La vita nuova scatena

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VITA NUOVA… È la prima opera di Dante, scritta dopo la morte di Beatrice, forse nel 1294. È costituita da 42 capitoletti in prosa che collegano 31 poesie (25 sonetti, 5 canzoni e 1 ballata) composte prima della stesura completa dell’opera, tra il 1283 e il 1293. Le opere miste composte da brani in prosa e poesie, note con il nome di prosimetron, sono frequenti nel medioevo: la tradizione cui attinge Dante è quella di Boezio che compone in prosimetron il De consolatione philosophiae ed una più recente che risale ai provenzali e alle loro razos e vidas. Quando scrive in prosa usa il termine “Vita nuova”, mentre in poesia usa la forma “Vita nova” mantenendo l’uso dei siciliani che non dittongano la o in uo. “Vita Nuova” significa “vita rinnovata” dall’incontro con Beatrice e dall’amore che rende il “cuor gentile”: si tratta, quindi, di un rinnovamento spirituale. All’inizio dell’opera, Dante ci riferisce di aver incontrato Beatrice per la prima volta a 9 anni, poi la rivede a 18 anni, sempre all’ora nona (le 15). Si nota una strana coincidenza: Beatrice è sempre accompagnata dal numero 9, quadrato di 3, che è il numero perfetto simbolo della Trinità, si identifica, quindi, in una delle persone della Trinità, cioè in Cristo. Beatrice ha una precisa funzione: è scesa in terra per salvare Dante, che non è soggetto personale ma è figura esemplare dell’amore. Quindi, la storia d’amore cui dedica la stesura della Vita Nuova non è la personale storia d’amore del poeta, ma la Storia d’Amore in generale. Compaiono anche le “donne dello schermo” che però procurano al poeta l’accusa di volubilità e lo sdegno di Beatrice che gli nega il saluto, perché l’amor cortese è legato a virtù come la fedeltà e la costanza.


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