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Dottor Pal Dhall L’Istruzione Integrale nell’Università di Swami

L’ISTRUZIONE INTEGRALE NELL’UNIVERSITÀ DI SWAMI

Professor Peter Pruzan L’educazione integrale che gli studenti ricevono all’Università di Swami è incentrata sullo sviluppo del carattere, sul servizio e sull’elevazione spirituale. Ciò li ha portati a sviluppare gli aspetti intellettuali, fisici, sociali, culturali, spirituali della loro personalità, nonché un orientamento al servizio, e non solo successi accademici, alti voti agli esami e un buon lavoro dopo la laurea.

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NON CESSA MAI DI STUPIRMI il fatto che a partire dal 1991, appena due anni dopo la mia prima visita a Prasanthi Nilayam, abbia aderito con entusiasmo all’Istituto

Sri Sathya Sai d’Istruzione Superiore (l’Università di Swami). Lo espressi pubblicamente nel 2016 in occasione del mio ottantesimo compleanno, quando la

Casa Editrice Scientifica Internazionale

‘Springer’ pubblicò il mio ultimo libro

“Metodologia della Ricerca: Obiettivi,

Pratica ed Etica della Scienza”. Nella sezione del libro “Ringraziamenti”, ho scritto: “Riconosco con umiltà e gratitudine l’ispirazione e la guida fornite da Bhagavan

Sri Sathya Sai (1926-2011), Fondatore e Rettore dell’Istituto Sri Sathya Sai d’Istruzione Superiore.” Gli studenti del

Dottorato di Ricerca di tutto il mondo possono ora leggere della Metodologia della Ricerca basata sull’insegnamento fornito agli studenti presso l’Università basata sui Valori, unica nel suo genere, che

Swami inaugurò 38 anni fa per ragazze e ragazzi.

La mia Collaborazione con l’Università di Swami come Professore Onorario in

Visita

Gli antropologi parlano di “comportamento secondo le usanze locali” quando devono fornire osservazioni su un gruppo che vogliono studiare, ma a cui non appartengono e la cui cultura può essere loro estranea. Con ciò vogliono evidenziare che scelgono consapevolmente di adottare lo stile di vita dei membri del gruppo in modo da essere accettati pur mantenendo la loro obiettività / neutralità. L’idea è evitare i pregiudizi che esistono naturalmente tra gli stessi membri, mentre allo stesso tempo essere in grado di osservarli e interagire con essi, cosa che normalmente non sarebbe possibile per gli “estranei”.

Penso che questo possa descrivere la mia situazione all’Università. Sono un non indiano che è nato e cresciuto negli Stati Uniti e vive in Danimarca dalla metà degli anni ’60. Ho la carnagione chiara e i capelli bianchi (ciò che ne è rimasto!). Una volta, nel parlare con alcuni studenti, Swami fece riferimento a me chiamandomi “barba bianca”. Eppure, nonostante salti agli occhi il mio essere diverso dagli altri membri regolari del corpo docente, nel corso degli anni gli insegnanti, gli amministratori e gli studenti mi hanno accettato come “membro” dell’Università. Quindi, ciò che segue sono le osservazioni di un “estraneo” che è stato accettato come uno “che è dentro”, e quindi può fornire riflessioni sull’Università che chi è “dentro” o “estraneo” non può fare.

Innanzitutto è necessario che fornisca alcune brevi informazioni. Assieme a mia moglie, sono stato in India quasi 50 volte, principalmente in relazione al mio insegnamento come professore onorario in visita all’Università. A partire dal 1991 tenevo regolarmente alcune lezioni per gli studenti MBA durante ognuna delle mie numerose visite a Prasanthi Nilayam. Tuttavia il mio impegno con l’Università aumentò in modo significativo quando mi ritirai dall’insegnamento alla Copenhagen Business School nel 2003. Da allora, ho insegnato Metodologia della Ricerca a quasi tutti gli studenti che si erano iscritti al programma di M. Phil. (Master in Filosofia) o al Predottorato di Ricerca all’Università. Ho insegnato in questi corsi a studenti di Economia e Commercio, nonché a studenti di Scienze Naturali (fisica, chimica, bioscienze...). Dal 2015, pur contribuendo ancora come tutor, ho gradualmente ridotto il mio carico di lavoro: ero vicino agli 80 anni di età e sentivo il bisogno che altri assumessero l’incarico del corso.

