Attingere alla forza
Più energia per corpo, mente e anima
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Vie respiratorie sane
Come proteggersi da pneumococchi
Fare sport col raffreddore Meglio sudare o riposarsi?
Più energia per corpo, mente e anima
Vie respiratorie sane
Come proteggersi da pneumococchi
Fare sport col raffreddore Meglio sudare o riposarsi?
Ebbene, cari uomini, nemmeno voi siete immuni dalle fluttuazioni ormonali. Ma, mentre nelle donne l’altalena ormonale dura circa 28 giorni, il «ciclo» degli uomini dura solo 24 ore. Tra le 6 e le 10 del mattino, i livelli di testosterone nel sangue sono superiori del 20–40 percento rispetto a quelli registrati tra le 5 e le 9 di sera. Il livello ormonale raggiunge quindi il punto più basso prima di andare a letto. Se e come le fluttuazioni ormonali influenzino l’umore degli uomini non è ancora stato completamente chiarito. Una cosa è certa: mentre la menopausa ferma quasi completamente la produzione di ormoni sessuali femminili, la tanto citata «andropausa», ossia la menopausa degli uomini, è un mito.
13 Consigli contro esaurimento e stanchezza
14 Pensa un po’ positivo!
16 Come funziona il sistema immunitario
14 «Dobbiamo prenderci cura dei nostri muscoli» UN OGGETTO, UNA STORIA 22 Sono Di Lanh
RIMEDI FAI DA TE
23 Un aiuto in caso di pressione bassa ESSERE ATTIVI
24 Fare sport col raffreddore: sì o no?
CONVIVERE OGGI
26 Fate attenzione alle vie respiratorie
DA VICINO
28 «Ho dovuto imparare ad accettare aiuto»
BUONO A SAPERSI
30 Cosa sono il punto tariffario e il valore del punto tariffario?
30 COLOFONE
31 SANI ED ELINA ... hanno la tosse
Cara lettrice, caro lettore, come assicurazione malattia, il nostro lavoro non è solo essere al vostro fianco in caso di emergenza. Per noi è altrettanto importante sostenervi nel raggiungimento dei vostri obiettivi di salute quotidiani, con tutta la forza che è in voi. Ad esempio, conoscete già i nostri vantaggi per i clienti? Esiste un gran numero di offerte per il corpo e la mente, di cui potete approfittare come clienti Sanitas gratuitamente o a un prezzo speciale; le trovate sul nostro sito web. Anche le nostre assicurazioni non sono da meno. L’assicurazione complementare Vital, ad esempio, contribuisce ai costi del centro fitness e a diverse altre offerte di prevenzione. Divertitevi a cercare e trovare le vostre fonti di energia.
Dr. Andreas Schönenberger CEO, Sanitas
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Psiche più forte per i nativi digitali
Ben il 40 percento della popolazione svizzera ha provato stress mentale nelle ultime quattro settimane; per la generazione Z (giovani tra i 15 e i 25 anni) la percen tuale è addirittura del 59%. Più della metà delle persone cerca di scaricarsi con l’esercizio fisico, il relax, sonno a sufficienza o parlando con i propri cari. Al contrario, solo una persona su dieci utilizza le offerte digitali per curare la propria psiche. È quanto emerge da un sondaggio online condotto da intervista AG per conto della Fondazione Sanitas su oltre 2000 persone in Svizzera.
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Vitamina D: cura miracolosa o mito?
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Essere attivi, avere energia e forza mentale: ecco l’ideale diffuso del nostro tempo. Questo coinvolge il corpo e la psiche, in interazione tra loro. Perché un corpo allenato migliora ulteriormente grazie alla forza mentale. Un corpo forte, a sua volta, tonifica l’umore, e questo va a sostenere le nostre difese fisiche.
DOSSIER Un concentrato di forza: l’ayurveda incontra la medicina convenzionale — 10 Consigli contro esaurimento e stanchezza — 13 Pensa un po’ positivo! — 14
Come funziona il sistema immunitario — 16
Dobbiamo prenderci cura dei nostri muscoli — 18
Janna Scharfenberg è una medica olistica che ha seguito un perfezionamento in medicina ayurvedica.
Testo Isolde Burtscher e Irène Schäppi Immagine Raphaela Pichler
Nella medicina convenzionale, il raffreddore e le infezioni influenzali sono spesso trattati in modo acuto con medicinali. L’ayurveda, oltre a curare i sintomi, indaga sulla causa della malattia, e questo rappresenta spesso un buon complemento alla medicina occidentale.
Un forte «eccì!» risuona nella stanza.
«Hai di nuovo il raffreddore?» chiede la dottoressa ed esperta di ayurveda
Janna Scharfenberg, scrutando la sua paziente Marlene Fischer. Lei, ridendo, fa cenno di no: era solo un po’ di solletico al naso. «In realtà è da un po’ che non mi ammalo», afferma la quarantaseienne. Da circa un anno si reca regolarmente da Janna Scharfenberg per le consultazioni ayurvediche. Questo perché il suo sistema immunitario non si è mai veramente ripreso dopo il suo secondo COVID, un anno fa. Ricorda: «Prima mi ammalavo raramente, a parte il solito raffreddore in inverno. Da quando ho avuto il COVID, invece, accade con regolarità.» All’ultimo, quasi ogni mese. La medicina convenzionale alleviava i sintomi acuti, ma Marlene voleva anche andare a fondo della questione. Ecco perché ha chiesto aiuto a Janna Scharfenberg.
