3 minute read

Sicurezza antincendio per edilizia e impianti

Il Progetto di Legge della Segreteria al Territorio in I lettura in CGG

Protezione Civile. Si avverte l’esigenza di svincolare un parere antincendio da un percorso di rilascio di un titolo edilizio poiché non deve essere necessariamente e solo l’involucro edilizio ad essere soggetto a parere preventivo da parte del Servizio di Protezione Civile in materia antincendio ma l’attività comprensiva di locali, depo- siti, impianti ed edifici a maggior rischio incendio. Si capisce che, nella presentazione di una pratica edilizia, non viene necessariamente esplicitata l’attività a rischio incendio presente all’interno dei locali. Una pratica edilizia è infatti volta al rispetto degli standard edilizi e non è certamente obbligatorio indicare l’attività a rischio pre- sente all’interno dello stabile, a patto che vi sia realmente. Così operando accade sovente di evadere prescrizioni antincendio generali per gli ambienti non sapendo che rischio incendio vi sia realmente nei locali. Un laboratorio, così come indicato negli elaborati grafici di una pratica edilizia, può contemplare, ad esempio, sia una lavora-

Advertisement

F iscalità

zione del ferro (non combustibile) sia una lavorazione di vernici (altamente combustibile) e ciò non si viene a scoprire se non in fase di sopralluogo per il successivo rilascio del nullaosta utile per l’ottenimento dell’abitabilità degli ambienti. Non è però raro, anzi è quasi la norma, trovarsi in sede di sopralluogo dei locali vuoti, ad evadere il relativo nullaosta e la conseguente abitabilità per poi trovarsi, magari dopo poco tempo, un’attività altamente a rischio incendio non presente in sede di sopralluogo. La nuova norma antincendio che qui si propone porta con sé anche un nuovo assetto nel panorama dei professionisti sammarinesi. Oltre ai tecnici abilitati nasce una nuova figura, quella del professionista antincendio il quale può spingersi anche verso un approccio ingegneristico mediante simulazione di incen- dio e conseguenti opere di mitigazione volte all’esodo sicuro degli occupanti e la salvaguardia dell’attività. Il nuovo impianto normativo sarà composto di un principio in materia, oggi in discussione, nonché di una normativa di dettaglio, da adottarsi successivamente all’entrata in vigore della legge, nella forma del decreto delegato. Tale successiva norma suddividerà le attività, a seconda del grado di rischio incendio, in tre categorie: la A che racchiude le attività e gli impianti a minore rischio, la B quelle a rischio medio, la C le attività e gli impianti a maggiore rischio incendio.

Il decreto delegato si focalizzerà sulle procedure da seguire per essere in regola con la nuova normativa antincendio: tutte le attività comprese nella lettera A dovranno semplicemente produrre la SCIA (segnalazione certificata di inizio Attività), strumento che nasce con l’ottica di liberare la pubblica amministrazione dalla burocrazia e rendere più snello tutto l’iter autorizzativo. La nuova norma antincendio prevede l’utilizzo di tale strumento con palpabili benefici per le aziende che dovranno, mediante autodichiarazione, proseguire nel loro impegno aziendale/lavorativo senza dover sospendere o rallentare in attesa di una risposta da parte della PA.

Alessandro Carli

La tassazione dei pensionati ex frontalieri Comites: servono interventi rapidi e risolutivi

Il presidente del Comites San Marino, Alessandro Amadei, nei giorni scorsi è tornato a puntare i riflettori sul problema che sta angosciando oltre 2.300 ex frontalieri che dopo anni di lavoro sul Monte Titano, ora sono schiacciati dal peso insopportabile della doppia imposizione fiscale.

L’imposta sulle pensioni va pagata in Italia con aliquota al 23 per cento

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno: così lo ha definito il Comites San Marino “perché la ratifica della convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni, risalente al 2013, sembrava aver definitivamente risolto le criticità riguardanti appunto gli ex frontalieri usciti dal mondo del lavoro, i quali in forza della Convenzione hanno finora pagato le imposte solamente nella Repubblica di San Marino in base alle aliquote in vigore”. Ma a cambiare le carte in tavola “ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate italiana che con una interpretazione della normativa alquanto discutibile ha sancito che l’imposta sulle pensioni va pagata in Italia con aliquota al 23 per cento”.

Il pagamento delle imposte in due Stati diversi

In sostanza, gli ex frontalieri sammarinesi si trovano ora a dover aprire il portafogli per provvedere al pagamento delle imposte in due Stati diversi.

“Una situazione a tratti paradossale – rileva Alessandro Amadei - che mostra tutta la fragilità e l’impotenza di una categoria di lavoratori da tempo in balia di tante promesse non man- tenute ed in balia dell’assenza di chiari riferimenti legislativi in uno scenario caratterizzato dall’incertezza e dalla recessione economica dovuta allo scoppio del conflitto in Ucraina e dalla pandemia. Miglior sorte rispetto a quella dei pensionati ex frontalieri sammarinesi è toccata ai pensionati ex frontalieri del Ponente ligure per i quali il Governo Italiano ha tagliato le imposte dal 23% al 5%, attenuando di fatto gli effetti devastanti della doppia imposizione fiscale.

Il Comites San Marino è al fianco dei pensionati ex frontalieri di San Marino e continuerà a dare voce alle loro legittime istanze ed alle loro richieste di aiuto finora mai ascoltate. Occorrono interventi rapidi e risolutivi per impedire che si continuino a negare i loro diritti acquisiti.

This article is from: