Cibo&Salute gennaio 2016

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o v o u n o t t u t ...è

CIBO Salute &

Magazine di Educazione al Benessere// trimestrale

• anno 1 • n. 1 • gennaio 2016 • € 1,90

Ricette • Consigli dagli esperti • Erbe in cucina • Cibo mediterraneo

veg...anch’Io! a Palermo

L’oLIo no IngredIente ma alimento

10 motIvI per idratarsi


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CIBO Salute

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l 2016 si apre con tanta energia, vitalità e... un nuovo arrivato: Cibo&Salute. Una nuova avventura editoriale, nata dalla collaborazione con l'associazione Nutrisicilia. Un appuntamento trimestrale: quattro numeri, tanti quante sono le stagioni in un anno. Vogliamo raccontarvi il rapporto tra cibo e salute e come sempre più persone scelgano di nutrirsi in modo consapevole. Il cibo, dunque, non solo come il nutrimento per i nostri bisogni corporei, ma anche per le nostre esigenze psicologiche, perché è strettamente legato ai nostri comportamenti, ai nostri sentimenti e alle nostre emozioni. Sono “pezzetti di noi” che costruiamo a partire da ciò che mangiamo. Facciamo il possibile, ma, a volte, senza rendercene conto, soffriamo di carenze nutrizionali perché il cibo che mangiamo è ormai povero di vitamine, di minerali, ha fatto troppi chilometri per arrivare a noi. Per questo la nostra rivista privilegerà il cibo a km zero, rigorosamente made in Sicily e di stagione. Il nostro tradizionale modello alimentare mediterraneo, infatti, è ritenuto oggi, in tutto il mondo, uno dei più efficaci per la protezione della salute ed è anche uno dei più vari e bilanciati che si conoscano. Il nostro obiettivo sarà la riscoperta di un rapporto sano con il cibo e la ricerca di alimenti semplici: eccola la “ricetta” della felicità. Piccole e semplici regole quotidiane per stare bene con se stessi e con gli altri. Un viaggio nella mente e nel corpo e nei loro bisogni, in compagnia di illustri esponenti del mondo della medicina, della scienza, della psiche e della nutrizione.Tanti piccoli e semplici accorgimenti che uniti insieme, possono determinare una nuova condizione di vita piena di benessere, salute ed energia. Non vi resta che leggerci... e gustarci fino in fondo!

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E d i to r i a l E

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L’ OLiO extravergine non è un ingrediente ma

un aLimentO di Maria Grazia Sclafani

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angiare sano e vivere bene potrebbe essere uno slogan, ma in realtà la migliore ricetta per uno stile di vita corretto a tavola. Tutta la comunità scientifica è d’accordo sul fatto che esista uno stretto legame tra una corretta ali-mentazione e una vita in buona salute. Un detto po polare re cita proprio così, «sei quello che mangi»; difatti il nostro corpo è il risultato di quello che introduciamo e di quello che consumiamo giornalmente. A tal proposito per saperne di più e fare il punto sulla situazione abbiamo raggiunto telefonicamente il Professor Giorgio Calabrese, docente di Nutrizione Umana all’Università del Piemonte Orientale, Alessandria, per un’intervista su alimentazione, diete e cibi da ridurre o evitare.

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• Si sente spesso la parola “alimentazione sana”, ma Professore, qual è il metodo giusto per seguire una sana alimentazione? e quali sono i cibi che rientrano in questa sfera? La dieta mediterranea. Mangiare un po’ di tutto, mangiando almeno cinque volte al giorno; mangiare molte verdure e frutta, legumi, cereali, introdurre una giusta quan-tità di proteine e condimenti di tipo vegetali e non animali. Meglio l’olio extra vergine che lo strutto o il lardo. • Quali sono le proprietà di quest’ultimo alimento? Ha detto bene. L’olio extraver-gine di oliva non è un ingrediente ma un alimento e, al pari del latte, è completo e ricco di valori nutri-zionali. Non bisogna abusarne ma la sua qualità è uno dei se-

greti della dieta mediterranea. Purché sia di qualità: grazie all’olio, anche un semplice piatto di spaghetti in bianco diventa una prelibatezza perché si uniscono vari elementi con tante proprietà nutrizionali. Certo, non bisogna abusare soprattutto per quanto riguarda le fritture perché si creano danni a livello epatico, ma di certo una volta ogni tanto, se si usa olio extravergine di oliva, è possibile concedersi anche un buon fritto misto. È, inoltre, una alimento ricco di elementi antiossidanti che dun-que fanno bene all’organismo. Nei miei convegni non manco mai di tessere le lodi dell’olio siciliano. È tra i più buoni al mondo, è ricchis-simo di polifenoli e dunque combatte i radicali liberi e risulta utile nella prevenzione dell’ossidazione delle lipo-

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proteine. Forse dovremmo comunicarlo di più, provvedendo ad un’azione di maggiore promozione dei nostri oli siciliani. Di sicuro usare l’olio extravergine di oliva permettere di vivere meglio e probabilmente più a lungo. • Da qualche anno diversi sono i dibattiti tra la scelta di proteine vegetali al posto di quelle animali. Lei che ne pensa? Dovremmo sicuramente privilegiare le proteine vegetali a quelle animali. Non sono vegetariano, ma ritengo che i legumi siano una sana alternativa alla carne dal punto di vista proteico. I legumi contengono notevoli quantità di sali minerali quali fosforo, potassio, magnesio e ferro. Ma non si fermano qui! Contengono, eccezion fatta per la soia che ne contiene minime quantità, anche amido: uno zucchero complesso è un’importante fonte di energia per le nostre cellule. Inoltre hanno una quantità di proteine pari o anche superiore a quella della carne e doppia rispetto a quella dei cereali. Infatti, i legumi venivano soprannominati “la bistecca dei poveri”. • Quindi braccio di ferro mentiva. Ebbene sì! I legumi contengono una media di 7,5 mg di ferro per ogni 100 g di prodotto, gli spinaci solo 2,7 mg per 100 g di prodotto. 7,5mg è moltissimo se considerate che il fabbisogno giornaliero per l’uomo adulto è di 10 mg e di 18 mg per la donna. • Quale altro vantaggio hanno i legumi? L’elevato contenuto in fibre rende i legumi biologici alimenti sazianti e con-

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tribuisce a prevenire condizioni ai limiti con la patologia quali dislipidemie lievi, diverticolosi del colon, stitichezza, sovrappeso o altre situazioni patologiche, come la malattia coronarica, l’aterosclerosi, il diabete, l’obesità e le altre malattie dismetaboliche, i tumori maligni del grosso intestino e la calcolosi della cistifellea. I legumi sono tra gli alimenti vegetali più ricchi di calcio. I legumi biologici sono alimenti economici e “solidali” dato che pos-sono essere utilizzati al posto della carne risparmiando risorse naturali ed economiche. Se per certi aspetti il valore

nutritivo dei legumi biologici è inferiore a quello della carne, per altri è decisamente superiore. Consumare regolarmente legumi, frutta secca e altri cibi ricchi di pro-teine, sia nel contesto di una dieta vegetariana che di una dieta onnivora, comporta notevoli vantaggi per la salute, riducendo il rischio di malattie croniche. Questi cibi sono un’importante fonte di nutrienti essenziali per garantire le funzioni dell’organismo e per il mantenimento della salute. Sicuramente i legumi aiutano molto l’organismo a depurarsi e a combattere la stitichezza. Il contenuto di fibra ali-

mentare dei legumi è di tutto rispetto. Sia quella “insolubile” (soprattutto cellulosa, localizzata prevalentemente nella buccia esterna) che è capace di regolare le funzioni intestinali, sia di quella “solubile” che regola e tiene a bada i livelli di zucchero (ovvero di glucosio) e di grasso (colesterolo) circolanti.

