Salento Review | Anno Due | Speciale BIT

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La differenza è di Casa



IL DIRETTORE

Gabriele De Giorgi

Il Salento è una terra da vivere 365 giorni l’anno. Se l’estate ne esalta tutte le sue caratteristiche, è nel resto dell’anno che se ne scopre l’anima più profonda ed affascinante. Dimensione ideale per il corpo e luogo dello spirito, quella che fu la Terra d’Otranto, è capace di risvegliare tutti i sensi. Colori, odori e sapori. Acqua, vento e terra. Da giugno a settembre ti stordisce, in autunno ti rilassa, in inverno ti coccola, in primavera ti risveglia. Ci sono l’Adriatico e lo Ionio. Se ne ha voglia, puoi vedere da Otranto il sole che sorge e a Porto Cesareo goderti il tramonto. E, nel mezzo della giornata, fare tappa in uno dei tanti incantevoli paesi dell’entroterra: dall’enclave della Grecìa Salentina, ai borghi di Specchia, nel basso Salento, e Acaya, alle porte di Lecce. Il capoluogo, candidato a diventare Capitale europea della cultura nel 2019, offre la sua eleganza. Non c’è solo il trionfo del barocco a Lecce, la Storia si è fermata ripetutamente a queste latitudini. Raccontare una terra così vasta e complessa è sfida avvincente. Il gruppo editoriale Password AD ha deciso di farlo con slancio e passione. Questa rivista, che per la Borsa internazionale del turismo esce con un numero speciale, è il biglietto da visita di un progetto più ampio che vede nel portale il www.365giorninelsalento.it il suo cuore pulsante: uno spazio virtuale studiato per dare risposte facili ed esaurienti alla sete di Salento, che ha nel servizio Occhio alla spiaggia il suo fiore all’occhiello. Una serie di webcam, posizionate nei punti strategici della costa, per monitorare comodamente da casa le condizioni del mare e scegliere dunque la soluzione ideale per trascorrere la giornata. E ancora una sezione video dove assaporare l’orizzonte di una vacanza che riserva sorprese in tutte le stagioni: luoghi, tradizioni, arte, natura. Lecce e la sua provincia, da sempre terra di frontiera e di scambi culturali, meritano fiducia. E ricambiano con solare generosità.

NON C’È SOLO IL TRIONFO DEL BAROCCO A LECCE, LA STORIA SI È FERMATA RIPETUTAMENTE A QUESTE LATITUDINI. RACCONTARE UNA TERRA COSÌ VASTA E COMPLESSA È SFIDA AVVINCENTE

Salento is a land to be lived, 365 days a year. You can see the dawn from Otranto and enjoy the sunset in Porto Cesareo, or visit the villages of Specchia or Acaya. Lecce, candidate for European Capital of Culture in 2019, offers its elegance. Telling of a land so vast and complex is an exciting challenge. Password AD does so with enthusiasm and passion. This magazine, which comes out with a special issue for the BIT (International Tourism Exchange), is only the tip of a project which starts from www.365giorninelsalento.it, designed to provide answers on Salento, also thanks to “Occhio alla spiaggia”: a series of webcams, located on the coast, showing the sea’s conditions and even a video section where you can find places, traditions, art and nature.


LEONE DI MESSAPIA **** Hotel & Conference Prov.le Lecce Cavallino, 73100 Lecce tel. +39 0832 613102 www.leonedimessapia.it e-mail: info@leonedimessapia.it


SOMMARIO

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www.365giorninelsalento.it

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anno II - numero.1

BIT 2014 SPECIAL EDITION FOTO DI COPERTINA

Pierpaolo Schiavone DIRETTORE RESPONSABILE Gabriele De Giorgi (direttore@pwad.it) COORDINAMENTO EDITORIALE Barbara Marzo (coordinamento@pwad.it) REDAZIONE Ilaria Lia (redazione@pwad.it) DIREZIONE GRAFICA Francesca delli Carri (grafica@pwad.it) HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Valeria Blanco, Jlenia M. Gigante, Mariella Tamborrino, Daniela De Rosa FOTO Pierpaolo Schiavone GRAFICA Michele Ortese WEB Fernando Rugge, Damiano Gaetani VIDEO Massimo Centonze TRADUZIONI Giorgio Ticchi RINGRAZIAMENTI Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Comune di Melendugno, Comune di Tricase, FSE, GAL Terra d’Arneo, Leentje Van Nuffel www.salentoreview.it - info@salentoreview.it EDIZIONI, PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE

03. EDITORIALE

territorio

06. ISTITUZIONI

Lecce un sogno chiamato Europa

10. ECONOMIA

Il cinema parla pugliese

16. I PERSONAGGI

Musica da guardare: viaggio tra gli scatti di Flavio&Frank

primavera 22. I CASTELLI 29. GLI EVENTI

L ecce incantatrice con la sua storia e le corti aperte

34. STORIA E TRADIZIONI “Christòs Anesti”, Cristo è risorto

38. I LUOGHI Otranto

41. I SAPORI

F uori le spine dentro la bontà. Tutti pazzi per i ricci

estate

STAMPA Gioffreda Studio Stampa È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in redazione il 14 gennaio 2014 ISCRITTO AL N. 7 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE 2 MAGGIO 2013 - CRON. N. 18/2013

Invito a cena per San Martino

78. I LUOGHI Grecìa Salentina

81. I SAPORI

Sagne con ricotta scante. Un sapore robusto per la tavola d’autunno

inverno

84. I MONUMENTI 90. GLI EVENTI

Turismo e tecnologia. Una miniera per i giovani

93. I LUOGHI Specchia e Acaya

96. STORIA E TRADIZIONI Il falò più grande del Mediterraneo

99. I SAPORI

La cotognata, la dolcezza fatta a pezzi

pubbliredazionali 14. LE DUNE SUITE HOTEL Strutture ricettive

27. PAOLOLEO

45. LITORALE E GROTTE 50. GLI EVENTI

54. STORIA E TRADIZIONI

42. HOTEL LA ROCCIA

Il Salento oltre la pizzica

Leuca, perla incastonata tra fascino e mistero Viale della Libertà, 47 - 73100 LECCE Tel. 0832.1692478 - www.pwad.it - info@pwad.it

74. STORIA E TRADIZIONI

58. I LUOGHI Costa adriatica

61. I SAPORI

Lo spumone. Il gelato della Terra d’Otranto

autunno

64. VENDEMMIA E OLIO 70. GLI EVENTI

Dalla California a Lecce: l’esperienza del TEDx

Vini e cantine

32. GAL TERRA D’ARNEO Sviluppo del territorio Strutture ricettive

62. LA QUERCIA Agroalimentare

82. LINCIANO LIQUORS Vini e Liquori

100. 365GIORNINELSALENTO Sviluppo del territorio

102. FIVEROOMS Strutture ricettive


TERRITORIO

istituzioni

LECCE

un sogno chiamato Europa. Appuntamento al 2019 Il capoluogo salentino è tra le candidate a Capitale europea della cultura Dovrà battere una concorrenza agguerrita

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di gabriele de giorgi/foto pierpaolo schiavone

PER ESSERE CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA BISOGNA SVINCOLARSI DALLA CONCEZIONE STATICA PER LA QUALE BASTA RISPOLVERARE ED ESIBIRE I GIOIELLI ARTISTICI E ARCHITETTONICI

Cosa hanno in comune Riga, in Lettonia, e Umea in Svezia, Mons, in Belgio e Pizen nella Repubblica Ceca? Semplicemente il fatto di essere state scelte come capitale europea della cultura: le prime per il 2014, le seconde per l’anno successivo. La designazione, attribuita per la prima volta dall’Unione Europea ad Atene nel 1985 consente, alle città che ne beneficiano, di attivare percorsi di sviluppo socio-economico quantificabili in investimenti per decine milioni di euro. L’ennesima dimostrazione che, contrariamente al pensiero di qualche bifolco, con la cultura si mangia pure. Nel 2019 potrebbe essere Lecce a fregiarsi dell’ambito riconoscimento. Il capoluogo salentino, supportato attivamente dalla vicina Brindisi, è infatti stato ammesso alla fase di selezione delle candidature. Dopo una prima scrematura, i cui risultati sono stati resi noti a novembre scorso, hanno superato i “preliminari” anche Perugia-Assisi e Umbria, Matera, Ravenna, Cagliari e Siena. Tra le escluse anche città che alla vigilia presentavano autorevoli credenziali in tema di turismo e patrimonio culturale: basti pensare a Urbino, Venezia e il Nordest, Pisa, Caserta e Palermo. Per essere Capitale europea della cultura

– le istituzioni comunitarie lo raccomandano nei loro vademecum – bisogna svincolarsi dalla concezione statica per la quale basta rispolverare ed esibire i gioielli artistici e architettonici e lanciarsi, invece, nella costruzione di un cantiere di idee che sappia coniugare la dimensione europea con la partecipazione attiva dei cittadini. È più una scommessa su quello che si progetta di fare – e sul come, naturalmente – che un premio per quello che si è avuto in eredità dalla storia. Lecce può dunque coltivare il suo sogno nella consapevolezza di una concorrenza molto qualificata. Ne è consapevole il sindaco, Paolo Perrone, il primo a credere nella possibilità di tagliare un traguardo così prestigioso. Nello scetticismo generale, e in piena crisi economica, ha messo insieme una squadra affiatata, guidata dal

responsabile della candidatura, Raffaele Parlangeli e dal direttore artistico di Lecce2019, Airan Berg, uomo di teatro e più in generale acuto manager del mondo culturale, già protagonista nello staff di Linz, città austriaca designata nel 2009 come Capitale della cultura. Azzeccata, del resto, è stata la traccia ideale di “Reinventing Eutopia”, il dossier presentato alla commissione selezionatrice dal team leccese: “Per Lecce2019 – si legge sul sito ufficiale – reinventarsi vuol dire non accomodarsi sul valore del proprio patrimonio architettonico e artistico ma piuttosto riconoscersi, cogliere potenzialità, mettere in connessione, saltare la barriera dell’isolamento per attivare tra i cittadini un ciclo continuo di conoscenze, possibilità e modelli di crescita innovativi. Dal Tacco dello Stivale a rimirar le stelle d’Europa: attraverso la dimensione dell’u-


TERRITORIO

istituzioni LE DICHIARAZIONI NEL GIORNO DEL PRIMO VERDETTO Paolo Perrone “Mi sono chiesto spesso cosa sia la felicità. Adesso posso dire che è Lecce, che supera il primo vaglio della commissione internazionale che deciderà della Capita le europea della cultura 2019; è sapere che si rimane solo in sei a contendersi questo primato. E questa sera, sì, sono davvero felice – fatemelo dire - seppure consapevole del fatto che questo è solo il primo step di un percorso che d’ora in poi si farà davvero duro, difficile. Perché da questo momento la concorrenza sarà spietata sul serio, in tutti i sensi: di sei città ne resterà una. Noi, naturalmente, speriamo sarà Lecce: non nascondo, però, e non mi nascondo che il cammino adesso si fa impervio”.

AIRAN BERG

topia è possibile ribaltare le prospettive, modificare il nord e il sud magnetico facendo tesoro delle specificità territoriali e delle differenze culturali che sino ad oggi hanno rappresentato la vera ricchezza dell’Europa unita. Si insegna e si impara dal confronto e dal dialogo quotidiano in questo laboratorio di esperienze, che parte da ‘noi’ per ridisegnare un nuovo concetto di comunità e di Occidente proteso verso il sud del mondo”. In bocca al lupo, Lecce! LECCE, A DREAM CALLED EUROPE. SEE YOU IN 2019 LECCE IS AMONG THE CANDIDATES FOR “EUROPEAN CAPITAL OF CULTURE”: COMPETITION WILL BE FIERCE. What do Riga, Umea, Mons and Pizen in common? Simply the fact to have been chosen as the next European Capital of Culture. In 2019, Lecce could gain this recognition. The capital of Salento, actively supported by Brindisi, has in fact been admitted as a candidate for the selection process. To become European Capital of Culture it’s necessary to work on solid ideas, able to combine European dimension with the active participation of citizens. The mayor, Paolo Perrone, was the first to believe in the possibility of reaching this goal. Undermined by general skepticism, he’s put a good team together, led by the head of the nomination, Raffaele Parlangeli and the artistic director of Lecce2019, Airan Berg.

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Paolo Perrone: “Happiness is Lecce which passes the first test of the international commission that will decide the European Capital of Culture 2019. And tonight, I’m really happy, although this is only the first step of an hard journey.”.

Raffaele Parlangeli “Soddisfazione europea e contagiosa. Lecce va avanti con forza. Ci ha sempre creduto ma con passo umile e deciso. Lecce sta cambiando volto grazie ad i finanziamenti europei. È un’onda positiva che ci ha galvanizzato sin dal 2000 con il programma Urban che ha trasformato l’immagine della città. Ora dovremo rafforzare i servizi ed un’offerta culturale internazionale per amplificare ricadute sul nostro territorio e divenire una città smart ed una città delle opportunità per i giovani”. Raffaele Parlangeli: “The city is changing thanks to European funding. It’ s a positive wave that has changed the image of the city since 2000, thanks to Urban program. Now we have to strengthen services and cultural offerings to boost international repercussions on our territory and become a city that gives opportunities to youth”.



TERRITORIO

economia

Dal Gargano al Salento, la Puglia è diventata un set cinematografico a cielo aperto. E il turismo ringrazia

MINE VAGANTI

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di valeria blanco/

“La Puglia è tutta da girare”. Quando, nel 2007, la Regione si è dotata di una film commission, questo claim era ancora solo un auspicio. Oggi che – dal Gargano al Salento – non c’è più un solo lembo di terra che non sia stato immortalato in una pellicola, la Puglia ha consolidato la propria reputazione di set cinematografico naturale. Merito della luce, dei paesaggi mozzafiato, della cordialità della gente e, non da ultimo, dei fondi e delle infrastrutture messi a disposizione delle produzioni dall’Apulia film commission.

MINE VAGANTI

Naturale che il cinema, negli ultimi anni, sia diventato anche un business legato a doppio filo con il turismo e, allo stesso tempo, con la possibilità di formare e far lavorare sul territorio professionisti e maestranze. La rivoluzione è iniziata una decina d’anni fa. Non che prima non si girassero dei film in Puglia: tra i più noti ci sono Casanova ’70 di Mario Monicelli, con Marcello Mastroianni e Virna Lisi, girato nel 1965 in parte a Conversano e Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo

Pasolini, girato nel 1964 in parte tra Manduria e Gioia del Colle. Ma allora l’ambientazione rimaneva quasi sempre generica e la regione era spersonalizzata, usata per rappresentare un generico sud. L’aria inizia a cambiare con Pizzicata di Edorado Winspeare, nel 1996: finalmente un film girato nel Salento (tra Presicce, Depressa e Galatina) è anche ambientato in Salento. Da lì in poi, le occasioni di vedere Lecce e provincia sul grande schermo sono diventate meno rare. L’elenco – per forza di cosa non esaustivo – comprende I figli di Annibale di Davide Ferrario del 1998, girato tra Ostuni e Leuca; Liberate i pesci di Cristina Comencini del 1999, girato tra Trani e Lecce. È un periodo in cui si alternano film come Melissa P. (di Luca Guadagnino, del 2005), ambientato interamente a Lecce, ma senza che nel film si faccia mai menzione della città, ad altri come Italian Sud Est (del 2003, firmato dalla Fluid video crew), dove il territorio non è solo sfondo, ma anche protagonista. Arrivano in rapida successione Fine pena mai di Davide Barletti e Lorenzo Conte, del 2007, girato nel tra Lecce e il nord Salento e ispirato al romanzo autobiografico “Vista d’Interni” (Manni), che racconta la storia del boss della Sacra


TERRITORIO

economia

Corona Unita, Antonio Perrone. Poi Manuale d’amore 2 di Giovanni Veronesi, che nella sala consiliare del Comune di Lecce fa unire in matrimonio – non senza polemiche – Antonio Albanese e Sergio Rubini. Poi ancora (siamo nel 2008) Galantuomini di Edoardo Winspeare, girato tra Lecce e il sud Salento: difficile storia d’amore tra un magistrato (Fabrizio Gifuni) e una donna a capo di un gruppo criminale interpretata da Donatella Finocchiaro, premiata come miglior attrice al Festival del cinema di Roma. Ormai non c’è angolo di Salento che non abbia avuto i suoi 15 minuti di celebrità: Lecce nel 2009 è sfondo per Indovina chi sposa mia figlia!, film per la tv tedesca con Lino Banfi e per Ne te retourne pas di Marina De Van con Monica Bellucci e Sophie Marceau. Nel 2010, l’anno di Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, il Salento è già sulla cresta dell’onda, ma la pellicola è un’ulteriore pubblicità straordinaria per il territorio. Frotte di turisti scelgono il Salento per visitare il centro storico

di Lecce, teatro di alcune delle scene più belle del film, o per fare il bagno a Punta della Suina, a Gallipoli, uno dei luoghi del cuore di Ozpetek e sfondo del celebre balletto “gaio” di Mine Vaganti. Si viaggia a ritmi di decine di produzioni ospitate ogni anno: tra il 2010 e il 2012 arriverà a Lecce e in tv la fiction Il commissario Zagaria. A Castrignano del Capo si gira Il primo incarico di Giorgia Cecere, a Palmariggi Senza arte nè parte di Giovanni Albanese. A Supersano Stefano Accorsi e Pier Francesco Favino girano La vita facile di Lucio Pellegrini. Tra Porto Cesareo e Nardò si gira Il pasticciere di Luigi Sardiello. Gallipoli compare ne La terra dei santi di Fernando Muraca e in Sdramma di Gianni Ciardo; Otranto ne L’età dell’oro di Emanuela Piovano. Il 2013 si è chiuso con un bilancio d’oro. Intanto, con due milioni e mezzo di euro stanziati si sono sostenute 56 produzioni (+51 per cento rispetto al 2012) e – grazie alla clausola che impone di investire il

almeno 150 per cento sul territorio – si è generato un ritorno di circa dieci milioni di euro (+161 per cento rispetto al 2012), tra pagamenti alle maestranze pugliesi e spese per alberghi, ristoranti e catering a servizio di cast e troupe. Di pari passo con l’aumento delle produzioni aumentano anche le occasioni per lavorare nel cinema senza doversi per forza trasferire nella capitale, fosse anche per qualche giornata da semplice comparsa. Dei 56 progetti sostenuti nel 2013, quattro sono arrivati al Festival del Cinema di Roma e tra questi c’è La santa di Cosimo Alemà: storia tragicomica di quattro balordi intenzionati a rubare la statua della santa del paese, girato tra Specchia, Gagliano del Capo e Alessano e presto in tv. Nel 2014 approderanno al cinema il musical Holiday, megaproduzione inglese con Leona Lewis e Giulio Berruti, girata in estate tra Nardò e il lido Cocoloco di Ugento; The last summer, di Leonardo Guerra Seràgnoli, girato a A SINISTRA, LAETITIA CASTA E FABIO DE LUIGI, PROTAGONISITI DEL FILM UNA DONNA PER AMICA

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INSIEME CON “ALLACCIATE LE CINTURE”, IL MAGGIOR LUSTRO AL SALENTO LO DARÀ “UNA DONNA PER AMICA”, DI GIOVANNI VERONESI Otranto e sceneggiato dal regista con la scrittrice giapponese Banana Yoshimoto; Alberi che camminano di Mattia Colombo, documentario girato anche a Marittima di Diso su soggetto dello scrittore Erri De Luca. E mentre sul web ha spopolato Un grande amore di Ivan Silvestrini, prequel della fiction Una Grande Famiglia girato nel basso Salento, a gennaio su Rai uno andrà in onda Braccialetti rossi, fiction di Giacomo Campiotti, che ha “opzionato” la Puglia anche per le prossime due serie. Da segnalare anche On the road, viaggio del master chef Joe Bastianich nella musica popolare, con la prima puntata girata in Salento, in onda su Sky Arte, e per In grazia di Dio, nuovo film di Edoardo Winspeare. Insieme con Allacciate le cinture, però,

IL CAST DI UNA GRANDE FAMIGLIA

il maggior lustro al Salento lo darà Una donna per amica, film di Giovanni Veronesi con Laetitia Casta e Fabio De Luigi, girato la scorsa estate tra Gallipoli (lido Cotriero), Otranto e Lecce, con alcune scene di nuovo a Palazzo Carafa, sede del Comune di Lecce.