Rafforzare il sistema immunitario con Agni
«Nella medicina convenzionale, il sistema immunitario è la nostra prima linea di difesa. Per questo motivo, nei casi acuti sono necessarie misure altrettanto acute. Ad esempio, con la vitamina C, lo zinco o altri classici della medicina moderna che rafforzano il sistema immunitario», spiega Scharfenberg. La medicina ayurvedica, invece, si occupa maggiormente della causa dell’indebolimento delle difese. Ciò significa che il trattamento di Janna Scharfenberg mira piuttosto a guidare chi si rivolge a lei ad agire indipendentemente. Nel caso di Marlene, questo significava un kitchari detox; una sorta di stufato ayurvedico a base di riso, mung dal e verdure, che si dice abbia un effetto disintossicante e curativo. Ha anche assunto tinture e fatto massaggi serali al corpo con olio di sesamo riscaldato. Sono tutte forme di terapia
L’ayurveda proviene dall’India e comprende molti elementi, dall’alimentazione alla fitoterapia e alla meditazione per un sano equilibrio di corpo, mente e anima.
Integrazione tra medicina complementare e convenzionale: sanitas.com/metododi-cura
L’esperta di ayurveda utilizza la diagnosi del polso (Nadi Vigyan) per individuare il tipo di costituzione da trattare.
che mirano a rivitalizzare l’Agni (fuoco digestivo in sanscrito). In ayurveda, questo fuoco è considerato la forza di trasformazione del corpo e influisce su tutto ciò che ha a che fare con il metabolismo. Non c’è da stupirsi che la digestione sia così centrale nell’ayurveda: oltre al compito di digerire il cibo e fornire vitamine e minerali, l’intestino è una parte importante del sistema immunitario. «Più sano è il nostro microbiota, cioè il numero e la qualità dei batteri intestinali, migliore sarà il nostro sistema immunitario», afferma l’esperta di ayurveda.
Combinazione di ayurveda e medicina convenzionale
Per Marlene, questa tradizione medica millenaria ha funzionato già dal terzo giorno. «Prima della terapia ayurvedica, ero una convinta consumatrice di pillole», scherza semiseria. «Ora mi affido regolarmente ai miei giorni di kitchari e consumo un pizzico di polvere di trikatu prima dei pasti.» Quest’ultima è una miscela di spezie piccanti che stimola anche la digestione. Tuttavia, Janna Scharfenberg consiglia cautela con le spezie e le erbe: «Spesso si pensa che le erbe siano naturali e quindi salutari. Ma è sempre necessario consultare prima un medico per verificare che i preparati a base di erbe siano adatti nel proprio caso e non interagiscano con i medicinali.» Questo approccio integrativo è molto importante per Scharfenberg. Sebbene esistano numerosi studi
sull’ayurveda, non tutti gli aspetti che la riguardano sono stati scientificamente provati. Janna Scharfenberg si basa quindi sulle sue osservazioni e sulla sua esperienza. E aggiunge: «Negli ultimi decenni mi sono immersa nell’ayurveda a tal punto che ora preferisco lavorare in team con i colleghi quando tratto argomenti di pura medicina convenzionale.»
Niente soluzioni rapide
Anche Marlene è soddisfatta del suo trattamento ayurvedico, sebbene non sia ancora terminato. «Alcuni trattamenti ayurvedici sono brevi, altri molto lunghi», afferma la medica. «L’essenziale è che le persone interessate siano anche disposte a fare qualcosa in prima persona per la propria salute.» Janna Scharfenberg non cerca una soluzione rapida. «Modificare temporaneamente la dieta e assumere tinture non è certo sufficiente, ma è un ottimo inizio. L’ayurveda è la saggezza della vita, che si basa su tre pilastri fondamentali. Oltre all’alimentazione, questi sono il sonno e la gestione dell’energia. Se ci prendiamo cura di noi stessi in tutti e tre gli ambiti, abbiamo già ottenuto molto.»
La medicina complementare e quella alternativa integrano la medicina convenzionale attraverso terapie olistiche. Scoprite quali costi sono rimborsati da Sanitas. sanitas.com/ medicinacomplementare
Testo Irène Schäppi Illustrazione Joël Roth
Soffrite di winter blues? Logico: le giornate brevi e buie sono tutt’altro che rivitalizzanti. Ecco cosa potete fare per combattere la stanchezza.
2
L’esercizio fisico fa ripartire la circolazione. Una passeggiata all’aria aperta è la cosa migliore. Poiché non è sempre possibile, può essere utile fare anche qualche esercizio di ginnastica in ufficio. Ma se questo crea troppo imbarazzo, va bene anche un po' di stretching e qualche allungamento.
4 Illuminare
In inverno, il corpo rilascia una maggiore quantità di melatonina, l’ormone del sonno, nelle giornate brevi e buie. Questo ci fa sentire stanchi e privi di energie anche durante il giorno. La terapia della luce, utilizzando una lampada a luce naturale, può essere di aiuto e inibire la produzione di melatonina.
3
1 Arieggiare
Se si è esausti per aver lavorato alla scrivania in un ufficio poco ventilato, si può spalancare la finestra, arieggiare e, se possibile, concedersi un sonnellino rigenerante per un massimo di 20 minuti.
