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Il fai da te conquista proprio tutti
Lecce Cavallino presso il Parco commerciale Conad Leclerc s.s. 16 Lecce-Maglie - 73020 Cavallino (Le) Telefono 0832/614654 - Fax 0832/614525 ore 9.00-21.00 (lun-sab) - ore 9.30-21.00 (dom)
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EDITORIALE Salento Review Nel licenziare questo numero “pasquale”, avvertiamo un senso di inquieta attesa: dopo i favorevoli riscontri ottenuti dal lancio della rivista, a dicembre scorso, confermare la positiva accoglienza ricevuta è una responsabilità che avvertiamo. Per questo motivo ci siamo sforzati di proporre contenuti che, con un taglio non banale, raccontassero alcune tradizioni di Pasqua, uno dei capitoli più affascinanti della cultura religiosa e popolare in provincia di Lecce. Nelle prime pagine, invece, troverete un’incursione in quello che ci auguriamo possa essere il futuro prossimo del Salento: il connubio tra tecnologia e turismo nel territorio. Parafrasando uno slogan di un ex ministro, potremmo indicare nelle “tre T” il volano di uno sviluppo in gran parte ancora potenziale, ma non compiuto. La candidatura di Lecce a capitale europea della cultura per il 2019 pone la città capoluogo nella condizione di aprire un dibattito vero e approfondito e di attivare quelle sinergie, anche consorziali tra pubblico e privato, che spesso vengono solo evocate rimanendo piuttosto lettera morta per interessi di parte alimentati da visioni di corto respiro. Immaginare un cammino, uno dei tanti possibili, è del resto uno degli obiettivi che ci poniamo, senza presunzione. Il Salento, lo abbiamo già detto, ha in sé le risorse per uscire prima di altri dalle secche di una prolungata stagnazione economica, a partire dal suo immenso patrimonio paesaggistico, artistico e storico: il viaggio fotografico nella Grecìa Salentina che vi proponiamo vorrebbe dare il senso di quante incantevoli cornici ci siano da proporre ai turisti che puntano sulla qualità culturale di una vacanza senza rinunciare allo splendido mare che circonda la penisola salentina e che sarà l’indiscusso protagonista del prossimo numero. Naturalmente non pensiamo di fare tutto da soli né di guardarci allo specchio dimenticando che, come recita il detto, chi si ferma è perduto. Invochiamo invece i suggerimenti, le proposte e le obiezioni dei lettori. Il nostro indirizzo di posta elettronica è redazione@salentoreview.it. Gabriele De Giorgi
Salento review//1
LEONE DI MESSAPIA **** Hotel & Conference Prov.le Lecce Cavallino, 73100 Lecce tel. +39 0832 613102 www.leonedimessapia.it e-mail: info@leonedimessapia.it
trimestrale di turismo, cultura, arte, informazione
anno I • n. 1 - 2013 • copia omaggio in attesa di Registrazione www.salentoreview.it info@salentoreview.it
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Editore, Direzione e Redazione Password AD Srl Viale Lo Rè, 14 • 73100 Lecce Tel. 0832.1693637 www.pwad.it - info@pwad.it Direttore Responsabile Gabriele De Giorgi Coordinamento Editoriale Mariella Tamborrino Progetto grafico e impaginazione Valentina Prontera Collaborazione grafica Michele Ortese Web master Fernando Rugge Foto di copertina Pierpaolo Schiavone Cameraman Massimo Centonze Traduzioni Maria Francesca Morlino
Hanno collaborato a questo numero Daniele Autieri Valeria Blanco Mauro Bortone Gabriele De Giorgi Damiano De Luca Pino Milli Laura Perrone Enzo Turco Fabrizio Venturini Pubblicità Password AD Srl Stampa Officine Grafiche Distribuzione Password AD Srl Si ringraziano Antonio e Massimo Casole pescatori gallipolini, Hotel Bellavista Club di Gallipoli
È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in tipografia il 18 marzo 2013
sommario //Tecnologie //Lecce un sogno europeo in un futuro smart: "noi ci crediamo"
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Lecce: tutto quello che c’è da sapere in una App
7
//cultura //chiese Gioielli nascosti. La chiesa dei santi Niccolò e Cataldo //Tradizioni //Maglie Tradizioni popolari e turismo religioso: un binomio che funziona //luoghi //Gallipoli d’inverno svela i misteri del borgo antico
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//storia //taranta salentina Attanasio Kircher e il ragno salentino che saltava tra le civiltà 22 //entroterra //storia e tradizioni Kalòs ìrtate stin Grecìa Salentina //personaggi //uccio aloisi, nostalgia di un uomo d'altri tempi
//evy arnesano Evy Arnesano e il “Luporso”: le note raffinate di una favola musicale 48
//in viaggio crusing salento. una vacanza in barca? Una vacanza diversa a stretto contatto con il mare 90
//aziende interfrutta. da quattro generazioni, è un'importante filiera produttiva del salento 40
Rubriche gioielli Beauty fashion high-tech libri
picciotti. L’antica arte delle volte a stella
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digital copy. Da piccola copisteria a uno dei più importanti service del sud Italia
//Libri //giovani scrittrici salentine loredana de vitis 68
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//TRADIZIONI //pasqua “Christòs Anèsti”, Cristo è risorto
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nella grecìa si canta la passione. come un tempo
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curiosità e “culacchi” salentini: i precetti della quaresima
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//in viaggio //da roma a tricase “Ma come fa il mare a essere così blu”?
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pubbliredazionali
il mercatino di marco 2. la cultura dell’usato conquista i leccesi //estetica day clinic. chirurgia plastica, estetica, laser chirurgia
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//fashion anna valentini. per un look semplice e luminoso solo prodotti di qualità 56
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alto gradimento. quando le scarpe sono a servizio della femminilità
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//Ristoranti V-ITA Vivere italiano. quando l’eleganza diventa uno stile di vita
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94
59 60 72 64 67
//dal salento in argentina buenos aires, il fascino discreto nella penombra del tango 100
//tecnologie
lecce
un sogno europeo in un futuro smart:
"noi ci crediamo"
Sopra Alessandro Delli Noci
L'assessore all'innovazione tecnologica del Comune di Lecce immagina una città "fatta di intelligenze capaci di attivare processi di menti creative che si facciano protagoniste di uno sviluppo globale” di Gabriele De Giorgi - Foto di Pierpaolo Schiavone
Alessandro Delli Noci, giovane esponente dell’amministrazione comunale di Lecce ha ricevuto dal sindaco Paolo Perrone la delega all’Innovazione tecnologica. Uno degli obiettivi più ambiziosi che si è posto è quello di inserire il capoluogo salentino, a pieno diritto, nel circuito delle città intelligenti del Vecchio Continente. Dal successo di questa iniziativa dipende in parte la candidatura di Lecce a capitale europea della cultura nel 2019. Assessore, in cosa si caratterizzano le smart cities?
«Sono definite smart cities quelle città intelligenti orientate ai cittadini e ai loro
bisogni. Lo scopo primario di una città intelligente è garantire ad ogni cittadino una migliore qualità della vita attraverso l'erogazione di una serie di servizi e opportunità, quali una maggiore attenzione all’ambiente e alla gestione delle risorse naturali disponibili, una migliore mobilità che garantisca spostamenti agevoli grazie alla disponibilità di una rete di trasporto pubblico capillare, un’economia basata sulla conoscenza che punti alla crescita sostenibile e un potenziamento dei servizi tecnologici che favoriscano la coesione e l’integrazione sociale. Considerare un progetto per le “smart cities” come semplice operazione di restyling degli spazi cittadini o di mero potenziamento dei servizi offerti o di risparmio economico per le amministrazioni comunali è, però, limitante, oltre che imprudente. Una città diventa smart quando è orientata e sostenuta da processi creativi e da politiche per lo sviluppo complessivo, in termini di efficacia e di efficienza, di queste connessioni». Quali investimenti sono necessari per fare di Lecce una città intelligente? «Il maggiore investimento che viene richiesto ad una futura smart city è quello umano. Una città intelligente è fatta di risorse umane, di intelligenze capaci di partorire progetti e attivare processi, di menti creative che diventino protagonisti di un progetto di sviluppo globale. Riuscire a coinvolgere nel progetto gli imprenditori locali, gli studenti delle accademie e delle università, le eccellenze del territorio in ogni settore sarà la formula vincente per por4//turismo//cultura//arte//informazione
Sotto, il manifesto dell'evento Lecce Smart Community, nella pagina accanto una sintesi grafica del convegno
tare a casa un risultato positivo. Per quanto riguarda, invece, l’investimento economico, l’amministrazione comunale sta lavorando da mesi per intercettare quei finanziamenti che ci consentiranno di realizzare i nostri programmi senza gravare in alcun modo sul bilancio comunale». Che tipo di vantaggi ci possono essere sul tessuto economico locale? «I vantaggi rivenienti dal potenziamento dei servizi e delle opportunità offerte al cittadino nell’ambito del
porali legati agli esiti delle legislature e dei mandati, ha
progetto Smart City sono molteplici. Si pensi al miglio-
dato vita ad un percorso partecipativo che ha portato
ramento dei servizi di mobilità ovvero a tutte le oppor-
a definire un interessantissimo Piano di innovazione
tunità che vengono garantite dall’Agenda digitale euro-
locale. Questo è stato condiviso con gli enti, le istitu-
pea. Lecce, poi, come ho già detto, intende promuoversi
zioni, le università, le imprese, gli stakeholder locali e
come fucina della creatività giovanile e imprenditoria-
la società civile, tutti attori coinvolti come protagonisti
le, chiedendo il coinvolgimento di ciascuno, non come
nei progetti».
semplice fruitore ma come fornitore delle soluzioni che
Turismo e tecnologia: due possibile leve per le start-
contribuiranno a migliorare i servizi e la vita all’interno
up salentine?
delle città. Tutto questo è assolutamente possibile attra-
«Assolutamente sì. Il turismo rappresenta per il terri-
verso il sostegno e l’incentivazione di progetti creativi,
torio salentino una potenzialità enorme, ancora, in al-
come baluardo per uno sviluppo non solo digitale, ma,
cuni casi, inespressa. Negli ultimi anni sono nate tante
anche, economico, sociale, culturale”.
realtà imprenditoriali che, forti della bellezza del terri-
Qual è la capacità di adattamento degli ammini-
torio e delle sue risorse, sono state capaci di accogliere
stratori e dei dipendenti pubblici rispetto alla velo-
e affascinare il turista. Ora però è necessario che na-
cità incalzante della tecnologia?
scano realtà capaci di intercettarlo soprattutto attra-
«È inutile negarlo: qualche minima resistenza c’è stata
verso i social network. In questo contesto le tecnologie
e c’è. Ma in linea generale possiamo dire che le pub-
sono un fattore abilitante, favoriscono il collegamen-
bliche amministrazioni sono pronte a rispondere alle
to, la comunicazione e l’interazione con l’ambiente. Il
sfide lanciate dalle nuove tecnologie. Nelle ultime
connubio tra nuove tecnologie e turismo, nel panora-
settimane, ad esempio, l’amministrazione comunale
ma del futuro, si prefigura, perciò, non solo come una
leccese ha dato il via al servizio online che consente ai
possibilità, ma come una necessità incalzante, una leva
cittadini di stampare i propri certificati (quali quello
verso lo sviluppo dell’intero territorio». l
di residenza, dello stato di famiglia, di cittadinanza, di stato libero, e tanti altri). Abbiamo da subito registrato una grande affluenza negli accessi e siamo pronti, a breve, a potenziare il servizio». Ci racconti quale città d’Europa invidia di più e perché? «Non invidio nessuno, in quanto credo che Lecce abbia le potenzialità per raggiungere i risultati che si è prefissata. Però ho un riferimento: Santander, uno dei casi più interessanti di smart city in Europa. Santander, negli ultimi anni, indipendentemente dai limiti tem-
Lecce have a European dream and the futurs becomes smart
by Gabriele De Giorgi - photos Pierpaolo Schiavone
T
ourism and technology represent the two levers responsible for the jump of quality that the Salentine territory, starting from Lecce aim to. In this interview the Assessor to the technologic innovation and communitarian politics of the municipality of Lecce, Alessandro Delli Noci, explains how he aims to change the Capital Town in a smart city, following the example of other European realities. Salento review//5
Lecce: tutto quello che c’è da sapere in una App Dall’idea di un gruppo di amici è nato il progetto di un’applicazione basata sul modello open source per fornire tutte le indicazioni utili a chi vive e a chi visita il capoluogo barocco
Al crescente appeal turistico di Lecce mancava un ultimo tassello, un’app. Una sintesi della città barocca in formato applicazione che da metà febbraio è a portata di click, su lecceapp.it. Un sito di info utilites per i turisti ideato da un gruppo di amici, a costo zero, strutturato in termini di praticità con una mappatura dei servizi: da dove sono ubicate le toilette, al censimento delle postazioni bancomat, a quanti sono i parchi in città, a cosa si può Salento review//7
//tecnologie//lecce app
Una pagina del sito internet.
Da un’idea, quindi, nasce non solo un percorso per aiutare i turisti che verranno a Lecce, ma anche una fare in un’ora a Lecce, fino a giungere alla mappa in-
possibile chance di lavoro per i ragazzi della Lecce
terattiva.
valley: una chance che, per altro, va proprio nella di-
In totale, al momento, diciotto micro informazioni
rezione indicata dall’ultima indagine della Provincia
in fase di stesura anche in lingua inglese, spagnola e
di Lecce, che vede nell’incremento del turismo im-
tedesca con una sezione speciale sul Giappone a cura
mense opportunità per la rinascita del lavoro.
di una nipponica-salentina, Yukari.
Volendo trovare la giusta conclusione di tutto, non
Un lavoro di ricerca coordinato da Pino Montinaro,
resta che chiudere con lo slogan ideato dal gruppo di
giornalista pubblicista, e Cristian De Tommaso, ap-
lavoro: Se sei a Lecce, sei app…osto con lecceapp.it. l
passionato di informatica, che ormai sta coinvolgendo tanti amici in un vero progetto open source, aperto a tutti, per amore di Lecce. Tanti tasselli messi insieme che, difatti, hanno creato un portale sul turismo a Lecce e nel Salento con numeri di visite già così rilevanti, da suggerire ai suoi ideatori il progetto di fare impresa nel settore della comunicazione turistica. Un successo forse auspicato sul lungo termine e in prossimità dell’estate, ma non a distanza di così breve tempo e nella sua fase di ultimazione. Ad oggi, infatti, lecceapp.it è un sito dinamico, il cui layout si adatta ad ogni smartphone. 8//turismo//cultura//arte//informazione
Lecce, everything you need to know in an App
A group of friend has had the idea of creating an application based on the open source model, to supply all useful information to those who live and visit the baroque State Capital
B
y the shared idea of a group of friends with different competencies, a website is born , Lecceapp.it and soon it will also be an application for smartphone. The aim is to supply to visitors all necessary information, for every need, ranging by the localization of an ATM to the best touristic route for those who have just a few hours to spend. It has been launched by the mid of February, the portal has been really successful as concerning entries and soon it could become the heart of a start-up: the touristic communication is in fact one of those guidelines which could relaunch the employment, especially concerning young people.
//cultura
chiese
Gioielli nascosti. La chiesa dei santi Niccolò e Cataldo Nel cimitero di Lecce si trova una delle meraviglie della città. Costruita in epoca normanna, ha subito nel XVIII secolo alcune modifiche che ne hanno fatto un ibrido straordinario di romanico e barocco di Damiano De Luca - foto di Pierpaolo Schiavone
La chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo è una chiesa medievale di Lecce collocata all’interno del complesso del cimitero monumentale, insieme all’attiguo monastero. Fu fondata nel 1180 dal normanno Tancredi d’Altavilla, da quanto si evince dall’epigrafe collocata sul portale, come voto per uno scampato naufragio nel Canale d’Otranto. Tancredi, quindi, donò il complesso ai monaci benedettini, ai quali subentrarono nel 1494, per volere di Alfonso II di Napoli, i padri olivetani che rimasero sino al 1807. 10//turismo//cultura//arte//informazione
Nella pagina accanto, la vista frontale della chiesa; in alto, la statua di San Niccolò, nelle due foto a sinistra, l'architrave del portale d'ingesso e un particolare della facciata.
La facciata mostra i tratti tanto della severitĂ del ro-
il pregevole portale e il rosone. Il prospetto venne ar-
manico pugliese quanto dell’esuberanza del barocco.
ricchito da dieci statue lapidee e da un monumentale
Nel 1716 gli Olivetani iniziarono infatti un radicale
fastigio di coronamento in cui si staglia lo stemma de-
intervento di ristrutturazione della chiesa. La facciata
gli Olivetani, costituito da una croce e dai rami d’ulivo.
venne rifatta da Giuseppe Cino in puro barocco lecce-
I fianchi della chiesa si allungano, a destra, nel cin-
se conservando, della struttura originaria, solamente
quecentesco chiostro dovuto a Gabriele Riccardi, Salento review//11
//cultura//chiesa
adorno del seicentesco baldacchino sovrastante il pozzo collocato su quattro colonne tortili, e, a sinistra, nell’area ottocentesca del cimitero. Su quest’ultimo lato è possibile osservare la teoria degli archetti pensili che corre lungo i muri della chiesa, il campanile a vela con la meridiana e la cupola. L’interno è diviso in tre navate da pilastri quadrilobati con semicolonne addossate. La navata centrale è coperta da una volta a botte mentre quelle laterali hanno una copertura con volta a crociera ogivale. In corrispondenza del transetto si innalza una cupola ellittica impostata su un tamburo ottagonale. In origine la superficie interna era ricoperta interamente da affreschi; nel XVII secolo quelli sulle colonne e sulle pareti furono imbiancati o ricoperti da altari, quelli della volta furono intonacati o ridipinti con decorazioni in stile pompeiano. Nella cupola sono raffigurati l’Incoronazione ed il Transito della Vergine. In alto a destra, un particolare degli affreschi sul soffitto della chiesa; sotto da sinistra, l'acquasantiera creata all'interno di una colonna e un particolare delle colonnato.