CIAK: CINEMA SPEACKS APULIAN FROM GARGANO TO SALENTO, PUGLIA HAS BECOME A FILM SET IN THE OPEN. AND THE TOURISM THANKS Today, with no single strip of land that hasn’t been immortalized in a film, Apulia has consolidated its reputation as a natural movie set. Merit of light, stunning scenery, friendly people, but also thanks to funding and infrastructures made ​​available to productions by the Apulia Film Commission. The revolution began about ten years ago, but this doesn’t mean Apulia hasn’t been stage for movies before that time: some examples are Casanova ’70 by Mario Monicelli and Il Vangelo second Matteo by Pier Paolo Pasolini. Things change with Pizzicata from Edorado Winspeare, 1996: finally a film shot in Salento (between Presicce, Depressa and Galatina) is also set in Salento. From then on, the chances of seeing Lecce and surroundings on the big screen have become less rare. The list includes I figli di Annibale, Liberate i pesci, Melissa P., Fine pena mai, Manuale d’amore 2, Galantuomini, Indovina chi sposa mia figlia!, Ne te retourne pas , Mine vaganti and many others. 2013 ended with a golden budget. It has generated a return of about ten million euro, including payments to the workers in Apulia and expenses for hotel, restaurant and catering service of cast and crew. In 2014, The last summer and Alberi che camminano musicals will make their appearance in theaters. In January Braccialetti rossi by Giacomo Campiotti will be aired on Rai Uno. Also noteworthy On the road, with chef Joe Bastianich, that will air on Sky Art, and In grazia di Dio, the new film by Edward Winspeare. Along with Allacciate le cinture there will also be Una donna per amica, a Giovanni Veronesi’s film, shot between Gallipoli, Otranto and Lecce last summer, with some scenes in Carafa Palace, seat of the Municipality of Lecce.


LE DUNE

strutture ricettive

Relax, beauty e gusto: il trinomio di un angolo di paradiso Non solo mare cristallino per la raffinata struttura che a Porto Cesareo è sinonimo di benessere e crocevia di emozioni Lasciatevi sorprendere da una vacanza presso Le Dune Suite Hotel a Porto Cesareo: rimarrete incantati non solo dalla bellezza della natura e dal mare cristallino del Salento, ma soprattutto dalla professionalità nei servizi e dalla calda accoglienza. Le Dune Suite Hotel è una struttura raffinata con 48 camere di fronte al mare, 14 15

perfetta anche per brevi soggiorni. Il design moderno, essenziale ed elegante, richiama i toni caldi della terra. Arredi naturali, colori tenui, atmosfera rilassante e servizi personalizzati in camere Superior, Deluxe e Suite dotate di tutti i comfort. Una hall luminosa con salottini dai toni naturali, grandi vetrate e dipinti di Walter Salin alle pareti. E poi ancora

un’area lettura, un’area giochi per i più piccoli, un parking per le biciclette, un parcheggio interno e un’assistenza alla reception h24. Concedetevi una pausa benessere nella SPA, intima e raccolta, con hammam, sauna, doccia emozionale, cascata del ghiaccio e vasca idromassaggio. Lasciatevi massaggiare da mani esperte e scegliete dal


LE DUNE SUITE HOTEL via dei Bacini, Porto Cesareo (LE) tel. +39 0833 565355 - fax +39 0832 1831456 - info@ledunesuitehotel.it - www.ledunesuitehotel.it

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menu uno dei tanti trattamenti: dal massaggio relax allo scrub al sale marino, dal massaggio Ayurvedico ai trattamenti Lushly per mani e piedi e poi l’area tisaneria. Relax e beauty, binomio perfetto che però non può prescindere da un’ottima cucina, garantita dallo chef Nabil Bellari, pronto a proporre piatti della tradizione locale, ma anche originali e gustosissime rivisitazioni, realizzate con prodotti garantiti freschi e di prima scelta. Potete optare per il ristorante de Le Dune Suite Hotel con un’ampia sala interna, per l’Altomare Restaurant in terrazza, dove c’è il Blu Sky con il grande solarium, la piscina e l’American bar estivo; o ancora per il ristorante Le Dune direttamente sulla spiaggia, dove c’è uno stabilimento balneare privato. A Le Dune Suite Hotel chiunque può trovare il suo angolo di paradiso: dalle coppie alla ricerca di intimità alle famiglie che vogliono trascorrere dei giorni in spensieratezza. La struttura riesce ad accontentare anche i più piccoli con un ricco programma d’intrattenimento e animazione proposto dal Club del Granchietto. Chi è alla ricerca di nuovi luoghi da visitare, può farsi consigliare dall’hotel e prenotare un tour o un’escursione per scoprire le bellezze del Salento, le sue tradizioni

e le sue eccellenze enogastronomiche. Dalla riva ionica, sulla quale è collocato Le Dune Suit Hotel, si può intraprendere un viaggio entusiasmante che potrebbe partire dalla vicina Area marina protetta, collocata da Punta Prosciutto a Torre dell’Inserraglio, terza per estensione in Italia con i suoi 32 chilometri di costa varia e dai contorni frastagliati; e proseguire alla scoperta delle città di mare, dallo

Ionio all’Adriatico, da Gallipoli a Otranto, oppure seguire un percorso tra le città del barocco, per il quale Lecce è la regina. Da qui, poi spostarsi verso l’entroterra, ricca di ulivi e vigneti a ritmo di jazz, reggae o pizzica, grazie ai numerosi eventi che vengono organizzati durante tutto l’anno e che permettono, a chi viene nel Salento, di vivere una vacanza sempre ricca di emozioni.


TERRITORIO

i personaggi

GIULIANO SANGIORGI

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di valeria blanco/foto flavio&frank

Musica da guardare: viaggio tra gli scatti di Flavio e Frank

Dagli Après la Classe ai Negramaro, passando per Malika Ayane ed Emma Marrone. Spostare nel Salento il baricentro della musica: storia di un sogno oggi diventato realtà Un viaggio a spasso tra tutto ciò che di meglio la musica pugliese ha prodotto nell’ultimo decennio, ma - per una volta - le note non c’entrano. Perché la musica si può anche solo guardare: gli occhi rapaci di Emma Marrone nella cover dell’album “Schiena”, il fisico scolpito di Dolcenera, l’ironia di Caparezza nel booklet di “Il sogno eretico” e l’ormai leggendario “salto” dei Sud Sound System nella copertina di “Dammene ancora”. SUD SOUND SYSTEM

Per non parlare dell’energia pura dei Negramaro, fissata anche – ma non solo - nelle immagini dei live di “Casa 69 tour”. Più che di una macchina fotografica, Flavio e Francesco Sabato (ma sul lavoro sono Flavio&Frank) sembrano dotati di una bacchetta magica, una formula segreta che, nei loro scatti, rende attraente persino una ruga. Figli d’arte, fratelli inseparabili, fotografi specializzati nel ritratto: un diploma in

EMMA MARRONE

Fotografia all’Istituto europeo di design di Roma prima di due master in Fotografia di moda e Fotoritocco digitale alla John Kaverdash School di Milano. I loro scatti sono concepiti in simbiosi, perché la passione per la fotografia li ha folgorati entrambi quando guardavano papà Walter Sabato trasformare i negativi in splendide fotografie. Dopo gli studi, un bivio: rimanere a Milano, capitale della moda, per mettersi al seguito di qualche grande fotografo, oppure tentare una strada nuova. Si torna a casa, a Matino, in provincia di Lecce. Era il 2004 e quella di spostare il baricentro della musica da Roma a Milano fino a un paesino sperduto del basso Salento era poco più che una fantasia. Si inizia a lavorare sodo con i cataloghi e quelli di Meltin’Pot – noto marchio di jeans - sono una vetrina eccezionale. Soprattutto perché quelli sono gli anni in cui Flavio e Francesco hanno la possibilità di lavorare con Rankin, noto ritrattista di celebrities e oggi anche loro punto di riferimento nella professione.


TERRITORIO

i personaggi

LA PASSIONE PER LA FOTOGRAFIA LI HA FOLGORATI ENTRAMBI QUANDO GUARDAVANO PAPÀ WALTER TRASFORMARE I NEGATIVI IN SPLENDIDE IMMAGINI

ANDREA MARIANO (NEGRAMARO) E BEPPE VIVAZ

Il 2013 è stato un anno d’oro: ai più grandi artisti pugliesi ormai saldamente nel portafoglio di Flavio&Frank si sono aggiunti due artisti della Sugar: Malika Ayane e Raphael Gualazzi. Poi anche Caterina Caselli, discografica, ha chiesto qualche scatto. E oggi proporre agli artisti di mettersi in viaggio da Milano o da Roma a Matino – e poi a Lecce, dove ha sede il nuovo studio – non è più solo una battuta. Tutto è iniziato con gli Après la classe. Nel 2010 “Mammalitaliani” è un tormentone e l’album va benissimo. In copertina, su sfondo rosso, la band distribuisce banconote verdi da cento euro. Insieme 18 19

EMANUELE SPEDICATO, CHITARRISTA DEI NEGRAMARO

con quel cd, anche il nome di Flavio e Frank entra in molte case ed è la prima tappa di una serie di riconoscimenti: dopo, in rapida successione, sono arrivati Sud Sound System, Negramaro, Malika Ayane. Poi Emma Marrone, Raphael Gualazzi, Erica Mou. Tutti pazzi per Flavio e Frank. “L’iperrealismo – si legge sul

sito web dei fotografi – è la caratteristica primaria delle loro immagini. Amano catturare le espressioni e la bellezza di ogni volto, ogni piccola sfumatura. Lavorano in simbiosi dando estrema importanza al rapporto inscindibile tra scatto e postproduzione”. Il segreto del successo si riassume in


APRÈS LA CLASSE

due parole: tecnica e semplicità. “Siamo persone vere – dicono di se stessi – e questa è una cosa rara in un mestiere creativo come il nostro, in cui si accende troppo per aver fatto troppo poco”. Certo, il carattere senza la professionalità può fare poco: “Usiamo la tecnica al servizio dell’estetica e ci stiamo evolvendo pian piano, pur mantenendo un filo conduttore che ci rende riconoscibili. Emma Marrone ci ha scelto perché, a suo parere, abbiamo un taglio molto attuale”. Oggi, il successo autorizza a pensare in grande: fotografare il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, è un sogno comune. Nel frattempo, tra i soggetti

FLAVIO & FRANK, THE ART OF CAPTURING BEAUTY IN ONE PICTURE PASSION AND HARD WORK. THE STORY OF TWO PHOTOGRAPHERS THAT, STARTING FROM A DISCRICT IN LOWER SALENTO, HAVE CONQUERED THE COVERS More than a camera, Flavio and Francesco Sabato (Flavio & Frank) seem to use a magic wand. Sons of art, inseparable brothers, photographers specialized in portraits. Their shots are conceived in symbiosis, because the passion for photography has struck them both when they looked at dad Walter Sabato transforming the negatives into beautiful photographs. “The hyper-realism – as shown on their website – is the primary characteristic of their images. They capture the expressions and the beauty of every face, every little nuance. They work in harmony by giving utmost importance to the inseparable relationship between shooting and post-production.” In 2013, Malika Ayane and Raphael Gualazzi were added to their portfolio. Later on Caterina Caselli, music industry executive, also asked for a few shots. Today, asking them to travel from Milan or Rome Matino and then Lecce, is no longer a joke. It all started with Après la Classe in 2010. On the cover of “Mammalitaliani”, on a red background, the band tosses one hundred euro banknotes. Their career is full of anecdotes: a sip of wine to let Emma Marrone win shyness on her first naked and the encounter with Giuliano Sangiorgi at the restaurant. A selection of photographs and some new backstage video on the set can be viewed on the site www.flavioefrank.it.


TERRITORIO

i personaggi

CAPAREZZA

BACKSTAGE CON

EMMA

FL AVIO&FRA

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da ritrarre prima o poi c’è il volto irregolare di Tom Yorke dei Radiohead o quelli “vissuti” di Mick Jagger o Keith Richard dei Rolling Stones. E lo scatto dei Negramaro diventato la copertina del mensile XL non è un traguardo da poco. La carriera – già molto densa, ma appena agli inizi – è piena di aneddoti: un sorso di vino per far vincere ad Emma Marrone la timidezza del primo nudo, l’incontro con Giuliano Sangiorgi al ristorante. “Abbiamo cercato di proteggere Emma dagli sguardi con dei pannelli – raccontano - ma dopo un po’ si è sbloccata, rispondendo alla grande con la mimica facciale e uno sguardo che ti inchioda al muro. Giualiano Sangiorgi lo abbiamo conosciuto al ristorante, quando eravamo suoi fan: oggi, dopo

NK

centinaia di scatti, siamo grandi amici”. Una selezione delle fotografie e alcuni inediti video di backstage sui set si possono guardare sul sito www.flavioefrank.it.

OGGI CHIEDERE AGLI ARTISTI DI METTERSI IN VIAGGIO DA MILANO O DA ROMA, FINO AL SALENTO, NON È PIÙ SOLO UNA BATTUTA



PRIMAVERA

i casteLLi

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È il periodo migliore per apprezzare le bellezze naturalistiche e le testimonianze storico-culturali del Salento: il successo della manifestazione “Cortili aperti”, che nel mese di maggio apre ai visitatori i palazzi della parte antica del capoluogo, lo testimonia. Lecce, tuttavia, non è solo barocco, ma è anche specchio, come tutta la sua provincia, di intrecci mediterranei: le celebrazioni per la Pasqua ortodossa, ad esempio, sono una meravigliosa scoperta. E prima della full immersion estiva, una rilassante escursione a Otranto rende giustizia dell’unicità della perla dell’Adriatico. SPRING It’s the best time to appreciate Salento’s natural beauty and cultural history, such as the event “Cortili Aperti”, or the celebrations for the Orthodox Easter.

Primavera Castello de’ Monti/CORIGLIANO D’OTRANTO


PRIMAVERA

i casteLLi

Castello Aragonese/CASTRO

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Portale d’accesso del castello/COPERTINO


Torrione circolare del castello/ACAYA


PRIMAVERA

i casteLLi

Uno dei cortili interni del castello/OTRANTO

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PAOLOLEO

vini e cantine

CANTINE PAOLOLEO SRL Via Tuturano 21 - 72025 San Donaci (BR) tel. +39 0831 681741 - marketing@paololeo.it - www.paololeo.it

L’arte di fare vino tramandata da generazioni Tra i migliori vini rossi d’Italia spicca il “Fiore di vigna”, ma l’azienda ha anche il primato della produzione in Salento di spumanti e vini rosé “Salento in purezza” sintetizza il progetto aziendale: come si articola la filosofia produttiva della cantina Paolo Leo e quali elementi del “terroir” del Salento interpreta? “La cantina Paolo Leo è un’azienda moderna con una linea di imbottigliamento completamente automatizzata, una capacità di 50.000 ettolitri di vino e 500 barriques francesi e americane per l’invecchiamento dei vini. Ma restare fedeli alla tradizione è sempre stato l’obiettivo di Paolo Leo: animato dalla stessa passione editaria che ha accompagnato l’attività familiare per più di 100 anni, egli ha recuperato l’antica arte di fare vino riproducendo con le nuove tecnologie sapori e profumi legati ad una storia remota. La missione è sempre la stessa: offrire ai consumatori vini che rispecchino nel loro corpo gli odori, i sapori e il carattere della terra salentina da cui traggono origine,

interpretandola nei suoi colori, nella sua storia e nell’unicità dei suoi territori”. Gli ultimi dati di mercato confermano la crescita dei volumi di vendita degli spumanti italiani, in particolare, di quelli rosé. L’azienda vitivinicola Paolo Leo è tra le prime del Salento ad aver accolto la sfida nella produzione di questa tipologia di vini. Quali sono le peculiarità delle bollicine da negroamaro e con quale metodo sono prodotte? “Il nostro Rosarose è uno spumante di negroamaro vinificato in bianco e in rosè (abbiamo queste due varianti) e poi rifermentato con metodo charmat; è uno spumante dalla piacevole bevibilità, ricco di profumi, con un’ottima persistenza e perlage prolungato che lo rendono un insolito ma eccellente calice da proporre in abbinamento a dessert e aperitivi”.


PAOLOLEO

vini e cantine

Terra da rosati e rossi il Salento non vanta una notorietà per i vini bianchi. Eppure il vostro Numen è un’etichetta che ha riscosso diversi apprezzamenti a livello nazionale. Agrumato o esotico, fresco o morbido, questo Chardonnay IGT Salento quali sensazioni offre? “Lo chardonnay è in generale uno dei vitigni più diffusi al mondo, è praticamente presente in tutta l’Italia e anche in Puglia, ma la vinificazione ben curata specialmente in purezza e le condizioni climatiche consentono di ottenere vini di elevato livello qualitativo. Per quanto riguarda il nostro NUMEN condizioni fondamentali per l’ottima riuscita sono: la giusta maturazione delle uve, la raccolta che viene fatta in cassette da 5 kg, il periodo di preappassimento in cui si concentrano le sostanze contenute nella polpa e in ultimo la fermentazione che avviene in barriques di rovere americano e francese. Tutto ciò conferisce al nostro vino colore intensamente giallo, bouquet fruttato e gusto pieno e rotondo, equilibrato e persistente”. Tra gli ultimi premiati della cantina Paolo Leo il primitivo “Fiore di Vigna”, 3º classificato tra i migliori vini rossi di Italia dell’Annuario 2014 di Luca Maroni con ben 96 punti. Ci può raccontare questo rosso, campione da podio? “Fiore di vigna è il risultato di un appassionato lavoro svolto nei campi e di una saggia vinificazione. Le uve raccolte in

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cassette da 5 kg sono lasciate ad appassire per circa 3 settimane esposte ad una costante e mite ventilazione. L’uva si concentra e aumenta notevolmente l’intensità aromatica e la struttura. È rosso intenso, lascia il segno sulle labbra di chi lo gusta, attratto dal suo profondo colore e dal suo profumo inconfondibile. È il classico vino da meditazione, ottimo per esaltare varie pietanze evocando piacevoli sensazioni”. Gli enoappassionati amano sempre di più coniugare i piaceri della tavola al giusto vino. Con quale piatto della gastronomia salentina suggerirebbe in abbinamento al primitivo “Fiore di Vigna”? “Il pranzo tipico domenicale nelle nostre case prevede “orecchiette e pizzicarieddri” fatti a mano conditi con ragù di carni miste lasciato cuocere lentamente per circa 2 ore e pecorino salentino, forte intenso, che ancora si produce nelle nostre masserie. Ecco, credo sia l’abbinamento giusto!”. VINEYARD PASSION FROM THE VINEYARD TO SALENTO, THE MODERN BUSINESS PROJECT OF PAOLO LEO’S WINERY A reality for five generations. Paolo Leo, owner, is a guardian of the tradition and interpreter of Salento territory’s peculiarities. “Salento in purezza” summarizes Paolo Leo winery’s project. What’s your style? “We have recovered the ancient art of wine making and we reproduce with the new technologies flavors and aromas that reflect Salento’s character, from which they originate.” Among its labels, Paolo Leo also has sparkling wines. What are the characteristics? “Our Rosarose is a white or rose sparkling wine, fermented with Charmat method, it has a pleasant drinkability, is rich in aroma and has a good persistence.” How do you make your Numen? “The basic conditions are the right ripening of the grapes, the harvest in boxes of 5 kg, the pre-withering period and the fermentation in American and French oak barrels.” What about the Primitivo “Fiore di Vigna”? “It’s the result of a passionate work in the fields and a wise winification: it’s an intense red wine with a deep color and a unique scent.” Which dish best matches the “Fiore di Vigna”? “I recommend hand-made “orecchiette e pizzicarieddri”, seasoned with mixed meat ragù and Salento’s pecorino.”


