Sanitas La Riviste 2/22: Chi sono io?

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Chi sono io? Alla ricerca di noi stessi

18 __ Perdita del gusto: come succede e cosa si può fare 24 __ Fitoterapia: il potere curativo delle piante


È VERO O NON È VERO?

Lo schermo dei cellulari nuoce agli occhi?

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La luce blu utilizzata negli schermi piatti a LED e smartphone non gode di una buona reputazione. Sembra infatti che danneggi la retina e che con l’età causi persino la cecità. Ecco perché esistono gli occhiali con filtro anti luce blu. Ma sono davvero necessari? Studi recenti dimostrano che l’intensità della luce durante l’utilizzo di dispositivi elettronici è almeno cento volte inferiore a quella di una giornata nuvolosa all’aperto. Non vale quindi la pena acquistarli. Mentre fissare lo schermo del telefonino può effettivamente favorire la miopia, la luce del giorno la contrasta. Sembra inoltre che la sua percentuale di infrarossi aiuti a guarire i danni minori agli occhi.

… e voi, cosa avete sempre voluto sapere? Scrivetecelo. Siamo curiosi di leggere le vostre domande. redaktion@sanitas.com

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EDITORIALE / INDICE

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8 Care lettrici, cari lettori, cosa ci rende le persone che siamo? La professione, l’aspetto, l’origine? Forse la famiglia, gli amici, le esperienze personali? In questo numero della Rivista Sanitas ci chiediamo «Chi sono io?» Lo facciamo senza timori e senza tabù. Michel von Känel ci parla di un tabù particolare. Di giorno è insegnante e di notte una drag queen. Questa sua passione a volte lo rende vulnerabile agli attacchi, ma per molti è un modello di ­coraggio.­Alla­sua­storia­affianchiamo­un­colloquio con uno psicologo che invita i genitori a lasciare­che­i­loro­figli­si­esprimano­liberamente.­È­ incoraggiante anche il nostro articolo sul tema della­fitoterapia.­Noi­di­Sanitas­sosteniamo­il­ dolce,­ma­molto­efficace,­connubio­tra­la­medicina convenzionale e i prodotti dell’assicurazione complementare per i metodi della medicina alternativa. In questo modo, rispondiamo alle esigenze individuali dei nostri e delle nostre clienti nelle diverse fasi della loro vita.

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È vero o non è vero? L’angolo della notizia

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DOSSIER CHI SONO IO? Cosa forgia la nostra personalità? È la nostra impronta genetica a determinare la nostra vita o siamo noi a farlo con la nostra volontà?

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Cambio di ruoli: Michel von Känel è un artista e si esibisce di notte come drag queen. Di giorno, invece, è insegnante.

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Listicle: Conclusioni dalla ricerca sui gemelli.

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Intervista: Come si diventa assassini? Lo psicologo forense Jérôme Endrass guarda nelle profondità dell’animo umano.

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Infografica: Il corpo della donna è diverso; quello dell’uomo anche

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Condividere momenti: Quando si perdono il gusto e l’olfatto Un oggetto una storia: Chi accoglie con calore le proprie clienti? Rimedi fai da te: Un aiuto per la pressione bassa Essere attivi: Fitoterapia, curare le malattie femminili con le piante Sani ed Elina: La magia del circo L’assicurabolario: Ambulatoriale/stazionario, Condizioni generali d’assicurazione, modelli assicurativi alternativi

Copertina: Peter Zelewski

Dr. Andreas Schönenberger CEO, Sanitas

COLOFONE Editrice Sanitas Management SA, Jägergasse 3, 8021 Zurigo, sanitas.com/rivista | Contatto redaktion@sanitas.com | Responsabile generale Claudia Sebald | Redazione Leoni Hof (caporedattrice), Helwi Braunmiller, Jessica Braun, Paul Drzimalla, Julie Freudiger, Anna Miller, Katharina Rilling, Brigitte Wenger | Traduzioni Servizio traduzioni Sanitas | Art Direction Festland AG | Litografia Detail AG | Stampa swissprinters.ch | Crediti fotografici Tutte le immagini senza indicazione specifica sono di proprietà di Sanitas oppure sono dietro licenza Sanitas | Tiratura ca. 550 000; 13° anno; la rivista viene stampata su carta ecologica FSC | Pubblicazione 4 × l’anno in I, D, F | Il prossimo numero uscirà ad agosto 2022.

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L’ANGOLO DELLA NOTIZIA

L’app —

Puntura di zecca. E adesso?

Studio «Società digitale e solidarietà» —

La parola magica è «fiducia» La pandemia ha dato una grande spinta alla digitalizzazione, il che ha un impatto anche sul tracciamento e sulla condivisione di dati digitali sulla salute. È quanto emerge dal sondaggio rappresentativo «Società digitale e solidarietà» condotto dall’istituto di ricerca Sotomo su incarico della Fondazione Sanitas. Quasi nove persone su dieci possono immaginare di condividere i loro dati sulla salute in formato digitale con il proprio medico di famiglia. Il motivo principale: individuazione precoce di problemi di salute; ma anche gli aspetti positivi per la società. Il prerequisito è tuttavia la fiducia nella protezione e nella sicurezza dei dati. sanitas.com/studio-sotomo

La stagione calda è anche l’alta stagione delle zecche. In Svizzera i piccoli aracnidi sono molto diffusi e possono trasmettere la borreliosi o la meningite. A proposito: in Svizzera la puntura di zecca è considerata un infortunio e andrebbe segnalata all’assicurazione infortuni. Per evitare che si arrivi a tanto, è stata sviluppata l’app «Zecca». Oltre a consigli utili su come evitare il morso di una zecca, la funzione dinamica di allarme indica l’attuale potenziale di pericolo sul territorio. Se ciò nonostante non è stato possibile evitare una puntura, l’app fornisce le istruzioni su come togliere la zecca e contiene inoltre un diario, compresa la funzione di promemoria per il controllo. L’app «Zecca» gratuita è disponibile in italiano, francese, tedesco e inglese.

