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Il Mio Appuntamento con la Divinità Indreshwar Singh Sirohi
IL MIO APPUNTAMENTO CON LA DIVINITÀ
Indreshwar Singh Sirohi
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PERMETTETEMI DI INIZIARE CON l’appuntamento della mia famiglia con la Divinità. Nel lontano 1965, mio nonno materno era tormentato da una serie di problemi che gli compromisero gravemente la cistifellea, il fegato, la milza e i reni. Inoltre, ebbe gravi complicanze diabetiche, glaucoma e persino instabilità della pressione sanguigna. Quasi tutto ciò che poteva andare storto nella cavità addominale lo colpì.
La Divina Benedizione a mio Nonno
I membri principali dell’équipe medica avevano perso la speranza e, proprio in quel momento, quando pensavamo che tutto fosse perduto, il nostro Guru di famiglia, che chiamavamo affettuosamente Guru Maharaj, andò dal nonno e gli regalò una foto di Swami. Sto parlando del 1965. Il Guru aveva alcune foto di Swami, ma ne portò solo una e disse: “Il mio compito come Guru è di condurvi a Dio. Questo è Dio incarnato sulla terra; pregaLo e tutto andrà bene.” Con infinita fede nel suo Guru, mio nonno pregò con fervore Swami. Erano trascorse solo poche ore che una persona giunse a Jamnagar da Puttaparthi, e disse: “Swami ha mandato questo Prasadam per te.” Si stati dati da Swami a questo devoto molto prima che mio nonno iniziasse a pregare. Inutile dire che, dopo aver preso Vibhuti, si sentì molto meglio e addirittura affrontò un viaggio fino a Puttaparthi per esprimere la sua gratitudine a Swami. Swami lo accolse con amore e nel colloquio che ne seguì gli elargì molte benedizioni e poi gli chiese che cosa gli sarebbe maggiormente piaciuto. Il nonno rispose: “So che il mio tempo è scaduto; la vita sta svanendo, ma ho alcune cose da finire. Per favore, dammi una piccola proroga di tempo.” Swami gli diede dodici mesi e disse: “Ti darò un anno.” Esattamente un anno dopo, mio nonno partì per la sua dimora celeste. Proprio in quel momento arrivò un messaggio di Swami: “Di’ a Rajmata” – cioè a mia nonna – “che ho portato personalmente l’anima
trattava di pacchetti di Vibhuti che erano di Jamsaheb al tempio di Somnath.” Molti mesi dopo, quando Swami arrivò a Bombay (Mumbai), onorò mia nonna di una visita alla sua residenza. Swami era nel salotto, mia madre nella sala da pranzo adiacente, e stava pensando: “Swami aveva detto che di aver portato l’anima di mio padre a Somnath; vorrei che mi confermasse che è proprio così.” Si trattava di un pensiero fugace. Proprio in quel momento, ecco che la porta della sala da pranzo si aprì e Swami la guardò. Quando ella incrociò il Suo sguardo, il viso di Swami si trasformò, per qualche istante, nel volto di suo padre e poi riprese nuovamente le sembianza di Swami.
Una Rara Statuetta d’Oro di Krishna
Ora retrocediamo nei corridoi del tempo, in un’epoca in cui Bhagavan onorava il Gujarat della Sua Divina Presenza. Continuando la narrazione, un giorno, per volere della nonna, Swami, i membri
della Sua famiglia, alcuni devoti del Sud dell’India, altri del Gujarat, la nonna stessa e la sua famiglia stavano tutti viaggiando in gruppo da Jamnagar a Dwaraka. Sì, fu una circostanza importante. Stavano facendo la storia. Swami, lo Yugavatar, si stava recando nella Sua precedente residenza, Dwaraka, dove Krishna aveva regnato sovrano. Riuscite a immaginare il tipo di eccitazione che avevano i devoti? Era palpabile nell’aria. Tutti pensavano che Swami avrebbe raccontato loro una storia mai narrata del passato, alcune storie di valore e cavalleria di personaggi realmente esistiti, che avrebbe mostrato loro un monumento che non conoscevano, reliquia del passato, o che avrebbe parlato della città fortificata sommersa, risalente ai tempi antichi, che era rimasta inviolata sfidando la prova del tempo. Entrarono a Dwaraka. Erano alla periferia della città e la folla iniziava ad aumentare. C’era uno stato di confusione, visto che tutti volevano il Padanamaskar di Swami. A causa di tale agitazione, le autorità chiesero a Swami: “Siamo molto preoccupati per le misure di sicurezza. Può, per favore, venire a Dwaraka in un altro giorno? Noi non siamo in grado di controllare la folla.” Swami li assecondò e fece fare retromarcia.
