Romano-DOLORE PELVIPERINEALE 2021

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Master di Ostetricia Integrale Biennale

DOLORE PELVIPERINEALE: PROSPETTIVE DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE CON LA LETTURA DELLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE E DELLA MEDICINA INTEGRATA

Relatore

Dott.ssa Ostetrica Jessica Caputo

Dott.ssa Ostetrica Paola Jop

Anno 2020/2021

Candidato Camilla Romano

• INTRODUZIONE

• ANATOMIA DEL PAVIMENTO PELVICO

• LA PELVI E IL PERINEO NELLA MTC

• MERIDIANI CHE ATTRAVERSANO LA PELVI: PRINCIPALI E CURIOSI

• PRINCIPI DI MTC: VUOTO/PIENO STASI

• IPERTONO PELVICO: COSA È E COME DIAGNOSTICARLO

• SINDROMI DEL DOLORE PELVICO: VAGINISMO, DISPAREUNIA, VULVODINIA, DOLORE VESCICALE

• SQUILIBRI DELLA PELVI IN MTC

• TRATTAMENTO DEL DOLORE PELVICO SECONDO LA MEDICINA OCCIDENTALE

• CORRELAZIONE TRA MTC E MEDICINA TRADIZIONALE

• PROPOSTE DI TRATTAMENTO

• FIORI DI BACH COME SOSTEGNO

• CONCLUSIONI

2 SOMMARIO

INTRODUZIONE

Molte donne soffrono di un vero e proprio dolore a livello della pelvi, tuttavia, il dato preciso purtroppo non è disponibile. Radney Anderson e David Wise (rispettivamente neuro urologo e psicologo californiani) paragonano questo sintomo al mal di testa, ubicato a livello del bacino. Esso viene descritto come un fastidio o come un’irritazione, oppure una sensazione di gonfiore, di sofferenza, di bruciore o altro ancora. La maggior parte delle pazienti riferisce questo dolore intenso e lancinante, il più delle volte come una fitta acuta, più di rado come una sensazione di indolenzimento o contrazione. La sintomatologia si localizza a livello genitale, anale, inguinale, al perineo e nella parte inferiore dell’addome accompagnata a sintomi legati alla minzione (urgenza, frequenza o esitazione urinaria), alla defecazione (dolore rettale) o all’attività sessuale (dispareunia o vaginismo). Tali disturbi possono essere in un solo distretto (retto anale, genitale o urinario) oppure coinvolgerli tutti; a volte, i sintomi possono essere costanti o intermittenti, diurni o notturni, più intensi a stare seduti o in piedi.

Si tratta pertanto di una condizione che può derivare da problemi di natura ginecologica, urologica, proctologica, muscolare o altro ancora e quindi avere diverse cause o più fattori che concorrono all’insorgenza di sintomi dolorosi. Il dolore, pertanto, diventa un segnale da decodificare per risalire ad una delle possibili cause della sofferenza. La pelvi, da un punto di vista biomeccanico e posturale, funziona da ammortizzatore delle pressioni che riceve sia dall’alto (cavità toracica e addominale) che dal basso (piedi ed arti inferiori).

La Medicina Tradizionale Cinese considera l’individuo da un punto di vista olistico, prendendo in considerazione sia l’aspetto psichico che fisico che sono in continuo movimento e, affinché la persona sia sana, è necessario che entrambi gli aspetti siano in equilibrio.

Il dolore, secondo questa visione, può dipendere da situazioni di vuoto o stasi energetica e ciò significa che il fluire del qi e del xue non sono armonici e possono dare origine a delle patologie. L’elaborato intende analizzare, all’interno di questo complesso fenomeno chiamato dolore pelvico, le prospettive diagnostiche e terapeutiche coadiuvando la lettura della medicina integrata affinché si possa unire quest’ultima nella risoluzione delle sindromi patologiche.

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ANATOMIA DEL PAVIMENTO PELVICO

Struttura ossea e legamentosa

Il bacino

Il bacino è una struttura ossea situata al termine della colonna vertebrale con funzione di trasferimento di forze dagli arti inferiori allo scheletro superiore e viceversa e di contenimento e sostegno degli organi addominali, costituito dalle due ossa dell’anca lateralmente, a loro volta costituite da ileo, ischio e pube, dall’osso sacro centralmente e dal coccige: anteriormente le ossa dell’anca sono tenute assieme dalla sinfisi pubica.

la pelvi, tratta da Schwegler Johann S., Anatomia e fisiologia dell’Uomo, 1999

Il bacino femminile differisce da quello maschile, oltre che per un minor spessore delle ossa iliache e sacrali, per un maggiore angolo pubico (100° o più contro circa 90°) che conferisce al bacino una conformazione con sviluppo maggiore in larghezza e minore in altezza, una maggiore inclinazione in avanti e uno stretto superiore a forma rotondo ovalare, differenze queste da un punto di vista evolutivo finalizzate alla gravidanza ed al parto.

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la pelvi, differenze fondamentali tra i sessi, immagine tratta da Martini, Timmons, Tallitsch, Anatomia Umana, 2008

Le strutture legamentose che vi si inseriscono possono essere suddivise in una regione anteriore, più debole, composta dal legamento sacroiliaco nei suoi rami antero superiore ed antero inferiore, ed una regione posteriore formata dal legamento sacro iliaco interosseo, posteriore breve, posteriore lungo. Infine, oltre al legamento ileo lombare possono essere osservate delle strutture legamentose che connettono l’osso sacro all’osso iliaco quali il legamento sacro tuberoso e il legamento sacro spinoso, oltre alle membrane otturatorie a chiusura dei forami otturati e al legamento inguinale. L’intero complesso legamentoso viene evidenziato nelle immagini sottostanti (ad eccezione delle membrane otturatorie) fig. 3 e 4 e riassunto nella tabella 1 a seguire.

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la pelvi, visione posteriore ed anteriore, tratte da Clemente Carmine D., Anatomy: a regional atlas of the human body, 1997

Muscolatura del pavimento pelvico

Muscoli pelvici intrinseci

Il pavimento pelvico rappresenta la chiusura inferiore del tronco e si compone di un diaframma pelvico e un diaframma uro genitale

Il diaframma pelvico è composto dal muscolo elevatore dell’ano e dal muscolo coccigeo: il primo, che nell’uomo risulta più stretto rispetto alla donna, divide le sue fibre nei muscoli puborettale e puboperineale, nel muscolo pubococcigeo e nel muscolo ileococcigeo. Il muscolo coccigeo invece in taluni casi può risultare assente.

Il diaframma urogenitale copre la così detta “porta dell’elevatore” rappresentando un secondo piano di chiusura: è formato per la maggior parte dal muscolo trasverso profondo del perineo, mentre la parte posteriore del diaframma viene rafforzata dal muscolo trasverso superficiale del perineo. La parte anteriore viene invece completata dal legamento trasverso del perineo.

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schema della muscolatura del pavimento pelvico, visibili il pube (2) con l’origine del muscolo elevatore dell’ano e il suo arco tendineo (3), la spina ischiatica (4), il muscolo puborettale (5), il muscolo puboperineale (6), il muscolo pubococcigeo (7), il muscolo ileococcigeo (8), il legamento anococcigeo (10), il coccige (11), il muscolo coccigeo (12), la tuberosità ischiatica (15), il legamento trasverso del perineo (16).

Tratto da Platzer W., Anatomia Umana, 2007

Fasce della pelvi

Fasce perineali

La struttura fasciale del perineo si compone di una fascia perineale suddivisa in tre foglietti: Foglietto superficiale: decorre nel sottocute e si estende solo nel perineo anteriore, dalle branche ischio pubiche si continua nelle piccole labbra e la sua base si estende da un ischio all’altro stabilendo il limite tra perineo anteriore e posteriore; Foglietto intermedio (legamento perineale di Carcassone): si divide a sua volta in due foglietti (superiore e inferiore) tra i quali decorrono i muscoli dello strato medio (muscolo trasverso profondo e muscolo striato dell’uretra). Il foglietto inferiore origina dalla faccia interna dell’ischio e dal bordo inferiore della branca ischio pubica, si estende trasversalmente alla linea mediana aderendo poi al bulbo e al corpo spugnoso dell’uretra. Il foglietto superiore invece si fissa alle branche ischio pubiche e si connette al canale di Alcook dove passa il fascio vascolo nervoso del pudendo, ricopre la faccia superiore del muscolo trasverso profondo del perineo e lo sfintere uretrale.

Foglietto profondo: è molto esteso ed occupa il perineo anteriore e posteriore, si forma dall’unione di ciascuna fascia di rivestimento dei muscoli del piano profondo che costituiscono il diaframma pelvico e si continua poi nei muscoli otturatori e piramidali. Decorre dalla faccia posteriore del pube alla linea innominata del bacino dove si fonde con la fascia iliaca, si inserisce inoltre sul margine interno dei forami sacrali, si estende dal rafe ano bulbare e da quello anococcigeo al centro tendineo del perineo

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Fasce connesse: Connesse funzionalmente e in continuità anatomica con la fascia perinale, le fasce annesse forniscono assieme alla sopra citata sostegno alla funzione sessuale, alla postura, alla continenza dei visceri, al parto ed al mantenimento della postura.

Possono essere individuate:

Una fascia pre sacrale: essa discende dall’addome con l’arteria emorroidale media, riveste la faccia anteriore del sacro e si confonde con la guaina fibrosa del retto a livello della faccia anteriore del retto;

Una fascia vescico vaginale: questa separa vagina e vescica ed invia delle espansioni al legamento largo dell’utero e concorre al sostegno dell’utero nella sua parte inferiore

Una fascia ombelico prevescicale: decorre dall’ombelico all’apice della vescica, prosegue nel pavimento pelvico fondendosi con i legamenti pubovescicali e terminando nelle incisure ischiatiche

Delle lamine sacro retto genito pubiche: le quali decorrono dall’interno dei forami sacrali fino alla faccia posteriore del pube.

Fisiologia della pelvi

Il pavimento pelvico è una struttura molto importante per il corpo umano.

Le sue funzioni sono molteplici:

Statica pelvica

• Sostiene e sospende vagina vescica utero e retto, che risultano appoggiati su un'amaca (la parte muscolare) e sostenuti da tiranti (le fasce ed i legamenti); ha un ruolo fondamentale nel mantenimento della statica del bacino

• Ammortizza e contiene le variazioni di pressione addominali, dalle più deboli come la respirazione alle più intense come la tosse o lo starnuto.

Dinamica pelvica

• Ruolo fondamentale nella composizione del passo durante la deambulazione. È necessario che ogni articolazione che compone il bacino sia libera di muoversi, in particolare il sacro tra le iliache. (verrà approfondito nel capitolo della biomeccanica).

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• Contribuisce alla funzione sfinteriale formando gli sfinteri volontari vescicali e anali, e regolandone l'attività volontaria

Gravidanza

• È presente un inevitabile incremento del peso dell’utero che grava sulla pelvi. Si accentua la sua funzione di contenzione.

Collaborazione attiva nel parto

• Collabora attivamente nel parto sia attraverso la possibilità di allungamento e distensione, sia promuovendo la rotazione del feto nel corso della sua discesa lungo il canale del parto.

Circolazione locale

• Le contrazioni dei muscoli perineali stimolano la circolazione e prevengono la congestione pelvica, emorroidi, stipsi.

Fase motoria dell'orgasmo

• Partecipa al piacere sessuale. È coinvolto nella funzione sessuale femminile rivestendo un ruolo importante e preciso nella fase motoria dell'orgasmo attraverso l'attivazione riflessa di contrazioni ritmiche ripetute.

• È coinvolto nella funzione sessuale maschile partecipando al meccanismo dell'erezione e dell'eiaculazione attraverso l'attività contrattile.

9 Continenza

Il perineo è una parte centrale del nostro corpo, un cuore periferico che tiene molta responsabilità nel determinare la qualità di vita delle donne. Nei libri scolastici non viene mai menzionato. Nessuno mai ci dice chi è il perineo. Ma che cos’è realmente? È il muscolo che circonda la vagina. È il muscolo che si trova nella parte più bassa del bacino, è il fondo del bacino. Nella donna il perineo circonda la vagina, la vulva e l’ano. Si chiama anche pavimento pelvico, sostiene tutti gli organi interni, i visceri. Simbolicamente i visceri rappresentano l’elemento acqua. L’acqua, il luogo delle emozioni, poggia sul perineo e ne è in contatto. Senza di lui tutto cadrebbe. Nel linguaggio metaforico, l’acqua per essere contenuta ha bisogno di fermarsi sulla Terra, metafora della concretezza, delle radici. Da un punto di vista elementale, il perineo è il centro della Terra. La salute della donna, la sua vita ginecologica, ostetrica, sociale, affettiva e sessuale è strettamente legata al perineo, che subisce i condizionamenti della realtà sociale alla quale la donna appartiene. Nella donna, il perineo circonda i tre orifizi: uretra, vagina ed ano. È quindi un luogo che consente il passaggio verso l’esterno.