Video di allenamento —

In forma quando e dove volete Soffrite di mal di schiena? Lavorando da casa vi siete mossi troppo poco? Oppure volete semplicemente fare un training completo in un quarto d’ora? I nostri video sono la scelta giusta quando e dove volete. Basta premere play e partecipare. Vi aspetta un’estate attiva.

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L’ANGOLO DELLA NOTIZIA

Esercizio 2021

Cifre —

Il

72%

849 000 assicurati nel 2021 hanno fatto affidamento su Sanitas come partner forte per la salute. Il fatturato totale è stato di Maggiori informa90,2 milioni di franchi. zioni sul rapporto

di gestione e sulle nostre nuove offerte: sanitas.com/gb2021-it

App Sanitas Coach —

Addio stanchezza primaverile Siete sempre stanchi o stanche, ma di notte non riuscite a dormire? L’app Sanitas Coach vi aiuta a gestire meglio i vostri problemi di sonno. Questo dispositivo medico certificato determina la gravità del disturbo, fornisce un feedback personalizzato sulle abitudini del sonno e offre istruzioni concrete passo per passo nonché un diario per annotare dati relativi al sonno. Ora è disponibile anche in italiano, francese e inglese.

degli svizzeri intervistati fa regolarmente uso di integratori alimentari per migliorare la propria salute.

Fonte: Sanitas Health Forecast 2021

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DOSSIER CHI SONO IO?

Io sono io Uno sguardo allo specchio, un compleanno importante: ci sono momenti in cui ci chiediamo cosa fa di noi ciò che siamo. Se siamo cambiati. E se sì, perché. Quale ruolo svolgono i nostri geni e quanto influisce il nostro ambiente su di noi. Una cosa è certa, gran parte di come siamo e di come viviamo la nostra vita dipende solo da noi. Per fortuna.

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DOSSIER CHI SONO IO?

Trasformarsi non vuol dire nascondersi

Cosa significa LGBTQIA+? Intersessualità, transgender o non binario: nella rivista online vi spieghiamo cosa significano questi termini. sanitas.com/queer-it

Michel von Känel di giorno è insegnante e di notte si esibisce come drag queen. La trasformazione nella drag queen Paprika fa ormai parte di lui. Testi Anna Miller

Foto Colin Frei

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isneyland a Parigi, una gita in famiglia, la parata dei personaggi delle fiabe, le principesse Disney, la sirenetta Ariel. Tutti quei bei costumi e le parrucche. E poi c’è Michel, un ragazzino che resta a bocca aperta. A sei anni chiede una Barbie come regalo di com­ pleanno. Insieme al suo papà, le ammira sugli scaffali nel reparto giocattoli della Migros. Il padre esita per un attimo, ma poi pensa: «Sempre meglio di un’arma». Ha sempre solo voluto che i suoi figli fossero felici, racconta oggi Michel von Känel. Ha 24 anni, di giorno è insegnante di scuola media e una sera al mese si esibisce come drag queen. Una delle circa venti attive in Svizzera. Per i suoi spettacoli in­ dossa abiti magnifici che disegna e cuce da sé e si trucca meticolosamente davanti allo specchio. Gli ci vogliono tre ore per trasformarsi in Paprika, il suo ruolo che è allo stesso tempo forma d’arte ed espressione di sé stesso. Michel vive con i suoi genitori in un villaggio di 1600 anime nel Canton Argovia. Quando ha uno spettacolo, in­ siste che l’organizzatore gli dia la possibilità di cambiarsi sul posto. Trucchi e costumi sono in una valigia. Michel, infatti, vuole evitare di dover aspettare il treno vestito da drag queen. I crimini d’odio, ovvero gli atti di violenza con­ tro le persone della comunità LGBTQIA+, esistono anche in Svizzera. A suo padre è capitato di aver davvero paura per lui. A casa, Michel si è sempre sentito compreso. I ge­ nitori, sposati da 30 anni, provengono dall’ambiente di si­ nistra. Nella stanza dei bambini c’erano sia Barbie che Lego. A Natale, la famiglia dipingeva scenografie e cuciva co­ stumi, e quando Michel giocava con le bambole, suo fratello si univa a lui. Di tanto in tanto capitava che vicini o parenti chiedessero increduli: «Michel gioca con le bambole?»

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Il drag è l’interpretazione della femminilità A scuola, Michel non è mai solo. Ma sente di essere diverso. Anche se non sa veramente perché. Alle medie si unisce alla compagnia teatrale della scuola. Lì vede per la prima volta uomini piangere e mostrare i loro sentimenti. Allo stesso tempo, si rende conto che con alcuni ragazzi della sua classe si sente a disagio. Lo infastidisce la sessualizza­ zione del corpo femminile. E a lui non interessa chi bacia chi. Le grida, le azzuffate, il mettersi in mostra degli adole­ scenti lo ripugnano. L’idea che «boys will be boys», cioè che per i ragazzi è solo un gioco, secondo lui è sbagliata. «Gli uomini possono controllare i loro impulsi esattamente come chiunque altro», spiega Michel convinto. A volte, quando Michel si esibisce come Paprika, alcuni gli danno pacche sul sedere o lo toccano in altre parti del corpo solo perché è vestito da donna. È qualcosa che le donne conoscono, ma che agli uomini succede raramente.

«Il drag ha una componente politica.» Michel von Känel


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Michel von Känel si prepara solo dopo essere arrivato al locale per non esporsi alle ostilità.

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DOSSIER CHI SONO IO?

