Dante singh

Page 1

Dante e la Divina Commedia

Anmol Singh


La societa' medievale L'incremento demografico in

piccoli artigiani. Tutte queste

alla creazione di esordienti

nuova classe sociale: la

seguito al anno Mille portò

persone costituivano una

centri civili e alla rinnovazione borghesia in cui fanno parte

delle antiche città del tempo. coloro che, non essendo nobili, All'interno della città

traevano la loro prosperità

resezion sociale tra cui

città il proprio ambiente

convivevano persone di diverse lavorando e avevano nella contadini, che non hanno

naturale. Inevitabilmente, in

trovato lavoro nelle campagne Italia specialmente, si perché c'era troppa

crearono delle città come

proprietari terrieri, che si

come le antiche città-stato, e

manodopera, piccoli

sottrassero ai vincoli dei

grandi proprietari, e altri

come notai, giudici, medici e

degli organismi autonomi,

presero il nome di comuni.

https://www.youtube.com/watch?v=GEMFw7-5R7k

La borghesia è una classe sociale dove lavorano Commercianti, banchieri, notai ecc...


Vita di Dante

Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265 da una famiglia dii piccola nobiltĂ , visse a Firenze fino al 1302 , quando venne esiliato per

motivi politici. Da quel momento fu ospite

presso diverse corti italiane e non tornò piÚ


nella sua città la vicenda umana di Dante

riflette in buona parte i conflitti politici e le esperienze intellettuali che caratterizzano gli

anni a cavallo tra duecento e trecento . Dante essendo sposato con Gemma Donati per motivi politici amava un'altra donna Beatrice , di cui aveva parlato nella sua prima opera la vita nova .

Era una giovane fiorentina che Dante vide per la prima volta a 9 anni e poi la rivide a 18 e lei ricambiò il saluto. Bastarono solo due incontri a far si che il poeta cominciò a

provare verso la giovane e bella donna dei

sentimenti profondi. La morte di Beatrice , con la quale si conclude la vita nova gettò

Dante in uno stato di grande disperazione , durante la quale decise che non avrebbe più

parlato di lei fino a quando non sarebbe stato pronto a scriverlo in un'opera degna dell'amore che provava per lei: LA DIVINA COMMEDIA.


Dante morĂŹ nello stesso anno in cui ha finito la divina commedia 1321.


La divina commedia la divina commedia è un ampio poema in versi di argomento politico religioso e con funzione

didascalico allegorico . E' stato composto da Dante dal 1306 al 1321 , durante gli anni di esilio , si tratta di un ' opera di straordinario interesse perché :

• vi confluisce tutto il sapere dell'epoca in cui è stata scritta

• affronta temi ed argomenti validi per l'uomo di ogni tempo

raggiunge livelli espressivi altissimi , utilizzando esclusivamente il volgare fiorentino

per questo Dante è considerato il padre della

nostra lingua e la Divina commedia l'opera più importante della letteratura italiana .


Nella Divina commedia Dante racconta in prima persona la storia di un viaggio immaginario

nell'oltretomba . il viaggio inizia il giovedì santo del 1300 , anno prima del Giubileo e si conclude una settimana dopo .

In questo viaggio Dante visita le tre cantiche : inferno, purgatorio e paradiso.

Struttura della Divina commedia nella Divina commedia ci sono tre cantiche che , a

loro volta,sono suddivise in 33 canti ognino ma nel inferno ce ne 1 in più .

Ogni cantica termina con la parola “stelle” .

si parla molte volte del numero 3 perché è la

sanissima trinità PADRE FIGLIO E SPIRITO SANTO


Quindi riassumendo … • • • • • •

3 cantiche

100 canti nel poema

33 canti in ogni cantica 3 versi endecasillabi

le rime incatenate sono ripetute 3 volte

i cerchi dell'inferno sono 3 più il vestibolo degli ignavi

• • •

i cieli del paradiso sono 9 più empireo 3 fiere

3 guide

le tre guide sono •

Virgilio = lo scrittore dell'Eneide che conduce il poeta attraverso l'inferno al purgatorio.

Beatrice = la donna amata, che accoglie dante nel paradiso e lo guida fino all'empireo il cielo dove risiede Dio

San Bernardo = fondatore del ordine monastico cistercense , che porta il poeta fino alla

contemplazione di Dio attraverso il potere di essere santo.


