Salento Review | Anno Due | Numero Sei

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ANNO II - n. 6 € 4,50 - € 3,00




som

Puglia

www.365giorniinpuglia.it

anno II - numero.6 FOTO DI COPERTINA

Pierpaolo Schiavone (Nella foto Teatro Politeama Greco) DIRETTORE RESPONSABILE Gabriele De Giorgi (direttore@pwad.it) REDAZIONE Ilaria Lia Mariella Tamborrino (redazione@pwad.it) DIREZIONE GRAFICA Francesca delli Carri (grafica@pwad.it) COLLABORATORI: Associazione Kosmos, Ennio Ciotta, Ilaria Erbisti, Jlenia M. Gigante, Donato Giannuzzi, Lorenzo Madaro, Francesca Mandese, Ilaria Marinaci, Brizia Minerva, Jessica Niglio, Valentina Petrucci, Daniela Zito FOTO: Pierpaolo Schiavone COLLABORAZIONE GRAFICA: Michele Ortese WEB: Fernando Rugge, Damiano Gaetani VIDEO: Massimo Centonze TRADUZIONI: Giorgio Ticchi Si ringrazia l’agenzia Pugliapromozione e il direttore Giancarlo Piccirillo; Alessandro Delli Noci, assessore all’Innovazione tecnologica del Comune di Lecce; Alfredo Malcarne, presidente nazionale Assonautica e presidente Camera di Commercio di Brindisi; Roberta Mazzotta, presidente Comitato imprenditoria femminile; Federazione Italiana Badminton per le foto; Sindaci e amministratori dei Comuni di Lecce, Brindisi, Campi Salentina, Castrignano del Capo, Galatina, Gallipoli, Guagnano, Maglie, Melendugno, Nardò, Otranto, Patù, Salve, Tricase, Vernole. Si ringraziano, inoltre, tutte le edicole nelle quali Salento Review sarà messo in vendita e l’agenzia Tarantino per la distribuzione. www.salentoreview.it - info@salentoreview.it EDIZIONI, PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE

Viale della Libertà, 47 - 73100 LECCE Tel. 0832.1692478 - www.pwad.it - info@pwad.it

104 05. EDITORIALE

lecce

I TESORI 06. San Francesco della Scarpa RISCOPERTE 16. Il ritorno dell’Apollo SPECIALE FOTOGRAFICO 20. Lecce in bianco e nero

eventi

STAMPA Gioffreda PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE ZONA ALTO SALENTO Via Carlo Alberto 33 72012 Carovigno (BR) www.aemmedia.it - info@aemmedia.it

È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in redazione il 28 novembre 2014 ISCRITTO AL N. 7 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE 2 MAGGIO 2013 - CRON. N. 18/2013

TEDX LECCE 38. Il futuro in 18

visioni del mondo

MEDIMEX

43. Vasco Rossi: “Ringrazio il pubblico, il cielo e la chitarra”

territorio

GALLIPOLI 46. Il castello che “galleggia”

sull’acqua

LA VALLE D’ITRIA 56. Martina Franca,

la signora della Valle d’Itria

BRINDISI 64. Con il cuore nel porto PUGLIA

FEDERICIANA 68. Oria, il luogo dove rivive il Medioevo


mario

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56 sport

SCHERMA 124. Stoccate eleganti BADMINTON 128. Da gioco di strada agli allori delle Olimpiadi

99 STORIA 83. Dai lager nazisti

alle rive dello Ionio

economia

NAUTICA 79. Non solo meta turistica:

il mare è vita

NUOVE IDEE 99. Il “sì” in diretta streaming

tradizioni

SAPORI 104. Profumi di avvento VINO 108. Vigilia illuminata di bianco

cultura

MUSICA 133. La terra del rimorso

è sempre più lontana

ARTE 144. Alla ricerca di un altrove

salute

BENESSERE 140. La visione olistica del benessere

viaggi

SALENTO VISTO DA FUORI 152. Una scelta al contrario SARAJEVO 156. Il fascino di una città incontro di culture

SFOGLIA LA RIVISTA PRESENTE SUL SITO WWW.SALENTOREVIEW.IT

pubbliredazionali 14. CITTÀ DEL LIBRO Il ventennale 34. CREART I luoghi della cultura

54. CAMERA DI COMMERCIO Imprenditoria femminile 62. 365 GIORNI NEL SALENTO Promozione del territorio 76. PIANI DI AZIONE LOCALE Il progetto 92. AMBIENTE Raccolta differenziata 102. LINCIANO Vini e Liquori 112. AGIMA Imprese Smart 122. TORRE DEL PARCO Strutture ricettive



EDITORIALE

Gabriele De Giorgi

Sotto l’albero, rigorosamente finto, sarebbe bello trovare qualcosa di più dei regali di consolazione. La Puglia e il Salento – che ne è il principale centro di attrazione per i visitatori italiani e stranieri – hanno bisogno di carburante, naturalmente verde, per decollare verso mete ancora più ambiziose. Negli anni della crisi, ostinata e lacerante, il comparto turistico-ricettivo ha tenuto botta dimostrando anzi evidenti segnali di dinamismo. Adesso le istituzioni e gli operatori che si occupano di accoglienza e servizi devono dimostrare di aver acquisito l’insegnamento principale del periodo, per certi versi devastante, della stagnazione e della recessione: il turismo, l’enogastronomia di qualità, le aziende “smart” impegnate nello sviluppo tecnologico di applicazioni di pubblico interesse e nella fornitura di servizi, sono la chiave di volta per ridisegnare lo schema economico di un territorio che ha visto sfaldarsi buona parte dell’impasto industriale e commerciale dei decenni precedenti. Questa consapevolezza, lo dico senza presunzione, ci guida sin dal primo numero di questa rivista che, mi auguro, possa essere di vostro gradimento anche nelle attese e meritate vacanze natalizie che vi aspettano: da parte mia e della redazione al gran completo i più affettuosi auguri.

LA PUGLIA E IL SALENTO, CHE NE È IL PRINCIPALE CENTRO DI ATTRAZIONE PER I VISITATORI ITALIANI E STRANIERI, HANNO BISOGNO DI CARBURANTE, NATURALMENTE VERDE, PER DECOLLARE VERSO METE ANCORA PIÙ AMBIZIOSE

Under the tree, rigorously fake, it would be nice to find something more than consolation gifts for a change. Apulia and particularly Salento - which is its main attraction center for Italian and foreign visitors - need fuel, naturally green, for taking off to even more ambitious destinations. In the years of crisis, stubborn and lacerating, the tourism-hospitality industry has resisted proving, indeed, clear signs of dynamism. Now, the institutions and operators who deal with hospitality and services must show to have acquired the main teaching from the somewhat devastating period of stagnation and recession: tourism, quality food and wine, “smart” companies engaged in the technological development of applications of public interest and in the provision of services, are the key to redraw the economic scheme of a territory that has seen the industrial and trade environments deteriorate in the previous decades. This awareness, and I say this without conceit, guides us since the first issue of this magazine, which I hope will be to your liking, also for the expectations and deserved Christmas holidays awaiting you: on my part and on behalf of the whole staff, our most affectionate wishes.

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LECCE

i tesori

San Francesco della Scarpa

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di brizia minerva/foto pierpaolo schiavone

La sua prima fondazione è legata al leggendario passaggio del santo, reduce dalla Siria. Da allora ha attraversato tutta la storia della cittĂ


LECCE

i tesori

LA NUOVA CHIESA TENUTA DAI FRANCESCANI CONVENTUALI, DETTI DELLA SCARPA, PER DISTINGUERLI DAGLI OSSERVANTI, AVEVA PERDUTO COMPLETAMENTE L’ORIGINARIO ASPETTO GOTICO Nota biografica: Brizia Minerva è storico dell’arte e curatore presso il Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce. Specializzata in conservazione e restauro si occupa di temi legati alla tutela e valorizzazione di beni culturali. Ha curato numerose mostre di arte moderna e contemporanea. Pochi luoghi come la chiesa di San Francesco d’Assisi o della Scarpa e il suo convento raccontano un periodo così lungo della storia di Lecce. L’edificio riveste il tempo attraversato, lo contiene e lo rappresenta, preservandone la continuità. Difatti, questo vasto complesso che occupa un’area di circa 10mila mq nel cuore della città, è frutto di numerosi interventi architettonici, che oscillano dal secolo XVI al XIX, ciascuno dei quali ha determinato la forma attuale. La storia della sua prima fondazione è legata al leggendario passaggio di San 8 9

Francesco quando, reduce dalla Siria, approdò a Otranto e da qui giunse a Lecce per visitare i suoi frati. Sulla stessa area, attigua alla cappella di San Giuliano, donata dalla famiglia Guarini ai frati, venne realizzata a partire dal 1219 la prima chiesa minoritica presso la quale

qualche anno dopo (1273) fu costruito il convento francescano. In questo stesso luogo il santo vi piantò un albero di arancio, la cui resistenza plurisecolare destava meraviglia pari alla credenza che i frutti producessero portentose guarigioni. La data e l’evento sono ricordati in una

PARTICOLARE DELLA CAPPELLA ORATORIO. IN ALTO, ALTARE DELL’ANNUNCIATA


CAVE DI BAUXITE

Comune di Otranto ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


SANTA MARIA AL BAGNO, NARDÒ

Comune di Nardò ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


LECCE

i tesori

STATUA DI SAN GIUSEPPE. ALTARE MAGGIORE - CAPPELLA ORATORIO

lunga iscrizione che si conserva ancora oggi nel locale della sagrestia di fronte all’oratorio. Della chiesa dugentesca che i vescovi di Lecce e Castro consacrarono nel 1330 non rimane quasi nulla, ma non vi sono dubbi che il modello dovette essere l’abbazia di San Niccolò e Cataldo e la chiesa madre di Assisi. In gran parte ricostruita sulla sede di quella antica nei secoli XVI-XVII, la nuova chiesa tenuta dai francescani conventuali, detti della scarpa, per distinguerli dagli osservanti, aveva perduto completamente l’originario aspetto gotico. L’edificio, a partire dal Cinquecento, viene arricchito e ornato di altari e arredi come quello di Francesco Antonio Zimbalo dedicato

INGRESSO DA VIA CAIROLI

all’Immacolata del 1599, e quello dell’Annunciata, costruito nel 1665 da Giovanni Larducci per i Maresgallo. Al 1518 risale il monumento sepolcrale del predicatore Roberto Caracciolo, morto nel 1495 nello stesso convento di San Francesco, a sancire la chiesa come luogo sacro privilegiato per le sepolture dall’aristocrazia che, secondo l’Infantino, giunsero ad essere 360. Nel 1633 Leonardo Prato fece affrescare la cappella dell’oratorio, luogo dove si vuole dimorò San Francesco d’Assisi, con episodi in riquadri della vita del santo. Tra il 1699 e il 1711 la pianta dell’edificio venne modificata in chiave barocca con navata unica dotata di quattro cappelle

per lato, abside, transetto e soffitto dipinto, secondo gli schemi delle chiese controriformate. La chiesa e il convento di San Francesco diventarono per Lecce oltre che il centro della pietà religiosa, luogo principale della sapienza cittadina. I francescani rimasero nel convento e nella chiesa fino al 1810, anno in cui per la soppressione napoleonica degli ordini religiosi furono costretti ad abbandonare entrambi gli edifici. San Francesco venne chiusa al culto e il convento destinato a deposito governativo, a ospedale e, nel 1816, trasformato in istituto d’istruzione intitolato a San Giuseppe. A partire dal 1832 la direzione del colleALTARE DELL’IMMACOLATA

SAN FRANCESCO DELLA SCARPA THE FOUNDATION IS LINKED TO THE PASSAGE OF THE SAINT, RETURNING FROM SYRIA. SINCE THEN IT HAS SEEN THE ENTIRE HISTORY OF THE CITY Biographical note: Brizia Minerva is an art historian and curator of the Provincial Museum “Sigismondo Castromediano” in Lecce. Specialized in conservation and restoration, she deals with issues related to the cultural heritage’s protection and enhancement. She has curated numerous exhibitions of modern and contemporary art. The church foundation is linked to the passage of San Francesco. In 1210 was built the first minorite church, close to which was built the Franciscan monastery in 1273. The date and the event are remembered with an inscription in the sacristy. Mostly rebuilt on the site of the older one in the 16th and 17th centuries, the new church owned by the Conventual Franciscans was called of the shoe to distinguish them from the observants. The building, from the 16th century, was enriched with altars and furnishings. The Franciscans stayed in the convent and in the church until 1810, when

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LECCE

i tesori

gio passa ai gesuiti che danno vita a una delle più avanzate istituzioni culturali del Regno con la prima quadreria pubblica del Salento, una raccolta archeologica di vasi dell’antica Rudiae, biblioteca e gabinetti scientifici con diversi e preziosi strumenti elettrici. Sull’altare maggiore viene sistemata una grande statua in cartapesta con l’immagine di San Giuseppe, al quale è ora intitolata la chiesa, opera di Oronzo Greco. Il Collegio di San Giuseppe, nelle mani dei Gesuiti, acquisì sempre maggior prestigio fino a divenire regio liceo cui vengono annesse le cattedre di Diritto civile e penale e, nel 1857, quelle di Medicina legale, Fisiologia e Anatomia. Ben presto viene deciso l’ampliamento della struttura e sistemazione del collegio. A questi lavori si deve l’attuale assetto della piazzetta degli studi. La forma urbana della zona viene sconvolta: molte casupole attornianti la chiesa e il convento furono infatti abbattute e, al loro posto, costruito un vasto salone e un teatrino con facciata realizzata ad imitazione di un tempio dorico. Nel 1860 i gesuiti furono nuovamente espulsi dalla città e il convitto divenne nazionale con il nome di liceo ginnasiale “Giuseppe Palmieri”. Nel 1899 la chiesa di San Francesco venne drammaticamente trasformata da pianta a croce latina in pianta a croce greca con l’abbattimento di tre cappelle per lato per dare spazio al porticato antistante. Risale a quest’epoca anche l’eliminazione del prospetto gotico con rosone, protiro e leoni stilofori, attualmente esposti nel Museo Provinciale. Al centro della piazzetta degli studi viene posto un busto in marmo di G. Carducci, dove un tempo era la statua dell’Immacolata che nel 1845 fu trasferita sul timpano dell’edificio centrale. La chiesa viene così occultata e l’unico ingresso rimasto è quello del portale minore posto su via Cairoli, al lato del campanile, nel frattempo divenuto il laboratorio meteorologico di Cosimo De Giorgi. I tanti guasti arrecati alla fabbrica della chiesa provocarono nel 1955 il crollo del soffitto a capriate, la perdita del cielo appeso dipinto e di conseguenza il danneggiamento degli altari e dei loro arredi. Nel 1996 la 12 13

CAPPELLA SOTTOPOSTA

Provincia di Lecce, proprietaria del bene, ha sottoposto l’edificio ad un paziente lavoro di restauro che ha portato anche al recupero degli affreschi nella sagrestia ispirati all’iconografia francescana. San Francesco della Scarpa e parte del convento sono così tornati ad essere un

luogo di produzione culturale con la riapertura al pubblico della Biblioteca Provinciale “Nicola Bernardini”, ristabilita nell’antica sede e con l’adeguamento della chiesa a spazio espositivo destinato ad importanti mostre d’arte curate dal Museo Provinciale.

PROSPETTO DORICO DEL CONVITTO PALMIERI

they were forced to abandon both buildings because of the Napoleonic suppression of the religious orders: the church was closed and the convent became a college dedicated to San Giuseppe in 1816. Starting from 1832, the direction of the college passed to the Jesuits, who gave life to one of the most advanced cultural institutions of the Kingdom with Salento’s first public picture gallery, an archaeological collection of vases of the ancient Rudiae, library and scientific laboratories. In 1860 the Jesuits were expelled from the city once again and the boarding school became “Giuseppe Palmieri” high school. In 1899, the church’s plan was transformed from latin cross to greek cross with the demolition of three chapels on each side to give space to the front porch. At the center of the small square was placed a marble bust of G. Carducci. The only entrance left is that of the minor portal in Via Cairoli, on the side of the belltower, which meanwhile has become Cosimo De Giorgi’s meteorological laboratory. In 1996, the Province of Lecce, owner of the church, has restored the frescoes in the sacristy.


FESTA PATRONALE DI SS PIETRO E PAOLO

Comune di Galatina ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


CITTÀ DEL LIBRO

iL ventennaLe

CITTÀ DEL LIBRO, 20 ANNI DI CULTURA Dall’11 al 14 dicembre il quartiere fieristico di Campi ospiterà un’edizione particolare con un programma ricco di eventi: come sempre, ci sarà un omaggio a Carmelo Bene Quando la cultura chiama, non si può non rispondere. E quando ci si immerge in questa realtà, a beneficiarne sono lo spirito, la mente, il cuore. Il palcoscenico più adatto per questo bagno d’amore, è La Città del Libro, la rassegna internazionale dedicata agli autori ed agli editori del Mediterraneo che da 20 anni a questa parte illumina Campi ed il Salento tutto. Molto più di una semplice esposizione. La Città del Libro, di scena dall’11 al 14 dicembre, è un vero e proprio contenitore artistico e culturale che ruota e si fonde con la realtà editoriale locale, nazionale ed internazionale. A confermarlo è Fabio Sirsi, presidente dell’omonima Fondazione. “Quest’anno” ci spiega “oltre a numerosi convegni, ci saranno gli omaggi ai nostri 14 15

conterranei più illustri, da Vittorio Bodini a Carmelo Bene per il quale, in particolare, presenteremo libri, allestiremo una mostra ed un’installazione con alcune sue “Interviste impossibili” e concluderemo domenica con lo spettacolo teatrale “Dedicato a C.B.” di Marina Polla De Luca. Proseguiremo con la caratterizzazione dell’anno scorso, ampliando le occasioni di sensibilizzazione con “Eco Feste Puglia” e utilizzeremo materiale riciclato o eco compatibile nell’allestimento. E poi l’internazionalizzazione. Anche quest’anno ci sarà una Sezione Mediterranea, ricca di ospiti stranieri”. La kermesse è cresciuta notevolmente. Com’è cambiato il suo profilo nell’era dei social? “Abbiamo voluto dare un segnale di moder-

nità, oltre che razionalizzazione dei costi, attraverso una decisione per noi ovvia ma rivoluzionaria: mandare in pensione il buon vecchio fax. Scherzi a parte, abbiamo organizzato un approfondimento serio e specifico su e-book e social network per discutere sulla direzione che l’editoria sta prendendo. E poi una simpatica oltre che apprezzata iniziativa, l’#machetipassaperlatesta attraverso cui uomini, donne e bambini fanno una foto a se stessi con un libro in testa e la pubblicano sul profilo Città del Libro”. Quali saranno i temi predominanti in questa edizione? “Quest’anno il tema è l’integrazione euromediterranea. Cercheremo di raccontare, nel percorso di incontri con l’autore, ciò che il nostro territorio offre dando l’opportuno


CITTÀ DEL LIBRO Quartiere Fieristico, Campi Salentina (LE) www.cittadellibro.net

CITTÀ DEL LIBRO. 20 YEARS OF CULTURE FROM 11 TO 14 DECEMBER CAMPI WILL HOST THE XX EDITION Città del Libro (Book’s City) is the international review dedicated to the Mediterranean authors and publishers, merging with the local, national and international publishing activities. Fabio Sirsi, president of the homonym foundation, said. “This year we’ll have tributes for our most distinguished countrymen, Vittorio Bodini and Carmelo Bene and the internationalization with the Mediterranean Session, which will host Ambassadors and world-class personalities”. How did the kermesse change in the social networks era? “We only use internet to communicate, and through e-books and social networks we discuss about the future of publishing industry. There is an initiative,

#machetipassaperlatesta, where the visitors make a picture with a book on their head and publish it on our facebook page”. What are the topics of this edition? “It will be the euro-mediterranean integration, focusing on Balcans, Middle-east and North Africa, to understand the reasons behind the ongoing conflicts and send a message of Peace”. What kind of impact should the event have on young people? “A book should give hope, and stimulate the imagination. It should increase the sensibility through which we can change the world. We’re trying to create a joyful atmosphere to fight the diffidence of the youngest”. Who will be this edition’s guests? “P.Mieli and N. Costa, and some authors awarded at national level. We’ll conclude with Khalil Al Toubat (Honorary Consul of Palestine in Italy), Hassan Aboyoub (Ambassador of the Kingdom of Morocco in Italy) and the former minister Cècile Kyenge”.

IL MANIFESTO DELL’EVENTO. NELLE FOTO, ALCUNI MOMENTI E OSPITI DELLA SCORSA EDIZIONE

spazio alle case editrici locali ma cercheremo soprattutto di creare dei focus su Balcani, Medio Oriente e Nord Africa per cercare di intuire le criticità sociali alla base dei numerosi conflitti presenti, confrontarle con le realtà a noi vicine e lanciare un messaggio di Accoglienza e di Pace. Il Titolo sarà Mare Nostrum, storie di Santi, Navigatori e Poeti”. La Città del Libro che impatto ha sui più giovani? “Il libro dovrebbe servire a donare speranza, a far viaggiare la fantasia, dovrebbe servire a far riflettere e, attraverso la riflessione,

ognuno di noi dovrebbe interiorizzare una propria crescita, una sensibilità e un senso civico attraverso cui possiamo contribuire a migliorare il Mondo. Con questo spirito cerchiamo di sconfiggere una certa diffidenza che, soprattutto i più giovani, hanno nei confronti della lettura, creando un atmosfera di gioia e di festa intorno al libro”. Chi saranno li ospiti di questa edizione?

“Partiremo can Paolo Mieli e Nicoletta Costa, passeremo dal premio Bancarella 2014 Michela Marzano e dal premio Stresa 2014 Valentina D’Urbano, ci saranno Mario Desiati e i ritorni di Mario Capanna e Franco Scaglia, Pino Aprile. Concluderemo con Khalil Al Toubat (Console Onorario Palestina in Italia), Hassan Aboyoub (Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia) e l’Ex Ministro Cècile Kyenge”.


LECCE

riscoperte

Il ritorno dell’Apollo

Quasi completato il restauro del prestigioso teatro che ospiterà anche un’area museale con i reperti rinvenuti durante gli scavi Come ritorna in vita un sontuoso politeama? Ce lo racconta il restauro in corso del Teatro Apollo di Lecce, imponente edificio, negli ultimi anni nascosto dalle impalcature, che costeggia per un tratto la centralissima via Trinchese e si affaccia su piazzetta De Cristoforis. Di recente, il ponteggio che circondava la struttura è stato rimosso, svelando, finalmente, agli occhi dei leccesi ansiosi di riavere il loro teatro, la facciata neoclassica sovrastata dal nome. L’Apollo fu consegnato alla città il 15 maggio del 1912 e fu il terzo ad essere costruito nel capoluogo salentino, dopo il Paisiello e il Politeama Greco. Inizialmente, era a una sala, l’attuale ridotto, 16 17


di ilaria marinaci/foto pierpaolo schiavone

a cui venne successivamente aggiunta l’arena dove ora si trova la platea. Solo nel 1926 l’edificio fu completato con le sembianze odierne ed inaugurato con la proiezione del film “Gli ultimi giorni di Pompei”. Oltre, infatti, a spettacoli di prosa e opere liriche, ospitava anche proiezioni cinematografiche e varietà: fra i nomi noti che ne hanno calcato il palcoscenico figura Macario, oltre a celebri tenori come Beniamino Gigli e Tito Gobbi. A partire dagli anni Ottanta, però, è rimasto in stato di abbandono finché l’amministrazione comunale non ha deciso di restaurarlo. I lavori sono partiti nel 2008 e sarebbero dovuti terminare nel 2010. Invece, sono tuttora in corso per via dei tanti reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi, che hanno causato frequenti sospensioni dell’attività nel cantiere. Fra quelli più interessanti figurano due sarcofagi che risalgono al III secolo avanti Cristo contenenti due scheletri, uno dei quali apparterrebbe a un bambino, insieme a gioielli e monete del IV secolo avanti Cristo e ai resti di mura messapiche. Inoltre sono tornate alla luce una parte del fossato del Castello Carlo V e una strada, oltre ai resti di stanze, probabilmente, utilizzate dagli operai che lavorarono nel teatro tra il 1930 e il 1940. Tutto questo ha portato a modificare

ALCUNI RENDER DEL PROGETTO DI RESTAURO DEL TEATRO

il progetto originario, trasformando il rinnovato Apollo in una sorta di teatro-museo. Si sta realizzando, infatti, all’interno della struttura, un percorso fatto a vetrata e illuminato, affiancato da proiezioni di immagini multimediali che ricostruiscono i vari passaggi della storia raccontata dai reperti archeologici rinvenuti. Ma non solo. È prevista anche la realizzazione di una sala al primo piano da destinare a teleconferenze, attività didattiche e formative, convegni.

