San francesco 1

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San Francesco San Francesco D’Assisi nasce nel 1181 o nel 1182 ad assisi da una famiglia della borghesia mercantile e muore nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1926 nella cappella della Porziuncola


La vita di Francesco

in breve

Francesco, inizialmente battezzato con il nome di Giovanni che è stato poi cambiato in onore della sposa del padre, compie studi prestigiosi in una scuola presso la chiesa di San Giorgio ed impara il francese e il latino. Dopo la scuola, all’età di 14 anni Francesco di dedica a pieno titolo al commercio, continuando l’attività del padre. Durante la giovinezza mostra una certa propensione per le armi partecipando alla guerra tra Assisi e Perugia schierandosi però dal lato dei guelfi


Dopo un anno di prigionia e qualche mese trascorso nella proprietà del padre, Francesco partecipa alla 4^ crociata indetta da papa Innocenzio 3°. A quel tempo partecipare ad una crociata come cavaliere era considerato uno dei massimi onori per un cristiano, vale a dire, essere conosciuto come un eroe. Decide quindi di raggiungere la corte di Gualtiero di Brienne, a Lecce, con l’intensione di spostarsi poi a Gerusalemme, ma arrivato a Spoleto si ammala ed è costretto a tornare indietro secondo quanto narra il primo biografo francescano Tommaso da Cellano nella «vita seconda di San Francesco d’Assisi» proprio a Spoleto Francesco ha una visione mistica e in quel momento avranno inizio la conversione e il travaglio interiore che porteranno Francesco a cambiare radicalmente stile di vita e modo di apprendere e vedere il mondo


Ma il più profondo cambiamento viene raggiunto quando venne cacciato dalla casa di suo padre per il rispetto e la gentilezza che mostrava ai poveri. Per giunta suo padre, infuriato per tale comportamento decide di denunciarlo ai consoli; Francesco però si rivolge al vescovo. Ma il processo però si svolge all’interno del palazzo del vescovo con tutti i cittadini. Di fronte alle accuse Francesco si spoglia dei vestiti e li restituisce al padre rimanendo nudo di fronte alla folla e di fronte al vescovo dichiarando che ripone la sua speranza nel «padre nostro che è nei cieli». L’episodio è emblematico perchè rappresenta il rifiuto dei valori della società borghese del tempo e la rinuncia di Francesco del patrimonio familiare per dedicarsi alla povertà e all’amore verso il prossimo


Da questo momento Francesco inizia la sua predicazione ad Assisi insieme al gruppo di frati umbro. Un anno dopo si reca a Roma insieme al resto dei suoi compagni e ottiene l’approvazione della prima regola da parte di papa Innocenzio 3°. Tra i suoi seguaci c’è anche Chiara d’Assisi, fuggita da casa la notte della domenica delle palme del 1211 o del 1212 quando chiede a Francesco di poter entrare nel suo ordine e si unisce con gli altri frati nella chiesa di Santa Maria degli angeli detta Porziuncola. Dopo essere stata raggiunta da sua sorella e da altre donne decide di formare l’ordine delle Clarisse. Anche Chiara d’Assisi diventerà santa.


Tentato dall’idea di diffondere il vangelo anche tra gli infedeli, nel 1219, Francesco raggiunge l’Eggitto e viene ben accolto dal sultano che gli consente di accedere in terra santa. Nel 1221 viene convocato un capitolo generale che approva una nuova regola. La regola non viene bollata infatti è anche chiamata con il nome di «regola non bullata» la regola bullata viene ufficialmente approvata da papa Onorio 3° il 29 novembre del 1223


Dopo ciò Francesco passa gli ultimi anni della sua vita in preghiera e solitudine in vari conventi del centro Italia, segnato da dolori fisici e per la preoccupazione per i contrasti interni a loro. Tra gli eventi più noti ci sono la stimmate e la certificatio ovvero una visione in cui dio approva le sue idee e gli conferisce la salvezza eterna e ,secondo la storia, il giorno seguente scrive il «cantico delle creature»


Il cantico delle creature

« Altissimu, onnipotente, bon Signore,tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato si, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si’, mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate »

Il cantico delle creature (Canticum o Laudes Creaturarum), anche noto come Cantico di Frate Sole, è il testo poetico più antico della letteratura italiana che si conosca.[1] Ne è autore Francesco d'Assisi e, secondo una tradizione, la sua stesura risalirebbe a due anni prima della sua morte, avvenuta nel 1226. È comunque più probabile che, come riportano le biografie di Francesco, la composizione sia stata scritta in tre momenti diversi.


. Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita, poiché nel creato è riflessa l'immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato, che molto si distanzia dal contemptus mundi, dal distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medioevali (p.es. Jacopone da Todi). La creazione diventa così un grandioso mezzo di lode al Creatore.


Opere d’arte

La vita di Francesco è stata completamente illustrata da giotto che ha anche costruito la basilica di San Francesco d’Assisi


La basilica

La Basilica di San Francesco era stata completata nel 1253, con grandi interessi sia dei francescani, quale sede centrale dell'ordine, luogo di sepoltura del fondatore e meta di pellegrinaggio, sia del papato, che vedeva nei francescani dei fedeli alleati per rinsaldare il legame con i ceti piÚ umili. L'inizio della decorazione ad affresco non è conosciuto, per la distruzione degli antichi archivi nel XIX secolo: essa dovrebbe risalire a poco dopo la metà del XIII secolo per la Basilica inferiore, con l'intervento di pittori umbri (Maestro di San Francesco) e verso gli anni 1280 - 1290 nella Basilica superiore con artisti forse scelti direttamente dai papi.


La chiesa corrotta secondo Francesco San Francesco sin da piccolo è spensierato, allegro, ottiene tutto ciò che vuole e ha tanti amici, come ogni bambino figlio di ricchi. Vive in un mondo dove le cose importanti sono denaro, potere, nome, eredità, valori materiali e in cui la Chiesa è ricca, corrotta, ha potere mondano e religioso, le alte cariche religiose possono essere comprate e sono spesso occupate non da religiosi, ma da nobili o da altre persone ricche. La guerra è un modo per guadagnare e la mentalità è molto legata al denaro ed è classista. C'è commercio e produzione nelle città italiane, quindi grande ricchezza. Le persone sono vestite preziosamente ed è importante il modo di vestire che distingue le classi sociali. San Francesco dopo essere andato in guerra è cambiato, non gli piace più questo mondo e decide di dedicarsi all'aiuto dei poveri e degli oppressi. Lui, alcuni suoi amici da lui chiamati fratelli e Clara vanno insieme in campagna e ricostruiscono una chiesa romanica e danno aiuto ai poveri. Creano due ordini religiosi, uno maschile ,i Francescani e una femminile, le Clarisse. La loro regola è basata sulla castità, povertà e carità, ma anche sulla bontà e l'elemosina. Rispetta la natura, vive per il prossimo e aiuta i poveri. Francesco ama la natura come il sole, la luna, il vento, la terra e tutte le cose belle, ma anche la morte corporale come una sorella e dice che i buoni non avranno da preoccuparsi. Per lui tutti sono uguali, non come in città dove esistono le grande differenze sociali.


Francesco vuole che la Chiesa si riformi e che non si faccia sedurre dalle ricchezze. Vuole essere esempio per i ricchi che pensano solo a se stessi mentre i poveri e gli oppressi vengono scacciati. Per tutti questi fatti diventa uno dei contestatori della mentalità del suo tempo e nascono conflitti tra i Francescani, la Chiesa e il comune. Nonostante questo è un simbolo del desiderio di rinnovamento, della semplicità dei bisogni umani del rispetto della natura che anche oggi ha un suo profondo significato.


Situazione storica Francesco nasce in un periodo particolarmente benevole per l’Italia e per l’Europa in generale date le seguenti condizioni: v  Le invasioni barbariche cessarono v  Le tecniche agricole furono rinnovate portando ad una diminuzione della mortalità infantile Che portarono a: v  La nascita della borghesia v  Lo sviluppo di nuovi centri d’istruzione come l’università di Bologna v  Un aumento positivo della popolazione

La borghesia La borghesia è una classe sociale di cui fanno parte artigiani, commercianti e banchieri. La particolarità di questi mercanti e finanzieri era che non vivevano in un castello come normalmente era, vivevano nei borghi (città) in volgare burgus ovvero popolo


Il volgare italiano Il volgare italiano non è altro che una costante evoluzione del latino parlato in europa. Il latino parlato si trasforma quindi in volgare, che variava in base alle diverse zone. il latino scritto, basato su fondamenti molto più rigidi non varia e rimane immutato fino al decadimento del sacro romano impero d’occidente . I primi documenti scritti in volgare risalgono al IX-X. Il più antico è il cosidetto indovinello veronese, il quale è un esempio molto preciso. Infatti si può notare un linguaggio ancora abbastanza latino, ma soprattutto una LODE AL SIGNORE presente molto spesso nei testi dell’epoca