L'inferno

la struttura dell'inferno segue criteri molto

precisi , all'inizio si trova un vestibolo , una sorta di grande anticamera infernale . Poi superato il fiume Acheronte , si entra nel inferno vero e proprio . La voragine è divisa in 9 cerchi per

categorie di peccati , in ordine crescente di gravitĂ : incontinenza , violenza e frode.


il purgatorio

la collina del purgatorio è divisa in 9 cornici

concentriche , che le anime penitenti devono percorrere , salendo progressivamente , per

scontare tutti i peccati commessi in vita e poter

andare in paradiso . qui scorrono 2 fiumi , il lete che fa dimenticare i peccati commessi e l'Eunoè , che fa ricordare il bene compiuto .


il paradiso

il paradiso è diviso in nove sfere celesti che

ruotano intorno alla terra , posta al centro

dell'universo allora conosciuto , secondo la teoria tolemaica . A differenza del inferno e del purgatorio , dove le anime hanno le sedi

differenziate i beati risiedono tutti nel Empireo , insieme a Dio.


Opere d Dante

1283:Il Fiore è un poemetto o corona di 232 sonetti, anonimo, da alcuni critici attribuito a Dante Alighieri. Ha preso un pezzo del Roman de la rose.

1292:La vita Nuova che comincia con il verso "Nel mezzo del cammin di nostra vita": poichĂŠ in altre sue opere, seguendo una tradizione ben nota, la metĂ della vita dell'uomo viene considerata di 35 anni, e svolgendosi il viaggio immaginario nel 1300, si risalirebbe al 1265.

1303:Il Convivio riprende in parte lo schema della vita nuova.Nel libro giovanile, i testi poetici sono inseriti in una cornice narrativa, un prosimetrum: Dante racconta in prosa la storia del suo amore per Beatrice e lo fa


anche attraverso le poesie che aveva scritto per lei, commentandole puntualmente.

1305:De vulgare eloquentia Il tema centrale dell'opera è l'eloquenza della lingua volgare: nel trattare la materia in maniera esaustiva ed enciclopedica, Dante mette al centro la ricerca di un volgare illustre, ovvero quel volgare che possa assumere i caratteri di lingua letteraria all'interno del variegato panorama linguistico italiano

1310:La monarchia.Con questo testo il poeta volle intervenire su uno dei temi più “caldi” della sua epoca: il rapporto tra l’autorità laica (rappresentata dall’imperatore) e l’autorità religiosa (rappresentata dal papa ).


1306-1321:DIVINA COMMEDIA La ComedÏa, conosciuta soprattutto come Commedia o Divina Commedia è un poema di Dante Alighieri, scritto in terzine incatenate di versi endecasillabi, in lingua volgare fiorentina .


Passaggio dal latino al volgare Quando l'impero Romano d'occidente volgeva al tramonto , il latino aveva ormai subito alcuni

cambiamenti. Il Latino scritto apparteneva ormai al mondo della cultura e del potere : la massa era costituita da analfabeti che conoscevano solo la

lingua con cui si esprimevano , il volgare. I pochi

che sapevano scrivere e che venivano da rari centri culturali ancora in funzione , in cui si tramandava la situazione classica, erano bilingui , sapevano

scrivere il latino corretto e parlavano il volgare . Le principali trasformazioni Tutti i dittonghi ae , oe si trasformano in e . il genere neutro si fonde con il maschile ,

scompare il sistema delle desinenze che indicano un caso e quindi vengono introdotti gli articoli e le

preposizioni articolate , si riducono gli aggettivi e i pronomi abbondanti nel latino .


Il più antico documento in volgare italiano è

l'indovinello veronese , chiamato così perché venne scritto da uno scrivano veronese intorno al 800 d. C . , ed è tuttora conservato a Verona.


C'è anche la carta capuana del 960 d. C , che

riporta una dichiarazione di un testimone in una

causa per una questione di diritto di proprietĂ tra l'abate del monastero di Montecassino e Rodelgrimo d'Aquino.

http://issuu.com/secondaedefilisterni1415/docs/san_ francesco_singh


LA SELVA OSCURA

È il luogo simbolico in cui Dante si smarrisce all'inizio del poema , allegoria del peccato in cui ogni uomo può perdersi nel suo cammino durante questa vita. Non sappiamo dove si trovi precisamente, anche se vari commentatori hanno tentato vanamente di trovarle una collocazione geografica . Dante la descrive come selvaggia, aspra e forte, tanto amara che la morte lo è poco di più. Da essa esce quando si ritrova ai piedi del colle, simbolo della felicità terrena, la cui ascesa gli è però impedita dalle tre fiere. In vari passi del poema si dice che la selva è posta in una valle, la quale giace in una piaggia diserta, in un gran diserto, che però non sappiamo se corrisponda a un luogo preciso. Dante vi si smarrisce in una notte di plenilunio, tra giovedì e venerdì santo.

