anno XI n. 6 - Giugno 2012 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
Afterhours
Il nostro rock contro lo stress
giugno2012 Roberto Vecchioni | Finley | Max Pezzali | Talenti: Vittorio Mezza | Radio: Antonella Caramia | Palco&Scena: I live dell’estate | Cinema: Commedie e documentari | Arte | Moda | e tanto altro ancora.
giugno2012
EDITORIALE
TRA FESTIVAL, RICORDI E VOCI D’AUTORE
Afterhours e Vecchioni, aspettando l’incanto di Ischia
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Cari amici lettori, le “voci” della musica d’autore fanno da sfondo a questo numero che saluta l’estate. Anche quest’anno la redazione di Set resterà “aperta per ferie” per tenervi aggiornati sui festival del cinema di Ischia e Giffoni e sulla rassegna tutta energia e chitarre di “Rock in Rome”. Proprio come gustosa anteprima degli appuntamenti capitolini apriamo con un’intervista esclusiva agli Afterhours e il loro “Padania”, album dal titolo provocatorio e dai contenuti molto forti. Estate intensa per il prof. Roberto Vecchioni straimpegnato su più fronti. Un libro che
esalta la poesia dei suoi testi, un disco, un tour in luoghi suggestivi e il debutto televisivo previsto a luglio su RaiTre. Una bella intervista in occasione del concerto al San Carlo. Poi tocca a Ferruccio Spinetti, anima con Petra Magoni di “Musica Nuda”, nonché grande amico di Set, presentarci il bellissimo progetto “InventaRio” curato con grandi musicisti e dedicato ad Ivan Lins e alla musica brasiliana. Un’iniziativa sicuramente fuori dagli schemi per il piatto mondo della nostra discografia. Ritorno sulla scena per i Finley, band amatissima dai giovani che smanettano in rete. Pedro e soci presentano
“Fuoco e Fiamme”, un lavoro che li vede coinvolti a 360 gradi, toccando anche il campo della produzione. Sull’onda dei ricordi e delle estati passate (quando non c’erano cellulari e social), Max Pezzali celebra il marchio 883 e quella canzone, “Hanno ucciso l’uomo ragno”, che esattamente venti anni fa portò alla ribalta un pop nuovo e dal linguaggio moderno. Quel pop che oggi viene ricantato dai principali esponenti della scena rap italiana. Le frequenze di RadioSet si fermano su Radio Norba dove incontriamo la voce storica di Antonella Caramia. Buona lettura e tutti e ci aggiorniamo via web!!
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Articoli giugno2012 SOMMARIO TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI VISION EDITORIALE SRL Set è edito da Vision Editoriale srl. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute.
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07 AFTERHOURS “Padania”: il nuovo album tra rock e provocazione
12 ROBERTO VECCHIONI Il Professore lanciatore di coltelli
16 FINLEY Un ritorno “Tra Fuoco e Fiamme”
24 MAX PEZZALI Venti anni fa, L’Uomo Ragno...
Rubriche
19 Libri | 27 Moda | 28 Social | 30 Radio 33 Arte | 34 Talenti | 40 Palco & Scena 42 Cinema | 44 Da non perdere | 45 Game 46 Oroscopo
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ph Henry Ruggeri
LA PADANIA: UN MONDO INESISTENTE, UN MOTO DI TENSIONE E RIBREZZO. LA POLITICA NON C’ENTRA. L’ULTIMO ALBUM DELLA BAND: UN CONCEPT FIGLIO DEL SUO TEMPO. A VENTICINQUE ANNI DAL DEBUTTO HANNO UNA VISIONE DEL PIANETA PIÙ AMPIA E DOLOROSA. IN ESTATE SARANNO PROTAGONISTI DELLA KERMESSE ROCK IN ROMA.
Afterhours
Agnelli & Co.: “Cantiamo l’ansia e lo stress, veri mali del nostro tempo” tx Wanda D’Amico & Alfonso Papa w.damico@setweb.it a.papa@setweb.it
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P - Padania è un titolo palesemente provocatorio. Esprime un senso di tensione. Perché proprio la tensione come filo conduttore?
“Perché da un punto di vista musicale è il marchio che ci interessava dare, perché è un disco teso, abreativo e dai forti contrasti. Al di la del motivo concettuale è un momento in cui è difficile stare lontani dalla tensione, o non sentirla in generale. Uno dei mali dei nostri tem-
ph Ilaria Magliocchetti Lombi
pi è proprio questo stato d’ansia di stress, il tutto diffuso, che spesso non ha nemmeno una causa apparente, ma è semplicemente legata ad un’ansia da prestazione generale. E’ proprio questo quello che vuole raccontare il nostro album, la corsa all’impazzata vero un obiettivo che poi si perde pure di vista, perché si è troppo impegnati a correre e si perde di vista non solo l’obiettivo, ma anche la realizzazione di se stessi”.
- Padania è un paese che non esiste, oggi ancora meno dopo le vicende legate alla Lega. Perchè intitolare così l’album?
pattezza anche a livello musicale del disco. Abbiamo pensato che la provocazione avrebbe solo attirato l’attenzione, che poi era quello che ci interessava...”.
cisti e degli artisti, in questo periodo storico, il tutto mischiato ad una maturità artistica e anche anagrafica, ti porta a fare delle riflessioni, volendo anche più dolorose, che sono distaccate da te. Si riesce a veicolare meglio, anche nelle canzoni, nel suono, lo stato di tensione ci cui parlavamo prima, prima per te stesso e poi per portarlo all’esterno”.
- Dopo 25 anni di carriera, Padania è il figlio di quali esperienze e di quali sofferenze?
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“In generale vivere in questa realtà, da qualsiasi ottica la si veda, compresa anche quella dei musi-
“Ci siamo posti il problema, perché sapevamo che il nome, ancora prima del disco, potesse creare polemica e far fagocitare. Però eravamo assolutamente sicuri del concept dell’album e che spiegandolo sarebbe stato tutto chiaro. Eravamo anche sicuri della com-
- Collaborate con tantissimi artisti, eppure nessuno
ph Henry Ruggeri
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NESSUNA COLLABORAZIONE E OSPITATA PRESTIGIOSA. OGNUNO DEI SEI COMPONENTI DELLA BAND HA PORTATO IL PROPRIO CONTRIBUTO ALL’ALBUM
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LE RECENTI ESTERNAZIONI DI VASCO ROSSI? NON SI GIUDICA UN ARTISTA COME LUI. DICIAMO CHE PER UNA ROCKSTAR E’ MOLTO PIU’ DIFFICILE ACCETTARE L’ETA CHE AVANZA…
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ha collaborato al vostro album. Perché? “Noi continuiamo a collaborare con altri artisti, fermo restando che gli Afterhours hanno la priorità su tutto. Fondersi con altri colleghi può essere solo di arricchimento. Sul fatto che nessuno ha collaborato al nostro album è stata una scelta che è venuta in corso d’opera. Avevamo pensato – spiega il violinista Rodrigo D’Erasmo – di coinvolgere alcuni amici che suonano oltreoceano e che avevano seguito il lavoro, ma eravamo ad un punto talmente avanzato di scrittura e di marchio sonoro che abbiamo pensato che forse non
era il caso. In fondo noi siamo in sei, ognuno di noi aveva qualcosa da dire e tra l’altro suoniamo tutti e sei strumenti diversi, quindi eravamo già tanti”. - Cosa ne pensate dell’atteggiamento di Vasco Rossi, con la sua critica aperta ad alcuni colleghi? “Lui ha fatto un uso un po’ sconclusionato dei social network, molto probabilmente in un momento difficile della sua vita. Ha trovato una finestra sul mondo che prima non conosceva. Non scendo nello specifico perché non si può giudicare uno che ha fatto la sua carriera ed è un’icona. Giocano fattori più personali, che possono essere la solitudine, gli acciacchi fisici e i malanni, che ti cambiano tanto. Direi anche che vedere scorrere gli anni per un uomo che ha fatto rock and roll è più difficile che in qualsiasi altro genere. Non è come per un cantautore classico, non c’è un’estetica che invecchia con te, in quel caso arrivi con la tua chitarra acustica e puoi avere vent’anni come sessanta la cosa non cambia di molto, per un rocker è molto più dura”. - Avete inaugurato “Rock in Roma”. Che cosa rappresenta questa manifestazione?