Le novità, poi, che certamente richiameranno la curiosità dei visitatori-spettatori saranno due: l’orchestra che suonerà su una pedana mobile creando un effetto suggestivo durante le rappresentazioni teatrali o le opere liriche e la storica cupola dell’Apollo, rimessa a nuovo, quella che, all’epoca della sua costruzione, si apriva lasciando scoperta una parte del teatro, forse per facilitare il ricambio dell’aria nella sala dove abbondavano i fumatori. Nuova di zecca, è stata realiz-


LECCE

riscoperte

L’ORCHESTRA SUONERÀ SU UNA PEDANA MOBILE CREANDO UN EFFETTO SUGGESTIVO DURANTE LE RAPPRESENTAZIONI TEATRALI O LE OPERE LIRICHE

zata interamente a mano in puro zinco lavorato direttamente sul posto, dopo aver eliminato l’acciaio che, nel corso del tempo, si era arrugginito. La riapertura al pubblico dell’Apollo, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe avvenire nel corso della prossima estate e già si parla del futuro di questo importante polo culturale. Sarà decisa anche per il prestigioso teatro una gestione pubblico-privata, come avvenuto per altri importanti contenitori della città barocca? Non è ancora dato sapere. Una cosa, però, appare certa: una volta riaperto, diventerà la casa dell’Orchestra Tito Schipa, ospitandone le stagioni sinfoniche e liriche. 18 19

THE RETURN OF THE APOLLO THE THEATER’S RESTORATION IS ALMOST COMPLETE: IT WILL ALSO HOUSE A MUSEUM WITH THE FINDINGS DISCOVERED DURING EXCAVATIONS The Apollo Theater in Lecce, previously hidden by scaffoldings, was handed over to the city on May 15, 1912 and was initially a hall to which was later added the arena, and was completed in 1926; it was abandoned since the 80s until the city administration decided to restore it. The works had to end in 2010, but they’re still in progress because of the many archaeological finds unearthed during the excavations: noteworthy are the two sarcophagi of the 3rd century BC, jewelry and coins of the 4th century BC, Messapian walls, part of Carlo V Castle’s moat, a road and the remains of some rooms, probably used by the workers working in the theater between 1930 and 1940. All this has modified the original project, transforming the structure into a sort of theater-museum. There are plans for the realization of a hall on the first floor for teleconferencing, education and training activities, meetings. The news that will trigger the visitor’s curiosity will be the orchestra that will play on a moving platform, creating a striking effect during theatrical performances or the opera, and the historic Apollo cupola, refurbished. The reopening to the public is scheduled for Summer 2015.


LECCE - PIAZZA SANT’ORONZO, 7 TEL. E FAX 0832.243811 - www.orestetroso.it


LECCE IN BIANCO E NERO

00 SANTA MARIA DELLA PORTA

00 PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

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ROCA VECCHIA

Comune di Melendugno ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


PIAZZA DUOMO -00- EPISCOPIO PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

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PIAZZA DUOMO -00- CATTEDRALE

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

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MARINA SERRA

Comune di Tricase ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


RISERVA NATURALE LE CESINE

Comune di Vernole ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


MONASTERO DEGLI OLIVETANI -00- POZZO ANTICO PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

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SANT’ORONZO FUORI LE MURA

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

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CHIESA MATRICE

Comune di Campi Salentina ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


LOCALITÀ SAN GREGORIO

Comune di Patù ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


PORTA RUDIAE

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

00


SANT’IRENE

PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

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MALDIVE DEL SALENTO

Comune di Salve ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


CREART

i LuogHi della cuLtura

Gestione degli spazi creativi, parlano gli esperti Nuovo importante appuntamento nell’ambito del progetto comunitario CreArt Lo spessore culturale di una città lo si misura non solo dalle sue ricchezze architettoniche, storiche e artistiche, ma anche dall’attenzione che la comunità e lo stesso territorio prestano a questo tassello fondamentale. Che Lecce da tempo sia ormai punto di riferimento per eventi e manifestazioni di respiro internazionale è un dato di fatto. Mostre, convegni, incontri, iniziative, spettacoli e appuntamenti tesi a valorizzare il bagaglio culturale di questa comunità sono ormai all’ordine del giorno. 34 35

E per realizzare progetti che siano qualcosa di più di una semplice vetrina, è importante la collaborazione fra pubblico e privato, sinergia essenziale per viaggiare sulle ali dello sviluppo. Da questi presupposti nasce un nuovo programma di lavoro che punta a trovare soluzioni condivise per la gestione degli spazi creativi presenti sul territorio e in tutta Europa. Se ne è discusso nei giorni scorsi, nelle sale del Must di Lecce, nel corso di un appuntamento promosso nell’am-

bito del progetto comunitario CreArt. Sostenuto dall’Assessorato alle Politiche Comunitarie e Giovanili con l’Assessorato al Turismo, Spettacoli e Marketing Territoriale, il convegno ha dato voce alle più importanti testimonianze europee, grazie alla presenza di relatori internazionali impegnati quotidianamente in alcune realtà strategiche dell’Europa creativa. Tra essi: Isabelle de Volondre, esperta nel campo “Competitività e Innovazione”, IDEA Consult di Bruxelles; Olivier Le Guay, direttore editoriale del


CITTÀ DI LECCE Ass.to alle Politiche Comunitarie e Giovanili - Ass.to alla Cultura, Turismo e Spettacolo tel. +39 0832 682991 - www.comune.lecce.it

Forum d’Avignon; Marc-Hector Vanderhaegen, manager della Commissione Europea; Horst Hortner, direttore “Ars Electronica Future Lab”. Proprio in Europa, negli ultimi anni, c’è stato un incremento degli spazi creativi, ma la loro gestione, stando a quanto emerso nel corso della tavola rotonda, richiede un’attenzione diversa rispetto a quella ricevuta sino ad oggi.

La considerazione di partenza, dunque, è quella di individuare strutture tecnologicamente adeguate e mettere insieme un team qualificato per la loro gestione. Purché il tutto sia supportato da una politica culturale in grado di guardare anche oltre i propri confini. “La cultura – ha spiegato Alessandro Delli Noci, assessore alle Politiche Comunitarie e Giovanili del Comune

di Lecce – deve essere al centro delle nostre iniziative, ed è questo il succo del progetto. I settori legati all’universo culturale e creativo sono innegabilmente motivo di sviluppo e in un periodo di crisi come quello attuale, non solo finanziario, occorre analizzare e trovare le soluzioni migliori affinché il patrimonio di conoscenze possa essere alla portata di tutti, trattandosi di un elemento fondamentale nella vita di una comunità”. Nicola Elia, dirigente del Settore Cultura del Comune e direttore del Must, nel corso del suo intervento ha sottolineato un tema importante: “Con CreArt – ha dichiarato – si cerca di lavorare a tutto tondo attorno ai temi caldi delle politiche culturali. Gli spazi espositivi del Comune di Lecce ad oggi hanno ospitato, grazie a CreArt, mostre e talk con artisti esordienti e nomi consolidati nel sistema dell’arte, favorendo anche, mediante le residenze organizzate in alcune città europee, un


CREART

i LuogHi della cuLtura

L’ASSESSORE DELLI NOCI

dialogo tra artisti, anche giovanissimi. Resta forte la voglia di fare ancora e di più, e a mio avviso – ha concluso – le potenzialità e le energie non mancano”. Dello stesso parere Raffaele Parlangeli, dirigente del settore programmazione strategica e comunitaria. “Tutto sta nella condivisione – ha sottolineato nel suo intervento – anche per i futuri programmi della città e del suo territorio. All’insegna di un dialogo condiviso, CreArt assicura una rete di scambi, collaborazioni proficue, non solo proponendo mostre e workshop, ma anche organizzando occasioni di confronto allargato sui temi della stretta attualità del mondo culturale. E la gestione degli spazi creativi in Europa è certamente tra questi”.

GIAMPIERO CORVAGLIA

Tra gli altri, hanno preso parte all’incontro: Antonio Basile, docente di Antropologia culturale dell’Accademia di Belle Arti di Lecce; Giampiero Corvaglia, presidente di Axa cultura e imprenditore; Claudio Delli Santi, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce; Tiziana Rucco, Preside del Liceo Artistico Ciardo-Pellegrino di Lecce e

l’assessore al Tursimo, Luigi Coclite. Lecce è pronta ad affrontare nuove sfide. La rete c’è. La città non sarà “capitale europea della cultura”, ma ha ereditato qualcosa che va oltre un titolo, ovvero, un sistema di lavoro che unisce tante energie e che si fonda sulla volontà di proseguire un percorso che sta già dando risultati interessanti e stimolanti.

CREATIVE SPACE MANAGEMENT, A WORD FROM THE EXPERTS IMPORTANT NEW DATE WITHIN THE COMMUNITY PROJECT “CREART. NETWORK OF CITIES FOR ARTISTIC CREATION”, PROMOTED IN LECCE BY THE DEPARTMENT OF COMMUNITY AND YOUTH POLICIES AND THE DEPARTMENT OF TOURISM, EVENTS AND TERRITORIAL MARKETING A new work program which aims to find common solutions for the management of creative spaces in the area and in Europe is born in Lecce, which has long been a landmark for international events. This was discussed in the past days, in the halls of MUST in Lecce, during an event promoted within the community project CreArt. The conference gave voice to the most important European testimonies, thanks to the presence of international speakers, daily engaged in strategic realities of creative Europe, with the aim to identify technologically appropriate structures and put together a qualified team for their management. “Culture – said Alessandro Delli Noci, Councillor for Community and Youth Policies of the City of Lecce – must be at the heart of our initiatives. We have to analyze and find the best solutions so that the wealth of knowledge is affordable to everyone”. Nicola Elia, director of the Culture Department of the City and director of Must said: “With CreArt we try to work in the round on the hot topics of cultural policies. There is the desire to do more, and there’s no shortage of potential and energies”. Raffaele Parlangeli, manager of the Strategic and Community Planning, shares the same opinion. The city hasn’t become “European Capital of Culture”, but it has inherited something that goes beyond a title, that is, a work system which combines several energies and that’s based on the desire to continue on a path that is already yielding interesting results.

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EVENTI

tedxLecce

redazione/foto shotalive

TedxLecce2014: il futuro in 18 visioni del mondo Anche quest’anno l’associazione “Diffondere idee di valore” ha dato vita ad un evento di grande spessore

Che forma ha il futuro visto dal 2014? Sarà un mondo tutto microchip e tecnologia o ci sarà un ritorno ai valori della terra? Molteplici le visioni uscite fuori nella terza edizione del TedX Lecce, portato a Lecce dall’associazione “Diffondere idee di valore” e ospitato al Politeama a fine ottobre. Diciotto gli speaker che hanno affrontato il tema del futuro dal punto di vista dell’economia, della scienza, del lavoro, dell’arte, dell’impegno sociale e della comunicazione. Sul palco sono saliti Alexander Aleinikoff, vice Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati; Lina Ben Mhenni, giovane attivista e blogger tunisina; Chiara Giovenzana, director of community engagement della Singularity University; Cinzia Cattoni, responsabile Relazioni esterne e fundraising del Museo dei bambini Milano; Bill Niada, imprenditore social; Cesare Cacitti, giovane maker; Maria Letizia Gardoni, 38 39

presidente di Coldiretti Giovani; Amedeo Balbi, astrofisico e ricercatore all’Università di Roma Tor Vergata; Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo GreenPeace Italia; Antonio Perdichizzi, imprenditore e innovatore sociale; Matteo Ruina, ingegnere e giovane imprenditore; l’attore improvvisatore Omar Argentino Galván. E ancora alcuni ospiti

pugliesi: Nick Difino del Future Food Institute, che è salito sul palco insieme con il food haker Tim West; l’imprenditore Angelo Petrosillo, la filosofa Alessandra Beccarisi, il giornalista, social media manager e consulente di comunicazione politica Dino Amenduni e Carmelo Presicce, di CoderDojo Italia.

TEDXLECCE2014: THE FUTURE IN 18 VISIONS FROM THE WORLD ONCE AGAIN, THE ASSOCIATION “DIFFONDERE IDEE DI VALORE”, GAVE LIFE TO A GREAT EVENT What shape does the future have, seen from 2014? Will it be a technological world or will it be aimed at land valorization? The point of views of 18 speakers have been valuated in the 3rd edition of TedX Lecce this October. On stage: A. Aleinikoff, vice High Commissoner of UNHCR; L. Ben Mhenni, young Tunisian activist; C. Giovenzana, Singularity University; C.Cattoni, Museo dei Bambini; B.Niada, social network entrepreneur; C. Cacitti, maker; M.L. Gardoni, Coldiretti Giovani; A. Balbi, astrophysic at Tor Vergata; G. Onufrio, GreenPeace Italy; A. Perdichizzi, social entrepreneur; M. Ruina, young engineer; the actor O. Galván, and some guests from Apulia: N. Difino, Future Food Institute with the food hacker Tim West; A. Petrosillo, entrepreneur; A. Beccarisi, philosopher; D. Amenduini, political journalist; C. Presicce from CoderDojo Italia.



EVENTI

tedxLecce

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La libreria Bookish di Lecce offrirà ai tanti amanti dei libri un posto dove darsi appuntamento, chiacchierare, incontrare persone e autori, merito della qualità e della proposta culturale, senza dubbio, ma anche di un modo di proporsi mai supponente o intellettualistico, ma piuttosto semplice, aperto, disponibile. La Bookish al suo interno avrà un ricco assortimento di libri di tutti i generi, di tutte le sigle editoriali, per tutti i gusti e le esigenze, integrato da un reparto dedicato interamente ai giochi didattici dei bambini e da un settore di cartoleria di qualità, e grazie ad un accordo in esclusiva la possibilità di reperire libri italiani e stranieri, cd musicali, home video, in un catalogo di oltre 1.000.000 di referenze.

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EVENTI

medimex

di redazione/

RINGRAZIO IL PUBBLICO, IL CIELO E LA

CHITARRA

IL NUOVO ALBUM DI VASCO ROSSI PRESENTATO IN ANTEPRIMA NAZIONALE A BARI, NEL CORSO DEL MEDIMEX. UN “REGALO” DEL KOMANDANTE ALLA PUGLIA, CHE LO HA ELETTO CITTADINO ONORARIO “Ringrazio il pubblico, il cielo e la chitarra”. Dopo 36 anni di carriera, Vasco Rossi non è ancora stanco di scrivere canzoni e di incontrare il pubblico negli stadi. E con lo stupore di un ragazzino, ringrazia i fan per avergli permesso il lusso di vivere regalando emozioni. Intanto, quest’anno, il regalo alla regione che lo ha recentemente nominato primo

“Cittadino della Puglia creativa”, Vasco lo ha fatto proprio ai fan pugliesi. Arrivato al Medimex, salone dell’innovazione musicale di Bari, per ritirare il premio andato al “LiveKom ‘014” come miglior spettacolo dal vivo dell’anno, il Komandante ha anche fissato in Puglia la presentazione nazionale – l’unica – del suo nuovo album, “Sono innocente”, uscito poi il 4 novembre.

L A COPER T IN

A D E LL’U LT IM O D I VA S C O A LB U M ROSSI

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EVENTI

medimex

Perfettamente a suo agio nel ruolo della rockstar, ma un po’ meno quando su un palco ci sale per parlare, Vasco è arrivato all’appuntamento barese con in mano il suo block notes giallo, lo stesso dove appunta i versi delle nuove canzoni. E dagli appunti “di cose che assolutamente non voglio dimenticare” è partito per raccontare “Sono innocente”, 17esimo album in studio. “Non ho mai fatto concept album – ha esordito – e infatti anche questo è un lavoro che contiene quindici singoli. Il titolo è chiaramente provocatorio, com’è nel dna del rock. “Mi dichiaro innocente – spiega Vasco – perché un artista lo è sempre. E se non lo è l’uomo, lo è almeno la sua opera”. Tre i singoli che hanno anticipato l’uscita del nuovo lavoro: “L’uomo più semplice”, “Cambia-menti” e “Dannate nuvole”. Già chiaro dal primo ascolto che questo album segna una svolta heavy nella carriera del Komandante e che, a detta dello stesso cantautore, contiene “Il Vasco di ieri, di oggi e di domani. Troverete il Vasco vintage, quello contemporaneo e quello del futuro”. Per quel che riguarda il Vasco di ieri, “Sono innocente” contiene una chicca: “Marta piange ancora” – prosegue Vasco – è stata scritta quando avevo 15 anni. L’ho registrata su una cassetta e l’ho regalata a un po’ di amici allora, e recentemente è finita sul web. Così, ho deciso di rifarla e di rifarla bene”. Per quel che riguarda il “Vasco che verrà”, invece, la novità è un brano strumentale con testo in inglese. “Questo brano annuncia

SONO FELICE DI AVER IMMESSO UN ALTRO PO’ DI MUSICA NELL’ARIA E DI AVERE LA POSSIBILITÀ DI CAMBIARE L’UMORE DI UNA GIORNATA A CHI MI ASCOLTA (Vasco ride e invita a non prenderlo sul serio, ndr) una mia prossima apertura al mercato internazionale”. Vasco ha tanta voglia di scherzare. In un’atmosfera rilassata, glissa con abilità le domande dei giornalisti per portare il discorso a quello che più gli preme arrivi al suo pubblico. “Sono affetto da sempre del male di vivere. Questo è un lavoro che contiene nuove consapevolezze e vecchi rancori: c’è ancora chi mi considera come un “corruttore di menti giovanili”. A queste persone io rispondo come ho sempre fatto, e cioè che io racconto solo quello che vedo. Di errori ne ho fatti tanti in gioventù, ma essere giovani, per me, significa appunto rischiare, sbagliare e

imparare. Loro mi hanno processato, ma io resto in piedi come Rocky”. Rimane anche in questo album una costante che ha caratterizzato la carriera di Vasco Rossi dal suo esordio, nel 1978, ad oggi: la provocazione, l’ironia e l’autoironia. “Il rock è sberleffo – prosegue il cantautore di Zocca – e in questo ultimo album non ho voluto usare mezze misure. Ci sono brani dai ritmi indiavolati e ballate più struggenti: è un lavoro ricco di chiaroscuri, di contrasti. Per me, è anche un nuovo inizio: sono felice di essere riuscito a immettere un altro po’ di musica nell’aria e di avere ancora una volta la possibilità di cambiare l’umore di una giornata a chi mi ascolta”.

VASCO AL MEDIMEX

THANKS TO THE PUBLIC, TO THE SKY AND TO THE GUITAR THE NATIONAL PREVIEW OF VASCO ROSSI’S NEW ALBUM IN BARI, DURING MEDIMEX. A “GIFT” BY THE KOMMANDER TO APULIA, WHICH ELECTED HIM HONORARY CITIZEN After 36 years of career, Vasco Rossi is not yet tired of writing songs and meeting the audience. He thanked his fans for having allowed him to live while giving emotions. At Medimex, Bari’s music innovation lounge, he received the award for “LiveKom ‘014’ for the best live show of the year; the Kommander has also set the only national presentation of his new album in Apulia,”Io sono innocente” (I am innocent), released on November 4th. Vasco came to the appointment holding his yellow note pad, the same where he jots down his lyrics. Already clear at first listen, the album marks an heavy turning point in his career, and according to him it contains the past, present and future Vasco. In a relaxed atmosphere, he answers the journalists’ questions while bringing the conversation towards his fans. “I’ve always suffered from the pain of living: some people still see me as a corrupter of young minds, but what I tell is simply what I see. Being young, to me, means to take risks, to make mistakes and to learn from them. They have judged me, but I’m still standing, like Rocky”, “I am happy to be able to spread more music in the air and to have the chance to change the mood of listeners.”

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TERRITORIO

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di valentina petrucci/foto pierpaolo schiavone

Il castello che “galleggia” sull’acqua Un ponte di pietra collega la parte antica di Gallipoli a quella nuova. Qui sorge un maniero quasi interamente circondato dal mare


TERRITORIO

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ATRIO INTERNO

L’intero Salento, si sa, è terra di castelli, ma ce n’é uno circondato quasi completamente dal mare, questo è il suo tratto distintivo. Alle porte del cuore di Gallipoli, quello antico che fa palpitare l’isola su cui sorge, si accede attraverso un ponte in pietra che aggancia la parte vecchia alla parte nuova, un anello di congiunzione tra il presente ricco di fascino e l’altrettanto attraente passato: è li che a dare il benvenuto si innalza il poderoso Castello Angioino, una immagine di solidità su uno specchio d’acque, ora tranquille ora agitate a seconda dei venti che in tante giornate ruzzano come fanciulli.

INGRESSO PRINCIPALE

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Sorto con la funzione di sistema difensivo della città e del porto, il castello fu migliorato nel XVI secolo quando venne realizzata un’ulteriore torre fortificata, collegata alla fortezza principale da un ponte levatoio (il Rivellino) e richiama perfettamente alla memoria, ancora oggi, fantasie cavalleresche e racconti fiabeschi. La struttura, così come appare oggi (di pianta quadrilatera potenziata da torrioni agli spigoli, di cui uno ennagonale, il più antico, e tre circolari), fu costruita dopo l’assedio angioino del maggio 1269 che mandò in frantumi la preesistente fortificazione; il primitivo

L’INTERVISTA Architetto Zizzari, cosa ha significato per lei la riapertura del castello? “È bello poter pensare che ognuno di noi abbia una missione nella vita ed io sono alla continua ricerca di segni propiziatori che mi facciano capire chi sono e cosa posso fare, quale sia il mio posto nel mondo, la mia vita professionale. Non so se la riapertura del castello rappresenti uno di questi segni, sono però certa di una sola cosa: la riapertura mi ha reso felice”. Quali sono state le maggiori difficoltà? “Sembrerà strano ma forse è stata proprio la concezione dell’allestimento. Il castello era un contenitore vuoto e ha una storia molto lunga e sfaccettata, con innumerevoli emergenze architettoniche e tesori ancora celati. Tutto è migliorabile, ma l’aver raggiunto un’alchimia fra contenuto, contenitore e storia da raccontare mi gratifica molto; concretamente la difficoltà maggiore e costante è ancora oggi rappresentata dalle risorse economiche ed è scoraggiante pensare che in Italia ed in Puglia vengano sperperate ingenti risorse inutilmente, senza premiare la meritocrazia e le buone pratiche”. Quali sono i progetti futuri che investiranno il castello nei mesi


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TERRITORIO

gaLLipoLi

impianto della monumentale opera difensiva appartiene agli svevi, tuttavia la costruzione definitiva è degli Angioini, ancorché non siano mancati interventi marginali in periodi successivi fino al secolo scorso. Dopo decenni di chiusura ed incuria, il 5 Luglio 2014 l’antico maniero di Gallipoli, è stato riaperto e reso visitabile, divenendo meta per migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, ma anche il più significativo contenitore culturale della città e del suo hinterland. Ad oggi, nelle sale del castello, sono ospitate una moltitudine di mostre, tra queste, in evidenza “Scatti di cinema, la Puglia al cinema”, realizzata da Apulia

CORTILE INTERNO

SALA ENNAGONALE

Film Commission e curata da Daniele Trevisi: un allestimento i cui 70 fotogrammi, scelti con l’idea di mostrare location, protagonisti e backstage, sono il tramite per un percorso guidato nei luoghi del Salento, quei luoghi in cui natura, mare, architettura, colori e luci si fondono e danno prova di aver incantato i registi di tutto il mondo. La direzione artistica del castello, ritrovato contenitore culturale, è attualmente affidata all’architetto Raffaela Zizzari.

ANTICA PESA SALE

STANZA INTERNA

invernali, mesi nei quali, si sa, il turismo è in calo? “Durante tutto il periodo estivo abbiamo lanciato una forte promozione didattica che sta già portando i frutti sperati, siamo in fase di programmazione di vari eventi sia per il periodo natalizio che per la Pasqua, oltre che per la stagione estiva che verrà”. Tra molti eventi che si sono susseguiti, uno in particolare: la consegna della cittadinanza onoraria a Eugenio Barba, artista di spessore indiscutibile. Che valore ha avuto per lei quell’esperienza? “È stato un onore per me, ho seguito il maestro in tutte le manifestazioni precedenti a Carpignano e a Lecce e ho avuto l’onore di conoscerlo qualche giorno prima, non mi vergogno di confessarle che mi sono commossa, è una persona unica e sono felice di aver abitato anche se per poche ore la sua ‘isola’”.

THE CASTLE THAT “FLOATS” ON WATER A STONE BRIDGE CONNECTS THE OLD GALLIPOLI TO THE NEW ONE. HERE LIES A MANOR ALMOST ENTIRELY SURROUNDED BY THE SEA The Angevin Castle, built to defend the city and harbor, was equipped in the 16th century with a strong tower, the Rivellino, connected to the fortress by a drawbridge. The structure was built after the Angevins’ siege in May 1269; the defensive work’s original structure belongs to the Swabians, however, the final construction is the Angevins’. After decades of closure, on 5 July 2014 the old manor was re-opened, becoming a destination for thousands of tourists. It hosts many events, such as “Scatti di cinema, la Puglia al cinema” made by Apulia Film Commission and curated by Daniel Trevisi, with 70 frames forming a guided tour to the places of Salento. The castle’s art direction is entrusted to Raffaela Zizzari.

Quanto è difficile “proporre cultura” nella meta turistica italiana, under 30, più gettonata del momento? “È estremamente facile perché la maggior parte del turismo giovanile è affascinata dal mondo dell’arte e dai beni culturali del luogo scelto per le vacanze estive; la nostra apertura straordinaria fino alle 2 della notte 50 51


TERRITORIO

gaLLipoLi MOSTRA APULIA FILM COMMISION

ha facilitato e coadiuvato l’incontro, bisogna solo creare delle opportunità”.

IL RIVELLINO Una concessione demaniale nel 1957 al signor Petrucelli sancì l’inizio dell’epoca d’oro del noto “Cinema Rivellino”: invenzione moderna in un antico involucro, sala all’aperto con 800 posti a sedere. Chiuso nel 2004, il Rivellino resta tutt’oggi inattivo; a due passi, il grattacielo inscrive la sua mole nell’aria. Visto dall’interno dell’antica struttura, sembra proporre un confronto ed una STANZA INTERNA

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sorta di continuità nel tempo tra le grandi opere che caratterizzano il borgo antico e la parte nuova. THE RIVELLINO A state concession to Mr. Petrucelli in 1957 sanctioned the beginning of the famous “Cinema Revellino” golden era: modern invention in an old wrapper, an outdoor hall with 800 seats. Closed in 2004, the Revellino is still inactive.

LE TERRAZZE

Lei crede che le due offerte turistiche, cultura e divertimento, possano coesistere? “Assolutamente si, il turismo spazzatura esiste in tutta Italia, pensiamo agli atti vandalici nelle città d’arte come Roma o Firenze; l’importante è far sentire queste persone inadeguate e fuori luogo dando il buon esempio, rispettando l’ambiente, non sporcando, rispondendo in modo educato e cercando di offrire sempre il meglio di noi e del nostro territorio”. THE INTERVIEW Architect Zizzari, what did the re-opening of the castle mean to you? I’m always looking for signs that make me understand who I am and what I can do. I don’t know if the castle’s re-opening is one of these, but it made me happy. What were the biggest hardships? “The biggest one is still today represented by the scarce funds”. What are the projects in Winter, when tourism usually drops? “During Summer we have advertised an important educational promotion that’s already paying off, we’re scheduling events for Easter and Christmas”. Among the events, how important was the award of honorary citizenship to the artist Eugenio Barba for you? “I followed him in all his events and I had the honor of knowing him a few days earlier, he’s a unique person”. How difficult is it to “suggest culture” to the tourists under 30? “It’s very easy because most of the young tourists are fascinated by the world of art and cultural heritage of the place chosen for the summer holidays”.