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CIBO Salute Magazine Educazione Salute// &

di

Editore

FrEE PrEss soc. coop. di giornalisti Via P.pe di Palagonia, 100 - 90141 Palermo www.sapori.sicilia.it buongiornoredazione@virgilio.it

tel. 091.349006

alla

2016

il sommario di

gEnnAIo

Direttore Responsabile: Alessia Boschetti

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Coordinatrice Editoriale: Maria Grazia Sclafani Impaginazione ed Elaborazione Grafica: Free PreSS soc. coop. a r.l. Hanno collaborato: Oliva Barbara Corrao, Vanessa D’Acquisto, Marilia Lalia, Leonardo Pescitello, Maria rita Pisano, rachele Sanfilippo, Maria Grazia Sclafani, rossella Sucato, Lara Tripo, Manuela Zanni Consulenza editoriale: Prof. Antonino Giuffrida,Vinicio Boschetti, rossella Sucato Concessionaria della pubblicità: Free PreSS soc. coop. a r.l. Via Principe di Palagonia, 100 90141 Palermo tel. 091.349006 Ufficio Marketing e Pubblicità: Responsabile alla Pubblicità Editoriale Carmelo Diana Stampa: PunTO GrAFiCA MeDiTerrAneA SrL Villabate (PA) - tel. 091.6303336

Anno 1 - n. 1 - gennAio 2016 registrato presso il Tribunale di Palermo n. 18 del 05/11/2013 IssN 2783-3242 suPPlEmENTo al N. 4/2015 IVa assolta dall’editore ai sensi dell’art. 74, comma 1, lettera c, del DPr 633/72, così come modificato dalla legge 30/12/91 n. 413.

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EdItorIAlE l’olio Extravergine dieta sana e sostenibile 10 motivi per idratarsi Vivo sano

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Cibo Biologico Allergie e intolleranze Veg... anchio! Il Pomodoro Attenti al glutine

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Una dieta sana e sostenibile per il Pianeta

La Doppia Piramide Alimentare BCFN 2015 fondata sulla Dieta Mediterranea di Rossella Sucato

La doppia piramide alimentare ambientale BCFN 2015 Fonte: Bcfn, 2015

Le diete sostenibili sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future.

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ome sostiene Tim Lang, professore alla City University di Londra, 2010, “si tratta di capire se le biodiversità vada garantita nonostante la produzione di cibo su scala mondiale, o invece se vada integrata in tale produzione, uscendo dal paradigma agroindustriale e consentendo una maggiore varietà sia all’origine sia nel piatto”. Da quanto emerso dal simposio scientifico internazionale della FAO su biodiversità e diete sostenibili del 3-5 novembre 2010 svoltosi a Roma la biodiversità non si coniuga immediatamente alle diete sostenibili. Del resto, “diete sostenibili” significa “diete energeticamente efficienti”. E l’efficienza può talvolta implicare la selezione e l’utilizzo di varietà e razze

specifiche e numericamente limitate: contro la biodiversità insomma. In questa occasione Tim Lang, professore alla City University di Londra, ha sottolineando come molto sia cambiato circa la democrazia alimentare da una prospettiva storica: dal 1948, anno della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, in cui veniva riconosciuto l’accesso al cibo, al 2004, anno delle Voluntary Guidelines on Right to Food. Durante i 3 giorni, gli esperti hanno poi lavorato entro comitati ristretti alla definizione di “Diete Sostenibili” e alla redazione del “Codice di Condotta Internazionale per le Diete Sostenibili”. Quest’ultimo è un documento che definisce le linee cibo & salute


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guida operative per la realizzazione di Diete Sostenibili, e comprende tra le altre cose la creazione di una task force sotto il segretariato della FAO. Quale regime alimentare sembra essere il più adatto a salvaguardare la salute dell’uomo e nello stesso tempo ha un minore impatto ambientale? A rispondere a questa domanda ci aiutano gli studi condotti dal Barilla Center for Food and Nutrition dal 2010 al 2015 sulla piramide nutrizionale. L’ultima piramide nutrizionale del BCFN del 2015, deriva dalla messa a fattore comune di diverse linee guida nutrizionali a livello internazionale, è facilmente riconducibile alla dieta di tradizione mediterranea. Il messaggio veicolato è che la base della nutrizione deve essere costituita da alimenti di origine vegetale, ricchi di vitamine, sali minerali, fibre e carboidrati complessi, acqua e proteine vegetali, tutti tipici delle abitudini mediterranee. Mentre gli alimenti posizionati verso il vertice della piramide vanno consumati con moderazione perché ricchi di grassi e zuccheri semplici. La semplice premessa di questi studi è che una corretta alimentazione è una condizione essenziale per la salute umana e una tutela per la vita del Pianeta, ma questo principio non ha ricevuto la dovuta attenzione negli ultimi decenni. Prova ne è la recente e dilagante diffusione di patologie dovute ad eccesso di alimentazione (dall’obesità alle malattie cardiovascolari, passando per il diabete) e alla concomitante riduzione dell’attività fisica in tutte le fasce d’età, comprese quelle giovanili (Must et al., 1999; Burton et al., 1985). Nonostante l’esistenza di questi studi, spesso l’opinione pubblica non è ancora consapevole che una corretta alimentazione sia importante per la propria salute e per l’ambiente. Già a partire dagli anni Settanta, il fisiologo americano Ancel Keys studiò la dieta da lui battezzata “mediterranea”, basata sul consumo equilibrato di alimenti naturali (olio di oliva, frutta, cereali, legumi, ecc.), grazie alla quale la mortalità per cardiopatie risultava più bassa rispetto alle diete ricche di grassi saturi, tipiche del Nord Europa. Successivamente, nel 1992 l’US Department of Agriculture progettò e diffuse la prima piramide alimentare, che in cibo & salute

modo sintetico ed efficace spiegava come adottare un tipo di alimentazione equilibrato. Negli ultimi anni la Food and Agricultural Organization (Fao) insieme con Biodiversity International, ha sottolineato l’importanza delle “diete sostenibili” intese come regimi alimentari a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future. Le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque e accessibili, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane (Fao, 2010). Viene così riconosciuta l’interdipendenza tra la produzione e il consumo di cibo, le esigenze alimentari e le raccomandazioni nutrizionali, e al tempo stesso si ribadisce il concetto per cui la salute degli esseri umani non può essere slegata dalla salute degli ecosistemi. Per questa ragione e per diminuire l’impatto delle attività dell’uomo sull’ambiente (Wackernagel and Rees, 1996), il Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn) ripropone la piramide alimentare in una doppia versione dove i cibi sono posizionati non solo seguendo quanto da tempo la scienza nutrizionale ha definito in funzione del loro impatto positivo sulla salute, ma anche rispetto al loro impatto sull’ambiente. Si ottiene così una “doppia piramide alimentare-ambientale”: la nota

Le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono accettabili culturalmente, economicamente eque e accessibili, adeguate, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane (FAO, 2010) piramide alimentare e una piramide ambientale. Quest’ultima, che è affiancata alla piramide alimentare, è rappresentata capovolta: gli alimenti a maggior impatto ambientale sono in alto e quelli a ridotto impatto in basso (Bcfn, 2009, 2011, 2012, 2014, 2015).


