I quotidiani della tua puglia in classe prof venturi 16 17

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L’I.I.S.S “A.Pacinotti” di Taranto tramite il referente Prof. Pino Capobianco, ha aderito per il quarto anno consecutivo al progetto regionale “I quotidiani della tua Puglia in classe” giunto alla sua tredicesima Edizione. A tale progetto hanno aderito le classi 5A e 5B biotecnologia ambientale e 5A chimica coordinate dal Prof. Giuseppe Venturi che ha incentivato la lettura e il commento dei quotidiani locali nelle proprie classi alla ricerca dell'identità culturale della Regione Puglia. Il progetto ha avuto come obiettivo fondamentale quello di far conoscere criticamente agli studenti delle scuole medie superiori le problematiche sulla “identità” della Regione Puglia in formazione, “metabolizzata” attraverso la lettura e discussione in classe dei quotidiani locali. E' promosso dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, l'Ordine dei giornalisti della Puglia e il CORECOM Puglia. Il

tema

caratterizzante

di

questa

edizione è

stato

il

fenomeno

della biodiversità, tanto attuale quanto sconosciuto dalle giovani generazioni. L’intento è quello di sensibilizzare i ragazzi ad un attento studio e conoscenza della flora spontanea presente nei nostri territori. Di seguito gli articoli realizzati dai nostri alunni che hanno partecipato e collaborato con grande entusiasmo alla buona riuscita del progetto.

Dal quotidiano “Corriere del Mezzogiorno”, ecco un articolo del 19 marzo 2017 di curiosità sulle pregi delle piante spontanee.


Le piante selvatiche come risorsa alimentare In pochi ne sono a conoscenza ma, se lo volessimo, la natura potrebbe fornirci da sé tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere. Le piante che oggi crescono sul nostro territorio sono quelle che riescono a sopravvivere alla situazione climatica attuale e l’attività, spesso invasiva dell’uomo. La selvatichezza dei luoghi poco antropizzati fa di questa parte della Puglia, il paradiso assoluto della vegetazione spontanea. Sono state censite 1500 specie vegetali (di cui più di 1.100 sono spontanee), il 25% delle 6000 specie presenti sul territorio nazionale. Avete mai sentito parlare di Alimurgia? L'alimurgia è la scienza che riconosce l'utilità di cibarsi di determinate piante selvatiche, soprattutto in tempi di carestie o semplicemente per scopi salutistici. Tali piante son dette piante alimurgiche se appunto commestibili e perciò prive di sostanze velenose o comunque dannose per l'organismo. Le parti commestibili di una pianta possono essere diverse: foglie, fusto, germogli, fiori, radici, tuberi e bulbi. Il termine alimurgia è stato coniato del medico e naturalista fiorentino Giovanni TargioniTozzetti (1712-1783) nel trattato De alimenti urgentia (1767), opera che trattava della possibilità di far fronte alle carestie che avevano messo in ginocchio le popolazioni negli anni precedenti, ricorrendo all'uso dei prodotti spontanei della terra e principalmente delle verdure. Da qui l’idea di studiare e catalogare tutte quelle piante spontanee e resistenti, in grado di prosperare in autonomia senza bisogno di cure, attenzioni e sufficientemente forti da resistere autonomamente a parassiti e agenti patogeni. Dall’alimurgia deriva il termine fitoalimurgia, che ancora oggi, disegna lo studio delle piante a scopo gastronomico e che deriva da tre vocaboli greci phytón – pianta, alimos che toglie la fame ed ergon – lavoro, attività. Durante gli ultimi anni, diversi studiosi, hanno evidenziato che le verdure spontanee contengono elevate concentrazioni di sali minerali, proteine, un alto tasso della vitamina A e C e notevoli percentuali di fibre, in quantità maggiore rispetto agli ortaggi coltivati. Per queste proprietà esse risultano utili a integrare e migliorare l’alimentazione ad giorno d’oggi particolarmente ricca di cibi a base di carne e piati elaborate che favoriscono l’insorgenza delle alcuni malattie (arteriosclerosi, obesità).


Le piante selvatiche:

Spinacio selvatico

Bardana

Ortica

Rosa canina

Finocchio selvatico

Rosmarino

Mirto

Cicoria vera

Fra i tanti nutrienti contenuti nello spinacio selvatico troviamo: ferro, calcio, iodio e

clorofilla. Il “buon enrico” contiene inoltre una elevata quantità di vitamine, in particolar modo la K1 e la C, oltre all’acido folico e alla sua provitamina. Le foglie svolgono un’importante funzione emolliente, lassativa e rimineralizzante. 

L’Ortica è molto ricca di vitamina C, di silicio, ferro, manganese, potassio e calcio, di carotene,

acido folico, tannino e istamina (ma anche acetilcolina, clorofilla, acido gallico e formico). Possiede molte

proprietà

curative:

ricostituente,

antianemica,

emostatica,

digestiva,

dimagrante,

antidiarroica, rafforza cartilagini e unghia fragili. 