CAMERA DI COMMERCIO

imprenditoria FemminiLe

Donne e impresa, binomio sempre più stretto: lo dicono i numeri A Lecce due workshop organizzati dalla Camera di Commercio. In primo piano il mondo dell’impresa al femminile e la formazione per far crescere il business

C’è un piccolo, caparbio esercito che, in provincia di Lecce, sta facendo passi da gigante nonostante la crisi e l’incertezza dettata dai numeri sempre meno confortanti dell’economia. Le imprese di stampo femminile stanno crescendo, come testimoniano anche i dati forniti dalla Camera di Commercio leccese. In soli tre mesi, tra aprile e giugno al registro dell’anagrafe dell’ente camerale si sono iscritte 426 imprese “rosa”: un dato confortante anche paragonato al numero di cancellazioni, 264 per l’esattezza, per un saldo positivo di 162 imprese. In totale, nei primi sei mesi dell’anno, le imprese femminili registrate nel Salento sono 15.854,

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ovvero il 22,02% del totale delle aziende in provincia di Lecce (71.984). Intuendo il momento storico importante, Roberta Mazzotta, presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Lecce, ha organizzato due seminari per andare incontro alle esigenze di imprenditrici affermate, o aspiranti tali, al fine di fornire loro gli strumenti necessari per una formazione a tutto tondo, partendo dalla cultura d’impresa. Gli incontri, molto partecipati, sono stati organizzati presso l’ente camerale in collaborazione con l’Azienda speciale per i servizi reali alle imprese, dallo stesso comitato presieduto da Roberta

Mazzotta, con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum, cioè l’Ateneo Telematico delle Camere di Commercio. Nelle due giornate di approfondimento, il 22 ed il 30 ottobre scorsi, un team di esperti ha messo a disposizione delle partecipanti la propria competenza ed il bagaglio d’esperienza acquisita nel tempo. “L’obiettivo – come ha spiegato la presidente del comitato – è quello di far acquisire strumenti utili alla valorizzazione del proprio talento, da sfruttare in modo efficace in azienda”. “Abbiamo sempre più una richiesta ed una esigenza di formazione per la crescita della cultura d’impresa – ha precisato –. “Le donne vogliono iniziare a comprendere quale percorso formativo e professionale possono avviare grazie anche alla partecipazione delle associazioni di categoria, delle Camere di Commercio e di tutto il sistema camerale che oggi offre veramente dei servizi utili al mondo delle imprese”. Le abbiamo chiesto quali sono i settori che vanno per la maggiore: “Ovviamente – ha risposto Roberta Mazzotta – il settore più semplice è quello dei servizi, del commercio. Probabilmente perché se ne sente parlare da molto più tempo, ma va sottolineato che esistono altri comparti, come per esempio l’agricoltura, l’artigianato e l’industria, che possono ambire ad uno sviluppo importante. Si può crescere perché se consideriamo che


COMITATO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE www.le.camcom.gov.it

le imprese al femminile sono il 20% del totale delle imprese salentine, è chiaro che partiamo da numeri destinati a crescere. Il quando ed il come lo possiamo decidere noi, lavorando per arrivare al successo”. Il futuro dell’impresa si preannuncia, quindi, più ricco di rosa: “Tutto dipende dalle donne – ha concluso la presidente del comitato – ma anche e soprattutto dalla società e dal mondo politico. A mio avviso bisogna investire maggiormente nelle cosiddette quote rosa ma purtroppo troppo spesso la politica è cieca e sorda di fronte alla realtà e questo crea una carenza di servizi a sostegno della donna che lavora”.

I DATI NAZIONALI Le imprese a conduzione femminile sono, in Italia, 1,4 milioni, particolarmente diffuse al Centro-Sud. Quello che emerge dai dati, forniti dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere è che, nonostante il mondo del lavoro faccia fatica ad offrire opportunità adeguate, le donne italiane decidono comunque di avviare una propria attività economica indipendente. La loro intuizione imprenditoriale spazia dal commercio, alla cura della persona, dall’istruzione ai servizi (intermediazione immobiliare, informatica, ricerca, ristorazione e accoglienza).

NATIONAL DATA 1.4 million are the companies run by women in Italy, and especially prevailing in the Center-South. What emerges from the data, supplied by Unioncamere Women’s Entrepreneurship Observatory, is that despite the labor world is hard pressed to provide adequate opportunities, Italian women, however, decide to start their own business independently, no matter how. Their entrepreneurial intuition ranges from trading to personal care, from education to services (real estate brokerage, information technology, research, catering and accommodation).

WOMEN AND BUSINESS: AN INCREASINGLY CLOSE PAIR, ACCORDING TO NUMBERS TWO WORKSHOPS ORGANIZED BY THE CHAMBER OF COMMERCE IN LECCE. THE WORLD OF WOMEN BUSINESS AND THE TRAINING TO MAKE BUSINESS GROW In just 3 months, between April and June , 426 “pink” companies have emerged ; in the first 6 months of the year, the women-owned businesses in Salento were 15,854, 22.02% of the companies in the province of Lecce (71 984). Roberta Mazzotta, president of the Committee for women entrepreneurs of Lecce’s Chamber of Commerce, has organized two seminars to meet the needs of established or aspiring entrepreneurs. On 22 and 30 October, a team of experts shared their experience. The two workshops highlighted the topics of leadership and understanding of the work environment, strategies of action and behavior that allow to manage and direct resources towards the planned results, but also a fundamental topic, communication. “There’s an increasing demand of training for the growth of business culture” stated Roberta Mazzotta. “Obviously the simplest way is the service sector, but there are also others, such as farming, crafts and industry”. The future of business is expected to be more pink: “Everything depends on women, but also on society and the political world”.


TERRITORIO

La vaLLe d’itria

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di daniela zito/foto pierpaolo schiavone

LA SIGNORA DELLA VALLE D’ITRIA Come un’elegante signora vestita di bianco, circondata da uliveti e vigneti, Martina Franca domina una delle zone più belle della regione


TERRITORIO

La vaLLe d’itria IN QUESTA FOTO, TORRE DELL’OROLOGIO. A DESTRA, PARTICOLARE DI PIAZZA PLEBISCITO, IN BASSO, BASILICA DI SAN MARTINO. NELLE PAGINE PRECEDENTI, PIAZZA PLEBISCITO

Situata a 430 metri sul livello del mare, Martina Franca domina la Valle d’Itria come un’elegante signora vestita di bianco, circondata da uliveti e vigneti che si alternano alla macchia mediterranea, tra tesori naturali, preziosi elementi barocchi, leggende e storie tramandate e sapori genuini ritrovati. È il borgo più alto e suggestivo delle Murge tarantine e pullula di pittoreschi “trulli” e di antiche fattorie-fortezza, le “masserie”. Il suo centro storico, di origine medievale, si presenta come un divertente labirinto di vicoli e viuzze candide, impreziosite da palazzi signorili, colorate balconate in ferro battuto e maestose e monumentali chiese nello stile ricco e sfarzoso del caratteristico barocco locale d’ispirazione leccese. I primi insediamenti risalgono al X secolo quando sul Monte di San Martino sorse un piccolo 58 59

villaggio di profughi tarantini fuggiti alle devastazioni saracene. Nel 1300 fu eletta Comune dal principe Filippo d’Angiò il quale, per favorire lo stanziamento, concesse agli abitanti delle franchigie. Da questo aneddoto ebbe origine il nome della città, “Franca” per il privilegio concesso e “Martina” in onore di San Martino, patrono della cavalleria francese. È il santo protettore della città: secondo la tradizione sarebbe più volte corso in aiuto degli abitanti proteggendoli dall’assalto del nemico oramai alle porte. Nata quindi come “franca”, Martina è stata poi feudo appartenente alla potente famiglia locale dei Caracciolo. La visita ideale della città, rigorosamente con lo sguardo rivolto alle ciminiere fumanti delle antiche abitazioni, si svolge all’interno delle mura angioine, passando attraverso le antiche porte

e inoltrandosi lungo le stradine nel cuore del centro storico, tra scalinate e ballatoi che assumono uno scenario mai uguale a seconda del punto di vista dal quale lo spettatore lo ammira e lascia volare la sua fantasia. Dalla settecentesca piazza Roma si accede al solenne Palazzo Ducale, dall’imponente facciata barocca, un tempo residenza dei Caracciolo e oggi sede del Comune: al suo interno eleganti sale affrescate. Si procede verso l’Arco di Sant’Antonio continuando su corso Vittorio Emanuele fino a raggiungere la Collegiata di San Martino, edificio simbolo dell’arte barocca martinese poiché accoglie la maestosa basilica dedicata al santo patrono. Quindi la piazza del Plebiscito, sede del Palazzo della Corte con la Torre dell’Orologio, entrambe realizzate a metà del XVIII secolo. Si prosegue verso piazza Maria Immacolata, detta


TERRITORIO

La vaLLe d’itria

THE LADY OF VALLE D’ITRIA LIKE AN ELEGANT LADY DRESSED IN WHITE, SURROUNDED BY OLIVE GROVES AND VINEYARDS, MARTINA FRANCA DOMINATES ONE OF THE MOST BEAUTIFUL AREAS IN THE REGION Located at 430m a.s.l., Martina Franca dominates Valle d’Itria. It’s the highest and most evocative borough of Taranto’s Murge. Its medieval historic center has narrow streets and alleys with elegant buildings, balconies and churches. The first settlement dates back to the 10th century. San Martino is the patron saint of the city: according to tradition, he’s often protected the inhabitants from the enemies. The ideal tour of the city begins within the Angevin walls, passing through the ancient gates and along the streets of the old town. From Piazza Roma (18th century) it’s possible to access the solemn Ducal Palace, with the majestic Baroque façade, formerly Caracciolo family’s dwelling and now city hall: it treasures elegant frescoed rooms. We continue

“i portici”, punto d’intersezione fra il barocco religioso e il barocco signorile. Per la particolarità architettonica in stile neoclassico, dalla forma avvolgente, semiellittica e con il susseguirsi di arcate, sembra di trovarsi protagonisti in una scena teatrale. Merita una visita anche la pregevole chiesetta di San Vito dei Greci, risalente all’XI secolo, con facciata in bugnato e campanile a vela e non soltanto per le sue peculiarità artistiche, ma anche per il singolare “mito” proprio di questa parte di città vecchia che ha ispirato il fortunato romanzo Il Paese delle spose infelici dello scrittore martinese Mario Desiati. Gli anziani che abitano in questa zona raccontano che il giorno delle nozze le spose, riluttanti nei confronti di un matrimonio combinato e quindi imposto, si lanciassero nel vuoto da un palazzo, preda di un attimo così doloroso e profondo da portarle al gesto estremo. Uscendo dal centro storico per la Porta del Carmine, la sosta è d’obbligo alla terrazza di via Bellini dalla quale si può godere del panorama dell’intera valle. Nei dintorni si ammirano “i trulli”, originali abitazioni di origine contadina, costruiti con pietre a secco su base circolare in modo da risultare una figura a forma di cono rovesciato, sulla cui cima è posto un pinnacolo di forma variabile che impreziosisce la costruzione. Dell’architettura popolare fanno parte anche le antiche “masserie” nelle quali si svolge la lavorazione dei prodotti della terra. In città si possono gustare le delizie della produzione enogastronomica, la tipica “carne al fornello” preparata nelle macellerie con forno a legna, il capocollo e la ricotta martinese, il tutto innaffiato dal buon vino bianco doc “Martina” della Valle d’Itria. La cucina tipica martinese è l’equilibrio perfetto fra tradizione contadina e memoria VISTA INTERNA DELLA BASILICA DI SAN MARTINO


CAMPI SALENTINA (LE) - S.P. 101 per Cellino San Marco, km 1,6 Tel. (+39) 0832.793060 - 345.1249658 - fax (+39) 0832.1785134 info@masseriaterradeipadri.it - www.masseriaterradeipadri.it


TERRITORIO

La vaLLe d’itria

ARCO DI SAN MARTINO

towards Sant’Antonio’s Arch proceeding along Corso Vittorio Emanuele, reaching the Collegiate Church of San Martino, iconic Baroque building of Martina with the majestic basilica dedicated to the patron saint. The gorgeous Piazza del Plebiscito houses the Court Palace with the Clock Tower, both built in the mid-18th century. Further ahead we find Piazza Maria Immacolata, called “i portici”, point of intersection between the religious and gentilitial Baroque. Also worth visiting is the little church of San Vito dei Greci, dating from the 11th century. Leaving the historic center through Porta del Carmine, there is a mandatory stop by via Bellini’s terrace, which overlooks the whole valley. Nearby you can admire the “trulli”, houses of peasant origin; also belonging to the folk architecture are the manor farms, in which the making of earth products takes place. After the Christmas holidays, the major events are the fair of “Candelora” in February and the “Festival della Valle d’Itria”, classical music event at its 40th edition, between July and August; the President is Franco Punzi, who also helds the same position in the Paolo Grassi Foundation since 2003. From 1972 to 1989 he’s been the city’s Mayor.

storica popolare di cui elementi fondamentali ha eletto l’olio e il vino. Rinomate le fave e cicoria, “fave battute” ridotte in purea, accompagnate da verdura selvatica, piatto antico cotto in pignata sulla brace. Da provare le orecchiette unite alle polpette e alle “braciole” (involtini di carne) di vitello, i fegatelli detti “gnemareddi” (involtini di interiora) e le “bombette” di capocollo con il cuore di formaggio filante. Il folklore è variegato e ricco di suggestivi avvenimenti che si rifanno alla vita dei contadini di un tempo. Dopo le festività natalizie, evento importante è la fiera della “Candelora” (in febbraio) che dura un giorno intero ed attira visitatori da tutta la valle e non solo. Martina Franca è nota anche per “Festival della Valle d’Itria”, rassegna di musica lirica (si svolge in estate tra luglio e agosto) di rilievo e interesse internazionale. Grazie a questo evento Martina Franca è diventata meta prediletta dal turismo culturale attratto dall’originalità e dalla rarità delle opere eseguite, alcune addirittura per la prima volta. Il festival ha celebrato quest’anno il suo quarantesimo anno di vita: dal 18 luglio al 3 di agosto opere, concerti e spettacoli dedicati ai più piccoli, accolti con entusiasmo dal pubblico e dalla critica che riconosce alla kermesse martinese il pregio di restare sempre fedele alla sua origine sapendo però cogliere le sollecitazioni della contemporaneità. Il presidente è Franco Punzi, che dal 2003 ricopre la stessa carica anche nella Fondazione Paolo Grassi. Dal 1972 al 1989 è stato sindaco della città.

IL CENTRO STORICO DI ORIGINE MEDIEVALE È UN DIVERTENTE LABIRINTO DI VICOLI E VIUZZE, COLORATE BALCONATE IN FERRO BATTUTO E CHIESE BAROCCHE

IN ALTO E A DESTRA PARTICOLARI DEL CENTRO STORICO

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365 GIORNI NEL SALENTO

promozione del territorio

I nostri migliori auguri per un 2015 ricco di belle sorprese Password ad srl ringrazia tutti coloro che hanno creduto e continuano a sostenere il progetto 365 giorni nel Salento Questo spazio lo vogliamo riservare per fare dei ringraziamenti, sinceri, dopo tanto lavoro svolto fin qui. Per dare il giusto riconoscimento e dimostrare tutta la nostra gratitudine a chi finora ci ha affiancato e sostenuto nel nostro ambizioso progetto. A tutti coloro che hanno iniziato con noi il percorso, dandoci piena fiducia, e a chi si è unito strada facendo, perché ha apprezzato le nostre buone intenzioni. Grazie a tutti. Abbiamo avviato il progetto 365 giorni nel Salento tre stagioni fa non pensando alla difficoltà del momento, ma anzi, con il chiaro intento di sfidarlo, sapendo che proprio nei tempi più difficili non bisogna mollare la presa. Abbiamo investito e lavorato sodo su quello che per noi è un settore chiave del territorio, capace di offrire grandi potenzialità, ancora però poco valorizzate. Finora non ci siamo fermati nemmeno un momento, ma siamo andati avanti, proponendo sempre nuove idee per migliorare i nostri prodotti. Guardandoci indietro possiamo affermare che avevamo ragione. Abbiamo raggiunto un successo quasi inaspettato che ci riempie d’orgoglio e ci fa ben sperare per il futuro. Siamo partiti in pochi, strada facendo poi, abbiamo conosciuto tante valide personalità che ci hanno dato supporto, consigliato

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e suggerito nuovi spunti da mettere in pratica. La nostra famiglia si è allargata sempre di più: siamo tutti animati dalla stessa passione e dalla stessa voglia di raccontare il territorio, che pure con le sue criticità, rappresenta ancora un’isola felice per quello che ha da dare non solo ai turisti ma anche a chi lo abita da sempre. L’idea di base era connettere le realtà imprenditoriali e garantire dei servizi per chi vuole vivere il Salento. Con i nostri prodotti editoriali e con il sito Occhio alle Spiagge, unico non solo in Italia ma in tutta Europa, abbiamo iniziato a parlare prima di Lecce, della sua provincia e delle sue coste, per poi includere i territori di Brindisi e Taranto, due altre splendide realtà pugliesi. E non finisce qui. Per il prossimo anno il progetto abbrccerà l’intera Puglia. Il sito 365giorninelsalento.it ha avuto da subito migliaia di apprezzamenti, il numero delle visualizzazioni lo dimostra; con l’attivazione dell’App la fiducia degli utenti è triplicata. Non è da meno il risultato ottenuto con il magazine Salento Review, un prodotto editoriale nuovo sul mercato, una rivista trimestrale, patinata, che è piaciuto al pubblico locale e ha sedotto quello incontrato nelle fiere di settore, in Italia e all’estero, dove il progetto è stato presentato. Grazie alla proficua collaborazione con Pugliapromozione, il nostro progetto è sempre in prima fila


PASSWORD AD Viale della Libertà, 47 - 73100 Lecce - tel. +39 0832 1692478 - www.pwad.it - info@pwad.it - coordinamento@pwad.it www.salentoreview.it - info@salentoreview.it 365 giorni nel salento

negli eventi promozionali; con il nostro stand abbiamo fatto conoscere il Salento, le sue meraviglie e le sue eccellenze, e siamo convinti di aver invogliato i turisti a venire per scoprirlo. Questo ci è servito da stimolo per cercare di rendere più semplice raggiungerci: così stiamo pensando di venire incontro alle esigenze di chi vuole soggiornare qui, in qualsiasi momento dell’anno, grazie al servizio che stiamo preparando e che permetterà la prenotazione della vacanza direttamente sul nostro sito. Vogliamo ringraziare anche tutti coloro che hanno lavorato con noi, agli enti e agli sponsor che ci supportano e ai collaboratori che hanno messo a disposizione la loro professionalità e che OUR BEST WISHES FOR A 2015 FULL OF SURPRISES PASSWORD AD LTD. THANKS ALL THOSE WHO HAVE SUPPORTED AND BELIEVED IN THE PROJECT “365 GIORNI NEL SALENTO” We want to show gratitude to those who have supported us in this daring project, no one excluded. The project “365 giorni nel Salento” started a couple years ago, without thinking about the difficulties of these days, and continuing to work on the key-sectors of our territory, which had great potential still not properly valorised. We have never stopped improving our products and kept

CONTINUATE ANCHE IN INVERNO A SEGUIRE

continuano a credere in noi. E poi un ringraziamento va ai lettori, ai nuovi amici che ci hanno scoperto in edicola. Con questo numero, infatti, dopo tantissime richieste, ci siamo lanciati in un’altra sfida: far arrivare il nostro giornale a tutti, tramite la vendita al pubblico. Dove è possibile trovare un altro piccolo nostro nuovo prodotto: il nostro primo calendario con alcune delle immagini più suggestive del Salento. Per il prossimo anno, ci attendono nuove sfide e nuovi traguardi da raggiungere. Il nostro augurio è quello che possiamo continuare a viaggiare insieme. Buon Natale e buon 2015 a tutti voi.

going forwards. Today, we have reached an unexpected success and we’re all still driven by the same passion for our territory, able to give something to residents and tourists alike. Our idea was to connect enterpreneurial realities and guarantee services to those who want to live Salento fully. Through our products and the website “Occhio alle Spiagge” we started telling about Lecce, its provinces and coasts, moving towards Brindisi and Taranto. The website 365giorninelsalento. it soon had thousands of satisfied visitors and with the App we have tripled the users’ trust. The quarterly magazine Salento Review had the same great results and was

appreciated by the international public during trade shows. Thanks to the cooperation with Pugliapromozione, our project is always shines in promotional events, and we’re sure tourists will come visit our Salento. We’re preparing a service that will allow to book the holidays from our website. Thanks to the sponsors and authorities, our staff and the new friends that found us in the news-stands, in fact, starting with this number, we have accepted another challenge through public sale. It’s also possible to find our first calendar, with some of the most suggestive images of Salento. Merry Christmas and happy new year.

TUTTI GLI EVENTI DEL TERRITORIO

ATTRAVERSO L’APP E IL PORTALE


TERRITORIO

Brindisi

Con il cuore nel porto La storia della città dove si celebrarono le nozze di Federico II di Svevia racchiude capitoli tutti da scoprire. Indissolubilmente accomunati da un protagonista

VISTA SUL PORTO DALLE MURA INTERNE DEL CASTELLO ALFONSINO

“Tre sono i porti della terra, Giugno, Luglio e Brindisi”. Il proverbio, conosciuto per lo più dai cultori della storia cittadina, risale al sedicesimo secolo e, molto semplicemente, significa che le navi a Brindisi erano sempre sicure, come sono solite essere per mare durante i mesi di giugno e luglio. Non si può raccontare Brindisi senza parlare del suo porto naturale che ha la forma della testa di cervo, con le due corna a formare il Seno di Ponente e il Seno di Levante. E lì dove, in un ideale disegno dell’animale, dovrebbe esserci la bocca, c’è il Canale Pigonati, una strettoia che nell’antichità, di notte veniva chiusa da una lunga catena che oggi è conservata nel Castello Svevo (o di terra). Il porto dei pescatori, il porto dei traghetti per la Grecia e l’Albania e della Valigia delle Indie, il porto delle migliaia di profughi albanesi in cerca 64 65

della libertà, il porto degli yacht extra-lusso, il porto della regata velica Brindisi-Corfù, ma soprattutto il porto dei brindisini, per i quali la passeggiata “giù alla marina” è irrinunciabile in qualsiasi periodo dell’anno, che ci sia il caldo torrido di agosto o la tramontana pungente di qualche giorno di febbraio. Ed è il porto di San Teodoro d’Amasea, patrono della città, le cui reliquie, da tempo immemorabile, il primo sabato di settembre vengono trasportate a bordo di un rimorchiatore dal Castello Alfonsino (o forte a mare) alla banchina sotto le Colonne romane, per poi fare ritorno al Duomo dove rimangono custodite fino all’anno successivo. Dal mare arrivarono, nel 1210, scampando a un naufragio, e da lì tornano ogni anno verso il porto sicuro della città. La passeggiata a mare dei brindisini, da qualche tempo è diventata ancora più bella. Il lungomare Regina Margherita

ha un nuovo look, è finalmente chiuso al traffico e, durante l’estate, il susseguirsi di bar, vinerie, cioccolaterie, pizzerie, ristoranti e gelaterie con i loro tavoli all’aperto lo trasformano nel luogo ideale dove trascorrere le serate. Così, se d’inverno la movida si snoda fra i vicoletti del centro storico, l’estate è il lungomare a riempirsi di vita. Perché tutto sia davvero perfetto, ora non rimane che aspettare la conclusione dei lavori di restyling dell’ultimo tratto,

RESTI DELLA CITTÀ ANTICA


di francesca mandese/foto pierpaolo schiavone

LE COLONNE ROMANE SUL LUNGOMARE

quello che include Le Sciabiche, l’antico quartiere dei pescatori, e che si chiude davanti al cancello del Castello Svevo. E sempre dal porto, risalendo lungo la scalinata di Virgilio e passando accanto alle colonne romane, quelle che segnavano la fine della via Appia quando Brindisi era il porto commerciale dell’impero romano, ci si inoltra nel centro storico della città. La suggestiva piazza Duomo, piccola e bella come una bomboniera, nella cui Cattedrale

LE SCIABICHE

furono celebrate le nozze fra Federico II di Svevia e Isabella da Brienne il 9 novembre 1225, via Tarantini e via Santa Barbara, l’antico decumano superiore, l’antichissima chiesa di San Benedetto e, poco distante, quella degli Angeli dove sono custodire le reliquie dell’altro patrono della città, San Lorenzo da Brindisi. E ancora i due castelli, quello Svevo, costruito da Federico II e successivamente fortificato dagli aragonesi, e quello Alfonsino che fu eretto

in una lingua di terra a protezione del porto e della città. Affascinante, poi, il percorso archeologico sotto il Teatro Verdi, costruito senza fondamenta centrali per preservare i resti romani e messapici scoperti durante i lavori di scavo. Brindisi fu anche la città dalla quale i Templari si imbarcavano alla volta della Terra Santa e ancora oggi, il percorso lungo la via dei cavalieri crociati è visibile e molto suggestivo. Dall’ ”ospitale” che li accoglieva feriti, oggi sede di una residenza privata (anche b&b) dove si possono ammirare i segni e le scritte sui muri di pietra, al tempietto di San Giovanni al Sepolcro, dove si recavano al ritorno dalla Terra Santa e dove segnavano il loro passaggio con dei colpi di spada sul colonnato interno, dal Chiostro dei Templari in piazza Duomo, dove, dinanzi a un altare di pietra, ricevevano la benedizione


TERRITORIO

Brindisi

PIAZZA DUOMO

LA SUGGESTIVA PIAZZA DUOMO È PICCOLA E BELLA COME UNA BOMBONIERA: NELLA CATTEDRALE FURONO CELEBRATE LE NOZZE FRA FEDERICO II DI SVEVIA E ISABELLA DA BRIENNE prima di affrontare il viaggio per mare, alla chiesa di Santa Maria del Casale, dove fu celebrato uno dei processi a loro carico nel 1310 e dove sono stati riportati alla luce gli affreschi sui muri che ne ricordano il passaggio. Buon viaggio, dunque, in questa città racchiusa tra la storia e il futuro, protesa verso il mare che la circonda e sempre in cerca di un’identità migliore. MUSEO PROVINCIALE RIBEZZO

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WITH THE HEART IN THE HARBOR THE HISTORY OF THE CITY WHERE THE MARRIAGE OF FEDERICO II TOOK PLACE, CONTAINS CHAPTERS TO BE DISCOVERED. INEXTRICABLY LINKED BY A PROTAGONIST Brindisi can’t be told without mentioning the natural harbor resembling the shape of a deer’s head, with two horns forming Seno di Ponente and Seno di Levante. In its mouth flows the Pigonati Canal, formerly closed at night by a chain, now kept in Svevo Castle. The harbor of the fishermen, of the ferries, of the Albanian refugees in search of freedom, of the luxury yachts, the harbor of the Brindisi-Corfu regatta, but especially the harbor of Brindisi’s citizens is San Teodoro d’Amasea, saint patron of the city. The walk to the sea has become even more beautiful: the waterfront Regina Margherita is finally closed to the traffic and in the summer is the perfect place to spend the evenings. Always from the harbor, walking along Virgilio’s staircase and past the Roman columns, we reach the city’s historic center: Piazza Duomo, small and beautiful as a party favor, hosts the cathedral that saw the marriage of Federico II and Isabella da Brienne on November 9, 1225, via Tarantini and Via Santa Barbara, the old decuman, the ancient Church of San Benedetto and the nearby Church of Angels. Moreover, the two castles: the Svevo, built by Federico II and fortified by the Aragonese, and the Alfonsino, built to protect the harbor and the city. Also fascinating is the archaeological tour beneath the Teatro Verdi. Brindisi was also the city from which the Templar Knights embarked for the Holy Land, and even today the path along the road of the knights is visible. Enjoy your journey in this city enclosed between history and future.


