CittĂ di Lecce
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EDITORIALE
Salento Review LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO si può declinare in vari modi, fino a diventare l’espressione più abusata. Salento Review ha scelto di farla con il racconto: della storia, dei luoghi, dei gusti, delle persone. Attraverso l’occhio delle firme che hanno voluto contribuire all’esordio della rivista, abbiamo puntato sul filo della narrazione che nasce nel cuore prima che nella testa, cercando di aggirare i luoghi comuni per andare dritti all adella bellezza e anche alla contraddittoria complessità insita in un lembo di terra che è sempre stato luogo di arrivo e di partenza, di contaminazioni, di un radicato senso di identità sensibile a ciò che è diverso, aperto come le immense distese pianeggianti sulle quali il visitatore, seguendo la parabola del sole, può vedere l’alba in direzione del suggestivo faro della Palascìa, ma anche il tramonto oltre le spiagge caraibiche dello Ionio e l’orizzonte del mare cristallino. Condannato ad essere per decenni terra d’emigrazione, come tutte le altre zone del Meridione d’Italia, il Salento ha conosciuto in ritardo la modernità, assimilandola con l’indolenza del tipico carattere mediterraneo. Costretta poi, in un certo senso, ad uno sviluppo industriale che proprio in questi mesi sta dimostrando, drammaticamente, il suo corto respiro – soprattutto nel basso Salento – e eccessivamente polarizzata su un contrasto tra città “borghesi” e dei servizi – Lecce, Maglie – e “paesi” rurali, la provincia di Lecce ha tardato, come del resto la Regione Puglia, a trovare una visione d’insieme che ne esaltasse le potenzialità convertendole in moltiplicatore del prodotto interno. “È proprio la crisi a portare il progresso” diceva Albert Einstein. Il Salento può fare molto per superare la fase di stagnazione economica con un rinnovato slancio, deve “solo” ricordarsi chi è e tornare a fare ciò che gli è sempre riuscito meglio: offrire al visitatore la genuinità della sua terra, la varietà del suo mare, lo spirito di accoglienza della sua gente. La lungimiranza delle istituzioni sta nel capire che l’unica via d’uscita possibile non è da ricercarsi altrove, ma nelle pieghe della storia di questa terra che diventa presente e futuro con l’organizzazione di servizi efficienti – trasporti, banda larga, strutture ricettive – e investimenti a tutela del territorio. Turismo per tutto l’anno e cultura della conoscenza, artigianato di qualità e imprese ad alta specializzazione. Questo è il destino del Salento, questo il racconto che vorremo scrivere insieme a voi. Gabriele De Giorgi
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trimestrale di turismo, cultura, arte, informazione
anno I • n. 0 - 2012 • copia omaggio
in attesa di Registrazione www.salentoreview.it info@salentoreview.it
salento review fa parte del progetto
Editore, Direzione e Redazione Password AD Srl Viale Lo Rè, 14 • 73100 Lecce Tel. 0832.1693637 www.pwad.it - info@pwad.it Direttore Responsabile Gabriele De Giorgi Coordinamento Editoriale Mariella Tamborrino Progetto grafico e impaginazione Valentina Prontera Collaborazione grafica Michele Ortese Grafica web Fernando Rugge Foto di copertina Pierpaolo Schiavone
Hanno collaborato a questo numero Lucia Accoto Angela Beccarisi Damiano De Luca Antonio Greco Ubaldo Villani-Lubelli Fabrizio Venturini Pubblicità Password AD Srl Stampa Officine Grafiche Distribuzione Password AD Srl È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in tipografia il 30 novembre 2012
www.365giorninelsalento.it
SOMMARIO //CULTURA //Lecce Lecce Capitale Europea della Cultura nel 2019 //LUOGHI //Cerrate Santa Maria a Cerrate, gioiello d’architettura e simbolo d’identità //LUOGHI //San Nicola di Casole Un centro di cultura nel cuore del Salento medioevale //ENTROTERRA //Galatina l’ombelico del Salento tra arte e mito
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PUBBLIREDAZIONALI
//Artigianato LA Casa della Cartapesta Leccese 23 //In cucina Crem, non la solita gelateria!
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//In cucina Blu Notte. Dove cucinare è un’arte e la qualità è di casa
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//Fashion Anna Valentini. Un viaggio nell’universo femminile, fra stile e bellezza
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//Hotel&Resort Doubletree Resort. Raffinato e suggestivo
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//Olio Le Saittole. Una fiaba moderna all’ombra degli ulivi 70 //In Viaggio Agenzia Crusi. È sempre un nuovo viaggio
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//Pub Road 66: la movida è nata così
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//TRADIZIONI //Novoli a Novoli, si ripete la magia del fuoco //Otranto Alba dei Popoli Il saluto al nuovo anno dalla “porta d’oriente”
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//PERSONAGGI //Giorgio Panariello Pulcino Giorgio INMEZZ@VOI!, con il Salento nel cuore 34
Rubriche In libreria Beauty Piccole pesti Fashion style moda//HIGH-TECH//regali Numeri utili
51 53 54 56 58 96
//ECONOMIA TERRITORIO //Enogastronomia Il marchio Puglia punta sulla qualità e seduce i mercati internazionali
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//VIAGGI //Da Roma a Otranto La strage dei martiri di Otranto: un false flag come a Pearl Harbor //Dal Salento all’Europa Berlino, la capitale che sa reinventarsi rimanendo se stessa
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//PAGINE ROSA Leuca, il fascino della leggenda e la seduzione del mare del sud
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//CULTURA
LECCE
Il Sindaco di Lecce, Paolo Perrone. A destra il logo del progetto.
Lecce Capitale Europea della Cultura nel 2019 Lecce per l’Europa, con un passaporto culturale degno della sfida di Mariella Tamborrino
È QUELLO SCELTO ATTRAVERSO UN SONDAGGIO SU FACEBOOK dopo un apposito concorso. Essenziale e stilizzato, accompagnerà tutti i progetti che saranno redatti per l’obiettivo più importante che l’amministrazione Comunale di Lecce si sia mai prefisso finora: la candidatura della città a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Perché puntare su Lecce? La risposta vien da sé: non mancano le ricchezze, artistiche e culturali, e soprattutto non mancano le iniziative che nel tempo ne hanno promosso le tradizioni rendendola celebre non solo in Italia, ma anche in Europa. In altre parole, ci sono tutti i numeri per strizzare un occhio alla candidatura che, per il 2019, investirà una città italiana. La proposta, avanzata dal Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea nel 1985, negli anni ha assunto un significato sempre più importante, tanto da ritagliarsi un ruolo di primo piano nell’agenda degli appuntamenti culturali in ambito europeo. La designazione sarà doppia, nel senso che, insieme a quella italiana, sarà proclamata Capitale Europea anche una città bulgara. La selezione avverrà sulla scorta dei progetti e delle iniziative che, per quell’anno, l’aspirante capitale intende realizzare e per le quali sono previsti appositi finanziamenti da parte dell’Unione Europea. Chiaramente, per Lecce, la tradizione e il background avranno comunque Sopra un particolare della chiesa di Santa Croce.
un loro peso, ma bisognerà puntare sull’innovazione, sulla fantasia e sulla creatività. Bisognerà “fare sistema” perché le idee, vincenti sulla carta, si trasformino in successi e realtà apprezzate.
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A tal proposito sono chiamati a dire la loro un po’ tutti: istituzioni, associazioni, privati. La parola chiave per raggiungere l’obiettivo è “coinvolgimento”. L’amministrazione comunale leccese ha costituito un’apposita struttura, l’Ufficio Lecce 2019, un luogo comune dove poter pianificare, elaborare e mettere a frutto tutte le idee ed i progetti che verranno proposti. L’Ufficio sarà supportato dal LUAC, il Laboratorio Urbano Aperto Creativo. “Il LUAC”, sottolinea il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, “è stato attivato al fine di creare un sistema partenariale non semplicemente formalizzato da atti e intese interistituzionali, ma aperto all’adesione volontaria degli attori economici, sociali e culturali, incentrato sull’operatività e sulla condivisione. Questo coinvolgimento è pensato in modo diretto, consapevole e soprattutto democratico, con l’idea di facilitare e rafforzare i meccanismi di decisione pubblica.” Perrone spiega meglio il concetto, chiarendo il principio fondamentale di questa candidatura: “Non è l’amministrazione Comunale di Lecce, intesa come organo di governo ed amministrativo della Città, a candidarsi, ma la città in generale e con essa l’intero tessuto territoriale, in tutte le sue componenti ed espressioni, istituzionali, sociali, culturali ed economiche.
Accanto il Sedile in Piazza Sant’Oronzo con all’interno l’installazione dell’iniziativa.
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//LUOGHI//LECCE
Una panoramica notturna di Lecce del Sedile e di Piazza Sant’Oronzo. Sotto Uno scorcio del Castello di Carlo V e della fontana dell’Armonia in Viale Marconi.
Questa amministrazione crede fortemente nella can-
ristiche storiche, che vanno dal periodo messapico a
didatura, così come nelle capacità e qualità dei nostri
quello romano, dal Medioevo al Rinascimento, che la
operatori culturali, e quindi si impegna a svolgere
rendono particolarmente ricca e appetibile. È inserita
con senso di responsabilità il miglior lavoro possibile
in un contesto, il Salento, con caratteristiche paesag-
insieme a loro”.
gistiche e storiche molto ricche e con una forte identità
Certo, la concorrenza sembra essere piuttosto serrata.
culturale. È una bella città in una bella provincia. A
Basti pensare che al prestigioso titolo ambiscono città
contraddistinguerla è il suo patrimonio culturale e
come Firenze, Venezia, Amalfi, Perugia, Assisi, Genova,
monumentale. Abbiamo organizzato delle manife-
tanto per citarne alcune. Se la scelta ricadesse su
stazioni che hanno avuto un grandissimo successo e
Lecce, questo creerebbe un lusinghiero precedente. Il
riscontro di pubblico. Nell’ultimo anno abbiamo la-
sindaco Paolo Perrone ha le idee chiare in proposito:
vorato sodo su manifestazioni che hanno registrato
“Le capitali della cultura in Italia sono sempre state
grandi presenze di turisti. Questo significa che la co-
nel Centro-Nord: Firenze, Bologna, Genova. Riteniamo
munità di Lecce inizia a beneficiare dell’attenzione
che la prossima debba essere una città che rappresenti
che il mondo ha nei confronti della nostra città. Per
il Mezzogiorno. Inoltre aggiunge “Lecce ha le caratte-
questo proseguiremo su questa strada”.
Dunque, i numeri ci sono. Facile intuire quali sarebbero i vantaggi legati al riconoscimento europeo. “I vantaggi sarebbero innumerevoli” prosegue il primo cittadino.” L’idea è nata dal riscontro avuto in termini di affluenza turistica che ha confermato quanto alta sia l’attenzione che personalità del mondo della cultura hanno nei confronti di Lecce e del Salento. Certo, la sfida è impegnativa, tuttavia il percorso della candidatura dà valore e lustro alla nostra città che, naturalmente, ambisce ad arrivare fino in fondo, proprio come tutte le altre concorrenti. Questo riconoscimento, se Lecce dovesse farcela, consoliderebbe il nome di una città già indissolubilmente legata all’arte, alla storia e alla cultura, portandola alla ribalta delle cronache nazionali e internazionali”. ● 6//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
//LUOGHI
CERRATE
Santa Maria a Cerrate, gioiello d’architettura e simbolo d’identità
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Il Fondo Ambientale italiano, nel mese di settembre, ha ricevuto in concessione trentennale uno dei siti architettonici di epoca normanna più suggestivi dell’Italia meridionale. L’obiettivo è restituirlo ai salentini e ai turisti con un progetto da tre milioni e mezzo di euro di Gabriele De Giorgi
È STATA AFFIDATA ALLE CURE DEL FONDO AMBIENTALE ITALIANO l’abbazia di Santa Maria a Cerrate, un esempio di architettura di stile romanico tra i più suggestivi di tutta la Puglia e non solo. La fondazione senza scopo di lucro – presieduta da Ilaria Borletti Buitoni – ha ricevuto la chiesa e il relativo complesso in concessione trentennale dalla Provincia di Lecce che aveva predisposto un apposito bando. La suggestiva cerimonia di consegna è avvenuta il 28 settembre 2012, data che potrebbe segnare una svolta nel percorso di valorizzazione del bene avviato nel 1965 con un parziale intervento di restauro e con la creazione del Museo delle arti e della tradizioni popolari del Salento. L’abbazia fu fondata in epoca normanna, nel XII secolo, quando Boemondo d’Altavilla – figlio di Roberto il Guiscardo – lo affidò ai monaci basiliani, praticanti il culto bizantino, che ne fecero uno dei centri di massima rilevanza di tutta l’Italia meridionale: costruito in prossimità della strada romana che univa Lecce a Brindisi, fu sede di una biblioteca e di uno scriptorium.
Formata da tre navate, con un portale che esibisce altorilievi di pregevole fattura, la chiesa fu arricchita successivamente con una loggia sorretta da ventiquattro colonne. Tra gli affreschi rinvenuti al suo interno, da segnalare su tutti una Damnatio Virginis presumibilmente della fine del Duecento. Nel 1531 passò sotto il controllo della Santa Sede e Papa Clemente VII la concesse all’Ospedale degli incurabili di Napoli. Questa nuova destinazione comportò la costruzione di altre strutture come le stalle, i ricoveri per i
“Grazie a questa concessione il Fai avrà un nuovo bene nel Sud Italia e il primo bene in Puglia, in una zona – il Salento – di grande sviluppo turistico. Una straordinaria opportunità per far conoscere un altro “pezzo” del nostro importante patrimonio agli italiani e agli stranieri che frequentano questa regione e una grande possibilità di ampliare la presenza del Fai sul territorio”. Ilaria Buitoni Borletti, presidente Fai
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//LUOGHI//CERRATE
“Oltre ad avere un valore inestimabile di per sé, Cerrate rappresenta una parte fondamentale delle radici e dell’identità storica di tutto il Salento. Ecco perché ci siamo impegnati a lungo e con costanza per arrivare a questa scelta. Consegnare temporaneamente questo luogo sacro al Fai significa avere la duplice garanzia che i lavori di restauro saranno effettuati con competenza, nel rispetto del contesto storico e di quello naturale, e che Cerrate diventerà un sito culturale vivo”. Antonio Gabellone, presidente della Provincia di Lecce
Sopra, vista laterale del colonnato e il pozzo.
contadini, un mulino e due frantoi. Dopo aver subito
dei visitatori. Obiettivo del Fai è infatti quello di re-
un saccheggio da parte di pirati turchi, il complesso
stituire nella sua interezza e bellezza il complesso
cadde nel più assoluto degrado fino al 1965.
monumentale ai salentini, molti dei quali ignorano la
La straordinarietà del complesso sito nel territorio di
presenza di un sito architettonico così tanto rilevante,
Squinzano non è solo nel suo indiscusso valore di
e ai turisti che negli ultimi anni hanno eletto la
bene culturale, ma nel contesto paesaggistico nel quale
provincia di Lecce a meta delle proprie vacanze,
è inserito, fatto di uliveti e frutteti. Non a caso, il
attratti sia dalla ricchezza del patrimonio culturale
progetto di recupero da tre milioni e mezzo di euro,
che dalla varietà delle sue coste, dove ampie distese
prevede la destinazione di trecentomila euro alla si-
sabbiose si alternano a suggestive scogliere nella parte
stemazione delle aree esterne e un intervento per fasi
più meridionale della penisola.
successive e suddiviso in un’operazione di vero e
Per il Fai si tratta di una sfida avvincente: l’abbazia di
proprio restauro e in un ripensamento della funzionalità
Santa Maria a Cerrate è infatti il primo bene che la
su alcune strutture da adibire a locali per l’accoglienza
fondazione riceve in Puglia. ●
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//LUOGHI
SAN NICOLA DI CASOLE
Un centro di cultura nel cuore del Salento medioevale di Atarattico Salentino foto di Pierpaolo Schiavone
Sopra: i resti del complesso monastico (lato nord).