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È stato dimostrato come la fase agricoltura sia fortemente inquinante (l’agricoltura supera persino le emissioni di gas serra provocate dal trasporto) (Foster et al., 2006; Williams, Audsley e Sanders, 2006). Pertanto, quando si parla di alimentazione, occorre tenere in con siderazione anche le variabili ambientali (Sonesson, Davis e Ziegler, 2009). Da questo punto di vista, i vari gruppi di alimenti possono essere valutati in termini di impatto sul territorio. Per costruire la piramide ambientale sono stati stimati gli impatti ambientali associati a ogni singolo alimento tramite l’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, Lca), un metodo di valutazione oggettiva dei carichi energetici e ambientali relativi a un processo (sia esso un’attività o un servizio). Tale valutazione include l’analisi dell’intera filiera, comprendendo l’estrazione o coltivazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il confezionamento, il trasporto, la distribuzione, l’uso, il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale. Il metodo di analisi Lca è regolamentato dagli standard internazionali Iso 14040 e 14044, che ne definiscono le caratteristiche peculiari. Come si vede dalla figura 1 la piramide alimentare raffigura i vari gruppi di alimenti in modo scalare. Alla base si trovano gli alimenti di origine vegetale (caratteristici della dieta mediterranea) ricchi in termini di nutrienti (vitamine, sali minerali, acqua) e di composti protettivi (fibre e composti bioattivi di origine vegetale) e con ridotta densità energetica. Salendo progressivamente si trovano gli alimenti a crescente densità energetica (molto presenti nella dieta nordamericana) che andrebbero consumati con una frequenza minore. Dalla doppia piramide si può osservare che gli alimenti per i quali è consigliato un consumo più frequente, sono anche quelli che presentano gli impatti

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ambientali minori. Viceversa, gli alimenti per i quali è raccomandato un consumo meno frequente, sono anche quelli che hanno maggior impatto sull’ambiente.

ne occorrono in media solo 300 per un kg di ortaggi di stagione. 2. Il permanere di pregiudizi e false credenze: il contesto sociale gioca spesso a sfavore nella promozione di comportamenti sostenibili: molte persone sono convinte che adottare una dieta sana comporti eccessivi sacrifici in termini di gusto, tempo e denaro. Il fattore economico, in particolare, riveste un ruolo. Infatti, è diffusa la credenza che mangiare sano costi di più: sebbene numerosi studi abbiano dimostrato il contrario, tale convinzione può costituire un freno all’adozione di un regime alimentare salutare. L’importanza di promuovere delle giuste campagne di educazione alla salute

In altre parole, da questa nuova elaborazione della piramide alimentare emerge la coincidenza, in un unico modello, di due obiettivi diversi ma altrettanto rilevanti: salute e tutela ambientale (Bcfn, 2009, 2011, 2012, 2014, 2015). difficoltà principale o ostacolo alla diffusione della doppia Piramide BCFN dal 2010 al 2015 I principali ostacoli nella diffusione del modello si possono ricondurre a due categorie: 1. La mancanza di una corretta informazione ed educazione nutrizionale: una cospicua parte della popolazione non è a conoscenza delle implicazioni di natura ambientale esercitate dalle nostre scelte alimentari: molti non sanno, ad esempio, che per produrre un kg di carne di manzo occorrono ben 15500 lt di acqua, mentre

Sin dalla prima pubblicazione della Doppia Piramide nel 2010, Barilla ha adottato diverse strategie di comunicazione innovative per diffondere i risultati dell’iniziativa. Il progetto della Doppia Piramide è stato presentato alle principali istituzioni di rilevanza nazionale e internazionale in Italia, al Parlamento Europeo, in Francia e negli Stati Uniti. In aggiunta, sono stati organizzati numerosi seminari, convegni, pubblicazioni, e attività promozionali per diffondere il modello della Doppia Piramide al pubblico italiano e alla comunità internazionale. Queste campagne hanno condotto ad un aumentata consapevolezza dei consumatori verso l’impatto ambientale del sistema agro-alimentare e all’espansione del consumo dei prodotti biologici e dell’intero settore dell’agricoltura biologica a livello mondiale degli ultimi dieci anni. Ma i consumatori che acquistano i prodotti biologici hanno mostrato di avere un’attenzione particolare anche verso la salute (Tjärnemo and Ekelund 2004), la sicurezza degli alimenti (Loureiro et al. 2001), valori etici come i diritti degli animali (Honkanen et al. 2006). Per questo è stata cibo & salute


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suggerita l’esistenza di una relazione potenziale tra alimenti biologici e vegetarianismo. Le motivazioni ecologiche alla base della scelta di alimenti biologici sono piuttosto simili a quelli alla base di una dieta vegetariana (Honkanen et al. 2006). Complessivamente, queste evidenze scientifiche sembrano supportare la necessità di un programma di educazione dei consumatori, specialmente di quelli dei Paesi occidentali, diretto a spostare le loro abitudini alimentari verso un aumento del consumo diretto di prodotti di origine vegetale per proteggere sia il proprio stato di salute che l’ambiente. Conclusioni Il modello della doppia piramide dimostra quindi che seguire la dieta mediterranea proposta dalla tradizionale piramide alimentare-nutrizionale non solo porta a un miglioramento

della qualità della vita, ma produce anche un impatto decisamente inferiore sull’ambiente. Occorre inoltre studiare i fattori che influenzano le persone verso scelte alimentari sbagliate e capire come cambiare il loro comportamento. Riguardo a questa tematica, la prima variabile da affrontare a nostro avviso è quella del prezzo degli alimenti, giustamente considerato un potenziale ostacolo, in particolare durante l’attuale crisi economica. Gli studi fino ad oggi condotti in materia indicano che la situazione è ancora discutibile, anche se sembrerebbe possibile affermare che la dieta sostenibile generalmente non costa di più, soprattutto se i suoi costi sono valutati in base a criteri più appropriati. Dopo alcune analisi, il Bcfn ha evidenziato come la dieta mediterranea sia, seppur di poco, più sostenibile economicamente (Bcfn, 2015).