Nelle navate laterali sono presenti alcuni altari at-
Di pregevole valore artistico sono la statua di San
tribuiti a Mauro Manieri, tra cui quello intitolato ai
Nicola benedicente, nella navata sinistra, e due ac-
Santi Benedetto, Bernardo Tolomei e Francesca Ro-
quasantiere, tutte opere realizzate nel XVI secolo e
mana e quello dei Santi Niccolò e Cataldo. Entrambi
attribuite a Gabriele Riccardi.
gli altari espongono una tela settecentesca del pittore
Al XVII secolo risalgono il monumento sepolcrale
napoletano Giovan Battista Lama.
del poeta epico leccese Ascanio Grandi e gli affreschi del coro (1619). Il complesso, dato l’alto significato artistico, è continuamente meta dei turisti che vogliono ammirare una della più significative e originali espressioni del patrimonio artistico leccese. l
Hidden jewels. The Santi Niccolò e Cataldo Church
Into The Leccese Cemetery there is one of the wonders of the town: it was built during the Norman period and it has been slightly modified in the XVIII century, creating, in thus way, an extraordinary hybrid of Romanic and baroque by Damiano De Luca - photo Pierpaolo Schiavone
O
ne of the least known jewels in the Capital Town arises inside the monumental cemetery of Lecce, so beautiful to have really few comparisons: it is the church of santi Niccolò e Cataldo. Built on request of the Norman Prince Tancredi D’Altavilla like a vote made for the rescued wreck into the Otranto Channel. The facade shows both the severity of the Pugliese Romanic, as well as the redundancies of the baroque. By the beginning of the XVIII century, the order of the Olivetani started a radical intervention of restructuration: the front was completely remade, exception made for the exquisite portal and for the rose window. The internal is divided up into three naves and it keeps fine frescos and portraits.
12//turismo//cultura//arte//informazione
//tradizioni
maglie
Tradizioni popolari e turismo religioso: un binomio che funziona
Il periodo pasquale nell’hinterland magliese, diventa l’occasione per molti visitatori di coniugare la conoscenza del territorio con la spettacolarità di alcune “devozioni” di Mauro Bortone foto di Pierpaolo Schiavone
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Suggestione, folKlore e tradizione popolare. Il periodo pasquale nel Salento non è solo una sorta di anteprima della stagione estiva, con l’approdo dei primi flussi di visitatori alla scoperta delle principali mete attrattive della provincia: esiste una sorta di “mercato” allettante, che prova a coniugare cultura e devozioni religiose, in un mix di eventi “spettacolari” tipici della ritualità pasquale, che esercitano un fattore di richiamo turistico. È il caso dell’hinterland magliese, che insieme a Gallipo-
Nella pagina accanto, uno scorcio della città di Maglie; sopra, l'altare all'interno del duomo; accanto la facciata della chiesa della Madonna delle Grazie.
li e alla Grecìa Salentina, rappresenta l’epicentro di questa esperienza e dove da anni i riti della Settimana Santa sono diventati una consuetudine per veri e propri percorsi all’insegna di una specifica spiritualità, a metà tra il sacro e il profano, alla stregua di quanto accade, per esempio, a Taranto. E così, nel triduo che anticipa la Pasqua, antiche processioni portano in scena delle affascinanti rappresentazioni che racchiudono, oltre alla narrazione religiosa della Passione del Cristo, elementi di spettacolarizzazione e di teatralità all’aperto. Maglie, Cerfignano, Muro Leccese e Botrugno sono, nell’area, i luoghi, dove queste celebrazioni sono meglio collaudate, grazie alla presenza e alla opera ossequiosa delle confraternite cittadine. Particolare attenzione riscuote la “Processione dei misteri”, che Salento review//15
//tradizioni//maglie
Maglie, vista del Duomo e uno scorcio del campanile.
si tiene nel pomeriggio del Venerdì Santo, a Maglie,
vo delle feste, viene deposta o persino bruciata. Sono
alla presenza dei soci delle confraternite (riconosci-
solo due esempi di un Salento “alternativo”, forse poco
bili dallo smoking), riunite in un unico coordina-
moderno, che, però, sembra attrarre con insistenza i
mento, con una storia quasi secolare, che organizza la
fruitori di quello che in gergo si chiama “turismo re-
manifestazione. La cerimonia inizia col prologo nel
ligioso”.
l
santuario dell’Addolorata, da dove il simulacro della Vergine è accompagnato dai canti delle prefiche e dalle note funebri della banda verso la Chiesa Madre per trovare il Cristo morto. Da qui inizia il corteo nelle vie della città, cui partecipano autorità civili, religiose, militari, cittadini, bambini (vestiti da angeli o da Cristo) e bambine (da Veronica o in abito scuro come la statua dell’Addolorata). Una tradizione minore dell’hinterland, che si sta riproponendo, è quella della “Caremma”, il fantoccio di paglia esposto sulle terrazze, simbolo del rigore quaresimale proteso alla Pasqua: una figura che pesca nella mitologia, nell’immagine della conocchia e del filo che tiene tra le mani, sul modello di Cloto, una delle tre Parche. Una “memoria” visiva che, con l’arri16//turismo//cultura//arte//informazione
Popular traditions and religious tourism: a pair which works out
Into the magliese interland, the Easter Period becomes the occasion for many visitors to join the knowledge of the territory with the spectacular of some “devotions” by Mauro Bortone - photo Pierpaolo Schiavone
T
he religious tourism is proposing as one of the factor to promote the Salentine territory. During Easter period there are many appointments which recall visitors interested in joining the faith experience with the knowledge of places and celebrations, extraneous to the usual touristic fruition. In Maglie, for example , one of the main town of the province of Lecce , a particular attention is given to the “Procession” of the Mysteries, which starts from the Sanctuary of the Addolorata. A minor tradition, which is having a new revaluation, is the one of the “Caremma” a straw puppet, intended like a symbol of Lenten rigor, visible on the terraces of the houses, a puppet often burnt.
//luoghi
gallipoli
Gallipoli d’inverno svela i misteri del borgo antico Tra fede e folklore, viaggio alla scoperta delle piccole chiese della città vecchia, protagoniste degli antichi riti che precedono la Pasqua di Valeria Blanco - foto di Pierpaolo Schiavone
D’estate perla che splende, d’inverno scrigno che custodisce gelosamente i suoi gioielli. Gallipoli svela i segreti del suo borgo antico nella settimana del triduo pasquale, quando le piccole chiese A sinistra, la fontana greca; sotto da sinistra, la chiesa del Santissimo Crocifisso e a destra, la basilica di Sant'Agata. Nella pagina accanto una panoramica di Gallipoli scattata dal porto.
sfoggiano vere opere d’arte, che poi sono il pezzo forte dei riti penitenziali. Rituali che affondano le loro radici nel Medioevo e che, stando ad alcune teorie, sarebbero persino più antichi di quelli di Taranto. Riti sacri e processioni del periodo prepasquale suggeriscono un percorso da seguire nella visita delle piccole chiese della “padella”: così è chiamata la parte antica della città che, vista dall’alto – per la sua forma circolare e il lungo ponte che la congiunge alla città nuova – ricorda proprio la forma di una padella con il manico. In questi luoghi sacri, colmi di statue e dipinti, hanno sede le confraternite che animano le processioni del Venerdì e del Sabato Santo, quando pathos e devozione popolare raggiungono il culmine. Il Venerdì, protagoniste della Processione dei Misteri (chiamata Urnia, perché accompagna l’urna che raccoglie le spoglie del Cristo morto) sono le confraternite del Santissimo Crocifisso e di Santa Maria degli Angeli. Dalla Chiesa del Crocifisso – il cui esterno è stato restaurato e riportato ai colori originali nel 2006 – nel pomeriggio parte la processione annunciata dal suono di un tamburo scordato e di una tromba e animata dai confratelli che indossano tunica rossa e mozzetta celeste. Dopo aver percorso i vicoli del centro storico ed effettuato una so-
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Salento review//19
//luoghi//gallipoli
Sopra il campanile e a destra la chiesa del Santissimo Crocifisso vista dal mare.
sta nella cattedrale barocca di Sant’Agata, nel cuore del
accompagnata da devozione popolare, quella della De-
borgo antico, la processione si dirige nella città nuova
solata, che è conclusa in mattinata dall’incontro tra la
seguìta da migliaia di fedeli. In processione si possono
Madonna dall’abito nero e il Cristo morto, seguìta dal-
ammirare le statue dei misteri dolorosi, di solito custo-
la benedizione del mare dal bastione della Bombarda.
dite nella Chiesa del Crocifisso, realizzate dal maestro
Tra i vari gioielli della piccola chiesa della Purità, oltre
cartapestaio Cesare Gallucci di Lecce alla fine degli
alla statua della Desolata, impossibile non notare il pa-
anni ‘90. La più struggente, durante tutto l’arco dell’an-
vimento maiolicato con motivi floreali e le enormi tele
no posta in chiesa ai piedi dell’altare, rimane il Cristo
che ricoprono le volte a stella e che sono state recen-
morto, realizzata interamente in legno nel 1834.
temente riportate all’originario splendore dal maestro
La processione dell’Urnia è animata anche dai confra-
restauratore Valerio Giorgino. l
telli che fanno capo alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli, i quali indossano tunica bianca e mozzetta azzurra. La chiesa, che sorge sempre lungo il perimetro della città vecchia, è nota soprattutto perché accoglie la statua dell'Addolorata, protagonista, insieme al Cristo, della processione del Venerdì. Anche in questo caso i due portoni d’ingresso della chiesa sono sormontati da una maiolica che raffigura la madonna degli Angeli con, sullo sfondo, il faro dell’isola di Sant’Andrea. All’interno si possono ammirare le tele settecentesche opera del pittore Diego Oronzo Bianchi di Manduria. All’alba del Sabato, quando la processione dell’Urnia si conclude sul bastione di fronte alla chiesa del Crocifisso, la folla si sposta verso la Chiesa di Santa Maria della Purità. Da qui parte l’altra processione maggiormente 20//turismo//cultura//arte//informazione
Gallipoli during winter reveals the mysteries of the old village
Between faith and folklore, a trip to discover the small churches of the old town, protagonist of the ancient rituals which forerun Easter by Valeria Blanco - photo Pierpaolo Schiavone
S
ymbol of the summer holiday tourism, Gallipoli is a town with rooted religious and popular traditions. The Procession of the mysteries arises in this old village, known as “pan” due to the fact that it recalls the shape of a saucepan; they start on holy Friday afternoon, animated by the brotherhood of the Blessed Crucifix and by that of Santa Maria degli Angeli and finishes late at night. Following, the devotees move to Santa Maria della Purità Church where another procession with lots of followers starts: this procession is called the Desolata: it ends in the morning with the meeting between the Madonna with the black clothes and the died Christ and with the blessing of the sea in the Fortress of the Bombarda.
//Storia
taranta salentina Nel '600 un dotto gesuita sospettato di negromanzia andò a studiare il tarantismo a Galatina e Nardò
Attanasio Kircher e il ragno salentino
che saltava tra le civiltà E attraverso i secoli il potere non ha mai smesso di mordere gli studiosi indipendenti DI FABRIZIO VENTURINI
Quando nel 1630 il gesuita tedesco Athanasius Kircher svolse nelle campagne di Galatina e Nardò un'indagine etnografica, conobbe gli effetti psicotropi, psicagogici e psicoterapici di una tipica musica locale che guariva dalle intossicazioni dovute al morso della Taranta salentina: il ragno Lycosa Tarantula. Secondo gli strati più poveri della popolazione l’aracnide era infatti demiurgo e garante mitico di un mondo cupo, assillato dal peccato, lacerato come un chiaroscuro barocco da stridenti antinomie culturali. Ad esse, a quell’epoca, si aggiunse lo scontro tra due civiltà lontane tra loro anche nel tempo. Da un lato vette e abissi del pensiero barocco: arti, filosofie, ricerche, orazioni del ‘600. Da un altro, i retaggi magico-misterici che i culti dionisiaci della Magna Grecia avevano lasciato nel folklore salentino per guarire il dolore di vivere e il timore di non esserci detto “depressione”. La Controriforma che oppose il pugno di ferro dell’Inquisizione a ogni lettura soggettiva delle Sacre Scritture, torture e roghi agli aneliti di libertà intellettuale e ai nuovi spunti negli studi fisici, astronomici, filosofici, lasciò quel prete avido di dati e saperi penetrare nei retaggi dei culti esoterici greci che ancora agitavano il pensiero del volgo salentino. Più colto e coraggioso di Galileo, più curioso e generoso di Leibniz, più appassionato di Pascal, più libero di Bernini, Kircher - sospettato a Roma di tutte le devianze culturali – volle capire direttamente nelle campagne leccesi il decorso dell’intossicazione data dalla Taranta. Per guarire i villani punti dal ragno, si diceva, avevano efficacia precise arie musicali. Ma quando i padri Athanasius Kircher (Geisa, 12 maggio 1602 – Roma, 28 novembre 1680) 22//turismo//cultura//arte//informazione
Nicolello e Galliberto – rettori dei collegi di Lecce e Taranto – gli scrissero in merito, la sua ansia di conoscenza non fu placata. I dati
La tarantella, e la danza delle tarantole, da Neue Hall- und Thon-Kunst, Nördlingen (Germania), 1684, p. 145.
The tarantella, with dancing tarantulas, from Neue Hall- und Thon-Kunst, p. 145.
che ottennero da chierici volenterosi e solerti curati
partecipe delle tradizioni locali – disse De Martino
erano banali impasti di pettegolezzi. Kircher non si
in La Terra del rimorso – ha finito per conservarci sul
fidò. Atterriti dalle analogie tra possessioni sataniche
fenomeno culturale del Tarantismo più di quanto ab-
e crisi delle vittime della Taranta, inorriditi da quel-
biano fatto medici e naturalisti”. Creatore del primo
le isterie femminili e scossi dai temerari interessi di
museo naturalistico al mondo nel Collegio Romano,
Kircher, i due rettori accennarono appena al mito del
dove in terrazzo disegnò tavole sciateriche per seguire
ragno e alla musica che a Galatina guariva le taran-
le traiettorie planetarie e i moti zodiacali che influi-
tolate. Nei suoi tre libri sugli effetti dei magnetismi
vano sui destini umani, Kircher fu maestro di sinistri
musicali sull’umore e sulla salute, Kircher ringraziò le
figuri come lo stregone Francesco Borri e l’alchimista
sue fonti ufficiali. Ma i dati etnografici sulle creden-
Massimiliano Palombara. Fu inventore, ingegnere,
ze popolari, sui gesti dei tarantolati, sugli strumenti
astrologo, egittologo, architetto, musicologo, farma-
musicali per guarirli, sulle arie suonate, li prese da
cista, archeologo, geografo, fisiologo. Fu confidente di
studi sul campo. Nel suo pionieristico sopralluogo a
Cristina di Svezia e beffando l’Inquisizione, frequen-
Galatina, Nardò e Maglie, contadini, acquaioli, mu-
tò i librai ebrei Isaac Vossius e Abraham Ecchel con
lattieri e garzoni di masseria che lo videro interroga-
la libertà di giudizio a difesa della quale – pare – la
re testimoni e malati guariti in uno spigoloso italiano
Compagnia di Gesù e Papa Alessandro VII (Fabio
osservarono una strana figura barbuta in abiti neri
Chigi, ex vescovo a Nardò) intervennero spesso. La
chinato su di loro affettuoso, porgendo ai più deboli
lezione di Kircher fu la serietà con cui oppose a gau-
e fragili mestoli d’acqua per benedirli con modi gen-
denti osservazioni mondane delle reazioni alla mu-
tili. In pochi giorni si concluse il suo field trip salen-
sica del ragno chiuso in bottiglia, il suo interesse alla
tino. E quando tre secoli dopo Ernesto De Martino
vita e alle azioni dei cafoni salentini, visti non come
riscoprì nel 1961 il Tarantismo, così come il gesuita,
cavie, ma nella loro umanità. E senza mai definirlo
anche l'etnologo notò il dolore opprimente di donne
scienziato, De Martino rispettò il precursore, che non
e uomini intossicati nella psiche e nei nervi non dal
fece del dramma del Tarantismo gioco di società o
veleno del ragno comunque mordace. Ma da mise-
barocca maraviglia. “Sistematico e razionale”, scrisse
ria, ignoranza, sfruttamento. E apprezzò nei suoi testi
l’etnologo dell’approccio di Kircher agli stati di co-
la pietà del gesuita. “Per essere spesso ingenuamente
scienza alterata, a svenimenti, convulsioni, allucinaSalento review//23
//luoghi//taranta salentina Tarantula e l’antidoto musicale per il suo veleno, la tarantella, da Magnes sive de arte magnetica opus tripartitum, Colonia (Germania) 1643, p. 763. Tarantula and the musical antidote to its poison, the tarantella, from Magnes sive de arte magnetica opus tripartitum, Colonia (Germania) 1643, p. 763.