Le bacche di rosa canina sono una fonte di vitamina C, che aiuta a rafforzare il nostro

sistema immunitario e a migliorarne il funzionamento ma che è anche benefica per la pelle. Le bacche di rosa canina contengono anche vitamine del gruppo B, con particolare riferimento alla vitamina B2 e alla vitamina B1, oltre a vitamina K e vitamina P. Le loro applicazioni riguardano soprattutto il trattamento dei dolori articolari e la prevenzione di tosse e raffreddore. Le bacche di rosa canina presentano anche proprietà antinfiammatorie che le rendono utili per mantenere in equilibrio e in salute il nostro organismo. 

Il Mirto per il suo contenuto in olio essenziale (mirtolo, contenente mirtenolo, geraniolo e

canfene), tannini e resine, è un’interessante pianta dalle proprietà aromatiche e officinali. Al mirto sono attribuite proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, pertanto trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell’apparato

digerente

e

del

sistema

respiratorio.

Tradizionalmente

si

mirto benefici utili contro la cistite, la cattiva digestione, le emorroidi e le gengiviti

attribuiscono

al


Il Rosmarino è una pianta ricchissima di oli essenziali (pinene, conforene, limonene) flavonoidi,

acidi fenolici, tannini, resine, canfora e contiene anche l'acido rosmarinico dalla proprietà antiossidante. Il rosmarino è una pianta dall’azione afrodisiaca, utile anche come rimedio contro raffreddore, tosse, depressione, depurazione del fegato, antidearreaco. 

La cicoria, tonica e depurativa, è indicata soprattutto in caso di dispepsia: disturbi digestivi

accompagnati da nausea, gonfiori, dolori ecc., e in caso di perdita dell’appetito. È leggermente lassativa e aiuta ad alleviare l’indigestione, favorisce il benessere dell’intestino. Protegge dalle infezioni e dalle allergie. 

La bardana, perciò, è particolarmente valida nel trattamento dell’acne, dermatiti, eczema,

seborrea, forfora e psoriasi, grazie alla presenza di composti polinsaturi, acidi fenolici dotati di proprietà antibiotica, antibatterica e antiflogistica. In fitoterapia è inoltre usata per la sua attività depurativa, (stimola la funzionalità biliare ed epatica) ipoglicemizzante ipocolesterolemizzante, lassativa e antireumatica 

Nel finocchio selvatico senz’altro le proprietà che spiccano maggiormente fra tutte sono

quella stimolante e digestiva, ma il finocchietto ha anche proprietà antispasmodiche, carminative (favorisce l’espulsione dei gas intestinali). Inoltre, di recente è stata scoperta anche la sua proprietà antisettica (infatti i suoi frutti in infuso sono utilizzati per impacchi su palpebre infiammate o come sciacqui e gargarismi per eliminare l’alito cattivo.

A cura di Erica Izzinosa e Antonio Modolo (5A biotecnologia ambientale)


ROSMARINO Il rosmarino è un arbusto appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Originario dell'Europa, Asia e Africa, è ora spontaneo nell'area mediterranea nelle zone litoranee, garighe, macchia mediterranea, dirupi sassosi e assolati dell'entroterra, dal livello del mare fino alla zona collinare, ma si è acclimatato anche nella zona dei laghi prealpini e nella Pianura Padana nei luoghi sassosi e collinari. Il nome del genere deriva dalle parole latine ros (rugiada) e maris (del mare).

UTILIZZI NEL PASSATO: Le proprietà terapeutiche del Rosmarino sono note fin dall'antichità. Presso gli Egizi, il Rosmarino è la pianta sacra dell'immortalità, un rametto veniva messo tra le mani del defunto per aiutare il viaggio verso l'immortalità. Anche per il popolo greco l'arbusto prende parte ai riti funerari, la sua creazione è legata ad un mito, la morte della principessa persiana Leucotoe, sedotta da Apollo con l'inganno. Nelle sue "Metamorfosi" Ovidio racconta che Leucotoe fu sepolta viva nella sabbia dal padre che la voleva punire per aver ceduto al Dio del Sole. Apollo nel tentativo di riscaldare la bella principessa ormai defunta, sulla sua tomba

fece

crescere

una

pianta

dal

profumo

intenso

e

dalle

forti

radici.

Si tratta dell'incenso che nei riti funebri greci veniva spesso sostituito dal rosmarino (detto anche pianta dell'incenso), posto tra le braccia dei defunti o bruciato. Il Rosmarino è la pianta del ricordo e dell'immortalità dell'anima, consacrato al dio della guerra Ares , piantato sulle tombe dagli antichi Romani che usavano portarne un rametto al loro defunto durante il corteo funebre. Nella complessa mitologia domestica romana, una coroncina di rosmarino orna il capo delle statuette dei Lari, divinità del focolare e della casa. L'uso funerario della pianta del Rosmarino si diffonde in tutta Europa, in alcune località italiane si


usava cingere il capo dei defunti con corone di Alloro,Rosmarino e Mirto. In passato si pensava che il Rosmarino allontanasse gli spiriti maligni e proteggesse dagli animali velenosi, mangiarne i fiori poteva sconfiggere maledizioni e stregonerie, il solo aroma preservava dalle malattie.

