezioni l’anno che riguardano sia le sfumature e le nuances, sia i prodotti per viso e corpo. Anna Valentini aiuterà a scegliere la combinazione più adatta per essere mai banali e sempre trendy e al passo con i tempi. La filosofia è la stessa anche nel make-up: il personale del salone segue stage di formazione e aggiornamento ogni sei mesi, in modo da offrire alla clientela leccese le ultime novità in campo internazionale. I cosmetici adoperati sono tutti a base di materie prime di eccellente qualità e sottoposti a severi test dermatologici di tolleranza ed efficacia presso cliniche universitarie tedesche. Ecco perché il glamour e la tenuta sono assicurati. E per le festività natalizie, niente di meglio di un trucco h 24 in colori moda: basta intensificarli in pochi minuti davanti allo specchio per

2014: new year and creative look!

Anna Valentini, hair-stylist and beauty consultant, knows well that every woman is unique and for this she is an expert guide for every woman who decide to take an appointment in her enchanting salon “Bioesthetique Paris” in Renato Imbriani street (Lecce). Thanks to her experience Anna Valentini can meet the needs of every woman. From the Fashion victim, the woman who perfectly knows her new look or the woman who wants to be followed in her look changing. The Bioestetique is the ideal place to spend a day thinking about ourselves: a lot of new haircuts (short, long, with or without fringe) or new colors to be always fashionable. Anna follows her clients in every detail suggesting new cuts according to different shapes of the face or new colors, with two different collections during the year, in order to have always a perfect look. Also makeup is important for a perfect look: every employee follows a training course every six months in order to suggest immediately all new products that the international market offers. The cosmetics are all made with raw materials of excellent quality and subject to strict dermatological tests of tolerance and efficacy in German university clinic. That’s why makeup remains perfect for many hours also after a hard a tiring day. The beauty treatments can return a new life to face an body: revitalizing treatments for the face, hand massage, moisturizing treatment for the body... every woman will have a personalized treatment. During Christmas holidays Anna offers her clients very nice gifts for all budgets, an opportunity to make an useful and a valuable gift. Do you want a sparkling New Year’s Eve? It’ s enough an appointment in Anna Valentini’s salon to have a wonderful and original look for that night! Anna Valentini and her staff waits all clients to wish a sweet Christmas and a exciting and full of beauty 2014!

Salento review//103


//cultura//tradizione

carri, sfilate e “chiacchiere”: tutte le facce del carnevale sono tanti i centri del salento dove le feste mascherate impazzano. ma a gallipoli si piange anche lu titoru, morto d’indigestione “Lu Titoru! È mortu lu Titoru”. La frase straziante gridata in

suo fantoccio, come atto propiziatorio per una buona stagione,

seguono il corteo funebre, è il simbolo del carnevale salenti-

che lo festeggiano, è un tripudio di colori, feste, musica

modo sguaiato dalle prefiche, le signore vestite in nero che

no. Titoru ossia Teodoro nella tradizione gallipolina, oppure Paulinu, Paolo nelle altre località, muore dopo un’abbuffata di

polpette (o forse perché una gli è andata di traverso). Ogni città

ha la propria maschera, che rappresenta vizi e virtù, ognuna ha la propria storia e il vestito caratteristico. Di Titoru, si sa che è un giovane gallipolino arruolato lontano da casa. La

madre pregò intensamente Dio per far ottenere al figlio un

permesso per farlo stare qualche giorno con la famiglia e per

festeggiare prima dell’inizio della Quaresima. Nei giorni di

licenza, però, Titoru mangiò così tanto da morire di indigestione. La sua morte segna la fine del carnevale e il rogo del

Chariots, parades and “chiacchiere”: all the faces of the Carnival

“Lu Titoru! È mortu lu Titoru!”(Titoru! Titoru is dead!), is the phrase yelled out by ladies dressed in black who follow the funeral procession, and is the symbol of Salento’s carnival. Each city has its own mask, history and costumes. Titoru is an enlisted young boy from Gallipoli. His mother prayed intensely for his son to get a licence, in order to stay with the family and celebrate before the beginning of Lent. In those days, though, Titoru ate so much meatballs to have an indigestion. His death marks the end of carnival, and the pyre of his puppet indicates the beginning of Lent, as a propitiatory act for a good season. There will be parties in all districts that celebrate it. It’s the children’ festival: in fact, it’s easy to come across small groups of them: wearing scary masks, they knock at every door asking for sweets, in exchange for a nursery rhyme. The Carnival of Gallipoli has the oldest tradition in Salento, and it’s worth travelling just to watch parades in Borgagne (Melendugno), Copertino, Aradeo, Casarano, Corsano, Martignano, Scorrano or Presicce, where you can dance the Quadrille. The pleasure of being together blends with the joy of enjoying traditional recipes. A typical dish is the “Fucazza de carnuale”, aka carnival cake, a pie stuffed with pork’s small pieces, but also the sweet “Mardi gras fritters”. Carnival is an outburst of imagination and glee, so, choose your mask and let the fun begin!

104//turismo//cultura//arte//informazione

indica l’inizio della Quaresima. Prima però, in tutti i comuni

e naturalmente scherzi. Dopo mesi di preparazione per le sfilate e per l’allestimento dei carri, i gruppi mascherati si

ingegnano per trovare i costumi più sgargianti capaci di strappare un sorriso anche ai più burberi. Le strade sono

pervase da una frizzante atmosfera. Il carnevale è anche la festa dei bambini: nei pomeriggi non è difficile imbattersi in gruppetti dalle maschere terrificanti, che bussando ad

ogni casa chiedono dei dolci in cambio della recita di una

filastrocca. Il carnevale di Gallipoli è sicuramente quello

che ha una tradizione più antica nel Salento, ma vale la pena potersi spostare per assistere ai divertenti cortei come

Borgagne (Melendugno), Copertino, Aradeo, Casarano, Corsano, Martignano, Scorrano oppure Presicce, dove si balla la Quadriglia. Il piacere di stare insieme con

spensieratezza va di pari passo con la gioia di ritrovarsi a tavola per gustare le ricette della tradizione. Un piatto

tipico è, ad esempio, la “fucazza de carnuale”, ossia la

focaccia di carnevale, una torta salata ripiena di carne di

maiale a pezzetti, ma a far perdere letteralmente la testa

sono le favolose “chiacchiere”. È la festa in cui si dà libero sfogo all’immaginazione e all’allegria. Ogni scherzo vale:

niente musi lunghi o mille pensieri in testa, a carnevale ci

si può permettere di apparire anche un po’ ridicoli. Quindi, scegliete la vostra maschera e via al divertimento.


carnevale di gallipoli L’associazione Fabbrica del Carnevale, presieduta da

Stefano Coppola, nata nel febbraio 2013 con lo scopo di far ritornare in auge il carnevale di Gallipoli, ha

stilato il programma della kermesse carnescialesca per l’edizione 2014.

Venerdì 17 gennaio 2014

Lunedì 3 Marzo 2014

Accensione della focareddhra

Carnevalissimo 2014

La grande festa del fuoco

Dal Palazzo di Città, in Via Antonietta De Pace, l’araldo annuncerà che per tutta la durata del carnevale, Re Candallino e Sua Maestà Mendula Riccia, prenderanno possesso della città di Gallipoli ed apriranno u ufficialmente i festeggiamenti del carnevale a Gallipoli. Il Corteo reale con gli sbandieratori, percorreranno corso Roma ed accenderanno la Focareddhra con tanta musica, coriandoli e colori. Per il carnevale anche la città verrà addobbata a festa, grazie all’estro dei maestri cartapestai, che lo scorso anno hanno dato colore alla città.

Domenica 16 febbraio 2014

Il carnevale dei bambini

La seconda edizione della più grande Festa in maschera , nella suggestiva cornice del lido San Giovanni di Gallipoli, sarà realizzata la più grande festa in maschera.

Martedì 4 Marzo 2014

Grande festa di fine carnevale

Ore 21 sagrato della chiesa di S. Francesco Artisti, acrobati, giocolieri e giochi di luce attenderanno i 12 rintocchi del campanone della chiesa che decretavano e decretano la fine del carnevale e la chiave della città verrà riconsegnata alla confraternita che la custodirà fino al carnevale successivo.

I sovrani del carnevale apriranno i festeggiamenti ed inviteranno i propri sudditi prediletti ad una festa in piazza, con animazione e musica. La festa sarà dedicata ai più piccoli, con artisti di strada e giocolieri. La location sarà il centro storico di Gallipoli, rievocando le antiche feste di strada di inizio ’900.

L’associazione sta lavorando anche per promuovere la destagionalizzazione del carnevale anche nel periodo tra Natale e Pasqua.

Domenica 23 febbraio 2014 Domenica 2 marzo 2014 Martedì 4 marzo 2014

La Fabbrica, intanto, sta lavorando alacremente alla realizzazione di questo progetto che è partito lo scorso 19 agosto, in piazza Tellini con Stelle di Cartone, una sfilata di abiti interamente realizzati in carta e cartapesta ed il 22 settembre per il concorso Dai Colore al carnevale, concorso di idee per la creazione del manifesto della kermesse 2014.

Parata “The Disney music celebration”

Si prevede, in accordo con l’Amministrazione comunale di Gallipoli, di far seguire la kermesse invernale da una estiva, da effettuarsi nella prima decade di settembre, in collaborazione anche con i locali e le spiagge interessate.

Le sfilate di quest’anno hanno tutte un tema unico, l’omaggio a Walter Elias Disney. Alle 11 i superbi carri allegorici realizzati dai maestri cartapestai attraverseranno corso Roma e sostano nei pressi di piazza Aldo Moro, simbolicamente prenderanno possesso della città ed apriranno trionfalmente i festeggiamenti. In piazza sosteranno per le foto con le mascherine. Alle 16 i carri allegorici, con le scuole di ballo ed i gruppi mascherati a terra animeranno tutto corso Roma di musica e colori.

PER INFORMAZIONI Fabbrica del carnevale di Gallipoli c/o Capannoni dei Carri –73014 Gallipoli www.carnevalegallipoli.it - info@carnevalegallipoli.it DIREZIONE ARTISTICA tel. 345.4639956

UFFICIO STAMPA tel. 349.5743456

Salento review//105


//cultura//tradizione

xxviii della grecìa salentina e xxxiv carnevale martignanese. martignano (le)

Sabato 1 marzo 2014

Martedì 4 marzo 2014

Il Carnevale dei piccoli

La morte te lu Paulinu

All’interno della Sala conferenze di Palazzo Palmieri un pomeriggio in allegria coinvolgerà i più piccoli con animazione, magie, balli di gruppo. L’occasione è quella giusta per dare sfogo alla fantasia, ai colori, alla voglia di divertimento dei ragazzi che potranno condividere con la famiglia un pomeriggio felice.

La Morte de lu Paulinu condensa lo spirito del Carnevale e lo espia in un rito di trapasso dall’opulenza alla penitenza ed al raccoglimento spirituale. Con la sua maschera in cartapesta (opera dell’artista salentina Nico Rizzo), vestito di tutto punto, lu Paulinu, fin dal mattino assisterà ai consueti riti funebri. A lui saranno rivolte le amorevoli urla della moglie Nina Sconza (l’appassionato attore in vernacolo Luigi Calò) davanti a migliaia di convenuti ridenti. Alle 13, sarà il pranzo pubblico offerto ai “parenti chiangimorti” a far degustare (il tutto gratuitamente) quanti vorranno unirsi al dolore per la morte te lu Paulinu. La serata si concluderà con la lettura del testamento ed il conseguente rogo del fantoccio che raffigura "lu Paulinu” con la collocazione della “Quaremma”, fantoccio tipico del costume popolare simbolo dell’inizio della Quaresima dopo l’opulenza dei giorni di Carnevale.

Palazzo Palmieri ore 17.00

Domenica 2 marzo 2014

Grande sfilata di gruppi mascherati e Carri allegorici Ritrovo e partenza in Piazza Calvario alle ore 14.00 Torna più coinvolgente che mai la grande sfilata del Carnevale griko. L’apertura del Carnevale sarà affidata ai “Gonfaloni Goliardici” creati dalle Scuole dei Comuni della Grecìa Salentina in rappresentanza delle singole comunità. Nati da un concorso ad hoc sfileranno accanto a quelli istituzionali e si contenderanno il diritto ad aprire la sfilata del 2015. A seguire ci sarà la grande parata che con i colori ed i ritmi degli Sbandieratori di Oria e la sfilata dei carri allegorici e gruppi mascherati, giunti da diverse parti del Salento. L’evento si concluderà in Piazza della Repubblica, con musica, spettacoli e la premiazione dei vincitori.