Palazzo Luceri a Galatina.
per difendere la sua libertà di giudizio, come Kircher, finì amareggiato, emarginato, escluso dai circuiti accademici.
zioni e crisi deliranti (simili all’isteria e all’epilessia) che la tarantolata superava solo sentendo la musica scelta (per toni, tempi, ritmi, strumenti, volumi) apposta per lei ed il ragno che l’aveva punta: quella iatromusica (musica medicinale) era la Pizzica. Impossibile riassumere l’insieme di analogie e simmetrie tra fisiologia e musica ideato dal gesuita. Più notevole il nesso che unì nei secoli Dioniso, il ragno, il diavolo, il male. Se il dispotismo non riuscì a mordere Kircher, si vendicò sul suo epigono. Sicuro che la sua solidarietà per le superstiziose plebi leccesi – lontane dalla coscienza e dalla lotta delle classi subalterne per liberare il proletariato dal capitalismo – non smentisse le dottrine del marxismo operaio, De Martino fu tormentato così velenosamente da critiche e da accuse degli intellettuali comunisti e dello stesso Partito, che 24//turismo//cultura//arte//informazione
Attanasio Kircher and the Salentine spider which jumped among the civilities
In 1630, in Maglie, Galatina and Nardò, a learned German Jesuit made a research on the field, to understand the real consequences of the bite of the tarantula, opening, as pioneer, the way retraced more than three centuries after Ernesto De Martino by Fabrizio Venturini
I
n 1630, in the countryside of Galatina and Nardò the German Jesuit Athanasius Kircher made the first ethnographic research of the history, he knew that the effect of a typical local music, that, it was said,it was able to heal the intoxications caused by the bite of a spider, widely spread in that areas, known as the Salentine Taranta. He was the first one to recollect all information he needed on the field and he had a “systematic and rational” approach concerning the tarantismo, as in 1961, Enrico de Martino reckon: he was a monumental figure of learner that due to his emphatic approach to superstitious believes of Salentine population, – far light years from the Marxist dialectics -, was emarginated by the official culture which gravitated around the Italian Comunist party.
//entroterra
storia e tradizioni Benvenuti nella Grecìa Salentina
Kalòs ìrtate stin Grecìa Salentina di Damiano De Luca - foto di Pierpaolo Schiavone
La Grecìa Salentina è un’area ben determinata del Salento, che un tempo era molto più vasta dell’attuale comprendendo i territori gravitanti intorno a Otranto e Gallipoli. Oggi la zona, in cui si parla il griko, un dialetto greco, scritto in caratteri latini, è costituita da 11 comuni: Calimera, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martigna-
Area grika della Provincia di Lecce, Unione tra i Comuni di Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino.
no, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino, Carpignano Salentino e Cutrofiano. Dal 1988 i comuni succitati si sono consorziati per la valorizzazione dell’area ellenofona. Sull’origine di questa isola linguistica sono state avanzate molte ipotesi. Secondo gli studiosi l’origine di questa minoranza linguistica risalirebbe o alla presenza di coloni greci fin dal periodo delle grandi migrazioni greche occidentali del VIII-VII secolo a.C. o alla dominazione bizantina del Salento tra VIII e XI secolo dell’era moderna: Al di là di ogni ipotesi un dato resta incontrovertibile: la diffusione del griko si è consolidata nei San Cataldo
secoli grazie alla diffusione del rito bizantino in Terra d’Otranto, che, seppur accantonato ufficialmente nella metà del XVII seco-
LECCE
lo, continuò ad affiancare la liturgia latina fino agli inizi del XX secolo. Ciò che sfugge è il motivo per cui il dialetto romanzo, derivato dal latino, in quest’area di circa 100 kmq non si sia
Calimera Martignano
Porto Cesareo
Sternatia Soleto Zollino Nardò
Galatina
Martano
Corigliano d’Otranto
Cutrofiano
completamente imposto sul dialetto greco, come invece è Carpignano Salentino
Castrigano de’ Greci Melpignano
avvenuto in altre parti del Salento.
Otranto
Grecìa Salentina consists of eleven towns and it is part of the province of Lecce, in the administrative area of
Maglie
Apulia; Its inhabitants speak a greek dialect called griko. The following pages illustrate some photographic
Gallipoli
S. Cesarea Terme Casarano
26//turismo//cultura//arte//informazione S. Maria di Leuca
shots, taken in the towns of Grecìa Salentina.
CALIMERA
Kalimera in griko
Calimera, il cui nome di origine greca significa “ bella giornata” oppure ”bella contrada”, risale nella sua forma attuale all’ XI secolo su insediamenti di epoche più antiche. In alto, la Chiesa Madre (XVII secolo ex.): edificio a navata unica, dedicata a San Brizio, protettore della città. A sinistra, Chiesa di San Vito (XVI secolo): chiesetta adiacente al cimitero, all’interno della quale si trova la Sacra Roccia di San Vito, un megalite con foro centrale utilizzato dai credenti per riti purificatori e propiziatori, che risalgono al culto pagano della Grande Madre (Cibele). Salento review//27
//titolo 1//titolo2
castrignano dei greci
Kastrignàna o Kascignàna in griko
Come suggerisce il nome, anticamente castrum romano su di un preesistente insediamento greco. In epoca bizantina (VII-XI secolo) divenne un castello fortificato. Sopra, Chiesa dell’Immacolata (XVII secolo): l’edificio di epoca barocca è caratterizzato dal sobrio portale con timpano arcuato sormontato dalla statua dell’Immacolata. Accanto, particolare dell’ingresso di una corte del XV secolo. L’epigrafe greca è di epoca recente.
28//turismo//cultura//arte//informazione
corigliano d’otranto
Choriàna o Koriàna in griko
Centro d’origine romana, dall’VIII secolo circa fino al XV fu interessato da una significativa presenza bizantina. Sopra, Castello de’Monti (XIII?; XVI secolo): l’origine dell’edificio è medievale. Fu ristrutturato nel XVI secolo. Attualmente resta circondato da un fossato.
Salento review//29
//entroterra//storia e tradizioni
martano
Martana in griko
Martano, il cui nome è d’incerta etimologia, è un centro di origine romana. Qui, dal VII secolo circa si sarebbero insediati coloni provenienti dall’oriente bizantino. Sotto, il Palazzo Baronale: l’edificio, in origine un castello del XIV secolo, ha subìto vari interventi di ristrutturazione in epoche successive. A sinistra, il Menhir del Teofilo (“di chi ama Dio”): è il monolite preistorico superstite più alto del Salento. Con l’avvento del Cristianesimo fu rivestito di nuovo significato religioso. Il reperto è anche noto come Santu Totaru.
30//turismo//cultura//arte//informazione
I sapori di coltura e
di secoli passione
Azienda Agricola Le Saittole di Elena Georgopoulos Punto vendita: Via Brodolini, 12 - Sede: Via Puglia, 1 - CastrĂŹ di Lecce (Le) Italy Tel. 0832.826606 - www.lesaittole.com - info@lesaittole.com
//entroterra//storia e tradizioni
martignano
Martignana in griko
Martignano, centro di epoca medievale (XIII secolo), venne probabilmente costruito su di un insediamento romano. Sopra, la Chiesa di Santa Maria dei Martiri (XVI secolo) e colonna sormontata dalla statua di San Pantaleone, protettore della città . A sinistra, il Portale d’ingresso di Palazzo Palmieri (XVIII secolo).
32//turismo//cultura//arte//informazione
MELPIGNANO
Lipignana in griko
Centro risalente all’occupazione romana, di cui resta traccia di un centurione di nome Melpinius, venne occupato dai bizantini tra VII e VIII secolo. La Chiesa del Convento degli Agostiniani (XVI secolo): l’elaborato portale in stile barocco.
Salento review//33
//entroterra//storia e tradizioni
soleto
Sulítu in griko
34//turismo//cultura//arte//informazione
Centro d’origine messapica (fino al III secolo a.C.), venne occupato dai romani e dai bizantini. Incerta l’origine del nome (Soletum/Sallentum/Sallentia). La Chiesa di Maria Santissima Assunta (XVIII secolo). L’edificio ha un impianto basilicale a tre navate. Si nota anche la Guglia di Raimondello alta più di 40 mt., che veniva utilizzata per avvistamenti sul versante adriatico e ionico.
sternatia
Chora o Starnaìtta in griko
È un centro le cui origini sono riconducibili all’epoca imperiale (III-V secolo d.C.). Nel medioevo Sternatia gravitava nell’orbita d’influenza dell’abbazia greca di San Zaccaria, importante centro religioso orientale in Terra d’Otranto. Particolare di una viuzza del centro di Sternatia, in cui svetta il campanile della chiesa dedicata all’Assunta.
Salento review//35
//titolo 1//titolo2
zollino
Tzuddinu in griko
36//turismo//cultura//arte//informazione
È un centro che si è sviluppato su di un casale medioevale (XII secolo), sovrappostosi a qualche insediamento d’epoca romana prima e bizantina poi. Sopra, il Campanile del 1893 della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. La chiesa è di origine bizantina.
Situato a pochi passi dal mare, dal centro storico della città e alle spalle del Castello Aragonese, l’Hotel Minerva è il posto ideale per trascorrere un piacevole e rilassante soggiorno in una delle più belle località della penisola salentina
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Uccio Aloisi, nostalgia di un uomo d'altri tempi Nell’ottobre del 2010 è morto a 82 anni uno degli ultimi cantori della tradizione musicale salentina. La sua semplicità e la profonda saggezza hanno lasciato un ricordo indelebile nel cuore di chi lo ha conosciuto di Pino Milli - foto di Pierpaolo Schiavone
Per innata predisposizione d’animo coltivo il culto stile “Il vecchio e il bambino” di stampo gucciniano. Tra categorie ideali di uomini inserirei Uccio in quella del saggio. Ma questo apparirebbe un semplicistico luogo comune e pertanto affido all’anima più che alla mente un ricordo di una persona che ha stimolato il presente attraverso un magico viaggio nel passato attraendo tutto me stesso fino in fondo. Uccio, come artista, l’ho conosciuto per caso. Ed era giusto così, per quello che da quel momento ha rappresentato per me. Mi trovavo ad assistere alla prima edizione della Notte della Taranta a Melpignano, nella piccola incantevole Piazza San Giorgio, al cospetto di un pubblico limitato nel numero, ma attento alla novità colta di Daniele Sepe che incontrava amabilmente la musica salentina di tradizione. Affascinato dal trasporto quasi mistico della musica, notavo sul palco un uomo canuto con una voce meravigliosamente vera che squarciava l’aria con canzoni , melodie e canti “alla stisa” e che “non voleva scendere 38//turismo//cultura//arte//informazione
//personaggi
Uccio aloisi dal palco” nonostante le sollecitazioni degli organizzatori. Quella visione caratterizzerà il personaggio Uccio Aloisi per sempre scolpito nella mia mente. Lo incontrai, di lì a poco, a Galatina, ove svolgevo pratica di avvocato presso un altro guru del tempo, l’avvocato Nino Lisi il quale, amico di vecchia data, me lo presentò durante un incontro casuale in un vicolo del borgo antico. Ricordo gli occhi cerulei che mi fissarono e lo sguardo quasi deferente di un uomo che, l’ho capito vivendo con lui tante esperienze per oltre un decennio, mi diceva con tono scherzoso “’Mpara l’arte e mettila da parte….gli ‘vvucati ne sannu chiui de lu Dialu!” “Mi colpiva il cranio raso” cantava Guccini in una famosa frase di “Amerigo”. Aggiungo io, parafrasandolo, “e un misterioso e strano suo gesticolare” che era un modo per esprimere meglio i concetti che spontane-
ahi mamma!" Ma uno tra i ricordi non lo dimenti-
amente Uccio riferiva durante ogni nostro incontro.
cherò mai. Aver avuto l’onore di sedere al suo fian-
Animo contadino, intelligenza spiccata, amico vero,
co al tavolo della sua casa di Cutrofiano a gustare “li
Uccio diventava per me, di anno in anno, qualcosa di
pezzetti”preparati dalla adorabile moglie Cetta (ap-
importante.
pena scomparta, ndr) e bere vino “che fa saggiare l’in-
Il nonno che non avevo potuto conoscere e il nonno
finito” per terminare la serata a cantare “li sturnelli”…
che avevo conosciuto poco perché perso in tenera età.
E poi sentirmi chiedere “Comu sciamu a Pica?????”
Ogni nostro momento di incontro diventava per me
Grazie Nonno Uccio per esserci stato.
un secchio da riempire di emozioni, aneddoti, bar-
Ti voglio tanto bene.
zellette (“culacchi”), brani vocali senza musica (“alla
Il tuo caro ‘Vvucatu.
l
stisa”) che alle mie orecchie suonavano come piacere, pace, divertimento, intensa partecipazione dell’animo. Io per lui ero “l’Avvucatu”, lui per me era Uccio. E i commenti sulle donne poi condivano ogni nostro discorso: dopo una mia abbondante risata si riprendeva magari con la strofa e la canzone prima interrotta per ricominciare non appena ci appariva qualche altra creatura femminile adorante al cospetto del maestro Uccio. “Ulia cu te lu dau nu baciu an canna, nu baciu an canna, e poi baciata te baciu ‘ntorna te baciu ‘ntorna”. Questo era il segnale inequivocabile che Uccio “gradiva” quella presenza femminile. Mille ricordi si inerpicano nella mia mente, facile ricordare i tantissimi concerti visti che emanavano emozioni: "Osce fazzu cu ballanu puru le petre,
Uccio Aloisi, nostalgia of a other times man
One of the last cantor of the Salentine traditional music died in October 2010, at the age of 82. His simplicity and his deep wisdom have left an indelible memory into the hearts of those who have known him by Pino Milli - photo di Pierpaolo Schiavone
D
isappeared in 2010, at the age of 82, Uccio Aloisi was a real icon of the Salentine traditional music. In 2011 the edition of the Notte della Taranta was dedicated to him; this is an event in Melpignano, which every year recalls tens of thousands of people for the Big Concert; it closes the itinerant festival, held into the municipalities of the Grecìa Salentina. He was a personage of humble origins and antique wisdom, extraordinary star performer on the stages, rediscovering the pizzica and the traditional songs and original interpreter of the tambourine; he has left an unbridgeable emptiness into the lovers of the gender and into the entourage of those who had the chance to know him. In this page the memory of the Leccese laywer, Pino Milli, to whom Uccio was a dearest friend a referring point, a grandfather. Salento review//39
pubbliredazionale
//aziende IN.T.E.R.FRUTTA di A. FATANO & C. S.p.a. INDUSTRIA TORREFAZIONE E REFRIGERAZIONE FRUTTA Zona Industriale Viale Olanda - 73100 Lecce - Italia Tel. +39 0832.240951 - www.interfrutta.com
Da quattro generazioni, è un’importante filiera produttiva del Salento da sempre, grazie all’import/export, Interfrutta garantisce un elevato standard qualitativo dei prodotti e dei servizi
U
na delle più convin-
si è sempre contraddistinta per la serietà
ed i magazzini contengono fino a 15.000
centi attività impren-
del management aziendale. Oggi è una
quintali di prodotti. Oggi al timone della
ditoriali del Salento
meravigliosa solida e conosciutissima real-
società ci sono i fratelli Fatano tra cui Ro-
è costituita da Interfrutta SpA, azienda
tà industriale: l’azienda, che garantisce un
berto Fatano, amministratore delegato,
leader nell’import-export dei prodotti or-
elevato standard qualitativo dei prodotti e
nonché responsabile all’Internazionalizza-
tofrutticoli. È un’impresa che affonda le
dei servizi con qualità certificata UNI EN
radici nell’attività commerciale di Nicola
ISO 9001/2000, si estende su una superfi-
Fatano sull’ultimo scorcio dell’Ottocento
cie lavorativa di 15.000 mq, ha una capa-
e che nel corso della crescita nei decenni
cità produttiva di 1.000 quintali al giorno
40//turismo//cultura//arte//informazione
Sotto a sinistra, la selezione dei pistacchi e accanto la fase di copertura dei fichi con il cioccolato.
dell’internazionalizzazione ovvero aggan-
filoni produttivi: Esotico (prodotti prove-
ciarsi con mercati vari e diversi. E in que-
nienti dall’estero); Frutta fresca (locale,
sto senso lavora anche Interfrutta, che, da
nazionale); Ortaggi; Frutta secca e legumi;
tempo legata anche ai mercati esteri, vuo-
Tipico (elaborazione dolciaria della frutta,
le seguire e sviluppare sempre di più que-
ad es. i fichi secchi, ecc.).»
sto trend di apertura. Ecco dunque il trait
Quali sono le zone operative di Interfrut-
d’union: il Salento verso l’estero con chi da
ta SpA?
tempo opera anche con l’estero! La nostra
«I bacini di utenza della Interfrutta SpA
zione della Confindustria di Lecce, al quale
società è leader, dati i volumi, nell’Italia
sono prevalentemente le regioni di Puglia,
abbiamo rivolto qualche domanda.
meridionale nel commercio della frutta e
Basilicata e Calabria, ma la rete distributi-
Dottor Fatano, un’azienda di questo cali-
ha una ricaduta occupazionale positiva: la
va di pronta consegna copre l’intero ter-
bro, come si inserisce nel contesto econo-
nostra azienda occupa nonostante la crisi
ritorio nazionale, garantendo la distribu-
mico salentino?
economica, 70 unità delle quali 10 sono
zione giornaliera di frutta ortaggi e legumi
«Partiamo da una considerazione: sulla
stagionali.»
sia freschi sia secchi. Nel nord Italia e in
base dei dati statistici il Salento per dare
Ci può spiegare cosa commercia la sua
Europa siamo presenti prevalentemente
una svolta alla crisi deve necessariamente
azienda, dottor Fatano?
con i prodotti “Tipici” (frutta elaborata su
nel prossimo futuro percorrere la strada
«L’azienda ha sviluppato ad oggi cinque
base dolciaria).» l
Sopra, alcune fasi della produzione di fichi secchi con le mandorle o con la copertura di cioccolato. In alto a destra, uno dei magazzini.
