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Il Grande Miracolo Australiano Howard Murphet
IL GRANDE MIRACOLO AUSTRALIANO
Howard Murphet
ALL’INIZIO DEL 1976, MIA moglie e io conoscemmo Pearl Harrison, un segretario in pensione della Facoltà di
Medicina di un’Università di Sydney.
All’inizio, pensammo che si trattasse di un incontro casuale, ma in seguito ci chiedemmo...
A quel tempo il manoscritto del mio libro “Sai Baba Avatar” era pronto per la stesura finale da battere a macchina per gli editori. Poiché a Pearl piaceva ancora fare un lavoro di segreteria occasionale, si decise di farlo dattilografare. In questo modo venne a contatto, per la prima volta, con i prodigi di Sri Sathya Sai Baba.
Una delle sue nipoti, Mayan Waynberg, di nove anni, a volte l’aiutava leggendo ad alta voce il materiale da battere a macchina. Mentre la nonna era piuttosto scettica riguardo ai miracoli, la nipote li accettava come veri senza porre domande.
Erano stati completati i primi capitoli del libro, che Mayan, che appariva spesso molto pallida e a cui venivano facilmente dei lividi, venne portata da un medico per un esame del sangue. Il dottore fu talmente sconvolto nel constatare i risultati che telefonò alla madre di Mayan, Helen, e le consigliò di prelevare la bambina da scuola e di portarla immediatamente a casa. Predispose anche un test per il midollo osseo all’ospedale Prince of Wales di Sydney.
Le analisi del sangue mostrarono che la quantità di emoglobina di Mayan era inferiore alla metà di quella che sarebbe dovuta essere, e che i globuli bianchi del sangue erano circa un terzo del livello normale. Il test era pessimo, ma il dato peggiore erano le piastrine, scese a un solo quindicesimo del numero normale.
La sua malattia venne diagnosticata come anemia aplastica, in cui il midollo osseo non riesce a produrre globuli vitali del sangue in quantità sufficiente per mantenere la salute e la vita.
Mayan fu affidata a uno specialista che disse a sua madre che l’unico trattamento per la malattia era l’uso di certi farmaci; uno era un ormone maschile, il Prednisolone, e l’altro il Fluoxymesterone. Entrambi hanno effetti collaterali estremamente dannosi, come impedire la crescita, causare obesità
e gonfiore e portare a una crescita di peli sul viso e calvizie. Lo specialista disse che la bambina avrebbe avuto bisogno di sottoporsi costantemente a esami del sangue e del midollo osseo per monitorare le sue condizioni. Questo di per sé fu un terribile calvario per tutti gli interessati, dato che Mayan aveva una forte fobia per gli aghi che le perforavano la pelle e facevano uscire sangue.
Ma l’aspetto peggiore era che, dopo aver passato tutto questo, e soffrendo dei terribili effetti collaterali del trattamento, ella non sarebbe ancora guarita. Uno dei medici disse a Pearl la triste verità secondo cui il trattamento farmacologico non poteva fare altro che prolungare la vita della bambina per, tutt’al più, alcuni anni, ma non avrebbe avuto alcun effetto nel lungo periodo. Inoltre, la bimba non poteva vivere un’esistenza normale anche se per poco tempo era stata mantenuta in vita.
Allora Pearl Harrison pensò ai miracoli di Sai che stava dattilografando. Scrisse: “Devo ammettere la completa mancanza di fede nella religione, considerandomi un’ebrea per tradizione, ma non per osservanza. Avevo battuto a macchina il racconto di molti miracoli che Sai Baba aveva compiuto, e avevo pensato quanto tutto ciò fosse interessante dal punto di vista intellettuale, ma, se quella terribile malattia non avesse colpito la mia nipotina, avrei potuto lasciar perdere. Era come se la mia mente si fosse improvvisamente aperta con uno scossone, e iniziai a pensare che forse c’era qualcosa di reale in tutto ciò che avevo scritto. Howard e Iris si preoccuparono molto quando parlai loro di Mayan e mi dissero che sarebbero venuti da noi immediatamente e Mayan avrebbe potuto iniziare a prendere la Vibhuti.”
Il Signore Sai è particolarmente interessato a tutti coloro ai quali i Suoi devoti sono interessati. Prima, però, mi aveva detto che la cura divina richiede fede, convinzione e resa. Avremmo forse potuto trovare tali ingredienti in questa casa periferica di Sydney? Quando dissi sinceramente a Mayan: “Ma tu devi davvero credere nel potere di Sai Baba”, ella rispose, senza esitazione: “Oh, ma io ci credo.” Nel modo in cui lo disse, percepii la fede semplice, come quella di un bambino, che è così importante, eppure così difficile da ottenere per la maggior parte delle persone. Suo nonno, Jack Harrison, mi dette la speranza che forse anche lui avrebbe potuto avere questa fede soccorritrice, quando affermò: “Appena posso, vado in India a ringraziare Sai Baba per aver guarito Mayan.” La guarigione non si era ancora verificata, ma egli sembrava non avere dubbi che avrebbe avuto luogo.