PRIMAVERA

gLi eventi

di ilaria lia/foto pierpaolo schiavone

IN QUESTA FOTO PALAZZO PALMIERI (OGGI GUARINI); IN BASSO PALAZZO GORGONI (OGGI MARATI)

Lecce incantatrice con la sua storia e le corti aperte Molto attesa la 20esima edizione di Cortili Aperti, manifestazione promossa dall’Associazione dimore storiche d’Italia Lecce indossa il vestito della festa e si mostra in tutto il suo splendore nel giorno dedicato alla manifestazione “Cortili aperti”, organizzata dall’Associazione dimore storiche d’Italia e che quest’anno celebra la sua 20esima edizione. L’intento è quello di promuovere la conoscenza della storia della città e di rendere fruibile, gratuitamente, le bellezze di cortili, palazzi, ville e giardini di antiche dimore, solitamente chiusi al pubblico. La manifestazione si svolge a maggio ed è una delle giornate più attese tanto dai leccesi quanto dai visitatori che, da tutto il Salento o addirittura da fuori provincia, sono pronti a farne di strada pur di godere dell’iniziativa. I vicoli del centro storico si riempiono di gente, colori e voci, si creano file diligenti in attesa di ammirare lo splendore dei palazzi. Lecce attrae con il suo barocco e si rende ancor più piacevole con tutti gli appuntamenti collaterali che vengono organizzati per rendere unica la giornata: reading di letture, mostre, concerti e anche rappresentazioni teatrali.


PRIMAVERA

gLi eventi

Nell’ultima edizione sono stati aperti al pubblico 27 edifici tra chiese e, soprattutto, dimore storiche. Un tempo abitazioni di aristocratiche famiglie, oggi la maggior parte di esse è stata convertita in B&b. Il modo migliore per fruire della giornata è prendere una mappa e perdersi tra le stradine della parte antica della città, seguendo i cinque itinerari realizzati. Il primo prevedeva la partenza dal cuore del barocco, con la visita ai palazzi che circondano la chiesa di Santa Croce: palazzo Casotti, antica dimora il cui nome deriva dal casato veneziano del 1700, per poi proseguire con palazzo Martirano, così denominato per la famiglia che lo abitò a partire dal 1740, oggi Amabile; la chiesa di San Leucio; palazzo Tinelli con il suo agrumeto; palazzo Gorgoni, oggi Maratti. Il secondo partiva da palazzo Guido per continuare nella casa a 30 31

A SINISTRA E IN QUESTA FOTO, PALAZZO PROTONOBILISSIMO OGGI BORTONE

corte Protonobilissimo, oggi Bortone. L’edificio fu “costruito nella prima metà dell’Ottocento in sopraelevazione delle vecchie costruzioni del piano terra di epoca secentesca. Probabilmente la parte inferiore era destinata a botteghe, stalle ed alloggi dei contadini, addetti alla coltivazione degli orti dell’ex monastero delle Alcantarine demolito nel 1835”. Il

percorso proseguiva per le case a corte in via Vittorio de Prioli e la chiesa Santa Maria degli Angeli che si trova accanto al monastero dei Minimi di San Francesco da Paola. Realizzata a partire dal 1524 per volontà testamentaria del nobile fiorentino Bernardo Peruzzi. Nel terzo itinerario, partendo da Porta Napoli e attraversando via Palmieri, si


PALAZZO MARTIRANO (OGGI AMABILE)

potevano visitare la chiesa di San Giovanni di Dio, o Santa Maria della Pace, che viene utilizzata per incontri e mostre; palazzo Palmieri, oggi Guarini, con il suo stile rococò, dotato di un bellissimo giardino; palazzo Ferrante Gravili; palazzo Apostolico Orsini, oggi Martirano; palazzo Rollo, oggi Andretta e palazzo Palombi, oggi Carrelli Palombi. Il quarto itinerario ha dato l’opportunità ai visitatori di conoscere lo spettacolare Palazzo Andretta, costruito alla fine del XVII secolo; la chiesa di San Sebastiano, Palazzo Guarini, Palazzo Bernardini, Palazzo Sambiasi, Palazzo Brunetti,

oggi Stefanizzo Scippa. L’ultimo invece ha mo strato palazzo Tamborino, oggi Cezzi; palazzo Ca s t r ome d i a no; palazzo Castromediano Vernazza, recentemente restaurato; palazzo Grassi e palazzo Carrozzini. Un’altra particolarità della manifestazione è stata il gemellaggio con il progetto “La scuola adotta un monumento”, che ha consentito di visitare il cortile della scuola Edmondo De Amicis, la sezione greca del museo provinciale Sigismondo Castromediano e palazzo Carafa, sede del Comune di Lecce. Giovani studenti delle scuole superiori hanno fatto da guide speciali, anche in lingua inglese e in tedesco.

NELL’ULTIMA EDIZIONE SONO STATI APERTI AL PUBBLICO 27 EDIFICI TRA DIMORE STORICHE E CHIESE

LECCE ENCHANTS WITH ITS HISTORY AND OPEN COURTS MUCH AWAITED, AS ALWAYS, THE 19TH EDITION OF THE EVENT SPONSORED BY ASSOCIAZIONE DIMORE STORICHE D’ITALIA The event “Cortili aperti” ( Open courtyards), organized by Associazione dimore storiche d’Italia, takes place in May and is one of the most anticipated days for locals and visitors. The intent is to promote knowledge of the history of the city and make available, free of charge, the beauty of courtyards, palaces, mansions and gardens of old houses, usually closed to the public. In the last edition, 27 buildings including churches and, above all, historical homes have been opened to the public. Once homes of aristocratic families, today most of them have been converted into B&Bs. A special feature of the event was the twinning with the project “The school adopts a monument”, which allowed to visit Edmondo De Amicis’s schoolyard, the Greek section of the provincial museum “Sigismondo Castromediano” and Carafa Palace, seat of the Municipality of Lecce. Young high school students have acted as special guides, also in English and German.


GAL TERRA D’ARNEO

sviLuppo deL territorio

GAL verso la sfida della cooperazione internazionale Dal 1997 a servizio del territorio, per il suo sviluppo e la sua valorizzazione Nuovi progetti da sviluppare per il Gal Terra d’Arneo, che comprende i comuni di Nardò, Porto Cesareo, Leverano, Veglie, Salice Salentino, Guagnano, Campi Salentina, Carmiano, Copertino a conferma di come il percorso per la crescita del territorio punti a creare eccellenze su più fronti, dall’accoglienza all’enogastronomia, sviluppando un’economia competitiva e una migliore qualità della vita. 32 33

“Con la fine del 2013 si è concluso per il Gal, un ciclo di programmazione che ha visto un decisivo avanzamento della struttura economica e produttiva del territorio – afferma il presidente Cosimo Durante –. In particolare, le azioni del Gal sono state orientate alla promozione e valorizzazione dell’economia delle tipicità attraverso il sostegno di attività e produzioni connesse con l’identità locale riguardanti i settori agroalimentare,

artigianale, turistico-ricettivo e dei servizi culturali, ambientali e di utilità sociale. Molte delle azioni finanziate in chiusura d’anno prevedono stretta collaborazione ed interventi a supporto, oltre che dei privati, anche delle municipalità e degli ambiti di zona del nostro territorio”. I numeri presenti nella tabella si riferiscono al rendiconto, al 31 dicembre 2013, delle attività finanziate, e in corso di realizzazione, distinte per settore


GAL TERRA D’ARNEO Via Roma 27 - 73010 Veglie (LE) tel. +39 0832 970574 - fax +39 0832 1798282 - gal@terradarneo.it - www.terradarneo.it

MISURA AZIONE

d’intervento riferimento e danno senza ombra di dubbio un chiaro esempio di quanto detto. Da quando è stato creato, nel 1997 fino ad i giorni nostri i programmi finanziati dal Gal hanno contribuito a dare un nuovo aspetto al territorio, che da abbandonato a se stesso ha preso consapevolezza delle sue risorse e opportunità. “Dalla lettura dei dati si evince come gli sforzi maggiori sono stati indirizzati alla creazione di attività che confluiscono in un sistema integrato articolato per reti tematiche che facciano dell’Arneo oltre che una destinazione turistica ed enogastronomica d’eccellenza, un luogo dall’economia competitiva e con una migliore qualità della vita – continua Durante –. Possiamo infatti individuare la rete turistico-ricettiva costituita da residenze in masserie, case coloniche e ville liberty, con una ospitalità diffusa tra l’aperta campagna, i centri storici, i borghi rurali e quelli marinari per una dotazione complessiva di circa 750 posti letto dei quali circa 400 in strutture agrituristiche. La rete delle tipicità locali formata da un insieme di attività enogastronomiche, artigianali, commerciali e dei servizi, comprende pregiati vini, oli di qualità, prodotti da forno, ristorazione tipica e prodotti del mare. Infine, la rete culturale e ambientale che comprende il paesaggio rurale, le aree protette e i parchi naturali, i musei del vino e del mare. Completata con soddisfazione la fase di impegno dei

DENOMINAZIONE AZIONE

DOMANDE FINANZIATE

SPESA TOTALE

(ARROTONDATA IN EURO)

311 az. 1

Ospitalità agrituristica

30

311 az. 2

Masserie didattiche

5

311 az. 3

Fattorie sociali

1

311 az. 4

Agro-artigianato

2

311 az. 5

Produzione energia da fonti rinnovabili

2

312 az. 1

Artigianato tipico locale

16

312 az. 2

Commercio tradizionale

11

312 az. 3

Servizi alla popolazione

7

313 az. 1

Itinerari naturalistici ed enogastronomici

9

1.317.000,00

313 az. 4

Servizi al turismo

2

110.000,00

313 az. 5

Piccola ricettività

27

321 az. 1b

Servizi di utilità sociale

2

310.000,00

323

Tutela patrimonio rurale

4

640.000,00

fondi destinati ai bandi pubblici, dal 2014 si apre per il Gal Terra d’Arneo una nuova stagione dedicata alla realizzazione dei progetti di Cooperazione interterritoriali ed internazionali – conclude il presidente –. Il nuovo e ambizioso obiettivo è quello di proiettare la Terra d’Arneo in

7.400.000,00 396.000,00 175.000,00 172.000,00 600.000,00 496.000,00 363.000,00 253.000,00

2.200.000,00

una dimensione globale favorendo il superamento delle condizioni di isolamento delle aree rurali con conseguente crescita dei territori e dei soggetti partecipanti, sia in termini di impatto culturale che di rafforzamento delle strategie di sviluppo locale a carattere integrato”.

GAL, TOWARD INTERNATIONAL COOPERATION’S CHALLENGE Since 1997 at the territory’s service, for its development and valorisation From president Cosimo Durante: “With the end of 2013, a programming cycle which saw a decisive advancement of the territory’s economic and productive structure, has been completed for Gal. The actions were oriented to the promotion and enhancement of the typicalities’s economy through the support of activities and producions linked with local identity.” From 1997 to our days, the programs funded by GAL have helped giving a new look to the territory. “From the data, it’s clear that major efforts have been directed to activities that come together in an articulated system for thematic networks, which give Arneo a competitive economy and better quality of life. The tourist-receptive network, made by residences in manor farms, farmhouses and Art Nouveau villas, historic centers, rural and seaside villages. The local specialties network includes fine wines, quality oils, bakery products, and typical food products of the sea, and finally, the environmental and cultural network of the rural landscape, protected areas and museums. From 2014, interregional and international Cooperation projects have started. The new goal is to project Arneo in a global dimension, fostering the overcoming of the conditions of isolation for rural areas, with resulting territory’s growth.”


PRIMAVERA

storia e tradizioni

“Christòs Anesti” Cristo è risorto

Nel cuore del barocco leccese si celebrano anche riti bizantini Culla delle liturgie pasquali è la piccola ma incantevole chiesa di San Niccolò dei Greci

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di mariella tamborrino/foto pierpaolo schiavone

SI TRATTA DI UN PICCOLO MA AFFASCINANTE LUOGO DI CULTO DI ORIGINI ANTICHE, RICOSTRUITO EX NOVO IN EPOCA NEOCLASSICA

A SINISTRA, PARTICOLARE DELL’ALTARE E DEL CROCIFISSO; A DESTRA, UNO SCORCIO DELLA CHIESA DI SAN NICCOLÒ DEI GRECI

Incastonato nel cento storico di Lecce, c’è un piccolo gioiello neoclassico. È la chiesa di San Niccolò dei Greci, comunemente chiamata “chiesa greca”, che sorge a due passi dalla basilica di Santa Croce e si affaccia su una piazzetta che raccoglie, ogni anno, uno dei riti più suggestivi della Settimana Santa leccese. La Pasqua, più di ogni altra festa religiosa, viene celebrata con rituali molto simili, un po’ ovunque. È da intendere come la festa della resurrezione e della vita che unisce tutti i cristiani della Terra. Un simbolo di fede e di unità. Gli stessi sentimenti animano la tradizione bizantina. Cuore di queste usanze è la chiesa di San Niccolò dei Greci, sede della parrocchia di San Nicola di Mira, al cui interno si svolgo-

no funzioni di rito greco-bizantino. Si tratta di un piccolo ma affascinante luogo di culto, di origini antiche, che venne ricostruito ex novo in epoca neoclassica (a partire dal 1765) per la colonia di mercanti greci ed albanesi che risiedeva in città. Il parroco, Nik Pace, ci introduce in questo mondo e ci spiega tutti i segreti legati alla settimana di Passione versione “orientale”. “La Pasqua – dice – viene celebrata, come quella cattolica, secondo il calendario Gregoriano ed è vissuta come un momento nuziale. La settimana della Passione – prosegue – è scandita dall’attesa del nymphios, lo sposo, con un evidente richiamo alla parabola evangelica che narra delle vergini che, in piena notte, trepidanti, attendono l’arrivo dello sposo. Ecco, allo stesso modo, tutta la comunità, attende con entusiasmo l’arrivo di Cristo, per il quale viene anche allestito il talamo nuziale, ovvero l’altare che è sì, il luogo del sacrificio, ma per noi orientali diventa anche il luogo dove Gesù non muore, ma si addormenta”. Durante i primi tre giorni della Settimana Santa, si celebrano i cosiddetti “riti dello sposo”. Da giovedì cominciano tutte le funzioni tipiche, come


PRIMAVERA

storia e tradizioni

l’ultima cena e la lavanda dei piedi. Giovedì sera, in occasione dei Sepolcri, la chiesa resta aperta fino a tardi, anche se qui non c’è l’altare della Reposizione ma vi è esposta la Croce. Venerdì è il giorno della Passione e della Morte, quindi si prepara il talamo. Ed è un tripudio di fiori bianchi. Si prega attorno al tafos (sepolcro), con le lamentazioni funebri che però vengono scandite da un ritmo allegro e anche il sacerdote adotta un abbigliamento per così dire ‘festoso’. “Indossiamo gli abiti più belli – spiega padre Nik – per ringraziare Gesù del sacrificio fatto per noi”. Il coro della parrocchia intona i canti funebri dell’“Epitafios Thrinos”. Al termine del rito, il baldacchino del “sepolcro”, come da tradizione, è portato in processione verso il vicino monastero delle benedettine di San Giovanni che sorge a pochi metri. “Il sabato – dice padre Nik – vi è l’annuncio della Resurrezione, ed è la messa più bella e coinvolgente di tutta la settimana. Si annuncia la Resurrezione e nel contempo si spargono foglie d’alloro per tutta la chiesa. Un gesto simbolico, per sottolineare come la vita abbia avuto la meglio sulla morte. L’alloro è infatti il simbolo della vittoria”. Altro momento suggestivo è quello della luce. Nella chiesa, completamente al buio, il sacerdote fa accendere le candele ai fedeli da un’unica fonte. Poi si esce nella

piazzetta per l’officiatura. Nel frattempo, all’interno del luogo sacro, si procede con i preparativi per il rientro. Si sentono dei rumori, ed è a questo punto che il sacerdote pronuncia per tre volte la frase: “Spalancate le porte al re della gloria!” Quando finalmente le porte si spalancano, la chiesa è immersa nella luce. Cristo ha vinto sul Maligno. Si esce dalle tenebre per andare incontro alla vita. Quando viene celebrata la messa di Pasqua, i fedeli, al loro ingresso, passano sotto una pioggia di petali di fiori. Durante la funzione, vengono benedette le uova rosse, “perché il rosso – conclude padre Nik – simboleggia la vita che rifiorisce per non morire più”. Infine, la domenica di Pasqua viene celebrata la messa con la proclamazione “babelica” del Vangelo in varie lingue.

EASTER, THE CHARM OF THE BYZANTINE RITE: “CHRISTÒS ANESTI” IN THE STREETS OF LECCE’S BAROQUE IS THE “GREEK CHURCH”, THE CRADLE OF ORTHODOX LITURGY. IN HOLY WEEK, AN OPPORTUNITY TO DISCOVER IT Nestled in the historic center of Lecce, there is a small neoclassical gem. It’s the church of San Niccolo dei Greci, commonly called “Greek Church”, which is located a few steps from the Basilica of Santa Croce, the undisputed baroque’s symbol. It overlooks a small square which houses one of the most evocative rites of Holy Week. The parish of St. Nicholas of Myra is a small but charming place of worship, of ancient origins, which was rebuilt from scratch in the neoclassical period for the colony of Greek merchants and Albanians who lived in the city. During the first three days of Holy Week, the so-called rites of the groom are celebrated. From Thursday, all the typical functions begin, such as the Last Supper and the washing of the feet. Friday is the day of the Passion and Death, when the thalamus is prepared. And it’s a riot of white flowers. Prayers take place around the tafos (tomb), with the funeral lamentations which are, however, marked by an upbeat tempo and even the priest wears ‘festive’ clothing. “On Saturday - says father Nik - there is the announcement of the Resurrection, and is the most beautiful and engaging Mass of the week. Finally, on Easter Sunday, Mass is celebrated with the “Babelic” proclamation of the Gospel in various languages.