Salento review//41
pubbliredazionale
//aziende
L’antica arte delle volte a stella È di Copertino l’azienda leader nella costruzione di volte a stella: Picciotti Costruzioni. la ricerca dell’eccellenza come mission
42//turismo//cultura//arte//informazione
PICCIOTTI COSTRUZIONI di ENRICO PICCIOTTI via Giuseppe Verdi, 16 - 73043 - Copertino (Le) - Tel. 338.9896862 www.picciotticostruzioni.it. - picciotticostruzioni@alice.it
Enrico Picciotti, maestro ‘voltarolo’, è il titolare dell’azienda. Tra i conci e i mattoni ci è cresciuto e nonostante abbia soltanto 38 anni, vanta una consolidata esperienza. Data le sue notevoli competenze nella realizzazione delle costruzioni a volta, Enrico è consulente del portale www.voltestella.it
L
a Picciotti Costruzioni di
sponibilità di automezzi e le attrezzature
maestro “voltarolo”, che guida un team di
Copertino, leader nel set-
all’avanguardia impiegate, danno il senso
dieci professionisti del settore operanti in
tore delle costruzioni di
della sempre ricercata qualità del lavo-
tutto il Salento. Mattone dopo mattone
volte a stella, si distingue per dinamismo,
ro, testimoniata nel corso degli anni dai
l’azienda è riuscita a conquistare un ruolo
affidabilità e professionalità. Essa si avvale
manufatti realizzati: la continua ricerca
di rilievo nel panorama dell’edilizia locale,
di tecnologie avanzate e di professionalità
dell’eccellenza è la chiave per ottenere i
gettando le basi per operare anche nel re-
eccellenti.
migliori risultati.
sto d’Italia e all’estero.
L’impresa opera con successo nel Salento
Realizzare volte leccesi è la speciali-
con un raggio d’azione che varia dalle co-
tà
struzioni artigianali di volte a stella, nelle
Un’esperienza consolidata nel tempo gra-
varie tipologie, alle più moderne costru-
zie al tenace impegno di Enrico Picciotti,
dell’azienda
Picciotti
Costruzioni.
zioni di edifici residenziali, commerciali e industriali. È un’azienda seria e di moderna concezione, che si avvale di tecnologie avanzate, in grado di garantire un’alta qualità del servizio e un controllo costante in fase d’esecuzione, assicurando ai committenti tempi rapidi e costi contenuti. Grazie allo staff affiatato e altamente qualificato, che collabora sinergicamente con una rete di consulenti tecnici, l’impresa è in grado di soddisfare in maniera puntuale ogni richiesta. Le maestranze motivate e specializzate, l’alta tecnologia utilizzata, l’ampia diSalento review//43
pubbliredazionale
//aziende
In questa pagina e in quelle precedenti, particolari delle volte realizzate da Picciotti Costruzioni
Nei suoi primi dieci anni di vita, questa realtà imprenditoriale ha lasciato il segno nei borghi del Salento, attraverso la realizzazione e la ristrutturazione di volte a stella, volte a botte, volte a squadro, riportando in auge con estrema cura una tradizione secolare. Enrico Picciotti interpreta l’antica arte della costruzione delle volte selezionando i migliori materiali provenienti dalle cave
fica soltanto assemblare dei conci di tufo;
giornata le proprie creature con la soddi-
del territorio, quei tufi in grado di garanti-
dietro alla realizzazione di ogni volta c’è la
sfazione di un genitore.
re un manufatto unico e di pregio, che rac-
passione di un costruttore, c’è la sapienza
La Picciotti Costruzioni di Copertino met-
chiude in sé i segreti dell’edilizia salentina.
di un maestro, c’è la precisione di un archi-
te a disposizione di privati, studi tecnici e
È sufficiente vedere all’opera le maestran-
tetto. Con questa filosofia Enrico Picciotti
imprese edili la comprovata esperienza per
ze per cogliere l’accurato tratto artigianale
svolge quotidianamente il suo mestiere,
consulenze assolutamente gratuite relative
delle volte realizzate.
lavora con impegno e in stretto contatto
a interventi di restauro, progettazione e re-
Dare alla luce una volta a stella non signi-
col resto della squadra, osservando a fine
alizzazione ex novo di strutture a volta. l
44//turismo//cultura//arte//informazione
pubbliredazionale
//aziende DIGITAL COPY di Antonio D’Errico & Co. CENTRO SERVICE - Lecce - Agenzie Grafiche e Tipografie - Viale Gran Bretagna, 29-31 73100 - Tel/Fax. 0832.364433 SEDE CENTRALE - Lecce - Accesso al Pubblico Via Adua, 18/b -Tel /Fax. 0832.300.003
Da piccola copisteria a uno dei più importanti service del sud Italia
Innovazione tecnologica, precisione e puntualità sono solo alcuni dei punti di forza di Digital Copy
D
igital Copy nasce nel gennaio 2003 come copisteria. Antonio D’Errico ben presto consta-
tò la mancanza nel Salento di un’azienda in gra-
do di esaudire le crescenti richieste di un service di stampa digitale di grandi formati e decide di intraprendere con entusiasmo e serietà la via della produzione digitale. Il progressivo ed entusiasmante successo di tale iniziativa fa da volàno per proseguire con nuovo vigore verso un ulteriore sviluppo che, puntando su innovazione tecnologica, organizzazione produttiva e commerciale si apre ad una clientela sempre più esigente. Precisione, velocità, puntualità, affidabilità, convenienza sono i tratti distintivi che hanno consentito a Digital
46//turismo//cultura//arte//informazione
Copy di imporsi sul mercato come uno dei
xerografiche e quanto è necessario per il
spiccano per esclusività in campo regio-
più importanti service del sud Italia. Attual-
completamento cartaceo di un progetto
nale e per alta tecnologia una stampante
mente Digital Copy ha tre unità operative
esecutivo. La terza unità operativa, ubica-
UV Flated, che stampa direttamente su
in distinte sedi. Una si dedica prevalente-
ta nella Zona industriale di Lecce su una
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mente alla stampa dei piccoli formati: dal
superfice coperta di 1.200 mq, si dedi-
vetro, marmo ecc.) fino a dimensioni 2 x 3
biglietto da visita alla brochure, dalle tesi
ca alla stampa dei grandi formati. Qui si
metri con spessore sino a 6 cm con risolu-
di laurea alla piccola editoria, dalla stam-
producono in media 60 mila mq al mese
zione in 720 dpi. L’azienda è capitanata da
pa fotografica alla stampa di tela pittorica.
di manifesti per affissione e circa 8000
Antonio D’Errico, ex dirigente Fiat Allis e
La seconda unità è attrezzata per servire
mq al mese di stampa su supporti flessi-
capace imprenditore, che con il supporto
studi tecnici di progettazione e imprese di
bili (PVC, Banner, Tela MESH, One Way,
delle due figlie conduce questa convin-
costruzione: si realizzano plottaggi, copie
Canvas, Bakelite ecc.). Tra le attrezzature
cente sfida imprenditoriale, avvalendosi della collaborazione di ben 18 dipendenti, tutti strutturati a tempo indeterminato. La Digital Copy è anche main sponsor della New Basket Lecce, le cui squadre, maschile e femminile, militano nel campionato di serie C. l
Le foto mostrano l’interno del capannone della zona industriale di Lecce e i particolari di alcuni plotter da stampa per grandi formati.
Salento review//47
//Il personaggio
Evy arnesano
Evy Arnesano e il “Luporso”: le note
Fabbri Leonardo - Envyda.it
raffinate di una favola musicale
Cliccatissimo l’ultimo videoclip della giovane cantautrice salentina. “L’Amore di un Luporso” è una favola moderna ambientata fra le vette e i boschi del Trentino. Perfetto connubio fra Nord e Sud grazie alla collaborazione con Leonardo Fabbri DI MARIELLA TAMBORRINO 48//turismo//cultura//arte//informazione
Minuta lei, grande la sua voce. Evy Arnesano, cantautrice salentina dalle indiscutibili capacità vocali, è una delle promesse mantenute del panorama canoro salentino. Artista eclettica (suona, compone, arrangia, canta) ha un talento naturale, come dimostra il suo ultimo videoclip, “L’amore di un Luporso”, girato in Trentino. Il video, uscito a metà gennaio, è il frutto della collaborazione con il fotografo e regista Leonardo Fabbri (autore, fra l’altro, della copertina dello stesso singolo e del servizio fotografico ad esso inerente). Le note cucite insieme dall’artista leccese vestono perfettamente i declivi e i boschi dove si nasconderebbe il Luporso, questo misterioso animale che fonde in sé i pregi sia del lupo che dell’orso. Una moderna favola d’amore che riserva un finale a sorpresa. Pop-elettronico e sonorità dolci, l’ultima fatica musicale di Evy non è che uno degli anelli musicali che andranno a completare l’album in via di creazione. Un percorso al contrario, il suo, decisamente originale, quello di pubblicare prima i singoli, per poi dare vita al cd vero e proprio. Quattro brani sono già venuti alla luce: Ogni puntino tondo, Rudy is typing, Su un
tappeto di scuse e L’amore di un Luporso.
«È una formula controcorrente e pratica – spiega la cantautrice nata a Squinzano, ma ormai cittadina del mondo – dettata anche dalle difficoltà in cui versa la discografia italiana che da tempo lamenta un deciso calo delle vendite dei cd». E intanto la laboriosa Evy, che continua a fare spola con il Trentino, ha già in mente il prossimo brano che ci farà compagnia per l’estate. Dal mare salentino alle montagne del Trentino. Come è nata questa idea? «Sono una persona molto curiosa. Non conoscevo la montagna, anzi in passato ho sempre immaginato che non mi sarebbe piaciuta perché legata al freddo, ma mi sbagliavo. Ho visitato per la prima volta il Trentino lo scorso anno e ne sono rimasta folgorata da subito, tanto da intraprendere una serie di viaggi successivi, che mi hanno fatto conoscere un po’ meglio la realtà soprattutto naturalistica di quei luoghi splendidi. Pensa che, pusillanime come sono, ho trovato il coraggio anche di arrampicarmi. L’amore di un Luporso è nata dopo uno di quei viaggi, ripensando a quei boschi e a quello scenario che mi ha permeato di un certo romanticismo (inconsueto nei miei brani). Il testo della canzone è infatti sognante e sentimentale, senza tracce di quella pungente ironia e disillusione con cui ho rivestito in passato le storie raccontate. A differenza di quelle precedenti, questa è una favola d’amore». Importante la collaborazione con Leonardo Fabbri. Ci sono altri progetti con lui? «Leonardo è stato il primo mio vero collaboratore da quando ho cominciato il percorso musicale solista. Ho lavorato in realtà con tanti musicisti, fotografi, fonici ai quali però ho sempre dato indicazioni molto precise sul da farsi. In questo caso c’è stata una parSalento review//49
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Da Tipa ideale, che ha segnato il tuo esordio a L’amore di un Luporso, cos’è cambiato in te e nelle tue scelte musicali? «Più che di un vero cambiamento, in questi nuovi brani in cui c’è l’apertura verso un pop sintetico, si percepisce il desiderio semplicemente di abbracciare numerosi generi. Non ho dimenticato però samba, bossa, swing e i diversi stili anni sessanta che ritornano in altri episodi del nuovo album in lavorazione». Cosa ne pensi di Sanremo, soprattutto alla luce della recente vittoria, nella sezione giovani, di Antonio Maggio, anche lui di Squinzano, come te? «Penso che mi piacerebbe tantissimo poter arrivare
Sopra, Leonardo Fabbri autore del video e della copertina dello stesso singolo e del servizio fotografico. Sotto, Evy Arnesano.
su quel palco, anche se mi rendo conto che le mie possibilità rimangono pari a zero fino a che le nuove proposte saranno catalogate come giovani, con un limite di età, che non favorisce le lunghe gavette di chi come me ha un percorso indipendente. E d’altra parte è difficile pensare di diventare big di colpo! Per quanto riguarda la vittoria di Antonio, per me, oltre che una grande gioia visto il rapporto di stima e Fabbri Leonardo - Envyda.it
amicizia che ci lega da tempo, è una volta di più la testimonianza del bisogno diffuso di messaggi ironici e positivi nelle canzoni. Ad Antonio auguro di potersi godere questo suo “riscatto”; ha tenuto duro dimostrando che aveva le carte in regola per sfondare». Per te musica è…. «Come dico sempre: la musica è la mia malattia e la sua cura». l tecipazione al progetto con le sue idee. Avevamo già cominciato a collaborare con Rudy is typing, il singolo
precedente. Dopo aver scritto L’amore di un Luporso e avergliela fatta ascoltare, ha avuto l’idea del video e siamo partiti per l’avventura che conoscete. Il sodalizio ha dato buoni frutti. Perciò gli ho già chiesto di proseguire la collaborazione con il nuovo video e con nuove foto, per i quali stiamo già sviluppando delle idee. Ho già scritto la canzone della mia (e spero anche della vostra) estate, un brano molto positivo, allegro, spensierato, diretto, impreziosito da un grande semplice messaggio di ottimismo». 50//turismo//cultura//arte//informazione
Evy Arnesano and the “Luporso”: the raffinate note of a musical tale
The Salentine songwriter, transplanted in Bologna, who proudly revenges her independent musician path, is a big success on the web with her last work, realized in Trentino Alto Adige by Mariella Tamborrino
E
vy Arnesano is an independent songwriter, living in Bologna but born in Squinzano, in province of Lecce, like also Antonio Maggio, the last winner o Sanremo young singers. “L’amore di un Luporso” is a modern tale set among the peaks and the woods in Trentino Alto Adige. The video of the song, realized by Leonardo Fabbri, is very cherished on the web. The opening towards a synthetic pop, with the intention of embracing numerous genders is clear in his last production. “I have not forgotten Samba, bossa and swings and the various styles in the sixties”.
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Il viale d'ingresso della clinica.
day Clinic
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DayClinic - Dr. Luciano Leanza Via Madonna di Leuca, 21 - 73024 Maglie (LE) Tel.: 0836 483844 - Fax: 178 2237790 - Cell.: 348 5105978 Informazioni Generali: info@dayclinic.it - Dr. Luciano Leanza: leanza@dayclinic.it
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A
Maglie è presente da tempo una struttura sanitaria, ambulatorio chirurgico, dedicata esclusivamente alla Chirurgia Plastica ed Estetica. Un’equipe specializzata, guidata dal dottor Luciano Leanza, si pren-
de cura degli utenti, sin dai primi contatti, con informazioni specifiche, chiarimenti sugli interventi, sino ai controlli postoperatori annuali. In Italia strutture simili ne esistono pochissime. La prima visita, i controlli postoperatori e le piccole correzioni ambulatoriali sono effettuati previo appuntamento. Gli interventi sono eseguiti con accettazione al mattino. L’attuale tendenza mondiale è preferire, quando è possibile, l’esecuzione degli interventi in day surgery, cioè con il ricovero, intervento e dimissione nello stesso giorno. Negli Stati Uniti e in tutti gli altri paesi evoluti, più del 50% degli interventi chirurgici vengono eseguiti da vari anni in questo modo, cosa molto gradita ai pazienti, perché assicura una migliore e rapida convalescenza postoperatoria all’interno della propria abitazione. Numerosissimi altri sono i vantaggi: • massima parte degli interventi eseguibili in anestesia locale; • ridottissima percentuale di infezioni postoperatorie e di trombosi venose: infatti nelle moderne strutture private di day surgery entrambe sono difatti complicazioni praticamente sconosciute; • ridotti costi. Il Day Clinic è una struttura all’avanguardia, dotata di reparto operatorio, sala di osservazione post-operatoria, equipaggiamenti per rianimazione, molto differente da un semplice studio medico. La sicurezza nel Day Clinic è assicurata dalla comprovata esperienza degli opreratori e dal rapporto dello staff medico con il paziente. L’intervento eseguito in day surgery con dimissione in giornata rappresenta oggi il modo migliore, più elegante, meno traumatico in assoluto. Salento review//53
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//estetica
A sinistra, la sala operatoria, al centro un campionario di protesi mammarie e a destra il giardino della clinica.