Questa stretto sodalizio con l’Università non era certamente prevedibile. Ho avuto un’educazione atea negli Stati Uniti e una carriera di successo sia negli Stati Uniti sia, in seguito, in Danimarca, dove mi ero trasferito nei primi anni ’60. Il mio successo negli affari e nel mondo accademico era impregnato di pensiero scientifico razionale. Gli ex colleghi in Danimarca e i membri della mia rete scientifica internazionale hanno spesso chiesto informazioni sull’Istituto Sri Sathya Sai d’Istruzione Superiore. Perché avrei dovuto, dopo essermi ritirato dall’insegnamento nel 2003, invece di “rilassarmi”, viaggiare fino alla lontana e calda India, passare ogni anno quasi metà dell’anno a insegnare e guidare gli studenti? E perché starei ansiosamente aspettando di vivere in un appartamento molto piccolo in un Ashram, lontano da figli e nipoti, quando avrei condizioni di vita più piacevoli e confortevoli in Danimarca? Per molti anni, subito dopo il mio pensionamento, la risposta era ‘facile’, sebbene difficile da capire da parte dei miei colleghi e amici: la presenza del Maestro dei maestri, il Magnifico Fondatore e Rettore dell’Università, il nostro amato Swami. Ma poi, dopo che Swami aveva lasciato il corpo fisico, i miei amici e colleghi erano ancora più insistenti nel chiedere perché mia moglie e io tornassimo in India dopo che Swami non era più fisicamente presente per guidarci, motivarci e ispirarci. La risposta era simile a quella che davo quando il Maestro dei maestri era ancora fisicamente con noi: c’è ancora la Sua presenza, sebbene ora a livello non più fisico. Ma è anche perché l’Università da Lui istituita e progettata per fondere conoscenza secolare e spirituale continua a fornire una motivazione divina; continuo a sperimentare una relazione stimolante con l’Università e con i suoi studenti che mi ha permesso di servire e insegnare ciò che devo imparare.

Il seguente breve aneddoto può forse illustrare che cosa intendo con quest’ultima affermazione. Un giorno, nei primi anni ’90, un insegnante di inglese all’Università di

Swami mi chiese se amavo i miei studenti in Danimarca. Ci riflettei per un breve momento e risposi che non li amavo. A quel tempo insegnavo in un corso impegnativo del programma di “Filosofia ed Economia” che avevo creato assieme alla Copenhagen Business School. Avevo circa 100 studenti nel mio corso Come potevo amarli quando alcuni arrivavano tardi in classe e interrompevano il mio insegnamento, quando molti non erano sufficientemente preparati, mentre altri leggevano un giornale, mangiavano un panino o addirittura chiacchieravano, il che disturbava la classe? Quindi risposi: “No, non amavo i miei studenti.”

Il mio collega indiano mi guardò dritto negli occhi e rispose: “Allora non puoi essere un buon insegnante.” Ci pensai per qualche tempo e conclusi che aveva ragione: per essere un vero insegnante, bisogna amare i propri studenti. Da quel momento, senza che lo cercassi attivamente, ho sviluppato amore per tutti i miei studenti, sia quelli in Danimarca e ovviamente quelli in India, e questo è stato più che ricambiato.

Durante i molti anni in cui ho insegnato all’Università di Sai Baba ho avuto esperienze meravigliose con gli studenti. Sono così amorevoli, così devoti… È stata pura gioia contribuire al loro sviluppo. Sono certo di aver imparato almeno tanto dal mio tempo con loro quanto essi hanno imparato da me; in un certo senso, siamo insegnanti gli uni degli altri.

La Notevole Differenza nella Qualità degli Studenti dell’Università di Swami

Swami ha provocato una metamorfosi: dandomi l’opportunità di insegnare nella Sua Università, ha trasformato un rigoroso razionalista in un devoto alla ricerca della spiritualità, che ha avuto l’opportunità di essere di guida a chi Egli ha definito la Sua proprietà più preziosa: i Suoi studenti.

