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Un enigma come enigma
from Cassandra 110
by cassandra
CULTURA UN ENIGMA COME ENIGMA
Uno dei più recenti e sorprendenti enigmi della storia, per una sorta di (macabro) scherzo del destino, si chiama proprio Enigma. Enigma era una macchina da scrivere con delle caratteristiche molto particolari, ovvero dei meccanismi di crittografia, grazie ai quali le informazioni che passavano attraverso il congegno risultavano poi incomprensibili. Fu inventata nel 1918 dall’ingegnere tedesco Arthur Scherbius e, nonostante il fallimento degli inziali tentavi di commercializzazione per renderla un prodotto (relativamente) di consumo, durante la Seconda guerra mondiale, in seguito anche ad alcuni miglioramenti relativi al suo funzionamento, ebbe grande successo e fu ampiamente utilizzata dai tedeschi, per qualunque genere di comunicazione (anche quelle metereologiche). La cosa davvero sorprendente era che tutti i messaggi, che consistevano in comunicazioni radio, potevano essere captati da chiunque (per intenderci, anche dagli Alleati e anche da un qualsiasi giovane che avesse costruito un apparecchio radiofonico rudimentale per puro diletto), ma i meccanismi della macchina riducevano le informazioni a sequenze casuali di lettere, senza alcun apparente significato. Inoltre è bene ricordare che il numero delle combinazioni era talmente alto (una sequenza di 20 cifre) che nessuno avrebbe potuto analizzare tutte le possibilità. Ad ogni modo, per evitare che i loro nemici di guerra “inciampassero” nella soluzione dopo un certo numero di tentativi, i tedeschi cambiavano le impostazioni della machina ogni giorno alle 6 del mattino, rendendo di fatto inutile tutti gli sforzi compiuti dai crittografi inglesi per decifrare il codice di Enigma. Il lavoro di questo gruppo di esperti, linguisti, crittografi e matematici, era dunque vano e anche piuttosto frustrante, poiché era impossibile fare dei reali progressi. La vera svolta, senza la quale forse
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il codice non sarebbe stato decriptato, fu un’intuizione geniale di Alan Turing. Egli, infatti, riconobbe che nessuno sforzo umano sarebbe bastato per decifrare enigma, poiché il numero delle possibili combinazioni era troppo alto; per decifrare una macchina sarebbe stata necessaria una nuova macchina. Così, nonostante all’inizio non avesse neppure l’appoggio di colleghi e superiori, Turing costruì un complesso congegno, una nuova macchina, che per certi versi si può considerare un’antenata del computer, in grado di decriptare Enigma. Nel 1943 il gruppo di studiosi riuscì finalmente a completare la macchina, chiamata poi Ultra ed essa, fino alla fine della guerra, fu un’utilissima fonte di informazioni. Sebbene i miglioramenti apportati dai tedeschi su Enigma, nel medesimo periodo, abbiano reso a volte impossibile la decrittazione dei messaggi da parte di Ultra e, dunque, sebbene sia difficile definire con certezza quanto siano state determinanti le informazioni ottenute dagli Alleati, è certo che esse furono molto importanti. Infatti, fino agli anni Settanta, quando si scoprì dell’esistenza della macchina elaborata da Turing, in molti credevano che le informazioni fossero giunte agli inglesi grazie a qualcuno che faceva il doppiogioco, non di certo grazie alla decrittazione di una macchina ritenuta indecifrabile. Ad ogni modo, anche se la storia di Enigma, si concluse con la vittoria inglese, dopo la guerra Turing continuò a migliorare i metodi utilizzati per Ultra e i suoi studi furono d fondamentale importanza, a tal punto che egli viene considerato come il padre della scienza informatica, oltre che dell’intelligenza artificiale (credeva che quest’ultima si potesse raggiungere cercando di imitare i meccanismi del cervello all’interno di una macchina). La sua storia, però, a differenza dei suoi studi e delle sue invenzioni, non ebbe un lieto fine. Nel 1952 fu arrestato per omosessualità. In quegli anni, in Parlamento si discuteva sulla possibile abrogazione del reato di omosessualità e Turing, forse troppo fiducioso di fronte a questo nuovo clima e quindi incauto, non si difese dalle accuse e affermò che c’era nulla di sbagliato in ciò che aveva fatto. I tempi, però, non erano abbastanza maturi ed egli fu costretto a scegliere tra il carcere e la castrazione chimica attraverso una cura ormonale. Scelse la seconda, ma due anni più tardi, la depressione e l’umiliazione dovute al trattamento lo indussero a suicidarsi, condannato da un’epoca che aveva contribuito a salvare.