Salento Review | numero tre

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Salento review

copia omaggio

N. 3


© 2013 McDonald’s. Immagine puramente dimostrativa. Nei ristoranti aderenti.

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EDITORIALE Salento Review Per Lecce e la sua provincia la stagione estiva è come un esame di maturità. Ogni anno. Dall’andamento dei flussi turistici, infatti, dipendono le sorti di un comparto sempre più determinante nel bilancio del territorio. Bene, in attesa dei numeri definitivi, si può affermare che in un quadro di crisi conclamata il Salento ha retto, rimanendo una delle mete più ambite dai visitatori italiani e da quelli provenienti dall’estero. È più di una consolazione, meno di una certezza. Sarò ripetitivo, ma un’adeguata programmazione, ancora da venire, è la condizione senza la quale il consolidamento di un posto al sole resta una speranza più che un dato di fatto. Intanto il capoluogo ha lanciato la sua sfida per ottenere il riconoscimento di Capitale europea della cultura per il 2019. Un treno che ripasserà, per una città italiana, nel 2033. Il dossier è stato inviato, ora non resta che attendere la valutazione della commissione incaricata e sperare nel superamento della fase di preselezione. Inutile dire che il circolo virtuoso che si innescherebbe in caso di avanzamento nel lungo iter previsto dalle istituzioni comunitarie porterebbe benefici in termini materiali, ma non solo, di cui la città ha davvero bisogno. Vale la pena, al di là di ogni legittima diffidenza o divergenza di opinione, sperare tutti per il meglio. Non è questa, però, l’unica vicenda che può disegnare scenari di lunga durata. Ce ne è un’altra ed è quella che riguarda il progetto di gasdotto che dal Mar Caspio dovrebbe arrivare in Italia, con approdo a San Foca, marina di Melendugno. L’amministrazione è contraria ed è al fianco degli operatori turistici e degli ambientalisti che hanno dato vita al comitato “No Tap”. L’inclusione dell’opera negli interventi di interesse strategico nazionale ed europeo sottrae potere contrattuale alle istituzioni locali, ma questa non è una buona argomentazione perché i decisori politici, lontani centinaia di chilometri da qui, non ascoltino le civili ragioni di un territorio dagli equilibri molto delicati e, per certi versi, già alterati. I rappresentanti salentini in Parlamento, almeno alcuni, forse non hanno compreso la delicatezza di questo passaggio. Oppure lo hanno capito fin troppo bene. Gabriele De Giorgi

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365giorninelsalento.it:

contatti da tutto il mondo e numeri in crescita

Occhio alla Spiaggia

Lanciato alla vigilia della stagione estiva, in occasione della presentazione ufficiale del progetto editoriale di Password Ad, il portale ha suscitato interesse anche all'estero. A breve una nuova finestra virtuale per Salento Review Centonovantunomila. Come le pagine di 365giorninelsalento. it visualizzate in rete in tre mesi (18 giugno – 18 settembre). L’esordio del portale, che fa parte del progetto editoriale di cui questa rivista è il biglietto da visita, è stato assai incoraggiante. Un sito di settore, in una dimensione locale, difficilmente può vantare un debutto tanto interessante. Grazie alla possi-

Il servizio webcam che ti permette di controllare in diretta streaming le condizioni del mare nelle marine più belle del Salento.

bilità di vedere, con un semplice clic su “Occhio alla spiaggia” le condizioni del mare in una dozzina di località distribuite su tutta la costa, sia sul versante adriatico che su quello ionico, ha calamitato sul sito anche migliaia di residenti – angosciati, si fa per dire, dalla solita domanda: “E oggi, quale mare scegliere?” – oltre ai tanti visitatori virtuali che magari hanno deciso di trascorrere le loro vacanze nel Salento dopo aver consultato la guida ai servizi, alla ristorazione e all’accoglienza. Milano, Roma e Napoli guidano la classifica delle “altre città” dalle quali sono partiti i contatti. Stati Uniti, Svizzera, Inghilterra, Germania e Spagna ai primi posti nella lista per quanto riguarda l’estero. Guardando la cartina, è come giocare a Risiko: molti Stati sono stati già “attaccati”, altri ancora cadranno, uno ad uno. Scherzi a parte, i dati depongono a favore della scelta di lanciare sul web un portale efficiente, chiaro e di facile consultazione. Nelle prossime settimane anche questa rivista vedrà rinnovata la sua finestra virtuale che avrà lo scopo di far vivere Salento Review tutti i giorni dell’anno, approfondendone i contenuti, aggiungendone di nuovi, creando spazi di interazione e di scambio con i nostri visitatori: il lavoro dei tecnici è in dirittura d’arrivo.

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trimestrale di turismo, cultura, arte, informazione

anno I • n. 3 - 2013 • copia omaggio Iscritto al n. 7 del registro della stampa del tribunale di lecce 2 maggio 2013 - cron. n. 18/2013

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salento review fa parte del progetto

Editore, Direzione e Redazione Password AD Srl Viale della Libertà, 47 • 73100 Lecce Tel. 0832.1692478 www.pwad.it - info@pwad.it Direttore Responsabile Gabriele De Giorgi Coordinamento Editoriale Barbara Marzo Progetto grafico e impaginazione Valentina Prontera Collaborazione grafica Michele Ortese Web master Fernando Rugge Foto di copertina Pierpaolo Schiavone Cameraman Massimo Centonze Traduzioni Francesca Catanzaro

Hanno collaborato a questo numero Valeria Blanco Maddalena Bitonti Barbara Busoni Mino De Luca Jlenia M. Gigante Eraldo Martucci Jessica Niglio Vincenzo Santoro Danilo Siciliano Enzo Turco Franco Ungaro Pubblicità Password AD Srl Stampa Officine Grafiche Distribuzione Password AD Srl È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in tipografia il 24 settembre 2013

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//territorio //istituzioni Una scommessa in un dossier: la corsa verso l’Europa è partita Salento d’amare, il marketing punta sui giovani //speciale Salento estate 2013

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//CULTURA //musica Non solo Taranta. Il cuore della musica popolare pulsa tutti i giorni 60

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Cloe Elmo, la mezzosoprano che incantò il mondo

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//tradizioni Nel centro storico di Lecce: arte, storie, superstizioni ed altre stranezze 76

//storie una passeggiata con Erri De Luca

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//agroalimentare È ancora vendemmia, è sempre emozione

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//LIFESTYLE //FAMIGLIE Autunno, una stagione sorprendente da vivere con allegria 102

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Le previsioni del tempo: quando la povertà aguzza l’ingegno 110

Il nettara della terra è un extravergine di gusto unico

A San Martino ogni mosto diventa vino: tutti pazzi per una festa secolare 48 //focus Acaya, la meraviglia del borgo sospeso nel tempo

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//teatro Il teatro, veicolo di progresso civile in una società fragile

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//economia//turismo La crisi non frena il turismo ma incombe il progetto del gasdotto 84

//natura Un parco lungo 57 chilometri: uno slow trip da Otranto //PERSONAGGI//vip a Santa Maria di Leuca 106 La penisola dei famosi. Volti e luoghi di un’estate //cucina “divina” 90 Un menù per ogni stagione: le ricette dell'autunno 118 Anche in cucina Giuliano non ha rivali 92 //idee La tecnologia al servizio //IN VIAGGIO della città: 40 audio guide //dal salento a parigi a portata di clic 128 Donna affascinante e ammaliatrice, Parigi la si deve ascoltare 122

//da milano al salento Dal business di Milano allo “state of Mind” salentino 126 //pubbliredazionali //aziende I prodotti del salento: la Tenuta Piccinni e le sue varietà di formaggi 46 Tenuta Eméra Vigne baciate dall'alba

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L'oro in gocce de Le Saittole

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Cantine Paolo Leo. L'antica arte di fare il vino 64 Cantine Vaglio massa La cultura della terra per vini di qualità

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//sviluppo del territorio Gallipoli, un nuovo orizzonte per la nautica da diporto: Net.L.A.M. 54 NetL.A.M. educational tour

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//arte CreArt, la creatività giovanile come motore di sviluppo per il territorio

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Italica in Tour. Esperienza e innovazione nel turismo 120 //RUBRIChe //artigianato Ego di Marco Galli 95 Keramos di claudio Capone 96 //editoria Letture autunnali libri - Lucignola

99 100


//territorio

istituzioni

Una scommessa in un dossier: la corsa verso l’Europa è partita Il 20 settembre il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, ha consegnato i documenti per la preselezione. L’obiettivo è quello di essere Capitale europea della cultura nel 2019 di Gabriele De Giorgi

LECCE – Il lavoro di mesi in un fascicolo di 78 pagine: Lecce è in corsa per la candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019. Il dossier è stato consegnato il 20 settembre scorso dal sindaco del capoluogo salentino, Paolo Perrone, nelle mani di Maria Gallo direttrice della filiale di Poste Italiane, con destinazione il ministero dei Beni culturali. Sono molte altre le città italiane che ambiscono al riconoscimento: tra queste Venezia (e il Nord Est), Torino, Matera, Perugia-Assisi, Palermo, Bergamo, Taranto. La concorrenza è dunque agguerrita, ma lo staff che si è prodigato per la causa di Lecce, guidato dal coordinatore, Airan Berg, è convinto di aver fatto un buon lavoro. Entro il 30 di gennaio una commissione selezionatrice –composta da sei esperti delegati dalle istituzioni italiane e sette inviati da quelle comunitarie – valuterà tutti i dossier e poi redigerà una short list con le candidature ritenute idonee: a quel punto partirà la selezione vera e propria perché ciascuna città passata indenne dal primo turno sarà chiamata ed esprimere in dettaglio le ragioni della propria proposta. I criteri da adempiere sono essenzialmente due: la dimensione europea e la partecipazione attiva dei cittadini. Non basta avere un patrimonio storico artistico di tutto rispetto, anzi, le candidature che negli anni scorsi hanno puntato esclusivamente su questo aspetto sono state scartate. Proporsi come Capitale europea della cultura significa attivare un processo dinamico che sappia coniugare la qualità dell’offerta culturale con modalità aperte di collaborazione da parte di tutti i portatori di interesse: enti locali, associazioni, imprenditori, volontari, università e scuole, cittadini. 4//turismo//cultura//arte//informazione


Si tratta di una cosa ben diversa, tanto per spiegarsi,

ma anche una città riconoscibile per ciò che sarà. In

dal riconoscimento che l’Unesco concede come Pa-

un momento in cui non si parla altro che di crisi, in

trimonio dell’umanità. Per questo la protagonista del

un’epoca in cui la gente è paralizzata da mille proble-

dossier presentato è Eutòpia, la città ideale alla quale

mi e mille paure, noi vogliamo sconfiggere la paralisi

tutti sono chiamati a dare il proprio contributo.

creando storie positive per contrastare il malessere e

“Questa – ha dichiarato il sindaco Perrone nella con-

la disillusione che avanzano. Questa è la nostra sfida

ferenza stampa del 20 settembre – è una città bellis-

odierna: creare simboli per il cambiamento, saltare

sima per ciò che è stato ma anche per ciò che è, sul

per creare energia. Perché se salti l’energia non rista-

piano dell’effervescenza, dell’estro e della creatività,

gna: si rigenera, si muove e si propaga”.

Sopra, da sinistra: Raffaele Parlangeli, Paolo Perrone e Airan Berg.

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//territorio//istituzioni

preselezione: da fine gennaio in poi, qualunque delle due sia la città pugliese destinata a giocarsi la vera partita, si potranno disegnare nuove strategie a beneficio di tutta la regione o almeno della parte meridionale di essa. l

A bet into a dossier: the race towards Europe has started

September 20th Paolo Perrone, the Mayor of Lecce, delivered the documents for the pre-selection. The goal is to become the European Capital of Culture in 2019 by Gabriele De Giorgi

“È un progetto europeo – ha concluso il primo cittadino – che ha bisogno di una dimensione adeguata e di una ridefinizione della nostra relazione con il resto dell’Europa. Per questo abbiamo deciso non solo di reinventare noi stessi, ma anche Eutòpia: il luogo ideale, la città ideale in cui vivere, la città ideale per l’Europa. Un luogo che non raggiungi mai, perché è appunto utopia, ma per cui devi comunque lavorare, che devi comunque perseguire, che implica l’utilizzo di energie continue”. Dal 1985 ad oggi, in Italia, si sono fregiate del titolo di Capitale europea della cultura solo Firenze, Bologna e Genova. I vantaggi in termini di incoming turistico e di introiti per il tessuto economico locale sono indubbi. Ecco perché la candidatura di Lecce è da considerarsi il biglietto da visita di tutto il territorio. Le maggioranze politiche, da qui al 2019, possono cambiare, ma la scommessa lanciata con il Bid Book – così viene chiamato il dossier –è una speranza per l’intero Salento. In questo senso è da lodare il sostegno che la città di Brindisi ha dato alla candidatura di Lecce, mentre Bari ha deciso di schierarsi con Taranto. Questa rivalità regionale verrà superata dall’esito della 6//turismo//cultura//arte//informazione

LECCE - A file of 78 pages includes the work lasted months: Lecce is racing for the candidature at European Capital of Culture in 2019. On September 20th Paolo Perrone, the Mayor of the Salentine county seat, delivered the dossier to Maria Gallo, the director of the locals of Posta Italiane, towards the Foreign Affair Ministry. A lot of other Italian cities long for the recognition: among these Venice (and the north east), Turin, Matera, Perugia-Assisi, Palermo, Bergamo, Taranto. The competition is very fierce, but the staff who worked for Lecce’s cause, coordinated by Airan Berg, is sure to have done a good work. Within January 30th a selection committee – composed of six experts delegated by the Italian institutions and seven experts delegated by the European Union institutions – will judge all the dossiers and will write a short list with the adequate candidatures: from that moment the real selection will start because the selected cities during the firs turn will express the reason of their proposal item by item. Two parameters have to be respected: the European dimension and the active participation of the citizens. It is not enough a good historicalartistic heritage, indeed the last years cities which only counted on this aspect had been excluded. The candidature for the European Capital of Culture activates a dynamic process which can combine the quality of the cultural offer with open collaborations by all the agents: local authorities, entrepreneurs, university and schools, citizens. It is different than the recognition given by Unesco as Humanity Heritage. For this the dossier protagonist is Eutòpia, the ideal city for which every one must give his/her contribution. “This – said the Mayor Paolo Perrone during the press conference on September 20th – is a beautiful city for what it has been and what it is with its fizz, flair and creativity, but also for what it will be. Now every body talks about the crisis, the people are paralyzed by thousands of fears, while we want to fight the collapses by creating positive histories against the discomfort and the disillusion. Because if you get move, the energy regenerates its-self and it spreads”. “It is an European project – said the Mayor – which needs an adequate dimension and a redefinition of our relations with the rest of Europe. So we’ve decide to invent ourselves and also Eutòpia: the ideal place, the ideal city where you can live, for which you must work by using common energies”. From 1985 till now, in Italy, the European Capitals of Culture had been Florence, Bologna, and Genoa. The advantages in terms of touristic incoming and incomes for the local economic system are undeniable. This is why the candidature of Lecce is to be considered the business card for all the territory. The political majorities, from now to 2019, can change the dossier – it is a hope for the whole Salento. We must praise the support that the city of Brindisi is giving to Lecce, while Bari sides with Taranto. The regional rivalry will be over come with the pre-selection result: from the end of January, the new strategies can be decided for the benefits of the entire region or for the south part of it. l


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istituzioni

Salento d’amare, il marketing punta sui giovani Dai fasti del Lecce in serie A ai successi dei talenti della provincia: l'evoluzione di un brand che ha contribuito in maniera tangibile allo sviluppo del territorio e che ha accresciuto il senso di appartenenza dei suoi abitanti intervista ad Antonio Rizzo di Gabriele De Giorgi

Salento Review ha rivolto alcune domande ad Antonio Rizzo, dirigente del settore Turismo, Marketing e Sviluppo rurale della Provincia di Lecce, sul marchio Salento d’Amare diventato negli anni un vero e proprio brand che ha conferito immediata riconoscibilità al territorio e accresciuto il senso di appartenenza alla medesima comunità dei suoi abitanti. Basti pensare ai tempi in cui Salento d’Amare ha campeggiato sulle maglie dell’Us Lecce negli stadi più importanti d’Italia. Oggi sono tre giovani di successo, figli di questa terra, a portare in giro

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il “biglietto” da visita del Salento: il cantante Antonio Maggio, il triplista Daniele Greco e il talento del motociclismo, Alessandro Nocco.

In apertura da destra: Daniele Greco, Antonio Gabellone, Alessandro Nocco e Antonio Maggio. Sopra Antonio Rizzo.

Salento d'Amare, un marchio che ha fatto storia nel marketing territoriale. Qual è stata la genesi dell'idea?

d’Amare” finanziate nell’ambito del FESR, calcolam-

«Il programma sul marchio d’area collettivo “Salento

mo un R.O.I. (return on investment) che oscillava

d’Amare” nasce nel 2008 ponendosi una serie di obiet-

intorno al valore di 5:1, ossìa 5 euro di ritorno sul ter-

tivi di carattere primario per l’economia del nostro

ritorio per ogni euro investito…».

territorio. Riassumendo per sommi capi, il tutto ruo-

La Provincia di Lecce ha scelto tre testimonial gio-

ta intorno ad un marchio in grado di: rendere rico-

vani e di successo: Antonio Maggio, un cantante,

noscibili e visibili i prodotti tipici e le aziende produt-

Alessandro Nocco, motociclista, Daniele Greco,

trici, identificandoli con il territorio di provenienza;

atleta nel salto triplo. Perché proprio loro?

valorizzare al tempo stesso le risorse paesaggistiche

«La forte identificazione con il proprio territorio, da

e artistiche e le strutture di accoglienza presenti sul

parte dei suoi giovani “campioni”, rappresenta indub-

territorio; promuovere una serie di azioni formative,

biamente un volano efficace per la promozione e la

volte a favorire l’occupazione giovanile e la creazione

valorizzazione dello stesso brand territoriale; giovani

di nuove professionalità nel settore agroalimentare».

“campioni” che diventano “testimoni” di una terra in

I risultati raggiunti in termini di visibilità e di ri-

grado di creare le possibilità ai propri giovani talen-

torno economico?

ti di esprimere le loro capacità e le loro potenzialità,

«I risultati sono stati considerevoli, in quanto il mar-

diffondendo l’immagine di un territorio in cui vivere:

chio d’area “Salento d’Amare” è divenuto senza alcun

un territorio “da amare” come i suoi campioni. Ci è

dubbio il brand più noto del territorio-Salento. Inol-

parso che Nocco, Greco e Maggio rispondessero pie-

tre, secondo noi, ha contribuito in maniera determi-

namente a tali requisiti».

nante ad accrescere il senso di appartenenza della co-

Anche in tempi di ristrettezze economiche, dun-

munità al proprio territorio e la consapevolezza delle

que, si può investire con successo?

sue potenzialità in termini di sviluppo economico e

«Per contro, nell’attuale economia “digitale”, l’impie-

sociale. Tempo addietro, in sede di rendicontazione

go di giovani testimonial, se opportunamente gestito

all’autorità regionale su una serie di azioni “Salento

sulla base dei quattro requisiti ritenuti fondamentaSalento review//9


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grandi mostre, ecc, in grado di catturare l’attenzione del pubblico esterno al di fuori del periodo canonico che ancora contraddistingue il nostro “sistema turistico”. I numeri ci dicono che, di fatto, non siamo ancora riusciti a diversificare adeguatamente la nostra offerta territoriale. Eppure, abbiamo margini enormi di crescita: mi piace pensare ad un turista europeo (ma… esistono ancora i confini?), di target medio o medio-alto. Ormai è fondamentale, direi decisivo anche in termini di sostenibilità, ampliare una stagione che oggi vive prevalentemente di stereotipi (balneare-barocco-pizzica), e che vede una pressione sempre maggiore sul livello dei servizi. Ma per farlo dobbiamo fornire nuove motivazioni per venire nel Salento. Altrimenti, correremo il rischio concreto di andare incontro ad un rapido declino della nostra destinazione». l

Salento d’amare, marketing counts on the young

From the splendour of Lecce in A league to the successes of the provincial talents: the evolution of a brand which has concretely contributed to the development of the territory and to the growth of the dwellers’ sense of affinity

foto pierpaolo schiavone

li nel marketing territoriale e aziendale (la capacità tecnica, la credibilità, la simpatia e la notorietà), può effettivamente rappresentare un utile strumento per creare maggiore attenzione nei riguardi del territorio, conferendogli nuovo appeal e dando contestualmente valore alle sue risorse ambientali, storico-artistiche e produttive. L’intero programma di marketing territoriale, che accompagnerà l’attività dei tre testimonial fino alla fine del 2013, ha comportato una spesa complessiva assai inferiore a quanto spendeva in passato la stessa Provincia per acquisire e allestire un proprio spazio espositivo alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano». Notte della Taranta e Notte di San Rocco, gli eventi dell’estate 2013. Si può pensare ad un cartellone di eventi più ampio? «Non soltanto si può, ma si deve pensare a un cartellone di eventi più ampio e soprattutto molto più forte sotto il profilo della comunicazione: spettacoli, 10//turismo//cultura//arte//informazione

interview by Gabriele De Giorgi to Antonio Rizzo

S

alento review asked some questions to Antonio Rizzo, the director of Tourism, Marketing and Rural Development sector of the Province of Lecce, about Salento d’amare brand which has given immediate identifiability to the territory and so the sense of affinity to this territory has increased among the same dwellers. It is enough to think when Salento d’amare has accompanied the football players of US Lecce on the most important Italian stadiums. The idea was born in 2008 with priority targets for the economy of the territory and the results had been notable, indeed the area brand Salento d’amare has undoubtedly become the most known brand of the territory – Salento. Today three young guys, children of this earth, carry the business card of Salento: the singer Antonio Maggio, the triple jumper Daniele Greco and the biker Alessandro Nocco. In the current “digital” economy, the purpose of young testimonials, if it is conveniently managed according to the four fundamental requisites required for the territorial and business marketing (technical skills, credibility, congeniality and fame), can represent a useful instrument to create more attention for the territory, by giving to it a new appeal and by giving value to its environmental, historical- artistic and productive resources. The whole territorial marketing programme, which will accompany the activity of the three testimonials until the end of 2013, has required a lower overall outlay than the costs usually supported by the Province of Lecce to acquire and set up an expository space in the Tourism International Stock in Milan. Now we have to think of a wider and more communicative event poster: shows, important exhibitions, etc., to capture the foreign attention outside the sanctioned period, which still characterizes “the tourism system”. l


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speciale

Salento Estate 2013

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Lecce, Anfiteatro Romano - luglio

DignitĂ autonome di prostituzione

Le foto di questo evento sono state realizzate da Andrea Stella

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//territorio//speciale

Foto Luciano Baglivi / Closer Photography

Lecce, Piaz za Libertini - luglio

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Lecce, Anfiteatro Romano - luglio

Simona Molinari Le foto di questi eventi sono state realizzate da Andrea Stella

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Lecce, Piaz za Libertini - agosto

Daniele Silvestri Salento review//17


//territorio//speciale

Sogliano Cavour - agosto

Locomotive Jazz Festival

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Le foto di questo evento sono state realizzate da Pierpaolo Schiavone

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Le foto di questo evento sono state realizzate da Pierpaolo Schiavone

Leverano - luglio/agosto

Birra & Sound

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Lecce - agosto

Festa Patronale

Le foto di questo evento sono state gentilmente concesse da Maria Grazia Casalino [Flickr: viaggiaresiii] Salento review//23


//territorio//speciale

Acaya, cicloturisti Lecce, Piazza Duomo

foto pierpaolo schiavone

foto andrea stella

Acaya, Porta Sant'Oronzo

foto pierpaolo schiavone 24//turismo//cultura//arte//informazione


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Melpignano - agosto

Notte della Taranta foto Andrea Stella

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Le foto di questo evento sono state realizzate da Pierpaolo Schiavone (dove non espressamente segnalato)


Nella pagina accanto, in senso orario: Giovanni Sollima, maestro concertatore; Nicolò Fabi; Edoardo Bennato; Max Gazzè ed Emma Marrone. In questa pagina, Officina Zoè; Cinzia Marzo; Lamberto Probo; Edoardo Winspeare e Massimo Bray, ministro per i Beni Culturali.