«Proprio per questo», spiega Michel, «il drag ha anche un elemento politico. È un modo di interpretare la femmi­ nilità». È una provocazione palese per chi ha un’idea preconcetta dei privilegi e della forza. E una figura di riferimento per tutti coloro che sanno cosa si prova a es­ sere emarginati. «Con la differenza che io posso cambiare ruolo se voglio.» Quattro anni fa Michel ha fatto il suo coming out da omosessuale prima con suo padre «forse perché già negli anni precedenti diceva cose come: ‹Quando vi presente­ rete a casa con la vostra prima ragazza o il vostro primo ragazzo …› Perché così mi stava dicendo che per lui sarebbe stato ok.» Il papà parla con la mamma. Lei ha bisogno di tempo per abituarsi alla nuova situazione. Ridefinire la virilità Negli spettacoli di Michel, all’inizio tutto ruota intorno ai costumi. All’espressione artistica, al teatro, alla recita­ zione, alla narrazione di storie. E a imparare a conoscere meglio la propria femminilità. Michel interpreta a volte una sirena, a volte un’aliena o una principessa. Ma per

«Mi sono accorto di poterli ispirare: mostratevi così Didascalia: Lorem ipsum come siete.» dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean

commodovon ligula Känel eget dolor. Michel natoque penatibus et mag

Michel il travestimento diventa presto qualcosa di più. «Salivo sul palcoscenico in costume e dei giovani inizia­ vano a piangere quando mi vedevano. Grazie a me alcuni hanno avuto il coraggio di aprirsi. E mi sono accorto di poterli ispirare: mostratevi così come siete.» Per il papà il fatto che suo figlio si travesta regolarmente da donna non è un problema. L’importante è accettare le persone così come sono. L’anno scorso ha partecipato alla Pride Parade e di recente ha iniziato a impegnarsi in una piccola asso­ ciazione di genitori con figli LGBTQIA+.

«Alla fine, l’importante è che i nostri figli possano esprimersi liberamente» Signor Garcia Nuñez, perché reagiamo alla vista di un uomo in abiti femminili? Perché viviamo in un mondo in cui i ruoli dei sessi sono chiaramente suddivisi in uomini o donne. Se qualcuno esce da questo sistema, rompendo, per esempio, con le convenzioni che regolano l’abbigliamento, si reagisce in modo molto forte. Come? Generalmente prima si ha un senso di irri­ tazione che poi spesso si trasforma in rifiuto. Poi però, nei reconditi del nostro essere: l’invidia. Difatti, rompere con delle regole è molto liberatorio.

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Anche i genitori di figli con un atteggiamento non conforme al proprio genere reagiscono così? Assolutamente sì. La deviazione di un bambino o di una bambina dalla norma di genere prevalente provoca incertezza in molti adulti. Il vero problema, allora, non è il comportamento del bambino? No, spesso lo è la reazione dei genitori. Se il figlio improvvisamente inizia a giocare con le bambole o se la figlia vuole un taglio di capelli maschile, dobbiamo chiederci: c’è qualcosa di male in questo? Dobbiamo imparare a riflet­ tere su noi stessi prima di voler standardiz­ zare il comportamento dei figli.


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Michel ha bisogno di quasi tre ore per trasformarsi in Paprika. I costumi scintillanti li disegna e li cuce lui stesso.

David Garcia Nuñez è specialista di psichiatria e psicoterapia e dirige l’antenna di varianza di genere presso l’ospedale universitario di Basilea. Per varianza dell’orientamento e del comportamento sessuale si intende che l’identità sessuale delle persone non si limita all’uomo e alla donna.

Quindi, istruire invece di rimproverare? Esatto. Spesso non sono nemmeno i genitori a non riuscire a gestire il cambio dei ruoli di genere. Ma i vicini, gli e le insegnanti o i pa­ renti. In quanto genitori stiamo sempre sotto osservazione da parte del nostro ambiente. Come fanno i genitori a gestire le reazioni critiche dei parenti? Proteggete il bambino o la bambina. Cercate il colloquio. E se questo non funziona, intensi­ ficate la cosa. Vostro figlio o vostra figlia ha bisogno di sostegno. Spesso basta mettere le cose in prospettiva. Dire: «Rilassatevi, i vestiti non sono importanti. Questo comportamento non è contagioso. E mio figlio è felice.» Alla fine l’unica cosa che conta è che i nostri figli possano esprimersi liberamente.

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È solo una fase? Questa è la reazione della maggior parte dei genitori. Vogliono banalizzare la situazione perché sperano che poi tutto torni come prima. Ma non è questo il punto. E allora qual è? Si tratta di prendere sul serio la situazione. Prendete sul serio i vostri figli. Incoraggiateli a scegliere come si sentono in quel momento. Dite loro che in famiglia e nel mondo c’è posto per qualsiasi loro scelta. È solo una fase? Forse no. Se i figli vogliono esprimere ciò che sentono, allora permetteteglielo. I figli non sono una prolunga dei loro genitori. Ed è importante capire che sono i figli a decidere del proprio ruolo sessuale.

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Di notte si trasforma in una star: Michel von Känel si esibisce col nome di Paprika, qui nel Club Labor Bar a Zurigo.

In passato, per lui era importante essere visto. Attirare l’attenzione su di sé. Forse perché nella vita di tutti i giorni era piuttosto tranquillo, addirittura timido. Ma il drag l’ha aiutato a crescere. «Vestito da donna, mi sento più forte. Molti pensano che il drag significhi fondamentalmente voler essere una donna, ma questo non ha niente a che vedere con il sesso biologico», spiega Michel. «Ma con il trasferimento della forza dal personaggio a me, Michel, l’uomo cisessuale. Sono un uomo e come uomo vivo la mia femminilità come una delle tante sfaccettature. Ho ride­ finito la mia virilità.»

