Salento Review | Anno Tre | Numero Cinque

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ANNO III - n. 5 € 4,50 - € 3,00




som

Puglia www.365giorniinpuglia.it

anno III - numero.5 FOTO DI COPERTINA

(Chiostro del Museo Diocesano, Lecce)

Pierpaolo Schiavone DIRETTORE RESPONSABILE Gabriele De Giorgi (direttore@pwad.it) REDAZIONE Mariella Tamborrino (redazione@pwad.it) DIREZIONE GRAFICA Francesca delli Carri (grafica@pwad.it) COLLABORATORI: Leda Cesari, Dora Garzya, Jlenia M. Gigante, Fabio Grasso, Lorenzo Madaro, Ilaria Marinaci, Nica Mastronardi, Carlo Morelli, Eleonora Leila Moscara, Jessica Niglio, Federica Sabato, Giorgia Salicandro, Enzo Turco FOTO: Pierpaolo Schiavone COLLABORAZIONE GRAFICA: Michele Ortese WEB: Fernando Rugge, Damiano Gaetani VIDEO: Massimo Centonze TRADUZIONI: Sabrina Liberti Si ringraziano: l’agenzia Pugliapromozione; Alessandro Delli Noci, ass. all’Innovazione Tecnologica del Comune di Lecce; sindaci e amministratori dei Comuni di Lecce, Brindisi, Taranto, Tricase e Vernole; l’Università del Salento e l’ing. Antonio Capodieci del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione; Ferrovie del Sud/Est; tutte le edicole nelle quali Salento Review sarà messo in vendita. www.salentoreview.it - info@salentoreview.it

EDIZIONI, PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE

Viale della Libertà 47 - 73100 Lecce (LE) Tel. 0832.1692478 - www.pwad.it - info@pwad.it PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE ZONA ALTO SALENTO

Via Carlo Alberto 33 72012 Carovigno (BR) www.aemmedia.it - info@aemmedia.it STAMPA Antezza Tipografi srl Zona Industriale La Martella, Matera È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in redazione il 29 novembre 2015 ISCRITTO AL N. 7 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE 2 MAGGIO 2013 - CRON. N. 18/2013

22 05. EDITORIALE

astrologia

OROSCOPO 7. 2016. Cosa ci dicono le stelle

lecce

TESORI 16. Una statua dell’Immacolata,

una piazza e uno dei misteri del cuore di Lecce

speciale fotografico ANTICHI MESTIERI 22. I maestri della tradizone

territorio

TRICASE 40. A Tricase, la Betlemme

d’Italia

OTRANTO 44. Ceppano, il fascino

dell’abbandono

TUGLIE 50. Il museo della radio: i prodigi della comunicazione CALIMERA 64. I dinosauri invadono Calimera PHOTO 84. Instagramers Lecce


mario 56 40 ARTE 132. 1971 - 2015: la storia della galleria L’Osanna di Nardò

tradizione

CUCINA 110. Nel nome del tipico,

un dolce cadeaux natalizio

personaggi

GIANLUCA DE RUBERTIS 56. Nell’universo elegante

di Gianluca De Rubertis

STEFANIA ERROI 98. Da manager a chef. E la passione

diventa professione di successo

cultura

LETTERATURA 74. Ada, la casalinga leccese

che piace all’Italia

MUSICA 92. La rivoluzione la fa la musica

64 pubbliredazionali 14. ACAYA GOLF RESORT Strutture ricettive 19. COMUNE DI LECCE Nuove tecnologie

47. IBEROTEL APULIA Strutture ricettive

COSTUMI 120. Quando il fidanzamento

54. GAL TERRA D’ARNEO Valorizzazione del territorio

surf in salento

89. 365 GIORNI NEL SALENTO Business Tourism Management

era una corsa a ostacoli

PASSIONE PER IL MARE 126. Surf e viaggi:

alla ricerca delle onde più belle in giro per il mondo

in viaggio

70. ORESTE TROSO Gioiellerie 96. LINCIANO LIQUORS Vini e liquori 118. FARMACIA DEI SANI Ristorazione 130. APULIA LUXURY STUDIO Wedding planner

CHICAGO 138. Volare nel cielo

della Windy city

COMUNITÀ 106. Se lo scambio non è solo una questione di mercato VISITA IL BLOG MAGAZINE WWW.SALENTOREVIEW.IT



EDITORIALE

Gabriele De Giorgi

Un altro anno è andato. Ma nemmeno il tempo di rifiatare che si riparte: a febbraio presso l’ex convento dei Teatini, nel pieno centro di Lecce, a due passi dal Duomo, è in programma la seconda edizione del Business Tourism Management. Dopo il successo, per certi versi inatteso, del primo appuntamento, Password AD, che organizza l’evento e che edita questa rivista ha deciso di raddoppiare gli sforzi “convocando” tutti gli interessati per il 20 e il 21 febbraio. Del resto non c’è tempo da perdere: i riconoscimenti internazionali alla bellezza della Puglia e i dati sui flussi dei visitatori indicano chiaramente che si stanno consolidando quelle caratteristiche di contesto che permettono l’innesto di una pianta duratura, che sfrutti tutte le sue potenzialità. Ecco perché – non ci stancheremo mai di dirlo – è il momento di allungare lo sguardo oltre l’orizzonte delle “piccole” certezze, confrontarsi, imparare, conoscersi. Tutto questo è il Btm. Ma intanto con questo ultimo numero del 2015 di Salento Review speriamo di offrirvi delle letture liete da condividere con i vostri cari. Da parte mia e di tutto lo staff i migliori auguri di serenità e di un felice anno nuovo.

UN ALTRO ANNO È ANDATO. MA NEMMENO IL TEMPO DI RIFIATARE CHE SI RIPARTE: A FEBBRAIO, PRESSO L’EX CONVENTO DEI TEATINI, NEL PIENO CENTRO DI LECCE A DUE PASSI DAL DUOMO, È IN PROGRAMMA LA SECONDA EDIZIONE DEL BUSINESS TOURISM MANAGEMENT

Another year has gone by. Not even time to breathe and we start again: the second Business Tourism Management is scheduled in February, at the former “convento dei Teatini”, in the heart of Lecce, a stone’s throw from the Cathedral. After the - unexpected in some ways success of the first meeting, Password AD, which plans the event and edits this review, has decided to redouble its efforts by “convening” all the stakeholders, on February 20th and 21st. After all, there is no time to waste: the international appreciations of the Apulian beauty and data on the visitors’ flows clearly indicate that those characteristics of context that allow the grafting of a lasting plant, exploiting its full potential, are becoming established. This is the reason why – we will never tire of saying this – this is the moment to extend the glance over the horizon of the “small” certainties, to discuss, learn, and know. Btm is all this. But meanwhile, by this last issue of 2015 of Salento review, we hope to offer you happy readings to share with your loved ones. From all the staff and me, the best wishes of peace and a happy new year.

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ASTROLOGIA

oroscopo

di leda cesari e dora garzya/

2016

Cosa ci dicono le stelle Perché una giornalista e un’insegnante di musica, a un certo punto della loro vita, si mettono a studiare, con passione e convinzione, una materia controversa come l’astrologia? Probabilmente perché si sono imbattute in qualcosa di straordinario. In un tesoro nascosto solo a chi non vuol vedere e capire, a chi non si fa domande, a chi se le fa ma poi bara sulle risposte, perché ciò che trova sovverte ogni sua precedente certezza. Insomma, la coerenza va bene, ma non è un valore assoluto: soprattutto quando sulla tua strada si para qualcosa che ti consente di chiudere tutti i cerchi aperti della tua vita, se hai la pazienza di approfondire e l’umiltà di porti in ascolto senza pregiudizi e paraocchi. Se sei disposto, anzi desideroso di ritrovare quella connessione tra micro-cosmo e macro-cosmo che l’uomo d’oggi ha smarrito tra le pieghe della sua affannosa ricerca di tutto ciò

che è nuovo e moderno, costi quel che costi. Con i risultati che constatiamo, tragicamente, ogni giorno: siamo tutti infelici, disturbati, squilibrati. Abbiamo perso il nostro posto nell’universo. Così, zattere impazzite lanciate in un cosmo che non ha più ordine e non ha più senso, viviamo esistenze frenetiche e angosciate che ci portano lontano sia dal punto di partenza che dal punto di approdo. Spesso senza capire che il problema sta proprio in questo: ritrovare il senso. E il senso della connessione. Della risonanza. Dell’armonia. Questo è, per chi voglia capire facendosi cadere il velo dagli occhi, l’astrologia: la prova che Dio esiste, e che tutto ciò che avviene nella nostra vita ha un senso, un tempo, un ciclo. Una scienza divina e sacra che ti fornisce la capacità di andare oltre il contingente per riscoprire la trama e l’essenza vera dell’esistenza. Che è irripetibile: ognuno di noi, infatti

L E DA C E

SARI E D

OR A G A

R Z YA

– anche chi nasce nello stesso giorno, alla stessa ora, nello stesso luogo – ha un cielo di nascita personale, che spesso si mischia con il karma e con diverse influenze ambientali. Ecco perché le previsioni astrologiche generali, non tarate sul tema natale individuale, costituiscono più che altro un’indicazione di massima, una suggestione, un mood energetico. Perché questo sono le influenze stellari: energia, che contraddistinguerà il giorno, il mese, l’anno oggetto della previsione. Avendo dunque ben presente questo, ecco a voi le previsioni astrologiche 2016, segno per segno, confezionate da noi, Leda Cesari (la giornalista) e Dora Garzya (l’insegnante di musica), instradate sul cammino magico e sacro dell’astrologia dalla loro maestra Iuly Ferrari, delegata leccese del Centro Italiano Discipline Astrologiche (www. cida.net) e funzionaria di un ente pubblico. Per info contattare leda.cesari@email.it

2016. WHAT THE STARS TELL US Why do a journalist and a Music teacher, at some point in their lives, start studying a controversial subject like Astrology? Probably because they bumped into something extraordinary. Astrology is a divine science which allows discovering the true essence of existence. Everyone has a personal birth sky that combines with karma and various environmental influences. This is why general astrological predictions are merely a rough indication. Aware of this, here they are the astrological predictions for 2016 created by us, Leda Cesari (the journalist) and Dora Garzya (the Music teacher).

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ASTROLOGIA

oroscopo

ARIETE Stranamente per voi, che siete irruenti e impulsivi, avrete voglia di armonia e di confronto (Luna in Bilancia in VII casa). Favorito il settore del lontano: eredità, contratti e fascinazioni improvvise da altre latitudini che potrebbero portarvi a vivere storie clandestine: attenzione agli abbagli. Saturno in Sagittario vi rende però pragmatici e, come già detto, desiderosi di impegnarvi personalmente nel processo di cambiamento che si sta generando sul pianeta: politica, volontariato, ecologia. E, naturalmente, sesso: se no che Arieti sareste? ARIES: you are looking for harmony. Inheritances, contracts and fascinations from other latitudes are favoured. Pay attention to blunders. You are eager to engage in the process of change on the planet.

TORO Toro: accento sulla sesta casa, tra lavoro e salute, ma soprattuto grandi realizzazioni soprattutto per chi lavora in settori che hanno a che fare con la comunicazione, il commercio e le altre attività mercuriali. Le donne del segno, con Luna e Venere favorevoli, sentiranno il bisogno di recuperare la loro femminilità, ma anche la loro disponibilità all’amore e altri tormenti. Il Sole in nona casa ribadisce la necessità di elevarsi praticando attività spirituali foriere di realizzazioni concrete, perché, se la bellezza salverà il mondo, la bellezza è Venere, ovvero il Toro. Via le paure, il peggio è passato. TAURUS: great achievements for those who work with communication and trade. Need for spiritual elevation. Away the fears; the worst is over.

GEMELLI Leggerezza e creatività per sopravvivere. Per fortuna siete duttili e adattabili, quindi potrete contrastare quel Saturno opposto, reinventarvi e riscoprire i vostri talenti per fronteggiare questo periodo di rinnovamento forzato, soprattutto in campo amoroso. Incontri definitivi con persone più grandi o saturnine (Acquario e Capricorno). Dovrete però cominciare a mettervi un poco in discussione per far andare a posto ciò che non va. GEMINI: you will discover your talents to cope with this period of renewal. Encounters with elder people or with Aquarius and Capricorn. Reconsider yourselves.

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CANCRO L’energia risale. Voglia di chiarimento nelle situazioni di coppia e nelle società, di recupero delle radici. Gli affari si sbloccano, ma non fate il passo più lungo della gamba. Mutui. Plutone è quadrato a Urano in undicesima, potreste venire a sapere cose che non vi piacciono dei vostri amici. Qualche problema con i figli o con amanti più giovani, contenete l’emotività: anche se dire una cosa del genere a un Cancro è come chiedergli di non essere un Cancro. CANCER: energy level goes up. Business improves. You could discover something unpleasant about your friends. Some problems with your children or younger lovers. Contain emotionality.

LEONE Anno buono per guardarvi dentro e fare il punto della situazione personale, stare con voi stessi e con i vostri familiari, anche se le discussioni non mancheranno. Energia e ottimismo in ripresa, facoltà medianiche, sogni premonitori, alti e bassi dell’umore e della razionalità. Aggressività verbale. Realizzazioni creative improvvise. Grande appeal e fiducia in voi stessi… sai che novità. LEO: it will be a good year, even if quarrels will not miss. Sudden creative realizations. Wide appeal and self-confidence.

VERGINE Confusione amorosa. Saturno vi costringe a fare un bilancio della vostra situazione familiare e immobiliare. I risultati non mancheranno, perché Giove nel segno vi amerà per tutto l’anno: idee che si concretizzano in campo lavorativo, investimenti di denaro che vanno a buon fine. Da quando vi fa paura il sesso? Fatene molto, o almeno sostituitelo con lo sport, perché Giove è come la cioccolata: fa ingrassare. O vi spinge a essere fin troppo grandiosi. VIRGO: love confusion. Business ideas will take on concrete form. Do a lot of sex or, at least, of sport. Jupiter pushes you to be all too lavish.


ASTROLOGIA

oroscopo

BILANCIA Urge equilibrio più che mai. Sarete infatti un po’ ripiegati su voi stessi, preda di alti e bassi dell’umore e di grande insoddisfazione personale (Luna nera in I). Per fortuna Mercurio vi soccorre con il suo raziocinio, e Saturno vi dà concretezza per le questioni di lavoro. Potrete trarre energia dai figli, da familiari giovani o del segno dei Gemelli. Anche i matrimoni e le collaborazioni più consolidate possono rompersi all’improvviso, se non si usa la testa. Desiderio di maternità, figli, discipline alternative. LIBRA: balance is needed. You will be personally unsatisfied. You may draw energy from children, from young family members or from Gemini. Even the most established weddings and partnerships could unexpectedly break. Longing to become mothers and alternative disciplines.

SCORPIONE Finalmente si raccoglie ciò che si è seminato, in termini di lavoro e popolarità. I redditi aumentano in maniera cospicua e stabile, idee geniali vi consentiranno di dare un nuovo assetto alla vostra vita. Voglia di relazioni stabili. Marte sull’Ascendente vi rende aggressivi e pungenti come solo voi sapete essere, ma anche irresistibili sessualmente parlando. A patto che teniate a freno la lingua: ma uno Scorpione che non punge non esiste. SCORPIUS: at last, you reap what you have sown. Incomes rise. Brilliant idea will allow you to reorganise your life. Desire for steady relationships. You will be cutting but sexually irresistible, too.

SAGITTARIO Anno di rinnovamento profondo, karmico: sarete irresistibili e fortunati, purché programmiate il tutto e non siate confusionari. Accettate le separazioni da persone e situazioni che scompaiono dalla vostra vita: il nuovo ha bisogno di trovare spazio. Flirt che possono diventare storie importanti, figli che vi fanno spendere molti soldi. Fortuna negli affari, invece, e se vi occupate di attività di comunicazione. Possibilità di nuovi partner dall’ambiente bancario e commerciale. SAGITTARIUS: deep renewal. You will be irresistible and lucky. Accept separations. Possible important relationships, children will make you spend money. Luck in business if you deal with communication. New partners from banking or trading environment are possible.

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ASTROLOGIA

oroscopo

CAPRICORNO Prosegue il lavoro di rinnovamento personale, anche doloroso, di Plutone passato sul Sole di molti di voi, grazie al quale state diventando meno ambiziosi ma più attenti alle dimensioni più elevate della vita, anche grazie agli amici giusti o ad amori che vengono da lontano (magari del segno dell’Acquario) e che vi fanno riscoprire la vostra capacità di guardarvi dentro di voi, favoriti anche da Saturno. Ma non è che comincerete a studiare l’astrologia? CAPRICORN: the personal renewal continues. You are less ambitious, but more attentive to the highest dimensions of life, partly thanks to the right friends or loves coming from far away. They will allow you looking inward.

ACQUARIO Più cerebrali e intellettuali del solito, un tantino polemici e angosciati per il futuro, sarete medianici e pionieri, come sempre, nell’intercettare le nuove frequenze quantiche che stanno spazzando via i vecchi modi di pensare e il mondo per come finora l’abbiamo concepito. Raccolta improvvisa di frutti e risultati per chi ha seminato bene. Marte in nona vi conferisce propensione agli studi superiori, acquariani; attenzione ai conflitti con persone che vivono all’estero. Eredità, mutui, il vostro coniuge che si arricchisce. E voi? AQUARIUS: cerebral and intellectual, a bit controversial and worried about the future. Sudden results for those who have worked well. Pay attention to conflicts with people living abroad. Inheritances and loans.

PESCI Più nettuniani e “social” del solito, ma c’è Saturno a impedire che ve ne voliate nel vostro solito mondo interiore abbandonando quello terreno, dove vi sentite sempre poco a vostro agio. Amore fortunato, anche straniero (o che viaggia molto), sebbene vi sentite un poco intolleranti nei rapporti con gli altri. Guadagni improvvisi grazie all’estero, ma leggete bene i contratti e non parlate troppo. Attenzione ai falsi amici: Saturno taglia senza pietà, in tutti i settori. Ma non è detto che sia una perdita grave. PISCES: more “social” than usual. Lucky love, even if you are a bit intolerant in relationships with others. Unexpected earnings bur read contracts well. Attention to false friends.

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ACAYA GOLF RESORT

strutture ricettive

Acaya Golf Resort dove la vacanza non è un concetto astratto Natura, sport e benessere alcuni degli ingredienti di base che rendono i sogni realtà Chiudete gli occhi e provate ad immaginare un luogo circondato dalla natura incontaminata; un posto dove fin dal vostro risveglio sarete coccolati e accontentati in tutti i vostri desideri; immaginate di potervi dedicare al vostro benessere fisico, al vostro sport preferito o ai piaceri della tavola, di fare il bagno in acque limpide e cristalline o di programmare delle fantastiche escursioni alla scoperta di quanto più pittoresco ed 14 15

attraente c’è in giro. Quello che sembra un miraggio è una realtà a portata di mano: aprite gli occhi e iniziate a vivere il vostro sogno in uno degli angoli più esclusivi del Salento. Benvenuti presso l’Acaya Golf Resort & SPA, una delle più esclusive strutture ricettive salentine, dove la vacanza non è un concetto astratto. Basta fare una semplice passeggiata presso l’oasi naturale del Wwf delle Cesine, proprio accanto alla

struttura, per poter riprendere il contatto con la natura e disintossicarsi dalla frenesia del quotidiano. Oppure recarsi sul mare, distante pochi chilometri, per potersi crogiolare nel sole o far scatenare la propria vitalità praticando tutti gli sport acquatici disponibili: kite surf, grazie alla convenzione con KiteSurfLecce; corsi di diving, vela, windsurf e canoa. Nelle camere comode e lussuose troverete tutti i comfort e i servizi


DOUBLETREE by HILTON ACAYA GOLF RESORT Strada Comunale di Acaya Km 2, Acaya (LE) - tel. +39 0832 861385 - fax +39 0832 861384 info.acaya@hilton.com - www.acayagolfresortlecce.doubletreebyhilton.com - www.acayagolfresort.com - www.acayagolfresort.it

di cui avete bisogno: potete sceglierle tra 97, tutte con vista sul campo da golf, giardino o campagna circostante. Estremamente spaziose, presentano una zona giorno e una sala da bagno dotate di vasca con doccia. E se per ricaricarvi completamente avete bisogno di qualcosa di unico ed esclusivo, allora la terapia giusta si trova nell’accogliente SPA, composta da vasca idromassaggio cromoterapica e panoramica, sauna, calidarium, frigidarium, tiepidarium, doccia emozionale. Qui si può scegliere tra i più diversi trattamenti benessere e di bellezza, eseguiti da personale altamente specializzato, che usano prodotti a base naturale, testati e anallergici. Chi non vuole rinunciare allo sport potrà allenarsi presso l’attrezzato fitness center, o giocare a calcio in un campo in erba naturale, anche se il

vero fiore all’occhiello della struttura è il campo golf, composto da 18 buche -Par 71, misura 6.192 metri, che si sviluppa lungo un percorso unico nel suo genere in Italia. Disegnato dallo studio americano Hurdzan/ Fry è un perfetto “links” che riproduce situazioni e realtà presenti solo in Scozia. Qui, per tutto l’anno si svolgono gare nazionali ed internazionali che attirano centinaia di giocatori e appassionati. Proprio nel green sorge un’antica e suggestiva masseria risalente al XVI secolo, sede della Club House. Anche per quanto riguarda la ristorazione il resort risulta tra i migliori. Nel ristorante Gian Giacomo di Acaya si può apprezzare la gastronomia salentina e nazionale affiancata da rivisitazioni di proposte internazionali, tutte à la carte, preparate con materie prime freschissime, locali e di stagione. Il resort

dispone anche di un centro congressi con pareti mobili insonorizzate e di una Meeting Terrace, affacciata sul parco circostante e sulla piscina. In ultimo, il progetto “Local Advisor”, lanciato da JSH Hotels Collection nelle proprie strutture, si offrono alternative originali e uniche agli itinerari di sempre, valorizzando allo stesso tempo caratteristiche e peculiarità delle diverse location, dei territori, delle culture locali. Pensate non sia vero quanto descritto finora? Prenotate una vacanza e scoprite di persona il mondo di Acaya Golf resort & SPA.

ACAYA GOLF RESORT,WHERE THE HOLIDAY IS NOT AN ABSTRACT CONCEPT NATURE, SPORT AND WELL-BEING ARE THE BASIC INGREDIENTS THAT MAKE DREAMS COME TRUE Close your eyes and imagine a place surrounded by unspoilt nature; imagine you can devote to your well-being, to your favourite sport or to wonderful trips to discover the quaint around. Open your eyes and live your dream in one of Salento’s most exclusive places. Welcome to Acaya Golf Resort & SPA. Just walk through the WWF natural oasis of le Cesine to come in contact with nature; or go to the sea and practice a water sport. The rooms are spacious, luxurious and equipped with all comfort, with a view on the golf course, on the garden or on the surrounding country. The cosy SPA offers differentwell-being and beauty treatments, with natural based products. The resort boasts a fitness centre;a soccer field in natural grass and a golf course, the true flagship, whose path is one of a kind in Italy. Right in the green, the Club House is situated in a charming 16th-century farm. The restaurant offers Salento’s and national cuisine, made with fresh local ingredients. The resort has a Conference centre and a Meeting Terrace, looking the surrounding park and the swimming pool. Book a holiday at Acaya Golf resort & SPA and discover all this is true.