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//territorio//speciale

CastrĂŹ di Lecce - agosto

Marangiane in festa

Le foto di questo evento sono state realizzate da Pierpaolo Schiavone

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//territorio//speciale

Gallipoli - luglio

Celebrazioni

per Santa Cristina Le foto di questo evento sono state realizzate da Pierpaolo Schiavone

La processione con la statua della santa e, accanto, turisti in giro per il borgo antico.

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In senso orario: impiccagione della quaremma; sequenza della cuccagna a mare; preparazione della scapece, piatto tipico gallipolino a base di pesce latterino fritto, lasciato a marinare tra strati di mollica di pane, imbevuta di aceto e zafferanno.

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Le foto di questo evento sono state realizzate da Pierpaolo Schiavone

Lecce - agosto

Festa de lu Niurumaru

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Cannole - agosto

dha d e c i n u M a ll e d a st e F

Le foto di questo evento sono state realizzate da Pierpaolo Schiavone

Sotto: durante la festa viene distribuito sedano da accompagnare alla degustazione del vino, come da tradizione contadina.

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Cottura e preparazione delle lumache.

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Carpignano Salentino - settembre

Festa de lu mieru Questa festa è considerata dai salentini l'ultima dell'estate.

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Le foto di questo evento sono state realizzate da Pierpaolo Schiavone


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//territorio

storie

una passeggiata con Erri De Luca

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Foto Paola Porrini Bisson

scrittore tra i più amati e raffinati, è anche un intellettuale pronto a schierarsi in prima linea per le cause in cui crede: tra queste l’opposizione al progetto di gasdotto che prevede il terminale in territorio di Melendugno di Danilo Siciliano

«Pronto?» «Ciao».

«Ciao Gabriella». «Dove sei»?

«A Santa Caterina».

«Bene. Tra 20 minuti sono lì. Ti porto Erri De Luca. E vuole fare il bagno». Una quasi insignificante giornata di metà luglio, trascorsa stravaccato sui soliti scogli nel solito posto, può interrompersi anche così, nel modo più inaspettato. Questa fulminea telefonata mi avvertì che avrei incontrato, da lì a qualche minuto, l’autore di libri meravigliosi e di infinite prodezze del pensiero e della scrittura, letto e riletto, amato e adorato, studiato, fatto a pezzi, elaborato, assimilato per sempre. Gabriella Della Monaca, amica e mia maestra di giornalismo, presidente di Up, uniti per il paesaggio (associazione culturale nata a tutela della bellezza del territorio e per “difendere il paesaggio dal pensiero cementato”), aveva coronato un sogno e rispettato una promessa. Il sogno, quello di portare lo scrittore napoletano a casa sua, a condividere l’insofferenza del Salento e dei salentini per il gasdotto. La promessa, quella di farmi conoscere Erri De Luca, che mi fece un giorno di tanti anni fa dopo avermi regalato due libri, i primi della mia vita da suo affezionato lettore. A Erri prospettammo un bagno a Porto Selvaggio. Provai a chiedergli di scegliere tra il duro percorso a piedi, attraverso la salita della Torre dell’Alto, e quello più comune, in macchina, dalla strada provinciale 286. Con il suo animo da scalatore, scelse il primo, senza nemmeno ascoltare il secondo. In pochi minuti cominciammo la salita, sufficientemente dura da far guadagnare subito, a me e lui, qualche metro di vantaggio rispetto al resto

Nella foto, al centro, Erri De Luca.

Salento review//39


//territorio//storie

Foto alessandra taddeo

che ci avevo fatto la tesi all’esame di giornalista. Bollò come “stupri” sia la Tav che la Tap. Parlava sommesso e fermo, usando tutte la sua attrezzatura linguistica e il suo bagaglio di metafore e similitudini, di simboli e di umanizzazioni delle cose. Proprio come nei libri. Prima di arrivare alla spiaggetta, sfoderò un’immagine molto bella, che non dimenticherò mai. Disse che la bellezza di questo Paese è il suo paesaggio, non le macchine o i vestiti firmati. E soprattutto che una valle o una costa di ricambio non ce l’abbiamo. Delle altre “scalatrici” in evidente ritardo, continuò a non curarsi. Giunti in fondo, tolse la maglietta di Emergency e le scarpe da montagna, infilò gli occhialini e scomparve tra le onde. Io restai a guardarlo dalla riva. Grazie Erri, della tua saggezza c’è bisogno. l

Wilde Port, a walk with Erri De Luca

One of the most loved and refine writers, is also an intellectual ready fight in first line for the causes in which he believes: among these there is the opposition to the project of the pipeline, which would reach on San Foca coast by Maddalena Bitonti “Hello? Hello. Hello Gabriella. Where are you? At Santa Caterina. Good. I’ll be there in twenty minutes. With me there is Erri De Luca. He wants to have a bath”

della spedizione, cioè Gabriella e sua sorella, Irene e un paio di assistenti. Non se ne curò e proseguimmo a passo spedito. Mi chiese brutalmente cosa ci fosse di “selvaggio” a Porto Selvaggio, un bosco attraversato da percorsi di pietra, sfiorato dalle case e dalle macchine, sempre discretamente popolato da bagnanti, escursionisti, runners. Mi chiese cosa facessi, cosa pensassi del gasdotto, come si vedesse il mondo dal Salento. Forse gli scrittori si difendono così dai probabili “attacchi” degli sconosciuti, scegliendo loro gli argomenti. Parlammo anche di Vendola, di Saviano (male), dell’Ilva e di editoria. Mi spiegò le analogie tra la battaglia contro la Tav e quella contro la Tap e io gli dissi 40//turismo//cultura//arte//informazione

This quick call advised me that I would have met the loved and worshipped, studied, elaborated, assimilated writer of beautiful books. Gabriella Della Monaca, friend and my journalism teacher, fulfilled a dream and kept a promise. The dream to bring the Neapolitan writer her home, to share the suffering of Salento for the pipeline. The promise to make me meet Erri De Luca, the promise made many years ago when she gave to me two books, the first ones of my life as his attached reader. We suggested Erri to have a bath in Wilde Port and He nastily asked me where the “wildness” was in Wilde Port, a forest with stoned routes, touched lightly by houses and cars, always populated by bathers, excursionists, runners. He asked me what I thought about the pipeline and how the world looked like from Salento. Maybe writers protect themselves from the strangers’ attacks by choosing the subjects. We talked about Vendola, Saviano (badly), Ilva and publishing. He explained me the analogies between the fight against Tav and the fight against Tap, I told him it had been my thesis at the exam to became journalist. He declared “violations” both the Tav and the Tap. He was talking whispered and staunch, using all his linguistic equipping just like in his books. He said the beauty of this country is its scenery, not cars or clothes. And above all he said our valleys or our coasts couldn’t be substituted. When we arrived, he took off his Emergency t-shirt and his shoes for mountain, he put on the swim goggles and then he disappeared among the wheels. I stayed there looking at him. Thank you Erri, we need your wisdom. l


CAFFÈ DEGLI ARTISTI è anche pizzeria degli artisti area wi-fi libera PIAZZA LIBERTINI,9 ANGOLO V.TRINCHESE TEL.0832.092743

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aperitivi salentini • piatti freddi pizza a mezzogiorno • lounge bar


È ancora vendemmia, è sempre emozione nelle vigne del Salento si rivela la magia di una sapienza antica che non ha nulla da invidiare alle migliori produzioni italiane testo e foto di Jlenia M.Gigante

Non un semplice raccolto, ma un ri-

il Nord in un significativo articolo intitolato “Squin-

tuale antico, una festa del lavoro la vendem-

zano, vino a Milano”. Oggi, recuperata l’orgogliosa

mia che, da tempi immemori, raduna a settembre

consapevolezza di una tradizione viticoltrice mille-

uomini e donne nelle vigne. Così anche nel Salento,

naria e di vitigni autoctoni di pregio, il Salento è un

dove i filari di vite scandiscono l’avvicendarsi delle

territorio con un’identità vitivinicola riconosciuta in

stagioni. Terra generosa per produzione e abbon-

Italia e all’estero.

danza, come l’intera Puglia, storicamente è stato uno

Negroamaro, primitivo e malvasia nera di Lecce e di

dei serbatoi di Italia, prestando i suoi vini al taglio di

Brindisi sono le uve a bacca rossa originarie icone di

quelli del Nord meno corposi e strutturati. Tanto che

un Salento assolato e caldo. Ma, sorprendentemente,

il conterraneo Vittorio Bodini, negli anni ’50, scrive-

anche i vitigni a bacca bianca, magari internazionali

va le sue riflessioni sui viaggi dei vini salentini verso

come lo chardonnay danno gradevolissimi risultati.

42//turismo//cultura//arte//informazione


Oltre all’Igp Salento, il territorio messapico vanta

quei vini ottenuti con macerazione carbonica, da non

ben otto Dop identificatrici di singole zone di pro-

confondere con il vino di ultima vendemmia). Vera e

duzione, ciascuna con le sue peculiarità definite dai

ben accolta novità sono le “bollicine”, vini spumante

relativi disciplinari: Salice Salentino, Squinzano, Ale-

rosè da negroamaro a dispetto della tradizione che

zio, Copertino, Galatina, Leverano, Nardò e Matino

vuole i territori del Nord Italia (Lombardia e Veneto)

(la prima Dop salentina).

primeggiare in questo tipo di lavorazione. Gli attua-

Fiore all’occhiello della penisola tra lo Ionio e l’Adria-

li winemakers salentini non temono le sfide e, sicuri

tico sono i rosati in cui predomina la presenza del

di un prodotto di qualità, ripetono frequentemente:

negroamaro. Ottenuti, nel passato, con il sistema “a

“Un buon lavoro comincia in vigna”. In effetti lavo-

lacrima” – delicata pigiatura delle uve nere raccolte

rare su uve di qualità è il primo passo per avere dei

in sacchi, in modo da farle lacrimare e da raccogliere

risultati ottimi. Non basta la cura prestata nei vigneti

il mosto fiore, senza tenerlo ulteriormente a contatto

durante l’anno; la vendemmia è un momento delica-

con le bucce –, oggi sono realizzati, per lo più, con

to che il produttore sceglie assieme all’enologo sulla

una pressatura soffice delle uve a bacca rossa. Co-

base del vino che intendono realizzare, valutando

lori brillanti, profumi fruttati, floreali e, talvolta, di

bene il rapporto tra zuccheri e acidi, la concentrazio-

macchia mediterranea caratterizzano questi vini dal

ne dei polifenoli (sostanze che conferiscono colore e

gusto pieno ed equilibrato, capaci di coniugare le sen-

struttura al vino) e degli aromi.

sazioni di freschezza e sapidità con quelle derivanti

La vendemmia è un’alchimia tra l’uomo e la vite, fatta

dalla componente alcolica.

di sguardi, profumi, assaggi e gesti. Dalla metà di ago-

Oltre i rosati e i corposi e strutturati rossi, oggi la pro-

sto in poi, nel Salento, ogni momento può essere buo-

duzione vitivinicola del territorio include i bianchi

no, soprattutto per le uve a bacca bianca. E all’alba

fermi e frizzanti, i vini dolci passiti e i novelli (ossia

quando le temperature sono più fresche, i vignaiuoli

Momenti della raccolta delle uve di primitivo ad inizio settembre.

Salento review//43


//territorio//agroalimentare

muniti di forbice e ceste si addentrano tra i filari per la raccolta manuale. Il trasporto dell’uva raccolta in cantina è rapido per evitare l’inizio di fermentazioni non controllate e dannose per la qualità del futuro vino. Puliti dai raspi, gli acini vengono pressati e, nel caso di uve a bacca bianca, vengono sgrondati (separati dalle vinacce). Se a bacca rossa, il mosto è lasciato a macerare per qualche giorno con le vinacce per acquisire colore e aroma all’interno di fermentatori a temperatura controllata. La vera magia di tutto il processo di trasformazione avviene, però, con la fermentazione, quando gli zuccheri, per via dei lieviti selezionati aggiunti, si trasformano in alcol e anidride carbonica sprigionando profumi e suoni. Ma il lavoro Foto in alto: prima della vinificazione il cantiniere spreme tra le mani gli acini per controllare il grado alcolico dell'uva. Accanto, le prime due foto: i grappoli raccolti vengono versati nella diraspatrice per liberare gli acini dai raspi. L'ultima foto è la fase del rimontaggio, tecnica utilizzata per rompere il "cappello" delle vinacce e favorire il ricambio della frazione liquida del mosto a contatto con le bucce.

dei cantinieri non finisce qui: prima di vedere il frutto del loro sudore e della loro passione sul mercato, è necessario un periodo lungo di travasi, rimontaggi, stabilizzazione, imbottigliamento e affinamento. Solo allora è possibile scorgere il sorriso dei produttori del Salento, tenaci lavoratori in vigna e silenziosi alchimisti in cantina. l

It’s harvest time and it’s an emotion

Every September in the vines of Salento the rite of the harvest reveals the secret of an ancient knowledge which gives us the productions of the Province of Lecce with the best Italian traditions by Jlenia M. Gigante

S

alento is a generous earth for its production and its plenty, just like the whole Apulia. Historically Salento has been one of the Italian tanks and its wines have been cut with the north ones which are less thick and structured. Today the awareness of a millenary tradition and of esteemed autochthonous wines has been proudly recovered and so the Salento’s wine identity is recognised in Italy and abroad. Negroamaro, primitivo and black malvasia of Lecce and of Brindisi are red- berried grapes, original icons of the hot and sunny Salento. Surprisingly, also the white-berried grapes give palatable results like the international chardonnay. In addition to the Igp Salento, the territory has eight Dop (controlled origin brand) referred to individual production areas and every area has its peculiarities, which are defined by their policy documents: Salice Salentino, Squinzano, Alezio, Copertino, Galatina, Leverano, Nardò e Matino (the first Dop in Salento). The rosè with the predominance of negroamaros are the flagships of the peninsula which lies between the Ionian and the Adriatic. These wines are characterized by shiny colours, fruity and floriated perfumes which sometimes recall the Mediterranean scrub and their taste is full and well-balanced. The wines mix the sensations of freshness and the flavour with the alcoholic element. The harvest is a magic moment between men and grapevines and it’s made up of gazes, perfumes, tastes and gestures. Since the half of August every moment can be the right one, above all for the whiteberried grapes. l

44


//territorio

agroalimentare

Il nettare della terra è un extravergine di gusto unico L’olio di oliva extravergine da Ogliarola e Cellina di Nardò è il vero tesoro del Salento, un oro liquido tutto da gustare testo e foto Di J.M.G.

Particolare di un frantoio ipogeo ancora attivo, a Lizzanello, comune a pochi km da Lecce, risalente al XVI secolo.

L’oro liquido del Salento è un filo di olio extravergine versato per arricchire di gusto i piatti della tradizione e contemporanee sperimentazioni culinarie. E di olio extravergine di oliva, ingrediente principe della dieta mediterranea, il Salento da sempre abbonda, vantando un patrimonio arboreo di uliveti, molti dei quali secolari, che dominano un paesaggio di muretti a secco, pajare, masserie e compatta terra rossa. Due sono le cultivar autoctone prevalentemente diffuse sul territorio messapico: l’Ogliarola (da cui si ottiene un olio di colore giallo con riflessi verdolini e sapore vellutato) e la Cellina di Nardò (che offre oli di colore verde con riflessi dorati dal gusto legger-

zionata di acqua, subisce un processo di separazione

mente amarognolo e piccante). Ricco di acidi grassi

dell’olio mosto dalla sansa e dall’acqua di vegetazione.

monoinsaturi e sostanze antiossidanti l’olio extra-

La differenza si traduce in etichetta: “prima spremi-

vergine per essere tale deve contenere una quantità

tura a freddo” per l’olio prodotto da frantoio tradizio-

di acido oleico non superiore allo 0,8 per cento e la

nale e “estratto a freddo” per l’olio lavorato da linea

lavorazione richiede un processo produttivo attento.

continua. In entrambi i casi la qualità è, comunque,

Dalla raccolta delle olive con gli scuotitori (inizio a

eccelsa e il gusto dell’olio del Salento è solo da pro-

fine ottobre, chiusura dopo circa un mese) il tempo

vare. l

di molitura deve essere breve. Due sono i sistemi in uso: il frantoio tradizionale a linea discontinua e il frantoio a linea continua. Nel primo caso la frangitura è realizzata con le antiche macine di pietra che schiacciano le olive per pressione meccanica. La pasta ottenuta viene gramolata (agitata a lungo da una vite senza fine) e sistemata su dischi filtranti che, impilati l’uno sull’altro, sono schiacciati da presse idrauliche per fare fuoriuscire l’olio. Nella linea continua, il cuore del frantoio è la centrifuga dove la pasta delle olive, gramolata e addi-

The gold of Salento is an extra virgin olive oil with its unique taste The olive oil by Ogliarola and Cellina of Nardò is the real treasure of Salento, a liquid gold which is to be tasted by J.M.G

T

he gold of Salento is a poured grain of extra virgin olive oil which enriches the traditional dishes and the contemporary culinary experimentations. The most common autochthonous plantations on the territory are two: the Ogliarola (which gives us a yellow-coloured olive oil with green glares and with a velvet taste) and the Cellina of Nardò (which offers green-coloured olive oils with gold glares and with a bit bitterness and spicy taste). Currently two methods of production are used: the traditional olive-press and the olive-press with continuous line. The difference between the two methods is represented by the brand: “first cold pressed” for the olive oil produced with the traditional olive-press, “cold extraction ” for the olive oil produced by the second method. In both cases, the quality is excellent. l Salento review//45


pubbliredazionale

//aziende Tenuta Piccinni, Strada Provinciale 125 Copertino-San Donato - Tel/Fax 0832-947712 - Cell. 393 0403533

I prodotti del salento: la Tenuta Piccinni e le sue varietà di formaggi Azienda di famiglia che tramanda da generazioni la tradizione degli allevamenti e delle particolari lavorazioni casearie

L

’azienda Tenuta Pic-

ovvero senza che il latte venga sottopo-

cinni nasce negli anni

sto ad alcun processo di termizzazione in

Cinquanta del secolo

modo da conservarne tutte le sostanze

scorso per iniziativa di Antonio Russo,

organolettiche. L’azienda, inoltre, produ-

cui sono subentrati in tempi recenti i figli.

ce olio e cereali. La maggior parte dei

L’azienda, specializzata nell’allevamento

campi viene utilizzata da settembre a

di bovini e ovini, si distingue per la pro-

maggio per foraggere. Stagionalmente

duzione di diverse tipologie di formaggi,

vengono prodotti uva da tavola Primizia e

molti dei quali lavorati con latte crudo,

funghi Pleurotus e Cardoncello. l

46//turismo//cultura//arte//informazione


Formaggio con rucola: dalla rottura della caglia si estrae il formaggio, che viene amalgamato a mano con rucola coltivata in azienda.

Formaggio ricotta leccese: la pasta lavorata è ricavata da latte pastorizzato. Una volta formato a mano e salato, è lasciato riposare in apposite celle. Il formaggio è ideale da gustare al taglio oppure grattugiato su molti piatti tipici salentini. Caciocavallo: la pasta viene lavorata in acqua calda. Ogni pezzo, formato a mano, viene lasciato stagionare dai tre ai sei mesi.

Mozzarella: la pasta, lavorata a mano in acqua calda, viene poi formata in varie pezzature.

Morbidello: è il prodotto di punta dell’azienda. Si tratta di un formaggio stracchinato, ovvero morbido e cremoso, lavorato esclusivamente con latte crudo. Salento review//47


//territorio

agroalimentare

A San Martino ogni mosto diventa vino: tutti pazzi per una festa secolare l’undici di novembre è per i salentini il momento dell’assaggio del vino nuovo: un convivio rituale, da condividere con gli amici e parenti, che richiama una tradizione antica di Jlenia M. Gigante

In nessuna altra zona d’Italia come nel Salento, il giorno di San Martino, che ricorre l’11 di novembre, è celebrato e vissuto con un’intensità carica di significati e simbolismi. Ha radici profonde legate al folclore rurale, la tradizionale ricorrenza novembrina: l’estate di San Martino – così è anche nota – segna l’ingresso nella stagione del riposo vegetativo e cede il passo agli ultimi calori estivi e ai raccolti finali del ciclo agrario. Rintracciare una data iniziale di questo giorno nella storia della Terra d’Otranto non è possibile, ma le origini sono indubbiamente legate all’attività agricola (unica vera fonte di sostentamento, nel passato, per generazioni di salentini) e in particolare al mondo del vino. E sì perché San Martino è il santo protettore del vino. Come molte festività popolari, anche questa ha un collante con la Chiesa cattolica e con l’agiografia del santo, pur presentando contaminazioni pagane. Martino di Tours, uno tra i primi santi non martiri della Chiesa, era un milite romano convertito al cristianesimo ed eletto, poi, vescovo di Tours (Francia). Narra la leggenda che in un giorno di freddo pungente Martino tagliò a metà il suo mantello per offrirlo ad un povero viandante infreddolito incontrato per strada; di notte gli apparve in sogno Gesù rivelandogli di essere quel viandante e il clima miracolosamente si riscaldò. Da santo, Martino avrebbe poi compiuto il miracolo della trasformazione di acqua in vino. La Chiesa lo festeggia liturgicamente l’11 novembre, data di riferimento, nel mondo agricolo, per le contrattazioni di mezzadria e compravendite rela48//turismo//cultura//arte//informazione


Nella pagina accanto, da sopra: il tradizionale piatto di San Martino consiste in carne arrosto (nella foto turcineddhi) da abbinare a frutta secca di stagione e un bicchiere di vino rosso; foto d'epoca che ritrae i vendemmiatori dopo la raccolta in un vigneto del Salento. In questa pagina: un momento del processo di lavorazione dell'uva.

tive all’anno agrario successivo. Nel passato, infat-

del convivio cenando con i piatti tipici del territo-

ti, l’attività nei campi era gestita prendendo come

rio. Ovunque si trovino. San Martino, infatti, è un’

riferimento il calendario dei santi e ogni raccolto

occasione di ritrovo per i salentini che per ragioni

aveva, per buon augurio, un suo santo protettore.

di lavoro o studio sono lontani da casa. Tante sono

Così per il vino, la cui produzione annuale veniva

le associazioni di salentini sparse per l’Italia (Roma,

assaggiata e verificata proprio l’11 novembre dopo

Milano, Torino) e all’estero che organizzano cene

mesi di lavoro in vigna e poi in cantina. Chi conosce

per ritrovarsi e ballare a suon di pizzica, come l’as-

un poco il mondo vinicolo, sa bene che un’annata

sociazione culturale “Gli Amici del Salento” di Ve-

non è uguale ad un’altra; l’apertura delle botti era,

rona che, da dieci anni, celebra il San Martino con

come è tuttora, un momento delicato di verifica del

del vino ordinato appositamente ad un produttore

mosto da condividere con i collaboratori e parenti.

salentino. l

Da qui nasce la ritualità conviviale per il giorno di San Martino.