LA CITTÀ DI OTRANTO È NOTA A TUTTI
sparsi intorno al complesso portano a pensare che sia
PER LA BELLEZZA del borgo, per la splendida
stato abitato almeno dal IV-V secolo d.C.. Qui esisteva
cattedrale che conserva il mosaico bizantino più
probabilmente qualche dimora rurale d’epoca tardo
grande dell’Italia meridionale e per gli ottocento
antica, come del resto indicherebbe il nome Casole:
abitanti martirizzati dai Turchi nel 1480. Ma a molti
agglomerato di piccole casa, ovvero costruzioni semplici,
sfugge che cosa sia o meglio che cosa sia stata l’abbazia
simili alle “pagghiare”, di cui è ricca la campagna sa-
di San Nicola di Casole.
lentina. In queste dimore verso la fine dell’VIII secolo
Non lontano da Otranto, a circa 1,5 km dal centro
d.C., ma forse anche prima, si insediò un gruppo di
abitato in direzione della Palascìa, si trova una masseria
monaci greci provenienti da Costantinopoli o da
di proprietà privata, sorta sui resti di uno dei luoghi
qualche altro centro dell’Impero bizantino, turbato
di cultura più importanti dell’Europa medioevale:
da furibonde lotte religiose.
l’abbazia di San Nicola di Casole, dove hanno vissuto
Ma una svolta alla storia di Casole fu data dalla
sino al Seicento monaci greci obbedienti alla regola
conquista normanna di Otranto nel 1064. I Normanni,
di San Basilio. Il sito di Casole ha avuto una frequen-
gli uomini venuti dalla penisola scandinàva, braccio
tazione molto antica: i numerosi frammenti di ceramica
armato della Chiesa di Roma, una volta che sottrassero
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RIngraziamo la famiglia Cursano per averci gentilmente concesso gli scatti e la pubblicazione delle foto
Nelle foto piccole da sinistra in senso orario: particolare di una nicchia; la parete nord: colonna a fascia, monofora e nicchia; un muro recente costruito sui crolli del lato meridionale.
all’Impero d’Oriente Puglia e Calabria, in accordo col
Tra il XIII e il XV secolo l’abbazia divenne un centro
Papa si mostrarono astutamente molto benevoli e ge-
importante di circolazione libraria: a Casole giungevano
nerosi nei confronti delle comunità religiose greche
manoscritti da Bisanzio e da altri centri dell’Italia meri-
dell’Italia meridionale per evitare sommosse popolari.
dionale per essere ricopiati; a Casole molti monaci, che
Forse per iniziativa personale del principe normanno
padroneggiavano tanto il greco quanto il latino, trascri-
Boemondo I il monastero venne rifondato tra il 1098
vevano testi sacri e opere della letteratura classica. In
e il 1099 e il segno materiale di questa rinascita fu
questa maniera si formò col passare degli anni una ricca
l’erezione di una chiesa in stile tardo romanico affrescata.
biblioteca, che era aperta alla consultazione e al prestito
Sotto i Normanni il monastero di sicuro assunse un
esterno. Parte di questa biblioteca venne salvata grazie
ruolo dominante in Terra d’Otranto, che comportò
all’intervento del potente cardinale Bessarione. Il prelato,
notevoli vantaggi. Iniziò una fioritura economica,
già monaco basiliano e amante dei libri, temendo un’im-
durata grosso modo fino all’arrivo dei Turchi nel
minente espansione turca in Italia meridionale, nel 1468
1480, che permise la nascita di uno scriptorium, luogo
si recò a Casole, da dove prelevò un considerevole
dove si ricopiavano libri, di una biblioteca nonché la
numero di manoscritti, la maggior parte dei quali poi
fondazione di una scuola di greco.
confluì nella Biblioteca Marciana di Venezia. SALENTO REVIEW//13
//LUOGHI//SAN NICOLA DI CASOLE
Alla vivacità intellettuale dell’abbazia contribuì anche la presenza, già dal momento della rifondazione normanna (XII-XIII secolo), di una scuola per l’insegnamento del greco, un unicum nell’Europa occidentale prima dell’Umanesimo. La scuola-convitto di Casole era aperta a tutti: l’insegnante e l’alloggio erano gratuiti; l’allievo, invece, doveva contribuire al vitto. Un’istituzione del genere nasceva non tanto per fini meramente culturali, ma soprattutto per mantenere vivo il rito greco in una terra dove il volgare, derivato dal latino, dominava come lingua d’uso e la maggior parte dei fedeli, analfabeti, ripeteva a memoria le parole greche degli uffici religiosi senza comprenderne con esattezza il significato.
del rito greco era terminato. Il rito latino ormai si era
Nonostante l’interesse primario dei monaci fosse la
facilmente imposto: la Chiesa di Roma approfittò
lettura delle Sacre Scritture e le opere dei Padri della
della caduta dell’Impero bizantino in mano ai Turchi
Chiesa, a Casole circolavano gli scritti di Aristotele,
nel 1453 per assorbire definitivamente nell’ordinamento
l’Odissea di Omero, diverse tragedie greche e altre
liturgico romano le molte comunità religiose greche
opere poetiche. Inoltre tra il XII e XIII secolo si
dell’Italia meridionale, che peraltro stentavano a com-
affermò una raffinata scuola poetica greca, di cui fa-
prendere una liturgia celebrata in greco.
cevano parte Nettario, teologo basiliano, che fu abate
A metà del Seicento le chiesa, le celle dei monaci e i
di Casole tra il 1220 e 1235, e altri dotti personaggi
vari locali dell’abbazia risultavano abbandonati e
gravitanti intorno all’abbazia.
ridotti a ricovero per animali o a deposito di attrezzi
Il declino iniziò quando i Turchi arrivarono a Otranto
agricoli. La distruzione del complesso monastico, ma
nel 1480. Dopo la conquista della città le truppe di
soprattutto della chiesa normanna e degli affreschi,
Akmet Pascià, il feroce rais albanese al servizio di
di cui alcuni frammenti erano ancora visibili fino a
Maometto II, saccheggiarono l’abbazia, uccisero quasi
qualche decennio fa, non fu – come erroneamente si
tutti i monaci e bruciarono i manoscritti della biblioteca.
ritiene – opera delle truppe di Akmet Pascià, ma del
In verità nell’abbazia i monaci basiliani ritornarono
terribile terremoto scatenatosi nel canale d’Otranto
all’indomani della liberazione aragonese di Otranto
il 20 febbraio 1743, che provocò ingenti danni in
nel 1481, ma il ruolo religioso di Casole come baluardo
tutto il Salento. ❖
Da sinistra in senso orario: particolare decorativo della base della colonna; ingresso originario dell’abbazia (ovest); particolare (dall’alto) della base di una colonna cui è stata asportato il fusto.
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//LUOGHI
GALLIPOLI
Museo civico “Emanuele Barba”
Dove si riuniscono epoca messapica, romana e medioevale Un ricco e variegato contenitore culturale nella “Città bella” tra reperti archeologici e incunaboli tutti da scoprire di Atarattico Salentino
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UNA DELLE ATTRAZIONI CULTURALI E TURISTICHE PIÙ IMPORTANTI DI GALLIPOLI è il Museo Civico “Barba”, allocato nel pieno centro storico della “Città Bella”, a due passi dalla cattedrale, in un complesso che in origine ospitava un ospedale. La storia della fondazione del museo è stata abbastanza travagliata. Agli inizi dell’Ottocento il canonico Fontò diede vita ad una biblioteca pubblica mettendo a disposizione i circa 2.800 volumi della biblioteca personale, donata per testamento alla città. Al “fondo Fontò” si aggiunsero 5.000 altri libri provenienti dalle biblioteche di alcuni ordini religiosi presenti sul territorio gallipolino, smantellate in séguito alle due leggi antiecclesiastiche del 1867. Su iniziativa del bibliotecario Emanuele Barba, nel 1878, fu istituito un Museo naturalistico, ospitato dapprima nel Semiario Diocesano, cui Barba donò le sue collezioni naturalistiche, mineralogiche e archeologiche. La biblioteca del Fontò e il Museo
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//LUOGHI//GALLIPOLI
Particolari dell’esposizione di oggetti e animali imbalsamati.
del Barba nel 1899 vennero dopo varie traversie spostate nella sede attuale di via De Pace. Il museo è oggi costituito da una serie di sezioni raggruppate in cinque collezioni. La Collezione storico-artistica è caratterizzata da oggetti di natura eterogenea: armi e sciabole, abiti d’epoca, ceramiche e vetro, oggetti singolari di pregio, numerosi dipinti (paesaggi, ritratti, episodi biblici) risalenti ad un periodo compreso tra XVI e XX secolo. Importantissima è la collezione archeologica, dove sono messi insieme reperti archeologici e numismatici. Quasi tutti questi oggetti appartenevano alla raccolta
zona gallipolina. Della collezione fanno parte anche
privata di Emanuele Barba, fondatore del museo. Essa
esemplari di fossili e minerali di varia provenienza.
è costituita soprattutto da materiali di epoca messapica,
Assolutamente unica nel Salento è la collezione di
rinvenuti nell’area gallipolina: non mancano manufatti
patologia fetale umana e animale, che si caratterizza
di epoca romana (anfore e lucerne) e di epoca medioevale
per diversi esemplari di feti (macrocefali, ciclopi, ce-
(ceramiche, orecchini e fibule). Della collezione fanno
falopaghi, toracopaghi) immersi nella formaldeide.
parte anche un migliaio di monete di varia provenienza
Di grande interesse è la collezione libraria, una col-
che coprono un arco temporale che va dall’età repub-
lezione importantissima e pregevole del Museo. Del
blicana (II-I secolo a.C.) all’età contemporanea.
consistente fondo librario fanno parte anche volumi
Una parte fondamentale del museo è rappresentata
di grande valore, tra cui cinque incunaboli (libri rea-
dalla collezione naturalistica. In essa sono raccolti
lizzati a stampa nel Quattrocento) e ben cento cin-
esemplari di conchiglie, pesci e uccelli soprattutto della
quecentine (libri stampati nel Cinquecento). ●
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//ENTROTERRA
GALATINA
l’ombelico del Salento tra arte e mito di Angela Beccarisi - Foto di Pierpaolo Schiavone
GALATINA, NOTA FINO AL 1861 come San Pietro in Galatina è una cittadina in provincia di Lecce, situata ad appena venti chilometri dal capoluogo salentino. La sua posizione strategica al centro della piana leccese le è valso il titolo di umbeliculus del Salento, poiché equidistante dalla costa ionica e dalla costa adriatica.
Galatina è la città che non ti aspetti per la ricchezza del suo centro storico, caratterizzato da un barocco elegante
e mai ostentato: coinvolgente la grande piazza San Pietro su cui si erge maestosa la grande chiesa matrice intitolata ai SS. Pietro e Paolo, patroni della città. I suoi ricami, gli splendidi profili della facciata in pietra leccese si stagliano netti contro l’azzuro intenso del cielo di Puglia. Le strade sono larghe e lastricate con le antiche chianche ed ogni angolo è un guizzo architettonico con i ricchi portali bugnati, i balconi rococò e le semplici case a corte, cariche di dignità popolare. Ma, soprattutto, a Galatina è possibile leggere il medioevo che fu, nella splendida basilica di Santa Caterina d’Alessandria, eretta nel 1385 dal principe di Taranto Raimondo Orsini del Balzo. Un edificio in stile romanico-gotico che conserva al suo interno il più ricco patrimonio pittorico dell’Italia meridionale del XV secolo. Altrettanto ricchi sono gli affreschi del contiguo chiostro seicentesco. E così passeggiare nel centro storico di Galatina è un’eperienza non solo per gli occhi, ma anche per l’olfatto, perché in questa cittadina altissimo è il
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Accanto: ingresso della pasticceria Ascalone e i suoi famosi pasticciotti. Sotto: la Cappella di San Paolo, la facciata della chiesa matrice di San Pietro e Paolo, un’affresco e interno della navata della chiesa di Santa Maria Novella infine la cappella di San Paolo.
livello dell’arte dolciaria e di prima mattina il profumo dei pasticciotti appena sfornati è irresistibile. Il dolce che poi è diventato tipico di tutta la Provincia di Lecce, caratterizzato da pasta frolla ripiena di crema pasticciera, venne creato per la prima volta a Galatina sul finire del XVIII secolo, nella celebre pasticceria Ascalone che ancora oggi delizia i palati dei galatinesi e dei tanti visitatori.
liberati dal morso della tarantola, in occasione della
Ma Galatina è nota anche per esser stata “il centro di
festa patronale dei SS. Pietro e Paolo, che si celebra il
cura del tarantismo”. Su un lato della scenografica
dal 28 al 30 di giugno. Per tre giorni e tre notti
piazza San Pietro, nel cuore del centro storico, sorge
all’interno della cappella si ballava al ritmo ossessivo
la settecentesca cappella di San Paolo, meta di pelle-
della pizzica, sperando nell’intercessione del Santo.
grinaggi per oltre duecento anni dei tarantolati e delle
Ancor oggi si rievoca quel rituale nella notte del 28
tarantolate che invocavano l’aiuto del santo per esser
giugno, nei pressi della piccola cappella. ●
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A
spetto delicato, cuore robusto, la cartapesta ha conosciuto gli impieghi più svariati, anche se resta il materiale per eccellenza degli arredi sacri.
Un’anima di fil di ferro, attorno al quale viene disposta la paglia per dare forma alla scultura che si vuole realizzare. Viso, mani e piedi sono di terracotta. Se la statua supera il metro di altezza, per un discorso di peso e dimensioni si ricorre alla cartapesta. Una volta modellata l’anatomia, il “manichino” viene incartato con la cartapesta, che si ottiene bagnando la cartapaglia, con la ponnula, colla particolare fatta con acqua, farina e solfato di rame. Si fa asciugare e si modella.
SALENTO REVIEW//23
PUBBLIREDAZIONALE
//ARTIGIANATO
Si passa poi alla fuocheggiatura: sette ferri,
naldis e Maria Arcona Ratta hanno unito
«Per Antonio era un hobby – racconta
di dimensioni diverse, una volta arroventati
le loro competenze ed i loro cuori. Insieme
Maria – lui faceva tutt’altro, ma l’amore e
in apposite fornaci, si usano per stirare la
nella vita, così come nel lavoro, Antonio e
la passione per la cartapesta, lo hanno let-
carta, eliminando l’aria che si è creata fra
Maria sono l’esempio di un felice connubio
teralmente rapito. Così abbiamo deciso di
uno strato e l’altro. Si modella ancora, poi
artistico oltre che personale.
unire le nostre forze e di aprire questo
si passa alla gessatura, per irrobustire il
Lui, maestro statuario, forgia con abile
punto d’arte che portiamo avanti con or-
manufatto. Con la cartavetrata si raffina il
maestria statue di santi, cherubini e Ma-
goglio da 20 anni».
prodotto finito, poi si procede con la de-
donne che poi andranno ad adornare chiese
«Lo abbiamo chiamato Casa dell’Artigianato
corazione.
o altri luoghi di culto.