LECCE

tesori

UNA STATUA DELL’IMMACOLATA, UNA PIAZZA E UNO DEI MISTERI DEL CUORE DI LECCE PIÙ NOTO ATTUALMENTE COME CONVITTO PALMIERI, L’EX CONVENTO DI SAN FRANCESCO DELLA SCARPA, È LA SCENA PER UNA VICENDA DISPERSA FRA I MILLE RIVOLI DELLA STORIA ARCHITETTONICA DELLA CITTÀ

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di fabio a. grasso/foto pierpaolo schiavone

Lecce è città di misteri perché ha un passato e tante storie divorate dalle “umane vicende”. Il mistero diventa ancora più fitto infatti quando solo un frammento di quel passato ci raggiunge. Chi entrasse nel centro storico di Lecce dal viale della stazione ferroviaria varcando un tratto lacerato delle mura cinquecentesche avrebbe lo sguardo catturato dalla monumentalità di un complesso edilizio in particolare. La storia, come si diceva, è articolata e quello che per alcuni è stato solo il Convitto Palmieri per altri, più appassionati di storia, è stato il Convento di san Francesco d’Assisi detto anche, per via di una antica legenda “della Scarpa”. Fra i vari ordini religiosi, quello di san Francesco, era ed è particolarmente legato al culto della Vergine Immacolata. All’interno di quel che rimane della chiesa conventuale, transetto sinistro, è infatti un monumenta-

le altare di Patronato Regio che, dedicato proprio all’Immacolata, ospitava le funzioni religiose della Confraternita omonima. Questa particolare devozione mariana anticamente si esternava, è proprio il caso di dire, anche nell’attuale Piazzetta G. Carducci – quel piccolo spazio pubblico attorno al quale si avvolgono il Convitto Palmieri, l’ex edificio scolastico intitolato a L. Scarambone, la chiesa conventuale – dove sorgeva una settecentesca guglia o “colonna” intitolata all’Immacolata. La statua che sormontava questa guglia, demolita nel 1845, fu ricollocata sul frontone triangolare del pronao che domina il fondale della stessa Piazzetta G. Carducci detta anche, nei documenti storici, l’Atrio. Di questo demolito simbolo mariano in effetti non si conoscono altri frammenti oltre questa statua, né disegni, né quanto fosse alto con esattezza o dove e perché fosse collocato all’interno

dell’Atrio. Qualche luce su questo frammento lapideo di storia sospeso a metà altezza fra il pavimento della piazzetta e il cielo di Lecce, si è cominciata ad accendere alcuni anni orsono quando Michele Paone, un storico locale, pubblicò due atti notarili tardo-settecenteschi in cui erano alcune testimonianze giurate. Questi documenti però, se da un lato forniscono dati inediti importanti, dall’altro pongono interrogativi che danno a quella statua taciturna sopra il pronao tutti i colori del mistero. In particolare nel primo dei due atti notarili, datato 12 giugno 1787, si riporta, fra le altre notizie, che la guglia fu edificata col disegno e direzione del capomastro muratore Matteo Carrozzo. A prestare questa testimonianza sono Giuseppe Carrozzo, figlio dell’oramai defunto Matteo, e Francesco Palma, di anni 64, che conferma quanto giu-


LECCE

tesori

DI QUESTO DEMOLITO SIMBOLO MARIANO IN EFFETTI NON SI CONOSCONO ALTRI FRAMMENTI OLTRE QUESTA STATUA, NÉ DISEGNI, NÉ QUANTO FOSSE ALTO CON ESATTEZZA

rato dall’altro teste perché da giovane egli aveva lavorato sotto la direzione di Matteo. La notizia non è da poco; il documento infatti riconoscerebbe questo capomastro come capace di una personale indipendenza progettuale e quindi non semplice esecutore di disegni altrui. Non è da escludere pertanto che altri edifici della Lecce settecentesca siano proprio a questo artefice

ascrivibili ed in effetti una nuova indagine documentaria sta confermando proprio questa ipotesi. Facciamo, però, un passo indietro. L’esistenza della statua dell’Immacolata e l’uso all’interno dell’atto notarile del termine “scultore” spingono a chiedersi, senza in ogni caso sciogliere la questione, se M. Carrozzo sia stato anche l’autore della parte scultorea della guglia. La reale natura

A STATUE OF THE MARY IMMACULATE, A SQUARE AND ONE OF THE MYSTERIES IN LECCE’S HEARTLAND Lecce is a city of mysteries, as she has a past and many stories devoured by “human stories”. The mystery becomes even deeper when only a fragment of that past reaches us. Who came into the historical centre by the railway station avenue would be overwhelmed with a building complex in particular. What has just been the Convitto Palmieri for some, for others has been the Convent of St. Francis of Assisi. The religious order of St. Francis was particularly devoted to the Immaculate Virgin. Inside the convent, there is a monumental altar dedicated to the Mary Immaculate. The same devotion was shown by the current Piazzetta G. Carducci, where there was an 18th-century spire dedicated to the Immaculate. The spire was demolished in 1845 and the statue was replaced on the triangular pediment of the porch. There are no other fragments. Some years ago, Michele Paone, a local historian published two notarial deeds of the late 18th century. If on the one hand they provide important data, on the other they thicken the mystery. It seems that the spire was designed and directed by the foreman bricklayer Matteo Carrozzo, thus giving him credit for his designing skill. Probably, he designed other Lecce’s 18thcentury buildings. The statue and the use of the term “sculptor” in the notarial deed raise the question whether M. Carrozzo was also the author of the sculptural part of the spire. The case is something complex still to be clarified. In the meantime, the statue on the porch, looking the sky, remains silent on these “human stories”.

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della vicenda che ha portato a quelle testimonianze sembrerebbe però essere altra e potrebbe delinearsi meglio, anche se solo in filigrana, quando ci si soffermasse su altri dettagli riportati in questi atti notarili. Da come essi sono strutturati, appare evidente che la loro finalità non è tanto segnalare l’autore della guglia quanto soprattutto sottolineare alcuni aspetti del processo edilizio che ha portato all’innalzamento di quel simbolo di devozione mariana. Ciò che spicca, infatti, in quei documenti, è la natura demaniale dell’Atrio tanto che per la costruzione della guglia, riportano i documenti, fu necessaria l’autorizzazione delle autorità cittadine. E per sottolineare il valore pubblico di quello spazio uno dei testimoni, sempre F. Palma, dichiara infatti: “...chiunque de cittadini di questa città i quali debbono cicorare animali indomiti, come cavalli e mule si servono di detto adrio con fare a quelli il torno...”. Il caso quindi è un complesso nodo tutto ancora da sciogliere. E la statua intanto, in alto, sul pronao, con lo sguardo al cielo continua a tacere di queste “umane vicende”.


COMUNE DI LECCE

nuove tecnoLogie

DEEP TRIP LECCE L’app per viaggiare informati Utile per turisti, valida anche per i salentini: ecco la nuova guida multimediale a portata di clic C’è un modo nuovo per visitare Lecce, il Salento e le bellezze che popolano questo territorio. Si chiama Deep Trip ed è l’app che, attraverso un sistema di ricerca sofisticato ma al tempo stesso di facile fruizione, consente un’esplorazione virtuale completa e dettagliata. È molto più di uno strumento digitale. È il concetto più innovativo per visitare questi luoghi, mettendo da parte le mappe e le guide turistiche cartacee

utilizzate fino ad oggi. Grazie a Deep Trip, ora tutto sarà a portata di mano. Basta avere uno smartphone, o un tablet, ed il gioco è fatto. Un semplice download avvicinerà gli utenti alle meraviglie salentine. Quest’app, che rientra nel progetto di ricerca Dicet-In Moto, facilita la scoperta del territorio e fornisce agli utenti un ventaglio completo di informazioni legate al patrimonio artistico e culturale. Tutto questo grazie ad un semplice clic.


COMUNE DI LECCE

nuove tecnoLogie

DUOMO DI LECCE PORTA NAPOLI

Lecce è stata scelta come città pilota, ma l’idea è quella di coprire tutto territorio italiano, proponendo contenuti di altissima qualità: foto, testi, ricostruzioni 3D e filmati. Come funziona? È semplicissimo. Una volta scaricata l’app, la guida si materializza con un touch. C’è un’apposita finestrella per cominciare la ricerca, dove sui può digitare la zona o il monumento di interesse. Oltre alle immagini, sullo schermo scorreranno le descrizioni dei luoghi, con appunti storici precisi e interessanti. C’è anche la possibilità di condividere, attraverso i social, le emozioni legate a questi tour virtuali. La “home” è suddivisa in sezioni: una dedicata al tipo di mezzo utilizzato (due ruote, auto, pullman, a piedi, per migliorare l’esperienza di visita); c’è una pagina dedicata ai social (ed è quella attraverso la quale gli utenti possono esprimere le proprie sensazioni, pubblicando e condividendo immagini dal e del Salento); c’è, ovviamente, la mappa con tutte le informazioni utili su itinerari e percorsi da affrontare per raggiungere 20 21

la meta prescelta e c’è, infine, la pagina dedicata alla città di Lecce con foto e descrizione dettagliata dei monumenti e dei luoghi più suggestivi. «Questa app – spiega l’assessore all’Innovazione Tecnologica del Comune di Lecce, Alesandro Delli Noci – è destinata fondamentalmente ai visitatori della città, a coloro che vogliano informarsi, in maniera innovativa, sul suo patrimonio artistico e culturale. Ma può essere fruita da chiunque sia interessato a vivere una esperienza virtuale ed interattiva all’interno delle meraviglie di Lecce». Con questo strumento, messo a disposizione dei cittadini da parte dell’amministrazione comunale, quale contributo si intende dare al turismo? «Il turismo a Lecce e nel Salento, negli ultimi anni, ha registrato una vera e propria escalation, e offrire ai visitatori nuovi servizi innovativi non può che arricchire la loro permanenza sul territorio e, al contempo, migliorare l’immagine e la reputazione

della città stessa. Il passaparola che si sviluppa in rete in ambito turistico non può essere sottovalutato: migliorare l’esperienza turistica di un solo visitatore significa oggi, con l’avvento del web 2.0, suscitare l’interesse di nuovi utenti. Si dà vita, così, ad un circolo virtuoso, che passa dalla soddisfazione del visitatore e garantisce un ritorno, in termini di attrattività, all’intero territorio». Cosa caratterizza “Deep Trip” da renderlo differente rispetto ad altre app finalizzate alla promozione turistica? «Siamo convinti che Deep Trip possa rappresentare una nuova frontiera della fruizione dei beni culturali a Lecce e consentirà non soltanto di avere a portata di mano tutte le info sui monumenti della città, ma soprattutto di vivere un’esperienza virtuale innovativa che coinvolga la dimensione sensoriale ed emozionale». La tecnologia al servizio della cultura. L’assessorato sta lavorando tanto in tal senso.


COMUNE DI LECCE - ASSESSORATO INNOVAZIONE TECNOLOGICA Palazzo ex Convento dei Teatini, Corso V. Emanuele II 16, Lecce tel. +39 0832 682973 - fax +39 0832 868066 - www.apuliamoving.it - www.comune.lecce.it - www.alessandrodellinoci.it

«I progetti che stiamo realizzando non sono mai fini a se stessi ma sono tesi a migliorare la qualità della vita della città, dei cittadini, dei turisti e dei visitatori. Penso, ad esempio, al progetto Apulia Moving, che abbiamo presentato meno di due mesi fa. Una piattaforma tecnologica al servizio dei cittadini, dei turisti e di tutti coloro che intendono muoversi nel Salento con i mezzi pubblici, con la quale è possibile scegliere i percorsi migliori, più comodi e veloci, per raggiungere la destinazione di interesse. Credo fermamente nella costruzione del famoso ciclo virtuoso: offrire servizi e strumenti innovativi non può che portare, in generale, benefici per tutto il territorio». Raccontare il territorio non è facile, così come non è facile trasformare il viaggio in un’esperienza interattiva. Il Comune di Lecce, con questi progetti, ci fa capire che la tecnolo-

gia non è mai un ostacolo, ma anzi, un’opportunità. «Mi piace sottolineare che le tecnologie sono uno strumento. Per trasformarle in servizi innovativi e in benefici reali, occorrono buone idee, progetti, intelligenze. Come assessorato all’innovazione tecnologica e alla politiche giovanili, crediamo moltissimo nella

partecipazione, e pertanto abbiamo spesso coinvolto i giovani per ascoltare le loro istanze e le loro proposte. Spesso le loro idee, con il supporto delle tecnologie, sono diventate progetti e servizi per il territorio (come ad esempio, con l’Open Data Contest). È la formula “creatività + tecnologia” la vera forza per lo sviluppo e il suo racconto».

BASILICA DI SANTA CROCE

DEEP TRIP LECCE. THE APP TO TRAVEL INFORMED USEFUL FOR TOURISTS AND SALENTO’S RESIDENTS There is a new way to visit Lecce, Salento and the local beauties. Deep Trip is the app for a detailed exploration of the territory, with a wide range of information about the artistic and cultural heritage. Lecce is the pilot city, but the idea is to cover the entire Italian territory. The pictures of the places are accompanied by interesting historical notes. Sharing the emotions of these virtual tours on social networks is also possible. The “homepage” is divided into different sections: means of transport; social networks, where users can post pictures from and of Salento; itineraries and routes; and, finally, Lecce and its most evocative places. «This app – Councillor Alessandro Delli Noci explains – is meant for visitors but it can be enjoyed by anyone interested in an interactive experience through the wonders of Lecce» What contribution do you intend to give to tourism?

«We intend to provide visitors with innovative services, enriching their stay and improving the city image. Improving a single visitor’s experience means attracting new visitors. It is a virtuous cycle». What makes “Deep Trip” different? «Deep Trip represents a new frontier of the use of cultural heritage in Lecce, involving a sensorial and emotional dimension». Technology at the service of culture «Our projects are aimed at improving citizens’ and visitors’ quality of life. Offering innovative services and tools will bring advantages for the whole territory». The municipality of Lecce tells us that technology is an opportunity. «To get real advantages, we need good ideas and projects. We strongly believe in participation. The ideas of young people have often become projects and services for the territory, thanks to the support of technologies. “Creativity + technology” is the real strength for local development and its story».


SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#i maestri della tradizione Un viaggio a ritroso alla scoperta della tradizione, della creatività e della maestria degli artigiani salentini. Il fascino degli antichi mestieri resiste immutato nel tempo. Il loro sapiente lavoro è a tutti gli effetti un patrimonio da valorizzare, recuperare e trasmettere alle nuove generazioni.

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/foto pierpaolo schiavone


SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#lavoratore di giunco Signor Vincenzo di 61 anni, lavora il giunco (nasse) a Gallipoli da 45 anni circa. Tradizione di famiglia e arte tramandata dal padre.

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SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#restauratore Signor Enzo, docente di Lingua e Letteratura straniera in pensione. Cultore delle tradizioni locali e da sempre appassionato di cartapesta, opera a Tuglie.

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SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#tombolo Signora Mimma 45 anni, da 30 lavora il “pizzo cantù” comunemente conosciuto come “Tombolo”. Arte tramandata dalla famosa “mescia” (maestra), un’anziana esperta presso cui ci si riuniva a cucire o tessere.

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SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#stagnino Mesciu Uccio (signor Antonio), stagnino da 70 anni circa. Apre il suo laboratorio ogni giorno a Collepasso, comune dell’entroterra salentino.

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LECCE

Piazzetta Arco di Trionfo tel. +39 0832 243619


SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#pastaia Signora Uccia da Calimera, 57 anni produce orecchiette e maccheroni fatti in casa (ricchitelle e maccarruni o pizzareddhi) con il metodo tradizionale, sin da ragazzina.

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SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#calzolaio Mesciu Ginu, calzolaio da che ha memoria. Lavora nel suo piccolo ma efficentissimo laboratorio a Tuglie, nelle propaggini settentrionali delle serre salentine.

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SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#fabbro Mesciu Attilio di Campi Salentina, 70 anni, fabbro da quando aveva circa 14 anni. Ha acquisito l’antica arte della metallurgia con metodi di lavoro tradizionali dal padre, già fabbro-maniscalco del paese.

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SPECIALE FOTOGRAFICO

anticHi mestieri

#casaro I giovani coniugi Andrea e Roberta trentacinquenni di Melendugno, al lavoro come casari, arte appresa da ragazzi. Allevano pecore e capre e producono formaggi e ricotta sin dalle prime luci dell’alba. L’antico mestiere, nella famiglia di Andrea, è tramandato ormai da 4 generazioni.

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CASTELLO DI ACAYA

Comune di Vernole ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


TERRITORIO

tricase

A Tricase, la Betlemme d’Italia Dal 1976 il Presepe Vivente racconta il Natale e le antiche tradizioni salentine Il freddo, i camini, la cioccolata calda. Manca solo un tocco di rosso per ricondursi ad uno dei periodi dell’anno più gioiosi: il Natale. Tra riti, leggende e tradizioni anche il Salento si prepara a vivere una delle feste più importanti dell’anno che, grazie a mercatini, cibo tipico e luminarie attira turisti da tutto il mondo. Nell’ultimo lembo di Puglia, nella cittadina di Tricase, trova luogo una delle più antiche e spettacolari tradizioni della Puglia: il Presepe Vivente sul Monte 40 41

Orco (collinetta di Sant’Eufemia), nelle immediate periferie della cittadina sud-salentina, tra gli otto presepi più longevi d’Italia. Un piccolo villaggio, definito la Betlemme d’Italia, che una volta all’anno prende vita rievocando la Natività e diventa centro attrattivo per avventori italiani e stranieri.Quattro ettari tra tufo e argilla, per un percorso di circa due chilometri, spalmati su un crinale naturale che occupa una delle “serre” (costoni rocciosi alternati a terrazzamenti caratteristici

del basso Salento), da cui si ammira un panorama d’eccezione, costellato dagli agglomerati dei paesi intorno a Tricase e disegnato dalle distese con le querce millenarie.Tra siti naturali e caverne, illuminate da trentacinquemila lucine, vengono poggiate le costruzioni tipiche. Per realizzare una perfetta rievocazione in stile romano sono state costruite la Sinagoga con i soldati in costume e la villa di Erode; a questo si aggiungono numerosissimi dettagli che raccontano e recuperano la cultura e la storia locali.


di jessica niglio/foto daniele met

Sono stati riproposti gli antichi strumenti agricoli e dell’artigianato, alcuni dei quali oggi scomparsi, l’abbigliamento, i mestieri antichi: tra gli uomini il calzolaio, il conciabrocche, il pelacane, il mugnaio, l’addetto al frantoio, il figulo (vasaio), tra le donne la tessitrice e la fornaia. C’è persino la “ngegna”, il marchingegno an-

tico per l’estrazione dell’acqua dal pozzo. Una vera immersione in una leggenda mista al rito religioso, alla trentaseiesima edizione. (Giorni di apertura: 25, 26, 27, 30 dicembre e1, 2, 3, 6 gennaio dalle 17 alle 20.30). Non solo rievocazione della nascita di Gesù: il Presepe Vivente di Tricase si

lega anche a riti suggestivi come l’arrivo della Luce della Pace, simbolo di speranza e fratellanza, direttamente dalla lampada permanente della Grotta della Natività a Betlemme, e il corteo di tutti i personaggi in costumi d’epoca, per la chiusura del 6 gennaio, dal centro cittadino (Piazza Pisanelli) fino alla grotta del bambino, assieme ai Re Magi portatori di ricchi doni. Nella scorsa edizione, proprio il 6 gennaio, la rievocazione tricasina è stata celebrata attraverso l’annullo filatelico con l’assegnazione di un francobollo, pezzo unico da collezione per gli appassionati.


TERRITORIO

tricase

L’INTERA COMUNITÀ DI TRICASE SI ADOPERA PER MESI. LA NASCITA DI GESÙ VIENE RICOSTRUITA FIN NEI MINIMI DETTAGLI, DAL CONTESTO SOCIALE AI COSTUMI, DAL CIBO ALLE ARTI E I MESTIERI Sono più di duecentocinquanta le persone che contribuiscono alla realizzazione del presepe vivente, gratuitamente, facendo capo al comitato dedicato, che opera con finalità benefiche per la valorizzazione della memoria storica e dell’identità popolare. L’intera comunità di Tricase si adopera per mesi. La nascita di Gesù, scelto tra i piccoli appena nati all’ospedale Panico, viene ricostruita fin nei minimi dettagli, dal contesto sociale ai costumi, dal cibo alle arti e mestieri grazie ad una accurata regia che mette in essere circa cinquanta scene. Sono più di duecento a ricoprire una parte, impersonando a

volte se stessi nel caso degli artigiani, anno dopo anno: solo l’età permette poi il ricambio generazionale. Proprio i costumi, ad esempio, sono realizzati anche grazie alla collaborazione con l’Istituto Don Tonino Bello, che ha tra i corsi di studio anche quello di stilismo di moda. L’idea di realizzare un presepe vivente a Tricase arrivò, in forma di bagliore notturno durante un’estate, ad Andrea Rizzo, compianto fondatore scomparso nel 2008, mentre era nella sua casa proprio sul Monte Orco. Quella stessa casa, a ridosso di un trullo, divenne il quartier generale degli organizzatori e nel dicembre 1976

si materializzò nel primo nucleo rievocativo. Seguirono anni di grande entusiasmo e coinvolgimento cittadino: un sogno di tutti che si concretizzava nel tempo con l’appoggio delle istituzioni. Nel gruppo di organizzatori, negli anni, in molti si sono innamorati e oggi sono sposi, molti i ragazzi che oggi impersonano soldati e centurioni hanno interpretato il piccolo Gesù. Il Presepe Vivente racconta molto più che la Natività, è la voce di generazioni che si sono succedute, coinvolte dalla magia del Natale. Per tutte le info: www.presepeviventetricase.it

TRICASE, BETHLEHEM OF ITALY SINCE 1976, THE LIVING NATIVITY HAS TOLD CHRISTMAS AND THE ANCIENT TRADITIONS By rites, legends and traditions, Salento attracts tourists from all over the world. The Nativity takes placeon Mt. Orco, Tricase,a small villagecelebrating the Nativitybetween rockycragsand century-oldoaks. The typical constructions are lain between natural sites and lit caves. The synagogue with its soldiers,Erodes’ villa, clothes, ancient tools and professions are represented. A true immersionbetween legendand religion. The Nativity isnot just about Jesus’s birth: it is also related to the arrival of the Light of Peace and the procession of all the characters in period costumes, on January 6th. More than 250 people participate for free, reporting to the Committee dedicated to the enhancement of historical memory and popular identity. The whole community has been working for months. Everything is represented in detail. The living Nativity was realized for the first time in 1976.Years of great enthusiasm followed. Many of today’ssoldiers and centurions have interpreted the little Jesus in the past. The living crib is much more than Nativity;it is the voice of generations that followed each other,involved in the magic of Christmas. Info on www.presepeviventetricase.it

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TORRE PALANE - MARINA SERRA

Comune di Tricase ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


TERRITORIO

otranto

CEPPANO IL FASCINO DELL’ABBANDONO LA MASSERIA RISALE AL XV SECOLO E SI TROVA NELLA VALLE DI BADISCO A OTRANTO: È STATA SCELTA COME LOCATION PER IL FILM MINE VAGANTI DA FERZAN OZPETEK

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di eleonora leila moscara/foto pierpaolo schiavone

La masseria fortificata di Ceppano (Cippano in alcune antiche mappe) è per gli otrantini, nonostante lo stato di abbandono, la bella “masseria che guarda al mare”. Fa parte, infatti, di una vera e propria rete di masserie sulla costa che vedono il mare ma che dal mare non si possono vedere. Ceppano fu edificata nella valle di Badisco esattamente nel feudo dei marchesi De Viti De Marco, una specie di avvallamento più in basso rispetto alla linea di costa. Erano luoghi tattici quelli, protetti dalle scorribande che terrorizzavano gli abitanti grazie alla poderosa struttura dell’edifico e alla vicina Torre di Sant’Emiliano sempre attenta e vigile ai nuovi avvistamenti. Non importava che i saccheggiatori arrivassero per mare o per terra, visto che quelli erano gli anni difficili del brigantaggio e degli assedi da parte dell’Impero ottomano, chi abitava le masserie fortificate aveva sempre il tempo di chiudere il portone e accendere i fornelli per buttar giù dalle tipiche caditoie acqua bollente o meglio ancora olio bollente, più efficace, visto che rimaneva attaccato sulla pelle oppure le pietre. La masseria

fortificata di Ceppano risale al XV secolo, tuttavia il nucleo centrale ossia la grande torre alta più di 15 metri presenta elementi architettonici che la farebbero risalire al precedente periodo normanno. Le masserie come Ceppano erano completamente autarchiche, abitate dai massari, ossia dagli agricoltori che si occupavano di coltivare, in genere, frumento, avena, legumi ma anche lino e canapa e poi c’erano i pastori che

allevavano pecore e bovini. Sempre in loco vi era la stanza per il telaio: i De Viti De Marco possedevano anche “Le Costantine”, luogo di tessitura divenuto in questi anni una fondazione dove, per volere di donna Carolina De Viti De Marco, si tramanda ancora oggi la meravigliosa “arte del fiocco”, ossia la tessitura a telaio di tappeti, tende e tessuti vari. La masseria ha ospitato fino agli anni ’70 diverse famiglie di coloni che


TERRITORIO

otranto

CEPPANO È STATA PER DIVERSO TEMPO DIMORA DI UNO STRANO BARBONE CON L’HOBBY DELLA FALCONERIA CHE A OTRANTO CONOSCONO TUTTI praticavano la pastorizia e ha rappresentato nei secoli il coraggioso tentativo di una vita lavorativa che si svolgeva in maniera completamente autosufficiente, al di fuori della città. Quando nel dopoguerra arrivò la riforma agraria e ci fu l’espropriazione forzata, molti terreni tolti ai grandi proprietari furono assegnati ai braccianti più poveri per favorire una più equa distribuzione del reddito. Alcuni luoghi però, finirono nell’abbandono e la maggior parte di questi vennero ereditati dall’Ersap (Ente regionale di Sviluppo agricolo della Puglia) divenuto, ad oggi, il più grande latifondista di tutti i tempi ma commissariato ormai da decine di anni. Nonostante l’abbandono, Ceppano è stata sempre meta di curiosi, sportivi e appassionati. C’è stato addirittura un turco che l’ha espugnata per davvero, seppur per poco tempo e a fin di bene. Costui ha invaso gli spazi della masseria per ripulirla un bel po’ e restituirle la vita, si

tratta del regista Ferzan Ozpetek che se n’è innamorato perdutamente decidendo di girare lì, sulla scalinata che sembra sospesa, le primissime scene del film Mine Vaganti. Ceppano, inoltre, è stata per diverso tempo dimora di uno strano barbone con l’hobby della falconeria che a Otranto conoscono tutti: si tratta di un

CEPPANO, THE CHARM OF THE NEGLECT The fortified farm of Ceppano is, for Otranto’s inhabitants,the beautiful “farm looking the sea”. Ceppano was built in the valley of Badisco, protected by the raidsthanks to the mighty structureof the building and to the close St. Emiliano’s tower. It was the difficult age of brigandage and of the siege by the Ottoman Empire, and those who lived the fortified farms had always the time to close the main gate and to throw boiling water or oil out of the typical machicolations. The farm dates back to the XV century, but the tower shows architectural elements of the previous Norman period. Inhabited by farmers and shepherds, it had a room for the loom, “Le Costantine”, now become a foundation where this wonderful art is handed down. After the war, by the agrarian reform, this place was inheritedby the Ersap. Despite the neglect, Ceppano has always been a destination for snoopers. The Turkish director Ferzan Ozpetek was deeply in love with it, thus he decided to shoot the very first scenes of the film Mine Vagantihere. Ceppano has also been the home of a young Romanian falconer. But what will be his fate now? The Municipality of Otranto has brought a claim for purchase, then to identify an individual to buy and preserve the estate. “We are aware we have a great beautyand we are sure it should be brought back to life – Luciano Cariddi, the mayor, said.” Now we just have to hope that a History and nature lover will bring back this farm to life, and maybe even the adjacent small church and the enchantment of this neglected, but wonderful and mysterious place.