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IN BASSO, UNA VISTA INTERNA DELLA CHIESA DI SAN NICCOLÒ DEI GRECI E ALCUNI PARTICOLARI DEGLI ARREDI CARATTERISTICI DELL’ARTE BIZANTINA



PRIMAVERA

i LuogHi

FARO DELLA PALASCIA

Il viaggio ideale a Otranto comincia la mattina presto di un assolato giorno d’estate con una passeggiata tra le vie del centro storico alla scoperta di storie e luoghi, di luci e colori che la pietra custodisce. Di origine messapica, Otranto fu fiorente centro di cultura greca prima e sede municipale durante l’Impero romano poi. Tra le città marinare più importanti di Puglia grazie alla sua strategica posizione geografica, divenne un importante snodo commerciale a cerniera tra oriente e occidente. In epoca medievale fu cinta e fortificata, ma ciò non bastò ad evitare il noto sacco del 1480 ad opera dei Tur38 39

chi guidati da Maometto II, che fecero strage della popolazione decapitando gli 800 martiri – recentemente proclamati santi – le cui ossa sono conservate nella cattedrale. La città si risollevò, fu meglio fortificata e resistette agli insistenti attacchi dei Saraceni, finché nel Settecento non cominciò la sua lenta trasformazione nel centro urbano che oggi conosciamo. Il meraviglioso mosaico pavimentale della cattedrale, il più grande d’Europa, scelto dal Comitato EXPO 2015, come simbolo del Padiglione Italia, la piccola chiesa di San Pietro di origine bizantina, la maestosa fortificazione del castello


di daniela de rosa/foto pierpaolo schiavone

OTRANTO

Davanti allo sperone di terra più orientale d’Italia, Ionio e Adriatico si incontrano e si fondono ai piedi della torre di avvistamento fatta erigere dai militari di Carlo V nel XV secolo, poi trasformata nell’attuale faro

aragonese con il suo torrione lanceolato, sono solo alcuni degli imperdibili tesori custoditi tra le mura di questo borgo abbracciato dal mare. Il caldo di mezzogiorno è ora divenuto insostenibile… è tempo di andare. E allora mare: quello di sabbia bianchissima degli Alimini e della Baia dei Turchi a nord, quello degli scogli aguzzi della Baia dell’Orte e quello delle alte falesie rocciose di Punta Palascia a sud. Qui, davanti allo sperone di terra più orientale d’Italia, Ionio a Adriatico si incontrano e si fondono ai piedi della torre di avvistamento fatta erigere dai

militari di Carlo V nel XV secolo, poi trasformata nell’attuale faro, oggi completamente restaurato. Le torri di avvistamento costellano il litorale di Otranto, avamposti di un articolato sistema difensivo snodato lungo tutta la costa salentina a difesa del territorio dalle incursioni nemiche. Torre Fiumicelli, torre Santo Stefano, torre del Serpe, torre dell’Orte e torre Sant’Emiliano si affacciano su paesaggi di estrema bellezza, tutelati dall’istituzione nel 2006 del Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca per la salvaguardia della costa orientale del Salento e delle sue specie


PRIMAVERA

i LuogHi

faunistiche e vegetali. Ancora, il pomeriggio è dedicato ai dintorni di Otranto che regalano scorci suggestivi e paesaggi sorprendenti, come la Grotta dei cervi, nella baia di Porto Badisco, scoperta solo nel 1970, che racchiude al suo interno un immenso patrimonio archeologico fatto di graffiti e fossili di epoca paleontologica. Imperdibile è il laghetto appena a sud di Otranto, vecchia cava per l’estrazione della bauxite da cui si ricava l’alluminio che, abbandonata a metà degli anni ’70, si è riempita di acqua di falda freatica dando vita ad un paesaggio unico. L’atmosfera qui è magica: il rosso della bauxite che circonda lo specchio d’acqua si mischia al verde della vegetazione acquatica e paludosa in una visione onirica. Il tramonto richiama in città. Otranto si riempie di luci e colori: i negozietti tipici, i bar ed i locali che animano le vie del borgo ospitano centinaia di turisti attirati dalla musica e dal buon cibo, e si accalcano nelle strette viuzze fino a tarda notte. La notte trascorre così, nella piazza del castello o lungo i bastioni a strapiombo sul mare scaldati dalla pietra del borgo che rilascia lentamente il calore accu40 41

mulato nella lunga giornata di sole. E quando la notte si fa fonda sotto un cielo nero lucente di stelle, basta spostarsi nuovamente a Punta Palascia per l’ultimo meraviglioso spettacolo che Otranto riserva: l’alba urla lampi rossi nel cielo che si rischiara ed il sole timido fa lentamente capolino dal mare. OTRANTO IN FRONT OF ITALY’S EASTERN MOST SPUR, IONIAN AND ADRIATIC SEAS MEET AND FUSE TOGETHER BELOW THE TOWER ERECTED BY CHARLES V’S ARMY IN THE 15TH CENTURY, LATER TRANSFORMED INTO A LIGHTHOUSE Of messapic origins, Otranto was a thriving center of Greek culture before and town hall during the Roman Empire later: it then became an important commercial hub between East and West. The mosaic floor of the cathedral (largest in Europe, chosen as simbol of “Padiglione Italia” for EXPO 2015), the small church of St. Peter of byzantine origin and the Aragonese castle’s fortification, are just some of the treasures of this town embraced by the sea, sandy for the Alimini and Baia dei Turchi to the north, rocky for Baia dell’Orte and Punta Palascia to the south. Here we find the tower erected by Charles V’s army in the 15th century, later transformed into a lighthouse, now restored. Watch towers dot Otranto’s coasts: Torre Fiumicelli, Torre Santo Stefano, Torre del Serpe, Torre dell’Orte and Torre Sant’Emiliano. The afternoon is dedicated to Otranto’s surroundings, which offer panoramic views and breathtaking landscapes, such as Grotta dei cervi, in Porto Badisco’s bay, only discovered in 1970, which contains a heritage made by graffitis and fossils of paleontological era. Not to be missed is the small lake just south of Otranto, where the atmosphere is magical. At sunset Otranto is filled with lights and colors, including local shops, bars and clubs which animate the town’s streets until late at night.

IN ALTO, LE CAVE DI BAUXITE; PIÙ IN BASSO, IL MOSAICO PAVIMENTALE PIÙ GRANDE D’EUROPA, ALL’INTERNO DELLA CATTEDRALE DI OTRANTO


PRIMAVERA

i sapori

di jlenia m. gigante/foto pierpaolo schiavone

LA RICETTA 500 g di linguine 5/6 dozzine di ricci olio extravergine di oliva aglio, sale, pepe Aperti i ricci, raccogliere la polpa in una ciotola. In una casseruola scaldare l’olio da aromatizzare con poco aglio tritato. Unire le linguine cotte al dente amalgamandole bene con la polpa dei ricci e con un pizzico di pepe. 500 g linguine 5/6 dozens of sea urchins Extra virgin olive oil Garlic, Salt, Pepper Open the urchins and collect the pulp in a bowl. In a saucepan, heat the oil to flavor with a bit of minced garlic. Combine linguine cooked al dente and mix well with the pulp, then add a pinch of pepper.

Fuori le spine, dentro la bontà Tutti pazzi per i ricci L’abbinamento della polpa con le linguine è oramai un classico della gastronomia salentina Nella punta estrema del Tacco d’Italia, coccolata dall’abbraccio di Adriatico e Jonio, non c’è modo di tenere un salentino lontano dal mare. Meno che mai nel preludio alla primavera di una giornata tiepida e ventilata di inizio marzo. Di fronte all’acqua che sciaborda a riva, respirando lo iodio diffuso dal vento, l’appuntamento è anche con il gusto. Frutti di mare e non solo. La primavera, nella gastronomia del Salento tra i THORNS ON THE OUTSIDE, GOODNESS ON THE INSIDE. ALL CRAZY FOR SEA URCHINS THE COMBINATION OF THE PULP WITH LINGUINE, COOKED AL DENTE, IS NOW A SALENTO’S COOKERY’S CLASSIC. The sea urchins flavor has to be experienced in a main course of local tradition: the linguine with sea urchins accompanied with a fresh verdeca, even better if sparkling. “They have to be fresh and plentiful and the extra virgin sweet and delicate.”, as suggested by two passionate kitchen alchemists, Daniela Montinaro and Annarita Merenda.

due mari, si risveglia con il gusto del riccio. L’intensità del profumo e il sapore salino dolciastro sono l’occasione ghiotta per numerosi gourmand locali che dalla tarda mattinata al pomeriggio inoltrato affollano le minuscole pescherie affacciate sul mare. Dal colore generalmente rosso corallo vivo, la polpa del riccio si gusta cruda accompagnata da fette di pane caldo e formaggio. Cult gastronomico salentino, è al top in primavera quando la polpa è piena. L’esaltazione del suo sapore è da sperimentare anche in un primo piatto della tradizione locale: le linguine ai ricci da completare con un fresco e aromatico verdeca, ancora meglio se in versione frizzante. Per preservare la piacevolezza del gusto del riccio, il segreto è che “siano freschi e abbondanti, come pure che l’olio extravergine da usare sia dolce e delicato”, suggeriscono due appassionate alchimiste in cucina, Daniela Montinaro e Annarita Merenda.


HOTEL LA ROCCIA

strutture ricettive

Hotel La Roccia a Castro Marina pieds dans l’eau! Scenario da sogno, comfort e buona cucina tutto è pensato per la vacanza indimenticabile

Svegliarsi la mattina e avere davanti lo spettacolo del cielo infinito che si tuffa nel mare cristallino, intorno solo il rumore delle onde e dei gabbiani. L’hotel, pieds dans l’eau, regala la sensazione di trovarsi su di una nave, da cui assistere allo splendido scenario che il mare offre a tutte le ore del giorno: dallo spettacolo, sempre diverso, dell’alba, ai magnifici colori che si spandono al tramonto, al chiarore luminoso della luna. Scegliere di trascorrere un periodo di totale relax, in qualsiasi momento dell’anno, 42 43

nell’hotel La Roccia significa aver pianificato una perfetta fuga dalla realtà e dallo stress quotidiano. Si può scegliere di rimanere in albergo e di godersi il mare, grazie alla spiaggia rocciosa privata, il cui accesso in acqua è reso agevole da una piattaforma e da una scaletta. O decidere di scoprire il Salento. Lo staff, preparato e disponibile, è pronto ad assecondare le voglie di escursione nelle città di mare: Otranto, S.Cesarea Terme, Castro, S. Maria di Leuca, Gallipoli; oppure in quelle dell’entroterra, rinomate per i loro spettacolari centri storici, dal

barocco inconfondibile come Lecce, Galatina, Maglie, Otranto, Gallipoli, Tricase. La struttura è anche la scelta ideale per organizzare cerimonie ed eventi, grazie alla sua elegante sala con vista sul mare e la terrazza sulla scogliera. La responsabile amministrativa dell’hotel Eleonora Di Bari, ha risposto ad alcune domande. Garantire una buona permanenza è una grande responsabilità. Quali i segreti per riuscirci? “Il primo grande segreto è da attribuire alla natura: l’hotel sorge nella baia di Castro


HOTEL LA ROCCIA Via Litoranea per Tricase, Castro Marina - Castro (LE) tel. +39 0836 979013 - +39 347 2834277 rocciahotel@email.it - www.larocciahotel.it - coordinate: 40 - 18.423104

Marina, in una posizione splendida e unica nello scenario della costa salentina; il mare è cristallino, sempre pulito e sempre calmo perché riparato dal promontorio. Altri punti di forza sono l’ottima cucina dello chef Roberto, varia e gustosa; la dimensione dell’hotel (solo 20 stanze) che garantisce un soggiorno tranquillo e la cortesia e l’affabilità del personale, che dà la sensazione di essere “a casa”. L’ambiente esterno, inoltre, offre molti angoli relax, con comodi salottini su cui leggere un libro o gustare un aperitivo, con davanti agli occhi lo scenario del mare e delle piante tipiche mediterranee che rendono l’atmosfera ancora più bella e raffinata. La sera, poi, si cena a lume di candela in un ambiente ovattato e tranquillo, con una piacevole e rilassante musica d’ambiente”. Quali sono le tendenze per l’anno 2014 e le novità riservate ai clienti? “Le novità sono partite già nel 2013, con un significativo restyling: sono state realizzate 5 nuove camere, a pian terreno con affaccio diretto sul mare, la sala ristorante è stata completamente rivista e anche le camere sono state ristrutturate, con

i colori, bianco e turchese, in perfetta linea con lo stile mediterraneo, ed i mobili decorati con pittura artigianale salentina”. L’hotel dispone di un ristorante aperto a tutti. Quali sono i prodotti e i piatti proposti? “Teniamo particolarmente alla cura della cucina, ogni preparazione nasce dalla scelta accurata degli ingredienti tipici locali: pescato sempre fresco, pasta fresca modellata da sapienti mani esperte, pane casereccio, olio di extravergine d’oliva

prodotto da olive di altissima qualità, carni selezionate, freschissimi ortaggi e verdura coltivati e raccolti in loco. Gli antipasti sono sempre vari, prevalentemente a base di pesce (anche crudo) e verdure; come primi piatti “speciali” abbiamo gli spaghetti vongole e bottarga, spaghetti alle sarde con pane profumato, panciotti ripieni di melanzane e scamorza con pesto di rucola e pomodorini; tra i secondi primeggia il pesce spada alla ghiottona o il filetto di tonno al sesamo”.

HOTEL LA ROCCIA TO CASTRO MARINA: PIEDS DANS L’EAU! The hotel gives the feeling of being on a ship, from which it’s possible to watch the beautiful scenery offered by the sea, also, the staff is always available to give help and infos about the surroundings. The hotel is also the ideal choice for organizing ceremonies and events, thanks to its elegant dining room with sea view and a terrace on the cliff. What are the secrets to guarantee a good stay? “L’hotel is located in Castro Marina’s bay, with crystal clear sea, always clean and calm. Other strengths are the cuisine of chef Roberto, the size of the hotel (only 20 rooms), which ensures a stay and the external environment, which offers many relaxing spots.” Any changes for 2014? “A significant restyling: 5 new rooms, restaurant completely overhauled, refurbished rooms and furnitures decorated with Salento’s handmade painting.” The hotel has a restaurant open to all. What are the products and the suggested dishes? “Everything comes from careful choice of the typical ingredients: fresh fish, fresh pasta, homemade bread, extra virgin olive oil produced from the highest quality olives, selected meats, fresh vegetables and vegetables grown and harvested locally.”



ESTATE

Litorale e grotte

L’orizzonte multiculturale di quella che una volta fu la Terra d’Otranto si coglie in maniera netta nelle raffinate declinazioni architettoniche delle ville di Santa Maria di Leuca, luogo eletto da oltre un secolo per le vacanze della nobiltà salentina. Oggi l’estate è molto più “democratica” e di massa, ma l’ampiezza dell’offerta di intrattenimento non perde di vista la qualità: rassegne come “La Notte della Taranta” e il “Locomotive Jazz Festival” richiamano pubblico da ben oltre i confini pugliesi. Del resto la provincia di Lecce ha così tante località turistiche che pare ci sia posto davvero per tutti. SUMMER The multicultural horizon can be captured in Santa Maria di Leuca’s villas. Today, summer is much more “democratic”, with “La Notte della Taranta” and “Locomotive Jazz Festival”.

Estate Litorale/PORTO CESAREO


ESTATE

LitoraLe e grotte

Le due sorelle/TORRE DELL’ORSO

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Torre Squillace/NARDÒ

Porto Selvaggio/NARDÒ


ESTATE

LitoraLe e grotte

Grotta della Vora o della Cattedrale/LEUCA

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Passaggio in mare/MARINA DI TIGGIANO


ESTATE

PH: LUCIANO BAGLIVI

gLi eventi

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PH: ANDREA STELLA

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IL SALENTO OLTRE LA PIZZICA La Notte della Taranta è l’evento di punta, ma l’estate salentina è una fucina di concerti capace di accontentare proprio tutti i palati musicali Dal jazz all’indie, dal reggae alla lirica 50 51


di ilaria ??? ???/foto marinaci/ ??? ??? foto pierpaolo schiavone tranne dove diversamente indicato

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1. KINGS OF CONVENIENCE 2. MARCO BARDOSCIA 3. DANIELE SILVESTRI 4. NICCOLÒ FABI 5. EUGENIO BENNATO 6. IVAN MAZUZE

Se il Salento si dovesse identificare con un solo strumento musicale, di certo, verrebbe subito da pensare al tamburello. Magari quello marchiato con il celebre ragnetto della “Notte della Taranta”. Se pure calzante, però, il binomio Salento-tamburello, o, se vogliamo, Salento-pizzica, ad uno sguardo attento, risulterebbe riduttivo. Perché? La risposta si può trovare nel caleidoscopio di festival e rassegne estive, che culminano, sì, nell’apoteosi del concertone di Melpignano, ma dopo aver attraversato altri generi, capaci, soprattutto negli ultimi anni, di trovare terreno fertile dove crescere anche nella patria delle tarantate. Fra questi c’è, senza dubbio, il jazz che, i primi giorni di agosto, si prende la scena grazie al “Locomotive Jazz Festival”, diretto dal sassofonista Raffaele Casarano. Quattro giorni in cui arrivano nel Salento gli interpreti più originali di un genere che fa dell’improvvisazione, dell’allegria e della condivisione la sua forza. Nel corso delle otto edizioni della rassegna, Casarano ha incrociato il suo sax con quello di Javier Girotto, con le trombe di Paolo Fresu e Luca Aquino, con le voci di Giuliano Sangiorgi, Gino Paoli e Franco Califano. Momento clou l’attesissima “Alba in Jazz”, concerto che si tiene in un luogo suggestivo, alle quattro del mattino, per salutare il sorgere del sole, sempre con un ospite diverso: nel 2013

è stato Gaetano Curreri degli Stadio. A celebrare, invece, la musica indie nazionale ed internazionale è il Sud Est Indipendente, un festival organizzato da Coolclub ed approdato dallo scorso anno a Lecce. A salire sul palco del Sei sono stati artisti come Baustelle, Gogol Bordello, Teatro degli Orrori, Vinicio Capossela, Mannarino, Brunori Sas, Daniele Silvestri e i Kings of Convenience. Una rassegna, insomma, che tiene sempre le antenne ben drizzate per intercettare il meglio della scena indipendente, cercando di accaparrarsi la presenza di chi val la pena di scoprire tout court oppure riascoltare.

Ma il tempio salentino della musica estiva, che sia rock o punk, reggae o pop, ska o elettronica, è il Parco Gondar di Gallipoli, che, in cinque anni di vita, ha ospitato – nei suoi 20.000 mq consacrati al divertimento – circa un milione di visitatori, accorsi da tutto il sud Italia per assistere a concerti esclusivi. Come quelli che lo scorso anno hanno avuto fra i nomi di punta Manu Chao, i Sud Sound System, gli Skunk Anansie e Ska-P, in un cartellone fittissimo di serate concentrate fra luglio e agosto. La Lecce barocca, bella e raffinata, dal canto suo, fa da cornice perfetta alla


ESTATE

gLi eventi

UN CALEIDOSCOPIO DI FESTIVAL E RASSEGNE, CHE CULMINANO NELL’APOTEOSI DEL CONCERTONE DI MELPIGNANO 8

7. FRANCO SIMONE 8. RAFFAELE CASARANO 7

musica colta dell’Orchestra Sinfonica Tito Schipa, impegnata nella stagione estiva, sotto la direzione artistica di Ivan Fedele. Grandi direttori e solisti si alternano con la formazione salentina – che, in passato, ha ospitato, fra gli altri, Nicola Piovani, Luis Bacalov e Salvatore Accardo – in un repertorio eseguito all’aperto e spesso più leggero e sfizioso rispetto a quello proposto nel chiuso dei teatri. La città che ha dato i natali a Tito Schipa, poi, ammalia – e non potrebbe essere altrimenti – anche i melomani con la lirica. Due le opere già annunciate che dovrebbero essere portate in scena nell’estate 2014: “Orfeo ed Euridice” di Christoph Willibald Gluck a giugno e “La Bohème” di Giacomo Puccini ad agosto. La stagione dei grandi eventi si chiude, infine, con il Festival itinerante della “Notte della Taranta” – venti giorni di concerti nelle piazze della provincia – e con il concertone finale che, ogni anno, richiama nel piazzale davanti all’ex convento degli Agostiniani, a 52 53

Melpignano, una folla oceanica di gente pronta a farsi imbrigliare nella rete del ragno nero, saltando e ballando senza sosta nel cuore della notte. La formula è sempre quella, anche se più volte si è parlato di cambiare: un maestro concertatore che venga da fuori e cucia un vestito nuovo sui pezzi più celebri della tradizione salentina e star della musica leggera o ospiti di richiamo internazionale che prestino la loro voce per l’esecuzione di alcuni brani. Dopo Ludovico Einaudi e Goran Bregovic, nell’ultima edizione è toccato a Giovanni Sollima e ai suoi violoncelli concertare tutto, mentre ad Emma Marrone (nell’inedita versione di tarantata sul palco) il ruolo di protagonista insieme a Niccolò Fabi e Max Gazzè. Tante, quindi, le varianti nella manifestazione di punta del territorio. Una sola la certezza: l’Orchestra Popolare Notte della Taranta, che ogni anno è sempre più padrona della scena. Della tradizione, infatti, è la vera custode e sta riuscendo con maestria a proiettarla nel futuro.

SALENTO, BEYOND THE “PIZZICA” THE NOTTE DELLA TARANTA IS THE MAIN EVENT, BUT SALENTO’S SUMMER ALSO FEATURES A SERIES OF CONCERTS, ABLE TO SATISFY EVERYONE. FROM JAZZ TO INDIE, FROM REGGAE TO OPERA. Salento’s summer not only hosts the “Notte della Taranta”, but also an array of festivals that culminate in Melpignano’s concert. Among these, for example, the “Locomotive Jazz Festival”, directed by saxophonist Raffaele Casarano, or the indie festival “Sud Est Indipendente”. But the temple of Salento’s summer music, whether rock or punk, reggae or pop, ska or electronic, is the Parco Gondar in Gallipoli, that, in five years, has hosted about a million visitors who came from all over Southern Italy to attend exclusive concerts. Lecce’s baroque is also the perfect setting for the classical music Tito Schipa’s Symphonic Orchestra, making an effort in the summer season, under the artistic direction of Ivan Fedele. The city that gave birth to Tito Schipa, also charms music lovers with the opera. This season of big events ends, finally, with the traveling festival of “Notte della Taranta” and the final concert that every year draws in front of the former Augustinian convent in Melpignano a huge crowd of people, ready to be trapped in the web of the black spider, jumping and dancing non-stop in the middle of the night.