Manuel Agnelli “visto” dalla matita di Aurelio D’Amico
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“Dal punto di vista culturale è solo un’occasione per i romani di vedere tanti bei concerti. Dal punto di vista musicale è un ottimo spazio dove suonare. E’ uno degli impianti più belli d’Italia, quindi per una band rock è una vera figata. Dal punto di vista culturale, messo a confronto ad altri festival ha un cartellone molto ricco e per noi è stata una prima data spettacolare”.
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Roberto Vecchioni: I quarant’anni di carriera del “prof” tra pensieri, musica, parole e coltelli. tx Antonietta Sasso a.sasso@setweb.it
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U Un tour in luoghi simboli dell’arte (come il teatro San Carlo di Napoli), un doppio cd per ripercorrere quarant’anni di carriera e soffermarsi su brani particolarmente cari, un libro (scritto dal giornalista Ernesto Capasso ed edito da Arcana), che ripercorre in una sorta di itinerari non
“IO NON HO MAI SENTITO TANTO DI VIVERE QUANTO HO AMATO”. UNA FRASE DI LEOPARDI CHE SI SPOSA PERFETTAMENTE CON LA SUA POETICA. IL NUOVO LIBRO A LUI DEDICATO, “MITI E PAROLE DI UN LANCIATORE DI COLTELLI”, E’ ANIMATO DA UN DESIDERIO IMPETUOSO DI VITA E UN MOTORE INESAURIBILE CHE È L’AMORE.
tanto immaginari, le suggestioni letterarie evocate dalle canzoni. Musica, pensieri e parole. Un ritorno forte sulla scena, dopo l’exploit di Sanremo 2011. - Come è cambiato in questi anni il suo modo di cantare, ma anche di vivere la speranza?
“Di speranza ne parlano tanti: animatori, poeti scrittori cantanti anche politici. Ma che cos’è? Non è un farneticare inutile, è qualcosa che bisogna costruire lentamente come un palazzo, costruendo i piani di volta in volta, sperando che cresca sempre di più. E’ una costruzione non solo
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NON SI E’ UOMINI SE NON SI COMBATTE CON IL DESTINO. A LUGLIO IL “PROF.” CONDURRA’ SU RAITRE UN PROGRAMMA SULLA STORIA DELLA SCUOLA.
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sentimentale e istintiva, ma è anche razionale fatta di logica, di intelligenza umana. Come può il cambiamento avvenire in una settimana, non è un palloncino che soffi e lo mandi in aria, bensì deve essere una corrazzata che ha bisogno di cose pratiche, un uomo, nel suo mestiere di vivere, non può abbandonare questo concetto di speranza né lasciarlo in mano agli altri”. - In “Lettere D’amore” in cui reinventa gli ultimi momenti di un grande lanciatore di coltelli, Pessoa, il quale diceva: “siamo una grande folla e un solo nome ci sta stretto”, lei spesso dialoga con perso-
naggi storici, letterari e poeti. In che misura rappresentano per lei dei miti e in che misura diventano veri e propri specchi in cui riconoscersi? Quello che accomuna molti registi, pittori, intellettuali è l’insoddisfazione perenne, il non raggiungimento. Ci sono due categorie di persone: quelle che se ne sbattano completamente, raggiungano o meno un obiettivo e pensano “mi basta!” e poi ci sono quegli uomini che nonostante riescono a raggiungere degli obiettivi ciò non li rende mai soddisfatti. Ovviamente sto parlando di ciò che concerne il “pensiero”, non di cose materiali.
In alcune persone c’è un bisogno assoluto di una risposta che non arriva mai. Credo che la vita non sia un traguardo o un raggiungimento totale e finale di qualcosa. La vita è un continuo mettersi in gioco ed io appartengo a questa categoria di perenni insoddisfatti anche se questa continua ricerca non coinvolge solo gli artisti in genere ma anche le persone cosiddette comuni”. - In Samarcanda lei cantava un tema: l’impossibilità dell’uomo di sfuggire al proprio destino. Nel romanzo “Scacco a Dio” ribalta l’impostazione affermando che l’uomo è più forte del destino o quanto meno può provare ad esserlo? “Chi l’ha detto che il soldato muore? La canzone lo dice? La morte continua a dire “corri cavallo, dai che questo arriva e lo faccio secco”, ma il finale non c’è, allora è semplicemente la presa di posizione molto greca e classica per cui il destino ha la sua importanza e sotto sotto l’umanesimo c’è sempre in molte canzoni e nel romanzo stesso è venuto fuori che laddove c’è una competizione tra destino e uomo in essa l’uomo deve necessariamente giocare le sue carte morali. Ci sono casi imponderabili, come quanto avvenuto in Emilia, e allora il destino sembra vincere ma, laddove c’è un forellino devo fare un buco per entrare e vincere io la mia battaglia con il destino deve essere questa e poi non si è uomini se non si combatte contro il destino”. Il Professore è un lanciatore di coltelli che a luglio si toglierà lo “sfizio” di essere in televisione: condurrà su Rai Tre un programma sulla storia della scuola.
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Finley
‘Fuoco e Fiamme’: l’amicizia è colonna portante della nostra storia musicale tx Wanda D’Amico w.damico@setweb.it
U - Un album dopo due anni di stop e molti cambiamenti. Cosa vi ha portato questa lunga gestazione?
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“In quei due anni c’è un mondo enorme. Nel 2010 c’è stato il nostro ultimo lavoro, intitolato “Fuori”, dopo di ciò le cose sono molto
UNA VOLTA CANTAVANO: ‘DIVENTERAI UNA STAR, UNA CELEBRITÀ’. I TEMPI SONO CAMBIATI COME DIMOSTRANO QUESTI TREDICI BRANI FATTI DI “FUOCO E FIAMME”. I FINLEY, BAND CHE HA SEMPRE AVUTO UN IMPATTO GIOVANE E FRESCO SI RACCONTA A SET; LE ESPERIENZE, LA MATURITÀ PER UN NUOVO PROGETTO INDIPENDENTE.
cambiate. Il contratto con EMI e Claudio Cecchetto erano in scadenza. Questa è stata una buona occasione per mettere a frutto ciò che quest’esperienza ci aveva dato e anche per fondare una nostra etichetta indipendente e produrci da soli. La collaborazione con Cecchetto è stata una gros-
sa esperienza formativa. Ora c’è questa nuova sfida. Un po’ di preoccupazione, ma tanti stimoli”. - Questo album apre un nuovo mondo Finley. Perché? “Siamo arrivati ad un’età, non solo anagrafica, ma
ph Tommaso Gesuato
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IN QUESTI ANNI TANTE SODDISFAZIONI E ANCHE QUALCHE RIMPIANTO: CI E’ SEMPRE STATO NEGATO UN PROGETTO PER USCIRE DAI CONFINI NAZIONALI.
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una maturità che ci ha portato ad investire e mettere in campo tutto quello che avevamo da dare. Sia nella produzione di questo disco, lavorando nella preproduzione, quindi creando un nuovo studio, sia registrando i provini e cercando di ottimizzare il team di lavoro. Siamo cresciuti insieme ai pezzi, abbiamo creato una produzione. Questa etichetta è stata massa in piedi a 360° per dare voce ai nostri sogni e alle nostre capacità”. - A quasi dieci anni dalla fondazione del vostro gruppo, quali le cose che non vi aspettavate e quali i rimpianti? “Suonavamo in una cantina buia – ricorda Pedro – e in meno di dieci anni abbiamo fatto cose assurde: 250.000 copie, un quinto
posto a Sanremo. Abbiamo poi avuto Cecchetto che ci ha sempre tenuto con i piedi per terra, lui ci diceva “ragazzi, non credeteci, se vedete 30.000 persone al vostro concerto, non credeteci, perché le cose possono cambiare”. Non era negativo, ma non voleva che noi ci dessimo molto peso, perché le cose si possono ridimensionare”. Rimpianti sicuramente quello legato all’estero. Noi speravamo che lavorando con una major come Emi, questa potesse spingere per portarci fuori dai confini. Nel nostro periodo d’oro (2006-2008), avevamo il sound più fresco, eravamo giovanissimi, loro potevano sfruttare questo per un’uscita estera, anche perché noi suonavamo anche in inglese”.