Pearl, d’altra parte, aveva le sue barriere intellettuali da superare. La madre Helen, sebbene apparentemente scettica, era disposta a provare la cura con la Vibhuti. Assicurammo tuttavia la famiglia che la preghiera costante era importante. Tutti furono d’accordo nel pregare Swami; anche io e Iris pregammo con fervore. Volevamo fortemente che Swami guarisse Mayan da questa terribile malattia, non solo perché sentivamo l’amore e la compassione per la bambina, ma anche perché questo poteva essere il grande miracolo australiano che avrebbe potuto portare sempre più i nostri connazionali alla Luce.
Tuttavia, la domanda immediata era: Mayan dovrebbe prendere i farmaci prescritti? Sapevamo, dalla ricerca riguardante molti casi, che Swami a volte guarisce attraverso le medicine, mentre previene eventuali effetti collaterali. Eppure, a volte, non fa affatto utilizzare medicine. L’unico modo era chiederGlielo, e nel frattempo lasciare che la bambina iniziasse il trattamento farmacologico. I medici avevano detto che gli effetti collaterali non sarebbero diventati evidenti se non dopo all’incirca tre mesi.
Per fortuna, la nostra amica Lynette Penrose, stava per partire per una visita a Swami. Per inciso, era stato nella sua casa
di Balmain che avevamo iniziato gli incontri Sai a Sydney. Credo che furono i primi in Australia.
Lynette accettò di fare una fotografia di Mayan e dare delle lettere a Swami. Speravamo, inoltre, che avrebbe potuto chiederGli verbalmente se la bambina dovesse o non dovesse assumere i farmaci prescritti dai medici.
Non molto tempo dopo che Lynette era giunta in India, arrivò una sua lettera per posta aerea. Le era stato concesso un colloquio con Swami, ed ella Gli aveva dato la fotografia e le lettere, oltre ad aver posto l’importante domanda sulla cura. Scrisse che, quando Swami aveva guardato la fotografia, il Suo viso era diventato “molto tenero e compassionevole” e aveva detto: “No, niente farmaci; solo Vibhuti in acqua due volte al giorno.”
Pearl Harrison scrive della situazione: “Quando questo messaggio arrivò, dovevamo decidere se non farle assumere le medicine e darle solo Vibhuti. Mayan decise per noi. Disse: “Se Sai Baba afferma che non devo assumere farmaci, allora non li prenderò.” Così, dopo appena tre settimane dall’inizio del trattamento, li abbandonò e da quel momento prese solo Vibhuti. Questo stava dando completa fiducia nel Potere Divino di qualcuno che nessun membro della famiglia aveva mai visto se non in fotografia.
Alla fine pensammo che, tenere le riunioni di Sai Baba nella casa degli Harrison a Greenacre, potesse essere determinante a ricevere il flusso guaritore. Essi accettarono prontamente, e la loro casa divenne il secondo Centro di Bhajan e Gruppi di Studio a Sydney. Presto Jack decise di trasformare il suo grande garage in un tempio Sai e di costruire una nuova autorimessa per la sua vettura. Vennero apportate le necessarie modifiche all’interno dell’edificio e alcuni devoti che erano stati da Swami lo trasformarono in un bellissimo tempio. Il luogo acquisì un’atmosfera sacra e le dimensioni del gruppo iniziarono ad espandersi. Provenivano persone da tutte le parti dell’area metropolitana, e da luoghi lontani delle Blue Mountains (zona frastagliata a ovest di Sidney - ndt) e della costa meridionale.
Gli incontri ebbero un grande successo. Fu sorprendente vedere con quale rapidità ed entusiasmo gli australiani cominciassero a cantare i Bhajan. Molti impararono a condurli e la piccola Mayan fu una di questi.
La salute di Mayan mostrava un costante miglioramento. La famiglia aveva deciso di non dire immediatamente ai medici che non stava assumendo alcun farmaco. Ogni due settimane, veniva portata all’ospedale per il controllo e il personale medico era felice, e forse sorpreso, dei risultati. Ci fu un notevole aumento dei suoi globuli rossi, un buon miglioramento dei globuli bianchi, e il numero delle piastrine stava lentamente aumentando.
Dopo alcuni mesi, il numero dei globuli rossi e bianchi risultò prossimo alla normalità e i controlli vennero eseguiti ogni due mesi invece che ogni due settimane. A ogni controllo, le sue piastrine mostravano un aumento di circa 10.000 unità, ma c’era ancora tanta strada da percorrere per raggiungere la normalità.
I medici avevano testato la sorella di Mayan, Alona, che è maggiore di circa un anno, per la compatibilità del midollo osseo con quello di Mayan. Dopo l’esame, consigliarono un trapianto di midollo osseo da prelevare alla sorella, dicendo che ciò avrebbe aiutato Mayan a combattere la malattia.
Un devoto che andò in India dall’Australia chiese ancora una volta a Swami se questa operazione dovesse essere eseguita o meno. Egli rispose che la bambina stava migliorando e che presto sarebbe guarita completamente. “Non c’è bisogno