Le modalità di accesso al Day Clinic con-
scritte delle analisi di laboratorio, E.C.G.e
sistono nella prima visita pre-operatoia
visita cardiologica.
dove il paziente, oltre ad avere il colloquio
Successivamente il paziente verrà vi-
La maggior parte degli interventi di Chi-
con il Chirurgo Plastico, viene visitato con
sitato dal medico Anestesista il quale,
rurgia Plastica possono essere eseguiti in
archivio computerizzato dei dati anamne-
controllerà le analisi e darà l’idoneità
day surgery grazie anche all’importante
stici, cioè informazioni sulla sua storia sa-
all'esecuzione dell’intervento chirurgico
progresso delle tecniche operatorie ed
nitaria, malattie precedenti degne di nota,
e sceglierà la tecnica anestesiologica più
anestesiologiche.
allergie, abitudini di vita. Vengono poi pre-
adatta. l
LUCIANO LEANZA Nato a Maglie il 26/09/1962 Laureato il 04/11/1989 in Medicina e Chirurgia presso l'Università La Sapienza di Roma con voti 110 e lode. • Abilitato all'esercizio della professione di Medico Chirurgo nella 2° sessione relativa all’anno 1988 novembre1989 presso l'Università La Sapienza di Roma il 06/03/1990. • Iscritto all’Albo Professionale dei Medici Chirurghi della Provincia di Lecce dal 29/03/1990. • Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza dir.: Prof. Nicolò Scuderi in data 08/11/1995 con voti 70/70. • Consulente Tecnico Ufficio del Tribunale di Lecce dall’ anno 1995. • Ha frequentato con merito il XV Corso propedeutico di Chirurgia e Riabilitazione della mano; Savona 04-10/06/1995. • Ha frequentato l'XI Corso Internazionale di Chirurgia Plastica ed Estetica; Clinica Planas Barcellona 19-22 giugno 1996. 54//turismo//cultura//arte//informazione
• Ha frequentato in qualità di observer il New York University Medical Center presso l’Istituto di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva (Dir. G. McCarthy) dal 17 marzo 1997 al 15 aprile 1997 ed in particolare il Manhattan Eye, Ear & Throat Hospital di New York dal 25/3/97 al 04/04/97. • Ha frequentato Harvard Medical School la Divisione di Chirurgia Plastica del Brigham and Women’ Hospital di Boston 10-11/04/97. • Dirigente medico I livello, incaricato a tempo pieno presso il Reparto di Chirurgia Maxillo Facciale/Odontoiatria dell’ Azienda Ospedaliera “V. Fazzi” di Lecce dal 05/05/97 al 4/01/98. • Vincitore di concorso per Dirigente Medico I livello a tempo pieno presso il Reparto di Chirurgia plastica e Centro Ustioni dell’Azienda Ospedaliera “A. Di Summa” di Brindisi dal 4/08/2000. • Ha partecipato al Corso Teorico Pratico su: La sospensione in Chirurgia Plastica - Il lifting delle cosce e del terzo medio del viso, il 25/01/2002 presso l’Istituto Clinico Humanitas, Rozzano- (Milano). • Nominato Socio Ordinario della S.I.C.P.R.E. Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica per l'anno 2005. • Ha partecipato al Corso Internazionale Teorico Pratico : Body conturing and aesthetic breast surgery.; 04-05 dicembre 2003 presso Il Dipartimento di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Università di Liegi - Belgio. • Nominato Direttore di Unità Semplice “Chirurgia ricostruttiva oncologica” presso il Reparto di Chirurgia Plastica dell’Azienda Ospedaliera “A. Di Summa” di Brindisi dal 01/07/2007. • Partecipazione al Corso Pratico Internazionale in Chirurgia Estetica e Ringiovanimento Facciale presso L' Università de Catalunya 26-27 aprile 2012 -Barcellona- Spagna. • Specializzato nel trattamento del melanoma cutaneo con ricerca del linfonodo sentinella.
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//fashion Anna Valentini, Via Renato Imbriani, 36 - Lecce - tel. 0832.389063 - annaeanna@live.com
per UN look semplice
e luminoso solo prodotti di qualità
Anna Valentini parla del TOTAL BEAUTY e ci propone la sua sposa 2013
La cura dei capelli, del viso, della pelle e del trucco; l'utilizzo di prodotti di qualità sono sinonimo di Anna Valentini. Che ancora una volta si conferma non solo hair stylist, ma vera promotrice di bellezza: in due parole Total Beauty. Entrare nel suo salone di bellezza è come entrare in un atelier di moda. Un ambiente moderno, un gioco di specchi e muri che divide in maniere elegante gli spazi, l’arredamento prettamente di colore bianco, lo staff sempre solare e cordiale. Total beauty perché, oltre a prendersi cura dei capelli, si occupa anche del viso e del corpo. I prodotti di cosmesi e le creme utilizzati sono di ottima qualità, attenti alla pelle, anche la più sensibile e grazie alla professionalità dello staff di Anna, si riesce sempre a trovare il giusto make-up per ogni donna e ogni occasione. La primavera è il periodo in cui le donne hanno voglia di rinnovamento, dopo l’inverno vogliono un nuovo look, quest’anno va di moda il viso luminoso e un trucco che sembri In alto a sinistra, Anna Valentini e Anna Pellegrino. Accanto il team internazionale di La Biosthetique a Stresa 2012, di cui Anna fa parte.
naturale azzardando un po con il colore forte delle labbra, o al contrario uno sguardo penetrante e labbra quasi al naturale. Ma la primavera è soprattutto il periodo delle spose. Sono loro le vere protagoniste. «Ho molte clienti che seguo da anni – dice Anna – e che in questo giorno speciale si affidano totalmente a me, ma ho anche molte richieste da ragazze di altre città italiane, come Milano, Roma e prossimamente Pisa. Perché – continua – oltre l'acconciatura il mio make-up artist segue ogni fase dell’acconciaura e insieme discutiamo il look che la sposa avrà, cerco di assecondare le loro richieste, rendo luminoso il viso senza stravolgere la loro identità. Qui si sentono come a casa». Ma Anna è affiancata da una persona che lavora con lei da 12 anni e che ora è sua socia: Anna Pellegrino.
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«Anna si occupa del reparto tecnico del
I prodotti di punta sono la BIOSTHETIQUE,
colore e non solo per me è sempre stata
famosa e affermata azienda francese che
un'attenta e presente compagna di lavoro,
Anna utilizza da sempre e la nuova linea
nonostante la sua giovane età, è cresciuta
Aveda, leader mondiale nel campo della
con me e posso affermare con piacere che
cura del capello, presente in tutte le miglio-
siamo una coppia vincente e affiatata, ab-
ri SPA del mondo, che Anna ha in esclusiva.
biamo una stima e una fiducia reciproche,
Tutti i prodotti sono di qualità, sottoposti
molto rare tra donne in ambito lavorativo».
a severi test dermatologici di tolleranza ed
Non solo capelli, dunque, ma anche make-
efficacia.
up e corpo.
La BIOSTHETIQUE, creatrice di nuove
za intramontabile della pelle. Si tratta di un
tendenze nel mercato internazionale della
prodotto che si ispira alla scoperta scien-
tricologia e della cosmesi, offre per ogni
tifica, riconosciuta con il premio Nobel, di
condizione del capello e del cuoio capellu-
un enzima cellulare estratto dalle cellule
to un programma di trattamento specifico.
staminali vegetali attive di una rara varietà
Capelli belli e sani grazie alla formula NA-
di mela svizzera.
TURAL COSMETIC-CHEVEUX, perché Bio-
Nel campo della cosmesi la BIOSTHETI-
stetique è da sempre attenta all’ecologia;
QUE elabora due volte l'anno le ultime
ma anche grazie al nuovissimo programma
tendenze del make-up e nuovi prodotti in
anti-età per il capello il DERMOSTHETI-
collaborazione con i più illustri visagisti di
QUE-CHEVEUX, grazie al quale si riduce
fama internazionale.
non solo la caduta dei capelli che acqui-
E proprio Anna Valentini che utilizza da
siscono più volume e una migliore tenuta
sempre questi prodotti fa parte del team
ma, si eliminano anche capelli spezzati e
artistico internazionale La Biosthetique.
doppie punte.
Questo la porta sempre in giro per le dimo-
L'ultima nata, è la linea Edition De Luxe,
strazioni di acconciature accompagnate da
si arricchisce di un nuovo prodotto per la
sfilate. Dopo il grande successo di Stresa
pelle: Serum de Luxe, un lussuoso concen-
dello scorso ottobre, a marzo è stata in tour
trato ad azione ringiovanente per la bellez-
per il nord Europa. l
In alto a sinistra, Anna durante una dimostrazione, sopra un primo piano di un'acconciatura da sposa di Anna durante il congresso Stresa 2012; sotto, due modelle pettinate da Anna, sempre a Stresa, durante la sfilata in passerella.
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Gioielleria dal 1899 GIOIELLERIA ARGENTERIA OROLOGERIA LECCE - PIAZZA SANT’ORONZO, 7 - TEL. E FAX 0832.243811 - www.orestetroso.it
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Marsell, scarpa stringata in pelle ricamata e aperta lateralmente, PE 2013.
Star Studs di JIMMY CHOO, ispirati agli anni 80 di forma quadrata con montatura in acetato e impreziositi con ‘stelle di borchie’ lungo i bracci che danno un tocco di glamour rock ‘n’. Disponibili in quattro colori: nero e polvere con lenti grigio sfumato, avana e fucsia con lenti marrone sfumato. 62//turismo//cultura//arte//informazione
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Novità dal CES di Las Vegas 2013
Quando (quasi) tutto diventa reale La International Consumer Electronics Show (CES) a livello mondiale è una delle più importanti fiere dell’elettronica di consumo che si tiene ogni anno i primi di gennaio a Las Vegas
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//shoppinglibri Ogni angelo è tremendo Susanna Tamaro, Bompiani, 2013, 16,50 euro “Ogni angelo è tremendo” è la storia di una bambina che diventa adulta. Che nasce di notte, a Trieste, mentre soffia una bora nera che spazza via ogni cosa e rende ogni equilibrio impossibile. Di una bambina che cresce in una famiglia in cui sembra sia soffiato quello stesso vento impetuoso dell’est. Di una bambina che impara presto a riconoscere i vuoti che la morte lascia, quei vuoti che somigliano tanto agli abbandoni che la stessa bambina deve subire, da parte di un padre e di una madre desiderati e imprendibili. Di una bambina che non dorme mai, e fa (e si fa) molte domande, a cui nessuno sembra voler o poter dare risposte. Ma è anche la storia della scoperta del mondo e della sua bellezza, della natura e delle sue forme. Di una bambina che si fa ragazza e si apre ai primi palpiti di amore e amicizia, ai sussulti dei poeti e degli scrittori. È la storia di una ragazza che scende a rotta di collo le scale di casa, la notte in cui il terremoto irrompe. È la storia della scoperta della grande città, Roma, e del terrorismo e, finalmente, del potere della scrittura e dei libri. Quella bambina, quella ragazza, quella donna è Susanna Tamaro, che ci consegna il suo libro più intimo e coraggioso. Una autobiografia che è anche romanzo di formazione e inno alla vita nonostante, dentro (e forse grazie a) ogni sua oscurità.
a i r e r b i //in l La selezione dei libri è curata
Il tuttomio Andrea Camilleri, Mondadori, 2013, 16,00 euro Arianna ha trentatré anni, ma il suo temperamento è deliziosamente infantile. Quando Giulio la incontra è conquistato da questa creatura smarrita, selvatica come una bimba abbandonata eppure bellissima e sensuale. Arianna entra nella sua vita con una naturalezza che lo strega e dal giorno in cui la sposa Giulio cerca di restituirle la luce che lei gli ha portato offrendole tutto ciò che potrebbe desiderare: anche quello che lui, a causa di un grave incidente, non può più darle. Così nella loro routine entrano a far parte gli appuntamenti del giovedì, organizzati da Giulio in persona: in un pied-à-terre o in una cabina sulla spiaggia gli uomini destinati a incontrare Arianna sono tenuti a rispettare poche regole inviolabili. Nella vita di questa coppia non ci sono segreti. Ogni tanto però Giulio è colto dalla consapevolezza che qualcosa gli sfugge. Di segreti Arianna ne ha molti, e brucianti, ma quello che custodisce più gelosamente è il “tuttomio”: una tana tutta sua, ricavata in un angolo del solaio. I giochi di Arianna e Giulio sono troppo torbidi e coinvolgenti per non farsi, con il passare del tempo, pericolosi... Ispirato alla vicenda dei marchesi Casati Stampa, ecco un gioco raffinato e colmo di ironia, che trascina i lettori attraverso il labirinto dell’eros, al cuore dell’amore e della perdizione, là dove - come nel mito di Arianna - il Minotauro vive nutrendosi dei desideri più oscuri e inconfessabili.
La Repubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un potere invisibile Giampaolo Pansa, Rizzoli, 2013, 19 euro “Barbapapà è il soprannome che la redazione di ‘Repubblica’ aveva dato a Eugenio Scalfari, il fondatore e il primo direttore. Ho lavorato accanto a lui per quattordici anni, più altri diciassette all”Espresso’. E oggi qualche amico mi domanda sorpreso: ‘Perché hai voluto scrivere da canaglia la storia del trionfo di Barbapapà e di quanto è accaduto dopo?’. Rispondo che l’ho fatto per non sottostare alla regola plumbea che tutela i grandi giornali. Fortezze sempre ben difese, capaci di incutere un timore riverenziale che induce a cautele cortigiane e narrazioni felpate. Con un po’ di presunzione, sono convinto che nessun altro fosse pronto a costruire un racconto fondato su un’infinità di ricordi personali e con l’aiuto di un diario tenuto per decenni. Tuttavia questo non è un libro riservato ai soli addetti ai lavori. L’importanza acquisita da ‘Repubblica’ nell’ultimo trentennio fa del quotidiano guidato da Scalfari e oggi da Ezio Mauro un testimone unico dell’Italia odierna. Uno specchio autorevole, e in molti casi autoritario, che rimanda a un potere invisibile, ma concreto. Lo detiene il gruppo raccolto attorno a una testata in grado di influenzare partiti, governi, mode culturali, comportamenti di massa. Il mio racconto riporta sulla scena le stagioni che hanno reso forte ‘Repubblica’: l’epoca violenta del Settantasette, la bufera del terrorismo, l’assassinio di Moro, il caso P2, le battaglie con il Psi di Craxi e il Pci di Berlinguer...