At Saint Martino every must becomes wine

“massaro”, in quanto proprietario di un’azienda con

Eleventh November, Saint Martino day, it is the moment to taste the new wine for the dwellers of Salento: a traditional convivial custom shared with friends and parents

masseria in agro di Lizzanello, ci ha raccontato le ce-

by Jlenia M. Gigante

lebrazioni tipiche del passato: “Si aspettava San Mar-

n every part of Italy Saint Martino is celebrated on eleventh November but, only in Salento, this feast is felt with an intensity rich of symbols and significances. We can’t date the origin of this celebration in the history of Otranto Earth but undoubtedly it is linked to the farming activity, particularly to the wine world. Indeed Saint Martino is the protector saint of wine. Martino from Tours, one of the first no martyr saints, was a Roman soldier and he was converted to Christianity and then elected Bishop of Tours (France). When he became Saint, he would have transformed water in wine. The Church celebrates the feast on eleventh November, which is the reference date for farmers for the negotiations of sharecropping and trades related to the next year. Giuseppe de Pascalis is a farming-world lover and a “massaro” (owner of a farm) and in his company with farm in Lizzanello he told us of the traditional celebrations: in the farm friends, co-workers, women, relatives and compatriots used to be welcome with the opening rite. Women used to cook home-made pasta with pieces of horse meat and sausages; there was music, people were singing and dancing “pizzica”. But above all they could get drunk. Today the dwellers of Salento preserve the desire to celebrate and drink the wine of the latest harvest and every year they wait for eleventh November to share the pleasure of dining with friends and traditional dishes. l

Giuseppe de Pascalis, cultore del mondo agricolo e

tino per l’apertura delle “ozze” (anfore di terracotta) e delle botti contenenti il mosto dell’ultima vendemmia per ricevere la benedizione del santo. Anche il detto popolare lo conferma: A San Martino ogni mosto

diventa vino. Nella masseria tutti erano accolti al rito di apertura: collaboratori, parenti, amici e compaesani. Le donne preparavano un piatto unico di pasta fatta in casa con ragù e pezzetti di carne e salsiccia; si suonava, si cantava e si ballava la pizzica. Ma su ogni cosa era lecito ubriacarsi”. Oggi di quella ritualità, tra i salentini è intatto il desiderio vivo di festeggiare e bere il vino dell’ultima vendemmia e l’11 novembre di ogni anno è atteso per condividere con gli amici il piacere goliardico

I

Salento review//49


pubbliredazionale

//aziende Tenute Eméra, Contrada Porvica, Lizzano, Taranto - È una cantina di Magistravini di Claudio Quarta info@magistravini.it - tel: +39 0832.704398 - fax: +39 0832.709022 - FB: Magistravini - tw: MagistraVini

Vigne baciate dall'alba L'alba di un nuovo giorno bacia i vigneti, esposti ad Est, di Tenute Eméra e segna un nuovo corso dove ricerca e sostenibilità sono le chiavi per la produzione di vini di qualità

H

a l’oro del mattino Tenute Eméra, cantina in agro di Lizzano operativa dal 2007,

il cui nome è un chiaro richiamo alla divinità greca del giorno. Tributo simbolico alla cultura della Magna Grecia da cui il Salento ha tratto l’antica sapienza nella coltivazione delle vigne, questo progetto imprenditoriale fondato sulla biosostenibilità e sulla ricerca, esprime tutto l’amore per il territorio di Claudio e Alessandra Quarta, rispettivamente padre e figlia. Un amore che ci hanno saputo raccontare e trasmettere durante la piacevole giornata trascorsa con loro tra vigne e cantina.

50//turismo//cultura//arte//informazione


Qual è lo spirito del progetto Tenute Eméra? «È una ricerca di vita e di territorio. Dall’infanzia coltivo la passione per il vino e da tempo sognavo di potere realizzare un progetto in questo ambito. L’opportunità è arrivata mentre mi trovavo negli Stati Uniti per lavoro. Qui ho riscontrato l’esigenza di molti consumatori di trovare vini di territorio non omologabili, e allora ho pensato di coniugare la mia esperienza professionale di biologo genetista con la mia passione per il vino ricercando il terri-

La ricerca caratterizza il vostro proget-

torio migliore dove impiantare il primitivo

to. Come ha inciso sulla struttura della

e poi il negroamaro. E l’ho trovato qui a

cantina?

Lizzano, zona carbonatica risalente al plei-

«È stato uno studio lungo e coordinato

stocene ricca di sedimenti marini ideali per

dall’ausilio del Prof. Scienza, grande co-

la coltivazione del vigneto».

noscitore di viticoltura. Abbiamo iniziato

Nella pagina accanto: Claudio e Alessandra Quarta, Claudio in una vigna e delle bottiglie di Anima di Primitivo. In questa pagina: il vigneto e due particolari dell'interno della cantina.

Salento review//51


pubbliredazionale

//aziende

analizzando le caratteristiche fisico-chimi-

che ci consente un risparmio energetico

che del terreno per stabilire quali vitigni

ed è dotata di un impianto per riciclare le

impiantare, e quali portainnesti utilizzare.

acque meteoriche. Abbiamo, poi, recupe-

La costruzione della cantina ha seguito

rato l'antica bottaia della masseria e, ab-

un progetto attento alla sostenibilità. Si

biamo scelto di utilizzare fermentatori in

tratta, infatti, di una struttura ipogea, coi-

acciaio inox di capacità limitata per con-

bentata grazie al tetto ricoperto di prato

sentire piccole vinificazioni delle differenti

Alcune bottiglie della produzione di Eméra e sotto Claudio durante una degustazione.

varietà di uve coltivate, permettendo di

groamaro, primitivo, merlot, syrah e caber-

svolgere assidue ricerche per la qualità dei

net sauvignon. Anche l’etichetta è signifi-

prodotti».

cativa: riprende la scultura, (all’ingresso di

Su quale filosofia si innesta la produzio-

Lecce arrivando da Brindisi) che abbiamo

ne vitivinicola di Tenute Eméra?

donato alla città di Lecce e simboleggia

«Alla base del nostro lavoro sul vino c’è

l’incontro delle culture occidentale e oltre-

il territorio come protagonista, il terroir,

mare dove il mediterraneo è elemento di

inteso come insieme di condizioni clima-

unione. È un' etichetta omaggio a Carme-

tiche, costituzione del suolo, tradizione

lo Bene e al suo “Sud del Sud dei Santi”

e cultura viticola che fa sì che un vino sia

come ricerca di nuove opportunità».

l’esclusiva espressione del territorio in cui

Il futuro di Tenute Eméra punta di più

è prodotto».

sull’innovazione o sulla tradizione?

Quale etichetta racconta la filosofia di

«L’innovazione è la chiave dello sviluppo

ricerca di Tenute Eméra?

aziendale. Le nuove tecnologie ci consen-

«Sud del sud, per noi è il vino che esprime

tono di avere un prodotto sano e integro;

la sintesi del nostro lavoro perché riunisce

ma abbiamo un grande rispetto per la cul-

le varie colture viticole. È un blend di ne-

tura vitivinicola tradizionale». l

52//turismo//cultura//arte//informazione



pubbliredazionale

//sviluppo del territorio

foto di pierpaolo schiavone

Gallipoli, un nuovo orizzonte per la nautica da diporto: Net.l.a.m.

Una rete permanente di servizi integrati di qualità per collegare le strutture portuali partner dell'iniziativa in una dimensione transfrontaliera

I

l sistema della nautica da diporto in Puglia è caratterizzato dalla presenza di grandi itinerari turistici, per quanto riguarda la costa adriatica, e da percorsi medi e brevi sulla costa ionica. La Regione Puglia sta sviluppando un sistema

nautico regionale integrato più coerente rispetto al passato, basato su alcuni porti principali, di grande dimensione e ben attrezzati e, contemporaneamente, su di una rete di porti piccoli e medi che hanno una disponibilità variabile di posti barca, ma che sono dotati di servizi essenziali e sufficientemente collegati con l’entroterra. Il progetto Net.L.A.M. è finalizzato alla realizzazione di una rete permanente di servizi integrati di qualità nel basso adriatico, che possa collegare le strutture portuali partner per consentire la standarLa foto in apertura: panoramica del porto di Gallipoli e del borgo antico. Sopra il logo del programma e del progetto.

dizzazione dei servizi e lo sviluppo di un circuito turistico transfrontaliero nel settore della nautica da diporto. La realizzazione del circuito consentirà di perseguire i seguenti obiettivi di dettaglio: individuazione di una sede adeguata ad accogliere gli uffici del progetto presso il Comune di Gallipoli; realizzazione di una specifica mappatura dei porti coinvolti; analisi, organizza-

54//turismo//cultura//arte//informazione


ritori coinvolti. L'idea di progetto intende perseguire lo sviluppo sostenibile dei sistemi di trasporto turistici nel settore della nautica da diporto. L'obiettivo principale del progetto è sviluppare servizi di informazioni amichevoli riferiti ai porti dei territori coinvolti, usando la nuove tecnologie di comunicazione. Inoltre, il

A sinistra dall'alto verso il basso: la delegazione Net.L.A.M. in visita a Gallipoli; l’incontro con il sindaco di Ostuni e la visita al Marina di Plataria. Sopra: panoramica del porto di Santa Maria di Leuca.

progetto considera strategico migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi erogati dai porti coinvolti e promuovere i valori culturali e turistici delle località che fanno parte di NetL.A.M. l

Gallipoli, a new horizon for the nautical pleasure craft

A series of good quality integrated services to link the port structures which are partners of the initiative in an over-frontier dimension

T

zione e miglioramento della qualità dei servizi disponibili; formalizzazione della carta dei Servizi NetL.A.M.; formalizzazione del modello organizzativo NetL.A.M.; realizzazione e gestione di un sistema software di prenotazione unico attraverso il portale web del progetto; promozione del circuito diportistico e del progetto attraverso due conferenze, un educational tour, un video informativo; definizione e promozione dell’itinerario turistico NetL.A.M. Il progetto proposto intende rafforzare la posizione strategica dei partner come "porte" dei loro rispettivi paesi e come "attori" di una rete europea nel Mediterraneo orientale per sviluppare una

he system of the recreational yachting in Puglia is characterized by the presence of great tourist itineraries, as it regards the Adriatic coast, and from middle and brief runs on the Ionic coast. The region Puglia is developing a more coherent integrated regional nautical system, in comparison to the past, that is based on some principal harbors, of great dimension and well equipped and, contemporarily, on a net of small and middle harbors that they have a varying availability of places boat, but they are endowed with essential services, sufficiently connected with the hinterland.The project NetL.A.M. is finalized to the realization of a permanent net of integrated services of quality in the Low Adriatic, that can connect the structures port of the partners to allow the standardization of the services and the development of a cross border tourist circuit in the sector of the recreational yachting. The realization of NetL.A.M. it will allow to pursue the followings sub-objectives: individualization of a suitable center to welcome the offices of the circuit in the Municipality of Gallipoli; realization of a specific map of the involved harbors; analysis, organization and improvement of the quality of the available services; formalization of the NetL.A.M. Paper of the Services; formalization of the NetL.A.M. Organizational Model; realization and management of an unique booking software system and of the project web site; promotion of the circuit and of the project through 2 conferences, 1 educational tour, 1 informative video; definition and promotion of the NetL.A.M. tourist itinerary. The proposed project intends to strengthen the strategic position of the partners as "handed" of their respective countries and as "actors" of an European net in the oriental Mediterranean to develop a series of joined actions that allows the improvement of the tourist circulation of the people in the involved territories. The project idea intends to pursue the sustainable development of the tourist transport systems in the sector of the recreational yachting. The principal objective of the project is to develop friendly information services related to the harbors of the involved territories, using the new communication technologies and Internet. Besides, the project considers strategic to improve the quality and the safety of the services disbursed by the involved harbors and to promote the cultural and tourist values of the places that belong to the NetL.A.M. l

serie di azioni congiunte che consentano il miglioramento della circolazione turistica delle persone nei ter-

Responsible Partner: (LP) Municipality of Gallipoli Action 2.3 – Deliverable 2.3.1 – MIS CODE 902046

Salento review//55


pubbliredazionale

//sviluppo del territorio

Net.L.A.M. educational tour

N

el mese di giugno, nell’ambito del progetto, si è svolto un educational tour riservato a giornalisti italiani e greci. La delegazione ha potuto visitare numerosi porti turistici e alcune delle località

partner di Net.Lam. Il tour è partito l’11 giugno da Leuca, dove i giornalisti sono stati accolti dall’assessore al Turismo del Comune di Castrignano del Capo, Nando Marzo, il quale ha raccontato con enfasi la storia di Leuca e del suo litorale, su cui insiste una marina di circa 650 posti barca gestito da

(e i blitz) non sono all’ordine del giorno e dove i costi di ormeggio sono

una società mista pubblico-privato amministrata da Ilaria Ricchiuto. Una

sensibilmente più bassi rispetto all’Italia: anche un’imbarcazione di 12 metri

struttura che offre tutti i servizi necessari ai diportisti e che a breve sarà

qui paga soltanto 5 euro al giorno. La tranquillità ed i paesaggi incantevoli

interessata da un intervento di dragaggio del fondale per consentire l’en-

hanno fatto da cornice ai porti turistici visitati: Plataria, Parga, Sivota, tutti

trata in porto anche agli scafi di grandi dimensioni. Nella stessa giornata la

ricadenti nella provincia di Thesprotia e sotto l’amministrazione della città

delegazione ha visitato il porto ed il centro storico di Gallipoli, rimanendo

di Igoumenitsa. E proprio la Port Authority di Igoumenitsa, presieduta da

affascinata dal muraglione che difende il borgo e dal Castello che domina

Vasileios Diamantis, si segnala per la crescita degli ultimi anni, favorita dagli

lo Ionio e fa da spartiacque tra la città antica e quella più moderna. L’educa-

investimenti effettuati e dal fatto di essere divenuta crocevia dei traffici tra

tional si è poi spostato in terra di Brindisi, città che a giugno pullula di eventi

l’Europa centro-settentrionale e i Balcani. «Dopo un periodo di forte cre-

(il Salone nautico di Puglia, il Negroamaro Wine Festival, la regata velica in-

scita – dice Diamantis – quest’anno a causa della recessione non potrem-

ternazionale Brindisi-Corfù). I giornalisti hanno potuto ammirare una città

mo fregiarci del segno più, ma i nostri numeri caleranno comunque molto

che sta riconquistando spazi un tempo abbandonati o non valorizzati. Una

meno rispetto ad altri porti». E nel frattempo sta per partire la costruzione

città che si estende sul mare e che finalmente sul mare vuole programmare

del molo crocieristico, che dovrebbe portare in città nuovi affari ed una

il suo sviluppo economico e turistico. Uno dei punti di forza di questo svi-

diversa tipologia di turisti. ll Marina di Gouvia, a Corfù, di certo non risente

luppo potrebbe essere rappresentato dal definitivo decollo del Marina di

della crisi: i pontili sono sempre pieni e trovare disponibilità di ormeggio in

Brindisi, anch’esso gestito da una società a capitale misto pubblico-privato

alcuni mesi dell’anno non è facile, malgrado i circa 1000 posti barca. Merito

(la Bocca di Puglia, presieduta da qualche mese dal valido Dario Monta-

della buona gestione e della vicinanza alla città (da sempre meta turistica

naro): 640 posti barca ricavati nell’angolo più suggestivo del porto interno,

tra le più apprezzate). È qui che si fermano per un paio di giorni le oltre 100

proprio di fronte al Castello di Mare, con ormeggi anche per grandi imbar-

imbarcazioni a vela che anche quest’anno hanno partecipato alla regata in-

cazioni. Da non sottovalutare le potenzialità di sviluppo di due altri porti

ternazionale Brindisi-Corfù, ormai divenuta un appuntamento fisso per gli

turistici della provincia di Brindisi, che seppur piccoli potrebbero diventare

appassionati (italiani e greci) di questo sport. La manifestazione è organiz-

poli d’attrazione del turismo nautico da diporto per quanti trascorrono

zata da 28 anni dal Circolo della Vela di Brindisi, che ha in Livio Georgevich

alcuni giorni di vacanza ad Ostuni (la Città Bianca) o a Fasano-Savelletri

il suo anfitrione. Vedere le barche partecipanti allineate lungo la banchina

(una delle golf-destination più rinomate d’Italia). Proprio a Savelletri sono

del lungomare di Brindisi, poi assistere alla partenza nel porto esterno della

appena iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo Marina, mentre a Vil-

città, ed infine partecipare alla cerimonia di premiazione (che in realtà è una

lanova di Ostuni l’amministrazione comunale è intenzionata ad affidare ad

festa) nel Marina di Gouvia, è davvero una bella esperienza. Anche perché

un unico soggetto l’intero porto turistico, la cui gestione è oggi nelle mani

la regata si svolge a giugno, ed è il periodo migliore per godersi i grandi

di diverse società che si dividono i vari pontili di ormeggio. Molto interes-

eventi brindisini e la tranquillità di Corfù, prima della consueta invasione

sante anche la parte dell’educational che si è svolta in terra greca: numerose

dei turisti a luglio e agosto. l

le imbarcazioni battenti bandiera italiane ormeggiate nei vari Marina che la delegazione ha avuto modo di visitare. È l’effetto della leva del fisco italiano, che ha fatto fuggire molti armatori verso lidi più tranquilli, dove i controlli 56//turismo//cultura//arte//informazione 56 //turismo//cultura//arte//informazione

Responsible Partner: (LP) Municipality of Gallipoli Action 2.3 – Deliverable 2.3.1 – MIS CODE 902046



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//aziende Azienda Agricola Le Saittole di Elena Georgopoulos, Via Puglia, 1 - 73020 Castrí di Lecce Tel: +39 0832 826606 - info@lesaittole.com - www.lesaittole.com

L'oro in gocce de Le Saittole Prezioso come oro, ma fragrante e profumato di oliva appena spremuta, l'olio extravergine di oliva de Le Saittole è il frutto dell'olivicoltura moderna coniugata all'amore per la terra

L

a terra per passione e l'ulivo e la sua coltura per tradizione. Questi i segni distintivi di Le Saittole, azienda storica che ha sposato da tempo l'olivicoltura moder-

na per potere garantire ai consumatori un olio extravergine di oliva eccellente, un vero e proprio oro in gocce di assoluta qualità. La tecnologia di ultima generazione utilizzata nel processo produttivo dell'olio non tradisce, però, la filosofia aziendale de Le Saittole, basata su un lavoro annuale costante in campagna di cura e rispetto per gli ulivi. Le Saittole, azienda dedita alla lavorazione di un prodotto tradizionale con approccio innovativo, entra, in questo particolare periodo dell'anno, nel vivo delle sue attività. Come vivete la fase di raccolta? «L’azienda è in fermento, dopo la pausa estiva che pausa non è perché, come si sa, il lavoro in campagna è costante e quotidiano e dura tutto l’anno. Ora vengono poste in essere tutte le operazioni preparatorie alla raccolta, la pulizia dei campi e delle aie e la messa a punto di tutti i mezzi agricoli. Si comincia i primi di ottobre, raccogliendo la varietà Leccino che è un oliva di grosso calibro e tende a maturare prima delle altre. Il momento migliore per la raccolta è quando il frutto é metà invaiato (cioè metà maturo). Quello é il momento perfetto di raccolta per produrre un ottimo olio extra vergine. La raccolta al giusto grado di maturazione avviene dall’albero in modo più o meno meccanizzato per gli alberi secolari: si interviene con bracci meccanici direttamente sui rami; per gli alberi più giovani, invece, con intercettatori ad ombrello rovesciato (strumenti di nuova generazione) la cui estremità avvolge il fusto della pianta a circa mezzo metro dal suolo. Tale ombrello si apre fino a coprire un’area del diametro di circa 12 metri e scuotendo l’albero le olive cadono nell’ombrello evitando il contatto con il suolo che pregiudicherebbe la qualità del prodotto finale. Le olive raccolte vengono consegnate al frantoio e dopo essere state defogliate vengono poste provvisoriamente in dei contenitori ben arieggiati in un 58//turismo//cultura//arte//informazione


luogo asciutto, nell’attesa di procedere al lavaggio ed alla frangitura che avviene sempre entro la giornata. Molire ogni giorno è fondamentale perché permette di esaltare i profumi ed i sapori dell’olio. La prima fase della lavorazione è la frangitura, dalla quale si ottiene una pasta, che dopo essere rimescolata nella gramola, passa nel decanter e successivamente, attraverso un separatore centrifugo, viene separato il mosto oleoso dall’acqua. L’estrazione dell’olio avviene con un impianto a ciclo continuo ad una temperatura controllata mai superiore a 27 gradi

perossidi degli assorbimenti spettrofoto-

cante e fruttato in equilibrio (anche qui dal

ottenendo, quindi, un olio per estrazione

metrici all‘U.V., delle cere, e di altri compo-

lieve all’intenso)

a freddo dalle caratteristiche inalterate

nenti per garantire il rispetto dei parametri

Qual è la fase più delicata, quella che fa

ed autentiche. L’olio così prodotto viene

previsti dalla legge. Al di là della legge,

la vera differenza?

lasciato naturalmente decantare in appo-

quello che la mia azienda vuole garantire

«Tutte le fasi che vanno dalla conservazio-

site cisterne di acciaio inox in assenza di

è la fragranza fresca e vellutata di oliva ap-

ne e cura del terreno alla raccolta, dalla

ossigeno ed a temperatura costante per

pena molita, vero succo di frutta fresca di

potatura alla molitura, fino alla conserva-

poi essere imbottigliato ed avviato alla

prima raccolta. È importante sottolineare

zione del prodotto in bottiglie sigillate dal

vendita.

come siano gli stessi composti biofenolici

vetro scuro al riparo dalla luce dagli sbalzi

L’obiettivo della qualità del prodotto è

idrofili, ad azione protettiva ed anti infiam-

di temperatura e dall’umidità, sono fonda-

stato conquistato con la completa mecca-

matoria, a conferire le percezioni gustative

mentali per l’alta qualità».

nizzazione delle fasi di raccolta, potatura,

di “Amaro“ e “piccante” dell’olio extra

L’alchimia che esiste in azienda tra di

molitura e con l’irrigazione sotterranea di

vergine. Questi due toni, insieme al “frut-

voi, come si sviluppa nella vita di tutti

tutti gli oliveti che vengono coltivati con

tato”, vanno considerati come parametri

i giorni?

tecniche ecocompatibili a salvaguardia

per l’alta qualità dell’olio. Il colore brillan-

«Noi lavoriamo la terra da sempre. Prima di

dell’ambiente e della salute del consu-

te, invece, non è un parametro che viene

essere imprenditore e portavoce della mia

matore. La filosofia aziendale è quella di

preso in considerazione durante la fase

azienda l’ho vista crescere, cambiare e mi-

svolgere l’attività secondo i principi di

dell’assaggio, che, infatti avviene in un

gliorare insieme ai miei operatori che sono

buona pratica agricola attenendosi ai cri-

bicchierino dal colore blu a forma di tuli-

gli stessi da sempre e prima di loro c’erano

teri dell’olivicoltura moderna. Agli oliveti

pano. Si aspirano, innanzitutto, con il naso

i loro padri. La terra, l’amore per la terra ed

secolari sono stati affiancati nuovi impianti

i profumi di frutta e si determina il grado

il rispetto del reciproco sforzo fa si che an-

di cultivar diverse, disposti secondo i più

di fruttato da lieve ad intenso, poi si as-

diamo avanti insieme prendendoci cura a

recenti criteri grazie alle indicazioni spe-

saggia facendo lo strip (un piccolo schioc-

vicenda come una famiglia allargata».

cializzate di agronomi e tecnici esperti».

co con la lingua che permette di sollevare

Quali sono gli appuntamenti de "Le

Come avviene tutto il processo fino al

in bocca le sostanze volatili che entrando

Saittole" nei prossimi mesi?

fatidico assaggio dell’olio?

in circolo nell'apparato naso gola e ci fan-

«L’appuntamento più prossimo è dal 12 al

«Per essere un ottimo olio extra vergine di

no percepire il piccante in gola e l’amaro

16 ottobre Agro.Ge.Pa.Ciok a Lecce dove

oliva deve avere dei valori adeguatamente

ai margini della lingua). L’olio perfetto è

faremo la grande presentazione dell’olio

bassi dell’ Acidità Oloeica% del numero di

quello che ha i tre parametri di amaro, pic-

novello campagna 2013/2014». l Salento review//59


//cultura

musica

Non solo Taranta. Il cuore della musica popolare pulsa tutti i giorni Prima e oltre i grandi eventi che attirano decine di migliaia di persone, ci sono storie affascinanti: come quelle del Canzoniere Grecanico Salentino e di Dario Muci, uno dei protagonisti pi첫 consapevoli di Vincenzo Santoro

60//turismo//cultura//arte//informazione


Anche per l’estate 2013 il Salento si è

evento melpignanese quest’anno pare aver battu-

confermato un grande set musicale, con tanti eventi,

to ogni record di spettatori, forse grazie anche alla

disseminati in tutta la provincia, che hanno attrat-

centralità che hanno avuto famose popstar molto

to decine di migliaia di appassionati. Nonostante il

televisive, che pur provocando non poche polemi-

diversificarsi dell’offerta, che mai come quest’anno

che – anche per l’oscuramento che la loro presenza

si è arricchita e ampliata nella direzione delle più

ha comportato rispetto ai musicisti salentini dell’en-

varie proposte, è sempre la scena musicale legata

semble – hanno rafforzato la già grande attenzione

alla tradizione, nelle sue più varie rielaborazioni, a

mediatica.

svolgere un ruolo da protagonista, dalle miriadi di

Al di là della logica degli eventi estivi piccoli e gran-

concerti che si sono svolti nei luoghi più disparati,

di, la scena musicale popolare salentina sta vivendo

fino alla grande carovana della Notte della Taranta,

un momento molto interessante, sia per il successo

culminata nel Concertone del 24 agosto. Il grande

di alcuni gruppi all’estero, dove la “pizzica” riscuote un sempre maggiore interesse, sia per la qualità di alcuni progetti discografici, che riescono ancora a caratterizzarsi per rigore della ricerca musicale, qualità espressiva e anche per la capacità di seguire percorsi diversi da quelli più di “moda”. Non c’è il dubbio che il gruppo del momento sia anche quello dalla vita più longeva: il Canzoniere Grecanico Salentino. Fondato nel 1975 per iniziativa della grande intellettuale e attivista culturale Rina Durante, il gruppo nel 2007 è stato “ereditato” da Mauro Durante (figlio di due dei fondatori Daniele Durante e Rossella Pinto) che l’ha completamente rifondato, aggiungendo progressivamente nuovi musicisti, fra cui anche il cantante e chitarrista Emanuele Licci, altro “figlio d’arte” di uno dei fondatori, Roberto Licci. Con questa nuova formazione, il CGS si è progressivamente affermato come uno dei gruppi più vivaci della scena salentina, distinguendosi per una intensa attività live fuori dalle terre natie, culminata in una straordinaria serie di tournée in Nord America e in Europa che hanno incluso la partecipazione a festival di grandissimo rilievo, conquistando molti consensi fra gli operatori specializzati e recensioni di grande prestigio, sia per i concerti sia per il notevolissimo ultimo cd, Pizzica indiavolata, fra cui spiccano un articolo sul New York Times (onore molto raro per gruppi italiani) e la copertina e un lungo articolo su una delle più importanti riviste internazionali di world music, Folk Roots (nel numero Salento review//61


//cultura//musica

di maggio 2013, con un emblematico titolo: Pizzica Regeneration).