La donna è aperta, vulnerabile e il suo perineo la mette in comunicazione con il mondo esterno. Perineo e vagina sono la porta d’accesso alla donna, ma anche la porta d’entrata nel mondo per l’essere umano. È come un passaggio, ma anche un luogo di contatto tra il prima e il dopo. Qui avviene la trasformazione, qui si crea l’energia necessaria affinché ciò avvenga. È il luogo dell’integrità della donna e anche della sua identità.

Perineo come Piacere, Energia, Rigenerazione, Iniziazione, Nettare, Estasi ed Orgasmo. Perineo come sede delle emozioni antiche, di quelle emozioni viscerali, perineo come integrità della donna che è stata e che mai sarà, di una donna che accoglie, che lascia andare, di una donna delle volte ferita e ricucita, donna strappata e curata. Perineo come le radici che ogni donna mette, che scavano nel profondo, che portano linfa, vita e morte. Perineo come porta del mondo quando nasce un bambino, ma prima, molto tempo prima quando si accoglie un bambino, il perineo si prende cura, sostiene e forse inizia a infondere i suoi vissuti.

Forse il perineo non è solo un muscolo ma un vero e proprio maestro di vita che sa e che rispetta la donna in quel momento, assecondando le sue fasi di vita, rispettandola e amandola. Dentro ogni donna c’è un libro di emozioni che cambiano in base alle sue fasi di vita. Lui sa ed è consapevole dei cambiamenti, noi donne però non lasciamolo in disparte. Non lasciamolo in silenzio, diamogli voce e ascolto.. e forse così ogni nuovo nato potrà attingere da questo sapere antico e sacro e attraversare questa porta, da cui tutta l’energia anche ancestrale ha inizio.

Il perineo non è solo un muscolo: lui è la porta del mondo di ognuna di noi.

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PELVI E IL PERINEO IN MTC

In Medicina Tradizionale Cinese, la pelvi è definita "Gu Pen" dove Gu è l'osso e Pen ha il significato di bacino, catino. La pelvi è legata all’acqua; il termine stesso di "bacino" è in stretta relazione con l’acqua: un "bacino d'acqua", una "riserva d'acqua".

La parte inferiore dell'addome si dice anche "Xiao Fu". Xiao vuol dire "piccolo" Fu è il ventre, l'addome. Il ventre (Fu) è considerato il ricettacolo dei soffi. Il petto è deputato alla distribuzione dei soffi ed il ventre è quello che li riceve. Il ventre è la parte interiore di un individuo o di un paese e, in questo senso, ha anche il significato di "portare verso di sé, all'interiore". Questi sono i due termini principali adoperati per indicare la pelvi. Il primo dei due, Gu Pen, pone l'accento sulla forma di bacino, ovvero qualcosa che contiene le acque, e l'acqua è tutto quello che scorre, si livella, si raccoglie; l'acqua è all'origine della creazione. È in questo bacino, che è il ricettacolo delle acque, che avverrà la procreazione. Il quadrato, con i suoi quattro lati, è il simbolo della Terra (opposta al Cielo, rappresentato dal cerchio), della stabilità, della base d’appoggio di una costruzione. Grosso modo, abbiamo quattro ossa nel bacino (dietro c'è il sacro inferiore con il coccige, davanti ci sono le ossa pubiche, ai due lati le ossa iliache con l'ilio e l'ischio) che formano una specie di catino. Il coccige, in cinese "Wei", risponde ancora al numero quattro, con le quattro vertebre saldate. Tutto questo ha il senso di qualcosa su cui ci si poggia. L’altro termine spesso usato per indicare la pelvi è Xiao Fu, dove Xiao sta per piccolo (nell’ideogramma appare qualcosa di piccolo che viene diviso e che può essere associato all’osso pubico) e Fu sta ad indicare il ventre, l’addome.

La pelvi è una zona complessa e, come ogni parte del corpo, è attraversata da meridiani sia profondi che superficiali. Secondariamente, è sede di uno dei due poli dell’equilibrio qi/xue, l’altro polo si trova nella zona toracica cardiaca. Dal punto di vista topografico, invece, corrisponde al Riscaldatore Inferiore e contiene l’Utero, viscere curioso. Il perineo e il pavimento pelvico appartengono quindi alla zona della pelvi che rappresenta anche il ricettacolo della Tiangui.

Nel perineo troviamo il primo punto di Jenn mo (o vaso concezione) e il primo punto di Tou mo (Vaso governatore). Questi due meridiani chiamati curiosi, dopo essersi superficializzati nel perineo, salgono rispettivamente sulla linea mediana anteriore e posteriore del corpo umano. L’energia che entra in gioco in questi meridiani è un’energia molto particolare: nella visione cinese, è l’energia ereditaria, l’energia del cielo anteriore; un’Energia che collega ogni individuo

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all’origine prima di tutto ciò che esiste; è in qualche modo l’energia più ancestrale. Così, come vedremo in seguito, i meridiani curiosi non hanno un’azione diretta sugli organi o sui visceri.

Il perineo inoltre è anche l’ultimo tratto, l’ultima frontiera del canale del parto dal quale, secondo la visione orientale, non possiamo separarlo.

La pelvi è, dunque, nutrita dai meridiani principali:

Zu Tai Yang (V) che attraversa verticalmente la parte posteriore del bacino con due rami

Zu Shao Yang (VB) che attraversa l'anca

Zu Yang Ming (ST) che si trova nella parte anteriore

Zu Tai Yin (SP) nella parte antero laterale dell'addome

Zu Jue Yin (F) che interessa pube, genitali esterni, basso ventre e addome

Zu Shao Yin (R) che attraversa l'addome verticalmente passando a 0,5 cun dalla linea mediana.

E dai Meridiani Curiosi:

Chong Mai, di cui un ramo percorre internamente il rachide e un ramo si anteriorizza, salendo lateralmente alla linea mediana

Ren Mai che sale lungo la linea mediana

DuMai che sale dal perineo nella parte posteriore del corpo insieme alla colonna vertebrale

Dai Mai che ha un andamento a cintura nella zona della vita.

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Meridiano della Vescica e Meridiano del Rene: appartengono all’elemento Acqua e al grande Yin. I reni sono di pertinenza Ying (accumulo) mentre la Vescica è Yang (trasformazione). I reni hanno la funzione di accumulare l’Essenza, una sostanza organica di vitale importanza per l’uomo. Sono la radice del Qi innato e sono il fondamento di tutte le Energie Yin e Yang del corpo e riempiono il cervello. I reni provvedono all’ibernazione, al raffreddamento, all’accumulo e alla conservazione del Jing ereditato. Il Jing è la sostanza che costituisce la base per la crescita e contiene sperma, geni ereditari e determina la costituzione di base, la forza e la vitalità dell’individuo. I reni sono correlati ai due orifizi inferiori, controllano i tessuti duri e senescenti, i denti, le ossa e i nervi e si manifestano nei capelli. La vescica rappresenta l’“ufficiale distrettuale” essa accumula, trasforma i liquidi e ne espelle la parte eccedente.

Meridiano della Vescica Biliare e del Fegato appartengono all’elemento Legno, piccolo Yang. Il fegato costituisce l’orbis Ying (accumulo), la Vescica Biliare l’orbis Yang complementare (trasformazione). Il Fegato controlla il libero fluire del Qi in tutto il corpo e a lui spetta il ruolo di “generale dell’esercito”, la pianificazione e la decisione. Il Fegato controlla i muscoli e i tendini, cioè il sistema attivo del movimento.

Meridiano dello Stomaco e Meridiano della Milza Pancreas appartengono all’elemento Terra che corrisponde allo Yin nello Yin. La terra con la sua posizione centrale rappresenta il centro di rotazione e il fulcro dell’intero sistema. La MP provvede alla separazione del puro dall’impuro ed è considerata la Radice del Qi del Cielo Posteriore. Lo Stomaco, insieme alla Milza, è l’organo deputato ad accumulare cibi e bevande, questi vengono trasformati dallo Stomaco per poi essere trasportati al corpo interno.

MERIDIANI CURIOSI CHE ATTRAVERSANO LA PELVI

I Meridiani curiosi, detti anche Qi Jing Ba Mai, sono 8 e sono situati al di fuori del sistema dei meridiani e non sono classificabili come meridiani Yin o Yang. Il loro percorso coincide in parte con gli assi di simmetria del corpo e solo due di essi possiedono punti propri. I meridiani curiosi sono divisi in due gruppi:

13 MERIDIANI PRINCIPALI CHE ATTRAVERSANO

Quelli che originano dal Ming Men (Rene): chong mai, dumai, renmai, daimai MC DI PRIMA GENERAZIONE

Quelli che originano a livello del piede (dal meridiano del Rene e della Vescica): yangqiaomai, yinqiaomai, yangweimai, yinweimai MC DI SECONDA E TERZA GENERAZIONE

A differenza dei meridiani principali, i MC non hanno alcun legame diretto con gli organi e i visceri, non sono emanazioni specifiche di un organo; hanno invece un rapporto stretto con i visceri curiosi. Sono in stretta correlazione con l’apparato genitale, non hanno una circolazione nictoemerale, non hanno relazioni alto/basso, interno/esterno, e solo Renmai e Dumai hanno punti propri. Ogni MC ha un punto chiave di apertura: trattando infatti il punto chiave attiviamo l’energia del meridiano curioso che a sua volta ha un punto chiave bilaterale e simmetrico. Hanno anche un punto di disostruzione (Xi) o di sblocco: si tratta di un punto in cui si può agire specificatamente e quando si percepisce che l’energia del meridiano corrispondente è bloccata per favorirne l’attivazione e la circolazione. Il punto Xi si trova sui MC di seconda e terza generazione, ovvero yangweimai, yinweimai, yangqiaomai, yinqiaomai.

Le funzioni dei meridiani curiosi sono:

Trasmissione della vita, intesa come procreazione materiale, discendenza, sia immateriale, continua capacità di rinnovarsi, di creare la vita ogni giorno Funzione di regolazione in quanto i canali curiosi sono paragonati a dei laghi, capaci di assorbire le eventuali piene dei fiumi o di integrarne le carenze. Hanno infatti la funzione di collegare e coordinare l’attività energetica dei MP rapportandola continuamente al progetto energetico iniziale, presente in ogni individuo.

Funzione di difesa nei confronti delle energie patogene esterne. Nel caso delle aggressioni da parte di energie perverse esterne, le manifestazioni cliniche sono soprattutto di tipo osteoarticolare e muscolare.

REN MAI, O VASO CONCEZIONE (VC) RIUNIONE DEGLI YIN

Ren significa occupazione, lavoro, carica pubblica, funzione, assumere una carica, una funzione.

È il vaso della concezione. Il Ren mai rappresenta l’assumersi la responsabilità della propria vita ed il saperle conservare.

Il suo percorso superficiale comincia tra l’ano e gli organi genitali, nel centro tendineo del perineo, prosegue in avanti e verso l’alto, lungo la linea mediana anteriore dell’addome, il torace e il collo;

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l’ultimo punto (VC 24) si trova al centro del mento, nel solco tra il labbro inferiore; da qui partono due rami, destro e sinistro, che aggirano la bocca e vanno a finire sul bordo inferiore delle orbite. Collega tutti i Meridiani Yin e il Yin Wei Mai nonché il Chong Mai e funge da serbatoio per l’energia Yin del corpo. Ha un’estrema importanza per il sistema riproduttivo femminile.

Possiede 24 punti propri. Il RN agisce sull’intera energia vitale, particolarmente a livello sessuale, respiratorio e alimentare. Ha uno stretto legame con l’energia yin, regola il flusso di qi e xue nei meridiani yin. Regola il flusso mestruale, il sistema riproduttivo, lo sviluppo del feto e l’utero. Punto di apertura: 7P ; punto di chiusura: 6 R

DU MAI O VASO GOVERNATORE, RIUNIONE DEGLI YANG

Du significa sorvegliare, controllare, dirigere, rimproverare, correggere, generale in capo. L’ideogramma di du mai indica qualcosa che comanda e corregge le cui funzioni sono controllare coloro che devono applicare gli ordini.

Emerge in superficie al punto VC 1, passa dietro l’ano al VG 1 e sulla punta del coccige; quindi, sale lungo le apofisi spinose sulla linea mediana posteriore percorrendo il dorso e la nuca e, passando sopra la testa, ridiscende al labbro superiore e termina sulla gengiva superiore.

