Eterno Auriga - Maggio 2021

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Suggestivi Momenti con il Divino Maestro Rani Subramanian

E

BBI LA MIA PRIMA CHIAMATA divina nel 1950. A quel tempo, ero a Nagpur (l’allora capitale del Madhya Pradesh, nell’India centrale) ed ebbi l’opportunità di sentire parlare di Swami. Fu Kamala Sarathi, una signora devota, per me come una sorella, che per prima mi parlò di Swami. Quando ella era a Delhi, sentì parlare di Swami da una persona che le insegnava musica. Questa persona era un cantante classico che si esibiva a Prasanthi, e le disse che doveva andare a vedere Baba. Così, Kamala Sarathi andò da Swami per la prima volta, e tornò molto colpita dalla Sua Presenza. Tutto di Puttaparthi la commosse moltissimo e mi scrisse queste parole: “La prossima volta che andrò, devi venire perché ti manca davvero qualcosa! È un’anima molto grande! Si ritiene sia Bhagavan (Dio).” A quel tempo, non avevamo la convinzione che fosse Dio. Oh! Che Indimenticabile Odissea Sebbene le avessi detto che l’avrei accompagnata nella sua seconda visita, non potei farlo a causa di obblighi domestici. Poi riuscii ad andare con lei nel 1950. In quel viaggio portai con me i miei due figli, un maschio e una femmina. Il treno si fermò nella piccola stazione di Penukonda per appena due minuti, e dovetti letteralmente gettare i bagagli in fretta fuori dal treno. Poi, per andare alla fermata della corriera, trovammo un carro trainato da cavalli, non un carro trainato da buoi. Quel giorno ci fu un guasto alla corriera: doveva partire per Bukkapatnam (a quei tempi il villaggio più vicino a Puttaparthi), ma era in riparazione. L’autista disse: “Amma, stiamo cercando

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di ripararlo e, finché non lo sarà, non possiamo muoverci; non sappiamo a che ora possiamo partire.” Perciò, aspettammo per ore e finalmente salimmo sulla corriera. Eravamo circa 10 o 12, oltre a Kamala Sarathi, i suoi due maestri di musica e c’erano anche i figli di mia sorella. Quando arrivammo a Bukkapatanam, erano quasi le 23. Poi, da lì dovemmo prendere un carro trainato da buoi per arrivare a Puttaparthi, perché a quei tempi quello era l’unico mezzo di trasporto disponibile. In realtà, però, dovemmo camminare, perché i carri trainati dai buoi trasportavano principalmente bagagli e bambini molto piccoli. I conduttori dissero: “Per quanto possibile, chiediamo cortesemente a tutti gli adulti di andare a piedi e noi trasporteremo i bambini, perché non possono camminare per due ore!” Non c’erano nemmeno altri carri trainati da buoi, perché era troppo tardi! Era buio pesto e non c’era strada, ma delle mulattiere, piene di dossi e pietre, che permettevano solo il passaggio di un carro.

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