- La scelta del produttore artistico, Guido Style, vi ha fatto maturare molto musicalmente. “Lui prima di tutto è un amico, in passato abbiamo avuto modo di condividere il palco diverse volte. Si è finalmente creata l’occasione di fare qualcosa insieme. Lui è un artista a tutto tondo; conosce le strumentazioni in maniera sorprendente e riesce a dare un’impronta particolare a ciò che tocca. Noi abbiamo una nostra identità, della quale siamo sempre stati gelosi, lui ha avuto la maniera giusta di approcciarsi al nostro mondo ed è riuscito a portare un rinnovamento che poteva fare solo bene ai brani. Il disco, soprattutto per alcuni pezzi, ha avuto un sapore completamente diverso, grazie a quello che lui ha messo in tutto il lavoro”. - Nell’album la collaborazione con Edoardo Bennato nel brano “Il meglio arriverà”.
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ph Marica Crisci
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“E’ uno dei nostri pezzi preferiti, lo era anche prima della collaborazione con Edoardo. Il brano racconta una storia vera. E’ nato con un’identità definita, parla di ricordi, è molto evocativo. Volevamo creare qualcosa che avesse delle influenze musicali mediterranee, quasi una danza gitana, che avesse i suoni della chitarra pizzicata e delle atmosfere bucoliche. Con Eduardo avevamo avuto già esperienze, avevamo suonato con lui un suo pezzo del ’72 che, confermando la forza dei brani di Bennato, è sempre rimasto attuale: Rinnegato. Da qui è partito un rapporto che poi è cresciuto con il tempo. Gli abbiamo fatto sentire il brano, a lui è piaciuto molto e la sua armonica e la sua voce gli ha dato ancora più forza”. © Riproduzione riservata
InventaRio ph Angelo Trani
tx Vincenzo Lombardi v.lombardi@setweb.it ph Marica Crisci
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Italia-Brasile, una sfida a tempo di musica. Il ‘supergruppo’ celebra Ivan Lins. FERRUCCIO SPINETTI, GIOVANNI CECCARELLI, FRANCESCO PETRENI E DADI AL SECONDO LAVORO DISCOGRAFICO, INTERAMENTE DEDICATO AD UNO DEI PIU’ GRANDI AUTORI E INTERPRETI DELLA SCENA POPOLARE BRASILIANA. TANTI OSPITI CHIAMATI A RACCOLTA, STREPITOSE SONORITA’ E GLI OMAGGI A LUIGI TENCO E LUCIO DALLA.
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Gli addetti ai lavori lo hanno già definito il “supergruppo”. Sicuramente sono una proposta non comune nel piatto mondo della discografia italiana. Sono gli InventaRio, un quartetto che rappresenta il meglio della fusion d’autore. Bossa nova, samba, jazz, canzone d’autore italiana e napoletana, gospel e blues. Un’autentica all star formata da Ferruccio Spinetti, Giovanni Ceccarelli, Francesco Petreni e Dadi (polistrumentista brasiliano) riunitasi per celebrare Ivan Lins, per oltre trent’anni autore e compositore di
musiche popolari brasiliane. Un artista che viene ampiamente onorato attraverso l’album “InventaRio incontra Ivan Lins”, strepitoso omaggio al repertorio di Lins. “InventaRio incontra Ivan Lins” contiene due splendide interpretazioni vocali di Dadi, ed uno straordinario parterre di ospiti italiani ed internazionali: Chico Buarque, Samuele Bersani, Fabrizio Bosso e Vinicius Cantuaria, Jessica Brando, Bungaro, Chiara Civello, Vanessa Da Mata, Maria Pia De Vito, Maria Gadú, Gnu Quartet, Petra
Magoni, Fausto Mesolella e Tosca. II disco include un brano inedito di Lins “Imprevedibile”, il cui testo porta la firma di Max De Tomassi, e arrangiamenti originali della straordinaria musica di Lins, grandi classici come “Madalena”, “Cartomante”, “Nascere di nuovo (“Começar de novo”) e alcune perle, forse meno conosciute al pubblico italiano e internazionale: “Amore sincero” (“De nosso amor tao sincero”) e “Illuminati” (“Iluminados”). I brani sono interpretati in portoghese, inglese e, novità assoluta di questo lavoro discografico, in italiano e napoletano. In continuità con il primo disco d’InventaRio, i musicisti rendono omaggio ad un grande cantautore italiano, Luigi Tenco, offrendo un’originale interpretazione della celebre canzone “Un giorno dopo l’altro”. L’album si chiude con un cameo, “Felicità” di Lucio Dalla, che suona come un saluto pieno di amore e stima per il cantautore recentemente scomparso. Il disco è uno dei più felici connubi tra le tradizioni musicali dei due paesi. Un gemellaggio cultural-musicale tra due nazioni che hanno sempre avuto un certo affiatamento tra le note. Chiare le intenzioni: poco interesse per il commerciale, massima attenzione per la musica e per la qualità. L’entusiasmo è stata una chiave fondamentale per il
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UNA PROPOSTA NON COMUNE NEL PIATTO MONDO DELLA DISCOGRAFIA ITALIANA. UNA GRANDE FUSION D’AUTORE PER CELEBRARE UN RAGAZZO DI 68 ANNI…
progetto. “L’amore sconfinato per la musica brasiliana – esordisce Ferruccio Spinetti, ospite con Petra Magoni nella redazione di Set – ci ha portato a compiere un nuovo passo dopo l’album del 2010. Ivan Lins è un grande personaggio della scena brasiliana. Un giovane di 68 anni con un’energia pazzesca. La particolarità di questo album è principalmente nei testi, tradotti dal portoghese all’italiano proprio per volontà dello stesso
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Ivan. Onorati per la presenza di straordinari interpreti. Penso a Maria Pia De Vito, alla bravissima Jessica Brando, alla tromba di Fabrizio Bosso che suona l’unico momento strumentale dell’album. Da parte mia anche il piacere di ritrovare un signore che si chiama Fausto Mesolella, con il quale per quindici anni ho avuto l’onore di condividere l’avventura degli Avion Travel. Diciamo che l’Italia è ben rappresentata in questo omaggio ad un grande personaggio”. © Riproduzione riservata
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SEVERINA, LADRA DI LIBRI CHE ACCENDE PASSIONE E MISTERO Un giovane libraio aspirante scrittore sorprende una ragazza di singolare bellezza a rubare testi raffinati e andarsene dribblando abilmente la barriera antitaccheggio. Non la ferma, si limita ad annotare i titoli sottratti, nella speranza che torni. Presto la potenziale nemica diventa la sua ossessione: le parla, la segue, la bacia dopo una consenziente perquisizione tra gli scaffali, le chiede il nome: Severina. E’ il titolo del nuovo romanzo di Rodrigo Rey Rosa (pag. 112, € 10). Nonostante cerchi di ricostruirne la personalità at-
traverso il catalogo delle sue scelte, sulla sua sfuggente vita scopre poco: abita in una pensione con quello che sembra l’anziano padre, il quale legge con lei tutti i libri prelevati nelle librerie e paga il conto quando i proprietari lo reclamano. Il libraio si trasferisce nella stessa pensione per starle più vicino, ma invano. Tra le pagine dell’esistenza di Severina si cela un mistero tutto da scoprire. Severina è la storia, che fluttua con freschezza chagalliana, di due passioni intrecciate: l’amore e i libri. Due passioni che colpiscono irrimediabilmente.