Questo meridiano, come si evince dal suo percorso, scorre dai genitali alla testa e unisce tutti i meridiani Yang. Essendo collegato al meridiano del Rene, il Du Mai può essere utilizzato per coordinare e distribuire il qi innato.

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Ha 28 punti propri e le sue funzioni generali sono di regolare le attività dei centri nervosi: cervello, cervelletto, bulbo, midollo spinale. Controlla l’energia yang, regola la circolazione dell’energia e del sangue nei meridiani yang (da cui deriva il nome mare dei meridiani yang), regola la funzione del sistema urinario e riproduttivo.

CHONG MAI, O VASO D’ASSALTO O VASO VITALE

Mare del sangue, funzione che si esplica nella pelvi dal ciclo alla gravidanza Parto e menopausa

Chong significa luogo di passaggio, incrocio, avanzare dritto e tornare su, fare irruzione, lasciarsi contro; rappresenta il passaggio dal cielo anteriore al cielo posteriore.

Avendo origine dal Ming Men, un ramo sale all’interno del rachide mentre un altro, superficiale, emerge dal perineo e si divide in due al punto 30 ST: la parte ascendente sale lungo l’addome e il torace confondendosi con quello che per convenzione viene chiamato meridiano dei Reni, si ramifica al Torace, sale fino alla gola e termina girando attorno alle labbra; la parte discendente arriva fino al piede seguendo il percorso del meridiano dei Reni. Il Chong mai è legato alla yuan qi, uno dei punti

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di Chong mai è il 4 VC, barriera della sorgente, che è in rapporto con l’energia ancestrale, mentre il punto di origine, 30 ST, è in strettissima correlazione con l’energia acquisita; per questo motivo è il meridiano che lega il Cielo Anteriore al cielo Posteriore.

Si collega a Ren Mai, Du Mai e Dai Mai e funge da serbatoio di energia per tutti i meridiani e in particolare per lo Xue.

Le funzioni generali del Chong Mai si dividono in base al suo tratto:

Il tratto addominale controlla il sistemo digestivo e urogenitale

Toracico controlla il sistema respiratorio ed il cuore

Inferiore le funzionalità dell’arto inferiore e la circolazione arteriosa

Tatto posteriore controlla il rachide dorsolombare

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DAI MAI O VASO CINTURA

Dai significa cintura, portare alla cintura, portare con sé. Il dai mai rappresenta il laccio che stringe le spighe di grano cioè i meridiani e gli permette di reggersi dritte, di stare in piedi.

È l’unico meridiano ad avere un percorso orizzontale, perpendicolare all’asse del corpo. Parte dalla zona 23 V, costeggia gli ipocondri, corre trasversalmente alla vita, ecco il perché del suo nome Vaso Cintura. Lega in un fascio quasi tutti gli altri meridiani, sia principali che curiosi.

È strettamente correlato al meridiano della Vescica Biliare. Il Daimai deriva dal meridiano della VB che forma con quello del TR il livello dello Shaoyang, cerniera dello yang.

WEIMAI: YINWEIMAI E YANGWEIMAI

L’ideogramma wei significa fibra, filamento, legare, attaccare, collegamento per consentire il volo, il movimento libero. Lo Yinwei e la yangwei hanno lo scopo di armonizzare distintamente lo yin e lo yang. Wei vuol dire connettere, collegare anche le varie fasi della vita dell’essere umano. Secondo Yuen, i meridiani Wei rappresentano l’invecchiamento di un individuo. Lo Yinweimai sarebbe in rapporto con l’invecchiamento strutturale sia fisico che energetico, lo yangweimai sarebbe in rapporto con l’invecchiamento che origina dalle nostre scelte.

Lo yinweimai armonizza tutti gli yin del corpo e i movimenti delle energie negli spazi yin. È collegato al consumo dello Jing, provvede a distribuire il jing dei reni affinché si possano svolgere i processi vitali. La funzione secondaria del yinweimai consiste nel regolarizzare la ripartizione dell’energia e del xue nella pelvi intervenendo nelle turbe mestruali dovute ad un accumulo di qi e di xue. I sintomi legati ad uno squilibrio nel yinweimai sono dolore al cuore, sono soggetti chiudi che non rivelano agli altri la propria interiorità. Sono soggetti ipocondriaci, che presentano un’eccessiva attenzione ai loro sentimenti e dolori. Il meridiano yangweimai invece ha lo scopo di mantenere collegati fra loro tutti i meridiani yang e di armonizzare tutti gli yang del corpo e i movimenti dell’energia negli spazi yang.

Controlla i processi di creazione di tipo yang, quindi immateriali intervenendo nella creazione intellettuale e spirituale. Sono soggetti che sono sensibili alle aggressioni esterne e presentano patologie caratterizzate da fasi alterne con sintomi che vanno e vengono. Per quanto riguarda la costituzione fisica sono soggetti in apparenza sereni, misurati nei modi che avvertono i cambi

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climatici in anticipo. Da un punto di vista psichico, invece, sono individui fragili, facili alla collera che esplode senza controllo.

QIAO MAI: YINQIAOMAI E YANGQIAOMAI

Ideogramma Qiao significa alzarsi in piedi, rizzarsi sulla punta dei piedi per vedere meglio e questo, secondo la MTC, indica andare oltre i propri limiti. Ai meridiani Qiao viene attribuita una nozione di movimento e secondo Yuen il meridiano Yinqiaomai rappresenta il modo in cui un individuo si vede mentre lo yangqiaomai rappresenta il modo di vedere il mondo o meglio il modo in cui vorremmo che fosse.

I Qiao colgono il momento, mentre gli wei fanno riferimento al ciclo della vita nella sua interezza. I Qiao colgono il presente ed è vedersi come si è e, quando questo non avviene, si ha rigidità. Lo yinqiaomai indica la difficoltà nell’accettarsi per ciò che siamo. Lo yinqiaomai è legato a quei fenomeni a due fasi in cui si sta bene nella prima e non nella seconda. Si tratta di individui con estrema mobilità articolare e flessibilità, in caso di patologia presentano una postura rigida. In caso di uno squilibrio tendono ad avere turbe di tutte le fasi ritmiche temporali di tipo yin. Il tipo yinqiaomai non si ama così come è e questa scarsa fiducia può condurlo a non prendere iniziative e alla difficoltà di adeguarsi ai ritmi.

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Mentre lo yangqiaomai regge i tempi e le attività yang, cioè quelle diurne, per cui nel caso di un suo disturbo, ci sarà una patologia che si manifesta di giorno. Secondo Yuen, questo meridiano è implicato nel nostro modo di vedere il mondo. Si tratta di soggetti alti con spesso una lombalgia violentissima in cui possono esserci anche disturbi sessuali. In caso di patologia, presentano una postura rigida. Da un punto di vista psichico, hanno bisogno di essere radicati alla terra natale e in caso di patologia il bisogno di conoscenza diventa ossessivo e sentono il bisogno di approfondire anche le cose banali.

PRINCIPI DI MTC: VUOTO, PIENO, STASI

Le principali cause di disturbi si riassumono in un numero limitato di grandi meccanismi: gli eccessi e le pienezze, le insufficienze e i vuoti, i ristagli. Il qi, il Sangue, i jin ye, lo shen, il jing, lo Yin e lo Yang, globalmente o in maniera localizzata, possono essere colpiti, tutti insieme o singolarmente, dall’una o l’altra di queste perturbazioni. La patologia, dunque, è dovuta ad un’alterazione quantitativa, qualitativa o funzionale di uno degli aspetti del qi. All’origine di malattie e relativi sintomi ci sono una cattiva distribuzione o un difetto della circolazione del qi.

Infatti, il percorso razionale che conduce alla diagnosi cinese si basa sull’accertamento eseguito dal professionista in tre fasi:

Ordinare i dati in base alle otto regole

Determinare i fattori patogeni

Determinare gli Organi Interni o i Meridiani interessati

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In particolare, le 8 regole diagnostiche hanno il compito di evidenziare se un processo patologico ha ridotto il dinamismo vitale. Tra i sintomi classici vi sono: algor (freddo), calor (caldo), extima (esterno) e intima (interno), depletio (vuoto) e repletio (pieno), Yin e Yang.

Tra i sintomi di freddo e caldo, per esempio, riscontriamo rispettivamente bisogno di riposo, viso pallido, lingua pallida, urine pallide, diarrea e irrequietezza, desiderio di bere bevande fredde, viso arrossato, lingua rossa, urine scarse, stipsi.

Tra esterno e interno, invece, riscontriamo febbricola e brividi di freddo e per l’interno febbre elevata (etc.).

Osserviamo invece con più attenzione gli eccessi e le pienezze e le insufficienze e i vuoti. Questi indicano lo sforzo compiuto dalla persona per mantenere le proprie funzioni fisiologiche.

Eccessi e pienezze

L’abbondanza o la sovrabbondanza, dal punto di vista quantitativo e qualitativo è considerata un eccesso, una pienezza. Il termine pienezza, quindi, deve essere inteso in termini patologici. L’eccesso totale di qi può essere dovuto ad una cattiva distribuzione o alla penetrazione nell’organismo di un’energia esterna nociva. In entrambi i casi si riconosce da questi sintomi:

Il paziente riferisce di essere troppo pieno, per esempio pienezza al torace o a livello pelvico I dolori dovuti ad un meccanismo di pienezza si aggravano momentaneamente se si esercita una pressione locale

Insufficienze e vuoti

Il vuoto o insufficienza è una carenza di tipo quantitativo o qualitativo. Il vuoto si riconosce per esempio dal fatto che i sintomi si attenuano, se si esercita una pressione sulla parte dolente: la pressione va a sostituire il qi che manca e il dolore dovuto al vuoto diminuisce.

Il vuoto globale di qi si manifesta con affaticabilità se è lieve o con un’astenia permanente se è più pronunciato. Si aggrava dopo tutte le patologie che richiedono Energia (per es sforzi fisici o digestione) o alla fine della giornata per l’esaurimento dovuto alle attività quotidiane.

Ristagni

Se è indispensabile che le “sostanze” siano presenti nella giusta quantità, è altrettanto importante che circolino liberamente e in maniera armonica. La stasi, infatti, rappresenta la perturbazione più grave. La mancata messa in movimento e il ristagno provocano sintomi diversi, ma con un denominatore comune: migliorano con il movimento, con il calore e con tutto ciò che mette in movimento, per es il

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massaggio oppure una doccia calda o dei vapori caldi. I ristagni, generalmente dolorosi, possono essere accompagnati da accumuli di materia come la cellulite, gli edemi e le tumefazioni.

Interno esterno Indicano la localizzazione, provenienza, evoluzione della malattia: consente di valutare la prognosi della malattia

Vuoto Pieno Indicano lo stato dell’energia essenziale in rapporto all’energia perversa

Freddo Calore Indicano lo stato della malattia, caratteristiche della malattia

Yin Yang Danno un giudizio complessivo sullo stato energetico

Ogni sintomo o patologia va interpretato utilizzando questo metodo che ci permetterà di fare la diagnosi, scegliere la terapia più idonea e fare la prognosi sull’evoluzione della malattia.

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L’ipertono del pavimento pelvico è una condizione patologica in cui la muscolatura del pavimento pelvico è costantemente contratta fino a sviluppare contratture muscolari o retrazioni muscolari. L’ipertono del pavimento pelvico può dipendere: da posture scorrette, scorretti posizionamenti del bacino, respirazione errata da sindromi dolorose del pavimento pelvico (dolore ai rapporti, sindrome del dolore pelvico, vulvodinia, nevralgia del pudendo). L’ipertono è una risposta protettiva al dolore. da traumi sul sacro o sul coccige (anche in età giovanile). È sempre una risposta protettiva al dolore

Solitamente la contrazione della muscolatura è involontaria, ossia non ci si accorge di starla contraendo e pertanto è più difficile riuscire a rilassarla. Secondo l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) il dolore viene definito come “un’esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno tissutale effettivo potenziale”. Tale sintomo si riferisce ad uno spettro di sensazioni che vanno da un senso di fastidio o di pressione fino ad un dolore discreto, intenso, più o meno persistente, ma comunque ricorrente quando è cronico.

Il dolore produce un enorme impatto sul paziente e può essere collegato al riempimento o svuotamento degli organi pelvici, alla penetrazione, al ciclo mestruale, oppure essere avvertito in modo continuo o scatenato dalla pressione di trigger points. Può essere caratterizzato da tipo, frequenza, durata, fattori precipitanti, e dalla sede percepita. In ambito pelvico, quando parliamo di dolore, ci riferiamo nella maggior parte dei casi a situazioni di ipertono pelvico. Infatti, si parla di dolore uretrale, dolore vaginale, dolore vulvare, dolore perineale, dolore vescicale, dolore pelvico e di nevralgia del pudendo.