USI DEL ROSMARINO Nell'industria cosmetica come shampoo per ravvivare il colore dei capelli o come astringente nelle lozioni; nelle pomate e linimenti per le proprietà toniche. In profumeria, l'olio essenziale ricavato dalle foglie, viene utilizzato per la preparazione di colonie, come l'Acqua d'Ungheria. In campo alimentare, sotto forma di estratto, viene usato come additivo dotato di proprietà antiossidante Come insettifugo o deodorante nelle abitazioni

PROPRIETA’ MEDICINALI

I rametti e le foglie raccolti da maggio a luglio e fatti seccare all'ombra hanno proprietà aromatiche, stimolanti l'appetito e le funzioni digestive, stomachici, carminativi, utili nelle dispepsie atoniche e gastralgie, tonici e stimolanti per il sistema nervoso, il fegato e la cistifellea. Da alcuni autori viene inoltre consigliato per affezioni generiche come tosse o asma. Per uso esterno il macerato in vino applicato localmente è antireumatico; mentre il macerato in alcool, revulsivo, viene usato per frizioni anche del cuoio capelluto; possiede qualità analgesiche e quindi viene applicato per dolori reumatici, artriti. Per uso esterno se ne usa l'infuso per gargarismi, lavaggi e irrigazioni cicatrizzanti; o per cataplasmi antinevralgici e antireumatici; aggiunto all'acqua da bagno serve come corroborante, purificante e per tonificare la pelle I fiori raccolti da maggio ad agosto, hanno proprietà simili alle foglie; in infuso per uso esterno sono vulnerari, stimolanti, curativi della leucorrea e per la lotta ai pidocchi pubici Farmacologicamente, si prepara un'essenza e un'acqua contro l'alopecia o pomate per gli eczemi Dalle foglie, in corrente di vapore, si estrae l'olio essenziale di rosmarino, per un 1% in peso, liquido incolore o giallognolo, contenente pinene, canfene, cineolo, eucaliptolo, canfora e borneolo. A seconda del chemotipo della pianta vengono ottenuti diversi oli essenziali:


un chemiotipo produce un olio ricco eucaliptolo, che stimola la secrezione delle ghiandole gastriche dell'apparato digerente e respiratorio,responsabile degli effetti sulla digestione e dell'attivitĂ mucolitica. PINENE: C10H16

CINEOLO:

CANFENE: C10H16

C10H18O

CANFORA: C10H16O

EUCALIPTO: C10H18O

BORNEOLO: C10H18O

Turco Domenico, GalloneOrazio, Coppola Michele,Antonini Cosimo (5B biotecnologie ambientali)


“CONOSCERE PER SALVAGUARDARE” Ogni angolo del mondo è caratterizzato dall'immensa bellezza della biodiversità, cioè dalla varietà di vita che abita il nostro ecosistema. Negli anni, l'uomo, che è esso stesso parte della biodiversità, ha sfruttato,inquinato, tagliato, riversato, ucciso le altre specie che ne fanno parte, accelerando così i processi di estinzione di alcune di esse. Nonostante il grigiore del fumo che annebbia le menti dell'uomo, resiste e splende ancora il verde carico di speranza di luoghi dimenticati da tutti e che lottano autonomamente. Simbolo di inquinamento e morte è la città di Taranto, località pugliese dello stivale, che lentamente si dissolve e si lascia andare. MA noi giovani guardiamo il futuro con occhi diversi, andiamo alla ricerca della natura celata che salverà le nostre sorti e quelle della nostra città.

Taranto riscopre la ricchezza della sua natura, la fauna e la flora della palude "La vela" che si colloca a ridosso del mar Piccolo, ancora non palesata alla coscienza della popolazione tarantina, che vuole resistere ed entrare in scena. Questo piccolo ma prezioso gioiello naturale della cittadina più discussa in Europa per il suo alto indice di inquinamento, sorge in periferia ed è allegramente abitato da diverse specie di uccelli quali fenicotteri, volpoche e aironi; anche la flora ricopre un ruolo


importante, infatti è costituita principalmente da piante alofile che salvaguardano il suolo grazie alla loro capacità di trattenere sostanze nocive.

Proprietà comune fra popolazione e flora nostrana, è la RESISTENZA. Le piante Alofite resistono alla siccità, all'eccessiva quantità di sodio; incamerano i sali nei tessuti e regolano l'intensità della traspirazione. Sorgono quindi piante alofile come il

Limoniastro Cespuglioso dalle proprietà antibatteriche contro alcuni microrganismi patogeni per l’uomo come ad esempio il Micrococcus luteus, un batterio che causa polmonite batterica, e la Candida holmii, un particolare lievito che può causare infezioni fungine nell’uomo e negli animali, chiamate candidosi.

Limoniastro Cespuglioso


Ma non è tutto, la nostra fauna ci dona spontaneamente un particolare tipo di pianta erbacea, la Salicornia appartenente alla famiglia delle Chenopodiacee. Detto anche asparago di mare, la salicornia nasce in zone umide e salmastre, e durante l'adattamento ad ambienti diversi, ha sviluppato la capacità di assorbire e accumulare cospicue quantità di sali di sodio e potassio. La salicornia è ricca di sali minerali, liquidi e vitamine e può quindi essere integrata nella dieta comune: gode infatti di qualità diuretiche, drenanti e calmanti.

Salicornia

Conoscere e salvaguardare è il primo passo per amare la propria terra e promuoverla nel resto del mondo. Nonostante le note vicende legate all'inquinamento ambientale, Taranto fiorisce silenziosamente in risposta alla crudeltà dell'uomo, resiste, lotta.

Pinto Claudia, Lezza Antonio e Maiuri Nello. (5A chimica)


Quando una semplice pianta può molto di più Si sente spesso parlare fra la gente di “piante officinali”, rappresentate dall’immaginario collettivo come piante dalla molteplice utilità, che spazia dal campo agronomico al campo medico. In particolare sono definite piante medicinali, secondo l’OMS, tutte quelle piante che contengono al loro interno sostanze che possono essere utilizzate a fine terapeutico. La conoscenza delle piante del proprio territorio rispondeva e, risponde tuttora, a esigenze pratiche necessarie per affrontare problemi di salute di importanza minore, come il semplice stress o un disturbo momentaneo dell’apparato digerente. Nei Paesi più avanzati si è manifestato un rinnovato interesse per la medicina tradizionale in cui le piante officinali giocano un ruolo di primo piano. Molte delle scoperte in campo medico e farmacologico sono infatti basate sullo

studio di

piante

utilizzate

nella

fitoterapia. Alcuni principi attivi di grande importanza nella farmacologia,

sono

etnobotaniche

che

stati hanno

ottenuti

grazie

evidenziato

ad

indagini

particolari

usi

terapeutici di piante spontanee, come i derivati dell’acido salicilico, principio attivo dell’aspirina. Nel nostro territorio è presente, in maniera notevole, la coltivazione sia a livello industriale che domiciliare, di piante officinali come la salvia, rosmarino, alloro, camomilla e papaveri. Il loro uso è molto comune a causa della loro vasta utilità in diverse situazioni : la salvia contenente salvina agisce principalmente nell’apparato gastro-intestinale ma, in generale, la salvia ha proprietà antisettiche, digestive, diuretiche, spasmolitiche ed ipoglicemiche; farmacologicamente parlando tra i principi attivi si possono ottenere composti interessanti come il mitirone che possiede effetti nortashinone con proprietà anti-infiammatorie.

antitumorali o il


Il principio attivo del papavero comune è la rhoedina, un alcaloide con

proprietà

blandamente

sedative,

utilizzato

prima

dormire,

di

tramite

l’infusione delle foglie in acqua

calda,

per

un

indurre un sonno migliore. La camomilla è molto nota e diffusa per la sua molteplice funzionalità, la più comune è quella sedativa, ma possiede anche proprietà anti-infiammatorie o calmanti per fenomeni di tipo nevralgico come la sciatica o il torcicollo, grazie a diversi componenti come il bisabololo, un alcool naturale, la quercetina, un flavonoide con diverse proprietà inibitrici di vari enzimi, studiata in oncologia per la delucidazione sulla proliferazione cellulare e la cancerogenesi.

Quitti Giovanni 5A chimica


L’ulivo e il suo nemico

INTRODUZIONE L’olivo o ulivo è una pianta da frutto originaria del vicino Oriente. E’ utilizzata fin dal passato per l’alimentazione. Da i suoi frutti, “le olive”, viene ricavato l’olio che ogni giorno utilizziamo per i nostri cibi.

ε

TIMOLOGIA

Il nome olivo deriva dal latino “olivum”; il nome ulivo era utilizzato nelle pianure toscane e diffuso anche in altre zone dell’Italia. Esclusi i contesti poetico-letterari ,in contesto scientifico viene utilizzato il nome Olivo.

ETIMOLOGIA

Con il termine etimologia si intende lo studio delle parole e della loro origine


L’ULIVO


ULIVO COMPOSIZIONE CHIMICA

1) OLEUROPEINA: L'Oleuropeina è un estere doppio del glucosio con l'Acido Protocatechico (Acido 3,4Diidrossibenzoico) e con l'Acido Oleuropeico (Acido 1-Ossimetil-2,6-Dimetilacloes-2Encarbonico-1). È una sostanza decisamente amara.

2)ACIDO ELENOLICO: È un derivato dell'idrolisi dell'Oleuropena.

Lo sapevi che? L’acido elenolico è considerato un antiossidante,combatte i radicali liberi,migliora la circolazione del sangue, e si è dimostrato un potente antibatterico e virale


3)IDROSSITIROSOLO:È

un composto fitochimico (Estratto dalle piante) con forte

azione antiossidante e combatte i radicali liberi. È un inibitore della monoamminoossidasi (MAOI). In particolare funziona come un potente inibitore della monoamminoossidasi B. È anche un metabolita della (Neurotrasmettitore).

Dopamina

4)MANNITOLO: È un polialcole con sette gruppi ossidrilici a livello della catena alifatica composta da sette atomi saturi di carbonio. Esiste in due forme isomere D-mannitolo e L-mannitolo, ma soltanto la prima è presente in natura. Previene l'insufficienza renale acuta. Viene anche utilizzato per trattare l’ipertensione endocranica, quella spinale e quella delle masse cerebrali e aumenta l’escrezione renale di sostanze tossiche.

5) COLINA: La Colina, o Vitamina J, è un'ammina, nonché un coenzima essenziale per la costituzione delle membrane cellulari e del neurotrasmettitore Acetilcolina.

La colina contribuisce al mantenimento di una sana funzionalità epatica in quanto rientra nel gruppo di sostanze definite “lipotrofe”, ovvero in grado di prevenire i depositi di lipidi a livello del fegato


6)SACCAROSIO: È un composto chimico organico della famiglia dei glucidi disaccaridi. Il saccarosio viene principalmente estratto dalla barbabietola da zucchero e dalla canna da zucchero, ma è normalmente presente in molti alimenti di origine vegetale, in particolare nella frutta. Il saccarosio è un glucide disaccaride, cioè un dimero la cui molecola è costituita da due monosaccaridi: il glucosio e il fruttosio

Curiosità … La canna da zucchero, originaria della Papua Nuova Guinea, si diffuse presto nelle zone dell'Estremo Oriente e da lì venne importata in Sicilia e in Spagna dagli Arabi nel IX secolo. 7) LIPASI:

È un enzima in grado di effettuare l'idrolisi dei grassi, trasformando i trigliceridi in glicerolo e in acidi grassi, nel processo di lipolisi. Sono classificate come un sottoinsieme delle esterasi


8)PEROSSIDASI:

È un enzima appartenente alla classe delle ossidoreduttasi, che catalizza la trasformazione dei perossidi organici.

9)EMULSINA: Enzima appartenente al gruppo delle β-glucosidasi. Provoca la scissione idrolitica dei glucosidi e degli esteri formati dal glucosio con fenoli e alcoli ciclici o aciclici. 10)TIROSOLO: È un'antiossidante naturale derivato dall'Alcol Feniletilico. Riduce la fatica mentale, aumenta lo stato di benessere e migliora la concentrazione a l'attenzione.

11)RUTINA: Possiede un'azione antiossidante superiore a quella Vitamina C & E. Promuove la salute cardiovascolare, ad esempio in presenza di colesterolo alto, obesità o ridotta tolleranza al glucosio.


12)ACIDO MALICO: È un acido organico. Nelle piante è uno dei costituenti del succo vacuolare e come acido organico ha funzione di riserva.

Utilizzare l'Olio di Oliva per condire e cucinare gli alimenti, aiuta a contenere le impennate della glicemia dopo i pasti nei soggetti con diabete di tipo 1. Questo, aiuta a migliorare il controllo del diabete e dunque a proteggere i vasi sanguigni dalle problematiche di questa malattia. L'Olio extravergine di Oliva contiene composti bioattivi, quali i polifenoli, che sono sostanze antiossidanti e che aiutano a prevenire l'arteriosclerosi e contribuiscono ai tanti effetti benefici dell'olio di oliva, come il controllo della glicemia dopo i pasti. Quindi 1 o 2 cucchiai di olio extravergine di oliva ai pasti modera la glicemia senza dover limitare gli alimenti contenenti carboidrati come la pasta, pane, patate, ecc.....

CARATTERISTICHE FISICHE La pianta dell’olivo comincia a produrre frutti nel quarto anno di età, tuttavia, affinché la produzione raggiunga i suoi massimi livelli, devono passare altri 6 anni. I fiori dell’ulivo sono ermafroditi, ossia posseggono sia gli organi riproduttivi maschili che femminili. In natura esistono due tipi di olive : quelle verdi e quelle nere.

La differenza tra olive verdi e quelle nere è data solamente dal grado di maturazione. In origine infatti le olive sono tutte verdi e raggiungono il colore nero una volta che raggiungono la completa maturazione, in genere in inverno. Tuttavia esiste qualche varietà di oliva che rimane verde anche a maturazione completa.