Bere acqua o tè non zuccherato può aiutare a contrastare la stanchezza. La disidratazione, cioè la mancanza di acqua nell’organismo, aumenta la stanchezza.
5
Un bicchiere di vino la sera può avere un effetto rilassante. Tuttavia, è meglio evitare l’alcol quando si è esausti, perché può disturbare le fasi del sonno: ci si addormenta più velocemente, ma il sonno è meno riposante.
Testo Stefan Schweiger
Viviamo in tempi difficili, vero? Chi si concentra consapevolmente sulle cose positive non è un ingenuo, ma ha una vita più felice e si arma per gestire a lungo termine le sfide della vita. Sempre più studi di psicologia positiva dimostrano che funziona.
Consigli per il buon umore: sanitas.com/ aumentareil-buonumore
Ogni giorno siamo bombardati da una marea di brutte notizie su guerre, crisi climatiche e catastrofi varie. Se spostiamo l’attenzione sempre più sulle cose negative, a un certo punto la mente offusca quelle piacevoli e belle, poiché l’uomo tende a reagire più fortemente agli impulsi negativi che a quelli positivi. È la nostra natura. Le conseguenze possono essere disperazione, burnout, depressione.
La scienza dell’ottimismo
Per decenni la psicologia si è occupata principalmente dei disturbi mentali, fino a quando, all’inizio del millennio, lo psicologo statunitense Martin Seligman ha ampliato la sua disciplina includendo la psicologia positiva. Perché la salute e il benessere mentale non comprendono solo l’assenza di malattie mentali. Secondo Seligman deve essere possibile determinare cosa contribuisce a rendere una vita soddisfacente e appagante. Senza stregonerie esoteriche, ma come scienza concreta che dimostra con studi cosa serve per salire sulla scala del benessere iniziando già dai primi gradini e non partendo da sotto zero. «La psicologia positiva analizza le risorse e i talenti, i punti di forza del carattere e le attività che contribuiscono a condurre una vita felice», spiega la dott.ssa Valentina Vylobkova, psicologa e co-responsabile del corso di «Psicologia positiva» dell’Università di Zurigo. Quindi dovremmo vedere solo tutto rose e fiori? Niente affatto.
Concentrarsi sul positivo
Non si tratta di sopprimere le emozioni negative o di respirare a fondo per calmarsi. Perché anche esse hanno motivo di esserci, meritano attenzione e possibilmente un’elaborazione, afferma Vylobkova. «Ma occorre trovare il giusto equilibrio tra il negativo e il positivo, e questo si può fare concentrandosi sul positivo.»
Chiunque sia aperto alle cose buone, per quanto piccole, e le riconosce consapevolmente, conduce una vita più felice. E con un po’ di pratica, acquisisce una visione curiosa di tutte le cose positive che ci sono là fuori. Un recente studio dell’Università del Michigan ha dimostrato che questo cambiamento di mentalità funziona, sia per le persone mentalmente sane che per quelle affette da malattie mentali. A lungo termine, questo contribuisce alla resilienza, cioè alla capacità di affrontare situazioni difficili in modo stabile. Un esempio? Secondo Seligman non c’è due senza tre. Per questo ogni sera occorre scrivere tre cose positive che sono successe durante la giornata. «Ma non esiste una tecnica valida per tutti», sottolinea Valentina Vylobkova. È molto più importante provare e trovare la propria strada, e poi seguirla. Allenare la gratitudine e l’ottimismo quindi non è affatto ingenuo.
Da provare!
5 strategie di psicologia posi tiva comprovate che rendono più felici:
1. Permettere che le cose positive accadano
Focalizzarsi sulle cose positive può essere allenato, ad esem pio con un diario della gratitu dine. A lungo termine previene la depressione.
2. Sfruttare i punti di forza
Non si ottiene nulla di buono se non lo si fa. In quale attività riuscite a immergervi completamente?
3. Legami stabili
Le relazioni sociali solide fanno bene: in famiglia, tra amici, al lavoro. È fondamentale tro varne sempre e migliorarle.
4. Trovare il senso
Sentirsi utili dà un senso di appartenenza a un gruppo, di avere degli obiettivi nella vita, di fare qualcosa di significativo.
5. Celebrare i successi
Non deve trattarsi per forza di un grande obiettivo. Il successo può essere sperimentato anche in piccolo. Se gli obiettivi sono realistici.
A volte il peso psi chico diventa troppo grande per affrontarlo da soli. Nella Guida alla salute men‑ tale potete trovare l’offerta giusta per voi. sanitas.com/ nonseisolo-a
Testo Irène Schäppi Illustrazione Pia Bublies
Una difesa immunitaria sana è in grado di proteggere il nostro organismo da tutto ciò che è potenzialmente minaccioso. Una vera meraviglia della natura!
L’origine del sistema immunitario
Janet Kelso e Michael Dannemann dell’Istituto Max Planck per l’antropologia evolutiva hanno scoperto che dobbiamo il nostro sistema immunitario alta mente sviluppato in gran parte all’uomo di Neander thal e al suo scambio di geni, ad esempio con l’uomo di Denisova.