Piazza della Repubblica*

Canovaccio teatrale, lettura del Testamento Ore 20.00

Rogo te lu Paulinu e innalzamento delle Quaremme Ore 22.30

Il tutto è allietato da musica e dalla degustazione di vino e prodotti tipici. * In caso di maltempo: Lu consulu si terrà presso il Centro Sociale Kafar Matta Lo spettacolo teatrale presso la Palestra della Cittadella dello Sport

PER INFORMAZIONI Parco Turistico Culturale Palmieri Centro Servizi al turismo ed alla Cultura Piazza Palmieri 12 – Martignano (Le) tel. 392.3309993 info@parcopalmieri.it – www.parcopalmieri.it INIZIATIVE COLLATERALI DEL CARNEVALE www.comune.martignano.le.it

106//turismo//cultura//arte//informazione



pubbliredazionale

//ARTIGIANATO

LA CASA DELL’ARTIGIANATO LECCESE via Matteotti, 20 - 73100 Lecce (LE) Tel: +39 0832 306604 www.artigianatoleccese.com

la casa dell’

rtigianato leccese

semplicemente cartapesta da materiali poveri nascono piccole grandi opere d’arte. la cartapesta, il lusso della semplicità

108//turismo//cultura//arte//informazione


Carta, fil di ferro, paglia, colla e gesso.

La Casa dell’Artigianato, ubicata nel

Per realizzare piccoli e grandi capolavori

pieno centro storico leccese, custodisce

in cartapesta bastano materiali semplici,

i segreti della lavorazione, grazie ai suoi

anzi, di scarto. Espressione di arte povera,

fondatori Antonio De Rinaldis, Maestro

le cui origini sono legate alla sfera reli-

statuario e Maria Arcona Ratta, specia-

giosa, la cartapesta leccese è rinomata

lizzata in tutta l’oggettistica che attiene al

in tutto il mondo. La famosa “papier

Natale e sempre pronta ad accogliere pro-

maché” è tra i souvenir più ricercati fra

poste di nuovi artigiani: la loro esperienza

i turisti che scelgono di visitare Lecce e

e professionalità risulta indispensabile

le sue meraviglie. Dalle statue create per

per conoscere e comprendere la mae-

abbellire gli altari più suggestivi delle

stria che richiede l’arte della cartapesta.

chiese, ai pupi che popolano presepi di

Infatti, per ottenere il pezzo finito bisogna

tutte le dimensioni, la cartapesta conosce

procedere per gradi. Attorno al fil di ferro

l’impiego più svariato. E ovviamente,

viene disposta la paglia per dare forma

durante il periodo natalizio, c’è un trionfo

alla scultura che si vuole realizzare. Se

di statuine legate alla Natività. Belle da

si tratta di personaggi, il viso, le mani e

vedere, leggere da toccare. Queste opere

i piedi sono, in genere, ottenuti con la

d’arte sono delicate ma robuste al tempo

terracotta. Se la statua supera il metro di

stesso. Tutto parte da un fil di ferro. In un

altezza, invece, si ricorre alla cartapesta,

certo senso l’anima della scultura che, fase

più che altro per un discorso di peso e

dopo fase, prende vita attorno ad esso.

dimensioni. Una volta modellata l’anato-

Salento review//109


pubbliredazionale

//ARTIGIANATO

mia, il “manichino” viene incartato con

In origine erano le chiese a richiedere

personaggi del presepe, popolano le

la cartapesta che si ottiene bagnando la

opere in cartapesta per adornare navate

vetrine delle botteghe artigiane della città

cartapaglia con la ponnula, colla partico-

e altari.E non tutti sanno che con questo

e i vari mercatini che vengono allestiti per

lare fatta con acqua, farina e solfato di

stesso materiale, un tempo, venivano

l’occasione. Un tripudio di colori, curve,

rame. Una volta asciugata, la carta viene

creati bauli, armadi, mobili e perfino le

magia. Impossibile non subirne il fascino.

sagomata a seconda della forma che si

corazze dei soldati.

vuole ottenere.

Da Pietro Surgente, soprannominato il

Si passa poi alla fuocheggiatura: sette

“maestro dei Cristi”, perché specializ-

ferri, di dimensioni diverse, una volta

zato nella realizzazione di crocifissi (uno

arroventati in apposite fornaci, si usano

dei quali esiste ancora, a Lizzanello), a

per stirare la carta, eliminando l’aria che si

Malecore, da Guacci a Maccagnani. La

è creata fra uno strato e l’altro. Si modella

tradizione è ricca di grandi nomi. Non

ancora, poi si passa alla gessatura, per

semplici artigiani, ma eccellenti artisti che

irrobustire il manufatto. Con la cartave-

hanno contribuito a rendere famosa, nel

trata si raffina il prodotto finito, e quindi

mondo, la cartapesta leccese.

si può procedere con la decorazione.

Belle da ammirare tutto l’anno, queste

La lavorazione è certosina, richiede la

statue hanno il loro momento di gloria

massima precisione. Per realizzare una

soprattutto durante le festività natalizie.

scultura di dimensioni medio-piccole, si

Gesù Bambino, i pastori, Giuseppe, Maria,

impiegano dai 25 ai 28 giorni.

la capanna, il bue, l’asinello e tutti gli altri

Simply paper mache!

Small and great works of art can be created from everyday materials: paper, wire, straw, glue and plaster. The origin of the “leccese” paper mache, today known all over the world, is linked to religious tradition and today represents one of the most reason why tourists choose to visit Lecce and its artistic heritage. Beautiful statues for church altars or suggestive figurines of the Nativity are made of paper mache becoming incredible masterpieces. Famous sculptors in Lecce, like Maria Arcona Ratta and Antonio de Rinaldis, know every secret of this art that requires a remarkable dexterity and a great skill. In order to realize a perfect work of art it’s necessary to proceed step by step. The first step is to put straw around the wire to create the shape of the sculpture that the artist wants to realize. When the sculpture represents a character it’s better to use terracotta to create face, hands and feet. If the statue is higher than a meter the best material is paper mache not to exceed a certain size and weight. The shape obtained is wrapped with paper mache. The paper mache has been created wetting paper with “ponnula” (a special glue made with water, flour and copper sulphate). The sculptor works the dried paper mache to create the desired shape.

110//turismo//cultura//arte//informazione

Next step is to iron the paper: with seven hot irons, the air between one layer and the other of the paper, is eliminated. Plaster is used to strengthen the sculpture that is completed with sandpaper. Decoration is now possible. The workmanship requires a particular precision, a medium-sized sculpture needs about 28 days of work. At the beginning the most of works of art have been realized for churches, but also to produce trunks, wardrobes and armor of the soldiers. The paper mache tradition is full of great artist: Pietro Surgente, better known as “the Christ Master” for his beautiful crucifixes (one of this is today in a little country near Lecce, Lizzanello), Malecore, Guacci e Maccagnini . These artists have made the paper mache famous all over the world. People appreciate these statues in particular during Christmas; baby Jesus, shepherds, Joseph, Mary, the ox and the donkey and all the characters of the nativity scene can be found in all shops or little markets. It’s impossible not to be fascinated by these suggestive figurines of the Nativity!



//tERRITORIO//itinerari

una favola moderna lungo la via francigena in terra d’otranto un’escursione tra le campagne a nord di lecce fino all’abbazia di cerrate diventa un viaggio nel tempo insieme ai pellegrini in marcia verso la terra santa di blobicibrain

Domenica di maggio, al calar del sole in un’intensa

Tancredi d’Altavilla ebbe la felice idea di far erigere

i suoi odori, soprattutto a chi in bicicletta è capace

“ Attenzione ai rami, arrivano direttamente in faccia

giornata di primavera, quando la natura riversa tutti

nel XII secolo.

di assaporarli. Con un gruppo di amici al rientro

e non avvisano!” urla Santiago, uno del gruppo.

stretto, una stradina che da Torchiarolo incrocia

bra che sia da secoli che non passa nessuno!” replico io.

da una passeggiata ci troviamo su un sentiero assai

la Squinzano-Casalabate e che porta direttamente verso l’abbazia di Cerrate, antico polo religioso che

112//turismo//cultura//arte//informazione

“E sì attenzione alla strada, qui la natura è padrona: sem-

“Proprio vero, prima di noi solo i pellegrini in cammino

verso l’imbarco di Otranto, per raggiungere la Terra



//tERRITORIO//itinerari

Santa passavano da qui percorrendo la via Francigena e

niente dal bosco. Con enorme stupore mi ritrovo in un corteo

Un ramo di leccio mi disarciona dalla bicicletta mentre,

prima che faccia notte. A cavallo della mia bicicletta mi ac-

ora tocca a noi miseri ciclo pellegrini” dice, ridendo, Federica. alla ricerca di uno sguardo d’intesa con gli amici, mi volto all’indietro. Non ricordo il tonfo a terra, ma solo che si stava

facendo buio e non riuscivo più a vedere i miei compagni. Allora cerco di pedalare più velocemente per raggiungere

l’abbazia e trovare anch’io un ristoro, se non altro un po’ di

luce per vedere cosa mi provoca quella fitta alla gamba e cosa è successo alla mia bicicletta, che adesso sembra così pesante.

All’improvviso sento rumori di carri e un fitto vociare prove-

A modern fable along side Francigena St in Terra d’Otranto

A hike in the north countryside of Lecce up to the Cerrate’s abbey, becomes a journey through time along the road used by pilgrims on their way to the Holy Land May, Sunday. Returning from a bike ride with some friends, we found ourselves on a road that crosses the Torchiarolo Squinzano-Casalabate and leads directly to Cerrate’s abbey, an ancient religious center. “Beware of low branches!” screamed Santiago. “And pay attention to the road! Seems as if no one has been here for centuries!”I replied. “Right! Before us, only the pilgrims on their way to Otranto to reach the Holy Land have been here, and now it’s up to us cyclists!,” said Federica, laughing. A branch made me fall and I turned around. I don’t remember the impact, but only that it was getting dark and I could no longer see my friends. I got back in the saddle to reach the abbey and found a refreshment, which allowed me to see what caused the sharp pain in my leg and possible damage to the bike. I suddenly heard noises of chariots, and voices from the woods. With amazement, I found myself in a procession of pilgrims who were trying to reach the abbey before nightfall: I started following them. Many of them proceeded on foot, while women and children were on carts pulled by oxen and mules were carrying heavy loads. Reached the abbey a huge door opened, taking us into a large garden. All around us were some pilgrims in front of a campfire, some were cooking, others were waiting for food from the monks, and some were seeking water to dip the friseddhre, worn like a necklace around their necks with a string. I was dazed; I saw a man heading toward the church and asked him politely: “My good man, what’s happening? And where are you headed?” “Now is a time of prayer. We thank the Virgin Mary who made us arrive here safely and ask for protection until we reach our final destination, Otranto. We all come from far away: some from England, France, others from Germany and we’re headed for the Holy Land.”

di pellegrini. Strano, anche loro si dirigono verso l’abbazia

codo lentamente a loro che invece camminano a piedi per la maggior parte mentre donne e bambini sono su carri trainati

da buoi e qualche mulo trasporta pesanti fardelli. Arrivati all’abbazia, l’enorme portone in ferro illuminato da fiaccole si apre e ci fanno entrare tutti all’interno del grande giardino circondato da alti muri di pietra.

Tutt’ intorno un brulichio di pellegrini intenti chi a scaldarsi

davanti a un piccolo falò, chi a cucinare un po’ di brodo, chi invece si è messo in fila per poter prendere del pane, pomodori

e olio distribuiti dai monaci, altri ancora cercano acqua per bagnare le friseddhre infilate in uno spago e portate intorno

al collo a mo’ di collana. Ero intontito e non sapevo dove

dirigere prima il mio sguardo e a chi chiedere per capire cosa ci facevano tutti lì, com’è che erano vestiti a quel modo. Un

uomo intanto aveva acceso un lume con stoppino a olio e si dirigeva verso la chiesa con aria mite e mesta, come fanno i fedeli che si mettono in fila per la comunione.

“Buon uomo – mi rivolgo con cortesia – cosa sta succedendo? E dove state andando?”

“Ora è tempo di preghiera – risponde –. Ringraziamo la

Madonna che ci ha fatto arrivare sani e salvi fin qua e chiediamo protezione fino a quando non raggiungeremo la nostra meta finale, Otranto. Veniamo tutti da molto lontano,

chi dall’Inghilterra chi dalla Francia chi dalla Germania e siamo diretti in Terra Santa”.