Leccese perché praticamente trascorrevamo
La lavorazione è certosina, richiede la mas-
Lei, specializzata in oggettistica, presepi e
qui dentro quasi tutto il nostro tempo, oc-
sima precisione. Per realizzare una scultura
in tutto ciò che ruota attorno alla Natività, è
cupandoci della lavorazione e dell’esposi-
di dimensioni medio-piccole, si impiegano
sempre pronta a cogliere nuove ispirazioni.
zione. Insomma, era diventata la nostra
dai 25 ai 28 giorni.
Due generi diversi che viaggiano insieme,
‘casa’. Inoltre ospitavamo anche altri artisti,
Nel cuore di Lecce, a due passi dalla basilica
sulla scorta di una tradizione che hanno
amici e colleghi artigiani che volevano
di Santa Croce, in Via Umberto I, c’è la
respirato sin da ragazzi, formandosi nei la-
esporre da noi, quindi ci è sembrato naturale
Casa dell’Artigianato Leccese. Non una
boratori in città.
pensare a questo luogo come ad una casa
semplice bottega artigiana, ma un vero e
E proprio in una di queste officine d’arte
dell’artigianato».
proprio laboratorio dove Antonio De Ri-
nasce la loro storia.
Entrando in questi locali non riesci a guar-
Nella pagine precedente: l’ingrosse del negozio con una statua quasi a grandezza reale, una natività e la statua di Papa Giovanni Paolo II con, in secondo piano, Madre Teresa di Calcutta. In questa pagina altre statuine raffiguranti due nativià con colori e drappeggi diversi, una pastorella con i un fascio di legana tra le braccia e un pastore seduto sotto un albero.
24//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
Via XXV Luglio, 47/49 - Tel. 0832 241000 LECCE
PUBBLIREDAZIONALE
//ARTIGIANATO
In alto a sinistra una classica campanella della fortuna con il disegno del tipico gallo salentino. In alto a destra alcune statuine di pastori, a sinistra una natività con i Re Magi.
Da Pietro Surgente, soprannominato il “maestro dei Cristi”, perché specializzato nella realizzazione di crocifissi (uno dei quali esiste ancora, a Lizzanello), a Malecore, da Guacci a Maccagnani. La tradizione è ricca di grandi nomi. Non semplici artigiani, ma eccellenti artisti che hanno contribuito a rendere famosa, nel mondo, la cartapesta leccese. dare in faccia il tuo interlocutore. Non per
incantati davanti ai presepi che, entrando,
È un’arte appresa dai maestri francesi, spa-
scortesia, ma semplicemente perché lo
ti fanno respirare la vera aria di Natale.
gnoli, veneziani, napoletani. La prima opera
sguardo si posa su tutte le opere, non solo
È arte pura.
si trova a Bologna, ma è a Lecce che si ra-
in cartapesta, ma anche in terracotta, che
«Il cartapestaio – afferma Maria – è un
dica, cresce e si raffina. Siamo intorno al
abitano questa “casa”.
artista, un creativo, un passionale».
XIV secolo. Altari e facciate di chiese e ba-
C’è un busto di Papa Giovanni Paolo II che
La storia della cartapesta lo insegna. Si
siliche vengono adornati con statue di car-
ti lascia a bocca aperta, per non parlare
parte da materiali umili, poveri, ma il vero
tapesta, che ancora oggi, a dispetto del
degli angioletti che sembrano sorriderti
maestro sa trasformarli in piccoli grandi
tempo, mantengono intatto il loro fascino
dalle pareti. Impossibile, poi non restare
capolavori.
e la loro freschezza. ●
26//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
Nuova Ampa
16/17/18 gennaio:
a Novoli, si ripete la magia del fuoco Tra sacro e profano si festeggia sant’Antonio Abate, un appuntamento ormai consolidato nel calendario degli eventi salentini. La tradizione diventa un tutt’uno con l’innovazione. E al pubblico piace di Mariella Tamborrino
Foto di Antonio Zaccaria “Focara 2012”, dal sito www.fondazionefocara.com
È UNA MAGIA CHE SI RIPETE OGNI ANNO e che, come ogni anno, incanta ed appassiona credenti e non solo. La Fòcara di Novoli rappresenta ormai un appuntamento fisso con la tradizione salentina. Un’occasione per celebrare il Santo a cui è dedicata, Sant’Antonio Abate, e per accendere i riflettori su una realtà fatta di lavoro, di legami e di storia. Già, perché la Focara affonda le sue radici in un passato lontanissimo. La sua nascita risalirebbe al 1664, quando il Vescovo Luigi Pappacoda proclamò Sant’Antonio Abate protettore di Novoli. Il Santo è raffigurato, nelle immagini sacre, con un bastone alla cui estremità è legato un campanello per richiamare le bestie. È sempre accompagnato da un maialino, ed è considerato il protettore degli
//TRADIZIONI
NOVOLI
La locandina dell’evento 2013.
animali, soprattutto quelli da stalla e da cortile. Per questo motivo i contadini e gli allevatori nutrono da sempre, nei suoi confronti, una venerazione particolare. Devozione che si rinnova di anno in anno con la stessa forza e la stessa energia. E proprio in virtù di questo potere taumaturgico riconosciuto a Sant’Antonio, prima del fuoco c’è la benedizione degli animali, che solitamente avviene davanti al sagrato della chiesa a lui dedicata. A seguire c’è la processione, poi la messa solenne e infine, in Piazza Tito Schipa, l’accensione della Fòcara. Migliaia di fascine di tralci di vite secca, raccolte per l’occasione dai fedeli e dai contadini novolesi, vengono accatastate fino a formare una pira maestosa. La più grande del bacino del Mediterraneo: 25 metri d’altezza per 20 di diametro. Per poterla realizzare, centinaia di persone lavorano, senza sosta, per oltre un mese. La suggestiva scultura fatta di ramoscelli e legno, piano piano prende forma fino a diventare il simbolo della festa. Il 16 gennaio, vigilia della festa del patrono, la luce del falò illumina il cielo di Novoli e scalda il cuore di quanti, ammaliati da un rituale che mette insieme sacro e profano, assistono alla cerimonia dell’accensione. Il fuoco si spegnerà solo nei giorni successivi, e comunque i festeggiamenti proseguono anche il 17 ed il 18 di gennaio. Le vie del paese si animano con spettacoli e concerti, senza dimenticare l’aspetto eno-gastrono-
La rassegna musicale presenta un cartellone ricco e
mico legato all’appuntamento che da sempre coniuga
interessante, con ospiti illustri a partire da Mori
l’aspetto sacro con quello profano.
Kantè (autore del singolo africano più venduto al
Tra le novità legate all’edizione 2013, vi è il gemellaggio
mondo, il celeberrimo Yéké Yéké), Enzo Avitabile,
con il Comune di Oria. Un connubio perfetto fra la
che si esibirà insieme ai Bottari di Portico di Caserta
tradizione novolese e quella del Palio dei Rioni. Una
che, dal palco, proporranno sonorità suggestive ricavate
delegazione della città messapica parteciperà al momento
da strumenti particolari quali botti, tini, falci in grado
dell’accensione. Sarà uno spettacolo da non perdere,
di riprodurre i ritmi delle tarantelle.
con le coreografie degli sbandieratori ai piedi della
Sempre da Napoli, arriva Raiz, l’ex front man degli Al-
pira. Dal fuoco alle note musicali, il passo è breve.
mamegretta. Il ritmo diventerà ancora più incalzante
Torna anche quest’anno il “Fòcara Festival”, curato da
con le fanfare dei Balcan Beat Box, fino a trasfromarsi
Loris Romano.
ulteriormente con le note elettroniche degli Asian Dub SALENTO REVIEW//29
//TRADIZIONI//NOVOLI
Sindaco di Novoli, Oscar Marzo Vetrugno
Culto religioso e pagano, diventa una festa per tutti
Foundation. Non macheranno, e non potrebbe essere altrimenti, i Sud Sound System con il loro reggae made in Salento. E ancora, per gli appassionati dell’arte, intesa nella sua accezione più pura, c’è l’appuntamento con “FocArte”. Sarà allestita una mostra dedicata alle opere di Ugo Nespolo (autore, tra l’altro, del manifesto della Fòcara) ed un’altra dedicata agli scatti di Mario Cresci. È prevista anche la presenza di Letizia Battaglia, indicata quale vincitrice del Premio Fòcara Fotografia 2013. Negli ultimi tempi, nei confronti dell’evento di metà gennaio, è stato registrato un interesse sempre più ampio e condiviso. Sarà per l’attenzione mediatica, sarà per la sempre maggiore diffusione della manifestazione, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione (internet in primis), fatto sta che ormai sono in tanti a non voler rinunciare all’appuntamento novolese. Pellegrini, fedeli o semplici curiosi, giungono da ogni parte d’Italia, e anche d’Europa, per vivere la magia dei “Giorni del Fuoco”. Che la Fòcara sia un simbolo della salentinità è ormai una certezza, ecco perché è stata inserita fra i beni della cultura immateriale della Regione Puglia e partecipa alla catalogazione ministeriale per il riconoscimento, da parte dell’Unesco quale “bene immateriale intangibile”. Un obiettivo importante per il piccolo comune salentino così come per tutto il territorio. La “Fondazione Fòcara”, presieduta dal sindaco di Novoli, Oscar Marzo Vetrugno, nata per tutelare e tramandare il valore e lo spirito legati alla Festa, è al lavoro affinchè il riconoscimento giunga quanto prima. “La festa racconta l’identità culturale di questa terra con un evento unico e carico di simboli legati alla cultura popolare e contadina del territorio, che si muove tra sacro e profano, ed è diventata ormai da anni occasione di incontro tra culture e religioni diverse, che si riuniscono idealmente intorno al fuoco della grande pira, il fuoco buono di Puglia, messaggero di pace nel mondo”. ● 30//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
Si attende dall’Unesco il riconoscimento di “bene immateriale intangibile”. A che punto è il processo? Il nostro lavoro è stato completato e la richiesta è pervenuta negli uffici competenti, nei quali ovviamente le proposte sono tante e di qualità come la Fòcara. Sappiamo che le modalità di valutazione sono condizionate da priorità per tipologia o settore, ma finora non ci sono pervenute comunicazioni ufficiali sulla specifica pratica. Quello che ritengo sia importante fare in ogni caso è potenziare le azioni di comunicazione per acquisire nuove manifestazioni d’interesse alla proposta di riconoscimento, poiché è proprio la volontà di tutela popolare e territoriale della tradizione che sostanzia e potenzia la richiesta in atto. Sono tante le novità legate alla Fòcara di quest’anno. Prima fra tutte il gemellaggio con Oria. Come nasce questa collaborazione? L’incontro nasce dalla volontà di creare una potente sinergia fra i territori molto simili fra loro. Oria e Novoli hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per promuovere congiuntamente la loro cultura immateriale, scambiandosi la ricchezza della stessa con la mutua presenza dei significativi elementi identitari in occasione delle rispettive ricorrenze della Fòcara e del Torneo dei Rioni, facendo anche riferimento alle affini caratterizzazioni dei Santi festeggiati, fulcro delle stesse ricorrenze, Sant’Antonio Abate e San Barsanofio. Sacro e profano insieme per dare alla manifestazione un timbro di salentinità riconosciuto a livello europeo, se non addirittura mondiale. La Fòcara è a buon titolo uno fra i migliori biglietti da visita del nostro territorio? Molta parte della sua forza risiede nella sua popolarità e nell’essere autentica espressione della terra di appartenenza. I significati che sono scaturiti dalle attività collaterali, messe in campo nel corso di questi anni, per il rilancio e la sua valorizzazione, attestano il perdurare di quei valori, approdati al riconoscimento della Fòcara come bene della cultura immateriale di Puglia e del suo fuoco quale “fuoco buono di Puglia ambasciatore di pace e dei diritti umani nel mondo”. Il nostro stimolo è stato proprio quello di convincere quanti hanno da sempre partecipato all’evento, ad essere non solo ospiti graditi nel senso della cultura mediterranea, ma anche protagonisti e investitori a tutela e sostegno di una tradizione popolare che, da sempre, rappresenta al meglio la cultura popolare collettiva e l’identità di un intero territorio. Sarebbe riduttivo e sterile confinarla alla sola comunità novolese a cui comunque va il merito di aver tutelato un così potente e forse unico rito che mette insieme sacro e profano, materialità ed immaterialità, fede e passione in maniera altrimenti irripetibile. Il biglietto da visita della Fòcara può sicuramente interpretare nuovi input per il territorio, se a quel biglietto da visita si associano altri simboli territoriali di qualità, credibilità, oltre ad investimenti di altri soggetti nel campo delle azioni di rilancio e nel settore della cultura, fino a costruire, proprio come noi, fascina dopo fascina, una grande fòcara della cultura immateriale pugliese che potrà proiettare oltre confine, da protagonista nel mondo, la qualità della nostra nuova cultura, producendo nuova economia.●
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//TRADIZIONI
OTRANTO
ALBA DEI POPOLI
IL SALUTO AL NUOVO ANNO DALLA “PORTA D’ORIENTE” di M.T.
A sinistra la piazza e una parte del lungonare di Otranto, uno dei migliori affacci sul mare dove si può aspettare ed osservare lo spettacolo pirotecnico della notte di San Silvestro. Nella pagina accanto, due momenti della manifestazione.
UNO SGUARDO AL SOLE CHE SORGE. Al primo
Unica nel suo genere, la manifestazione sin dal suo
raggio del nuovo anno. Al suo significato di pace e
esordio ha puntato sull’originalità, per dare un segnale
speranza.
forte del suo carattere. Gli ingredienti per farlo c’erano:
Nasce da questi presupposti l’Alba dei Popoli, evento
un luogo suggestivo, Otranto, la città più a est di tutta
che affonda le sue radici nel 1999, creato proprio per
la penisola italiana; le risorse culturali e le risorse
salutare solennemente il nuovo millennio. Suggestione,
umane. L’esordio è come un terremoto culturale.
magia, fascino. Otranto, incantevole perla dell’Adriatico,
Il primo appuntamento con l’Alba dei Popoli piace,
porta d’Oriente per eccellenza, si trasforma nella
conquista, rapisce.Impossibile non proseguire seguendo
culla di riti che vanno dalle celebrazioni culturali a
questa direzione. E così la rassegna cresce, si forma,
quelle più squisitamente popolare, culminando nel-
assume connotati sempre più precisi, coinvolge enti
l’atteso concerto del 31 dicembre. Il filo conduttore è
pubblici, privati, volontari. È una corsa a fare parte di
uno solo: esaltare la terra salentina quale crocevia di
questo progetto dal respiro sempre più ampio.
culture, di dialogo, di incontro. Guai a intendere la
Questo spiega la presenza, in tutti questi anni, di per-
rassegna di fine anno come un semplice contenitore
sonaggi di spicco del mondo dello spettacolo e culturale.
di eventi. L’Alba dei Popoli nasce principalmente per
Artisti di fama nazionale ed internazionale, ambasciatori
magnificare il rapporto fra i popoli del Mediterraneo.
a loro modo di quella cultura che è emblema del Me-
È come un ponte ideale su cui costruire e rafforzare il
diterraneo: da Goran Bregovic a Ferzan Ozpetek, da
legame fra tutte le etnie che lo attraversano.
Emir Kusturica a Manuel Pradal.
32//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
di anno in anno un anello dopo l’altro, ha consolidato la sua presenza rafforzando il messaggio iniziale, diventando un appuntamento fisso. Concerti, cori gospel, intrattenimento per i più piccoli, rassegne eno-gastronomiche con annesse degustazioni, intrecci di musiche mutuate dalla tradizione sacra che si fondono con quelle profane, il tocco della tradizione che, sfiorando i tamburelli, porta la pizzica in piazza. E poi il concerto di fine anno che trasforma il Lungomare degli Eroi in un unico grande salotto dove si attende il primo sole del nuovo anno come una benedizione. Anche se il vero abbraccio con il primo Un lungo elenco, che comprende anche artisti del
raggio avviene al Faro della Palascìa, uno dei luoghi
calibro di Lou Reed, Pino Daniele, Roy Paci, Mario
simbolo di Otranto, e del Salento tutto.