Testo (Inferno, Canto I , vv 1-21 )

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. 3

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! 6


Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte. 9

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. 12

Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto, là dove terminava quella valle che m’avea di paura il cor compunto, 15

guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de’ raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. 18

Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m’era durata la notte ch’i’ passai con tanta pieta. 21


Parafrasi A metà della nostra vita Mi ritrovai in un bosco Perchè avevo perso la via del bene.

Com'è difficile descriverla , È fitta , buia e tenebrosa Solo a pensarci mi fa paura !

È spaventosa quasi come la morte ; Ma per raccontare del bene , Vi racconterò le altre cose che ho visto.

Non so come ci sono entrato Era tanto stanco e assonnato che La via del bene lasciai .

Ma poi arrivai ad un colle , Dove finiva il bosco Che mi aveva spaventato molto ,

Guardo le spalle del colle,


Illuminato da raggi del sole Che conduce gli uomini in ogni direzione .

Allora cominciai a sentirmi sollevato Che mi aveva spaventato Durante la notte tenebrosa .


Le tre fiere Dante decide di salire sulla collina per allontanarsi dall'oscurità della selva e raggiungere la luce ma è ostacolato , ma è ostacolato dall'apparizione di tre animali veloci , simbolo dei peccati che affliggono l'umanità.

Testo (vv 28 a 54 ) Poi ch’èi posato un poco il corpo lasso, Ripresi

via per la piaggia diserta,

30 sì che ’l piè fermo era sempre ’l più basso. W. Blake, Dante nella selva Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta, una lonza leggiera e presta molto, 33 che di pel macolato era coverta;

e non mi si partia dinanzi al volto, anzi ’mpediva tanto il mio cammino,


36 ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto.

Temp’era dal principio del mattino, e ’l sol montava ’n sù con quelle stelle 39 ch’eran con lui quando l’amor divino

mosse di prima quelle cose belle; sì ch’a bene sperar m’era cagione 42 di quella fiera a la gaetta pelle

l’ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse 45 la vista che m’apparve d’un leone.

Questi parea che contra me venisse con la test’alta e con rabbiosa fame, 48 sì che parea che l’aere ne tremesse.


Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, 51 e molte genti fé già viver grame,

questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch’uscia di sua vista, 54 ch’io perdei la speranza de l’altezza.

Parafrasi Dopo che ebbi un pò riposato il mio corpo stanco ripresi la strada per il colle in modo che il piede stabile fosse più basso dell'altro. Ed ecco quasi all'inizio della salita appare una lonza snella e veloce ricoperta da un pelo a machhie , essa non si allontanava da me , anzi bloccava tanto il mio cammino che più volte fui sul punto di tornare indietro . Anche un leone pareva venire contro di me con la testa alta e tanta fame e sembrava che anche l'aria tremava dalla paura . Poi l'apparizione di una lupa che con la sua magrezza sembrava piena di desideri e che aveva reso gia infelice molta gente , provocò in me tanta preoccupazione e paura che mi faceva il suo aspetto . Che io persi la speranza di arrivare sulla cima della collina.


Lucifero Lucifero nella tradizione popolare indicherebbe un ipotetico essere incorporeo di natura eminentemente maligna e come tale potenzialmente assai pericoloso per l'umanità ed il creato. Il termine luciferismo indicherebbe invece l'adorazione e la devozione a tale entità.Dante lo descrive direttamente nel Canto XXXIV dell'Inferno, come un'enorme e orrida creatura, pelosa, dotata di tre facce su una sola testa e tre paia d'ali di pipistrello. Lucifero è confitto dalla cintola in giù nel ghiaccio di Cocito, quindi emerge solo il lato superiore del mostro; in ognuna delle tre bocche maciulla coi denti un peccatore, mentre con gli artigli graffia e scuoia la schiena di Giuda.