Il sistema immunitario e l’amore
L’immunità innata
... è la prima reazione di difesa generale dell’organismo. Se degli agenti patogeni penetrano nell’organismo, ad esempio attraverso una ferita, la nostra reazione immunitaria innata è la prima ad agire, combattendo ed eliminando i germi nel giro di pochi minuti.
Oltre a fattori come il sonno, una dieta sana e un basso livello di stress, il nostro si stema immunitario trae beneficio dal contatto sociale. Alcuni studi hanno dimo strato che la solitudine può indebolire il sistema im‑ munitario e aumentare il rischio di infezione.
La prima linea di difesa
90%
delle infezioni viene combattuta con successo dalle nostre difese immunitarie innate, che sono sal damente ancorate al nostro patrimonio genetico.
L’immunità acquisita
L’immunità acquisita invece è in grado di apprendere e ricordare: quando il nostro sistema immunitario incontra degli agenti patogeni e sostanze esogene (antigeni), apprende il modo migliore di attaccare ciascun antigene e inizia a memorizzare questa strategia.
Linfocita T
Antigene
La base della nostra difesa immunitaria
I linfociti sono il gruppo più importante di cellule immuni tarie. Costituiscono la base delle nostre difese immunita rie e della nostra memoria immunologica. Ogni persona ha circa mille miliardi di linfociti nel corpo, che si for mano nel midollo osseo. Il loro ruolo è quello di intercet tare ed eliminare gli agenti patogeni.
!
di linfociti sono presenti nell’organismo di ogni essere umano.
Le cellule immunitarie di vedetta
Le cellule immunitarie scansio nano costantemente il loro ambiente alla ricerca di potenziali minacce. Alcune di esse, come i fagociti o le cellule killer, sono dotate di un «binocolo» in grado di identificare a distanza le cellule patogene invasive sulla base delle loro caratteristiche esterne, che divergono da quelle nor‑ malmente presenti nell’organismo umano.
Cellule immunitarie con la lente d’ingrandimento
Le cellule T o B invece analizzano gli invasori da vicino. Reagiscono solo quando i loro recettori (cioè le strutture adesive sulla loro superficie cellulare) possono attaccarsi esattamente alle molecole degli agenti invasori e le aggrediscono, risparmiando le strutture proprie dell’organismo.
Formazione di nuove cellule immunitarie
I linfociti fanno parte dei globuli bianchi. Comprendono la forza di difesa dell’organismo, costituita da cellule B, cellule T e cellule killer naturali. Ogni giorno muore un miliardo di queste cellule. Ma le cellule staminali nel midollo osseo continuano a formarne delle nuove.
di linfociti circa muoiono ogni giorno.
di globuli rossi e
Intestino: organo sovrastimato
1,5 Mio
di linfociti T sono presenti in ogni millilitro di sangue.
Ogni millilitro di sangue contiene circa cinque mi liardi di globuli rossi e fino a 1,5 milioni di linfo‑ citi T. Mentre in passato si pensava che l'intestino fosse uno dei siti principali del sistema immun‑ itario, in un nuovo studio, dei ricercatori israeliani hanno scoperto che vi si trova solo il tre percento circa di tutte le cellule immunitarie dell’organismo.
Solo il 3%
di tutte le cellule immunitarie si trova nell’intestino.
Allenamento semplice ed efficace a casa. sanitas.com/ videodi-allenamento
Testo
Simon Koechlin Immagine Colin Frei
Con l’avanzare dell’età la forza tende a diminuire. Tuttavia, chi allena regolarmente i propri muscoli può rallentare notevolmente questo processo, migliorando così la propria qualità di vita in modo significativo.
Signor Viecelli, lei è un biologo molecolare, esperto di biologia muscolare e atleta di forza. Perché l’allenamento della forza non si limita al solo aspetto fisico?
L’allenamento della forza va ben oltre il fattore estetico.
Sia le donne che gli uomini perdono massa muscolare con l’avanzare dell’età (dopo i 40 anni, dal quattro al cinque percento ogni dieci anni). Più riserve muscolari si riescono a costruire, migliore sarà la qualità della vita in età avanzata: si è più sani, si subiscono meno cadute e si possono praticare più a lungo le proprie attività preferite. I muscoli hanno quindi superpoteri che vanno oltre la semplice forza fisica.
Sì, perché i muscoli influiscono anche sul metabolismo e sulla pressione sanguigna. Comunicano con altri organi e sono riserve di energia. Energia che il corpo utilizza in periodi difficili. Nel caso di malattie croniche o cancro è dimostrato che le persone con una maggiore massa muscolare presentano una prognosi di sopravvivenza migliore. I muscoli sono quindi tra i nostri organi più importanti, perciò dobbiamo prenderci cura di loro, proprio come facciamo con i nostri denti.
Perché i muscoli si indeboliscono con l’età?
L’idea che la massa muscolare diminuisca automaticamente a causa del processo di invecchiamento è solo un pregiudizio. Il suo indebolimento è piuttosto dovuto al nostro stile di vita sedentario e alla mancanza di attività fisica quotidiana. Quando i muscoli non vengono utilizzati, il corpo tende a ridurli. Tuttavia, con un allenamento regolare, è possibile preservare la massa muscolare per decenni. Uno studio condotto dall’Università di Pittsburgh non ha rilevato differenze significative nella sezione trasversale dei muscoli di triatleti di 40 e 70 anni. Pertanto, tutto dipende dallo stile di vita che conduciamo e dall'uso che facciamo dei nostri muscoli.