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Copia o esemplare unico? Sono i nostri geni, il nostro stile di vita o l’ambiente a determinare chi siamo, che aspetto abbiamo e fino a quando vivremo? Ecco cinque conclusioni dalle ricerche sui gemelli. Testo Julie Freudiger

Illustrazione Sylvia Geel

Da decenni la scienza usa i gemelli come soggetti di studio ideali per scoprire in che modo i geni e i fattori esterni influenzano la nostra vita. I gemelli monozigoti, difatti, sono geneticamente identici, dal momento che derivano da una singola cellula uovo. Eppure non sono semplicemente una copia l’uno dell’altro. Il motivo di questo fenomeno interessa molto la scienza. Gli studi sui gemelli mettono anche a confronto i gemelli monozigoti con i dizigoti. Questi ultimi condividono solo la metà dei geni, ma di solito crescono nelle stesse condizioni. Da questo confronto, gli scienziati concludono quali sono i tratti ereditari, ottenendo quindi risultati utili anche per le persone che non sono nate in confezione doppia. 1. L’intelligenza è ereditaria, ma non si sviluppa se non la si incoraggia «Intelligenza e talento sono ereditari per circa l’80 %», spiega Anita Rauch, professoressa di genetica medica all’Ospedale universitario di Zurigo. Ma sono i fattori esterni a determinare se il potenziale genetico viene sfruttato appieno. 2. Per la propria salute si può fare molto Emicrania, pressione alta, diabete, acne o reumatismi: molte malattie sono determinate geneticamente. Tuttavia: «I fattori esterni come l’esercizio fisico e lo stress in­ fluenzano la predisposizione», osserva Rauch. Gli studi attuali sui gemelli monozigoti mostrano persino che i fattori ambientali hanno un impatto sul decorso del tumore al seno o della sclerosi multipla. 3. La longevità non è innata Uno studio sui gemelli del Regno Unito è arrivato alla conclusione che la longevità ha un grado di ereditabilità ridotto. I gemelli osservati nello studio sono deceduti in età e per malattie molto diverse. «Inoltre, il gruppo di cellule da cui si formano i gemelli monozigoti non sempre si divide in due metà uguali», spiega Rauch. Può quindi essere che solo uno di loro soffra di una malattia ereditaria.

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4. L’ambiente altera i geni Gli studi sui gemelli monozigoti hanno dimostrato che i fattori ambientali possono accendere o spegnere i geni. Infatti, più a lungo i gemelli vivevano separati, più il loro materiale genetico differiva. Non si tratta quindi di un destino scolpito nella pietra. Al contrario, anche i geni influenzano l’ambiente: chi ha una predisposizione al rischio, per esempio, cercherà amici disposti a correre dei rischi, i quali, a loro volta, rafforzeranno ulteriormente la situazione genetica iniziale. 5. Il gene della personalità non esiste È vero che le nostre caratteristiche fondamentali sono determinate dai geni, ma nonostante codice genetico e ambiente identici, i gemelli monozigoti presentano personalità differenti. Gli studi dimostrano che tutte le persone, anche i gemelli monozigori, percepiscono lo stesso ambiente e ne vengono influenzate in modo diverso. Altri studi invece concludono che le caratteristiche personali come l’inclinazione al rischio o a stare in compagnia sono ereditarie per una percentuale che va dal 30 % al 50 %. Ma non si è ancora riusciti a identificare i «geni della personalità».

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In base a quali fattori si determina se una persona ha sotto controllo la propria vita o meno? Casi estremi possono fornire risposte a questa domanda. In questo contesto, lo psicologo forense, il prof. dr. Jérôme Endrass, studia i motivi per cui l’essere umano diventa un assassino. Intervista Paul Drzimalla Foto Sebastian Magnani

Esiste il gene dell’assassino?

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Professore Endrass, lei è psicologo forense. Ci spieghi brevemente in cosa consiste il suo lavoro. Gli psicologi forensi lavorano con delinquenti violenti e criminali sessuali, al fine di minimizzare il rischio a loro correlato. In una seconda fase pianificano inter­ venti per ridurre il rischio di ricadute. Questi accer­ tamenti sono molto impegnativi, le relative terapie lunghissime. Ecco perché questa procedura si adotta con persone che rappresentano una grande minaccia. Le è già capitato di dire: «Ciò che ha fatto questa persona era inevitabile»? Vi sono casi in cui la personalità costituisce un elevato rischio. Alcuni sono pazienti psicotici che sentono ad esempio delle voci. Se a questo si aggiunge un passato di violenza, è quasi prevedibile che prima o poi suc­ ceda qualcosa. Poi ci sono altri che hanno una psicosi e una grave forma di disturbo della personalità, una cosiddetta psicopatia. Solo pochi che presentano simili caratteristiche di rischio marcate non commettono un reato. Bisogna dire, tuttavia, che non tutti gli assassini sono mentalmente malati e che la maggior parte dei malati psichici non sono violenti. Dobbiamo imparare a non stigmatizzare. Parla del passato. Quale influsso ha l’ambiente circostante? Possiamo diventare tutti assassini se c’è una concatenazione di circostanze avverse? Spesso c’è un’interazione tra biologia e ambiente. Se le persone inclini crescono in un ambiente favorevole, la probabilità che sviluppino un atteggiamento violento è bassa. Viceversa, se l’ambiente è difficile, ma manca la predisposizione psichica, la probabilità di ricorrere

alla violenza è solo leggermente più alta. Se l’ambiente è problematico e c’è l’inclinazione, le probabilità crescono esponenzialmente. In Svizzera il tasso di omicidi è molto basso. Se da noi qualcuno viene ucciso, vuol dire che molte cose sono andate storte. Quali sono i tipici tratti della personalità che fanno aumentare esponenzialmente il rischio? È marcato il comportamento antisociale, quindi molto impulsivo e poco empatico. Molte persone che com­ mettono un omicidio hanno la sensazione che per loro le norme e le leggi non valgano. Sono stati effettuati molti studi su questi soggetti che presentano una grande componente biologica probabilmente innata. Ma questo non spiega tutto. Come approccia la terapia in questi casi? Nelle persone che diventano violente individuiamo una determinata logica. Non in tutti i soggetti è ugual­ mente pronunciata ma molti sentono il bisogno di doversi legittimare. Questo lo fanno soprattutto i cri­ minali sessuali che molto tempo prima di commettere il delitto si preparano delle teorie per giustificare le proprie azioni. Lo facciamo tutti nella vita quotidiana, ad esempio quando giustifichiamo un costoso acquisto. Ma è determinante quanto il comportamento si di­ scosti dalla norma. Per una pausa di cinque anni serve più legittimazione che per cinque settimane di vacanza. Nei soggetti violenti e nei criminali sessuali questo cosiddetto lavoro di legittimazione è ancora più grande. Quando si mostra loro l’entità del costrutto di cui hanno bisogno per giustificare le proprie azioni, spesso si trova un buon approccio per una terapia.