1) Antiossidanti: uno dei benefici più importanti di questi frutti è dovuto alle loro proprietà antiossidanti ed anti infiammatorie che rallentano l’invecchiamento e lo stress ossidativo delle cellule del nostro organismo, con tutti i benefici che ne conseguono per la nostra salute. Le olive infatti contengono fitonutrienti e vitamina che hanno proprietà antiossidanti.

2)

Prevenzione dei tumori: le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti delle olive le

rendono un metodo naturale per la prevenzione di questa grave malattia. Infatti l’infiammazione e lo stress ossidativo protratti nel tempo, possono essere fattori determinanti per lo sviluppo dei tumori. Con il regolare apporto di composti antiossidante forniti da questi frutti il nostro organismo ha a disposizione più mezzi per difendersi.

3) Radicali liberi: i fitonutrienti inoltre contrastano l’attività dei radicali liberi e riducono il rischio di sviluppare il cancro ma non solo, anche il sistema cardiovascolare ne trae benefici diminuendo così il rischio di malattie legate al cuore.


4)

Pressione sanguigna: recenti studi hanno dimostrato come i grassi monoinsaturi

presenti nelle olive e nell’olio da esse ricavato hanno diverse proprietà. Per prima cosa hanno la capacità di abbassare la pressione sanguigna ed in secondo luogo, grazie anche alla presenza di fibra alimentare, abbassano i livelli di colesterolo cattivo LDL ed aumentano il livello di colesterolo buono HDL nel sangue, diminuendo così il rischio di sviluppare l’aterosclerosi ed altre patologie legate al cuore.

5)

Circolazione sanguigna: le olive hanno un buon contenuto di ferro e rame, due

composti essenziale per la produzione di globuli rossi. La carenza di questi due minerali può avere come conseguenza l’anemia con manifestazioni di debolezza, mal di testa e disturbi intestinali. Mangiare regolarmente olive aiuta quindi a mantenere una buona circolazione sanguigna in tutto il corpo.

6)

Allergie: il consumo di olive apporta benefici anche in caso di allergie. Le loro proprietà

anti infiammatorie hanno effetti antistaminici a livello cellulare bloccando i recettori dell’istamina.

7) Vista: anche gli occhi, in particolar modo la visione al crepuscolo, grazie alla presenza di vitamina A, traggono benefici dall’assunzione di questi frutti.

8)

Fanno bene alle ossa: è stato dimostrato che le persone che seguono la dieta

mediterranea sono più protette nei confronti della perdita di densità ossea e dell’osteoporosi. Recentemente sono stati scoperti due composti, l’idrossitirosolo e l’oleuropeina, che sono stati collegati ad un maggior deposito di calcio nelle ossa e ad una maggiore crescita delle stesse. Alla luce di questa notizia è bene che chi ha anche piccoli problemi legati alle ossa inserisca nella sua dieta le olive o l’olio che ne viene prodotto.

9)

Antibatteriche: l’oleuropeina ha anche proprietà antibatteriche e la sua presenza

nell’organismo aiuta il sistema immunitario a difendersi dalle infezioni batteriche.

10) Proprietà digestive: sono una buona fonte di fibra che, se presente nelle giuste dosi, migliora il movimento intestinale ed apporta benefici al processo digestivo.


L’OLIVO NEL TEMPO … … PASSATO … L’olivo è una pianta centrale nella storia delle civiltà che si affacciano sul bacino del mediterraneo e di tutto l’occidente. Si narrano numerose leggende su questa pianta: una di queste è di origine greca e narra di Atena che per benedire gli uomini piantò la sua lancia nel suolo e in quel punto crebbe il primo ramo d’ulivo.

… PRESENTE … Come abbiamo già detto nell’introduzione l’olivo è un albero da frutto, esso è molto diffuso in Italia (soprattutto nel Salento) ma anche in altre Nazioni, prima su tutte la Spagna prima esportatrice di olive nel mondo

… FUTURO Ed il futuro? Il futuro è incerto per quest’albero soprattutto per un nuovo male che sta affliggendo ettari interi di olivi. Questo male ha un solo nome: la “Xylella”


Xylella fastidiosa è un batterio Gram Negativo, che vive e si riproduce all'interno dell'apparato conduttore della linfa grezza è in grado di indurre pesantissime alterazioni alla pianta ospite, spesso letali. È noto, inoltre, per la sua estrema polifagia, essendo in grado di diffondersi attraverso un gran numero di piante ospiti, a volte senza indurre manifestazioni patologiche. Con queste sue caratteristiche, il microrganismo è noto per i gravi danni che è in grado di arrecare a varie coltivazioni agricole, essendo all'origine della malattia di Pierce nella vite, della clorosi variegata degli agrumi (CVC-citrus variegated chlorosis) in Brasile. Il batterio è di difficile isolamento e a crescita molto lenta in coltura axenica. Inoltre, una sottospecie di X. fastidiosa è all'origine del Complesso del disseccamento rapido dell'olivo (CoDiRO), una gravissima fitopatologia che ha fatto la sua comparsa nell'agricoltura italiana a partire dagli anni 2008/2010, colpendo in modo pesante gli appezzamenti olivicoli del Salento, in quella che è stata definita da JosephMarie Bové, dell'Académie d'agriculture de France, come "la peggior emergenza fitosanitaria al mondo"