Fonti Diete sostenibili: la doppia piramide del Barilla Center for Food and Nutrition, Luca Ruini, Roberto Ciati , Carlo A. Pratesi , Ludovica Principato, Massimo Marino, Sonia Pignatelli, 2013. Barilla Center for Food and Nutrition, Doppia Piramide 2010, 2011, 2012, 2014, 2015 Barilla Center for Food and Nutrition (2009), Cambiamento Climatico, agricoltura e alimentazione; Barilla Center for Food and Nutrition (2009), Food and Health ; Barilla Center for Food and Nutrition (2011), Double Pyramid: healthy food for people, sustainable for the planet; Fao (2010), Sustainable Diets and Biodiversity; Rapporto sul Simposio scientifico internazionale della FAO su biodiversità e diete sostenibili del 3-5 novembre 2010.


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10 motivi per idratarsi

di Vanessa D’Acquisto

1. L’acqua un elemento indispensabile

Tutti gli organismi viventi sulla Terra dipendono dall’acqua e sono composti da essa in elevate quantità. Nell’essere umano le percentuali della presenza dell’acqua cambiano per l’età, per la costituzione e soprattutto per il tipo di alimentazione. Il corpo di un uomo adulto è composto almeno dal 65% d’acqua.

2.Quali funzioni svolge? Molti non bevono l’acqua perché non sanno quanto sia importante per il nostro organismo. L’acqua all’interno del corpo umano svolge molte funzioni; quindi l’acqua prodotta dal nostro metabolismo non basta a coprire il nostro fabbisogno giornaliero. Essa permette di trasportare i principi nutritivi e le

scorie, regola la temperatura corporea e il bilancio energetico, facilita la digestione e ha potere disintossicante.

3. L’equilibrio idrico, perdita dei liquidi

Durante la giornata è normale perdere liquidi, la maggior parte della perdita avviene attraverso le urine. Un altro modo attraverso cui si perdono i liquidi, è la sudorazione. È importante, quindi, compensare la perdita dei liquidi, soddisfacendo sempre l’insorgere della sete. La mancanza di idratazione porta alla diminuzione del rendimento fisico.

4. Prevenzione contro la disidratazione

Uno degli indicatori più noti della disidratazione è la sete, ma ve

ne sono tanti altri. Crampi muscolari, nausea, fatica, mal di testa, secchezza delle labbra e del corpo, urine di colore particolarmente scuro. Come prevenire? Bevendo 2 litri di acqua al giorno!!!

5.Le bevande consigliate

Acqua, succhi e tisane sono essenziali per una corretta idratazione. Bevande isotoniche (come il Gatorade) sono consigliate soprattutto per chi pratica sport intenso, per quantità di zuccheri e sali minerali che contengono, e per l’assimilazione dei soluti di tali bevande in tempi medio-rapidi.

6. Alimenti e liquidi da evitare

Per una corretta idratazione è consigliato evitare bibite contenti stimolanti come la caffeina e la taurina. Per quanto riguarda gli alimenti è consigliato dosare l’utilizzo del sale, in quanto è una delle cause principali della ritenzione idrica.

7. Mangiare sano

È importante seguire una corretta alimentazione, per una corretta idratazione. Gli alimenti più consigliati sono quelli che hanno un alto contenuto d’acqua, come la frutta e la verdura, lo yogurt e le proteine magre contenute nel pesce e nella carne bianca.


Idratarsi imp_5 18/01/16 12:54 Pagina 13

Bere tanto è utile per dissetarsi ma potrebbe non essere sufficiente per idratare correttamente il corpo, è necessario seguire un’alimentazione o una dieta piena di cibi ricchi d’acqua e povera di cibi complessi.

8. Quando bere?

Sempre, non aspettare la sete! Si inizia la mattina a digiuno con uno o due bicchieri d’acqua a temperatura ambiente, aiuta la diuresi dopo la lunga pausa notturna. Lontano e vicino ai pasti. È importante soprattutto la somministrazione dei liquidi prima e dopo l’esercizio fisico.

9. Pelle secca

Una delle ragioni per cui è importante idratarsi è la secchezza della pelle. L’assunzione di liquidi aiuta a renderla più idratata. Per alcuni tipi di pelle non basta semplicemente assumere liquidi, quindi è consigliato l’utilizzo di creme idratanti per rendere la pelle più morbida.


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di Rachele Sanfilippo

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VilladellePalme pubb_7 18/01/16 13:08 Pagina 16


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CiboBiologico imp_9 18/01/16 13:24 Pagina 18

Biologico non una moda

Cibo

ma una scelta di benessere

di Maria Rita Pisano

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egli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di alimentazione “alternativa”, di alimentazione biologica, vegana e vegetariana . Ma che cos’è l’alimentazione biologica? La produzione di alimenti bio rappresenta un ritorno alla “natura” e al “naturale”, quando l’uomo non faceva uso di sostanze chimiche come erbicidi, antiparassitari e altri prodotti. La tutela dei consumatori è anzi uno degli obiettivi principali della produzione biologica e per questo le tecniche agronomiche di produzione di cibi biologici sono molto rigide.

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Scegliere il biologico significa dunque soprattutto percorrere la strada del benessere in armonia con il ciclo delle stagioni e con le risorse della natura. La cucina del benessere non è una moda del momento, bensì uno stile di vita che ha come obiettivo il benessere psicofisico. Mangiare frutta e verdura di stagione è già bio: la stagionalità degli alimenti è infatti un fattore importante per il benessere quotidiano. Oggi dalle ultime statistiche del settore è emerso che sono in aumento le intolleranze alimentari, soprattutto quella al glutine. Un valido aiuto per chi soffre di intol-

leranze alimentari è quindi proprio un’alimentazione alternativa. Ne abbiamo parlato con lo chef Ezio D’Alia, certificato AIC (Associazione Italiana Celiachia) e specializzato in cucina vegana e vegetariana, con esperienze internazionali in diversi paesi europei. Anche il campo della ristorazione si rivolge infatti sempre più verso un’alimentazione alternativa in seguito alla crescente richiesta di cibo “sano” che comporta una scelta accurata di ingredienti sani e naturali. Il benessere inizia dalla tavola, stimolando la propria fantasia e prestando cibo & salute


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attenzione agli aspetti nutrizionali e salutistici degli alimenti. I legumi, ad esempio, sono un prezioso alleato del benessere ed un alimento alternativo alla carne. Sempre più spesso la cucina alternativa è protagonista delle nostre tavole: topinambur, soia, tofu, quinoa, seitan, ecc. sono prodotti entrati nel linguaggio (e nella cucina) comune ed hanno conquistato anche i palati più tradizionali. Ma l’alimentazione sana inizia da piccoli ed è importante utilizzare la fantasia e concedersi del tempo per le persone che più amiamo e che rappresentano gli adulti di domani. Lo chef D’Alia ha già svolto delle attività presso le scuole non solo per far divertire i bambini che si improvvisano chef professionisti, ma soprattutto per sensibilizzare i genitori sul tema di un’alimentazione corretta e con basso contenuto di zuccheri. L’utilizzo di miele, zucchero grezzo di canna e dolcificanti naturali infatti costituisce una valida alternativa alle merende “industriali” con conservanti. Preferire i prodotti naturali, biologici, è dunque il segreto per salvaguardare la nostra salute senza trascurare il gusto e il palato.