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giovane rumeno giunto nel Salento per osservare il volo degli uccelli che, a suo modo, le aveva restituito un po’ d’anima. Ma quale sarà il destino di quel luogo fascinoso abbandonato, ora che non c’è nemmeno il falconiere a prendersene cura? Il Comune di Otranto ha avanzato una richiesta di acquisto alla Regione Puglia, proponendo la rateizzazione in 10 anni dei 400mila euro stimati. L’intenzione è quella di approvare in Consiglio un avviso pubblico, per individuare un soggetto privato che possa a sua volta comprare e mantenere il bene, corrispondendo un minimo canone al Comune. “Entro l’anno la Masseria di Ceppano avrà il suo nuovo volto – ha dichiarato Luciano Cariddi, il sindaco - sappiamo bene di avere una grande bellezza tra le nostre mani e siamo certi che vada riportata in vita. Siamo però anche consapevoli che non è facile realizzare ovunque musei o edifici a destinazione pubblica, ecco perché i privati sarebbero la strada giusta per la rimessa in funzione dell’edificio storico e dei terreni intorno”. Non ci resta che sperare che qualche amante della storia e della natura si accorga di questo tesoro dormiente e restituisca la vita alla masseria e magari anche alla chiesetta adiacente dedicata a Sant’Isidoro e alla magia che, nonostante tutto, continua a vivere in questo luogo abbandonato ma splendido ed enigmatico.


IBEROTEL APULIA

strutture ricettive

IBEROTEL APULIA ANTISTRESS RESORT IL RELAX PARTE DA QUI È TUTTO PRONTO PER IL PRIMO L’INTERNATIONAL WELLBEING MEETING POINT IN SALENTO, ORGANIZZATO DA ANTISTRESS ACADEMY. A MAGGIO E A SETTEMBRE IL TEMPIO DEL BENESSERE PER ECCELLENZA APRE AL TRAVEL & RELAX FOR WELLBEING

È tempo di progettare qualcosa di diverso per le vacanze, magari puntando su un segmento che negli ultimi anni sta diventando sempre più gettonato: il travel & relax. Un modo per mettere insieme benessere, divertimento, salute e tranquillità. Missione possibile per l’Iberotel Apulia Antistress Resort 4 stelle di Ugento, teatro, nei prossimi mesi, di un importante appuntamento di respiro internazionale che metterà insieme i più grandi professionisti del benessere psico-fisico ed emotivo.

A maggio e a settembre, la struttura ospiterà l’International Wellbeing Meeting Point in Salento, organizzato da Antistress Academy capofila, con IberotelApulia Antistress Resort, del circuito di Resorts Collection Unique Antistress in the world. Dal 14 maggio al 4 giungo e poi dal 10 al 30 settembre, gli operatori del benessere non solo si confronteranno fra loro, ma si prenderanno cura dei clienti accompagnandoli per mano in un percorso che si articolerà in incontri, laboratori, seminari e approfondimenti senza trascurare la

presentazione di nuovi strumenti e nuove tecniche legate al mondo del wellness &wellbeing che spaziano dal food alle arti orientali, dalle arti di strada all’universo ludico per i più piccini. La location ben si presta a questo tipo di esperienza sensoriale ed emotiva che abbraccia a 360 gradi la dimensione dell’antistress experience. Ampi spazi verdi, nel parco naturale di Ugento, un paesaggio incontaminato ed un tappeto di ulivi secolari sono la cornice perfetta per creare una dimensione di


IBEROTEL APULIA

strutture ricettive

pace e relax all’interno di un Ecoresort che si contraddistingue per la sua formula “all inclusive.” L’International Wellbeing toccherà gli ambiti del gusto, delle discipline sportive e bionaturali e si concentrerà anche sull’educazione alimentare e psicofisica. Le sane abitudini possono e devono radicarsi anche nel comportamento a tavola. Fondamentale è, a tal proposito, la conoscenza degli alimenti e del loro apporto energetico. Da questa consapevolezza prenderanno il via apposite lezioni di foodtherapy, il tutto con uno sguardo rivolto alla cucina mediterranea e anche ai più piccoli, perché il “vivere bene” è un cammino che vale la pena intraprendere sin da bambini. A loro saranno riservati percorsi individuali e di gruppo, distinti in fasce d’età, per un approccio naturale al benessere, con animazioni e attività ricreative all’interno dell’anfiteatro dedito al mini-club. In programma, tra le altre cose, anche lezioni di golf, scout ed ecoattività con importanti nomi dello scenario internazionale.

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Oltre al corpo, bisogna saper nutrire anche la mente. Niente di meglio, allora, delle arti marziali e delle tecniche orientali, come Qi Gong, Tai Chi, Feng Shui e Meditazione. L’International Weelbeing Meeting Point sarà l’occasione per approfondire lo studio e la conoscenza di tali discipline, sempre più apprezzate e conosciute dal popolo occidentale. Per l’occasione giungeranno nel Salento le più rinomate personalità ed i più noti maestri del settore. Questa è la prima edizione, ma una cosa è certa: l’International Wellbeing Meeting Point in Salento è destinato a diventare un appuntamento fisso nell’esclusivo settore del “travel& relax”. Gli ingredienti per il successo ci sono tutti: una location prestigiosa, istruttori di provata esperienza e la giusta atmosfera dove realizzare un percorso di crescita psico-fisica. La struttura ha già messo le

radici nel panorama dell’offerta turistica che punta ad un nuovo concept di travel style. Chi soggiorna qui viene coccolato dal primo all’ultimo della vacanza. Un Antistress Coach, affiancato da un team specializzato, crea per gli ospiti un programma su misura, integrando la buona alimentazione con l’attività fisica e le attività relax più adatte. Un ruolo fondamentale lo gioca anche la Spa, con il suo centro benessere e la vasta gamma di trattamenti estetici e massaggi esclusivi. La professionalità dello staff è apprezzata a livello internazionale, tanto da meritare il titolo di “Official Antistress Academy”, e dal 2015 è capofila dei 14 Unique Antistress Resorts in the world, travel club internazionale di strutture dedicate al relax (6 in Europa, 1 in Africa, 2 nelle Americhe, 2 in Asia e 3 in Oceania).


IBEROTEL APULIA ANTRISTRESS ECO RESORT **** Via Vicinale Fontanelle 106 - 73059 Marina di Ugento (LE) tel. +39 0833 931002 - fax +39 0831 933646 - info@iberotelapulia.com - www.iberotelapulia.com

International Wellbeing Meeting Point in Salento International Wellbeing si aprirà nel Salento con l'edizione 2016 a Ugento presso Iberotel Apulia Antistress Resort dal 14 Maggio al 4 Giugno e da 10 al 30 Settembre... molteplici attività e seminari ispirati al relax e benenssere psicofisico ed emotivo. Un’offerta internazionale che toccherà gli ambiti del gusto, delle arti orientali, delle discipline sportive e bionaturali, attività di benessere mentale per operatori business, famiglie, bambini e adulti. Intenational Wellbeing Meeting Point in Salento intende essere l’appuntamento internazionale dedito all'esclusivo settore del travel & relax in una location prestigiosa in cui clienti, istruttori e professionisti del benessere si incontreranno per parlare di un nuovo concept di travel style, “antistress experience”, per illustrare e provare strumenti e nuove tecniche di wellness. Location e sede di International Wellbeing Meeting Point... il Salento, ponte tra Occidente e Oriente, punto estremo della penisola, luogo di incontro dei due mari Ionio e Adriatico.

INTERNATIONAL MEETING OF ORIENTAL ARTS

Incontri internazionali di arti e tecniche orientali... QI Gong, Tai Chi, Feng Shui, Meditazione.

GOOD FOOD, GOOD HEALTH. GOOD LIFE

Educazione alle sane abitudini alimentari, equilibrio nel piatto, informazione sull’energia degli alimenti, lezioni di cucina.

PROGRAMMA MAGGIO 2016

FESTIVAL OF STREET ARTISTS

PRESENTATION OF NEW ANTISTRES BRAND

ANTISTRESS PASSPORT FOR CHILDREN

Presentazione del marchio di certificazione sulle eccellenze nelle attività antistress del segmento turistico-ricettivo, con la partecipazione straordinaria di importanti personalità e maestri del settore.

Scopri una nuova cultura e tradizione nel mondo delle arti di strada...

Passaporto e guida al benessere e antistress per bambini con percorsi individuali e di gruppo distinti per fascia di età, lezioni di golf, qi gong, scout, eco arrività...

IBEROTEL APULIA ANTISTRESS RESORT. RELAX STARTS HERE... EVERYTHING IS READY FOR THE FIRST INTERNATIONAL WELLBEING MEETING POINT IN SALENTO. THE TEMPLE OF WELLBEING OPENS TO TRAVEL & RELAX FOR WELLBEING It is time to bet on travel & relax. A way to combine wellbeing, fun, health and peacefulness. Mission: possible for Iberotel Apulia Antistress Resort in Ugento, which is hosting the International Wellbeing Meeting Point, organized by Antistress Academy, in May and in September. Spa operators are accompanying customers between meetings, workshops, seminars and studies related to the world of wellness & wellbeing. The International Wellbeing is discussing oriental arts, sports, bio-natural disciplines and food education. Food-therapy classes are involving children, too. Golf lessons, scouting and ecoactivities are scheduled, with important names in the international scenario. To feed your mind, nothing better than martial arts and oriental techniques, like Qi Gong, Tai Chi, Feng Shui and Meditation. For the occasion, the best known masters of the field are arriving in Salento. This is the first edition, but the International Wellbeing Meeting Point in Salento is expected to become a regular appointment. There are all the ingredients for success: a prestigious location, experienced instructors and the right atmosphere. The Spa also plays a key role, with its wide range of beauty treatments and massages. The professional staff is appreciated internationally, so as to deserve the title of “Official Antistress Academy”. Since 2015, the resort has been leader of 14 Unique Anti-stress Resorts in the world.


TERRITORIO

tugLie

Il Museo della Radio: i prodigi della comunicazione Uno spazio espositivo unico nel suo genere in tutta l’Italia meridionale, visitato con una guida d’eccezione, il suo fondatore Visitarlo vuol dire proiettarsi magicamente nel passato e, attraverso un’esperienza interattiva che coinvolge tutti i sensi, rivivere un pezzo di storia, sin dalla fine dell’800. Oltre a una biblioteca e un’emeroteca specializzata in storia e tecnica della comunicazione radiofonica, all’interno vi sono esposti oltre 300 pezzi unici dal valore inestimabile, a partire dagli anni ’20. Parliamo del Museo della Radio, unico nel suo genere nel 50 51

Sud d’Italia, che si trova in via Vittorio Veneto a Tuglie. Il nome, in verità, risulta piuttosto convenzionale, in quanto all’interno delle sale vi sono non solo apparecchi radiofonici provenienti da varie parti del mondo, ma anche le strumentazioni che si utilizzavano per poter comunicare, a partire dal ’900. Questo spazio espositivo del primo grande mezzo di comunicazione di massa,

testimone della crescita e della storia dell’intero Paese, nasce dalla volontà e dalla generosità di Salvatore Giuseppe Micali, tugliese doc, ex Capo Radiotelegrafista della Marina Militare, che ha rappresentato l’Italia ai campionati mondiali di telecomunicazioni per ben due volte: nel 1967 in Canada e nel 1968 in Norvegia conquistando in entrambe le competizioni il titolo di campione radiotelegrafista della Nato.


di federica sabato/

Una vita, la sua, trascorsa tra alfabeti morse, arrivi e partenze, fin da quando aveva 16 anni. Da ogni tappa dei suoi numerosi viaggi in giro per il mondo, Micali ha portato nella sua Tuglie un apparecchio radio, pezzi di ricambio, strumenti, valvole, tutti pezzi unici nel loro genere, comprese le prime sperimentazioni radiofoniche ancora perfettamente funzionanti. C’è persino un trasmettitore telegrafico Edison del 1893, acquistato in Canada nel 1967 e poi dei ricevitori a galena, fonografi, grammofoni per ascoltare i 78 giri, le trombe esponenziali con microfono annesso che erano dislocate

a Lecce in piazza Sant’Oronzo durante il ventennio fascista, esemplari difficilmente reperibili e portati da Tolone, in Francia, dalla Germania, dall’Olanda, dall’Inghilterra, dal Regno Unito, dalla Svizzera. Tutti pezzi unici e introvabili del primo Novecento e degli anni Settanta. «Negli anni ’90 professori dell’Università di Lecce venivano a casa mia – racconta orgoglioso Micali, attualmente 70enne, – interessati a visionare la mia collezione privata. Dopo un po’ di tempo ho messo da parte il mio “egoismo” da collezionista e ho sentito la necessità di rendere pubblica la storia e la mia collezione, che poi

ha dato vita a questo museo inaugurato nel 2004 alla presenza di Pippo Baudo». A fare da guida all’interno del museo è proprio lui, Micali, che con entusiasmo, dedizione e competenza, offre al visitatore un excursus storico, dall’invenzione della pila di Alessandro Volta ai primi studi sulle onde elettromagnetiche che sono alla base della telegrafia; da Edison che inventò il primo fonografo a cilindro, fino alla nascita della valvola e alle innovazioni tecnologiche nel campo delle trasmissioni radio, nel primo ventennio del Novecento. «In ogni tappa dei miei tanti viaggi effettuati nei 35 anni di servizio, con sacrificio ho acquistato questi apparecchi e i pezzi di ricambio. Li ho restaurati, custoditi gelosamente e mantenuti sempre funzionanti, affinché potessero essere fruibili dagli interessati». A guardarli, tutti quegli apparecchi che hanno modificato la vita di ognuno di noi e segnato una svolta storica, sembra che conservino ancora al loro interno una sterminata voliera di voci e di suoni,


TERRITORIO

tugLie

SALVATORE GIUSEPPE MICALI

IN OGNI TAPPA DEI MIEI TANTI VIAGGI EFFETTUATI NEI 35 ANNI DI SERVIZIO, CON SACRIFICIO HO ACQUISTATO QUESTI APPARECCHI E I PEZZI DI RICAMBIO al servizio di generi e interessi diversi, perché dall’impulso di Guglielmo Marconi all’ultimo messaggio ascoltato, è corso per l’etere il destino di miliardi di uomini. Nella buona e nella cattiva sorte. E di

questo nessuno più di Micali ha la consapevolezza, avendo lavorato sulle navi militari e avendo raccolto le testimonianze di chi c’era prima di lui e deve la propria vita ad un messaggio trasmesso via radio.

THE RADIO MUSEUM: THE WONDERS OF COMMUNICATION A UNIQUE EXHIBITION SPACE IN SOUTHERN ITALY, VISITED WITH A SPECIAL GUIDE: ITS FOUNDER Visiting the museum means to look ahead to the past, as from the end of the 19th century. In addition to a library and a newspaper library, there are more than three hundredunique pieces, from the 1920s on. It is the Radio Museum, in Tuglie. Inside the halls, there is not only radio equipment from all over the world, but also the communication equipment. This exhibition space was fit out thanks tothe generosityof a former Navy Radio-Operator Chief, Salvatore Giuseppe Micali. A life devoted to the Morse code since he was 16. From his many travels around the world, Micali has brought still-

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«La storia della radio – conclude Micali – ha un inizio, ma non avrà mai fine, perché le scoperte della tecnologia ci permetteranno di fruire di strumentazioni sempre più efficaci». Una sorta di citazione della celebre frase del professor Walter J. Ong della Saint Louis University, uno dei maggiori studiosi della trasformazione tecnologica nel campo delle telecomunicazioni: “Il presente è un territorio del passato”. Adiacente al Museo della radio, c’è un frantoio ipogeo del ’700, dove si conservano antichi torchi, come quello calabrese del XVI secolo, presse idrauliche più moderne ed altri oggetti usati in passato per la spremitura delle olive e la produzione dell’olio.

working radio sets or spare parts.There’s even an Edison’s telegraph transmitter, dating back to 1893, phonographs, gramophones, and exponential horns used in Lecce during the two fascist decades. «In the ‘90s, professorsof the University of Lecce came to my house Micali tells – interested in my private collection. In 2004, I opened this Museum». Micali is the enthusiastic and skilful guide of the museum. «During my 35 years of service, I have bought this equipment and I have kept it working». That equipment has changed the life of all of us, for better or worse. Nobody is more aware of that than he. «The radio history - Micali ends – will never end, because the findings of technology will give usincreasingly effective equipment». Next to the Museum, there is an 18th-century underground oil mill, where ancient tools used for the oil production are kept.


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GAL Terra d'Arneo

Una rete di eccellenze nel cuore del Dalla costa ionica al cuore della penisola salentina c’è un territorio ancora poco conosciuto che si rivela una sorpresa per i cinque sensi: la Terra d’Arneo. È grazie al GAL Terra d’Arneo, l’agenzia di sviluppo locale che opera sul territorio da circa 18 anni, e ai circa 18 milioni di euro investiti in interventi realizzati a sostegno di attività e produzioni connesse con identità locale, che questo territorio di eccellenze può annoverarsi tra le mete emergenti più ambite per un turismo slow e di qualità. Abbracciato da un’articolata vegetazione spontanea e dal mare, il paesaggio è dipinto da uliveti secolari, filari di vigneti autoctoni, muretti a secco che FRANTOIO IPOGEO - VEGLIE

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Salento

dividono campi di terra rossa e odorosa macchia mediterranea. Ad interrompere il paesaggio rurale i centri storici dei piccoli paesi, custodi di un invidiabile patrimonio storico e architettonico. Impossibile lasciare questa terra senza vivere l’esperienza conoscitiva più autentica: il gusto. Scoprirete una ricca cultura enogastronomica legata all’utilizzo di prodotti poveri della

tradizione contadina da cui deriva una cucina sana, semplice e gustosa. In questo lembo di terra, sospeso tra terra e mare, opera il GAL Terra d’Arneo, un’agenzia di sviluppo a servizio del territorio, che raccoglie e rappresenta attori pubblici e privati e ha l’importante compito di indirizzare le risorse e lo sviluppo verso la riscoperta dell’identità specifica di Terra

TERRA D’ARNEO LAG. A NETWORK OF EXCELLENCE IN THE HEART OF SALENTO From the Ionian coast to the heart of Salento, there is a surprising territory: Terra d’Arneo. Thanks to Terra d’Arneo LAG, the local development agency, and to 18million euros invested, this territory is one of the most coveted destinations for slow quality tourism. Embraced by natural vegetation and the sea, the landscape is painted by century-old olive trees, native vineyards, dry stone walls and fragrant maquis. The historical centres of the small villages hold an enviable historical and architectural heritage. A healthy, simple and tasty cuisine comes from a food-and-wine culture related to the use of products of poor rural tradition. The LAG, which includes both public and private stakeholders, directs resources towards the rediscovery of the specific identity of Terra d’Arneo. Made of nine municipalities, the LAG has achieved excellent results: tourist accommodations, local specialities, culture and environmental development networks. In addition, business operators have been properly trained to innovate and develop the economy of this territory. The projection of Terra d’Arneo in a global dimension, by including local companies, is the result of an excellent teamwork, so as to become an example for others.


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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

CHIESA MADRE - CAMPI SALENTINA IL PRESIDENTE COSIMO DURANTE

d’Arneo. L’impegno del GAL Terra d’Arneo sul territorio, composto dai nove comuni di Campi Salentina, Carmiano, Copertino, Guagnano, Leverano, Nardò, Porto Cesareo, Salice Salentino e Veglie, si è diramato in direzioni diverse ed ha ottenuto ottimi risultati: la rete turistico-ricettiva è oggi costituita da residenze in masserie, case coloniche e ville liberty, con una ospitalità diffusa tra l’aperta campagna, i centri storici, i borghi rurali e quelli marinari per una dotazione complessiva di circa 750 posti letto dei quali circa 400 in strutture agrituristiche; la rete delle tipicità locali formata da un insieme di

attività enogastronomiche, artigianali, commerciali e dei servizi, vini pregiati, oli di qualità, prodotti da forno, ristorazione tipica e prodotti del mare; la rete culturale e ambientale comprende il paesaggio rurale, le aree protette e i parchi naturali, i musei del vino e del mare. Ad integrare tale lavoro di costruzione strutturale dell’area si sono aggiunte le azioni rivolte alla formazione degli operatori delle imprese, soggetti che concretamente hanno attivato i processi d’innovazione e sviluppo dell’economia di Terra d’Arneo. Parallelamente, il GAL Terra d’Arneo, è impegnato nella rea-

lizzazione di progetti di Cooperazione Interterritoriali ed Internazionali con l’obiettivo di proiettare la Terra d’Arneo in una dimensione globale e favorire il superamento delle condizioni di isolamento delle aree rurali con conseguente crescita dei territori e dei soggetti partecipanti. Un percorso che include anche le aziende locali, aprendo scenari interessanti per la promo-commercializzazione di tutta l’area. Ma come è riuscito il GAL Terra d’Arneo ad ottenere tali risultati? Sicuramente con un ottimo lavoro di gruppo come il presidente Cosimo Durante ha dichiarato: «Mi preme sottolineare quanto questi risultati siano frutto di un lavoro di squadra, capace di indirizzare risorse e capacità verso uno sviluppo duraturo del territorio che coinvolge, complessivamente, attori pubblici e privati” e poi la costante e attiva partecipazione a progetti finalizzati allo sviluppo locale che ha puntato ad elevare la quota economica e culturale della Puglia meridionale fino a diventare esempio per gli altri.