Biondi, Giuliano Palma, Nina Zilli, gli Avion Travel,
Ma non finisce qui. Gli appuntamenti sono ancora
Vinicio Capossela, i Sud Sound System, Nicola Piovani,
tanti. Dall’1 al 6 gennaio è un susseguirsi di spettacoli
Eugenio ed Edoardo Bennato, gli Stadio.
teatrali, mostre fotografiche e incontri organizzati
Negli anni, l’amministrazione comunale ha perfezionato
per animare le serate idruntine.
l’organizzazione dell’evento che, nato come un ap-
La “Città dei Martiri” sfoggia il suo lato migliore e il
puntamento di soli tre giorni, adesso si protrae per
pubblico premia ogni sforzo profuso per dare corpo
quasi un mese. Nel suo cammino, l’Alba dei Popoli è
ad una manifestazione impegnativa ma a cui, ora,
diventata come una sorta di catena che, aggiungendo
sembra difficile, se non impossibile, rinunciare. ● SALENTO REVIEW//33
//PERSONAGGI
GIORGIO PANARIELLO
PULCINO GIORGIO INMEZZ@VOI!, CON IL SALENTO NEL CUORE di Antonio Greco
Riparte lo show di Giorgio Panariello che si traveste da Pulcino Pio e strizza l’occhio al Salento, “una terra meravigliosa”
RIECCOLO. VOILÀ À VOUS, GIORGIO PANARIELLO. Non sarà Sylvie Vartan (altri tempi, quelli del mitico varietà) ma il toscanaccio non si smentisce. Non cambia mai. Un occhio al futuro, sì, perché è necessario sempre stare al passo coi tempi (vorrei diventare, quello che si dice, un comico ‘moderno’), acchiappare sfumature, fare da cassa di risonanza alle tragicomiche dei “poveri” italiani, ma senza perdere di vista il passato, le gag che resteranno scolpite per sempre nel cuore degli italiani. E anche dei salentini a cui Panariello è assai affezionato per il calore dimostratogli quando è giunto nella nostra splendida terra. “INMEZZ@VOI!”, il nuovo spettacolo di Giorgio Panariello, ha debuttato venerdì 30 novembre al Nelson Mandela Forum di Firenze, prima di toccare i principali teatri e palasport italiani. Un tour lungo ed estenuante che si concluderà a marzo del prossimo anno. Con “INMEZZ@VOI!” l’eclettico showman riporta in scena la sua fantasia dopo il grande successo del one man show di Canale 5 Panariello Non Esiste che ha registrato una media di 5.500.000 telespettatori. Attore e autore, istrionico e imprevedibile, Giorgio Panariello torna a “dipingere” la Le tante espressioni dello showman Giorgio.
realtà con personaggi vecchi e nuovi, per raccontare con la sua amabile ironia vizi, ca-
34//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
SALENTO REVIEW//35
//PERSONAGGI//GIORGIO PANARIELLO
La locandina del nuovo tour che sta riscuotendo grande successo.
Ma ci sarà spazio anche per i vecchi personaggi? «Penso che la novità di questo show sia che almeno l’80% dello spettacolo sarà fatto di monologhi. Ho ricercato altri sistemi per strappare la risata attraverso delle caratterizzazioni che non necessariamente sono dei personaggi: magari solo rappresentando una camminata, un modo di fare, oppure un vizio, un accento particolare. I personaggi quelli storici ci saranno, soprattutto se richiesti, però vorrei fare un percorso un po’ diverso questa volta e scoprirmi un Giorgio diverso». Hai scelto il nome INMEZZ@VOI perché consideri il teatro il tuo habitat naturale? «Anche per quello, però soprattutto per il fatto che questa volta ho voluto veramente trovarmi, anche fisicamente, in mezzo alla gente. Prendo spunto da loro e da quello che vedo. Mi piace sentire cosa le persone pensano della situazione economica, dei disagi sociali, ma anche di che cosa le diverte, che cosa le fa soffrire e cosa le fa arrabbiare. Ho preso spunto dal tormenpricci e peccati della nostra Italia. L’attualità e la quo-
tone di un mio personaggio di qualche tempo fa, Lello
tidianità saranno ancora protagoniste dei suoi mono-
Splendor, quindi è anche un’operazione nostalgica, ma
loghi esilaranti, ritratti brillanti del nostro tempo in
che ben rappresenta il mio stato d’animo».
cui ognuno potrà ritrovare un po’ di se stesso e ridere,
Ma lo sai che anche il Salento ti aspetta a braccia
sorridere e riflettere.
aperte?
Porterai in scena il vero tormentone dell’estate
«Purtroppo questa volta non riuscirò a fare uno spet-
2012: il Pulcino Pio.
tacolo nella vostra splendida terra. Ma mi riprometto
«È il personaggio più rappresentativo: servirà per far
di farlo al più presto, anche perché il Salento mi è ri-
capire a che livello siamo, anche in quanto a prepara-
masto nel cuore: il calore della vostra gente e inegua-
zione musicale, rispetto agli altri paesi. Perché, in-
gliabile. Mi mancano tanto i colori e le passioni, gli
somma, bisogna fare i conti anche con lui, che con
odori e i sapori di questa terra, la generosità dei leccesi
tutti gli “scaricamenti” e i “cliccamenti” che ha po-
e le bellezze di una città che a buona ragione ho saputo
trebbe diventare, dopo Grillo e dopo Renzi, il nuovo
essersi candidata a Capitale Europea della cultura».
fenomeno politico italiano. Sta riscuotendo larghi
Insomma, quasi un’isola felice…
consensi e, visto che oggi la politica va a pescare anche
«Ebbene sì. E poi, non dimentichiamo un altro
tra igieniste dentali pur di avere rappresentanti che
aspetto: nel Salento le donne sono splendide. Ma que-
possono far aumentare i voti, io credo che anche il
sto non scriverlo, altrimenti rischio guai grossi…»
Pulcino Pio possa dire la sua».
Arrivederci, allora, Giorgio, ti aspettiamo a Lecce. ●
36//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
Tutti insieme è meglio
Lecce Cavallino presso il Parco commerciale Conad Leclerc s.s. 16 Lecce-Maglie - 73020 Cavallino (Le) Telefono 0832/614654 - Fax 0832/614525 ore 9.00-21.00 (lun-sab) - ore 9.30-21.00 (dom)
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CREM, NON LA SOLITA GELATERIA! Crem Bar, Viale Marconi, 19 angolo Viale Lo Rè - Lecce • Tel. 0832 246516 38//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
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//IN CUCINA Al centro insieme al suo staff Crocifisso Degli Angeli, primo proprietario dello storico Bar degli Angeli.
di Mariella Tamborrino - foto di Pierpaolo Schiavone
N
on la solita gelateria,
st’angolo di piacere inaugurato meno di
cercati, più particolari: pinolo; malaga,
non la solita pasticceria.
un anno fa.
come quella che si faceva una volta, man-
Chi ha voglia di assag-
“Il nostro obiettivo” dice “era quello di
dorle e fichi caramellati, noci e pistacchio.
giare qualcosa di diverso e originale può
realizzare una gelateria e creare un marchio
Per quest’ultimo facciamo arrivare il prodotto
entrare da Crem, a Lecce, e farsi rapire dai
da esportare anche all’estero”.
direttamente da Bronte, la città del pistac-
sapori e dai gusti più particolari. Tutto ri-
chio per eccellenza. Per la nocciola facciamo
gorosamente di qualità e con un occhio ri-
Perché Crem? Il nome ha un significato
arrivare i frutti dal Piemonte e sono le noc-
volto alla tradizione.
particolare?
ciole genuine, quelle IGP.
Nato dall’incontro fra tre soci, Crocifisso
«Avevo pensato a Cremoris, che in latino
E poi i gelati alla frutta. Per prepararli
Degli Angeli, Fausto Negro e Mario Quarta
significa pannoso, cremoso, e che poteva
usiamo solo e soltanto frutta fresca di sta-
Colosso, Crem sorge in un angolo strategico
ben rappresentare i nostri prodotti. Poi,
gione.»
della città, fra Viale Marconi e Viale Lo Re.
visto che era troppo lungo, l’abbiamo ac-
Un motivo in più per sorseggiare un caffè,
corciato. Così è nato Crem.»
o assaporare una delle tante specialità che
Quali sono i vostri prodotti più rappre-
le cremeria offre, è la splendida vista sul
sentativi?
Castello Carlo V o la Fontana dell’Armo-
«Innanzitutto i nostri gelati. Produciamo
nia.
anche quelli per così dire di “nuova gene-
Lo assicura Crocifisso Degli Angeli, uno
razione”, gusto Mars o Kinder, però i nostri
dei soci, che ci racconta la storia di que-
fiori all’occhiello sono quelli un po’ più ri-
Un primo piano dei tanti prodotti freschi esposti nelle vetrine.
SALENTO REVIEW//39
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//IN CUCINA
A destra una panoramica dalla parte della gelateria. Sotto: una sbirciatina in cucina per vedere la preparazione dei dolci e un semifreddo pronto per essere portato a casa.
E il cioccolato? Non può mancare! «Il cioccolato arriva dalla Francia. Abbiamo anche un’apposita fontana con cui rivestiamo i coni prima di riempirli.» Lei ha elencato una serie di prodotti
Usate anche ingredienti locali”? «Certamente. I fichi, per esempio, ce li fornisce un’azienda locale. E per la rosticceria abbiamo altri fornitori in loco. Però tutto viene rigorosamente preparato da noi, nei
foto: archivio Crem
reperiti in altre zone d’Italia e all’estero.
nostri laboratori. Garantiamo la freschezza di ogni singolo pezzo. Una golosità dopo l’altra, ma soprattutto una ricercatezza nei prodotti che la dice lunga sulle attenzioni che riservate alla clientela. Proprio così. Vogliamo andare incontro alle esigenze di tutti offrendo solo il meglio. Inoltre i nostri prodotti sono senza glutine e privi di lattosio. Un accorgimento in più per chi fosse intollerante. Non meno importanti sono i prodotti dietetici: facciamo gelati con latte di soia e fruttosio, più leggeri ma ugualmente buoni.» Qual è il prodotto più rappresentativo, quello che racchiude la “filosofia” di Crem? «Sicuramente il pasticciotto Crem. È una rivisitazione del tipico pasticciotto leccese in chiave decisamente golosa. È fatto di
Abbiamo altre specialità. Per esempio il
Crem è una deliziosa realtà leccese pronta
cioccolato puro, con un ripieno di marmel-
cornetto alla francese, il classico croissant,
a spiccare il volo?
lata di fichi e scorza di limone. Ho preso
quello fatto esclusivamente col burro; pre-
«L’intenzione è quella. In questa struttura,
spunto dai tradizionali fichi secchi, quelli
pariamo torte, spumoni, mattonelle. Tutto
ad oggi, lavorano 19 persone, vorremmo
preparati con la mandorla dentro, ricoperti
rigorosamente di nostra produzione, così
poter investire ancora in questo settore e
di cioccolato, e ho rielaborato la ricetta.
come i prodotti di rosticceria.
magari aumentare i posti di lavoro. La vo-
Ovviamente c’è un ingrediente segreto
E ci tengo a sottolineare che non usiamo
lontà c’è, la qualità pure e, a quanto pare,
che non posso rivelare.
mai grassi vegetali idrogenati.»
anche il consenso della clientela.» ●
40//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
di Andrea Licci & C.
Forniture per: Alberghi - Ristoranti - Bar - Enti - Comunità Articoli da regalo - Liste nozze Viale Marconi, 5 - 73100 Lecce • Tel. 0832.301515 • Fax 0832.301430 www.alberghierasas.it • info@alberghierasas.it
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//IN CUCINA
Dove cucinare è un’arte e la qualità è di casa Cotto o crudo il pesce è di tendenza e al Blu Notte è sempre e solo freschissimo di Mariella Tamborrino foto di Pierpaolo Schiavone Blu Notte, Via Marino Brancaccio • Lecce Tel. 0832 304286 • www.ristoranteblunotte.com
42//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
A
ppena entri nel risto-
città. C’è addirittura una coppia di Torino
rante Blu Notte, a
che ci raggiunge sempre per festeggiare
Lecce, in Via Bran-
l’anniversario di matrimonio ed il comple-
caccio, a due passi da Porta San Biagio, la
anno della moglie.»
prima cosa che ti colpisce è l’ambiente.
Ecco, questo la dice lunga sull’aria che si
Sale eleganti, raffinate, atmosfera intima,
respira qui al Blu Notte dove due sono le
arredamento curato in ogni dettaglio e la
parole chiave: cortesia e qualità.
consapevolezza che di lì a poco verrai coc-
«Su questo non si discute – continua Sonia –.
colato.
La qualità è il nostro marchio di fabbrica.
Il sorriso e la disponibilità del titolare, Mau-
Offriamo solo prodotti freschi, piatti semplici
rizio Vergara, ma soprattutto i manicaretti
ma gustosi, senza troppi pasticci. Del resto,
preparati dalla moglie, Sonia Gaetani, l’in-
se un cliente chiama per prenotare un
discussa regina dei fornelli, sono la vera ri-
tavolo vuol dire che ha scelto noi e sta a
cetta per il successo di questo ristorante.
noi non deludere le sue aspettative.»
«Del resto – spiega Sonia – noi ci prendiamo
Quando Sonia parla di freschezza lo fa a ra-
cura dei nostri clienti, leccesi e non. Ci
gion veduta. Il menù del ristorante è infatti
sono persone che vengono puntualmente,
prevalentemente composto da pesce, e la
ogni anno, da Milano, da Roma e da altre
genuinità del prodotto è sempre garantita.
Due immagini del Blu Notte, l’ingresso e la sala, raffinata ed elegantemente arredata.
SALENTO REVIEW//43
PUBBLIREDAZIONALE
//IN CUCINA
Aragoste, frutti di mare, gamberoni, scampi.
vera delizia. L’ispirazione è nata proprio
C’è solo l’imbarazzo della scelta. E se il
dalla crema al pistacchio, così saporita ma
prodotto è buono di suo, Sonia ne sublima
al tempo stesso così neutra, poi ho provato
il sapore con ricette sempre nuove e az-
con gli abbinamenti e alla fine è uscito
zeccate.
questo primo che, vi assicuro, è davvero
«L’ultimo piatto nato in casa Blu Notte –
gustoso.»
dice – è un tortello fatto a mano da noi,
Oltre ai primi, ottimi e raffinati, il menù
con ripieno di carciofi e ricotta, preparato
propone piatti a base di pesce. Cotto o
su un salsa di pistacchio e gamberetti. Una
crudo, a seconda dei gusti anche se, a quanto pare, la tendenza del momento propende più per la seconda opzione. «È vero – dice Sonia – in questo periodo c’è molta richiesta di pesce crudo, frutti di mare
Piatti raffinati e freschezze del mare, anche questo è il Blu Notte.
in particolare, e noi sappiamo come soddisfare
la nostra clientela: offrendo solo e soltanto prodotti rigorosamente freschi.» La qualità la si ritrova ovunque. Anche nei calici. Il Blu Notte, infatti, vanta una cantina pregiata e assortita, con una vasta scelta fra vini bianchi, rossi e rosati delle migliori aziende vinicole. «È un lavoro che facciamo con passione – aggiunge Sonia – anche perché i sacrifici che affrontiamo sono stati tanti. Ma la vera energia ci viene non solo dalla passione, ma anche dall’affetto e dalla stima con cui veniamo ricambiati dai nostri clienti. Sapere che si parla di noi, e in termini entusiastici anche fuori dai confini salentini, ci riempie di orgoglio e ci fa capire che stiamo operando nella direzione giusta.» Un ulteriore tassello che si aggiunge alla costruzione di questa realtà di successo è il Marchio Ospitalità Italiana, ovvero la certificazione che la Camera di Commercio conferisce al strutture particolarmente meritevoli. Il Blu Notte ne ha una collezione. ●
44//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
LEONE DI MESSAPIA **** Hotel & Conference Prov.le Lecce Cavallino, 73100 Lecce tel. +39 0832 613102 www.leonedimessapia.it e-mail: info@leonedimessapia.it
PUBBLIREDAZIONALE
//FASHION
46//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
Anna Valentini, Via Renato Imbriani, 36 - Lecce tel. 0832.389063 - valentinianna@hotmail.com
Un viaggio nell’universo femminile, fra stile e bellezza di M.T.