È possibile costruire i muscoli anche in età avanzata?
Sì, non è mai troppo tardi per iniziare un programma di allenamento della forza. È stato dimostrato scientificamente che una persona novantenne può aumentare la propria forza di oltre due volte e mezzo in sole otto settimane di allenamento.
Ci sono metodi di allenamento particolarmente promettenti per questo?
In sostanza, è consigliabile integrare l’allenamento di resistenza con quello di forza nella vita quotidiana. Lo sport è una vera e propria medicina.
«Le persone con una maggiore massa muscolare presentano una prognosi di sopravvivenza migliore. I muscoli sono quindi tra i nostri organi più importanti »
Claudio Viecelli
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E cosa consiglia a chi non ama andare in palestra?
L’allenamento non è necessariamente legato all’uso delle macchine. È possibile eseguire esercizi come squat a casa o appoggiare la schiena a una parete con le gambe ad angolo di 90 gradi. Inoltre, si può uscire all'aria aperta per fare jogging, andare in bicicletta o seguire un percorso Vita nel bosco.
E per i minimalisti?
Dieci minuti di allenamento al giorno sono meglio di niente. Tuttavia, consiglio di frequentare la palestra due o tre volte alla settimana. Più della metà delle persone afferma di non avere tempo per farlo, ma è importante prenderselo.
Ci sono differenze tra uomini e donne?
A causa di fattori ormonali, le donne presentano una massa muscolare leggermente inferiore. Detto questo, i loro muscoli diminuiscono con l’età in modo simile a quelli degli uomini e possono essere allenati nello stesso modo. Tra l’altro, le statistiche mostrano che il numero di donne che frequentano la palestra è in aumento.
Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante?
I nostri muscoli sono composti principalmente da acqua e proteine. Chi desidera rafforzare i propri muscoli deve assicurarsi di fornire loro una quantità adeguata di proteine. Secondo le raccomandazioni, si dovrebbero consumare da uno a due grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo al giorno.
Fascio secondario Tendini
Fascio primario
I muscoli svolgono il loro lavoro contraendosi. L’energia necessaria proviene dalle miofibrille, piccole «centrali elettriche» nelle fibre muscolari.
È necessario assumere integratori alimentari come il collagene in polvere per sostenere meglio ossa e articolazioni?
L’allenamento della forza non rinforza solo i muscoli, ma anche le strutture circostanti. A mio avviso, gli integratori alimentari offrono un valore aggiunto principalmente agli atleti ambiziosi. Per la maggior parte delle persone, un allenamento di forza costante è più sensato e produce effetti maggiori.
Qual è il suo consiglio più importante per chi vuole iniziare a prendersi cura dei propri muscoli?
Alzatevi dal divano, recatevi in un centro fitness e chiedete consiglio a una persona del mestiere. Una volta lì, dedicate un’ora all’allenamento: il vostro corpo ve ne sarà grato.
Da oltre 30 anni Sanitas premia associazioni sportive e organizzazioni che entusiasmano bambini e giovani adulti a fare sport e movimento.
Vi impegnate in prima persona nello sport per bambini e giovani, oppure conoscete un’associazione o un’organizzazione che vorreste raccomandare per il Sanitas Challenge Award? Il termine d’iscrizione è il 28 febbraio 2025.
Vengono valutate tre categorie: – Idee innovative – Volontariato – Progetti inclusivi
I 15 migliori impegni sportivi vincono premi d’incentivazione tra i 1000 e i 25 000 franchi per il loro progetto.
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Presso Sanitas, Di Lanh è responsabile della Consulenza ai clienti a Losanna. In privato, cerca emozioni e sfide nei tour sugli sci, per i quali si allena nella natura.
Registrato da Irène Schäppi Immagine Karin Heer
«Durante i tour sugli sci mi piace la pace e ascoltare il silenzio.» Di Lanh è affascinato dalla vastità e dalla tranquillità quasi incommensurabile delle montagne. Lassù può schiarirsi le idee e riprendersi dallo stress della vita quotidiana. «È prezioso per me. E alla fine non vedo l’ora di vivere l’adrenalina della discesa». E a proposito di adrenalina: i tour fuori pista con gli sci richiedono una solida preparazione strategica e precisione. Di Lanh è sportivamente attivo tutto l’anno. Invece di prendere i mezzi pubblici, va a piedi all’ufficio del Service Center Sanitas di Losanna, fa pilates e si allena sulla pista finlandese nel bosco. «Le escursioni sugli sci richiedono una buona resistenza», spiega Di Lanh, proprio come il
lavoro nella Consulenza ai clienti, dove ogni consulente è al telefono ogni giorno con persone assicurate o interessate.
Una questione di prospettiva «Ci vogliono nervi d’acciaio», afferma il responsabile del team. «In momenti come questi, l’esperienza dei miei tour sugli sci mi torna utile», per esempio la pianificazione precisa e la resistenza. E soprattutto la capacità di cambiare prospettiva, proprio come in montagna: se l’ascesa alla vetta è impegnativa e prosciuga le riserve, vale la pena concentrarsi sulla ricompensa. Che si tratti della discesa sugli sci o della soddisfazione dei clienti.