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TERRITORIO

pugLia Federiciana

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foto e testo di jessica niglio/

Oria, il luogo dove rivive il Medioevo

Storia, tradizioni e folclore in uno dei borghi di Puglia più legati al grande imperatore Federico II Pianura a perdita d’occhio, qua e là rettangoli di uliveti, vigneti e macchia mediterranea, declinazione semi-urbana di un paesaggio rurale rossastro, tagliuzzato da irregolari muretti a secco, casette e da strade statali quasi sempre senza linea di mezzeria, a due passi dalla superstrada che collega Brindisi a Taranto. È facile scorgere, lungo quei campi di raccolta, contadini di tutte le età intenti ad occuparsi dei propri frutti o donne corpulente al ciglio della strada a raccogliere, busta e coltellino, verdure spontanee.

È una fotografia quotidiana di una parte di Puglia vicina allo Ionio ma non troppo, in una acerba porzione di territorio tra Brindisi, Taranto e Lecce, periferia di cittadine del nord Salento. Da un cordone di antiche dune costiere fossili, si increspa leggermente il suolo e si intravede Oria, un piccolo borgo collinare della provincia brindisina, sul quale campeggia la forma del castello svevo e la cupola colorata della cattedrale. Unico approdo per godere di una vista dall’alto sui paesi limitrofi e sulla campagna circostante, con i suoi 166

metri sul livello del mare. Oria ha una storia gloriosa: le sue origini, secondo Erodoto di Alicarnasso e Strabone, si devono ricercare nello sbarco fortuito di un gruppo di cretesi in seguito ad una tempesta nel 1200 a.C. Fu così fondata Hyrìa, che fu in seguito anche municipio romano, dominio greco, longobardo e bizantino fino a diventare città normanna e poi sveva. È tra il 1225 e il 1233 che il puer apuliae Federico II di Svevia prese possesso della città e fece edificare sul punto più alto, “il Colle del Vaglio”, uno dei suoi castelli pugliesi


TERRITORIO

pugLia Federiciana

LE SUE ORIGINI SI DEVONO RICERCARE NELLO SBARCO FORTUITO DI UN GRUPPO DI CRETESI IN SEGUITO AD UNA TEMPESTA, NEL 1200 A.C.

più belli e meglio conservati. Punto strategico che si incastona sull’antica via Appia, una delle più note strade romane che collegava Roma a Brindisi, tanto da essere definita regina viarum. Manfredi, figlio di Federico, tentò senza successo di espugnarla e in seguito la cittadina visse grazie alla sede vescovile. Dal Rinascimento in poi, Oria subì numerosi assedi e divenne feudo di numerose famiglie, ma ha mantenuto attraverso i secoli una sua posizione di riferimento per 70 71

i paesi vicini, tra alti e bassi, risentendo progressivamente dell’incuria e dei conflitti. Oggi ha recuperato una posizione di rilievo anche grazie ad un’operazione di valorizzazione delle tradizioni e delle passate glorie voluta dalle amministrazioni degli ultimi decenni. Come molte città ad impianto medievale anche Oria è divisa in rioni, precisamente quattro, ciascuno dei quali con uno stemma e dei colori di riferimento: il rione Castello coincide con la zona ove si trova il castello svevo, la più alta della cittadina, quella che di fatto coincide con il centro storico, i suoi colori sono il rosso e l’azzurro; il rione Judea corrisponde all’area un tempo occupata dalla comunità di ebrei, particolarmente fiorente, il suo

stemma è colorato di bianco e celeste e reca il caratteristico candelabro a sette bracci; il rione Lama, situato appunto sulla “lama”, la zona più in pianura, è caratterizzato dai colori verde e oro, e ha per simboli un pozzo e un albero che richiamano il passaggio a Oria di San Francesco d’Assisi, il quale scelse come dimora proprio un alberello e nello stesso luogo volle scavare un pozzo; il rione San Basilio deve il suo nome al colle omonimo, dedicato al santo fondatore dell’ordine monastico dei basiliani che si stabilì a Oria, ove nacque un cenobio che osservava il rito greco, ha uno stemma nero su cui sono rappresentati in color giallo oro una croce greca e quattro stelle. L’antico maniero che governa il panora-


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TERRITORIO

pugLia Federiciana

COME MOLTE CITTÀ A IMPIANTO MEDIEVALE ANCHE ORIA È DIVISA IN RIONI PRECISAMENTE QUATTRO, CIASCUNO DEI QUALI CON UNO STEMMA E DEI COLORI DI RIFERIMENTO

ma cittadino, voluto da Federico II, ha forma di triangolo isoscele con torri e porte, e come la gran parte dei castelli pugliesi ha impostazione architettonica sveva con inserti di epoca angioina. Ai piedi di una delle torri, quella detta “del salto”, si trova l’antichissima cripta dei santi Cristante e Daria, i primi protettori della città. Il castello è stato negli anni dimora di numerosi principi, cavalieri, marchesi e baroni e oggi appartiene alla famiglia Romanin-Caliandro, autrice della rina-

scita architettonica e culturale del bene storico. Ogni castello che si rispetti ha delle storie affascinanti: anche su quello di Oria aleggiano misteriose leggende; si racconta che una fanciulla disperata si gettò da una delle torri del castello per sfuggire ai desideri del castellano e pare che il suo spirito passeggi ancora in cerca di pace nei viottoli di Parco Montalbano, lo spazio verde che si trova ai piedi del maniero svevo. Si narra anche di una madre disperata a cui fu sottratta la figlia, il sangue della quale venne usa-

to per intingere le mura del castello a garanzia di protezione; la donna augurò a Oria e ai suoi abitanti di fumare come fumava di dolore il suo cuore. A questo si lega la leggenda di Oria fumosa, che si riferisce alla leggera nebbiolina che sempre avvolge la città e la racchiude in un alone fiabesco. Una delle feste più sentite e partecipate a Oria e che si lega con il suo nome è il torneo dei rioni, che si svolge nel secondo fine settimana di agosto dal 1967 e trae origine dal bando emanato nel 1225 da Federico II, in occasione delle sue nozze con Isabella di Brienne, che chiamava alla sfida atleti e cavalieri per ottenere l’ambito “Palio”. Oggi il torneo è uno spettacolo sfavillante di colori e musiche che mette in scena abiti d’epoca, cavalli e sbandieratori. Per aggiudicarsi il Palio – da pallium, il drappo di stoffa consegnato al vincitore – gli atleti dei quattro rioni devono cimentarsi in cinque prove dopo la scenografica sfida dei cavalieri, che ha il solo scopo di introdurre alla competizione. Ai quattro rioni sono legati i quattro gruppi di sbandieratori, divenuti ormai 72 73


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famosi e richiesti in tutto il mondo, che si esibiscono con evoluzioni e acrobazie spettacolari durante il corteo storico che si tiene in occasione del torneo. Il corteo è una delle più significative rievocazioni che ci sono in Italia del periodo federiciano: quattrocento figuranti in costume, dame, cavalieri, giullari, uomini di corte, paggi, armigeri, mangiatori di fuoco e giocolieri con danze e musiche per un salto nel tempo tra le atmosfere del Medioevo.

ORIA, WHERE MIDDLE AGES RELIVE HISTORY, TRADITIONS AND FOLKLORE IN ONE OF APULIA’S BOROUGHS MOST CONNECTED TO FEDERICO II Oria rises on a small hilltop in the province of Brindisi, and has a glorious history: its origins, according to Erodoto di Alicarnasso e Strabone, are to be found in the landing of a group of Cretans in 1200 BC, and so Hyria was founded. Between 1225 and 1233, Federico II of Svevia took possession of the city and built “Colle del Vaglio”, one of his most beautiful and well preserved castles. Manfredi, son of Federico, tried to seize it in vain. From the Renaissance onwards, Oria suffered numerous attacks and became a feud for many noble families. Oria is divided into four districts: the Castle district in the historic center, home to the Svevo castle, the Judea, Lama and San Basilio districts. The ancient castle built by Federico II, was home to many royals and knights and today belongs to the Romanin-Caliandro family, author of the historical goods’ architectural and cultural revival.

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The structure also has fascinating stories: one tells of a girl who jumped from one of the castle’s towers to escape the desires of the castlellan and it’s said that her spirit still wanders within Montalbano Park. Another story tells of a mother who was deprived of her daughter, whose blood was used to paint the castle’s walls; she wished Oria and its people to smoke as the smoking pain inside her heart. This is linked to the legend of smoky Oria, which refers to the mist shrouding the city. One of the most heartfelt feasts in Oria since 1967 is the tournament of the districts, which has its roots in the notice issued in 1225 by Federico II, on the occasion of his marriage with Isabella di Brienne, which attracted athletes and knights to the coveted “Palio”; today, the event is a dazzling spectacle of color and music with costumes, horses and flag bearers, the latter famous all over the world.

Note: informazioni tratte da www.comune.oria.br.it Note: informations taken from www.comune.oria.br.it


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PIANI DI AZIONE LOCALE

iL progetto

Sviluppo urbano sostenibile, a Lecce i partner europei per il “Wood FootPrint”

Una due giorni nel capoluogo salentino per partecipare al progetto Wood FootPrint, inserito all’interno di Urbact II, programma europeo di cooperazione interregionale Riqualificazione urbana, la parola passa agli esperti che proprio nei giorni scorsi hanno partecipato, a Lecce, al meeting del progetto Wood FootPrint. All’incontro, scandito da due appuntamenti, il primo nelle sale del Must, il secondo tra le aree da riqualificare della zona industriale Lecce-Surbo, hanno preso parte i rappresentanti delle città europee che aderiscono al progetto: Pacos de Ferreira (Portogallo), Monaghan (Irlanda), Larissa (Grecia), Roesalare (Belgio), Tartu (Estonia), Viborg (Danimarca), High Wycombe (Regno Unito), Yecla (Spagna). Wood FootPrint è inserito all’interno di 76 77

URBACT II, il programma europeo di cooperazione interregionale, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, nato per promuovere lo sviluppo urbano sostenibile mediante lo scambio di esperienze tra città europee. Tutto questo sarà proiettato all’adozione di soluzioni concrete, innovative e sostenibili che mettano insieme la sfera economica, quella sociale e quella ambientale. In altri termini, attraverso questo progetto, le città interessate potranno accedere agli strumenti più idonei per la creazione di piani di azione locali. Il Comune di Lecce, dal canto suo, ha partecipato agli incontri transnazionali orga-

nizzati dai diversi partner e nel frattempo si è formato il Gruppo di Supporto Locale, ovvero, un tavolo di confronto composto dal Consorzio Asi, dalla Provincia di Lecce, dal Comune di Surbo, da Confindustria, dall’Ordine degli Architetti e dall’Ordine degli Ingegneri. Sarà proprio lo stesso gruppo a definire un piano d’azione (che potrebbe essere adottato già dal prossimo mese di Marzo) focalizzato nell’area industriale Lecce-Surbo. La riqualificazione urbana sostenibile, concentrata ovviamente sui siti in stato di abbandono, agevolerà l’economia locale. “Grazie al programma Urbact II – afferma il


WOOD FOOTPRINT www.comune.lecce.it

Presidente dell’Asi di Lecce, Angelo Tondo – e grazie al progetto Wood FootPrint, la collaborazione fra il Consorzio che rappresento e l’amministrazione comunale diventa più proficua, e tutto ciò a vantaggio di una delle aree industriali del nostro territorio che merita davvero di essere recuperata. Rivitalizzando le zone abbandonate – con-

clude Tondo – si può rilanciare l’economia a vantaggio dell’occupazione e della qualità della vita, con uno sguardo sempre attento alla sostenibilità ambientale”. “La gestione dei sistemi urbani – sottolinea Alessandro Delli Noci, assessore alle Politiche Comunitarie del Comune di Lecce – l’approccio integrato e sostenibile alla crescita

SUSTAINABLE URBAN DEVELOPMENT, THE EUROPEAN PARTNERS MEET AT “WOOD FOOTPRINT” IN LECCE TWO DAYS DEDICATED TO THE PROJECT WOOD FOOTPRINT WITHIN URBACT II, EUROPEAN PROGRAM OF INTERREGIONAL COOPERATION The meetings have gathered the cities involved in the project: Pacos de Ferreira, Monaghan, Larissa, Roesalare, Tartu, Viborg, High Wycombe and Yecla. Wood FootPrint is part of Urbact II, European program of interregional cooperation funded by the European

del territorio, lo sviluppo di partenariati e di processi di governance multilivello efficace, rappresentano i capisaldi del programma Urbact II e, nello specifico, Wood FootPrint mette insieme sviluppo urbano, qualità della vita e competitività economica. La sfida – aggiunge – è quella di creare insediamenti produttivi, innovativi, in linea con l’obiettivo delle smart cities. Ringrazio tutti gli Enti e le Associazioni che hanno contribuito a delineare il Piano d’Azione Locale che avrà come obiettivo anche quello di intercettare nuovi finanziamenti per la riqualificazione delle aree”.

Regional Development Fund, created to promote sustainable urban development through the exchange of experiences among European cities, to find economic, social and environmental solutions. The City of Lecce has participated in the meetings and meanwhile has formed the Local Support Group, which will define an action plan focused on the industrial area of Lecce-Surbo. “Thanks to Urbact II, – says Angelo Tondo, President of ASI Lecce – and the Wood Footprint project, the collaboration between the Consortium I represent and the city administration becomes more fruitful. The rebirth of abandoned areas will stimulate the economy, enhancing employment and quality of life”.

Il Programma URBACT II rappresenta la continuazione del programma di iniziativa comunitaria URBACT I creato nel 2002 al fine di mettere in rete le città beneficiarie di programmi europei a carattere urbano e di consentire, come detto prima, lo scambio di esperienze grazie alla definizione di reti tematiche. URBACT II continues the program URBACT I, created in 2002, to unite the cities covered by the European programs and allow the exchange of experiences.


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ECONOMIA

nautica

di ilaria lia/

Non solo meta turistica: il mare è vita Dal Salone nautico ai tanti progetti per promuovere un settore fondamentale per l’Italia Il mare, importante via di comunicazione e fonte inestimabile di economia. Ne parla il presidente nazionale di Assonautica Alfredo Malcarne, in questa intervista. Presidente, quanto è determinante per il Paese il settore della nautica? “Fondamentale direi: noi parliamo sempre di ‘economia del mare’ che rappresenta tutto, la formazione, l’informazione, l’innovazione, l’impresa. L’economia del mare non è solo il cantiere costruttore e il suo indotto più stretto, ma è un concetto che va allargato a tutto il resto, come la cambusa e gli altri operatori

del settore come gli artigiani, i servizi, l’informazione. Anche per questo siamo partiti con l’operazione di monitoraggio dei porti, perché per noi rappresenta una fonte di ‘comunicazione’ su come funziona il turismo nautico. Attualmente non esiste un vero censimento a largo spettro del turismo nautico, che non riguardi solamente il numero di barche transitate sul nostro territorio, ma che pensi anche alla loro provenienza, alla loro soddisfazione, al potere d’acquisto che esprimono e a cosa lo rivolgono. Sono tutte informazioni preziose, che ci servono per capire e comunicare quello che c’è, quello che manca, quello che i

IL MARCHIO DEL PROGETTO QUALITY MARINE

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ECONOMIA

nautica

BARCOLANA TRIESTE 2014

L’ECONOMIA DEL MARE NON È SOLO IL CANTIERE COSTRUTTORE E IL SUO INDOTTO PIÙ STRETTO, MA È UN CONCETTO CHE VA ALLARGATO porti sono in grado di fare in termini di accoglienza, come trasparenza nei costi, promozioni e via dicendo”. Lo scorso ottobre presso il Salone nautico di Genova è stato pr e sent ato i l pr oget to “Q u a l it y Marine®”. In cosa consiste? “Con il progetto Quality Marine® Assonautica – in collaborazione con il sistema delle Camere di commercio – intende costruire un percorso di qualificazione delle strutture portuali per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione, in chiave qualitativa, dei porti turistici. Il progetto si basa essenzialmente su uno standard di servizio (o specifica tecnica) elaborato da Dintec, consorzio di sistema per l’innovazione tecnologica, che possa qualificare i porti turistici in tema di garanzie sulla qualità delle infrastrutture, di efficienza dei processi 80 81

e di sostenibilità ambientale. L’obiettivo finale è creare strumenti standardizzati e omogenei applicabili su tutto il territorio nazionale utili a costruire una ‘rete di strutture’ qualificate e certificate in collaborazione con il RINA. Quality Marine® è già partito con la certificazione di un porto turistico dell’Adriatico, continuerà con un intenso programma che ci impegnerà almeno per tre anni al fine di costituire una vera rete dell’accoglienza portuale italiana”. Quali altri progetti sono stati presentati? “Al Salone quest’anno abbiamo ospitato oltre 50 eventi, registrando un’affluenza di oltre 6mila presenze, un vero record. Particolare importanza hanno avuto gli incontri di internazionalizzazione fra cui quello con la delegazione del Governo di Santa Catarina, Brasile. Abbiamo stilato

un protocollo d’intesa con Florianopolis e BrazilPlanet e promuoveremo insieme la prima fiera della nautica italiana in Brasile. Si aprono nuovi orizzonti per l’economia del mare made in Italy. Da segnalare anche il progetto ‘Cambusa® The italian excellence’ che riscuote sempre maggiore interesse all’estero, la diffusione della nostra ‘Sea Economy Agenda’, le cerimonie di consegna dei prestigiosi ‘Assonautica Award’, la presentazione delle iniziative delle assonautiche locali e regionali, il Progetto Partner Privati”. Quale il segreto del successo della regata Brindisi – Corfù, arrivata alla 29esima edizione? “Al Circolo della Vela Brindisi è stato attribuito a Genova il premio ‘Assonautica Award’ per la sezione Regate internazionali. Le Regate sono eventi speciali, leve


AL CIRCOLO DELLA VELA BRINDISI È STATO ATTRIBUITO A GENOVA IL PREMIO “ASSONAUTICA AWARD” PER LA SEZIONE REGATE INTERNAZIONALI di marketing territoriale incoming. Non devono essere considerate più solo eventi sportivi ma momenti di coinvolgimento dei territori, vetrine delle eccellenze, testimonial di incontro tra popoli e comunità. Il numero crescente di partecipanti e di spettatori che animano le banchine ma anche tutto l’entroterra è la riprova che le regate sono diventate strumenti di attrattività turistica”.

Quali i prossimi appuntamenti importanti? “Nonostante alcuni venti contrari (ma chi va per mare è assolutamente preparato a questo) la mission di Assonautica italiana continua a sviluppare con grande slancio e grande determinazione i 4 punti focali della sua mission: in-formazione, innovazione, internazionalizzazione e impresa. In tema di informazione abbiamo distri-

CAMBUSA BARCOLANA TRIESTE

NOT ONLY TOURIST DESTINATION: SEA IS LIFE FROM NAUTICAL FAIR TO PROJECTS WHICH PROMOTE A FUNDAMENTAL SECTOR FOR ITALY The sea, way of communication and economy source. The president of Assonautica, Alfredo Malacarne, speaks about it. How determinant is the nautical sector for Italy? “It’s vital. Sea economy is not only the building site and its nearest satellite activities, but a wider concept. We started to monitor the ports because they represent a source to know how the nautical tourism works.” What is the “Quality Marine” project? “With this project, in cooperation with the Chambers of Commerce, we want to regenerate the port facilities. It’s a project based on a standard of services elaborated by Dintec, able to qualify the ports on the bases of the infrastructures, efficiency and environmental sustainability. What are the other projects presented?

buito in 21 Paesi all’estero la seconda edizione della ‘Sea Economy Agenda’, il nostro più grande successo editoriale: 128 pagine, in lingua inglese, oltre 200 appuntamenti mondiali della nautica tra saloni specializzati, boat show, eventi speciali e regate internazionali con nomi, numeri, indirizzi, date, telefoni, mail; un essenziale dizionario nautico, i link utili, i protocolli d’intesa. Stiamo preparando la terza edizione, ancora più ricca e sarà in distribuzione per marzo 2015. Sempre per il 2015, in tema di promozione per le imprese abbiamo messo in cantiere un fitto calendario di iniziative sia in Italia che all’estero”.

ALFREDO MALCARNE

“We hosted more than 50 events. In the meeting for internationalization, we drew up a MoU with Florianopolis and BrazilPlanet to promote the first Italian nautical fair in Brazil. Another project is “Cambusa® The italian excellence”, the diffusion of our “Sea Economy Agenda”, “Assonautica Award” and the initiative presented by Assonautica’s branches”. What’s the secret behind the success of the Brindisi-Corfù regatta, now at its 29° edition? “Regattas are not only sport events but moments of involvement of the territories. The increasing popularity among the public is proof that regattas attract tourists”. What are the upcoming events? “The mission of Assonautica Italian keeps developing in-training, innovation, internationalization and business; we have distributed the “Sea Economy Agenda” in 21 Countries, with worldwide boat shows, events and regattas. For 2015 we are working on a series of initiatives for enterprises”.