Un altro esempio più recente è il placito di capua. Si chiama così perché è una sentenza giudiziaria compilata in Campania nel 963 d.C. Il testo è la testimonianza dell’abate di Montecassino della propria appartenenza di alcune terre contese. La particolarità del documento è nel fatto che è scritta in volgare invece che latino. Ciò ci rende a conoscenza del fatto che nel popolo era ormai necessario usare tale lingua e che quindi aveva preso molto piede. Un’altra particolarità del testo è nel linguaggio molto più evoluto rispetto all’ indovinello veronese. Ciò ci fa capire con quale velocità la lingua si evolveva


Il simbolo del tau È il segno di riconoscimento del cristiano, cioè del figlio di Dio, del figlio scampato dal pericolo, del SALVATO. È un segno di potente protezione contro il male (Ez.9,6). È un segno voluto da Dio per me, è un privilegio divino (Ap.9,4; Ap.7,1-4; Ap. 14,1). È il segno dei redenti del Signore, dei senza macchia, di coloro che si fidano di Lui, di coloro che si riconoscono figli amati e che sanno di essere preziosi per Dio (Ez.9,6). È l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico (Sal.119 in fondo). Ai tempi di Gesù la croce era la condanna per i malfattori, perciò simbolo di vergogna e scandalo. Ai condannati di quell’epoca veniva legato alle mani un palo dietro la schiena; arrivati sul luogo della esecuzione, venivano issati su un altro palo verticalmente conficcato nel terreno. Il TAU croce di Cristo, non è più un simbolo di vergogna e sconfitta, ma diventa simbolo di un sacrificio per mezzo del quale sono salvato. È simbolo della dignità dei figli di Dio, perché è la Croce che ha sorretto Cristo. È un segno che mi ricorda che devo essere anch’io forte nelle prove, pronto all’obbedienza del Padre e docile nella sottomissione, come è stato Gesù davanti alla volontà del Padre.


Solitamente è in legno di ulivo, perché? Perché il legno è un materiale molto povero e duttile; i figli di Dio sono chiamati a vivere in modo semplice e in povertà di spirito (Mt.5,3). Il legno è un materiale duttile, cioè si lavora facilmente; anche il cristiano battezzato, deve lasciarsi plasmare nella vita di tutti i giorni, dalla Parola di Dio, essere Volontario del Suo Vangelo. Portare il TAU significa avere risposto il mio SI alla volontà di Dio di salvarmi, accettare la sua proposta di salvezza.

Significa essere portatore di pace, perché l’ulivo è simbolo della PACE (“Signore fa di me uno strumento della tua pace” – San Francesco). S.Francesco, con il TAU


Francesco (rinunciò ad ogni cosa terrena per aderire solamente a Dio) e Chiara (si convertì all’ideale evangelico seguendo l’invito di Francesco) sono un esempio di come un uomo ed una donna possano essere uniti nella totale purezza. Lontani da ogni concupiscenza ed egoismo, totalmente uniti, perché totalmente liberi, e totalmente donati l'uno all'altro, perché totalmente offerti a Cristo ed ai fratelli in questo rapporto d'amicizia così umana e profonda, di vero amore, che lascia sempre Dio al primo posto. Pur essendo privi di ogni cosa, Francesco e Chiara sapevano amare come nessun altro, perché amavano gli uomini e le cose con l'Amore che viene da Dio e con questo stesso Amore sapevano amare non soltanto uomini e cose, ma sapevano reciprocamente amarsi e comprendersi, per questo hanno vissuto l'uno per l'altro, ma soltanto perché entrambi hanno vissuto per Cristo, con Cristo ed in Cristo.


Il loro fu un rapporto forte, non basato sull'emozione di un momento e tale da non cedere al primo vento contrario. La conversione di Chiara aveva procurato molta edificazione non solo alla comunità dei frati ma all'intera Chiesa di Dio. Si narra che Chiara gravemente malata chiese a Francesco di vederlo ma Francesco, anche lui gravemente malato, le mandò per iscritto la sua benedizione e al fine di confortarla e le disse che si sarebbero rivisti. Poco tempo dopo, Francesco, durante la notte, passò all’altra vita. Allo spuntare del sole venne l'intera popolazione di Assisi, uomini e donne con tutto il clero, tolsero la salma dal luogo della Porziuncola e tra inni e cantici, ognuno recando in mano una fronda di albero, portarono quel corpo santo fino a san Damiano.


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