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QUINOA MANTECATA ALLE MELE ACERBE E GAMBERI ROSSI DI MAZARA ingredienti per 4 persone 200 g di quinoa bianca 2 mele verdi 8 gamberoni rossi di Mazara 50 g pomodorini ciliegini di Pachino 40 dl vino passito di Pantelleria sale integrale di Trapani pepe bianco appena macinato olio extraverg. d'oliva di Nocellara del Belice 10 g pistacchio di Bronte

Procedimento La fase più interessante della ricetta sta nell'accurata lavatura della quinoa che va fatta con abbondante acqua freddissima.Altra fase delicata sta nella precottura di questo "non cereale" molto particolare: io dico sempre che la quinoa ci avvisa quando è cotta al punto giusto, perché dopo circa 12-15 minuti di bollitura in acqua leggermente salata avviene la fuoriuscita del

germoglio dall'involucro protettivo della quinoa. A questo punto è cotta. Porre le mele pelate e tagliate a dadini di circa 1 cm in una padella dal fondo spesso e farle rosolare a fuoco vivo con l'olio d’oliva. Aggiungere i pomodorini tagliuzzati e la quinoa cotta, mescolando energicamente senza abbassare la fiamma. bagnare di passito e lasciare evaporare l'alcool in eccesso. Aggiustare di sale e di pepe e a cottura quasi terminata aggiungere i gamberoni sgusciati e tagliati grossolanamente e in modo irregolare; quando i gamberoni avranno cambiato il loro colore il piatto sarà pronto. Servire con l'aiuto di un coppapasta per dare una forma cilindrica e alta alla nostra quinoa che risulterà dare la massima espressione su un piatto molto ampio spolverato di granella di pistacchio.

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Allergie e intolleranze alimentari di Marilia Lalia

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eazioni avverse agli alimenti possono essere causate da allergie o intolleranze alimentari. Oggi circa una persona su tre crede di essere allergica, o in modo ancora più frequente, intollerante a certi alimenti; in realtà l’effettiva incidenza dell’allergia alimentare è di circa il 2% nella popolazione adulta, percentuale che sale al 3-7% nei bambini che però la superano, nella maggior parte dei casi, in età scolare. Ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sulla reale differenza tra allergie e intolleranze alimentari. L’ allergia alimentare è una specifica forma di intolleranza ad un alimento a ad un componente alimentare che attiva il nostro sistema immunitario. Si parla di allergeni (proteine presenti nell’alimento a rischio) che determinano una catena di reazioni del sistema immunitario tra cui la produzione di anticorpi specifici quali le IgE (immunoglobuline E); tali anticorpi provocano il rilascio di istamina che produce una “cascata” di eventi quali: prurito, arrossamento, orticaria, vasodilatazione, infiammazione delle mucose. Questi eventi possono avere una tale gravità fino a condurre allo shock anafilattico. L’intolleranza alimentare, invece, coinvolge il metabolismo ma non il sistema immunitario. Si ha dunque un deficit nel metabolismo della sostanza verso cui si è intolleranti. L’ ingestione della sostanza in questione non determina una reazione allergica ma solo ma-

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lassorbimento, meteorismo, diarrea, gonfiore, dolore addominale, cefalea. Dunque mentre le allergie coinvolgono il sistema immunitario, le intolleranze solo l’apparato digerente, in particolar modo, l’intestino. Fra le più comuni allergie alimentari vi sono quelle al latte vaccino, alle uova, al grano, ai crostacei, alla frutta fresca e secca. Anche l’ingestione dei cibi ad alto contenuto di nichel ( cacao, cioccolato, pomodoro, legumi freschi e secchi ) può provocare la cosiddetta “Sindrome da allergia sistemica al nichel” ovvero SNAS, la quale ha un’incidenza maggiore nelle donne. I sintomi della SNAS si dividono in extra-cutanei e cutanei: i primi possono essere sintomi gastrointestinali (vomito, diarrea, dolore e tensione addominale, gonfiore, stipsi), sintomi respiratori (rinite e asma), sintomi neurologici (cefalea), sintomi generali

(febbre, stanchezza cronica, fibromialgie). I sintomi cutanei, invece, sono rappresentati da dermatite sistemica da contatto caratterizzata da lesioni cutanee nei siti di contatto con il metallo. Fra i test diagnostici della SNAS vi è il pach-test, ovvero l’applicazione di un cerotto contenente nichel per 48-72 ore. Se compare rossore o prurito si passa al test di provocazione orale. Bisogna, inoltre, considerare le allergie crociate che possono manifestarsi dopo l’assunzione di alimenti contenenti un allergene comune a quello di una pianta o di un polline. Numerosi studi infatti dimostrano la presenza degli stessi allergeni in alcuni alimenti e in pollini di specie diverse. Si tratta di un’ allergia alimentare scatenata da una ipersensibilità ai pollini e per tale motivo si verifica in particolar modo nel periodo di massima impollinazione. Periodo durante il quale i soggetti allergici ai pollini devono evitare gli alimenti che vi cross-reagiscono (tabella 1 e 2). I sintomi delle allergie crociate sono gonfiore, prurito a carico di labbra e cavo orale; meno di frequente compaiono orticaria, disturbi respiratori o altri disturbi sistemici gravi. È inoltre da considerare che alcune proteine cross-reagenti sono presenti nella buccia, per cui i sintomi si possono evitare sbucciando l’alimento. Inoltre la cottura denatura molte proteine, rendendo innocuo l’alimento stesso. Per una corretta ed affidabile diagnosi delle allergie alimentari il primo passo è

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come riconoscerle e distinguerle una anamnesi dettagliata del paziente e della sua storia familiare. La dieta ad esclusione, ovvero una dieta limitata a pochi alimenti ipoallergenici a cui segue l’introduzione di nuovi alimenti uno per volta, è utile per porre in evidenza gli alimenti coinvolti nella sintomatologia clinica. Ad oggi i metodi più utilizzati sono i test cutanei (skin prick test), la ricerca degli anticorpi specifici di classe IgE nel sangue tramite test immunochimici (rast, elisa, cap, feia) ed indagini allergologiche molecolari. Il rischio teorico di sviluppare allergie alimentari riguarda tutta la popolazione, ma in realtà soggetti con predisposizione ereditaria sono i maggiormente colpiti.

