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Intersessualità: nell’arte, nella cultura nella modernità

CULTURA intersessualità:

nell’arte, nella cultura, nella modernità

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L’Ermafrodito dormiente è una scultura di marmo attribuita a Policleto e replicata da numerosi artisti, tra cui il celebre scultore barocco Gian Lorenzo Bernini. Rappresenta la figura mitologica dell’Ermafrodito, fusione dei due sessi: l’anatomia deriva dalle antiche raffigurazioni di Venere fuse con quelle ellenistiche del dio Dioniso. Il giovane dio è raffigurato dormiente, sensualmente riverso su un lenzuolo. Disteso sul fianco destro, ha la gamba sinistra piegata che poggia con il ginocchio sul triclinio. La testa, incorniciata da capelli intrecciati, è ruotata verso destra e poggiata sul braccio piegato; il braccio sinistro, in parte avvolto nel lenzuolo, è piegato e portato in alto. Se osservato posteriormente, l’ermafrodito mostra forme morbide e fianchi femminili. Se, invece, si cambia punto di vista, si scopre il membro del giovane addormentato. La distinzione netta tra le due visuali è voluta dallo scultore stesso, per mostrare, dapprima la parte femminile e successivamente rivelare le vere fattezze del dio. L’ermafrodito è un personaggio tipico della cultura greca. La sua origine è narrata da molti poeti. Secondo Ovidio, il quale ne parla nelle Metamorfosi, è nato dall’unione di Ermes e Afrodite, ma fu poi allevato dalle ninfe Naiadi, presso cui visse fino all’età di quindici anni, quando iniziò le proprie peregrinazioni. Giunto in Licia, nei pressi di Alicarnasso, incontrò la ninfa Salmace, la quale si innamorò perdutamente di lui e fu, però, respinta dal giovane. La ninfa, non accettando il rifiuto, si unì a lui con la forza e implorò gli dei di non separarsi mai dal suo amato. Quindi gli dei la soddisfarono e li fusero in un solo corpo che presentava entrambi i sessi. La visione classica dell’ermafrodito si collega a doppio filo con l’intersessualità moderna, ovvero un termine ombrello usato per descrivere la

presenza in una sola persona di caratteri primari e secondari di ambedue i generi o le alterazioni cromosomiche che riguardano la determinazione del genere. Questa condizione è presente in circa l’1,7% della popolazione mondiale ed è una caratteristica non acquisibile se non è congenita. L’intersessualità ha molte sfumature, divise in tre principali gruppi: la disposizione cromosomica differente da XY (alterazioni cromosomiche che riguardano la determinazione del genere), come XXX e XXY; la disposizione cromosomica incongruente con i genitali; i genitali ambigui, ovvero la presenza di più caratteri primari o secondari in un solo corpo. Se un neonato nasce con quest’ultima condizione, nella maggior parte dei casi, è il medico a scegliere quali caratteri tenere, determinando così il sesso del bambino. Questo può portare a una non coincidenza tra sesso assegnato e identità di genere. Tutte queste categorie sono racchiuse nel termine “condizioni intersex”. Attualmente l’intersessualità è riconosciuta nella comunità LGBTQIA+ e, in particolare, le associazioni di orgoglio intersessuale si battono per abolire la pratica che prevede l’eliminazione di uno dei due generi, promuovendo la scelta, se desiderata, del soggetto intersessuale nell’età della consapevolezza. Questa comunità è un perfetto esempio di desiderio di progresso e distaccamento dalla bellezza e dalla sessualità canoniche.

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