Sempre Folk Roots aveva ospitato nel numero di novembre/dicembre del 2012 la cronaca di un viaggio svolto dal direttore Ian Anderson nel Salento. Anderson è stato accompagnato dalla «brillante cantante e danzatrice» Anna Cinzia Villani, alla scoperta dei luoghi e dei personaggi della patria di una delle più vibranti «high-energy roots music» d’Europa, che viene rappresentata con le sue ricchezze e le sue contraddizioni. Di Anna Cinzia Villani vengono citati in modo molto lusinghiero le collaborazioni e i lavori discografici, fino all’ultimo «scintillante» cd Fimmana, mare e focu! (2012), lavoro complesso e ambizioso

sulle storie, le emozioni, i sentimenti delle “fimmene” salentine. E anche nelle produzioni discografiche più recenti non mancano le sorprese. Quella più bella è sicuramente rappresentata da Rutulì. Barberia e canti del Sa-

lento, l’ultimo progetto musicale di Dario Muci, uno

62//turismo//cultura//arte//informazione


dei più ispirati e consapevoli esponenti della musica

devastato dalle interpretazioni quasi sempre banali e

popolare salentina. I brani che ne fanno parte pro-

di cattivo gusto dei gruppi “liscio-folk”, e forse anche

vengono dal repertorio del mitico gruppo degli Ucci

per questo poco frequentato dalla riproposta. l

di Cutrofiano, a cui il lavoro è esplicitamente dedicato, e dal «repertorio raffinato della musica d’epoca», che nasce e si sviluppa nei circoli mandolinistici

Not only Taranta. The heart of tradition beats every day

serenate, barcarole, leggende...» e dallo «stile musica-

In addition to the big events which appeal thousands of people, the Salentine folk music offers deep and enchanting histories: like the Canzoniere Greciano Salentino's ones and the histories of Dario Mucci, one of the awarest protagonist.

le tipico della ‘Barberia salentina’».

by Vincenzo Santoro

Ad arricchire il cd, in cui Dario Muci canta con voce

esides the little and big summer events, the folk music scene of Salento lives a very interesting moment both for the success of some bands abroad, where “pizzica” is getting more and more famous, and for the quality of some recording projects. Without doubts by now the most famous group is the oldest one: Canzoniere Greciano Salentino. It was founded in 1975 by the important intellectual and cultural activist Rina Durante’s initiative. Mauro Durante (the two founder’s son: Daniele Durante and Rossella Pinto) inherited the group in 2007 and he completely refounded it by adding new musicians, like the singer and guitar player Emanuele Licci, the musician son of the musician Roberto Licci, who was one of the group founders. Surprises don’t miss in the recent recording productions. The most beautiful one is certainly represented by Rutulì, Barberia e canti del Salento, the last music project of Dario Muci who is one of the most inspired and aware exponent of the folk music of Salento. The soundtracks come from Ucci di Cutrofiano’s repertory and this work is clearly dedicated to theme. The project was born from “the fine repertory of the antique music” made up of “ nocturnes, serenades, legends…” and made up of “the typical music style of ‘Barberia salentina’”. The recording project lights up for originality and music knowledge. Also it “legitimates again” a repertory which has been ruined by the “liscio-folk” groups’ banal and bad styled interpretations in these years.. l

urbani, «costituito da brani nella forma di notturni,

intensa e ispirata, oltre all’apporto decisivo del maestro Antonio Calsolaro – che ha scritto e suonato tutti gli arrangiamenti, essenziali ma assolutamente rispettosi e pertinenti, con la base di chitarra e il mandolino – e alla valida e puntuale collaborazione di Massimiliano De Marco alla chitarra, ci sono dei preziosi interventi di alcuni dei musicisti e cantanti più interessanti della scena musicale salentina. Un progetto discografico che brilla per originalità e sapienza musicale, e che ha anche il pregio di “rilegittimare” un repertorio che nei decenni passati è stato

B

Salento review//63


pubbliredazionale

//aziende Cantine Paolo Leo, via Tuturano, 21 - 72025 San Donaci (BR) Tel: +39 0831 635073 - Fax: + 39 0831 681747 - info@paololeo.it - www.paololeo.it

L'antica arte

di fare il vino Viticoltori da generazioni, Paolo Leo è, oggi, una realtà vitivinicola importante e ultramoderna che conserva, come marchio identificativo, la passione per la tradizione nel fare il vino

L

a storia di generazioni

Viticoltori da cinque generazioni, la can-

oggi un’azienda moderna con una sede di

di viticoltori attraversa

tina Paolo Leo come è cresciuta nel tem-

17.000 mq, una linea di imbottigliamento

la storia di Paolo Leo,

po e oggi come è strutturata?

completamente automatizzata, una capaci-

cantina sita a San Donaci, che vanta una

«Sono state effettivamente ben cinque le

tà di 50.000 ettolitri di vino e 500 barrique

produzione vinicola completa: dai bianchi

generazioni di viticoltori che, uniti da una

francesi e americane per l’invecchiamento

ai rosati, ai rossi, al passito fino agli spu-

passione ereditaria per il vino e senza mai

dei vini. Oggi è ancora un erede omonimo,

manti. Segno identificativo, però, della

allontanarsi dalla propria terra, hanno co-

io Paolo Leo, a guidare la cantina, insieme a

cantina è la passione per la vinificazione

struito ciascuno un pezzo di storia della

mia moglie Roberta e ai miei 2 figli maggio-

del vino che segue la tradizione e rispetta

cantina che, oggi come allora, sorge a sud

ri Nicola e Stefano. Grazie a ulteriori acqui-

il territorio così come tramandato di gene-

di Brindisi, nella cittadina di San Donaci, e

sti di terreno e a nuovi investimenti, siamo

razione in generazione.

porta ancora il loro nome. La Paolo Leo è

riusciti a costruire in pochi anni un’azienda

64//turismo//cultura//arte//informazione


al passo con i tempi. Restare fedeli alla tra-

tori locali, conferimento che avviene nelle

e di una saggia vinificazione. Le uve rac-

dizione è stato da sempre il nostro obietti-

condizioni stabilite dagli agronomi e dagli

colte in cassette da 5 kg, sono lasciate ad

vo: animati dalla stessa passione ereditaria

enologi aziendali».

appassire per circa 3 settimane, esposte

che ha accompagnato l’attività familiare

Qual é il fiore all'occhiello, il prodotto

ad una mite e costante ventilazione; l’uva

dei Leo per più di cento anni, abbiamo re-

identificativo della filosofia della Canti-

si concentra e aumenta notevolmente

cuperato l’antica arte di fare vino, riprodu-

na Paolo Leo?

l’intensità aromatica e la struttura. Affina-

cendo sapori e profumi legati ad una storia

«Il Fiore di Vigna, Primitivo Salento Igt, è

to dodici mesi in barriques e sei mesi in

remota. Ma oggi la Paolo Leo non è solo

l’orgoglio della nostra cantina, è il risultato

bottiglia acquista una notevole rotondità

sinonimo di tradizione familiare e legame

di un appassionato lavoro svolto nei campi

al palato e profumi avvolgenti».

con il territorio, ma anche di vini di altissima qualità. Primitivo, Negroamaro, Malvasia bianca e nera di Lecce: questi i principali vitigni autoctoni coltivati negli oltre 35 ettari di superficie vitata dell’azienda, seguiti dallo Chardonnay e dal Fiano di Puglia. La produzione annuale supera attualmente i 35.000 quintali di vino ma il fabbisogno produttivo è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi due anni, grazie al forte incremento di vendite. Ed è proprio per far fronte alla nuova domanda, che la cantina oltre alla superficie vitata di proprietà, ha stipulato specifici accordi per il conferimento delle uve con alcuni produtSalento review//65


pubbliredazionale

//aziende

Il Salento vanta una produzione di vini rossi e rosati da vitigni autoctoni, negroamaro e primitivo. Il vostro "Numen", chardonnay IGT Salento, è uno tra i pochi vini bianchi del Salento che ha ricevuto diversi riconoscimenti. L'ultimo è il prestigioso Bollino Rosso giunto dallo staff del Merano Wine Festival 2013. Ci racconta questo vino da premio? «Condizione fondamentale per l’ottima riuscita di Numen è la giusta maturazione delle uve, la raccolta che avviene in cassette da 5 kg e il periodo di preappassimento durante il quale le sostanze contenute nelle polpa si concentrano. La pigiatura e la pressatura devono rispettare l’integrità della buccia per

che delle "bollicine" di Paolo Leo?

giorno in azienda si affrontano sfide nuo-

una migliore macerazione in pressa che dura

«È uno spumante emozionale, che cattura

ve, da nuove bottiglie a nuovi mercati di

8-9 ore ad una temperatura di 10°. Il mosto,

per la positività del suo colore, la nitidezza

vendita a nuovi acquisti di macchinari per

separato dalle parti solide, viene chiarificato

dei sentori, la facilità del consumo, la de-

perfezionare sempre più la qualità del pro-

e poi inoculato con lieviti selezionati per la

cisa riconoscibilità nel bicchiere. L’incan-

dotto e il servizio; ma si pensa anche all’ac-

fermentazione alcolica che avviene in barri-

tevole aromaticità del suo profumo e la

coglienza, quindi abbiamo acquistato nel

ques di rovere americano e francese. A fine

freschezza del gusto rendono ROSAROSE

2012 un’antichissima masseria con terreno

fermentazione il vino è lasciato a contatto

un delizioso e insolito calice da proporre in

annesso dove è stato impiantato già un vi-

con le fecce le quali vengono periodicamen-

molti momenti della giornata. La dolcezza è

gneto per la produzione della nostra DOP

te rimescolate alla parte liquida attraverso

appena percepita al contrario dell’energia

Salice Salentino da dove produrremo un

un’operazione chiamata “batonage”, per

trasmessa dalla straordinaria effervescenza

vino che affiancato al Fiore di Vigna sarà

aumentare, in questo modo, la struttura e la

di un prodotto che può essere abbinato a

il 2° fiore all’occhiello con produzione li-

rotondità del vino merito delle sostanze rila-

svariate preparazioni gastronomiche della

mitata. Per la masseria c'è, poi, un bellis-

sciate dai lieviti.

cucina italiana più fresca e leggera.

simo progetto di recupero per renderla un

Tra le poche cantine del Salento ad ave-

Quali sono le sfide future che la cantina

lussuoso resort che accolga i nostri clienti

re raccolto la sfida delle produzione di

Paolo Leo si propone di affrontare?

ma anche chi vorrà trascorrere tra i vigneti

vini spumanti, quali sono le caratteristi-

Posso tranquillamente affermare che ogni

piacevoli weekend». l

66//turismo//cultura//arte//informazione


Il luogo in cui cucina raffinata e vini pregiati si incontrano.

www.imerli.it - info@imerli.it

I Merli - Ristorante & Wine Bar Via Federico D’Aragona, 29 - 73100 Lecce Tel. 0832.241936


//cultura

musica

Cloe Elmo, la mezzosoprano che incantò

il mondo

Storia di una donna leccese che entrò nelle grazie del maestro Arturo Toscanini e stregò il pubblico internazionale tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Cinquanta di Eraldo MARTUCCI

Quanto l’atteggiamento del mitico direttore d’orchestra Arturo Toscanini nei confronti dei cantanti fosse dispotico e prevaricatore è un fatto ormai assunto ad una leggenda quasi pari alla sua eccezionale bravura. Ebbene, tra le pochissime eccezioni di esponenti del “belcanto” che entrarono nelle grazie del maestro ci fu un mezzosoprano leccese che nel suo periodo di massimo fulgore, tra la fine degli anni Trenta ed i primi anni Cinquanta, bruciò le tappe di una straordinaria carriera dividendosi tra la Scala di Milano e il Metropolitan di New York. È Cloe Elmo, nata a Lecce il 9 aprile 1910 e morta ad Ankara, ad appena 52 anni, il 24 maggio 1962. Le cronache dell’epoca parlano chiaramente: si trattasse di Gina Cigna o di Maria Callas, di Beniamino Gigli o di Giacomo Lauri Volpi, tutti suoi celebri partner in scena, nessuno di costoro riusciva a metterla in secondo piano e ad intaccare la sua enorme popolarità. La Elmo, ultima dei figli di Arturo, fiduciario della Siae, e di Teresa Torsello, era molto legata a Lecce, e proprio nel capoluogo salentino, mentre ancora frequentava il liceo classico, tenne la sua prima audizione nel 1926 di fronte a Tito Schipa ed al grande baritono Riccardo Stracciari. Nel 1928 il salto a Roma dove studiò sotto la guida di Edvige Ghibaudo, ed in quella stessa scuola incontrò il soprano Iolanda Magnoni, grazie alla quale conobbe suo fratello, Giovanni, che avrebbe poi sposato. Vinse il primo premio su 500 concorrenti ad un concorso a Vienna, fece alcuni concerti, tra i quali quello “Pro liceo musicale” al Politeama Greco di Lecce il 25 agosto 1933 a fianco di Tito Schipa. Ormai era pronta per l’esordio in scena, il 3 maggio 1934 a Cagliari in “Cavalleria Rusticana”. E da quel giorno partì una sfolgorante carriera, sviluppata attraverso i più grandi teatri italiani, europei ed americani, che la portò ad essere classificata, ancora oggi, come una delle ultime

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Foto archivio Ing. Gianni Carluccio

esponenti del registro di mezzosoprano-contralto che la scuola italiana abbia offerto alla lirica. E questo in virtù

Cloe Elmo, the mezzo-soprano who enchanted the world

nelle note gravi, per lucentezza e calore, ma anche per un

The history of a mezzo-soprano from Lecce loved by Arturo Toscanini. She cursed the international public between the end of the ‘30s and the beginning of the ’50s

rigore interpretativo che dava spazio alla passionalità sen-

by Eraldo Martucci

non solo di una splendida voce che emergeva, soprattutto

za però mai cadere nel cattivo gusto. Nel dicembre 1936 si aprirono le porte della Scala dove debuttò con uno dei ruoli a cui legherà più di tutti il suo nome: Miss Quickly nel “Falstaff”. Altro ruolo preferito quello di Azucena nel “Trovatore”, che cantò anche in una serata incandescente del ’51 al San Carlo di Napoli accanto a Lauri Volpi e Maria Callas. Dal ’47 al 52 fu poi, auspice Arturo Toscanini, regina incontrastata di Boston, Chicago, San Francisco e, soprattutto del Metropolitan di New York: dal “Trovatore” al “Ballo in maschera” fino all’amato “Falstaff”, che cantò in compagnia del giovanissimo Giuseppe Di Stefano. L’ultima sua stagione scaligera fu quella del 53/54, quando apparve in quei ruoli di opere del ‘900 che pure prediligeva, come l’irresistibile “Siora Margherita” dei “Quattro Rusteghi” di Ermanno Wolf-Ferrari. Il destino non fu con lei, però, benevolo. Nel 1955, dopo un intervento alla tiroide, fu costretta a ritirarsi dalle scene, e si dedicò completamente all’insegnamento al Conservatorio di Ankara, la città dove morì il 24 maggio 1962. l

A

mong the few exponents of the “good-singing” Arturo Toscanini loved a mezzo-soprano coming from Lecce. In the period of her maximum splendour, between the end of the ‘30s and the beginning of the ‘50s, she shot to the top of an extraordinary career between the Scala of Milan and the Metropolitan of New York. It is Cloe Elmo, born on April 9th 1910 in Lecce and dead on May 24th 1962 in Ankara, when she was just 52 years old: in that period nobody could undermine her fame. She was very fond of Lecce and right in this city she had her first audition in 1926 in front of Tito Schipa and the baritone Riccardo Stracciari. In 1928 she went to Rome where she studied under the direction of Edvige Ghibaudo, and in the same school she met the soprano Iolanda Magnoni, whom bother Giovanni married Cloe. In Vienne, Cloe participated to a contest with other 500 competitors and she won the first prize. Also she had a concert with Tito Schipa at Politeama Theatre in Lecce on August 25th 1933. She was ready for the debut on the stage and it was on May 3rd 1934 in Cagliari in “Rustic Chivalry”: since then a brilliant career started on the most famous Italian, European and American theatres. For this she is considered one of the last exponents of mezzo-soprano contralto range that the Italian school has offered to opera. On December 1936 she arrived to the Scala where she debuted with a part to which her name is still linked: Miss Quickly in “Falstaff”. She loved also the part of Azucena in “Trovatore”, in 1951 she sang it with Lauri Volpi and Maria Callas at San Carlo in Naples. From 1947 to 1952 she became the queen of the Metropolitan of New York thanks to Arturo Toscanini. Her last season was in 1953/54 but destiny wasn’t good to her: in 1955, after an operation at the thyroid gland, she had to give up to sing and so she started to teach at Ankara’s conservatory. She died in Ankara on May 24th 1962. l Salento review//69


pubbliredazionale

//arte

CreArt, la creatività

giovanile come motore di sviluppo

per il territorio

Il Comune di Lecce, tramite l'assessorato all'innovazione tecnologica, politiche comunitarie e giovanili guidato da Alessandro Delli Noci, coordina gli appuntamenti leccesi del progetto.

CreArt è un progetto europeo quin-

europea ha considerato CreArt un pro-

quennale (2012-2017) di cooperazione

getto di vera cooperazione europea che

culturale per la promozione della crea-

coinvolge Paesi geograficamente lontani

tività artistica, che è stato sviluppato per

e che assicura un vero e proprio scambio

due anni attraverso il coordinamento della

tra artisti e pubblico, generando una po-

Fondazione Comunale per la Cultura del

sitiva mobilità transnazionale di artisti ed

Comune di Valladolid in Spagna.

opere d’arte.

CreArt costituisce una rete di 14 città rap-

I benefici generati dal progetto favorisco-

presentative della diversità e ricchezza

no lo sviluppo di nuovi progetti nel settore

culturale europea e vanta la collaborazio-

delle imprese culturali legate alle arti visi-

ne di tre enti privati con ampia esperienza

ve. Il progetto cerca di individuare i miglio-

nella gestione culturale. La Commissione

ri artisti e operatori culturali per metterli in relazione con il grande pubblico attraverso strumenti differenti: la presentazione delle opere, la formazione e l’istruzione (seminari, residenze di artisti, workshop), l’approccio scientifico. Attraverso l’arte e la creatività CreArt mira a: favorire la creatività attraverso lo scambio di esperienze, buone pratiche, e lavoro tra artisti, i gruppi di artisti, associazioni, operatori culturali, ricercatori, industria e organismi della società civile, e del grande pubblico, provenienti da Paesi e tradizioni culturali differenti; stabilire un sistema permanente e professionale di mobilità, di scambio e di esperienze di lavoro congiunti tra artisti e operatori culturali; dare sostegno alla rete culturale di creatività tra città di medie dimensioni. l

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Eventi del 4-5 ottobre 2013 Progetto CreArt-Network of cites for artistic creation Il 4 ottobre presso il museo MUST di Lecce è organizzato un workshop con Francesco Arena, un artista pugliese di respiro internazionale, al quale parteciperanno gli artisti europei del progetto CreArt e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e dei licei artistici del territorio. L’incontro sarà moderato da Adriana Polveroni, direttrice di Exibart e dal direttore artistico del progetto Lorenzo Madaro. Il 5 ottobre alle ore 11 sarà inaugurato a Palazzo Vernazza la mostra collettiva More real than the Real, a cura di Ilaria Bonacossa, con le opere (dipinti, installazioni, video e fotografie) degli artisti che l’anno scorso hanno aderito alle open call delle diciassette città che fanno parte del progetto, tra cui Lecce. In serata, l’attore Ippolito Chiarello allieterà il pubblico con il suo Barbonaggio teatrale, che unisce i linguaggi del teatro con quelli delle arti visive all’interno del contesto urbano. La mostra, che sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 17 alle 20, si concluderà il 27 ottobre. Info: 0832.68.29.91. Salento review//71


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//aziende Azienda Bellanoa sas Soc. Agr. di De Simoni S. & C. - Via Liborio Romano, 45 - 73100 Lecce Cell: +39 349 0958009 - e-mail:marketing@vagliomassa.it

La cultura della terra per vini di qualità La terra e la sua "cultura" è la filosofia del marchio Vaglio Massa. Produttori di olio e viticoltori da generazioni, oggi, effettuano la loro produzione in una Cantina moderna vinificando il frutto dei vigneti di proprietà

N

el cuore del Parco del Negroamaro sulla strada provinciale Carmiano – Salice Salentino, circondata da filari di vigneti, pulsa l’anima della cantina Vaglio Massa: struttura moderna dal design contemporaneo,

raccoglie e porta a vinificazione il frutto di ben 24 ettari di vigneto, che per generazioni hanno curato come viticoltori. Non solo vigneti e vino però. Gli uliveti (ben 33 ettari dislocati tra

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Muro Leccese, Scorrano e Botrugno) costi-

il vigneto che ci è stato trasmesso e che,

tuiscono la scheletro di un'azienda che, per

insieme a Bartolo e Vera, abbiamo deciso

principio, è vocata alla terra e alla trasfor-

di fare evolvere sviluppando un progetto

mazione dei suoi frutti. A Sonia, ammini-

di vinificazione in proprio dei nostri acini di

stratrice della Società costituita con gli altri

ottima qualità che, da sempre, ci sono stati

due soci Bartolo e Vera, abbiamo chiesto di

richiesti dal mercato vitivinicolo».

raccontarci la storia aziendale:

Qual è la filosofia alla base del vostro

biologico, sia in cantina dove adottiamo

Come e quando è nata la Cantina Vaglio

lavoro in cantina?

tutti gli accorgimenti per avere un prodot-

Massa?

«Siamo un’impresa familiare fondata sulla

to eccellente (rimontaggi, delestage fre-

«La costituzione recente della cantina non

coesione e unanimità nelle scelte. Credia-

quenti ed utilizzo minimo dei solfiti)».

deve ingannare. La nostra è una storia con

mo nella tipicità delle varietà autoctone

Su quali vitigni costruite la vostra linea

radici profonde che affondano nella cura

salentine, e ci impegnamo ad ottenere la

di prodotti?

delle vigne portata avanti dalla genera-

massima qualità sia in vigna, dove prati-

«I nostri vitigni raccontano il territorio del

zione che ci ha preceduto. Un amore per

chiamo l'aridocoltura e il ciclo produttivo

Salento: negroamaro, malvasia nera, pri-

Pagina accanto, il prospetto della cantina con il particolare della porta a botte. Sopra, i vini prodotti da Cantine Vaglio Massa.

Salento review//73


pubbliredazionale

//aziende

Accanto: una panoramica della vigna e della cantina e un particolare di un vigneto. Sotto in senso orario: i silos per la raccolta del vino, la macchina imbottigliatrice e la zona degustazione all'interno della cantina.

mitivo, malvasia bianca, chardonnay, fiano

masseria di proprietà dove gestiamo un

e moscato costituiscono lo scheletro delle

agriturismo».

nostre produzioni».

Lo sviluppo futuro della cantina cosa

Quali sono le vostre etichette e quali la-

prevede?

vorazioni seguite?