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INFOGRAFICA

Il corpo della donna è diverso; quello dell’uomo anche Per molto tempo, l’uomo era considerato la misura di ogni cosa, anche nella medicina. Gli studi venivano condotti prevalentemente sul corpo maschile. Perlomeno in questo contesto, sarebbe meglio fare una distinzione tra uomini e donne. La medicina sensibile al genere è un vantaggio per entrambi. Testo Leoni Hof

Infografica Codeplay

Fonti: swissheart.ch, osteoporose-vorsorge.ch, Bollettino dei medici svizzeri: «Gendermedizin: Patientinnen unterscheiden sich von Patienten», Scandinavian Journal of Gastroenterology: Sadik et al., 2003, Alzheimer Svizzera.

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INFOGRAFICA

Cervello Circa 94 180 donne e 34 000 uomini sono affetti da demenza in Svizzera. La forma più comune di demenza, l’Alzheimer, progredisce più velocemente nelle donne che negli uomini. I cambiamenti ormonali durante la menopausa aumentano il rischio di sviluppare la malattia, così come i fattori di rischio specificamente femminili come i disturbi del sonno e lo stress.

Infarto

Dal manifestarsi dei primi sintomi, le donne aspettano di regola 50 minuti in più degli uomini prima di chiamare il medico. I sintomi tipici di un infarto nelle donne si distinguono da quelli degli uomini: – senso di costrizione o oppressione al torace invece di fitte e irradiazione del dolore – mancanza di respiro/dispnea, dolore alla parte superiore dell’addome, irradiazione alle braccia – sudorazione – mal di schiena – nausea/vomito

Sistema immunitario L’80 percento delle persone che soffrono di malattie autoimmuni come la sclerosi multipla o i reumatismi sono donne. Il sistema immunitario delle donne è più attivo e reagisce più fortemente; uno svantaggio quando questo si rivolta contro se stesso.

Medicinali Le donne hanno da 1,5 a 2 volte più spesso effetti collaterali che gli uomini. La quantità e la permanenza del principio attivo di un farmaco nel sangue varia a seconda della funzione renale, della massa grassa e muscolare, del contenuto d’acqua e della presenza di enzimi. Tuttavia, ciò non figura sul foglietto illustrativo.

Osteoporosi Le donne devono adattare il loro programma sportivo e la loro alimentazione al ciclo. Perché? Leggetelo qui:

Dal 30 al 40 percento degli uomini oltre i settant’anni soffre di osteoporosi. Cosa che di solito non viene riconosciuta, dato che è considerata una tipica malattia femminile. Mentre il calo degli estrogeni è il principale responsabile dell’osteoporosi nelle donne, le ossa degli uomini, invece, diventano fragili a causa di altre malattie preesistenti o della loro terapia.

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CONDIVIDERE MOMENTI

Niente ha più sapore Il caffè ha il sentore di letame, e la bistecca è insipida: un disturbo dell’olfatto e del gusto può avere molte cause. Dall’inizio della pandemia da coronavirus ne sono colpite più persone che mai. L’uso di libri di cucina e allenare i sensi aiutano a ritrovare il gusto di mangiare. Testo Jessica Braun

Foto Craig Robertson

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ffondare i denti in una barretta di cioccolato è un momento intenso: in bocca si diffonde un gusto piacevolmente dolce. Anche l’olfatto gioisce. L’aroma di cioccolato sale attraverso la gola fino al naso, sprigionando note piene e vellutate. Senza questo odore, la barretta di cioccolato sarebbe solo un massa indefinibile tra i denti. Una sensazione nota a chi ha già avuto il raffreddore. O il COVID-19. All’inizio della pandemia, fino al 75 % delle persone infettate soffriva di un’alterazione dell’olfatto e del gusto. «Per circa un terzo delle persone colpite, questa condizione persisteva ancora per mesi dopo l’inizio della malattia», osserva Kathrin Ohla. La psicologa e ricercatrice dell’olfatto e del gusto fa parte di un consorzio internazionale che studia questi disturbi. Con i suoi studi ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’iposmia e l’anosmia, ovvero la perdita parziale o totale dell’olfatto.

Un disturbo diffuso, non solo per il COVID-19 «In caso di raffreddore o allergia, spesso questi disturbi si manifestano soltanto finché il naso è otturato», spiega Ohla. A differenza dell’influenza: «In rari casi, questa può causare una perdita completa dell’olfatto.» L’anosmia può essere provocata anche da polipi, da un tumore, da un trauma craniocerebrale, dalla chemioterapia, da alcuni farmaci o dall’Alzheimer. Una graduale perdita dell’olfatto può anche essere un sintomo precoce del Parkinson. Ma la causa più comune è probabilmente l’età. Il senso dell’olfatto risulta limitato in un quarto degli over 50. Poiché peggiora solo lentamente, molti non se ne accorgono nemmeno. Per il COVID-19 è diverso: «Da un giorno all’altro, il caffè non ha più nessun sapore. Una sensazione inquietante.» Soprattutto quando questa condizione dura per mesi. «Compromette davvero la qualità della mia vita e mangio solo perché ho fame. Ma gustare il cibo è impossibile», scrive una paziente in un forum. Un altro paziente dice: «Nessun miglioramento in vista, sto perdendo la voglia di cucinare…»

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CONSIGLIO DEGLI ESPERTI Dott.ssa Kathrin Ohla, psicologa e ricercatrice dell’olfatto e del gusto «Bendatevi gli occhi e fatevi portare alle narici diverse sostanze come sapone, spezie, tè o terra. In alcuni dei soggetti affetti, questo esercizio olfattivo ha mostrato buoni risultati.»