Mentre pensavo all’olio che non avevo mai visto utilizzato in quel modo, lo sguardo si sofferma sull’abbigliamento degli uomini che mi circondano. I loro abiti sono semplici, ma tessuti

per resistere alle intemperie e al freddo. Pesanti pantaloni di

pelle scamosciata che arrivano alla caviglia con una grande apertura a bottoni davanti, calzettoni di lana calda e scarponi alti. Sulle spalle un grande mantello pesante (la pellegrina) per

ripararsi da pioggia e freddo e sulla testa un enorme cappello dalle falde larghe. In mano un lungo bastone per aiutarsi nel

cammino e per scacciare gli animali molesti, alla cui sommità è appesa una piccola zucca secca per l’acqua. In spalla una piccola bisaccia di pelle.

Mi raggomitolo, con i miei dubbi ed il mio stupore in un cantuccio, all’ingresso della chiesa sotto il grande portico. La gamba mi fa male, ma non impedisce al mio sguardo di

posarsi su un piccolo vecchietto, che scruta attento la mia ferita. Senza proferir parola mi tocca la gamba e poi si dirige verso quello che oramai è una specie di accampamento. Dopo CHIESA DI SANTA MARIA DI CERRATE

114//turismo//cultura//arte//informazione

pochi minuti torna con un intruglio verde che sembrava fatto



//tERRITORIO//itinerari

di erbe medicamentose, non saprei descriverne l’odore ma

pochi chilometri siamo già immersi nella fitta boscaglia della

dall’Arnica con olio di alloro e Eucalyptus” e lo spalma sulla

fino alle paludi, in prossimità del mare, una ricca macchia

alla mia domanda di cosa sia, mi dice: “È ptarmikos, deriva

gamba. Mi sento già meglio, un lieve bruciore persiste ma il dolore della gamba è quasi sparito, così anch’io stanco e

affamato dopo la cena mi assopisco sotto il portale adiacente alla chiesa dove i pellegrini passano la notte.

Ci risvegliamo al cantar del gallo e subito dopo le campane

ci avvertono che sta iniziando la preghiera del mattino, dopo

la quale ci metteremo in cammino. Usciti dal portone dopo

foresta di Lecce [oggi parco di Rauccio, ndr] che si estende mediterranea di lecci, carrubi, rusciuli, lentisco. Il sole filtra attraverso i fitti rami facendo splendere le enormi ghiande di quercia che si perdono a vista d’occhio accompagnati dai

versi di stormi di uccelli migratori che lasciano gli acquitrini salentini per dirigersi verso l’Africa. Improvvisamente uno squillo di tromba ci avverte di un imminente pericolo: di fronte a noi tre enormi giganti a tre braccia alti più di 60 metri.

Spaventato ma con il coraggio di un Don Chisciotte a cavallo del suo ronzino, monto in testa al convoglio di pellegrini,

pedalando forte con la mia bici. Arrivato in vista dei terribili giganti, mi accorgo che altro non sono che enormi pale eoliche

erette per fornire energia rinnovabile al piccolo comune di Surburban [l’attuale Surbo, ndr]. Procedendo sotto le enormi

torri seguiamo il sentiero che ora si snoda tra ulivi maestosi ultracentenari, “ulivi danzanti” per le plastiche evoluzioni

e contorsioni dei tronchi. Chissà quanto olio per alimento e quanto altro per lampade hanno fornito in tutti questi secoli

passati i nostri enormi alberi. E quanta ombra e protezione hanno generosamente offerto ai viaggiatori! Con questi pensieri ci ritroviamo nei pressi di una delle numerose masserie fortificate presenti lungo il percorso che un tempo servirono da baluardo per gli attacchi dei saraceni, a nord di Lecce. Ci

fermiamo per un frugale spuntino offerto dai massari con

formaggio e olive accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso che ci corrobora per il breve tragitto che ancora dobbiamo compiere. Dopo la breve sosta, riprendiamo il My gaze shifted on the men around me and their clothes: heavy suede leather pants, wool socks and high boots. On their shoulders a large mantle, a shoulder bag, a huge hat on their heads and they were also holding a stick with a small dry gourd containing water. I slowly layed down in a corner at the church’s entrance, amazed. My leg hurt, but it didn’t prevent me to see an old man, who looked at the wound, touched my leg and went to the camp without saying a word. A little while later he came back with a green concoction, probably made of herbs and it had a weird smell. I asked him what it was and he said, “It’s ptarmikos, derived from arnica with laurel oil and eucalyptus” he said, while applying it on my leg. The wound was burning but the pain almost gone. Shortly after I fell asleep under the gate next to where pilgrims were. The rooster woke us up and, immediately after, the bells informed us that the morning prayer was beginning, after which we all went back on the road. After a few kilometers we entered the forest of Lecce [Park Rauccio today] Suddenly, a trumpet warned us of the danger: in front of us, three huge three-armed giants, 60 meters tall. Frightened, but courageously, I began running in front of the pilgrims with my bike, when I suddenly realized that those giants were nothing more than large wind turbines. We then proceeded near the huge towers, following the path which winded through the olive groves. Up ahead, we encountered one of the many fortified farms along the route that once served as a rampart for the Saracens’ attacks, north of Lecce. We then stopped to eat cheese and olives accompanied by red wine, all offered by the farmers. After the brief stop, we continued the stroll, but suddenly heard chatter and laughter nearby and in front of us lied the open space of Church of Santa Maria d’Aurio. Inside, a huge greasy pole attracted the people: the children were playing, women were chatting while sewing some tablecloth and men were encouraging the braves who tried to reach the greasy pole’s top, to get cheese and meat as a prize. Just then, behind me, I heard yelling: “Come on! Let’s run faster or we won’t reach Lecce before it gets dark!”. I turned around and with great amazement I saw my fellows cyclists, who disappeared the day before. I looked at the huge Mediterranean scrub, and recalled the pilgrims, while running with a smile on my lips.

116//turismo//cultura//arte//informazione

cammino ma all’improvviso si sentono schiamazzi e risate

provenire da vicino e davanti a noi si apre lo spiazzo della Chiesa di Santa Maria d’Aurio, anch’essa del XII secolo e

donata dallo stesso Tancredi d’Altavilla alla Chiesa di San

Niccolo e Cataldo. Nello spiazzo un enorme albero della

cuccagna attira l’attenzione di tutta la gente, i bambini giocano rincorrendo un cerchio di ferro o gareggiando con tiro alla fune o nella corsa con i sacchi. Le donne, radunate in

capannelli, chiacchierano mentre ricamano qualche tovaglia per i giorni di festa, gli uomini invece sono intenti a incitare i coraggiosi che cercano di raggiungere la sommità della cuccagna per prendere formaggi e salumi in premio. Proprio

in quell’istante, alle mie spalle, sento un grido: “Forza dai, pedala più forte o arriveremo con il buio a Lecce”. Mi volto

e con enorme stupore rivedo i miei compagni di bicicletta

scomparsi il giorno prima. Guardo l’enorme distesa di macchia

mediterranea e ripenso così ai miei pellegrini, pedalando con un sorriso sulle labbra.



rubriche

//EDITORIA

S

ono nato nella metropoli delle angurie. Da bambino incollavo la faccia al finestrino della macchina e guardavo fuori fino a quando il respiro non appannava il vetro e mi impediva di vedere. A quel punto mi distraevo e disegnavo figure improbabili muovendo il dito sul vapore leggero che avevo procurato. Oppure scrivevo il mio nome. Ma fino a quando era possibile scrutavo le distese bianche dei campi. Bianche non di neve, ma di plastica. Le angurie, costrette dal sole, nascono sotto questi lunghi

e paralleli serpentoni di materiale trasparente. Guardati in prospettiva – dalla striscia d’asfalto che ogni tanto espropria

la terra rossa – erigono una distesa bianca, che se non ci fosse il sole a picco e il caldo soffocante, parrebbe proprio neve. Poteva essere una fortuna.

Lo è stata per anni, ma non per tutti. Per tutti, invece, è la

vergogna della schiavitù e del caporalato che è spuntata da sotto quelle plastiche insieme alle angurie. Perché a lungo

abbiamo chiesto a centinaia di nordafricani di strappare alla terra e alla pianta questi splendidi palloni rigati col verde, li abbiamo lasciati dormire – che beffa – nel cantiere di

un tribunale, poi sparsi sotto gli alberi d’ulivo, in ruderi abbandonati, in una vecchia masseria. La masseria degli

schiavi delle angurie è più esplicita di un cartello stradale. Venendo dalla 101, d’estate, capisci subito dove sei. Li abbiamo costretti senza acqua e curvi per ore sotto il sole imbufalito di giugno e luglio.

Insomma, a un certo punto della storia abbiamo scelto di essere – o ci hanno scelti – come la metropoli delle angurie.

118//turismo//cultura//arte//informazione


Ma senza far caso alla civiltà.

Immagino che i bambini di oggi si attacchino ancora ai

vetri delle macchine, anche se molti preferiscono tenere il muso su un telefonino o su un videogioco.

I panorami di plastica non sono più soli, ma si mischiano

ai panorami di silicio o di torri con le pale che girano. Le

distese di pannelli fotovoltaici e le file di questi campanili del vento sono entrati senza permesso nei paesaggi di cam-

pagna, affiancano gli ulivi, i muretti a secco, i papaveri, il grano, i fichi d’india, qualche volta si sostituiscono ad essi, si mangiano la terra rossa e l’orizzonte. Altre volte

si mescolano con le lavatrici arrugginite. Sui cigli delle strade, nei parcheggi abbandonati, nelle piazzole di sosta,

nei campi. Lavatrici, gomme, televisori con il tubo catodico, materassi, poltrone.

Le credenze della cucina non si usano più e le vecchie

Danilo Siciliano è nato a Nardò nel 1977. Nonostante una laurea in giurisprudenza e l’esame di avvocato, è un giornalista professionista. Si è occupato di politica, attualità e calcio a Videosalento, Telerama e Telenorba. Con i sindaci Poli Bortone e Perrone, dal 2005 al 2011, è stato responsabile dell’ufficio stampa del Comune di Lecce. Attualmente si occupa di uffici stampa e social media management nella società Co.M.Media. Sposato con Irene, vive a Nardò. Il calcio e la scrittura sono le sue grandi passioni.

sono quasi finite, ma ci sono gli scarti della tecnologia e del progresso. Sono cambiate tante cose e qualcuna

apparentemente in meglio. Apparentemente. Non c’è più

appunto – è stato deciso di chiuderla la discarica. La puzza,

della discarica, quella a due passi dalle prime case della

che giacciono lì, da anni, stanno pazientemente iniettando

la puzza dei rifiuti marcescenti che stanno nella pancia città. In un modo o nell’altro l’hanno chiusa, anche se lo

spauracchio della riattivazione sfugge come spiffero, ogni tanto, dalle stanze della politica.

Per anni il vento ha avuto di che spingere nelle strade, attra-

verso le finestre aperte, le porte socchiuse, i pertugi. Al mio amico Tommaso sembrava il cattivo odore del prosciutto e quando passavamo di là, nella sua Panda color crema,

non si scordava mai di ripetere la solita divertente battuta. «Uh, c’è il prosciutto dell’anno scorso nel frigorifero».