PERSONAGGI

gianLuca De ruBertis

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di mariella tamborrino/

Nell’universo elegante di Gianluca De Rubertis Un viaggio nei sentimenti, con due compagni d’eccezione: Amanda Lear e Mauro Ermanno Giovanardi. Il cantautore salentino ci regala un sogno fatto di atmosfere raffinate e colorate, talvolta, di ironia e sarcasmo


PERSONAGGI

gianLuca De ruBertis

Gianluca De Rubertis, smessi i panni del “Genio” ha fatto le valigie ed è partito alla scoperta dell’Universo Elegante. In una “Magnifica Notte” ha attraversato “Quello che resta” scoprendo che “La vita è un sogno”. In questo viaggio pop che si snoda fra dodici tracce che attraversano le atmosfere più pure del cosmo e dei sentimenti, ha incontrato la splendida Amanda Lear e non l’ha lasciata “Mai più”. Questo il titolo della canzone a due voci che per qualcuno è già diventata un tormentone. In realtà è un motivo che ti resta dentro anche dopo l’ultima nota, così come il video, cliccatissimo su Youtube, dove i due protagonisti si sfidano in una partita a scacchi che va ben oltre le strategie imposte dal gioco. Sensualissima lei, tenebrosamente affascinante lui, si scambiano sguardi ammiccanti che fanno intuire svolte interessanti da portare a termine una volta dichiarato scacco matto anche se il brano, in realtà, 58 59

descrive la fine di una storia d’amore talmente importante che, pur nell’addio, lascia ancora qualcosa. Un legame forte destinato a durare per sempre anche se nulla tornerà come prima. Gianluca e Amanda, due mondi così lontani eppure così ben assortiti, regalano all’ascoltatore un’idea di provocazione che sfuma nelle atmosfere vintage della melodia che, nella clip, avvolgono la stanza dove i due protagonisti si confrontano in un duello fatto di sguardi e provocazioni, circondati da pareti rosso fuoco su cui spiccano i loro intensi primi piani. E in tutto questo, le loro voci sono come tessere di un puzzle vocale che creano un disegno perfetto. È vero che questa collaborazione nasce da un colpo di fulmine? «Non direi, i fulmini sono accessori dei temporali, qui invece tutto sa di pace e armonia. Abbiamo semplicemente contattato

il manager di Amanda perché pensavamo che la sua voce potesse rendere ancora più interessante quel brano; abbiamo avuto subito un riscontro positivo, è andata così». Il video è un concentrato di sensualità, desiderio e attesa, ma al tempo stesso si legge una certa ironia. Com’è stato lavorare con Amanda, icona delle icone di tutti i tempi? «È stato molto facile. Le persone più in gamba e con più esperienza sono anche le più semplici e tranquille. È stato come ritrovarsi a girare con un’amica che conosco bene, intelligente, ironica, divertente, rilassata». Quella con Amanda Lear non è l’unica collaborazione. Ad impreziosire ulteriormente il disco è il duetto con Mauro Ermanno Giovanardi (Magnifica Notte). Come è nato questo progetto? «Con Joe è diverso, suoniamo insieme da più di un anno, lo accompagno al piano-



PERSONAGGI

gianLuca De ruBertis

forte nei suoi concerti acustici assieme al maestro Paolo Milanesi. Siamo ormai legati da grande amicizia ed è stato molto naturale chiedergli di regalare all’album la sua voce». Da Lecce, più esattamente da Matino, Gianluca De Rubertis si trasferisce a Milano. Ha la musica nel sangue e lo stesso dna artistico lo condivide con la sorella Matilde. I primi passi nel mondo del pentagramma li muove proprio insieme a lei e agli amici Riccardo Schirinzi e Giancarlo Belgiorno con cui, nel 2001, fonda il gruppo Studiodavoli. Il grande pubblico lo conoscerà qualche anno più tardi. Alzi la mano chi non ha mai canticchiato la canzone “Pop Porno” che Gianluca ha scritto e interpretato insieme ad Alessandra Contini, l’altra metà del duo “Il Genio”. Il brano spopola, il pubblico li adora e la critica li consacra come gruppo rivelazione assegnando il premio Indie Music Like 2008. Poliedrico come pochi, Gianluca si affaccia nel panorama cantautorale e nel 2012 affina ulteriormente le sua capacità artistiche e si mette in gioco da solo con un primo album da solista, “Autoritratti con Oggetti”, grazie al quale fa conoscere 60 61

al pubblico le sue indiscutibili doti non solo di cantante ma anche di autore dei testi. Le stesse qualità tratteggiano i 12 brani dell’altro lavoro da solista, uscito lo scorso ottobre, intitolato “L’Universo Elegante”, prodotto da MArteLabel con il sostegno di Puglia Sounds Record. Testi e musica, frutto della bravura e dell’originalità con cui De Rubertis si destreggia fra le sette note, sono un concentrato di ricercatezza e stile. Chi popola l’universo elegante? «Quando è elegante l’universo è tutto luce, silenzio, occhi che parlano, comprensione,

l’universo è elegante ogni volta che si dà una carezza. In questo lavoro sono descritte molteplici esperienze di vita, esposte a volte in maniera sensuale, a volte con toni ironici e pungenti; in bilico tra avanguardie di sensi e significati multipli che si snodano su brani cantabili e pop». Tornando alle tue radici, chi sceglieresti per una collaborazione musicale tutta salentina? «Non saprei, le collaborazioni sono belle quando avvengono naturalmente, ed io poi in quest’album ne ho già due».


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PERSONAGGI

gianLuca De ruBertis

Che mondo sarebbe senza talent? «Sarebbe non molto diverso, ci sarebbe qualche altro format in grado di calamitare l’attenzione delle folle». E senza Sanremo? «Se al posto di Sanremo fossero i convegni sull’arte e la poesia a catalizzare i gusti di milioni di persone ci troveremmo in un mondo abitato da una nuova razza umanoide 2.0».

Musica è…? «Tutto ciò che non si comprende». Se non avessi fatto il musicista, cosa avresti fatto? «Mi sarebbe piaciuto correre, fare il pilota di gare automobilistiche». Cosa canticchi sotto la doccia? «“Che fico” di Pippo Franco».

PH: M. CUEVAS PEREZ

Tappe leccesi per il tour? «A breve novità sui concerti, sarò a Brin-

disi il 27 dicembre, a Lecce spero per i primi mesi del 2016».

IN GIANLUCA DE RUBERTIS’ ELEGANT UNIVERSE A TRAVEL IN THE FEELINGS, WITH TWO EXCEPTIONAL COMPANIONS: AMANDA LEAR AND MAURO ERMANNO GIOVANARDI. SALENTO’S SONGWRITER GIVES US REFINED AND COLOURFUL ATMOSPHERES In a “Magnifica Notte” (“Wonderful Night”), Gianluca De Rubertis makes a pop travel between feelings, meeting the beautiful Amanda Lear not to leave her “Mai più” (“Never again”). This is the title of the song in two voices. In the video, the two characters compete in a game of chess. She is sensual, he is darkly handsome. The song talks about the end of a love story that is so important that, even in the farewell, it will last forever. The two voices are a perfect vocal puzzle. Does this partnership stem from a love at first sight? «We have called Amanda because we thought her voice could make that song more interesting; she has accepted promptly».

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How was working with Amanda? «Very easy. She has been like a well-known, smart, ironic, funny and relaxed friend». The duet with Mauro Ermanno Giovanardi (“Magnifica Notte”) further embellishes the album. «Joe and I have been playing for more than a year. We are friends and it was natural to ask him to give the album his voice». From Lecce, Gianluca De Rubertis moved to Milan. In 2001, he founded the band Studiodavoli, with his sister Matilde and his friends Riccardo Schirinzi and Giancarlo Belgiorno. The general public has known him several years later, thanks to his song “Pop Porno”, sang with Alessandra Contini, the other half of the duet “Il Genio”. In 2008, they won the Indie Music Like award. Polyhedral, Gianluca has become a songwriter. In 2012, he launched his first solo album “Autoritratti con Oggetti”. Refinement and style portray “L’Universo Elegante”, too. Who populates the elegant universe? «Light, silence and understanding. There are lots of life experiences in this album».

Who would you choose for a Salento’s musical partnership? «I don’t know. Partnerships work when they happen spontaneously». What a world will it be without talent shows? «The same: there would be some other TV format». And without Sanremo? «If conferences on art and poetry catalysed millions of people, we would be in front of a new 2.0 humanoid race». Any tour stops in Lecce? «I’m in Brindisi on December, 27th . I hope I will be in Lecce in early 2016.” What is music. «Everything that cannot be understood». If you were not a musician, what would you be? «A racing pilot». What do you hum in the shower? «“Che fico” by Pippo Franco».



TERRITORIO

caLimera

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di eleonora leila moscara/foto pierpaolo schiavone

IL TEMIBILISSIMO TYRANNOSAURUS REX; A SINISTRA DUE MASTODONTICI DIPLODOCO


TERRITORIO

caLimera

ESEMPLARE DI HADROSAURUS

IL MUSEO RISCHIA LA CHIUSURA, MA È NATA UNA PETIZIONE CUI SI PUÒ ADERIRE TRAMITE UN CLICK IN RETE SU CHANGE.ORG C’è un posto speciale a Calimera, il Museo di Storia Naturale del Salento: duemila metri quadrati di area espositiva, con vivarium e parco faunistico per il museo più grande del sud Italia. Dal mese di ottobre la principale attrazione è l’affascinante mostra su scala 1:1 di dinosauri, allestita all’interno e all’esterno degli spazi museali, ma è altrettanto affascinante entrare nella vita del museo e scoprire le mille altre attività portate avanti, come formazione, ricerca, spazi

didattici e laboratori per bambini, ma non solo: il centro effettua anche accoglienza, cura e reintroduzione in natura di animali selvatici ed esotici in cattive condizioni di salute e potremmo continuare ancora, se non fosse che il museo rischia la chiusura a causa del ridimensionamento di alcuni enti e della riorganizzazione delle funzioni. Di buono c’è che ne è nata una petizione cui si può aderire traminte un click in rete, cercando il Museo di Calimera sul software dedicato DODO

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alle petizioni change.org. Ma veniamo al nostro appassionante viaggio nella Preistoria, alla scoperta dei giganteschi dinosauri riprodotti in grandezza reale che si incontrano un po’ in tutta la struttura, ma soprattutto nel percorso allestito nel bosco di lecci. “Gli animali riprodotti – spiega il direttore del museo, Antonio Durante - sono il frutto di un lavoro congiunto di una ditta veneta di artisti e paleontologi che hanno unito la scienza e la conoscenza della storia con l’arte, ricreando grazie alla resina i più antichi dominatori del mondo. Dalla Jurassic-mania agli esilaranti personaggi de L’era glaciale, i più appassionati li ricorderanno sui libri di scuola, tutti noi abbiamo un’idea sommaria degli animali che vivevano sulla terra nel Paleolitico. Ecco perché visitare la mostra non è solo un modo per svagarsi, ma anche per imparare a qualsiasi età”. Nel corso della mostra vengono sfatati molti miti, uno di questi ad esempio riguarda il Velociraptor, uno dei protagonisti di Jurassic park: in genere un esemplare di questa specie misurava meno di due metri compresa la coda e non pesava più di 15 chilogrammi, misure e forme che non corrispondono assolutamente a quelle del film in cui l’esemplare scelto


IL PERCORSO PIÙ APPASSIONANTE HA INIZIO NEL BOSCO DI LECCIO “LU TUZZU” DOVE, OLTRE AI DINOSAURI IN MOSTRA, SI POSSONO VEDERE DA VICINO GLI ANIMALI VIVI DEL PARCO FAUNISTICO

BRADIPO

in realtà sarebbe un Deinonychus molto grande, ma il nome non era abbastanza accattivante per il cinema americano. Inoltre la ricostruzione cinematografica di questi animali mostra ulteriori imprecisioni anatomiche, tra cui la totale mancanza di piumaggio. Per chi non lo sapesse infatti, i dinosauri erano ricoperti di proto-piume: è da questo che si è scoperta la discendenza degli uccelli da alcuni tipi di dinosauri. Il giovane Diplodoco è alto circa 6-7 metri, mentre gli adulti in genere arrivavano a circa 15 metri di altezza: molti studiosi credono infatti che si tratti dell’animale più lungo mai esistito. Andando avanti c’è il Dodo, un uccello colombiforme dell’isola di Mauritius che si estinse con l’arrivo della caccia intorno al 1600, subito dopo il suo incontro con l’uomo.

ARMADILLO

GUFO VIRGINIANO

TIGRE DAI DENTI A SCIABOLA

Il percorso più appassionante ha inizio nel bosco di leccio “Lu Tuzzu” e si distingue perché, oltre ai dinosauri in mostra, si possono vedere da vicino gli animali vivi del parco faunistico, ossia tutti quei rari esemplari di fauna selvatica che non possono essere reinseriti in natura. Ma tornando alla mostra, ciò che balza agli occhi osservando i primi animali è la caratteristica che contraddistingue a occhio nudo le specie dell’era glaciale da

quelle successive e cioè la grandezza: si comincia infatti con una serie di mammiferi giganti, tra cui alcuni personaggi noti del cartone omonimo che ha entusiasmato il mondo dei bambini ma anche dei grandi. Riconosciamo subito Sid, il simpatico bradipo del film l’Era glaciale, nella realtà si tratta di un bradipo terricolo gigante vissuto durante il Pliocene e il Pleistocene nelle Americhe. Il nome scientifico deriva dal greco e significa



TERRITORIO

caLimera

“grande bestia”: questi mammiferi dal musetto simpatico raggiungevano delle dimensioni incredibili e arrivavano a pesare fino a 3-4 tonnellate. Più avanti, passando davanti alle tane delle talpe, potremmo riconoscere invece l’animale che nel film ha il nome di Diego, ossia la tigre dai denti a sciabola dell’era glaciale. Questi denti in realtà erano debolissimi e si rompevano facilmente, servivano però a mordere la preda al collo, affondare il colpo e a farla dissanguare. Continuando a camminare si passa vicino alle tane delle volpi che vivono nel bosco e vediamo per terra tantissimi funghi per lo più rossi, tutti velenosi, di cui il bosco è pieno. A un certo punto si finisce in un grande spiazzo, dove si erge maestosa la bestia più temuta nei secoli: il Tyrannosaurus Rex. Era un dinosauro vissuto nel Cretacico superiore, uno dei predatori terrestri più grandi e forti mai conosciuti. Solo la testa del Tirannosauro misurava circa un metro e mezzo, la forza delle sue mascelle era micidiale, i

STYRACOSAURUS

suoi denti seghettati catturavano e infettavano le prede. E allora perché quelle zampe minuscole davanti? La struttura così massiccia della testa non rendeva necessario l’utilizzo delle zampe anteriori, che sono divenute con gli anni sempre più piccole ma non sono mai scomparse, alcuni scienziati sono convinti infatti che avessero un’utilità: sembra assurdo, ma pare che queste grandi bestie se ne servissero nei riti amorosi. Nel ricco percorso proposto dal museo c’è anche la possibilità di avere una guida (basta consultare il sito o chiamare) mentre i

più piccoli possono vivere l’esperienza del laboratorio dove, insieme agli animatori, si possono fare i calchi dei fossili come i paleontologi. La mostra è aperta quasi tutti i giorni fino al 28 febbraio, la domenica l’ingresso è consentito sin dalla mattina alle 10, ma i cancelli saranno chiusi di lunedì e giovedì. E’ visitabile di pomeriggio dalle 16 alle 20, l’ultimo ingresso consentito è alle 19 e, nonostante il calar del sole, l’illuminazione e il gioco di luci e ombre renderanno il viaggio nella storia ancora più avvincente.

PACHYRHINOSAURUS

THE DINOSAURS INVADE CALIMERA IN THE MUSEUM OF NATURAL HISTORY, A FASCINATING TRAVEL TO THE DISCOVERY OF PREHISTORIC CREATURES There is a special place in Calimera, the Museum of Natural History, with a vivarium and a wildlife park; it is the biggest museum in Southern Italy. The main attraction is the charming dinosaur exhibition, with a scale of 1:1, but there are hundreds of other activities, like workshops for children. The centre takes care and reintroduces wild and exotic animals in poor health, and we could continue if it was not that the Museum is at risk of closure (you can sign the online petition, by looking for the Museum of Calimera on change.org). “The reproduced animals – the museum director, Antonio Durante, explains – are the result of the joint work between artists in the Veneto and palaeontologists who have combined Science and History with Art, recreating the most ancient world dominators. Visiting the exhibition is not just a way to relax, but also to learn”.

The exhibition explodes lots of myths. The Velociraptor in the film Jurassic park, for example, should be actually a very big Deinonychus. Furthermore, dinosaurs were covered by protofeathers. You will find specimens of Diplo dinosaur – perhaps the longest animal ever existed – and of Dodo, a columbiform bird from the island of Mauritius. The most exciting route starts in the holm-oak wood “Lu Tuzzu”, where there are dinosaur reproductions and rare wild animals. The species of the Ice Age are much bigger than the following: you will see a range of gigantic mammals, including the characters of the homonymous cartoon. We will distinguish Sid, the nice sloth, and Diego, the sabre-toothed tiger. Then, you will see the foxholes and so many red mushrooms, all poisonous, and finally the mighty and feared Tyrannosaurus Rex. Its head was about 1.5 m long, the strength of its chops was lethal, and its serrated teeth caught and infected preys. You can also have a guide while your children can experience the casts of fossils as real palaeontologists.

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ORESTE TROSO

gioieLLerie

Preziose magie nel salotto della città Presenza storica nel cuore di Lecce, è il regno del lusso e dell’eleganza 70 71


ORESTE TROSO Piazza Sant’Oronzo 7, Lecce (LE) tel. e fax +39 0832 243811 - info@orestetroso.it - www.orestetroso.it

Definirla semplicemente gioielleria non renderebbe l’idea. L’universo prezioso di “Oreste Troso” è indubbiamente un mondo a parte. Sarà per gli ambienti raffinati, sarà per le meraviglie che popolano le vetrine e le teche, sta di fatto che chi varca la soglia di questo cosmo dell’eleganza e del buongusto ne resta incantato. La gioielleria sorge proprio nel cuore di Lecce, in Piazza Sant’Oronzo, di fronte al suggestivo Anfiteatro Romano e per la città è, a tutti gli effetti, una presenza storica. La prima sede fu aperta nel lontano 1899 dal giovanissimo Oreste Troso, appassionato ed esperto di oreficeria. All’epoca i locali si affacciavano su Via Augusto Imperatore, alle spalle di quella attuale, inaugurata nel 1932. Un punto fermo e al tempo stesso un punto di riferimento per la città. Lecce cambia rapidamente, deve fare i conti con la guerra prima e la ricostruzione poi, ma la gioielleria “Oreste Troso” resta lì, con la sua insegna, a testimoniare un’attività che continua ad andare avanti nel solco della tradizione. Dal 1959 le redini dell’azienda passano nelle mani del nipote del capostipite, Pino Molendini che, insieme alla moglie Luisella, rinnova il look del negozio (ampliato e reso decisamente più

moderno e funzionale), ma soprattutto dedica particolare attenzione alla scelta degli oggetti proponendo articoli selezionati con cura e competenza. Ed il lusso diventa un percorso naturale da intraprendere insieme ai clienti che vogliono vivere i gioielli, non semplicemente indossarli. L’azienda ha saputo rinnovarsi e stare al passo coi tempi, senza mai trascurare una tradizione fatta di professionalità, preparazione e qualità. Ed è proprio per questo che oggi “Oreste Troso” è anche shop online. Le stesse competenze e la stessa professionalità sono state trasferite sul web, oltrepassando i confini geografici della vendita tradizionale, rivolgendosi ad un mercato molto più vasto e poliedrico. L’universo prezioso che “Oreste Troso” mette a disposizione del pubblico si snoda in vari segmenti: dalla gioielleria all’argenteria, dai cristalli agli articoli da regalo passando per gli arredi e le porcellane. Liste nozze, creazioni di gioielli su

disegno personalizzato e bomboniere per ogni occasione non sono che alcuni dei servizi offerti. Anche se, per quanto riguarda il settore dedicato agli sposi, bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Per gli interessati, infatti, c’è un ampio show-room con le marche più prestigiose: Baccarat, Lalique, Hermès, Etro, Richard Ginori, Rosenthal, Herend, Bernardaud, Christofle, Wedgwood, tanto per citarne alcuni. Le grandi firme sono una caratteristica di questa attività anche per quanto riguarda la gioielleria: Pomellato, Chantecler, Pasquale Bruni, Crivelli, Bicego, Gucci, Raspini. Qui si trova il gioiello giusto per ogni ricorrenza. Regali destinati a durare nel tempo. Esperienza e passione sono i tratti distintivi di Pino e Luisella, ed il loro bagaglio professionale, oltre che umano, è stato trasmesso ai figli Gianluca, gemmologo IGI, Francesca ed alla nuora Alessandra. Non meno importante è il contributo dei


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10 collaboratori. Un lavoro di squadra in cui ognuno gioca un ruolo fondamentale. Essenziale, oltre la conoscenza del prodotto, è il rapporto con i clienti. Il loro profilo negli anni, ha subito veri e propri cambiamenti. C’è più consapevolezza da parte del consumatore, oggi più esigente che in passato e forse anche più sofisticato. «L’approccio dei leccesi, nei confronti del lusso, è decisamente cambiato – sottolinea Pino Molendini – i clienti sono molto più informati ed esigenti rispetto al passato. Accontentare le loro richieste è per noi motivo di maggiore soddisfazione».

ticolo da regalo con un’offerta variegata nella tipologia del prezzo». La vostra è a tutti gli effetti un’azienda a conduzione familiare. Potrebbe essere questa la marcia in più che piace ai clienti? «La passione per il lavoro tramandata di generazione in generazione ha svolto e gioca

tutt’oggi un ruolo fondamentale nella nostra azienda. La nostra presenza costante accanto ai collaboratori è sicuramente un motivo in più di garanzia ed affidabilità per i nostri clienti». Se è vero che un gioiello racconta una storia, “Oreste Troso” ha stilato le trame di intere generazioni.

Qual è il segreto del vostro successo? «La disponibilità, la cortesia e sicuramente la scelta dei prodotti spaziando dall’orologio al gioiello, dalle penne all’ar-

ORESTE TROSO VALUABLE MAGIC IN THE CITY LOUNGE Oreste Troso’s universe enchants with its refined environments and beautiful jewellery. The jewellery store is right in the heartland of Lecce. The first seat was inaugurated in 1899, by the young Oreste Troso; the current seat was inaugurated in 1932. Because of the war first and the reconstruction later, Lecce rapidly changes but the jewellery store remains there. From 1959, the management of the company is in the hands of Troso’s grandson, Pino Molendini, who makes the store more modern and functional. Now “Oreste Troso” is also an online shop, where to buy: jewellery, silverware, crystals, giftware, furniture and porcelains. Wedding lists, custom jewellery creations and wedding favours are just a few of the services offered.

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The big names are a characteristic of this activity. Experience and passion are Pino’s hallmarks. Customer relations are essential. Our customers are increasingly demanding. «This gives us a greater satisfaction». – Molendini highlights. What is the secret of your success? «Courtesy and a wide range of products and prices». Being a family business could be your step ahead? «The passion for a job handed down from generation to generation has a key role. Our steady presence is a source of reliability for our customers». If a jewel tells a story, “Oreste Troso” has written the plot of many generations.



CULTURA

Letteratura

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di ilaria marinaci/foto pierpaolo schiavone


CULTURA

Letteratura

SENTIVO CHE ADA ERA UN PERSONAGGIO CHE POTEVA EMOZIONARE La chiamano Ada ed è la casalinga leccese che, con la sua storia, sta conquistando sempre più lettori in tutta Italia. Ada è l’esilarante è bellissimo personaggio nato dalla prolifica penna della scrittrice salentina Simona Toma, che, dopo aver esplorato il mondo dei racconti per ragazzi, si cimenta con il suo primo romanzo “adulto” che si intitola proprio “Mi chiamano Ada”, edito da Sperling & Kupfer. Una scrittura scorrevole e originale, la sua, che segue il flusso di pensieri di questa casalinga che abita alle Vele, quartiere periferico di Lecce, e pian piano allarga lo sguardo fino a descrivere la sua movimentata famiglia e il micromondo che tanto assomiglia a quello di ognuno di noi. Un mondo in cui è facile identificarsi, ragione che è alla base del successo nazionale del libro della Toma, già alla sua prima ristampa. «Sentivo che Ada era un personaggio che poteva emozionare», dice l’autrice. 76 77

Com’è nata Ada? «Durante le Amministrative 2012, il candidato sindaco del centrodestra, Paolo Perrone, esce con una campagna sul web in cui si rivolge direttamente a una non meglio specificata casalinga leccese, mettendoci la faccia con un intenso primo piano e facendo una sorta di captatio benevolentiae: dopo essersi descritto fisicamente, si attribuiva tutta una serie di virtù domestiche come lavare, cucinare, stirare e via dicendo. Questa campagna suscitò all’epoca grandi polemiche, come al solito in quei frangenti, mentre io fui subito posseduta dallo spirito di questa casalinga perché mi sembrava che l’appello di Perrone fosse rimasto inevaso. Lui, alla fine, si era rivolto alla casalinga leccese ma nessuna di loro gli stava rispondendo in quanto tale. Allora, Ada, che non aveva ancora neanche un nome, per la prima volta si è sentita ingaggiata sul suo terreno da colui che poi sarebbe diventato

il primo cittadino. Insomma, è stato come se la tirassero fuori dalla sua periferia, dal suo vivere quotidiano. Lei, quindi, ha deciso di spiegare quali fossero i suoi problemi, scrivendo una serie di lettere a Perrone che sono state pubblicate sul mio blog, nelle quali gli chiede consigli tipo “è vero che se metto il tappo di sughero nel polpo, questo si cuoce più morbido?” oppure “come vanno disposte le posate?”. In origine, fu un carteggio di cinque lettere in cui io l’ho descritta anche fisicamente, perché proprio la vedevo nella sua casa alla 167 B». E com’è avvenuto il passaggio dal blog al romanzo? «All’epoca vivevo ancora a Milano e il mio editor della Mondadori mi disse che, secondo lui, in quelle cinque lettere c’era in nuce una storia a cui dare corpo. Tornai a Lecce per le vacanze estive e, in un mese e una settimana, cominciai a fare


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CULTURA

Letteratura

la vita di Ada, o, meglio, quella che io le avevo attribuito: prendevo la 32, facevo lunghe file alla posta, andavo al cimitero ed è stata l’estate più divertente della mia vita. Così, è venuta fuori questa storia, scritta di getto proprio come una specie di sfogo. Ma non solo: ho avuto anche modo di riscoprire la mia città dopo 18 anni di vita fuori e Lecce mi ha aiutato a costruire la trama stessa. Il marito di Ada è un esodato che lavorava all’ex Manifattura Tabacchi, mentre la figlia è laureata in giurisprudenza e vorrebbe fare l’avvocato. Ada, in qualche modo, riesce a rappresentare la provincia, non solo una provincia ben connotata geograficamente come può essere Lecce». Che rapporto ha con i libri che scrive? Molti autori parlano di un legame quasi genitore-figlio... «Il libro è qualcosa di molto intimo, non ti rendi conto di quanto sia intimo finché non esce fuori dalla tua camera ed entra nelle redazioni editoriali dove te lo vivisezionano. Il primo passo di un distacco che, poi, si compie quando viene pubblicato e diventa dei lettori. Quando inizia ad essere letto, è come se si mettesse in scena un’opera. Ci sono riscontri meravigliosi di persone che hanno dato anche interpretazioni lontane e diverse dalle mie intenzioni. Per esempio, al mio libro precedente che aveva come target i giovani-adulti, “Il bacio dall’altra parte del mondo”, è stato contestato il finale. A me piacciono i finali aperti perché così è la vita, non si sa cosa succederà domani, a un certo punto la storia finisce ma non 78 79

IL LIBRO È FATTO A FORMA DI PERSONA. L’EBOOK NON LO SOSTITUIRÀ MAI mi va di scrivere come. Nelle scuole che leggevano “Il bacio”, c’erano discussioni animatissime su chi voleva il lieto fine e chi no. Io sono una lettrice, di me non ho un ricordo senza un libro in mano, mi sono preparata alla scrittura leggendo come una pazza, e so che dall’ultima pagina in poi comincia il regno del lettore, comincia un altro libro ed è la cosa più emozionante. Con il personaggio di Ada, c’è in corso una storia d’amore importante e mi arrivano mail di lettori che mi commuovono, come chi ti scrive che sta passando un brutto periodo e il libro è riuscito a fargli tirare il fiato. È una responsabilità, certo, ma è anche qualcosa che ti dà un’energia incredibile». Lei viene dalla narrativa per ragazzi che è l’unico settore editoriale con numeri in crescita. Un segnale incoraggiante per il futuro? «È incoraggiante salvo che questi piccoli lettori diventano grandi e si perdono

per strada. La tendenza è positiva: le ragazze di 15 anni sono, in assoluto, le più forti lettrici al mondo. Un dato, suppongo, legato anche alle saghe, da Harry Potter in poi. È vero, comunque, che gli adolescenti leggono tanto, leggono bene e sono fortemente orientati. Sto ancora studiando per farmi un’idea precisa. Intanto, l’anno prossimo con Giunti esco con un romanzo per bambini e vado ad esplorare quest’altro segmento». Ultima domanda: chi vince, secondo lei, fra libro cartaceo e eBook? «Vince la carta. Io con il libro ho un rapporto fisico, me lo devo portare dietro, devo sottolinearlo. Sono convinta che l’eBook non sostituirà mai il libro cartaceo che, come ha fatto giustamente notare Umberto Eco, ha una forma anatomica, è fatto a misura di persona, mentre la tavoletta non si armonizza per niente con il corpo».