TRE STORIE CHE SI INCOCRIANO ALL’ALBA NARRATE DA BARICCO Già in “Mr Gwyn”, il suo precedente romanzo, Alessandro Baricco aveva parlato di Tre volte all’alba, una storia nata dalla fantasia di un autore angloindiano. Ed è proprio questo il titolo che l’autore torinese ha scelto per il suo ultimo romanzo (pag. 96, € 10). Si tratta di tre racconti, indipendenti tra loro ma legati da un unico filo conduttore. Le tre storie si sfiorano tra loro in maniera quasi impercettibile, eppure dal flebile punto di contatto nasce un legame profondo, come avviene per i protagonisti della singola vicenda. Il vissuto della narra-
zione si svolge sempre all’alba e i protagonisti sono due sconosciuti, che in seguito ad un incontro fortuito si raccontano e si rivelano, instaurando tra di loro un legame umano in grado di svelare all’altro il loro io più profondo in pochi attimi, con poche parole. Tutti i personaggi presenti nel romanzo hanno lasciato qualcosa di importante nel loro passato e hanno dovuto ricominciare. Baricco esplora la vita e le relazioni umane attraverso le storie messe a nudo degli uomini e delle donne che popolano Tre volte all’alba.
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Max Pezzali
& gli 883
tx Vincenzo Lombardi v.lombardi@setweb.it ph Paolo Di Francesco
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Venti anni fa: quando “l’Uomo Ragno” cambiò i sogni di una generazione. DUE DECENNI FA MAX E MAURO, DUE STUDENTI SOGNATORI DI PAVIA, PASSANO DALLA CANTINA ALLE VETTE DELLE CLASSIFICHE. PORTANO NUOVO STILE POP, PARLANO UN NUOVO LINGUAGGIO. UN ALBUM DESTINATO A NON ESSERE DIMENTICATO. OGGI I RAPPER ITALIANI CELEBRANO UN COMPLEANNO SPECIALE NELL’ATTESA DELLA REUNION....
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Estate 1992. Il sangue delle stragi mafiose invade l’Italia. Capaci e via D’Amelio tra le pagine più orrende della nostra storia. Il “Moro di Venezia” guidato da Paul Cayard fa sognare appassionati e non nelle finali di Coppa America. A Parigi apre i battenti Eurodisney, Lorenzo Jovanotti inizia la sua seconda vita artistica che lo porterà ad una crescita musicale e personale esponenziale. Nelle radio successi del passato come “Because the night” e “Please don’t go” vengono riscoperti dai dj e dalle notti in Riviera. La disco-
music inizia un inanellare una serie di successi su scala mondiale. Nonostante tutto c’è voglia di ballare. A Pavia, in uno scantinato improvvisato a sala di registrazione, due compagni di liceo sognano tra le note di un nuovo pop. Era, infatti, il 1992 quando gli 883, alias Max Pezzali e Mauro Repetto, pubblicarono il loro primo album “Hanno ucciso l’uomo ragno” raggiungendo la prima posizione della Hit Parade con oltre 600.000 copie vendute e diventando la colonna sonora di un’intera generazione. Dallo scantinato di
Pavia a premi e copertine: rivelazione dell’anno a “Vota la Voce”, il famosissimo referendum popolare di “Tv Sorrisi e Canzoni”. Qualcuno dice che il pop italiano da quel momento non fu più lo stesso. Non sta a noi sentenziare, fatto è che quell’album (grazie anche a brani come “Non me la menare” e soprattutto “Con un deca”), segnò una piccola svolta nel linguaggio e nello stile. Il marchio 883 iniziò una scalata inesorabile e sicuramente non si può parlare di fenomeno usa e getta. Dopo vent’anni, infatti, è tempo di celebrazioni. Ecco arrivare “Hanno ucciso l’uomo ragno 2012”, l’album originario e che ripropone tutte le canzoni ricantate e riarrangiate da Pezzali con i maggiori esponenti della scena rap tra cui Fedez, Emis Killa, Club Dogo, Ensi, Entics, Two Fingerz, Dargen D’Amico, Baby K e J-Ax. Proprio in duetto con J.Ax c’è il singolo inedito “Sempre noi”, un brano che sfoglia vent’anni di abitudini, immagini e percorsi. Un album che è diventato la colonna sonora di un’intera generazione e che oggi, due decenni dopo, viene riproposto in chiave moderna. “Che emozione - è la dichiarazione del produttore e talent scout Claudio Cecchetto - dopo 20 anni risentire per intero il primo album di Max Pezzali Un’emozione resa più straordinaria dalla partecipazione dei rapper più fa-
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CLAUDIO CECCHETTO: “DOPO VENTI ANNI. LE CANZONI DI MAX HANNO MANTENUTO LA FRESCHEZZA ORIGINALE. ANCHE PER ME UNA BELLA EMOZIONE...
mosi d’Italia che hanno voluto aggiungersi ai successi contenuti in questo storico album degli 883. Con loro tutto è ritornato di estrema attualità. Dopo 20 anni le canzoni hanno mantenuto la freschezza originale, riaggiornate dai più grandi protagonisti della scena rap italiana per creare il nuovo album che festeggia il ventennale del debutto di Max Pezzali”. E’ ancora presto per sapere se “Hanno ucciso l’uomo ragno” tornerà ad essere un tormentone delle radio e delle moderne
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playlist. Vent’anni fa c’erano ancora i nastri e le cassette da riavvolgere con la penna per risparmiare la batteria del walkman. Sono cambiate mode ed abitudini, ma siamo sicuri che a qualcuno verrà ancora voglia di lanciarsi in un balletto, semmai un po’ sconclusionato, come faceva all’epoca Mauro Repetto, il biondino degli 883. E se il compleanno fosse festeggiato con una bella reunion? La rete ha già lanciato la sua petizione.
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UN’ ESTATE TUTTA VITAMINICA
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Con l’arrivo del caldo occorrono molte vitamine si sa, gli esperti lo raccomandano tutti gli anni e quest’anno anche le tenenze moda hanno seguito il consiglio. E quale poteva essere il colore per eccellenza a rappresentare questa nuova moda? Ma ovviamente il giallo, ma non il giallo accecante del sole e nemmeno quello pastello del canarino, ma la sfumatura più effervescente e rinfrescante del LIME. Un colore allegro e vivace che è esploso con tutta la sua personalità su tutte le passerelle del mondo abbracciando tutte le fasce d’età. Si va dallo stile morbido e sportivo di Diane Von Furstenberg, allo streetwear giovane e cangiante MSGM fino alle proposte bon ton di Richmond. Ma quando esplode una moda coinvolge tutti e quindi anche marchi più accessibili come il colosso svedese H&M che osa con sfumature neon. A sdoganare un colore così particolare ci ha pensato la stravagante Emma Watson presentandosi al Party MTV Movie Awards con un abito Notte By Marchesa d’organza color lime completando il suo look con un rossetto arancio.
tx Nica Crisci n.crisci@setweb.it
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Le storie della tx Vincenzo Lombardi v.lombardi@setweb.it La terza edizione della serata benefica si svolgerà l’8 Luglio 2012 all’interno della Fondazione Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni (Caserta). Ingresso da Piazza della Pace con posti a sedere. Il biglietto (che non ha un costo stabilito) è da intendersi come offerta all’associazione. L’intero ricavato della serata, infatti, sarà destinato ai nuovi progetti. E’ possibile seguire l’evento su facebook al gruppo Village Festival 2012.