Innovativa, eclettica, sempre pronta a cogliere nuove sfide e a dettare moda. Anna Valentini si racconta
G
uardarsi allo specchio
Insomma, belle dentro e belle fuori.
forse è il mio tratto distintivo e i miei colla-
e sentirsi belle. Un so-
A confermarlo è Anna Valentini, hair stylist
boratori lo sanno e mi seguono. Professio-
gno, questo, accarez-
di successo.
nalità e serietà mi hanno fatto guadagnare
zato da tutte le donne.
«È vero – afferma – bellezza vuol dire pren-
credibilità e nel tempo la mia azienda è
Non c’è niente di meglio che sorridere
dersi cura di se stessi. Lo vedo con le mie
cresciuta. Molto importante è stato l’incontro
soddisfatte alla propria immagine riflessa.
clienti, quando vengono da me hanno le
con Anna Pellegrino, la sua collaborazione
E non è certo un segno di vanità. Essere
idee chiare, molte seguono le nuove ten-
mi ha accompagnato per undici anni ed
belle oggi significa essere in pace con se
denze e vogliono il meglio.»
ora è mia socia e mia grande amica.»
stesse, sentirsi bene, guardando oltre l’ap-
Anna è in questo settore da 29 anni. Nel
Non solo cura dei capelli.
parenza.
tempo ha costruito un’azienda forte, è co-
«Chi viene da noi sa già cosa vuole, ma so-
Negli ultimi anni è cambiata la percezione di
nosciuta e stimata, ha creato mode, continua
prattutto sa cosa offriamo. Il mio team ed
noi stessi. C’è più attenzione all’immagine,
a farlo ed è sempre attenta a cogliere
io creiamo look per giovani donne e eleganti
la cura del look è diventata più precisa, più
nuovi stimoli che le arrivano dal mondo
signore che, sempre alla moda, vogliono il
accorta e si è più preparati in un settore a cui
del fashion e della moda che la circondano,
taglio del momento. Ci prendiamo cura
prima ci si rivolgeva con minore interesse.
coniugandoli con il suo personale gusto.
dei capelli, del viso, della pelle e del trucco.
La donna di oggi sa cosa vuole. Ha una
Come definiresti lo stile “Anna Valentini”?
Usiamo prodotti di qualità e loro lo sanno.
forte consapevolezza di se stessa, e tutto
«È un concetto di bellezza abbinato alla
La nostra idea è Total Beauty.»
ciò si traduce in una sensibilità che traspare
qualità e alla professionalità. Io, almeno,
Quindi sposate in pieno il concetto di ar-
nell’immagine che offre all’esterno ma che
parto da questi presupposti. Alla base di
monia?
inevitabilmente è lo specchio di ciò che ha
tutto ci deve essere preparazione e forma-
«Esattamente. E proprio in virtù di questo
dentro.
zione, non amo l’improvvisazione e questo
che da alcuni anni lavoriamo in collabora-
SALENTO REVIEW//47
PUBBLIREDAZIONALE
//FASHION
zione con un’azienda francese, la Biosthe-
un’accentuata attenzione verso se stessi. Ci
Del resto, faccio questo lavoro da 29 anni,
tique, rinomata a livello internazionale che
sono più occasioni per incontrarsi, fra cene,
ho cominciato giovanissima, affrontando
ci fornisce prodotti di qualità e all’avan-
feste, pranzi e altro e la donna, si sa, vuol es-
anche tanti sacrifici, ma adesso sono sod-
guardia adatti ad ogni capello e, ci tengo
sere in ordine. Io, sinceramente, ho un con-
disfatta di quello che ho creato. La colla-
a dirlo, non testati su animali. Proprio
cetto di moda e tendenza tutto mio. La
borazione con la Biosthetique è fonda-
grazie alla Biosthetique la nostra idea di
moda è, secondo me, tutto ciò che una
mentale, un traguardo importante. Colla-
Total Beauty si concretizza.»
donna ha voglia di sentirsi addosso. Quando
boro con loro da sei anni, creo moda e
Quali sono le tendenze del momento? In
ho una richiesta che credo non sia adatta
partecipo ai Congressi Internazionali Bio-
questi giorni di festa, ci sono richieste
per quella cliente cerco sempre di indirizzarla
sthetique, chiamati anche show del capello.
particolari da parte delle clienti?
al meglio mantenendo i suoi personali gusti.
Le ultime mete sono state Stresa, Berlino
«Ovviamente in questi giorni particolari c’è
Ad ognuna di loro presto un’attenziona par-
e Parigi, dove ho avuto modo di arricchire
ticolare ed è per questo che con il tempo
il mio bagaglio di esperienze. E non finisce
subentra stima, fiducia e amicizia e per
qui!»
questo tornano».
Altre sorprese in futuro?
Quanta passione c’è in quello che fa?
«Proprio così. Voglio occuparmi di stile.
«Ho parlato di formazione, è vero, ma alla
Un progetto che ho nel cassetto e che
base di tutto c’è una passione fortissima.
molto presto tirerò fuori.» ●
Foto di gruppo per il team di Anna Valentini, giovane e affiatato.
48//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
C’è sempre o t n e m o m un buon e per legger
CASA DEL LIBRO Via Merine, 1/C - 73100 Lecce Telefax 0832/344609 Tel. 0832/524223 casadellibro.ricordi@libero.it
Nata nel 1953, Casa del Libro è divenuta nel tempo una solida realtà. Spaziando dalla narrativa, all'editoria scolastica, dalla manualistica alle edizioni musicali, divenendo punto di riferimento per un pubblico di professionisti, lettori e appassionati di musica.
Oggi, avvalendosi della consolidata esperienza e potendo contare su un vasto assortimento di titoli (circa 40.000) sempre presenti in magazzino, si pone come obbiettivo di fornire con professionalita' e in tempi ridotti, il miglior servizio possibile.
//in libreria Libri selezionati a cura della libreria
Il Palazzo e la piazza Bruno Vespa, Mondadori, 2012 € 19,00 Dopo il successo riscosso negli ultimi anni con libri rivolti a un pubblico soprattutto femminile, quest’anno Bruno Vespa ha deciso di tornare ai temi che gli sono più familiari, quelli di carattere storico-politico. Partendo dall’epocale crisi del 1929 e dalla Grande Depressione, il libro ripercorre i momenti più difficili della storia economica italiana (e internazionale) e approda al drammatico novembre 2011, con le inaspettate dimissioni del premier Silvio Berlusconi, la nomina a sorpresa di Mario Monti a presidente del Consiglio e il varo del cosiddetto “governo dei professori”.
Calico Joe John Grisham, Mondadori, 2012 - € 18,00 Due uomini diversi per età, carattere, personalità. Ma accomunati dalla stessa professione: il baseball. Uno è Warren Tracey, donnaiolo, alcolista e pessimo padre che, ormai sul viale del tramonto, gioca le sue ultime partite nei Mets di New York, appesantito dagli anni e dalla frustrazione per una carriera che avrebbe voluto diversa. L'altro è l’astro nascente Joe Castle, ventun’anni, originario di Calico Rock, nel profondo Arkansas, che sta mietendo successi nelle file dei Cubs di Chicago. La popolarità di Joe è alle stelle: il clamore dei suoi record e delle sue prodezze echeggia dalle tivù e dalle radio di tutto il paese, rendendolo in breve tempo l’idolo dei fan del baseball, primo fra tutti Paul Tracey, il figlio undicenne di Warren. È il 1973 quando suo padre si ritrova finalmente faccia a faccia con Joe sul diamante dello Shea Stadium di New York in una partita che passerà tristemente alla storia.
Casa del Libro
Il manoscritto ritrovato ad Accra Paulo Cohelo, Bompiani, 2012 - € 17,00 14 luglio 1099. Mentre Gerusalemme si prepara all’invasione dei crociati, un uomo greco, conosciuto come II Copto, raccoglie tutti gli abitanti della città, giovani e vecchi, donne e bambini, nella piazza dove Pilato aveva consegnato Gesù alla sua fine. La folla è formata da cristiani, ebrei e mussulmani, e tutti si radunano in attesa di un discorso che li prepari per la battaglia imminente, ma non è di questo che parla loro il Copto: il vecchio saggio, infatti, li invita a rivolgere la loro attenzione agli insegnamenti che provengono dalla vita di tutti i giorni, dalle sfide e dalle difficoltà che si devono affrontare. Secondo il Copto, la vera saggezza viene dall'amore, dalle perdite sofferte, dai momenti di crisi come da quelli di gloria, e dalla coesistenza quotidiana con l’ineluttabilità della morte. “Il manoscritto ritrovato ad Accra” è un invito a riflettere sui nostri princìpi e sulla nostra umanità; è un inno alla vita, al cogliere l'attimo presente contro la morte dell'anima.
La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti Carlo Pansa, Rizzoli, 2012 - € 19,50 Questa volta Giampaolo Pansa racconta e va oltre: supera gli accadimenti per toccare qualcosa che non è più narrazione ma, forse, il lancio di un'autentica sfida. O almeno, di sicuro, da qualcuno potrà essere ritenuta tale. Milioni di persone senza difese nella morsa di due fazioni senza pietà, i partigiani e i fascisti. Nella fase conclusiva del secondo conflitto mondiale, tanti italiani si trovarono scaraventati dentro l'inferno della guerra civile. E scoprirono che non esisteva differenza fra le parti che si scannavano. I partigiani e i fascisti si muovevano nello stesso modo. Alimentando tempesta di orrori, rappresaglie, esecuzioni, torture, stupri, devastazioni. “La guerra sporca” descrive il lato oscuro degli anni fra il 1943 e il 1945.
Il principe della nebbia Ruiz Zafon Carlos, Mondadori, 2012 - € 19,00 1943: il vento della guerra soffia impetuoso quando il padre di Max Carver decide di trasferire la famiglia sulla costa spagnola. Il luogo sembra protetto e tranquillo ma, appena arrivati, cominciano a succedere strani fenomeni: La sorella Alicia inizia a fare sogni inquietanti, compare una scatola piena di vecchi film mentre l’orologio della stazione va all'indietro. E ci sono le voci, sempre più sinistre. Quando un incidente colpisce la sua famiglia, Max è costretto, suo malgrado, a improvvisarsi detective. Assieme ad Alicia e al nuovo amico Roland, nipote dell'anziano custode del faro, inizia a indagare sull'oscuro naufragio di una nave che giace sui fondali della baia custodendo molti segreti...
Mariemma Alberto Diso, Carra Editrice, 2012 € 14,50 Moris, un uomo ormai sessantenne che d’estate vive in Grecia nella sua barca, incontra per caso, in uno sperduto villaggio greco, una donna, Mariemma. “…e quel volto… quel volto io lo conoscevo, l’avevo già visto”, questo pensava Moris. In seguito riesce a ricordare.
SALENTO REVIEW//51
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Un classico è l’eau de Parfum da donna confezione da 100ML di BURBERRY
SALENTO REVIEW//53
L’asilo LA MELA è tra i primi aperti a Lecce. Lo staff della signora Antonella è composto da giovani educatrici che ogni giorno con passione ed entusiasmo intrattengono i piccoli birbanti salentini. Pareti colorate e stanze colme di giochi di ogni tipo ospitano i bimbi quotidianamente ed una simpatica tavolata raccoglie intorno a sè i piccoli, sia nelle occupazioni quotidiane che nelle scoppiettanti feste di compleanno. Mentre la mattinata è dedicata ai giochi e alle canzoni accompagnate da balletti e risate, il pomeriggio, dopo la nanna, i piccoli sono impegnati nelle attività creative, quali disegni e costruzioni: l’asilo diventa così un baby parking per i genitori che hanno necessità di lasciare i proprio figli per alcune ore. Dedizione e professionalità al servizio del bambino: è questo che rende speciale l’asilo La Mela di 40 anni. Per info: Asilo La Mela, Via Carlo Massa, 21 - 73100 Lecce - Tel. 0832 314924
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IL PULCINO DEL MOMENTO Fa moda ed è super colorato. Da BEBÈ STORE - Lecce.
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Effetto verniciato, tinta unita, chiusura a calamita, taschino interno con zip, logo. Vari colori. È la borsa che ARMANI ci riprone anche quest’inverno rivisitata e ancora più glamour.
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Raffinato e suggestivo il Doubletree by Hilton Acaya Golf Resort si trova al centro di uno scenario suggestivo e unico al mondo 62//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
DoubleTree Resort, Strada Comunale di Acaya Km 2 Acaya-Fraz. di Vernole (Le) Tel. 0832.861385 • www.acayagolfresort.it
S
ituato nel cuore del Salento, sulla costa
adriatica, il Doubletree by Hilton Acaya Golf Resort si trova al centro di uno
scenario suggestivo e unico al mondo. Immerso nella ricca vegetazione mediterranea, è affiancato dall’Oasi Naturale WWF delle Cesine da una parte e dal mare Adriatico dall’altra. Il Resort è il punto di partenza ideale per scoprire le bellezze della città barocca di Lecce e delle spiagge salentine.
ACAYA GOLF CLUB
Semplice, tradizionale e funzionale. Il campo al Doubletree by Hilton Acaya Golf Club, volto a rendere il golf un gioco accessibile a tutti è situato in prossimità di un’oasi naturale di circa 380 ettari. Nel verde della macchia mediterranea, “pregiata vegetazione spontanea” è stato realizzato uno splendido percorso 18 buche Par 71, terreno di confronto interessante per tutti i livelli di gioco, professionistico o amatoriale, di uomini, donne e juniores. Inoltre il Doubletree By Hilton Acaya Golf Club dispone di un Driving Range completo e funzionale. Il Campo Pratica con 22 postazioni, di cui 6 al coperto, 2 Putting Green e 2 Pitching Green, è l'ideale per i giocatori che intendono affinare la loro tecnica e per chi muove i primi passi. SALENTO REVIEW//63
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SPA E BENESSERE
RISTORANTI E BANQUETING La ristorazione al Doubletree by Hilton Acaya Golf Resort unisce la tradizione culinaria salentina ai piatti più amati della cucina italiana, ed accompagna alle deliziose pietanze una accurata selezione di vini pregiati, anche prodotti da piccole cantine locali. Due eleganti ristoranti interni e quattro punti ristoro, di cui due esterni, offrono all’ospite la possibilità di scegliere il luogo più adatto per ogni occasione. Il Banqueting disposto per i soci del Golf Club e per tutti gli ospiti del Doubletree by Hilton Acaya Golf Resort, grazie ad uno staff altamente qualificato è in grado di organizzare qualsiasi evento, pianificarne ogni aspetto e gestire fino a 800 ospiti. Ambienti raffinati dove vivere indimenticabili esperienze enogastronomiche. 64//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
Rifugio ideale per una perfetta remise en forme affidata alle sapienti mani di personale altamente specializzato, il Doubletree by Hilton Acaya Golf Resort seduce i suoi ospiti con percorsi di puro benessere. Tra i giardini profumati di uliveti e macchia mediterranea, 1.200 mq di SPA consentono un approccio olistico alla salute, al benessere ed alla forma fisica. Un’ampia scelta di trattamenti beauty si accompagnerà agli straordinari benefici dei bagni di vapore e a programmi personalizzati di esercizio, consentendo di rigenerare l’organismo e rivitalizzare i sensi.