Nel corso degli anni, molti dei miei ex studenti del Master di Filosofia e del Dottorato di Ricerca mi hanno chiesto come poter essere all’altezza dei molti studenti ai quali ho insegnato e che ho guidato in Occidente. Per un professionista riflessivo della scienza come me, questa non è una domanda così semplice come potrebbe apparire; ci sono molti criteri che si possono scegliere per valutare uno studente, non solo i punteggi dei test e altri indicatori di successo accademico. Da una prospettiva ampia e olistica, i miei (Suoi) studenti all’Università eccellono rispetto agli studenti a cui ho insegnato in Occidente; sono i migliori studenti a tuttotondo che ho avuto nella mia lunga carriera accademica. Il motivo principale di questa valutazione è che il loro insegnamento è basato sui Valori ed è fornito da docenti che fanno del loro meglio per incarnare i Valori in questione. L’educazione integrale che gli studenti ricevono all’Università di Swami è incentrata sullo sviluppo del carattere, sul servizio e sull’elevazione spirituale. Ciò li ha portati a sviluppare aspetti intellettuali, fisici, sociali, culturali, spirituali della loro personalità, nonché un orientamento al servizio, e non solo successi accademici, alti voti agli esami e un buon lavoro dopo la laurea.

Ma che cosa intendo con termini come “sviluppo del carattere” e “istruzione integrale basata sui valori”, e in che modo tale istruzione contribuisce allo sviluppo della personalità? Dati i limiti di un articolo così breve, non rifletterò sul significato di queste parole - cosa che normalmente farei in un articolo per una rivista scientifica - ma fornirò semplicemente osservazioni basate sulla mia collaborazione di circa 30 anni con l’Università.

Per mia esperienza, è dovuto al fatto che la dirigenza e i docenti dell’Università hanno posto al centro dell’insegnamento l’integrazione dei Valori Umani con le conoscenze laiche tradizionali: un’Istruzione Integrale che distingue

l’SSSIHL dalle altre istituzioni di istruzione superiore. In tal modo l’Università cerca di essere all’altezza della dichiarazione profetica di Swami agli studenti quando inaugurò l’Università nel 1981:

“Questa Università non è stata istituita solo per prepararvi a conseguire lauree. Lo scopo principale è aiutarvi a coltivare la conoscenza di sé e la fiducia in se stessi, in modo che ognuno di voi possa imparare il sacrificio di sé e ottenere l’autorealizzazione. L’insegnamento dei programmi di studio universitari, la preparazione per presentarvi agli esami e l’assegnazione dei titoli universitari sono solo i mezzi impiegati per il fine, vale a dire l’elevazione spirituale, la scoperta di sé e il servizio sociale attraverso l’amore e il distacco.”

Questa attenzione al servizio della società si manifesta attraverso un impegno consapevole di guidare e plasmare gli studenti in modo che siano al servizio degli altri. E questo si ottiene non solo attraverso l’insegnamento, ma anche mettendo in primo piano i progetti di ricerca che riguardano il servizio alla società, in accordo con gli Insegnamenti di Swami secondo cui il servizio all’uomo è servizio a Dio. Allo stato attuale, i progetti di ricerca dell’Università si concentrano su ambiente, salute ed energia.

Tuttavia, non ci sono libri di regole, né linee guida su “come farlo”, su come insegnare ed eseguire ricerche basate sui Valori. Ciò che è richiesto e ciò a cui ho assistito nella mia esperienza pluriennale è l’evoluzione della cultura, una mentalità collettiva che è sintonizzata sul raggiungimento dei nobili obiettivi indicati da Swami. Ciò si è verificato poiché si è evoluto un ethos in cui tutti i membri dell’Università, indipendentemente dalla loro posizione, cercano di ottenere un’elevazione spirituale e la scoperta di sé attraverso il loro essere parte della Missione di Swami, cercando consapevolmente di modellare gli studenti e se stessi in incarnazioni di Verità, Rettitudine, Pace, Amore e Non violenza.

Ma non è solo attraverso l’insegnamento e la ricerca che l’Università tenta di essere all’altezza degli obiettivi che Swami ha formulato in modo così eloquente quando l’Università è stata inaugurata. In nessun’altra università ho constatato un corpo docente così consacrato ai propri studenti. Infatti, circa un terzo degli insegnanti (e tutti gli studenti del Dottorato di Ricerca) vivono con gli studenti dell’ostello, potendo così guidarli e servirli 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questo è un aspetto davvero unico dell’SSSIHL.