Certo, ma il prosciutto lo butti. L’olezzo dei rifiuti te lo tieni, si infila nelle narici e arriva al cervello. Fino a quando –

lentamente, è finita. Ma intanto le tonnellate di spazzatura il terreno delle loro sostanze peggiori e poi la falda e poi l’acqua e poi i nostri stomaci. Almeno, così dicono i soldati

dell’ambientalismo. Perché ogni discarica esaurita o chiusa per qualche motivo, va bonificata. Ma accade – come in

questo caso – che la bonifica non si faccia. Perché costa. Perché la politica. La burocrazia. L’incapacità. La miseria

della responsabilità. O dell’irresponsabilità. Adesso non c’è nemmeno un’altra Renata Fonte da ammazzare. La puzza, quindi, ha fatto posto a un male invisibile e silenzioso e chissà quanto peggiore. Però, non è la sventura più grave che esista. C’è chi è nato sotto le ciminiere dell’Ilva.*

*da “Abbiamo consumato le lingue nei ricci”

Salento review//119


rubriche

//ARTE E CULTURA Spacciatore di carne Giuliano Sangiorgi

edizioni Einaudi/Stile Libero/Big Narrativa contemporanea

Edoardo, universitario pugliese a Bologna, racconta la storia della propria pazzia amorosa. Novello Orlando metropolitano, solo più innamorato e molto più furioso, rievoca, in un continuo gioco di specchi con il proprio passato, il trauma del primo animale ucciso dal padre macellaio, l'orrore del sangue che cola dalle carcasse appese, l'avventura del viaggio in treno verso l'università e l'incontro con Stella, una ragazza appassionata di morsi e

A volo di gabbiano

L’ora di tutti

Poesia

Narrativa storica

Vincenzo Prete - edizioni Manni

Maria Corti - edizioni Bompiani

vincitore del premio nazionale “Mario Pannunzio” sez. Poesia

Pubblicato nel 1962, il romanzo è ispirato

La poesia di Prete, con il suo vocabolario, con

quale i Turchi espugnarono nel 1480 la città

i suoi schemi ritmici, con il riuso di immagini e

salentina, che all’epoca era uno dei porti più

forme sottilmente indagate ed abilmente reinter-

importanti della regione.

pretate, si costituisce come una vasta antologia

Attraverso gli occhi e le parole di cinque per-

personale che è riassunto di un’esistenza e di

sonaggi coinvolti nella storia, il lettore segue il

un’esperienza assiduamente rivisitate. Essa si

dipanarsi delle varie fasi della battaglia, dall’as-

pone su una linea che dalla grande lezione del

salto alla valorosa resistenza alla resa finale. Il

Petrarca e spesso attraverso la mediazione di

personaggio di Idrusa, donna forte e coraggiosa,

Leopardi si spinge fin nel cuore del Novecento

rappresenta una delle figure femminili più fa-

con la sua forza e con la sua autorevolezza.

mose e studiate della cultura e della tradizione

golosa di sangue, di cui si innamora all'istante. La vita degli studenti e la provincia pugliese si caricano di accenti mitici e ancestrali. Sangue, sacro e droga, si confondono in un unico grido d'amore e follia.

alle vicende della battaglia di Otranto, con la

letteraria salentina.

Per Assisi

Maestro Giulio Serafini olio polimaterico

Dama Federiciana

Maestro Domenico Pinto Grottaglie (alla corte di Federico II)

120//turismo//cultura//arte//informazione


nostoi


//CULTURA//MUSICA

una grande stagione sinfonica e di balletto fino all’11 di gennaio il cartellone dell’orchestra “tito schipa” di lecce, con la direzione artistica di ivan fedele di eraldo martucci

Si è aperta al Politeama Greco, l’8 di novembre, la Stagione sinfonica

del cartellone: la proiezione dell’omonimo film con l’esecuzione dal

di Lecce, con la direzione artistica del salentino Ivan Fedele, uno dei

festeggiare i 100 anni di “Fantômas”, il celebre personaggio letterario

e di Balletto autunno/inverno 2013/2014 dell’Orchestra “Tito Schipa”

maggiori compositori contemporanei e voce tra le più rappresentative ed eseguite all’estero da alcune delle più rinomate compagini, e dall’anno scorso anche direttore della Biennale Musica di Venezia.

Un primo risultato Fedele l’ha già conseguito. La stagione estiva si è

vivo in prima nazionale delle musiche che lo stesso Lay ha composto per creato da Alain de Souvestre.

A settembre si è invece svolta la prima edizione del “Festival Salento

Classica”, con l’Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” impegnata in sei concerti, cinque dei quali insieme a Salvatore Accardo, direttore e solista

infatti chiusa con grandissimo successo. Una rassegna che si è divisa

al violino. Nato da un’idea del direttore artistico Ivan Fedele e organizzato

svolta dall’8 giugno fino al 2 agosto: nove concerti in tutto, allestiti fra

Comune di Lecce con il sostegno della Camera di Commercio di Lecce,

in due parti. La prima, con un programma molto ricco e variegato, si è il Teatro Romano, il Chiostro dei Teatini ed il Cortile dei Celestini. Fra

gli appuntamenti, una menzione particolare all’integrale delle Sinfonie

di Beethoven, dirette dal grande violinista leccese Massimo Quarta, e l’omaggio a Gesualdo da Venosa a quattrocento anni dalla morte. Fra

gli ospiti sono intervenute alcune bacchette di caratura internazionale

come il giovane russo Stanislav Kochanovsky, il franco-ticinese Luca

PH: ORONZO FARI

Pfaff e il francese Raoul Lay, che ha diretto uno degli eventi di punta

da Fondazione Ico, Provincia di Lecce, ministero dei Beni Culturali e

il “Festival Salento Classica” si è svolto in due splendidi teatri all’aperto del capoluogo salentino, peraltro sempre gremiti: il Chiostro dei Teatini e il Cortile dei Celestini. Nell’unico concerto in cui non è stato presente

Salvatore Accardo, l’orchestra diretta da Pasquale Corrado ha presentato il nuovo progetto discografico prodotto dall’etichetta Dodicilune, promosso

con il sostegno di Puglia Sounds Records e registrato a maggio nei Cantieri

teatrali Koreja, cd che contiene “Le voci della terra” di Piero Milesi, e “Artéteka” e “Txalapàrta” dello stesso Ivan Fedele.

“Il disco è un documento che testimonia una scrittura, in questo caso una

che parte da una tradizione popolare, filtrata da strumenti classici come quelli dell’orchestra – ha spiegato Fedele – e nei miei due pezzi ci sono

anche le percussioni etniche che si coniugano con la stessa orchestra. E poi era giusto rendere omaggio a Piero Milesi, musicista open mind

che ha lasciato una traccia importante quando è stato a Melpignano”. Il riferimento è naturalmente alla direzione della Notte della Taranta.

La stagione in corso si concluderà l’11 gennaio prossimo: un programma di altissimo livello articolato in sei concerti sinfonici che vedranno alternarsi


NELLE FOTO, SALVATORE ACCARDO

sul palcoscenico del Teatro Politeama Greco di Lecce direttori e solisti di fama internazionale. L’inaugurazione è stata affidata alla prestigiosa bacchetta di Donato Renzetti, ospite solista il violoncellista Fernando

maggiore per violoncello e orchestra op. 107”, di Johannes Brahms la

PH: ORONZO FARI

Caida Greco. In programma di Aleksandr Borodin l’ouverture de “Il

chel Tabachnick, ospite solista il talentuoso pianista Giuseppe Albanese

de feu”. Sul podio Pierre-André Valade. L’anno solare si chiuderà il 20

orchestra op. 54” di Robert Schumann, di cui poi l’orchestra ha eseguito

spiccano le “Otto romanze per tenore e orchestra” rivisitate da Berio. Ultimo

principe Igor”, di Dmitrij Šostakovic il “Concerto n. 1 in mi bemolle “Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98”. Il 15 novembre è salito sul palco Miche si è cimentato nel celebre “Concerto il la minore per pianoforte e la Sinfonia n. 3 “Renana”. Un altro talento assoluto degli ottantotto tasti è

la giovanissima salentina Beatrice Rana che ha suonato il 23 novembre,

diretta da Marcello Panni nel concerto realizzato in collaborazione con la Camerata musicale salentina. In programma di Maurice Ravel “Le tombeau de Couperin” ed il “Boléro”, di Sergej Prokof ’ev il “Concerto

n. 3 per pianoforte e orchestra op. 26”, e di Ottorino Respighi il poema

sinfonico “Fontane di Roma”. Che la ventenne pianista salentina Beatrice Rana sia la “number one” della sua generazione, e non solo in Italia, è

un fatto noto. A soli 18 anni si era peraltro aggiudicata il Primo premio

al Concorso musicale internazionale di Montréal, in Canada, diventando così la più giovane pianista, nonché prima vincitrice italiana nella storia

del concorso. E pochi mesi fa la definitiva consacrazione con la medaglia

d’argento alla quattordicesima edizione del concorso più prestigioso del mondo, il “Van Cliburn International Piano Competition” di Fort Worth,

conquistata in Texas. Alla pianista salentina è andato anche l’Audience Award, il riconoscimento speciale del pubblico. Il 30 novembre si è

registrato il ritorno di Massimo Quarta nella doppia veste di direttore e solista nel “Concerto n. 2 in re min per violino e orchestra op. 22” (prima

esecuzione locale) di Henryk Wieniawski. Completano la serata due brani di Schumann: l’ouverture “Manfred” e “la Sinfonia n. 4”. Il 6 dicembre è atteso Salvatore Accardo nel “Concerto n. 4 per violino e orchestra”

di Niccolò Paganini, che lo compose tra il 1829 e i primi mesi del 1830

durante la frenetica tournée nelle città tedesche. A seguire il violinista partenopeo dirige l’Orchestra nell’Ouverture de “L’Italiana in Algeri” di Gioachino Rossini e nella “Sinfonia n. 2” di Franz Schubert.

Il 13, 14 e 15 dicembre spazio al Balletto del Sud di Franzutti con “Le sacre du printemps” abbinato a un altro balletto di Igor Stravinskij, “L’oiseau

dicembre con il concerto “Viva Verdi” diretto da Massimiliano Caldi, dove appuntamento l’11 gennaio 2014 con la direzione di Lior Shambadal e con la voce solista di Nila Masala. In programma di Beethoven l’ouverture

“Coriolano”, di Ivan Fedele “Syntax 0.1”, di Gustav Mahler “Lieder eines fahrenden Gesellen”, ed infine di Johannes Brahms la “Sinfonia n. 3”.

A great season of symphony and ballets

Until 11 January, the billboard of "Tito Schipa" Orchestra in Lecce, under the artistic direction of Ivan Fedele. After the success of the summer events, another quality review. On November 8, the Greek Politeama has opened the Symphony and Ballet Season Autumn/Winter 2013/2014 of the Orchestra "Tito Schipa", under the artistic direction of Ivan Fedele, one of Salento’s leading contemporary composers, and director of the Biennal Venice Music. Summer season has ended with great success. The show was held from 8 June until August 2: nine concerts in total, arranged in the Roman Theatre, the Cloister of Theaters and the Court of Celestines. Events have included all of Beethoven symphonies, directed by great violinist Massimo Quarta from Lecce. Among guests are Stanislav Kochanovsky, Luca Pfaff and Raoul Lay. In September was held the 1st edition of "Salento Classic Festival" with the Symphonic Orchestra "Tito Schipa" engaged in six concerts, five of them along with Salvatore Accardo, conductor and violin soloist. In the only concert in which Salvatore Accardo was missing, the orchestra conducted by Pasquale Corrado has introduced the new recording project produced by Dodicilune, developed with the support of Apulia Sounds Records and recorded in May in Koreja Shipyards theater, CD which contains "The voices of the earth" by Piero Milesi, "Arteteka" and "txalaparta" by Ivan Fedele. The season will end on January 11. On 30 November there was the return of Massimo Quarta, in the dual role of conductor and soloist in the "Concerto no. 2 in D minor for violin and orchestra op. 22 "(first local execution) by Henryk Wieniawski. Completing the evening two pieces by Schumann: the overture "Manfred" and "Symphony no. 4 ". On December 6, Salvatore Accardo will lead "Concerto n. 4 for violin and orchestra" by Niccolò Paganini. Follows the Neapolitan violinist leading "The Italian Girl in Algiers" by Gioachino Rossini and "Symphony no. 2 "by Franz Schubert. 13, 14 and 15 December will see the Franzutti South Ballet with "Le sacre du printemps" combined with another ballet by Igor Stravinsky's "L'oiseau de feu". The calendar year will end on December 20 with the concert "Viva Verdi" directed by Massimiliano Caldi, while the last meeting will be on 11 January 2014 with the direction of Lior Shambadal and lead singer Nila Masala.

Salento review//123


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//territorio//focus

PARTICOLARE DEL FRANTOIO IPOGEO

presicce tra tesori e tradizioni passeggiata nel cuore della città degli ipogei DI ILARIA LIA ph: pierpaolo schiavone

La grande Piazza del Popolo, attraversata dall’asse viario

alla “calabrese”, quei luoghi un tempo racchiudevano le

del paese. Chi vuole scoprire Presicce deve iniziare il suo

svolgeva a partire da ottobre, mese d’inizio per la raccolta

principale che porta fino a Santa Maria di Leuca, è il cuore

viaggio da qui, dal luogo che la caratterizza e la rende unica. La città degli ipogei (frantoi oleari scavati sotto terra) così

denominata per l’alto numero di frantoi presenti, fece la

sua fortuna con la produzione dell’olio. L’intera piazza, sotto il basolato è ricca di “Trappiti” tutti collegati tra di

loro; in superficie la loro presenza è segnata da alcuni fori

che un tempo venivano usati per far confluire le olive da

vite e il lavoro duro degli agricoltori. La vita sotto terra si delle olive, fino a marzo, al termine del lavoro. Gli animali

da soma utilizzati per far girare le grandi macine di pietra, rivedevano la luce dopo mesi, così come i propri padroni che

dormivano in giacigli scavati nella pietra. L’impossibilità di apportare modifiche e ampliare gli ambienti portò pian piano ad abbandonare il lavoro nei frantoi.