da
La rivoluzione della luna Andrea Camilleri, Sellerio Editore Palermo, 2013, 14,00 euro “Racconto veritiero di una storia solo in parte supposta, il romanzo cresce e concresce scortato dalla luna. Tutto era lecito allora, nel Seicento, a Palermo, fuorché ciò che era lecito. (...) Tra le pompe di un dovizioso apparato, con maggiordomi, paggi, maestri di casa e scacazzacarte, e in mezzo a uno strisciar di riverenze, di ludi e di motteggi, era tutto un rigirar di scale e porte: un far complotti, ordire attentati, muover coltelli e insanguinar le mani; violar le leggi, collezionar prebende, metter tangenti, dispensar favori e accudir parentele; abusare, predare e ladroneggiare, intorbidar le acque; industriarsi nel vizio, puttaneggiare e finger compassione e trepida carità per il sesso più giovane, e derelitto, mentre un’enfasi scenica e profanatoria provvedeva ai corrotti desideri con burlesques di tonache coi fessi aperti dietro e dinanzi. L’illegalità lavorava a pieno servizio. Era il predicato forte della politica del Sacro Regio Consiglio, e delle sue mosse proditorie, dapprima alle spalle di un Viceré che la malattia aveva reso tardo e lento, grave di carne tremolosa, dirupato e assopito sul suo carcassone; e poi contro la sua vedova, donna Eleonora di Mora, senza paragone diversa, lucidamente ferma e decisa nella difesa delle leggi e della giustizia sociale, da lui designata a sostituirlo in caso di morte improvvisa. Fu così che, nel 1677, la Sicilia ebbe un Viceré “anomalo”. Un governatore donna.” Letto di ossa Patricia D. Cornwell, Mondadori, 2013, € 17,00 Alberta, Canada. Quando una famosa paleontologa scompare da uno scavo in cui ci sono i resti di un dinosauro, Kay Scarpetta capisce immediatamente che questo sarà il suo nuovo caso. Nel frattempo a Boston viene ritrovato un corpo che rivela degli indizi legati alla sparizione della paleontologa, in particolare delle tracce di creature risalenti all’era dei dinosauri, nonchè ad altri casi insoluti che sembrano non avere niente in comune tra loro. Cosa e chi c’è dietro tutto questo? E di chi si può fidare Kay Scarpetta? Il collega investigatore Pete Marino e il marito Benton Wesley sono entrambi insoddisfatti per come stanno andando le cose al Cambridge Forensic Center e la nipote Lucy ha un atteggiamento più riservato e misterioso del solito. Sentendosi tradita da più vicini a lei, Kay teme questa volta di essere davvero sola di fronte a un nemico scaltro, potente e temibile che sembra impossibile sconfiggere. Salento review//67
//Libri
giovani scrittrici salentine
Tanto già lo sapevo
di Loredana De Vitis, autoprodotto, Lecce, 2012
antefatto L’ho mollato un pomeriggio qualunque
Loredana De Vitis Loredana De Vitis (Lecce, 1978) ha studiato filosofia e lavora con le parole. Ha scritto il reportage culturale “Welcome to Albània” (Lecce 2006), ora on line su Issuu. Ha fatto da sé (copertina compresa) la raccolta di racconti “storie d’amore inventato”, on line su ilmiolibro.it, su YouTube e in alcune centinaia di case. A questi racconti è stata ispirata la rassegna “storie d’amore inventato. messinscena d’affanni in cinque quadri e un casello” (Lecce, marzo/settembre 2012), della quale Loredana ha curato direzione artistica, allestimenti e comunicazione. “Rossella e Andrea”, è invece il racconto con cui Loredana ha vinto la decima edizione del concorso nazionale SubwayLetteratura, nel 2011). Di “storie d’amore inventato” Loredana ha recentemente autoprodotto l’edizione inglese “five stories on the love we made [up]”, in vendita in formato e-book su Amazon. Loredana ha inoltre ideato e coordina il progetto internazionale multidisciplinare “io sono bellissima” (www. iosonobellissima.it), contro gli stereotipi sulla bellezza femminile. Il suo primo romanzo, “tanto già lo sapevo”, è uscito nel luglio 2012 su ilmiolibro.it e ha vinto il Premio Holden per l’opera più creativa nel concorso “ilmioesordio”. Blog: www.loredanadevitis.it Facebook: www.facebook.com/ loredanadevitis Twitter: http://twitter.com/ loredanadevitis
Alberto l’ho mollato un pomeriggio qualunque. In quel momento mi pareva di non sapere perché. Me ne stavo lì guardare il vuoto, e allora ho pensato di guardarlo e di dirglielo. − ah, guardavi il vuoto − sì, ti ricordi? a quel tempo facevo spesso questa cosa di guardare il vuoto. mi appoggiavo al cassetto delle posate, in cucina, e da lì fissavo la porta a vetri del balcone. Scompariva la stanza, il pavimento, i vetri, il balcone e quella tenda di plastica luccicante che non ricordo dove avevo comprato. scompariva tutto, io fissavo quel punto dal cassetto delle posate in cucina e mi pareva si azzerasse il cervello. Bello. − bello, sì − bello soprattutto in certi casi, quando mi rendevo conto che stava per arrivare una tempesta. Anche quel pomeriggio fissavo quel vuoto, mentre Alberto sul tavolo maneggiava qualcosa. Rumore di carta vetrata. Ed ecco la tempesta. Ho pensato di guardarlo e di dirglielo. Senti io me ne vado. Alberto mi ha fissata, ha sorriso. Si è rimesso a fare quel rumore. Me ne vado di casa. Sorrideva. Continuava a produrre quel rumore. Aumentava il ritmo. Me ne vado davvero. E allora ha capito. Perché in fondo, come diceva sempre mia madre, in fondo non era fesso. E penso che in fondo sapesse della storia di fissare il vuoto e della tempesta. Ha capito, si è fermato e mi ha guardata e ha sorriso con la smorfia di quando pensava (e spesso diceva, la maggior parte delle volte senza guardarmi) Anna sta per fare una cagata delle sue. Sentiamo, perché te ne vai? Non lo so. Non va. Cosa? Non lo so. Non va e basta. Non mi trovo. Non sento niente. Di cosa parli?
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Non sento niente con te. Non va. Me ne vado. Che significa che non senti niente? Senti forse non è neppure vero. Però me ne vado comunque. Passando davanti alle piante, mi sono sorpresa a provare un grande dispiacere. Un grande dispiacere soltanto all’idea di lasciare le piante. Le piante erano l’unica cosa di cui davvero m’importava, in effetti. − ma dai, non è possibile − ahahahahah, te lo giuro. di quella casa era bello il corridoio. bianco, luminoso, qualche quadro, qualche foto − la camera da letto? − no, la camera non me la ricordo bene. dev’essere questo. non mi ricordo il letto. non mi ricordo niente di importante su quel letto. e non mi ricordo cibo. niente di importante seduti a mangiare. niente di bello toccandoci, niente di bello dormendoci addosso, niente di bello facendo la doccia. mi ricordo solo cose. cose senza nient’altro Me ne sono andata e ho lasciato praticamente tutto lì. Avevo dei pantaloni blu. Credo. E una maglietta. No, due. Una bianca e una blu. Credo. E delle scarpe scomode. E ho preso la borsa coi soldi e il telefono. Ah ecco, ho preso i trucchi. Quelli sì. Ho preso la borsa e ci ho buttato dentro tutto quello che ho trovato in bagno e che pensavo fosse davvero davvero importante. Alberto mi guardava cercando di aprire gli occhi più che poteva. Stai scherzando. No, me ne vado. Stai scherzando. No. Tu stai scherzando, non è possibile. Sì invece, me ne vado. Lo smalto rosso fuoco, quello rosso mattone, quello viola, quello bianco, quello trasparente. Il deodorante. La spazzola. Aspetta, il sapone alla lavanda, di quel bell’indaco. Lo spazzolino. La matita nera. Il mascara nero. Tu stai scherzando… cosa fai? No, non scherzo, me ne vado. Torni quando? No, non torno. Alberto non ha fatto niente. Mi ha solo guardata.
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Quando le scarpe sono a servizio della
femminilità
I
l nuovo modo delle donne
La scarpa per una donna dinamica, ele-
di avere tutto ai propri piedi,
gante e che voglia far valere il proprio
godendo delle indispensabili
charme; ma anche per la donna che vuole
caratteristiche alle quali una scarpa deve
essere glamour nella vita di tutti giorni,
rispondere affinché sia degna di loro:
sentendosi dire grazie dai suoi piedi ogni
Qualità made in Italy; Eleganza; Como-
volta che indossa le scarpe Alto Gradi-
dità; Unicità; Resistenza; Delicatezza; Ac-
mento. La manifattura italiana della scar-
coglienza. Queste le caratteristiche delle
pa marchigiana per eccellenza garantisce
scarpe Alto Gradimento.
ai piedi e alle gambe della donna soste-
Salento review//71
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//fashion
Nella foto sopra alcune scarpe della collezione Giallo Positano; sotto, l’ingresso con le due vetrine, realizzate in uno stile sobrio ed elegante.
gno e stabilità, utilizzando un plateau
rente dalla massa. Alto Gradimento met-
creato dall’azienda che offre alle donne
te a disposizione delle donne una vasta
la sensazione di non avere le scarpe ai
scelta di dettagli che esalteranno la vostra
piedi, anche con calzature dal tacco im-
personalità nel completare l’abbigliamen-
portante. Alto Gradimento Women Sho-
to, rendendovi uniche. I pezzi di bigiotte-
es: lo shopping che appassiona il cuore
ria appartengono alle collezioni di Alicia
delle donne. Inoltre Alto Gradimento ha
di Cittadella; borse, sciarpe, guanti, cap-
l’esclusiva dei sandali Giallo Positano,
pelli, foulard sono della rinomata azienda
dei veri gioielli che si contraddistinguono
Axel che per la forte passione infusa nella
per l’alta qualità dei materiali e della rea-
realizzazione dei suoi prodotti concepisce
lizzazione.
l’accessorio come vocazione, come sogno
Naturalmente alla scarpa di qualità ed
per dare a sé stesse emozione e motivo di
esclusiva non poteva non essere coniuga-
espressione.
to l’accessorio che rende la donna diffe-
Alto Gradimento ha pensato a chi vuole
72//turismo//cultura//arte//informazione
Sopra, particolari della collezione Primavera-Estate 2013.
qualità, comodità e design giovanile. Tra
dell’azienda calzaturiera Progetto Alto
i vari modelli non potevano mancare le
Gradimento di Porto Sant’Elpidio, il no-
sneakers di Keep, azienda salentina, che
stro principale partner. In séguito abbia-
si distingue per il pregio delle materie pri-
mo aggiunto altre ditte di scarpe di pre-
me impiegate e l’eleganza sbarazzina del
gio come Kejo, Giallo Positano, Menghi
design.
Shoes. Oltre alle collezione di calzature
Alto Gradimento: quando la qualità diven-
abbiamo inserito delle linee di accessori
Voi avete coniugato la vendita tradiziona-
ta bellezza, l’eleganza ritrova un’autentica
di valore».
le con l’e-commerce. Con quali risultati?
espressione.
La qualità resta ancora, dato i tempi che
«Benché la vendita tradizionale rimanga
Com’è nata l’idea di aprire un negozio
corrono, un valido motivo per attirare la
quella più significativa (70 %), basata su
di scarpe?
clientela?
una clientela proveniente da tutto il com-
«Dopo un’indagine di mercato nel con-
«Assolutamente sì! Abbiamo avuto riscon-
prensorio, è confortante constatare, nono-
testo cittadino e nel comprensorio ab-
tri con clienti che si sono fidelizzati grazie
stante la concorrenza, che abbiamo clienti
biamo deciso di presentare un prodotto
alla nostra competenza e alla qualità dei
(30%) a Milano, a Roma, a Brescia e in mol-
diverso, di qualità, grazie alla conoscenza
prodotti offerti».
ti paesi dell’Europa». l Salento review//73
//Tradizioni
pasqua
“Christòs Anèsti”, Cristo è risorto Anche a Lecce si celebra la Pasqua ortodossa. E la piccola chiesa di San Niccolò dei Greci, a pochi metri dalla basilica di Santa Croce, diventa il cuore di una suggestione che affascina fedeli e turisti Di Mariella Tamborrino - foto di Pierpaolo Schiavone
La Pasqua, più di ogni altra festa religiosa, viene celebrata
le caratteristiche di questa festa religiosa, in tutta la
con riti molto simili un po’ ovunque. È da intendere come la festa della
sua accezione orientale. «La settimana della Passione
Resurrezione e della vita che unisce tutti i cristiani della Terra. Un simbolo
è scandita dall’attesa del nymphios, lo sposo, con un
di fede e di unità. Tra le celebrazioni più suggestive della Settimana Santa, a
evidente richiamo alla parabola evangelica che narra
Lecce, vi sono anche quelle legate alla tradizione bizantina. Cuore di queste
delle vergini che, in piena notte, trepidanti, attendo-
cerimonie è la chiesa di San Niccolò dei Greci, meglio nota come Chiesa
no l’arrivo dello sposo. Ecco, allo stesso modo, tutta la
Greca, che sorge nel cuore della città. Al suo interno si svolgono funzioni di
comunità, attende con entusiasmo l’arrivo di Cristo,
rito greco-bizantino ed è sede della Parrocchia di San Nicola di Mira.
per il quale viene anche allestito il talamo nuziale,
Questo piccolo, ma affascinante luogo di culto, di origini antiche, venne ri-
ovvero l’altare che è sì, il luogo del sacrificio, ma per
costruito ex novo in epoca neoclassica (a partire dal 1765) per la colonia di
noi orientali diventa anche il luogo dove Gesù non
mercanti greci e albanesi che risiedeva in città. «La Pasqua viene celebrata,
muore, ma si addormenta».
come quella cattolica, secondo il calendario gregoriano ed è vissuta come
E così, durante i primi tre giorni della Settimana San-
un momento nuziale». Padre Nik Pace ci spiega nel dettaglio quali sono
ta, si celebrano i cosiddetti riti dello sposo, poi, dal
74//turismo//cultura//arte//informazione
giovedì, cominciano tutte le funzioni tipiche come
terno del luogo sacro, si procede con i preparativi per
l’ultima cena e la lavanda dei piedi.
il rientro. Si sentono dei rumori, ed è a questo punto
Giovedì sera, in occasione dei Sepolcri, la chiesa resta
che il sacerdote pronuncia per tre volte la frase: “Spa-
aperta fino a tardi, anche se qui non vi è l’altare della
lancate le porte al re della gloria!”. La voce che rispon-
Reposizione. Tuttavia vi è esposta la Croce.
de dall’interno della chiesa, e che sembra provenire
Venerdì è il giorno della Passione e della Morte,
dagli inferi, ribatte “E chi è mai questo re?”.
quindi si prepara il talamo. Ed è un tripudio di fiori
Quando finalmente le porte si spalancano, la chiesa
bianchi. Si prega attorno al tafos (sepolcro), con le la-
è immersa nella luce. Cristo ha vinto sul Maligno. Si
mentazioni funebri che però vengono scandite da un
esce dalle tenebre per andare incontro alla vita. Quan-
ritmo allegro. Anche il sacerdote adotta un abbiglia-
do viene celebrata la messa di Pasqua, i fedeli, al loro
mento per così dire ‘festoso’. «Indossiamo gli abiti più
ingresso, passano sotto una pioggia di petali di fiori.
belli – spiega padre Nik – per ringraziare Gesù del
Durante la funzione, vengono benedette le uova ros-
sacrificio fatto per noi». Il coro della parrocchia in-
se, «perché il rosso – conclude padre Nik – simboleg-
tona i canti funebri dell’Epitafios Thrinos composti in
gia la vita che rifiorisce per non morire più». Infine,
musica bizantina. Al termine del rito, il baldacchino
la domenica di Pasqua viene celebrata la messa con la
del sepolcro, come da tradizione, è portato in proces-
proclamazione “babelica” del Vangelo in varie lingue. l
Nella pagina accanto, l’altare all’interno della chiesa greca, sopra da sinistra in senso orario, uno scorcio della facciata della chiesa visto dal vicolo che porta ad essa; ricostruzione in miniatura cattedrale di San Basilio eretta sulla Piazza Rossa di Mosca; un particolare di un dipinto della Madonna all’interno della chiesa.
sione verso il vicino monastero delle benedettine di San Giovanni. «Il sabato – dice padre Nik – vi è l’annuncio della Resurrezione, ed è la messa più bella e coinvolgente di tutta la settimana”». «Si annuncia la Resurrezione e nel contempo si spargono foglie d’alloro per tutta la chiesa. Un gesto simbolico, per sottolineare come la vita abbia avuto la meglio sulla morte. L’alloro è infatti il simbolo della vittoria». Altro momento suggestivo è quello della luce. Nella chiesa, completamente al buio, il sacerdote fa accendere le candele ai fedeli da un’unica fonte. Poi si esce nella piazzetta per l’officiatura. Nel frattempo, all’in-
“Christòs Anesti”, Cristo is resurrected
The Ortodox Easter is celebrated also in Lecce. A few meters far from Santa Croce cathedral, the small church of San Niccolò dei Greci becomes the heart of a suggestion which fascinates devotees and tourists by Mariella Tamborrino - photo Pierpaolo Schiavone
I
n the heart of Lecce, a few meters far from Santa Croce cathedral, there is the little Church of San Niccolò dei Greci . Everyone knows it as the “Chiesa Greca” and it has been officiating Ortodox celebrations for the second half of the ‘700; in this period it was built upon commission by the colony of Greek and Albanian merchants, who were settled down into the town. The ceremonies of the holy week are particularly suggestive: since Thursday till Easter Sunday, among processions, wakes and prayers the community of the devotees groups around the pope. The presence of the Greek on the Salentine territory is unequivocally proved also through the Grico language, of Hellenic provenience, nowadays still spoken into the villages belonging to the area of Grecia Salentina. Salento review//75
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pasqua
Nella Grecìa si canta la Passione. Come un tempo
Grazie all’impegno di alcuni giovani, è in corso un’appassionata riscoperta di una delle tradizioni più affascinanti del periodo pasquale: La passione di Cristo cantata in lingua grika di Vincenzo Santoro foto di Pierpaolo Schiavone
Una della tradizioni più affascinanti della Grecìa salentina è quella della “Passiuna tu Christù”, sorta di rappresentazione cantata – in lingua grika – di alcuni episodi della Passione di Cristo. Fino a non molti anni fa, nella settimana precedente la Domenica delle Palme, e in particolare il sabato, gruppi di contadini, con un grosso ramo d’ulivo adornato di nastri colorati, immaginette sacre e arance (nella tradizione simbolo di fecondità), andavano cantando per i paesi e per le masserie questa “narrazione cantata”, i cui temi sono elaborazioni vernacolari del Vangelo di Giovanni e di testi della liturgia. Di tanto in tanto il gruppo dei cantori e degli appassionati si fermava a un crocicchio e lì, mentre un anziano teneva il ramo d’ulivo in piedi, due esecutori si alternavano nel canto, supportati dalla fisarmonica o dall’organetto diatonico. I cantori, mentre eseguivano le loro parti, si accompagnavano con ampie e significative gesticolazioni ritmiche. Alla fine, raccolte le offerte (in genere uova, formaggio o prodotti agricoli), il gruppo si rimetteva in cammiL’altare all’interno del Monastero di Santa Maria della Consolazione a Martano. Salento review//77
//tradizioni//pasqua
ma anche la Passione grica, sia pur con un testo e con modalità esecutive differenti, sembra riferirsi a questa antica tradizione. Oggi, dopo un periodo di oblìo, questo rito sta tornando ad essere praticato, anche se in maniera diversa dalla tradizione (ad esempio spesso viene eseguito come un piccolo spettacolo musicale, con palco e amplificazione oppure in chiesa). Alcuni giovani stanno riscoprendo questo canto antico, seguendo gli insegnamenti degli anziani cantori, alcuni dei quali ancora in attività, come il grande Antimino Pellegrino, vispo ultraottantenne di Zollino. l
A sinistra la facciata della chiesa di Sant’Anna del Calvario a Zollino; sotto, Antimino Pellegrino.
no verso un altro luogo dove ripetere la rappresentazione. Si tratta di una tradizione molto antica, che si ricollega direttamente alle radici bizantine del Salento. Infatti, proprio nella Chiesa bizantina, il sabato precedente la Domenica delle Palme si commemora
Passion is sung into the Grecìa Salentina. Like in the past
dei canti di augurio e buona festa chiamati Kalimere
Thanks to the commitment of some young people, there is a passionate discover of one of the most fascinating tradition during Easter period: The Passion of Christ, sung in Grico language by Vincenzo Santoro
di diffusione del rito greco, quindi in Oriente e nei
T
liturgicamente la resurrezione di Lazzaro da parte di Gesù, evento che veniva annunciato dal popolo con di Lazzaro. Questa ritualità è presente in molte aree Balcani, ma anche fra le popolazioni italo-albanesi insediatesi in Italia – in varie zone, dall’Abruzzo alla Sicilia – intorno al 1500. Nel Salento esiste nella tradizione orale un canto in dialetto romanzo che ha queste caratteristiche, chiamato Santu Lazzaru, 78//turismo//cultura//arte//informazione
he passion of Christ, a kind of representation of some episodes of the Jesus martyrdom sung in Grico language, is one of the most fascinating traditions of the Grecìa Salentina, brought to the top till not many years ago, during the week before the Palm Sunday. Today ,after a period of oblivion, guided by the teaching of old cantors as Antimino Pellegrino from Zollino, some young people are discovering this old musical rituality, present in many areas where the Byzantine rite is spread, that is in the east and in the Balkans, but also among the Italian- Albanian population settled down in various areas in Italy, from Abruzzo to Sicily, in 1500.