Il dolore pelvico è meno definito degli altri ed è meno chiaramente legato al ciclo minzionale o alla funzione intestinale o sessuale e non è localizzato ad alcun singolo organo pelvico. La nevralgia del pudendo è un bruciore vaginale, vulvare e perineale che si accompagna a dolorabilità lungo il decorso del nervo pudendo.

Le sindromi descrivono costellazioni di varie combinazioni di sintomi, ma non possono essere usate per una diagnosi. precisa. L’uso della parola sindrome può essere giustificato se c’è almeno un altro sintomo in aggiunta al sintomo preminente usato per descrivere la sindrome. Le sindromi dolorose pelviche sono tutte croniche. Il dolore è il sintomo principale, ma spesso si associano a sintomi del basso tratto urinario, intestinali, sessuali o ginecologici.

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Il sintomo doloroso prevalente deve guidare nella definizione della sindrome. Le sindromi precedentemente elencate sono anormalità funzionali per le quali ancora non è stata individuata una causa precisa. L’eziologia e la patofisiologia del dolore pelvico rimangono oggi spesso sconosciute. Alterazioni degli organi bersaglio e del sistema nervoso possono essere riscontrate senza essere patognomoniche. Non devono essere comunque riscontrate evidenze di infezione, cancerizzazione o neuropatie specifiche. Tuttavia, il dolore pelvico può indurre dei cambiamenti del sistema nervoso centrare che possono mantenere la percezione del dolore in assenza di uno stimolo causativo.

Questi cambiamenti possono amplificare la percezione dello stimolo doloroso fino a renderlo doloroso (allodinia) oppure lo possono accentuare (iperalgesia).

Le donne sono più vulnerabili degli uomini al dolore acuto, intermittente e cronico. La storia personale e altre variabili relative al contesto affettivo e psicosociale possono modulare questa diversa vulnerabilità di genere. Esistono, infatti, dei modelli culturali di dolore genitale con cui la donna si confronta fin dalla tenera età che possono in un certo senso condizionare la comparsa di un dolore in quella determinata area del colore. Tra questi, si ricordano il dolore legato al parto, alle mestruazioni, al primo rapporto sessuale.

Che cosa succede però ai muscoli pelvici?

I muscoli pelvici possono diventare dolorosi con comparsa di punti scatenanti (trigger point). Questi trigger point, se non trattati, con il passare del tempo, si cronicizzano diventano sempre più “tonici” e andando a scatenare il dolore. Noi ci focalizzeremo sul dolore vescicale o sindrome della vescica dolorosa e la dispareunia cioè il dolore durante il rapporto che, in alcuni casi, può sfociare in vaginismo cioè l’impossibilità di avere rapporti sessuali.

Un esame per valutare la forza contrattile dei muscoli del pavimento pelvico è il test del pubo coccigeo. Consiste nell’appoggiare a piatto due dita, indice e medio, sulla parete posteriore della vagina: si invita, quindi, la donna a stringere o chiudere la vagina attorno alle dita. La donna sente la contrazione del muscolo pubo coccigeo e si può valutare la forza muscolare. Il test del pubo coccigeo prevede cinque gradi diversi di contrazione muscolare così descritti:

Grado Descrizione

0° Assenza di contrazione palpabile

1° Accenno a contrazione muscolare, vibrazione

2° Contrazione dubbia, ma debole

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3° Contrazione valida contrastata da una moderata resistenza

4° Contrazione forte, contrastata da una forte resistenza

5° Contrazione potente, resistente ad un’opposizione massimale

Le lesioni traumatiche del parto, le carenze ormonali della menopausa, gli interventi chirurgici, ecc. possono portare ad una ridotta prestazione muscolare del pavimento pelvico.

Il dolore pelvi perineale cronico comprende la sindrome dell’elevatore dell’ano, la sindrome della vescica dolora, la vulvodinia, il vaginismo, la coccigodinia e la sindrome del canale di Alcock o sindrome del nervo pudendo.

SINDROME DELLA VESCICA DOLOROSA O DOLORE VESCIALE

La sindrome della vescica dolorosa è uno stato doloroso cronico della vescica cateterizzato da dolore accentuato dal riempimento vescicale e alleviato per un breve lasso di tempo dopo la minzione, con conseguente pollachiuria. La caratteristica principale è quella di una costante sensazione di urgenza minzionale, come se si soffrisse di cistite. Tuttavia, nei vari casi non viene provata la presenza di un’effettiva infezione in corso. L’SDV interessa prevalentemente il sesso femminile rispetto al sesso maschile con rapporto 8 9:1 e può compromettere in modo significativo la qualità di vita delle pazienti affette.

Esistono diverse ipotesi sulle cause della SDV quali l’infezione, l’infiammazione, meccanismi autoimmuni che possono generarsi per necrosi cellulare nella vescica e perpetuare l’infiammazione cronica, difetto dei glicosaminoglicani uroteliali, ipossia e neuropatiecentrali e/o periferiche.

La diagnosi può essere impegnativa e spesso tardiva sia per la varietà dei sintomi, sia per la necessità di escludere patologie con la stessa sintomatologia, sia per le diverse definizioni utilizzate. Il tipo di dolore è il sintomo guida. Tipicamente si presenta ed accentua con il riempimento vescicale e comporta un aumento della frequenza minzionale (92% dei casi) sovente con urgenza (84% dei casi), ma comunque con grave disagio ed a volte anche difficoltà minzionali se viene ritardata la minzione. Il trattamento si avvale di numerose modalità che spesso devono essere associate per migliorare i risultati terapia. È purtroppo solo sintomatico e pertanto deve iniziare da quello più conservativo e privo di effetti collaterali che consenta di alleviare i sintomi e raggiungere una accettabile qualità di vita. Sicuramente è fondamentale che la paziente modifichi il suo stile di vita partendo

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dall’alimentazione, modificando il suo comportamento minzionale rieducando la vescica, eliminando lo stress, trattando patologie concomitanti e utilizzando, solo quando necessario, antibiotici. Tra le terapie più utilizzate per la sindrome della vescica dolorosa emergono le Infiltrazione detrusoriale con tossina botulinica e un percorso di riabilitazione e rieducazione perineale attraverso la stimolazione del nervo pudendo oppure la neuromodulazione sacrale.

DISPAREUNIA (DOLORE DURANTE I RAPPORTI SESSUALI)

La dispareunia comporta dolore all’inizio del rapporto sessuale o di qualsiasi altra attività sessuale che implichi la penetrazione, oppure durante tali attività. La sede e le caratteristiche del dolore e le caratteristiche di comparsa del medesimo sono i fattori predittivi più importanti della causa organica della dispareunia.

L’esame obiettivo e l’anamnesi accurata hanno lo scopo di descrivere la “mappa del dolore” che è essenziale per la diagnosi e questi devono indagare: la sede del dolore: introitale, mediovaginale laterale, mediovaginale anteriore, introitale e medio vaginale posteriore, vaginale profonda; l’intensità del dolore, valutato mediante scala analogica da 0 a 10 riportandolo in cartella con le indicazioni numeriche di intensità, nei punti di maggiore dolorabilità quando prova dolore se al momento dell’inizio della penetrazione (tutte le cause di dolore introitale già menzionate), durante la penetrazione (mialgia dell’elevatore) o a penetrazione completa (verificare anche cause profonde di dispareunia e qualità dell’eccitazione); quanto a lungo prova dolore se solo durante il coito oppure anche dopo il rapporto, fino a due, tre giorni dopo o più sintomo che, insieme alla sede introitale del dolore, suggerisce immediatamente la presenza di vulvodinia, intolleranza alla frizione sui vestiti o stimolazioni manuali durante il petting, intolleranza all’inserimento di un tampax.

In base alla sede del dolore le cause possono essere diverse. Per esempio, per la dispareunia introitale le cause possono dipendere da infiammazioni o infezioni vulvovaginali, alterazioni trofiche delle mucose vaginali, traumi chirurgici, traumi psicosessuali, mialgia del pavimento pelvico; invece, la dispareunia profonda può dipendere da endometriosi, malattia infiammatoria pelvica, cisti ovarica, congestione pelvica, sindrome della vescica dolorosa, disturbi psicologici.

Il trattamento per la risoluzione della dispareunia è un percorso lento che deve tenere conto di tantissimi fattori, tra i quali l’alimentazione, la postura, la respirazione, l’aspetto psicologico sessuologici: per questo è fondamentale che i percorsi siano strutturati ad hoc per quella paziente.

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Un percorso di rieducazione perineale basato su esercizi di rilassamento e stretching dei muscoli pelvici è una delle strategie adottate. In questo, vengono poi aggiunti ausili come dilatatori vaginali o sex toys per focalizzare l’attenzione sul piacere e non sul dolore.

È fondamentale considerare sempre un percorso psicologico sessuologico volto a far prendere consapevolezza della propria sessualità alla paziente. Talvolta può essere utile la stimolazione del nervo tibiale che lavora sul rilassamento del nervo pudendo.

VULVODINIA

La vulvodinia, a differenza della dispareunia, viene definita un “disagio vulvare”, il più delle volte descritto come dolore bruciante, che si verifica in assenza di un rilevante disturbo neurologico infettivo, infiammatorio o neoplastico. È una patologia spesso misconosciuta e sottovalutata dagli specialisti di riferimento, in primis i ginecologi, che il più delle volte la etichettano come sintomo derivante a conversione isterica o da profondo disagio psicologico.

Può essere:

Generalizzato, coinvolgimento dell'intera vulva, provocato contatto sessuale, contatto non sessuale o entrambi, non provocato spontaneo, misto provocato e non provocato

Localizzato: coinvolgimento di una porzione o componente della vulva (vestibulodinia, clitorodinia, ecc.) provocato contatto sessuale, contatto non sessuale o entrambi

Ad insorgenza primaria o secondaria

Con diversi modelli temporali: intermittente, persistente, costante, immediato, ritardato

La vulvodinia è un’entità clinica caratterizzata da tre sintomi principali:

1) dolore acuto vestibolare ad ogni tentativo di penetrazione

2) dolorabilità alla pressione localizzata al vestibolo vaginale. Il dolore è massimo alle 5 e alle 7 se si guarda l’entrata vaginale come il quadrante di un orologio (swab test)

3) eritema di vario grado limitato al vestibolo vaginale.

A questi sintomi va aggiungo il variabile grado di contrazione difensiva dell’elevatore dell’ano che, se cronica, può originare una mialgia, una dolorabilità elettiva a livello dell’inserzione dell’elevatore sulla spina ischiatica, bilateralmente. È importante sottolineare che la causa più comune di dispareunia in età fertile è la vulvodinia, mentre la causa più comune di dispareunia in età post menopausa è l’atrofia della mucosa vaginale.

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Per quanto riguarda il trattamento per la vulvodinia, è stato visto anche in questo caso quanto sia importante che la donna sia presa in carico da un gruppo multidisciplinare: dobbiamo, infatti, lavorare sia da un punto di vista alimentare, posturale, respiratorio e articolare. È importante, in caso di problemi sessuali, raccogliere una dettagliata anamnesi per valutare la presenza di vaginismo, adeguata lubrificazione durante il rapporto sessuale, anorgasmia e problemi con il partner, compresa la mancanza di desiderio.

Le finalità della terapia sessuale sono quelle di ristrutturare le cognizioni della paziente sulla sessualità, di far apprendere alla paziente la capacità di gestione attiva dei muscoli perineali (questo può essere fatto anche con un percorso di rieducazione perineale), facilitare una ripresa dell’attività coitale penetrativa, spostare la focalizzazione sensoriale della paziente sulla percezione del piacere anziché del dolore ed infine incoraggiare la coppia ad agire una sessualità alternativa al coito quando il dolore impedisce quest’ultimo.

Le pazienti con vulvodinia dolore correlato all’attività sessuale soffrono spesso di disfunzione muscolare del pavimento pelvico. Questo tipo di risposta può essere affrontata con la terapia fisica, attraverso la rieducazione perineale del pavimento pelvico.

Alle pazienti può essere insegnata una varietà di tecniche di auto aiuto tra cui esercizi per il pavimento pelvico, automassaggio dei tessuti, pressione del punto di innesco, biofeedback e uso di trainer vaginali.

VAGINISMO

Il vaginismo viene spesso descritto come una contrattura involontaria dei muscoli che circondano l’introito vaginale tale da impedire la penetrazione da parte del pene, ma in realtà, nella maggior parte dei casi non è solo la vagina ad essere coinvolta nella reazione di contrattura involontaria.