TERRITORIO

storia

di ilaria marinaci/foto pierpaolo schiavone

DAI LAGER NAZISTI ALLE RIVE DELLO IONIO Il Museo della Memoria di Santa Maria al Bagno racconta la storia, per anni dimenticata, dei profughi che vennero restituiti alla vita dopo gli orrori della persecuzione C’è un luogo affacciato sul mare che racconta una storia di solidarietà e di rinascita. È il Museo della Memoria e dell’Accoglienza e si staglia sul lungomare Lamarmora, nella marina neretina di Santa Maria al Bagno. Una storia che ha rischiato di essere dimenticata e che, invece, grazie all’ostinazione fruttuosa di un’associazione, l’Apme (Associazione Pro Murales Ebraici), e dei suoi soci fondatori Paolo Pisacane e Vittorio Perrone, oggi è molto conosciuta. Nel 1944 le forze alleate decisero di destinare, nel territorio di Nardò, le località delle Cenate, di Mondonuovo, di Santa Caterina e, soprattutto, di Santa Maria al Bagno al ricovero dei profughi, che provenivano, per lo più, da luoghi di confino italiani e da campi di concentramento del Centro Europa. Crocevia di vite sospese fra l’incubo del passato e l’ansia dell’avvenire, le marine neretine sono rievocate, nei ricordi di chi ci è passato, come oasi di vere e proprie rinascite. Arrivarono dapprima gli slavi, poi gli ebrei, migliaia 82 83


TERRITORIO

storia

di ebrei, tutti accomunati dallo stesso sguardo triste e dalla stessa diffidenza. Come nel medioevo, quando, con il suo clima temperato e le benefiche acque termali questi luoghi avevano restituito nuova vita ai cavalieri reduci dalle Crociate, così Santa Maria riuscì a sanare le ferite interiori di tanti ebrei

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che, in qualche caso, si imbarcarono per andare in Terra Santa e combattere per fondare lo Stato di Israele, dopo la chiusura del campo nel 1947. Fino ad allora, la marina fu organizzata in funzione delle esigenze dei nuovi arrivati. Si improvvisò una sinagoga in un locale che oggi ospita un bar

nella centralissima Piazza Nardò e il kibbutz venne realizzato nella masseria Mondonuovo. Poi, fu allestita anche la mensa e un centro di preghiera. A testimoniare ciò che accadde a Santa Maria fra il 1944 e il 1947 restano tre murales dipinti da un ebreo rumeno, Zivi Miller, che nei campi di sterminio aveva perduto la moglie e la figlia, e che, proprio qui, si risposò con una ragazza del luogo, Giulia My. Nel primo murales, Miller traduce in immagine la sua storia personale, simile a quella


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TERRITORIO

storia

SANTA MARIA RIUSCÌ A SANARE LE FERITE INTERIORI DI TANTI EBREI CHE, IN QUALCHE CASO, SI IMBARCARONO PER ANDARE IN TERRA SANTA E COMBATTERE PER FONDARE LO STATO DI ISRAELE di molti altri ebrei che, in processione, lasciano i lager del Centro Europa – rappresentati dal filo spinato – per arrivare nel Sud dell’Italia e, da qui, riprendere il cammino verso la stella di David, cioè la Terra Promessa. Il secondo è di ispirazione religiosa, con il candelabro a sette bracci posato su un altare sorvegliato da due sentinelle. Il terzo raffigura un soldato inglese che impedisce ad una madre e ai suoi due bambini l’ingresso in Israele e riprende le denunce di un movimento clandestino di giovani sionisti, contrario agli inglesi perché ritenuti filopalestinesi. Oggi i murales – che inizialmente si trovavano nella casa fatiscente dove era vissuto Miller – sono conservati proprio 86 87


TERRITORIO

storia

TANTI SONO I BAMBINI DI ALLORA, OGGI UOMINI E DONNE DI OLTRE SESSANT’ANNI, CHE SONO TORNATI IN ITALIA PER RITROVARE QUEL LUOGO DI RINASCITA

al Museo della Memoria, progettato dall’architetto Luca Zevi. Occupano tre pareti in tutta la loro ampiezza, mentre la quarta ospita i pannelli esplicativi dei lavori di restauro e conservazione. Le altre sale, invece, accolgono tutta la documentazione fotografica di quegli anni, raccolta dall’Apme: immagini di vita quotidiana all’interno del campo, ma anche foto di gruppo in cui si vedono ebrei e neretini insieme a testimonianza di quanto la gente del posto abbia, dopo un’iniziale diffidenza, ben FROM THE NAZI CONCENTRATION CAMPS TO THE IONIAN SHORE THE MUSEO DELLA MEMORIA OF SANTA MARIA AL BAGNO TELLS THE FORGOTTEN STORY OF THE REFUGEES WHO CAME BACK TO LIFE AFTER THE HORRORS OF WAR The Museo della Memoria e dell’Accoglienza stands on the Lamarmora’s seafront, Santa Maria al Bagno’s marina. A story that was in danger of being forgotten, but thanks to Apme (Association for Jewish murals), and its founders Paul Pisacane and Victor Perrone, it’s now well known. In 1944, the allied forces decided to make the Nardò area of Cenate, Mondonuovo, Santa Caterina, and Santa Maria al Bagno above all, a shelter for refugees who came mostly from the Italian borders and from the concentration camps of Central Europe. Here, Santa Maria was able to heal the inner wounds of many Jews who, in some cases, had to set sail for the fight in the Holy Land to found the State of Israel, after the camp’s closure in 1947. Proof of this are the three murals painted by Zivi Miller, Romanian Jew, who had lost his wife and daughter in the death camps. Today, the murals are preserved in the Museo della Memoria, designed by Luca Zevi: they occupy three of the walls, while the fourth shows the explanatory panels of restoration and conservation. The other rooms include the photos of those years, collected by Apme. Many children of that time, now adults, have returned here to see that place once more. The Museum overlooking the sea continues to tell their story and that of many others.

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TERRITORIO

storia accolto e fatto sentire a casa i reduci dagli orrori nazisti. Da quando la storia, poi, ha trovato spazio sulle cronache, tanti sono i bambini di allora, oggi uomini e donne di oltre sessant’anni, che sono tornati in Italia per ritrovare quel luogo di rinascita. Fra questi, circa dieci anni fa, a tornare furono tre sorelle, Pnina, Helga e Lisa Schotten. Era la fine del 1944 quando la loro famiglia arrivò a “Santa Maria di Bagni”, come si legge sui visti dell’epoca. Qui gli altri

LA MEDAGLIA D’ORO ALL’ACCOGLIENZA

Nardò è stata insignita della Medaglia d’Oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il 27 gennaio 2005, per aver ospitato, fra il 1944 e il 1947, il campo d’accoglienza profughi. Nella motivazione si legge: “La popolazione tutta, nel solco della tolleranza religiosa e culturale, colla-

borava a questa generosa azione posta in essere per alleviare le sofferenze degli esuli, e, nell’offrire strutture per consentire loro di professare liberamente la propria religione, dava prova dei più elevati sentimenti di solidarietà umana e di elette virtù civiche.”

THE GOLDEN MEDAL FOR HOSPITALITY On 27 January 2005, Nardò has been awarded the Gold Medal for Civil Merit, by the former President of the Republic, Carlo Azeglio Ciampi, for having hosted the refugee camp between 1944 and 1947.

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bambini non fecero mai sentire Pnina e le due sorelline diverse, anche solo per il fatto di avere i capelli rasati. Qui non ci fu mai mancanza di rispetto da parte di nessuno. “Qui – raccontarono le tre donne – siamo tornati ad essere persone civili e normali, abbiamo vinto la difficoltà a socializzare, ereditata dai soprusi della guerra”. Qui, insomma, rinacquero una seconda volta e il Museo stagliato sul mare continua a raccontare la loro storia e quella di tanti altri.


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Monteco. La politica “green” per un mondo ecosostenibile Da oltre 40 anni, Monteco Srl lavora per l’ambiente il territorio ed i cittadini. Un esempio di come fare la differenza con la differenziata Dalla parte dell’ambiente, del territorio e del cittadino. Monteco Srl, in oltre 40 anni di attività, non ha mai perso di vista il proprio obiettivo, cioè quello di lavorare per la comunità con la certezza che un mondo ecosostenibile sia alla portata di tutti. In primo piano ci sono le esigenze e le richieste dell’intero territorio e non solo per quel che concerne la differenziata. L’impegno è concentrato anche in attività di sensibilizzazione, rivolte principalmente ai più piccoli. Numerosi, infatti, gli incontri organizzati nelle scuole per parlare ai cittadini del futuro della raccolta differenziata e delle 92 93

ricadute positive che essa può avere sull’ambiente e sulla salute. La stessa attenzione è rivolta agli adulti, coinvolti attivamente nell’organizzazione di iniziative tese alla formazione ed all’informazione sulla gestione, domestica e non, dei rifiuti e sul rispetto dell’ambiente.

Monteco Srl è presente nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto. “I nostri impianti – sottolineano Angela Albanese e Sonia Dello Preite, responsabili dell’ufficio comunicazione Monteco – si inseriscono correttamente all’interno della filiera dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani”.


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Cosa intendete per “ecosostenibilità”? “L’ecosostenibilità poggia su tre pilastri principali: ambiente, economia e società senza mai perdere di vista sicurezza e salute di tutti gli attori coinvolti. È ecosostenibile ciò che porta l’essere umano ad agire in modo che il consumo di risorse sia tale che la generazione successiva riceva la stessa quantità di risorse che noi abbiamo ricevuto dalla precedente generazione. Servizi e prodotti ‘ambientalmente migliori’ sono caratterizzati da un impiego più efficiente delle risorse e dell’energia lungo tutto il ciclo di vita, dalla produzione alla valorizzare, dal riuso al recupero/riciclo”. Quali risultati sono stati raggiunti finora? “L’esperienza in assoluto più virtuosa è la Gestione Integrata dei Servizi nell’Ambito di Raccolta Ottimale Brindisi 1 Ovest, prima in tutta la Puglia in termini di percentuali di raccolta differenziata raggiunta, il 60% circa, con medie nei singoli Comuni che si approssimano al 70%. Anche i moderni impianti e le attrezzature di ultima generazione della nostra azienda si inseriscono in

questo grande progetto. Così, riusciamo a essere efficienti e green sia sulla strada, sia all’interno delle nostre strutture. Gli ultimi mezzi acquistati da Monteco sono infatti elettrici (zero emissioni in atmosfera). Anche nella gestione di capoluoghi di Provincia abbiamo raggiunto un risultato importantissimo, la città di Brindisi, da fanalino di coda, è diventata il primo capoluogo della Regione Puglia con una media del 35% di raccolta differenziata”. Quanto conta la comunicazione? Come lavorate in tal senso? “L’attività di comunicazione ambientale è uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini a una maggiore responsabilità verso le questioni ambientali. Monteco è inoltre sempre attenta a controllare la qualità del servizio e alla customer satisfaction and care del cliente. Inedita in questo settore e socialmente all’avanguardia è anche l’attenzione che Monteco riserva alle esigenze dell’utenza diversamente abile adeguando strumenti e materiali di comunicazione e informazione e servizi on demand”.

Monteco come intende procedere nelle città in cui la gestione raccolta rifiuti presenta delle criticità? “Prima di tutto instaurando un contatto continuo e diretto con, e tra, istituzioni, cittadini, associazioni. Informando e ascoltando. Lavorando in modo da garantire altissimi standard nell’erogazione dei Servizi. Avere Monteco Srl come proprio partner per la gestione dei rifiuti significa avere: un operatore con profonda conoscenza del territorio; un punto di riferimento sempre presente, sia offline sia online; un’azienda che investe tempo e risorse formazione/informazione interna e per i cittadini; operatori ecologici attenti, realmente interessati alla cura dell’ambiente; un servizio efficiente nella quotidianità e rivolto alla prevenzione dell’emergenza; sicurezza nel trattamento di RSU: i nostri impianti si inseriscono correttamente all’interno della filiera del trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. I nostri piani d’azione sono studiati ad


AMBIENTE

raccoLta diFFerenziata

hoc per ogni realtà in cui ci troviamo a operare e ovunque: forniamo assistenza 24 ore su 24; rendiamo la raccolta differenziata semplice per tutti; insegniamo l’importanza della differenziazione e del riciclaggio a iniziare dai bambini.

MONTECO. “GREEN” POLICY FOR AN ECOSUSTAINABLE WORLD FOR OVER 40 YEARS, MONTECO SRL HAS WORKED FOR THE ENVIRONMENT, THE TERRITORY AND CITIZENS. AN EXAMPLE ON HOW TO MAKE A DIFFERENCE THROUGH SORTED WASTE COLLECTION Monteco Srl, with over 40 years of activity and present in the provinces of Lecce, Brindisi and Taranto, has always been on the side of the environment, territory and citizens. “Our systems – say Angela Albanese and Sonia Dello Preite – Monteco’s office communication responsibles, “fit properly within the industry of urban solid waste’s disposal”. What does “ecosustainability” imply? Environmental sustainability is based on three main pillars: environment, economy and society without ever losing sight of the health and safety of all parties involved. What are the results achieved so far? “The result that stands out is the Integrated Management of Services in Brindisi 1 West Optimal Collecting, first in Apulia in terms of recycling percentages achieved around 60%, with averages in the single municipalities near 70%”. How important is communication? “Communication is a tool to raise awareness to a greater responsibility towards the environment. Monteco carefully checks the quality of service, customer satisfaction and care”. Given the situation of sorted waste collection management in Lecce, how will Monteco act? “For starters, by having a direct and continuous contact with (and among) institutions, citizens and associations, while informing, listening and working to ensure high standards in the delivery of Services”.

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ECONOMIA

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di mariella tamborrino/

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Far vivere ad amici e parenti lontani le emozioni del giorno più bello di una coppia. Tutto questo grazie alla tecnologia più avanzata Realizzare il sogno d’amore e condividerlo con le persone più care. Nell’era social che più social non si può, tutto questo è possibile. Basta un clic e non parliamo di foto postate in tempo reale su facebook e affini. C’è qualcosa di più “vivo”, dove le immagini si fondono con le emozioni e rendono davvero speciale il giorno più bello di due innamorati. WedLive è la nuova frontiera del mondo wedding. 98 99


ECONOMIA

nuove idee

LUI SICILIANO, LEI SALENTINA. I PARENTI DELLO SPOSO, RIMASTI IN SICILIA, SI SONO RIUNITI IN UN CINEMA PRESO IN AFFITTO PER L’OCCASIONE È, in pratica, un canale tematico che trasmette in diretta streaming le immagini di un matrimonio: un modo veloce ed efficace per raggiungere i parenti lontani che, per un motivo o per un altro, non possono partecipare alla cerimonia ma che, grazie a questa

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piattaforma, riescono a vivere emozioni intense. Come se fossero lì, accanto agli sposi. Certo, non possono partecipare al tradizionale lancio del riso all’uscita dalla chiesa, ma questi sono solo dettagli. Ciò che conta sono le emozioni. Ed è questo che fa la differenza. E se è vero che un’immagine vale più di mille parole, quelle di due anime gemelle che coronano il loro sogno d’amore, valgono più di mille discorsi. L’idea, assolutamente originale, è stata messa a punto nei mesi scorsi da Sandra Corallo, coadiuvata da Giuseppe Pizzo e Giovanni Cazzolla, con la volontà di intraprendere un nuovo percorso professionale. Dalla loro non solo fantasia e professionalità, ma anche un’esperienza ventennale maturata sul campo delle arti visive. In particolare per quanto riguarda Beppe

e Giovanni, che non sono certo dei debuttanti dietro la telecamera, tutt’altro. Per loro è, come dire, pane quotidiano. Entrambi conoscono i segreti e le tecniche più avanzate legate non solo al mondo della ripresa e della regia, ma anche a quella del montaggio e della post produzione. Il loro segreto sta nella creatività e nella competenza, il tutto arricchito dalla giusta dose di sensibilità utile per dare un tocco particolare a momenti così speciali. Com’è nato il progetto? Quasi per caso, come tutte le buone idee. Il loro intuito, stuzzicato dalla necessità di creare qualcosa di diverso e innovativo che funzionasse in un momento di crisi come quello attuale, li ha portati ad imboccare una strada che sta già portando verso mete interessanti. Partiti ad agosto, in poco tempo hanno


già raccolto numerosi consensi. Tra l’altro sono i primi, nel Salento, ad aver dato vita a questa creatura pronta ad un’ulteriore evoluzione. In cantiere, infatti, ci sono altri progetti come, per esempio, l’apertura di apposite finestre per trasmettere, rigorosamente in diretta streaming, le sessioni di laurea. Amici e parenti sono avvisati. Ed il regalo è sempre gradito. Battute a parte, il servizio streaming WedLive, affidato alla società leccese IP Media, può essere anche seguito da un pubblico più vasto. Dipende dalla scelta dei protagonisti che possono anche optare per riprese universali (visibili a tutti), oppure per immagini destinate solo alla visione di parenti e amici lontani i quali, attraverso apposite credenziali, potranno partecipare alla cerimonia e ai festeggiamenti. Come nel caso di un coppia convolata a giuste nozze lo scorso settembre. Lui siciliano, lei salentina. Il matrimonio è stato celebrato in provincia di Lecce e i parenti dello sposo rimasti in Sicilia hanno partecipato all’evento con la stessa commozione di quelli seduti in chiesa. Si sono ritrovati nella sala di un cinema, presa in affitto per l’occasione, e

qui, sul grande schermo, hanno seguito un film d’amore senza copione dove le battute erano quelle dettate dal cuore dei protagonisti e non suggerite da un qualunque regista. “Sono stati momenti straordinari” commentano i diretti interessati. “Molto meglio che sfogliare il classico album di matrimonio. Era come se anche noi fossimo stati lì. L’unica differenza è che non abbiamo potuto abbracciare gli sposi e partecipare al lancio del bouquet. Per il resto, abbiamo provato delle emozioni

irripetibili. E la bomboniera l’abbiamo ricevuta lo stesso”. Il servizio, inoltre, non ha vincoli di linee internet il che, tradotto in parole comprensibili per chi di web ne capisce poco o niente, significa che attraverso il sistema satellitare le immagini possono essere trasmesse da qualunque parte del mondo senza problemi di connessione. Della serie: l’amore trionfa sempre, anche con la benedizione della tecnologia più avanzata

L’IDEA È STATA MESSA A PUNTO NEI MESI SCORSI DA SANDRA CORALLO, COADIUVATA DA GIUSEPPE PIZZO E GIOVANNI CAZZOLLA

A “YES” IN LIVE STREAMING DISTANT FRIENDS AND FAMILIES CAN NOW FEEL THE EMOTIONS OF A COUPLE’S BEST DAY. ALL THIS THANKS TO THE LATEST TECHNOLOGY WedLive is the new frontier of the wedding world. It’s a thematic channel which broadcasts live streaming weddings: a fast and effective way to reach distant relatives or friends who can’t be there. This original idea has been developed by Sandra Corallo assisted by Giuseppe Pizzo and Giovanni Cazzolla, with the desire to start a new professional path, which started in August. They are the first in Salento to give birth to this project that’s already evolving, with live streaming graduation sessions. The WedLive streaming service, entrusted to IP Media company, can be viewed publicly or be restricted to family and friends, as in the following marriage in Lecce. He’s from Sicily, she’s from Salento. The groom’s relatives, who were in Sicily, have rented a movie theater for the occasion. “It was amazing, much better than the classic wedding album, the only difference is that we couldn’t hug them, but it was an unforgettable experience nonetheless”. Furthermore, the system doesn’t limit to the Internet: satellite images can be sent anywhere in the world, with no connection problems.


LINCIANO

vini e Liquori

La passione nei calici Linciano liquors e la tradizione del buon bere É un piccolo regno. Accogliente, colorato, antico e moderno insieme. Qui si respira la storia di una famiglia e di innumerevoli appassionati, e amici, che hanno frequentato e varcato la soglia di quella che definire semplicemente enoteca non renderebbe l’idea. I leccesi conoscono bene Casa Antonio, ovvero la rivendita di vini, distillati e liquori Linciano. Un nome che già di suo è una storia legata alle eccellenze del mondo enologico e del buon bere. Da oltre 60 anni distribuisce prodotti di qualità. Adesso c’è Antonio a capo dell’azienda fondata dal papà Lorenzo già nel 1950. In principio vini e oli sfusi e confezionati; adesso si possono trovare le migliori cantine ed i nomi più importanti del beverage e non solo. 102 103

Girando tra gli scaffali non mancano, e non potrebbe essere diversamente, i vini pugliesi, ma accanto ad essi vi sono importanti etichette nazionali ed internazionali, per fare felici i palati più fini. C’è anche un’interessante selezione di vini francesi. E poi rum, grappe, whisky, champagne, cognac, gin, vodka, tequila. C’è un angolo dedicato alle spezie, e poi di tutto e di più: rossi, rosati, bianchi, bollicine…da perdere la testa. “Il punto di forza della nostra azienda – spiega Antonio Linciano – sta nella grande capacità di comunicare le novità che ricerchiamo sul mercato e distribuirle in maniera semplice e immediata, in modo tale da rendere fruibili ai più anche i prodotti di eccellenza”.

Il concetto di “enoteca”, con voi, si è notevolmente allargato. Non distribuite solo vini, liquori, distillati, ma anche tanti altri prodotti, sempre di eccellenza. “Oggi l’enoteca è un punto d’incontro, quasi un convivio quotidiano dove ci si scambiano informazioni e pareri su prodotti e tendenze del nuovo modo di bere. Da vivere in maniera appassionata tutto l’anno, con un pizzico di magia in più durante le feste natalizie”. Dai prodotti locali a quelli internazionali. Com’è cambiato, nel tempo, il gusto della clientela? “La maggior parte dei consumatori dimostra una maggiore consapevolezza nell’avvicinarsi al mondo del vino e del


LINCIANO LIQUORS SRL Via Duca degli Abruzzi, 59/61 - 73100 Lecce (Le) tel. +39 0832 331968 - fax +0832 241211 - comunicazione@lincianovini.it - www.lincianovini.it

beverage in generale. C’è più informazione, più preparazione da parte loro, molto ancora si dovrà fare. Tanto lo si deve alle associazioni di categoria (AIS, Confcommercio, etc), e poi ai masters di settore, ai convegni enogastronomici, agli incontri tematici che vengono organizzati sempre più frequentemente (Wine tasting di qualità)”. Tradizione e progresso, due concetti che voi riuscite a far coesistere, con successo. Dalla vendita al dettaglio a quella online. Si può scegliere qualsiasi

prodotto, con la certezza di incontrare la qualità. “Beh, noi siamo legati alla tradizione. Dagli anni ‘50 la nostra famiglia lavora in questo settore, ma lo ha fatto guardando sempre avanti, con la volontà di migliorare, crescere, anche nei momenti più difficili. Abbiamo sempre aperto una finestra sulle novità. Per esempio non tutti sanno che siamo stati fra i primi, a Lecce, dagli anni 2000, ad aprire un sito e-commerce grazie al quale si può interagire per gli acquisti. Il nostro obiettivo è quello di accontentare anche la clientela più esigente che ha fame di novità, in tutte le parti del mondo (dogane permettendo) che vuole conoscere prodotti italiani in generale e salentini in particolare. Sia che si tratti di privati che di operatori e ristoratori”. Si avvicina la fine dell’anno. Per il brindisi: spumante o champagne? “Partiamo da un concetto fondamentale: in quell’occasione bisogna dare piacevolezza e importanza al momento e allora l’importante è brindare, comunque e come si preferisce, ma soprattutto è importante brindare di qualità tutta la vita!”.

THE PASSION IN THE CHALICE LINCIANO LIQUORS AND THE TRADITION OF GOOD DRINKING For over 60 years Linciano Liquors has distributed quality products. Among the shelves are many wines from Apulia, along with important national and international labels, but also a wide spirit selection and an area dedicated to spices. “The strength of our company,” explained president Antonio Linciano “lies in the ability of making top products available for anyone.” The concept of “wine bar”, with you, has greatly expanded. You distribute not only wines, liquors, spirits, but also many other high quality products. “Today, the wine bar is a meeting place which lasts all year, with a magic touch during the Christmas holidays.”

From local products to international ones. What’s changed in the customers’ taste over time? “Most consumers today are more informed and prepared than ever before” From retail to online, any product chosen offers guaranteed quality. “Our family works in this field since the fifties, but always looking forward. We were among the first to open an e-commerce website in Lecce.” New year’s drawing near. For the toast: sparkling wine or champagne? “It doesn’t matter, as long as it’s a quality toast!”


TRADIZIONI

sapori

L’Avvento nel Salento non ha il volto cupo dell’inverno ma è, spesso, illuminato da una luce generosa e, soprattutto, è acceso dai quei profumi che ne scandiscono l’attesa. Non odori qualunque, ma sentori di tipico che si affacciano dalla cucina della tradizione. Quella con cui le nonne e, forse ancora qualche mamma, ancorano al territorio le nuove generazioni. Di stoppie di ulivo bruciate in qualche “focalire” acceso, di farina e di pane fragrante cotto nei forni a legna, di intensità salmastra di pesce, di sentori di terra pregni di olio di frittura, si veste il ADVENT SCENTS A CULINARY JOURNEY TOWARDS CHRISTMAS, WITH SIMPLE BUT FLAVOURSOME INGREDIENTS Advent in Salento has many scents. The Christmas wait begins with Sant’Andrea, celebrated on November 30 in Presicce with roasted red mullet. For the Eve of the Feast of the Immaculate, the inevitable lunch with the the tasty “puccia” mark the fasting lunch, but what really seals the solemnity of the Virgin Mary is the dinner, with “pittule”, “vermiceddhi” with salted codfish and tomatoes, “rape ’nfucate” and sweet potatoes to finish. A week before Christmas, the inevitable “purceddhuzzi”, that doesn’t have to be eaten until Christmas Eve.

tempo d’Avvento nella terra dei Messapi. La cucina “de scammaru” (di magro) – il severo ricettario ammesso dalla Chiesa con il tacito consenso di un popolo devoto e, per lo più, povero, per i periodi precedenti le solennità

liturgiche – oggi ha il valore dell’identità gastronomica territoriale costituita da piatti celebrativi dei santi delle ultime quattro settimane dell’anno. Un calendario del gusto, intoccabile dalla tentazione di contaminare con sapori estranei e industriali le tracce di una civiltà contadina che con ingredienti poveri e semplici ha elaborato piatti di saporita autenticità. Quest’anno apre l’attesa natalizia Andrea – il santo pescatore – celebrato il 30 novembre a Presicce con le triglie arrosto. Per la Vigilia dell’Immacolata, la devozione popolare si inchina con una ritualità culinaria dove le pucce – quei pani morbidi e tondi, talvolta aggiunti di olive nere, spolverati con abbondante fior di farina (simbolo della purezza della Madre della Chiesa) da imbottire con tonno e capperi, pesciolini sott’aceto, formaggio, “capitune” marinato – firmano

il pranzo di digiuno. Ma a suggellare la solennità di Maria Vergine è la cena serale: un avanzare di portate che fondono terra e mare nell’orizzonte del gusto. Se le “pittole”, semplici o ripiene di baccalà o verdure, sono la ghiottoneria d’apertura, a regnare è il baccalà. E i vermiceddhi (o “spicanarda” a Lizzanello) – formato di pasta rigorosamente casareccia – con i “pomodori a pendola” amplificano la rustica opulenza di questo merluzzo bianco conservato sotto sale. Ripuliscono il palato con uno stuzzicante retrogusto amarognolo e piccantele “rape ’nfucate”. La dolcezza fritta della nostrana patata zuccherina chiude la cena. Mentre i falò a Galatone inneggiano a Lucia, santa protettrice della vista, il 13 dicembre le “pittule” saziano la fame. Finché l’attesa ammanta di sacralità la cucina a una settimana dal Natale, quando gli agrumi sprigionano la loro acuta intensità nell’olio che amalgama il più dolce impasto dell’Avvento: i “purceddhuzzi” da preparare e non toccare, rigorosamente, fino alla Vigilia di Natale.

Profumi di Avvento Un percorso culinario verso il Natale semplice per ingredienti ma ricco di gusto

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di jlenia m. gigante/foto pierpaolo schiavone

La cena per la vigilia dell’Immacolata EVE OF THE FEAST OF THE IMMACULATE DINNER

VERMICEDDHI CULLU BACCALÀ 500 gr di vermiceddhi (oppure, se si utilizza un formato di pasta industriale, sostituivo è il formato “semi di cicoria”) 500 gr di baccalà ½ litro di salsa di pomodoro o ½ kg di pomodori da pendola Un po’ di prezzemolo 1 cipolla Farina q.b. ½ bicchiere di olio extravergine d’oliva Sale e pepe q.b.