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//tradizioni
foto di fancesca fonti
pasqua
Curiosità e “culacchi” salentini: i precetti della quaresima Il periodo pasquale, fino a qualche decennio addietro, era particolarmente duro per chi rispettava le prescrizioni religiose. E anche i ceti più abbienti dovevano rinunciare ai loro piaceri, culinari e non solo Di Enzo Turco e Gabriele De Giorgi
Fino a buona metà del XX secolo, la Quaresima, era forse il periodo più duro dell’anno per chi, come i salentini, ne rispettava in modo rigido le regole e le prescrizioni. La purificazione dell’anima dai peccati, che inevitabilmente si commettevano nell’arco di un anno, passava attraverso la penitenza, la rinuncia ai piaceri della gola e della carne ed alla preghiera. I precetti, dai quali erano esclusi i giovani, gli anziani ed i malati, erano tanto severi che sconvolgevano la quotidianità delle famiglie, eppure c’era qualcuno che riusciva ad imporsene degli altri più duri come lu trapassu (il trapasso) che consisteva nel rimanere senza mangiare e senza bere dal
Giovedì Santo fino al Resurrexit del Signore il giorno di Pasqua (periodo in cui ri80//turismo//cultura//arte//informazione
dell’anima e le rinunce, ma il settimo giorno anche
amministrazioni locali e le famiglie facevano la loro
Dio si riposò: ed allora le brave massaie memori del
parte deliberando le une la chiusura di cinema, teatri
detto quannu’autru nu’ ‘ttieni cu’ mammata te curchi
e circoli e altri posti di ritrovo; le altre mantenendo
(quando altro non hai ti corichi con tua madre) , nel
spenti apparecchi radio e televisivi.
pieno rispetto dei precetti, decisero di sostituire in
Ma più di tutti era lu furese (il contadino) che vedeva
tutte le ricette i formaggi e, soprattutto il pecorino,
la sua giornata sconvolta dalle regole che limitavano
con mollica di pane raffermo o con pane grattugiato,
la sua alimentazione giornaliera ad un pasto e ad uno
leggermente fritto. Per i buongustai una carruba grat-
spuntino, ma gli era data facoltà di scelta col vinco-
tugiata. Il fatto curioso è che questo piatto, nato dalla
lo che il pasto principale non avvenisse in ore di luce
necessità, che viene riproposto oggi da diversi ristora-
(a Quaresema, cielu stellatu, desciunu spicciatu, du-
tori sotto il nome di Sagne ‘ncannulate muddhricate o
rante la Quaresima, cielo stellato digiuno terminato, dice il proverbio) . Doveva dimenticare le sue robuste colazioni mattinali rinforzate all’inglese a base di paparotta (chiamata nel basso Salento marenna, merenda o altrove muersi: un soffritto misto di aglio, legumi,
cime di rapa stufate e pezzi di pane raffermo, preparato il giorno prima e scarfatu (riscaldato) di prima
ricchie e minchiarieddhri muddhricati, ha incontrato e
Nella pagina a sinistra e qui sotto, alcuni momenti della celebrazione del Venerdì Santo a Gallipoli. Più sotto un piatto di orecchiette al sugo. foto di fancesca fonti
manevano legate le campane delle chiese). Perfino le
mattina. Al suono del cosiddetto mattutino, lu furese se ne usciva da casa a pancia vuota, con in tasca un solo tozzo di pane duro ed una cipolla: il suo spuntino da consumare all’ora sesta, cioè a mezzogiorno. Solo al suo rientro, dopo i vespri, poteva finalmente fare il suo unico vero pasto con verdura o legumi, pane e un pugno d’olive. Per evitare le tentazioni, le puteche (osterie) venivano chiuse dal suono del vespro, niente mienzu quintu de mieru (classica misura salentina da osteria equivalente a un bicchiere scarso di vino) né partitina a carte. Dopo una settimana di duro lavoro finalmente arrivava la domenica, ma la rinuncia alla carne non era poi un gran sacrificio per chi la carne la vedeva una o due volte l’anno ma ne sentiva gli effluvi provenire dalle cucine dei padroni. Per gli uomini di estrazione popolare, la domenica, allora come del resto oggi, voleva dire piatti di sagne ‘ncannulate o ricchie e minchiarieddhri al sugo con quantità esagerate di ricotta forte, o ricotta ‘scante, una varietà piuttosto acida prodotta solo nel Salento fin dal tempo dei messapi e, alla fine, pecorino a pioggia. Ma chi dettava le regole sapeva bene dove incidere: le rinunce includevano quindi la ricotta, il pecorino, in genere il latte con tutti i suoi derivati. Vanno bene la purificazione Salento review//81
//tradizioni//pasqua
continua ad incontrare l’apprezzamento non solo dei salentini, ma anche quello di molti “foresti” (turisti). Solo il Giovedì Santo era concessa una piccola tregua Qui sotto, il simulacro del Cristo morto; sotto, lo scoppio della Caremma a Gallipoli.
per santificare degnamente l’Ultima Cena del Signore con la pasta condita con la mollica e alla carruba era consentito aggiungere del miele. Che fortuna. In periodo di Quaresima, d’altra parte, anche i ricchi piangevano. Le rinunce non li risparmiavano: niente carne di alcun genere, proibizione di recarsi nelle
foto di pierpaolo schiavone
drogherie per consumare il solito caffè, d’orzo o di mandorle tostate corretto con anisetta o acquavite nostrana. I droghieri, per segnalare la loro indisponibilità a preparare e servire il caffè, appendevano all’ingresso dei locali – e bene in vista – due caffettiere napoletane con sette fili uno per ogni settimana della Quaresima. Al termine di ogni settimana se ne recideva uno; l’ultimo veniva tagliato il giorno di Pasqua, fine della Quaresima e della proibizione. Se li furesi si astenevano dal frequentare per svago le puteche anche i signori rinunciavano alle serate al circolo cittadino animate dalle partite a chemin de fer o a baccarat. Perfino le signore chiudevano i salotti pomeridiani dedicati al chiacchiericcio ed al pettegolezzo con la recita del rosario a quindici Poste, quindici serie di preghiere una per ogni tappa delle Via Crucis). Laddove le popolane rinunciavano all’uso dello scialle e del grembiule della festa, le signore rinunciavano ad usare vestiti di colore sgargiante favorendo le tonalità del grigio. Non le preziose tovaglie di fiandre e le pesanti posate d’argento per apparecchiare la tavola, ma più modeste tovaglie tessute al telaio di casa e meno nobili posate di alpacca. Il menù serale era molto parco, quello del contadino, il signore poteva scegliere tra aringhe
foto di pierpaolo schiavone
salate (una leccòrnia per i salentini ancora meglio
82//turismo//cultura//arte//informazione
se piene di uova) e baccalà oltre che a farinacei e verdure. Al tempo delle carrozze, infine, i cocchieri e i carrettieri toglievano campanelli e nastrini dai finimenti dei cavalli e facevano sette nodi alle fruste – anche questi sciolti uno a settimana – per ricordare di non schioccarle in segno di saluto o di allegria. l
Dove cucinare è un’arte
ristorante Blu Notte | Via Marino Brancaccio • Lecce | Tel. 0832 304286 www.ristoranteblunotte.com | blunottelecce@libero.it
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//aziende mercatino di marco 2 - Via Nicolò Foscarini, 1 - Lecce - Tel. 0832 521248 www.mercatinodimarco.com - mercatinomarco@libero.it Orari: Lunedì pomeriggio 16,30-20,00 Da martedì a sabato 9,30/13 - 16,30/20 Domenica e lunedì mattina chiuso
LA CULTURA DELL’USATO
2
CONQUISTA I LECCESI
APRE, A LECCE, IL “MERCATINO DI MARCO 2”, UNA FORMULA COLLAUDATA DEL SISTEMA SECONDHAND. TRA OGGETTI CULT E VINTAGE, GLI SCAFFALI RISERVANO ANCHE INTERESSANTI SORPRESE
Al centro della foto Marco, alla sua sinistra la moglie Cristina e a destra sua sorella, dietro al bancone del negozio.
84//turismo//cultura//arte//informazione
Le foto in questa mostrano l’interno del negozio, sopra lo scaffale pieno di libri, a sinistra un set di tazzine, sotto una stupenda sedia di pregio.
È
tutto rigorosamente etichettato, in un ordine ben preciso. Ogni cosa è
al suo posto: dalle tazzine di caffè, ai mobili da studio, dalle collezioni di dischi ai lampadari. Non c’è che l’imbarazzo della scelta fra i mille articoli che Marco Rossano e sua moglie, Cristina Madaro, prendono in
stola” dell’omonima attività nata a Reggio
Lo stesso può fare chi, invece, è alla ri-
conto vendita per poi rivendere ai clienti
Emilia 17 anni or sono.
cerca dell’oggetto particolare, anche vin-
secondo l’ormai collaudata formula del
Per Marco, che lavora gomito a gomito
tage. Tra uno scaffale e l’altro si respira il
mercatino dell’usato che ormai ha preso
non solo con sua moglie, ma anche con
passato, con tutto il suo fascino. Dall’an-
piede un po’ dappertutto.
sua sorella, il negozio va inteso come una
tiquariato, al modernariato, ogni gusto
A dire il vero, il fiuto di Marco aveva già
vera e propria agenzia di servizi.
può essere assecondato,
captato qualcosa molto prima che la crisi
Chi vuole disfarsi di televisori, giradischi,
affrontare spese eccessive per arredare la
prendesse il sopravvento. Il Mercatino di
librerie, scrivanie, così come di armadi,
propria casa.
Marco 2, aperto a Lecce, in Via Foscarini 1,
quadri e servizi di piatti, non deve fare al-
«Gli oggetti, così come i mobili usati –
meno di un mese fa, non è altro che la “co-
tro che andare da loro.
spiega la titolare, Cristina – in questo pe-
senza dover
Salento review//85
pubbliredazionale
//aziende
A destra le vetrine del negozio; sotto alcuni interni del negozio.
riodo servono anche per risolvere un problema di liquidità». «Vendiamo solo prodotti accuratamente selezionati, proprio per garantire la qualità del prodotto ai nostri clienti» aggiunge ancora, ribadendo che oltre a trattare un usato garantito, il “Mercatino di Marco 2” seleziona solo merce di qualità. Del resto è questa la formula adottata, con successo, anche a Reggio Emilia, che ha permesso la creazione di un legame forte con la clientela del posto. «Vorremmo costruire anche a Lecce un circuito virtuoso – afferma – anche perché non sempre chi si rivolge a noi ha bisogno di contanti. Molto spesso viene gente che vuole disfarsi di vecchi oggetti perché la casa straripa di ricordi, souvenir o anche mobili che non servono più. Ebbene, una volta venduta la merce devolvono il ricavato in beneficenza». «In sostanza – ribadisce Marco – noi siamo come un’agenzia di servizi». Nelle sale luminosissime di Via Foscarini gli spazi sono suddivisi in maniera tale da ospitare sia arredi che oggettistica insieme ad una vetrina dedicata alla bigiotteria e ad un angolo zeppo di vecchi 33 e 45 giri (gli appassionati potrebbero perdere la testa per la quantità di dischi esposti). A breve ci sarà una sorpresa soprattutto per le modaiole: un angolo del negozio sarà allestito per l’abbigliamento. Anche questo assolutamente certificato e rigorosamente di qualità. l 86 86//turismo//cultura//arte//informazione //turismo//cultura//arte//informazione
aperti a pranzo • serate con musica live
via Maremonti, 41 - Lecce - Tel.: 0832.1810125 Info e prenotazioni: +39 331.5875964 - Vincenzo +39 329.6190022 - Marco pagina
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www.off-sidelecce.it - info@off-sidelecce.it
Il catalogo turistico 365 Giorni nel Salento è un’iniziativa di divulgazione integrata di notizie dettagliate destinate ai turisti riguardo a: • ricezione (alberghi, bed and breakfast, ostelli, campeggi, agriturismi, stabilimenti balneari); • ristorazione (trattorie, ristoranti, paninoteche, pub); • servizi (presidi ospedalieri, ambulatori, guardie mediche e farmacie) e di trasporti pubblici, (SGM, STP, FERROVIE SUD EST) privati, linee autobus, autonoleggi, noleggi moto, noleggi barche, noleggi bici e ogni altro servizio di pubblica utilità, benessere e svago; numeri utili; • artigianato tipico (pietra leccese, ceramica e cartapesta fiore all’occhiello del nostro territorio); • prodotti tipici enogastronomici; • descrizione dei comuni più caratteristici del Salento; • eventi culturali (mostre, fiere, cineforum, rappresentazioni teatrali, sagre). Queste informazioni saranno riportate oltre che su catalogo cartaceo sul portale web www.365giorninelsalento.it . L’aspetto innovativo è dato dalla trasmissione nel portale delle immagini in streaming di web cam piazzate in alcuni stabilimenti balneari lungo le coste del Salento per monitorare le condizioni meteo. Questa iniziativa, chiamata “Occhio alla Spiaggia”, sarà utile al turista e ai salentini per scegliere in tempo reale, con un semplice click, la spiaggia più gradita sul versante adriatico o su quello ionico. Il progetto “365 Giorni nel Salento” userà come veicoli di comunicazione principali il portale web ed il catalogo turistico distribuito gratuitamente. Sia il catalogo “365 Giorni nel Salento” sia la rivista “Salento Review”, facente parte del progetto, sono disponibili nel formato cartaceo ed elettronico www.365giorninelsalento.it, www.salentoreview.it.
Il team del progetto “365 Giorni nel Salento” e “Salento Review”, nonché di Password AD srl, è composto da figure professionali di rilievo, (giornalisti, grafici, fotografi, cameraman, web developer, web master, ecc), che offrono un valore aggiunto significativo alle pagine della rivista con articoli di approfondimento su argomenti di storia, arte, tradizioni popolari, artigianato, enogastronomia ecc.
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//in viaggio Cruising salento - Trade Winds Salento T.W.S. Srl Via Michelangelo Schipa, 17 - 73100 Lecce Tel: +39 0832 347432 - Fax: +39 0832 1830320 Mario 328 9496892 - Pierfrancesco 320 6655350 www.cruisingsalento.com - info@cruisingsalento.com
Una vacanza in barca? Una vacanza diversa a stretto contatto con il mare
S
e vi sta stretta la solita vacanza, non c’è niente di meglio che scegliere una rotta diversa: Cruising Salento a Lecce offre la possibilità di trascorrere insieme agli amici o alla famiglia momenti di spensieratezza a stretto contat-
to con le bellezze dell’ambiente marino, proponendo indimenticabili crociere e minicrociere in tutto il Mediterraneo con o senza skipper. La qualità delle soluzioni proposte si abbina a prezzi davvero contenuti grazie all’esperienza maturata da Mario e Pierfrancesco, i due
manager dell’agenzia, appassionati da sempre di mare e di vela.
www. c r u i s i n gsa l e n t o . c o m
Pierfrancesco, tour operator e grande viaggiatore in tutto il mondo è da sempre impegnato nel settore del turismo. È titolare dell’agenzia Chirioviaggi.
Mario, uomo di mare, è anche titolare della Marleti, un’azienda yacht broker e servizi alla nautica.