CONSIGLIO DEGLI ESPERTI
Prof. dr. Michael Handke, specialista in medicina interna generale e cardiologia
«Anche le persone in buona salute possono soffrire di pressione bassa: è una questione di predisposizione. A esserne colpite sono soprattutto le giovani donne. Tuttavia, in caso di sintomi gravi come palpitazioni, forti vertigini o svenimento è necessaria una visita medica per stabilire se sussiste un quadro patologico».
Le persone che hanno la pressione bassa soffrono spesso di vertigini, malessere, svogliatezza e addirittura svenimenti. Uno dei motivi è un calo improvviso della pressione sanguigna. Anche se ci si alza in piedi troppo in fretta, se la glicemia è bassa o se abbiamo perso molti liquidi, ad esempio a causa di sudorazione, vomito o diarrea, può capitare che la pressione si abbassi all’improvviso. Come rimedio immediato si può appoggiare un panno freddo sul lato del collo. Questo perché gli stimoli freddi favoriscono la circolazione. Anche il sale, assunto ad esempio nel brodo, aiuta in caso di malessere, in quanto lega i liquidi nel corpo, aumentando il volume del sangue e di conseguenza anche la pressione. Ottimo anche il rosmarino. Il suo olio essenziale stimola la circolazione sanguigna e, se usato per un bagno medicinale o come unguento, aumenta leggermente la pressione sanguigna. In ogni caso, la pressione bassa di solito non è nulla di cui preoccuparsi, a patto che si sia in buona salute e che i sintomi siano solo temporanei.
Quando la febbre sale, il naso cola e le ossa fanno male, l’ultima cosa a cui si pensa è a fare esercizio fisico. Ma una volta passato il peggio, a che punto è consigliabile riprendere a fare sport?
«Il nostro corpo ci lancia i segnali necessari», precisa Claudio Nigg, professore presso l’Istituto di scienze dello sport dell’Università di Berna. Per interpretarli correttamente, consiglia il seguente controllo: se si hanno solo sintomi al di sopra del collo, come raffreddore o mal di gola, e non si ha la febbre, si può riprendere a svolgere un’attività fisica leggera o moderata, come una passeggiata. Se invece sono presenti ancora dei sintomi al di sotto del collo, come ad esempio tosse, dolori alle ossa o febbre, è consigliabile attendere ancora qualche giorno. In questo caso, l’esperto di sport Nigg consiglia la seguente regola: chi è stato a letto una settimana con febbre e tosse dovrebbe concedere al proprio corpo almeno altrettanto tempo di riposo, ossia una settimana, dopo lo scomparire dei sintomi. «Il corpo ne ha bisogno per rigenerarsi», ricorda Nigg. Dopodiché si può riprendere a fare sport.
Leggera attività fisica col raffreddore Sia in presenza di leggero raffreddore che nella fase di recupero dopo un forte raffreddore gli esperti e le esperte consigliano di fare moto lieve o moderato. «Con un lieve raffreddore fa bene stare all’aria fresca, perché favorisce la respirazione e stimola la circolazione del sangue», spiega il professore di scienze dello sport Nigg. Un abbigliamento sufficientemente caldo è d’obbligo, perché «chi trascorre troppo tempo all’aperto senza indumenti caldi rischia di peggiorare il raffreddore». Inoltre, sono consigliabili gli esercizi di stretching perché aprono il torace e favoriscono l’aerazione dei polmoni nonché la respirazione profonda, cose che aiutano il processo di guarigione dal raffreddore. Sono una buona idea anche lo yoga, il tai chi o l’allenamento a bassa intensità come andare in bicicletta o ballare.
Allenamento con i pesi col raffreddore?
Andare in palestra è meno raccomandabile. Ma per un motivo diverso: il rischio di contagiare gli altri. In palestra è difficile rispettare le misure d’igiene necessarie, ad esempio pulire bene i macchinari dopo l’uso, sopprimere la tosse o regolare la propria respirazione.
Jogging col raffreddore
E quali sono le raccomandazioni per chi fa jogging? Chi corre con passione non vede l’ora di rimettersi in moto. Nigg consiglia prudenza: «Fare jogging col raffreddore rappresenta un grande sforzo per il corpo». Chi però ha soltanto un lieve raffreddore e non ha altri sintomi può fare jogging con un’intensità moderata. In ogni caso conviene riprendere a fare jogging gradualmente, ad esempio scegliendo un percorso più breve del solito e riducendo la velocità.
!CONSIGLIO DELL’ESPERTO
Claudio Nigg, professore presso l’Istituto di scienze sportive dell’Università di Berna
«Secondo alcune ricerche, il rischio di un’infiammazione del miocardio aumenta nelle persone che praticano intensamente sport quando hanno gravi sintomi come febbre e forti dolori articolari. Attività sportive come il basket, l’hockey su ghiaccio o la maratona richiedono uno sforzo eccessivo al corpo in un momento in cui l’organismo è già molto provato. Questo può avere conseguenze gravi, come ad esempio l’infiammazione del miocardio, ma anche bronchite o sinusite. Tuttavia, anche in questo caso il rischio di miocardite è relativamente basso.»
Testo Laurina Waltersperger
Un sistema immunitario indebolito agevola la strada agli pneumococchi. I batteri sono particolarmente pericolosi per i bambini piccoli e le persone anziane. Ecco come proteggersi.