La donna reagisce spesso con tutto il corpo, stringendo le gambe, spostando il bacino, inarcando la schiena, allontanando con le braccia il proprio partner, coinvolgendo numerose fasce muscolari. Le donne affette da questa disfunzione in genere presentano anche una fobia del coito, ossia il terrore della penetrazione, di varia intensità.

Il vaginismo, quindi, è un disturbo sessuale che si manifesta sia a livello fisico‐psicosomatico, sia a livello psicologico ed emotivo.

Sul versante corporeo il disturbo consiste in una contrazione riflessa e involontaria dei muscoli del perineo, della vulva, dell'orifizio vaginale tale da impedire la penetrazione necessaria al coito e spesso anche durante la visita ginecologica. Sul versante psicologico si riscontra un vissuto fobico nei confronti dell'atto penetrativo. Questo riflesso che causa un improvviso irrigidimento dei muscoli vaginali che rende di fatto impossibile la penetrazione sessuale o comunque difficile e dolorosa

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Tra i diversi fattori che possono contribuire all'origine del vaginismo possono esservi ricordi traumatici legati ai primi tentativi di penetrazione, esperienze passate di abuso sessuale e più in generale caratteristiche della storia di vita sessuale della donna.

In un'alta percentuale di casi, tuttavia, l'origine del vaginismo è indipendente da esperienze vissute nel passato e si associa invece a caratteristiche individuali riguardanti la gestione delle emozioni e il rapporto con la corporeità.

Gli elementi più importanti per la diagnosi del vaginismo sono:

L’impossibilità di accettare o realizzare la penetrazione vaginale da parte della donna malgrado sia presente il desiderio di farlo e la sperimentazione di numerosi tentativi per un periodo superiore ai 6 mesi

La presenza di una paura immotivata fobia della penetrazione che per alcune donne è sostenuta dalla previsione di sentir male, per altre dalla previsione di un disagio non descrivibile ma importante.

Dispareunia e Vaginismo Primario sono due entità cliniche diverse; la vulvodinia è la causa più frequente di dispareunia. Il termine Vaginismo Secondario, spesso reattivo alla dispareunia, è meglio definibile come reazione vaginismica e non rappresenta una entità clinica a sé stante. Gli spasmi involontari della muscolatura pelvica ed extrapelvica finalizzati all’evitamento della penetrazione e la presenza di risposta fobica sono caratteristiche peculiari del vaginismo primario nonché elementi cardine nella diagnosi differenziale con la dispareunia. La diagnosi di Vulvodinia e Vaginismo Primario è di pertinenza dello specialista ginecologo.

La terapia della vulvodinia è di pertinenza dello specialista ginecologo e necessita spesso dell’utilizzo di interventi farmacologici o chirurgici; l’eventuale intervento psicosessuologico è da considerarsi integrativo o di supporto.

La terapia del vaginismo primario è di pertinenza sia dello specialista ginecologo che dello psicologo/psicoterapeuta che siano in possesso di una specifica formazione sessuologica; sia delle ostetriche/fisioterapiste specializzate in riabilitazione perineale che abbiamo una formazione volta a quest’ambito. Anche per il vaginismo è fondamentale che la terapia sia ad hoc e studiata per quella paziente.

È fondamentale impostare un lavoro sulla conoscenza e sulla consapevolezza del corpo e della propria sessualità. L’utilizzo dei dilatatori, fisioterapia, sex counselling rappresentano degli ottimi strumenti di partenza su cui basare tutto il lavoro. Valutare la gravità del vaginismo è utile per determinare il miglior tipo di trattamento per quella paziente.

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Il vaginismo ha un notevole impatto sull'integrità delle relazioni di coppia e mina l’autostima sia della donna che dell'uomo; le donne hanno bisogno di sostegno sia fisico che emotivo per superare una condizione che può persistere anche molti anni.

COCCIGODINIA

Si tratta di una condizione dolorosa localizzata nella regione del coccige, che peggiora stando in posizione seduta con la posizione eretta prolungata e durante la defecazione. Il sesso femminile sembra essere più colpito poiché nelle donne il coccige è più prominente e quindi più suscettibile ai traumi. Il trattamento riabilitativo prevede manovre dedicate all’elevatore dell’ano sia neurologiche che muscolari, da eseguire dolcemente.

LA SINDROME DEL CANALE DI ALCOCK O SINDROME DEL NERVO PUDENDO

È determinata dall’intrappolamento del nervo tra i legamenti sacro tuberoso e sacro spinale. Il dolore può essere monolaterale quando il danno interessa branche isolate del nervo oppure bilaterale; altre volte si accompagna alla sensazione di bruciore a carico delle grandi labbra e dell’ano, essendo questi innervati dal nervo pudendo e comparendo nella posizione seduta. Il trattamento si identifica con manovre di rieducazione perineale, in controresistenza adattata, sacrale, glutea e dell’intero tratto lombosacrale e del bacino.

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Per tutte queste patologie, sarà necessario un atteggiamento di partecipazione emotiva costituendo un lavoro di squadra in modo che la paziente non rimanga passiva e recependo il sostegno che le consentirà di riappropriarsi del suo corpo. Diventa fondamentale inquadrare con la paziente il problema andando a stabilire insieme la strategia più adatta tesa a correggere le alterazioni. Si rende, quindi, indispensabile una buona anamnesi per riconoscere tutte le caratteristiche del dolore: sede, modalità di comparsa, durata e correlazioni.

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QUADRI CLINICI NELLA DONNA in MTC

Il corpo femminile funziona in maniera nettamente diversa da quello maschile È fondamentale, infatti, per conoscere e comprendere quali siano le soluzioni terapeutiche adatte, partire dalla differenza tra uomo e donna: questo tiene conto di due criteri fondamentali Equilibrio qi/xue

Differenze anatomofisiologiche tra i due sessi

Equilibrio qi/xue

L’equilibrio qi/xue non è lo stesso in tutte le parti del corpo. I meridiani non contengono tutti la stessa proporzione di Soffio e di Sangue; altro esempio, il livello energetico tai yang contiene più Sangue di qi. Inoltre, esistono nel corpo due zone privilegiate di interferenza, equilibrio e interazione tra qi e xue: il torace e la pelvi. A livello più generale è importante notare che l’uomo è dominato dal qi e la donna dal Xue; ciò si può esprimere in termini di yin/yang, dicendo che il qi è yang rispetto al xue, il quale è più yin, fisiologicamente la donna sarà più yin rispetto all’uomo.

Il sangue domina la fisiologia della donna, e pur essendo l’elemento più carente delle volte determina una relativa abbondanza del qi. È il continuo aggiustamento, quindi, che consente un equilibrio fra queste due sostanze. Quando il sangue è in eccesso, il qi preme per drenarlo dando luogo per es a mestruazioni abbondanti; il qi eccedente, a sua volta, viene eliminato con il sangue mestruale.

Differenze anatomofisiologiche

Gli organi sessuali maschili, pene e testicoli sono organi esterni ed erettili, due caratteristiche yang. Il pene viene spesso chiamato “stelo per lo yin” o anche nella letteratura erotica “il flauto di giada”, la giada è una pietra yang e lo yin con cui è destinato lo stelo è l’organo sessuale femminile. Per l’uomo, l’atto sessuale è caratterizzato da due manifestazioni di esteriorizzazione, eminentemente yang: l’erezione e la eiaculazione

Gli organi sessuali femminili esterni sono più discreti, ripiegati verso la profondità. La Vagina viene chiamata Via yin, gli organi profondi utero ed ovaie sono importanti ed hanno caratteristiche yin.

I quadri clinici nella donna possono essere suddividi in base alle diverse tipologie energetiche costituzionali: yin yang e vuoto pieno

La tipologia di donna yang con energia in pienezza/calore sarà una donna dalla grande corporatura il cui torace è più grande del bacino, avrà un corpo atletico, spesso magro, mani e piedi grandi, caldi e

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la pelle rossa. È un corpo che emana odori forti, ha un’accentuazione della lordosi cervicale e lombare, fa movimenti rapidi e precisi e cammina a grandi passi. È estroversa, audace, irrequieta, con una scarsa emotività ed affettività. Ama l’esterno, le stagioni fresche, la luce, la compagnia ed è molto attiva.

La donna yin con energia in vuoto/freddo è una donna di costituzione piccola con un asse pelvico maggiore del torace, un corpo pesante e rotondo. I suoi muscoli sono poco sviluppati ed in genere ha un adipe abbondante. Mani e piedi piccola freddi, pelle pallida, corpo senza particolari odori. Il dorso e le spalle sono curvi e flesso in avanti. Fa movimenti lenti, imprecisi, cammina a passi lenti. In genere, è cupa, introversa, indolente, paurosa, timida e bisognosa di protezione. Ama la solitudine, le stagioni calde, non ama parlare, è spesso stanca e calma.

Nei quadri di Pienezza le donne hanno la sensazione di essere “troppo piene”, con aggravamento del dolore con pressione sulla parte dolente e nelle donne yang sono maggiori le disarmonie da pienezza o stasi. Nei quadri di vuoto, il dolore si attenua con pressione sulla parte dolente e nelle donne yin sono frequenti le disarmonie da vuoto. In sintesi, si possono evidenziare due principali tipologie di disequilibri energetici:

Vuoto/debolezza di qi e sangue (vuoto Rene yang MP e ST)

Stasi/pienezza di qi e sangue (ristagno di F invasione di MP)

SQUILIBRI NELLA PELVI

Prima di trattare gli squilibri a livello della pelvi, è necessario analizzare il dolore secondo le 8 regole affinché possa esserci d’aiuto nell’anamnesi per i vari quadri clinici dolorosi, nel nostro caso, a livello pelvico.

Il dolore, dunque, può essere descritto in base alle otto regole diagnostiche:

Sede: interno/esternoà il dolore è avvertito superficialmente (yang) o profondamente nelle ossa (yin)? Il dolore si è superficializzato (è in miglioramento) o approfondito (peggioramento)?

Vuoto/pieno (ristagno) indica lo stato dell’energiaà si indaga con pressione locale, massaggio locale, attività fisica e riposo. Il dolore migliora con la pressione locale? Si tratta di un vuoto se invece peggiora siamo in stato di pieno e se peggiora un po’ con la pressione locale siamo in presenza di un ristagno. Il dolore peggiora o migliora con il massaggio locale? (vuoto e pieno); se migliora con il riposo siamo in vuoto se peggiora in pieno

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Freddo/caloreà il dolore migliora con il freddo? Patologia da calore per vuoto di yin e pienezza di yang. Il dolore preggiora con il freddo? Avremmo una patologia da freddo per pienezza di yin, vuoto di yang e ristagno. Il dolore migliora con il calore? Patologia da freddo per pienezza di yin, vuoto di yang e ristagno; se peggiorasse con il calore invece avremmo pienezza di yang o vuoto di yin Yin/yangà yin indica cronico, continuo, a morsa, pesante, spasmo, mentre yang acuto discontinuo a pugnalata, a spillo

Se è presente una disarmonia del qi e del xue a livello della pelvi, possiamo trovarci di fronte a diversi quadri clinici e a sintomi riferiti dalla paziente. Andiamo ad osservare, dunque, per ogni organo e meridiano che attraversano la pelvi, in particolare per i meridiani curiosi, quali sono le possibili situazioni cliniche di nostro interesse.

Fegato e Vescica Biliare

A causa della tendenza all’esteriorizzazione dell’energia epatica, non esistono sindromi del Fegato che implicano un vuoto del Qi; pertanto, quando ci troviamo di fronte ad una stasi e un ristagno del qi epatico possiamo riscontrare sintomi urologici come vescica irritabile o disturbi della minzione. Nel caso di stasi dello xue epatico, invece, le donne presentano mestruazioni dolorose, dolore all’addome e sangue scuro con coaguli. Quando è presente un accumulo di freddo (algor) nel meridiano del Fegato i sintomi sono dolore nella zona dei genitali ed ernie inguinali.

Trattamenti: per disperdere il qi epatico bloccato F3, nel caso della stasi di xue epatico disperdere il fegato, regolarizzando il sangue con i seguenti punti SP 4, SP 6 e F3.

Milza e Stomaco

La MP può presentare le seguenti sindromi: Deficit di Qi nella milza i cui sintomi sono indebolimento muscolare, astenia, dispnea ect. Se la MP viene invasa dall’umidità esterna si hanno le sensazioni di pienezza, nausea e confusione, in caso di qi lienale correlato, prolasso. È necessario tonificare il qi lienale eliminando l’humor. In caso di sindromi di pienezza dello Stomaco, abbiamo sintomi di calor come sete, gengive gonfie, stipsi, dolore all’epigrastrio. In questo caso, si deve mobilizzare il Qi, rimuovendo la stasi.

