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supera la sceneggiatura Pandora Papers: come i ricchi diventano più ricchi

PANDORA PAPERS:

COME I RICCHI DIVENTANO PIÙ RICCHI

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IPanama Papers, pubblicati nel 2016, avevano mostrato come funzionano i paradisi fiscali e chi li controlla. Causarono una serie di proteste, investigazioni in più di 82 Paesi, e portarono moltissimi politici, coinvolti nello scandalo, a dare le dimissioni. In risposta ai Papers, Paesi in tutto il mondo avevano iniziato a varare leggi che rendessero più difficile l’evasione fiscale. I Panama Papers avevano, in parole povere, scosso la società. Cinque anni dopo, hanno un successore: i Pandora Papers.

Resi pubblici il 3 ottobre 2021 dal Consorzio Internazionale di Giornalisti Investigativi (ICIJ), sono stati definiti dal direttore generale dell’ICIJ Gerard Ryle “Panama Papers sotto steroidi.” Quest’inchiesta è durata due anni ed è la più grande mai fatta finora: ha coinvolto 600 giornalisti di 150 testate internazionali, tra cui anche L’Espresso. Questi documenti hanno svelato i segreti finanziari di 35 capi di Stato (attuali o passati), più di 330 politici da 91 Paesi e una lunga serie di fuggitivi, assassini, trafficanti, ex camorristi. Non solo: nell’elenco spiccano celebrità dello spettacolo, dello sport, della moda. Tutti costoro, che sembrano non avere niente in comune, sono clienti di studi internazionali che fabbricano offshore, ovvero società collocate in giurisdizioni estere dove non esistono le tasse e i cui titolari possono rimanere anonimi, evitando così le tasse del Paese dove risiedono. Come osserva l’ICIJ nell’articolo di introduzione all’inchiesta, “i documenti rivelano che molti dei leader, che potrebbero aiutare a porre fine al sistema offshore, invece ne beneficiano, nascondendo beni in società e fiduciarie segrete mentre i loro governi fanno ben poco per rallentare un flusso globale di denaro illecito che arricchisce i criminali e impoverisce le nazioni.” L’ipocrisia dei leader mondiali coinvolti è ancora più evidente se si esaminano gli acquisti compiuti tramite le compagnie offshore. Andrej Babis, Primo Ministro Ceco che durante la sua carriera si è

scagliato veementemente contro la corruzione dell’élite politica ed economica, ha comprato uno chateau da 22 milioni di dollari sulla riviera francese. Il re della Giordania, negli anni successivi alla Primavera Araba, quando il suo popolo è sceso in strada a protestare la mancanza di lavoro e la corruzione, ha comprato tre ville sulla spiaggia di Malibù per un valore complessivo di 68 milioni di dollari. E oltre a queste, almeno altre 14 residenze di lusso negli Stati Uniti e nel Regno Unito di un valore complessivo superiore a 106 milioni di dollari. Gli avvocati del re l’hanno difeso dicendo che secondo la legge giordana il monarca non è tenuto a pagare le tasse, e che possiede delle proprietà tramite compagnie offshore per ragioni di privacy e sicurezza. Queste affermazioni, che già suonano come futili tentativi di arrampicarsi sugli specchi, sono ancora più spregevoli se si considera che la Giordania è uno dei Paesi più poveri del Medio Oriente. Nel vicino Libano, dove da anni si discute della corruzione dei politici, la situazione è molto simile: Marwan Kheireddine, ex ministro di Stato e Presidente di una delle banche principali del Paese, nel 2019 aveva criticato i suoi colleghi per non aver preso nessun provvedimento che mirasse ad alleviare la terribile crisi economica che c’era in quel momento. I Pandora Papers rivelano che, in quello stesso anno, Kheireddine firmò alcuni documenti in qualità di proprietario di una compagnia delle Isole Vergini che possiede uno yacht da 2 milioni di dollari. L’ex ministro disse: “L’evasione fiscale c’è, e bisogna che il governo se ne occupi.” Che fosse uno strano modo per ammettere i suoi reati? Purtroppo, il politico che predica bene e razzola male è una figura che si ripresenta ancora e ancora. Il Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, in un’intervista del 2018 alla BBC, riguardo alle compagnie offshore aveva detto: “I beni di ogni funzionario pubblico devono essere dichiarati apertamente in modo che la gente possa interrogarsi e chiedersi cosa è legittimo. Se non ti sai spiegare, me incluso, allora ho qualcosa di cui rispondere.” Dopo che i Pandora Papers hanno rivelato che Kenyatta e la sua famiglia sono beneficiari di una società segreta in Panama e proprietari di cinque compagnie offshore, il Presidente e i suoi parenti si sono rifiutati di commentare. Tony Blair, Primo Ministro britannico e leader del partito laburista fino al 2007, nei suoi discorsi ha spesso parlato di come i ricchi e gli influenti evitino di pagare le tasse che spettano loro. Dai Papers è emerso che lui e sua moglie sono diventati proprietari nel 2017 di una villa vittoriana comprata tramite compagnie offshore. Questi sono solo alcuni esempi: la lista potrebbe continuare per molto, molto tempo. Io di politica non so niente, ma ho la sensazione che tutti questi uomini e donne di stato farebbero bene a seguire i loro stessi consigli. Perché, alla fine, la verità viene alla luce.

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