ADA, LECCE’S HOUSEWIFE THAT ITALY LIKES AN EXCITING STORY UNCONSCIOUSLY INSPIRED BY AN ELECTORAL STUNT OF THE CURRENT MAYOR OF LECCE, PAOLO PERRONE Ada is the funny Lecce’s housewife created by Simona Toma, in her first novel for adults “Mi chiamano Ada”. A quick and original writing, following the flow of thought of this housewife from a suburb of Lecce that describes her eventful family and her small micro world. A world where it is easy to identify.

Simona Toma, leccese, classe 1976, ha lavorato come assistente alla regia in diverse serie tv e film per il cinema, collaborando con registi come Ferzan Ozpetek e Cristina Comencini. Come autrice per ragazzi, esordisce con il romanzo young adult “Da questo libro presto un film” (Mondadori), tradotto in Germania e Brasile. A giugno 2014 ha pubblicato il romanzo “Diario semiserio di una teenager disperata” (Mondadori), con lo pseudonimo di Carlotta Fiore e, a ottobre dello stesso anno, il romanzo teen “Un bacio dall’altra parte del mare” (Giunti). A settembre 2015 l’esordio nella narrativa con il romanzo “Mi chiamano Ada” (Sperling & Kupfer).

How was Ada born? «During the administrative elections in 2012, the candidate for Mayor, Paolo Perrone, in his online election campaign, speaks directly to a not better specified housewife in Lecce: making a sort of captatio benevolentiae, he attributed to himself a series of domestic virtues. It seemed to me that Perrone’s appeal was remained unfulfilled. It was as if Ada was pulled out of her daily life». So she decided to write a series of letters to Perrone, where she asks for advice like “Is it true that putting a cork in the octopus, it becomes tenderer” «I have also described her physically, as I could see her». How did the transition to the novel happen? «My editor told me there was a story to tell. I returned to Lecce and, in a month and a week, I began to live Ada’s life. Thus, this story was born, written in one go. I could also rediscover my city after I had been living elsewhere for 18 years. Somehow, Ada represents the province in general». What is your relationship with the books you write? «Books are something very intimate. Many readers have given interpretations very far from my intentions. There is an important love story going on with Ada; there are readers’ emails that move me. It is something giving an incredible energy». Fiction for children is the only growing publishing industry. An encouraging sign for the future? «It is encouraging, except that these young readers become older and they lose themselves».

Simona Toma, born in Lecce in 1976, has worked as an assistant director with Ferzan Ozpetek and Cristina Comencini. Among her novels:“Diario semiserio di una teenager disperata”, “Un bacio dall’altra parte del mare” and “Mi chiamano Ada”.

According to you, who wins: the paper book or the eBook? «The paper wins. I have a physical relationship with it. EBooks will never replace paper books».

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parlare Lo stile è il risultato delle mie decisioni, è il messaggio che voglio comunicare. Ora. Al primo, secondo e terzo sguardo. Lo stile è quello che io dico prima ancora di pronunciare parola. È la mia natura e la mia cultura. La Biosthétique Collection per l’autunno/inverno 2015/16 fonde in sé tendenze internazionali e i pilastri della nostra filosofia del Total Beauty. Creatività e artigianalità impeccabili, prodotti natuali eccellenti e l’attenzione per l’individualità: ogni singola proposta capelli, ma anche ogni singolo giorno e ogni particolare occasione devono poter essere unici grazie alle infinite possibilità di styling e di look diversi e versatili. Perchè ogni nuovo giorno dona la libertà di reinterpretarsi. Lo stile non ha nulla a che fare con le tendenze ma le utilizza, le mette in relazione alla moda per dar vita a qualcosa di costantemente nuovo e profondamente calato nel qui e ora. Lo stile determina un’unità inscindibile tra personalità e look, tra la forma interiore e quella esteriore. Ecco ciò che la nuova collezione vuole comunicare: come gli artisti, anche noi siamo chiamati a prendere decisioni nuove ogni giorno ed è così che diamo forma alle nostre vite. Questa è quella che noi chiamiamo

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TERRITORIO

pHoto

INSTAGRAMERS LECCE

IL SALENTO RACCONTATO DALLA COMMUNITY DI MOBILE PHOTOGRAPHERS

Insta

PH: ALLAN EDWARD HINTON @CHAIWALLA

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di jessica niglio/

PH: @MANUELAVITULLI – 1381 LIKES

PH: EMILIO CHULIA @EJOTA_SEVENTYEIGHT

PH: EKATERINA MISHCHENKOVA @KATIA_MI

PH: ORAZIO SPOTO @ORAZIOSPOTO

PH: GABRIELE DELL’ANNA @GAKER79

PH: ALEXEI MAVLONAZAROV @ATMOLEX

PH: BEATRICE MANZONI @VADOANORD


TERRITORIO

pHoto

GLI IGERS RACCONTANO DAL BASSO, IN MODO DEL TUTTO PERSONALE, RIGOROSAMENTE CON LO SMARTPHONE, MAI DI SERA PER EVITARE “LA GRANA” E SI DIVERTONO DA MATTI

PH: ALESSANDRO BORDONI @ILCAVALLOPAZZO

È il social network che ha permesso di guardare il mondo in formato quadrato con filtri di saturazione e dal sapore vintage. È nato prima dei selfie, quelli che un tempo non troppo lontano si chiamavano con una certa responsabilità “autoritratti”. Non ha detto niente di nuovo, ha ricalcato quello che sapevano fare benissimo le 6x6 e le Polaroid, con quei colori e quelle infiltrazioni di luce che, nell’era analogica, erano considerati errori. Eppure la fotografia, al netto di bravura e professionalità, è un amore vero e intenso, in cui entrano una certa sensibilità a cogliere la bellezza, intesa nel suo significato più filosofico, una buona dose di voyerismo e un certo attaccamento al mezzo, intrigante, misterioso, di fatto meccanico. Instagram ha aggiunto a questa lista un ingrediente fondamentale: lo storytelling a base di emozioni. Con una raccolta di consensi non solo tra la cerchia di amici stretti, ma nel parterre immenso degli utenti del globo intero. È proprio il fattore social, in poche parole. Qualche numero. L’applicazione, figlia della cultura smartphone, viene lanciata nell’ottobre del 2010 per iOS e nel dicembre dello stesso anno aveva già un milione di utenti, meno di un anno dopo dieci milioni; nel 2011 introduce l’uso degli hashtag (una sorta di etichetta per metadati che funziona come aggregatore tematico), nel 2012 si apre 86 87

PH: EMILIO CHULIA - @EJOTA_SEVENTYEIGHT

ad Android e nel 2013 a Windows Phone; nello stesso anno aggiunge alle immagini fisse la possibilità di girare e condividere video, nel 2015 supera il formato quadrato e aggiunge l’orizzontale e il verticale. Instagram è fatto non solo da singoli utenti, gli Instagramers o Igers, ma anche da vere comunità distribuite per pertinenza territoriale secondo i criteri di geolocalizzazione (95 sono le community regionali o locali attive). Una sorta di organizzazione piramidale, per quanto possa essere pensabile applicata all’immenso e variegato universo del web. Appassionati di iphoneography, mobile photography e app di editing che spesso conoscono solo i reciproci nickname e non si sono mai incontrati, gestiscono gallery, collaborano tra loro, pianificano instameet, aderiscono ai contest settimanali, promuovono i challenge nazionali e

internazionali. Gli Igers raccontano dal basso, in modo del tutto personale, a larghissimo spettro, rigorosamente con lo smartphone, mai di sera per evitare “la grana” e si divertono da matti. La fotocamera è mezzo espressivo per raccontare cosa si guarda, cosa si prova, cosa si vorrebbe, anche a scapito della tecnica; a seguire la composizione, i colori, l’editing. Per far parte di una community Igers, che funziona grosso modo come un blog, bisogna raccontare il territorio, il proprio o quello che si visita, usando l’hashtag identificativo a cominciare da #igersitalia e a seguire con #igers(nomeregione), #igers(nomecapoluogodiprovincia). È quello che è successo anche nel Salento dove la community spontanea, nel maggio 2013, si concretizza in un profilo che oggi (al momento in cui il pezzo viene


PH: MILENA CALOGIURI @MILCSECOND

scritto) conta 5304 followers e 915 foto condivise. Fondato da Ivan Marasco (@ gustawoerre), ora è amministrato da Milena Calogiuri (@milksecond) e Gabriele Dell’Anna (@gaker79); le loro bio e la loro storia sono su instagramersitalia.it/iger/ igerslecce; con una ricerca semplice, invece, attraverso l’hashtag #igerslecce si finisce in una pagina di raccolta che a occhio e croce conta 73.200 immagini, con circa 300 post caricati ogni mese. Una buona metà di upload ritrae scorci cittadini, centri storici, vicoli (#alleyofitaly), panorami, l’altra metà è dedicata invece a persone,

dettagli e food, con in testa il pasticciotto. I picchi di upload, come è facile immaginare, corrispondono al periodo estivo e alle feste più importanti, il Natale ma anche la Fòcara di Novoli ed eventi organizzati dalla community. Seguire una gallery significa, quindi, avere uno sguardo d’eccezione su un territorio, assistere ad un mutevole e variegato racconto corale.

#SALENTOUPNDOWN, IL PRIMO INSTAGRAM TOUR INTERNAZIONALE PER RACCONTARE IL SALENTO

È il progetto di Instagramers Lecce (in collaborazione con il Laboratorio eGovernement dell’Università del Salento, GAL Terre d’Arneo, GAL Serre Salentine e grazie al supporto di celebri brand di casa nostra) per promuovere il Salento attraverso la mobile photography. Ventiquattro top influencers (utenti con migliaia di seguaci per i quali sono riferimento in fatto di scelte e trend, spesso giornalisti, blogger o esperti di settore) provenienti da Italia, Svizzera, Russia, Inghilterra e Spagna, tra il 24 maggio e il 3 giugno scorsi sono stati coinvolti in un tour esperienziale e sono diventati ambasciatori


TERRITORIO

pHoto

web delle eccellenze locali. Visite guidate nei centri storici delle città sul mare e nei borghi, musei, pizzica, degustazioni di vino, gite in barca ed escursioni, brunch e aperitivi, passeggiate tra gli ulivi, lezioni di sup (“stand up supple”, una versione del surf in cui si sta in piedi sulla tavola o si utilizza una pagaia). Il territorio viene così raccontato attraverso uno storytelling in tempo reale, condiviso con migliaia di followers (un milione e mezzo di utenti diretti, tre milioni di utenti indiretti), con una lettura secondo emozioni e tipicità: si guarda nel profondo. Il risultato è visibile su www.salentoupndown.com, che già dopo pochi giorni ha avuto circa 1200 visualizzazioni anche da Grecia, Spagna, Belgio, Svizzera, Ungheria, Usa, Regno Unito, Cina. L’hashtag #SalentoUpnDown è divenuto virale su Instagram, con oltre 500 mila like, più di 2500 interazioni; il 14 giugno il fondatore mondiale delle Community di Instagram, Philippe Gonzalez, ha ripostato una foto di gruppo dell’evento nel profilo @IGERS generando una straordinaria visibilità per ciò che accadeva nel Salento, in pochi

istanti, raccontandolo al mondo intero. Must Have. App di editing: VSCO, Snapseed e Handy Photo (iOS e Android), SKRWT (iOS) utilissimo per correggere le prospettive. Collegate a Instagram: “Layout” per i collage, “Hyperlapse” per i video in timelap-

se come una vera steady cam, “Boomerang” per i caroselli di foto. (Le informazioni sui dati di Instagramers Lecce e #SalentoUpnDown sono state fornite da Milena Calogiuri e Gabriele Dell’Anna. Instagramersitalia.it)

PH: MARIA CLAUDIA VENTURINI @PICCOLAUMA

SEGUIRE UNA GALLERY SIGNIFICA AVERE UNO SGUARDO D’ECCEZIONE SU UN TERRITORIO, ASSISTERE AD UN MUTEVOLE E VARIEGATO RACCONTO CORALE LECCE’S INSTAGRAMERS SALENTO TOLD BY THE MOBILE PHOTOGRAPHERS’ COMMUNITY It is the social network that allowed looking at the world in a square format with saturation filters and vintage flavour. Born beforeselfies, it followedwhat 6x6 and

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Polaroids were already doing very well. Photography is a real intense love, which includes a certain sensibility to grasp the beauty,voyeurism and devotion to the tool. Instagram has added the storytelling basedon emotions. With the approval of the worldwide users. The application was launched in 2010 for iOS;less than a year later, it counted ten million users; in 2011,it introduced hashtags;in 2012, it became available for Androidsand, in 2013,for Windows Phones; in the same year, it added videos;in 2015, horizontal and vertical formats. Instagram is made up of Instagramers or Igers, but also by communities.Lovers of mobile photography and editing manage galleries, plan instameets, and promote national and international challenges. Igers tell from the bottom and have a lot of fun. Cameras are their media; composition, colours, and editing follow. To join an Igers’ community, you need to tell the territory, by using #igersitalia followed by #igers(region),

#igers(provincialcapital). It is what happened to Salentoin 2013. Now, the spontaneous communitycounts 5304 followers. #igerslecce has about 73.200 pictures: city glimpses, historical centres, alleys (#alleyofitaly), sights, people, details and food. Following a gallery means having a special look on the territory. #SalentoUpNdown, the first International Instagram Tour to tell Salento It is Lecce’s Instagramers project to promote Salento by mobile photography. Twentyfour top influencers from all over the world have become web ambassadors of the local excellences. Guided tours in the historic city centres of the sea and in villages, museums, pizzica, wine tasting, boat trips and excursions, brunches and happy hours, strolls among the olive trees, and stand-upsupple classes. Thus, the territory is told by emotions and its typical features. The result is on www.salentoupndown.com. #SalentoUpnDown has become viral on Instagram, with over 500 thousand likes.


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365 GIORNI NEL SALENTO

Btm

BTM 2016

Fare sistema e promuovere un nuovo concetto di accoglienza improntato sulla professionalità, l’efficienza e la qualità dei servizi. Torna, il 20 ed il 21 febbraio, il Business Tourism Management. Per due giorni nell’ex Convento dei Teatini, a Lecce, domanda e offerta si confronteranno per dare nuova linfa al sistema turistico Torna, dopo il successo dello scorso anno, la seconda edizione del BTM - Business Tourism Management. Per due giorni, per l’esattezza il 20 ed il 21 febbraio, Lecce si trasformerà nella capitale del turismo e l’ex Convento dei Teatini sarà il “contenitore” ideale per promuovere incontri e confronti fra i principali attori che operano in un settore che, dati alla mano, sta vivendo una costante primavera. C’è un Salento che piace. La stagione estiva ha regalato emozioni e soddisfazioni a chi, da sempre, crede nelle

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potenzialità di questo territorio. I dati ufficiali promuovono Lecce e provincia dove, da maggio a settembre, è stato registrato un boom di presenze niente male che, tradotto in numeri, si legge con un 30% in più rispetto all’anno precedente. Del resto, con un milione di turisti approdati in Terra d’Otranto nel solo periodo estivo, non poteva essere diversamente. Il BTM parte da questa realtà, con la consapevolezza che la tanto ambita destagionalizzazione non è poi un sogno irrealizzabile. Anche l’autunno salentino ha sorpreso, piacevol-

mente, gli operatori turistici locali e tutto questo fa sperare in una ulteriore crescita del comparto che, a differenza di altri, sembra essere risparmiato dalla crisi. Alla base di questo successo c’è sicuramente l’impegno profuso da tutti coloro che hanno creduto in questo segmento che, visti i risultati, può aprire nuovi ed interessanti scenari. Soprattutto se si parte da una consapevolezza condivisa: l’unione fa la forza. In fondo, l’obiettivo del BTM è proprio questo: mettere a confronto le eccellenze del territorio con altre realtà (italiane ed internazionali), per costruire un’offerta in grado di valorizzare il patrimonio artistico, culturale e naturale che questa terra può offrire, aprendo ad una collaborazione attiva in grado di potenziare anche gli altri partner. Tra chi ha creduto nelle potenzialità di un segmento economico così rilevante per il Salento c’è l’Agenzia Password AD, da sempre impegnata nel lavoro di promozione portato avanti con professionalità e dedizione e che si traduce in un’attività costante, silenziosa e tenace che dura


PASSWORD AD Viale della Libertà, 47 - 73100 Lecce - tel. +39 0832 1692478 - www.pwad.it - info@pwad.it - coordinamento@pwad.it www.salentoreview.it - info@salentoreview.it 365 giorni nel salento

tutto l’anno e che, a febbraio, si concretizzerà con le due giornate di incontri ed eventi. Professionisti del settore, responsabili delle più grandi aziende nazionali ed internazionali, buyers, influencers marketing e tour operators, faranno il punto della situazione ed avvieranno collaborazioni interessanti. Tra workshop, tavole rotonde e visite guidate, si discuterà di progetti di sistema come il Distretto Turistico del Salento, per riqualificare e rilanciare l’offerta e assicurare alle imprese agevolazioni fiscali, amministrative, finanziarie e creare maggiori opportunità di investimento semplificando i rapporti con le pubbliche amministrazioni. In primo piano, inoltre, l’Osservatorio Innovazione Digitale nel turismo, strumento nato nel 2014 per studiare e comprendere tutti i

fenomeni legati al flusso turistico e per analizzare competitività, gestione dei servizi ed impiego delle nuove tecnologie. E a proposito di tecnologie, ampio spazio sarà riservato ai “Social Media Marketing” e alle opportunità che l’universo social può riservare a questo settore. Dalle prenotazioni online al cosiddetto “Facebook Power” passando per il nuovo linguaggio multimediale che sembra piacere tanto ai viaggiatori. Non meno importante, soprattutto per una terra troppo spesso penalizzata nei collegamenti, lo studio (con Aeroporti di Puglia) delle nuove rotte aeree su Bari e Brindisi, con uno sguardo puntato sui nuovi mercati, Russia e Cina in particolare. E poi con Arfotur (Associazione Formazione Ricerca Turismo) e Teamwork si affronteranno ALCUNI MOMENTI DELLA PASSATA EDIZIONE DI BTM

BTM 2016 THE BUSINESS TOURISM MANAGEMENT RETURNS. FOR TWO DAYS, IN THE FORMER “CONVENTO DEI TEATINI”, SUPPLY AND DEMAND WILL DEBATE TO GIVE FRESH IMPETUS TO THE TOURIST SYSTEM On February 20th and 21st, the second BTM is turning Lecce into the tourism capital to promote a confrontation between the main sector stakeholders. Last summer, Lecce recorded 30% more tourists than a year ago. According to the BTM, the coveted seasonal adjustment is not a pipe dream. Even this autumn lets Salento hope for a further growth of tourism. The commitment of those who have supported this sector is the basis for success. Unity is strength. And the aim of BTM is comparing Salento’s excellence with other national and international excellences, so as to enhance Salento’s artistic, cultural and natural heritage. Among those who have believed in the potential of this significant economic

temi quanto mai attuali come i nuovi percorsi di alternanza scuola-lavoro e le opportunità che stage e formazione possono offrire soprattutto ai più giovani. Il BTM è promosso dall’Agenzia Password AD e da “365 giorni nel Salento”, progetto che abbraccia che abbraccia il campo della comunicazione e della promozione turistica. «Solo con la formazione qualificata, la condivisione del know-how e l’associazione propositiva tra le competenze – spiga Nevio D’Arpa, promotore dell’evento e amministratore di Password AD – si possono strutturare le risorse umane e materiali indispensabili per dare senso definitivo ad un potenziale che ha ancora molto da dire nello scenario del turismo. Il nostro obiettivo è quello di continuare a dialogare e lavorare insieme a tutti gli operatori del territorio affinché l’attrazione che il Salento in particolare, e la Puglia in generale, esercitano sui turisti resti sempre alta. Uniti e competitivi possiamo fare il salto di qualità». Non solo mare. Il Salento ha tutte le carte in regola per conquistare i viaggiatori ma, prima di loro, i buyers ai quali sarà riservato un apposito educational alla scoperta del patrimonio paesaggistico, artistico, culturale ed enogastronomico che questa terra può offrire. Anche la scelta della location per il BTM 2016 è significativa. Quest’anno i lavori si concentreranno nelle sale dell’ex Convento dei Teatini, dove tra mostre fotografiche, sessioni di coking experience e intrattenimenti musicali, si concretizzerà, nel cuore della città, un modo nuovo per vivere e respirare la storia di Lecce.

sector, there is Password AD that has always been committed to a lasting promotion of Salento. During the BTM, professionals are establishing interesting partnerships and discussing the Digital Innovation in Tourism Observatory, in order to create greater investment opportunities. Ample attention is also being paid to Social Media Marketing. Not least, the study – with Apulian Airports – of new air routes to Bari and Brindisi, aiming to new markets. And then new work-linked training systems. BTM is promoted by Agenzia Password AD and by “365 giorni nel Salento”. «Just a qualified training, a know-how sharing and a proactive partnership – Nevio D’Arpa, Password AD director, explains – can build the human and material resources necessary to give a meaning to a potential that still has a lot to say in the tourist scenario. Our goal is working to make Salento and Apulia more and more attractive for tourists. Together we can make the leap». Salento is fully qualified to win travellers and buyers.