Gigi Finizio: l’evento straordinario della manifestazione
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8 LUGLIO AL ‘VILLAGGIO’: EMOZIONI FIRMATE GIGI FINZIO Le emozioni della musica e il cuore della solidarietà tornano a battere nella storica cornice del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni. Forse ancora può definirsi un appuntamento di rito, ma sta lentamente diventando una piacevole abitudine. Dopo un anno di serrato impegno sociale con iniziative che hanno coinvolto centinaia di giovani, l’associazione di volontariato V.I.D.A. alla vigilia dell’imminente missione in terra indiana (che si svolgerà ad inizio agosto per l’intero mese), ha voluto organizzare una serata incentrata sulle emozioni della musica. Domenica 8 luglio dalle ore 21 l’incantevole cornice del Cortile dei Tritoni del “Villaggio” farà da sfondo alla terza edizione del “Village Festival”, spettacolo e beneficenza che si uniscono allo scopo di raccogliere fondi per i nuovi progetti che saranno realizzati in India nei centri e nei luoghi dove bambini ed anziani vivono in condizioni di perenne degrado e povertà. Le iniziative riguarderanno anche l’istruzione. In appena due anni di attività, V.I.D.A. ha saputo lanciare tante gocce
nell’oceano della speranza. La grande festa dell’8 Luglio, avrà la musica come filo conduttore. La musica vista come intrattenimento, ma anche come passione che si trasforma in opportunità. Sul palco ci saranno giovani talenti come quello di Manuel Aspidi, testimonianze di giovani volontari e soprattutto la voce, le note e le melodie di Gigi Finizio, ospite straordinario dell’edizione 2012 del Festival. Un artista scelto non solo per il suo curriculum discografico, ma anche per quello che ha sempre trasmesso al pubblico. Il meglio di un repertorio sterminato (dagli esordi a “Lo specchio dei pensieri”, da “Solo lei” a “Per averti” e “Fammi riprovare”, fino ai recenti “Più che posso”, “Regalarti l’anima” e “Basterebbe”) che hanno costante-
mente avvalorato la bravura e lo stile di un artista amatissimo. Un cantautore che ha sempre parlato con la sua musica in tematiche che hanno toccato non solo i sentimenti, ma anche l’impegno civile. Un autentico Gigi Finizio show per il pubblico del Villaggio che che sarà accompagnato dalle coreografie e dai momenti di danza realizzati dal “Balletto di Caserta” di Tiziana Trovato, suggestivo contorno al “live” del cantautore. “Con grandi sacrifici e costante impegno ci troviamo a rivivere la grande serata di VIDA dedicata alla musica. Esserci – spiega il presidente padre Miguel Cavallè – con la terza edizione del nostro Festival, è un motivo di vera soddisfazione. Mi auguro che ancora una volta il cuore della solidarietà possa battere in maniera forte e coin-
volgente. La musica rappresenta un momento di aggregazione, nonché una delle arti più amate dai giovani. L’8 luglio cercheremo proprio di fare questo. Illustrare il cammino fatto da VIDA in questi due anni di attività e vivere tutti una serata da ricordare. Sarà un piacere poter ammirare l’arte e le emozioni musicali di un grande cantautore come Gigi Finizio, uno “scugnizzo” che si è fatto da solo. E’ partito dalle zone a rischio di Napoli e grazie alla sua instancabile passione per la musica è arrivato a conquistare i grandi palcoscenici. Lui è uno di quelli che ce la fatta. Ecco perché lo attendiamo con grande affetto. La sua storia, oltre che la sua musica, dovranno essere da esempio per tanti giovani”. © Riproduzione riservata
L’evento si svolgerà nella storica cornice del ‘Cortile’ del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni
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Antonella Caramia www.radionorba.it
tx Vincenzo Lombardi v.lombardi@setweb.it
RadioNorba è per lei una sorta di seconda casa. E’ cresciuta insieme all’emittente pugliese. Da oltre trent’anni in “voce”, Antonella Caramia è legata alla Radio del Sud. La sua voce è il buongiorno per i radioascoltatori con una presenza molto familiare. E alle nuove leve un consiglio molto diretto…
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Antonella come è nata la tua passione per la radio e per la musica? “Ho amato la radio fin da bambina: a dieci anni registravo i miei pezzi preferiti e poi li presentavo improvvisando trasmissioni casalinghe. A tredici riuscii a farmi dare uno spazio in una piccola emittente, e per essere in onda al mattino rinunciavo a trascorrere le mattine estive al mare: provavo maggior soddisfazione a scegliere musica e commentarla con la mia voce infantile che a sguazzare coi miei coetanei”. Parlaci di Radio Norba, con i punti di forza e le caratteristiche principali dell’emittente. “RadioNorba è la radio più ascoltata nel sud Italia. Oltre la Puglia siamo presenti anche in Basilicata, Molise e Campania. Ha successo perché i suoi ascoltatori si sentono speciali: Radionorba riserva loro eventi di grande appeal e si è guadagnata autorevolezza e credibilità attraverso un’informazione attenta al territorio. Per me far parte di Radionorba significa fare il lavoro che amo senza lasciare la terra
che amo e dove ho le mie radici. Per questo mi sento di ricambiare con sincerità il sentimento di chi ascoltandoci da lontano trova conforto o struggimento nel contatto con la radio del Sud”. Come è cambiata e si evoluta la radio in questi ultimi decenni? “La tecnologia ha aggiunto fonti e stimoli utili ad arricchire e ad aggiornare rapidamente i contenuti. Gli argomenti preparati per la trasmissione possono essere accantonati, sostituiti da temi di più stringente attualità ed immediatamente sviluppati utilizzando i contributi che gli ascoltatori ci inviano attraverso i social network oltre a sms, mail e notizie di agenzia”. Ci parli dei tuoi impegni in radio, del tuo programma? “Sono in onda dalle 9 alle 11, dal lunedì al venerdì. Mi auguro di portare a chi ascolta il mio programma sorriso, compagnia e informazione leggera. Ma ci tengo che il sorriso non sia forzato e la verve non stereotipata, perciò tento di sintonizzarmi con l’umore di chi ascolta ed eventualmente a
dar voce e attenzione costante a ciò che accade. La mia vuole essere una presenza familiare, non ci tengo assolutamente a pormi come entità superiore”. Una canzone è per sempre. Ci dici il tuo tris d’assi, i brani che in qualche modo ti hanno segnato la vita. “Walking of the Moon dei Police mi ha introdotta ancora quasi bambina nel mondo della musica “da grandi”. Spectral Mornings di Steve Hackett altrettanto con il piacere raddoppiato dal privilegio di averlo intervistato. Atlantide di De Gregori rappresenta la perfezione in un brano italiano”. Non c’è estate senza tormentone. Azzarda una scommessa. “Facile. “Non vivo più senza te”, di Antonacci. Che per vincere ha astutamente inserito nel testo pizzica&vacanza in Salento”. Antonella ci salutiamo con un consiglio da dare ai giovani che sognano di fare radio. “Non scimmiottate i milanesi!! Siate sempre voi stessi”.
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Un a nimo sensibile. Un tragico destino.
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Scrivere di questo artista è come raccontarvi di un caro amico. Amedeo Modigliani, l’animo sensibile e il suo triste destino, hanno creato intorno a lui una legenda. Le informazioni che si hanno della sua vita, si devono alla su prima figlia Jeanne (alla quale fu dato lo stesso nome della madre), raccolte in una biografia. Nato come scultore, abbandonò la sua prima passione per la pittura, ma senza cambiare la sua filosofia artistica cioè quella del “togliere”. I suoi dipinti sono privi di disegno, poche tonalità dalle forme essenziali e linee sinuose. Una delle caratteristiche che consentono di classificare un dipinto come “un Modigliani” è l’assenza degli occhi e il collo allungato nei ritratti di donna. Nel 2004 è uscito un film che parla dell’ultimo anno di vita di Modigliani (I colori dell’Anima di Mick Davis), del suo incontro con la moglie Jeanne e della sua rivalità con il pittore Pablo Picasso. Scena chiave del film, dopo uno dei vari ritratti fatti a sua moglie Jeanne, per la prima volta dipinse i suoi occhi. “Dipingerò i tuoi occhi solo quando conoscerò la tua anima”. Un amore sincero ma straziante, terminato precocemente con la morte di Modì all’età di 35 anni e seguito dal suicidio della moglie incinta del loro secondo bambino. Tanti gli artisti segnati da questo tragico destino ma che non hanno avuto la giusta notorietà, ma per Modigliani è stato diverso. La sua anima vive nelle sue opere e ammirandole si avverte la sua presenza come un soffio sul viso.
tx Marica Crisci m.crisci@setweb.it
Amedeo Modigliani “Nudo sdraiato con braccia aperte” (1917)
TUO UNICO “ ILDOVERE È
SALVARE I TUOI SOGNI.