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Neonati con un genitore allergico hanno un rischio due volte superiore di manifestare allergie; se entrambi i genitori sono affetti da allergie alimentari il rischio aumenta da 4 a 6 volte. L’allattamento al seno ne ridurrebbe i rischi; si è infatti constatato che la minore frequenza dell’allattamento al seno può creare una maggiore predisposizione ad una sensibilizzazione nei confronti di antigeni alimentari. Ad ogni modo la componente ereditaria non giustifica l’attuale tendenza alla crescita delle allergie alimentari. A causare questo generale aumento vi è uno stato di infiammazione subclinica persistente in molti soggetti, l’influenza dei

fattori ambientali fra cui l’inquinamento, il sistema immunitario non più opportunamente utilizzato e stimolato per migliori condizioni igieniche generali a cui siamo sottoposti, aumento del consumo di alimenti conservati e sterilizzati e nell’uso dei farmaci. Fra le intolleranze più comuni vi sono quelle al lattosio e al glutine. La prima è caratterizzata da un deficit della lattasi, ovvero l’enzima presente nel nostro intestino che scompone il lattosio (lo zucchero contenuto nel latte) in zuccheri più semplici: causa dolore intestinale e diarrea. Il metodo ad oggi più attendibile per la diagnosi dell’intolleranza al lattosio è il breath-test. Quando invece il nostro organismo non tollera il glutine (proteina presente nel grano) si parla di intolleranza al glutine o celiachia. I sintomi includono diarrea, debolezza, perdita di peso, crampi addominali. I test diagnostici che rilevano la malattia sono test di tipo sierologico e genetico: i primi prevedono il dosaggio di anticorpi antitransglutaminasi, anti endomisio e antigliadina di classe IgG e IgA mentre i secondi gli antigeni di istocompatibilità HLA-DQ2 e HLA-DQ8. Negli ultimi anni si è notato un aumento del numero di soggetti con manifestazioni intestinali ed extraintestinali scatenate dal glutine pur non essendo affetti da celiachia. Oggi si parla di “Sensibilità al glutine non celiaca“. Più frequente nelle donne, è caratterizzata da gonfiore e dolore addominale, diarrea alternata a stipsi, cefalea, eczema e rash cutanei, formicoli alle gambe e alle braccia, anemia e talvolta afta del cavo orale. Da un punto di vista sierologico vi è una negatività del pannello anticorpale della celiachia: così come una correlazione genetica che nei celiaci raggiunge il 99%, in soggetti con sensibilità al glutine non celiaca, è stimata intorno al 40%. Dunque i fastidi legati alla sintomatologia della malattia celiaca, se non confermati da test sierologici e genetici, vengono ricondotti alla sensibilità al glutine non celiaca e confermati in seguito alla loro scomparsa se si segue una dieta ad esclusione di glutine.

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Veg... anch’io! di Manuela Zanni

Sarebbe troppo facile chi vegetariano o vegano, in un momento come questo, in cui non si fa che insistere sulle controindicazioni per la salute che derivano dal consumo di carne e derivati, parlare della filosofia vegetariana come panacea di tutti i mali, cominciando con l'elencare tutti i vantaggi che deriverebbero, non solo per i singoli ma anche per l'intero pianeta, dalla fine del consumo di carne e derivati , ma non è ciò che intendiamo fare.

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e ognuno decidesse come agire solo ed esclusivamente in base a ciò che è meglio per sè, non sarebbe mai veramente libero perché troverebbe sempre qualcuno che, per il proprio interesse personale, cercherebbe, magari riuscendoci, di convincerlo del contrario. Nel caso della carne, ad esempio, si potrebbe parlare di qualità, di allevamenti biologici, di salute degli animali, come se trattare bene un essere vivente da vivo possa cancellare la gravità del fatto che l’obiettivo finale sia, sempre e comunque, ucciderlo.

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Essere vegetariani o vegani, è, piuttosto, una scelta intima, come un credo religioso ed, in quanto tale, non può nascere da un tornaconto personale, bensì dalla convinzione, profonda ed inconfutabile, che sia l’unica via giusta da seguire, perché, dinanzi alla vita degli esseri viventi che vengono ogni giorno sacrificati in nome degli interessi economici da una parte e dell’ingordigia dall’altra, non c’è altro da fare se non ammettere che ogni essere ha lo stesso diritto di vivere e che l’uomo non può avere la presunzione di deciderne la morte considerando la propria

esistenza più importante rispetto ad ogni altra. Partendo da questo assunto di base, non deve stupire che il rispetto della natura e di tutti gli esseri viventi che ne fanno parte, sia anche positivo per l’uomo perché è la naturale conseguenza del far parte di un universo in cui l’essere umano non è al centro bensì è uno degli anelli della catena in cui dal benessere delle parti dipende l’armonia del tutto. La vita è un valore prezioso e va salvaguardato ad ogni costo. Se ci riflettiamo, rispettarla non costa molto, sicuramente meno della vita del più piccolo degli esseri viventi.

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Queste considerazioni spesso si scontrano con i pregiudizi della maggior parte delle persone che, pur rendendosi conto della forza degli argomenti ad appannaggio dei vegetariani e vegani, credono sia impossibile mangiare in maniera gustosa e completa eliminando dalla propria alimentazione tutti gli ingredienti di origine animale. Oggi, fortunatamente, si assiste al pullulare di tanti ristoranti che hanno fatto del vegatarianesimo la propria

mission rendendo ricchi e vari i menù da offrire alla clientela vegetariana e vegana e che incuriosiscono anche gli onnivori o i simpatizzanti avvicinandoli ad uno stile di vita green in cui la parola d’ordine è il ben-essere di tutti gli esseri viventi. Di seguito vi proponiamo due ricette inviateci da due tra i ristoranti di Palermo che offrono anche una scelta VEG alla propria clientela , ripromettendoci di volta in volta di interpellare tutti quelli esistenti.

B U R G E R VEG Ingredienti 150 gr. di patate nuove bio 30 gr. di ceci bio 30 gr. di mandorle 30 noci una carota, sale e pepe q.b 2 foglie di lattuga, una cipolla Per la maionese veg: 125 gr. di latte di soia 40 gr. di olio di semi di girasole un cucchiaino di aceto capperi q.b.

VELLUTATA DI LATTUGA, TOPINAMBUR E MANDARINI

Ingredienti ½ cipolla una lattuga (canasta) 150 gr. di topinambur aromi di campagna olio EVO sale e pepe q.b.

Procedimento Far bollire la lattuga con un soffritto di cipolla e il topinanbur tagliato a cubetti, a cottura ultimata aromatizzare il tutto con una manciata di aromi di campagna e olio Evo. Emulsionare il tutto e servire dopo aver messo un cucchiaino di marmellata di mandarino e semi di finocchio ingranato.

RISTORANTE BIO AND SICILY Indirizzo : Via Ausonia 111/113 90145 Palermo Telefono: 091/527417

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Procedimento Bollite le patate in acqua salata. Contemporamente bollite i ceci dopo averli messi a bagno in acqua fredda almeno per 8 ore. Intanto preparate un trito grossolano di noci e mandorle. Pelate la carota e tagliatela a giulienne. Una volta bollite le patate, pelatele e lasciatele raffreddare. Schiacciatele con l’apposito schiacciapatate ed unitele al composto di ceci e di frutta secca. Nel frattempo preparate la maio veg mettendo in una ciotola il latte di soia e con un frullatore ad immersione frullate aggiungendo un filo d’olio di semi di girasole fino ad ottenere la consistenza della maionese tradizionale. Adesso componiamo in burger dando all’impasto la classica forma di polpetta e cuocendolo in una padella antiaderente con un filo d’olio extravergine bio . Tagliate il panino a metà, spalmate le due metà copn la maio veg, mettete le due foglie di lattuga, la cipolla e al centro il burger. Servite caldo.