Fino a una persona su cinque presenta pneumococchi nella rinofaringe, e, grazie alla pacifica coabitazione, una buona parte non se ne accorge nemmeno. La situazione diventa delicata quando i batteri si moltiplicano improvvisamente. «Se le nostre difese immunitarie sono deboli, i batteri possono avere il sopravvento e scatenare un’infiammazione, di solito nei polmoni», spiega Silvia Ulrich, professoressa presso la clinica di pneumologia dell’ospedale universitario di Zurigo. Gli pneumococchi causano circa il 25 percento di tutti i casi di polmonite in Svizzera, più di 1000 all’anno. Talvolta gli agenti patogeni causano anche infezioni dell’orecchio medio e delle meningi o addirittura setticemia. Questi casi gravi colpiscono soprattutto i bambini sotto i cinque anni e gli anziani sopra i 65 anni. Questo perché, il sistema immunitario si sviluppa nei primi anni di vita e poi si indebolisce nuovamente in età avanzata. A ciò si aggiungono spesso le malattie croniche,
che aumentano ulteriormente la probabilità di infezioni batteriche. Anche le persone con immunodeficienza fanno parte del gruppo a rischio, così come quelle che non si sono ancora riprese da un’infezione virale come l’influenza o il raffreddore. «Di solito, con la giusta cura antibiotica, queste infezioni fanno il loro corso senza problemi e guariscono bene», rassicura Ulrich. Solo in rari casi l’infezione è talmente forte che è necessaria una degenza ospedaliera. In questi casi può succedere che il tessuto polmonare venga danneggiato a lungo termine. L’esperta pneumologa raccomanda quindi di vaccinare contro gli pneumococchi le persone particolarmente suscettibili. La vaccinazione fa comunque parte del programma standard per i bambini sotto i cinque anni.
Nuovo vaccino per neonati
Per le persone di mezza età e i bambini piccoli, invece, si raccomanda una vaccinazione diversa, che secondo l’esperta protegge indirettamente anche dall’infezione da pneumococco: la vaccinazione contro i virus respiratori, in particolare contro l’influenza (vedi riquadro). Questi virus causano raffreddori soprattutto durante il periodo invernale, malattie influenzali e infiammazioni dei bronchi. Poiché indeboliscono il sistema immunitario, le persone colpite sono più soggette all’infezione da pneumococchi. «Ecco perché una vaccinazione virale è particolarmente utile per le persone affette da patologie croniche, da immunodeficienza o per le donne in gravidanza che vogliono creare una protezione adeguata per il loro bambino», spiega Ulrich. Dall’autunno 2024, un nuovo vaccino è stato approvato anche in Svizzera direttamente per i neonati ed è disponibile negli ambulatori medici e nei reparti di maternità (vedi riquadro). «Si tratta di un passo importante perché i virus respiratori sono la causa più comune di ospedalizzazione nei neonati e nei bambini», spiega Ulrich.
Gli pneumococchi causano più di 1000 infiammazioni all’anno.
Vaccinazioni per i mesi invernali
La vaccinazione contro i virus respiratori in inverno aiuta a prevenire gravi infiammazioni secondarie delle vie respiratorie causate dagli pneumococchi. La vaccinazione è particolarmente importante per i neonati, i bambini sotto i cinque anni, le persone con malattie croniche o immunodeficienze e gli anziani. Dall’estate 2024 sono stati autorizzati due nuovi vaccini contro l’RSV per gli adulti di età superiore ai 60 anni e per i gruppi a rischio. Uno di questi vaccini è disponibile anche per le donne in gravidan‑ za per proteggere il neonato. Esiste anche una nuova misura preventiva per i neonati, disponibile negli studi medici e nei reparti di maternità dall’autunno 2024 e i cui costi sono coperti dall’assicurazione base a determinate condizioni.
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Oltre all’assistenza fornita dai familiari, spesso sono necessarie competenze specialistiche in ambito sanitario e burocratico. Per questo c’è il Case Management.
Testo Irène Schäppi
Ogni anno, in Svizzera, oltre 6000 donne ricevono una diagnosi di cancro al seno. Una di loro è Chiara Walder, che ha ritrovato il coraggio grazie al sostegno del Case Management.
Questo nodulo non mi convince»: Chiara Walder ricorda ancora questa frase della sua ginecologa, che circa due anni fa le sconvolse la vita di colpo. Quello che seguì fu una dura prova per l’assistente di volo: mammografia, ecografia e infine una biopsia incisionale. «La medica del centro senologico trovò persino dei noduli in entrambi i seni, da cui vennero prelevati dei campioni», spiega. Pochi giorni dopo quando tornò allo studio medico il sospetto era confermato: diagnosi di cancro al seno. «Ero sotto shock», racconta l’ora 54enne.
Enormi sfide
Il trattamento del cancro al seno è complesso e coinvolge numerosi specialisti e specialiste con un approccio multidisciplinare: dalla radiologia, patologia e ginecologia alla chirurgia plastica, dalla radioterapia all’oncologia medica, dalla senologia alla psico-oncologia, dalla fisioterapia all’assistenza sociale e alla consulenza genetica. Così Chiara Walder si rimboccò le maniche per coordinare tutte le terapie. Perché una cosa era chiara: voleva guarire e tornare al più presto al suo lavoro di assistente di volo. Cosa che riuscì a fare nell’autunno del 2023: «Ho potuto ricominciare a volare, anche se con un grado occupazionale ridotto», racconta Chiara Walder.