Figura di Virgilio L’incontro del poeta con Virgilio è stato sapientemente preparato e si svolge con una sequenza quasi teatrale, mentre l’uno fugge dalla lupa precipitando, l’altro misteriosamente appare come ombra ad occhi che cercano rifugio e salvezza.Quando il poeta latino fa la sua comparsa nella ‘selva oscura’, dichiara la propria condizione di anima ormai trapassata : “non omo, omo fui” , dice della sua patria e dell’epoca della sua vita terrena.Sono queste le caratteristiche principali del personaggio: è romano, è poeta e nella sua vita terrena, benché pagano, ha posseduto le qualità morali che coincidono con quelle cristiane, tra cui la pietas.Virgilio ebbe l’intuizione e la sensibilità che gli hanno consentito di raccogliere i “semina veritatis” con cui Dio ha cosparso il modo prima della venuta di Cristo,così e celebrò profetizzò la venuta del Messia nella sua quarta Bucolica (“nascenti puero”). Virgilio è l’allegoria della ragione umana che conduce per una retta via e salva l’uomo dal peccato. Infatti il poeta, che trova compimento nel Limbo, poiché nacque nel tempo “de li dei falsi e bugiardi”, compagno di altri saggi dell’antichità, ora, per volontà divina, diviene guida di Dante.Virgilio nell’Inferno assolve al suo compito con efficienza, distogliendo in principio il pellegrino da un impossibile cammino, che conduce fino al monte purgatoriale, poi tenendo a bada i guardiani infernali e infine esortando o ammonendo il proprio protetto. Un altro aiuto la guida offre a Dante: i chiarimenti dottrinali che però scarseggiano nell’Inferno per poi aumentare nella seconda cantica. Quindi fornisce spiegazioni sul concetto di fortuna, sul criterio di assegnazione delle pene; nel Purgatorio invece accompagna Dante nella comprensione di argomenti più elevati e allegorici come i motivi dell’assenza dell’ombra del corpo, la posizione del monte, la teoria dell’amore.Così Dante lo definisce prima “magister” poi “auctor”, non solo perché lo ha ricondotto sulla retta via, ma anche perché è diventato guida di vita morale, colui che, pur non avendo avuto la rivelazione della fede, ha propagato la luce della ragione ai suoi posteri.Nella seconda cantica l’autorevolezza di Virgilio, rispetto alla prima, appare ridimensionata : l’Inferno è un regno che il mantovano aveva già percorso, mentre il cammino di purificazione purgatoriale si apre ai suoi occhi per la prima volta. Il pellegrino si accorge delle titubanze del proprio maestro, tuttavia è ormai legato a lui a tal punto da chiamarlo “padre” e comprende lo status di Virgilio , pagano, inferiore rispetto ai cristiani.


Negli ultimi canti del Purgatorio la fiamma del poeta latino si affievolisce poco a poco.Dopo il suo commiato, con cui proclama l’avvenuta maturazione morale di Dante e, dunque, la conclusione del compito richiestogli dalle “tre donne benedette”, si separa dal suo figliuolo poiché non è degno di varcare le soglie del Paradiso celeste ed è inoltre incapace di comprendere la beatitudine divina.Così, l’incontro con Virgilio segna, per il sommo poeta medioevale, il passaggio dalla giovinezza alla piena maturità interiore e solo a questo punto Dante può cantare l’apparizione di Beatrice.


Minosse Si racconta che, in seguito alla morte del re Asterione, padre adottivo di Minosse, egli costruì un altare a Poseidone in riva al mare, per dimostrare il suo diritto alla successione al trono. Minosse pregò Poseidone di inviargli un toro per il sacrificio ed il dio lo esaudì. Ma Minosse non sacrificò l'animale, poiché era molto bello.Poseidone, adirato, fece innamorare del toro Pasifae, la moglie di Minosse. Da questa unione nacque il Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro. Minosse incaricò dunque Dedalo di costruire un labirinto in cui nascondere il mostro.Minosse si trova all'entrata del Cerchio II perché le anime del Limbo (Cerchio I) non hanno peccati da confessare e non vengono giudicate. Nella mitologia dantesca, a Minosse è dato il compito di ascoltare i peccati delle anime, le quali nulla nascondono al demone. Uditi i peccati Minosse comunica loro la destinazione all'interno dell'inferno, arrotolando la coda di serpente di tante spire quanti sono i cerchi di destinazione.