Quando e come vi è venuta l’idea di questa attività? «L’idea di Cruising Salento nasce nel 2011 come risultato della nostra grande passione verso il mare, che ci ha spinto a intraprendere numerosi viaggi e a partecipare a regate veliche in mezzo mondo. Questa passione comune ha permesso di creare la nostra agenzia di charter nautico: pianificazione e vendita di vacanze in barca oppure in catamarano con o senza skipper. Noi proponiamo destinazioni diverse, che vanno dalla Grecia al Montenegro e Croazia, dalle isole ioniche all’Egeo, dalla Turchia
che stringe l’economia italiana, c’è ancora
sino alle nostre isole Eolie e alla Sardegna.
chi, amando la libertà e la natura, si orienta
Disponiamo di barche di varia tipologia dai
verso il viaggiare in barca a contatto diret-
10 ai 30 mt, attrezzate e dotate di ogni tipo
to con le bellezze incontaminate dell’am-
di comfort per equipaggi, che possono va-
biente marino. Ovviamente i nostri prezzi
riare, in relazione alle dimensione dello sca-
sono contenuti e permettono ai clienti di
fo, dalle 4 alle 12 unità (skipper escluso)».
concedersi dei momenti rilassanti e davve-
Viaggi e crisi un binomio difficile?
ro unici in compagnia di amici al costo di
«Nonostante il momento di congiuntura
una vacanza tradizionale». Salento review//91
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//in viaggio
In alto da sinistra in senso orario: imbarcazione all’ormeggio a Mitika, Grecia; la splendida baia di One House Bay sull’isola di Atoko; la baia di Lakka, nell’isola di Paxos, al tramonto; infine in navigazione al largo del faro della Palascia Otranto.
Quali sono le mete preferite nel periodo
ma il nostro prodotto è sempre cucito su
primaverile?
misura in base alla richiesta di ogni cliente».
«Già in aprile le destinazioni più appetibili
Qual è la filosofia della vostra agenzia?
sono il basso Ionio, da Lefkas a Cefalonia e
«Far vivere e gustare il mare e l’ambiente
Zakynthos. Poi da maggio è possibile diri-
marino a 360 gradi. Nella nostra attività noi
gersi verso il basso Egeo, ad esempio Kos
ci mettiamo la faccia: offriamo delle solu-
e Creta per finire a sud del Peloponneso».
zioni di qualità, mettendo a disposizione
Quale meta proporreste ad un cliente?
barche di pregio, che noi conosciamo e di
«Noi continuiamo a preferire e a suggeri-
cui abbiamo testato personalmente l’affi-
re una serie di isole ioniche misconosciute:
dabilità al fine di consentire ai clienti una
Fanos, Itaka, Kalamos, Kastos e Meganisi,
vacanza sicuramente indimenticabile». l
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pubbliredazionale
//ristoranti V-ITA - Via XXV Luglio, 59 - Lecce - Tel. 0832. 305351 - www.v-ita.it
Quando l’eleganza diventa uno stile di vita
Sopra, il logo di V-ITA; nella foto sotto e in quelle della pagina accamto; una delle sale, il bancone del bar e uno scatto fatto dall’esterno del locale.
V
ita è eleganza di pensiero e di sensazioni evocate, è una meravigliosa via di fuga per proiettare l’anima verso una dimensione di incontaminata purezza e libertà: V-ITA è uno spazio della mente, carico di
significati emozionali. In una cornice magica dai contorni soffusi, dai dettagli curatissimi finalmente è nato a Lecce un nuovo e autentico modo di intendere il divertimento, come evasione dalla routine quotidiana. Qui la vita è riportata a sensazioni nette da ogni contingenza; è una dimensione che stimola a scoprire meglio sé stessi e gli altri. È un ambiente sensoriale, dove ogni angolo suggerisce a bassa voce un’emozione. V-ITA è il
foto di pino valletta
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foto di pino valletta
Bistrot, dove gustare sapori che esaltano l’innovazione e riscoprono la tradizione; V-ITA è Caffetteria, dove il piacere dell’incontro e della parola intelligente solletica all’anima suggestioni intense; V-ITA è Lounge Bar, dove soffuse luci fanno da cornice ammiccante a sguardi che si cercano e ad anime che si piacciono; V-ITA è Live Music, dove suadenti suoni vestono la mente di armonia; V-ITA è Privèe, dove condividere intime emozioni con i pochi di cui amiamo circondarci; V-ITA è Shop, dove trovare per occasioni qualcosa di non ordinario; Vita è Galleria, dove la vita si arricchisce di un significato intenso in
tutta un’altra vita; è innanzitutto un modo vero di VIVERE ITALIANO! Vita nasce dalla voglia di giovani imprenditori locali di realizzare un concept store
foto di pino valletta
ogni fotogramma che scorre. V-ITA è…
Salento review//95
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foto di pino valletta
//ristoranti
foto di pierpaolo schiavone
Sopra, uno scatto fatto dall’esterno del locale; accanto, l’esterno del locale il giorno dell’inaugurazione; sotto un tavolo posizionato davanti a un dipinto prospettico sul muro.
che parli del vivere italiano attraverso la
cipare le Proloco, le associazioni artigiani,
cucina, l’arte, la musica e più in generale
le associazioni turistiche e di promozione
l’intrattenimento. Le loro esperienze la-
del territorio.
vorative, maturate nel mondo in diversi
La sfida lanciata con V-ITA ha riscosso ri-
ambiti, hanno evidenziato l’inammissibile
sposte molto positive e confortanti. I clien-
assenza all’estero di prodotti veramente
ti apprezzano moltissimo il dinamic trend
italiani: spesso in giro per i vari continen-
del locale, inteso come spazio aperto e
ti si smercia per italiano ciò che italiano
fruibile a 360 gradi. Apprezzano anche
non è! Da qui l’idea di realizzare in varie
l’impronta tipicamente italiana del con-
parti d’Europa e del mondo dei conteni-
testo realizzato con materiali minimal per
tori, dove inserire prodotti provenienti da
evocare eleganza. I clienti hanno com-
tutte le regioni d’Italia. Questo progetto
preso perfettamente che V-ITA non è un
hanno deciso di inaugurarlo a Lecce con
locale di lusso, ma semplicemente utilizza
V-ITA, un locale che potrebbe trovarsi per
il gusto italiano, che è lusso e insieme ele-
il suo mood a Milano, a Praga, a Londra,
ganza alla portata di tutti. Il lusso di V-ITA?
a Hong Kong. Per caratterizzare lo SHOP
Sta nell’idea di innovare continuamente la
space, uno dei volti di V-ITA, sono stati
tradizione italiana.
presi contatti con importantissimi consorzi
Da giovedì 14 marzo è iniziato l’appunta-
enogastronomici nazionali al fine di creare
mento con Ore felici e Crudo Italiano,
all’interno stand fissi destinati a degusta-
un happy hour quotidiano a partire dalle
zioni di prodotti regionali. In quest’ambito
18.30, dove i sapori della tradizione ita-
nasceranno degli appuntamenti con cene
liana del pesce crudo vengono coniugati
a tema regionale, curate da chef prove-
con altre prelibatezze a buffet; il tutto ver-
nienti dalle regioni italiane, nell’organizza-
rà sempre allietato da delicate e suadenti
zione delle quali saranno invitate a parte-
selezioni musicali. l
96//turismo//cultura//arte//informazione
//in viaggio
da roma a tricase
“Ma come fa il mare a essere così blu”? L’invito a pranzo di uno sconosciuto, un bicchiere di vino rosso ghiacciato, gamberoni crudi, anche questo È il salento di Daniele Autieri
Cosa ti ha colpito di più delle tue vacanze in Salento? Raccontacelo a: redazione@salentoreview.it
Daniele Autieri è un giornalista e scrittore romano. Lavora con “la Repubblica” e ha pubblicato il libro-inchiesta “Alemagno, imperatore di Roma” e il romanzo “Cercando Patricia”.
Sono stato nel Salento due volte
se, poi sono sbucato oltre l’immaginazione. Dove cer-
negli ultimi due mesi. Per un matrimonio e per un
cavo palazzi c’era un piccolo fiordo, un porto, qualche
funerale. Ho riso e ho pianto. Ho vagato per mezzora
barca di legno e ancora oltre una lunga scogliera a
nel parcheggio esterno di un ospedale cercando una
picco sul mare. Ho ripensato alle montagne grani-
colonnina per pagare il ticket poi ho incrociato un
tiche delle Dolomiti, mi sono sporto al limite per
uomo con una camicia azzurra a maniche corte che
cercare il campo base ma ho visto solo blu. «Come
mi ha tranquillizzato. «Alla macchina ci penso io».
diavolo fa a essere così blu»?
Ho fatto per allungare un euro di generosità, come
Sono piombato in un paesino al mezzodì di un gior-
mi hanno abituato a fare nel centro di Roma. Ma lui
no qualunque, di un mese qualunque, in un tempo
mi ha guardato infastidito. «Ti sembro abusivo»? Ho
sconosciuto al turismo. Avevo lo stomaco inquieto e
infilato l’obolo sfortunato nella tasca e allontanan-
le gambe stanche, ma nessun ristoro dove far festeg-
domi mi sono domandato perché far stazionare un
giare il palato. «È tutto chiuso qui», ha confessato un
tizio dalla mattina alla sera e pagargli uno stipendio,
ragazzo sui 18 con l’aria rassegnata di chi vorrebbe
quando si potrebbe risolvere il problema con una co-
una vita diversa. Mi sono accasciato sul cofano della
lonnina di metallo.
macchina. Esausto. Non so, devo avergli fatto pena,
Ho intrecciato le braccia sul volante della mia auto
ma dieci minuti dopo ero a casa del ragazzo triste con
per accompagnare le curve nei vicoli stretti di Trica-
un bicchiere di vino tra le mani e la madre che armegSalento review//97
//in viaggio//da roma a tricase
giava ai fornelli. «Fate sempre entrare gli sconosciuti
che ci penso su quell’isola ho visto i gamberoni più
in casa?», ho domandato incuriosito. La donna ha ab-
grandi della storia dell’uomo. Ma non sapevano di
bozzato un sorriso compassionevole e ho capito che
un... bel niente. Poi il matrimonio su una spiaggia sa-
forse lo strano ero io.
lentina e su un vassoio eccoli lì: gamberi rossi, non
Già, il vino. Per me il vino salentino è rosso e gelato.
dopati, umani. Ma crudi. Ne ho infilato uno in boc-
L’ultima volta che l’ho chiesto in una vineria romana
ca, l’ho passato sul palato e tra le gengive. Ed ecco il
il sommelier mi ha quasi sputato in faccia. Lo volevo
mare. Non amo i ricci. Fuori spinosi e dentro viscidi.
prendere per la giacchetta, quell’idiota, e raccontargli
Non era possibile una sana via di mezzo? Adoro in-
dello zio Uccio. Uscivamo insieme sul gozzo di legno
vece quelle pasterelle ovali ripiene di crema e amare-
bianco e blu che lui lucidava come fosse uno yacht di
na. Come diavolo si chiamano? Zeppole, bignè, boh.
18 metri. Si ballava per ore al ritmo del mare e si ripo-
Comunque si chiamino ho visto dei cornetti farsela
nevano tutte le preghiere in un filaccione gettato sul
addosso dalla vergogna quando venivano servite loro.
fondo del mare. Quando tornavamo a casa lo zio Uc-
Poi una mattina sono tornato su quel parcheggio fuo-
cio cacciava dal frigo una bottiglia di vino rosso fatto
ri all’ospedale. Non era più per dire ciao, ma per dire
dai parenti nell’entroterra e lo sorseggiava in silenzio.
addio. Ho lasciato la macchina senza ansie. Sentivo la
Sul bicchiere, oltre la condensa del vino gelato, rima-
sua presenza dietro le mie spalle, ha infilato il bigliet-
neva il sale delle mani che avevamo rubato al mare.
to orario sotto il tergicristallo con la discrezione di
Aspettavano l’estate come una festa, per passare an-
chi ha imparato a leggere nell’animo e mi ha accom-
che un mese insieme, tutta la famiglia riunita. Io le
pagnato con lo sguardo.
mie ultime vacanze le ho trascorse a Los Angeles,
Quando sono tornato a pagare lui non c’era. L’ho cer-
Cartagena de Indias, Londra, Kenya e su un’odiosa
cato a lungo ma non c’era. Ho girato casualmente il
isola sperduta nel Sud Est asiatico dove galli giganti
biglietto e c’era un pensiero scritto a penna. «Torna
amavano svegliarmi alle 4 del mattino con le loro urla
presto. La Salento ti aspetta». Ho infilato le monete
stridule. Sempre da solo. A volte con amici, a volte
in tasca e ho ripreso la strada di casa. A quel punto
con una compagna. Mai con la mia famiglia. Adesso
piangere era solo un altro modo di dire addio. l
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//in viaggio
dal salento in argentina
Buenos Aires, il fascino
discreto nella penombra del tango La capitale argentina non è da catalogare tra le città bomboniera: “la sua bellezza non è convenzionale ed il suo fascino emerge lentamente”. Viaggio tra gli angoli di una straordinaria rinascita culturale di Laura Perrone
Buenos Aires non è certamente la tipica città bomboniera perché la sua bellezza non è convenzionale e il suo fascino emerge lentamente, come in una passeggiata tra le jacarande in fiore che regalano una meravigliosa esperienza visiva, colorando la capitale a tratti blu-violetti quasi fosse una pittura impressionista. È tra queste strade che ancora oggi si sviluppa un ibrido, generato da uno dei più importanti ed eccezionali fenomeni migratori d’America: il tango. Un’espressione originale che nasce negli arrabales dei coni suburbani dell’antica Buenos Aires, tra le miserie dei quartieri poveri e la ricchezza culturale delle sue periferie. Il tango è l’elemento della tradizione urbana che maggiormente regna nelle notti buenosairensi. Dal 1894 El Boliche de Roberto attrae incondizionatamente musicisti, cantori di tango, amanti del genere, che ogni sera popolano un ambiente dove la tradizione interseca il contemporaneo nella trasmissione intergenerazionale del tango e dei suoi dogmi. La mitologia narra che queste stesse mura abbiano ospitato i più celebri autori tra i quali Carlitos Gardel e la poetessa Alfonsina Storni. È qui che si ascolta un buon tango in compagnia di un Fernet e Cola, la bevanda indispensabile per vivere una vera notte argentina. Un murales all’interno del Sanata Bar nel quartiere di Almagro.
Vuoi descrivere una città, italiana o straniera, che ti ha stregato Scrivici a: redazione@salentoreview.it
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Buenos Aires è sorprendente, è una città che raccoglie numerose esperienze esemplari come il Teatro Ciego dove si pratica una particolare tecnica di
rappresentazione scenica caratterizzata dalla totale assenza di luce in uno spazio performativo ma anche dedicato alla formazione in discipline artistiche per ipovedenti. El Ateneo è una libreria ricavata da un teatro di oltre mille posti che ha saputo preservare le sue caratteristiche atmosfere, i palchi sono intimi spazi con divanetti dedicati alla lettura, i soffitti affrescati fanno da cornice a selezioni di libri in lingua originale, dietro il sipario – sul palcoscenico – un’elegante caffetteria. Titanica e rivoluzionaria è l’esperienza di IMPA, una fabbrica
In alto, un murales con le note di un famoso tango cantato da Gardel nel quartiere di Abasto - Zelaya. A seguire, il Teatro Ciego e a sinistra l’ingresso di El Boliche de Roberto nel quartire di Almagro.
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//titolo 1
titolo 2
percussioni e capoeira, profumi di pan relleno, frutta fresca e gelati. La Feria de Mataderos è una delle più
importanti e sicuramente una delle più grandi di artigianato e gastronomia tradizionale è qui che si beve mate e si respira il folklore legato al lavoro nei campi e alla figura del gaucho. Qui vibrano i ritmi della terra che si danzano a suon di bombo e chitarSopra, esibizione di artisti di strada a Recoleta per la Feria de Mataderos. In alto a sinistra l’interno de La Catedral Milonga nel quartiere di Almagro Sarmiento e sotto, un particolare del quartiere di Boedo.
metallurgica destinata al fallimento e recuperata
ra criolla. l
dai suoi lavoratori nel 1998. Da allora la fabbrica è organizzata in cooperativa e, oltre alla produzione ordinaria, ospita all’interno dei suoi 22.000 metri quadrati un centro di salute per la comunità, una scuola serale per adulti e un centro culturale effervescente di attività tra le quali l’importante Fiera del Libro Indipendente. La cultura folklorica emerge ancora tra i mercatini storici. San Telmo è dedicato all’antiquariato, artisti e artigiani occupano le strade che si colorano di suoni con le sfilate di murga e candombe, mentre ci si prepara per la milonga all’aperto di Plaza Dorrego. Nel quartiere di Recoleta i giovani si riversano nel grande parco attorno al Centro Culturale per il grande mercato dell’artigianato. A rendere più onirica l’atmosfera, artisti di strada, acrobati, gruppi di
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Buenos Aires, the discrete charm in the tango background
The Argentine Capital cannot be listed among the bonbonnière towns: “its beauty is unconventional and its charm arises slowly”. A trip among the corners of an extraordinary cultural rebirth by Laura Perrone
F
ollowing the full spirit of this unconventional review on the big cities in the worlds, Laura Perrone stretches out the Buenos Aires charm. From El Boliche de Roberto, which since 1894 has been a sacre referring point for musicians, enthusiast and lovers of the gender, to the Teatro Ciego where a particular technique of scenic representation is represented, characterized by the total absence of light. From El Ateneo, a bookstore obtained by a great theatre, to the “revolutionary” experience by Impa, a metallurgic fabric destined to collapse and recovered by its workers organized in a cooperative and that, today, is also one of the most active social and cultural centre in the town.
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