Come fermare il batterio? La Xylella è diventata un problema serio per gli ulivi nel Salento, un problema non ignorato dalla Regione Puglia. Molti errori sono stati compiuti nell’intervento per evitare la diffusione di questo male,uno e forse il più grande errore compiuto è stato quello del ormai ex Commissario straordinario Siletti. Il signore qui citato è la causa dell’abbattimento di ettari di olivi sani per una contaminazione non avvenuta. Il Siletti bis (piano contro il batterio) ha anche evidenziato la presenza di ben 9 ceppi del batterio, ma una ricerca recente ha dimostrato che solo una specie è presente nel Salento.


…in breve il piano Siletti è stato solo “un grosso buco nell’acqua” e non è servito ad altro che all’abbattimento di alberi sani e a scatenare la furia degli agricoltori.

Ma all’orizzonte una luce s’intravede

Questa procedura potrebbe salvare gli ulivi simbolo di un territorio, grande bellezza del patrimonio italiano.

2016


2017 Com’è la situazione dopo un anno?

Aziende al collasso, rischio chiusura, disperazione nei frantoi… dopo un anno che ci aveva lasciato con la speranza di superare quest’incubo che affligge i nostri alberi, la speranza di salvare i sopravvissuti e reimpiantarne di nuovi, la speranza di aver sconfitto quel “maledetto” batterio… Ma purtroppo la situazione non è cambiata, o meglio, si è cambiata, ma in peggio. La Xylella continua a nuocere vittime, ettari ed ettari di oliveti decimati. L’uomo sta provando ad affrontare il problema ma con scarso impegno, sui giornali non si parla d’altro, in relazione all’argomento, che dei continui scioperi degli agricoltori arrabbiati, delle continue leggi per salvaguardare gli ulivi, di nuove aziende e associazioni pronte a combattere sul fronte Xylella. UN PO’ DI NUMERI

SONO CIRCA

1500 GLI ULIVI INFETTI


XYLELLA E LUBIXYL: L’ENZIMA DEL LATTE, UN CONSORZIO E LE IMPLICAZIONI IN SALENTO Questo articolo che risale a maggio si concentra su due tematiche importanti riguardanti il caso Xylella: L’enzima lactoperossidasi; Lubixyl; Per quanto riguarda il primo, si tratta di un enzima che si trova nel latte che, sperimentazioni sul campo lo dimostrano, è in grado di svolgere azioni antibatterica e non solo, nell’uomo e negli animali. La lactoperossidasi non ha effetto antibatterico di per sé ma è in grado di ossidare lo ione tiociano in presenza di perossido di idrogeno. E’ questa combinazione, definita “sistema perossidasi” che riesce a neutralizzare i virus ed i batteri gram-negativi nell’uomo ed in tutti gli animali. Partendo da questi presupposti i ricercatori di stanza presso la Agrobiotech hanno provato ad utilizzare il “sistema lactoperossidasi” sulle piante. I risultati sono stati sorprendenti: in particolare è stata provata l’efficacia della lactoperossidasi sulla peronospora che colpisce la vite e i pomodori, ma l’enzima è risultato efficace anche contro funghi e muffe che attaccano le mele e gli agrumi. Il team di ricerca ha provato a testare in vitro gli effetti della lactoperossidasi su xylella, concentrandosi sulle subspecie fastidiosa e multiplex. In vitro i risultati sono sorprendenti: entrambe le subspecie risultano debellate, quindi l’enzima lactoperossidasi è in vitro risolutivo. Ovviamente questo test non basta ad accertarne l’efficacia: il passo successivo è la verifica della citotropicità della lactoperossidasi, ovvero della sua assorbibilità all’interno dei vasi xylematici dell’ulivo, ma in quanto enzima dovrebbe essere assorbibile, anche perché è risultato tale sia su vite, sia su pomodoro, sia su agrumi, sia su mele. Problema risolto? Non si direbbe. Nonostante questa fantastica scoperta l’enzima non è stato mai ancora testato in Puglia. Perché ciò non è avvenuto? Tutto questo ci porta alla Lubixyl, consorzio scientifico industriale francese il cui nome sta per Lutte Biologique contre Xylella Fastidiosa, il cui scopo è innanzitutto di porsi sulla scena come un gruppo di studio, ricerca, sperimentazione multidisciplinare, capace di affrontare il disseccamento rapido degli ulivi a 360°. All’interno del gruppo sono presenti batteriologi, epidemiologi, ma anche esperti di pratiche agricole, microbiologi del suolo e fisiologi della pianta. Fanno parte del progetto oltre a ricercatori e scienziati anche 32 università, 34 laboratori e 15 organismi tecnici e professionali provenienti da 15 paesi del