Paolo e Francesca Superato Minosse, Dante si ritrova in un luogo buio, dove soffia incessante una terribile bufera che trascina i dannati e li sbatte da un lato all'altro del Cerchio. Quando questi spiriti giungono davanti a una «rovina», emettono grida e lamenti e bestemmiano Dio. Dante capisce immediatamente che si tratta dei lussuriosi, i quali volano per l'aria formando una larga schiera simile agli stornelli quando volano in cielo. Dante vede poi un'altra schiera di anime, che volano formando una lunga linea simile a delle gru in volo. Chiede spiegazioni a Virgilio e il poeta latino indica al discepolo i nomi di alcuni dannati, che sono tutti lussuriosi morti violentemente: tra questi ci sono Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena (moglie di Menelao), Achille, Paride, Tristano, in compagnia di più di mille altre anime. Dopo aver sentito tutti questi nomi, Dante è colpito da profonda angoscia e per poco non si smarrisce.Dante nota che due di queste anime volano accoppiate e manifesta il desiderio di parlare con loro. Virgilio acconsente e invita Dante a chiamarle, cosa che il poeta fa con un appello carico di passione. I due spiriti si staccano dalla schiera di


anime e volano verso di lui, come due colombe che vanno verso il nido: sono un uomo e una donna, e quest'ultima si rivolge a Dante ringraziandolo per la pietà che dimostra verso di loro. Poi si presenta, dicendo di essere nata a Ravenna e di essere stata legata in vita da un amore indissolubile con l'uomo che ancora le sta accando nella morte; furono entrambi assassinati e la Caina, la zona del IX Cerchio dove sono puniti i traditori dei parenti, attende il loro uccisore.A questo punto Dante resta turbato e per alcuni momenti resta in silenzio, gli occhi bassi. Virgilio gli chiede a cosa pensi e Dante risponde di essere colpito dal desiderio amoroso che condusse i due dannati alla perdizione. Poi parla a Francesca, chiamandola per nome, e chiedendole in quali circostanze sia iniziata la loro relazione adulterina.Francesca risponde dapprima che è doloroso ricordare del tempo felice quando si è miseri, ma se Dante vuole sapere l'origine del loro amore allora glielo racconterà.La donna narra che un giorno lei e Paolo leggevano per divertimento un libro, che parlava di Lancillotto e della regina Ginevra. Più volte la lettura li aveva indotti a cercarsi con lo sguardo e li aveva fatti impallidire. Quando lessero il punto in cui era descritto il bacio dei due amanti, anch'essi si baciarono e interruppero la lettura del libro, che


fece da mezzano della loro relazione amorosa. Mentre Francesca parla, Paolo resta in silenzio e piange; Dante è sopraffatto dal turbamento e sviene.


Ulisse Il vero nome di questo eroe era Odisseo, nome dal significato formidabile che gli fu assegnato dal nonno Autolico, motivandolo come "odiato dai nemici" che suo nonno si è procurato, che sono tanti, e da coloro che si farà lui per il primato della sua mente, "futura cagione di molte invidie".Ulisse, epiteto datogli dai Romani e reso celebre da Livio Andronico che significa "Ferito ad un'anca" epiteto formato da due parole, in riferimento a una ferita riportata alla coscia in una battuta di caccia al cinghiale nelle foreste di Castalia, è la "personificazione" dell'astuzia, del coraggio, della curiosità e dell'abilità manuale. Figlio di Anticlea moglie di Laerte dal quale ereditò il regno e di Sisifo, da parte materna Ulisse è pronipote di Ermes. Sposo di Penelope e padre di Telemaco e secondo molte tradizioni di Telegono, avuto con la maga Circe.Nel XXVI canto dell'Inferno di Dante è condannato al pari di Diomede alla tribolazione eterna, nella bolgia dei consiglieri di frode, a causa degli inganni fattii il Cavallo di Troia, l'inganno


che fa ad Achille per recarsi a Troia e il furto del Palladio. Viene anche narrata la sua morte: Ulisse venne rovinato dalla sua smania di conoscenza, dopo aver oltrepassato le colonne d'Ercole, naufragando miseramente poco prima di poter sbarcare sull'isola nella quale si trova la montagna del Purgatorio.Per Dante, il folle viaggio rappresenta la volontĂ di superare i limiti della conoscenza umana; la follia di Ulisse non consiste nella ribellione personale contro un ordine prestabilito, bensĂŹ nel tentativo di superare i limiti della finitezza dell'essere umano.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.