RISTORANTE “OLIVA” indirizzo: Via Paolo Paternostro, 30 90100 Palermo Telefono: 091/6110733

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pomo doro pochi difetti e tantissimi pregi di Oliva Barbara Corrao

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a diverso tempo il pomodoro ha acquisito grande spazio all’interno della nostra cucina e ne fa ormai parte per tradizione consolidata, anche se qualche chef rinomato della nostra terra lo ha per un certo periodo bistrattato, perché il pomodoro ha un’origine e una provenienza americane, quindi secondo qualche chef non sarebbe da considerare un alimento appartenente alla classica cucina siciliana. Il suo tipico colore rosso è dovuto alla presenza di carotenoidi, sostanze che l’organismo utilizza per la formazione di vitamina A, tra cui soprattutto il licopene, dalle notevoli proprietà antiossidanti, presente in maggiore quantità nel pomodoro maturo. Tuttavia affinché il nostro organismo assimili meglio e più in fretta il licopene il pomodoro va mangiato cotto, meglio ancora se associato ad un grasso, per esempio l’olio extravergine di oliva, di cui basta anche una piccola quantità. Esiste inoltre una correlazione tra il consumo di pomodori freschi e bassi livelli di colesterolo LDL (cioè il colesterolo “cattivo”) e di radicali liberi, gli indicatori dello stress ossidativo, quello che causa l’invecchiamento delle cellule.

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Il licopene svolge anche un’azione protettiva delle membrane cellulari e può aiutare nella prevenzione di alcuni tumori, in particolare quelli alla pro-

stata e quelli che interessano l’apparato gastrointestinale: uno studio su 14.000 uomini ha rilevato che i consumatori di prodotti a base di pomodori per dieci

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TABELLA CON VALORI NUTRIZIONALI E PROPRIETÀ POMODORO MATURO: (Solanum lycopersicum L.) COMPOSIZIONE CHIMICA E VALORE ENERGETICO PER 100 GR DI PARTE EDIBILE: Acqua (g) 94,0 – Proteine (g) 1,0 – Carboidrati (g) 3,8 – Lipidi (g) 0,2 – Zuccheri (g) 2,6 – Fibre (g) 1,2 MINERALI: Sodio (mg) 5 – Potassio (mg) 237 – Ferro (mg) 0,3 – Calcio (mg) 10 – Fosforo (mg) 24 VITAMINE: Vitamina A (IU) 833 – Vitamina C (mg) 13,7 – Tiamina (mg) 0,03 – Riboflavina (mg) 0,01 – Niacina (mg) 0,5

Pomodori riPieni alla siciliana (variante) Ingredienti 6 pomodori grossi tondi 500 gr di gamberetti 10 olive verdi denocciolate bottarga qualche foglia di basilico pepe procedimento

o più volte alla settimana presentavano una riduzione del rischio di sviluppare il cancro alla prostata pari al 20-25% e simili vantaggi sono stati rilevati anche in coloro che utilizzavano questi prodotti solamente due o tre volte alla settimana. Il pomodoro è anche un’ottima fonte di vitamina C (un solo pomodoro può fornirne quasi un terzo del fabbisogno giornaliero) e di potassio, mentre contiene pochissimo sodio, per cui è ideale per tutti coloro che soffrono di problemi cardiaci e in generale è ideale per mantenersi in forma, poiché un etto di pomodori maturi fornisce solamente 19 calorie e contiene una grandissima quantità di acqua (94%), pochissime proteine (1%) e grassi (0,2%) e pochi zuccheri (2.6 %). Come sappiamo il pomodoro rappresenta l’ortaggio protagonista di numerosi piatti caratteristici della dieta mediterranea (e della cucina siciliana): basti pensare alla famosa pizza e agli spaghetti col sugo! E questa presenza costante è uno dei motivi che rende questa dieta una tra le più salutari. Attenzione però a non esagerare nel consumo dei pomodori acerbi – quelli verdi – perché contengono una

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maggiore quantità di acido ossalico (che se assunto in eccesso può favorire la formazione di calcoli renali) e di solanina, un alcaloide tossico per la salute umana.

Fate lessare i gamberetti e sgusciateli. Grattugiate della bottarga. Snocciolate e riducete a pezzi alcune olive verdi. Prendete i pomodori e togliete la calotta, svuotateli eliminando parte della polpa e riempiteli con un filo d’olio d’oliva, alcuni gamberetti e le olive e spolverizzate con la bottarga. Completate con un poco di pepe e una foglia di basilico. In una teglia da forno sistemate i pomodori e lasciateli nel forno caldissimo per 15 minuti.

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di Lara Tripo e Leonardo Pescitello*

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Influenza arriva il picco nei primi mesi del 2016 di Rossella Sucato

Sintomi, cura e rimedi convenzionali e naturali

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l Ministero della Salute ha già predisposto una campagna vaccinale, che a preso il via già da metà ottobre 2015 ed emanato le linee guida da seguire soprattutto per prevenire il contagio. Si tratta di mettere a punto alcune norme di buona igiene, che possono consentire di evitare di contrarre la malattia. Come si può leggere sul sito del Ministero della Salute, l’influenza è una malattia che si manifesta ogni stagione invernale. Il suo andamento è imprevedibile e ogni anno impegna molte risorse da parte del Servizio Sanitario Nazionale. I sintomi dell’influenza 2015/2016 sono quelli tipici delle altre malattie da raffreddamento: naso che cola, dolori muscolari, senso di malessere generale, mal di testa, febbre; può essere presente anche la tosse. Questi sintomi possono essere accompagnati anche da alcuni segni a carico del sistema gastrointestinale, come la diarrea, la nausea e il vomito, che sono tipici dell’influenza intestinale.

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Se non vi siete vaccinati. Fatelo!

Il vaccino 2015-2016, per saperne di più!

Secondo quanto ha ricordato già il Ministero della Salute, il vaccino antinfluenzale per la stagione 2015/2016 contiene una variante del sottotipo H3N2 e una nuova variante di tipo B: entrambe sostituiscono i sottotipi presenti nel vaccino per la stagione influenzale precedente. Il vaccino antinfluenzale deve essere eseguito da tutti i soggetti a rischio, come, per esempio, coloro che soffrono di patologie già presenti (diabete, patologie metaboliche, respiratorie e cardiocircolatorie) e che possono andare incontro a delle complicazioni. Inoltre dovrebbe essere somministrato alle persone a partire dai 65 anni di età, alle donne che si trovano nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza e agli operatori sanitari. Il vaccino antinfluenzale è una misura preventiva generalmente utile e adatta a chiunque e a qualunque età (salvo rare controindicazioni specifiche da valutare con il medico di medicina generale). Effettuato ogni anno all’inizio della stagione influenzale il vaccino messo a disposizione dal Ministero della Salute, permette di evitare (o attenuare) i fastidi dell’in-

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fluenza e riduce il rischio di complicanze più gravi come la polmonite. Il periodo migliore per vaccinarsi contro l’influenza varia leggermente di anno in anno, in relazione alle modalità di diffusione dei virus influenzali. La campagna vaccinale per la stagione 2015-2016 è stata avviata il 15 ottobre, ma per vaccinarsi c’era tempo fino alla fine di dicembre (a condizione che, nel frattempo, non si sia contratta l’influenza, evento che rende la vaccinazione non più necessaria).