Una volta saliti in superficie ci si trova davanti il palazzo

macinare. Il dedalo di cunicoli che segna il percorso tra un

Ducale, grande e spettacolare, di origine normanna, costruito

sottosuolo da una porticina di un palazzo che si affaccia

anni apportarono diverse modifiche: la costruzione della

frantoio e l’altro si dischiude al visitatore appena sceso nel sulla piazza. Scavati nella roccia, pavimento in terra battuta, i frantoi ipogei potevano avere torchi alla “genovese” o 128//turismo//cultura//arte//informazione

nel X secolo. Appartenne a famiglie che nel corso degli cappella gentilizia, ad esempio, fu per mano dei Gonzaga nel XVI secolo.


La struttura è a due piani, nelle sale a piano terra si trova il

che è valso il soprannome ai suoi abitanti. La storia narra

di casa e di lavoro usati dalle famiglie dai primi del ‘900.

e prepotente aveva imposto lo “jus primae noctis” ai suoi

Museo della Civiltà contadina, che custodisce gli oggetti Tra i pezzi più pregiati che si possono ammirare c’è un

telaio, conservato perfettamente e gli ingranaggi, ancora funzionanti, dell’orologio del campanile della chiesa

madre. Con l’avvento della tecnologia il vecchio orologio venne sostituito da uno elettronico. Gli antichi ingranaggi,

abbandonati per tanto tempo, sono stati recuperati, resi

che intorno al ‘600 un signorotto, Carlo Bartilotti, malvisto

cittadini: le donne, prima del matrimonio, avrebbero dovuto passare una notte con lui. I presiccesi non sopportavano

questo sopruso e decisero un giorno di ribellarsi. Durante i festeggiamenti del carnevale, una notte si vestirono in

maschera, si trovarono tutti in piazza e iniziarono a far

funzionanti e ora esposti. Al primo piano, salendo le scale e andando a destra si arriva nella grande sala, una

delle più belle del palazzo, utilizzata oggi per convegni

ed incontri. La sua particolarità è il tetto in legno. Il vanto

del palazzo è dato anche dal bellissimo giardino pensile che si affaccia direttamente sulla chiesa madre, dedicata

al patrono Sant’Andrea Apostolo. La chiesa ha un’ampia

struttura a croce latina, adornata al suo interno da pregiati

marmi bianchi, statue di legno e quadri dipinti da alcuni dei pittori più famosi dell’epoca. Di fonte alla chiesa si trova la colonna del santo patrono, che non guarda verso la chiesa, ma in direzione di Leuca, da dove venivano i pellegrini.

La piazza, punto d’incontro del paese e cuore vitale dell’economia presiccese, è stata anche luogo di un tragico delitto

Salento review//129


//territorio//focus

DETTAGLIO PALAZZO SORONZI

festa, a suonare e ballare. Il signorotto incuriosito da tanto

tradizione musicale popolare. Il suo passaggio è molto

Dalla piazza qualcuno sparava in aria con i fucili caricati a

chi si sveglia presto per offrire una lauta colazione.

frastuono si affacciò alla finestra per guardare lo spettacolo. salve, da uno però, partì un colpo vero che uccise Bartilotti. Tutti fecero finta di niente e continuarono a festeggiare. Da quel momento i presiccesi sono chiamati “mascarani”.

Presicce è rinomata per la sua cultura, in passato vennero istituite cinque scuole rette da monaci e vi erano otto biblioteche. Ha dato i natali a diverse famiglie più importanti

di Terra D’Otranto, gli Arditi, i De Liguoro o i Villani. Ed

è conosciuta per le sue tradizioni, che ancora custodisce e perpetra gelosamente.

Come la Quadriglia, ad esempio, la danza figurativa in

costume di origine francese che viene riproposta nel periodo di carnevale. Le coppie con i tipici vestiti giocano a ritmo

della musica. Il Tamburreddhu in onore di Sant’Andrea. Un tempo, i pescatori giravano per le strade, all’alba, e con il ritmo del tamburrello radunavano i lavoratori.

Oggi, per nove giorni prima della festa, un gruppo di

musicisti percorre le vie del paese suonando pezzi della

atteso e non di rado i musicisti vengono accolti in casa di La vigilia della festa patronale, poi, al termine della processione, viene accesa la Focareddha. Il fuoco, simbolo purificatorio, serve per propiziare la stagione invernale.

Presicce è un paese molto devoto. Sono tante le chiese e le

cappelle votive che sorgono nel suo territorio. Dalla cripta

della Madonna Addolorata, nella roccia sulla quale si trova

la strada per Lido Marini, alla Madonna del Soccorso, lungo la strada che porta ad Alessano. Qui vi era anche una croce su

un altare, che poi, dopo i lavori sulla via è misteriosamente scomparsa. Poco distante da piazza del Popolo si trova la

chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, con annesso

convento, ora sede del Comune. La chiesa all’interno è di rara bellezza: il suo altare maggiore in calcare leccese è in stile barocco completamente scolpito. Intagli, trafori e

bassorilievi sono presenti anche sui quattro altari laterali. Se da piazza del Popolo si percorre la strada che passa

davanti la chiesa madre e che si dirige verso sud si

Presicce between treasures and traditions Walk in the heart of the city of tombs

For those who want to discover Presicce, Piazza del Popolo is definitely the starting point. The whole square, under the basalt is rich in “trappiti”, all linked to each other; on the surface their presence is marked by holes that were used to merge the olives. The series of tunnels marking the path between mills can be visited via a door of a building overlooking the square. Carved into the rock are the hypogeum oil mills that could have “Genovese” or “Calabrese” presses, those places were once the farmers’s home. Under-earth life has taken place from October until March: the pack animals used to turn large grinding stones and only after months were they able to see light again, same for their masters. The inability to alter and expand the environments has gradually led to the abandoning of the work in the mills. After rising to the surface we can see the spectacular Doge’s Palace, of Norman origin, built in the 11th century: the construction of the chapel was the work of the Gonzagas, in the 17th century. The structure extends itself on two floors: on ground floor we have the Museum of Farming, which contains the objects of home and work used by early 900’s families. On the first floor, climbing the stairs and going to the right leads inside the great hall, now used for conferences and meetings. Its special feature is the wooden roof. Not to mention the beautiful roof garden that overlooks the main church, dedicated to Saint Andrew the Apostle, adorned with fine white marble, wooden statues and

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BALCONE PALAZZO SORONZI



//territorio//focus

CHIESA MADRE E COLONNA DEDICATA AL SANTO PATRONO

paintings made by some of the most famous painters of the time. The square, meeting point in town, has also been a tragic crime scene. Around 600, a gentleman, Carlo Bartilotti, unpopular and arrogant had imposed the “Droit de seigneur”: women, before marriage, had to spend a night with him. The citizens could not stand this and one day they decided to rebel. During carnival, they all went to the square wearing masks and began to party. Bartilotti, intrigued by the noise, went to the window to watch the show. From the square, someone fired with guns loaded with blanks, one, however, fired a real shot, killing Bartilotti. Everyone kept on celebrating, as if nothing happened. Since then, they are called “mascarani.” In the past, five schools governed by monks were established in Presicce and there were eight libraries; it was home of many important families and is known for its traditions. Like the Quadriglia, figurative costume dance of French origin, which is proposed again during carnival. Couples dance to the rhythm, wearing typical costumes, while Tamburreddhu is played in honor of St. Andrew. Fishers once wandered the streets at dawn, gathering workers. Today, nine days before the festival, a group of musicians travels the streets, playing pieces of folk music’s tradition. Their passing is much awaited and often the musicians are invited into the houses, to receive an hearty breakfast. On patronal feast’s eve, when the procession has ended, the Focareddha is turned on: a fire lit up to wish good omen for the winter season. Presicce is very devout: many are the churches and chapels which are located in its territory. From the crypt of Our Lady of Sorrows, to Our Lady of Succour. Here there also was a cross on an altar, then, after some works, it’s mysteriously disappeared. Not far from Piazza del Popolo, there’s a church dedicated to Our Lady of Mount Carmel, with its convent, now City Hall. From Piazza del Popolo, taking the road which passes in front of the mother church and heads south, you can see some of the most beautiful buildings in town, once belonged to noble families. Continuing on that road, outside the village, there is another treasure: the convent dedicated to Our Lady of the Angels. In the church renovated a few years ago have resurfaced precious frescoes, and even the great wooden altar has been restored. On the road, now Gramsci St, which runs from the square in the opposite direction, there are other historic buildings, such as Soronzi palace, built in the late ‘500s; from “Puzzu Tranu “ we can see the spectacular “Casa Turrita “, recently restored , characterized by the presence of small towers on its facade. Inside the large rooms and the large garden, will be used as a cultural center.

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possono notare alcuni dei palazzi più belli del paese,

appartenenti alle famiglie nobili. Alcune di queste sono accessibili al pubblico solo in occasioni di manifesta-

zioni. Proseguendo su quella strada, fuori dal paese, sorge un altro tesoro di Presicce: il convento dedicato

alla Madonna degli Angeli. Nella chiesa ristrutturata da pochi anni sono riemersi i pregiati affreschi, è stato restaurato anche il grande altare in legno.

Sulla strada, attuale via Gramsci, che dalla piazza si snoda in direzione opposta, invece, si trovano gli altri edifici storici, come ad esempio palazzo Soronzi, una bella casa a corte costruita alla fine del ‘500; più avanti, passando da “Puzzu Tranu” si trova la spettacolare

“Casa Turrita”, restaurata da poco, caratterizzata dalla presenza di piccole torri sulla sua facciata. Al suo interno

le ampie sale e il grande giardino alle spalle, verranno usate come centro culturale.

Il consiglio è di perdersi tra le stradine che si trovano nel centro storico per essere rapiti dalla bellezza degli altri palazzi.





//TERRITORIO//NATURA

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l’irresistibile richiamo di casa possono volare anche per un migliaio di chilometri senza sosta, toccando i cento chilometri all’ora. enzo caroprese ci aiuta a scoprire il fascino dei colombi viaggiatori di mariella tamborrino ph: pierpaolo schiavone

A vederli da vicino sembrano quelli delle fiabe. Collo

Loro non “vanno” ma “tornano”.

somma, non i soliti colombi. E in effetti non potrebbe

su questi volatili tra i primi ad essere addomesticati

lungo, piume lucide, ali imponenti e sguardo fiero. Inessere diversamente, trattandosi di veri e propri campioni.

Sono piccioni viaggiatori, capaci di percorrere svariati

chilometri senza sosta, sorvolando qualsiasi tipo di

E in questa frase c’è tutto quello che occorre sapere

dall’uomo. Portati in un posto qualunque, sanno sempre come ritrovare la strada di casa. Li conosciamo meglio grazie ad Enzo Caroprese, presidente dell’Associazio-

paesaggio, dalle montagne al mare, con qualsiasi tipo

ne Colombofila Alisalento (www.alisalento.it), amico

legati per tutta la vita.

lo stesso amore e la stessa passione. Una passione, ci

di clima, puntando dritti alla colombaia a cui restano

di questi pennuti che cura da quasi mezzo secolo con

Salento review//137


The irresistible recall

They can fly for about 1000 kms without stopping, reaching 100km/h, Enzo Caroprese talks about homing pigeons’s charm.

confessa, nata quando era poco più di un bambino. Nel suo allevamento, alle porte di San Cesario, ci sono una

sessantina di esemplari, razionalmente disposti in tre voliere differenti: una dedicata alla riproduzione, una

ai piccioni novelli, quelli, cioè, alle prime fasi dell’addestramento, la terza, infine ai cosiddetti “viaggiatori”.

Destinati tutti, comunque, a solcare i cieli. I più allenati

riescono a coprire distanze notevoli, raggiungendo, e in alcuni casi anche superando, i 100 chilometri orari.