Rene e Vescica

I reni possono presentare due tipi di patologie: deficit di yang renale presentando per esempio minzione nottura frequente, lingua pallida, minzione frequente e urgente, dolore lombare, impotenza

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ecc. Lo scopo, in questo caso, è tonificare lo yang renale. Dall’altra parte, i reni possono presentare deficit di yin renale presentando vertigini, confusione mentale, sudorazione notturna ecc. Per quanto riguarda la Vescica, le sindromi possono essere: eccesso di umidità freddo presentando minzione urgente e frequente, con difficoltà alla minzione oppure eccesso di umidità calore manifestando bruciore alla minzione, urine scure e difficoltà durante il mitto.

MERIDIANO CURIOSO CHONG MAI

Le alterazioni del Chong Mai sono essenzialmente da deficit, in quanto questo meridiano rappresenta lo slancio vitale primario che non può mai essere eccessivo, ma solo insufficiente o non abbastanza attivato. Il Chong Mai è il numero uno, l’architetto e una turba di questa funzione si presenta più spesso nelle donne.

Le funzioni del Chong Mai si dividono in base alla zona di appartenenza: in particolare, il tratto addominale controlla il sistema digestivo e urogenitale e nel caso in cui ci sia una sindrome patologica legata a questo ramo i sintomi sono dolore e senso di pesantezza alla pelvi, forte tensione dei muscoli retti addominali, vaginite, annessite, endometrite, uretrite, cistite e dolore ai genitali esterni. Sono presenti anche meteorismo, dolore e pesantezza addominale, stipsi o diarrea.

La costituzione fisica tipica del Chong Mai è di donne che hanno un bacino più grande del torace che si presenta piccolo, tendono al sovrappeso soprattutto ai glutei, hanno cellulite, sono amanti del mangiare hanno piedi molto freddi e lombalgie del tipo “colpo della strega”. Sono persone rigide con difficoltà nell’accettare i cambiamenti, hanno bisogno che tutto fili liscio e anche i cambiamenti positivi possono destabilizzarle e queste difficoltà si manifestano nei passaggi di vita (caratteristiche tipiche delle donne con vulvodinia).

MERIDIANO CURIOSO REN MAI

Il ren mai è un meridiano curioso che possiede 24 punti propri: funzionalmente di questo meridiano si distinguono 4 porzioni:

Da 1 VC a 8 VC controlla la funzione genito urinaria

Da 9VC a 14VC controlla la funzione digestiva

Da 15VC a 21 VC controlla la funzione cardiaca e respiratoria

Il Ren Mai agisce a livello sessuale, respiratorio ed alimentare; ha uno stretto legame con l’energia yin, promuove le attività funzionali di MP e ST e in generale rinforza la costituzione del corpo.

Il ren mai rappresenta la capacità di farci carico e di realizzare la propria vita, sia sul piano fisico che su quello meno materiale. È il mare dei meridiani yin, quindi è da utilizzare quando ci sono situazioni

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di vuoto di yin, in particolare di F e Rn e nei soggetti con turbe complesse dello yin. I sintomi generali sono: lombalgia profonda e mediana che peggiora con l’attività sessuale e migliora in posizione sdraiata. Cistite, uretrite e dolore genitale. In caso di deficit di yin presentano sudorazione notturna, vampate di calore, ansia e bocca secca. La costituzione fisica dei pazienti ren Mai sono individui piegati in avanti, ripiegati su sé stesso, hanno un addome prominente e hanno spesso astenia. Dal punto di vista psichico, non sanno prendersi cura di sé, tendono a farsi accudire dagli altri e sono legati ai familiari. Possono essere ossessivi mostrando un attaccamento morboso alle persone che amano ed hanno un rapporto conflittuale con la madre da cui tendono a distaccarsi lentamente (situazione psichica delle donne con vaginismo).

MERIDIANO CURIOSO DU MAI

È il mare dei meridiani yang, in questo meridiano terminano tutti i meridiani yang. È legato alla capacità di dire io, di farsi carico della propria vita sul piano progettuale. Ha 28 punti propri: regola le attività dei centri nervosi, controlla l’energia yang, regola la funzione dei sistemi urinario e riproduttivo. Il Du Mai è l’interessato in tutte le turbe dello yang: in presenza di vuoti dello yang e nei soggetti con turbe complesse dello yang. I sintomi sono essere:

Pienezza: dolore e rigidità della colonna

Vuoto: sensazione di testa vuota, debolezza di carattere

Sindrome patologica del ramo dorsale: nevralgia, disuria, febbre Sindrome patologica del ramo addominale: dolore pelvico con turbe genitourinarie, dolore ombelicale ecc.

Sindrome patologica del ramo vertebrale: rachialgia con contratture paravertebrali, cervicalgia ecc.

Sono donne che in genere sono piuttosto alte, hanno lo sguardo luminoso e magnetico e guardano sempre in avanti. Non chinano il capo e se sono costretti a farlo ne soffrono.

Le possibili patologie: rigidità della colonna vertebrale da ipertono della muscolatura paravertebrale e forti contratture muscolari e paravertebrali, lombalgia con difficoltà a stare stesi e talvolta senso di freddo. Per quanto riguarda la costituzione psichica, sono individui con naturale attitudine a controllare, comandare, conquistare. Sono sempre proiettati verso grandi mete da raggiungere ma una volta raggiunta se ne prefiggono una nuova.

MERIDIANO CURIOSO DAI MAI

Il dai mai deriva dal meridiano della VB che forma con quello del TR il livello Shaoyang, cerniera dello yang; pertanto, il Daimai ha lo stesso aspetto funzionale dello Shayang, cerniera dello yang.

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Rappresenta la stella polare della vita, ha la funzione di orientare come una bussola. I sintomi che possono verificarsi se ci sono squilibri in base alla funzione straordinaria possono essere: soggetti privi di rancore e/o sensi di colpa, lombalgia trasversale alta irradiata a cintura verso inguine, stipsi. Per la funzione secondaria, invece, si tratta di soggetti con segni di calore in alto e freddo in basso, soggetti che presentano stipsi atonica e lassità dei legamenti, lombalgia trasversale alta che si irradia anteriormente verso la pelvi e l’addome. Il DaiMai è molto legato alle patologie da umidità e a quelle da stasi del qi.

Nel TR inferiore, il ristagno prolungato di umidità produce calore che darà infiammazioni ai genitali.

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PRINCIPI E TECNICHE DI RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO

Occorre essere realistici con la paziente sugli obiettivi da raggiungere: la rieducazione perineale, infatti, può richiedere alcuni mesi prima che siano percepibili alcuni risultati, durante i quali è indispensabile continuare ad eseguire le istruzioni riguardo lo stile di vita e le modalità di auto trattamento, con specifici percorsi rieducativi. Il successo del trattamento talvolta consiste nel ridurre il dolore ad una soglia tale da migliorare la qualità di vita.

Secondo le linee guida dell’Associazione Europea di Urologia, la gestione delle sindromi dolorose pelviche richiede un approccio olistico, dove siano presenti elementi biologici, psicologici e sociali. Gli obiettivi del trattamento riabilitativo possono essere così riassunti:

Gestione della sintomatologia dolorosa

Gestione della sintomatologia specifica organico correlata Gestione della alterata funzionalità sia in ambito posturale che urologico, sessuologico e proctologico.

È dunque necessario intraprendere un percorso che consenta di plasmare e ripristinare le funzioni corrette dell’area pelvica attraverso esercizi e manovre di rieducazione pelvi perineale personalizzate, tecniche posturo respiratorie e nutrizione personalizzata, partendo dall’aspetto meccanico posturale. Tuttavia, bisogna distinguere il dolore di origine meccanica, generalmente conseguenza di un trauma o di una disfunzione dal dolore neurologico che può insorgere senza che vi sia stato alcun trauma, per modulare l’approccio terapeutico.

Per la gestione del dolore meccanico, il trattamento riabilitativo consiste nell’approccio mirato in contro resistenza adattata e con la rieducazione propriocettiva globale per stabilizzare il rachide e le articolazioni sacro iliache nel suo insieme.

Il dolore di tipo neurologico è causato dalla compromissione delle terminazioni nervose del plesso sacrale con irradiazione nel territorio cui essere sono destinate: cingolo pelvico, arto inferiore, visceri pelvici e organi genitali esterni. La scelta del trattamento delle sindromi dolorose neurologiche prevede la perfetta conoscenza dell’innervazione del piano perineale.

Esistono, infatti, due tecniche che lavorano direttamente sulla decompressione del nervo pudendo e quindi sul rilassamento a livello perineale: queste due tecniche si chiamano Stimolazione del nervo tibiale e neuro modulazione sacrale.

La stimolazione del nervo tibiale e la manipolazione diretta dei trigger points a livello perineale, che consistono in stretching, allenamento e allungamento del tessuto connettivo, hanno un’interessante associazione con i trattamenti proposti dalla MTC.

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Stimolazione del nervo tibiale posteriore-pudendo (SANS)

La stimolazione del nervo tibiale posteriore, o nervo pudendo, secondo Stoller (SANS, Stoller’s Afferente Nerve Stimoulation) è un trattamento riabilitativo che consiste nella stimolazione elettrica del nervo tibiale posteriore in prossimità della caviglia. La stimolazione del nervo tibiale posteriore consente di determinare una stimolazione riflessa a livello detrusoriale, cioè del muscolo che avvolge la vescica, e del collo vescicale.

Il nervo pudendo contiene infatti fibre che originano dalla radice sacrale S3, dalla quale partono anche fibre che innervano la vescica urinaria

La stimolazione del nervo tibiale posteriore avviene attraverso l’inserimento per via percutanea di un sottile ago a livello del malleolo mediale della caviglia destra o sinistra, poco posteriormente rispetto al margine tibiale. Contemporaneamente sulla superficie mediale del calcagno viene posizionato un elettrodo di superficie.

La neuro modulazione viene ottenuta stimolando elettricamente il nervo tibiale posteriore in prossimità della caviglia. Tale nervo contiene fibre che originano dalla radice sacrale S3, dalla quale partono fibre per l’innervazione della vescica urinaria. Il razionale della tecnica è che, stimolando i nervi parasimpatici che originano a livello spinale S2 S4, si determina una stimolazione riflessa a livello detrusoriale e del collo vescicale. Già Mc Gurie e coll. nel 1983 sperimentavano la stimolazione trans cutanea dei nervi in pazienti con instabilità detrusoriale, ispirandosi ai punti dell’agopuntura cinese sui nervi tibiali e perineali (punto SP6).

Ago ed elettrodo vengono connessi a uno stimolatore elettrico di basso voltaggio con una corrente di stimolazione che può essere modificata e che viene incrementata sempre nel rispetto del livello di soglia tollerato dal paziente fino a quando non si nota la flessione dell’alluce o l’apertura a ventaglio di tutte le dita del piede. Recenti lavori riportano risultati dopo trattamento di 10 12 settimane. Se si osservano risultati positivi, ai pazienti viene prospettata la possibilità di proseguire il trattamento in modo continuo, essendo una tecnica mininvasiva, ripetibile e ben tollerata. Viene utilizzata per vescica iperattiva, dolore pelvico cronico, sindrome della vescica dolorosa.

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Tecniche di manipolazione dei trigger points perineali

Il dolore pelvico deriva da una sofferenza a carico dei muscoli perineali. La terapia rieducativa del pieno perineale si basa su esperienze che sostengono che i dolori pelvici muscolari esprimono una patologia nella quale corpo e mente si incontrano nel pavimento pelvico. Già il gruppo di lavoro Wise Anderson ha individuato un fattore comune nelle sindromi dolore pelviche identificato nella presenza di spasmi muscolari cronici nei muscoli pelvici. Il loro protocollo si propone di riportare lentamente il tessuto pelvico contratto ad un livello di flessibilità e ad una lunghezza normale; questo si avvale di numerose tecniche che hanno lo scopo di eliminare la tensione a livello dei trigger points pelvici. Il rilascio dei trigger points interni ed esterni, infatti, si ottiene attraverso una tecnica manuale di disattivazione del dolore indirizzata agli stessi tramite stretching, allenamento, allungamento del tessuto contratto. Altra tecnica efficace è per esempio la pratica del rilassamento paradossale che insegna alle pazienti a rilassare i muscoli del bacino e a modificare l’abitudine a focalizzare la tensione del pavimento pelvico e a ridurre regolarmente i livelli di ansia e di eccitazione del sistema nervoso centrale, rafforzando il ciclo del dolore e della disfunzione. Queste tecniche di manipolazione lavorano principalmente su queste zone: Piano perineale, dove è localizzato il centro tendineo del perineo perché i trigger points del perineo possono reindirizzare il dolore e varie sensazioni al retto, alla vagina e all’area di palpazione;

Sfintere anale in quanto i trigger points presenti in quest’area possono provocare dolore a livello anale e questa tecnica aiuta ad allungare il muscolo elevatore dell’ano Bulbospongiosi e ischiocavernosi

Otturatore interno: i punti presenti possono reindirizzare il dolore al perineo. L’otturatore è in stretto rapporto con il nervo pudendo e può provocare un dolore lieve e bruciore al pavimento pelvico. È un punto importantissimo per la cura del dolore vulvare

Palpazione del coccige: se il coccige è immobile, può essere un elemento che accentua il dolore pelvico e un coccige immobile può perpetuare il dolore pelvico

Piramidale: se è presente può reindirizzare il dolore e varie sensazioni alla vescica, osso pubico e uretra.