«Ci piacerebbe crescere, espanderci e am-

«Al momento abbiamo sviluppato una

pliare la quota di mercati esteri con cui la-

linea di tre prodotti varietali: un rosso,

voriamo. Per ora la nostra concentrazione

negroamaro in purezza, IGP Salento, “I

è dedicata alla qualità del nostro prodotto

fratelli”, che fa una vinificazione in accia-

e alla creazione di almeno due nuove eti-

io e affinamento di 6 mesi in bottiglia; un

chette, di cui una sarà un blend con il pri-

rosato da negroamaro (anche questo in

mitivo. In ultimo, ma non meno importan-

purezza) “Prima Rosa”, vinificato secondo

te, vorremmo strutturare ancora meglio il

la tradizionale tecnica ad alzata di cap-

nostro agriturismo per l'ospitalità perché,

pello; un bianco da malvasia bianca “30

crediamo, sia il modo migliore anche per

Mogge”, il cui nome deriva dall'antica

promuovere i nostri prodotti». l

74//turismo//cultura//arte//informazione


RISTORANTE

Blu Notte Arte in cucina.

Nel cuore del barocco qualità, passione e

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//cultura

tradizioni

Nel centro storico di Lecce: arte, storie, superstizioni ed altre stranezze Accecati dalla sfrontatezza del barocco, ai visitatori spesso sfuggono particolari, scolpiti nella pietra, che celano aneddoti suggestivi. Questo articolo ne illustra alcuni e c’è da scommettere che anche per molti leccesi sarà un racconto inedito di E.T.

La bellezza del barocco leccese sta nella ricchezza dei motivi ornamentali che impreziosiscono le facciate di palazzi, conventi e chiese. Ciò che incuriosisce è il fatto che architetti, scultori, scalpellini e famiglie committenti hanno spesso nascosto tra cornucopie, putti ed altre modanature, dei particolari in modo da far identificare il progettista o il costruttore, una caratteristica della famiglia, oppure alludere a storie e leggende. Senza tema di smentita possiamo asserire che ogni facciata, portale o androne nasconde qualcuno di questi particolari. l

In Lecce historical centre: art, stories, superstitions and other strangenesses

Blinded by the impudence of Baroque style, visitors often miss details, carved out of the rock, which hide legends, beliefs and superstitions. This article tells of some of theme and you can bet it’s going to be a fresh tell for many dwellers of Lecce too by E.T.

T

he beauty of the Baroque style in Lecce is the richness of decors which embellish fronts of palaces, convents and churches. The curiosity is that architects, sculptors, stone cutters and commission families have often hidden with cornucopias, angels and other mouldings details to make identify the designer or the builder, a family peculiarity or to allude to stories and legends. Without denials we can say every front, door or hall hides one of these details. l

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Palazzo tra via Federico d’Aragona e Piazzetta Epulione

Storia d’amore

Palazzo Rossi, Piazzetta Regina Maria, numero 18

La superstizione Sulla stessa via di Palazzo Perrone, proprio di fronte alla Chiesa di San Matteo, fa bella mostra di sé uno dei palazzi seicenteschi più belli: Palazzo Rossi. L’ingresso principale, uno splendido portale con mensole figurate opera di Giuseppe Cino, si apre sulla piazzetta Regina Maria. Nella parte centrale del prospetto, esattamente ai lati dello stemma della famiglia, uno dei baroni Rossi, sicuramente molto superstizioso, fece scolpire una civetta, ritenuta nel Salento uccello del malaugurio quando la si guarda o quando si ascolta lo stridio del suo verso (“cucumeu”, in salentino). Per contro avrebbe il potere di esorcizzare la malasorte, proteggendo quindi la famiglia della casa dove nidifica o vive; ed allora cosa avrebbe dovuto fare un incallito superstizioso non potendone obbligare nessuna a nidificare sul suo palazzo? Presto detto: si fece scolpire tra i motivi decorativi del suo splendido prospetto anche una civetta con tanto di occhi spalancati.

Lasciando scorrere lo sguardo verso l’alto, ad una certa altezza si scorge la testa di una fanciulla scolpita nella pietra leccese e incastonata nello spigolo del palazzo. Si narra che in quel palazzo abitasse un giovane follemente innamorato di una ragazza che abitava nel palazzo di fronte e che lo ricambiava con lo stesso forte sentimento. L’amore dei due giovani sarebbe stato però fortemente contrastato dai genitori di lei tanto da spingerla al suicidio. Fu allora, secondo la leggenda, che il ragazzo fece scolpire la testa dell’amata ed incastonarla laddove noi la vediamo. Esiste ancora una seconda versione, probabilmente meno romantica della prima, secondo la quale in quel palazzo sarebbe vissuta la nonna di Sigismondo Castromediano (della nobile famiglia Calasso) alla cui morte il marito, di lei innamoratissimo, fece scolpire la sua testa. Palace between Federico d’Aragona street and Epulione square- Love story Looking up at a certain height into the corner of a palace there is a girl face carved out of the local stone. According to the legend in that palace a young guy lived and he was deeply in love with a girl,

Rossi Palace, Regina Maria square, number 18- The superstition

who lived in the opposite palace and she

On the same street where there is Perrone Palace, in front of Saint Matteo Church,

loved him too. But her parents opposed

one of the most beautiful seventeenth-century palaces shows off: Rossi Palace. The

her love so she killed herself. So the young

main entry, a splendid door with decorated brackets made by Giuseppe Cino, faces

boy made sculpture the girl face where

Regina Madre square. In the central part of the front, precisely at the sides of the family

today we can see it. According to another

escutcheon, a very superstitious baron made sculpture a owlet, considered in Salento

version, probably less romantic than

a bird of ill omen if you look at it or listen to its shrill noise (“cucumeno” in dialect). But

the first one, in that palace Sigismondo

at the same time it can protect the family where it lives from the bad luck and as a very

Castromedian’s grandmother used to live

superstitious man couldn’t force any owlets to nest there, what else could he do? He

and when she died her husband, so in love

made build an owlet among the decorations on his beautiful front. l

with her, made sculpture her face. l Salento review//77


//cultura//tradizioni

Palazzo Perrone, via de’ Perroni, 14

Il miracolo Entrando nel centro storico di Lecce da Porta San Biagio, si percorre via de’ Perroni e al numero civico 14 si trova il palazzo della famiglia Perrone, che dà il nome alla via e che si dichiara discendente diretta da sant’Oronzo, protettore della città, tanto da averne posizionato un busto in una nicchia al lato del balcone del primo piano. Il particolare più interessante è la chiave di volta dell’arco del portone di accesso che rappresenta un angioletto capovolto con in mano una “cuddhrura” (ciambella di pane dolce che le massaie salentine preparavano durante il periodo pasquale). Si narra che durante la Settimana Santa del 1219 giunse a Lecce, di ritorno dalla Siria, San Francesco. Il santo di Assisi entrò in città dal varco nelle mura che si apriva nel punto in cui oggi troviamo Porta San Biagio. Affamato e stanco per il lungo viaggio bussò alla porta del primo caseggiato che trovò, quello appunto della famiglia de’ Perroni. Alla donna che aprì chiese un poco di pane ricevendo in cambio un netto rifiuto, ma ecco il miracolo: secondo la leggenda, dalla cucina, dove le donne di casa stavano impastando le tradizionali cuddhrure, uscì in volo un angioletto con in mano una ciambella già pronta. Perrone Palace, de’ Perroni street, 14 - The miracle Entering in the historical city centre from Saint Biagio Door, you cross de’ Perroni Street and at number 14 there is the palace of Perrone family, who gives the name to the street and declares to be directly descended from Saint Oronzo, the city patron saint, so the family has a bust of the saint in a niche on the first floor balcony. The most interesting detail is the keystone of the arch of the entry which represents an upturned angel keeping a “cuddhrura” (sweet bread ring-shaped cake prepared by housewives during the Easter days). According to the legend in 1219 during the Holy Week Saint Francesco arrived in Lecce from Syria. The Saint entered into the city from the point where today there is Saint Biagio Door. Tired and starved because of the long journey he knocked at the first palace he found, the Perroni family one. He asked for a piece of bread to the woman who opened the door, but when the woman refused to help him there was a miracle: from the kitchen, where housewives were kneading the traditional cuddhrure, a little angel flew out and brought a ring-shaped cake to the Saint. l

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//territorio

focus

Acaya, la meraviglia del borgo sospeso nel tempo

L’antico sito di Segine, che dal 1535 ha preso il nome dell’ingegnere che lo fortificò, è una delle meraviglie più preziose dell’intero Salento. A pochi chilometri da Lecce e dal mare, tappa obbligatoria per chi ama la storia e l’architettura di Mino De Luca foto di Pierpaolo Schiavone

Una delle perle architettoniche salentine, dove l’orologio della storia sembra essersi fermato, è costituito dal borgo di Acaya, oggi frazione di Vernole, snodo strategico tra l’Adriatico e l’entroterra leccese tra Medioevo ed età moderna. Acaya rappresenta uno dei rari esempi di città fortificata del XVI secolo. L'antico borgo di Segine assunse il nome che conserva ancora oggi nel 1535, quando Gian Giacomo dell'Acaya, ingegnere di Carlo V, fortificò il centro. Con la morte di Gian Giacomo dell'Acaya nel 1570 per il borgo iniziò il periodo di irreversibile decadenza segnata dalla devastazione ottomana del 1714. Dopo l’invasione passò nella disponibilità di diverse famiglie nobili fino all’unità d’Italia. Il paese presenta un impianto ortogonale con strade tra di loro parallele che hanno tutte la larghezza di 4 metri, quasi tutte la medesima lunghezza e che sono separate dalla medesime distanza (17

80//turismo//cultura//arte//informazione


metri). Di forma quadrangolare, il borgo è racchiuso da una cinta muraria in pietra leccese con tre imponenti bastioni angolari ed il poderoso castello, inter-

apostoli che assistono alla morte della Vergine e Gesù

rotta dalla porta urbica di Sant'Oronzo, realizzata nel

che ne raccoglie l'anima per presentarla al Padre, se-

1535.

condo la tradizione iconografica che fa riferimento ai

Il castello, risalente al 1535-36, ha una struttura tra-

Vangeli Apocrifi.

pezoidale circondata da mura a sagoma rettangola-

Nel 2001, durante gli scavi a pochi metri dalle mura,

re e da un fossato. Nel corso della ristrutturazione,

in prossimità delle scuderie, sono state riportate alla

dal lato nord sono affiorate le tracce di una piccola

luce una serie di tombe, fosse comuni e cunicoli con-

chiesa bizantina e sotto di essa alcune sepolture. Du-

tenenti ossa umane che appartennero probabilmente

rante i lavori di restauro è stato ritrovato anche un

a uomini di età compresa tra i 25 e 30 anni. Probabil-

affresco all'interno di una intercapedine. Si tratta di

mente si trattava di soldati caduti, forse decapitati,

una Dormitio Virginis databile alla seconda metà del

in una delle cruente battaglie che fra il 1200 ed 1300

Trecento, estesa circa quattro metri per tre. La raffi-

tormentarono la zona, quando Acaya si chiamava

gurazione, perfettamente conservata, rappresenta gli

ancora Segine. Salento review//81


//territorio//focus

Per la sua eleganza architettonica senza tempo Acaya

una dimensione temporale sua propria: meta ideale

è stato scelta nel 2008 come sede del Forum Mediter-

per una passeggiata fuori porta, a pochi chilometri

raneo per la Pace. Dal 12 luglio al 31 ottobre del 2008

dal mare, è raggiungibile da Lecce in pochi minuti.

è stata allestita nel castello una mostra di architettu-

L’ampia campagna circostante, ricca di uliveti, sem-

ra contemporanea del famoso architetto portoghese

bra costituirne il guscio protettivo dagli eccessi e dal

Alvaro Siza. Ancora oggi Acaya sembra sospesa in

frastuono della modernità. l

Acaya, the beautiful village dandling in the time

The ancient site of Segine is one of the most precious beauties of Salento. It was named by the engineer who built it in 1535. A few kilometres from Lecce and close to the sea, it is a necessary step for who loves history and architecture by Mino De Luca - photo Pierpaolo Schiavone

T

he village of Acaya, today fraction of Vernole, is one of the architectural pearls in Salento and there it seems that the history watch has stopped. It is a strategic point between the Adriatic and the hinterland, between the Middle Age and the Modern Age. Acaya represents one of the rare examples of fortified city dating back to the XVI century. The ancient village of Segine was named in 1535 when Gian Giacomo of Acaya, engineer of Charles V, fortified the centre. In 1570 after Gian Giacomo’s, death the village faced its irreversible period of decline marked by the Ottoman grief in 1714. After the invasion the village belonged to different noble families until the Italian unification.

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The village has an octagonal structure with parallel streets and it is surrounded by the city walls, made up of the local stone, with three huge corner bastions and with the castle. The city walls are interrupted by the Saint Oronzo door built in 1535. The castle, dating back to 1535-36, has a trapezoid shape and it is surrounded by rectangular walls and by a fosse. During the restoration, in the north side the traces of a little Byzantine Church have been found and under the Church also some graves. Into a gap a fresco has been discovered: Dormitio Verginis. The fresco dates back to the second half of the Fourteen century and it is extended four meters for three. The depiction, perfectly preserved, represents the Apostles attending the Virgin Lady’s death and Jesus collects Her soul to introduce her to the Father, according to the iconographic tradition related to the Apocryphal Gospels. In 2001, into the excavations close to the city walls and the stables Still today Acaya seems suspended in its own temporal dimension: perfect place for a walk out of the city, a few kilometres from the sea, it can be reached in few minutes from Lecce. The wide surrounding countryside, full of olive trees, seems the shell which protects the village form the extremes and the noise of the modernity. l


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//economia

turismo

La crisi non frena il turismo ma incombe il progetto del gasdotto L’afflusso di visitatori nelle marine di Melendugno è stato confortante. ora, però, entra nel vivo la vertenza ambientale sull'opera che dovrebbe collegare il Mar Caspio all'Italia con approdo a san Foca. L'amministrazione è schierata con gli ambientalisti intervista ad Anna Elisa Prete di Gabriele De Giorgi

foto di pierpaolo schiavone

L’inizio dell’autunno porta con sé

cordialità, l’accoglienza, la buona cucina, il mare e la

le valutazioni sull’andamento della stagione estiva.

natura incontaminata.

Abbiamo intervistato Anna Elisa Prete, assessore al

Nello specifico, l’afflusso nelle nostre marine, insi-

Turismo del Comune di Melendugno che, con le sue

gnite per la quarta volta consecutiva dell’importante

marine, è una delle amministrazioni più impegnate

riconoscimento della Bandiera blu e del premio Cin-

sul versante dell’accoglienza turistica.

que vele di Legambiente, è tutto sommato buono te-

L’estate è andata in archivio. Qual è il bilancio per

nendo conto della crisi economica e delle condizioni

la marine di Melendugno?

meteo non sempre ottimali (il forte vento di tramon-

«Anche quest’anno i turisti hanno preso d’assalto il

tana l’ha fatta da padrone, ndr). Tanta la partecipa-

Salento, malgrado la crisi: un dato importante che

zione e gli apprezzamenti ricevuti per il cartellone di

inorgoglisce il nostro territorio così ricco di storia,

eventi musicali e culturali di ogni genere e che hanno

cultura e tradizioni. Un risultato che indubbiamente

riempito le nostre piazze».

ci stimola e ci incoraggia a promuovere ancora me-

Una tempestiva capacità di programmazione è

glio la bellezza dei nostri luoghi già apprezzati per la

sempre più necessaria: avete già degli spunti per

84//turismo//cultura//arte//informazione


migliorare l’offerta turistica del prossimo anno? «Quest’anno l’amministrazione ha destinato una percentuale delle somme derivanti dalla tassa di soggiorno. Abbiamo voluto distinguerci mettendo a disposizione del turista un servizio di trasporto pubblico elettrico di collegamento tra le nostre cinque marine. Con tre linee siamo il primo Comune d’Italia (abbiamo superato anche Follonica, in provincia di Livorno, che ha lo stesso servizio ma con due linee) ad avere istituito un sistema del tutto innovativo e a basso impatto ambientale integrato con “Salento in bus” della Provincia di Lecce che ha condiviso l’iniziativa, concedendo il nulla osta. Tanti gli apprezzamenti anche da parte della Regione soprattutto da parte dei turisti e residenti che hanno lasciato volentieri le proprie auto per andare al mare col minibus. Sono stati posizionati dei punti di wi-fi in tutte le

presidente della Regione Puglia e della Provincia di

marine e nell’entroterra per consentire al turista di

Lecce, per esprimere la nostra assoluta contrarietà

navigare liberamente e gratuitamente. Per l’anno

alla realizzazione del gasdotto sul nostro territorio.

prossimo, sempre nell’ambito delle linee programma-

Chiediamo loro soluzioni alternative che contem-

tiche della nostra amministrazione volte alla tutela

perino le esigenze strategiche nazionali in tema di

dell’ambiente, alla qualità dell’offerta turistica e della

approvvigionamento con la caratterizzazione speci-

mobilità sostenibile, ho delle altre idee interessanti

fica dei territori interessati». l

Anna Elisa Prete, assessore al Turismo del Comune di Melendugno.

di cui preferisco non anticipare ancora nulla per lasciarvi la curiosità di intervistarmi ancora». Il Comune di Melendugno è in prima linea nella vertenza ambientalista che si oppone al progetto di gasdotto con approdo a San Foca. Quali le ragioni di una posizione così netta? «La nostra è una battaglia iniziata più di un anno ad-

The crisis doesn’t stop the tourism but it’s an alarm for the pipeline

The inflow of the visitors in the marinas of Melendugno has been comforting, but it’s in operation the environmental dispute about the construction which would link the Caspian to San Foca in Italy. The administration supports the ecologists

dietro. Siamo contrari al gasdotto che può solo com-

by Gabriele De Giorgi

promettere il nostro futuro. Abbiamo rifiutato ogni

nna Elisa Prete, Melendugno’s councillor for tourism, confirms that also this year Salento has been full of tourists in spite of the crisis: indeed the inflow towards the marinas, decorated with the important awards of Blue Flight and Five Sails by Legambiente for four consecutive times, has been very good despite the weather (the strong north wind has ruled the roost). There have been much participations and the cultural and music events have been appreciated by the people who have filled the squares. In addition the services for tourists have increased: an electronic transport service has been instituted thanks to the tourist tax. This transport service links the five marinas and so Melendugno is the first Italian municipality (better than the two transport lines of Follonica in Leghorn) to establish an innovative and low environmental impact system, integrated with “Salento in bus” of the Province of Lecce. The strong touristic vocation of the territory puts Melendugno in a very clear position about the pipeline: there is the firm belief that doesn’t exist any offsetting prize for a structure which can only disfigure such a strong touristic territory. l

forma di trattativa economica perché non c’è alcun prezzo compensativo per una infrastruttura che a nostro avviso può solo deturpare il nostro territorio che è a forte vocazione turistica. Siamo comunque convinti che per il progetto del gasdotto Tap sia ancora possibile un approdo diverso. Per questo motivo abbiamo scritto una lettera al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei Ministri, al ministro delle Attività produttive, al ministro della Cultura e Turismo, al

A

Salento review//85


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Talenti Nascenti:

dalla scuola di recitazione al set

C Sopra Rossana Ferrara. Nella pagina accanto dall'alto: Rossana insieme ad Alessandro Siani durante le risprese de Il principe abusivo, con Ricki Tognazzi e Simona Izzo per Il Caso Tortora e alcune immagini del film Caruso.

ome nasce l'idea di aprire una scuola di recitazione

La grande attenzione di celebri registi,

nell'estremo tacco d'Italia?

case di produzioni cinematografiche e

«Studio recitazione da tanti anni con passione e de-

attori verso il Salento è un incentivo per

dizione e questa passione mi ha motivata a continuare nel tempo e a

i giovani che vogliono imparare a reci-

cercare di creare una struttura di formazione nel nostro territorio: ci sono

tare?

riuscita, Talenti Nascenti è una tipologia di scuola unica in tutta la Puglia.

«Certo, perchè in questo momento in cui il

La formazione offerta permette di affiancare alla classica recitazione

salento è diventato un terreno ambìto da

teatrale anche quella cinematografica, la possibilità di recitare, quindi,

grandi registi il fatto di avere una scuola

davanti alla macchina da presa e, occupandoci anche di produzioni ci-

di recitazione così strutturata fa si che, nel

nematrografiche con la società Cine Rapa, creiamo un continuum tra for-

momento in cui ci sia richiesta da parte dei

mazione e lavoro».

registi di cast qualificato, i ragazzi siano

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pronti a rispondere adeguatamente alle esigenze: in-

I corsi suddivisi in due categorie di età:

fatti non è detto che debba sempre arrivare un cast

bambini dai 6 ai 12 anni e giovani/adulti

pronto da Roma e riservare agli aspiranti attori auctoni

dai 13 anni in poi.

solo ruoli di comparse; anzi poter scegliere per capa-

La nostra scuola non pone dei vincoli

cità un nostro allievo per noi è fonte di gratificazione!

e/o limiti rispetto alla durata del per-

Due bambini che fanno parte della nostra scuola, per

corso formativo perchè credo che il la-

esempio, sono stati selezionati per girare con il regi-

voro di attore non finisca mai ma non

sta Giacomo Campiotti il film "I braccialetti rossi" per

per imposizione ma per necessità».

RaiUno».

Qual è il consiglio che dà agli allievi

Come si articola il percorso didattico e quanti anni

una volta terminata la formazione?

di formazione prevede?

«Prima di tutto vorrei che fosse chia-

«I punti saldi della formazione che proponiamo sono

ro il fatto che una scuola di recita-

tre:

zione non forma necessariamente

- il primo è dato dalla bravura dei docenti scelti;

una persona per il lavoro di at-

- il secondo è quello di formare e poi dare la possibilità

tore: una scuola di recitazione è

di lavorare in produzioni cinematografiche (Il Caso Tor-

una scuola di vita perchè grazie

tora per RaiUno con regia di Ricki Tognazzi e Simona

al lavoro che si fa si ottiene una

Izzo, Caruso per RaiUno con regia di Stefano Reali, Il

profonda conoscenza di sè.

Principe abusivo con regia di Alessandro Siani);

Pertanto alla fine di un percorso

- il terzo è dato dalla possibilità di seguire una didattica

si può scegliere o meno di con-

straordinaria con stage e workshop con professionisti.

tinuare questo lavoro e se si sce-

Talenti Nascenti propone, infatti, una formazione di

glie di farlo la formazione è senza

due tipi: una classica, ordinaria che prevede 2 incontri

soluzione di continuità essendo,

a settimana su recitazione cinematografica con l'uso

questo, un lavoro su se stessi ed

della telecamera, recitazione teatrale, dizione, trainig

è quindi necessario stare al passo

attoriale e studio musicale della voce (canto); l'altra,

con i propri cambiamenti.

aggiunta per mia volontà e per fare in modo che la

Inoltre consiglio sempre di prendere questo lavoro nel

didattica non diventi stagnante, è una didattica straor-

modo più divertente: sia in inglese che in francese il

dinaria con stage e workshop tenuti da professionisti

termine attore significa giocare (to play e jouer). Que-

del calibro di Giovanni Veronesi, Roberto Cenci, Paolo

sto non vuol dire prenderlo sottogamba ma approc-

Costella, Alessandro Siani, Monica Vullo, Fabio Fulco

ciarsi ad esso in modo disteso e rilassato». l

solo per citarne alcuni.

Salento review//87


pubbliredazionale

//Fashion

Anna Valentini

Via Renato Imbriani, 36 - Lecce Tel. 0832.389063 annaeanna@live.com FB: AnnaValentiniBeauty TW: Annavalentini7

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Luce, colore, forme, materiali, tutto questo ispira The Artist Collection la nuova gamma di prodotti per capelli e per il make up, realizzata per questo autunno da La Biosthetique, che Anna Valentini con creatività e in modo personale utilizza per le proprie clienti. Ogni donna si affida a lei per essere al passo con i tempi, cerca un proprio stile e sa che Anna crea sempre un look personale anche per le richieste più stravaganti. Lunghi, corti, con la frangia che è sempre attuale, la nuance del colore deve seguire la moda ed essere in continua evoluzione. E, come per gli abiti, La Biosthetique crea due collezioni ogni anno, reinterpreta il classico colore aggiungendo qualche sfumatura in più e lo fa anche per i prodotti per il viso e il corpo, utilizzando materie di prima qualità. La filosofia di Anna è TOTAL BEAUTY. Perchè anche il make-up è fondamentale per ogni fashion victim. Ogni donna è unica e Anna Valentini lo sa.


La nuova stagione ti aspetta, dai spazio alla creativitĂ !

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//personaggi

vip

La penisola dei famosi. ” a in iv “d te a st ’e n u i d i h g o lu e Volti

L’elenco di attori, cantanti, personaggi dello spettacolo che non resistono alla tentazione di una puntata nel Salento è molto lungo: da John Malkovich ad Helen Mirren fino a Laetitia Casta. Senza dimenticare le stelle che a queste latitudini hanno iniziato a brillare testo e foto di Valeria Blanco L’estate 2013 consacra il Salento come la penisola dei famosi e il primo consiglio di viaggio per chi volesse vistarlo è quello di portarsi dietro la macchina fotografica. Non c’è spiaggia, roccia, ristorante o masseria che non possa vantare il passaggio di un attore, un cantante e persino di un volto noto di Hollywood. Occhi puntati sulla Notte della Taranta, a cui quest’anno per la prima volta hanno assistito – ma ben nascosti nel backstage – l’attrice Helen Mirren con il marito, il regista Taylor Hackford, salentini d’adozione da quando hanno acquistato una masseria a Tiggiano. E dalla Taranta è stata conquistata anche la bella Laetitia Casta, nel Salento per girare “Una donna per amico” di Giovanni Veronesi, avvistata sia nella tappa di Galatina che alle prove del concertone a Melpignano, e poi a cena al ristorante Terrazza 300mila di Otranto. Stesso ristorante per una cena allegra che ha visto uniti allo stesso tavolo il cantante Neffa, Terron Fabio dei Sud Sound System e il calciatore Fabrizio Miccoli. A Lecce, grande sorpresa in primavera quando, a spasso per il centro storico, è stato avvistato John Malkovich. Da maggio ad agosto, invece, per le strade della movida non è stato difficile incontrare Kasia Smutniak, Francesco Arca, Elena Sofia Ricci e Carolina Crescentini, tutti al seguito di Ferzan Ozpetek che in città ha girato “Allacciate le cinture”. A Lecce a fine agosto anche la splendida Cristina Chiabotto, ex miss Italia, insieme con il fidanzato Fabio Fulco e Gabriele Corsi del Trio medusa. 90//turismo//cultura//arte//informazione


Nella pagina accanto, dall'alto: Francesco Arca, Elena Sofia Ricci tra due comiche del trio salentino Ciciri e tria. In questa pagina: Claudio Santamaria e sotto Laetitia Casta.

vero e proprio pellegrinaggio. Lo showman Giorgio Panariello, in compagnia di amici, ha passato una domenica intera sullo scoglio, concedendo ai fan sorrisi, autografi e qualche scatto. Anche l’attore Claudio Santamaria, il dandy di Romanzo criminale, ha fatto un rapido passaggio dal lido, mentre Francesco Arca ed Elena Sofia Ricci ci sono tornati più volte. Sebbene ancora “giovane”, anche lo stabilimento Beija flor di Santa Caterina è balzato agli onori delle cronache quando all’improvviso, in un pomeriggio di fine agosto, tra i suoi lettini si sono presentati Emma, Giuliano Facendo una classifica dei luoghi preferiti dai volti

Sangiorgi, Federico Zampaglione dei Tiromancino e il cantante Anto-

noti, un posto di rilievo lo merita il lido Punta del-

nino. Biagio Antonacci, che in Salento ha girato lo scorso anno il video

la suina di Gallipoli, reso celebre da alcune scene

di “Non vivo più senza te”, è tornato anche quest’anno, postando sul suo

del film “Mine Vaganti”. A dare il “la”, quest’anno,

profilo Twitter alcune foto di un pomeriggio in barca.

è stata Emma Marrone, che tra i lettini del lido

Tra gli habitué del Salento, Serena Dandini che ha casa a Marittima e

si è lasciata andare a qualche effusione con il suo

la splendida attrice Eva Green, che insieme al cantante Will Young e ad

nuovo fidanzato Marco Bocci. E sarà per lo splen-

altri cinque amici ha acquistato una masseria con piscina nelle campa-

dido tramonto da cui si gode dal chiosco, oppure

gne di Alezio. Nel Salento viene spesso per trascorrere qualche giorno

per la trasparenza delle acque quando tira il vento

di relax, ma finora è stata molto brava a sfuggire all’occhio attento dei

di scirocco, fatto sta che il lido è stato meta di un

fotografi, amatori e professionisti, che ormai nel Salento sono di casa. Salento review//91


//personaggi//vip

Anche in cucina Giuliano non ha rivali

Posato il microfono e imbracciato il mestolo, il leader dei Negramaro si rilassa davanti ai fornelli e delizia il palato di Biagio Antonacci, Paola Turci, Giorgio Panariello e tanti altri di V.B.

L

a cucina è sempre la stessa, il cuoco pure. Il menu, invece, sempre una sorpresa. Dietro ai fornelli così come sul palco, Giuliano Sangiorgi non ha rivali.

Se n’è accorta anche Antonella Clerici, che ha affidato a Twitter un invito per La prova del cuoco: “Sarebbe un sogno ospitare Giuliano nelle mie cucine”. Posato il microfono e imbracciato il mestolo – ma solo per poco: i Negramaro saranno a novembre in tour nei palasport –, il leader della band si esibisce in ricette elaborate che conquistano subito il palato degli ospiti. Quest’anno, lo showman Giorgio Panariello è rimasto incantato dalla pasta ai ricci: “Lo chef salentino Giuliano Sangiorgi – scrive su Twitter – non si smentisce mai: pasta con i ricci da Grammy”! Al regista Giovanni Veronesi è toccata un’invitante cena a base di pesce crudo e gamberoni. E per tutta l’estate, davanti ai fornelli sono stati immortalati il cantante Biagio Antonacci, Federico Zampaglione dei Tiromancino e la splendida Paola Turci. Tra i piatti meglio riusciti pare ci siano le trofie con zucchine e gamberetti e le orate al sale con cipolle di Tropea in agrodolce. Una vera ode alla crema di peperoni e mela verde l’ha regalata invece Red Canzian dei Pooh, che a casa Sangiorgi è passato all’inizio di agosto dopo un concerto a Galatone. Su Facebook scrive: “Cucina con grande maestria, inventando le combinazioni tra i sapori, occupandosi della scelta delle materie prime e curando tutti i particolari della presentazione in tavola”. I piatti sono di solito accompagnati da abbondante vino, naturalmente… Negroamaro.

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Foto da twitter


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//Salentoshopping

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//Salentoartigianato

La cartapesta e la pietra leccese trovano nuovi sbocchi: con Ego la tradizione diventa trendy Come un rituale, da padre in figlio: il primo insegna il mestiere l'altro lo adegua alle mode creando un'azienda che non smette mai di innovarsi

I

l negozio (di Eugenio Galli prima e di Marco Galli adesso) nel pieno centro storico di Lecce, nasce alla fine degli anni 70, quasi per caso e, seguendo una serie di fortuite coincidenze, inizia con la lavorazione della pietra leccese e della cartapesta. Il metodo di lavorazione dei materiali è artigianale quindi molto lento e viene eseguito con piccoli attrezzi: raspe, limette, carta vetrata e piccole punte. I prodotti sono quelli classici della tradizione ma per volere sia di Eugenio e oggi anche dei figli Marco e Laura, è stato dato maggiore spazio e nuovi sviluppi al materiale attraverso la realizzazione dei cosiddetti "gioielli di pietra e di cartapesta" come collane, orecchini, bracciali e spille ma anche gadget aziendali.

EGO - di Marco Galli

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//Salentoartigianato

Passione per la natura e sapienza artigiana: ecco le meraviglie di terracotta Lo studio d’arte Keramos, in via dei Perroni a Lecce, è stato fondato negli anni Ottanta da Claudio Capone. Originali e raffinate le sue creature: statuette di donna e fischietti, quello a forma di civetta riproduce fedelmente il verso del volatile

L

o studio d’arte Keramos nasce negli anni Ottanta del secolo scorso dalla passione di Claudio Capone per il trattare materiali naturali e creare nuovi oggetti utilizzando foglie di cocus, tronchi di legno, sassi e vecchie tegole. L’estro e la semplicità di Capone, che guarda sempre alla fanciullezza come il momento fondamentale dell’esistenza umana, non a caso lo portano a ispirarsi ai personaggi dell’immaginario collodiano (Pinocchio, Mangiafuoco, il Gatto e la Volpe). Una passione innata che riesce a trasformare vecchi materiali in oggetti davvero originali e suggestivamente decorati. Nel corso degli anni Capone si è specializzato nel lavorare la terracotta. Accattivanti le statuette di donna dai tratti del viso appena accennati, con il corpo fissato in un atteggiamento dinamico e slanciato, racchiuso dentro un abbondante gonna a campana. Vividi colori e suoni incantati, invece, caratterizzano i vari tipi di campanelli in terracotta, realizzati in svariate forme. Molto richiesti i fischietti in terracotta, di cui Capone riesce a creare diverse e sorprendenti forme come la civetta, il cui fischio riproduce fedelmente il verso del volatile. L’abilità e la perizia dell’artigiano è riconosciuta a livello nazionale e mondiale. Capone partecipa alla Fiera del Campanello, che si svolge nella Chiesa dei Teatini a Lecce tra aprile e maggio di ogni anno. Nel 2004 ha vinto il primo premio alla Biennale Internazionale del Fischietto in terracotta a Vicenza. Ogni anno, inoltre, riceve segnalazioni lusinghiere in molte manifestazioni di settore nazionali e internazionali.

L’abilità e la perizia dell’artigiano è riconosciuta a livello nazionale e mondiale. Capone partecipa alla Fiera del Campanello, che si svolge nella Chiesa dei Teatini a Lecce tra aprile e maggio di ogni anno. Nel 2004 ha vinto il primo premio alla Biennale Internazionale del Fischietto in terracotta a Vicenza. Ogni anno, inoltre, riceve segnalazioni lusinghiere in molte manifestazioni di settore nazionali e internazionali.

Keramos - Studio d’arte di Claudio Capone Via dei Perroni, 8/A - 73100 Lecce - Cell: 347-7156411

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Telefax 0832.344609 - Tel. 0832.524223 - casadellibro.ricordi@libero.it


//editoria Mannaggia Santa Pupa Danilo Siciliano, Lupo Editore, ottobre 2013 Nella “metropoli delle angurie”, paesone di provincia situato alla fine del mondo, dove il caldo umido e appiccicaticcio dello scirocco tutto avvolge e sconvolge, nasce e cresce un ragazzino timido che fa sogni abbastanza banali. Quello di fare il calciatore. Uno alla Van Basten, il suo mito. Oppure di diventare una rockstar, pelle abbronzatissima, chitarra al collo e stuolo di fan al seguito. Invece la vita gli ha riservato un futuro diverso. Colpa del padre, Silvano il barbiere, che non gli ha mai insegnato a suonare la chitarra. Colpa della madre Rosaria, la Lumacher con la 126 beige, che lo ha sviato dalla carriera calcistica. O forse solo colpa del destino. Il protagonista si abbandona ai ricordi, lasciandosi guidare dal flusso dei pensieri, raccontando un’infanzia in un mondo che appartiene soprattutto agli anni Ottanta. Le giornate all’asilo con Suor Realina, le estati a Mondonuovo, in campagna dai nonni, la salsa fatta in casa, il rosario e gli scherzi ferragostani, Mescia Nena, la nonna paterna, donna tutta d’un pezzo, che sembrava essere immortale. E ancora i pomeriggi scanditi dall’attesa del gelataio Nino e le domeniche dalle partite della squadra di calcio del suo paese. Paese di una terra magnifica e insopportabile, dove pullulano i cervelli di cemento armato e dove i vecchi materassi si buttano sui cigli delle strade di campagna. Una terra che è un caffè sospeso. Ricordi, stati d’animo, riflessioni, rimpianti, per giungere ogni volta alla stessa conclusione: “Mannaggia Santa Pupa!”

i l a n n u t u a //letture La famiglia cinemà Andrea Valente e Julia Binfield, Castoro Editore, settembre 2013

Per te, io vorrei. Ti racconto che il mondo può essere bellissimo Licia Colò, Mondadori, settembre 2013 Un’appassionante lettera alla figlia Liala porta la conduttrice dalle falde del Kilimangiaro a quel futuro che vorrebbe per lei e per tutti gli abitanti della Terra. Appassionante e tenero.

Il principio passione. La forza che ci spinge ad amare Vito Mancuso, Garzanti, settembre 2013 La discrepanza tra l'analisi oggettiva della realtà, che condurrebbe a non amare né il mondo né l'uomo né Dio, e il sentimento interiore che non si rassegna a cadere vittima dell'indifferenza o del cinismo e fa dell'amore la più alta dimensione dell'essere, è lo spazio in cui sorge e si muove quell'energia particolare chiamata passione".

Il mio nome è Nessuno - Il ritorno Valerio Manfredi, Dopo “Il mio nome è Nessuno – Il giuramento” il secondo volume su Odysseo, il grande nòstos. Da Circe alle Sirene, da Polifemo a Penelope, fino all'ultimo, misterioso viaggio dell'eroe che ha attraversato i secoli. Dopo aver cantato la formazione dell'eroe, Valerio Massimo Manfredi dà voce nuova al viaggio più avventuroso e affascinante di tutti i tempi. E osa guardare verso l'orizzonte su cui i più grandi poeti si sono interrogati nei secoli: l'Ultimo Viaggio. È mai davvero morto il re di Itaca, il figlio di Laerte, l'eroe vagabondo?

Il viaggio a Paros Mario Fortunato, Bompiani, settembre 2013 "È accaduto nell’estate in cui dovevamo andare a Paros, l’estate della nostra maturità. Non era un bel periodo, ma per me non è mai stato un bel periodo, purtroppo". (Incipit del libro)

Un entusiasmante (e spericolato!) viaggio attraverso i film e personaggi del cinema, sulle tracce di una famiglia tutta particolare: la famiglia Cinemà. Un libro divertente, una scrittura brillante e una via diversa per conoscere la storia del cinema, dai grandi classici come A qualcuno piace caldo e The Blues Brothers, fino ai colossal contemporanei come Il Signore degli anelli e Avatar. Ogni racconto è corredato di una scheda di approfondimento dedicata al film di riferimento, mettendone in evidenza curiosità, scene cult, battute indimenticabili o semplici riferimenti alla storia del cinema. Il testo è accompagnato dalle illustrazioni di Julia Binfield. Età: + 11 anni

A scuola. L'enciclopedia dei piccoli di Sylvie Michelet e Beaumont Nathalie, Editore La Coccinella, settembre 2013 Quando si è in mezzo agli altri, a scuola o anche in vacanza, ci sono delle regole che anche i più piccini debbono via via imparare a conoscere e fare proprie: nasce così la capacità di stare insieme serenamente, di tener conto dei bisogni degli altri e di rispettare tutto quello che ci circonda, compreso il nostro pianeta, che delle nostre cure ha davvero tanto bisogno! Età di lettura: da 3 anni.

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//editoria

Lucignola di Gloria De Vitis

D

i sovente, Anna pensava che Tobia fosse un’invenzione, la sua più bella invenzione. Conosceva la sua vita solo attraverso quello che volutamente lui lasciava filtrare da alcune affermazioni. Perfettamente a suo agio, in una sorta di camaleontismo che Anna intravedeva, non tanto nel cambio di opinioni o capacità di mimetizzarsi, quanto in quegli occhi grandi e mobili in tutte le direzioni. Era

come se il riscatto dalla vita, lo avesse in quel ruolo in cui era maestro, tanto da sottopor-

re Anna, ad un a sorta di giogo che la rendeva vittima di una verità che lui sapeva ben bilanciare, in cui nulla veniva negato né confermato, evidenza di un talento naturale nel sapersi offrire, per poi ritrarsi improvvisamente. Fluttuava nella penombra delle parole, con l’intenzione di accarezzare, senza però giungere alla carezza, in una melodia rotta da un suono stonato che comunque persuadeva all’ascolto, ignorando quello strumento non accordato e immergendosi nella solennità degli altri suoni. Anna viveva Tobia così, incantata da una goccia di sole che la induceva a credere di poterlo vedere brillare completamente, perché ogni giorno ci serve mangiare una briciola di speranza per sopravvivere. Sembrava che Tobia avesse colto l’importanza di quella briciola che ci porta a dimenticare della vita ma, allo stesso tempo, di viverla nell’essenza. Anna ricordava perfettamente quella telefonata in cui invitava Tobia a raggiungerla, anche se solo per cinque minuti, e la sua risposta «Ho un forte torcicollo, non sono in grado di gestire un nostro incontro». In quel lapsus freudiano, Anna vide un altro Tobia, un

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individuo che incanalava i loro incontri in schemi lavorativi ben definiti, programmati. Per un attimo lo percepì come un replicante. Poteva vederla solo in giorni prefissati? E quale maschera sfoderava durante i loro incontri? Era quella che usava con tutte? Sempre ammesso che ci fossero. O per ognuna riservava sfumature diverse? Figurarsi che asfissia nelle lacune di una maschera! Ogni volta che Anna lo rivedeva però, tutte le supposizioni ed i dubbi svanivano, perché Tobia sapeva essere così presente nella presenza, così maledettamente dolce, così adorabilmente canaglia. Un giorno infatti l’abbracciò teneramente e le disse: «Ho solo voglia di essere cullato dalla tua voce. Inventa una favola, un racconto, inventalo per me e, non

N

fermarti, anche se avrò gli occhi chiusi, perché entrerà nel mio sogno». on ricordo esattamente il giorno in cui lo incontrai, fu però nel mese di luglio. Camminava solo, con uno strano incedere ed emanava luce, serenità. Camminai verso di lui, non per solitudine ma perché attratta dalla sua soavità e con naturalezza, gli sorrisi. Mi ricambiò e mai nessun sorriso mi parve così intriso di vita, di spe-

ranza. Quell’immagine mi accompagnò quotidianamente, forse perché era il vaneggiamento di un sogno, forse perché in quel periodo assistevo impotente ad una sorta di eutanasia della mia vita. Rivolevo il tempo, quel tempo ladro, quel tempo che cancella, dimentica, quel tempo sprecato, quel tempo che non ti dà tempo, quel tempo ingannatore che nella giovinezza ti fa credere immortale. Quel tempo che aveva rubato ciò che ero, quel tempo che in un soffio ti conduce alla fine; mentre quell’uomo sembrava non sentire il tempo. Non tentai nemmeno di informarmi su chi fosse, temevo che rincontrandolo, quell’idea che mi ero fatta su di lui, sarebbe mutata e volevo invece che rimanesse intatta. Erano ormai trascorsi un paio di mesi ed un giorno, alcuni conoscenti, mi dissero che uno straniero aveva aperto una specie di chiosco e dispensava parole, vendeva saggezza e che molte persone vi affluivano per cercare in lui quella profondità che da soli non trovavano. Incuriosita mi recai nel posto. Si trovava in un vicolo fuori mano, una di quelle stradine a dimensione d’uomo, in cui i bambini giocano a palla e gli adulti siedono sulla soglia delle loro pittoresche dimore, a guardare incuriositi i passanti. Fu lì che lo vidi per la seconda volta, anche lui mi riconobbe e prima che io potessi proferire parola disse: «Cosa vuoi sapere che tu già non sappia? Tu senti fortissimamente e già questo è agire, è un procedere verso la conoscenza ma non cercare altro, altrimenti ti sarà insopportabile vivere. Vedi, tutto è inutile, eppure quell’inutilità e incomprensibilità ti rende uomo. La vita è un groviglio e quando sciogliamo un nodo, subito se ne presenta un altro e poi ancora uno; l’uno più facile da districare, l’altro più complesso, qualcuno non ha soluzione e quando ti pare di

Gloria De Vitis nasce a Lecce nel 1966, vive e lavora a Lecce svolgendo l’attività di pittrice. Realizza diverse mostre collettive e personali in Italia e all'estero. Artista eclettica sperimenta anche in campo fotografico. Collabora negli anni novanta con il giornale "Avanti". Nel 2003 pubblica il suo primo libro di poesie "Squarci". Nel 2006 vede la luce la sua ultima raccolta di poesie "Nuda". Nel 2011 esce il suo primo romanzo "Lucignola".

aver raggiunto la verità in cui credi, tutto si mescola e quella verità fallirà quando avrai creduto di possederla». Non tornai più da lui, dopo un po’ seppi che aveva chiuso il chiosco e che, ironia della sorte, girava in cerca di coloro a cui aveva parlato, per nutrirsi a sua volta di ciò che aveva dato, perché mentre abbeverava rimaneva assetato e perché in fin dei conti, non era diverso da loro. Salento review//101


//lifestyle

famiglie

Autunno, una stagione sorprendente da vivere con allegria Al termine dell’anarchia estiva, bisogna pur trovare qualcosa che diverta i bimbi. Da settembre a novembre tutti i fine settimana sono occasioni propizie per escursioni in campagna e nelle masserie didattiche testo e foto di barbara marzo

Ho avuto un po’ di difficoltà a scrivere questo articolo. In un primo momento non sono riuscita a capire quale fosse il problema. Non poteva essere il blocco dello scrittore perché non ho la velleità di esserlo; semplicemente mi diletto a scrivere, di tanto in tanto. Il nodo non poteva essere nemmeno lo stile: il mio mi sembra sia sempre lo stesso. Allora mi sono resa conto che quello che veramente è cambiato rispetto al precedente articolo, è la stagione di riferimento. Sì, perché ho capito che per me un conto è parlare dell’estate, a giugno, cioè del periodo più bello fatto di giornate infinite, un altro è parlare dell’autunno, a settembre. Non faccio parte della schiera di coloro che amano settembre, no. Per me la parte migliore dell’estate è quella che deve ancora arrivare. È difficile parlare di autunno quando da noi la bella stagione continua ancora chissà fino a quando (l’anno scorso qualcuna delle mie amiche 102//turismo//cultura//arte//informazione


ha fatto l’ultimo bagno il 2 dicembre!). Oltretutto le

E sì, i piedi si sporcheranno, invece che di sabbia, di

ferie sono veramente finite. Il rientro al lavoro sig-

terra rossa (per la felicità della mia lavatrice!) pas-

nifica che l’estate è veramente da archiviare: a quel

sando dalle sfumature verde/blu del nostro amato

punto entro già in modalità autunno/inverno e in-

mare al rosso della terra, al verde degli alberi e il pro-

izio un conto alla rovescia estenuante per l’arrivo di

fumo dei ricci di mare cederà il posto a quello dei fiori

una temperatura che sia, anche di poco, al di sotto

selvatici che crescono intorno agli ulivi. Con questa

dei 30 gradi.

consapevolezza programmiamo, tra un tuffo e l’altro,

Una volta capito questo ho modificato il mio atteg-

le nostre gite familiari a carattere prettamente autun-

giamento adeguandolo, con poca modestia, ad un

nale: il primo appuntamento è con i nostri vigneti,

pensiero di Henry de Toulouse-Lautrec “Nelle per-

una giornata per assistere alla vendemmia e per far

sone belle è bello anche l’autunno”: ho iniziato allora a

lavorare i piedini di Riccardo facendogli pestare l’uva

mettere a fuoco le nostre giornate settembrine e ho

e – perchè no? – forse per buon augurio inizieremo

dedotto che la mia famiglia, vive, per una ventina di

anche il piccolo Ettore! Un’esperienza così fa bene a

giorni, come “coloro che son sospesi”, tra la routine

grandi e piccini, ti rimette in pace con la natura e ti

tipica della settimana invernale (lavoro, scuola dei

fa apprezzare quanto di buono abbiamo nella nostra

bambini, palestra, cinema) e le evasioni del fine set-

terra e poi sulla nostra tavola!

timana durante i quali mettiamo un asciugamano in

Ci sono le infinite proposte di gite a sfondo bionatu-

borsa, infiliamo il costume e partiamo per una “gior-

ralistico per le quali sono stata nominata per (auto)

natona” di mare. In questo modo si crea un piccolo

acclamazione, da parte della “banda dei passeggini”

scompenso psicologico sia negli adulti che nei bam-

(la comitiva di amici con prole al seguito), coordi-

bini, costretti durante la settimana a sveglie, regole e

natrice. Faccio un’accuratissima ricerca e selezione

tabelle di marcia, per ritrovarsi poi catapultati in uno

delle giornate proposte dalle numerose masserie, sui

stato di (quasi) completa anarchia come solo al mare

metodi di lavorazione agricola, sugli animali che in

può capitare.