CULTURA

musica

LA RIVOLUZIONE LA FA LA MUSICA DAI NEGRAMARO A EMMA, DA CASARANO ALLA BUBBICO, DAGLI OPA CUPA AI CRIFIU: IL SALENTO SI CONFERMA FUCINA DI TALENTI 92 93


PH: M. CUEVAS PEREZ

di ilaria marinaci/

GIANLUCA DE RUBERTIS

DOLCENERA

RAFFAELE CASARANO RAFFAELE VASQUEZ

NEGRAMARO

Il Salento non è più periferia da tempo. Ma è stata la musica, prima di ogni altra cosa, a “sdoganarlo”. E la musica continua ad essere motore di promozione per un territorio fecondo di talenti affermati o emergenti. Lo stato di salute – ottimo – della musica salentina si può misurare dai nuovi dischi che sono usciti quest’autunno e che andranno a riempire gli scaffali fisici dei negozi e quelli virtuali degli store digitali. La carrellata non può che cominciare con loro, i Negramaro, che, smaltiti i festeggiamenti per i dieci anni di carriera, sono tornati in sala di registrazione e hanno dato alla luce “La rivoluzione sta arrivando”

(Sugar), uscito lo scorso 26 settembre, sesto album di inediti della band guidata da Giuliano Sangiorgi divenuto disco d’oro a pochissime settimane dal lancio. S’intitola “Adesso”, invece, il nuovo album di Emma Marrone, uscito il 27 novembre per l’etichetta Universal. La trentunenne originaria di Aradeo, che ha vinto l’edizione 2010 del talent show di Maria De Filippi, “Amici”, è al suo quinto disco di inediti, anticipato dai singoli “Occhi profondi” e “Arriverà l’amore” e interamente prodotto dalla cantante salentina insieme a Luca Mattioni. Altra grande voce salentina femminile

è quella di Dolcenera, al secolo la galatinese Emanuela Trane, che ha deciso di pubblicare il suo nuovo progetto musicale “Le stelle non tremano” (Universal) in una data particolare: l’11 settembre. Il perché lo ha spiegato lei stessa sui social. «Pochi sanno che questa data, che tutti associano all’attacco alle Torri Gemelle, fu scelta da Gandhi nel 1906 per “Satyagraha”, il manifesto della lotta non violenta. “Le stelle non tremano” significa questo: non avere paura!». Grande atmosfera e musica di classe la troviamo in “Medina” (Tuk Music), l’ultimo album di Raffaele Casarano che, per l’occasione, “duetta” con l’Orchestra Sinfonica Tito Schipa di Lecce, diretta da Alfonso Girardo. Ma il progetto non unisce solo musica jazz e musica sinfonica, ma, in un originale mix, troviamo anche l’elettronica di un maestro nordeuropeo come Erik Honorè. C’è anche un’altra curiosità: in questo disco, per la prima volta, Casarano non suona solo il sax ma canta anche, nel brano “Africa”, il cui testo è stato scritto da Sangiorgi. “Una donna” è il nome che Carolina Bubbico ha scelto per il suo secondo disco, uscito con l’etichetta Workin’Label il 15 ottobre


CULTURA

musica CRIFIU

LA BUBBICO RIARRANGIA STEVIE WONDER E DELL’ANNA RIVISITA AMY WINEHOUSE EMMA MARRONE

a due anni di distanza da quello d’esordio, “Controvento”. Otto canzoni originali più la popolare “Superstition” di Stevie Wonder, tutte interamente arrangiate da lei, reduce dall’ultimo Festival di Sanremo, dove ha diretto dal podio il brano del trio “Il volo” che ha trionfato fra i big. Sulla scia del fortunato “Cuori e confini”, anche i Crifiu, il 9 ottobre, hanno pubblicato il loro nuovo disco, “A un passo da te” (Dilinò), un album contemporaneo nelle tematiche e nei suoni, tra pop, rock e world music, dal forte impatto musicale ed emotivo. Undici tracce in cui si parla

di precarietà, d’amore e si lancia un messaggio d’ottimismo. Gli Opa Cupa di Cesare Dell’Anna sono stati il primo progetto balkan nato nel Salento, quasi vent’anni fa. Il 27 ottobre è uscito “Baluardo” per l’etichetta 11/8 Records: diciassette pezzi, fra i quali anche “You know I’m no good” dell’indimenticabile Amy Winehouse, rivisitata in chiave salentino-balcanica secondo lo stile di Dell’Anna e degli Opa Cupa. Nove inediti e una cover di Piero Ciampi, “Hanno arrestato anche l’inverno”, formano, invece, il nuovo disco del cantautore CESARE DELL’ANNA

MUSIC MAKES A REVOLUTION FROM NEGRAMARO TO EMMA, SALENTO PROVES TO BE SOURCE OF TALENTS Salento is no longer a periphery. The music has “cleared” this area, rich in talents. The excellent state of health of music in Salento can be measured by the records come out this autumn. Negramaro have released “La rivoluzione sta arrivando”, gold record a few weeks after the launch. “Adesso” is Emma Marrone’s latest album. It is her fifth album of unreleased songs. Dolcenera released her “Le stelle non tremano” exactly on September 11th, date chosen by Gandhi in 1906 for his “Satyagraha”, the manifesto of the non-violent fight. A big atmosphere in “Medina”, Raffaele Casarano’s latest album, where he performs with Lecce’s Symphony Orchestra Tito Schipa. In this album, for the first time, Casarano not only plays the sax but he sings, too.

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Raffaele Vasquez, che si intitola “Me” (Workin’Label) ed ha come protagonista assoluta la donna, una figura femminile “specchio” sulla quale si riflette non solo l’animo di un “maschio” ma quello dell’intera umanità. Gianluca De Rubertis, la metà maschile del duo Il Genio che qualche anno fa spopolò con il singolo “Pop-porno”, ha pubblicato, il 13 ottobre, per l’etichetta MarteLabel, il suo secondo album da solista “L’universo elegante”, in cui spiccano due ospiti d’eccezione come Amanda Lear in “Mai più” e Mauro Ermanno Giovanardi in “Magnifica notte”. Tutto qui? Assolutamente no. Chi ama gli assoli strumentali, non può perdersi “Solo Contrebasse – Tutti Solo” di Marco Bardoscia, mentre esordi discografici promettenti sono quelli del pianista William Greco con “Corale”, dei Respiro, ossia il violino di Francesco Del Prete e la voce di Lara Ingrosso, con “A forma di ali” e dei Moods con “Wailing”. Infine, “Mama” segna il ritorno di Mama Marjas, ormai incoronata regina del reggae in Italia.

“Una donna” is Carolina Bubbico’s second album. Nine songs completely arranged by her. Crifiu have released “A un passo da te”. Eleven tracks about precariousness and love send a message of optimism. Opa Cupa, the first Balkan project in Salento, have released “Baluardo”: sixteen tracks plus a reassessment of the unforgettable Amy Winehouse. There are nine unreleased songs and a cover in Raffaele Vasquez’s latest album “Me”. Woman is the leading main character, as a “mirror” reflecting the whole humankind. Gianluca De Rubertis has released “L’universo elegante”, featuring two special guests: Amanda Lear and Mauro Ermanno Giovanardi. If you love instrumental solos, you cannot miss Marco Bardoscia’s “Solo Contrebasse – Tutti Solo”. Bright record debuts are William Greco with his “Corale”, Respiro with their “A forma di ali” and Moods with their “Wailing”. Finally, “Mama” marks the return of Mama Marjas, the queen of reggae in Italy.


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LINCIANO LIQUORS

vini e Liquori

Vermouth e bollicine per stupire a Natale Stupire è la parola d’ordine che fa della Linciano Liquors la meta perfetta per chi voglia regalare e regalarsi a Natale un’esperienza gustativa audace Se stupire è il vostro diktat per i regali di Natale, avete bisogno di proposte uniche, non convenzionali. Soprattutto di qualcuno che sappia darvi un consiglio mirato. Insomma un amico con un bel bagaglio di esperienza. Noi lo abbiamo trovato e ve lo suggeriamo: Tonino Linciano. A capo della Linciano Liquors, enoteca leccese che vanta oltre un sessantennio di storia, Tonino ama sorprendere i suoi clienti storici e anche chi entra per la prima volta nel suo locale con delle selezioni inaspettate. Perché per lui il beverage è cultura, qualità e territori. 96 97

La sua capacità di cogliere le nuove tendenze di questo affascinante mondo alcolico la traduce in masterclass rivolte specificamente agli operatori di settore. Opera sua l’ultimo frequentatissimo seminario realizzato lo scorso novembre in collaborazione con AIS Lecce sul vermouth. Il vino liquoroso aromatizzato – protagonista indiscusso della storia della distillazione italiana e amato dai futuristi perché la risposta dello Stivale ai cocktail americani negli anni trenta – è stato al centro dell’educational organizzato dalla Linciano Liquors e guidato

da Fulvio Piccinino, esperto bartender e conoscitore della storia del bere. Un’esperienza gustativa che ha richiamato molti barman, ma anche molti consumatori “perché hanno il piacere di conoscere le novità e di crescere nel gusto” – spiega Linciano. A lui, perciò, abbiamo chiesto qualche suggerimento per accendere e crescere nel gusto di queste prossime feste di Natale. Cosa possiamo versare nel calice a Natale per stupire e per stupirci? «Il Natale per me vuol dire bollicine. L’ef-


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fervescenza che riluce e frizza nel calice è il comune denominatore comune della festa più attesa dell’anno. Ma, per una volta, consiglio di stupire gli ospiti con una bevuta trasversale, audace: partite con un aperitivo e servite un vermouth».

dei miei suggerimenti è, però, il libro di Fulvio Piccinino “La Miscelazione Futurista” che oltre a fornire diverse curiosità storiche, dà tanti spunti per preparare un aperitivo diverso, insolito. Un altro bel regalo legato al bere».

Quale vermouth ci suggerisci e come lo abbiniamo? «Propongo un vermouth americano, un “Cocchi”, servito con delle uova sode e un sandwich. Anzi “Lui e Lei”, il nome di questo piatto nel ventennio. Meglio

Se restiamo sulla bevuta tradizionale, invece, scegliamo una bollicina italiana oppure guardiamo alle proposte della Champagne francese? «Le bollicine non deludono mai in abbinamento a delle fritture o a del salmo-

EDUCATIONAL CON FULVIO PICCININO

ne. Comunque, sia quella italiana che francese rappresentano le produzioni più interessanti al mondo. Perché non assaggiarle entrambe in momenti diversi delle festività natalizie? Può essere un’esperienza gustativa accattivante da proporre ai propri invitati».

TUTTE LE FOTO SONO DI CARLO DE MITRI

Dopo Natale su quali novità ci indirizzerai? «Stiamo già lavorando per il nostro wine tasting, l’appuntamento con il mondo del beverage che proponiamo ogni due anni. Per ora posso dirvi la data – il primo lunedì di maggio 2016 – e che vedrete delle sorprese decisamente interessanti». Non ci anticipi nulla? «Assolutamente. Vi garantisco che ci saranno delle novità “pirotecniche”. Voi, intanto, segnate in agenda la data».

EDUCATIONAL CON FULVIO PICCININO

AT CHRISTMAS, VERMOUTH AND BUBBLES TO SURPRISE LINCIANO LIQUORS IS THE PERFECT DESTINATION FOR THOSE WHO WANT A BOLD TASTE EXPERIENCE Tonino, the person in charge of Linciano Liquors, loves surprising his customers with unexpected selections. In his opinion, beverage is culture, quality and territories. The last popular seminar on vermouth realized with AIS Lecce is his handiwork. We have asked Fulvio Piccinino, an expert bartender, some hints to kindle the Christmas taste. What should we pour in our goblets to surprise our guests? «I suggest starting with vermouth». What vermouth do you suggest? «American vermouth, a “Cocchi”, served with hard-boiled eggs and a sandwich. In the book “La Miscelazione Futurista” by Piccinino, there are several hints for an unusual appetizer. Another nice gift related to drinking». Remaining within the traditional drinking, better an Italian sparkling wine or French champagne? «Why not both? It may be an engaging taste experience». What news after Christmas? «We are already working on our next wine tasting. You will see very interesting surprises». Don’t you leak anything? «On the first Monday in May 2016, there are going to be “firework” news. Write the date down».


PERSONAGGI

steFania erroi

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di federica sabato/

chef.

Da manager a E la passione diventa professione di successo

Molte donne aspirano a realizzarsi lontano dai fornelli. Ma Stefania Erroi ha fatto il percorso al contrario, trasformando il suo sogno in realtĂ


PERSONAGGI

steFania erroi

DOPO UNA SERIE DI CORSI AMATORIALI INCONTRA LO CHEF EXECUTIVE GIORGIO TROVATO E DIVENTA PERSONAL CHEF PROFESSIONISTA

La cucina per lei è arte, studio, passione e creatività. Era una manager di successo fino a quando ha deciso di seguire il suo cuore e intraprendere la strada che l’avrebbe resa felice: la cucina. E così la tugliese Stefania Erroi ha abbandonato l’incarico di manager, ha terminato di occuparsi di strategie e di sviluppo aziendali ed è diventata una professional chef, personal e di cucina. Laureata in giurisprudenza, dopo un passato in cui si dimenava tra tailleurs, stivali da cantiere, carte bollate e riunioni, oggi indossa la divisa da chef tra i fornelli e le materie prime, che devono essere – come dice lei – “rigorosamente di prima qualità”. Stefania racconta una parte 100 101

della sua vita e, mentre parla, mantiene lo sguardo dritto e fiero di chi sa di aver vinto già una grande sfida, quella con se stessa: adesso ha un lavoro che la appaga veramente. La sua carriera, iniziata con anni di nuovi studi e specializzazioni, le dà ragione.

Dopo una serie di corsi amatoriali incontra lo chef executive Giorgio Trovato e diventa personal chef professionista. Si forma in seguito come chef de couisine a Roma frequentando la scuola di Igles Corelli, sotto la guida dello chef Sandro Masci e della “stellata” Giulia Steffanina. Al rientro da Roma, sempre insieme al consulting chef e food stylist Giorgio Trovato, partecipa ad eventi e continua a perfezionarsi fino a ritrovarsi nella stessa cucina, gomito a gomito in veste di “aiuto chef”. Ed è stato proprio lui a sceglierla per fondare, con un altro chef salentino, la Federazione Italiana Professional Personal Chef, l’unica associazione ad aver regolamentato in Italia la professione di “cuo-




PERSONAGGI

steFania erroi

CON LA SUA FEDERAZIONE, È PROTAGONISTA DI NUMEROSE ALTRE INIZIATIVE TRA CUI QUELLA DI VALORIZZAZIONE DELLE RICETTE ANTICHE O DIMENTICATE co a domicilio” attraverso l’adesione a un codice deontologico particolarmente curato, che ha fatto della formazione il suo obiettivo principale. Il personal chef è una figura professionale che negli ultimi anni si sta facendo strada nel panorama delle nuove attività. Lo chef arriva nella cucina del cliente, si mette ai fornelli e in pochi minuti prepara pranzi o cene su misura. Grazie alla formazione ricevuta, è in grado di rendere indimenticabile sia una cena a due, magari a lume di candela, che un banchetto di nozze. Stefania ha iniziato

la propria carriera così, lavorando duro, ma soprattutto mettendosi in vetrina, dimostrando di potercela fare nei suoi “show-cooking” realizzati non solo a casa dei suoi clienti, ma anche in corsi di formazione ed eventi pubblici. Per i clienti di un personal chef si tratta di avere l’occasione di assistere alla preparazione dei piatti, arricchendo così le proprie conoscenze culinarie o di partecipare ad un vero e proprio mini-corso. Ognuno, quindi, in casa propria, può essere protagonista attivo della serata e dedicarsi ai propri amici, senza mai

allontanarsi da loro per seguire le varie portate della cena, col terrore, magari, che in forno bruci qualcosa. «Solo ripensando alla mia infanzia capisco che la passione per la cucina risale ad allora – racconta Stefania. – Ero una bambina piuttosto vivace e mia nonna, per tenermi calma e trattenermi in casa, mi faceva stare con lei tra i fornelli, mi assegnava dei piccoli incarichi, mi invitava ad impastare insieme a lei, a guardare la preparazione dei piatti. Alle medie avevo già il mio primo ricettario, realizzato grazie alle sue nozioni che mi ero appuntata. Crescendo, nelle cene di famiglia ho affiancato mio padre che ha la mia stessa passione e per me è stato naturale poi dedicarmi alla cucina nei momenti in cui sentivo l’esigenza di rilassarmi e coccolarmi». Stefania, che partecipa anche ad eventi internazionali, è reduce da un viaggio in Finlandia, ospite dell’ambasciata italiana, grazie al Progetto di Cooperazione Leadermed, che mira alla tutela e alla valorizzazione della dieta mediterranea. Inoltre, con la sua federazione, è protagonista di numerose altre iniziative, tra cui quella di valorizzazione delle ricette antiche o dimenticate, tipiche dei pescatori e della cultura marinara, nell’ambito di Medicult, 102 103


PERSONAGGI

steFania erroi

progetto di cooperazione interregionale e transnazionale, attuato dal Gac (gruppo azione costiera) Adriatico salentino. Nel 2014 è stata anche Miss Chef Puglia: naturalmente non un concorso di bellezza, bensì di una gara culinaria, realizzata attraverso uno show-cooking tra quattro chef pugliesi, davanti ad una giuria istituzionale e ad una tecnica. In quell’occasione, in due ore di competizione, Stefania, ha proposto un piatto

originale e colorato che ha denominato, “un gambero a spasso” con protagonista il “gambero viola di Gallipoli”, rivisitato in un trittico orientale e mediterraneo. Il gambero, immaginato in viaggio da Gallipoli verso Andria, terra di burrata, passando per paesi esotici e rientrando in Italia tra Toscana e Sicilia, è stato proposto in tre modi diversi: con emulsione di burrata, timo limonata fresco, pepe rosa e zest di lime; con una tartare su uno

FROM MANAGER TO CHEF. AND PASSION BECOMES A SUCCESSFUL PROFESSION SHE IS A SUCCESSFUL MANAGER UNTIL SHE DECIDES TO DO WHAT WOULD HAVE MADE HER HAPPY: COOKING. Thus, Stefania Erroi quits her job and becomes a professional chef, between stoves and “strictly-top-quality” raw materials. After several amateurish cooking classes, she meets the executive chef Giorgio Trovato and turns into a professional personal chef. Then, she becomes a chef de cuisine in Rome. She participates in several events and continues to improve until she arrives in Giorgio Trovato’s kitchen, as his “assistant chef”. Trovato chooses her to found the FIPPC, the only federation to have regulated this profession in Italy. The personal chef comes in the customer’s kitchen and makes custom-made lunches or dinners. Thanks to its training, he/she can make a candlelight dinner or a wedding banquet unforgettable. Stefania has worked hard and she has proved she can make it in her

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“zoccolo” di mango e polvere di cardamomo; in crosta di lardo di Colonnata su una caponatina. La giuria è rimasta entusiasta del piatto, tanto da attribuirle una valutazione altissima che le ha permesso di vincere. Questo è solo uno dei tanti riconoscimenti che ha ottenuto Stefania che però ha ancora sogni da realizzare, tra i quali quello di applicare la sua idea di cucina in autonomia. Per farlo «devo trovare un piccolo locale e intraprendere la mia attività. Ora si parla tanto di food style, perché la gente non mangia più solo per sfamarsi, ma è più attenta al cibo che ingerisce. Sono poche, per me, le cose che non si devono mai perdere di vista in cucina: evitare troppi effetti speciali negli impiattamenti perché il cliente va tranquillizzato, dandogli la possibilità di capire gli elementi che compongono il piatto; emozionare il cliente non perdendo di vista quello che è l’aspetto salutistico del cibo, proprio per questo faccio anche la ‘food hunter’, ovvero la cacciatrice di prodotti a chilometro zero e contribuisco ad aiutare l’economia locale!».

“cooking shows”, her training courses and her public events. A personal chef’s customers have the opportunity to attend the preparation of dishes or to devote themselves to their friends. «This passion dates back to my childhood – Stefania tells. – My grandmother invited me to knead and to attend the preparation of the dishes». Stefania has just returned from a trip in Finland, where she promoted the Mediterranean diet. She has been the protagonist of many other initiatives, including the promotion of ancient or forgotten recipes. In 2014, she won a cooking competition. On that occasion, Stefania proposed an original and coloured dish, “a walking shrimp”, where Gallipoli’s purple shrimp makes an imaginary journey from Gallipoli to Andria, passing through exotic countries and arriving back in Italy, between Tuscany and Sicily. Stefania has still the dream of opening a small restaurant. «Now people are more attentive to food. You should avoid too many special effects and move the customers without forgetting the health aspect of food. This is why I am a ‘food hunter’ of zero-mileage products, thus helping the local economy!»



comunita,

CULTURA

Se lo scambio non è solo una questione di mercato Ad accogliere chi oltrepassa i pilastri d’ingresso, una schiera di statue egizie di una imperturbabile serenità, non si sa se di rigore o di sorriso. Una suggestione che invita a entrare, ma sembra richiamare anche, vagamente, al rispetto della soglia. Un uomo si avvicina con la bonarietà dell’ospite: «Le ho fatte arrivare qua io» annuisce 106 107

fieramente. Poco più avanti, un gruppetto dibatte sui particolari della festa indiana prossima a venire: «Sta’ zitto tu, staresti bene truccato col kajal» ammonisce una giovane srilankese, punzecchiata dal suo vicino iraniano. Al mercatino delle arti e delle etnie di viale Aldo Moro a Lecce va sempre così.

L’uno accanto all’altro, donne, uomini, merci e opere d’ingegno dei cinque continenti – senza escludere l’Italia – convivono in un sottile equilibrio che si negozia e di rinnova ogni giorno, tra una ciotola di curry e un telo batik, tra l’ora del the e quella della preghiera. Un luogo in cui l’economia cortocircuita con la cultura,


di giorgia salicandro/foto pierpaolo schiavone

declinata al plurale. Il mercato, qui, è solo una parte della faccenda: chi vi aderisce, e chi vi approda, sigla un “patto non scritto” di messa in comune, scambio, e – perché no? – contaminazione. Inaugurati lo scorso giugno dopo anni di un limbo silenzioso, rotto da saltuarie polemiche, quei trentacinque box, messi a disposizione dal Comune di Lecce a un canone simbolico, sono oggi un work in progress per l’economia di una comunità crescente della città, ma anche un esperimento culturale che travalica lo stesso progetto iniziale. Perché è la quotidianità della routine, con la vicinanza di bottega

e il comune obiettivo del lavoro siglato da un consorzio ad hoc, a produrre relazioni inedite e talvolta inaspettate. Mohsen Ahmed, egiziano da sei anni nel Salento ma viaggiatore di lungo corso in giro per l’Europa, al mercatino ha voluto portarci la sua storia e il suo cuore. Vendere papiri con i geroglifici delle piramidi non poteva bastare a lui che del fascino di quella storia ha fatto per anni un lavoro, operando come guida turistica. Così, ha preso tre box sul lato sinistro della piazza per trasformarli nientemeno che nella tomba di Tutankhamon: c’è la statua di Anubi che protegge il Regno

dei morti, il sarcofago del re, la cassa del tesoro, realizzati negli anni Settanta in Egitto. Un ambiente unico, che «potrebbe richiamare anche le scolaresche» spiega Mohsen, mentre fa strada verso la camera funeraria varcando un piccolissimo accesso. Poco distante, Husseni Harbabi vende tappeti pregiati e oggettistica, nel tempo di mezzo tra un’attività culturale e l’altra curate per conto del Touring iraniano. Un aroma di curry e curcuma lo accompagna dal mattino alla sera, ma è quello della sua “vicina”, Keruthika Thillaivasan, srilankese da oltre vent’anni in Italia, l’unica a vendere spezie. «Si è come una famiglia – dice –


comunita,

CULTURA

UN LUOGO IN CUI L’ECONOMIA CORTOCIRCUITA CON LA CULTURA, DECLINATA AL PLURALE certo siamo molto diversi, ma questo non ci impedisce di prendere il the insieme tutti i giorni, e poi abbiamo l’Italia in comune». Una parte di quell’Italia, la stessa, probabilmente, a cui sorridono gli occhi di Keruthika, ha deciso di fare casa qui: giovani artigiani locali che hanno aperto laboratori e atelier. Come Chiara Spinelli ed Emanuela Bartolotti, illustratrici: «Non diciamo che sia sempre facile – spiegano – c’è chi non beve vino, chi non mangia carne, chi ha appartenenze religiose più o meno marcate, ma la progettazione comune delle iniziative contribuisce a smussare le diversità». Una vera prova, in tal senso, è il “Natale in riva al mondo”, una “maratona” di feste e appuntamenti dall’Immacolata alla Befana dei bambini del mondo, passando per il Capodanno dei popoli.

Una “casa comune”, rigorosamente autogestita, dal Senegal all’India, dall’Etiopia alla Tunisia, al Marocco: di tutti loro, e del bagaglio di storie e culture che portano con sé, racconterà la biblioteca multietnica, il progetto con cui Carlo Mileti, della Bottega del Commercio equo e solidale, intende contribuire a questa scommessa. I libri, spiega, vengono da tutti i paesi rappresentati, grazie alla collaborazione con le varie ambasciate. Un modo per capo-

volgere la sorte di “periferia” dello spazio, lontano dai luoghi “caldi” del commercio e del divertimento, concepito “come un parcheggio” – denuncia Mileti – con strane saracinesche al posto delle porte, eppure in grado di ridisegnare un nuovo centro, che si opponga ai non-luoghi asettici del mercato: un luogo di non-separazione tra centri, culture e lavoro, in città come, nella piccola utopia del mercatino, tra Nord e Sud del mondo.