Paraspinali e multifidi tendono a riferire il dolore e varie sensazioni nella parte bassa della schiena Piccolo gluteo Grande gluteo

Addominali laterali ed obliqui Grande adduttore

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Muscolo pettineo: in questa parte risiede uno dei principali trigger point che riferiscono dolore a livello inguinale

CORRELLAZIONI TRA LA MTC E I TRATTAMENTI TRADIZIONALI:

DESCRIZIONE DEI PUNTI

Nella MTC, il malleolo è considerato un punto strategico su cui agire per trattare diverse disfunzioni pelviche. Le stimolazioni descritte in precedenza vanno infatti a stimolare il nervo tibiale, collegato con le radici che fuoriescono a livello sacrale e che innervano la vescica e le strutture genitali.

Di riflesso, quindi, la stimolazione del malleolo modula l’attività nervosa degli organi uro genitali. Il trattamento agopuntorio unito alle tecniche di medicina tradizionale cinese ha infatti dimostrato interessanti risultati sul dolore vulvare, perineale e vescicale. Già Mc Gurie e coll. nel 1983 sperimentavano la stimolazione trans cutanea dei nervi in pazienti con instabilità detrusoriale, ispirandosi ai punti dell’agopuntura cinese sui nervi tibiali e peroneali (punto MP 6).

Vediamo nel dettaglio quali possono essere le diverse correlazioni tra i trattamenti tradizionali per il dolore pelvico e i punti di medicina tradizionale cinese.

Come abbiamo già detto, il malleolo rappresenta una zona strategica per trattare le disfunzioni pelviche: da un punto di vista della MTC, il malleolo è attraversato dai meridiani della MP, R, VB, F, ST, che non a caso sono gli stessi meridiani che attraversano la pelvi.

Le attività della MP sono strettamente collegate a quelle dello ST, così che il rapporto MP ST esprime il legame funzionale più forte delle varie coppie Biao Li.

Durante il trattamento della Stimolazione nel nervo tibiale posteriore, i due elettrodi sono posti rispettivamente a circa 3 cm sopra la caviglia e l’altro poco sotto il malleolo esterno.

Queste due zone anatomiche corrispondono secondo la MTC, ai punti del meridiano MP; in particolare ai punti SP 4, SP 6.

SP 4, detto anche nonno e nipote, si trova sul lato mediale del piede, antero inferiormente alla base del I osso metatarsale. Questo punto è il punto Lo del Meridiano, punto di collegamento con il meridiano Yang accoppiato (M. principale dello ST). È il punto di apertura di Chong Mai. Come azione ha il compito di tonificare la milza e lo stomaco, disperdere le situazioni di Pienezza e regolare Chong Mai. Viene trattato in caso di dolori a seguito di disarmonie di Chong Mai, dolori del tratto genitale femminile, dolore addominale ecc. E’ consentito fare la moxa.

SP 6, riunione dei tre Yin, è situato a 3 cun sopra l’apice del malleolo interno, dietro il bordo posteriore della tibia. Questo punto rappresenta lo stesso su cui viene applicato l’elettrodo per la SANS. Si tratta di un punto estremamente importante in ambito ginecologico in quanto è il

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punto Lo per i 3 meridiani Yin del piede ed è il punto di riunione con i Meridiani del Rn e dello ST. Tonifica la Mp, dissolve l’umidità, stimola la funzione del Fegato, tonifica i reni e stimola e favorisce la circolazione dei liquidi. Viene trattato in caso di disturbi mestruali, dolore agli organi genitali, malattie del tratto genitale, diminuzione o aumento del desiderio sessuale, enuresi, ritenzione urinaria.

Nella regione del malleolo sono presenti anche alcuni punti del Meridiano del Rn, in particolare: Rn 3, detto anche ruscello maggiore, localizzato fra l’apice del malleolo interno e il tendine di Achille, nel punto in cui si sente pulsare l’arteria tibiale posteriore. E’ il punto ruscello dei Cinque Punti Shu antichi, punto Terra, è un punto Yuan e ha il compito di tonificare il qi renale ed epatico, purificare il calore e fortificare la parte inferiore della schiena e le ginocchia. Viene trattato quando c’è una diminuzione dell’attività sessuale, dolori acuti ai genitali dovuti ad algor, dolori lombari ecc.

Rn 4, grande campana, nella faccia interna del piede è il punto Lo dei Meridiano che lo congiunge pertanto al meridiano Yang accoppiato, quello della Vescica. Tonifica la MP e i Rn.

Rn 5, 1 cun sotto di Rn 3 e il punto xi del Meridiano, tonifica Rn e F, regola il Qi. Viene trattato quando ci sono disturbi della Minzione.

Rn 6, Mare luminoso, sotto l’estremità inferiore del malleolo interno, è il punto di apertura dello Yin Qiao Mai. Stimola la salita del qi renale, regola P, C, F, purifica il calore e calma lo Shen. Viene trattato quando sono presenti disturbi della minzione, prurito vulvare, sensazione di pesantezza agli arti inferiori ecc.

Merita attenzione anche il primo punto del Meridiano del Rene, Rn 1 che è localizzato in un avvallamento al centro della pianta del piede. Tale punto è il punto pozzo dei cinque punti shu antici, è il punto Legno. Regola e tonifica il qi, apre gli orifizi e calma lo shen.

Viene trattato in caso di impotenza, lombalgia ecc. Talvolta, durante la SANS, il secondo elettrodo viene posizionato in corrispondenza del punto Rn 1, quando dà particolare fastidio a livello della zona del malleolo esterno.

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A livello del malleolo, sono presenti anche alcuni punti del Meridiano del Fegato, in particolare 5 F, chiamato anche il sentiero dei vermi del legno, che si trova 5 cun sopra il malleolo interno, dietro il bordo mediale della tibia. Questo punto è il punto Lo del meridiano che collega quest’ultimo al meridiano Yang accoppiato. Stimola il fluire del qi epatico e viene trattato in caso di dolore acuto alla regione lombare e dorsale, dolori all’ipogastrio che si irradiano ai genitali, lancinanti e insopportabili come spille, sensazione di pienezza e tensione all’addome, disturbi mestruali o in caso di secchezza vaginale ecc.

6 F, Capitale centrale, 7 cun sopra il malleolo interno, dietro il bordo mediale della tibia, punto Xi del meridiano ed ha l’azione di regolare il Sangue. Altro meridiano coinvolto è la Vescica Biliare: in particolare sia 38 VB, 4 cun sopra il malleolo esterno, punto fuoco che elimina il Freddo, dissolve umidità ed espelle il vento, sia 39 VB, 3 cun sopra l’apice del malleolo esterno che è il punto Lo dei tre meridiani Yang del basso.

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Per quanto riguarda le tecniche di manipolazione dei trigger points, la medicina tradizionale cinese in questo caso ci dà un grande contribuito avvalendosi dell’arte del tuina, il massaggio cinese. Il tuina è una disciplina finalizzata alla conservazione e al recupero dello stato di benessere che opera attraverso un insieme di tecniche manuali tradizionali cinesi volte al riequilibrio e all’armonizzazione dell’energia. L’operatore Tuina si avvale di una serie di strumenti che sono le dita, le mani e i gomiti con cui si esercitano pressioni diverse con o senza l’ausilio di strumenti per riequilibrare l’energia. Lo scopo della terapia tuina è l’armonizzazione dello yin e dello yang dell’energia circolante e del sangue, agendo sugli Organi e Visceri tramite i punti di agopuntura situati lungo i meridiani.

Attraverso le varie tecniche del tuina, è possibile tonificare o disperdere l’energia/xue in eccesso o in vuoto. Nel Huangdi nei Jing leggiamo “la pienezza deve essere dispersa, il vuoto deve essere tonificato”; pertanto per tonificare avremmo bisogno di movimenti lenti, ampi, pressione leggera, movimento in senso orario e nella direzione del meridiano; per disperdere, invece, movimenti veloci e circoscritti con una forte pressione, movimento in senso antiorario e contro la direzione del meridiano.

È interessante osservare come le aree di trigger points elencate nel capitolo precedente siano implicate nel trattamento di alcune disfunzioni perineali nella medicina tradizionale cinese. Il piano perineale è attraversato dai due meridiani curiosi, Vaso Concezione e Vaso Governatore i cui primi punti partono proprio a livello pelvico.

CV 1, Riunione degli Yin, si trova al centro del perineo ed è il punto di riunione con Du Mai e Chong Mai, ha l’azione di fortificare i Reni, viene trattato infatti in caso di dolori, disturbi della minzione, sudorazione e gonfiore della zona genitale. In questo punto viene in genere proposto un massaggio con olio di sesamo o olio essenziale di lavanda o rosa mosqueta per elasticizzare il tessuto.

Subito dietro, GV 1, fra la punta del coccige e l’ano, punto di riunione con i meridiani principali dei Reni e Vescica Biliare. Tonifica le situazioni di vuoto di Yin, rimuove le ostruzioni del Ren Mai, regola intestino tenue e grosso intestino. In questi due punti è consentito l’uso della moxa.

GV 2, GV 3, GV 4, GV 5 sono estremamente importanti nel trattamento di rigidità lombare e dorsale. Trattandoli, è possibile tonificare le condizioni di vuoto nel Riscaldatore Inferiore. Sulla parte anteriore del corpo, decorre Ren Mai, i cui punti fino a CV 8 sono estremamente importanti e implicati nelle disfunzioni pelviche.

CV 2, CV 3, CV 4, CV 5 appartengono alla zona “piramidale” descritta in precedenza su cui il trattamento può essere utile per lavorare sul dolore vescicale, osso pubico e uretrale.

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CV 2, situato sul bordo superiore della sinfisi pubica, tonifica lo yin renale, nutre e regola il Sangue

CV 3, è il punto Mu della vescica e il punto di riunione dei meridiani F, MP, Rn, stimola la circolazione dei liquidi e tonifica lo yang renale. Viene infatti trattato quando ci sono dolori a livello genitale, dolore sovrapubico, disturbi della minzione, ritenzione urinaria.

CV 4, punto Mu dell’intestino tenue e punto di riunione dei meridiani principali di F, MP, Rn, regola il Qi e permette la discesa dello yang.

CV 5, punto Mu del TR, tonifica lo yin renale mobilizza lo yang renale e purifica il calore nel Riscaldatore Inferiore.

CV 6, mare del Qi, punto di focalizzazione del qi vitale tonifica e regola i reni.

CV 7, riunione dello Yin dell’addome, è il punto di riunione del Chong Mai e il meridiano del Rn.

Tonifica le zone di vuoto, elimina il calore e tonifica i Reni.

CV 8, al centro dell’ombelico, tonifica le condizioni di vuoto della MP e dello yin. Qui è possibile fare solo moxibustione, anteponendo del sale.

Altro punto che merita attenzione e soprattutto una correlazione con la Medicina Tradizionale è ST 30 che è il punto in cui il chong mai emerge in superficie all’inguine. Take punto, trovandosi a livello inguinale, viene massaggiato durante la manipolazione dei trigger point.

Osservando le tecniche di manipolazione dei trigger points, meritano attenzione i muscoli paraspinali e multifidi che tendono a dare, se contratti, sensazione dolorosa a livello genitale.

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La parte posteriore del corpo è attraversata anche dal Meridiano della Vescica, che rappresenta il meridiano principale yang maior del piede. I punti del meridiano della vescica che a noi interessano solo quelli localizzati a livello della regione sacrale, i cosiddetti Baliao, 31 V, 32 V, 33 V, 34 V e 35 V.

31 V è situato nel primo forame sacrale accanto alla I vertebra sacrale e rappresenta il punto di riuione dei M di V e VB, favorisce la discesa del Qi nella V e nel Rn. Mette lo yang a contatto con lo yin pelvico per farlo circolare

32 V nel II forame sacrale accanto alla II vertebra sacrale è impiegato per il trattamento dei disturbi della minzione, dolore nella zona lombare e genitale. Apre lo yang pelvico verso l’esterno e facilita esteriorizzazione

33 V nel III forame sacrale, è il punto di riunione dei M di VB e V, regola e tonifica il Qi e il sangue nel riscaldatore inferiore e tonifica le situazioni di vuoto. assicura la libera circolazione dello yin e dello yang pelvici

34 V, nel IV forame sacrale, è il punto di riunione dei M di V e VB, tonifica lo yin renale, rafforza il Qi della V, è impiegato nella rigidità lombare, disturbi della minzione.