Una cappa di tristezza discese sul gruppo mentre lentamente tutti tornavano a Jamnagar. Non era quello che si erano aspettati. Stavano per fare la storia e quello che avvenne era che tornavano indietro. C’era un silenzio assoluto; nessuno espresse disappunto. Swami comprese i sentimenti dei devoti. Fermò il convoglio, scese dalla macchina e si diresse verso il mare. Laggiù, l’oceano Gli rese omaggio e, quando tornò, si sedette sulle sabbie dorate. Fece un mucchietto di sabbia e vi fece sopra una sorta di disegno. Tutti videro che stava disegnando Krishna. Poi infilò la mano nella sabbia e tirò fuori una statuetta deliziosamente scolpita del Signore Krishna. Era d’oro e la postura era di Krishna che suona il flauto. Swami chiese ai devoti: “Che cos’è questo?” E tutti dissero: “Swami, è una statuetta d’oro del Signore Krishna.” Egli, allora, chiese alla nonna: “Rajmata Kya Hai?” “Oh Swami, Yeh To Mere Kanhaiya Hai. Yeh To Mera Lala Hai.“ Mentre ella esplodeva d’emozione, Swami disse: “Gli altri hanno visto l’oro, ma lei ha visto il proprio Kanhaiya (maestro).” Quindi, Swami fece dono della statua alla nonna. Ora tutti erano un po’ più allegri, le emozioni aumentarono e facemmo ritorno a Jamnagar. Ma dove ci sono il Signore Krishna e Sai Krishna, le Incarnazioni vere e proprie della birichinata, c’è qualcos’altro nell’aria.
La mattina dopo, un gruppo eterogeneo di esperti sotto l’egida dell’ASI (Archeological Survey of India – Ricerca
La defunta Rajmata Saheba Gulab Kunverba con Bhagavan.
Giugno 2019 29
atteggiamento divino. Egli era ed è l’eterno testimone mentre questa commedia si stava svolgendo. La cosa continuò per qualche tempo e cominciò persino a diffondersi fra le persone. La gente cominciò a spaventarsi: sarebbero volati dei proiettili. Molte persone si allontanarono da quei luoghi, mentre altre più pragmatiche andarono da Swami e Lo pregarono: “Swami, puoi per favore intervenire? Questi Rajput trovano sempre gloria nella guerra e amano combattere.” Swami allora chiamò la nonna e disse: “Rajmata, Aise Karo Unko Bulao (chiamali). Chiedi loro di datare la statuetta.” La nonna sapeva che Swami stava combinando qualcosa. Così scese un po’ a malincuore con la statua. Furono convocati gli esperti e, quando si presentarono, ella disse: “Datatela.” Essi, allora, si misero a ispezionarla, a girarla e rigirarla, ma, anche alcune ore dopo, non furono in grado di capire. Alla fine, dissero: “Questa statua è costituita di elementi di epoche Bhagavan con la statuetta del Signore Krishna da Lui differenti, diversi periodi di tempo, materializzata a Dwaraka. regioni diverse. Non possiamo Archeologica dell’India), si riunì alle porte collocarla in una particolare regione, del palazzo dove alloggiava Swami e disse: e pertanto non siamo in grado di dimostrare “Questo è un pezzo antico e secondo la che sia antica.” Così se ne andarono a mani legge abbiamo tutti i diritti di confiscarlo.” vuote. La nonna tornò da Swami e raccontò Potete immaginare come rimase la nonna. questa storia. Tutti erano molto felici e si Era arrabbiatissima. Essendo una donna ritirarono. molto forte, davvero una leonessa, rispose: (Continua nella prossima pubblicazione…) “Dovete passare sopra il mio cadavere.” Convocò persino le antiche forze armate di – L’autore è nipote della defunta Jamnagar: arrivò la cavalleria, la fanteria, Rajmata Saheba Gulab Kunverba di l’artiglieria e cominciarono a entrare. Jamnagar. Egli ha ottenuto il B.Com Ella disse: “Non affonderemo senza nel 1991 presso il Campus di Brindavan combattere.” Tutto questo stava accadendo dell’Istituto Sri Sathya Sai d’Istruzione al pianterreno del palazzo e, al primo piano, Superiore. Swami era beatamente seduto sul Jhoola (altalena) assolutamente calmo e tranquillo come se nulla stesse accadendo. È un