Un supporto prezioso
Poi, nel marzo 2024, arrivò la ricaduta: a Chiara venne diagnosticata una recidiva. La nuova diagnosi di cancro al seno, dopo aver superato la prima malattia, la mandò completamente fuori strada, sia fisicamente che mentalmente. «Non sapevo più cosa fare», ricorda Chiara, ancora visibilmente turbata. La Basilese piena di vita non voleva essere di peso per le persone accanto, ma dovette imparare ad accettare aiuto. Rivolgersi al Case Management di Sanitas come supporto neutrale fu una scelta logica, una decisione che ha alleviato la pressione «ed è stata la migliore decisione della mia vita», afferma. Sanitas le assegnò una persona specializzata, che l’ha assistita fino a oggi, affinché Chiara Walder potesse concentrarsi completamente sulla sua guarigione.
Dopo un primo bilancio comune, la sua case manager avviò subito i colloqui con mediche, fisioterapisti o aiuti domiciliari e si occupò delle questioni delle assicurazioni sociali come il coordinamento con l’assicurazione d’indennità giornaliera per malattia e l’annuncio all’AI.
Chiara Walder nel frattempo ha terminato la chemioterapia e non vede l’ora di trascorrere qualche mese senza visite mediche, appuntamenti e cure. «Voglio ritrovare finalmente la tranquillità», spiega. Tuttavia, con la sua case manager resta sempre in contatto: «È presente per me anche quando c’è qualcosa che mi preme. Grazie a lei, ho una persona di riferimento che può darmi un feedback empatico, obiettivo e costruttivo. E questo ha un valore inestimabile.»
Il Case Management di Sanitas è un servizio gratuito che fornisce assistenza in caso di malattia o infortunio e accompagna le persone colpite nel processo di guarigione fisico e psicologico. Testimonianze dei nostri assicurati e delle nostre as sicurate di esperienze con il Case Management: sanitas.com/ assistenza
!Myriam Eichenberger, responsabile del Case Management di Sanitas
Il Case Management è a disposizione di tutte le persone assicurate Sanitas che si trovano in una situazione di salute difficile. Qual è il vostro compito?
La nostra è soprattutto una funzione di coordinamento: in altre parole, accompagno le persone interessate all’interno del sistema sanitario e nella ricerca di terapiste o terapisti adatti. Aiuto anche a interpretare il gergo medico o nella comunicazione con gli uffici pubblici, come per esempio quello dell’assicurazione invalidità. L’obiettivo è stabilizzare la situazione in modo tale che le persone assistite possano ritrovare la loro strada e si sentano meno sopraffatte. Avendo l’obbligo di protezione dei dati, le informazioni rimangono sempre da me.
Quanti o quante clienti assiste il Case Management?
Ogni anno si aggiungono 600 nuove persone. La maggior parte di loro viene accompagnata dai tre ai sei mesi, alcune per meno, ma altre anche per un anno o più, fino a quando la situazione non si stabilizza e le persone assistite sono in grado di gestire nuovamente la loro salute e la situazione.
Il Case Management fornisce un supporto quando la vita sfugge di mano. Quali sono i momenti positivi?
Quando tutte le persone coinvolte collaborano, dalle autorità e dagli esperti medici alle persone colpite e alle persone loro vicine, la situazione migliorerà continuamente. E soprattutto quando mi rendo conto che, grazie al nostro sostegno, una persona ritrova nuova gioia di vivere e nuove prospettive.
In linea di massima, più è onerosa una prestazione, più alto sarà il numero di punti tariffari. Per calcolare quanto costa una prestazione, i punti tariffari vengono moltiplicati per il valore del punto tariffario.
Nel TARMED, il tariffario medico valido in tutta la Svizzera, viene assegnato un determinato numero di punti tariffari a ogni singola prestazione medica. Più è onerosa una prestazione, più alto sarà il numero di punti tariffari. Ma il punto tariffario ha anche un valore che determina il prezzo di un punto tariffario che a sua volta varia da Cantone a Cantone. Per calcolare quanto costa una prestazione, i punti tariffari vengono moltiplicati per il valore del punto tariffario. Dal 2026 TARMED sarà sostituito da TARDOC che promette molti miglioramenti. Il sistema tariffario sarà semplificato e integrato con posizioni più alla pari con i tempi, come ad esempio le cure croniche. Inoltre, consentirà di stabilire un migliore equilibrio tariffario tra la medicina di famiglia e la medicina specialistica.
Chi ci capisce è bravo? Il nostro Assicurabolario spiega termini tecnici: sanitas.com/ assicurabolario
Anche i dentisti in Svizzera hanno una tariffa unica: il tariffario dei medici dentisti, che comprende più di 500 prestazioni singole. Ogni prestazione corrisponde a un determinato numero di punti tariffari e, anche in questo caso, il valore del punto tariffario ne definisce il prezzo. Questo valore è fisso per le cure che vengono conteggiate tramite l’assicurazione malattia o l’assicurazione infortuni. Per tutte le altre cure, i dentisti possono stabilire autonomamente il valore del punto tariffario. Vale quindi la pena confrontare le offerte di diversi studi dentistici.
COLOFONE
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