35 V, 0,5 cun al lato dell’estremità del coccige, tonifica le condizioni di vuoto di yin e yang renale, purifica il calore ed elimina umidità calore. In particolare, il trattamento con ago su questo punto permette di distendere il perineo in quanto si va ad agire per riflesso sul muscolo elevatore dell’ano e sul trasverso profondo.

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PROPOSTE DI TRATTAMENTO:

Dopo aver fatto accuratamente l’anamnesi in base alle 8 regole diagnostiche e aver stabilito se la paziente è in condizione energetica di vuoto o stasi, è possibile praticare dei trattamenti affinché ci sia un riequilibrio energetico a livello della pelvi. Possono essere utilizzate le tecniche di tuina per richiamare l’energia in una zona andando a tonificare oppure disseminarla da questa, andando a disperdere. Possiamo avvalerci anche di strumenti come la moxa, aghi pulce o martelletto fior di prugna (ecc.)

Innanzitutto, è doveroso fare una corretta interpretazione del dolore, assieme ad altri segni e sintomi: in particolare, se il dolore peggiora alla pressione del punto è un pieno, mentre se ha tendenza a tenersi l’addome e migliora con la pressione indica un vuoto. Se il dolore migliora con il calore può essere da freddo, se è presente una sensazione di gonfiore e di pesantezza (per esempio a livello vescicale) indica una stasi di qi, il dolore crampiforme indica freddo, mentre quello urente corrisponde a calore nel sangue.

CON LA PAZIENTE SUPINA:

Prima di ogni massaggio, è necessario eseguire questa sequenza anche in automassaggio:

1. Tian Men: Aprire il grande cancello del cielo: Massaggiare con il polpastrello del pollice, alternando le due dita, partendo dalla radice del naso, da Yintang, e risalendo in verticale fino all'attaccatura dei capelli, fino al punto 23GV: rinfresca il calore (ripetere 15 30 volte)

2. Fen yin/yang Fa: Separare lo Yin dallo Yang: Appoggiare i pollici sulla fronte, le altre dita sulla zona temporoparietale e frizionare leggermente dal centro della fronte verso le tempie compiendo tre linee: una sopracciliare, una metà della fronte, una all'attaccatura dei capelli. Alla fine, sulla zona temporale, compiere una

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pressione circolare, an ruo fa, 3 volte in senso orario e 3 volte in senso antiorario.

3. An Rou FA su 2 BL: Effettuare una pressione circolare sul punto 2BL con i polpastrelli dell'indice: per 30/60 giri Punti e zone del volto/testa

Chiedere alla donna di mettersi prona e procedere con: DIAN FA sul punto GV 2 e si può utilizzare quando il dolore è acuto, tonifica le condizioni di vuoto dovute al freddo nel Riscaldatore Inferiore. MO FA su tutta la zona lombosacrale, per regolare e armonizzare l’energia nutritiva e difensiva, espelle il vento e elimina il freddo, muove la stasi di sangue e le contratture; GUN FA sulla zona sacrale soffermandosi su gli 8 liao (rilassa le tensioni muscolari, stimola la zona yang del corpo e muove il qi nella pelvi, che probabilmente è bloccato), la tecnica muove la stasi di sangue e tratta i muscoli superficiali e profondi; seguire con AN FA con pressioni sui BA LIAO che ha lo scopo di iniettare il qi nella pelvi e calmare il dolore favorendo la circolazione dello stesso qi e regolando la funzione degli organi. La pressione si esegue in concomitanza con la fase espiratoria della paziente. Paziente Supina:

MO FA sull’addome inferiore per circa otto volte seguire poi con AN ROU FA su SP 6, riunione dei tre yin, tonifica la milza, stimola la funzione del F, tonifica R, stimola la circolazione dei liquidi. La pressione lavora sull’apertura e la mobilizzazione dell’energia, la pressione deve essere costante NA FA sull’interno coscia (qui l’associazione con il trattamento del muscolo adduttore per il rilascio dei trigger points) disperde il freddo ed elimina il vento, attiva lo xue, ha un effetto analgesico

AN ROU FA su ST 30, Punto di riunione del Chong Mai, favorisce la discesa dello Yang e tonifica lo Yin

AN FA sui punti CV 3, CV 4, CV 6: CV 3 punto di riunione con i MP del F, MP, R tonifica lo yin renale, nutre il sangue tonifica lo yang renale; CV 4punto di riunione di F, MP, R, favorendo la discesa dello yang; CV 6 Mare del Qi è il punto di focalizzazione del qi vitale tonifica e regola i reni.

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Moxa su CV 1, punto di riunione con Du mai e Chong Mai

ZHEN FA su CV 4 è una tecnica molto tonificante da evitare nei pieni, calma lo shen e riduce le palpitazioni.

Concludere con MO FA sull’addome e AN FA su 8 VC in concomitanza con la fase espiratoria della paziente.

SE È PRESENTE UN VUOTO DI QI E SANGUE:

AN ROU FA su CV 12, CV 6, ST 36: combinazione per tonificare il qi

CA FA sul lato sinistro dalla settima all’ultima costa in senso orizzontale: tonifica MP

AN ROU FA da MP 6 a MP 10: Tonifica il meridiano della MP

SE È PRESENTE VUOTO DI YANG DEI RENI

CA FA lungo il meridiano DU MAI (perché è il mare dei meridiani yang)

AN ROU FA su F 3 punto terra

ROU FA con il palmo della mano da CV 6 a CV 3, dove CV 6 tonifica il qi e CV 3 tonifica sia lo yin che lo yang del rene

SE È PRESENTE FREDDO NEL SANGUE:

CA FA lungo il meridiano della vescica

CA FA lungo il du mai e sulla linea orizzontale perché scalda e disperde il freddo dai reni e ming men

CA FA sulle creste iliache ed inguine per produrre calore

FEN TUI FA da CV 8 a CV 2 da interno ad esterno scendendo

AN ROU FA in senso orario MP 6

SE È PRESENTE STASI DI SANGUE

CA FA sulle creste iliache ed inguine per produrre calore,

AN ROU FA sui 4 GI MP 10 F 3: Questa combinazione si chiama “4 cancelli” e serve per muovere la stasi di qi. MP 10 è un punto importante per muovere il sangue quando è bloccato, AN ROU FA in senso antiorario su MP 6

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FIORI DI BACH COME SOSTEGNO

I fiori di Bach possono essere un sostegno delle patologie che dipendono dal dolore pelvico. In particolare, è interessante osservare il rapporto che emerge tra la parte psicologica e la parte fisica nelle pazienti che presentano tali sindromi.

I Fiori che proporrei a queste pazienti sono i seguenti: Rock Water e Chicory per quelle donne in cui il meridiano curioso Rem Mai è in squilibrio; questo meridiano rappresenta la responsabilità, il prendersi carico di decisioni importanti. Rock water, infatti, aiuta a ritrovare il gusto delle sensazioni piacevoli, a sentirsi in pace con sé stessi e con il mondo, a essere meno severi. La donna rock water è una donna che si ancora a qualcosa perché ha bisogno di regole e certezze da seguire, è intransigente e perfezionista con se stessa e perfezionista. Il fiore Chicory è per quelle donne in cui sempre il meridiano Ren Mai presenta una disarmonia di energia o sangue: chicory, infatti, stimola l’amore altruista e insegna a donarlo liberamente, lascia andare gli altri senza sentirsi tradita (tema che lei invcce ha dentro di se, cioè di essere usata e abbandonata).

Walnut o il fiore del cambiamento per quelle donne che non riescono ad accettare i cambiamenti, anche se positivi (temperamento tipico del Chong Mai). Lo stato disarmonico di Walnut è caratterizzato da una persona che diventa instabile nel cambiamento, persona stressata che va in panico ad un cambio di programma. Il fiore, se assunto, aiuto ad affrontare qualsiasi cambiamento ritrovando la spinta interiore per mettere in atto ciò che deve essere stato fatto senza farsi condizionare dall’esterno.

Star of Bethleem o fiore del trauma per quelle donne che hanno vissuto un trauma, fisico o psicologico, nella loro vita. Questo rimedio scioglie il trauma e lo shock sia fisico che psichico in modo che la situazione possa essere rielaborata in maniera costruttiva. Lavora anche su traumi di vecchia data, traumi antichi. Olive, soprattutto per le pazienti affette da vulvodinia perché stanche di non riuscire a trovare una cura a questa patologia, ma è da considerare anche in tutti le altre patologie; Olive, infatti, aiuta ad attingere a nuove energie, riesce a stare in contatto con la sua parte più intima per rigenerarsi e riconoscere i segnali del corpo. Rappresenta quella stanchezza, fin quasi all’esaurimento, sia fisica che interiore Rescue Remedy, anche a livello topico sotto forma di crema, per quelle pazienti in cui il sintomo è in fase acuta in quanto questo fiore è stato formulato dallo stesso Dr Bach come rimedio di emergenza: è composto da cinque fiori Star Of Bethlehem, Rock Rose,

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Impatiens, Cherry Plum e Clematis. Cherry Plum dà la possibilità di superare le paure e di dire con chiarezza cosa si ha nel cuore. E restituire tranquillità interiore, sicurezza, forza mentale ed equilibrio. Clematis, invece, aiuta a conciliare il mondo dei sogni con quello della realtà dove creatività e originalità diventano fonte di grande energia.

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Il dolore pelvico rappresenta una patologia che deve essere trattata da numerosi punti di vista: l’approccio alla cura e al sostegno della salute della paziente deve avere un orientamento olistico che tenga in mente numerosi fattori che possono incidere nella risoluzione del trattamento.

La medicina integrata ha, tra i suoi tanti obiettivi, la salute olistica dell’individuo che consideri mente e corpo come un unico elemento che si influenzano in maniera reciproca. L’elaborato propone, dunque, un parallelismo tra le tecniche di medicina tradizionale e quelle di medicina integrata, osservando come i due trattamenti possono essere eseguiti contemporaneamente, ma dove il secondo abbia una visione più completa rispetto alle tecniche basi che considerano delle volte un solo pezzo di un grosso puzzle.

È fondamentale che il professionista sanitario si approcci alla paziente in modo multidisciplinare, tenendo conto la storia di vita passata, le abitudini alimentari, lo stato di benessere/malessere psicologico e fisico passato e presente: solo in questo modo è possibile impostare un buon percorso rieducativo che abbia lo scopo di ottimizzare il controllo del dolore, tenendo di conto che una totale scomparsa potrebbe non essere raggiunta, Ripristinare le funzioni fisiologiche lese dal disturbo e migliorare lo stato di benessere fisico e psicologico, Ridurre al minimo la probabilità di eventi avversi, Migliorare infine la qualità della vita della paziente.

La figura dell’ostetrica in questo campo riveste un ruolo fondamentale in quanto attraverso le capacità riesce ad instaurare un rapporto con la donna un rapporto con la paziente caratterizzato da empatia, ascolto e professionalità. L’ostetrica è una figura professionale rivolta alla promozione della salute in senso olistico, per questo riesce a mettere al centro dell’attenzione il benessere fisico, psichico, sociale e sessuale della paziente tendendo conto di tutti fattori che abbiamo trattato.

Allo stesso modo, la Medicina Integrata permette di osservare la paziente a 360 gradi, focalizzandosi sulla risoluzione della patologia come un’alterazione o squilibrio dell’energia che circola nel corpo. Quest’energia è in continuo movimento ed è impossibile trattarla in maniera schematica perché ogni donna è diversa e sono diverse le emozioni i sentimenti, i segni e i sintomi che il corpo e la psiche manifestano: l’atteggiamento delle ostetriche è, fin da sempre, quello di vedere il corpo come un’unica entità, per questo credo sia fondamentale che l’approccio terapeutico sia indirizzato verso questa strada affinché alle donne sia riservato un trattamento personalizzato e multidisciplinare.

52 CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

Le Acque Lunari di Alessandra Gulì

Fondamenti di medicina tradizionale cinese, Franco Bottalo Rosa Brotzu

Agopuntura, hoepli, tavole e testi

Pavimento Pelvico, aspetti rieducativi e trattamenti riabilitativo: una visione unitaria di L. Docimo e Luigi Brusciano

Un mal di testa nel Bacino di Wise Anderson

Il dolore intimo vulvare e perineale di E. Vincenti, PICCIN

Cura e cultura del Perineo di Crescini e Vernier, ed. Piccin

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