3 minute read
L’enigma della Cina: chi scappa e chi scommette
from Cassandra 110
by cassandra
ATTUALITÀ L’ENIGMA DELLA CINA: CHI SCAPPA E CHI SCOMMETTE
Se devo pensare a un termine che riassuma il modo in cui la Cina appare agli occhi degli osservatori occidentali, mi viene in mente il termine ‘enigma’. Per le difficoltà linguistiche, e perché un intreccio di fattori storici ha limitato gli Europei nell’entrare intimamente in contatto con una civiltà complessa e di difficile decifrazione per essi. La realtà cinese è enigmatica anche per la sua natura di istituzione fondata su un ordine tradizionale consolidato nel tempo e costituito da leggi scritte, gradi di giurisdizioni, gerarchie di corpi di controllo, ma dal carattere monarchico, con una autorità imperiale remota, temibile, accentrata e senza limiti. Paradossale il fatto che un paese di immensa ricchezza, vivacità economica e demografia esplosiva presenti forme sociali, culturali, tecnico-scientifiche ed economiche fortemente ancorate alla tradizione, tanto da apparire del tutto stazionario. Si oscilla tra fasi di ammirazione e mitizzazione, e fasi di critica e disprezzo. La storiografia e la diplomazia l’hanno definita “Chinese puzzle”, per esprimere il senso di diversità e di estraneità del mondo cinese nell’opinione occidentale. Tanti investitori temono la stretta autoritaria presa dal governo cinese e sono pronti a scappare. Il divieto sulle criptovalute, i controlli stringenti sulle società dell’alta tecnologia e sui cittadini, i colossi dell’immobiliare a un passo dal default. Preoccupa la notizia del boicottaggio degli Stati Uniti alle Olimpiadi Invernali cinesi: le motivazioni di timore sembrano essere tante, a fronte di un’industria cinese particolarmente rampante e dinamica. Un Paese con risorse straordinarie che sta prendendo decisioni discutibili, costretto a fronteggiare l’esuberanza di una crescita disomogenea e insostenibile. Che cos’è la Cina, quindi, se non l’enigma che conquista e affascina per la sua indecifrabilità apparente, con continue trasformazioni e contraddizioni? Dalla fine dell’era di Mao Zedong, morto nel 1976, il Paese si è aperto a enormi trasformazioni e cambiamenti radicali, pur rimanendo quel grande
Advertisement
enigma che affascina da millenni, con i sogni e progetti che l’hanno eletto potenza del XXI secolo. La Cina viveva i bagliori della Rivoluzione Culturale, follia collettiva che causò perdite e sofferenze a tutto il popolo cinese. Quel colossale elettroshock ha causato, per reazione, il risveglio del Paese: l’era delle Riforme, la scoperta del mondo e soprattutto del successo economico e scientifico che la Cina ha espresso negli ultimi prodigiosi 40 anni, con l’ambizione di guadagnare la prima fila sul palcoscenico mondiale. Diverse città sono annoverate fra le metropoli più moderne del pianeta; le grandi opere sono il vanto della tecnica: ferrovie ad alta velocità, aeroporti avveniristici, la più grande e moderna rete autostradale al mondo e l’eliminazione della povertà totale, successo avvenuto con dieci anni di anticipo rispetto all’agenda delle Nazioni Unite. Dove sta andando la Cina? Ha ancora molto da sistemare al suo interno: la modernizzazione dell’agricoltura è lontana; le tensioni sociali e politiche con le minoranze (tibetani e uiguri) sono lungi dall’essere appianate, il terrorismo islamico, le manifestazioni insurrezionali per il separatismo. La Cina è riuscita diventare la Potenza numero due, ma forse già numero uno: da qui, la sua demonizzazione a opera dell’Occidente. La dottrina Biden, fatta di minacce, riarmo, nemico da abbattere, non mette in difficoltà la Cina, che è per la cooperazione pur nella competizione. L’opinione pubblica italiana è divisa tra amici della Cina e oppositori, nonostante rappresenti per le nostre aziende un business di grandi numeri. La storia cinese è ricca di celebri personaggi italiani: Marco Polo, Matteo Ricci, Giuseppe Castiglione, i più conosciuti. Personalità illustri che hanno ottenuto il rispetto e l’ammirazione della classe dirigente imperiale. Quello tra la Cina e l’Italia è da sempre un rapporto di buonissimo lontanato. L’Italia dovrebbe essere l’interlocutore privilegiato, ma in questi ultimi mesi sembra aver abdicato al suo ruolo di ponte tra Est e Ovest, rinunciando al suo ruolo diplomatico. Concludo con l’antica poesia cinese twittata da Elon Musk, ceo di Tesla, che si ritiene scritta da Cao Zhi, principe nell’epoca dei Tre Regni (216 d.C.): “Bollire i fagioli bruciandone gli steli, i fagioli piangono in padella, nati dalla stessa radice, perché tanta fretta di finirli...”. Il post ha ricevuto milioni di visualizzazioni su Weibo, versione cinese di Twitter, bandito nel Paese, innescando un dibattito sul significato che il miliardario avrebbe attribuito ai versi, insegnati a scuola in Cina per sottolineare l’importanza dell’andare d’accordo. Musk voleva svelare il nodo intricato di relazioni tra Cina e Stati Uniti, o solo mostrare la sua abilità con il cinese? Lascio a voi lettori cercare la leggenda per risolvere l’enigma.