Mettere in ammollo il baccalà dalla sera prima; tagliarlo a pezzetti, lavarlo, passarlo nella farina e soffriggerlo nell’olio insieme alla cipolla tagliata a velo. Spadellarlo e tenerlo da parte. Aggiungere all’olio del soffritto la salsa di pomodoro o i pomodori da pendola pelati e spezzettati; riversare i pezzetti di baccalà, regolare di sale e cuocere per 40 minuti a fuoco moderato. Togliere il baccalà tenendolo al caldo. Nel sughetto, allungato con acqua, cuocere i vermiceddhi. Servire caldo con il baccalà sui vermiceddhi spolverando una manciata di prezzemolo e pepe nero macinato al momento.

VERMICEDDHI WITH BACCALÀ 500 gr vermiceddhi 500 gr salted codfish ½ lt tomato sauce or ½ kg di tomatoes “da pendola” a bit of parsley 1 onion flour to taste ½ glass extra virgin olive oil salt and pepper to taste Soak the salted codfish the night before; cut it into pieces, wash it, wipe it in flour and fry it in the oil along with fine cut onion. Cook it briefly in the pan while moving it back and forth and put it aside. Add the oil and sautee the chopped tomatoes; add the fish, salt and cook for 40 minutes over medium heat. Remove the fish and keep it warm. In the sauce, diluted with water, cook the vermiceddhi. Serve hot putting the fish over the vermiceddhi and sprinkle with parsley and black pepper.


TRADIZIONI

sapori

CIAMBELLE DI PATATE DOLCI 1 kg di patate dolci 1 cucchiaio di zucchero 1 uovo 500 gr di farina

Dopo avere lavato le patate, lessarle. Raffreddate, vanno sbucciate, macinate e impastate con la farina e l’uovo fino a ottenere un composto omogeneo. Con l’impasto preparare, quindi, delle ciambelle da friggere in olio bollente. Prima di servire spolverarle di zucchero a velo. SWEET POTATO DONUTS 1 kg sweet potatoes 1 sugar spoon 1 egg 500 gr flour After washing the potatoes, boil them. When they have cooled down, peel them, grind them and mix them with flour and egg so to obtain a smooth mixture. With the dough, prepare the donuts to be fried in hot oil. Before serving, sprinkle with powdered sugar.

RAPE ’NFUCATE 2 kg di cime di rape 100 gr di olio extravergine di oliva ½ bicchiere di vino ½ bicchiere di aceto 3 spicchi di aglio Sale e peperoncino in polvere

Pulire le cime di rape, lavarle e sgocciolanti di acqua tuffarle in una pentola a bordi alti dove, nel frattempo, si è fatto soffriggere l’aglio nell’olio. Cuocere a fuoco vivo girandole dolcemente. Quando i liquidi di cottura si sono asciugati aggiungere il sale, il vino, l’aceto e una spolverata di peperoncino. Fare evaporare e servire.

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RAPE ’NFUCATE 2 kg of turnip greens 100 g of extra virgin olive oil ½ glass of wine ½ glass of vinegar 3 garlic cloves Salt and chili powder Clean the turnips, wash them and put them in a tall pot with previously sauteed garlic. Cook over high heat and stir gently. When the liquids have dried, add salt, wine, vinegar and sprinkle with chili powder. Let evaporate and serve.


LECCE

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TRADIZIONI

vino

Vigilia illuminata di Bianco Per il brindisi delle feste ottimi compagni sono i bianchi di Puglia: una realtĂ in crescita per qualitĂ e innovazione 108 109


di jlenia m. gigante/foto pierpaolo schiavone

È il bianco il miglior interprete della luce che illumina ogni Vigilia. Un vino dotato di una trasparenza quasi palpabile, a volte così vivida da essere brillante. Nonché ottimo accompagnatore dei menu speciali delle feste costituiti da un’allegra fusione di ingredienti di terra e mare: sulle soffici e croccanti pittole ripiene, un sorso effervescente di metodo classico da verdeca – per esempio – pulisce bene il palato; un vino fermo da bianco d’Alessano fa l’occhiolino ai candidi latticini trasudanti latte; un sorso di fiano si rivela un ammiccante piacere con i corposi e succulenti piatti di baccalà e pesce. Per valorizzare la tipica cena salentina da Vigilia, oggi si può optare

per i bianchi prodotti dalla Valle d’Itria sino al sud Salento. L’enologia locale non deve certo la sua notorietà a questi vini trasparenti che oscillano tra varie intensità di verdolino, paglierino e dorato (tralasciando le sfumature dell’ambra che, per definizione, appartengono ai vini bianchi dolci). Anzi, cavalieri fin troppo noti della tavola e delle cronache enoiche di Terra d’Otranto sono i rossi e i rosati da negroamaro e primitivo. Persino l’occhio conterraneo è abituato a vigneti dai cui tralci, a fine estate, pende vigoroso il grappolo a bacca scura. L’uva bianca, in questa terra trapassata dal sole e abbracciata dai venti, per lo più è conosciuta per essere “da tavola”.

Eppure filari di viti a bacca bianca affondano da tempo le loro radici in un suolo prevalentemente calcareo – a tratti sabbioso – e pianeggiante, salvo qualche dolce forma collinare che arrotonda in altezza gli areali dell’alto Salento e delle serre salentine. La storia dei vini bianchi del Tacco di Italia – nonostante la presenza di vitigni autoctoni (verdeca, fiano minutulo, bombino bianco, bianco d’Alessano) sia risalente nel tempo – non è così profonda come quella dei rossi. Dalle uve rosse – prevalenti per estensione – si otteneva un vino che corrispondeva all’immaginario di una civiltà del Sud rurale: un vino di potenza calorica e dal tannino scalciante, corroborante compagno del pasto rustico dei tanti contadini affaccendati nelle campagne. In un contesto simile, l’affermazione del pallido vino bianco era difficile. Solo alla fine dell’Ottocento la vinificazione in bianco ha acceso l’interesse commerciale, in quanto destinata alla produzione dei vermouth in altre aree geografiche. A lungo è serpeggiata la diffusa convinzione che i vini di Puglia fossero troppo potenti e poco diversificati. L’attuale dimensione – dopo anni di ricerche e investimenti sui processi produttivi – dimostra che c’è un cambio di passo, tanto da poter parlare di una produzione “interessante”. La varietà di uve bianche autoctone è, senza dubbio,


TRADIZIONI

vino

LA VARIETÀ DI UVE BIANCHE AUTOCTONE È, SENZA DUBBIO, GARANZIA DI UN’IDENTITÀ TERRITORIALE ORIGINALE garanzia di un’identità territoriale originale. Ma anche le uve internazionali, come lo chardonnay, offrono una piacevolezza del vino sottolineata dalla potenza calorica di una terra baciata dal sole. Non solo fermi, i bianchi di Terra d’Otranto, da circa un ventennio, sono anche spumantizzati. Qualcuno potrebbe obiettare un’assenza della spiccata mineralità tipica dei migliori Franciacorta o l’armonica complessità dei Trento Doc. In realtà, i locali vini spumanti (metodo classico e charmat) raccontano una freschezza tracciata dalla terra – non dalla roccia di

montagna – e caratterizzati dai profumi di un territorio lambito da due mari. Una realtà a più voci, considerata la possibilità di utilizzo di uve autoctone, che solleticano la scoperta del gusto. La conferma di un’attenzione crescente sugli spumanti arriva anche dalla recente edizione di “Puglia Perlage – Gran Galà dei vini spumanti di Puglia” che, nella splendida scenografia di Torre del Parco a Lecce, ha richiamato molti “winelovers” curiosi di assaggiare le bollicine pugliesi. Non si tratta, certo, di una produzione elevata in quantità, ma già si parla di qualche eccellenza che piace

anche oltre il territorio di provenienza. Una vera sorpresa i bianchi, dunque, che annoverano per gli appassionati un’altra chicca produttiva: il negroamaro vinificato in bianco. Le cantine interessate nella produzione sono poche, ma quest’uva a bacca scura capace di offrirsi in veste chiara e accendersi di una tonalità dorata, ha un fascino incredibile tanto per l’intensa particolarità di profumi quanto per la setosa sensazione al palato. Perché allora non stupire nei brindisi della Vigilia con un espressivo e originale bianco dell’antica Terra d’Otranto?

A WHITE ILLUMINATED CHRISTMAS EVE FOR THE HOLIDAYS’ TOAST, THE APULIAN WHITE WINES ARE EXCELLENT COMPANIONS: A GROWING REALITY FOR QUALITY AND INNOVATION

VITO SANTA CECERE, PRESIDENTE AIS PUGLIA

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White wine is the best interpreter of the light that illuminates every Christmas Eve. The history of South Italy’s whites is not as deep as that of the red ones, which prevailed because they matched the rural South culture, an excellent meal companion for many farmers; it was only by the end of the 19th century that white winemaking started attracting commercial interest, with the production of vermouth in other geographical areas. For a long time, it was thought that the Apulian wines were too powerful and not very diversified, but not anymore. Today, the local white grape is doubtless a warranty of original territorial identity. Terra d’Otranto’s whites, for about two decades, also include sparkling wines. Proof of an increased attention was seen at “Puglia Perlage - Gala of Apulian sparkling wines”, that has drawn many curious wine lovers. These wines are a real surprise, and even include a special treat for enthusiastics: white Negroamaro. So, why not impress with an expressive and original white of the ancient Terra d’Otranto for Christmas Eve’s toast?


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La storica azienda salentina AGIMA ha perfezionato un progetto per agevolare il processo di igienizzazione di bar, ristoranti e pizzerie del centro storico Una storia lunga 40 anni, ricca di successi e soddisfazioni. Quello di AGIMA, marchio di eccellenza nel settore delle cucine professionali e nella ristorazione, è un viaggio in continua evoluzione. Di volta in volta vengono raccolte nuove sfide e si punta verso obiettivi sempre più importanti. Qualità, cura del cliente e

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massima disponibilità: queste le basi da cui prende le mosse l’attività con la volontà di rendere più confortevole e agevole il lavoro di quanti si rivolgono a loro. E proprio in virtù di questo, l’ultima iniziativa ideata dall’azienda si inserisce in un contesto nel quale l’utente ha un ruolo privilegiato. L’impresa leccese, che si occupa tra le altre cose, anche della distribuzione di

detergenti per bar e ristoranti, ha pensato di specializzarsi in un servizio ad hoc per i locali del centro storico di Lecce con la consegna, a domicilio, dei prodotti richiesti sia per igienizzare i locali che le stoviglie. “Siamo in grado di consegnare la merce nel giro di un paio d’ore dall’ordine” spiega Fabio Mazzotta, responsabile dell’Area Commerciale di AGIMA.


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“A nostra disposizione abbiamo una piccola automobile alimentata elettricamente con cui si può accedere senza difficoltà per le vie del centro storico. E l’acquisto dei prodotti può avvenire anche online”. E non è tutto. L’azienda completa il servizio offrendo lavastoviglie in comodato d’uso, fornendo poi la necessaria assistenza. “In questo modo – aggiunge – cerchiamo di agevolare il lavoro dei nostri clienti e, per chi ne facesse richiesta, abbiamo anche prodotti ecologici, a basso impatto ambientale”. Come nasce quest’idea? “Volevamo semplicemente completare i

servizi che offriamo da circa 40 anni – sottolinea Fabio Mazzotta –. Oltre alla vendita e all’assistenza tecnica delle attrezzature per la ristorazione, forniamo materiale detergente e credo sia particolarmente interessante rivolgere la nostra attenzione ai locali del centro storico. Pub, ristoranti, pizzerie, bar: siamo pronti a creare una sinergia ed un collaborazione con i gestori”.

provincia. Credo sia interessante – conclude Fabio Mazzotta – lavorare con i locali della movida. Offriamo un servizio nuovo, che non ha ancora nessuno. Inoltre – chiarisce – la comodità per il cliente sta nel fatto che non occorre fare magazzino. E il lavoro non può che essere più agevole. Non c’è l’obbligo dell’ordine minimo: l’azienda consegna anche solo una tanica di detergente per volta”.

L’azienda ha, alle spalle, una tradizione già consolidata anche in tal senso. “Da tempo lavoriamo con successo con i grandi ristoranti, per intenderci, le sale ricevimenti non solo a Lecce ma anche in

Insomma, avete pensato a tutto. Ma cosa vi spinge a fare tutto questo? “Per noi il cliente viene prima di ogni cosa. Vorremmo farlo sentire parte di un gruppo affiatato. Del resto, è stata sempre questa la filosofia dell’azienda. E poi, saremmo i primi ad offrire un servizio del genere”. Indubbiamente AGIMA è un marchio di eccellenza nel settore delle cucine professionali, ma i settori di interesse sono molteplici, come dimostra la storia della stessa azienda le cui radici sono ben piantate sul terreno della passione e della professionalità. Non solo. C’è anche tanta cura ed ad essa si unisce lo studio attivo delle tendenze e dei cambiamenti del mercato. Tutto ciò, tradotto in altre parole, significa che l’azienda riesce ad avere il polso della situazione e questo le consente di creare nuove correnti di sviluppo ed elaborare proposte esclusive. Come l’ultima. Per tutte le informazioni, ci si può rivolgere al numero verde: 800 19 96 78. FABIO MAZZOTTA

AD HOC SERVICE FOR NIGHTLIFE LOCALES IN LECCE AGIMA , THE HISTORIC COMPANY OF SALENTO HAS HONED A PROJECT TO FACILITATE THE SANITATION PROCESS OF BARS, RESTAURANTS AND PIZZERIAS OF THE HISTORICAL CENTER AGIMA is the brand par excellence for professional kitchens and catering since 40 years in Lecce; it also deals with the distribution of detergents for bars and restaurants, and is now specialized in an ad hoc service aimed at locales of Lecce’s historical center, with the delivery of

products for the sanitation of both spaces and kitchenware. “We offer very fast deliveries – explains Fabio Mazzotta, head of AGIMA – We use an electric car to pass through the streets of the nightlife with ease, and the products can also be bought online”. The company also offers dishwashers on loan for use, also providing assistance. How did this idea come to life? “We wanted to expand our services. In addition to sales and technical support for catering equipment for big restaurants, inside and outside of Lecce, we also provide detergents.”

What motivates you to do this? “Customers come before everything, so we want to make them feel part of a close-knit group. This has always been the company’s philosophy.” For infos, call the toll-free number (from Italy): 800.199.678.


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OROSCOPO

paroLa agLi astri

di kosmos astrologia salento/

Come sarà il 2015?

Una breve previsione per scoprire cosa ci riservano le stelle per i prossimi mesi

Sì, lo sappiamo: l’astrologia è argomento poco serio. E allora perché quando siete soli, nel bagno dell’ufficio o sul divano di casa, la vostra attenzione si catapulta in primis sull’oroscopo del giornale che state leggendo? Già, siamo alle solite: vizi privati e pubbliche virtù. Fare i superiori quando si conversa in un salotto e poi chiamare l’amica che studia le stelle e chiedere consigli e anticipazioni. Tipo, ad esempio: come sarà il 2015? Bella domanda. E premessa conseguente: gli oroscopi generali dei segni sono sì legittimi e affidabili, ma descrivono solo una parte di ciò che siete. Ognuno di voi ha infatti nel suo tema natale un pezzettino di tutti e dodici i segni, a prescindere dalla costellazione di appartenenza; sicché compito di un bravo astrologo è costruire appunto una mappa stellare di

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nascita più dettagliata e personalizzata possibile. L’oroscopo del segno, quindi, è una buona indicazione delle energie planetarie in ballo in un dato momento storico, ma non esaurisce l’universo di opportunità che il cosmo ci offre ogni giorno della nostra vita: monitoraggio che solo un’analisi approfondita e completa del tema natale individuale può garantire. Ciò premesso, evviva la coerenza: passiamo appunto all’esame di ciò che attende il vostro segno zodiacale per l’anno alle porte. L’Ariete, per esempio: dopo qualche anno di appannamento, per voi abituati ad avere sempre tutto e subito, la riscossa è dietro l’angolo: Urano è a casa vostra, Giove è in buon aspetto e adesso arriva anche Saturno, a lucidare l’argenteria di casa!




OROSCOPO

paroLa agLi astri

Colpi di fortuna che si tramutano in miglioramenti consolidati. Il povero Toro, martoriato da quasi tre anni di Saturno contro (sì, quello di Ozpetek), potrà invece finalmente tirare un sospiro di sollievo: soprattutto da metà agosto, con Giove in Vergine a riportare equilibrio a casa e nel portafoglio. Gemelli: buona la prima parte dell’anno,

un po’ più impegnativa la seconda: perché Saturno in opposizione potrà darvi problemi, paturnie e soprattutto la voglia di tagliare certi rami secchi… e se non lo farete voi, lo farà l’altro! Idem dicasi per il sensibile Cancro: 2015 di miglioramenti decisi, soprattutto a livello finanziario, occasioni di lavoro e svolte impreviste, soprattutto dopo agosto, con Giove deside-

roso di dare un rinnovamento insperato alla vostra vita. Il Leone, con Giove nel segno dopo 12 anni di assenza, è il protagonista indiscusso di quest’anno. Anche perché Saturno, da fine dicembre 2014 nel Sagittario, contribuirà a spianare la strada verso conquiste memorabili e durature. Ma ad agosto la polvere di stelle gioviana

COMPITO DI UN BRAVO ASTROLOGO È COSTRUIRE UNA MAPPA STELLARE DI NASCITA LA PIÙ DETTAGLIATA E PERSONALIZZATA POSSIBILE

HOW WILL 2015 BE? A FORESIGHT TO SEE WHAT THE STARS HAVE IN STORE FOR US. Yes, we know, Astrology is not serious stuff. Then, why when you’re alone reading a newspaper you take a peek to the horoscope on it, looking for advices and previews, such as...how will 2015 be? Good question. Well, the horoscopes are reliable, but they describe only a part of what you are. Everyone of you have in fact a little piece of every zodiac sign, regardless of the belonging constellation. Then, a good astrologer, is the one who make the most customized stellar map. The zodiac sign horoscope is then a good indication of the planetary energies, but it’s important also to undertake a deep analysis of the birth chart to discover the opportunity that the Cosmos offers to us. Let’s see what is waiting for you in the upcoming year. Aries: after some foggy years the rescue is behind the corner: Uranus is in your house, Jupiter is in a good shape and Saturn is coming to make the silverware shine! Strokes of luck that become permanent improvements. The poor Taurus, with Saturn against, can make a sigh of relief, especially from half August, with Jupiter in Virgin that will

balanced the wallet and the family. Gemini: good the first part of the year, a bit more challenging the second one: Saturn against can bring you some huff and the desire to cut some deadwoods. Financial improvements and job opportunities for Cancer, especially after August, with Jupiter eager to renew your life. Lion is the undisputed star of 2015, also because Saturn will help to smooth the way for durable conquers. In August, the star powder of Jupiter will be in the house of Virgin, that from 11 of August will breathe fire in all the fields. 2015 is a year to use to built lasting results also for Libra, with also a new space for love and sex. You can’t complain, as instead

Scorpio will do, with ups and downs for all years but with more ups in the half of August. Sagittarius is another protagonist of 2015, with the willing to achieve important objectives. Capricorn, after a sobbing 2014, is recovering: after the second half of 2015 Jupiter will bring the accomplishment of projects and dreams that Uranus has hindered so far. Aquarius is ready to revive, thanks also to the favors of Mercury: intellectual achievements and new friends, but take care of your money. At last you, sensible Pisces: Pluto and Neptune help you to reach important goals and your personal ideals. Best wishes!

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OROSCOPO

previsioni astraLi COL NASO IN SÙ A STUDIAR LE STELLE L’associazione culturale “Kosmos Astrologia Salento” ha come obiettivo la divulgazione della cultura astrologica attraverso conferenze, pubblicazioni e la formazione garantita dagli esperti dell’Accademia di Astrologia “Stellium”, che si avvale di docenti iscritti all’albo nazionale del Cida (www.cida.net) sotto la supervisione di Iuly Ferrari, responsabile della delegazione di Lecce. A richiesta l’associazione si occupa di temi natali e previsioni personalizzate (kosmos_salento@live.it, Facebook “Kosmos Astrologia Salento”, 380.6828871 e 392.5077780). WATCHING THE STARS The cultural association "Kosmos Astrology Salento" spreads the astrological culture through conferences, publications and training guaranteed by the experts of the Academy of Astrology "Stellium", with teachers registered on Cida (www.cida.net ) under the supervision of Iuly Ferrari, head of the Lecce’s delegation. Birth charts and customized predictions on demand (kosmos_salento@live.it, Facebook "Kosmos Astrologia Salento", and cell. 380.6828871 392.5077780).

si trasferirà armi e bagagli in casa della Vergine, che dall’11 agosto farà fuoco e fiamme in tutti i settori: attenzione però a Nettuno e Saturno nervosetti. Anno da impiegare per costruire risultati duraturi anche il 2015 della Bilancia, con Giove in sestile e Saturno idem. E poi spazio all’amore e al sex, con Venere a favore per ben cinque mesi... Non potete davvero lamentarvi, a differenza dello Scorpione: che ha perso Giove favorevole, ma pure il difficile Saturno... Un anno di alti e bassi, con il barometro più decisamente sul bel tempo da metà agosto. Il Sagittario è invece un altro dei protagonisti 2015: con Giove in trigono, Urano pure e Saturno di transito, hai voglia a realizzare obiettivi importanti e stabili… dodici mesi da ricordare, insomma. Il Capricorno, dopo un 2014 a singhiozzo, è in fase di recupero. E lo sarà ancor più nella seconda metà del 2015, quando Giove trigono porterà appunto la realiz-

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zazione di progetti e sogni finora rimasti sulla carta per gli intoppi continui di Urano, pianeta dell’imprevisto. Che è invece il governatore dell’Acquario: un poco provato dalla quadratura triennale di Saturno, ma ora pronto a riprendersi, anche grazie ai favori di Mercurio: conquiste intellettuali e

amicizie nuove, ma attenti alle uscite impreviste di denaro. E infine voi, ipersensibili Pesci: Plutone e Nettuno vi aiutano a raggiungere traguardi importanti e, soprattutto, i vostri ideali, ma Giove opposto, nella seconda metà dell’anno, potrebbe significare uscite di denaro... Auguri!