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Gelato al peperoncino: consistenza, temperatura e piccantezza vengono percepite anche dalle persone che hanno perso il gusto e l’olfatto. Per loro il britannico Ryan Riley ha pubblicato il libro di cucina «Taste & Flavour» scaricabile gratuitamente.

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CONDIVIDERE MOMENTI

Te gusta? Nella rivista online trovate altri consigli su come ritrovare il gusto a tavola. sanitas.com/gusto

Anomalie gustative Non è solo il piacere di mangiare a scomparire. «Molte persone si preoccupano perché non riescono più a sentire l’odore di bruciato o del sudore», osserva Ohla. Con il COVID-19 può aggiungersi anche un altro disturbo: la parosmia. Improvvisamente le cose hanno un odore diverso: di feci, liquami, marcio. «La banana è come se fosse ammuffita e la limonata sa di detersivo», racconta una persona colpita. Quali siano le cause di questa percezione distorta non è ancora stato sufficientemente chiarito. Riconosciamo le diverse qualità dei sapori grazie alle papille gustative situate nelle piccole protuberanze sulla lingua: salato, aspro, dolce, amaro e umami. Ma è l’interazione delle diverse molecole olfattive a dare origine al tanto amato aroma del caffè. Della loro elaborazione si occupano i neuroni presenti nel naso. Sembrerebbe che alcune varianti del COVID-19 causino la morte di questi neuroni, provocando così la perdita dell’olfatto. È vero che i neuroni possono rinnovarsi, ma questo processo può richiedere diversi mesi. La parosmia sembra verificarsi durante questa fase di rigenerazione: l’olfatto si risveglia, ma viene registrata solo una parte delle molecole olfattive. In parole semplici, anziché «caffè» al cervello arriva solo «cff». Allenare l’olfatto può aiutare La pandemia ha moltiplicato in poco tempo il numero delle persone colpite. L’aiuto arriva da chi ha perso l’olfatto e il gusto a causa di altri motivi, come ad esempio l’insegnante olandese Joke Boon. Sul suo sito web, Boon racconta di aver perso l’olfatto all’età di quattro anni e con questo anche il 90% del gusto, il che non le impedisce però di scrivere libri di cucina. Uno dei suoi libri è una vera guida in caso di perdita del gusto e contiene ricette che stimolano gli altri sensi attraverso colori e consistenze. Dà inoltre consigli per la vita di tutti i giorni, dalla protezione antincendio all’igiene. Boon ha imparato a convivere con il suo disturbo, anche perché fino a oggi non esiste nessuna cura. Ai pazienti Covid resta però la speranza che il loro olfatto si rigeneri col tempo. Secondo Kathrin Ohla allenare l’olfatto può aiutare. È però importante non cedere alla frustrazione se non si colpisce nel segno. «Quando ci si allena, finché ci si diverte, non si fa niente di sbagliato.» E il rimedio principale è «portare pazienza».

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Sanitas ha le clienti e i clienti più soddisfatti.

«Semplice e veloce» Secondo il sondaggio rappresentativo che K-Tipp svolge ogni anno, Sanitas ha le e i clienti più soddisfatti della Svizzera. Questo ci fa immensamente piacere e dimostra che il nostro impegno si nota. Grazie per la fedeltà.

Maggiori informazioni: sanitas.com/semplice


UN OGGETTO, UNA STORIA

Chi accoglie con calore le proprie clienti? La soluzione alla pagina seguente. 21


UN OGGETTO, UNA STORIA

Sophie Eisl lavora da Sanitas come capoprogetto Digital Sales & Sales Development. Nella vita privata, con la sua start-up, mette al centro le necessità della donna. Testo Katharina Rilling

Foto Karin Heer

La pancia ha sempre ragione Quando siamo emozionate, lo stomaco si contrae e si sente un formicolio nella pancia: Sophie Eisl adora questa sensazione. «Mi piace lasciare la mia zona di comfort e lo faccio volutamente. Solo così si imparano cose nuove e ci si accorge di quanto sia stimolante il salto nel buio». La giovane donna di 29 anni si ricorda benissimo il giorno in cui ha ricevuto l’offerta del posto da Sanitas: fino ad allora aveva lavorato nel consulting e il settore assicurativo le era del tutto sconosciuto. «Mi sono chiesta: ‹chissà se ce la faccio?›» Sophie si butta d’istinto e accetta l’offerta. Oggi sa che ascoltare la sua pancia è stata la decisione giusta. «Mi sento molto a mio agio in questa squadra di donne in gambissime», ci confida la nostra collega che lavora come capoprogetto senior presso Digital Sales & Sales Development. Nel team adesso si occupa dello sviluppo strategico dei canali di distribuzione. «Studio come offrire alle nostre e ai nostri clienti l’esperienza perfetta». Per chi ha appena stipulato un’assicurazione da Sanitas e crea un’offerta online, Sophie si assicura che riceva una consulenza personale. Crede fermamente nella mentalità del rimboccarsi le maniche. Le idee vanno messe subito in pratica. «Da Sanitas è possibile.»

Sophie Eisl ha già spedito numerosi pacchetti di cerotti mestruali Tummzy. E in ognuno di essi si trova un saluto personale per la cliente.

