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Business: Infomercatiesteri “promuove” ancora il Titano

Il portale della Farnesina dedicato al “fare impresa”: tanti i punti di forza del Monte to degli Accordi stipulati con i Paesi UE, vale anche per San Marino la soppressione dei dazi doganali sugli scambi all’interno dell’UE. Per quanto riguarda le importazioni da Paesi extra UE, gli importi dei dazi sono gli stessi stabiliti dai Paesi UE. Le formalità doganali di importazione so- no espletate presso le dogane italiane abilitate). Di contro, la “debolezza” è rappresentata dall’assenza di un quadro di riferimento per l’accesso al Mercato Unico UE.

La presentazione

“San Marino è impegnato, sul fronte delle relazioni in- ternazionali, a riacquistare credibilità e divenire un interlocutore affidabile in termini di trasparenza e standard internazionali, non solo nei rapporti bilaterali con l’Italia, ma anche in ambito europeo e internazionale, con lo scopo di aumentare l’attrattività e l’internazionalizzazione del proprio Sistema Paese”. Si apre così la pagina dedicata al Titano che poi “tranquillizza” i potenziali investitori: sul Monte la Farnesina non evidenzia particolari rischi economici, operativi e politici. Tra i settori economici in cui investire spiccano i prodotti di industrie manifatturiere (“Il tessuto imprenditoriale sammarinese si sviluppa in un ampio raggio di settori, che includono la meccanica, le costruzioni, mobili, ceramiche, packaging, software aziendali, commercio, servizi, alberghiero e ristorazio- ne) turismo, servizi, commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli. Per quanto riguarda “cosa vendere” in Repubblica, Infomercatiesteri propone i prodotti delle industrie manufatturiere e gli articoli di abbigliamento. Infine, la “trasparenza” del sistema: alla luce dell’avvenuta ratifica anche da parte italiana nel luglio 2013 della Convenzione bilaterale per evitare le doppie imposizioni fiscali, San Marino è stata espunta nel febbraio 2014 dalla “black list” italiana. Nel corso del 2014 San Marino è, inoltre, entrata nel Sepa, l’Area unica dei pagamenti in Euro, e nel 2015 nella white list fiscale italiana.

Alessandro Carli

L ’analisi di Enrico Gaudenzi

L’identificazione della misura per misurare l’identità di un’azienda e la sua evoluzione

Azienda e misura. Ogni imprenditore ha una visione alla quale dà una sua misura. Un concetto che sembra astratto ma è la sua realizzazione che lo porta a vincere le sfide quotidiane. Fare impresa significa avere una idea di business, una traccia da seguire che spesso si identifica nella messa in pratica di attività secondo paletti precisi, misurabili. Un analista del dato deve interpretare queste certezze e misurarle, trasformarle in cifre. Una delle sue abilità deve essere certamente quella di creare alternative di successo basate sulla realtà del momento e sulla proiezione futura. I noti indicatori di prestazione sono i fattori critici di risultato per un’azienda. Devono essere valutati con un orizzonte temporale preciso e riflettono azioni quantificabili. Cosa monitorare? Il peso dei primi dieci clienti, il grado di formazione del personale, l’adeguatezza degli assetti organizzativo-amministrativi e le soglie di allerta con indici numerici. L’obiettivo è abbandonare la gestione day by day e passare allo stile anticipatorio basato sul programmare e anticipare. Come monitorare?

Gli indici per molti analisti sono valori di settore a cui associare nel tempo un punteggio, sono sia qualitativi che quantitativi e in base alla dimensione, al mercato ed ai competitor. Fondamentale è valutarli per evidenziare in anticipo l’eventuale inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici o gli squilibri organizzativi e strategici che possono minare la continuità. Esempi di approcci quantitativi sono: oneri finanziari su ricavi, patrimonio netto su debiti totali, attività a breve su passività a breve, cash flow su attivo o indebitamento previdenziale tributario su attivo. Criteri qualitativi possono essere l’equità remunerativa, che attribuisce punteggi più elevati se la differenza retributiva uomo/donna per livelli di inquadramento a parità di competenze si abbassa, la equità nelle percentuali di promozione tra uomo/donna. Oppure sempre qualitativa è l’analisi della conciliazione vita lavoro e le politiche che la garantiscono (part time reversibile, piano welfare, asili nido o sostegno alla genitorialità). Processi di gestione e sviluppo delle risorse umane. Tutte forme che delineano l’identità di un’azienda interessata a misurarsi con l’evoluzione.

Enrico Gaudenzi (ChiefFinancialOfficerper primarieaziendeindustriali ediservizi,giàdocentedi Matematicafinanziariaper l’UniversitàdiBologna)

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