”
Amedeo Modigliani
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Vittorio Mezza
tx Wanda D’Amico w.damico@setweb.it
NOME: Vittorio Mezza NATO A: Maddaloni (CE) ETA’: 36 PROFESSIONE: musicista SOGNO NEL CASSETTO: costruire la mia vita e quella altrui, con la musica.
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Un uomo, un musicista, che si racconta in un turbinio di emozioni dal sapore antico, ma che non perdono mai il loro fascino. Nascosti in un cassetto e poi esposte per le grandi occasioni. Vittorio Mezza ci racconta origine e storie legate al suo rapporto con il piano. - Ti va di raccontarci il tuo primo incontro con la musica e nello specifico con il pianoforte? “Ho iniziato a suonare da bambino, dapprima il saxofono ma, dopo pochissimo, ho ‘trovato’ il pianoforte. Ho dei bellissimi ricordi legati all’arrivo a casa del mio primo strumento, sensazioni forti legate a quell’epifania strumentale, unita ad un senso di vera e propria scoperta di un nuovo mondo - come scrivo all’interno del booklet dell’album: ‘dai colori, all’odore del legno - con le sue macchie e venature incantate - all’esplorazione delle viscere dello strumento, al tatto con l’avorio, la ghisa e le corde, al pensiero di quell’architettura magica e meravigliosa nascosta dietro alla produzione di ogni singola nota prima, di semplici melodie,
di incredibili infinite sfumature e di timbri inconsueti poi; ai remoti e ormai sfocati motivi di quella che solo allora, nel passato, risultava essere una naturale ed apparentemente inattesa scelta inconscia’. Con il pianoforte un rapporto intenso”. - Diplomato al conservatorio e successivamente ri-diplomato in musica jazz. Quanto è importante una formazione di base classica? “Può aiutare. Ho cercato di convogliare la tecnica e l’esperienza degli studi classici nel mio linguaggio improvvisativo e compositivo cercando di sfruttarne tutte le sfaccettature: il pianoforte è uno strumento apparentemente di facile approccio a livello di produzione iniziale del suono ma, in realtà, rappresenta una vera e propria orchestra da dosare e ben calibrare nelle sue infinite nuances”. - “Life Process” il tuo nuovo album. Ci racconti questo progetto? “La conferma di un rapporto du-
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raturo che viene cristallizzato in dieci composizioni – cinque originali e altrettanti standards – nella ricerca di unitarietà, coerenza e varietà al contempo, in linguaggio che sembra proiettare un’evidente linea di fuga dal reale. Perciò, si perdono i confini tra la vita e l’arte: la musica è intesa come processo di vita, movimento, velocità tra le velocità, creazione di una dimensione parallela al reale che sta nel mezzo, ma che non è più sovrapponibile ad esso, finisce per prenderne il posto”. - All’interno dell’album, una traccia è dedicata al brano Quando di Pino Daniele, come mai questo brano fra i tanti del repertorio musicale campano? “Ho scelto questo brano perché è uno tra i più significativi di Pino Daniele. Sin da ragazzo, ascoltandolo come colonna sonora nel film di Massimo Troisi, me ne innamorai. Dopo vent’anni, inconsciamente, ho deciso di farne una mia rivisitazione partendo proprio dalla sua caratteristica e nuda bellezza armonio-melodica per tracciarne un mio percorso”.
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Rimini storie di un naufragio
tx Gianrolando Scaringi ph Domenico Ruggiero
A teatro il controverso “De André” del 1978.
UN ESPERIMENTO MUSICAL-TEATRALE DEI GIOVANI CASERTANI DELLA COMPAGNIA TEATRALE “EUSKENÈ” E DEL GRUPPO MUSICALE “Â CÚMBA” CONTAMINA L’OPERA DEL CANTAUTORE GENOVESE COSTRUENDO UN ORIGINALE MIX DI MUSICA E TEATRO COINVOLGENTE, RIFLESSIVO E DIVERTENTE.
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Alla sua uscita, nel caldo maggio del 1978, “Rimini”, nono album di Fabrizio De André, fu accolto con un’enfasi piuttosto retorica dalla stampa italiana. Al di là degli elogi meramente pubblicitari, gli approcci della critica erano stati piuttosto banali, pretendendo, forse troppo sbrigativamente, di classificarlo tra i dischi dei “ritorni” (il suo precedente lavoro, “Volume 8”, era, infatti, del 1975) così come aveva fatto, un mesetto prima, con un tale Francesco De Gregori e con il suo omonimo album “De Gregori”. Eppure, quell’album scritto nel cuore della Gallura, da un De André trentottenne reinventatosi allevatore, ma pur sempre cantante ed autore alla ricerca di stimoli
nuovi, non era una sola e semplice operazione commerciale (da molti intesa, soprattutto, per via del suo passaggio ad una etichetta che, allora, si poteva ben definire come una “major” tutta italiana, la “Ricordi”) rispondente all’unica necessità di “far cassa” con il talento del cantautore genovese. “Rimini”, arrangiato con l’aiuto di Massimo Bubola, era, invece, il segno evidente di un De André nuovo: poeta, come sempre, agli ultimi, agli emarginati ma, stavolta, disilluso dalle vicende politiche degli ultimi anni settanta ma, contemporaneamente, eccezionale musicista, sempre in crescita, ed aperto a nuovi linguaggi ed a nuove contaminazioni (soprattutto folk e pop).
Dieci pezzi – di cui due esclusivamente strumentali – per poco più di quaranta minuti. Quanto basta per raccontare un’esperienza, per comunicare un’emozione. Rimini, città dai mille volti e crogiuolo di mondi e di esperienze diverse, città di mare e di naviganti, di naufragi e nuove scoperte, trova nel suo corrispondente musicale tutta sé stessa: i suoi lati migliori, le sue contraddizioni e le sue promesse non mantenute. Ed è da questa premessa, da questo non dichiarato catalogo di disillusioni, che parte il lavoro artistico “Rimini, storie di un naufragio”, vero e proprio spettacolo della tradizione musicalteatrale, frutto di un lungo lavoro di collaborazione e contaminazione tra la compagnia teatrale “Euskenè” ed il gruppo musicale “Â Cúmba”. Non è, certamente, facile “portare in scena” un album del genere, un’esperienza tutta musicale così ricca di significati. Ma i due gruppi di artisti ci riescono leggendo ogni melodia sotto una particolare visione ed interpretazione e costruendo un originale mix di musica e teatro coinvolgente, riflessivo e divertente. La musica e le parole delle canzoni di De André si intrecciano, così, con la recitazione teatrale in un’opera corale, dove piccole finestre di un’immaginaria Rimini, città del “vorrei ma non posso”, si aprono di volta in volta sui
personaggi che la popolano e le mille situazioni che essi vivono. L’esperienza dell’esistenza umana è raccontata, di volta in volta, attraverso momenti legati alla metafora del viaggio per mare, alla speranza di chi s’imbarca alla volta di una meta, lontana, invisibile, ambita con il terrore della possibilità, mai esclusa, del naufragio. E se il naufragio è la fine di qualsiasi viaggio per il marinaio, l’approdo definitivo, quello che non lascia il porto aperto ad un nuovo viaggio, allora la pos-
sibilità del naufragio è valida anche per l’esistenza: il risveglio dai sogni, la disillusione delle speranze, la fine degli ideali, le promesse non mantenute. Le vicende di un naufragio vero, quello della London Valour – affondata nel porto di Genova il 9 aprile 1970 – si intrecciano con quelle del naufragio di una città, di una società, quella contemporanea, della Rimini d’oggi, che sembrava aver cercato senza trovare, visto senza osservare, fatto senza agire, sognato senza dormire. © Riproduzione riservata
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Ischia Film Festival
tx Gaetano Ippolito g.ippolito@setweb.it
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10 candeline da spegnere sull’isola celebrando la bellezza del territorio. COMPLEANNO SPECIALE PER LA KERMESSE DEDICATA ALLE LOCATION E ALLE SCENOGRAFIE. PROIEZIONI ED INCONTRI DAL 30 GIUGNO AL 7 LUGLIO NELL’INCANTEVOLE SCENARIO DEL CASTELLO ARAGONESE. IL DIRETTORE ARTISTICO MESSINA: “VOGLIAMO ESPLORARE NUOVI LINGUAGGI”. SEGUITE IL FESTIVAL CON I REPORTAGE DI SET!