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Un prodotto intelligente con un messaggio importante Due anni fa Sophie ha fondato il label Tummzy. Il nome deriva dalla parola inglese ‹tummy› che sta per pancia; vende prodotti destinati ad alleviare i dolori mestruali. L’ispirazione le è venuta durante un viaggio in Asia. A Pechino era stata presa dai negozi pieni fino al soffitto. In uno di questi, tra la miriade di gadget colorati, ha scoperto l’oggetto che sarebbe stato l’inizio della sua start-up: un cerotto a forma di orsetto da incollare sulla pancia e che irradia calore. «Ho pensato che anche le donne in Europa avrebbero dovuto avere una cosa del genere», afferma Sophie. Dopo numerose e-mail, discussioni e nottate in bianco, Tummzy è venuto alla luce: un cerotto snello che si può applicare agli indumenti e che riscalda il ventre per dodici ore quando si hanno dolori mestruali. Per lei è importante il messaggio: «Sii fiera di essere donna. Con tutti gli annessi e connessi. Non c’è bisogno di sopportare stoicamente i dolori mese dopo mese.» Chissà quali altre idee riporterà Sophie dal suo prossimo viaggio in Asia. Infatti, lo sta già programmando. Per prima cosa andrà al suo ristorante preferito per i dumpling.

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RIMEDI FAI DA TE

Un aiuto in caso di pressione bassa Testo Julie Freudiger Illustrazione Franziska Neugebauer

Abbondare con il sale Il sale lega i fluidi nel corpo, il che aumenta il volume del sangue e di conseguenza la pressione sanguigna. Perciò, in caso di disagi temporanei, possono portare sollievo salatini o un brodo. Ciò nonostante, va discusso con il medico o la medica prima di assumere regolarmente più sale.

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olte persone reagiscono ai cambiamenti improvvisi del tempo, come per esempio al favonio. Hanno le vertigini, si sentono indisposte, svogliate e hanno la sensazione di dover svenire. La colpa è spesso della bassa pressione sanguigna. Anche se ci si alza troppo in fretta, se la glicemia è bassa o se abbiamo perso molti liquidi, per esempio a causa di sudorazione, vomito o diarrea, può capitare che la pressione si abbassi improvvisamente. Questo di solito non è motivo di preoccupazione finché si è in buona salute e i sintomi sono solo temporanei. Con qualche trucco, si può migliorare la circolazione: Il freddo sveglia Gli stimoli freddi allenano la circolazione. Docce regolari alternate o bagni freddi ai piedi o alle braccia sono efficaci. A tale proposito, immergere i piedi fino alle ginocchia in acqua fredda e muoverli per tre minuti, oppure, in alternativa, tenere gli avambracci sotto un getto d’acqua fredda. Come rimedio immediato si può appoggiare un panno freddo sul lato del collo.

Il potere delle erbe Il rosmarino non è solo una spezia popolare in cucina, ma anche una pianta medicinale. Tra le altre cose, il suo olio essenziale stimola la circolazione del sangue e aumenta leggermente la pressione sanguigna. In particolare come additivo per il bagno o pomata, il rosmarino ha un effetto rinforzante e rinvigorente. Su le gambe Per evitare di cadere in caso di vertigini, conviene sdraiarsi e sollevare le gambe al di sopra dell’altezza del cuore. Questa posizione facilita il ritorno del sangue al cuore, il che aiuta a stabilizzare la circolazione.

CONSIGLIO DEGLI ESPERTI Prof. dr. med. Michael Handke, specialista in medicina interna generale e cardiologia «Anche le persone che sono sane e hanno la pressione sanguigna bassa possono soffrire a causa dei disturbi. Sono colpite soprattutto le donne giovani. Tuttavia, in caso di sintomi gravi come palpitazioni, forti ver­ tigini, svenimenti, è necessario un esame medico per determi­ nare se sussiste un disturbo patologico.»

Le proprietà benefiche dell’acqua Bere sufficientemente ogni giorno è importante per la circolazione. In caso di attacchi di vertigini o debolezza causati da un calo temporaneo della pressione, può essere utile bere mezzo litro d’acqua entro dieci minuti. A condizione che non ci sia una malattia organica.

RIVISTA SANITAS

Rimedi fai da te Molti disturbi si lasciano trattare con rimedi naturali. Nella nostra collezione trovate quelli più efficaci. sanitas.com/rimedifaidate

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ESSERE ATTIVI

La ginecologa punta sulle antiche conoscenze della fitoterapia, ad esempio sotto forma di tinture.

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ESSERE ATTIVI

Il ginkgo e la menopausa La ginecologa Gesa Otti-Rosebrock confida nelle capacità della fitoterapia. Ecco perché in molte sue pazienti punta tutto sui medicamenti a base di piante medicinali. Testo Brigitte Wenger

La pianta preferita di Gesa Otti-Rosebrock è il ginkgo: una delle piante medicinali più antiche. Migliora la circolazione sanguigna e si auspica che favorisca anche i progressi nella ricerca sulla demenza. Inoltre la melagrana, il frutto di Afrodite. Quasi tutte le sue pazienti hanno un flacone di olio di melagrana sul comodino. Cura la mucosa delle parti intime che si secca proprio durante la menopausa. È inoltre anche un eccellente lubrificante durante i rapporti sessuali.