esse sono ospitati, sulle produzioni ed infine delle

E non è poi così terribile, anche se l’unica differenza

proposte di laboratori esperienziali per bambini. Vita

sostanziale con la vera estate è che il sole tramonta

ancora all’aria aperta, almeno finché le temperature

ogni giorno un poco prima: progressivamente i sabati

lo permettono.

e le domeniche assumeranno sfondi, colori e odori

E ancora lì ad immaginare (e poi a vivere) escursio-

completamente diversi.

ni alla ricerca dei funghi, con pranzi a tema. E poi Salento review//103


//lifestyle//famiglie

c’è da festeggiare San Martino, giorno in cui “ogni

siano quelle tracciate dai propri figli!), rispettando

mosto diventa vino”: cosa c’è di meglio che trascor-

le diverse esigenze di adulti e bambini in alcuni mo-

rerlo all’aria aperta, in campagna, con un barbecue

menti e facendo convergere, in altri, momenti di

e con un intrattenimento per bambini elaborato per

condivisione.

l’occasione? Esistono associazioni maestre in iniza-

Ripensandoci, quindi, non è poi così male questa

tive che uniscono l’apprendimento al divertimento

stagione. Abbiamo la possibilità di goderci appi-

per i bambini, riuscendo a creare un ambiente

eno anche l’autunno perché anche la famiglia sente

molto piacevole anche per i genitori (che finalmente

l’esigenza di “destagionalizzare” gli intrattenimenti e

possono volgere il loro sguardo in direzioni che non

quindi arrivederci mare: terra rossa, aspettaci! l

Autumn, a surprising season which must be lived with fun

children must respect schedules and alarm clocks, while during the week end we live in a state of (almost) anarchy as only it can happen on the beach. Actually it’s not so bad, despite the summer the only difference is that sun sets a little bit earlier day by day: Saturdays and Sundays are going to acquire different settings, colours and perfumes. The foot will be dirty by red terrain than sand (for the happiness of my washing machine!) from the green/blue shades of our loved sea to the red colour of our earth, the green trees and the seafood’s perfume are substituted by the wild flowers’ perfume close to the olive trees. With this awareness we programme our autumn family trips: the first date is with our vineyards, we dedicate a day to see the grape harvest and so Riccardo can step on the grapes and maybe also Ettore will try this year –as a good wish. An experience like this is good both for adults and children, it gets you closer to the nature and makes you appreciate all the good things that we find in our earth and on our table! There are various bio-naturalistic trips of which I’ve been named the coordinator by “the group of the strollers” (all my friends with their kids). I accurately investigate all the offers proposed by the farms, about the agricultural production methods, about animals, about the productions and the laboratories for children. Until the temperature is hot, outdoor life! Excursions to find out mushrooms and dinners. And then we celebrate Saint Martino, “when every must becomes wine”: there’s nothing better than spending a day in the country-side with a barbecue and an entertainment for children. There are a lot of associations which mix the education with the pastime by creating a very nice atmosphere also for the parents (who can look at the directions which aren’t made by their children). After all autumn is not so bad. We can enjoy this season because also the families want to “deseasonalize” the leisure time, so bye bye sea: red terrain, we’re coming! l

After the summer anarchy, we must find something to entertain our children. From September to November every weekend is a good occasion to make an excursion through the country-sides and into the didactic farms Text and photo by Barbara Marzo

I

’ve had some difficulties to write this article. At the beginning I didn’t know what the problem was. It couldn’t be the writer’s block, because I don’t have the vain ambition to be a writer. I just like writing. The problem couldn’t be the style either: my style has always been the same. Then I’ve realised that the difference from the previous article was the season. I’ve understood that for me it’s different to talk about summer, which is the most beautiful period because of its endless days, or to talk about autumn in September. I don’t belong to the group of people who love September. For me the best part of the summer hasn’t come yet. It is hard to talk about the autumn because in Salento we don’t know when the good season ends (last year some friends of mine had a bath on December 2nd). In addition holydays have finished, so the summer must be dismissed: now I’m in autumn/winter mode and I’ve already started an exhausting countdown for the coming of a temperature which could be close to 30 degrees. Once I’ve understood this I’ve changed my attitude by adapting myself to what Henry de Toulouse-Lautrec says: “ Into the beautiful people also the autumn is beautiful”: so I’ve started to focus on our days during September and I’ve deduced that my family lives like “those who are anxious” for twenty days, between the typical winter routine (work, school, gym, cinema) and the week-ends when we take our beach towels, our swimming trunks and we go to the sea. In this way we have a little psychological unbalance: during the week adults and

104//turismo//cultura//arte//informazione



//Territorio

natura

Un parco lungo 57 chilometri: uno slow trip da Otranto a Santa Maria di Leuca Natura ma anche arte e architettura rurale: il Parco naturale regionale “Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase” è un lungometraggio ininterrotto di paesaggi multiformi, accomunati da un alto tasso di suggestione di Maddalena Bitonti

Ci sono luoghi fatti per essere vissuti nelle cinque dimensioni della percezione, immergendosi nelle molteplici forme della natura. Uno di questi è il Parco naturale regionale “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, una linea costiera continua, composta da un lungometraggio ininterrotto di paesaggi multiformi, accomunati da un alto tasso di suggestione. Il parco è un’area protetta che nasce nel 2006, per tutelare un patrimonio naturalistico di elevato valore scientifico, storico e culturale. Con circa 57 chilometri lungo la costa orientale salentina, rappresenta il più grande tra i parchi regionali della provincia di Lecce e comprende alcune delle località turistiche più rinomate del territorio: un percorso affascinante, uno slow trip, lungo la sua spina dorsale costituita dalla strada litoranea che da Otranto

106//turismo//cultura//arte//informazione


porta a Santa Maria di Leuca. Qui la natura è un

pio, la poiana, il falco pellegrino, rappresentano

mosaico, a tratti aspra e selvaggia, con i canaloni

occasioni imperdibili. Di particolare importanza la

che incidono le rocce calcaree (falesie), i pascoli

fauna “nascosta”, delicato ecosistema che invita al

aridi, le terre rosse tra gli antichi oliveti terrazza-

massimo rispetto: molteplici le specie di chirotteri

ti e gli anfratti dove regnano incontrastate tipolo-

e le rarissime presenze di fauna acquatica negli am-

gie di flora di rilevante interesse scientifico. Ma il

bienti bui e più interni delle principali grotte som-

parco è anche un’area accessibile, inclusiva e frui-

merse e semisommerse, da studiare. Anche la mil-

bile per grandi, piccoli e diversamente abili. Tante

lenaria frequentazione antropica trova per queste

le attività che si possono svolgere all’interno della

vie straordinarie testimonianze: è il caso dei resti

fascia costiera, che comprende ben dodici comuni.

del paleolitico e del neolitico rinvenuti nella grotta

Ad esempio agli amanti della fauna il parco riserva

Zinzulusa e nella grotta dei Cervi. Durante la visita

numerose soddisfazioni, come il birdwatching: la

al parco non sarà poi raro imbattersi nelle tracce di

migrazione durante il passaggio primaverile, l’os-

un passato più prossimo: pajare, masserie fortifica-

servazione di splendide specie rapaci, quali il ghep-

te e torri dominanti il paesaggio, sino alle splendide

Nella pagina accanto: Piazza San Giorgio ad Ortelle; sotto, Castro vista da Tricase. In questa pagina, da sinistra: Palazzo Spinola-Caracciolo ad Andrano; Torre Nasparo a marina di Tiggiano; Torre Palane a Marina Serra.

ville nobiliari che tradiscono, nei loro multiformi stili, la vocazione di quest’area e la sua importanza strategica, da sempre crocevia di civiltà. Per conoscere segreti e storie di tanti e sorprendenti luoghi del Salento, l’ente parco organizza, in partnership con associazioni e istituzioni, numerose iniziative. Ogni periodo dell’anno prevede un calendario di attività. In settembre il fitto programma dell’estate continuerà con visite guidate, degustazioni e attività sportive gratuite di scena ogni venerdì; sul sito www. parcootrantoleuca.it, nella sezione “agenda del Parco” ognuno potrà scegliere quella più vicina ai propri interessi. Oltre alle attività legate ad eventi organizzati, il parco è percorribile liberamente a piedi, in bici o a cavallo lungo i tanti percorsi naturalistici, mappati sul sito, che ricuciono l’area naturale protetta facenSalento review//107


//territorio//natura

Sopra, da sinistra: Palazzo d'epoca a Santa Maria di Leuca; Quercia dei cento cavalieri del sec. XII-XIV.

done un ricamo perfetto. Si pensi al sentiero delle Ci-

costituzionale che gli compete. Solo sulla base di tali

polliane verso il Ciolo di Gagliano del Capo dove gli

fondamentali premesse, un patrimonio naturalistico

estimatori della storia e della natura possono entrare

che non ha eguali al mondo, potrà essere trasferito

in contatto con sorprendenti testimonianze che si

alle future generazioni accompagnato da una co-

perdono nel tempo fino alla preistoria.

scienza ed una morale collettiva rinnovate. l

E poi il parco “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase” è anche arte : barocca, moresca, gotico-romanica, un rifiorire di stili che in primavera sbocciano in diverse manifestazioni che aprono al pubblico i portoni di ville e palazzi. A tutto ciò si uniscono il radicato senso di ospitalità della gente del posto e le rinomate tradizioni enogastronomiche, dove genuinità, gusto e cura hanno trasformato alcuni dei principali sapori contadini in prodotti d’eccellenza. Le aziende virtuose, che producono biologico e a chilometro zero sono premiate dall’ente parco, con iniziative incentrate su degustazioni e visite che promuovono le loro prassi. L’affresco vasto dell’area naturale protetta, così delineato, è però un sistema anche profondamente fragile e la consapevolezza di ciò costituisce il suo maggiore punto di forza. Il parco, come sottolineato dal suo presidente, Nicola Panico, ha un compito di tutela e sensibilizzazione fondamentale; indispensabile è infatti il contributo di tutti, perché il rispetto dell'ambiente possa assumere finalmente quel ruolo 108//turismo//cultura//arte//informazione

A park of 57 kilometres: a slow trip from Otranto to Santa Maria of Leuca

Nature but also art and rural architecture: the regional natural park “Otranto- Santa Maria of Leuca and Tricase’s Forrest” is a continuous full-length movie of multiform views, which have a high rate of splendour by Maddalena Bitonti

W

ith almost 57 kilometres along the east cost of Salento, it represents the biggest of the regional parks in the Province of Lecce and it includes some of the most known touristic places of the territory: a fascinating route, a slow trip, along its spine represented by the coast road starting from Otranto and leading to Santa Maria di Leuca. A lots of activities can be done into the coast, which includes twelve municipalities. For example the park keeps many satisfactions for fauna lovers, like bird watching, during the spring migration, the observation of beautiful predaceous species like kestrels, buzzards, peregrine falcons, these are incredible chances. During the visit it’s not rare to find traces of a near past: pajare, fortified farms and towers towering over the land and splendid noble villas which testify, with their multiform styles, the vocation of this earth, crossroad of different cultures, and its strategic importance. In addition to the organized activities, the park can be freely visited by feet, bicycles or horse through the various naturalistic routes, traced on the web site. They sew the protected natural area making a perfect tracery. And the “Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase” park is art: Baroque, Moorish, Gothic Romanic, styles which bloom in spring with different events which open to public the doors of villas and palaces. l


VIP LECCE nasce il 28 maggio 2013. È un’associazione di volontariato che si occupa di clownterapia e che è federata a Vip Italia Onlus. Il percorso per diventare clown di corsia di Vip Lecce inizia con un corso di formazione della durata di tre giorni, che per il 2013 si terrà il 4-5-6-ottobre. Successivamente a questi tre giorni ci si incontra due volte al mese per “allenarsi” sulla coesione del gruppo, sulla fiducia, sull’ascolto e sull’improvvisazione. Dopo sei allenamenti si può iniziare ad entrare in reparto accompagnati da un “claun anziano”. Si diventa “claun anziani” o formati quando si raggiungono 100 ore di formazione tra corso base, allenamenti, turni ed extra. Questo però non indica la fine della formazione o la partecipazione agli allenamenti, perché propedeutici all’ingresso in reparto, ma semplicemente che non si ha più bisogno della presenza in turno del claun anziano presente prima. Un altro vantaggio è che una volta raggiunte queste ore si può dare un contributo in più in associazione frequentando un corso di formazione base e avanzato trainer. Nel corso dell’anno abbiamo due extra a livello nazionale: 1) GNR-GIORNATA DEL NASO ROSSO: l’unica giornata in cui si scende in piazza per raccogliere fondi per la Federazione e per promuovere l’associazione; 2) EHI, TU? HAI MIDOLLO?: scendiamo anche qui in piazza insieme ai volontari ADMO per sensibilizzare alla donazione del midollo osseo e alla ricerca di nuovi potenziali donatori di vita. Tutto ciò che viene raccolto durante la GNR viene messo a disposizione da parte di Vip Italia Onlus per tre progetti: 1) FORMAZIONE: nel corso dell’anno tutte le Vip hanno a disposizione un corso specialistico gratuito(mimo, giocoleria, acrobatica, micromagia…) 2) MISSIONI: i soldi vengono destinati ai progetti che si progettano per le missioni; 3) GIORNALINO Il corso base ha un costo di 170€ di cui 165€ vanno a Vip Italia Onlus e in parte vengono destinati ai progetti che porta avanti insieme alla Federazione Uniti Per Crescere Insieme.

Per ulteriori info sulla Federazione www.clownterapia.it www.vipitalia.org www.giornatadelnasorosso.it www.ehituhaimidollo.org Per info e iscrizioni al corso base segreteriaviplecce@gmail.com claun ForeDeCapu 3896820737


//cultura

Tradizioni

Le previsioni del tempo: quando la povertà aguzza l’ingegno Ancora oggi la meteorologia influisce su molti aspetti della vita quotidiana. Figurarsi quando la qualità di un raccolto o l’attività di pesca dipendevano esclusivamente dalla corretta anticipazione delle condizioni climatiche. La cultura popolare salentina ha inciso, in detti brevi e facili da memorizzare, la sua esperienza in materia Di E.T. Che la meteorologia incida su parecchi aspetti della vita degli uomini è un fatto da tutti conosciuto. I nostri progenitori lo avevano compreso benissimo, costretti come erano a subire passivamente le bizze del tempo perfino nella vita quotidiana. Ecco perché una cultura popolare di estrazione fondamentalmente rurale come quella salentina ha sviluppato nei secoli un’abbondanza di modi di dire riferiti alle condizioni climatiche e alle probabili conseguenze.

110//turismo//cultura//arte//informazione

The weather forecast of Salento: necessity is the mother of invention

The meteorology still today influences the daily life. This was truer when a harvest or the fishing used to depend on the correct weather forecast. The local culture of Salento has left its mark in this subject by E.T.

E

very one knows how the meteorology influences many aspects of the daily life. Our ancestors learned it very well because they suffered the weather quirks everyday. This is the reason why during the centuries the rural folk culture of Salento has developed many expressions referring to the weather and its consequences.


Muntagne chiare, sciroccu a mare (Se le montagne albanesi si distinguono chiaramente, il vento gira a scirocco) Un punto di riferimento per gli abitanti della cosa orientale della penisola salentina è sempre stata la linea dell’orizzonte in direzione dell’Albania. Il fatto che si intravedano le montagne del Paese delle aquile con maggiore o minore nitidezza, oppure che siano precluse all’occhio umano dall’altra sponda, indica il mutare del vento. Del resto, uno degli spettacoli che lascia maggiormente di sasso i visitatori che scendono nel Salento per la prima volta è proprio il poter scorgere, magari dopo una notte passata a ballare, il profilo di una catena montuosa di un’altra nazione. Il rovescio del primo detto, che titola questo paragrafo, è invece “Muntagna scura, tramontana è sicura”. Anche in tempi recenti, del resto, nelle giornate di scirocco le massaie

si astenevano dal panificare o dall’imbottigliare il vino. Ancora peggio andava per chi lavorava nei campi o in mare: piogge improvvise e torrenziali, grandine, gelate, caldi tropicali o forti venti erano i loro incubi costanti. Clear mountains, sirocco on the sea (if the Albanian mountains can be clearly seen, there is the sirocco) The horizon toward Albania has always been a point of reference for the eastern coast dwellers. The change of the wind is indicated by the possibility to see clearly the Albanian mountains. Indeed, in Salento when visitors come for the first time, they are amazed when they can see the profile of mountains of another nation. The opposite expression is Dark mountain, surely north wind. In recent days, housewives didn’t knead bread or bottle wine. The worst was for who used to work in the countryside or on the sea: unexpected or torrential rains, hailstorms, intense cold or tropical hot, strong winds were their nightmares.

Quannu la vacca ota lu culu allu jentu, statte ciertu ca nu 'cchioe 'cchiui (Quando la mucca gira le spalle al vento, stai sicuro che non pioverà più) Spirito d’osservazione, costanza ed esperienza dettero i loro frutti. Le generazioni che ci hanno preceduto si sono quindi preoccupate di non disperdere questo patrimonio culturale accumulato nel corso di millenni, facendolo pervenire fino a noi attraverso un accurato passaparola fatto di modi di dire, motti, proverbi, brevi rime, semplici e di facile memorizzazione. Molti di essi riguardano le abitudini degli animali: si riteneva, per esempio, che quando le vacche si giravano a favore di vento, non avrebbe più piovuto e che, quando i montoni iniziavano a saltare, sarebbe arrivato il freddo da un momento all’altro. A questa saggezza antica, nonostante l’alta tecnologia di cui si avvalgono i meteorologi moderni, guardano ancora i nostri contadini e pescatori. When the cow turns its shoulders to the wind, you must be sure that it won't rain Observation, experience and perseverance yielded fruits. The past generations had amassed this cultural property made up of particular expressions, mottos, proverbs and short rhymes; so they gave it to us through an accurate order passed by word of mouth. Lots of these expressions are referred to animals’ behaviour, for example: when cows were in the wind direction, it wouldn’t had rain anymore. When ram started to jump, the cold weather would had come suddenly. Our farmers and sailors keep on considering this ancient folk culture, though the high technology is used by meteorologists. Salento review//111


//titolo 1//titolo2

Quannu ‘dderlampa de Tramuntana, l’acqua nu ‘nnè luntana I nostri più antichi antenati, impotenti davanti alle forze della natura, cercarono di anticiparne le manifestazioni più intense. Le scarse conoscenze tecniche li obbligarono a ricercare nell’ambiente esterno i segnali premonitori del maltempo. Si arrivò, addirittura, all’elaborazione di un modello di previsione annuale: come, lo scoprirete nel prossimo numero. When lightning come from the north, the rain is not far away Our ancestors were powerless in front of the natural events so they tried to anticipate its most intense manifestations. The poor technical knowledge forced them to search the signs of the bad weather in the surrounding environment. They created a prevision annual scheme, but you will discover it in the next number. l

Grecu e Levanti, acqua de retu e acqua de nanti (Con il grecale ed il levante, acqua di dietro ed acqua davanti) Perfino la storia in parecchi casi dovette fare i conti con i capricci del tempo: se ne accorse a sue spese il grande Napoleone che perse definitivamente il suo impero per un mese di giugno, quello del 1815, così piovoso da ridurre quasi ad un acquitrino il campo di battaglia di Waterloo. Ma senza spingersi con esempi troppo illustri, basti ricordare che dalle previsioni del tempo dipendeva soprattutto l’attività di sostentamento quotidiano e le decisioni prese incautamente, oppure fondate su pronostici errati, potevano costare il raccolto o la sua qualità. Per non parlare delle attività di pesca: la sapienza marinaresca difficilmente la si può cogliere alla sprovvista. Gregale and levanter, rain from front and behind In many occasions, even History faced the weather quirks: Napoleone lost his empire in June 1815. In Waterloo that year June was such a rainy month that the battlefield had become a marsh. But there’s no need to think of famous episodes, we can remember that the everyday maintenance used to depend on the weather forecast and unwise decisions or incorrect predictions could ruin the crop or its quality. And about the fishing: the sailors are hardly taken by surprise. l

112//turismo//cultura//arte//informazione


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//cultura

teatro

Il teatro, veicolo di progresso civile in una societĂ fragile Le ristrettezze delle finanze pubbliche non fermano la programmazione dei Cantieri teatrali Koreja, avamposto di cultura e aggregazione sociale della cittĂ di Lecce. Il programma dei prossimi mesi di Franco Ungaro

114//turismo//cultura//arte//informazione


La crisi fa sentire i suoi effetti sul

di essere veicolo di crescita culturale e civile in una

teatro, la cultura e l’a rte. Anche nella

società allo sbando.

nostra regione chiudono teatri, si sciolgono com-

Quella che ci attende sarà una stagione che rimette

pagnie e molti amministrazioni pubbliche non rie-

al centro del progetto il lavoro dell’attore e dell’ar-

scono a varare le loro programmazioni.

tista, che si misura con le necessità e le emergenze

Noi siamo qui a rispettare gli impegni che abbia-

del presente e che guarda all’altro, alla diversità

mo preso con noi stessi che quotidianamente e da

culturale e sociale. L’attore, l’artista e le sue comu-

lungo tempo dedichiamo le nostre migliori energie

nità di riferimento. Sarà una stagione giovane che

al teatro. Siamo qui a rispettare gli impegni con

non perde però punti di riferimento nella storia e

le istituzioni che in mezzo a un mare di difficoltà

nell’esperienza di Koreja. I Cantieri sono diventati

hanno fiducia nel nostro lavoro e nella qualità del

meta privilegiata per tantissimi ragazzi e giovani

nostro progetto. Siamo qui a rispettare gli impegni

che vi trovano modelli, maestri, pratiche e sogni

con il nostro pubblico, bambini, giovani, adulti, fa-

necessari per superare paure e limiti. Ma ai Can-

miglie che ancora credono nella capacità del teatro

tieri tornano testimoni e protagonisti della cultu-

Salento review//115


//cultura//teatro

ra teatrale che hanno segnato il secolo passato. Il ponte fra tradizione e contemporaneità si consolida e ci proietta dentro le contraddizioni del nuovo secolo. Sarà una stagione di viaggi nel vecchio e nel nuovo mondo con gli spettacoli che porteremo in giro. L’overture è affidata alla decima edizione di “Open Dance”, spazio aperto alle novità coreografiche, nazionali e internazionali che mettono al centro il danzatore e la sua capacità di mostrare, attraverso il corpo, qualcosa di diverso dal quotidiano a un pubblico che cresce di anno in anno. Una provocazione al contemporaneo che mette al centro la danza e la sua capacità unica di far emergere l’invisibile, di riconsiderare la condizione umana, di pensarla, di percepirla. Il programma mette in fila il meglio della danza contemporanea e del teatro danza italiano e internazionale, da Abbondanza Bretoni a Virgilio Sieni, dal Balletto del Sud ai giovanissimi Marco D’Agostin e Francesca Foscarini, da Artemis Danza a Kinkaleri e a Le Supplici di Fabrizio Favale. Attesissima il 19 ottobre la prima nazionale di Twerk con i francesi Cecilia Bengolea e François Chaignaud. A novembre, invece, parte la diciannovesima edizione del Teatro in Tasca, un omaggio all’incessante rinnovarsi del pensiero bambino che ci abita. I bambini compiono ogni giorno atti di vita nei loro giochi di finzione e diventano pubblico di se stessi senza rendersi conto di quanto quei giochi spalanchino le porte sul mondo; così ci chiediamo se gli adulti, a confronto con quei pezzetti di immaginario bambino che il gioco del teatro regala, riescano a dialogare con l’infanzia in uno scambio alla pari. Teatro in Tasca è un’occasione per stare insieme, per un salto nel tempo, per una capriola all’indietro. Un programma che vede il ritorno di alcuni spettacoli cult come Nessun Dorma di Kinkaleri e Di segno in Segno di Giallo Mare Minimal Tea-

tro più alcune novità come il Rocamora Teatre di Barcellona o i Madame Rebinè di Torino che per il consueto appuntamento della Befana mettono 116//turismo//cultura//arte//informazione


in scena uno spettacolo fra giocoleria, trapezio,

Foto di Pierpaolo schiavone

magia, canto, musica, commedia dell’arte, danza, acrobatica e clown. E poi ancora Teatro Distinto di Alessandria, il Crest di Taranto, il Teatro degli Accettella di Roma e Luigi Maio da Genova con la sua Hystoire du Soldat.