Guidati sempre da un orientamento infallibile. Ma IN ALTO, ALCUNI ESEMPLARI DI PICCIONI. A DESTRA, L'ALLEVATORE E ADDESTRATORE, ENZO CAROPRESE.

come fanno questi animali a riconoscere la “strada

di casa”? Ci sono diverse teorie e fra esse, una delle

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Up close they look like those in the fables. Long neck, shining feathers, imposing wings and proud glance. In short, not the usual doves. These birds can fly several kms without breaks, from mountains to seas, under any climate, heading straight for the columbary to which they stay attached for life. They don’t “go”, they “come back”. In this phrase there’s all that’s needed to know about these birds among the first ones to be tamed by men. They can find the way home from anywhere. We get to know them better thanks to Enzo Caroprese, president of “Associazione Colombifila Alisalento”. In his farm in San Cesario, there are about sixty different specimens, arranged in three different aviaries: one for breeding, one for young pigeons in their first stage of training, and the third, dedicated to the so called “hunters”. The most trained ones can cover long distances, reaching, and in some cases exceeding, 100km/h, driven by an infallible orientation. But how do these animals recognize the “way home”? One theory is that they manage to find the route thanks to their olfaction, going straight for the columbary. “About 30 years ago” explains Enzo Caroprese “a group of academics of Pisa University carried out an interesting experiment. Resecting an olfactive nerve, these animals began having problems getting home. Resecting two, they’d not come back at all. But that of the olfaction is not a theory that goes well with another, which says that pigeons feel the vibrations of the terrestrial magnetism, or even recognize the ground’s topography. Training requires a lot of energies” says Caroprese “and it always starts from covering small distances: 40-60 km. Launch after launch, the doves get used to flying for even more wider lenghts”. “My specimens are used to move from the eastern adriatic coast and cross the sea. They came back from Albania, from Montenegro and also Peloponnese. In this case they traveled for about 500km”. Caroprese says that with a bit of pride. “Not only do I take care of them every day, I make ‘em fly and train them. I also take care of the matings, choosing the doves with a certain compatibility, to create little champions”. Competitions are divided in sprint races, but also based on sex and age. The birds get freed in a pre-established site and when they reach their own columbary, the time and distance covered are recorded. This sport originates in Belgium, in the first half of the nineteenth century, in Liegi, year 1820. In Italy, the first pigeons can be seen in 1887. That year, some breeders from Bruxelles carried out the launch from Rome. Not all birds made it past the Alps and many were captured from italians. A dove breeding sport society called “Messaggero” was born soon after. There are about ten trainers in the county of Lecce. The trend will grow, even though as a sport, it’s more diffused in the northern regions. There’ll be a meeting on the 16th January, in Novoli, the launch of doves will be performed after the animal blessing imparted in occasion of the celebration of Sant’ Antonio Abate.



//tERRITORIO//NATURA

più interessanti, è quella secondo la quale i colombi

due, non tornavano affatto. Ma quella dell’olfatto non

Si orientano percependo, nell’aria e nei venti, odori

quale i piccioni sarebbero anche in grado di avvertire

riescono a non perdere la rotta grazie al loro olfatto. familiari in grado di ricondurli nelle loro colombaie. “Una trentina di anni addietro – ci spiega Enzo Caroprese – un gruppo di studiosi dell’Università di Pisa

portò avanti un esperimento interessante. Resecando un nervo olfattivo, questi animali si orientavano con

difficoltà e a fatica rientravano a casa. Resecandone

è che una teoria che fa il paio con un’altra secondo la le vibrazioni del magnetismo terrestre e addirittura di riconoscere la topografia del suolo”.

Tuttavia, al di là delle spiegazioni scientifiche, resta la magia legata all’attività di questi uccelli che si muovono quasi all’unisono, creando deliziose coreografie nell’aria.

E pensare che sono in grado di volare anche per 800 chilometri di fila, se non addirittura di più. “L’addestramento richiede molte energie e si comincia sempre col far coprire piccole distanze: 40 - 60 chilometri.

Lancio dopo lancio, poi, i colombi si abituano a volare

per tratti sempre più impegnativi. I miei esemplari sono abituati a muoversi dalla costa orientale adriatica e ad attraversare il mare. Sono tornati dall’Albania, dal Montenegro e anche dal Peloponneso. In questo caso hanno viaggiato per circa 500 chilometri – Caroprese lo

dice con una punta di orgoglio, lo stesso che accende il suo sguardo quando afferma di essere, in qualche modo,

anche un “sensale” –. Non solo li accudisco tutti i giorni,

li faccio volare e li addestro. Io mi occupo anche degli accoppiamenti, scegliendo i colombi che, a mio avviso,

potrebbero avere una certa compatibilità fra loro, per

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//territorio//natura

creare dei piccoli campioni”. Perché è nelle gare che que-

di, dati alla mano, viene stilata la classifica finale.

il massimo. Le competizioni sono suddivise in gare di

la trasmissione rapida di informazioni, diffuso nell’an-

sti animali, definiti “i purosangue del cielo”, esprimono velocità (mezzofondo e fondo), ma anche in base al sesso (maschi e femmine) ed in base all’età (novelli ed adulti).

Gli uccelli vengono liberati in un sito prestabilito e

quando giungono alla propria colombaia viene registrato il tempo di rientro e la distanza percorsa, quin-

Il ricorso allo straordinario istinto di questi animali per tichità ed in epoca moderna, diminuì progressivamente

con l’avvento del telegrafo. A Liegi, nel 1820, si tenne la prima manifestazione a carattere sportivo.

In Italia i primi piccioni viaggiatori si videro nel 1887. Quell’anno a Roma giunsero da Bruxelles alcuni al-

levatori per il lancio. Non tutti i volatili riuscirono a superare le Alpi e molti esemplari furono catturati da

colombofili italiani, per l’esattezza reggiani, che diedero

vita alla prima società per l’allevamento del colombo da sport, denominata “Messaggero”.

Oggi gli addestratori in provincia di Lecce sono una

decina circa. Il trend sembra destinato a crescere, anche

se come sport è più diffuso nelle regioni settentrionali rispetto al Mezzogiorno. Intanto è d’obbligo segnalare

un appuntamento da non perdere: il 16 gennaio, a Novoli,

sarà effettuato il lancio dei colombi dopo la benedizione degli animali impartita in occasione dei festeggiamenti di Sant’Antonio Abate.

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//tERRITORIO//IDEE

profumo di futuro alla fiera dell’innovazione conclusa la quinta edizione della manifestazione: in vetrina le tecnologie per una vita migliore ph: pierpaolo schiavone

Per quattro giorni nelle sale del Must, il museo storico

dell’Università del Salento e finanziata da Regione Puglia

della città di Lecce, è stato tutto un fermento di idee,

(con fondi PO 2007-2013. Asse I. Linea di Intervento

ha accolto la quinta edizione della Fiera dell’Innova-

degli ILO” Avviso “Sostegno alle Alleanze per l’Inno-

progetti, giovani ed entusiasmo. Il contenitore culturale zione organizzata dall’Area valorizzazione della ricerca

1.2 - Azione 1.2.3.b “Promozione della rete regionale vazione in Puglia”).

Laboratori, workshop, incontri-dibattiti, esposizioni di prototipi e progetti, seminari e tavole rotonde, nuove idee da presentare, tutto per promuovere, favorire e divulgare la cultura dell’innovazione, per far conoscere

il lavoro di tutti quei giovani che scelgono di rimanere nella propria terra, studiare e avviare imprese innovative,

a dispetto di chi crede che si debba necessariamente andar fuori per realizzarsi.

L’edizione 2013 della Fiera è stata incentrata su cinque

macro temi: incubatori, ricerca d’impresa, living labs,

smart cities & communities, spin off/start-up. La forza 144//turismo//cultura//arte//informazione



//tERRITORIO//IDEE

della manifestazione, oltre che ad essere un’ottima

solo ci sono ma possono anche essere messe in pratica,

associazioni partecipanti, sta nel permettere la creazione

si è potuto vedere come la ricerca e la tecnologia possono

vetrina per i progetti realizzati dalle varie imprese e

di reti e contaminazioni anche con il pubblico, che è poi l’utente finale, il vero “utilizzatore delle tecnologie”.

Nella serata d’inaugurazione sono stati consegnati dei Sigilli alle iniziative innovative premiate da valutatori

esterni, sette in tutto, a riprova che le buone idee non

Scent of future at the Innovation Fair

realizzate. Nelle stanze del Must si è respirato il futuro, davvero migliorare la vita di tutti i giorni.

Tra gli espositori – 30 spin-off dell’Università del Sa-

lento e tre imprese innovative – si è potuto trovare di tutto: lo dimostra un’azienda salentina, Alice biosources srl, che sviluppa, produce e commercializza prodotti di cosmesi innovativi utilizzando l’olio extravergine

d’oliva salentino. L’olio viene trattato con l’ozono

5th edition of the event that reunites most innovative ideas and new technologies which make tomorrow’s life better

attraverso un processo brevettato dal laboratorio di

Must, City of Lecce’s historic museum, for 4 days has been a flurry of ideas and projects. It hosted the 5th edition of the Innovation Fair, organized at Salento University and funded by Apulia Region. Labs, workshops, meetings and debates, exhibitions of projects, new ideas, all to promote the culture of innovation, to make known the work of young people who choose to remain in their land, study and start innovative companies. This year edition has been focused on incubators, enterprise search, living labs, smart cities & communities, spin offs/start-ups. The strength of the event is to allow the creation of networks and also the fusion with the people, the real “users”. In the opening night, seals were delivered to innovative initiatives and rewarded by external evaluators, proving that good ideas are present, and they can also be achieved. Every room had the scent of future: it’s been clear that research and technology can really improve everyday’s life. Among the exhibitors, 30 spin-offs from University of Salento and 3 innovative companies: Alice Biosources Ltd., which develops, manufactures and sells innovative skincare products using Salento’s extra virgin olive oil; another spin-off, Tecnosea Ltd., deals with water and sludge reuse. Or Arva, which produces integrated services to value cultural heritage. Also, profiles on major social networks were created and seminars were streamed.

Salento; un’altra spin-off, la Tecnosea srl, opera nel

146//turismo//cultura//arte//informazione

Anatomia comparata e citologia dell’Università del settore dell’acquacoltura e dei servizi correlati e che

si occupa di ricerca sperimentando il riutilizzo delle acque e dei fanghi.

Oppure Arva, che produce servizi integrati per la va-

lorizzazione del patrimonio culturale. Naturalmente, la fiera non poteva non essere innovativa anche nella

comunicazione e nell’interazione con il pubblico: sono stati attivati i profili sui principali social network e i seminari sono stati trasmessi in diretta streaming.



//in viaggio//riga

riga, paradiso dell’art nouveau cuore della lettonia, è una città sorprendente e affascinante. nei vecchi hangar di fabbricazione tedesca sorge uno dei mercati più grandi del vecchio continente Di Alessandra Beccarisi e Ubaldo Villani Lubelli* ESEMPIO DI ART NOUVEAU

Un centro storico medievale, il quartiere in stile Art Nouveau,

la città un’attrazione irresistibile per le nuove generazioni.

Lettonia, detta la Parigi del Nord, è una città dai numerosi

eveden, Vescovo di Brema, Riga ha fatto parte della lega

belle ragazze e il vento del Baltico. Riga, la capitale della segreti e dagli innumeravoli angoli da visitare. Non solo per il Black Balsam (l’elisir di lunga vita amato da Johann Wolfgang

Goethe) o il Kvass (bevanda di origine russa prodotta dal pane

scuro fermentato), ma anche per un mercato tra i più grandi in Europa, per l’ottima birra e per i numerosi hipster che rendono

Riga, Art Nouveau’s heaven. European capital of culture 2014

Heart of Latvia, the Country with the most growth rate in the EU, it’s a surprising and fascinating city. Within the old Deutsch manufacturing hangar lies one of the biggest marketplace of the Old Continent. A Medieval historical centre, the Art Noveau district: Riga, the Capital of Latvia, named “Paris of the North”, is a city full of attractions: Black Balsam (Goethe’s favorite liquor), Kvass (drink of Russian origin produced from fermented dark bread), a marketplace among the biggest in Europe, great beers and the hipsters make Riga an irresistible destination for the new generations. Founded in 1201 by Deutsch Albert von Buxhoeveden, Brema’s Bishop, Riga took part of the Hanseatic League and it has been “German” city until XIX Century. In 1837 Richard Wagner was commissioned for the direction of the Opera House that was closed a year later because of debts. With the end of the World War II, Latvia was forcefully annexed to the USSR and most of the population was deported, as testified in a museum in the city centre. Riga is a city of two souls: the historical centre, most suitable for tourists and the rest of the city, where the Art Noveau’s district stands out, one of the most beautiful and biggest in Europe, that is located beyond two wonderful parks,Arkadijas Garden Park and the Esplanade, in which you can find pieces of the Berlin Wall. This part of the city has been declared World Heritage by UNESCO in 1997, and it’s a triumph of the end of century elegance (as shown by pictures), and it hosts a Social Hub, obtained from an old building, and the Sienne cafeteria, furnished with

148//turismo//cultura//arte//informazione

Fondata il 18 agosto del 1201 dal tedesco Albert von Buxho-

anseatica e fino al XIX secolo fu città ‘tedesca’, tanto che nel 1837 vi soggiornò Richard Wagner, nominato direttore del

Teatro d’Opera, chiuso per eccesso di debiti un anno dopo. Con la fine della seconda guerra mondiale, la Lettonia venne annessa forzatamente all’URSS e gran parte della popolazione

fu deportata, come documenta un interessante museo nel centro della città, che merita certamente di essere visitato.