//ECONOMIA E TERRITORIO
ENOGRASTRONOMIA
Il marchio Puglia punta sulla qualità e seduce i mercati internazionali Dario Stefàno, 49 anni, salentino doc, è assessore alle Risorse agroalimentari alla Regione Puglia. Con una lunga intervista ha voluto accompagnare il debutto editoriale di Salento Review Di Gabriele De Giorgi
LA PUGLIA È DIVENTATA UN BRAND. La varietà paesaggistica si sposa con la qualità dei prodotti dalla sua terra. Quali sono i riconoscimenti, dall’Italia e dall’estero, di questi ultimi anni? Eataly, la più famosa catena alimentare e specializzata in alimenti tipici e di altissima qualità, con punti vendita in Giappone e negli Stati Uniti, aprirà presto anche in Puglia. Se una esperienza di questo calibro fa questa scelta commerciale, senza alcun incentivo o agevolazione, è perché il brand Puglia è ormai apprezzato in tutto il mondo per gusto, qualità e autenticità. D’altronde lo abbiamo toccato con mano lo scorso anno, quando nel punto vendita di New York , Eataly dedicò un focus di un mese sulla Puglia e i suoi prodotti: turisti e newyorkesi impazziti, vendita dei prodotti tipici alle stelle, tanto che ci chiesero di allungare di due settimane la speciale Dario Stefàno, assessore regionale alle Risorse agroalimentari. Otrantino, da oltre dieci anni vive a Lecce. La sua attività amministrativa, fin dal primo giorno del suo insediamento, è stata finalizzata alla tutela delle tipicità regionali e all’esportazione dei prodotti del territorio sui mercati nazionali ed esteri dove il brand Puglia gode oramai di notevole considerazione.
promozione. Ma ancora: le famiglie Antinori e Zonin sono venute in Puglia per realizzare importanti impianti di produzione ed investire con noi sui nostri vitigni autoctoni. Sono solo due esempi che rendono la considerazione che investe la Puglia, ma sono sempre più numerosi i riconoscimenti alle nostre produzioni. Ormai la Puglia fa tendenza nel settore agroalimentare e gastronomico, lo testiamo ogni volta che portiamo i nostri cuochi e i nostri prodotti con i cooking show agli appuntamenti importanti di promozione come la Borsa internazionale del Turismo, il Sial di Parigi, il Salone del Gusto, dove negli ultimi due, tre anni è aumentato l’interesse degli operatori, della stampa
66//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
specializzata, degli opinion leader. Ma siamo riusciti
l’agricoltura: attraverso i nostri bandi si sono “insediati”
a fare tendenza anche con le nostre etichette: a Verona,
più di duemila giovani imprenditori agricoli, sempre
all’ultimo Vinitaly, non si faceva che parlare dei rosati,
più studenti scelgono le facoltà agrarie e sempre più
su cui abbiamo investito molto, anche con un concorso
giovani abbracciano l’idea che si possa ridare vitalità
internazionale che ha registrato un grandissimo suc-
alle aree rurali, avviando attività d’impresa, idee cul-
cesso. Il vino, va aggiunto, ci sta dando grandi soddi-
turali, veri e propri progetti di vita. Questo è uno
sfazioni, ormai nelle guide che “contano” la Puglia
degli aspetti fondamentali su cui abbiamo investito
cresce, quanto a numero di etichette premiate, ed è
molto, e non solo attraverso la programmazione del
sempre sul podio. E non dimentichiamo che il Primitivo
Psr della Puglia.
nel 2012 é stato eletto migliore vino rosso d’Italia,
Quali sono i prodotti che si esportano di più e per-
davanti ad etichette che per vent’anni hanno dettato
ché?
legge nelle classifiche internazionali.
Il vino pugliese è sempre più in evidenza sui mercati
Come ha retto la Puglia l’impatto prolungato della
internazionali: è questo un dato di fatto, merito della
crisi nei settori di sua competenza?
grande capacità di innovazione messa in campo nel-
Nonostante la crisi, e le emergenze climatiche che
l’ultimo decennio dai nostri produttori e dai nostri
hanno fiaccato segmenti del comparto nazionale,
bravi enologi, che abbiamo accompagnato con mirate
l’agricoltura pugliese tiene molto bene e, anzi, dimostra
azioni di promozione. Gusto e autenticità rendono
segnali di grande vitalità, una straordinaria capacità
ricercate le nostre etichette, valori di grande unicità
di reazione manifestata, ad esempio, nell’attuazione del Programma di sviluppo rurale della Puglia: le aziende agricole, infatti, partecipando ai bandi regionali hanno espresso una capacità progettuale innovativa ma anche economica e finanziaria, investendo cioè risorse proprie significative. È il primo segnale di un ottimismo che è linfa vitale per un sistema produttivo che vuole vincere la sfida del cambiamento e, quindi, con il futuro. Ma un altro segnale importante è anche il ritorno di attenzione delle nuove generazioni verso
SALENTO REVIEW//67
ORTAGGI FRESCHI • FRUTTA FRESCA • FRUTTA ESOTICA • FRUTTA SECCA • LEGUMI
tofrutta ...da quattro generazioni nell’or dei nostri clienti la nostra esperienza al servizio
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//ECONOMIA E TERRITORIO//ENOGASTRONOMIA
che solo il mix di elementi presenti in Puglia rende
Accanto ad essi prendono sempre più quota e divengono
possibili: in cima a tutto i nostri straordinari vitigni
assai interessanti i mercati americani ma, anche e
autoctoni, il Negroamaro, il Primitivo, il Nero di
forse soprattutto, i mercati della area Bric (Brasile,
Troia, giusto per citare i più noti. Ma anche l’ortofrutta
Russia, India e Cina) che sviluppano un potenziale di
pugliese, che rappresenta un quinto dell’ortofrutticoltura
domanda enorme e che si dimostrano assai sensibili
nazionale, sfonda sui mercati esteri: il 70% dell’uva
alla nostra tipicità.
italiana proviene proprio dalla Puglia così come un
Il nostro successo su questi mercati dipenderà certamente
terzo dei pomodori, dei cavolfiori e dei carciofi. O
dalla nostra capacità di tenerci ancorati alla bussola
ancora il nostro olio extravergine apprezzato per
della qualità e della autenticità ma accanto a questo
gusto, qualità e sicurezza alimentare, elementi che ci
dovremo mettere in campo uno sforzo straordinario
rendono ormai famosi come “brand” in tutto il mondo.
per adeguare il nostro modello organizzativo, renderlo
Ecco perché abbiamo voluto investire su un marchio
dimensionalmente più idoneo all’interlocuzione con
collettivo comunitario – e siamo la prima Regione a
un mercato enorme nel quale non sarà solo importante
farlo – per marchiare i nostro prodotti garantendone
produrre bene, ma anche comunicare ciò che c’è dietro
qualità e provenienza, considerato che quotidianamente
un’etichetta, quale territorio, quale tradizione.
combattiamo una battaglia spietata contro l’agropi-
Provi a convincere un turista a visitare la Puglia.
rateria. Più piaci e più sei imitato, funziona così: e
La Puglia è una scoperta continua, tanti (e tutti
allora ci siamo inventati il marchio “Prodotti di Qualità
diversi) i volti di un territorio straordinario che dalle
Puglia”, uno strumento che certifichi la qualità pugliese
Murge scivola sino al Salento: migliaia di borghi rurali
delle nostre produzioni ma anche la tracciabilitá, la
e storici, due mari sempre premiati per
reale provenienza, visto che l’Europa ci ha un po’ ab-
bellezza e limpidezza, una biodi-
bandonati su questo fronte.
versità ed un paesaggio rurale
I mercati esteri che offrono le migliori potenzialità
unici al mondo ed un pa-
per il prossimo futuro quali sono?
trimonio eno-gastronomi-
In generale i mercati del nord Europa continuano a
co che da solo vale una va-
rappresentare una parte importante del nostro export.
canza! ● SALENTO REVIEW//69
PUBBLIREDAZIONALE
//OLIO Az. Agricola Le Saittole, Via Puglia, 1 • Castrì di Lecce (Le) - Tel. 0832.826606 • www.lesaittole.com
FIABA MODERNA ULIVI
UNA ALL’OMBRA DEGLI Una giovane imprenditrice cresciuta fra ulivi secolari e terre baciate dal sole di Mariella Tamborrino
Sotto, Elena Georgopoulos nella sua azienda.
P
rovate ad immaginare
La principessa è Elena Georgopoulos, gio-
una fiaba ambientata
vane imprenditrice di successo che ha saputo
in un reame particolare,
fondere in un’unica creatura le sue radici el-
dove una giovane principessa trasforma in
lenico-salentine, dando vita ad un’azienda
oro tutto ciò che tocca. Con naturalezza e
olearia unica nel suo genere: Le Saìttole.
garbo, ma soprattutto con tanto amore:
Mamma italiana, papà greco, Elena ha avuto
quello per la sua terra. Non occorre andare
l’intuito di mettere insieme l’elemento agri-
molto lontano per conoscere una storia
colo con quello imprenditoriale. Mentre lei
moderna, ma dal sapore fiabesco, che si
cresceva, si estendevano anche i terreni di
snoda fra ulivi secolari e terre baciate dal
famiglia (oltre 100 ettari di superficie, eredità
sole, sul limitare della Grecìa salentina, nel
degli avi del ramo materno) e mentre il suo
verde delle campagne di Castrì.
papà impostava l’azienda in campagna, preparandola ad un futuro commerciale, lei già accarezzava l’idea di uno sviluppo più squisitamente imprenditoriale. “Alla base” ci spiega “c’è una preparazione agricola di altissimo livello. Senza di essa non avremmo potuto avviare l’attività di commercio e promozione, cioè la vera attività d’impresa, che abbiamo impostato successivamente”. “Anche dal punto di vista strutturale sono state gettate le basi pensando al futuro” prosegue Elena “perché abbiamo disposto i fondi in modo tale da consentire il passaggio delle macchine per la raccolte delle olive. Ciò che caratterizza la nostra produzione” dice “è un matrimonio ben riuscito fra tradizione e innovazione”. Quando Elena Georgopoulos prende in
70//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
e l o t t i a S e L o i l O za z e r u p in e n io z a r lavo
SALENTO REVIEW//71
PUBBLIREDAZIONALE
//OLIO A sinistra, i barattoli delle olive kalamata, le olive da tavola, preparate con una salamoia particolare, ricavata da olio e aceto. Sotto una panoramica dell’uliveto
mano il timone dell’azienda, nel 2004, ha solo 25 anni. Ha quindi la grinta sufficiente ed il giusto piglio per operare una svolta in un settore prevalentemente maschile. “All’epoca” ricorda “ero una mosca bianca. Ero la più giovane imprenditrice agricola nel Salento, l’unica under 30. Ma questo non mi ha ostacolato affatto, anzi, ad essere sincera ho avuto solo porte aperte, non ho subito pregiudizi di alcun tipo. Sapevo di avere un tesoro fra le mani e la mia gestione moderna e innovativa ha senz’altro avuto riscontri positivi”. L’azienda agricola “Le Saìttole” produce uno dei migliori oli d’oliva del Salento. A caratterizzarne la particolarità è la cosiddetta “lavorazione in purezza”, almeno per quel che riguarda le varietà autoctone del territorio, come il leccino e l’oliarola salentina, e come la cellina. Il prodotto non viene miscelato, ma creato direttamente in campagna. Il richiamo della seconda patria di Elena, la Grecia, è forte. E lei lo ha assecondato, importando la “koroneika”, cultivar ellenica che dà un olio dall’aroma freschissimo, un vero e proprio “succo di frutta” per usare le sue parole, buono da assaggiare e bello da vedere, con il suo colore verde brillante.
un’altra chicca: le olive kalamata. Gli alberi,
Per ammirarlo basta fare un salto a Castrì. I
Il microclima salentino non è diverso da
da cui vengono raccolte le olive da tavola,
visitatori sono sempre i benvenuti.
quello greco, quindi la pianta attecchisce
preparate con una salamoia particolare, ri-
“Se l’azienda funziona” conclude Elena “è
benissimo. L’unica differenza sta nella rac-
cavata da olio e aceto, vengono trattati
perché alla base c’è un lavoro di squadra.
colta.
come veri e propri alberi da frutto.
Fra agronomi, assistenti e collaboratori,
“Per avere un olio più delicato” sottolinea
Ma l’angolo più suggestivo dell’azienda è
siamo 17 persone. C’è mio padre, presenza
Elena “raccogliamo le olive in ritardo rispetto
il fondo dove sorge il Barone di Monte-
costante e di grande supporto, poi c’è An-
ai tempi greci”.
profico, un maestoso ulivo millenario, tal-
tonietta, il mio braccio destro. Ma la vera
La koroneika non è l’unica presenza trans-
mente raro da essere stato catalogato dal
energia, il motore che mi spinge a fare di
jonica nelle campagne di Castrì. C’è infatti
CNR, e che ancora produce ottime olive.
più, e meglio, è il mio piccolo Andrea.” ●
72//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
PUBBLIREDAZIONALE
//IN VIAGGIO Agenzia di Viaggi Crusi, Via Ernesto Alvino, 3 • Lecce - Tel. 0832.305522 • www.crusiviaggi.it
È sempre un nuovo
viaggio
agenzia di viaggi Crusi, una realtà salentina che vanta 21 anni di esperienza di Mariella Tamborrino - foto di Pierpaolo Schiavone
74//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
L’
agenzia di viaggi Crusi,
in Piazza Sant’Oronzo, a Lecce, non è solo un
punto di riferimento per i turisti in cerca di mete speciali, ma offre anche servizi per agevolare la vita del viaggiatore.
Il titolare, Giuseppe Crusi, ci spiega quali sono. «Non solo viaggi organizzati. – dice – La nostra azienda si occupa anche del settore trasporti. Sia per quanto riguarda il noleggio di autobus gran turismo-lusso, sia per quel che concerne l’ormai collaudatissimo Airport Shuttle, comodo e conveniente. È un servizio a domicilio: un nostro collaboratore passa a prendere il cliente per accompagnarlo all’aeroporto e viceversa. Inoltre” continua “abbiamo anche un servizio di biglietteria aerea, ferroviaria, marittima e low cost”.» Viaggi e crisi: un binomio difficile. «Viaggiare in tempo di crisi, secondo me, è più facile. Esistono numerose soluzioni per chi ha minori possibilità economiche. Ci si può spostare per periodi brevi, senza rinunciare al piacere di partire. In occasione delle festività natalizie, sono stati attivati voli diretti da Bari per le capitali europee: Monaco, Berlino, Istanbul, Parigi, tanto per citarne alcune. E poi, e questa è una novità, sono stati predisposti voli diretti anche dall’aeroporto di Grottaglie per Berlino.» Le capitali europee si confermano mete classiche del periodo natalizio? «In linea di massima sì. Tuttavia abbiamo numerose richieste anche per New York. La Grande Mela è gettonata più che altro nel periodo pre-natalizio dagli amanti dello shopping, ma abbiamo richieste anche per Capodanno.»
