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Intervista eloo

ATTUALITÀ INTERVISTA EELOO

L’11 di febbraio ho incontrato Filippo Valli, VE, per fargli alcune domande sulla sua app, Eeloo, in modo da scoprire qualcosa di più su come è nata.

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P.S. Come anche Filippo ha sottolineato, l’app è lontana dall’essere finita ed è dunque possibile che alcune delle risposte date qui non siano più vere nel momento in cui state leggendo.

Anna: Prima di tutto, come ti è venuta l’idea?

Filippo: L’idea mi è venuta quest’estate, quindi è da un po’ che ci stavo pensando anche se inizialmente non avevo assolutamente un progetto chiaro su cosa fare, come strutturarla. Il progetto originale era appunto di fare un social network per il Sarpi come esperimento, ma era molto vago. Poi per diversi mesi ho accantonato l’idea, pensandoci molto poco, finché durante le vacanze di Natale ho preso il Covid e essendo a casa a far niente ho avuto modo di ragionarci per qualche giorno; in particolare, ho pensato a cosa non mi piace degli altri social network e da lì sono partito.

A: Prima di questa esperienza avevi già delle nozioni di programmazione? E quanto è stato difficile creare e poi modellare l’applicazione?

F: Ho imparato a programmare all’incirca un anno e mezzo fa, però nello specifico applicazioni per i cellulari poco prima dell’estate scorsa. Tuttavia prima di Eeloo non avevo di fatto creato nulla, avevo solo la teoria. Imparare non è troppo difficile, ci vuole solo tempo, tanto tempo. Creare l’app è stato invece abbastanza complesso, alla fine l’importante non è stato il colpo di genio ma mettersi lì ogni giorno, nonostante la frustrazione: quando magari c’è una cosa difficoltosa da risolvere, che impiega tre giorni di continui blocchi perché non si riesce a sistemare, bisogna continuare a provare. Di per sé però la programmazione non è così difficile, può sembrare talvolta una cosa un po’ oscura ma non è nulla di spaventoso, serve solo avere la voglia.

A: Quindi hai imparato da solo.

F: Sì, sono autodidatta. Su internet si trova un po’ tutto ciò che può servire, sia da chi sviluppa i linguaggi di programmazione mettendo a disposizione delle guide, sia da chi impara ad utilizzarli a sua volta e fa delle

altre guide. È utile quindi per tutti i livelli di conoscenza, sia che tu abbia appena iniziato sia che sia già nel settore. Dunque è possibile imparare anche da soli.

A: Come è nato il nome? A cosa è ispirato?

F: Il nome è proprio l’ultima cosa che ho deciso; l’ispirazione è venuta da un gioco, mi piacciono i videogiochi, sull’esplorazione dello spazio in cui ci sono dei pianeti fittizi, uno dei quali appunto chiamato Eeloo. Vedendolo l’ho trovato carino e ho deciso di usarlo, di farlo mio.

A: Avevi altre idee per il nome?

F: All’inizio non avevo in realtà un nome già definito e quindi lo chiamavo SN, Social Network, anche se chiaramente era un nome provvisorio, che ho mantenuto finché poi l’app è uscita.

A: Come mai soltanto per il Sarpi?

F: In parte perché faceva parte dell’idea iniziale, ovvero di fare qualcosa per il Sarpi, ma poi anche per un discorso pratico, se l’avessi fatto aperto a tutti probabilmente non se lo sarebbe filato nessuno nell’oceano dei social network mentre così va ad inserirsi in un settore, un mercato, non esplorato per così dire. Essendo del Sarpi è unico, dunque sapevo che sarebbe interessato subito a qualcuno, come poi è stato.

A: Certo, poi di sicuro essendo interno alla scuola può aiutare a conoscere nuove persone, cosa che si è un po’ bloccata negli ultimi due anni.

F: Sì, soprattutto ora ma anche prima a scuola non c’erano molti luoghi di incontro, che era un’altra delle cose a cui avevo pensato ideando l’applicazione, è difficile conoscere studenti all’infuori della classe. Inoltre volevo provare a creare qualcosa che superasse il problema che secondo me hanno adesso i social network più comuni, ovvero che non pongono del vero valore nella socializzazione. Sono pienissimi di contenuti, certo interessanti, che però a mio parere non favoriscono un vero scambio fra le persone, su Instagram puoi vedere le storie di qualcuno ma rimane lontano da te, interagisci con il contenuto e non con la persona. Quindi era molto importante per me che ci fosse in Eeloo un’interazione diretta fra gli studenti, non io che guardo le foto di qualcuno ma io che scrivo a qualcuno, per conoscerlo ed avere un confronto vero. Per questo ho creato qualcosa a metà fra una chat e un social network. Anna Piazzalunga IVC

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