ESTATE

storia e tradizioni

VILLA EPISCOPO

Leuca, perla incastonata tra fascino e mistero

Impreziosita da suggestive ville d’epoca, la punta più estrema della Puglia riflette la sua bellezza in un mare da favola Fascino e mistero, leggenda e storia, fanno di Santa Maria di Leuca, estremo lembo del Salento, un posto magico e incantevole che rapisce il cuore di ogni visitatore. E non può che essere così, anche per lo splendore del panorama che si scorge salendo sul promontorio, sul quale sorge la basilica e dove si trova il potente faro. Lo sguardo si perde nell’immensità del mare, lì dove lo Ionio risale verso nord per poi congiungersi all’Adriatico. Sacro e profano si legano indissolubilmente rendendo Leuca una località unica. Terra di passaggio per i pellegrini che volevano recarsi o arrivavano dalla 54 55

Terra Santa, pare fu il primo approdo di San Pietro, diretto a Roma. Molti secoli dopo, e precisamente nel 2008, un vescovo di Roma, Papa Benedetto XVI, ha calcato lo stesso suolo. I suoi fondali custodiscono i resti di antiche e recenti battaglie: i marinai ricordano ancora con dolore le vittime dell’affondamento del sommergibile italiano Pietro Micca, avvenuto il 29 luglio 1943. Le sue coste, frastagliate e ricche di grotte sono fonte di antiche leggende che ancora adesso si tramandano. Ce ne sono diverse che raccontano la nascita della stessa Leuca, tutte hanno come protagonista una bellissima sirena. Una di queste

narra che Leucàsia – nome dal greco leukòs, bianco – cantasse divinamente e con la sua voce attirasse i marinai. Questa era irresistibile per tutti tranne che per un pastore fermo sulla costa, Melisso, che scelse di restare fedele alla sua innamorata, Arìstula, non cedendo alle lusinghe. Leucàsia, offesa, appena trovati i due amanti abbracciati sugli scogli si volle vendicare scatenando una tempesta che trascinò i due giovani sui fondali, sbattendo i loro corpi contro gli scogli. Abbandonò i cadaveri sulle due punte opposte del golfo, in modo tale che nessuno riuscisse più ad unirli. Dal


di ilaria lia/foto pierpaolo schiavone

VILLA MERIDIANA

COLONNA DELLA CASCATA MONUMENTALE

suo tempio la dea Minerva vide tutto e decise di dare eternità ai corpi degli amanti facendoli diventare punta Meliso e punta Ristola. A quel punto Leucàsia, pietrificata dal rimorso, si trasformò nella bianca città di Leuca. Come una bellissima donna distesa tra le due estremità, rapisce i visitatori anche d’inverno affascinandoli con il suo struggente e melanconico profilo. Le famiglie aristocratiche del Salento

elessero Leuca a sede per il tempo libero mentre è il rifugio ideale di molte personalità pubbliche. Nel suo accogliente porto sono spesso attraccate splendide imbarcazioni di attori, star della musica, esponenti politici di primo piano e non solo italiani. I fasti della nobiltà si mostrano attraverso la sontuosità e l’eleganza delle grandi ville che si affacciano sul lungomare. Costruite tra ’800 e ’900, molte richiamano il gusto orientale, alcune si caratterizzano per una struttura architettonica complessa, con colonne e porticati affacciati su giardini a prato inglese o per la presenza di torrette o

piccole cupole. In primavera, in occasione di eventi che richiamano una gran pubblico, le ville aprono i loro cancelli. È possibile così per tutti ammirare villa Meridiana, chiamata così per via dell’orologio solare sulla facciata in stile art decò; villa Greco dai tratti moreschi ed orientaleggianti e villa Daniele - Romasi che assomiglia ad una grande nave; la gotica sontuosità di villa Mellacqua; villa Episcopo di gusto decisamente orientale con i suoi tetti che richiamano le coperture delle pagode cinesi; villa Fuortes, più sobria e di gusto classicheggiante con le sue colonne doriche; il finto medie-


ESTATE

storia e tradizioni

VILLA MELLACQUA

vale di villa Pia, con il suo torrione merlato; villa Maruccia dallo strano gotico misto a richiami in stile egizio. Quasi ogni villa era collegata ad una bagnarola che poteva essere costruita in legno, in pietra o in muratura. Costituivano un attestato della potenza dei proprietari, che estendevano il loro lignaggio anche su un pezzo di scogliera. Scopo principale era, però, quello di essere un luogo sicuro per le signore che volevano fare il bagno, dove poter lasciare i propri effetti e denudarsi sottraendosi agli sguardi indiscreti. Le donne che non sapevano nuotare rimanevano protette nelle vasche o pozze, scavate appositamente tra gli scogli. Dove non poteva arrivare lo sguardo è giunta, invece, la malizia: nelle bagnarole non tutte le virtù, si racconta, rimanevano salde. 56 57

BAGNAROLA DI VILLA MERIDIANA

LE FAMIGLIE ARISTOCRATICHE DEL SALENTO ELESSERO LEUCA A SEDE PER IL TEMPO LIBERO. OGGI È IL RIFUGIO IDEALE DI MOLTE PERSONALITÀ PUBBLICHE LEUCA, PEARL SET BETWEEN FASCINATION AND MYSTERY EMBELLISHED WITH CHARMING VILLAS OF THE ERA, APULIA’S EXTREME POINT REFLECTS ITS BEAUTY WITH A FABULOUS SEA Charm and mystery, legend and history, make Santa Maria di Leuca, the extremity of Salento, a magical and enchanting place that captivates the heart of every visitor. Its coastline, rugged and full of caves are a source of ancient legends. There are several that tell about the birth Leuca itself, all have as their protagonist a beautiful mermaid. As a beautiful woman lying between the two ends, Leuca kidnaps visitors even in

winter, fascinating them with its poignant and melancholy profile. The aristocratic families of Salento elected Leuca as seat for leisure and is the ideal shelter for many public figures. In his welcoming harbor are often moored magnificent boats of actors, music stars, prominent politicians, and not just Italians. The splendor of the nobility is revealed through the elegance of the large villas that overlook the waterfront. Built between ‘800 and ‘900, many recall oriental taste, some are characterized by a complex architectural structure. In spring, in occasion of events that attract large audiences, the villas open their gates. Almost every house was connected to a rattletrap made of ​​ wood, stone or masonry.



ESTATE

i LuogHi

COSTA ADRIATICA

La varietà del litorale della provincia di Lecce la si può scoprire solo percorrendo la strada litoranea che dai dintorni del capoluogo si spinge verso sud attraverso mille paesaggi e colori Uno dei tratti più affascinanti e variegati della lunga costa salentina è quello delle marine di Melendugno, affacciate sull’Adriatico e da tempo insignite dall’ambito riconoscimento della Bandiera Blu. La strada litoranea lambisce la costa di Torre Specchia dove onde di sabbia nascondono piccole spiagge riservate tra scogli affioran-

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ti, insenature riparate dai venti più forti e in genere affollate dalle famiglie del posto nel mese di agosto. Il fondale è sabbioso e poco profondo. Spostandosi verso sud la costa sabbiosa si cela allo sguardo dietro verdi distese di macchia mediterranea fino a ridosso dell’abitato di San Foca, località balneare


di daniela de rosa/foto pierpaolo schiavone

A SINISTRA, SANTA CESAREA; A DESTRA, TORRE DELLA SERPE; IN BASSO, BAIA DEI TURCHI

di grande richiamo dove si affacciano due ampie spiagge attrezzate ai lati del porto turistico e dell’omonima torre. Procedendo il viaggio la costa diventa sorprendente, la sabbia lentamente svanisce e gli scogli si ritraggono: Roca Vecchia è una scoperta, con i resti delle sue fortificazioni plasmate dallo scorrere dei secoli in superficie e le grotte e gli anfratti popolati da pipistrelli nascosti a pelo d’acqua. Tra tutte, spicca la grotta della Poesia, una piscina naturale incantevole, dove la storia millenaria e il mito si confondono. Narra la leggenda che una bellissima principessa soleva bagnarsi nelle acque in origine dolci di questo piccolo specchio d’acqua e qui richiamava schiere di poeti che si riunivano per comporre versi ispirati alla sua bellezza. Ancora più a sud, tra le alte scogliere rocciose ecco Torre dell’Orso, una baia di circa un chilometro di sabbia bianchissima circondata da una fitta pineta, distesa ai piedi della torre di avvistamento cinquecentesca, che durante tutta l’estate si anima di turisti richiamati dai tanti lidi attrezzati sotto l’occhio benevolo delle “due sorel-

le”, imponenti scogli emergenti dal mare. Il viaggio tra le marine di Melendugno termina con la località di Torre Sant’Andrea, minuscolo borgo di pescatori a ridosso di un’insenatura sabbiosa incastonata tra tratti di costa alta e frastagliata, nota per i suoi faraglioni: alti ammassi stratificati di pietra calcarenitica dal colore bianco emergenti dalle acque cristalline, alcuni dei quali in sommità colorati da verdi arbusti di macchia mediterranea. Lo scenario cambia ancora, la costa si trasforma e la strada litoranea arretra. Le

marine a nord di Otranto sono ora le baie tra gli scogli frastagliati di Frassanito, ora le spiagge bianchissime degli Alimini e della Baia dei Turchi, nascoste agli occhi dalla fitta vegetazione che lambisce la lingua d’asfalto. Superata Otranto, la costa regala scorci ancora più belli. Il mare torna a fare capolino e il paesaggio si apre su panorami di incredibile suggestione. La Baia delle Orte, la Punta Palascia, la Torre Sant’Emiliano scorrono alla sinistra di una strada che si snoda sospesa tra distese bianche di pietra e blu di mare


estate

i LuogHi

TORRE SPECCHIA

sotto un cielo infinito. Porto Badisco è lì, nascosta dietro la curva più stretta, oasi di sabbia tra scogli aguzzi, mitologico approdo di Enea che qui si sarebbe fermato dopo la fuga da Troia in fiamme. La sabbia d’ora in avanti sarà un lontano ricordo: la scogliera diviene sempre più alta e impervia e si getta a picco in fondali altissimi. L’aristocratica Santa Cesarea, noto centro termale per la presenza di sorgenti di acque sulfuree, è arroccata su un promontorio roccioso e fa bella mostra delle sue meravigliose dimore in stile moresco, ROCA

decorate con arabeschi e motivi floreali. Le discese al mare sono ripide scale ritagliate nella roccia che conducono a scogli spesso adattati all’uso dei bagnanti. Proseguendo a sud, appena dopo la caletta rocciosa di Porto Miggiano, preistorica insenatura incastonata tra pareti di alte falesie, la strada conduce a Castro Marina. Borgo di origini antichissime, le cui grotte costiere furono abitate già nella preistoria, la marina di Castro sorge attorno al porticciolo vecchio in un’ampia baia protetta naturalmente dai venti set-

tentrionali, cui è stato successivamente annesso un molo artificiale destinato a porto turistico. La costa è ricca di insenature e calette, spesso raggiungibili solo dal mare, protette da pareti rocciose che sprofondano in fondali altissimi popolati da fauna variopinta. La grotta più bella e nota è quella della Zinzulusa, dove stalattiti di pietra simili a stracci pendono dalla volta in uno scenario indimenticabile di colori e suoni, e dove percorsi onirici tra sculture rocciose sembrano condurre nelle viscere della terra.

ADRIATIC COAST THE VARIETY OF THE COAST OF LECCE’S PROVINCE CAN ONLY BE DISCOVERED BY TRAVELING ALONG THE COASTAL ROAD WHICH, FROM THE CAPITAL SURROUNDINGS, GOES SOUTH THROUGH A KALEIDOSCOPE OF LANDSCAPES AND COLORS One of the most fascinating traits of the long Salento’s coast is the Melendugno beaches, overlooking the Adriatic sea and awarded with the Blue Flag. The coastal road brushes against Torre Specchia’s coasts. Moving towards the south is San Foca, then Roca Vecchia, where we can admire the Poesia’s cave, a charming natural pool. Further to the south is Torre Dell’Orso, a bay with white sands surrounded by a thick pine forest, near the 16th century watchtower. The journey between the shores of Melendugno ends in the town of Torre Sant’Andrea. Further on the scenery changes again, the coast transforms and the coastal road recedes. The shores north of Otranto are Frassanito, Alimini and Baia dei Turchi. After passing Otranto, the coast offers glimpses as Baia delle Orte, Punta Palascia, Torre Sant’Emiliano and Porto Badisco. The sand from now on will be a distant memory: here we find Santa Cesarea, wellknown thermal center for the presence of sulfur springs. Continuing south, after Porto Miggiano, the road leads to Castro Marina. The most beautiful cave is the Zinzulusa.

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ESTATE

i sapori

di jlenia m. gigante/foto pierpaolo schiavone

Lo spumone Il gelato della Terra d’Otranto È nel suo cuore la vera sorpresa: pan di spagna bagnato di liquore, scaglie di cioccolato fondente, croccante di mandorle tritate o zabaione Difficile pensare ai dolci barocchi del Salento ripieni di crema o di farce corpose durante la calura estiva. Eppure a soddisfare la golosità della gente di Terra d’Otranto, i maestri dell’arte dolciaria hanno creato una prelibatezza dalla suadente morbidezza gelata: lo spumone. Dolce delle grandi occasioni nel passato, è l’anima delle feste patronali in estate da consumare seduti al tavolino dei caffè della piazza mentre suona la banda. Se questa è l’immagine tipica di questo gelato che nei colori ricorda i toni della terra bruciata o della pietra leccese scaldata dal sole, oggi resta un prodotto artigianale piacevolmente gradito che vanta l’iscrizione nell’elenco dei Pat (Prodotto agroalimentare tradizionale) del ministero delle Politiche agricole e alimentari. “A dare il gusto è il latte fresco e il lungo tempo di preparazione”,

spiega Luca Gaballo, erede di antiche ricette della tradizione gelatiera del Salento. Dai gusti variabili – cioccolato, caffè o crema ma sempre in abbinamento con la nocciola – lo spumone, di forma bassa e cilindrica, rivela nel suo cuore la vera sorpresa: pan di spagna bagnato di liquore, scaglie di cioccolato fondente, croccante di mandorle tritato finemente o zabaione. Chiamato anche “pezzo duro”, per la consistenza della superficie gelata esteriore, in bocca svela un sapore avvolgente. Non freddo, ma piacevolmente fresco sprigiona gli aromi degli ingredienti utilizzati. A sublimarlo può servire un tonico caffè in ghiaccio, bevanda tipica dell’estate salentina. Per non perdere la fragranza ed evitarne la diluizione, la preparazione è un rito veloce, facile da ripetere anche a casa: il caffè caldo e cremoso va

zuccherato e girato nella tazzina, quindi versato bollente sui pezzi di ghiaccio secco in un bicchiere. Molto apprezzata e diffusa l’aggiunta di latte di mandorla al posto dello zucchero. SPUMONE, ICE CREAM OF TERRA D’OTRANTO IN ITS HEART, THE REAL SURPRISE: SPONGE CAKE SOAKED IN LIQUEUR, DARK CHOCOLATE, CHOPPED ALMONDS OR ZABAGLIONE Dessert of the great occasions in the past, it’s the soul of the patron saint festivals in summer. “Fresh milk and the long preparation time are the secret of its taste” says Luke Gaballo, heir of ancient recipes of ice cream in Salento. Spumone reveals in his heart the real surprise: sponge cake soaked in liqueur, dark chocolate, chopped almonds or zabaglione. Not cold, but pleasantly cool, it releases the aromas of the ingredients used. A good idea would be tasting it together with coffee in ice, typical Salento drink.


LA QUERCIA

agroaLimentare

Linfa d’ulivo: il piacere sottile dell’olio Un extravergine dove le cultivar del Salento esprimono il meglio di sé. Linfa d’ulivo, il blend del frantoio La Quercia, è un olio delicato da gustare con piacere Oltre 40mila ulivi in Terra d’Arneo – tra Veglie, Avetrana e Salice Salentino – molti secolari e ben 700 soci costituiscono il frantoio La Quercia, realtà cooperativa impegnata dal 2001 nella produzione di qualità di un blend di extravergine di gusto. Alessandra de Gabriele, amministratore, ci racconta l’attività. Durante l’anno, la vostra società agricola cooperativa quali attività svolge in campo e come riuscite a lavorare in modo coeso? “La vera e propria campagna olivicola comincia a ottobre con l’apertura del frantoio. Ma si svolgono altre attività nel resto dell’anno: le operazioni di rimonda in primavera, i trattamenti contro l’attacco della mosca o l’irrigazione contro la siccità nei periodi caldi. Il nostro obiettivo sociale è produrre olio di qualità rispettando le piante, per questo abbiamo adottato il metodo di riunirci più volte durante l’anno per stabilire un calendario cadenzato delle attività agricole, cercare idee innovative e promuovere il nostro prodotto”. Il vostro olio è prodotto con le olive di alberi secolari e di impianti di poco più giovani. Da un ulivo secolare, mediamente, quanti litri di olio si possono ottenere? “La resa è estremamente variabile, legata all’annata e alla varietà 62 63

delle olive. Se, per esempio, durante l’anno ha piovuto poco o nella fase di crescita delle drupe l’ulivo ha sofferto la siccità, la resa sarà decisamente bassa. In ogni caso, un ulivo secolare produce mediamente, in condizioni normali, anche più di un quintale di olive, che si traduce in una resa pari al 15-18 per cento in olio”. Il basso tasso di acidità è un elemento determinante per la qualità dell’olio di oliva: come riuscite a garantirlo nel vostro extravergine? “Il profilo di acidità è importante in quanto è uno dei fattori determinanti la tipologia di olio. Per preservare le qualità organolettiche dell’extravergine, l’acidità non può superare la soglia dello 0,8 per cento. Bisogna, perciò, impegnarsi per mantenerlo ridotto. Operazione necessaria in questo senso, e raccomandata a tutti i nostri soci, è la raccolta delle olive a metà ottobre, quando la drupa è ancora verde sull’albero. Assolutamente da scartare i frutti caduti dall’ulivo e giacenti a terra. Il trasporto al frantoio, poi, deve essere immediato per garantire la molitura entro le 12 ore”. Spremitura o estrazione a freddo, quale metodo di lavorazione avete adottato nella vostra produzione? “Il nostro frantoio usa il metodo meccanico di estrazione continua


SOC. COOP. AGR. LA QUERCIA ARL Via Bosco Km 1, 73010 Veglie (LE) tel. +39 0832 960055 – +39 338 5260256 - soc.laquercia@libero.it

ALESSANDRA DE GABRIELE, PRESIDENTE DEL FRANTOIO LA QUERCIA

a freddo a una temperatura massima di 27 gradi: le olive vengono inserite nella tramoggia e con un nastro trasportatore portate a lavaggio nella lavatrice. Vengono, poi, frantumate nel frangitore e la pasta ricavata passa alla gramolatura, operazione che richiede dai venti ai quaranta minuti. Il passaggio nel decanter ad azione centrifuga, separa l’acqua di vegetazione e la sansa dall’olio”. Linfa d’ulivo è un blend di cellina di Nardò, ogliarola e coratina. Quali caratteristiche apporta ciascuna cultivar al vostro extravergine? “Abbiamo pensato a un blend di extravergine per combinare nel miglior modo possibile le peculiarità di ogni singola cultivar. Nel dettaglio, la cellina di Nardò conferisce dolcezza, l’ogliarola offre una bella profumazione e la coratina apporta il tipico aroma fruttato”. Con queste caratteristiche, quale piatto della dieta mediterranea arricchisce di sapore? “Il nostro olio potrebbe andare bene ovunque: sull’arrosto o un piatto di verdura. La sua delicatezza lo rende unico anche in cottura. Su un’insalata di pasta con pomodorini freschi, basilico e una spolverata di formaggio ricotta fresco è una vera apoteosi di piacere”.