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Il grande cinema torna sull’isola verde e stavolta l’occasione è delle più speciali. L’ incantevole scenario del Castello Aragonese, ospiterà dal 30 giugno al 7 luglio, la decima edizione dell’Ischia Film Festival. Un compleanno importante e prestigioso. La decima candelina che si accende sull’unico Festival dedicato al mondo delle location e delle scenografia. La kermesse che valorizza una componente importante del prodotto cinematografico. Un compleanno che sarà piacevolmente “allargato” alla nostra redazione. An-
che per SET, infatti, è la stagione del decimo anno di attività e quale migliore occasione che celebrare l’evento seguendo in diretta una manifestazione pienamente radicata sul territorio come l’Ischia Film Festival. Tra mare, sole e tanto cinema di qualità. SET seguirà il festival attraverso interviste, servizi, protagonisti, video e galleria fotografiche. Il web sarà la “casa madre” dei nostri lavori. Dal nostro sito e attraverso la pagina facebook, tutti i colori del festival isolano. “Sono passati in fretta i primi
dieci anni di questo festival - spiega il direttore artistico Michelangelo Messina – e sicuramente hanno rappresentato un perfetto connubio tra la passione per il cinema e la volontà di esplorare nuovi orizzonti culturali ed espressivi. Ciò che in questi anni ha caratterizzato la mia attività è stato l’intento di far capire quanto sia importante il cinema per la conservazione culturale di un territorio. Attraverso questa tematica cosi singolare ci siamo tutti arricchiti di un nuovo linguaggio cinematografico che va ben oltre il termine “location” e che ci ha dato l’opportunità di guardare il cinema con altri occhi: quelli del viaggiatore che al cinema cerca la sua metà tra sogno e realtà”. Un festival, dove ogni anno vengono proiettate opere selezionate da tutto il mondo che valorizzano, attraverso il racconto filmico, l’identità culturale di quei luoghi che grazie a bellezza e fascino diventano set da pellicola. È da sottolineare che il festival è parte integrante di un progetto denominato “Cinema & territorio”, che ha come obbiettivo principale la salvaguardia della particolarità paesaggistica e culturale dei territori per la loro promozione attraverso l’audiovisivo. All’interno dell’ Ischia Film Festival ritornerà anche la Borsa Internazionale delle Location e del Cineturismo, l’unico mercato in Europa dedicato alle locations e al
“
TRA GLI OSPITI QUASI CERTA LA PRESENZA DEL REGISTA FRANCESCO PATIERNO. UN DOCUMENTARIO DEDICATO ALL’ARTE E ALLA MUSICA DI ENZO GRAGNIANIELLO
Cineturismo, un momento di scambio culturale e commerciale tra l’audiovisivo e il territorio. Hanno aderito all’iniziativa nel corso di questi anni personaggi del mondo cinematografico e studiosi del marketing territoriale. “Come sempre il programma sarà ricco di novità - conclude il direttore artistico del festival – e oltre ai tradizionali appuntamenti con le opere in concorso, gli incontri di cinema e le mostre, quest’anno abbiamo aggiunto una nuova sezione la “location sociale”
”
dedicata ad una speciale focalizzazione del concetto di location alla luce delle problematiche economico sociali emerse con forza negli ultimi tempi nella nostra società”. Primi rumors anche per quanto riguarda gli ospiti. Quasi certi il certi il regista Francesco Patierno (“Cose dell’altro mondo”) e l’attore Mattia Sbragia (“Diaz”). Probabile anche il ritorno sull’isola di Rocco Papaleo. Sicura anche la presenza di Enzo Gragnianiello con il documentario a lui dedicato. © Riproduzione riservata
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TEMPO DI RITMO CON MADONNA E SOLVEIG. IL RITORNO DEI SUD SOUND SYSTEM
12.06
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Madonna Stadio Olimpico (Roma)
Samuele Bersani Arenile Reload (Napoli)
tx Alfonso Papa a.papa@setweb.it
15.06
Francesco De Gregori Macerata
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Sud Sound System Arenile Reload (Napoli)
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Nina Zilli Senigallia (Ancona)
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Fabio Concato Castel Sant’Elmo (Napoli)
07.07
Subsonica Arenile Reload (Napoli)
Musica grande e assoluta protagonista e non potrebbe essere altrimenti. L’estate è il momento clou dei concerti e soprattutto dei grandi eventi. L’attesa è tutta per l’eterna Madonna e il suo mini tour italiano (Roma, Milano, Firenze) che arriva dopo la mezza delusione dell’ultimo album. Per i tantissimi che vogliono associare ad un buon live anche una gita fuori porta, tante proposte di qualità. C’è Nina Zilli (recente protagonista all’EuroFestival) a Senigallia, la magia di Francesco De Gregori a Macerata. Intenso il cartellone dell’Arenile Roload di Napoli dove spicca la presenza del famoso dj Martin Solveig con il suo nuovo e coinvolgente show. Ma è soltanto un gustoso antipasto. A luglio piazze ed arene ribolliranno con Laura Pausini, Ligabue, Subsonica e Negrita.
MUSICA D’AUTORE CON CONCATO E BERSANI. LUGLIO E’ IL MESE DELLE BAND: ENERGIA PURA CON NEGRITA E SUBSONICA
”
17.07
27.07
Negrita Arena Flegrea (Napoli)
Laura Pausini Piazza del Plebiscito (Napoli)
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Genere: Musicale | Nazione: U.S.A. Regia: John Landis | Cast: Dan Aykroyd, John Belushi, Kathleen Freeman, James Brown, Henry Gibson | Uscita: 20.06.2012
SENTIMENTI, COMMEDIE E DOCUMENTARI: ESTATE AL CINEMA Facile pronosticare che tra Europei di Calcio e primi assaggi d’estate il cartellone cinematografico non è di prima scelta, ma c’è qualcosa di interessa per non perdere confidenza con il grande schermo. Matt Damon e Scarlett Johansson, ad esempio, sono protagonisti della simpatica commedia “La mia vita è uno zoo”, storia di un padre vedovo che compra uno zoo abbandonato per farlo rinascere e gestirlo come un’impresa familiare. Il 20 giugno compleanno speciale per “The Blues Brothers”, film cult con Dan Aykord e John Beluschi che torna in nuova veste digitale. Commedia protagonista anche in “Benvenuti a Bordo”. Una nave da crociera e un ingestibile triangolo amoroso sono gli ingredienti di una scoppiettante e divertente trama. Anche Luisa Ranieri nel cast. Spazio al documentario “Marley”. La vita, le dichiarazioni, la musica, le donne, la musica, i figli, l’impegno e le contraddizioni del più grande e riconosciuto interprete della musica reggae giamaicana. © Riproduzione riservata
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gli attesissimi di questo mese
Genere: Documentario | Nazione: U.S.A., Regno Unito | Regia: Kevin Macdonald | Cast: Bob Marley Uscita: 26.06.2012
tx Vincenzo Lombardi v.lombardi@setweb.it
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nell’ambito del programma Gioventù in Azione. I temi principali del “Ready To Read” sono arte e cultura, sensibilizzazione alle tematiche europee e inclusione sociale. Gli obiettivi che Patatrac intende perseguire si concentrano anche sulla condivisione di idee e iniziative a servizio della comunità, sulla necessità di cambiare approccio alla lettura e sulla sua comprensione non solo in senso educativo, ma anche ludico. Tra le iniziative quella della biblioteca itinerante. I prossimi appuntamenti: il 10 giugno alla Feltrinelli di Pomigliano, il 12 della Biblioteca Provinciale di Avellino e il 23 alla sede della s.c. Kalimera a Ischia. Il 7 luglio alla Biblioteca di San Giorgio a Cremano, il 14 presso la sede di Angri di Kalimera, poi il 21 a Casal di Principe con la Cooperativa Agropoli. Le attività riprenderanno nella prima metà di settembre con tantissime altre iniziative che coinvolgeranno tantissimi studenti.