Dove si acquista il vaccino La vaccinazione antinfluenzale stagionale, promossa ed economicamente sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), è gratuita per i soggetti classificati e individuati a rischio La vaccinazione antinfluenzale è particolarmente raccomandata in categorie di persone ad aumentato rischio di complicanze da influenza o più esposte al contagio per ragioni professionali, ossia: soggetti di età pari o superiore a 65 anni; bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza; bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza; individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti; medici e personale sanitario di assistenza; familiari e contatti di soggetti ad alto rischio; soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori (forze di polizia, vigili del fuoco, lavoratori particolarmente esposti a causa della loro tipologia di lavoro, ecc.); personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (come allevatori, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori, veterinari, ecc.).

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di complicanze severe in caso contraggano l’influenza. L’offerta è rivolta anche alle persone non a rischio che svolgono attività di particolare valenza sociale (medici, infermieri, agenti di Pubblica Sicurezza, ecc.). Tutte le altre persone che decidano di vaccinarsi contro l’influenza stagionale per diverse ragioni (timore della malattia, viaggi, lavoro, ecc.) possono acquistare il vaccino stagionale in farmacia e concordare la somministrazione con il medico di fiducia.

sono efficaci contro i virus. E’ importante chiedere il parere del medico di famiglia, che potrà prescrivere gli antibiotici soltanto in caso di sovrainfezioni batteriche. In alcuni casi può essere utile ricorrere ad altri farmaci, come il paracetamolo, specialmente in caso di febbre molto elevata. In ogni caso è opportuno, qualora si presentino almeno due di queste sintomatologie nello stesso momento, il ricorso al proprio medico curante.

e protezione individuale. Sono fortemente raccomandati il lavaggio delle mani, la copertura della bocca e del naso quando si tossisce o si starnutisce e l’isolamento volontario a casa delle persone che presentano malattie respiratorie e febbre, specialmente nelle fasi iniziali.

Non mancano però le possibilità di coadiuvare le cure mediche con rimedi naturali. Consigliati in caso di influenza, i rimedi naturali possono essere vari, dalle tisane e gli infusi passando per un’alimentazione ricca di sali minerali e vitamine. Vediamo come affrontare questo malanno stagionale sintomo per sintomo grazie anche alla natura. Uno dei segnali più evidenti dell’arrivo dell’influenza è senza dubbio il raffreddore e in generale la congestione nasale. Avere il proverbiale “naso chiuso” è uno dei fastidi maggiori, capace di rendere più difficoltosa anche la giornata lavorativa. Utili in questo caso sono senza dubbio i suffimigi e anche il lavaggio frequente delle mani. I suffimigi sono un rimedio naturale molto efficace in caso di raffred-

I rimedi naturali La prevenzione come coadiuvante Secondo le linee guida del Minidelle cure mediche stero della Salute, per evitare la trasmissione del virus dell’influenza è convenzionali bene rispettare alcune norme di igiene

La cura Per la cura dell’influenza 2015/ 2016 si potrebbero prendere gli antivirali. Questi farmaci, però, non possono rappresentare un’alternativa al vaccino e dovrebbero essere assunti entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, soltanto sotto stretto parere medico. Potrebbe essere anche inutile assumere degli antibiotici, perché questi non

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dore, vediamo quindi come è possibile sfruttarli. Occorrerà far bollire appena più di un litro d’acqua, sufficiente il manifestarsi delle prime bolle e non provocare una bollitura “violenta”, che andrà successivamente versata in un contenitore adatto a sovrapporvi il viso. A questo punto versarvi alcune gocce di oli essenziali di timo e/o eucalipto, posizionando il viso sopra il contenitore e coprendo la testa con un asciugamano o panno pulito, per massimizzare gli effetti curativi. Per quanto riguarda le tisane saranno ancora una volta utili il timo e l’eucalipto, con 2-3 grammi di foglie essiccate lasciati in infusione per circa 10 minuti in una tazza di acqua bollente. È possibile inserire anche alcune foglie di menta, per enfatizzare gli effetti benefici dell’infuso. Contro i doloro muscolari e l’affaticamento un ottimo alleato dell’uomo si rivela essere lo zenzero, indicato per il trattamento di entrambe le sintomatologie. Questa pianta è un energizzante naturale, in grado di far ripartire l’organismo dopo l’affaticamento indotto dall’influenza, controstando al contempo l’eventuale inappetenza indotta dal malanno. Può vantare proprietà antispasmodiche contro le affezioni muscolari oltre ad alcune capacità antinfiammatorie e contiene un buon numero di antiossidanti. Azione energizzante garantita anche dal miele, che può essere utile come rimedio per il mal di gola e in generale la sintomatologia indotta dallo stato influenzale. Tra le varie tipologie in circolazione il più indicato è il miele di eucalipto o di timo. Il già citato miele sarà molto utile non soltanto contro l’affaticamento, ma anche contro tutti i sintomi in-

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fluenzali che coinvolgono le vie respiratorie. Specialmente se abbinato con l’aglio, il cui spiccio andrà pestato nel latte caldo dove si aggiungerà un cucchiaino o due di miele, questo rimedio garantirà un aiuto naturale nel disinfettare naso e gola, riducendo l’infiammazione e calmando l’eventuale tosse. Quando si prepara questo rimedio occorre ricordarsi di aggiungere l’aglio e il miele solo quando il latte, precedentemente riscaldato, sia tornato a temperature adatte al consumo. Inserire miele e aglio nel liquido ancora troppo caldo può ridurne se non inattivarne le proprietà benefiche. L’alimentazione deve infine comprendere in grandi quantità frutta e verdura, consumate fresche o nel caso della seconda cotte al vapore. Questo servirà a mantenerne intatte le proprietà curative e assicurare un maggiore apporto di sali minerali e vitamine, soprattutto quella C. Nel periodo invernale molto consigliato il consumo di broccoli, verza e cavoli, magari con l’integrazione di frutta secca quali noci, pistacchi e mandorle. Utile anche l’uva passa per il suo contenuto di resveratrolo e la sua azione energizzante. Si raccomanda infine di bere molta acqua, così da facilitare l’espulsione da parte dell’organismo delle tossine presenti nel sangue e di consultare il proprio medico curante per escludere eventuali possibili controindicazioni specifiche riguardo alcuni dei rimedi naturali consigliati. Ne è un esempio il salice bianco, la cui azione assimilabile all’aspirina potrebbe essere non indicata per chi soffre di ipertensione.

Le malattie che possono aumentare il rischio di complicanze da influenza e che rendono raccomandabile la vaccinazione di chi ne soffre sono: malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttivaBPCO) malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30) insufficienza renale/surrenale cronica malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie tumori malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari) epatopatie croniche. (Fonte: Ministero della Salute)

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