LINFA D’ULIVO : OIL’S SUBTLE PLEASURE THE BLEND OF THE LA QUERCIA MILL, IS A DELICATE OIL TO TASTE WITH PLEASURE Over 40000 olive trees in the Land of Arneo and more than 700 members form La Quercia’s mill. Alessandra de Gabriele, director, reveals the secrets. How do you manage to work in a cohesive way? “We produce oil respecting the plants, so we meet several times during the year to establish agricultural activities.” From an ancient olive tree , on average, how many liters of oil you can get? “An ancient olive tree produces an average of more than 100kg, which means 15-18% in oil .” How do you ensure a low rate of acidity in your virgin? “To preserve the organoleptic qualities , acidity may not exceed 0.8% . We discard fallen fruit on the ground and transportation must be immediate to ensure the milling within 12 hours . “ Squeezing or cold extraction, which processing method do you use? “We use the mechanical cooling method at about 27°.” What characteristics make each cultivar to your virgin? “We made a blend that combines sweetness, fragrance and fruity aroma .” What dishes can you recommend with your oil? “Our oil could fit everywhere: for example on roasted meat , vegetables or pasta salads .”


AUTUNNO

vendemmia e oLio

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Nel Salento può capitare di continuare a farsi il bagno anche a ridosso della festa autunnale per eccellenza: San Martino è una vera e propria tradizione che sigilla l’incantevole fascino della vendemmia. Ottobre e novembre sono il riflesso pigro di aprile e maggio, ma ugualmente adatti anche a conoscere i tesori, grandi e piccoli, dell’entroterra come i paesi che formano la Grecìa Salentina. Lecce, intanto, si rimette in moto dopo la canicola estiva con iniziative culturali sempre più internazionali: il TEDx rompe la cortina autoreferenziale che spesso la marginalità geografica automaticamente induce. AUTUMN St Martin’s, a tradition which seals the grape harvest’s charm, is celebrated. October and November are also suitable to discover the towns that form “Grecìa Salentina”. In Lecce, meanwhile, Tedx takes place.

Autunno Momento della vendemmia/SALENTO


AUTUNNO

vendemmia e oLio

Vasche per la raccolta delle olive e macina di un frantoio ipogeo/PRESICCE

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Ulivo secolare/GRECĂŒA SALENTINA


Prodotti da forno tipici/SALENTO


AUTUNNO

vendemmia e oLio

Grappoli maturi/CAMPAGNA SALENTINA

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AUTUNNO

gLi eventi

Dalla California a Lecce L’esperienza del TEDx Tra gli appuntamenti piÚ dinamici nel panorama culturale leccese la manifestazione che ogni anno porta storie di innovazione, talento e coraggio 70 71


di ilaria lia/foto shotalive

Un palco, una platea in assoluto silenzio che pende dalle labbra del relatore di turno ma, soprattutto, le idee, le esperienze di vita e le buone pratiche che devono essere diffuse per provare a cambiare in meglio il mondo. Questo è il TED (ossia Technology entertainment design) e Lecce, con due edizioni all’attivo è entrata di diritto tra le città che nel mondo condividono e diffondono cultura attraverso il prestigioso format. La formula “ideas worth spreading” sintetizza lo scopo della manifestazione nata in California dalla quale poi si è sviluppato il TEDx (“x” indica l’evento locale organizzato in modo indipendente ma nel rispetto di rigorosi standard). In pratica, i relatori invitati hanno a disposizione al massimo 18 minuti per parlare del tema scelto, declinato in base alla loro esperienza di vita e professionale. L’organizzazione leccese è curata dall’associazione “Diffondere idee di valore” facente capo a Gabriella Morelli e Vito Margiotta, due ragazzi, con un percorso professionale e di vita diverso, che avevano lo stesso sogno, quello di portare il TED nella propria città. Messi in contatto dall’assessore

LA SECONDA EDIZIONE, SUL CORAGGIO, È STATA UNA VERA E PROPRIA PROVA DI MATURITÀ, SUPERATA A PIENI VOTI

IN ALTO, I PROTAGONISTI SALENTINI DELL’ULTIMA EDIZIONE DEL TEDX. DA SINISTRA: IPPOLITO CHIARELLO, ANGELA MORELLI, ALESSANDRO LEO E CLAUDIO QUARTA; A SINISTRA, LA PLATEA

FROM CALIFORNIA TO LECCE. TEDX EXPERIENCE AMONG THE MOST DYNAMIC DATES IN THE CULTURAL LANDSCAPE OF LECCE, THE EVENT THAT BRINGS STORIES OF INNOVATION, TALENT AND COURAGE EVERY YEAR The formula “ideas worth spreading” sums up the event’s purpose, born in California, from which TEDx has then developed. The guests have 18 minutes to talk about the chosen topic, based on their life and professional experience. In the first pilot edition, the theme was “Innovation and Entrepreneurship”. 22 personalities of national and international importance have participated. The second, on courage, was a true maturity test. One of the strengths of Ted is the possibility to compare oneself directly with guests, who offer food for thought to stimulate the dialogue between participants. The side events, such as the exhibition “Ladies for Human Rights”, have left their mark.


AUTUNNO

gLi eventi

MARCO ZAMPERINI

all’Innovazione del Comune di Lecce, Alessandro Delli Noci, sono subito entrati in sintonia e hanno dato forma alle idee, coinvolgendo oltre cento volontari, esperti di comunicazione e tecnici che hanno dato il loro contributo a titolo completamente gratuito. Nella prima edizione pilota il tema scelto è stato “Innovazione e Imprenditorialità”. Ventidue le personalità di rilievo nazionale e internazionale intervenute. Tra di loro spiccava Marco Zamperini (manager e «funky professor»), prematuramente scomparso e ricordato quest’anno con il primo caloroso applauso in apertura. La seconda, sul coraggio, è stata una vera e propria prova di maturità. Superata a pieni voti. I promotori, infatti, hanno alzato il tiro scegliendo una location

LO STAFF IN RIUNIONE

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KERRY KENNEDY

più grande rispetto all’anno precedente: dal centro polifunzionale delle Officine Cantelmo al teatro Politeama Greco. Il risultato, in termini innanzitutto di partecipazione, è andato oltre le aspettative. Agli speaker il compito di declinare i mille volti del coraggio. Tra loro c’erano grandi nomi nazionali ed internazionali quali: Azadeh Moaveni, giornalista e scrittrice statunitense di

origine iraniana; Brad Templeton, imprenditore ed Internet evangelist; Christophe Deloire, direttore generale di Reporters sans Frontieres; Massoud Hassani, designer nato e cresciuto a Kabul; Renato Soru, presidente e amministratore delegato di Tiscali, ma anche talenti locali. Uno dei punti di forza del Ted è che ci si può confrontare direttamente con gli ospiti. Questi, infatti, non salgono in cattedra per raccontarsi in maniera autocelebrativa, ma offrono spunti di riflessione per stimolare il dialogo tra i partecipanti e sono pronti a rispondere alle domande di tutti. In un certo senso, devono. Gli eventi collaterali amplificano la eco di per sé ampia della manifestazione: quest’anno la mostra “Ladies for Human Rights”, organizzata da Vestas Hotel presso il Museo storico di Lecce con la partecipazione straordinaria di Kerry Kennedy, ha lasciato il segno. A breve tutte le conferenze saranno pubblicate sul sito di TEDxLecce.



AUTUNNO

storia e tradizioni

Invito a cena per San Martino Rituale appuntamento nel calendario delle feste del Salento, la cena dell’11 di novembre è un convivio di piatti semplici e saporiti pasteggiati con tanto vino Nel calendario di novembre, oltre a Ognissanti, i salentini segnano in rosso l’11, giorno di San Martino. A qualcuno potrà anche sembrare strano che nel lembo più a sud del Tacco d’Italia si festeggi un santo di tradizione nordica, ritenendosi originario di Tours, in Francia. Eppure il cavaliere medioevale della chiesa cattolica si è radicato nella devozione popolare dell’intero Salento diventando protagonista di aneddoti e del folclore locale. A Taviano (paese poco più a sud di Gallipoli a economia prevalentemente agricola), per esempio, è il santo patrono: qui, la sua ricorrenza non è legata alla 74 75

leggenda che lo vuole generoso donatore di metà del suo mantello a un viandante infreddolito dal gelo invernale. Al contrario, le preghiere a lui rivolte sono invocazioni per la pioggia nei periodi di lunga siccità. Non mancano poi – tra le suppliche recitate – anche ritornelli in vernacolo dal tono un po’ sguaiato che coloriscono la venerazione “confidenziale” per il santo di Tours, portato in processione con una sarda in bocca perché capisca bene la sofferenza da arsura. Ma prima ancora di essere una festa patronale, un momento liturgico della Chiesa, il giorno di San Martino per

chi vive in Terra d’Otranto è una festività popolare da trascorrere con parenti e amici in un convivio serale. Non c’è una data certa a cui far risalire questa tradizione secolare. Sicuramente, però, la sua celebrazione affonda le radici nel mondo agricolo segnato da contaminazioni pagane dove “l’Estate di San Martino” chiudeva l’annuale ciclo agrario aprendo le porte alla letargia autunnale. Momento di passaggio l’11 novembre, giorno di rinnovo dei contratti, di acquisti e dell’ingresso nella nuova annata agraria era celebrato – per buon augurio – a


di jlenia m. gigante/foto pierpaolo schiavone

IL M EN DELLA U TIPICO CENA D I SA N M Antipa sti/App etiz Pittole semplic ers (pastell i e ripien e di for e/pit ma

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imitivo

tavola con un pasto abbondante, grasso e innaffiato con il vino dell’ultima vendemmia. Oggi di quel sentimento rurale è rimasto un ancestrale desiderio di condivisione dei sapori di una cucina semplice ma ricca degli aromi robusti della terra. Ovunque – da nord a sud del Salento – non c’è casa, trattoria o agriturismo che non festeggi a cena il santo cavaliere iniziando i preparativi perfino qualche giorno prima. L’importante è non stare mai da soli e rispettare la gastronomia della tradizione. “Salsiccia,

rape ’nfucate (affogate) e caldarroste, i piatti forti da accompagnare con il vino rosso giovane o novello – ci conferma Fabrizio Cassano, chef, amante della buona tavola, che puntualizza per il menu della cena di San Martino – non mancano in apertura le pittole e i finocchi crudi per stimolare l’appetito. Un primo di pappardelle ai funghi. Il vero must, però, è la salsiccia. Non importa la variante, se a punta di coltello, sottile e tagliata fina, mista di manzo e maiale o con buccia di

OGGI DI QUEL SENTIMENTO RURALE È RIMASTO UN ANCESTRALE DESIDERIO DI CONDIVISIONE CON I SAPORI DI UNA CUCINA SEMPLICE

limone nell’impasto; tutte sono ottime da fare arrosto o tirate con il vino da servire con il contorno di rape. Arance, mandarini e caldarroste per chiudere. Se poi qualcuno gradisse anche il dolce, il fruttone è una bella sorpresa”.


AUTUNNO

PH: LEENTJE VAN NUFFEL

storia e tradizioni

INVITATION TO DINNER FOR ST. MARTIN RITUAL EVENT ON SALENTO’S CALENDAR OF FESTIVALS, 11 NOVEMBER’S DINNER IS A BANQUET OF SIMPLE AND TASTY DISHES WITH PLENTY OF WINE St. Martin’s Day is a holiday to spend with family and friends, for those who live in Terra d’Otranto. There isn’t a certain date in which to trace this tradition. Surely, though, its celebration has its roots in the agricultural world. The beginning of the agricultural year was celebrated with big meals and wine. It’s an ancestral desire to share the flavors of a simple, yet full of robust flavors cuisine. “Sausages, rape ‘nfucate (turnips) and roast with red wine novel or new” - says Fabrizio Cassano, chef - “pittole and raw fennels, a first of pappardelle with mushrooms and sausages. Oranges, tangerines, chestnuts and fruttone.”

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NUOVO O NOVELLO, QUALE VINO SI BEVE A SAN MARTINO? Se “novello” nella lingua italiana è un termine con la funzione di sinonimo per “nuovo”, non è così nel linguaggio del vino. Tra nuovo e novello, nel mondo di Bacco, c’è differenza di gusto e di lavorazione soprattutto. I vini novelli, sulla base di una tipologia francese, sono prodotti con la macerazione dei grappoli interi in vasche termocontrollate e sature di anidride carbonica per almeno 5-10 giorni. Questo processo ne accelera la successiva fase di fermentazione offrendo vini dai colori molto vivaci, profumi vinosi, di buon equilibrio ma inadatti all’invecchiamento da immettere sul mercato il 6 di novembre dello stesso anno della vendemmia. Il vino nuovo, invece, è quello dell’anno in corso che segue le fasi della vinificazione tradizionale – con tempi più lunghi per maturare – spillato direttamente in cantina.

NEW OR NOVEL, WHICH IS THE RIGHT WINE FOR ST. MARTIN? If “novel” in Italian means “new”, it’s not so in the wine’s language. Novel wines are produced with the maceration of whole bunches in tanks at controlled temperature and saturated with carbon dioxide for at least 5-10 days, which makes them unsuitable for aging. The new wine, on the other hand, is the one which follows the stages of traditional winemaking tapped directly from the wine cellar.


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AUTUNNO

I LuogHi

MELPIGNANO

GRECÌA SALENTINA La sua origine viene fatta risalire all’VIII secolo d.C. quando migliaia di monaci abbandonarono le province orientali dell’Impero bizantino e si trasferirono nelle regioni meridionali dell’Italia

L’area della Grecìa Salentina è quella parte della provincia di Lecce composta dai comuni di Calimera, Castrignano Dei Greci, Corigliano D’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Sogliano Cavour, Soleto, Sternatia, Zollino che si consorziano alla fine degli anni ’80 per la valorizzazione dell’area ellenofona. A questi centri si 78 79

sono successivamente aggiunti anche Carpignano Salentino e Cutrofiano. La sua origine viene fatta risalire all’ VIII secolo d.C. quando, a seguito della guerra iconoclasta condotta dall’imperatore bizantino Leone III, migliaia di monaci abbandonarono le province orientali dell’Impero e si trasferirono nelle regioni meridionali dell’Italia. Qui

fondarono quei conventi basiliani che da fiorenti centri di cultura greca, dove si praticavano la preghiera e l’ascesi, divennero promotori della rinascita economica grazie al lavoro nei campi ed alla produzione di vino ed olio. A questa prima migrazione di monaci ne seguirono altre di popolazioni provenienti dall’Oriente che trasformarono gli


di daniela de rosa/foto pierpaolo schiavone

ZOLLINO

MARTANO

CASTRIGNANO

originari conventi in piccole comunità dalla fervente vita socio-economica, costituite in buona parte da abitanti di origine greca, di culto greco-ortodosso e che parlavano in greco. A seguito dell’avvicendamento delle dominazioni dei popoli nordici a partire dall’XI secolo e dopo il Concilio di Trento, la cultura greca cedette il passo a quella latina, e così usi, costumi, lingua e culti cominciarono a cambiare. Nel Salento resistette solo l’enclave conosciuta oggi come Grecìa Salentina. Questa sorta di isola nel cuore della provincia di Lecce, che ha lingua e

cultura di matrice greca e il cui monumento naturale è l’ulivo, rispolvera le proprie origini attraverso la promozione di attività e mirate alla riappropriazione delle tradizioni popolari e soprattutto della lingua originaria, riscoprendo la sua vocazione di terra di accoglienza. Simboli della Grecìa Salentina sono gli alberi di ulivo che conferiscono gli odori e i colori tipici di questa terra. La capacità di resistere alle intemperie, al vento, alla calura estiva, la crescita lenta ed il colore della corteccia che si trasforma col passare degli anni, imprimono caratteri unici ad ogni pianta.

STERNATIA

Il valore di questi alberi è immenso, sia in termini culturali – alcuni di essi sono secolari e tutelati in base a recenti norme regionali – sia in termini economici: la produzione dell’olio extravergine di oliva è infatti un’eccellenza del territorio. Tra le tradizioni più antiche della Grecìa Salentina c’è quella della “Passiuna tu Christù” – le cui radici affondano nei riti bizantini legati alla resurrezione di Lazzaro e professati in Oriente – sorta di narrazione cantata in lingua grika di alcuni episodi della Passione di Cristo ad opera di gruppi di contadini. Essi si spostavano a piedi da


AUTUNNO

I LuogHi

UNA SORTA DI ISOLA NEL CUORE DELLA PROVINCIA DI LECCE, CON LINGUA E CULTURA DI MATRICE GRECA, IL CUI MONUMENTO NATURALE È L’ULIVO

ZOLLINO

CALIMERA

un paese all’altro accompagnati da un grosso ramo d’ulivo adornato di nastri colorati, immaginette sacre e arance (nella tradizione simbolo di fecondità), sostavano lungo il cammino per rappresentare i testi liturgici raccogliendo in cambio offerte in natura e si rimettevano in viaggio verso altri luoghi dove ripetere la rappresentazione. Oggi, dopo un periodo di oblìo, questo canto antico torna ad essere praticato su insegnamento degli anziani cantori ancora in GRECÌA SALENTINA ITS ORIGIN DATES BACK TO THE VIII CENTURY A.D. WHEN, AFTER THE ICONOCLAST WAR CONDUCTED BY BYZANTINE EMPEROR LEO III, THOUSANDS OF MONKS ABANDONED THE EASTERN PROVINCES OF THE EMPIRE AND MOVED TO ITALY’S SOUTHERN REGIONS Grecia Salentina is that part of Lecce’s province made by the municipalities united in the late 80s. Here the monks founded the Basilian convents, where prayer and asceticism were practiced and became promoters of the economic revival thanks to the work in the fields and the production of wine and oil. This sort of island lies in the heart of Lecce’s province, has Greek language and culture roots and its natural monument is the olive tree, symbol of Greece: the extra virgin olive oil’s production is in fact the excellence of the territory. Among Grecìa Salentina’s most ancient traditions is the “Passiuna tu Christù “, a narration of a few episodes of the Passion sung in “grika” language by groups of farmers. Phenomenon closely related to the Grecia Salentina is the “Notte della Taranta”, traveling show that animates the huge space next to the former Augustinian convent in Melpignano.

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attività. Fenomeno strettamente legato alla Grecìa Salentina è quello della “Notte della Taranta”, che nasce “dal basso” con l’intento di riappropriarsi della storia culturale del territorio, dei canti e dei balli della tradizione. Quando gli amministratori locali più sensibili e lungimiranti intuiscono le potenzialità culturali ed economiche legate al “movimento della pizzica”, nasce formalmente la “Notte della Taranta” che vede la luce nel 1998. Grazie anche a valide operazioni di marketing territoriale, l’idea originaria – un festival incentrato sullo scambio tra la musica salentina e le altre musiche del mondo orchestrato da un maestro concertatore di prestigio – è cresciuta in maniera esponenziale e la manifestazione è divenuta il principale evento dell’estate salentina. Una manifestazione itinerante di musica tradizionale contaminata da rivisitazioni di musicisti locali e internazionali, ospitata sera dopo sera essenzialmente dai paesi della Grecìa Salentina culmina nel Concertone di fine agosto che si tiene a Melpignano, dove accorrono migliaia di persone attratte dalla musica dal vivo, dalla danza frenetica e dall’energia contagiosa che anima l’immenso spiazzo antistante all’ex convento degli Agostiniani.


AUTUNNO

i sapori

di jlenia m. gigante/foto pierpaolo schiavone

Sagne con ricotta scante Un sapore robusto per la tavola d’autunno Di origine rurale, i piatti del Salento che salutano l’estate sono di terra. A dominare è un primo di pasta abbinato a un calice di rosso

La stagione autunnale nel Salento è segnata da una cucina di terra di antica matrice rurale. L’origine umile delle ricette tipiche della stagione è, però, ricca di profumi e sapori robusti. Legumi, ortaggi e erbe selvatiche si combinano con tagli di carne meno nobili, grassi ma gustosi. E le conserve dei prodotti estivi – dove la salsa di pomodoro è protagonista di SAGNE WITH RICOTTA “SCANTE”: A ROBUST FLAVOR FOR THE AUTUMN TABLE A MAIN COURSE OF PASTA WHICH DOMINATES THE AUTUMN Orecchiette in Lecce have their own handmade format with wheat flour and water, sagna ‘ncannulata, main course paired with meat sauce and ricotta “scante.” A glass of Copertino DOP Rosso Riserva is recommended.

robusti ragout di carne – rinvigoriscono di tono anche i sapori più sbiaditi. In questa gastronomia contadina, interprete immancabile della tavola domenicale in autunno, è la pasta di cui i salentini condividono la tradizione con il resto del Tavoliere delle Puglie. Ma se l’orecchietta in Puglia la trovi ovunque, il distretto leccese vanta un suo formato rigorosamente fatto a mano: la sagna ‘ncannulata. Solo farina di grano duro e acqua, per l’impasto di questa pasta di spessore carnoso. Dalla tipica forma di una lunga losanga attorcigliata, la sagna è un primo piatto consistente abbinato per tradizione al ragout di carne cotto a lungo e irrobustito da un cucchiaio di ricotta “scante”. Nel calice solo un rosso: un Copertino DOP Rosso Riserva per accrescere il gusto.