CON I MAYA DODICI, ESTATE IN MUSICA
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“READY TO READY”: LETTURA ITINIRANTE 44
Venti incontri in quattro province della Campania sul tema della lettura come strumento ludico/ formativo di inclusione sociale. E’ “Ready To Ready”, iniziativa dal gruppo informale Patatrac e dall’associazione spagnola Lurdoscopìa, insieme ad alcuni dei soggetti della rete locale. Il progetto è stato approvato e finanziato dall’Unione Europea
Sarà un’estate in musica con un pieno di energia e coinvolgimento per i Maya Dodici, gruppo casertano che si sta muovendo a grandi passi nel panorama dell’organizzazione eventi. Antonio Del Prete e Luca Ruzza non hanno per nulla paura della scaramanzia. Buona musica e serate a tema gli immancabili ingredienti, per lasciare la giusta impronta. Praticamente
un’estate da fine del mondo che vedrà spesso i Maya Dodici in coppia con gli Afterwork, altra band casertana che propone i classici del rock alternativo. Il gruppo è composto da: Elvio Iodice, voce, Luca Ruzza, chitarra, Valerio Riccobono, chitarra, Cristiano Febbraio, basso, Alfredo Savarese, batteria. Prossimo appuntamento il 15 giugno. Evento a tema: serata giamaicana all’etno-pub “Sud” di San Clemente (Caserta).
BARZELLETTE
Dopo una settimana di vacanza e sole in Sardegna, Berlusconi si ritrova bianco pallido come all’arrivo. - Avrò messo troppa crema protettiva! - pensa tra sé e sé. Allora decide di fare una settimana di abbronzatura senza creme. Ma a fine settimana è ancora bianco come un cencio. Allora decide di andare dal dottore al quale racconta l’accaduto. Il medico risponde: - Vede Cavaliere... prima di diventare neri, bisogna diventare rossi... - MAI E POI MAI! - Ecco... appunto...
SUDOKU
INDOVINELLO*
Qual è l’animale che cammina con i piedi sulla testa?
Berlusconi fa al suo psicanalista: - E’ terribile dottore... sono innamorato di una persona che non sono io!!! - Quanti Berlusconi ci vogliono per cambiare una lampadina? - Uno solo che tiene ferma la lampadina. Poi il mondo gira tutto intorno a lui.
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Il pidocchio.
Giugno
2012
Ariete
Il tuo temperamento da pioniere animato dal desiderio di scoprire e la tua innata generosità saranno ancora più evidenti. Aspettati cose belle dalla vita, rafforza la fiducia in te stesso, alimenta lo spirito di iniziativa e tra un anno potrai dirti soddisfatto.Il Sole (vitalità, volontà, energia) fino al 20 ti dona una grande forza di volontà per perseguire i tuoi obiettivi. Mese alquanto stimolante per la vita a due.
Leone In campo professionale si Sagittario profila una ripresa interessante, che ti consente di sbrigare gli affari prima della pausa estiva e di programmare il lavoro per l’autunno. La miriade di stelle a favore stimola la creatività, le forze fisiche e mentali, e permette di utilizzare le tue risorse per ottenere il massimo profitto in ogni settore. Particolarmente favorite le attività artistiche.
In campo pratico devi valutare attentamente le tue capacità, perché giugno sollecita idee ambiziose, voglia di emergere a tutto i costi e di realizzarti. E’ proprio l’ambizione il tuo punto debole. Vuoi sempre di più. Ma sei sicuro che ne valga la pena? La fretta non è una buona consigliera. Ora è saggio rimandare, attendere momenti più propizi e accettare gli aiuti che persone amiche e competenti ti vogliono offrire.
Toro Mese di belle previsioni. Ti Vergine Le difficoltà non ti spa- Capricorno senti potente e grintoso, capace di conquistare con audace maestria i successi che meriti. Con Mercurio in felice sestile dal 7 al 25 puoi mettere a frutto la tua intelligenza e la capacità di approfondimento che non ti fa certo difetto. Ci sono argomenti che ti interessano e incontri che vuoi fare. E’ il momento ideale per farsi nuovi amici.
ventano, e si trasformano anzi in stimoli capaci di potenziare la tua abilità, il tuo intuito e la capacità di conquistarti, con la tua riservatezza e affidabilità, il favore degli alleati più autorevoli. Curando con disciplina e saggezza le pubbliche relazioni puoi ampliare il tuo raggio d’azione. spicca il tuo talento intellettuale, che potresti anche decidere di condividere con altri.
Gemelli Inizia per te un anno di Bilancia grandi avvenimenti, perché questo è un aspetto planetario che incoraggia ad accogliere e perseguire nuove direzioni a livello personale. La tua visione del futuro è finalmente più definita rispetto a qualche tempo fa. Espanditi verso nuove direzioni con la consapevolezza che la fortuna è dalla tua parte.
Cancro
Sei ancora più propenso alla meditazione e hai una marcia in più per costruire un futuro ricco di successo, magari non immediato e strepitoso, ma sicuro e concreto. L’aspetto focoso di Marte dà una spinta particolarmente efficace nelle relazioni che si basano sull’intesa fisica. Da tempo sei molto più passionale del solito e non saranno certo i piccoli problemi quotidiani a frenare i tuoi impulsi.
Per trascorrere bene il mese di giugno preparati a reagire agli alti e bassi delle stelle. Per gestire al meglio la sfera sentimentale non limitarti ad apprezzare solo ciò che vedi ma approfondisci, non fermarti alle apparenze nei contatti, perchè potrebbero ingannarti. Mercurio avverso dal 7 al 25 ti confonde le idee, rende meno chiare le situazioni.
Acquario
E’ giunto il mese in cui Giove entra nel segno affine dei Gemelli. Un Giove d’Aria originale, dinamico, ironico, allegro che stimola ai cambiamenti. Il generoso pianeta è disponibile a renderti la vita più facile e a creare situazioni fortunate. Situazioni di ogni tipo: da quelle economiche a quelle sentimentali. Ti propongono un viaggio all’estero? Coglila al volo.
Dopo un anno, il grande Giove si toglie da quella spinosa angolatura e si posiziona al centro della tua casa dell’amore, dell’eros, della creatività e dei piaceri della vita. Per l’Acquario inizia così un periodo (per essere esatti un anno) fortunato, ricco di brillanti e proficue occasioni. Non preoccuparti di quel che pensa la gente. La vita è tua: goditela!
Sorpione
Pesci Questo mese l’amore è in
Un mese eccezionale, che annuncia una rinascita degna dell’ottavo segno dello zodiaco. Un cielo privo di aspetti dissonanti, pur senza transiti eccezionali, è sempre un buon preludio per vivere bene. Con Mercurio, Marte, Nettuno e Plutone a favore, le questioni sentimentali si muovono su un tappeto di rose permettendoti finalmente di sorridere.
sordina e l’eros è soffocato, non riesci a trovare una via d’uscita per vivere intensamente i tuoi momenti intimi. Non riesci a raggiungere la serenità e l’intensità di sentimenti necessari all’appagamento totale dei tuoi sensi. Concedersi un periodo di castità per far spazio al dialogo e all’evoluzione interiore potrebbe essere un’idea da considerare.