Riga è una capitale che vive un contrasto evidente tra l’ovattato centro storico a uso e consumo dei turisti e il resto della città,

vivace e vissuto, dove spicca il quartiere Art Nouveau, uno dei più belli e più grandi d’Europa. Si sviluppa fuori dalle mura del centro storico, dopo due bellissimi parchi, l’Arkadijas Garden Park e l’Esplanade, nel quale vi potrebbe capitare di

trovare anche un pezzo del Muro di Berlino. Questa parte della

città – i cui edifici sono stati dichiarati nel 1997 Patriomonio mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco – è un trionfo

della fantasia e dell’eleganza di fine secolo, come mostrano

le foto del servizio, e ospita un interessante centro sociale, ricavato da un bell’edificio non restaurato e la caffetteria

Sienne, molto elegante e arredata con pezzi d’antiquariato


pregevoli, estremamente confortevole e dal servizio impec-

locale ospitato all’interno. Se, invece, vi stuzzicano gli enormi

Central Market, uno dei più grandi mercati d’Europa, che

tipi di cavolo, pomodori), sappiate che uno degli ingredienti

cabile. Visitateli entrambi. Ma la vera attrazione di Riga è il occupa vecchi hangar tedeschi e lo spazio intorno ad essi.

Una quantità incredibile di verdure, carni, frutta, formaggi e soprattutto pesce (salmoni, sgombri, sogliole, trote, carpe) –

sia fresco che affumicato –, che potete gustare accompagnato

dall’ottima (ed economica) birra Cësu, magari nel minuscolo TEATRO DELL’OPERA

boccacci ripieni di verdure in salamoia (funghi, cetriolini, vari fondamentali per la marinatura è l’aglio. Se tuttavia questo non dovesse costituire un problema, potete accompagnare le

verdure con un buonissimo pane al sesamo uzbeko, preparato al momento sotto ai vostri occhi, mentre aspetterete pazientemente di essere serviti. Alle spalle del Central Market non

potrete non notare una specie di ‘torta nuziale’ che si staglia contro il cielo: è un curioso edificio, che vale la pena di

visitare: l’Accademia delle Scienze di Riga con la sua archi-

tettura surreale e l’atmosfera ancora vagamente stalinista: in diciassette piani si dispiega l’umano sapere, dalla matematica

alla filosofia. Per la modica cifra di 2 ltv (circa 5 euro) è

concesso al visitatore salire in ascensore fino al quindicesimo piano e da lì raggiungere a piedi la terrazza, un posto molto

tranquillo, ideale per scattare suggestive foto della città. Meno interessante (ma più costosa) è invece la vista che si gode

dalla torre della chiesa di San Pietro, nella Vecriga (la città

vecchia). Siccome è molto pubblicizzata (a differenza della più laica Accademia delle Scienze) è piena di turisti che in gruppi di dieci vengono trasportati in un ascensore azionato

da un povero ragazzo annoiato. Tempo concesso per la visita: dieci minuti scarsi. Il modo migliore di conoscere Riga è camminare e perdersi tra vicoli e parchi, ammirando una città che dopo la profonda crisi del 2009 ha saputo riprendersi, così

come un Paese che è cresciuto di più nell’Unione Europea. CASA DELLE “TESTE NERE” XIV SECOLO

Dal 2014 anche Riga adotterà l’euro. Un’ottima ragione in più per visitarla nell’anno in cui sarà Capitale europea della cultura, insieme alla città svedese di Umeå.

*Alessandra Beccarisi e Ubaldo Villani-Lubelli Alessandra Beccarisi è professore associato di storia della filosofia medievale all’Università del Salento. Ubaldo Villani-Lubelli è blogger e saggista, si occupa di politica e cultura tedesche. Entrambi scrivono sul blog www.potsdamer-platz.blogspot.it e amano viaggiare. MONUMENTO ALLA LIBERTÀ

valuable antiques. Check it out. But the real attraction in Riga is the Central Market, one of the biggest marketplaces in Europe, which occupies old Deutsch manufacturing hangars. An incredible amount of food, especially fish – both fresh and smoked – that you can taste together with the great Cësu beer. Other typical dishes are the huge cans full of pickled vegetables (mushrooms, cucumbers, various kinds of cabbage and tomatoes), which have garlic as its main ingredient. You can use a great Uzbek sesame bread as a side dish, made before your very eyes, while you are waiting to be served. Behind Central Market you can see some kind of “wedding cake”, a curious building worth visiting: it’s the Science Academy of Riga, with its surreal architecture, 17 floors and the vaguely stalinist atmosphere. For only 2 ltv (circa 5€) you can board the elevator and reach the 15th floor, and from there, go to the terrace by foot, a perfect place to take suggestive shots of the city. Less interesting, but more expensive, is the sight from the St Peter’s church tower, inside Vecriga (the old city), more publicized and therefore full of tourists, compared to the Science Academy. The best way to discover Riga would be taking a walk through alleys and parks, admiring a city that has been able to rise again after the deep crisis in 2009. In 2014 Riga will adopt Euro, and a good reason to visit it particular year is the fact that it will become European Capital of Culture, alongside the Swedish city of Umeå. *Alessandra Beccarisi and Ubaldo Villani-Lubelli Alessandra Beccarisi is a professor associated to medieval history and philosophy by Salento University. Ubaldo Villani-Lubelli, blogger and essayist, is specialized in german politics and culture. Both write on www.potsdamer-platz.blogspot.it and love to travel.

Salento review//149


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BAGLIVI TOURS srl via Cavour 66, - 73100 Lecce 73100 (LE) Tel: +39 0832 331533 - Fax: +39 0832 246430 www.baglivibus.it - www.semar-viaggi.it

da trent’anni al servizio di chi ama viaggiare coccolare il cliente garantendo professionalità e competenza

150//turismo//cultura//arte//informazione


L’esperienza decennale messa a dispo-

nel corso degli anni a diventare leader

consapevolezza che solo un’azienda

sizione del cliente per offrire qualità e

per i viaggi di gruppo organizzati.

affermata permette di ottenere il mas-

“E pensare che all’epoca rilevai l’azienda

simo dei servizi.

da sempre sono al fianco di chi ama

che era quasi fallimentare e che aveva

“I viaggi organizzati con il fai da te

viaggiare in tutta sicurezza. La seconda,

concorrenti già affermati”, continua

lasciano il tempo che trovano – spiega

specializzata in turismo outgoing, opera

Baglivi. La Semar viaggi, grazie al lavoro

Baglivi – tra i nostri nuovi clienti ci sono

con i principali operatori garantendo

di personale qualificato e sempre dispo-

molte persone che rimaste deluse hanno

a chi prenota un viaggio, un ottimo

nibile garantisce un supporto continuo,

deciso di affidarsi agli esperti del setto-

rapporto qualità prezzo.

dall’organizzazione del viaggio in poi e

re, e ci fa piacere quando ci dicono che

“La Semar viaggi nasce nel 1982, quan-

il cliente ripaga con la stima e con la

con noi si sentono più sicuri e meglio

servizi. Baglivi Tour e Semar viaggi

do rilevai le quote da una vecchia società, ero giovanissimo avevo 25 anni e ho iniziato la mia avventura”, racconta il titolare Rodolfo Baglivi. “Mio padre aveva un’azienda di trasporti, gestiva tre autobus. Finiti gli studi e svolto il servizio militare lo aiutavo facendo l’autista. Poi ci fu l’occasione dell’agenzia e con un po’ di strategia e sacrifici l’azienda di famiglia si è sviluppata”. Idee chiare sul futuro e sui servizi da proporre al cliente, le due aziende sono andate sempre in parallelo, riuscendo

Salento review//151


pubbliredazionale

//VACANZE

consigliati. Il mondo è vasto e a volte

“Quando ho iniziato a lavorare non si

pericoloso, il cliente vuole sentirsi pro-

viaggiava tanto, poi c’è stata la voglia di

tetto e coccolato. È ossessionato dalla

conoscere il mondo. Adesso, il prodotto

professionalità e da noi può essere certo

che va per la maggiore è il viaggio in

di un prodotto sicuro”.

crociera, scelto da tutte le fasce d’età”.

La Semar viaggi, miglior alleata per chi

Non rimane che andare in agenzia e

intende trascorrere una vacanza senza

prenotare per le prossime vacanze di

complicazioni, ha da sempre assecon-

Natale, con la certezza che saranno

dato i desideri e i gusti della clientela.

indimenticabili.

For thirty years service for those who love traveling

Take care of travelers and guarantee a very high service: the main purpose of Semar Viaggi and Baglivi Tour! Baglivi Tour and Semar Viaggi always provide its customers an high service and security for every kind of travels. Specialized in outgoing tourism have attractive offers with excellent solutions. “I was very young, 25 years old, when in 1982 acquired the shares from an old society and started my adventure like Semar Viaggi – says the owner, Rodolfo Baglivi –. My father had a transport company, he had three buses and I worked with him as driver. Then we decided to invest in travel agency and with a lot of efforts we started the new business”. Baglivi Family has always had new projects for the future, the two societies have always worked together becoming leader before for group travels. “When I bought the company it was almost bankrupt and the competition was very strong” – says Mr Baglivi – Semar Viaggi

152//turismo//cultura//arte//informazione

has successfully established itself thanks to an hard work of every employee who has always guaranteed safe travels and an excellent customer service. Only with honesty and experience we have managed to have the confidence of our customers. “There are many people who arrange their travels alone, but we have also a lot of new customers who have been disappointed by their organization and decide to follow the experience of Semar Viaggi. We are so happy when a new customer feels safer to organize holidays with us. Some destinations are particular and also dangerous to discover alone and our experience is required to spend safe holidays”. Semar Viaggi has always followed travelers’ wants and needs, people has changing tastes about holidays during the years: “In the eighties people rarely traveled, then they have desired to know the world and today the majority of people prefer cruises” So, book your next Christmas holidays with Semar Viaggi, it will be an unforgettable experience!



//IN VIAGGIO//il salento visto da fuori

il salento non è solo moda. lo dice la storia il buon marketing e il continuo passaparola sono il miglior biglietto da visita per la provincia di lecce. ma il successo si costruisce su fattori oggettivi che anche nei secoli scorsi venivano apprezzati e raccontati di enzo turco

Cosa c’è dietro la “Salentomania” che porta ogni anno migliaia di turisti, italiani e

stranieri, a trascorrere le vacanze in provincia di Lecce, tra arte, mare, cibo e relax? Non c’è dubbio che una sempre più convincente operazione di marketing abbia grandi

meriti nell’aumento oggettivo dei flussi di visitatori, ma anche il passaparola fa la sua parte. Una semplice foto postata sui social network, un racconto entusiasta durante una cena con amici, una semplice cartolina: non c’è nulla, in fondo, di più persuasivo

di qualcosa detto o scritto da persone cui vogliamo bene oppure da chi apprezziamo

per la sua autorevolezza. Ma quella del Salento è solo una moda dettata dal gusto dei tempi? A rileggere alcuni giudizi disseminati lungo il corso dei secoli, ci si accorge che

la penisola tra i due mari ha sorpreso, affascinato e conquistato anche chi vi era giunto per i motivi più disparati e, magari, con convinzioni di segno contrario. 154//turismo//cultura//arte//informazione

Salento isn’t just fashion. History says so.

Good marketing and the constant buzz are the business card for the province of Lecce. But success is built on objective factors, appreciated and described in past centuries. What’s behind “Salentomania” which brings tourists, Italians and foreigners, to spend their holidays in the province of Lecce, among art, sea, food and relaxation? The credit goes to a more convincing marketing operation, but also word of mouth does its part. A simple photo posted on social networks, a story about a dinner with friends, a postcard. Rereading some opinions scattered along the course of the centuries, we realize that Italy has surprised, fascinated and also conquered those who had come for various reasons.


STRABONE

Età antica Così Strabone1 (60 a.C. – 23 d.C.), che si può ritenere uno

studente Erasmus ante litteram, ha definito il Salento: “[...]

territorio della Japigia è, contro ogni aspettativa, molto confortevole. Infatti, sebbene appaia aspro in superficie,

dove è possibile arare, si scopre che il terreno è alquanto profondo e fertile e povero di acqua, non di meno è ab-

bondante di ridenti pascoli e appare ricco di foreste [...]”. (da Geografia – L’Italia, Cap. VI-3. BUR Rizzoli - Trad. A.M. Biraschi).