RICOTTA SALATA Chi viene nel Salento non può non assaggiarla. La ricotta forte o, come si chiama da queste parti, “scante”, dalla consistenza morbida e cremosa, si caratterizza per un sapore particolarmente sapido e piccante che all’assaggio provoca un leggero pizzicore. La causa è la sua lavorazione: la ricotta fresca, lasciata scolare nelle fiscelle, è riposta in recipienti di terracotta smaltata. Qui salata e amalgamata più volte manualmente o con delle spatole per due o tre mesi, riposa ricoperta da un telo fino a acquisire il suo caratteristico aroma. RICOTTA SCANTE It has a fruity and spicy flavor: the ricotta, drained in wicker baskets, it’s stored in earthenware jars. Salt and amalgamated several times for two or three months, is left resting covered with a tarp to acquire its characteristic aroma.


LINCIANO LIQUORS

vini e Liquori

Da sempre alcolici solo per selezione Tradizione e ricerca nella selezione di alcolici di qualità caratterizzano l’attività dell’Enoteca Linciano, da oltre 60 anni operativa nel beverage Una storia lunga 64 anni tra vini, distillati, liquori e birre: l’Enoteca Linciano a Lecce garantisce, per tradizione, solo le migliori selezioni di alcolici. Oltre 2000 prodotti distribuiti su piani di vetro e un’ampia scaffalatura: etichette locali, nazionali e mondiali, un’offerta di attrezzatura per il servizio bar e confezioni speciali per appassionati. A sottolineare la storicità dell’attività, sempre in linea con i tempi, una collezione di jeroboam e magnum di grandi vini di vecchia data e le parole di chi la vive ogni giorno, Tonino e Francesco Linciano: Dal 1950 a oggi, come avete adeguato il percorso aziendale all’evoluzione del82 83

la domanda nel mondo del beverage? “La continuità aziendale di oltre 60 anni, ci ha permesso di toccare con mano l’evoluzione nella richiesta dei drinks: dalla vendita di vino e olio sfuso del dopoguerra, agli anni 60 caratterizzati dall’idrolitina, vermouth e creme; alla decade dei ’70 segnata dalla richiesta di liquori da importazione, alla miscelazione negli ’80 e al consolidamento della birra nel decennio successivo. È diminuita la vendita di vino sfuso, ma aumentata la richiesta di bottiglie di qualità, espressione del terroir. Oggi, di fronte alla domanda articolata, prestiamo attenzione ai consumi reali – come abbiamo sempre fatto – e

proponiamo più etichette per categoria”. L’offerta di alcolici è molto ampia: come selezionate i prodotti per la vostra enoteca? “La qualità è il nostro metro di selezione, la ricerca e continui tasting gli strumenti per garantirla. Ci piace proporre aziende vinicole che abbiano una precisa identità, con una storia di produzione. Così per i distillati: abbiamo delle selezioni particolari di distillazione con rame, gin artigianali che ripropongono sapori difficili da trovare sul mercato. Questo non significa che puntiamo solo a prodotti di nicchia, ma creiamo un equilibrio tra prodotti particolari e altri di grande nome


LINCIANO LIQUORS SRL Via Duca degli Abruzzi, 59/61 - 73100 Lecce (Le) tel. +39 0832 331968 - fax +0832 241211 - comunicazione@lincianovini.it - www.lincianovini.it

e fruibilità. Da noi non ci saranno mai quelle etichette troppo presenti nella GDO, o quelle aziende che non fanno progetti in vigna ma producono massa”. Come conservate la vostra identità aziendale rispetto alle mode che attraversano il beverage? “Semplice: non le seguiamo. La storicità aziendale lo conferma. Siamo, però, molto attenti alle tendenze dei clienti giovani che rappresentano la nostra clientela ideale. C’è un ritorno verso un bere consapevole che sceglie la qualità, per questo oggi selezioniamo oltre 50 etichette di gin. L’impegno nella ricerca di prodotti particolari ci ripaga: il cliente a cui li proponiamo torna sempre soddisfatto”. Quali sono i fiori all’occhiello delle vostre selezioni? “Oltre alle marche note immancabili, possiamo dire di avere il top delle bollicine e un’unicità nella varietà di gin. Per quanto riguarda il rum, è come se vivessimo alle Antille”. La vostra anima commerciale si rivolge anche agli operatori dell’hotellerie per i quali, nel Salento, siete un centro di distribuzione. Quali at-

tività avete in programma per loro? “A breve organizzeremo il nostro wine tasting di qualità. Già alla quinta edizione, il nostro evento biennale è strutturato e dedicato agli operatori e ai clienti appassionati che vogliono scoprire nuove proposte del beverage gustando gratuitamente le nostre selezioni migliori. Sarà una giornata di full immersion nella degustazione di vini salentini, nazionali e mondiali. Concluderemo con il mondo della miscelazione – sempre più richiesto dalla ristorazione moderna – per cui prevediamo un’apposita area”.

AS ALWAYS, ONLY SELECTED ALCOHOL TRADITION AND RESEARCH IN THE QUALITY’S SELECTION OF ALCOHOL CHARACTERIZE THE ACTIVITY OF THE ENOTECA LINCIANO, OPERATIVE FOR OVER 60 YEARS A history of 64 years between wines, spirits, liqueurs and beers: the words of Tonino and Francesco Linciano: From 1950 to today, how are you able to satisfy the demands in the beverage world? “Business continuity has allowed us to see the evolution in demand for drinks first hand: today, we pay attention to the actual consumption and of fer more labels per categor y.” The selection of alcohol is wide: how do you choose the products for your wine? “Quality is a must: the search and continuous tastings are the tools to make it happen.” How do you preserve your corporate identity today? “We are very attentive to young people’s trends who represent our ideal customers.” What’s the pride of your selections? “We can say we have the top of the bubbles and an uniqueness in the variety of gin. As for the rum, it is as if we’re living in the Antilles.” What activities are you planning for the hotel operators? “Soon we will arrange our wine tasting of quality. We will conclude with the world of mixing for which we’re reserving a special area.”


INVERNO

i monumenti

Inverno Teatro Romano/LECCE

Per natura propensi alla luce e alle lunghe prospettive, in inverno i salentini si rifugiano nel calore della Fòcara di

Novoli, dove la più grande pira del Mediterraneo arde per giorni in segno di devozione a Sant’Antonio Abate. Ma il rigore delle temperature è pur sempre relativo a queste latitudini e allora non ci vuole poi molto coraggio a perdersi nell’incanto di alcuni borghi, come Specchia, nel cuore del basso Salento, o Acaya, alle porte di Lecce. E proprio il centro storico del capoluogo, con i suoi monumenti e le sue piazzette, resta un museo a cielo aperto per tutte le stagioni dell’anno. WINTER Salento’s people enjoy the Fòcara, where a great fire burns for days as a sign of devotion to St. Anthony, but it isn’t difficult to get lost in the magic of some villages, such as Specchia or Acaya.

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INVERNO

i monumenti

Palazzo Adorno/LECCE

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Piazza Duomo/LECCE


Chiesa del Rosario/LECCE

Palazzo Celestini/LECCE


INVERNO

i monumenti

Basilica di Santa Croce/LECCE

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gLi eventi

Turismo e tecnologia Una miniera per i giovani

Portali, applicazioni, guide audio e video. L’amore per la propria terra e il desiderio di farla apprezzare hanno alimentato idee utili e sostenibili Laboratori, workshop, incontri-dibattiti, esposizioni di prototipi e progetti, seminari e tavole rotonde, nuove idee da presentare. A Lecce si respira il futuro durante la Fiera dell’innovazione, appuntamento arrivato alla quinta edizione. L’evento è organizzato dall’Area valorizzazione della ricerca dell’Università del Salento e finanziata dalla Regione Puglia. Le sale del museo storico della città, il Must, luogo che ha accolto la fiera, sono state invase da un fermento di entusiasmo e grandi progetti: qui vengono esposti i prodotti più all’avanguardia, dando prova di come la tecnologia possa intervenire e migliorare la vita di tutti i giorni. La forza della manifestazione, oltre ad essere un’ottima vetrina 90 91

per i progetti realizzati dalle diverse imprese e associazioni partecipanti, sta nel permettere la creazione di reti e contaminazioni anche con il pubblico, il vero utilizzatore finale delle tecnologie. In un territorio a vocazione turistica, la facilità di accesso alle informazioni è fondamentale per agevolare l’arrivo e i movimenti dei visitatori. Grazie alle nuove tecnologie applicate a strumenti oramai diffusi su larga scala, come smartphone e tablet, sono in rapida espansione le iniziative di promozione e valorizzazione del patrimonio storico e architettonico del Salento che rappresentano anche interessanti esempi di startup e di incentivo all’imprenditorialità giovanile.


di gabriele de giorgi/

Lecceapp.it, ad esempio, è un sito – con layout adattabile a tutti i supporti – che consente di avere a disposizione sul proprio cellulare tutte le info utilities relative al comune capoluogo: l’ubicazione dei bancomat, dei bagni pubblici, dei parchi e di molti altri servizi; le recensioni sui ristoranti, le curiosità, gli aneddoti e l’indicazione di percorsi di visita a seconda del tempo a disposizione dell’utente. Si tratta di un vero e proprio progetto open source, nato quasi per gioco dall’iniziativa di un giornalista pubblicista e di un appassionato di informatica, che si propone come pioniere della comunicazione turistica interattiva in provincia di Lecce. Disponibile in oltre trenta lingue, il portale viene aggiornato con frequenza, proponendosi

anche come giornale specializzato in turismo e high tech. È una vera e propria applicazione, invece, “Lecce Amica”, proposta dall’associazione culturale Audio Musei a Cielo Aperto (Amica), vincitrice nel 2010 del bando Principi Attivi della Regione Puglia. È gratuita e scaricandola si avrà accesso a 6 categorie: Audioguide, Dove dormire e mangiare, Percorsi, Mappa, Storia di Lecce. Nella prima ci sono le 34 descrizioni storico-architettoniche di singoli beni culturali – tra molti altri, la chiesa di Santa Croce, la Cattedrale, la chiesa di Santa Chiara, la chiesa di Santa Teresa, la colonna di Sant’Oronzo – a loro volta raggruppate in cinque percorsi contrassegnati da colori diversi. L’ultima cate-


INVERNO

gLi eventi

GRAZIE ALLE NUOVE TECNOLOGIE APPLICATE A SMARTPHONE E TABLET, SONO IN RAPIDA ESPANSIONE LE INIZIATIVE DI PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO E ARCHITETTONICO DEL SALENTO goria contiene 6 audioguide dedicate al minuzioso racconto della storia della città. Per la fruizione dei percorsi è stata realizzata anche una mappa in formato cartaceo, scaricabile direttamente dal sito www.arteamica.com, in cui è rappresentato il centro storico della città e le aree limitrofe. Tale strumento, che si presenta completo e di facile consultazione, contiene i riferimenti di tutti i beni analizzati nelle singole tracce audio, i percorsi e pochi “ma buoni” consigli su dove dormire e mangiare in città. Il target dell’applicazione, per smartphone e tablet, Ios e Android, è principalmente turistico ma vuole anche essere un contributo per alimentare l’interesse degli stessi cittadini e degli studenti nei confronti della storia della propria città, ricche di storia e fascino. A breve sarà pienamente operativa la versione in inglese, sviluppata in collaborazione con British School di Lecce. Approccio più romantico – o meglio, affettivo, come lo definiscono i due giovani ideatori, Maria Angela e Carlo – è quello di “Videopercorsi”, format audiovisivo

fruibile sull’omonimo canale di Youtube sviluppato dopo una passeggiata contemplativa attorno alle vecchie mura del centro storico di Copertino. L’obiettivo è quello di realizzare una geografia ideale dei centri storici e dei borghi antichi della provincia di Lecce meno noti o addirittura sconosciuti a gran parte della stessa popolazione salentina. “Videopercorsi” dischiude e riflette i luoghi del passato in chiave documentaristica, traccia le coordinate geografiche degli itinerari possibili, cattura la mappatura sonora del centro storico,

mette in dialogo gli eventi, le vicende e le figure umane che lo hanno abitato. Le colonne sonore sono opere in buona parte inedite, scritte e interpretate da sette artisti, tra cui un tedesco. Il format è una sorta di premuroso e appassionato accompagnamento del visitatore virtuale nelle unicità dei centri storici “minori” fornendo puntuali coordinate geografiche e curiosità storico-sociali, amplificando così la capacità di attrazione dei luoghi. Il numero zero sul borgo antico di Copertino costituisce la puntata pilota della rete di “Videopercorsi”.

Musei a Cielo Aperto (Amica). It’s free and by downloading it you will gain access to 6 categories: Audio Guides, Where to sleep and eat, Routes, Maps, History of Lecce. The app’s purpose, for smartphones and tablets, iOS and Android, is mainly tourist but also wants to be a contribution to feed the interest of the citizens and students about the past of the city. Soon it will be

fully in English, developed in collaboration with the British School of Lecce. A more romantic approach - or rather, affective, as defined by the designers, Maria Angela and – is that of “Videopercorsi”, audiovisual format usable on the homonymous Youtube channel, which reveals and reflects the places of the past as a documentary.

TOURISM AND TECHNOLOGY. A TREASURE FOR YOUNG PEOPLE PORTALS, APPS, AUDIO AND VIDEO GUIDES. Thanks to new technologies applied to smartphones and tablets, promotional and development initiatives of historical and architectural heritage of Salento are rapidly expanding. Lecceapp.it, for example, is a website that allows you to have all the details related to the main city utilities on your device: the location of ATMs, public toilets, parks and many other services. “Lecce Amica”, on the other hand, is an app proposed by the cultural association Audio

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i LuogHi

di daniela de rosa/foto pierpaolo schiavone

Specchia e Acaya Il colore della pietra e la suggestione del centro storico, la storia secolare racchiusa tra possenti fortificazioni, sono solo alcune delle caratteristiche che accomunano due dei borghi più belli del Salento: Acaya e Specchia Il piccolo borgo medievale di Specchia sorge intorno al IX secolo su una collina del basso Salento, in posizione strategica per l’avvistamento e la difesa dalle incursioni saracene. Le “specchie”, dal latino specule, sono cumuli di pietra di forma conica che i messapi, primi abitanti, avevano concepito come sistema di demarcazione e difesa del territorio. Inserito dal 2004 tra i borghi più belli d’Italia, Specchia conserva quasi intatto il suo originario impianto medievale di vicoli e corti racchiuso da fortificazioni militari e torri che, sebbene nel tempo inglobate dalle vicine costruzioni, sono tuttora riconoscibi-


INVERNO

i LuogHi

IN ALTO, PORTA D’INGRESSO AL BORGO FORTIFICATO DI ACAYA

VARCARE LA SOGLIA DEL BORGO DI ACAYA È COME FARE UN SALTO IN UN LONTANO PASSATO DI DAME E CAVALIERI

li. Sotto la dominazione normanna il re Tancredi annesse il piccolo borgo di Specchia alla contea di Lecce e da allora ne seguì le alterne vicende sotto il dominio di importanti famiglie di feudatari, finché nel 1806 non fu soppresso il sistema feudale. Nel corso dei secoli Specchia e le sue architetture hanno subito interventi e rimaneggiamenti pur mantenendo l’originario assetto. Esemplare è la storia del castello Risolo, che ricostruito nel Quattrocento e trasformato di fatto in palazzo signorile con una serie di interventi sulla facciata principale, conserva tuttora la torre merlata e l’originario impianto a base quadrangolare articolato intorno ad un ampio cortile. Tra gli esempi di architettura religiosa di pregiata fattura vanno 94 95

menzionate la chiesa Madre, ampliata dopo la Seconda guerra mondiale, la chiesa della Presentazione della Beata Vergine Maria, il cui impianto originario risale al XV secolo e la chiesa della Madonna del Passo, di matrice bizantina. La vocazione agricola di questa terra è simboleggiata dalla numerosa presenza di frantoi ipogei, strutture per la produzione dell’olio attive nel Salento tra il XV ed il XIX secolo. Realizzati sotto il livello del suolo sia per ragioni economiche (lo scavo nel banco roccioso era più economico della costruzione in elevato) che qualitative (la temperatura ideale

per la conservazione dell’olio), negli ultimi anni alcuni dei numerosi frantoi ipogei all’interno del centro storico sono stati recuperati e aperti al pubblico, aumentando l’attrattività di questo borgo, che ha saputo nel tempo imporsi all’attenzione di un turismo più illuminato grazie anche all’organizzazione di eventi come la Festa del cinema del reale. Minuscola frazione del comune di Vernole, Acaya è situata nell’entroterra leccese, tra distese di ulivi abbracciate dai muretti a secco della campagna disseminata di sparute case di pietra. Sorta sul piccolo insediamento medievale di Segine, Acaya prende il suo nome dalla famiglia baronale dell’Acaya che vi si insediò dal XVI secolo, cui si deve la prima pianificazione


PALAZZO RISOLO (PARTICOLARE DEL PORTALE)

urbanistica, nonché la realizzazione della cinta muraria, del castello con fossato e delle successive fortificazioni. Concepita come città ideale dell’architetto GianGiacomo dell’Acaya e destinata a funzioni difensive ed insieme rappresentative, Acaya è racchiusa all’interno di una cinta muraria quadrangolare, di cui il castello rappresenta uno dei quattro spigoli. Esso ha impianto trapezoidale con bastioni ai vertici, di cui due di forma circolare tra loro contrapposti ed uno, quello maggiormente fortificato posto a sud-est, di forma lanceolata. Passato di casato in casato, il feudo ha conservato il tipico assetto cinquecentesco della fortificazione militare adeguata all’uso delle armi da fuoco. Esso è costituito da sei strade parallele con orientamento nord-sud che incrociano tre vie ad esse perpendicolari con orientamento est-ovest, lungo la diagonale nord-est sono realizzate tre piccole piazze che rappresentano, secondo i principi che governano l’architettura delle città ideali, la valenza civile, militare e religiosa della cittadella. Ad essa si accede tramite la porta del 1535 rivolta a sud, arricchita dagli stemmi dei casati feudali che qui vi insediarono e dalle insegne imperiali di Carlo V, nonché in sommità dalla statua di Sant’Oronzo protettore di Acaya, collocata nel Settecento. Varcare la soglia del borgo è come fare un salto in un lontano passato di dame e cavalieri: le luci e il silenzio della deliziosa piazzetta antistante il castello regalano atmosfere trasognate, il tempo qui sembra essersi fermato.

SPECCHIA AND ACAYA THE COLOR OF THE STONES, THE CHARM OF THE OLD TOWN AND THE SECULAR HISTORY ENCLOSED BY MIGHTY FORTIFICATIONS ARE JUST SOME OF THE FEATURES WHICH LINK ACAYA AND SPECCHIA. The small medieval town of Specchia was born around the 9th century. The “specchie”, from the Latin specule are conical piles of stone that the messapii, first inhabitants, had conceived as a system of demarcation and defense of the territory. Specchia preserves its original medieval structure, surrounded by military forts and towers, such as the Risolo’s castle, rebuilt in the 15th century. Among the religious architecture’s examples is the Chiesa Madre, the Chiesa della Presentazione della Beata Vergine Maria and the Chiesa della Madonna del Passo. The agricultural vocation of this land is symbolized by olive presses, facilities for the oil’s production. In recent years, some of them have been restored and opened to the public, increasing the attractiveness of the place. Acaya is named after the baronial family who settled there since the 16th century, responsible for the first urban planning and also the construction of the castle walls. Crossing the village’s entrance is like stepping into a distant past of knights and ladies: time here seems to have stopped.