mondo. Il progetto include realtà molto diverse: enti brasiliani come dell’Iran, ma anche organismi europei e dei paesi del Mediterraneo. La domanda che sorge spontanea a questo punto è una sola, come mai con un team del genere che comprende alcuni dei più grandi esperti in materia non si è riusciti a trovare una cura? E come mai la nuova scoperta dell’enzima sembrerebbe non essere stato per niente presa in considerazione? Non essere maliziosi nei confronti di questa storia è davvero difficile, ma solo il tempo ci dirà come stanno realmente le cose.

Altri problemi... IL QUOTIDIANO 20/03/17 TAP , PARTONO GLI ESPIANTI DEGLI ULIVI COME SAPPIAMO GLI ULIVI DELLA REGIONE PUGLIA SONO STATI DECIMATI DALLA XYELLA (PARASSITA DEGLI ULIVI) QUESTO NON E’ BASTATO, INFATTI ALL’ELIMINAZIONE DEGLI ULIVI … NON CI HA PENSATO COSI’ SOLO LA NATURA MA ADESSO A COMPLICARE LE COSE VI E’ ANCHE LA MANO DELL’UOMO .

NEGLI ULTIMI MESI E’ STATO APPROVATO UN PROGETTO CHE PREVEDE LA RIMOZIONE DI

211 ULIVI

, PER LA COSTRUZIONE DI UN CANTIERE CHE DARA’ ORIGINE AL POZZO DI SPINTA DEL MICROTUNNEL DEL TAP, IL GASDOTTO PROGETTATO DALLA TRANS ADRIATIC PIPELINE, PER TRASPORTARE IL GAS DALL’AZERBAIJAN ALL’ITALIA PASSANDO APPUNTO DALLA COSTA SALENTINA.

MANIFESTAZIONI PER SALVARE L’AMBIENTE “NO-TAP” QUESTO PROGETTO HA GENERATO MOLTE TENSIONI TRA LA POPOLAZIONE E TRA GLI ATTIVISTI (NO-TAP) . QUESTE TENSIONI SONO SFOCIATE IN MANIFESTAZIONI , SPENTE POI DALLE FORZE DELL’ORDINE. I MANIFESTANTI SONO RIUSCITI A BLOCCARE LE ATTIVITA’ DI RIMOZIONE DEGLI ULIVI . IN SEGUITO, IL PRIMO CITTADINO LECCESE HA RICHIESTO CHE I LAVORI SIANO SVOLTI NEL RISPETTO DELLE REGOLE E DELL’AMBIENTE . AI MANIFESTANTI E AL PRIMO CITTADINO LECCESE HA RISPOSTO IL TAP DICENDO CHE LE OPERAZIONI PER LA COSTRUZIONE DEL POZZO SI SVOLGONO NEL RISPETTO DELLE DISPOSIZIONI FITOSANITARIE E DI BUONA PRATICA AGRICOLA .

MANCA POCO …. QUESTIONE DI TEMPO E IL NOSTRO PATRIMONIO AGRICOLO SARA’ULTERIORMENTE DIMEZZATO , SARANNO ELIMINATE COSI’RISORSE FONDAMENTALI AL NOSTRO CARO E PREZIOSO AMBIENTE IN QUANTO NONOSTANTE SI STIANO PRENDENDO ACCORGIMENTI SUL CORRETTO SVOLGIMENTO DEI LAVORI (COSI’ SOSTIENE IL TAP), IL RISCHIO PER GLI ULIVI SECOLARI E’ ENORME


Da un recentissimo studio è stato dimostrato che la nostra nazione è la più sana al mondo dal punto di vista alimentare, frutto dell’utilizzo della dieta mediterranea e di un alimento sano che tutto il resto del mondo ci invidia …

Quale sarà mai? … ah si!

L’olio extravergine d’oliva Sperando di non essere stato noioso nel presentarvi l’argomento trattato, ci terrei particolarmente a scrivere queste poche righe su di un argomento che mi sta particolarmente a cuore. L’ulivo non è solo una fonte da cui trarre profitti economici o un brand per la nostra nazione. Non so se voi che leggete queste righe siate mai stati illuminati dalla visione “angelica” di uno di questi alberi… se si allora mi comprenderete e mi appoggerete quando dico che è veramente una visione fantastica, un albero che rappresenta nella sua antichità e nella sua forma la vera essenza della natura, forte e durativa. Allora vi chiedo perché rinunciare a ciò che di bello la natura ci ha fornito?

Gabriele Saracino, Amalio Ferrarese (5B biotecnologie ambientali)


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