Età moderna Parecchi secoli dopo, si colloca sulla stessa lunghezza d’onda, Antonio de Ferrariis detto Galateo 2 (1444

– 1517):“[...]è tuttavia giudicata la regione più bella e di gran lunga la migliore, se si dà ascolto ai giudizi espressi da Spagnoli, Francesi e Italiani, e, in particolar

modo, dai Campani che pure abitano una parte deliziosa

paludoso. Numerosissime sono le polle d’acqua sorgiva

“[...]l’aria è salubre, il suolo non è arido, ma neppure

Anche dei salentini il Galateo aveva una lusinghiera opi-

dell’Italia, e financo da Greci e Turchi [...]”. Ed ancora:

e moltissime le fontane[...]”.

nione: “[...] la gente è pacifica, dal tratto amabilissimo, piena di buon senso e per nulla ingannatrice o subdola;

1 Geografo greco, nato ad Amasea (nell’odierna Cappadocia) nel 44 a.C. si trasferisce a Roma dove studia filosofia e geografia. È autore di due opere, Storia (in 47 libri) e Geografia (in 17 libri) quale complemento del primo. 2 Medico, Filosofo,matematico, letterato, ecc. salentino di Galatina, orfano di madre, venne affidato ai frati basiliani di Lecce per la sua istruzione di base. Ottenuto a Ferrara il diploma in medicina, per la sua bravura divenne medico personale di Ferdinando I d’Aragona e di Isabella d’Aragona. Famosissimo per la sua cultura enciclopedica e per la sua onestà intellettuale dal 1506 al 1511 scrisse il De situ Japigia

ma per la natura del luogo non bellicosa, sebbene, corag-

giosissima quando si tratta di mantenere la fede promessa e di difendere l’onore [...]”. E ancora: “[...]si dice che

coloro che abitano le terre temperate abbiano ingegno più acuto, maggiore complessione e di conseguenza minor accanimento e ferocia [...]”.

(da La Japigia - Liber de Situ Japygiae – ed. Mario Congedo – Traduzione di D. De Filippis)

Salento review//155


//in viaggio//il salento visto da fuori

Old Age

Strabo1 (60 BC - 23 AD), which can be considered an Erasmus student before his time, has defined Salento: “[...] the Japigian land is very comfortable. Although it seems harsh on the surface, where you can plow, it turns out that the soil is quite deep, fertile and poor in water, it’s abundant in pastures and rich in forests [...]”. (from Geografia – L’Italia, Cap. VI-3. BUR Rizzoli - Trad. A.M. Biraschi).

Modern Age

L’ottomano Ibn Kemal3 (1468 – 1534) fu un uomo di lettere che alcune testimonianze collocano ad Otranto

nel periodo della conquista turca della cittadina adriatica,

come scrivano e cronista personale di Ahamed Pascià. Ebbe modo, a quanto pare dal risultato, di farsi un’idea abbastanza precisa della Puglia di allora e soprattutto del Salento, che riuscì a sublimare tra prosa e versi.

La vista di Otranto, agli occhi del cronista-conquistatore,

è addirittura magnifica: “[...] Dall’altra parte, tra le mura c’era una città che in confronto alle altre era come la luna piena tra le stelle; aveva una campagna verdissima

che era piena di gente e, di fronte alle campagne di altre città, sembrava la notte della nascita di Maometto tra le altre notti [...]”

“Il suo nome è Otranto, biasimare non si potrebbe chi

l’abita; se vuoi trascorrere vita serena, vai ad abitare là”.

3 È l’autore di un’opera enciclopedica in rima (da molti paragonata alla Divina Commedia) intitolata Tevàrih-i Al-i Osman (Storie della casa di Osman) nella quale al libro VII riporta la versione musulmana della conquista di Otranto.

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Several centuries later, on the same wavelength, Antonio de Ferrariis, also called Etiquette2, (1444 - 1517) said: “[...] it’s considered to be the most beautiful region and by far the best, if we listen to the opinions expressed from Spanish, French and Italian, and, in particular, by Campani, who also live in a delightful part of Italy, and even by the Greeks and Turks [...]”. And again: “[...] the air is healthy and the soil isn’t dry, but not swampy, either. There are many pools of spring water and lots of fountains[...]”. Etiquette also had a flattering opinion of Salento inhabitants: “[...] people are peaceful, full of common sense and in no way misleading or deceptive; but because of the nature of the place, brave when it comes to keeping faith and promise to defend the honor [...]”. And again: “[...] it’s said that those who inhabit the temperate lands have a sharper wit, higher complexion and are consequently less ferocious [...]”. (from La Japigia - Liber de Situ Japygiae – ed. Mario Congedo –Translation by D. De Filippis)

The Ottoman Ibn Kemal3 (1468 - 1534) was a man of letters that lived in Otranto in the Turkish conquest’s period, as personal scribe and chronicler of Ahamed Pasha. He had a clear idea of Apulia of that time and especially of Salento. “[...]Apulia is a country surrounded by the sea, known for its size and for the many infidel soldiers. Since the Mediterranean forms the majority of its borders, enemies were able to help it in its advancement, which is why the region is prosperous and its products abundant. [...]” “[...] Its countries in spring look like an Heaven’s garden, from the sea, its seashore is a treasure flowing. [...]” “[...] In that place, there were many male and female slaves, who, both young and old, had their faces cleaner than water, and eyes like sources of beauty, of inestimable value [...].” “[...] In the aforementioned place there were many rare works, towns, big cities and each had in its environs a rich country and loads of villages;” [...]” Otranto’s view, to the eyes of the reporter-conqueror, was magnificent: “[...] On the other side, within the walls there was a city that in comparison to the others was like a full moon among the stars. [...]”. “[...] Its name is Otranto, you can’t blame the people who live there; if you want to live a calm life, that’s the place to be”. [...]

1 Greek geographer, born in Amasea (in modern Cappadocia) in 44 BC he moved to Rome where he studied philosophy and geography. He is the author of two works, History (in 47 books), and Geography (in 17 books). 2 Doctor, philosopher, mathematician, writer, etc., born in Galatina and motherless, was entrusted to the Basilian monks of Lecce for his basic education. Obtained a degree in medicine in Ferrara, and he became personal physician to Ferdinand I of Aragon and Isabella of Aragon. Famous for his encyclopedic knowledge and his intellectual honesty. 3 A of an encyclopedia in rhyme (compared to the Divine Comedy) entitled Tevàrih-i Al-i Osman (Stories of the House of Osman) in which the book VII shows the Muslim version of the conquest of Otranto.


19 97 IRISH PUB


//territorio//arte

IN BASSO: ISTITUTO CO MPRENSIVO DI SOLETO

158//turismo//cultura//arte//informazione


street art, passione e impegno sociale oggi apprezzata in tutto il suo valore, l’arte di strada consente di riqualificare zone abbandonate e di trasmettere messaggi educativi per i residenti abituati al degrado materiale e morale a cura di gabriele de giorgi

Intervista a Chekos’Art Questa foto esalta la trasformazione della facciata di un locale scolastico. Qual è stata l’ispirazione?

“Partiamo sempre da un presupposto quando andiamo a realizzare un murales, cercando sempre d’osservare e raccogliere il numero maggiore di informazioni sul luogo in cui operiamo. Il nostro metodo consiste nel cercare di costruire un

percorso di trasformazione e innovazione che vada oltre l’estetica del murales,

senza mai abdicare al senso dell’identità che il luogo stesso trasmette alla comunità di riferimento”.

Street art, passion and social commitment

Street art reevaluates abandoned areas and gives educational messages for residents used to material and moral decay This photo enhances the transformation of a school’s façade. What has inspired you? “Every time we make a mural, we try to observe and gather as much information as possible about the place. We build a path of innovation that goes beyond mural’s aesthetics, without taking away the sense of identity which the place gives to the community”.

Salento review//159


//territorio//arte

All’estero sono sempre di più i paesaggi urbani con murales di dimensioni considerevoli. Come reagiscono i residenti nella zona?

“Nei nostri progetti cerchiamo sempre di coinvolgere gli abitanti del posto, conoscerli e farci conoscere. La maggior parte dei nostri interventi sono realizzati su edifici in stato di degrado, dove creiamo interventi rigenerativi. Molte istituzioni ormai ne hanno compreso l’utilità e la convenienza. Diciamo che allo stesso prezzo di un imbianchino si può avere in cambio molto di più, dal momento che la street art è a tutti gli effetti una manifestazione dell’arte contemporanea”.

Abroad there are more and more urban landscapes with murals of notable size. How do residents react? “In our projects, we always try involving the locals. Most of our works are made on buildings in a state of decay, giving them new life. Many institutions have understood the benefits: for the same price of a house painter you can have a lot more”.

AN IN URB PROJECT A: ART AL A DESTR TERNATION O, IN SPACE, N ART,TETOV A OF URB ONIA; MACED : GLI AUTORI RT O A IN BASS AND CHEKOS’ . ANIA K

gli autori

Ania K. and Chekos’art sono artisti autodidatti che si

muovono nel campo del graffitismo e del freestyling, rivoluzionando giorno per giorno il loro carattere artistico

Authors

Ania K. and Chekos’art are self-taught artists that move within the graffiti/freestyle’s field revolutionizing their artistic character everyday. They work both individually and as a group, called Street Art South Italy. Together they gave life to 167/B street (lab/ exhibition space in constant mutation) in Lecce’s most popular area. Theirs is a work-in-progress which invites the city to art and contemporary, following trends and experiments.

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e personale. Lavorano individualmente e come gruppo, denominato Street Art South Italy. Insieme hanno dato vita

a 167/B street (laboratorio/spazio espositivo in continua mutazione) nella zona più popolare di Lecce. Il loro è un work in progress per aprire la città all’arte, al contempo-

raneo seguendo tendenze e sperimentazioni.



//territorio//arte

IK, POLO BYALIST

NIA

Street art è anche impegno sociale. Quali sono i valori alla base del vostro lavoro artistico?

“Il nostro sforzo è di non avere solo un rapporto estetico

con l’arte ma di dare al murales un senso profondamente militante nel senso del valore collettivo. Questo della Polonia è un chiaro esempio: abbiamo cercato di

lanciare un messaggio di cambiamento nella mentalità di un quartiere dove la paura e la xenofobia si stanno diffondendo e non è stato facile data l’ostilità di molti. Il nostro murales è destinato a una società in perenne

trasformazione, che ancora fa fatica, per usare un eufemismo, ad accettare uomini e donne come lo siamo

noi. Ecco il perché della citazione che leggete, di K. Przerwa – Tetmajer: “Le persone sono uguali, solo la disuguaglianza le divide”.

Rispetto alle origini, cosa è cambiato nella street art?

“Oramai la street art è dappertutto. In parte ha perso il suo fascino, perché è diventata una sorta di spot pub-

blicitario. Usare un grande muro e lavorare in strada,

oggi, dà molta più visibilità di una galleria. E questo molti accademici lo hanno compreso. Chi ha respirato la cultura di strada delle origini e per essa ha corso anche dei rischi, fa fatica a riconoscere tutto ciò come espressione della street art”.

Street art is also social commitment. Which are the values at the base of your work? “This one in Poland is a clear example: it was hard, given the hostility, but we tried to send a message of change in the mindset of an area where fear and xenophobia are spreading. Our murals are aimed for an ever changing society, who still finds people like us hard to accept. That explains the quote by K. Przerwa - Tetmajer: “People are equal, only inequality divides them”. Compared to the origins, what’s changed in street art? “Street art is everywhere. But now it’s almost like an ad. It’s easier to get known through murals rather than galleries. Anyone who’s lived the street culture of the origins has an hard time recognizing it as street art expression”.

il progetto

Street Art South Italy è in attività da quattro anni sia in Italia che in ambito internazionale. Il risultato ottenuto è il prodotto di una collaborazione che si pro-

trae nel tempo con scambi interculturali tra numerosi street artists provenienti da diversi Paesi del mondo come l’Indonesia, il Sudafrica, l’America latina, la Cina,

il Giappone e gran parte dei Paesi europei. La rete non si fonda solo su ragioni artistiche e professionali, ma su una solida amicizia costruita nella condivisione di valori sociali e ideologici.

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Project

Street Art South Italy is in the business since four years, both in Italy and internationally. The result is the product of a collaboration which continues over time, with intercultural exchanges between numerous street artists from different countries of the world such as Indonesia, South Africa, Latin America, China, Japan and most Europe countries. The network is not only based on artistic and professional reasons, but on a solid friendship built on the sharing of social and ideological values.




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