CARLO MILETI

IF THE EXCHANGE IS NOT JUST A MATTER OF MARKET A host of Egyptian statueswelcomes those who pass the entrance pillars. A man approaches: «I got them here» – he nods fiercely. A small group discusses the forthcoming Indian festival. It is always the same at the market of the arts and the ethnic groups.People and goods from the five continents coexist in a fine balance that is renewed every day. This market is a place of economy and culture, exchange and contamination. Inaugurated last June, those stalls are a work in progress for the economy of a growing community, but they are a cultural experiment, too. Mohsen Ahmed, Egyptian and a former tourist guide, hasturned his stalls into Tutankhamun’s tomb, with Anubis’ tomb. A unique place “that could attract students” – Mohsen explains. Not far away, Husseni Harbabi sells carpets and furnishing items, accompanied by his Sri Lankan neighbour’s aroma of curry and turmeric. «We are all very different – they say – but we have tea all togetherevery day». Here, young local craftsmen have their laboratories and workshops. «It is not always easy – they say – but a joint planning smooth out our differences». A real test is “Christmas by the world”, a “marathon” of festivals from the Immaculateto the Epiphany, through the Peoples’ New Year. A “joint house”, from Senegal to India, from Ethiopia to Tunisia and Morocco. A multi-ethnic library will tell their histories and cultures, with books from all their countries. A way to create a place of not-separation among centres, culturesand job, in the city as well as between the North and the South of the world.

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TRADIZIONE

cucina

Nel nome del tipico, un dolce cadeaux natalizio

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di jlenia m. gigante/foto pierpaolo schiavone

Zucchero, mandorle, chiodi di garofano e cannella: quest’anno con i Magi nel presepe arriva la tipicità. Ingredienti basilari di un’arte dolciaria antica, misurata sul “tanto quanto basta” delle riserve in dispensa per soddisfare palati semplici, abituati al poco e al rustico. Ma in queste ricette, di rustico non c’è davvero nulla perché hanno tanta dolcezza, quanto basta per riscaldare un fine pasto. Eppure un piccolo neo ce l’hanno: sono un po’ vintage nel nome, nell’aspetto e nel sapore. Per nulla industriali. ’Nfocacatti, mostaccioli, fiche cu lle mandurle, il nome di queste delizie. Frutto di una manualità artigianale sono figli della civiltà rurale che, per lungo tempo, si è presa cura del paesaggio. E forse, proprio per un sopito e non ammesso senso di vergogna per quelle “paute chine de fiche siccate” (tasche piene di fichi secchi) dei contadini, non sono poi così reperibili nelle case salentine. Anzi, è più probabile trovare un panettone piuttosto che un piatto di questi gioielli di tipicità. La cottura in forno li accomuna, la singolare aromaticità li distingue. Se poi l’impasto non è eccessivamente secco e conserva il giusto tasso di morbida friabilità e di polpa per i fichi, sono

un’esplosione di gusto. Sulla tipicità non c’è dubbio: lo attesta l’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali del Mipaaf in cui sono inclusi i mostaccioli, dolci dall’impasto di cacao e mandorle aromatizzato da chiodi di garofano, cannella e buccia di mandarino. I fichi con le mandorle sono un must, a lunga conservazione, di carnosa dolcezza al profumo di alloro. In ultimo gli ’nfocacatti, candide paste avvolte nella glassa di zucchero – “gileppu” – dal nome misterioso. Di fatto, questi dolcetti sono i più natalizi tra tutti perché per tradizione

sulla tavola della Vigilia dell’Immacolata. Perché allora non proporre queste bontà a marchio Salento a conclusione di un pasto festivo o, meglio ancora, come cadeaux natalizio? Un regalo “home made” che acquista ancora più valore se abbinato a vini passiti o dolci naturali del territorio perché – dice Alessandro Candido, produttore dal 1979 dell’unica etichetta di Aleatico Dolce della DOC Salice Salentino – «sono le caratteristiche della propria terra a conferire ai vini il carattere inimitabile e le tradizioni a distinguere i territori».

IN THE NAME OF THE TYPICAL, A SWEET CHRISTMAS’ CADEAU Sugar, almonds, cloves and cinnamon: this year, the typical comes in the crib. Basic ingredients of an ancient confectionary art, meant to satisfy simple palates. These recipes have such sweetness, just enough to heat a meal. And yet they have a flaw: they are slightly vintage in their name, in their appearance and in their flavor. Nfocacatti, mostaccioli, and fiche cu lle mandurle are the result of a handicraft work; they are not so common in Salento’s houses. On the contrary, it is easier to find a panettone than these typical jewels. They have in common the baking in the oven; they are distinguished by their singular aromas. Their dough is an explosion of taste. Their typical is attested by the Mipaaf. Mostaccioli are made of cocoa, almonds, cloves, cinnamon and tangerine peel. The figs with the almonds are a must flavoured with Bay leaves. Finally, there are the nfocacatti wrapped in a sugar icing – “gileppu”. These are the most typical sweets at Christmas time. Why not to propose these Salento’s goodness at the end of a meal or as a Christmas gift? A “homemade” gift that becomes even more valuable if paired with local wines because – Alessandro Candido, wine producer, says – «the features of their land give the wines an inimitable character and traditions distinguish territories».


TRADIZIONE

cucina

FICHE CU LLE MENDULE (FICHI SECCHI CON LE MANDORLE) 1 kg di fichi secchi; 150 g di mandorle tostate; la buccia di 2 limoni; una bustina di cannella; 150 g di cioccolato fondente; alcune foglie di alloro; chiodi di garofano. Lavate i fichi secchi, asciugateli al sole. Passateli in forno caldo ma spento per cinque minuti. Apriteli con le mani e stendeteli bene: su una metà mettete una mandorla tostata, un po’ di buccia di limone grattugiata, un po’ di cannella, un po’ di cioccolato fondente grattugiato e copritela con l’altra metà. Schiacciate i fichi tra le mani per fare combaciare le due parti. Disponeteli serrati sulla placca da forno e cuoceteli a 150° per 10/15 min fino a quando saranno dorati. Sistemateli, pressandoli, ancora caldi in un barattolo di vetro o in un recipiente di terracotta insieme ad alloro e ai chiodi di garofano. Quando si saranno raffreddati, chiudete ermeticamente il barattolo. Serviteli su un piatto con foglie di alloro fresche.

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FICHE CU LLE MENDULE (DRIED FIGS WITH ALMONDS) 1 kg of dried figs; 150 g of toasted almonds; the peel of 2 lemons; 1 cinnamon bag; 150 g of dark chocolate; some Bay leaves; cloves. Wash the dried figs and dry in the sun. Put in a hot but turned-off oven for five minutes. Open them with your hands and roll it well: on a half, put a toasted almond, a little grated lemon peel, a bit of cinnamon, a bit of grated dark chocolate and cover with the other half. Press the figs to match the two parts. Put tightly on a baking sheet and bake at 150° for 10/15 min. until they become golden. Still hot, put them in a glass jar or in an earthenware pot, together with some Bay leaves and cloves. When they have cooled, close the jar tightly. Serve on a platter with fresh Bay leaves.




TRADIZIONE

cucina

‘NFOCACATTI 1 kg di farina; 50 g di zucchero; 4 uova; 1 dl di olio extravergine di oliva; 1 cucchiaio di lievito in polvere; una bustina di vaniglia; Per la glassa (gileppu biancu); 500 g di zucchero; 2 dl di acqua. Impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea. Formare dei bastoncini del diametro di 1,5 cm circa e lunghi 7 cm da annodare. Adagiateli su una teglia unta precedentemente di olio e cuoceteli in forno a 180° fino a quando assumeranno un aspetto dorato. Per la glassa: versate in un pentolino lo zucchero aggiungendo l’acqua. Mettete sul fuoco e mescolate con un cucchiaio di legno finché otterrete un composto denso. Verificate la densità prendendo una goccia tra l’indice e il pollice. Se tra le dita si formerà un filo, il “gileppu” è pronto. Avvolgere nel gileppu (con celerità per evitare che la glassa si raffreddi) ogni dolcetto e lasciate asciugare. ‘NFOCACATTI 1 kg of flour; 50 g of sugar; 4 eggs; 1 dl of extra virgin olive oil; 1 tbsp. of baking powder; 1 vanilla bag; For the icing (“gileppu biancu”); 500 g of sugar; 2 dl of water. Knead all the ingredients until the dough becomes smooth and homogeneous. Form some sticks to be tied with a diameter of about 1.5 cm and 7 cm long. Place them on a greased baking sheet and bake at 180° until they have a golden colour. For the icing: pour the sugar into a saucepan and add water. Put on the fire and stir with a wooden spoon until the dough becomes thick. Take a drop between forefinger and thumb. If the fingers create a line, “gileppu” is ready. Quickly wrap every trick in the icing (to prevent the cooling of the icing) and allow drying.

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TRADIZIONE

cucina

MUSTACCIOLI 500 g di flour; 250 g of toasted almonds; 1 bag of baking powder; 4 tbsp. of extra virgin oil; 3 tbsp. of cocoa; 2 eggs; 1 small glass of dry white wine; the peel of a lemon or of a tangerine; cloves; cinnamon; milk to taste; For the chocolate icing (gileppu); 500 g of sugar; 150 g of cocoa powder; 2 dl of water. Put the flour, the baking powder, the wine, the oil (where you have previously sizzled the peel of the tangerine), the cocoa, and the eggs on a pastry board. Add the coarsely-ground almonds and knead. Add the milks and the powdered flavours. Knead until the dough is firm, and then let it sit for about 2h. Cut the dough into rhombus of about 12 cm and place on a greased and floured baking sheet. Bake at 180° for 30 min. Make the icing by mixing the sugar and the cocoa and add the water slowly. Stir constantly. Simmer until the mixture is thick. Remove the icing from the heat and wrap few mostacciolis at a time. Drip oil, dry on a wire rack and store in a tin before serving.

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MUSTACCIOLI 500 g di farina; 250 g di mandorle tostate; 1 bustina di lievito per dolci; 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva; 3 cucchiai di cacao; 2 uova; 1 bicchierino di vino bianco secco; la buccia di un limone o mandarino; chiodi di garofano; cannella; latte q.b.; Per la glassa al cioccolato (gileppu); 500 g di zucchero; 150 g di cacao in polvere; 2 dl di acqua. Mettete sulla spianatoia la farina, il lievito, il vino, l’olio (dove precedentemente avete fatto sfrigolare la buccia di mandarino), il cacao, le uova. Aggiungete le mandorle macinate grossolanamente e impastate. Aggiungete il latte e gli aromi polverizzati. Lavorate l’impasto fino ad avere una pasta soda da lasciare riposare per circa 2 h. Dalla pasta ricavate delle forme romboidali di circa 12 cm da adagiare sulla placca unta di olio e spolverizzata di farina. Infornate a 180° per 30 min. Preparate la glassa amalgamando lo zucchero al cacao e aggiungendo a filo l’acqua. Rimestate in continuazione. Fate bollire a fuoco lento finché il composto sarà denso. Togliete la glassa dal fuoco e avvolgete pochi mostaccioli per volta. Lasciateli sgocciolare e asciugare su una gratella e conservateli in una scatola di latta prima di servirli.



FARMACIA DEI SANI

ristorazione

Il ristorante che cura il palato e conquista il cuore Chi ancora non ha avuto il piacere di passare una serata da loro, si dia da fare e recuperi quanto prima perché una cena (ma anche un pranzo, in realtà) in compagnia dei fratelli Rizzo, a Ruffano, è un’esperienza che abbraccia tutti i sensi. In queste sale si trova, in un colpo solo, calore, affetto, simpatia, aria di famiglia e, ovviamente, prelibatezze uniche che fanno, della Farmacia di Sani, un tempio del gusto. Fabio, Roberto e Valentina non potrebbero essere più diversi fra loro eppure la differenza caratteriale che in qualche modo li distingue, è la chiave del successo di questo ristorante che in un decennio ha creato una nuova idea di accoglienza a tavola. Ad ispirare questo focolare del mangiare bene è stata mamma Ada. Eccellente cuoca, abituata a cucinare per amici e parenti, ha trasmesso la sua abilità anche ai figli, in particolare a Valentina che, da quando la mamma non c’è più, crea dietro ai fornelli piccoli saporiti capolavori che 118 119

nascono comunque da un confronto con Roberto e Fabio. «Abbiamo gusti diversi – spiega – e questo ci permette di creare piatti che piacciono un po’ a tutti». Il locale (ricavato dalle scuderie di un castello del 600), nasce per riunire la famiglia attorno ad un progetto. Agli inizi, in cucina c’erano anche la nonna e gli zii. Una banda di sorrisi e simpatia che sfornava ricette della tradizione facendo, dei piatti caserecci, il punto forte del ristorante. Con Valentina, Roberto e Fabio, c’è stata la svolta che ha portato uno spirito avanguardista nella cucina salentina. Infatti adesso il menù è un esempio di tradizione e ricerca. Alla base ci sono sempre ingredienti e materie prime di ottima qualità, la provenienza locale vince su tutto anche se, sempre in nome di questa ricerca e sperimentazione, non mancano ispirazioni di colori diversi. «Innanzitutto seguiamo la stagionalità dei prodotti – afferma Fabio – ma apriamo

anche alle altre regioni. Per esempio la colatura di alici che utilizziamo per condire gli spaghettoni, arriva direttamente dalla costiera amalfitana, più esattamente da Cetara, così come per insaporire il nostro controfiletto scegliamo spezie che arrivano da Montreal. Anche per la bottarga di muggine ci spostiamo fino in Sardegna. Il must è uno solo: qualità e freschezza». In dieci anni la Farmacia dei Sani, così battezzata perché aperta accanto alla farmacia comunale (quella per i malati, dicono all’unisono i tre fratelli), si è ritagliata un posto di nicchia tra i locali del Salento, tanto da conquistare una clientela che arriva anche dalle province di Bari e di Brindisi. È una cucina non convenzionale che utilizza le nuove tecniche di cottura. Lo chef, ovvero la dolcissima Valentina, non ha una preparazione prettamente scolastica. Lei si muove con passione, forte di un’esperienza maturata tra i fornelli, a stretto contatto con una maestra d’eccezione, la sua mamma da


RISTORANTE FARMACIA DEI SANI Piazza del Popolo 14, Ruffano (LE) tel. +39 339 8332514 - f.rizzo@libero.it

cui ha appreso i segreti dell’arte culinaria. E le sue pietanze non hanno nulla da invidiare agli chef stellati. «Cucino col cuore – dice orgogliosa – le mie intuizioni gastronomiche incontrano il consenso dei clienti e questo è già un successo, sia per me che per i miei fratelli». Tre le “intuizioni saporite” va annoverato assolutamente il raviolo al baccalà affumicato (con il legno di ulivo), laccato con la barbabietola rossa. Prelibatezza che non

troverete da nessun’altra parte. Un altro piatto forte del locale è la burratina con i finocchi di mare, spolverata con la bottarga. E per finire, l’anarchia di cioccolata. Un tripudio di cacao, declinato in modi e consistenze originali e gustosi. Per il momento “anarchico”, Valentina abbandona la cucina per produrre, direttamente sul tavolo degli avventori, la composizione di diverse creme al cioccolato e spezie ricreando un vero e proprio quadro in

FARMACIA DEI SANI THE RESTAURANT THAT HEALS THE PALATE AND WINS THE HEART Affection and pleasantness make Farmacia dei Sani a temple of taste. It was mom Ada, an excellent cook, who has passed on her skills to her children: Fabio, Roberto and, in particular, Valentina, that now creates tasty little masterpieces. «We have different tastes, and this allows us to create dishes that everyone likes». The restaurant – obtained from the stables of a 17th-century castle – was created to gather the family around the traditional recipes. When the three brothers took over, there was a vanguardist breakthrough. Now the menu is an example of tradition and

stile Pollock. Ricetta divina che mette a dura prova anche i meno golosi. Lo scorso inverno il locale ha partecipato al programma trasmesso su Sky e Cielo “Quattro Ristoranti”, condotto da Alessandro Borghese. Una gara fra ristoratori pugliesi in cui la Farmacia dei Sani ha fatto la differenza sbaragliando la concorrenza e aggiudicandosi il titolo di “Miglior Ristorante a Conduzione Familiare della Puglia”.

research. Ingredients of the highest quality are the basis of everything; local products triumph. «We follow the seasonality of products, – Fabio says – but we open to other regions. There is just one must: quality and freshness». The name of the restaurant “The chemist’s of healthy people” comes from the restaurant position, located next to a real chemist’s. Valentina moves with passion in the kitchen and her food has nothing to envy to the starred chefs. «I cook with the heart; – she says proudly – my gastronomic insights meet the customers’ taste». Among the tasty insights, there are: ravioli with smoked codfish; small burrata with sea fennels and anarchy of chocolate. Last winter, the restaurant participated in the TV programme “Four restaurants”, winning the title of “Best Apulian Family-Run Restaurant”.


TRADIZIONE

costumi

Quando il fidanzamento era una corsa a ostacoli Dopo aver ottenuto il via libera per il corteggiamento, il pretendente iniziava una fase scandita da un preciso cerimoniale. Il seguito dell’articolo del numero precedente

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di enzo turco/foto pierpaolo schiavone

Abbiamo lasciato madre e figlia mentre rientrano in casa, portandosi dietro “lu taccaru”: intimamente sono compiaciute per il primo passo fatto “dallu carusu” (dal giovane). Da questo momento ha inizio un vero e proprio teleromanzo con una sceneggiatura consolidata nel tempo. L’aspirante “zzitu” (fidanzato) non può gioire più di tanto perché sa che sta per iniziare una specie di percorso ad ostacoli che dovrà superare per guadagnarsi la piena fiducia della famiglia della giovane. Per il momento gli è solo consentito un corteggiamento molto soft fatto di ammiccamenti, occhiate ancora furtive, sguardi amorosi e piccoli segnali di complicità nelle poche occasioni d’incontro, a messa o durante qualche passeggiata con lei opportunamente “scortata” dalla madre. A questo punto entra in scena una strana figura, l’intermediario (“lu rufianu” o “lu ‘nnantimisu”), che in cambio di regali o di beni in natura si offre quale tramite tra i due ragazzi (scambio di “pizzini amorosi”, di foto e accordi per incontri fugaci) per poi diventare il vero artefice del contratto matrimoniale che porterà i due innamorati all’altare. Nel frattempo la madre della ragazza, non ancora soddisfatta delle informazioni sul giovane, nel rispetto del gioco della parti, organizza con le sue “cummari” (comari) più informate e riservate un vero “servizio di intelligence”. L’ignaro spasimante è rivoltato come un calzino. Chi è? Che mestiere fa? È un lavoratore? “Tene rrobba” (ha proprietà)? E i parenti “suntu de carbu” (sono persone perbene)? Se è tutto ok, e solo allora, hanno inizio le trattative per “la trasatura”, la formalità consuetudinaria che sancisce l’ingresso ufficiale in casa del futuro “zzitu”. Tempi e modalità per la “trasatura” sono concordati per il tramite “de lu rufianu”: usanza vuole che intercorrano otto giorni tra “taccarisciamentu” e “trasatura”. Per “lu zzitu” è il momento di abboccamenti meno furtivi o di tenere e languide serenate notturne che fatalmente lo

IL MOMENTO È TOPICO PER L’INNAMORATO: SA CHE, VARCATA QUELLA SOGLIA, NON C’È PIÙ SPAZIO PER RIPENSAMENTI O TENTENNAMENTI

rivelano al vicinato ed al resto della famiglia fin qui ancora all’oscuro di tutto. Finalmente, in capo alla data e all’ora stabilita (solitamente all’imbrunire del sabato o della domenica), puntuale il ragazzo, accompagnato da padre, madre e intermediario, si presenta alla porta di casa della ragazza. Il momento è topico per l’innamorato: sa che, varcata quella soglia, non c’è più spazio per ripensamenti o tentennamenti. Bussa. È la madre ad aprire e ad introdurre gli ospiti nel salotto dove si trova il resto della famiglia. Una rapida stretta di mano tra i due capi famiglia e un cordiale abbraccio tra le due madri, poi ci si mette comodi attorno ad un tavolo prendendo posto secondo

la tradizione che vuole comunque i due giovani opportunamente distanti: lui è seduto su una seggiola acquistata per l’occasione (la seggia de lu zzitu) che sarà usata da lui soltanto e, in caso di rottura del fidanzamento, verrà esposta all’esterno a significare che sedia e ragazza sono nuovamente libere. Dopo i convenevoli iniziali d’uso e un bicchierino di rosolio o un caffè (li complimenti), mentre zzitu e zzita si scambiano sguardi languidi, i genitori prendono i primi accordi su come, quando e dove l’uomo prima del matrimonio potrà vedere la sua amata. A dire il vero, vista la quotidianità, non è che si potesse fantasticare molto: generalmente per le visite, ovviamente in casa della futura sposa, si sceglievano


TRADIZIONE

costumi

I DUE INNAMORATI SEDEVANO AGLI ESTREMI OPPOSTI DEL TAVOLO E CONVERSAVANO, SENZA AVERE ALCUN CONTATTO, CONTROLLATI A VISTA DALLA MADRE O DA ALTRO COMPONENTE LA FAMIGLIA le serate del giovedì, del sabato e della domenica. I due innamorati sedevano agli estremi opposti del tavolo e conversavano, senza avere alcun contatto, controllati a vista dalla madre o da altro componente la famiglia. Capitava di frequente che gli innamorati venissero coinvolti nella recita del Rosario che da antica abitudine delle famiglie salentine si teneva la domenica sera con la partecipazione del parentado e di qualche famiglia del vicinato. Di

incontri fuori casa non se ne parlava nemmeno e laddove si concordavano, dovevano avvenire sempre in presenza della madre o di un familiare di fiducia (ricordate la canzone di Renato Carosone “Io…mammeta e…tu”?). Ultimato il rito della “trasatura” di comune accordo le due famiglie si davano appuntamento agli otto giorni per la fase più delicata dell’iter matrimoniale: “lu parlamientu”. Qui si discuteva il vero e proprio contratto matrimoniale e su questo, tal-

WHEN THE ENGAGEMENT WAS AN OBSTACLE COURSE THE FOLLOW-UP OF THE ARTICLE OF THE PREVIOUS ISSUE We left mother and daughter while they get home, carrying the piece of wood. From now on,the would-be fiancé knows he is about to begin an obstacle course. At the moment, just furtive looks at the girlon the few occasions of meeting are allowed. A strange figure, the middleman, offers him/herself as a means for the engaged couple to exchange some notes or agreements for fleeting encounters. Meanwhile, the girl’s motherorganises a genuine “intelligence service” on the unsuspecting suitor. Only after, negotiations for the official entrance of the future boyfriendinto the house begin(“trasatura”). How and when the two young will meet are arranged through

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volta, s’infrangeva il sogno d’amore dei due innamorati. “Lu zzitu” dovrà ancora aspettare e tribolare prima di avere la sua bella.

the intermediary. Finally, the boy, his father, his mother and the middleman show up at the girl’s house. A warm hug between the two mothers,then they all sitaround a table. The two young are distant: he sits on a chair bought for the occasionthat will be used only by him; if the engagement breaks, the chair will be shown outside, meaning that chair and girl are free again. Parents make arrangements onhow, when and where the man will see his beloved before marriage. Visits to the bride’s home are usually at weekends. The two lovers are always watched by her mother or by a family member. Completed the rite of this phase, the two families discuss the marriage contract. And on that, the two lovers’ dream sometimes shatters. The boyfriend will have to wait tomarry his girlfriend.





SURF IN SALENTO

passione per iL mare

POTENTI ONDE PER I BEACH BREAKS PIÙ FAMOSI DEL MONDO A HOSSEGOR, FRANCIA. PH: CARLO MORELLI

iaggi

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di carlo morelli/

LA LUNGA SPIAGGIA DI SOMO, SANTANDER, SPAGNA A SETTEMBRE. PH: ELISA LEACI

EDOARDO BOCCA A SOMO, SANTANDER, SPAGNA PH: ELISA LEACI

Chi ama il mare e, come noi, si nutre di onde, è sempre alla ricerca di quella forte emozione vissuta senza mezze misure, senza limiti di spazio e di tempo. Andare alla ricerca dell’onda “giusta” è la normale condizione: alcune volte la si trova vicino casa, altre volte bisogna andare molto lontano. E non si tratta solo di una questione di gusti o di curiosità, ma spesso, arrivati ad un certo punto del percorso sportivo e di vita, è una questione di necessità. Quando l’onda è troppo ventosa o poco consistente, bisogna andare a cercarne una che sia liscia, potente e perfettamente incavata da un leggero vento che soffia da terra. Qui nel Salento ci sono molte onde, ed anche di qualità; ci si può divertire tanto e, soprattutto, si ha l’imbarazzo della scelta, avendo la fortuna di poter fruire di due coste, quella ionica e quella adriatica, per lo più equidistanti dai maggiori centri abitati. Le migliori condizioni per fare il surf da onda si hanno nei mesi tra settembre e maggio. I mesi estivi, giugno, luglio, agosto sono caratterizzati, invece, da tempo stabile e mari prevalentemente calmi, soprattutto sul versante ionico.