L’agenzia si affaccia di fronte l’anfiteatro romano, in Piazza Sant’Oronzo, il suo ingresso è accanto alla splendida e antica chiesa di San Giuseppe.
SALENTO REVIEW//75
PUBBLIREDAZIONALE
//IN VIAGGIO
Si può viaggiare “low cost” senza rinunciare
Basta prenotare con largo anticipo per usu-
alla qualità?
fruire di tariffe più convenienti.»
«Ci sono periodi dell’anno (purché non sia
Se dovesse promuovere una meta locale,
alta stagione) in cui, con i voli speciali, si
quale sarebbe?
ha la possibilità di ottimizzare il rapporto
«Sicuramente Lecce durante il periodo in-
qualità-prezzo. Esistono anche delle formule
vernale. La nostra città offre moltissimo dal
che permettono di anticipare la pre-
catini e tante altre iniziative legate, appunto, alle festività.» In che termini si può parlare della destagionalizzazione? «C’è ancora molto da fare. Negli ultimi tempi, a Lecce ma anche in provincia, c’è stato un incremento delle strutture alberghiere ed extralberghiere, però questo non basta. Il Salento adesso è di moda, e le mode come vengono possono anche passare. Ecco perché, a mio avviso, se non facciamo sistema rischiamo di perdere tutto quello che abbiamo realizzato finora.» Un segmento che non cede alla crisi quale potrebbe essere? «I viaggi di nozze. La luna di miele è il viaggio più importante per una coppia, quello che segna un momento fondamentale della vita, una magia che va vissuta fino in notazione, garantendo, in caso di offerta
punto di vista storico e culturale. A Natale
fondo. Chi si accinge a farlo vuole ovvia-
“last minute” l’adeguamento alla tariffa.»
diventa ancora più suggestiva, anche se
mente il meglio, ed è giusto che sia così.»
Ci sono molte richieste in tal senso?
molti optano per Otranto per via del con-
Qual è la filosofia della vostra agenzia?
«Diciamo che mentre prima era più diffusa
certo di Capodanno, con l’Alba dei Popoli.
«È racchiusa in uno slogan chiaro e sem-
la richiesta di viaggi “last minute”, con
Comunque il Salento, in questi giorni, si
plice: Crusi Viaggi e Turismo, il piacere di
questa formula la tendenza è cambiata.
promuove da sé, fra Presepi Viventi, mer-
esserci.» ●
76//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
via Maremonti, 41 - Lecce - Tel.: 0832.1810125 Info e prenotazioni: +39 331.5875964 - Vincenzo +39 329.6190022 - Marco pagina
Off-Side-Lecce
www.off-sidelecce.it - info@off-sidelecce.it
PUBBLIREDAZIONALE
//PUB Road 66, Via Dei Perroni, 8 • Lecce - Tel. 0832.246568 • www.road66.lecce.it
Road 66:
la movida è nata così È il pub storico per eccellenza a Lecce, da qui sono passati tutti ...almeno una volta di Mariella Tamborrino - foto di Pierpaolo Schiavone
78//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
U
na storia lunga 18 anni,
«Quando aprimmo, qui in Via dei Perroni
clienti solo prodotti freschi e di qualità,
nata quasi per gioco.
(la via che da Porta San Biagio conduce a
mantenendo prezzi alla portata di tutti, of-
Per una scommessa fra
Piazzetta Santa Chiara) non c’era davvero
frendo un menù vario: steak house & grill,
quattro amici, Danilo, Fabrizio, Frank e Ro-
nulla.» Danilo Stendardo, attuale ammini-
cucina Tex-Mex, hamburger, hot dog, insalate,
berto, all’epoca poco più che ventenni. Da
stratore del Road 66, ripercorre quegli anni
bruschette, tanto per citare alcune delle
un lato c’era l’entusiasmo tipico di quell’età
col sorriso sulle labbra. «Siamo stati in un
molteplici varietà di piatti tra cui scegliere.
e la voglia di buttarsi a capofitto in una
certo senso i pionieri della cosiddetta ‘mo-
Ottima anche la birra. L’austriaca Eggenberg,
nuova avventura, dall’altro c’era già il sentore
vida’ leccese. Abbiamo creato un bel mo-
una birra naturale, non pastorizzata, a sor-
che qualcosa, in città, stava per cambiare.
vimento. E adesso su questa stessa strada
gente viva. Assolutamente alla spina. Chi
6 gennaio 1996: il Road 66 apre i battenti.
sorgono altri locali e la vita notturna ha
se ne intende sa di cosa stiamo parlando.
Nasce a Lecce il primo Pub in stile “Old
avuto uno sviluppo interessante.»
«Da tre anni – spiega Danilo – siamo impor-
America” di tutta la Puglia; uno dei primi
Il segreto del Road 66 è racchiuso in un
tatori di questa birra. Noi abbiamo l’esclusiva
ad animare il centro storico di Lecce.
concetto semplice e immediato: offrire ai
in tutta la Puglia. E quando dico ‘noi’ intendo
SALENTO REVIEW//79
Da sinistra in senso orario: il palchetto dove si esibiscono gli artisti, un particolare dei tavoli, il muro con tutte le foto dei proprietari e dei clienti affezionati, un particolare del bancone.
tutti gli altri locali associati a marchio Road
agli hamburger, lo offre il Tennent’s Grill,
della tradizione salentina, accompagnati da
66 che si trovano a Lecce ed in provincia».
in Via Taranto. I locali sono ampi, l’arreda-
ottimo vino. Un discorso a parte merita
In tutto sono cinque, diversi nella struttura
mento richiama quello dei pub inglesi, e
l’Old School. Locale ispirato all’America
ma identici nell’attenzione rivolta al cliente.
ovviamente la birra non manca. Da poco,
degli anni ’50, adesso sta per diventare
«Dalle nostre cucine – afferma ancora Da-
ai locali esistenti è stata aggiunta un’altra
una braceria. Il nome è ancora top secret.
nilo – sono banditi prodotti precotti o con-
sala, utile anche per organizzare feste di
Per conoscerlo basterà fare un salto in Via
gelati. Scegliamo sempre e solo prodotti
compleanno o altro.
dei Perroni, a due passi dal Road, e scoprire
freschi e di qualità».
Nel 2010, a Maglie, è stata aperta L’Allegra
cos’hanno inventato di nuovo Danilo & Co.
E su queste basi sono stati aperti gli altri
Scottona, per gli amanti delle grigliate,
«Alla base di tutto – conclude Danilo – c’è
pub.
ma con un menù pronto a soddisfare ogni
tanto entusiasmo. Ci dedichiamo a questo
Rubens Brasserie è una brasserie belga
tipo di richiesta.
lavoro con passione. I sacrifici non mancano,
che si trova in Via Matteotti, a Lecce. Un
Sempre in provincia di Lecce, nel “regno
ma non mancano nemmeno le soddisfazioni.
locale intimo ed accogliente dove poter
della Taranta”, ovvero a Melpignano, c’è
Con il Road siamo diventati un punto di ri-
gustare le famose birre trappiste associate
L’Osteria del Feudo. Una bomboniera in
ferimento della Lecce by night, un piccolo
a ricette tipicamente salentine, pizze, piadine
pietra leccese, che si trova proprio nel
grande merito che ci fa capire che abbiamo
ed altri piatti freddi. Un menù vario, dalle
centro del paese, ricavata da un antico con-
operato nel modo giusto, e con professio-
grigliate alla pizza, dai secondi spadellati
vento. Qui si possono gustare i piatti tipici
nalità».●
80//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
TAPAS
&
DREAMS Restaurant Tapas Wine Bar Cocktails Via ludovico Ariosto, 62 - Lecce info@tapasanddreams.com
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365 GIORNI NEL SALENTO
“365 giorni nel Salento” è una guida di immediata consultazione che offre al turista, ma non solo, la possibilità di orientarsi puntando subito alla qualità in tema di gusto, accoglienza e servizi. Ristoranti, alberghi, resort, B&B, stabilimenti balneari, agenzie di noleggio: una breve descrizione corredata da fotografie e dalle indicazioni di tutte le informazioni necessarie per mettere il cliente in contatto con la struttura. Suddivisa in quattro sezioni – accoglienza, gusto, servizi, informazioni –, ha un formato ridotto che la rende maneggevole e praticamente tascabile e presenta un’impaginazione elegante impreziosita da una suggestiva foto a tutto campo in copertina. 84//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
“365 giorni nel Salento” è pensata per rendersi utile ai visitatori di tutte le età: turisti last minute in cerca di un bed and breakfast, giovani che vogliono bere qualcosa in un locale, comitive desiderose di gustare il piacere della tavola salentina, coppie che bramano la fuga dalla quotidianità per rifugiarsi in un resort di lusso. Dopo il successo della prima edizione, torna alla stampa in una versione ancora più accattivante. “365 giorni nel Salento” è anche sul web per consentire la consultazione da qualsiasi supporto dotato di connessione a internet.
“Dal 2013 disponibile anche su smartphone e tablet” SALENTO REVIEW//85
//VIAGGI
DA ROMA A OTRANTO La storia vista da un viaggiatore
La strage dei martiri di Otranto: un false flag come a Pearl Harbor Siamo davvero sicuri che l’eccidio degli 800 martiri, nel 1480, fu il portato di una fanatica guerra di religione? Con suggestivi parallelismi e riferimenti al lavoro di importanti storici, un giornalista innamorato del Salento presenta una chiave di lettura diversa e molto più attuale di Fabrizio Venturini
NON C’È RISENTIMENTO NÉ RANCORE nei sussurri che in tanti dichiarano di sentire intorno al castello di Otranto, quasi a picco sull’acqua turchese e cobalto del mare che a Punta Palascia divide lo Jonio dall’Adriatico nel punto più ad est d’Italia. Quando – tacitato il chiasso turistico – il silenzio invernale bisbiglia alle persone sensibili il brusio di sospiri malinconici e dolci, nel vento aleggia il mormorio di commosse inquietudini per i gravi errori continui e le crudeli follie dei viventi ignari o inconsapevoli delle feroci lezioni che la storia ha impartito in questo stupendo sito salentino. Che a parlare sia il mare, il vento, l’elettricità delle nubi o voci dall’aldilà, quel sommesso e melodico fruscio è l’omaggio della natura al migliaio di morti innocenti uccisi dai Turchi dopo un assedio di due settimane. In poche ore, le scimitarre colorarono il torrente Idro di rosso rubino ed il vescovo Stefano Pendinelli, guida di un gregge che non volle negare la fede nel Cristo, fu il primo martire al quale fu spiccata la testa dal collo. L’11 agosto 1480 la città salentina subì la carneficina detta “Strage degli 800 martiri”. L’antica tragedia è ancora agitata da un’aspra pubblicistica antiaraba e islamofoba a monito e diffida di chi non condivide interessi e timori che alimentano la teoria del “Conflitto di civiltà”. Con un serio riesame di fonti antiche e testi moderni sulla decapitazione dei difensori della rocca assediata da Gedik Ahmed Pascià (al servizio degli Ottomani, comandò da Valona a Otranto 150 navi con 18.000 armati), prima lo storico Franco Cardini e poi altri studiosi hanno corretto la lettura dell’episodio spostandola dal contesto delle Guerre di religione nel piu’ realistico ambito dei cosiddetti “false flag”. Così i servizi segreti chiamano le azioni più efferate e spettacolari (stragi, attentati, rivolte, esplosioni, bombardamenti) studiate a lungo e con cura per incolpare un nemico. Infame obiettivo strategico dei “pretesti di guerra” è forzar il rivale ad aprire le ostilità, esporlo alle altrui 86//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
sione dei fatti di Pearl Harbor invalida la folle simmetria dell’olocausto nucleare di Hiroshima. Lo stesso vale per l’ecatombe di Otranto che – seppur deprecata dallo stesso Sultano Maometto II – per i fedeli islamici del XV secolo non ebbe la rilevanza quantitativa delle stragi con cui in nome IL NOSTRO VIAGGIATORE FABRIZIO VENTURINI amante e frequentatore del Salento da più di 10 anni è giornalista professionista, ha scritto nella Cronaca di Roma de “Il Messaggero”, è ora Manager della comunicazione aziendale (Relazioni Esterne e Pubbliche Relazioni, Ufficio Stampa, Pubblicità) dopo essersi occupato da giovane di pubblicità (nelle vesti di copy writer), ma soprattutto di storia e critica della musica afroamericana alla Rai (in televisione e alla radio), su Musica Jazz. Attualmente è Direttore presso il Centro Agroalimentare Roma e responsabile del sito www.agroalimroma.it e periodico cartaceo “Il Diario della freschezza”. Ha scritto un libro di gran successo sulla storia del blues (Sulle Strade del Blues, Kaos Editore, Milano, 1984) ed ora ne ha in preparazione anche un secondo sull’antica matrice sabina della cultura agroalimentare romana.
di Cristo i Crociati immersero Gerusalemme in fiumi di sangue arabo ed ebreo nella prima Crociata che Boemondo iniziò imbarcandosi con i suoi proprio ad Otranto nel 1095. Da Otranto a Gerusalemme e da Gerusalemme ad Otranto... Ecco un’altra simmetria fondata su migliaia di cadaveri fatti a pezzi e scempiati con l’ombra dei “false flag” a confondere i giudizi morali della posterità ignara di “killer” eletti condottieri, sebbene nascondessero mani gron-
ritorsioni, attaccarlo con ampi consensi. I
stata annientata dai Giapponesi subito
danti sangue nei vessilli della croce e della
“false flag” sono antichi quanto il massacro
dopo la dichiarazione di guerra. Ma solo
mezzaluna.
della retroguardia di Carlo Magno sui Pi-
a tre portaerei si ordinò di salpare. Le
Dalle antiche cronache riemerge il coraggio
renei (nel 778) da parte dei Baschi, ma
altre 18 navi affondate e le 2.000 vittime
dei capitani del popolo Francesco Zurlo e
addebitato ai Mori da storici e letterati.
americane furono preventivate per enfa-
Giovanni Delli Falconi. Negli stretti pas-
Nelle pretestuose giustificazioni di Stato
tizzare l’infamia nemica e legittimare ven-
saggi intermurali del maschio aragonese
alle ritorsioni belliche spiegate all’opinione
dette della stessa forza con plebiscitari
violato oppongono la balestra – fuggiti i
pubblica come inevitabili per una dignitosa
consensi interni ed esterni.
militi spagnoli – al nemico che irrompe
opposizione alle insidie nemiche figura
Il perché l’atomica finì su Hiroshima spiega
urlando, poi spada e coltello. Infine, i loro
l’autoaffondamento dell’incrociatore Maine
anche la strage di Otranto e la sua estraneità
corpi feriti. Alle due spoglie esanimi
(1898) al largo di Cuba. Nella Guerra
alle guerre di religione. Era sulla portaerei
Ahmed Pascià ordina si mozzi il capo e
Ispanoamericana, gli Stati Uniti tolsero
Nagato a largo di Hiroshima l’Ammiraglio
sia infilato in aste condotte in città come
così Portorico, Cuba e Filippine alla Spagna
Yamamoto che ordinò di bombardare il
trofei di un sabba. Sul colle di Minerva,
irridendo il divieto costituzionale di attac-
porto hawaiano. Pearl Harbor, Hiroshima
detto Colle dei Martiri, quell’Apocalisse
care per primi. In queste astuzie rientra il
e Otranto non sono quindi città martiri
lascia 800 cadaveri senza la testa. Alcuni
siluramento del Maddox nel Golfo del
di guerre religiose o di scontri tra civiltà.