Unicità dell’Università di Swami

Avendo appena fatto riferimento all’ostello, anche questa istituzione merita attenzione quando si tenta di descrivere ciò che rende l’SSSIHL così unico. Di seguito, mi riferisco alle mie esperienze presso l’ostello di Prasanthi Nilayam, ma presumo che la situazione negli altri tre campus sia abbastanza simile. 10-14 studenti vivono in una stanza con arredi molto modesti; srotolano le loro stuoie sul pavimento per dormirci di notte, condividono esperienze di vita quotidiane indipendentemente dal loro background sociale e culturale. Questa è vera vita comunitaria. Faccio notare che negli ostelli non c’è alcun tipo di intrattenimento, nel senso tradizionale del termine, ma c’è molto tempo a disposizione per partecipare a svariati generi di attività sportive e a sessioni dove si praticano teatro, musica e altre attività culturali. Infine devo anche citare i doveri che spettano agli studenti. Ci sono circa 30 “dipartimenti” nell’ostello di Prasanthi Nilayam, non così tanti negli altri tre campus, ognuno dei quali è responsabile di alcuni aspetti della vita dell’ostello: come gestire il dispensario e il magazzino permanenti, cucire i costumi per i vari spettacoli teatrali, offrire aiuto nei molti aspetti che riguardano la manutenzione

degli edifici e così via. In questo modo, gli studenti non solo “ricevono”, ma anche “danno” e, nel processo, imparano ad apprezzare a livello molto concreto il significato di “servizio”.

Quando, di tanto in tanto, ho chiesto agli ex studenti di riflettere sulle esperienze più preziose che hanno avuto mentre studiavano all’Università, una delle risposte più frequenti che ho ricevuto è stata “l’esperienza fatta nell’ostello”. Hanno spiegato che questa era una delle principali fonti della loro autodisciplina in via di sviluppo, dell’autosufficienza e per annullare il ceto sociale e altre distinzioni, pietre miliari necessarie se si vuole realizzare l’unità.

Concluderò questo breve tentativo di delineare alcune delle caratteristiche più salienti di questa Università, basata sui Valori, unica nel suo genere, con riflessioni sull’Incontro Annuale di Sport e Cultura. Quando penso a questo evento, mi balza in mente una metafora: “la punta di un iceberg”. La ragione di ciò è che, per quasi tutti quelli che non sono studenti e il corpo docente, l’Incontro, che si tiene ogni anno l’11 gennaio, è un’attività davvero suggestiva, ma solo un’attività di un giorno. Durante quell’intera giornata, c’è un’esibizione di attività atletiche e culturali nazionali e internazionali che possono includere acrobazie audaci su due ruote, gare ippiche, arti marziali, esercizi ginnici, balli orientali e occidentali, e molto altro. Questa è la punta dell’iceberg. Ciò che non si vede, è la sua parte principale, comprese le attività che si svolgono durante l’anno accademico in ciascuno dei quattro campus universitari (così come in tutte le altre istituzioni educative Sathya Sai, comprese le scuole primarie e secondarie, la scuola infermieristica, la scuola di musica), che hanno fatto sì che avesse luogo l’Incontro Annuale di Sport e Cultura. Queste attività possono includere danza, teatro, spettacoli musicali, gare, quiz, pittura/scultura/disegno, canto di canzoni devozionali e parlare in pubblico.

Per dare un’idea del significato di queste attività, farò riferimento alle rappresentazioni teatrali eseguite dagli studenti durante l’anno accademico. È davvero meraviglioso osservare come gli studenti, la maggior parte dei quali non ha mai avuto alcuna esperienza in questo settore, lavorino insieme per sviluppare ed eseguire queste rappresentazioni, dalla scrittura dei manoscritti e della musica che fa da accompagnamento alla progettazione e alla preparazione di scenografie, costumi e trucchi, nonché alle prove.

Devo scusarmi se, nella succitata esposizione, non ho reso giustizia alle molte altre sfaccettature dell’Istruzione Integrale, comprese attività come la Lezione di Morale del giovedì, il Programma di Sensibilizzazione e attività extracurricolari come quelle della Banda Musicale.

Alcune osservazioni personali conclusive: ho lauree ottenute in alcune delle università più quotate del mondo: Princeton (B.Sc.), Harvard (MBA) e Case-Western (Ph.D.) negli Stati Uniti e l’Università di Copenaghen (Sc.D.) in Danimarca. Sono profondamente grato per le magnifiche opportunità educative che mi sono state date, ma da nessun’altra parte ho avuto l’opportunità di imparare, servire e crescere come essere umano come ho avuto presso l’Istituto Sri Sathya Sai d’Istruzione Superiore e mai, nel corso dei miei oltre 55 anni di insegnamento universitario, ho avuto modo di frequentare studenti così completi come gli studenti a cui ho insegnato nell’Università di Swami! - L’autore, professor Peter Pruzan, ex

insegnante alla Copenhagen Business School della Danimarca, collabora con l’Università di Bhagavan da oltre 30 anni come Professore Onorario in visita

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