Foto Franco Tettamanti

Voltati a destra, voltati a sinistra: tutto d’un tratto Sandrine Kahn non riusciva più ad addormentarsi e passava le notti a girarsi nel letto. Benché la cinquantunenne la sera sprofondasse stanca morta con la testa nel cuscino, il sonno di cui avrebbe tanto avuto bisogno tardava ad arrivare. Quelle volte che riusciva ad appisolarsi, si svegliava tutta sudata. Così cambiava il pigiama più volte a notte. «Era tutto inzuppato!» Oggi Sandrine Kahn ride quando parla di quelle notti in dormiveglia. All’epoca si sentiva «completamente distrutta». A questo si erano poi aggiunti anche altri sintomi tipici della menopausa, quali capogiro, difficoltà di concentrazione e sbalzi d’umore. In cerca di aiuto si è rivolta alla sua ginecologa Gesa Otti-Rosebrock dello studio medico Praxis Frauenmedizin a Bienne. Il suo armadietto dei medicinali è composto principalmente da prodotti che si avvalgono della forza curativa delle piante. Gesa Otti-Rosebrock è ginecologa e membro del comitato della Società svizzera di fitoterapia medica (SSPM). La cimicifuga contro le vampate di calore E in effetti: dagli esami ormonali è chiaramente emerso che Sandrine Kahn si trovava in menopausa. La ginecologa le ha pertanto suggerito la seguente cura: cimicifuga, ad alto dosaggio, contro le vampate di calore e altri sintomi del climaterio. Ginkgo, ad alto dosaggio, contro il capogiro e le difficoltà di concentrazione e la salvia contro la sudorazione notturna. «Non è che sono contraria alla medicina convenzionale», spiega Kahn, che in caso di mal di schiena o mal di testa non esita a prendere un antidolorifico, «ma ho pensato che non era necessario puntare ancora una volta sulla chimica.» La medicina convenzionale non esisterebbe senza la fitoterapia, scrive la SSPM sul suo sito. Considerata la loro struttura di base, molti principi attivi impiegati oggi dalla medicina convenzionale provengono dalla natura. Nel XIX secolo, quando le scienze naturali hanno iniziato ad affermarsi, le pure sostanze vegetali sono state isolate e poi chimicamente e sinteticamente riprodotte. Come la medicina convenzionale, anche la fitoterapia deve soddisfare standard scientifici. I medicinali fitoterapici prescritti da RIVISTA SANITAS

medici specialisti come Gesa Otti-Rosebrock spesso si trovano nel Compendio, l’elenco dei medicamenti che riporta le informazioni ufficiali sui medicamenti disponibili sul mercato svizzero. Oltre alla cura di disturbi della menopausa, si ottengono anche buoni risultati nelle difese immunitarie, nelle affezioni delle vie respiratorie, nelle malattie cutanee o nei dolori reumatici. La pazienza sarà premiata La ginecologa Otti-Rosebrock illustra la differenza tra fitoterapia e medicina convenzionale servendosi dei fiori: «La fitoterapia è come un mazzo di fiori. La medicina convenzionale rappresenta invece una rosa. Una rosa può essere regalata singolarmente, ha tuttavia delle spine. La medicina convenzionate fa subito effetto, è composta da una sola sostanza, ma può avere effetti collaterali. Un preparato fitoterapico viene estratto da una pianta o da una parte di essa. Contiene varie sostanze che si completano a vicenda. Contrariamente ai medicamenti classici, la fitoterapia spesso però non fa subito effetto, bensì richiede un po’ di pazienza.» Per Sandrine Kahn ne è valsa la pena. Già dopo poche settimane ha potuto sospendere le compresse di foglie di ginkgo contro il capogiro. Quelle a base di cimicifuga hanno stabilizzato i suoi sbalzi d’umore. Ora è più tranquilla e riesce persino a dormire. La «cura miracolosa» di Kahn sono tuttavia le compresse a base di foglie di salvia: «Sin dalla prima assunzione non ho più sudato neanche una notte.»

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Verifica della copertura

Sanitas contribuisce ai costi di cura presso una fitoterapista o un osteopata oppure ai mezzi ausiliari per la vista? Con la verifica della copertura sul portale Sanitas potete scoprire in modo rapido e semplice se una determinata prestazione è coperta dalla vostra assicurazione. sanitas.com/verifica-c

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SANI ED ELINA

La magia del circo Oggi le nostre amiche sono al circo. Sani sta in equilibrio sulla schiena di Elina mentre fa la giocoliera. Sai farlo anche tu? Lo sapevi che fare giochi di destrezza rende più intelligenti? Infatti, questo esercizio allena le due parti del cervello che sono collegate da quello che si chiama il corpo calloso. Facendo giochi di destrezza passerà da qui tanto sangue e questo permetterà la crescita di nuove cellule cerebrali.. Illustrazione Michael Meister

Concorso In palio tre set per giocolieri. Per vincere devi rispondere correttamente a questa domanda: come si chiama il collegamento tra i due emisferi del cervello? Invia la tua risposta con i tuoi dati di contatto a redaktion@sanitas.com. Il termine di spedizione è il 7 giugno 2022. I vincitori saranno informati per iscritto. Non si tiene corrispondenza in merito al concorso. Sono escluse le vie legali e il pagamento in contanti.

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L’ASSICURABOLARIO

Ambulatoriale/stazionario Una cura ambulatoriale è una cura in uno studio medico o in un ospedale senza che si debba passare la notte in ospedale. La o il paziente può rientrare a casa il giorno stesso. Possono essere prestazioni ambulatoriali sia una semplice fasciatura o la somministrazione di un farmaco, sia gli esami radiologici che i piccoli interventi chirurgici e ginecologici. Nella cura stazionaria, la persona che si sottopone alle cure pernotta in ospedale. Il lu s

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Gestire l’assicurazione

Una volta effettuata la registrazione potete accedere al portale per i clienti Sanitas o all’app del portale e gestire la vostra assicurazione: modificare i dati personali, la modalità di pagamento o la franchigia, il modello dell’assicurazione base o richiedere offerte per adeguare l’assicurazione complementare. Per saperne di più sui vantaggi del portale per i clienti Sanitas andate su: sanitas.com/portaleclienti-it

Modelli assicurativi alternativi Con i nostri modelli assicurativi alternativi si risparmia sui premi dell’assicurazione base. A seconda del modello, per le questioni di salute ci si rivolge a un interlocutore diverso. Non importa che si preferisca rivolgersi al proprio medico di famiglia, alla prima consulenza telemedica o alla rete di esperti di Medbase: ognuno decide quale modello risponde ai suoi bisogni e beneficia di interessanti sconti.

Condizioni generali d’assicurazione Le Condizioni generali d’assicurazione (CGA) regolano tutti gli accordi e i contenuti dei contratti assicurativi per le nostre assicurazioni base e complementari. Le Condizioni complementari (CC) completano le Condizioni generali d’assicurazione. Queste stabiliscono le condizioni particolari delle nostre assicurazioni ospedaliere e complementari. Su sanitas.com sono scaricabili tutte le CGA e CC in formato PDF.

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