sarebbero di invasori turchi, albanesi e
Tonchino. Il Ministro Mac Namara smenti’
Ma vittime di una ragion di stato più
greci che, impietositi da alcuni ragazzi,
nel 2002 l’incidente al cacciatorpediniere
attenta ai vantaggi strategici e all’effetto
avrebbero tentato di salvarli finendo tru-
strumentalizzato nel 1964 per attaccare
delle notizie ufficiali sull’opinione pubblica
cidati. Non basta il loro sacrificio, né la
il Nord Vietnam: “Siluri? Neppure uno”.
che alla vita umana. Se è vero che Il bom-
cauta dissociazione del Sultano Maometto
Un altro pretesto svelato riguarda Pearl
bardamento delle Hawaii anticipò la di-
II dall’operato di Ahmed per attutire l’or-
Harbor (7 dicembre 1941). Intercettando
chiarazione di guerra (il ritardo non fu
rore. Cause e motivazioni della strage
radio nipponiche, l’intelligence della Ma-
colpa di Tokyo), atterrì l’America e nauseò
forse non saranno mai scoperte e capite
rina capì che la flotta delle Hawaii sarebbe
il mondo, l’ombra dei “false flag” sulla ver-
fino in fondo. Specie il ricatto agli idruntini SALENTO REVIEW//87
del Pascià di Valona – salverò chi rinne-
Napoli. Dopo la pace con Bisanzio del
Perciò il Re resta sordo alle staffette giunte
gando il Cristianesimo abbraccerà l’Islam
1479 la Serenissima combina con Mao-
da Otranto. Sbarcano i Turchi e i militari
– suscita dubbi e riserve in Franco Cardini.
metto II un attacco al Re Sigismondo per
aragonesi fuggono, mentre galee veneziane
“Fra i Popoli del Libro – spiega – questi
punirne le attività filosenesi e antimedicee
che in un’ora affonderebbero le barche
casi non sono frequenti né rari. La fede
in Toscana, il supporto ad ogni mossa del
turche – scrive un cronista – osservano.
coranica distingue chiaramente “pagani”
Papa, le ambizioni mediterranee (ha salvato
“Cosi’ nasce il sospetto – dice Cardini –
e “popoli del Libro”. Cristiani e Ebrei ebbero
dal Sultano i Cavalieri di Rodi assediati
che per capire la strage di Otranto non si
la loro rivelazione da Sacre Scritture e co-
nell’isola), la troppa autonomia di Otranto
debba guardare ai progetti del Sultano,
noscono il vero Dio. Se non c’è perdono
nel canale tra Adriatico e Jonio nella difesa
ma a tensioni e giochi diplomatici delle
per i pagani, è vietato obbligare Ebrei e
costiera, nei commerci e nella politica con
corti d’Italia. La volontà egemonica del
Cristiani alla conversione.
cui ricchi mercanti ebrei e levantini ren-
Re di Napoli sullo Stivale e lo scontro ve-
L’alternativa tra conversione e morte è
dono la città quasi neutrale e ribelle ai
neziano-aragonese sono forse la chiave di
per i pagani. A loro l’islam si avvicina con
vincoli feudali. Ma anche invisa alle Su-
tutto”. La prova è’la storia.
azioni critiche, ostili, belliche. Ebrei e Cri-
perpotenze.
La strage di Otranto è uno shock che fa
stiani invece possono accedere liberamente
Se Venezia maltollera la concorrenza ge-
orrore dovunque, anche a Venezia e Bi-
al perfezionamento”. Lo storico toscano,
novese e l’autonomia dei Cavalieri di Rodi,
sanzio. Il Papa chiede la Crociata. Ma
altri studiosi ed antichi cronisti accreditano
cassa le velleità idruntine. Inoltre è regina
apprezza un’altra mossa di Venezia, perchè
questi concetti svelando che Ahmed non
dei mari benché dopo secoli di primato il
Alfonso di Calabria, figlio di Sigismondo
era arabo, nè turco. Ma un neofita albanese
potente Sultano le sconsigli la forza e la
d’Aragona, riprenda Otranto il 14 set-
che forse usò la ferocia per tutelarsi da
porti ad intrecciare intese segrete, congiure,
tembre 1481. Gritti è la molla del con-
accuse di apatia verso agli ordini e di te-
giochi di sponda e giri di valzer con tutti i
gegno che allontana il Sultano da Gedik
pidezza con la fede. Ma Cardini rifiuta
partner. Alle soglie del Rinascimento, la
Ahmed. Crolla così il suo sogno di fare
scenari da guerra di religione. Sui fatti
diplomazia dell’intrigo trasforma l’Europa
di Otranto il caposaldo di una enclave
avrebbero inciso i “false flag” della Re-
in un gioco di specchi che confonde vittime
islamica in Italia protesa verso Roma.
pubblica di Venezia. Con Lorenzo il Ma-
e aggressori, assediati e assedianti, eroi e
Lasciati a cani e a corvi per un anno, il
gnifico (scampato alla congiura dei Pazzi
sicari. Si sa che l’Islam odia Otranto come
15 agosto 1481 i corpi degli 800 Martiri
e grato al Sultano per l’invio a Firenze del
l’inferno perché porto crociato; che il Re
sono sepolti nella Cattedrale. Nel 1771
sicario Bernardo Bandini preso a Bisanzio),
di Napoli detesta i fiduciari locali e le loro
furono beatificati e nel 1983 santificati.
il Re d’Ungheria, Genova, Milano, il Papa,
richieste di aiuto dalle scorrerie di pirati
Bello pensare che tra quei Santi ci siano
il Doge Mocenigo e il “bailo” a Bisanzio,
arricchiti da contrabbando ed elusione fi-
anche islamici uccisi per avere difeso
Andrea Gritti, congiurano contro il Re di
scale; che il popolo disprezza gli spagnoli.
adolescenti cristiani... ●
88//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
//VIAGGI
DAL SALENTO ALL’EUROPA
Berlino, la capitale che sa reinventarsi rimanendo se stessa Ubaldo Villani-Lubelli
L’ESPRESSIONE “POVERA, MA SEXY”
Berlino resta una città avvincente e un
è valsa a lungo come la più efficace de-
laboratorio sociale, politico, architettonico
scrizione di Berlino. Una città che dopo il
e culturale unico in Europa. È una città
crollo del Muro si è ritrovata per due de-
varia, eterogenea, policentrica e in movi-
cenni ad avere una bassa crescita econo-
mento.
mica, ma che è stata al contempo la meta
Dopo un secolo che l’ha vista protagonista
preferita di artisti e scrittori. Oggi il sindaco
indiscussa della storia dell’Europa e dopo
di Berlino Klaus Wowereit non ripeterebbe
aver superato il trauma della divisione e
quella stessa frase. La capitale tedesca non
della difficile riunificazione, Berlino si è
è più povera e non è più sexy. È una città
reinventata, senza, però, tagliare i legami
in forte espansione economica e molti
con la propria storia. Ha mantenuto quel
artisti preferiscono la vicina Lipsia. Eppure
sottile filo che unisce il suo passato di
IL NOSTRO VIAGGIATORE UBALDO VILLANI LUBELLI, saggista e blogger leccese, è un assiduo frequentatore della Germania. Cura il blog Potsdamer-Platz (http://potsdamer-platz.blogspot.it/) Di recente ha pubblicato il suo saggio "Piratenpartei. I pirati all'arrembaggio del Bundestag", disponibile in formato ebook.
Nell’altra pagina: foto grande una vista generale di Berlino; nella foto piccola Molecule Man, opera d'arte di Jonathan Borofsky. In questa pagina: alto a sinistra il Duomo di Berlino (Berliner Dom), sotto lo Jüdisches Museum (Museo Ebraico) realizzato da Daniel Liebeskind, è il più grande Museo ebraico d'Europa. Sopra, una dei moderni grattacieli di Berlino.
città monumentale che aveva prima della
costruzione della cupola, avvenuta soltanto
Non mancano, infatti, gli incidenti di per-
guerra a quello di città simbolo dell’inno-
dopo la riunificazione tedesca, ha assunto
corso, come il caso dell’aeroporto Ber la
vazione e della modernità. Potsdamer
un intenso significato simbolico. Nell’im-
cui apertura viene continuamente riman-
Platz, la “terra di nessuno” tra le due
maginario collettivo tedesco è il simbolo
data e i cui costi di costruzione lievitano
Berlino, è diventata una delle zone più
della riunificazione.
inesorabilmente. Berlino oggi è, forse,
belle d’Europa dove architetti di tutto il
È stato abbattuto, poi, il famoso Palast der
l’unica capitale europea senza un grande
mondo sono stati chiamati per realizzare
Repubblik, simbolo del potere comunista,
aereoporto ma con due piccoli scali evi-
un quartiere avveniristico e da visitare in
per ricostruire l’antico Berliner Schloss.
dentemente insufficienti.
ogni suo angolo.
Un progetto che lascia ancora una volta
Berlino non è una sola città, ma un in-
È stata costruita la grande stazione centrale,
intendere come Berlino voglia tornare ai
sieme di città che trovano la loro unità
che, per la quantità dei servizi offerti, non
fasti di un tempo, agli anni precedenti alla
nella continua contaminazione di forme
è solo una semplice stazione ferroviaria.
distruzione avvenuta con il nazismo e la
e strutture. Ogni quartiere vi sembrerà
Daniel Libeskind ha realizzato il bellissimo
seconda guerra mondiale. Berlino tende,
molto diverso dall’altro. Dalla strada dei
Museo Ebraico, un ‘opera importante e si-
naturalmente, a tornare la capitale otto-
negozi Ku’damm a Berlino Ovest, fino al
gnificativa non solo per la sua funzione di
centesca e dei primi anni del Novecento
quartiere giovanile Friedrichshain, pas-
ricordo, ma anche per il suo valore archi-
quale è sempre stata. Lo dimostra anche
sando per Mitte, simbolo della Berlino
tettonico. È stata ricostruita la suggestiva
l’imponente progetto per la creazione del
rinata, Prenzlauer Berg o Wedding (quar-
cupola del Reichstag (sede del Parlamento),
nuovo quartiere Europacity.
tieri residenziali) e, ancora, Kreuzberg o
un edificio bruciato in uno dei momenti
Ma il processo di rinascita e ricostruzione
Neukölln, Berlino vi stupirà continua-
chiave dell’ascesa al potere di Hitler. La ri-
è ancora oggi in corso e non completato.
mente. ● SALENTO REVIEW//91
//PAGINE ROSA
Leuca, il fascino della leggenda e la seduzione del mare del sud di Lucia Accoto
LA RICORDO BENE, DA SEMPRE. La ricordo davanti al tavolo infarinato. Al centro un vulcano che eruttava acqua e farina. Nessuno scrollava le spalle. Sapevano che sarebbe arrivato il momento in cui sulle loro mani scivolava, insieme ad una fetta di pane, anche la storia di una terra che accoglie, come ventre gravido, il valore dell’identità e della tradizione. Nelle voci sommesse sono cresciuti i pensieri, le idee ed i semi della robusta gente del Salento. Schiena curva ed alberi d’ulivo. Viso secco e barche sul profilo stagliato del mare che non conosce sfondo. Poi le storie, immutate e consacrate dagli anni. Fedeli a se stesse come suore devote a Cristo, eppure animate da sentimento nuovo e profondo, da spirito di orgoglio, fiero ed onesto. Una lampada incrostata di ruggine, sospesa ad una catena laccata d’argento, tracciava il filo tra passato e presente.
dell’orizzonte cambia senza sparire del tutto. Sfiora i
Scendeva da una trave del soffitto che chiamavano la
muri a secco ed abbraccia la costa in segno di resa. Un
nera, perchè più esposta al fumo che si alzava dal
sospiro che non si esaurisce mai. Il suo immenso mor-
camino che prendeva quasi un’intera parete. Ogni
morio si stende sul mare. Quello più a sud, nell’estremo
sera qualcuno aveva cura d’accenderla come se fosse
lembo del Salento, a Santa Maria di Leuca. Avverto
oro nel forziere. La luce avrebbe illuminato gli sguardi
l’alito caldo del sogno e l’emozione di un tramonto si
della famiglia, ma non i pensieri. Le parole, invece,
riepiga su se stessa aggrovigliando persino le parole.
andavano alle fatiche del domani. Un giorno uguale a
A leuca è legata una delle più belle leggende di Puglia.
tanti per riprendere il corso della vita.
Si dice che la regina dello specchi di mare dove si in-
A volte, sento il viso in fiamme. La mia non una febbre
contrano Jonico e d Adriatico fosse una bianca sirena,
di stagione, ma l’ardente desiderio di conoscere quello
chiamata Leucàsia, che attirava i marinai. Una volta
che un luogo racconta attraverso le sue pietre. La linea
volle attirare un pastore che stava sugli scogli. Il
92//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
ragazzo le resistette perchè innomorato della sua donna. Leucàsia, offesa per il suo rifiuto, si vendicò quando li sorprese abbracciati sulla scogliera. Scatenò una tempesta con la sua coda e con il suo fiato. i due
LUCIA ACCOTO, leccese, giornalista. Dirige la rivista Up! il Magazine. È anche autrice e conduttrice di Libriamoci, programma affidato al web e selezionato da un’emittente regionale, Blustartv. Lucia Accoto, difatti, nasce e si forma nell'emittenza radiotelevisiva, dove si è occupata per moltissimi anni di cronaca, ma anche di inchiesta e di approfondimenti legati all'attualità.
fidanzati vennero trascinati giù. Li battè più volte sugli scogli fino ad ucciderli separandone definitiva-
Quando il sole spunta davanti, tutto rosso sulla linea
mente i loro corpi. La dea Minerva vide tutto e si im-
dell’orizzonte, e man mano che sale, ogni minuto più
pietosì. Decise di pietrificare i corpi degli amanti
luminoso fino a scivolare come olio, Leuca sembra
dando loro l’eternità. Nascono così dai loro nomi
svegliarsi, sorridere, scuotersi. Santa Maria di Leuca
“Punta Meliso” e “Punta Ristola”. Anche Leucàsia finì
ha sempre qualcosa da dirti, da sussurrarti. La bocca
pietrificata dal rimorso e si trasformò nella bianca
brucia di parole inespresse, aspettando l’ultimo verso
città di Santa Maria di Leuca.
che torni a riva.
●
SALENTO REVIEW//93
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Stazione di Servizio Q8 Viale della LibertĂ angolo Viale Roma del geom. Osvaldo Troso
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Frigole Piazza Alberti L., 6
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Melendugno Torre Dell’Orso (LE) - Piazza D’Acquisto, 1 turnazione a secondo del periodo San Foca (LE) - Via Abruzzi, 17 turnazione a secondo del periodo
Via Francesco Ferrari Piazza Filippo Muratore
Copertino (LE) Ospedale San Giuseppe
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Arigliano (LE) Ospedale di Gagliano del Capo
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Galatina (LE) Ospedale Santa Caterina Novella Maglie (LE) Ospedale Michela Tamborino Poggiardo (LE) Ospedale Francesco Pispico Tricase (LE) Ospedale Cardinale Giovanni Panico
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Lecce Piazza Bottazzi, 1 Marina di Andrano, Spongano Via Pigafetta, Andrano Castro (LE) Via IV novembre, 62 Gallipoli (LE) Via Lungomare Marconi
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Morciano di Leuca-Torre Vado (LE) - Corso Venezia, 25 0833 712021 turnazione a secondo del periodo
GUARDIA MEDICA 0832 343460 0836 926015 N.V. 800 456636 800 456360 0833 266250 N.V. 800 456373
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Gallipoli (LE) Ospedale Sacro Cuore
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Castro (LE) Via IV Novembre, 2
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96//TURISMO//CULTURA//ARTE//INFORMAZIONE
Nardò Via D’Orlando Donato A.
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