EDOARDO BOCCA A SOMO, SANTANDER, SPAGNA. PH: ELISA LEACI

Cosa fanno allora nel periodo estivo i surfisti salentini più incalliti? Senza dubbio viaggiano verso gli oceani alla ricerca dell’onda giusta. E quali sono le mete più gettonate? Quali le tipologie di onde e i periodi migliori in base alla propria esperienza? Alcuni scelgono di viaggiare in solitudine, altri, come noi di Surfinsalento, scelgono di organizzarsi in gruppi, almeno due volte l’anno, per viaggiare verso l’oceano. In gruppo, infatti, il vantaggio è che i più esperti guidano i principianti nella conoscenza dei luoghi più belli del mondo e allo stesso tempo li aiutano per migliorare dal punto di vista tecnico: dunque allenamento, divertimento e scoperta, il tutto concentrato in pochi giorni di vacanza.

La scelta del luogo non è mai casuale, ma dipende da una serie di fattori come la distanza, il periodo, la forza delle onde, la sicurezza, il livello di ogni partecipante. Prima di tutto si deve individuare l’oceano nel quale immergere la tavola: Atlantico, Pacifico o Indiano? Senza dubbio, per chi è agli esordi, il primo è la scelta più giusta, in quanto lo si può raggiungere con poche ore di volo e le sue onde sono avvicinabili, per altezza e potenza, per almeno sei mesi l’anno. Pensiamo alle lunghe spiagge del nord della Spagna, come Somo a Santander e Mundaka, o della Francia, come Biarritz e Hossegor. Se è il tipo di clima a guidare la nostra scelta della destinazione europea, il Portogallo offre luoghi incantevoli

UNO SPOT SU ROCCIA DI FUERTEVENTURA, ISOLE CANARIE. PH: VIRGINIA MASIELLO


SURF IN SALENTO

passione per iL mare

SPIAGGIA DEL COTILLO, FUERTEVENTURA, ISOLE CANARIE. PH: VIRGINIA MASIELLO

LINE UP AFFOLLATA AL TRAMONTO, CAPBRETON, LANDE, FRANCIA. PH: CARLO MORELLI

con onde per tutti i livelli e con un clima temperato più caldo per gran parte dell’anno: pensiamo a Peniche e Baleal a nord di Lisbona, oppure a Sagres verso sud. Per godere appieno delle onde francesi o spagnole vi consigliamo i mesi tra maggio e settembre; il Portogallo, invece, dà il meglio ad aprile, maggio, settembre, ottobre. Se siamo proprio freddolosi e sogniamo una vacanza in un’isola dove fa sempre caldo, allora dobbiamo optare per un soggiorno alle Isole Canarie, con onde di buona qualità e una temperatura media costante di venticinque gradi tutto l’anno; qui, però, avremo bisogno di affittare una macchina per gli spostamenti alla ricerca delle onde, e, se scegliamo il periodo estivo, troveremo abbastanza vento: Fuerteventura e Lanzarote ci hanno lasciato senza fiato! Una volta che il nostro livello tecnico ci avrà consentito di surfare in piena sicurezza onde più impegnative, allora potremo iniziare a valutare spostamenti più lunghi e costosi: magari in America, alla scoperta dei luoghi simbolo, lì dove il surf è nato e si è sviluppato; oppure nell’Oceano Indiano, su qualche atollo sperduto, con onde da sogno che frangono sulla barriera corallina. In verità, per queste ultime destinazioni, non 128 129

è solo indispensabile aver raggiunto un idoneo livello tecnico, ma si deve avere a disposizione un budget di spesa ed un numero di giorni di vacanza maggiore rispetto ad un surftrip in Atlantico. Indonesia, Bali, nel periodo estivo, con onde grandi, perfette e potenti; Sri Lanka a settembre, ottobre, con onde da surfare in costume; Maldive in barca, dieci giorni di

boat trip senza mai scendere sulla terra ferma, in giro per gli atolli; California, alla scoperta dei luoghi di “Un mercoledì da Leoni”, o Nicaragua, patria delle onde incavate dal vento che soffia da terra; o ancora Perù, Costa Rica, Sudafrica e tanti altri luoghi, conosciuti o meno, che fanno del nostro globo il parco giochi di ogni surfista.

SURF AND TRAVELS: LOOKING FOR THE BEST WAVES ALL OVER THE WORLD Sea lovers always look for a strong emotion. And looking for the “perfect” way is ordinary. At some point, it is necessary to find a smooth and powerful wave, perfectly hollowed by a slight wind blowing from the ground. In Salento, there is plenty of choice, thanks to the two available coasts. The best conditions are from September to May. In summer, Salento’s most hardened surfers travel to the oceans. Some of them travel alone;others, like us of Surfinsalento, travel in groups:the most experts lead the beginners in the knowledge of the world’s most beautiful places and help them to improve technically. The choice of the place depends on several factors: e.g. the distance, the force of the waves, every participant’s level. The Atlantic Ocean is the right choice for beginners and it is quite close (let’s think of the long beaches in the North of the Spain or of the France) Portugal offers beautiful places, waves for every level and a temperate weather. In the Canary Islands, it is always hot and summers are windy: Fuerteventura and Lanzarote have left us breathless! Once our technical level will be improved, we will think of longer and more expensive trips: in America, to discover the symbolic places where surf was born; or the Indian Ocean, on the reef of some remote atoll. Indonesiaand Bali, in summer; Sri Lanka in September and October; the Maldives, around the atolls, by boat; California, to discover the places of “Big Wednesday”, or Nicaragua, Peru, Costa Rica, South Africa and many other places,which make our globe the playground of every surfer.


Scacco Matto AMPIA SALA RICEVIMENTI DIMORA STORICA DEL 600


APULIA LUXURY STUDIO

weDDing pLanner

Quando il matrimonio diventa un’opera d’arte Il giorno più bello di una coppia si veste di arte grazie ad un team di professionisti. Dalle partecipazioni alle location, dalle foto ai video: tutto è rigorosamente top. Sogni da trasformare in splendide realtà. Da qui parte l’avventura di Maurizio Pepe, Caterina Vitiello e Barbara Casciaro, le menti che hanno dato vita ad Apulia Luxury Studio. Non è un semplice studio fotografico. Chi si rivolge a loro può contare su un servizio completo, tutto per rendere unico ed indimenticabile il giorno del matrimonio. Dalla progettazione alla comunicazione dell’evento, passando per l’allestimento fino alla scelta delle partecipazioni, dei vestiti e della location. «Facciamo tutto noi – spiega Caterina – e ci prendiamo cura degli sposi disponendo ogni cosa in base alle loro esigenze. Costruiamo un evento su misura, 130 131


APULIA LUXURY STUDIO Largo Castello, Cavallino (LE). tel. +39 338 8356936 - +39 329 2386170 - +39 328 7568611 - apulialuxury@gmail.com - www.apulialuxurystudio.it

personalizzando ogni passaggio affinché il prodotto finale sia cucito addosso a loro». Il progetto viene realizzato prestando la massima attenzione anche al più piccolo dettaglio. L’obiettivo è quello di rendere piacevole l’organizzazione di uno degli appuntamenti più importanti nella vita di una coppia. «Li guidiamo in questo viaggio organizzativo – spiega Barbara – cercando di alleggerire quanto più possibile la fase dei preparativi. Ai futuri sposi lasciamo il piacere della pianificazione, mentre noi ci occupiamo di tutte le altre incombenze». La squadra di Apulia Luxury Studio è compo-

APULIA LUXURY STUDIO. AND WEDDING BECOMES A WORK OF ART A COUPLE’S MOST BEAUTIFUL DAY DRESSES ART. FROM WEDDING INVITATIONS TO THE LOCATION, FROM PHOTOS TO VIDEOS: EVERYTHING IS TOP NOTCH Dreams to be turned into a stunning reality. Apulia Luxury Studio is not a simple photo studio. Customers can count on a complete service, everything to make their wedding day unforgettable. «We do everything according to their needs. – Caterina explains – We take care of the spouses». Every project is carried out with the utmost care and attention even to the smallest details. Videos are filmed by a director, and that makes a difference. «Shooting systems are among the most sophisticated: – Maurizio says – drones and 4K video cameras. Even the sound is perfect».

sta da persone con alle spalle un’esperienza ventennale maturata proprio nel settore della comunicazione. I video sono girati da un regista, non da un semplice operatore, e già questo fa una certa differenza. «Utilizziamo sistemi di ripresa tra i più sofisticati – commenta Maurizio -. I droni, ovviamente laddove possibile, e macchine da presa che realizzano filmati in 4K, un sistema all’avanguardia, questo, che offre una risoluzione digitale tre volte più grande dell’HD e che aumenta notevolmente il realismo dell’immagine. Anche il suono è perfetto».

Altra chicca è il cosiddetto “montaggio emozionale”. Nel video finale saranno mixati i momenti più suggestivi della giornata per restituire ai protagonisti le emozioni vissute, senza dover necessariamente seguire un filo cronologico degli eventi. Maurizio, Caterina e Barbara si definiscono “artigiani delle emozioni”. Vanno al cuore dell’evento creando vere e proprie opere d’arte. Anche la stampa delle foto è diversa e tecnicamente all’avanguardia. Le immagini vengono impresse in Fine Art, la stessa utilizzata per le fotografie esposte nelle gallerie d’arte. In questo modo restano immutate nel tempo. Non sbiadiscono e non ingialliscono con gli anni. Inoltre, anche la consistenza è differente, quasi vellutata. Ultimo, ma non per importanza, è un ulteriore servizio offerto agli sposi che possono aprire qui la lista nozze qui. «Ci adoperiamo per risultati eleganti, autentici ed esclusivi soprattutto per i matrimoni, ma il nostro studio – sottolineano i tre soci – si occupa anche di altri tipi di eventi, sia pubblici che privati. Per mettere a punto ogni cosa è necessario incontrare i diretti interessati, ecco perché riceviamo solo su appuntamento. Da ogni incontro nasce il progetto realizzato ad hoc per i nostri clienti».

CONCORSO Apulia Luxury Studio ha organizzato un concorso per i futuri sposi. Le coppie che decideranno di sposarsi entro il 31 dicembre 2016, potranno vincere un servizio foto-video completo. Per partecipare, basta registrarsi sul sito www.apulialuxurystudio.it. L’estrazione avverrà entro l’11 aprile, ovviamente alla presenza di un notaio. CONTEST To win a full photo-and-video service, please log into www.apulialuxurystudio.it.

An “emotional video editing” combines the most evocative moments. Photo printing is technically advanced. Pictures remain unchanged over time. Their texture is velvety. Last, but not least, a wedding list service is available. «Our products are elegant, authentic and exclusives. Our studio – the three associates highlight – deals with both public and private events».


CULTURA

arte

1971 2015

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LA STORIA DELLA


di lorenzo madaro/

GALLERIA L’OSANNA DI NARDÒ NATA PER INIZIATIVA DELL’AVVOCATO BENEDETTO LEUZZI E DEL FIGLIO RICCARDO

È DIVENTATA PRESTO UN PUNTO DI RIFERIMENTO ATTIVO ANCORA OGGI PER TUTTO IL TERRITORIO


CULTURA

arte

A DISTANZA DI 45 ANNI, È ANCORA LÌ, SU VIALE XX SETTEMBRE, PROSEGUENDO LA PROPRIA ATTIVITÀ TRA ATTENZIONI VERSO ALCUNI MAESTRI ITALIANI E ARTISTI LEGATI AL TERRITORIO «Si chiama L’Osanna – un nome dovuto alla vicina edicola devozionale del 1603 – [la galleria d’arte] inaugurata stasera in questa piccola cittadina che riesce a stare al passo […] con ciò che significa non solo progresso, […] ma anche cultura, specie quando questa è

IN ALTO UN’ OPERA DI GIULIO TURCATO; A DESTRA “CEMENTO” DI GIUSEPPE UNCINI

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intesa nella sua più autentica […] espressione. L’iniziativa è dell’Avv. Benedetto Leuzzi […] e del figlio Avv. Riccardo (tutti e due appassionati d’arte) i quali hanno potuto colmare una lacuna non facilmente perdonabile per un centro tanto validamente allineato con

le più belle e antiche tradizioni culturali di questo Salento, che, quanto ad amore per l’arte e per la letteratura, come si sa, ha davvero pochi rivali». Era il 25 aprile 1971 e dalle colonne de La Gazzetta del Mezzogiorno si annunciava la nascita della galleria d’arte L’Osanna a Nardò. A distanza di quarantacinque anni, è ancora lì, su viale XX settembre, proseguendo la propria attività con un taglio sempre trasversale, tra attenzioni verso alcuni maestri italiani storicizzati e artisti legati al territorio salentino. Predilezioni che sono emerse immediatamente nella programmazione espositiva, sin dai primissimi anni, sin da allora con l’apporto quasi continuativo del critico leccese Toti Carpentieri. Quali ruoli hanno le gallerie d’arte contemporanea? Naturalmente fondamentale, per il sostegno della ricerca degli artisti


LA RECENTE PERSONALE DI FERNANDO DE FILIPPI

– finanziando produzione dei lavori e organizzazione di progetti editoriali ed espositivi –, oltre al vitale dialogo con il collezionismo, quando c’è. In un territorio come il Salento, tradizionalmente a margine rispetto ad alcuni centri di propulsione delle ricerche più sperimentali e aggiornate, anche per (de)merito di molte attività istituzionali, comprese quelle legate alla formazione (Università e Accademia di Belle Arti), da sempre estranee al dibattito, se non in rare occasioni, gli anni Settanta sono stati un decennio in ogni caso intenso, grazie all’operatività di singoli artisti e intellettuali. Ma chiaramente anche una galleria come L’Osanna ha assolto un ruolo di riferimento, proponendo – spesso per la prima volta – nomi di qualità del panorama italiano e pugliese. Basti pensare alle mostre personali di Roberto Crippa (1973), Antonio Massari (1975), Romano Sambati (1976), Concetto Pozzati (1978), Corrado Lorenzo (1979), Tino Stefanoni (1980), Fernando De Filippi (1981), Giulio Turcato (1982), Elio Marchigiani (1983): tutti autori di una ricerca orientata su declinazioni

contemporanee della pittura o della scultura, con accenti talvolta neo-concettuali. Più attente alla tradizione, invece, si sono dimostrate altre scelte, tra cui quelle di Orfeo Tamburi, Walter Piacesi, Ennio Marzano, Lino Paolo Suppressa, Virgilio Guidi, Vanni Viviani e altri nomi legati al figurativo e a generi – paesaggi, interni, nature morte o ritratti – ormai consolidati anche per il gusto borghese di certo collezionismo locale. Rare incursioni sulla fotografia – è del 1984 la collettiva Tredici fotografi italiani, con opere, tra gli altri di Elisabetta Catalano e Mario Cresci –, e poche sulla scultura: l’attività de L’Osanna si è sostanzialmente contrassegnata per un legame nei confronti del “quadro”, quasi un topos che poi si è di volta in volta proposto con attenzioni e sollecitazioni più o meno dilatate. E poi c’è la continuità, che è un valore aggiunto, viste la presenza, ancora oggi, di meteore che nascono e muoiono nel sistema espositivo locale. L’Osanna chiaramente non è stata l’unica galleria attiva sul territorio salentino: negli anni Settanta e Ottanta ce ne sono state altre, che per ovvie ragioni,

nonostante avessero un’attività espositiva di qualità, non sono riuscite a sopravvivere. D’altronde l’assenza di un collezionismo è uno dei mali che attanaglia il proto-sistema dell’arte di questo lembo di Puglia, dove ci sono stati i collezionisti, alcuni raffinati e accorti, ma che hanno sempre o quasi sempre acquistato altrove, nelle gallerie milanesi o nelle fiere d’arte contemporanea in Italia e non solo. Caso diverso in area barese, dove proprio in quel fatidico 1971 nacque in via dell’Arca la galleria Bonomo, che per quattro decenni ha proposto arte concettuale e minimalista, spesso con importanti aperture internazionali, come hanno dimostrato le numerose mostre di Sol Lewitt, David Tremlett e altri nomi. Ma lì, oltre a un sistema economico più navigato, che spetta tradizionalmente a Bari e al suo circondario, si è potuto contare anche su una serie di operatori culturali - critici, giornalisti, curatori e artisti – e collezionisti già pronti ad affrontare una lunga serie di progetti certamente all’avanguardia. Giulio Turcato, Ercole Pignatelli, Edoardo De


CULTURA

arte

DAL 1984 AL 1999 LEUZZI A LECCE HA APERTO UNA SECONDA GALLERIA, BATTEZZATA TELAMONE, DOVE L’ATTIVITÀ È STATA SERRATA E SPESSO DI GRANDE QUALITÀ Candia, Renata Boero, Rita Guido, Virgilio Guidi, Paolo Arnesano, Rita Tondo, Concetto Pozzati, Giuseppe Uncini, Eugenio Carmi, Nino Rollo, questi i nomi più interessanti transitati in galleria a cavallo tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila, riconfermando le attitudini eterogenee dello spazio neretino. Gli anni recenti hanno visto nuove presenze e riproposizioni,

da Armando Marrocco a Paolo Arnesano, da Lucio Del Pezzo a Fernando De Filippi e Pietro Guida, con un’apertura – che ad oggi non ha trovato continuità – sui giovani artisti pugliesi, mediante I solerti agenti del caos, collettiva a cura di Marinilde Giannandrea dedicata a Claudia Giannuli, Luigi Massari e Pierpaolo Miccolis (2013). Prosegue invece la meritoria rassegna cura-

ta da Marina Pizzarelli sugli artisti stranieri approdati in Salento sin dai Settanta, che dovrebbe ospitare prossimamente anche Alina Kalcinska Scheiwiller e che ad oggi ha ospitato, tra le altre, le belle mostre su Helmut Dirnaichner e Norman Mommens. E se dal 1972 al 1985 la galleria ha avuto anche una dépendance estiva a Santa Caterina di Nardò, dal 1984 al 1999 Leuzzi a Lecce ha aperto una seconda galleria, battezzata Telamone, dove l’attività è stata serrata e spesso di grande qualità, sin dall’apertura con una personale di Mimmo Rotella, per proseguire poi con Uncini, Del Pezzo, Man Ray, Giuseppe Santomaso, Pozzati, Boero, Lunanova e Rollo. Non resta pertanto che augurare a L’Osanna un buon quarantacinquesimo compleanno.

MOSTRA DI EUGENIO CARMI A L’OSANNA; A DESTRA FERNANDO DE FILIPPI, ERCOLE PIGNATELLI E ANTONIO MASSARI IN UNA FOTOGRAFIA RITOCCATA DA PIGNATELLI, ESPOSTA DI RECENTE A L’OSANNA

1971-2015 THE HISTORY OF THE GALLERY L’OSANNA IN NARDÒ BORN ON THE INITIATIVE OF THE LAWYER BENEDETTO LEUZZI AND OF HIS SON RICCARDO, IT HAS SOON BECOME A MILESTONE FOR THE WHOLE TERRITORY «Its name is L’Osanna and it has been inaugurated in this small town that has no equal, when it comes to love for art and literature». It was April 25th, 1971.Forty-five years later, it is still there, and it continues its cross–party activity,paying attention to Italian masters and to Salento’s artists. Preferences immediately clear by the exhibition planning, set with the help of Lecce’s critic Toti Carpentieri. The contemporary-art galleries have a key role in boosting artists’ research – by financing and exhibiting their work – and in dialoguing with the collectors. In Salento, traditionallyat the limit of the most experimental and updated research, the Seventies were a feverish decade, thanks to single artists and intellectuals. L’Osanna was a milestone, by proposing high-quality Italian and Apulian artists: contemporary paintingand sculpture orlandscapes, interiors, still life

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and portraits consolidated in the local bourgeois taste. Rare are the raids on photography and sculpture. Then, there are the meteors of the local exhibition system. L’Osanna has not been the only active art gallery in Salento: in the Seventies and the Eighties, there were other galleries but they didn’t survive. On the other hand, the lack of collectors afflicts this part of Apulia, where collectors have always bought somewhere else. A different case is Bari and its district, where the gallery Bonomo was born in 1971, proposing a conceptual and minimalist art. But there, it could rely on avant-garde cultural operators and collectors. Ercole Pignatelli, Renata Boero, VirgilioGuidiare justsome of the most interesting artists hosted in the gallery,thus confirming Nardo’sheterogeneous attitudes. In the last few years, new artists have been hosted, sometimes they were Apulian. The well-deserving review on foreign artists continues.From 1972 to 1985 the gallery had a summerdependencein Santa Caterina, Nardò; from 1984 to 1999, Leuzzi opened his second art gallery in Lecce. All we can do is wishing a happy forty-fifth birthday to L’Osanna.


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IN VIAGGIO

cHicago

Il sogno intercontinentale parte da qui. Terra di grandi flussi migratori che torna alla ribalta come meta desiderata di viaggio. Dove siamo? Amata, sfuggente, incontrastata, maestosa America. Un viaggio straordinario da New York a Chicago. Certo, New York è pur sempre una metropoli affascinante, conosciuta attraverso le migliori o peggiori in-

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terpretazioni cinematografiche, che ti travolge sin dall’arrivo in aeroporto. Migliaia e migliaia di persone che corrono, scherzano e ti accolgono. Sì, un’accoglienza che stupisce ma che è reale, genuina. Il mondo è qui. Troppo poco tempo per osservare e studiare che si vola a Chicago. Che dire? Conosciuta per alcuni quar-

tieri famosi o personaggi di spicco della finanza mondiale, come Donald Trump, quasi anonima nel mio immaginario e invece mi ha stregato. Di una bellezza estrema, quasi surreale con i suoi immensi grattacieli, tra i più alti d’America, lungo le rive del lago Michigan. Terza area metropolitana con il maggior numero di abitanti, dopo New York e Los Angeles. Il centro città, la downtown, è percorribile a piedi ed è la soluzione migliore per lasciarsi abbracciare da palazzi che raggiungono anche 108 piani come la Willis Tower, vetrate e specchi che simboleggiano una delle architetture mondiali più straordinarie. Del resto è qui, nel cuore di Chicago che nascono i primi grattacieli, per poi essere superati da quelli di New York. Ancora oggi primeggia con il secondo edificio più alto d’America, dopo il nuovo World Trade Center. È la città che vanta ancora tre tra i 15 più alti al mondo. La Windy city è molto romantica oltre ad essere un centro finanziario prestigioso. È una


di nica mastronardi/

Volare nel cielo della Windy city ‘Enjoy the day’ è il benvenuto di Chicago, uno dei centri finanziari più importanti al mondo che ti accoglie con una inaspettata umanità

città piena di contraddizioni e avventurarsi nei quartieri del centro significa assaporare la ricchezza e il benessere economico, che pian piano scompare quando ci si sposta nella periferia. È un viaggio straordinario quello che si fa percorrendo i canali in barca, una soluzione di viaggio che fa esplorare la città, conoscere i dettagli della sua

architettura grazie a sapienti guide che illustrano la storia finanziaria e architettonica dei palazzi: il calore dei racconti e aneddoti contrasta il vento freddo che penetra il viso. Quando cala il sole, Chicago è il trionfo di luci: l’abbaglio supremo di una bellezza artificiale che racconta la vivacità di chi la vive. Uno skyline di grattacieli

che graffiano il cielo. Mi fermo un attimo, la frenesia delle persone si placa, è bello ritrovare l’accoglienza di casa. Sì, perché a differenza della grande New York, Chicago è la metropoli dei sorrisi, quelli che ritrovi nei piccoli borghi di Puglia. Non c’è persona che non saluta per strada, dall’operaio al grande manager che chiacchiera in uno degli affollati bar. ‘Enjoy the day’ è il saluto che accoglie lo ‘straniero’ che da quell’istante non lo è più: è un posto tradizionale. Passeggio e continua a sorprendermi la percentuale di persone anziane che fanno i lavori più disparati. Si respira una qualità della vita molto alta, è questa Chicago. Vale la pena tornare sul set.

FLYING IN THE SKY OF THE WINDY CITY ‘ENJOY THE DAY’ IS THE HEARTY WELCOME OF CHICAGO, ONE OF THE WORLD’S MOST IMPORTANT FINANCIAL CENTRES The intercontinental dream starts here. An outstanding journey from New York to Chicago. New York is a fascinating metropolis. Thousands of people run, goof around and greet you. Too little time to observe and you fly to Chicago. Known for its districts or leading figures of global finance, Chicago has an almost surreal beauty, with its skyscrapers by the Lake Michigan. The buildings in its downtown symbolize one of the world’s most extraordinary architectures. In the heartland of Chicago, the second highest building in America still excels, after the new World Trade Centre. The Windy city is not just a prestigious financial centre: it is romantic and full of contradictions. By boat, you can explore it and know the details of its architecture, while a cold wind penetrates your face. At the sunset, Chicago is a triumph of lights. People’s frenzy calms down. Chicago is the metropolis of smiles, those you find in the small towns of Apulia. ‘Enjoy the day’ is the greeting that welcomes the ‘foreigner’.


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