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Buone Feste


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strutture ricettive

Una favola moderna dal sapore medievale

Torre del Parco è un antico maniero che sorge nel cuore di Lecce. Non solo ricevimenti. Oltre alle sale, il castello è anche dimora storica. A disposizione degli ospiti ci sono nove camere per soggiorni indimenticabili C’è un luogo, a Lecce, dove ci si può sentire protagonisti di una favola: è Torre del Parco, antico maniero che sorge nel cuore della città e che, come per magia, si trasforma per ogni occasione, regalando emozioni ai suoi ospiti. La struttura, edificata nel 1419 dal principe di Taranto, Giovanni Orsini del Balzo, è stata definita uno dei monumenti simbolo della città. Un grande terrazzo, con vista Porta San Biagio, attraversa un lungo viale alberato e fa da ponte fra la Torre ed il resto del complesso che comprende i Cortiletti, il Salone delle Feste, il Giardino d’Inverno, arricchito da alti palmizi e da olmi secolari. 122 123

Su tutto domina la Torre, alta più di 30 metri, a sua volta circondata da un ampio fossato. Una location assolutamente suggestiva e incantevole dove poter organizzare ricevimenti, banchetti, feste, rinfreschi, colazioni e cene. E non solo. Torre del Parco ha anche una Dimora Storica che occupa l’antico Convento che, nel ‘600, sorse fra le mura del quattrocentesco maniero costituito dall’alta Torre e dal Palazzo del Principe, sede della Zecca di Stato e del Tribunale. Chi vi soggiorna vive momenti indimenticabili. Le nove camere, tutte climatizzate e spaziose, sono finemente arredate con elementi d’epoca e dotate di tutti i più

moderni comfort, come, per esempio, la connessione wi-fi gratuita e letti king-size. Da esse si accede direttamente all’Area Relax dove gli ospiti possono concedersi un rigenerante massaggio affidandosi alle sapienti mani di personale altamente qualificato. L’hotel offre molti comfort, per accontentare anche il cliente più esigente. Tutto è curato in ogni minino dettaglio. Anche le colazioni servite nelle Sale del Principe o nel giardino. Impossibile resistere al ricco buffet. In tavola, una grande varietà di prelibatezze sia dolci che salate come torte e crostate fatte in casa, e poi non possono mancare i dolci tipici della


TORRE DEL PARCO Viale Torre del Parco, 1 - Lecce - Italy tel. +39 0832 347694 - fax +39 0832 216655 - www.torredelparco.com - info@torredelparco.com TUTTE LE FOTO DELL’ARTICOLO SONO DI FOTOGRAFICAMENTE

tradizione salentina, oppure il pane caldo con salumi e formaggi, le preparazioni a vista sui fornelli, le tagliate di frutta fresca e tanto ancora. Sono disponibili anche prodotti senza glutine. Il fascino della storia si affaccia ad ogni angolo. I clienti avranno modo di visitare l’antica Torre che, nei sotterranei, ospitava le Galere: qui, negli strombi delle saettiere, si possono ancora leggere, incisi nella pietra, le maledizioni,

i lamenti e le preghiere dei prigionieri. Le vicende storiche della Torre del Parco cominciano con la sua edificazione nel 1419 ad opera del diciottenne Giovanni Antonio Orsini del Balzo figlio di Raimondello e Maria d’Enghien che, all’epoca, si fregiava dei titoli di Contessa di Lecce e Regina del Regno di Napoli, avendo sposato in seconde nozze Re Ladislao di Durazzo. Anticamente il Parco era diviso tra una zona pubblica, che si estendeva fino alle mura della città ed era adibita a fiere e mercati, ed una zona privata che racchiudeva al suo interno una cittadella recintata con la Torre e le stanze del Principe. Il fascino antico è rimasto immutato. Per questo il Castello è la location perfetta per matrimoni indimenticabili. Chi si affida allo staff di Torre del Parco, sa perfettamente di poter contare su professionalità, qualità dei servizi e soprattutto sulla massima disponibilità. Ogni tipo di

A MODERN TALE WITH A MEDIEVAL TASTE TORRE DEL PARCO IS A ANCIENT MANOR LOCATED IN THE HEART OF LECCE. IN ADDITION TO THE HALLS, IN THE CASTLE THERE IS ALSO AN HISTORICAL RESIDENCE. FOR GUESTS, THERE ARE NINE ROOMS FOR UNFORGETTABLE STAYS There’s a place in Lecce, where you can be protagonist of a fable. Built in 1419 by Giovanni Antonio Orsini del Balzo, Prince of Taranto, the structure was defined a symbol of the city. A wide terrace, overlooking Porta S. Biagio, crosses a long avenue and acts as a bridge between the Tower and the rest of the complex. The Tower, 30m high, is surrounded by a wide moat. The Historical Residence is located inside the ancient monastery which was built in the 600 on the ruins of the 15th century complex composed by the Tower, the Prince’s Palace, the base of the state’s mint and the Court. The nine luxury rooms are finely furnished and equipped with all modern comforts, like wifi connection and king-size beds; from the rooms, you can access the Relax Area for a rejuvenating massage. There, you can still see the prisoners’ prayers

evento è pianificato insieme ai clienti. La struttura articolata del castello, inoltre, permette di organizzare ogni tipo di evento anche in forma itinerante. Si può organizzare l’aperitivo sul terrazzo illuminato dalle candele, per poi spostarsi per la cena in una delle tante sale, infine si può ballare nel Giardino d’Inverno. Ogni cerimonia, ricevimento, festa, può essere personalizzata in base alle esigenze e ai gusti dei clienti.

and grief engraved on the walls. In the morning a rich sweet and savoury breakfast buffet wish you good morning with fruits, pastries, homemade cakes, jams, fresh fruit juices, hot bread with salami and cheese, omelettes and typical products from Salento like the famous “Pasticciotto” and “Cornetto from Lecce”. The breakfast also includes live cooking preparations with fresh products according to the guest’s taste and preferences. Gluten-free products are also available. The charm of history can be seen everywhere. Customers will be able to visit the ancient tower that, in the basement, housed the Prisons. The Castle is also the perfect location for unforgettable events like weddings, business lunches, gala dinners, private parties and celebrations of any kind. The articulated structure of “Torre Del Parco” offers the possibility to plan any event profiting by the different halls that keep alive the spirit of the ancient medieval environment. The aperitif on the big, atmospheric, candle-lit terrace, a guided tour around the ancient Tower, a dinner in the many halls followed by dancing in the Winter’s Garden or in the Prison Hall


SPORT

scHerma

Non lo chiamate sport di nicchia. La scherma è una vera e propria arte. Del resto, basta vedere in azione gli schermidori per capire che grazia, grinta e agilità si fondono insieme dando vita ad uno spettacolo unico. In principio arte marziale, la scherma è oggi lo sport olimpico per eccellenza, quello in cui l’Italia ha conseguito più vittorie in assoluto. La squadra nazionale, sia maschile che femminile, ha vinto più medaglie alle Olimpiadi e ai Campionati Europei rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo. Un primato niente male di cui sarebbe fiero Achille Marozzo, uno dei più importanti maestri della cosiddetta “scuola bolognese”, considerato il padre fondatore della scherma italiana. Il duello fra gli atelti si traduce in movimenti sempre aggraziati, quasi una danza, dove la scioltezza e la rapidità dei gesti si fondono con la concentrazione e l’attenzione. Eleganza e grinta, tra un avanzamento ed un arretramento, hanno il potere di affascinare anche le menti digiune di questo sport che si divide in tre principali discipline: fioretto (considerato l’arma base), spada e sciabola. Tre modi diversi di vivere il combattimento, sia dal punto di vista tecnico che di preparazione. Si va dall’eleganza del fioretto alla tecnicità della spada passando per la dinamicità della sciabola. Sempre

STOCCATE ELEGANTI Il fascino senza tempo della scherma, antica arte dal profilo moderno

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di mariella tamborrino/foto pierpaolo schiavone

su una pedana. Le divise e le armi sono collegate a degli apparecchi elettronici che permettono di verificare il punto vincente. L’assalto è seguito sempre da un arbitro. L’obiettivo è ottenere il punto con la cosiddetta “stoccata”, colpendo l’avversario sulle parti consentite, che variano a seconda dell’arma. In ogni caso è uno sport fondato su valori di umanità. Chi lo pratica, impara a confrontarsi con gli altri, in maniera rispettosa. Il Club Scherma Lecce, fondato otto anni fa, prepara gli atleti all’uso della spada. Non una semplice palestra, così la definisce il presidente, Sari Greco, ma una sorta di focolare domestico dove la parole d’ordine è “armonia”. In tutto sono 35 gli allievi effettivi che frequentano i corsi del campione italiano Alessandro Rubino, con la preparazione tecnica di Alessandra Martina. Dai più piccini, che fanno parte del gruppo “Prime Lame”, ai più grandi che si suddividono in “Cadetti”, “Giovani” e “Under

23”, hanno tutti la stessa luce negli occhi: quella della passione che li ha spinti a scegliere questo sport, praticato a tutti i livelli con entusiasmo, dedizione e amore. Questa disciplina sviluppa non solo l’agilità e la rapidità dei movimenti, ma fa aumentare l’autostima e favorisce la concentrazione. Caratteristiche che poi si ritrovano utili anche nella vita di tutti i giorni. Piccoli grandi campioni che hanno già conseguito importanti riconoscimenti, non solo a livello regionale ma anche nazionale. Fra i successi più importanti della scuola va ricordata la promozione in serie B2, nella categoria “assoluti”, della squadra femminile di spada. Senza dimenticare che due atleti salentini figurano fra i primi otto nel ranking azzurro. “Attraverso questo sport” ci spiega Sari Greco “cerchiamo di educare i giovani al rispetto delle regole e questa è una disciplina che permette di farlo, così come permette di gettare le basi fondamentali per

il vivere insieme, creando obiettivi comuni. È innegabile il suo valore educativo.” Qualcuno lo definisce sport di nicchia. “Sfatiamo questo mito. Il vero problema sono i costi delle trasferte, in particolare per coloro che si vogliono cimentare nell’attività agonistica e quindi partecipare alle gare. La scherma, di per sé, non è costosa. Il kit di base, per esempio, costa molto di meno rispetto a tanti anni fa. Ripeto, il vero scoglio da superare è quello dei viaggi. Molti genitori se ne fanno carico, ma mi fa rabbia constatare, per esempio, che scuole del Centro e del Nord riescono a coprire le spese grazie agli sponsor. Noi no.” Questo potrebbe compromettere in qualche modo la carriera di futuri campioni? “Dispiace dirlo, ma è così. Gli enti locali dovrebbero prestare maggiore attenzione agli sport minori. È vero, non abbiamo il pubblico del calcio, del basket e della pal-


SPORT

scHerma

È UNO SPORT FONDATO SU VALORI DI UMANITÀ. CHI LO PRATICA IMPARA A CONFRONTARSI CON GLI ALTRI, IN MANIERA RISPETTOSA

lavolo, ma è altrettanto vero che abbiamo inanellato tanti successi che pubblicizzano comunque la città di Lecce. Spero, in un futuro non troppo lontano, di organizzare qui da noi una prova nazionale. Per farlo, però, mi occorre un aiuto serio e concreto da parte degli enti locali e dei privati. Se cresciamo noi, cresce anche la comunità”.

SARI GRECO, PRESIDENTE DEL CLUB SCHERMA LECCE

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ELEGANT THRUSTS FENCING’S TIMELESS CHARM, AN ANCIENT ART WITH A MODERN PROFILE Fencing is the olympic sport in which the national team, both male and female, has won more medals than any other country in the Olympics and in the European Championships. The duels result in graceful movements, almost like a dance, where agility and speed merge with concentration. Elegance and grit have the power to fascinate the beholders of this sport, divided into three main disciplines: foil, epee and saber. The uniforms and weapons are connected to devices which confirm the point, through the so-called “thrust”. It’s a sport based on humanity values. Those who practice it learn to respect others. The Lecce Fencing Club, founded eight years ago, is “a kind of hearth where harmony reigns,” says president Sari Greco. We have 35 students lead by the champion Alessandro Rubino, with technical preparation by Alessandra Martina. From juniors to seniors, everyone has the same light in their eyes: the passion for this sport. Among the school’s most important achievements, the promotion to B2 Serie of the women’s epee team, and two Salento athletes who have reached the top 8 in national rankings. “Through this sport”, says Sari Greco “we try to teach the respect towards the rules, and this is a discipline that allows us to do it. Let’s debunk the myth of it being a niche sport, the real problem is the cost for away games, not fencing itself; unfortunately, this affects the careers of future champions, that’s why we need serious and concrete help from the local authorities and privates. If we grow, the community will grow as well”.


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SPORT

Badminton

ROSARIO MADDALONI ED ENRICO GALEANI, CAMPIONI ITALIANI DI DOPPIO 2014

Da gioco di strada agli allori delle Olimpiadi Il badminton si gioca con delle racchette leggerissime e una pallina con una coda di piume Se l’educazione fisica a scuola è una materia un po’ bistrattata, a cercare di ridarle la giusta dignità ci pensano i bravi professori che riescono a coinvolgere i ragazzi. È successo così anche presso la scuola media “Giovanni Pascoli” di Racale, dove Roberto D’Alessandro, per motivare i propri alunni, ha voluto introdurre l’affascinante gioco del badminton, ottenendo risultati inaspettati. Una squadra di badminton a Racale, come è iniziata l’avventura? “Volevo portare una novità a scuola, per 128 129

uscire dagli schemi del calcio e della pallavolo. Sono convinto che noi insegnanti possiamo ottenere molto dai ragazzi se riusciamo a motivarli. È stata una sfida che sta dando tante soddisfazioni a me e a chi ha iniziato a giocare. Dalla scuola poi ho creato una società extrascolastica, l’Asd Badminton Racale. Ora siamo al terzo anno, è stata una sfida e le soddisfazioni stanno arrivando, non solo per me ma anche per chi gioca”.

“Ho interessato tutte le classi e già dal primo anno abbiamo raggiunto risultati importanti, poi per tre volte abbiamo raggiunto le fasi nazionali e ne abbiamo disputata una l’anno scorso a Reggio Calabria. In quell’occasione siamo arrivati terzi, destando molta curiosità: questo è uno sport diffuso nelle regioni del Trentino, Lombardia e Veneto; tutti si sono meravigliati del nostro livello di gioco, riusciamo a competere con i veterani”.

Quindi nasce prima come proposta scolastica?

Qual è la bellezza di questo sport? “Nuovo, interessante da proporlo a scuola,


di ilaria lia/

HO VOLUTO INTRODURRE UN NUOVO GIOCO, LONTANO DALLA PALLAVOLO O DAL CALCIO. E I RISULTATI SI VEDONO

A DESTRA E IN BASSO IL MAESTRO ROBERTO D’ALESSANDRO CON I SUOI ALLIEVI

si sviluppano tante capacità fisiche e di coordinamento. Crescendo di livello poi impone di sviluppare altre competenze, nei riflessi e nella coordinazione. Basta poco per farsi prendere dalla passione: le prime volte è un po’ difficile lanciare il volano, ma poi la sfida è riuscirlo a lanciare più forte (il volano viaggia a 400 chilometri orari). Le ragazze soprattutto si stanno appassionando. E poi praticarlo non ha un costo elevato e posso coinvolgere l’intera classe”. Uno sport affascinante, qual è il limite che ne condiziona la pratica? “Purtroppo è condizionato dal vento. Non si può giocare all’esterno, perde di spettacolarità. In questo soffre il paragone con il tennis”. In tre anni quante persone si sono avvicinate? “Tante ed è quasi una sorpresa. Abbiamo una sessantina di tesserati, anche se gli atleti che partecipano alle gare sono circa dodici; riusciamo comunque a coprire

tutte le categorie, e di solito ci piazziamo pure bene in classifica, quasi sempre tra i primi posti. Anche mia figlia Aurora ha iniziato a giocare e con ottimi risultati: l’anno scorso ha gareggiato in serie D”. Sport adatto a tutti? Nessuna controindicazione! Anzi, pur essendo uno sport asimmetrico le racchette sono leggerissime. Sviluppa molto le capacità coordinative, la valutazione spazio temporale, la velocità.

Quali sono i prossimi obiettivi che volete raggiungere? “Sicuramente vorremmo partecipare ai campionati provinciali e regionali. Di solito le gare iniziano a gennaio, noi ci stiamo già preparando”. La squadra Asd Badminton Racale non ha un sito internet, ma per chi volesse mettersi in contatto con allenatore e atleti può contattarli su Facebook, dove hanno una pagina omonima.


SPORT

Badminton

IL GIOCO HA ORIGINI ANTICHISSIME ED È LO SPORT NAZIONALE IN CINA FROM STREET GAME TO OLYMPIC SPORT THE NEW LIFE OF BADMINTON Physical education is often neglected in school, but some teachers can keep it alive, as has happened in the “Giovanni Pascoli” school in Racale, where Roberto d’Alessandro introduced the game of badminton. A badminton team in Racale, why? “I wanted to bring some news at school, and this challenge is really paying off. Later on, I created the ASD Badminton Racale, now at its third year of activity, and we have also reached the national competitions thrice, one of which last year in Reggio Calabria”. What’s so special about this sport? “It’s new, interesting and enhances many physical abilities and coordination. Furthermore, it doesn’t cost much and can

involve the whole class”. It’s an interesting sport but, are there any limitations? “The main problem is the wind, so you can’t play it outside as it loses spectacularity”. How many people have approached this sport in these 3 years? “We have about sixty active members, but only twelve participate in competitions”. Is this sport suitable for everyone? “Yes, the rackets are very light and it also develops coordination skills, space-time evaluation and speed”. What are your next objectives? “We’d like to participate to the regional and provincial championships. The competitions start in January but we’re already preparing”.

CURIOSITÀ SUL GIOCO DEL BADMINTON Un gioco affascinante e di classe, per niente semplice come si potrebbe immaginare: per praticarlo servono agilità e prontezza di riflessi. Vedere una partita di badminton è davvero uno spettacolo per i suoi passaggi rapidissimi. Sebbene viva un po’ all’ombra del tennis, il badminton ha radici antichissime. Nato in Cina, dove è lo sport nazionale, è il primo sport di racchetta mai praticato, le cui originarie tracce pare risalgano al I secolo a. C. come testimoniato da alcuni vasi ritrovati sui

quali compaiono raffigurazioni di gioco: atleti che colpiscono palline con piume infilate ad un’estremità. Dalla Cina il volano – questo il nome italianizzato – si è poi diffuso anche in India ed è qui che viene in contatto con gli inglesi che se ne innamorano e lo importano in Inghilterra. Oggi è la terza disciplina al mondo quanto a numero di praticanti. Lo sbarco nel nostro Paese risale agli anni ’40 del Novecento. Nel 1974 il cavalier Aurelio Chiappero manifesta al Coni la volontà di creare la

CURIOSITIES ON BADMINTON The game has ancient roots: it was born in China and is also its national sport. It’s the first ever racket sport practiced, dating back to the 1st century BC, as evidenced by some vases; it’s become an Olympic games in 1992 in Barcelona.

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Federazione italiana del volano e tre anni dopo si svolge il primo campionato italiano. Il suo attuale nome deriva proprio dalla residenza inglese, Badminton appunto, nel Gloucestershire, del duca di Beufort, appassionato giocatore. Solo nel 1992, a Barcellona, è diventato disciplina olimpica.



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CULTURA

musica

di ennio ciotta/

LA TERRA DEL RIMORSO È SEMPRE PIÙ LONTANA

VINCENZO MAGGIORE

All’ombra della tradizione, a Brindisi, Lecce, Taranto e relative province prendono forma interessantissimi progetti musicali di respiro internazionale Tempi duri per chi crede che nelle città del tacco d’Italia la possa fare ancora da padrone il suono del rimorso, della tradizione e della taranta. Nei vicoli dei paesi, nelle stradine di campagna delimitate dai muretti a secco, fra le rovine romane delle città ai margini della diffusa agricoltura di sussistenza, ormai da anni il sound prodotto si fa sempre più ricco ed interessante. Brindisi, Lecce e Taranto e relative province sfornano ormai da tempo interessanti progetti musicali dal respiro internazionale. A Brindisi il fenomeno, musicale e non solo, da mettere in luce è sicuramente Sandro Mezzatesta. Una chitarra, una spiaggia al tramonto, una comitiva e quattro accordi disordinati che accompagnano le sue canzoni strampalate e

MERY FIORE

PLAYONTAPE

visionarie. Ironia, lucidità e una carica esplosiva incontrollabile. Gli ombrelloni intorno alla sua chitarra si trasformano in centinaia di persone pronte a riconoscersi nei testi delle sue canzoni. Il primo album “Il primo è l’ultimo” ottiene un successo incredibile. Cercate in rete il suo primo video ufficiale: “Shock into my system”. E sempre parlando di videoclip, sono ormai migliaia le visualizzazioni del video “(Non) voglio andare al mare” dei Ph Negativo, band legata al musicista brindisino Marco Maffei, realizzato proprio con Sandro Mezzatesta. Pop, psichedelia e freschezza per un progetto di cui sentiremo sicuramente parlare. C’è anche chi in città suona poco ma riesce con maggiore facilità a conquistare il favore e l’apprezzamento del pubblico 132 133


CULTURA

musica NON GIOVANNI

ENRICO MARTELLO

italiano. Parliamo dei Versi Verlàn, la nuova band di Lorenzo Rinaudo nata dalle ceneri dei The Band Apart. Meno di un anno di vita e già scelti come ospiti speciali del Reset Music Festival di Torino. Niente male. Il più prolifico ed attivo di tutti è sicuramente Enrico Martello. Maestro di musica e rocker di razza. Un Neil Young dell’estrema periferia orientale. Nel suo ultimo disco “Trattamenti di fine rapporto” setaccia gli umori distorti della città con gusto ed efficacia. Ultimo in rassegna è Vincenzo Maggiore, cantautore classico e maturo che col disco “Via di Fuga” sperimenta il crowdfunding per dare vita ad un lavoro davvero interessante. Meno di quaranta chilometri più a sud, se Lecce avesse un suo sound, sarebbe sicuramente quello dei Bundamove.

A BRINDISI IL FENOMENO, MUSICALE E NON SOLO, DA METTERE IN LUCE È SICURAMENTE SANDRO MEZZATESTA Una carica funk che sintetizza, assorbe e rimescola tutta l’allegria e la spensieratezza delle estati salentine senza per questo cadere in clichè facili. Vi basti pensare che “Connection”, il loro ultimo disco, ospita artisti del calibro di Emma Marrone, Sud Sound System e Après la Classe. Dall’altro lato c’è Tobia

134 135 VERSI VERLÀN

Lamare, due album alle spalle, un’etichetta indipendente, un presente da dj oltre ad una lunghissima militanza nella band indie noise Psycho Sun, per il quale la parola “radici” affonda nel folk rock classico strizzando l’occhio al soul ed al funk. Flash veloce sui Playontape. Ascoltando il loro ultimo disco “The Glow” potresti convincerti che Glasgow è uno dei tanti paesi in provincia di Lecce. Intensi, energici, graffianti. Stesso discorso per i N.I.D., band neofolk con un disco all’attivo, “A fair Masquerade”, che ha fatto immediatamente breccia nei cuori degli estimatori del genere in tutta Europa. Nel frattempo Andrea Mangia, in arte Populous, col suo ultimo disco “Night Safari” conquista consensi e palchi in tutto il mondo. Un viaggio esotico tra suoni world e ricerca elettronica, tra


CULTURA

musica

ANDREA MANGIA, IN ARTE POPULOUS, COL SUO ULTIMO DISCO “NIGHT SAFARI” CONQUISTA CONSENSI E PALCHI IN TUTTO IL MONDO PLAYONTAPE

antichi strumenti etnici e i bassi delle batterie elettroniche. La più giovane di tutti è Mery Fiore. Lei, insieme alla sua band, in meno di sei mesi di attività, oltre ad aver collezionato un buon numero di concerti dal vivo, vola a New York come vincitrice del concorso nazionale Arezzo Wave per suonare davanti al pubblico della grande mela. Non male come esordio. Di Taranto ormai ne parlano tutti. Cronaca, arte, cultura, società. Ne parla anche Non Giovanni nel suo album

d’esordio “Ho deciso di restare in Italia”. Folk, canzone d’autore, pop disincantato e non solo. Una foto lucida della nostra realtà. Chiude questo nostro viaggio l’intelligentissima musica elettronica del fenomeno tarantino Michele Minnini, dj e produttore con anni di ascolti alle spalle di stanza con etichette dal calibro internazionali quali Optimo Music, Curle Recordings. La prossima volta che “vieni a ballare in Puglia”, insomma, saprai già che non sarà più la stessa musica.

MERY FIORE

BUNDAMOVE

N.I.D.

POPULOUS - PH: ANTONIO DI CORATO - FONTE WEB

THE LAND OF REMORSE IS MORE AND MORE DISTANT IN THE SHADOW OF TRADITION, BRINDISI, LECCE, TARANTO AND PROVINCES CHURN OUT INTERESTING MUSICAL PROJECTS WITH AN INTERNATIONAL FEEL In Brindisi, the musical (and not only) phenomenon who stands out is definitely Sandro Mezzatesta. His first album, “Il primo e l’ultimo” gets a huge success: check out his first video “Shock into my system” and “(Non) voglio andare al mare” of Ph Negative, the band linked to Brindisi’s musician Marco Maffei, realized with Mezzatesta. And then Versi Verlàn, Lorenzo Rinaudo’s new band, born from the ashes of “The Band Apart”, Enrico Martello, a Neil Young of the east suburbs with his album “Trattamenti di fine rapporto” and last but not least Vincenzo Maggiore, with his “Via di

fuga”, experimenting crowdfunding. Less than 40 km to the south we have Bundamove’s funk with “Connection”, featuring renowned Salento artists, but also DJ Tobia Lamare with two albums and an independent label, Playontape with “The Glow” and N.I.D. with “A fair Masquerade”. Andrea Mangia, a.k.a. Populous, with his latest album “Night Safari” is acclaimed worldwide, with world sounds and electronic research. The youngest of the bunch is Mery Fiore, who flew to New York with his band, as the winner of Arezzo Wave. By now, everyone talks about Taranto, and so does Non Giovanni, with his debut album “Ho deciso di restare in Italia.” The journey ends with Michele Minnini, DJ and producer, with his electronic music. Next time you will “come dance in Apulia”, you already know that it’ll never be the same music again.


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Located in the beautiful setting of Castro Marina ancient fishing village and home to the famous cave Zinzulusa discovered in 1793 by Monsignor Del Duca, Bishop of Castro. In the heart of the regional park’s Hotel Majestic since 1970’s always been characterized by a unique structure roof terraces overlooking the sea, and a equipped beach with the inimitable natural pool with sea water since Saracen occupation. The hotel in fact enjoys a singular geographical location being exactly along the 40 parallel. From the windows of the 50 rooms and suites luxuriously furnished and designed by the London architect Robert Mcrais, with air conditioning, direct dial telephone, high speed wifi, Private Wine Bar-Lounge Sofa, Flat TV, satellite, Coffee-Tea maker, orthopedic mattresses and pillow menu. All rooms of the hotel are equipped with private bathrooms in Italian marble with an emphasis on courtesy specially designed for beach resorts. In addition to standard amenities such as hair dryers, slippers, etc.. The `Majestic hotel has 2 restaurants” l `Abyss” and “4 Rivers” open 24h for uninterrupted Breakfast, lunch, brunch, cocktails, aperitifs, dinner until late at night in order to give guests a first level service. There are numerous “snuggle” reserved for guests of the hotel which

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SALUTE

Benessere

La visone olistica del

BENESSERE

Anche per l’Oms è da tempo una certezza: essere in salute non significa semplicemente assenza di malattie. Struttura, pische e biochimica sono i lati di un ideale triangolo di cui è necessario avere cura 140 141


di donato giannuzzi/

Si è portati a credere che “essere in salute” equivalga a “stare bene”, ma quante volte ci siamo sentiti dire dal medico “non hai niente, stai bene” nonostante la nostra percezione di malessere non fosse riconducibile ad una causa precisa. Ed è per questo che il concetto di “salute” si è evoluto e l’Organizzazione Mondiale della Sanità è arrivata a definirla come lo “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”. Valutata a livello olistico, la salute si regge su tre elementi che formano un ideale triangolo che, se rimane equilatero, genera una qualità della vita molto soddisfacente: la struttura, la psiche, la biochimica. La struttura è influenzata principalmente da recettori posturali non equilibrati (occlusione, appoggio podalico e recettori visivi) e da atteggiamenti posturali errati che generano retrazioni muscolari sbilanciate e quindi dolorose. La psiche è condizionata dalle nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre paure, che interagiscono in continuazione, sin dalla nascita, con il nostro corpo provocando somatizzazioni degli stati di disagio. La parte biochimica è cosa mangiamo, cosa e quanto beviamo, il fumo, l’inquinamento elettromagnetico. Ciò che è importante per il benessere della persona è che ci sia equilibrio in tutti e tre

i fattori e quindi, così come in un triangolo, è bene correggere in tempo lo squilibrio di una parte che può portare a disturbi anche negli altri lati. Per esempio, il trattamento per dolori alla zona lombare della schiena potrebbe consistere in sedute di manipolazione e di riprogrammazione posturale oppure nella somministrazione di antidolorifici.