NELLA FOTO IN ALTO: SULLE DUE COLONNINE ERA POSTA UNA CAMPANA CHE SUONAVA L’ALLARME IN CASO DI ATTACCO NEMICO, AD ACAYA; GLI ANGELI RAPPRESENTANO I QUATTRO ANGOLI DELLE MURA CHE PROTEGGONO LA CITTÀ, SIMBOLEGGIATA A SUA VOLTA DAL CERCHIO CENTRALE. IN BASSO: UNA VEDUTA DALL’ALTO DI SPECCHIA.


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storia e tradizioni

Il falò più grande del Mediterraneo

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

Il 16, 17 e 18 gennaio, a Novoli, si festeggia il patrono, Sant’Antonio Abate. Protagonista della festa è la “Fòcara”, una pira fatta di migliaia di fascine ricavate da tralci di vite

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di mariella tamborrino/foto severino bacca tranne dove diversamente indicato

In principio era il fuoco. A Novoli, paese che sorge a pochi chilometri da Lecce, ogni anno si ripete la stessa magia: migliaia di fascine ricavate da tralci di vite alimentano un unico grande rogo, regalando uno spettacolo unico. La Fòcara di Novoli rappresenta ormai un appuntamento fisso con la tradizione salentina. Un’occasione per celebrare il santo a cui è dedicata, Sant’Antonio Abate, ma anche per accendere i riflettori su una tradizione tra le più suggestive del Tacco d’Italia. La manifestazione, che abbraccia sacro e profano, affonda le sue radici in un passato lontanissimo. La nascita risalirebbe al 1664, quando il vescovo Luigi Pappacoda proclamò il santo protettore di Novoli. Sant’Antonio

Abate è raffigurato con un bastone alla cui estremità è legato un campanello che serve per richiamare gli animali. È sempre accompagnato da un maialino ed è considerato il tutore degli animali, soprattutto di quelli da stalla e da cortile. Per questo motivo i contadini e gli allevatori nutrono da sempre, nei suoi confronti, una venerazione particolare. La devozione si rinnova ogni anno con immutata forza ed energia. In virtù del potere taumaturgico riconosciuto a Sant’Antonio, il 16 gennaio, alla vigilia della festa, si procede con la benedizione degli animali. Il rito viene celebrato davanti al sagrato della chiesa a lui dedicata. A seguire c’è la processione, poi la messa solenne e infine, in una piazza

Tito Schipa sempre gremita, avviene l’accensione della Fòcara. Le fascine, raccolte per l’occasione dai fedeli e dai contadini, vengono accatastate fino a formare una pira maestosa, la più grande del Mediterraneo: 25 metri d’altezza per 20 di diametro. Per poterla realizzare, centinaia di persone lavorano, senza sosta, per oltre un mese. Ne viene fuori una “scultura”, fatta di ramoscelli, che prende forma fino a diventare il simbolo della festa. Il 16 gennaio, al calar del sole, la luce dello straordinario falò illumina il cielo di Novoli e scalda il cuore di quanti assistono alla cerimonia dell’accensione. Un momento per certi versi catartico in cui il fuoco infonde a tutti la sua energia purificatrice. I festeggiamenti durano fino al 18 gennaio mentre i preparativi – che coinvolgono praticamente tutta la comunità – cominciano molti mesi prima. Sono sempre di più le persone, originarie di Novoli e centri limitrofi, che per quei giorni tornano appositamente dalle città del centro nord in cui studiano o lavorano per partecipare alla festa. E migliaia i “pellegrini” che affluiscono anche da altre province pugliesi e da fuori regione. Nell’ultimo decennio l’appeal dell’evento ha valicato i confini nazionali, ponendosi all’attenzione della stampa specializzata e di alcuni operatori turistici europei. Terminata la festa, il fuoco si spegne solo nei giorni successivi. E mentre le fascine diventano cenere, nelle vie e nelle piazze del paese si continua a festeggiare. Concerti, spettacoli, percorsi enogastronomici e mostre, formano un cartellone di eventi di grande richiamo.

MEDITERRANEAN SEA’S BIGGEST BONFIRE ON JANUARY 16, 17 AND 18, IN NOVOLI, THE CELEBRATION OF PATRON ST. ANTHONY ABATE TAKES PLACE. PROTAGONIST OF THE EVENT IS THE “FÒCARA,” A PYRE MADE OF ​​ THOUSANDS OF BUNDLES. Novoli’s Fòcara is an event that dates back to 1664, when the bishop Luigi Pappacoda proclaimed St. Anthony patron of Novoli, also considered guardian of the animals. It starts on January 16th, with the animals’s blessing, followed by the procession, Mass and then finally, in Piazza Tito Schipa, the ignition of the Fòcara. The bundles, piled up by hundreds of people for over a month, form a pyre of 25 meters in height and 20 in diameter, symbol of the party. On January 16, at sunset, the fire lights up Novoli’s sky. The feast lasts until 18 January, while preparations begin many months before. And while the bundles become ashes, celebrations continue in the streets and squares of the country.


INVERNO

storia e tradizioni

L’INTERVENTO DEL SINDACO DI NOVOLI OSCAR MARZO VETRUGNO Il segreto della Fòcara risiede nella sua popolarità, nell’essere autentica espressione della terra di appartenenza. I significati che sono scaturiti dalle attività collaterali, messe in campo negli anni, per il rilancio e la valorizzazione, attestano il perdurare di quei valori, approdati al riconoscimento della Fòcara come bene della cultura immateriale di Puglia e del suo fuoco quale “fuoco buono di Puglia, ambasciatore di pace e dei diritti umani nel mondo”. Il nostro stimolo è stato

quello di convincere quanti hanno da sempre partecipato all’evento ad essere non solo ospiti graditi, ma anche protagonisti e investitori a tutela e sostegno di una tradizione popolare che, da sempre, rappresenta al meglio la cultura popolare collettiva e l’identità di un intero territorio. Sarebbe riduttivo e sterile confinarla alla sola comunità novolese, a cui va il merito di aver tutelato un così potente e forse unico rito che unisce sacro e profano, materialità ed immaterialità, fede e passione. Il biglietto da visita rappresentato dalla Fòcara può costituire un’occasione per il territorio – se si associano altri simboli territoriali di qualità, credibilità e nuovi investimenti –, fino a costruire, proprio come facciamo noi, fascina dopo fascina, una grande Fòcara della cultura immateriale pugliese per proiettare oltre confine la qualità della nostra cultura, producendo nuova economia. The secret of Fòcara lies in its popularity, being a genuine expression of the earth it belongs to. It would be simplistic to confine it to Novoli’s community. It can represent new inputs for the territory, able to build a large Fòcara of Apulia’s intangible culture to project the quality of our culture beyond the borders and produce new economy.

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i sapori

La cotognata, la dolcezza fatta a pezzi È la dolce riserva energetica che i leccesi hanno il piacere di offrire e gustare nelle giornate di inverno È vero, nel Salento l’inverno non rivela quasi mai il suo volto austero. Ci sono giorni, però, in cui i venti del nord-est soffiano potenti e allora anche da queste parti fa piacere assaporare una riserva energetica dal vago richiamo estivo. L’ars dolciaria che caratterizza la gastronomia locale con la frutta, lavorata nei mesi precedenti, prepara conserve intriganti. Fichi, mandorle, noci, pinoli, agrumi e mele cotogne sono gli ingredienti dell’immancabile assortimento da offrire agli ospiti in visita o da gustare a fine pasto. I fichi secchi con la mandorla o i dolci di pasta reale sono dei veri e propri peccati di gola. Delizia che soddisfa il palato e gli appassionati dei fornelli, la cotognata leccese – marmellata di colore ambrato da servire “a pezzo” – può essere assaggiata in abbinamento con una birra artigianale che tra i suoi aromi abbia la confettura di cotogna. Una rarità che da queste parti qualcuno produce. LA COTOGNATA, SWEETNESS IN PIECES IT’S THE SWEET ENERGY RESERVE THAT LECCE PEOPLE HAVE THE PLEASURE TO OFFER AND ENJOY IN WINTER It’s a jam that can be tasted with a craft beer that has quince jam among its aromas.

di jlenia m. gigante/foto pierpaolo schiavone

LA RICETTA Mele cotogne 800g di zucchero per ogni chilo di frutta succo di limone q.b. Tagliare in una boule a pezzi le cotogne (buccia inclusa) lasciandole a macerare per 24 ore con lo zucchero e il succo di limone. Quindi versarle in una casseruola profonda con i succhi di macerazione e fare sobbollire a fuoco lento per almeno un paio d’ore mescolando ripetutamente fino a che i liquidi non evaporano. È pronta quando le bolle d’aria iniziano a scoppiettare. Raffreddare e macinare. Versarla su un piano oleato e stenderla mantenendo uno spessore di 3 cm. Rassodata, tagliarla a pezzi e conservarla coperta con la pellicola in luogo asciutto con qualche foglia di alloro. Quinces 800g sugar per kg of quinces lemon juice as required Cut the quince to pieces in a bowl (peel included) leaving them to macerate for 24 hours with sugar and lemon juice. Pour into a deep saucepan with the juices and simmer over a low flame for 2 hours, stirring several times until the liquids evaporate. It’ll be ready when the bubbles begin to pop. Let it cool down and grind. Pour it on an oiled surface and stretch it while maintaining a thickness of 3 cm. When hardened, cut into pieces and keep it covered with plastic wrap in a dry place with a few bay leaves.


365 GIORNI NEL SALENTO

promozione del territorio

Salento, non solo un’avventura estiva

www.365giorninelsalento.it

Un territorio bello da vivere in tutte le stagioni Non ci credete? Seguiteci 365 giorni all’anno La Password Ad srl, società di comunicazione, si è lanciata nell’ambizioso compito di raccontare e promuovere il territorio in tutte le sue sfaccettature, grazie al progetto 365 giorni nel Salento, avvalendosi di diversi prodotti editoriali che fungono da guida puntuale e dettagliata per ogni tipo di richiesta da parte del turista in vacanza ma anche da chi vive nel Salento. Il progetto “365 giorni nel Salento” comprende un omonimo catalogo cartaceo a cadenza annuale, il portale www.365giorninelsalento.it, oltre a una rivista cartacea, formato magazine a cadenza trimestrale “Salento Review” e l’omonimo blog magazine www.salentoreview.it. 100 101

Il portale www.365giorninelsalento. it è un contenitore di preziose informazioni: collegandosi al sito, nelle 6 diverse categorie (accoglienza, gusto, servizi, informazioni, eventi e località) l’utente può trovare indirizzi e numeri utili riguardanti tutte le sezioni che spaziano dalle strutture ricettive alla ristorazione; dai trasporti pubblici a quelli privati (autonoleggi, noleggi moto, noleggi barche, noleggi bici); dalle tipiche attività artigianali ai prodotti enogastronomici, fino ai servizi di pubblica utilità (presidi ospedalieri, farmacie e guardie mediche). Una sezione approfondita, presente sul portale, è quella dedicata agli eventi sul


PASSWORD AD Viale della Libertà, 47 - 73100 Lecce - tel. +39 0832 1692478 - www.pwad.it - info@pwad.it - coordinamento@pwad.it www.salentoreview.it - info@salentoreview.it 365 giorni nel salento

SALENTO, NOT JUST A SUMMER ADVENTURE Password Ad srl, communications company, is committed to promote the area, thanks to the project “365 giorni nel Salento”, with different products that act as a guide for tourists and residents. The project “365 giorni nel Salento” includes an annual catalog of the same name, the portal www.365giorninelsalento.it, a quarterly magazine “Salento Review” and the blog, www.salentoreview.it. From www.365giorninelsalento.it you will find information about accommodations, tastes, services, informations, events and places. All contacts are inserted in “365 giorni nel Salento”, free in the affiliated structures and info points of the whole Lecce’s province. Born in June 2013, the portal has achieved, in a few months, 40000 visitors and more than 300000 pages opened, also thanks to “Occhio alla Spiaggia “, webcam service showing the weather and sea. Salento Review is an high-level product, where the territory is told with videos on the portal and blog, www. salentoreview.it. For those who want a printed version, it only takes a simple communication. In preparation for 2014’s summer, an app for smartphones and tablets.

territorio: un’agenda quotidianamente aggiornata su musica, arte&cultura, manifestazioni, feste patronali e sagre ed eventi in genere. Tutti i contatti sono inseriti nel catalogo cartaceo annuale “365 giorni nel Salento”, distribuito gratuitamente nelle strutture affiliate e negli info point di tutta la provincia di Lecce. Nato a giugno 2013, il portale ha raggiunto, in pochi mesi, risultati strabilianti in termini di contatti, collezionando 40mila visitatori e oltre 300mila aperture di pagina tra utenti del territorio nazionale, europeo e d’oltreoceano, grazie anche all’originale servizio “Occhio alla Spiaggia” che attraverso un sistema di webcam installate sul litorale adriatico e ionico, permette agli utenti di vedere in diretta streaming le condizioni atmosferiche e del mare. Durante la stagione invernale ne restano attive solo 2 sulla costa adriatica e 2 su quella ionica mentre, dal 15 maggio, con la partenza della stagione balneare, il servizio sarà attivato anche in altre 20 località . La rivista trimestrale Salento Review, è

il fiore all’occhiello del progetto: è un prodotto cartaceo di alto livello formato magazine con un taglio giornalistico del tutto innovativo, dove vengono raccontate le eccellenze del territorio. Il Salento è narrato anche attraverso montaggi video di taglio originale pubblicati sia sul portale che sul blog magazine, www.salentoreview.it, al quale la rivista è legata. Qui si possono trovare ulteriori approfondimenti

multimediali oltre a tutti i numeri della rivista sfogliabili on line e per chi volesse ricevere la versione cartacea, basta una semplice comunicazione. Tutti i prodotti editoriali sono rigorosamente connessi ai principali social network e per rendere più smart le funzionalità del progetto è in preparazione, per l’estate 2014, un’App per rendere fruibili tutti i contenuti su smartphone e tablet.


FIVEROOMS

strutture ricettive

Molto piÚ che un B&B Fiverooms, un’oasi verde nel centro di Lecce

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FIVEROOMS B&B via Antonio Gramsci 13 – 73100 Lecce tel. +39 342 7328635 - info@fiverooms.it – www.fiverooms.it

Nel centro di una delle più belle città d’Italia, a due passi dalle zone di principale interesse, si apre una luminosa oasi urbana, unica nel suo genere. È Fiverooms, elegante B&B nato da un’intuizione di Eleonora Pantani, giovane imprenditrice leccese, e Silvana Palmarini, la mamma, che ne cura la gestione. Come è nata l’idea di aprire una struttura ricettiva? E: “Da tempo maturavo questo progetto, poi finalmente nel 2007 mi sono convinta. Adoro viaggiare e dedico molto tempo alla scelta delle location in cui soggiornare. Quando entro in una bella struttura, con le caratteristiche che cerco e un’accoglienza sincera, sono davvero felice. Ecco, volevo poter regalare lo stesso piacere a chi viene a Lecce per vacanza o per lavoro”. Dai commenti che vedo direi che ci siete riuscite S: “Devo dire che i nostri ospiti sono sempre molto contenti. Oltre che dai commenti, lo capiamo dal passaparola. Riceviamo molte prenotazioni di persone alle quali siamo stati consigliati. E tutti affermano: è ancora più bello di come appare in fotografia!”. Dicevate che c’è anche chi viene per lavoro? S: “Sempre di più. Manager, professionisti, ma anche registi e attori, provenienti da tutta Italia e dall’estero, durante le loro trasferte in Salento scelgono abitualmente di soggiornare

B&B FIVEROOMS

da noi. Qui, terminati gli impegni quotidiani, possono rilassarsi sentendosi a casa. Con alcuni di loro è nato un rapporto che va oltre la professione, e quando arrivano è come ricevere la visita di un amico o di un’amica”. Immerso in oltre mille metri quadri di verde, protetto da olmi, kentie e alberi da frutto, Fiverooms è il perfetto compromesso per chi cerca benessere e tranquillità alternati a tratti di velata mondanità. Il sapore tipicamente mediterraneo del giardino si sposa al meglio con l’arredamento essenziale e contemporaneo degli interni. Le camere, ricercate nel design e dotate di ogni comfort, si affacciano sull’ampio salone concepito per offrire agli ospiti la dimensione e l’atmosfera di un’accogliente abitazione. Complimenti per l’arredamento S: “Grazie! La concezione moderna della villa, contraddistinta da un’architettura

sofisticata e linee pulite, viene ripresa all’interno da un design minimal ma allo stesso tempo “caldo”. Ogni camera è diversa dalle altre e ha una propria personalità. Tutte e cinque sono dotate di salottino esterno e accesso diretto al giardino, che tra l’altro abbiamo in programma di arricchire a breve con nuovi supporti e corner relax. Mettiamo grande passione nella cura per i dettagli, cercando di rendere gli ambienti sempre nuovi ed emozionali”. Anche la posizione è strategica... S: “Assolutamente. Siamo a 5 minuti a piedi da Piazza Mazzini, cuore dello shopping e della movida, e a 10 minuti, sempre a piedi, dal centro storico. Entrambi raggiungibili attraverso vie molto tranquille e sicure, anche durante la notte. Non abbiamo problemi di rumore né di parcheggio e siamo un’ottima base di partenza per gite ai due mari e in tutto il Salento”.


FIVEROOMS

strutture ricettive

Che tipo di servizi offrite? S: “Beh, intanto una prima colazione ricca, ricercata e soprattutto naturale, a scelta al tavolo oppure in camera. E poi, una serie di servizi aggiuntivi: parcheggio interno, tv satellitare, Wi-Fi, biciclette, tutto in formula gratuita. Sito internet e social networks sono sempre aggiornati, con novità, promozioni e “cose da fare” nei dintorni. Su richiesta, offriamo servizio lavanderia, baby sitter, tour guidati e percorsi per escursioni, trasferimenti da e per aeroporti e stazioni. In occasioni speciali, prevediamo anche piccoli omaggi di benvenuto, proprio come si fa con gli amici”. Fiverooms è anche una location per eventi? S: “Certamente. A seguito di un’accurata valutazione, mettiamo a disposizione i nostri spazi per vernissage, cerimonie ed altri eventi. Stiamo molto attenti però a non farli coincidere con soggiorni in B&B, perché la pace dei nostri clienti è fondamentale. Il nostro selezionatissimo personale è inoltre a disposizione per l’organizzazione di aperitivi e pasti personalizzati”. Che dire complimenti, cinque stanze però 104

sono solo per pochi fortunati S: “È vero, ma vogliamo essere sicuri che tutti i nostri ospiti siano “coccolati” quanto più possibile. Il salone è molto grande e si potrebbe ridurre a favore di nuove stanze, ma per noi gli spazi comuni hanno un

grande valore perché creano aggregazione. Capita spesso di incontrarsi per chiacchierare, scambiarsi dei consigli sulle mete più attraenti o semplicemente per vedere un programma televisivo. È bellissimo e non vogliamo rinunciarci”.

MUCH MORE THAN A B&B FIVEROOMS, A GREEN OASIS In Lecce’s center is Fiverooms, elegant B&B, run by Eleonora Pantani, young businesswoman, and her mother, Silvana Palmarini, who takes care of the management. How did you get the idea about this kind of structure? E: “When I go into a beautiful structure, with the features I want, I’m really happy. I wanted to be able to give the same pleasure to everyone else.” From the comments I would say you have succeeded S: “Our guests are always very happy. And they all say it’s even more beautiful than in the pictures!” Are there also people staying for work? S: “More and more. With some of them we have a relationship of friendship.” Congratulations on your furniture S: “Thank you! We put great passion in the details.” Even the location is strategic... S: “Absolutely. Only a 5-minute walk from Piazza Mazzini, the heart of shopping and nightlife, and 10 minutes from the historical center.” What kind of services do you offer? S: “A rich breakfast, internal parking, satellite tv, wi-fi and bycicles, all for free. Upon request, we offer laundry service, babysitting, tours and much more - Website and social networks are always up to date.” Is Fiverooms also a location for events? S: “Of course. We make our spaces available for ceremonies and events, but we take care don’t organize something when the customers are inside.” Five rooms, however, are only for a lucky few S: “It’s true, but we want to be sure that all our guests are “cuddled” as much as possible.”




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