La stagione Strade Maestre sarà un po’ l’emblema del nostro approccio al teatro, il teatro fatto da attori che riescono ad accompagnarci nella scoperta di ciò che non conosciamo, di ciò che non vediamo solitamente, nella scoperta di percezioni diverse con molta attenzione all’impegno civile e all’attenzione per l’altro, il diverso. Si aprirà con il debutto del nuovo spettacolo di Koreja che si misura con Il Matrimonio tratto dalla famosa commedia di Gogol, un classico della tradizione teatrale dell’Est Europa. Poi, in scena, l’at-

“Senso Plurimo 5”, la rassegna ideata e curata da

teso ritorno di Cesar Brie dall’Argentina e di Babi-

Marinilde Giannandrea che in questi anni ha fat-

lonia Teatri da Verona, Paolo Pisanelli con il suo

to interagire l’arte contemporanea con il pubblico

Aquilane performance di cine-teatro ispirata alle

del teatro. Quest’anno intende aprirsi a una di-

voci e alle visioni da una città dispersa, il Teatro

mensione nazionale e integrare il suo tradizionale

Cargo di Genova con L’Odissea dei Ragazzi, il Te-

spazio espositivo destinato a sei mostre personali

atro Kismet di Bari con Piccola Antigone Cara Me-

dea di Tarantino, l’Associazione Nireo con Canzoni

di giovani artisti tra cui Gianluca Marinelli e Fabio Mazzola, con progetti di ricerca, formazione

Anni30, Il Racconto dei Promessi Sposi del Teatro

e produzione artistica e con quattro residenze/la-

Invito di Lecco, Nicola Savarese con una conferen-

boratorio.

za-spettacolo su Shakespeare, le lezioni-spettacolo

Luca Coclite, Raffaele Fiorella, Francesca Loprie-

di Gino Castaldo su Frank Zappa ed Amy Wine-

no e Luigi Massari, invece, in stretta relazione con

house, Pontedera Teatro e la compagnia Berardi-

il pubblico e con la città, faranno interagire arti

Casolari, solo per citarne alcuni.

visive, teatro, musica, i linguaggi della rete e la di-

E come sempre spazio all’arte contemporanea con

dattica laboratoriale. l

The theatre, vehicle for the civil progress in a fragile society

“Open dance” is a space open to the national and international choreographic news, which put at the centre the dancer and his/her ability to show through body something different from the daily things to a public that increases year by year. In November, the nineteenth edition of “Teatro in Tasca” starts, a tribute to the unending rebirth of kid-like thinking which lives in every one of us. The season of “Strade Maestre” is going to be the symbol of our approach to theatre, theatre made by actors who accompany us to discover what we don’t know, what usually we don’t see, in the discovery of different perceptions paying attention to social commitment and to the “other”, the diversity. And always space to contemporary art with “Senso Plurimo 5”, the exhibition created and edited by Marinilde Giannandrea who has made interact contemporary art with theatre public in these years. l

The limited public financial resources don’t stop the Cantieri teatrali Koreja’ s planning, outpost of culture and social meeting in Lecce. The schedule for the next months by Franco Ungaro

T

he project of the newcoming season is going to focus on the actor and artist’s work, which competes with present necessity and emergencies and it looks at the “other”, at cultural and social diversity. Actor, artist and his reference communities. It is going to be a young season which doesn’t loose points of reference in the history and experience of Koreja. The tenth edition of “Open dance” looks after the overture.

Salento review//117


//territorio

cucina

Un menĂš per ogni stagione: le ricette dell'autunno La nostra rubrica di cucina propone dei piatti tipici del territorio che rispettano la stagionalitĂ degli alimenti. Si ringraziano Blu Notte, Le Dune Suite Hotel e Nautilus.

Blu Notte Mezzi rigatoni semi integrali con storione affumicato Per 4 persone 400 gr. di mezzi rigatoni semi integrali 100 gr. di storione affumicato 25 gr. di pinoli 4 pomodori secchi mollica di pane fritto finocchietto selvatico olio q.b. Aglio q.b. Vino bianco q.b.

118//turismo//cultura//arte//informazione

PROCEDIMENTO In una padella mettete olio e aglio, fate soffriggere e aggiungete lo storione tagliato a cubettini piccoli; tirate il tutto con del vino bianco e quando sarĂ evaporato aggiungete i pomodori secchi, i pinoli e qualche ciuffetto di foglie di finocchietto. Lessate la pasta, scolatela e aggiungetela al condimento. Mettete il tutto in un piatto da portata e sopra spolverizzate con pane grattato tostato in olio.


Filetto di Tonno “Pinna Gialla“ scottato, con composè di verdure aromatizzate allo Zucchero di Canna e cacio ricotta Per 4 persone 600/800 gr di polpa di tonno pinna gialla, sedano, pomodorini, melanzane zucchine, cipolla rossa, aceto bianco di vino, zucchero di canna, sale, pepe, rosmarino

Presentazione Tagliate il tonno e disponetelo su un letto di verdure, guarnite a piacere e infine decorate con un po’ di cacioricotta.

Procedimento Lavate e tagliate le verdure a julienne. Soffriggetele con olio, aggiungendo le verdure in base al tempo di cottura che ognuna necessita, salate pepate, aggiungete un po’ di zucchero e lasciate caramellare, infine bagnate con l’aceto e fate ridurre. Nel frattempo scaldate una padella, aggiungete olio e rosmarino, cuocete il tonno per pochi minuti in modo che l’esterno risulti dorato e croccante e l’interno rimanga quasi crudo.

Melba avocado e menta Per 6 persone Per il pan di spagna: 8 uova, 200 gr. di zucchero, 200 gr. di farina, 1 bustina di vanillina Preparazione Montate le uova con lo zucchero, fino a che il composto diventi morbido e spumoso, aggiungete la farina setacciata con la vanillina, mescolate dal basso verso l'alto, versate il composto in un tegame precedentemente imburrato ed infarinato. Infornate a 180 gradi per circa 40 minuti.

Per la crema: 500 gr. di mascarpone, 5 uova, 75 gr. di zucchero, 1 lime, 10 foglie di menta, 1 tazzina da caffe di sciroppo di menta, 1 avocado, 1 cucchiaio di olio di mais, 1/2 litro di panna dolce, 1 buccia di limone grattugiato Preparazione In una ciotola mescolate mascarpone e 5 tuorli d'uovo e lo zucchero, montate a parte l'albume a neve ben sostenuto, aggiungetelo quindi al composto mescolando sempre dal basso verso l'alto. Aggiungete la menta sminuzzata e lo sciroppo di menta e la buccia del lime grattuggiata. Riponetelo in frigo. Sbucciate l'avocado e tagliatelo a pezzi, riponetelo in una ciotola alta e stretta, aggiungete quindi la panna, l'olio e con un mixer ad immersione frullare il tutto fino a renderlo morbido e spumoso. Aggiungete infine la buccia di limone grattuggiata. Lasciatelo riposare in frigo. Con un coppapasta formate dei dischi con il pan di spagna e sistemateli in stampini a charlotte di egual misura, farcite il primo strato con la crema a mascarpone, sovrapponete l'altro disco ultimate la farcitura con la crema all'avocado fino al bordo dello stampo. Livellate con una spatola, riponetelo in frigo per almeno tre ore prima di servire, decorate con violette menta e limone, oppure frutta di stagione.

Salento review//119


pubbliredazionale

//aziende Italica in Tours, Via Imbriani, 10/A - Lecce (LE) - Tel./Fax+39 0832.345632 - lecce@italicaintour.com Dal lunedì al venerdì 9.30-13.00 e 16.30-19.30 - sabato 9.30-12.30

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onoscenza approfondita, strumenti avanzati, supporto

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Un'immagine dell'interno della nuova agenzia.

dai salentini? «Le mete preferite dai vacanzieri salentini sono le varie crociere nel Mediterraneo o nel nord Europa. Molto richiesti risultano

120//turismo//cultura//arte//informazione


essere i soggiorni nella Grecia continentale o nelle isole tanto dello Ionio quanto dell’Egeo».

Alcune immagini delle destinazioni più richieste: caraibi e Grecia.

E le mete per la stagione autunnale? «Be’, le crociere restano sempre al primo posto nella scelta del viaggio in autunno e in primavera. Tuttavia i Caraibi, col loro fascino esotico e sempre estivo, sono sempre più spesso scelti dai salentini come meta per una vacanza fuori stagione. l Salento review//121


//in viaggio

dal salento a parigi

Donna affascinante e ammaliatrice, Parigi la si deve ascoltare Guida impressionisticosentimentale alla capitale francese: “Ha le cicatrici ben rimarginate di chi ha visto la protesta, la ribellione e il sangue con cui ha reso fertile terreno e aria� di Jessica Niglio

La Senna e la Tour Eiffel, in una panoramica notturna. 122//turismo//cultura//arte//informazione


Ho pensato, contrariamente a ciò

nutrire e vestire i più grandi artisti degli ultimi

che i luoghi comuni suggerivano, che fosse tutto

due secoli.

tranne che una città romantica. Parigi è altera pri-

Non c’è nulla che si dica a voce alta, complice quel-

ma fra tutte le cose, e poi è anche delicata, sobria,

la cadenza sospirata della lingua francese, non v’è

elegante; è l’intensità assoluta della bellezza, nel

traccia di disordine, che non sia quello delle menti

suo valore esteticamente più oggettivo, inarrivabi-

creative, percepito e ronzante.

le e trascendente, e allo stesso istante è l’intensità

Un cammino mai interrotto da clacson di automo-

assoluta della emotività più profonda.

bili, né da rifiuti scomposti, tra insegne poco lu-

Parigi è, a piedi, da percorrere e guardare con gli

minose, perfino i segnali stradali paiono indicare

occhi alti e ben attenti ai lati, fuori dagli schermi e

le strade sussurrando a occhi semichiusi. Tutto è

dagli schemi, troppo ampia, troppo satura di con-

al suo posto, a tratti in maniera quasi inquietante

tenuti suoi per essere racchiusa in un fotogramma.

perché possa essere sostenuto dall’innata fragilità

Parigi deve essere ascoltata, è donna silenziosa,

umana.

ben vestita, affascinante e ammaliatrice che rivela

Le passeggiate nel Jardin de Tuileries – a pochi passi

all’occhio scevro di preconcetti una lunga storia di cura puntuale per i dettagli. Ha le cicatrici ben ri-

da Place de la Concorde con il noto parco giochi in

cui campeggia la Roue de Paris, la ruota panorami-

marginate di chi ha visto la protesta, la ribellione

ca che guarda Parigi – e nel Jardin du Luxemburg

e il sangue con cui ha reso fertile terreno e aria,

in cui si scorge il mezzo busto dedicato a Chopin,

così tanto e così efficacemente da sapere cullare,

rivelano la luce sovrana ed eletta del tempo dello

Salento review//123


//titolo 1//titolo2

La ricerca delle storie non prescinde dal ripercorrere qualcuna delle tappe di Amelie Poulain, celeberrimo personaggio ideato dal genio di Jeanne Pierre Jeunet, con la passeggiata nel suggestivo e intenso quartiere di Montmartre, all’ombra del Sacre Coeur, tra i café e gli artisti. O sulle tracce di Gil, nella sua Midnight in

Paris, che Woody Allen ha accompagnato lungo un affascinante viaggio attraverso le età perdute. La ricerca della bellezza finisce in se stessi, in un percorso a spirale che fonde alla città, allo specchio di quelle opere d’arte che il Musée du Louvre rivela nell’imponenza leggiadra della piramide di vetro, tra le pennellate avanguardisticamente intrise di colore degli impressionisti nel Musée d’Orsay, prezioso gioiello che si scioglie nella Senna ai primi riflessi della sera. E infine lei, la leggera e sinuosa Tour Eiffel, madrina del cammino. È lì, sempre presente, a reggere le fila dei destini di chi le ruota attorno, di chi parte e chi ritorna e la guarda per l’ultima volta, di chi ha un aereo da prendere, di chi ha una stanza o un amore da raggiungere, di chi ha un futuro da rendere migliore e la guarda come una speranza. l svago del tardo pomeriggio, accomodati su sedie da giardino in ferro verde, al margine di laghetti di ac-

Charming and bewitching woman, you must feel Paris

que che mormorano ai bordi di pietra e alle fontane

By Jessica Niglio

ottocentesche.

irst of all Paris is proud, but it is delicate, sober and elegant too; in its aesthetically more objective value it represents the absolute intensity of beauty, it is incomparable and transcendent, and at the same time it represents the absolute intensity of the deepest emotionality. Walks in Jardin de Tuileries – close to Place de la Concorde with the famous park where there is the Roue de Paris, the ferris wheel towering over Paris – and in Jardin du Luxemburg, where you find the half bust dedicated to Chopin, show the supreme and select light of the leisure time in evening. Among half busts and cafè, in the various stations of the Metropolitain, in cosy talks, the gleams of art nuveau are light in iron decors of balconies, in columns of balustrades, in sunshades on balconies; the compound and linear harmony overwhelms the windows of the palaces, fading away in inexistent angles. The research of stories leads you to run through some of the places of Amelie Poulain, the famous character created by the genius of Jeanne Pierre Jeunet, with a walk in the suggestive and intense quarter of Montmartre at the shadow of the Sacre Coeur, among cafè and artists. Or through the traces of Gil, in her Midnight in Paris, in which Woody Allen has accompanied her through a long and fascinating travel in lost times. And finally her, the light and sinuous Tour Eiffel, the godmother of the route. She’s there, always there, to hold the destines of who’s around her, who’s back and who leaves watching her for the last time, who has a flight, who has a room or a love to reach, who wants to make his future better and looks at her as a hope. l

Tra i mezzi busti e i tavolini dei café, nelle sempre

differenti stazioni della Metropolitain, in raccolte e intime conversazioni, sono leggeri i bagliori dell’art nuveau, nei decori in ferro dei balconi, nelle colonne delle balaustre, nei parasole sui balconi; rompono senza troppo indugio l’armonia composta e lineare, sempre uguale, delle sequenze di finestre dei palazzi, fino a smorzarsi in angoli che non esistono. È lì, dove si immagina di poter trovare uno spigolo, si scova un Dall'alto verso il basso: vista sui tetti di Parigi da l’Opéra; Le Jardin de Tuileries e Le Café des deux Mulin, location del film Il favoloso Mondo di Amelie.

barlume di vita dietro una finestra obliqua. Poi risuona, all’imbrunire, l’acqua della Senna, quando passa accanto alla maestosa e apparentemente imponente Notre Dame de Paris, i suoi simpatici gargoyles affacciati ricordano una leggenda di una zingara e dell’amore di un gobbo.

124//turismo//cultura//arte//informazione

F



//in viaggio

da milano al salento

Dal business di Milano allo “state of Mind” salentino Barbara Busoni, ligure di La Spezia, sposata, con due figli, ha scoperto il Salento quando studiava a Milano. Da quel momento non è più riuscita a farne a meno di Barbara Busoni

A gennaio “compio” dieci anni. Ebbene sì, sono già dieci anni che vivo qui, a Lecce, nell’ormai tanto famoso e rinomato Salento. Beh, quando l’ho conosciuto io all’inizio degli anni ’90 non era cosi famoso anzi, devo dire che nonostante abbia viaggiato parecchio, prima con i miei genitori poi da sola, non ero mai stata in Puglia. I miei primi contatti con questa regione sono iniziati a Milano dove ho frequentato un Master in Economia del Turismo: ma quanti pugliesi o meglio, quanti leccesi ci sono a Milano?! Nel giro di un anno ne ho conosciuti tantissimi e da subito sono entrata in contatto, tramite loro, con le tradizioni di questa terra: proprio a Milano ho iniziato a festeggiare San Martino, a mangiare pittule, pitta di patate e tanti altri piatti tipici. In un secondo momento, secondo un copione forse scontato, è arrivato anche l'amore salentino e così le vacanze estive e a volte anche quelle durante l’inverno si trascorrevano qui. Mi ricordo delle estati meravigliose e spensierate: sagre, feste, pizzica. Da subito mi sono sentita in un ambiente più che familiare. Questa terra mi ha attratto a tal punto che dopo tre anni di convivenza milanese dissi al mio fidanzato, oggi mio marito “perché non andiamo a vivere a Lecce”? Mi guardò sconvolto, ma alla fine lo convinsi mentre tutti i miei amici e i miei genitori ci andavano ripetendo: “Ma dove andate e poi, cosa farete”? A Milano lavoravo nel settore turistico ma del tipo business, in alberghi di grandi catene: quindi cos’altro potevo fare in questa terra che proprio in quegli anni acquisiva una visibilità prima impensabile? La mia prima esperienza l’ho fatta in un villaggio turistico come vice direttore. Èstata la più bella e formativa della mia vita: mi sono catapultata da Milano in un villaggio a Torre dell’Orso di nuova costruzione. Sono arrivata a febbraio del 2004, a giugno avremo inaugurato questa nuova struttura: eravamo io, il proprietario-costruttore e ovviamente tutti i suoi operai che parlavano solo in dialetto. Bene, nel giro di forse neanche un mese capivo tutto ed eravamo in una sintonia perfetta. Del Salento mi ha conquistato la capacità di farti sentire sempre al posto giusto, anche nelle situazioni più lontane da quella che era stata la mia vita fino a quel momento. Da quel giorno ho investito nella mia conoscenza turistica scoprendo angolo dopo angolo questa terra che ha veramente mille sfaccettature. Ho lavorato a Torre dell’Orso, a Santi’Isidoro, a Gallipoli sempre più coinvolta nel “vendere” questa terra che in fin dei conti non è neanche la mia. 126//turismo//cultura//arte//informazione


I miei amici leccesi mi dicono sempre che conosco più posti io di loro. Forse è vero perché quando arrivi da “fuori” e lavori con amore in questo settore, cerchi e scopri luoghi con una prospettiva diversa rispetto a chi è nato da queste parti. I miei primi “clienti” sono stati i miei amici settentrionali e i miei famigliari che ogni anno vengono a trovarmi. Nel 2009 ho deciso insieme ad altre due socie di inaugurare Amatravel, un tour operator con sede a Lecce specializzato per l’incoming Puglia: in questo modo cerchiamo di portare sempre più turisti in questo "estremo Sud d'Italia" perché il Salento non è solo mare meraviglioso, direi caraibico, ma è storia, è cultura, è arte, è divertimento. È uno “State of mind” come dice una mia amica toscana che ogni anno viene qui a trascorrere le sue vacanze. È vero, non è la terra dell'oro: ha tante contraddizioni, ha tanti “limiti” e difetti, il turismo stesso non ha seguito regole né una logica nella sua repentina espansione, ma questa non è un problema solo pugliese ma dell’Italia in generale. Ho vissuto trentadue anni al Nord e da dieci sono qui nel profondo Sud: vi devo dire che mi sembrano due mondi così diversi e lontani? No, non è così, ma una cosa la posso dire: sono passati dieci anni, mi sono sposata, ho fatto due figli, ho vissuto il Salento intensamente sia come turista che come residente e se oggi guardandomi allo specchio mi chiedo: “Lo rifaresti di venire a vivere qui”? La mia risposta è "Sì".

From Milan business to “the state of mind” of Salento Barbara Busoni, from Tivoli, married with two children, has discovered Salento while she was studying in Milan. Since then she couldn’t giving up Salento

I’

ve been living in Lecce for ten years, in the already famous Salento. I arrived here at the beginning of the ‘90s when Salento wasn’t famous at all, indeed even if I travelled a lot with my parents and alone, I had never been in Apulia. My first contacts with this earth started in Milan while I was attending a Master in Tourism Economy. In just one year I met a lot of people coming from Lecce and suddenly, thanks to theme, I knew the traditions of Salento: in Milan I started celebrating Saint Martino eating “pittule”, “pitta di patate” and other typical dishes. Then even love arrived from Salento and so my summer and winter holidays were spent right there. I remember such cheerful and wonderful summers: feasts, “pizzica”. I suddenly felt in a familiar place. I loved so much Salento that I asked my fiancé, now my husband, “why don’t we leave Milan and go to live in Lecce?”. He was shocked but finally I persuaded him, while all my friends and my parents kept repeating “ where do you go? What are you going to do in there?”. In Milan I used to work in big hotels: so what could I do in a place which was conquering such visibility? My first experience was as vicedirector in a touristic village in Torre Dell’Orso. It’s been the most beautiful and formative experience. All people were talking in dialect and in just one month I could understand everything. Our harmony was perfect. Salento has the ability to make you feel in the right place always. Since then I started to discover every angle of this earth which has thousands of aspects. I worked in Torre dell’Orso, Sant’Isidoro, Gallipoli; I became more and more involved in “selling” Salento even if it wasn’t my earth. In 2009 I decided to inaugurate Amatravel, a tour operator in Lecce specialised for the incoming Apulia: we try to bring more tourists to this part of south Italy because Salento is not just the wonderful Caribbean sea, it is history, culture, art, fun too. It is a “state of mind” as a friend of mine says. Ok, it’s not the earth of gold: it’s full of contradictions, full of limits and lacks; the tourism hasn’t follow rules in its sudden development, but in general this is an Italian problem. I’ve lived 32 years in the north and 10 years in the deep south but I can’t say that they are two different worlds. But I can say that 10 years have passed, I married, I have had two children, I’ve lived in Salento both as a tourist and as a dweller and if today you ask me : “ Would you do it again?” I answer: “Yes”. l

Salento review//127


//territorio

idee

La tecnologia al servizio della città: 40 audio guide a portata di clic L’associazione Amica ha realizzato sei tracce audio sulla storia di Lecce e trentaquattro sui principali monumenti del centro storico. Basta scaricare il codice qui sotto per averle gratuitamente Sei tracce audio sulla storia di Lecce e trentaquattro, più spe-

(sezione che contiene le schede dei beni esaminati con

cifiche, su altrettanti monumenti, per un totale di 220 minuti. Il tutto in un’ap-

foto, descrizioni, ubicazione nonché la relativa traccia

plicazione per smartphone e tablet realizzata dall’associazione culturale Ami-

sonora), Dove dormire e mangiare (sezione in cui sono

ca (audio musei a cielo aperto), nata nel 2011 grazie al bando Principi Attivi

presenti alcuni selezionati consigli per l’utenza), Percor-

della Regione Puglia. Il progetto, attualmente in fase di implementazione con

si (sezione in cui sono presenti i percorsi per fruire di

la traduzione in inglese, è localizzato sul centro storico del capoluogo, ma non

tutti i beni analizzati), Mappa (contenente i punti di

rappresenta un valido strumento solo al servizio dei turisti. Le narrazioni con-

interesse; inoltre, grazie a questa categoria l’utente che

tenute nelle audio guide, infatti, possono essere utili anche agli stessi residenti

non ha intenzione di seguire i percorsi suggeriti potrà

e ai salentini, che spesso non conoscono adeguatamente i tesori della propria

addentrarsi nel centro storico senza il bisogno di cartine

terra. Le chiese e i monumenti censiti sono stati raggruppati in cinque percorsi

o mappe cartacee), Storia di Lecce (sezione che contiene

– contraddistinto ciascuno da un colore diverso – e riprodotti su una mappa

le 6 tracce audio relative alla storia di Lecce). Il progetto

cartacea dove sono contenute anche indicazioni utili su dove dormire e man-

è nato da un’idea di Lucrezia Perillo e Luciano Baglivi

giare. Scaricando l’App, si avrà accesso ad una serie di categorie: Audioguide

con la collaborazione di Sara Romano. l

128//turismo//cultura//arte//informazione


© 2013 McDonald’s. Immagine puramente dimostrativa. Nei ristoranti aderenti.

07:0 DA OGGI APRIAMO PER COLAZIONE.

SURBO (LE) - c/o Parco Commerciale

FERROVIE DEL SUD EST E SERVIZI AUTOMOBILISTICI S.r.l.

Itinerari, ferroviari ed automobilistici, che si snodano dai trulli al mare, dai centri del barocco all’architettura naturale di favolose grotte, costituiscono preziosa guida e scelta intelligente per la scoperta di una terra ricca di storia e di suggestioni paesaggistiche.

FERROVIE DEL SUD EST E SERVIZI AUTOMOBILISTICI S.R.L. Sede legale e direzioni - Direzione di esercizio: Via G. Amendola, 106/d - 70126 Bari - Tel 080.5462111 - Fax 080.5462376 Sezione di esercizio: Viale O. Quarta, 38 - 73100 Lecce - Tel 0832.668111 - Fax 0832.668264 Sito web: www.fseonline.it - E-mail: fsudest@fseonline.it


Salento review

copia omaggio

N. 3


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