
4 minute read
Le bestie di Satana: quando la realtà
from Cassandra 109
by cassandra
LE BESTIE DI SATANA:
QUANDO LA REALTÀ SUPERA LA SCENEGGIATURA
Advertisement
“Il sonno della ragione genera mostri”
Le Bestie di Satana furono un gruppo di satanisti responsabili di alcune induzioni al suicidio e molteplici omicidi nella provincia di Varese, protagonisti di una sconcertante vicenda che tenne l’Italia con il fiato sospeso a partire dalla fine degli anni ’90. La raccapricciante storia di riti esoterici e crimini insanguinati viene svelata la notte fra il 23 e 24 gennaio del 2004, quando, nella serra di una villetta, i carabinieri scoprono il corpo con il viso sfigurato di Mariangela Pezzotta, 27 anni. È il rito di iniziazione al quale Andrea Volpe si è dovuto sottoporre per entrare nel gruppo delle Bestie: nel 2003 Nicola Sapone, uno dei leader, gli avrebbe intimato di uccidere Mariangela, la sua ex fidanzata, e di berne il sangue. Con il pretesto di una videocassetta da restituire, Volpe invitò a cena la ragazza in una baita di Golasecca, nella provincia di Varese. Mentre Elisabetta Ballarin, la sua nuova fidanzata, era in cucina a preparare due dosi di speedball (eroina e cocaina), egli, dopo una violenta discussione, sparò due colpi in volto alla Pezzotta, senza però ucciderla. Volpe e Ballarin, in condizioni alterate, chiamarono in aiuto Sapone il quale colpì la vittima agonizzante con un badile nella serra antistante lo chalet, per poi tornare a casa a Legnano. Prima di andarsene, ordinò di lavare ogni traccia di sangue, di seppellire la Pezzotta nel giardino e di spingere nel fiume la sua auto. Sapone dirà poi di non essere stato lui a commettere il delitto, ma di essere stato chiamato da Volpe a omicidio già commesso. Una volta seppellita la Pezzotta, Ballarin e Volpe guidarono l’auto della vittima per farla scivolare in un canale. I due andarono a incastrarsi su un muretto. Volpe scese dall’auto e si recò verso un parcheggio poco distante, invocando soccorso e dando in escandescenze. Ai carabinieri accorsi sul posto inizialmente dichiarò che lui e la fidanzata erano stati aggrediti da alcuni balordi mentre si trovavano appartati in auto, ma gli agenti si resero conto che in realtà la coppia aveva avuto un incidente causato dall’assunzione di stupefacenti e fecero trasportare entrambi i giovani in ospedale. Qui Elisabetta, ancora sotto l’effetto della droga, cominciò a mugugnare frasi, apparentemente sconnesse, riguardanti la morte di una certa Mariangela. A questo punto i carabinieri, assieme alla procura, iniziarono a indagare e il giorno successivo venne ritrovato il corpo della Pezzotta nella serra dello chalet, dove era stata sepolta che ancora respirava – come dichiarato da Volpe durante 6
gli interrogatori. Michele Tollis, padre dello scomparso Fabio Tollis, amico di Volpe, da anni cercava di capire dove fossero finiti suo figlio e Chiara Marino (due ex membri del gruppo dei quali si erano perse le tracce nel gennaio del ‘98). L’uomo portò il caso alla trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?” partecipando a numerose puntate; sin dal principio, non si fidò degli affiliati alle “Bestie di Satana”, i quali sostenevano che Fabio fosse scappato con Chiara per ragioni sentimentali. Quando Michele Tollis seppe dell’arresto di Volpe, ipotizzò agli inquirenti che la scomparsa dei ragazzi poteva essere collegata al delitto Pezzotta. Durante un interrogatorio Volpe decise di collaborare e confessò l’omicidio di Mariangela Pezzotta, per il quale era già trattenuto, ma anche quelli di Chiara Marino e Fabio Tollis. Tratti in inganno da Sapone e Volpe col pretesto di un rito, furono condotti nottetempo nei boschi di Mezzana Superiore, dove li aspettava una fossa profonda due metri, scavata giorni prima da Sapone e Volpe, assieme a Pietro Guerrieri e Andrea Bontade: quest’ultimo doveva fare da palo, ma non ne ebbe il coraggio e non si presentò, e venne poi indotto al suicidio nello stesso anno. Guerrieri, invece, non partecipò al delitto, ma, resosi conto delle proprie responsabilità, piombò in uno stato di depressione, aggravato dall’uso pesante di stupefacenti. Una volta giunti sul luogo, la Marino venne uccisa a pugnalate da Sapone, mentre Volpe si avventò sul Tollis che tentava invano di difendere l’amica. Tollis venne sopraffatto a coltellate anche da Mario Maccione e poi colpito sul capo con una mazzetta da muratore; Sapone gli infilò in bocca un riccio di castagno per soffocare le sue urla e gli inflisse una coltellata alla gola. Al termine le due vittime vennero gettate nella fossa. I corpi di Tollis e della Marino, ormai mummificati, saranno ritrovati dai carabinieri il 18 maggio 2004. Ma ora, vi chiederete, che fine avranno fatto i carnefici di queste atrocità? Quali condanne avranno scontato o staranno ancora scontando? Andrea Volpe, per aver collaborato con la giustizia, ricevette una condanna di 20 anni; Elisabetta Ballarin venne condannata a 23 anni, in carcere si è laureata in Didattica dell’arte e ora vive a Brescia; a Pietro Guerrieri spettarono 12 anni, ma venne rilasciato e mandato in comunità; anche Mario Maccione venne scarcerato, dopo aver scontato la pena di 19 anni. Infine, Nicola Sapone, il più mostruoso, ricette due ergastoli con isolamento per tre anni. È tutt’ora in carcere dove studia filosofia e continua a proclamarsi innocente.