THE GLOBAL VIEW OF WELLNESS ALSO FOR THE WHO, BEING HEALTHY DOESN’T MERELY MEAN THE ABSENCE OF ILLNESS. STRUCTURE, BIOCHEMISTRY AND PSYCHE ARE THE SIDES OF A TRIANGLE THAT MUST BE TAKEN INTO ACCOUNT The concept of “health” has evolved: the World Health Organization has defined it as a “state of complete physical, mental and social well being and not merely the absence of illness.” Health is based on three elements that create a satisfactory life, if well balanced:

Se il paziente, però, ha l’abitudine di bere dieci tazze di caffè al giorno, provocando con ciò l’indebolimento del muscolo psoas (il muscolo che rende stabile l’anca che passa dall’intestino e si lega sulle vertebre lombari), se è sotto pressione sul lavoro ed inoltre ha problemi in famiglia, il solo trattamento fisico non basterà ad alleviare il dolore in modo definitivo.

structure, psyche and biochemistry. The structure is mainly influenced by posture, the psyche by emotions and the biochemistry by what we ingest or inhale, but no less important is the balance among these factors. HOW TO ACT The structural side can be balanced by playing sports, but not all sports are suitable or everyone, because each of us is different; the emotional side finds remedy through stress-relieving activities, while to heal the biochemical side, the elements foreign to the body have to be identified and the accumulated toxins must be expelled.


SALUTE

Benessere

Donato Giannuzzi è un operatore di fitness posturale, del benessere e delle discipline naturali che da anni studia e perfeziona tutte le tecniche utili per il riequilibrio della persona inteso a livello olistico integrando la riprogrammazione posturale per il riequilibrio strutturale con trattamenti Shiatsu per il livello energetico e floriterapia del dottor Bach per quello emozionale. www.donatogiannuzzi.it info@donatogiannnuzzi.it Donato Giannuzzi is an Operator of Postural fitness, wellness and natural sciences, who has studied and honed the techniques for the person’s rebalance, integrating postural reprogramming techniques, Shiatsu treatments for energetic rebalance and Dr. Bach’s flower therapy for emotional balance. www.donatogiannuzzi.it info@donatogiannnuzzi.it

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L’ATTIVITÀ FISICA DEVE ESSERE PONDERATA SIA NELLA SCELTA CHE NELL’INTENSITÀ IN BASE ALLE PROPRIE CARATTERISTICHE SPECIFICHE COME INTERVENIRE Il lato strutturale può essere bilanciato mediante sport adeguati che facciano ritrovare l’armonia nel proprio corpo. Non tutti gli sport sono indicati per chiunque. Ognuno di noi ha delle specifiche caratteristiche che vanno rispettate, per cui l’attività fisica deve essere ponderata sia nella scelta che nell’intensità. Eventuali situazioni dolorose vanno inoltre affrontate portando il sistema posturale in equilibrio, resettandolo. Il lato emozionale può essere trovare l’equilibrio, ad esempio, mediante attività che creano una valvola di sfogo allo stress della vita quotidiana. Un ulteriore utile strumento sul versante emozionale, non di natura chimica ma “vibrazionale”, è dato dalla

floriterapia del dottor Bach. Il lato biochimico può essere bilanciato trovando gli alimenti e gli elementi estranei al corpo (inquinamento, elettromagnetismo, ecc.) che intossicano l’individuo e intervenendo con più strumenti fisici e chimici atti a espellere le tossine accumulate.



CULTURA

arte

ALLA RICERCA DI UN

ARTISTI VISIVI SALENTINI IN VIAGGIO TRA NOVECENTO E CONTEMPORANEITÀ

ALTROVE

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di lorenzo madaro/

DANIELE D’ACQUISTO, STRINGS, INSTALLAZIONE, DIMENSIONI VARIABILI. PH. ENZO ISAIA. COURTESY L’ARTISTA E GAGLIARDI ART SYSTEM, TORINO


CULTURA

arte

NON SI PUÒ STARE QUI, LO PUOI FARE SOLO DOPO AVER VISTO DELLE COSE IN GIRO “Non si può stare qui, lo puoi fare solo dopo aver visto delle cose in giro. Se nasci e muori qui, il risultato è evidente, non ti cercherà mai nessuno a New York, figuriamoci in Puglia”. Parola di Luigi Presicce, salentino di Porto Cesareo, da oltre dieci anni in viaggio tra Milano, Firenze e la sua terra: uno degli artisti italiani più apprezzati della stretta attualità. L’arte è il luogo immaginario che rappresenta in assoluto il viaggio, il nomadismo. Puntando una lente d’ingrandimento su quanto è accaduto – e su quel che sta accadendo – ci si rende immediatamente conto che dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni molti artisti visivi salentini si sono spostati altrove, nei centri di maggiore vitalità, spesso senza tagliare del tutto il cordone con la propria terra. Il sistema dell’arte non è solo da intendere nelle sue accezioni negative, il sistema propone anche situazioni, appuntamenti, confronti necessari per la crescita di un artista. E il sistema dell’arte si dipana, è inutile negarselo, in altre latitudini. Altrove. La ricerca di un altrove. È questo che spinge molti artisti a trasferirsi in altre geografie. La mancanza di grandi impegni nelle commissioni pubbliche, di spazi ade-

INSTALLAZONE DI FRANCESCO ARENA. COURTESY L’ARTISTA

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FLAVIO DE MARCO, STELLA

guati in cui divulgare il proprio lavoro, sono stati fattori condizionanti per gli artisti salentini. Questo almeno agli albori del secolo scorso. Pensiamo a Eugenio Maccagnani – che a Roma ha concepito parte di quel monumento-simbolo che è l’altare della patria –, o Antonio Bortone, scultore attivo in particolar modo a Firenze. Sono artisti legati a Lecce e al Salento, anche nei lunghi anni passati in altre città italiane, lo dimostrano le cronache edite sui giornali locali dell’epoca e la presenza di loro opere nelle collezioni pubbliche e private della provincia. È il caso di Carlo e Francesco Barbieri, rispettivamente pittore e scultore, che nella loro città d’origine, San Cesario di Lecce, sono omaggiati nelle sale del museo civico, così come accade per Aldo Calò, altro emigrato d’eccezione. Dal 1958 vive a Roma, dove morirà nel 1983. Nel 1962 vince il premio della

scultura alla XXXI Biennale di Venezia. Interessato ai linguaggi dell’astrazione, dagli anni Sessanta ha lavorato intensamente al ciclo delle Biforme, che gli hanno portato gli interessi della critica più avveduta: da Giulio Carlo Argan a Maurizio Calvesi. Da questa terra, esattamente da San Michele Salentino, in quegli anni approda a Roma anche Cosimo Carlucci. Nel 1955 è tra i protagonisti della VII Quadriennale d’arte, l’anno successivo è presente alla Biennale di Venezia. Nel 1983, dopo un’intensa attività espositiva, dona cinquantanove opere al Comune di Lecce, oggi esposte nella collezione permanente del Must. Roma, Milano, sono sostanzialmente queste le tappe obbligatorie. Sono i luoghi in cui ci sono i giornalisti attenti ai linguaggi dell’arte contemporanea, lì si ospitano importanti premi, ci sono le gallerie e i collezionisti. Sono mete ambite che




CULTURA

arte LUIGI PRESICCE, TRADURRE L’INCANTO AGLI UCCELLI, 2012 PH. FRANCESCA GIULIA TAVANTI. COURTESY L’ARTISTA E GALLERIA BIANCONI, MILANO

L’EMIGRAZIONE È UN FENOMENO CHE HA SEMPRE CONTRASSEGNATO L’ARTE A SUD, E IL SALENTO NON FA ECCEZIONI non variano neppure per le successive generazioni. Da Lecce e dal Salento sul finire degli anni Cinquanta – e l’inizio dei Sessanta – sono diversi gli artisti che si avventurano nel capoluogo lombardo. Tra questi meritano una menzione speciale Ercole Pignatelli e

MICHELE GUIDO, GREENHOUSE PROJECT, INSTALLAZIONE, DIMENSIONI VARIABILI. COURTESY L’ARTISTA E GALLERIA LIA RUMMA, NAPOLI - MILANO

PULITO 2 TETES9443

Fernando De Filippi. Nel 1954, dopo una personale al Circolo Cittadino di Lecce, Pignatelli parte per Milano, dove visita la mostra antologica di Picasso a Palazzo Reale che condizionerà non poco la sua ricerca pittorica successiva. Conosce Ugo Mulas e Milena Milani, ma

soprattutto il gallerista Carlo Cardazzo, che diventerà il suo primo mercante. Fernando De Filippi è nato a Lecce nel 1940. Nel 1959, dopo il diploma di maestro d’arte, compie un viaggio a Parigi e si trasferisce poi definitivamente a Milano. Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si diploma nel 1964. Dal 1982 è stato docente nella medesima accademia, che ha poi diretto dal 1991. Dopo esordi legati all’informale, poi tralasciati a favore di una riflessione ampia sulla politica e sul sociale, risoltasi anche attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi, dalla performance all’installazione, approda nuovamente alla pittura. Sempre a Milano, sulle orme ideali dei maestri del passato – e una menzione la merita certamente Ennio Marzano –, negli anni Sessanta approdano il galatinese Armando 148 149


CULTURA

arte

Marrocco, il grottagliese Giuseppe Spagnulo e Ferruccio Ascari, nativo di Campi Salentina; mentre, più o meno negli stessi anni, dal Salento a Roma giunge Fiorella Rizzo. Ed eccoci arrivati alle nuove generazioni. Oggi ha ancora senso parlare di emigrazione? Internet ha ovviamente rivoluzionato radicalmente gli approcci all’informazione artistica. Ma evidentemente è ancora il caso di spostarsi e sperimentarsi altrove. È il caso di Luigi Presicce, che dopo un’indagine pittorica è passato al linguaggio della performance, proponendo scenari che rivelano legami con il sud, la magia, le credenze religiose e una serie di figure simboliche, in particolare Carmelo

Bene. O di Pierluigi Calignano, con i suoi lunghi trascorsi meneghini, autore di installazioni che rammentano i colori e le atmosfere di certe feste patronali, grazie a un utilizzo neo concettuale delle luminarie. C’è poi Michele Guido, a Milano da oltre un decennio, figura più appartata ma di grande respiro, per la coerenza e il forte impegno della sua ricerca, tesa a misurare le relazioni tra la natura e gli spazi, tra l’architettura e i luoghi della percezione. Attento al rapporto tra scultura e luogo di fruizione dell’opera, anche Daniele D’Acquisto, tarantino a Piacenza, anch’esso con attività anche internazionali, autore di una scultura che medita su se stessa, sulle sue medesime ragioni. E, per

finire, Flavio De Marco, leccese a Berlino, recentemente omaggiato alla Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma con una mostra dedicata ai suoi paesaggi, tra l’altro certamente legati a quella linea salentina del paesaggio che parte da Vincenzo Ciardo, altro artista emigrato, a Napoli, nel 1920.

FRANCESCO ARENA, MASSE SEPOLTE, 2013. BIENNALE DI VENEZIA, PADIGLIONE ITALIA. COURTESY L’ARTISTA E COLL. SCIARETTA, ROMA. A DESTRA, FERNANDO DE FILIPPI, LA FORMA È UN CONTENUTO FATTOSI FORMA, ANNI SETTANTA. FOTOGRAFIA, 300X100 CM. MARTINA FRANCA, FONDAZIONE NOESI. COURTESY L’ARTISTA E LIDIA CARRIERI

SEARCHING FOR AN ELSEWHERE SALENTO’S VISUAL ARTISTS ON JOURNEY, BETWEEN THE 20TH CENTURY AND CONTEMPORANEITY “Can’t stay here, you can do it only after seeing things out and about. If you are born and died here, nobody will look for you in New York, let alone in Apulia. “Word of Luigi Presicce, one of today’s most popular Italian artists. From the late 19th century to our days, many visual artists from Salento moved in search of another place, often without completely forgetting about their land. Let’s think about Eugenio Maccagnani or Antonio Bortone, artists tied to Lecce and Salento, as proven by the chronicles in the local newspapers of the time, and the presence of their works in public and private collections in the province; Carlo and Francesco Barbieri, respectively painter and sculptor, honored in the halls of San Cesario di Lecce’s museum. In those years Cosimo Carlucci arrives in Rome: in 1955 he was among the leaders of the 7th Quadrennial of art, and

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the following year he was present at the Venice Biennal. In 1983, he has donated 59 works to the Municipality of Lecce, today exhibited at the MUST museum. From Lecce and Salento, many artists have ventured in Milan in the late 50s and early 60s: among these are Ercole Pignatelli, Fernando De Filippi, Armando Marrocco, Giuseppe Spagnulo, Ferruccio Ascari and Fiorella Rizzo. And on with the new generations, starting from Luigi Presicce, who offers scenarios revealing ties with the South, magic, religious beliefs, and a series of symbolic figures, particularly Carmelo Bene; Pierluigi Calignano, creator of installations that recall the festivities; Michele Guido, with the consistency and the strong commitment of his research, and then Daniele D’Acquisto, author of a sculpture meditating on itself, on its same reasons. And finally, Flavio De Marco, recently honored at the National Gallery of Modern Art in Rome with an exhibition dedicated to his landscapes.


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VIAGGI

saLento visto da Fuori

Una scelta al contrario Ilaria Erbisti è nata a Verona. Ha conosciuto il Salento ancor prima di vederlo, attraverso gli amici. E ora ci vive, felicemente

Rimini, settembre 1999. Parte da qui, dalla Romagna rivierasca, la mia avventura in Salento. Primo giorno di lezione, corso di laurea in Economia del turismo, in aula il professore di Matematica generale e nessun volto amico intorno a me. Esco, in pausa tra una lezione e l’altra, dalla borsa prendo una sigaretta e come spesso STERNATÌA

accade non ho l’accendino. Timidamente chiedo da accendere ad un ragazzo, matricola come me, e accedendo la sigaretta mi accorgo di essere circondata da un gruppetto piuttosto numeroso. Sembrano conoscersi tutti, parlano tra di loro con la disinvoltura di chi condivide qualcosa, fosse anche solo la lingua che utilizza-

no per comunicare, il loro dialetto. Ed è così che approdo per la prima volta nel Salento, territorio fino ad allora a me sconosciuto, e vengo letteralmente adottata da un folto gruppo di leccesi. Veronese di nascita, non ero mai stata più a sud di Roma. Il Meridione lo avevo solo conosciuto attraverso i libri di scuola e il Salento nel mio immaginario era collocato in un luogo non del tutto precisato del Sud. A vent’anni poi, la mia curiosità e la mia voglia di scoprire nuovi luoghi erano piuttosto rivolte verso le grandi capitali del nord Europa, molto in voga tra i miei coetanei, tanto da non farmi mancare l’esperienza di vivere nella fascinosa Londra per quasi un anno. A Rimini invece ho imparato a scoprire il Sud, mi sono innamorata del Salento raccontato per oltre dieci anni dai miei amici e dai miei coinquilini salentini. Per necessità comunicative, ho imparato a cavarmela con il loro dialetto,


di ilaria erbisti/foto pierpaolo schiavone

PORTO SELVAGGIO

spesso bacchettando i miei compagni per l’eccessivo ed esclusivo uso che ne facevano. Sulle spiagge della Riviera romagnola ho imparato a scoprire quale fosse il colore del mare nel quale loro da sempre erano abituati a bagnarsi. Tra loro, lontana dai miei affetti di sempre, mi sono sentita a casa. Inevitabilmente è stato semplice lasciarsi sedurre anche dal fascino dell’uomo mediterraneo e così tra un esame di Statistica e gli innumerevoli caffè al bar dell’università mi sono innamorata di un leccese doc, fiero della sua terra come solo chi appartiene a questi luoghi ed è costretto ad allontanarsene sa essere. Così, a conclusione dell’esperienza riminese ci siamo ritrovati nella fase della fatidica scelta in stile shakespeariano: Lecce o Verona, il Sud o il Nord? E guardandolo negli occhi durante i nostri infiniti ragionamenti sulle possibilità e il futuro, ho visto la determinazione di chi ancora crede nella

PORTA NAPOLI A LECCE

sua terra e la tristezza al pensiero di una vita senza mare. Ed ecco che adesso mi ritrovo a chiamare casa un luogo che prima per me era associato al termine vacanza, un posto meraviglioso che ho avuto la fortuna di conoscere grazie a quegli amici, “i salentini riminesi”, che mi ospitavano e mi accompagnavano a scoprirne le bellezze. Da San Foca fino a Torre Lapillo, passando per Otranto, Santa Cesarea, Gallipoli e Porto Selvaggio e poi nell’entroterra della Grecìa Salentina e nella luminosissima Lecce, ho scoperto incantevoli paesaggi. Certo, ancora sor-

rido se penso alle parole che mi rivolse mia madre al telefono qualche mese dopo la mia definitiva partenza: “Figlia mia per te avevo altri progetti...non so... tipo... la Svezia!”, ma mi diverte e mi appassiona l’idea di essere definita un’emigrante al contrario e ancora ricordo con precisione quel treno Verona – Lecce, le mie tre valigie, i mille chilometri di distanza e il paesaggio fuori dal finestrino che cambiava quasi a voler scandire il tempo del mio viaggio. Ormai risiedo nel Leccese da oltre tre anni nonostante il mio attuale Comune volesse negarmi la residenza, 152 153


VIAGGI

saLento visto da Fuori

DA SAN FOCA FINO A TORRE LAPILLO, PASSANDO PER OTRANTO, SANTA CESAREA, GALLIPOLI E PORTO SELVAGGIO E POI NELL’ENTROTERRA E NELLA MAESTOSA LECCE, HO SCOPERTO INCANTEVOLI PAESAGGI

VISTA PANORAMICA DAL PARCO OTRANTO - LEUCA - TRICASE ANFITEATRO ROMANO A LECCE

salvo poi spiegare all’impiegato sommerso dalle carte e privo di ogni strumentazione tecnologica, che Verona è in Italia e che per questo non avevo bisogno di un permesso di soggiorno e che dunque la signora Rosa, quella che a suo dire “ha dittu negata, quinni negata!”, doveva aver avuto altre personalissime motivazioni per negarmi il documento. Posso affermare con convinzione, nonostante la parentesi di surreale burocrazia, di aver ricevuto un’ottima accoglienza e anche la

A REVERSE CHOICE ILARIA ERBISTI WAS BORN IN VERONA. SHE NOW LIVES HAPPILY IN SALENTO Rimini, September 1999, first day of class for the Economics of Tourism degree course, and no friendly faces in sight. During a break I went out to have a smoke, but I didn’t have a lighter. I asked around and while I was lighting the cigarette I realized that I was surrounded by a group who spoke a southern dialect. Back then, Salento was set up in an indefinite part of the South in my mind, besides, at twenty, my curiosity was more directed towards the great capital cities of northern Europe, popular among my peers. And so I was literally adopted by a group of guys from Lecce. Inevitably, I was also seduced by the Mediterranean charm and

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ricerca lavorativa non è stata più difficile che altrove. Persino la mia famiglia si è ricreduta e dopo innumerevoli incursioni estive, quest’anno festeggeremo il Natale tutti insieme, sotto il mio tetto, nel mio Salento. Non ci saranno le nostre verdi montagne ad incorniciare l’orizzonte, ma il blu intenso del cielo e gli infiniti panorami che regalano quelle giornate di dicembre quando soffia forte la tramontana. A nessuno di noi sembrerà di essere altrove se non a casa.

I fell in love with a man who was proud of his country. So, at the end of the school experience in Rimini, we found ourselves choosing between Lecce and Verona. South or North? In his eyes I saw the determination of those who still believe in their country. And now I find myself in a wondeful place, previously only associated to “holidays”. From San Foca to Torre Lapillo, passing from Otranto, Santa Cesarea, Gallipoli, Porto Selvaggio, the Grecìa Salentina’s hinterland and Lecce, I have discovered many charming sceneries. I still laugh when thinking about my mother saying: “I had other projects for you... like... Sweden!”, but I enjoy the idea of being called a reverse immigrant. I’ve lived in Lecce for five years now, and this year I’m going to celebrate Christmas with my whole family, in my Salento.


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VIAGGI

sarajevo

LA FONTANA

SARAJEVO il fascino di una città incontro di culture La capitale della Bosnia è tornata a splendere, ma non dimentica le ferite del più lungo assedio dell’età moderna

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di ilaria lia/foto laia tardós

UN GRAFICO DELLA CAPITALE ASSEDIATIA

Un viaggio di lavoro, un’occasione per conoscere un territorio, quello dei Balcani, così ricco di storia, cultura e una musica coinvolgente, dagli scenari incantevoli, con persone accoglienti e una cucina dai sapori particolari. Ogni luogo ha la sua bellezza da mostrare, ma si rimane letteralmente affascinati INGRESSO DEL TUNNEL DELLA SPERANZA

dalla capitale della Bosnia, Sarajevo. La città che più ha sofferto durante la guerra, vittima dell’assedio serbo iniziato nel 1992 e terminato solo nel 1996. Gli edifici portano ancora i segni delle granate, palazzi enormi, tutti tragicamente danneggiati. Sarajevo ha avuto la forza di riprendersi, ma mostra ancora le cica-

trici profonde di quell’assurdo conflitto. Ciò che toglie il fiato e rende l’idea della violenza di una guerra è vedere, alle spalle dello stadio che nel febbraio dell’84 ospitò i XIV Giochi olimpici invernali, le colline completamente ricoperte dal bianco delle lapidi. Le tombe di tutti i civili uccisi. Si contano 13.952 morti. Forse, sarebbero stati molti di più se non si fosse costruito il tunnel chiamato “della Speranza”, lungo circa 800 metri, alto e largo 1,5, che collegava la città con l’area neutrale dell’aereoporto, voluta dalla Nato. Da qui passarono gli aiuti umanitari, le riserve alimentari e permise alla popolazione di mettersi in salvo. Oggi è diventato museo, per tenere viva la memoria di quello che fu. Foto, video e tutti i resti dell’epoca sono conservati gelosamente, anche le scatole delle derrate che vergognosamente riportano le date del conflitto vietnamita, lanciate già scadute da decenni sulla città. Simbolo della voglia di lasciarsi il passato alle spalle è indubbiamente la grande e bellissima biblioteca, comple-

TUNNEL DELLA SPERANZA

TRA BOSNIA ED ERZEGOVINA E SERBIA: TOUR TRA LE SPA MEDICHE Un viaggio per promuovere il turismo della salute, e in generale quello rurale, nelle zone dei Balcani. Un’opportunità anche per scoprire le offerte culturali e gastronomiche e per conoscere altri segmenti di turismo, come quello religioso, a Sarajevo e in Bosnia -Herzegovina come in Serbia. I Balcani conservano moltissimi i luoghi ricchi di storia e di fascino capaci di ammaliare il visitatore: come la sorgente del fiume Bosna, Zlatibor, una delle più importanti mete turistiche serbe, o il vecchio villaggio Sirogojno, anche se citarli non basta, vale la pena vederli di persona. Per quanto attiene il tour nelle strutture mediche, si è partiti dal Centro di riabilitazione e spa Terme Ilidza, con la sua acqua minerale, (www.hoteliilidza.ba), poi a Fojnica presso la Reumal

Spa (www.reumal.ba). Il giorno successivo si è visitato Olovo e l’Aquaterm spa (www.aquaterm.olovo.ba). Il tour è proseguito in Serbia presso il Cigota Special Hospital (www.cigota.rs), successivamente si è visitato l’Ivanjica special hospital (www. zavodivanjica.rs). I responsabili di ogni struttura sono ben disponibili a illustrare programmi attivati e obiettivi raggiunti per la salute dei propri pazienti. Bosnia-Herzegovina and Serbia: tour among Medical Spas The tour starts by the Rehabilitation Center and Spa Ilidza, (www. hoteliilidza.ba), then in Fojnica by Reumal Spa (www.reumal.ba), in Olovo by Aquaterm Spa (www.aquaterm.olovo.ba), in Serbia by Cigota Special Hospital (www.cigota.rs) and finally Ivanjica Special Hospital (www. zavodivanjica.rs).


VIAGGI

sarajevo

UNO DEI SIMBOLI DELLA CITTÀ È LA BELLISSIMA BIBLIOTECA, COMPLETAMENTE DISTRUTTA DURANTE LA GUERRA, OGGI RITORNATA AGLI ANTICHI FASTI

LA BIBLIOTECA IN ALCUNE IMMAGINI, DISTRUTTA DALLA GUERRA E COMPLETAMENTE RICOSTRUITA

tamente distrutta in guerra, ora tornata agli antichi splendori. Nel centro della Bašcaršija, un’area tra le più antiche della città, dove tra le pittoresche stradine si possono trovare bazar, caffetterie e ristoranti, sul pavimento è scritta la frase “Sarajevo incontro di culture”, è proprio così e lo si respira in ogni angolo, a partire dalla convivenza delle diverse religioni: chiese cristiane, ortodosse, sinagoghe e moschee (una tra

le più belle è Gazi Husrev-BEG, costruita nel 1531) si trovano le une accanto alle altre. Le differenze si mescolano e danno vitalità alla città. Nessuno, ancora oggi, riesce a capire come possa essere scoppiata una guerra e gli occhi di chi ne parla, tutt’ora si riempiono di lacrime. Nessuno si ritrae a parlare di quel periodo, cercano di spiegare l’assurdità di ogni conflitto. Che l’unica strada da seguire è la pace. SOFFITTO DELLA MOSCHEA

SARAJEVO, THE CHARM OF A CITY MEETING OF CULTURES BOSNIA’S CAPITAL CITY SHINES AGAIN, WITHOUT FORGETTING THE WOUNDS OF THE MODERN AGE’S LONGEST SIEGE Among the many Balkan beauties stands out the Bosnian capital city, Sarajevo, main victim of the Serbian siege (1992-1996). It still presents visible scars, as the tombs on the hills behind the stadium, which hosted the Olympic winter games in 1984. 13,952 casualties, that would have been more if it wasn’t for the tunnel “of Hope”, which has saved many people. The tunnel, now a museum, connected the city to the airport. One of the city’s symbols is the beautiful library, completely destroyed during the war and now back to its former glory. In the center of the old Bašcaršija area, on the floor there’s the inscription “Sarajevo meeting of cultures”, and it’s true: Churches, Synagogues, and Mosques (among which the Gazi HusrevBEG, built in 1531) stand close to each other. Differences are blended, giving vitality to the city, and leaving the past behind to make way for the tourism’s development.

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