anno XI n. 9 - Settembre 2012 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
IL TEATRO DEGLI ORRORI
La voglia di rifare della musica un veicolo di cultura
settembre2012
EDITORIALE
SETTEMBRE, UN NUMERO SPECIALE
dedicato al Festival di Casertavecchia e non solo. Cari amici lettori,
per la prima volta nella storia di SET ci troviamo a preparare un numero senza il nostro direttore Vincenzo Lombardi. L’improvviso ritorno in scena del Settembre al Borgo ci ha felicemente “obbligati” ad anticipare l’uscita del nostro magazine di almeno una decina di giorni. Pertanto, siamo in formazione ancora “ridotta”, che però si trasforma in “nuova” in quanto arricchita della preziosa penna di Marilena Lucente, insegnante di italiano e storia alla scuola superiore, con la nuova rubrica “Lo spettacolo dei libri” che ospita subito Michele Casella.
Rinnovata la stretta collaborazione con Mariamichela Formisano che seguirà, insieme alle nostre telecamere, il Settembre al Borgo. Tante le novità, quindi, in questo numero: grande finestra sulla 42ma edizione della kermesse di Casertavecchia, ma anche interviste e approfondimenti.
La poesia russa e il rock americano degli anni ‘80 come fonte di ispirazione, la voglia di rifare della musica un veicolo di cultura, l’intenzione di arrivare ai giovani con l’aiuto della musica. Tutto questo è Il Teatro degli Orrori che si raccontano
con la voce di Pierpaolo Capovilla.
E poi Enzo Avitabile, dichiaratamente onorato di essere stato raccontato da uno dei geni del cinema mondiale, Jonathan Demme, in un documentario presentato al Festival di Venezia.
Continua il percorso del documentario INSIDE AFRICA, prodotto da SET e Terra di Cinema, tra i sei finalisti alla Festa del documentario “Hai visto mai?” di Luca Zingaretti e al Terra di Siena International Film Festival. Buona lettura e tutti e, come suggerisce spesso il nostro direttore, ci aggiorniamo via web!!
Domenico Ruggiero
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Articoli settembre2012
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07 IL TEATRO DEGLI ORRORI 12 ENZO AVITABILE 28 CASIMIRO LIETO 32 ALEX BRITTI 34 NINA ZILLI 35 SAMUELE BERSANI 38 ALESSANDRO MANNARINO 40 ELIO E LE STORIE TESE 42 SERGIO CAMMARIERE 44 ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
Rubriche
16 Social | 18 Talenti | 21 Arte | 22 Radio 24 Lo spettacolo dei libri | 26 Da non perdere 46 Oroscopo
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Il Teatro degi Orrori: Il rock? il miglior modo per fare cultura tra i giovani.
tx Wanda D’Amico e Alfonso Papa w.damico@setweb.it a.papa@setweb.it
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U Una nuova sperimentazione ed una nuova evoluzione, cos’è “Il nuovo mondo”? In quest’ultimo lavoro abbiamo cercato di liberarci dei cliché che hanno fatto parte dei nostri dischi fino al secondo, ma anche durante tutta la carriera degli One Dimensional Man. Noi siamo portatori, in Italia, di un certo modo di fare rock radicale e autentico, quello americano degli anni ‘90 come “Jesus Lizard e
Shellac”. L’album parla di emigranti e anche noi siamo emigrati, abbiamo cercato di esplorare anche musicalmente. E’ una nuova sperimentazione, anche se la somma finale del nostro lavoro porta al risultato del genere rock al quale noi siamo assolutamente fedeli. Inizialmente volevate intitolare l’album “Storia di un immigrato”, per rievocare De Andrè, cosa vi ha fatto desistere?
Musica e poesia, o meglio, rock e poesia. Siete riusciti a scavalcare il concetto secondo il quale la dolcezza della poesia e la durezza del rock non stiano bene insieme. Quale lavoro, tecnico e introspettivo, c’è dietro?
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C’è da dire che non sempre la poesia è dolce, spesso la poesia è terribilmente feroce. Dietro a certe poesie di Majakovskij, ad esempio, io trovo grande ispi-
All’inizio eravamo molto entusiasmati dall’idea di chiamarlo così e riuscire ad omaggiare De Andrè rievocando uno dei suoi album più belli ma anche più discusso politicamente. Lo stesso De Andrè ebbe dei risentimenti nei confronti di quell’album. Alla fine, per rispetto e pudore nei confronti di uno degli artisti più grandi di sempre, abbiamo deciso di cercare un titolo che fosse più metaforico, più nostro e meno citazionista.
razione, amando particolarmente la poesia russa dei primi del ‘900. La mia strategia è quella di rubare le storie di questi emigrati affascinati e utilizzare il rock come una extra-ordinaria allegoria, così facendo riusciamo a resuscitare la grande poesia del passato. Proviamo anche a destare l’interesse dei più giovani nei confronti della poesia e, se ci riusciamo, allora abbiamo raggiunto un risultato straordinario e siamo riusciti a fare cultura sul
“
Vogliamo fare cultura, ci proviamo, non siamo sicuri di riuscirci ma le buone intenzioni ci sono tutte
�
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“
Interpretare canzoni è come seguire un’utopia, inizi senza sapere dove stai andando, il percorso muterà con il tempo
”
serio e in quel caso il rock serve a qualcosa. E’ questo quello che vogliamo: fare cultura, ci proviamo, non siamo sicuri di riuscirci ma le buone intenzioni ci sono tutte. Questa è la differenza tra la musica leggera, che ormai viene presa come musica di sottofondo e la musica rock, che spesso è stata centro culturale. Ma basta volgere lo sguardo anche al punk o al pop-punk degli anni ‘80, che forse non erano molto orecchiabili, ma raccontavano i disagi di quell’epoca. La musica italiana continua ad arricchirsi di temi politici e sociali, com’è cambiata la musica rispetto al contesto in cui viviamo? La musica italiana negli ultimi trent’anni si è involuta in musica da intrattenimento. Negli ultimissimi anni, invece, ha ritrovato la voglia di rinascere raccontando la società e le sue contraddizioni. Cerca anche di fare critica sociale, nel senso più filosofico
della critica, quello che scavalca i limiti entro i quali vengono costrette le nostre vite. E’ una cosa che ha fatto mirabilmente De Andrè, ma anche De Gregori, lo ha fatto anche Pino Daniele nei primi tre album, per esempio nel brano “Cammina cammina” racconta la storia dei vecchi del nostro mondo, persone con le quali nessuno parla più. All’interno dell’ultimo album si contano numerose collaborazioni, ti va di raccontarci in che modo tutto ciò abbia migliorato il prodotto finale? Assolutamente! Ogni collaborazione avuta in questo album non ha fatto altro che arricchire il prodotto finale. Ad esempio gli Aucan e Caparezza, hanno fatto sì che il brano che ne è venuto fuori fosse il più forte dell’album che sì, è nostro, ma sono stati loro a dargli vita. Da non dimenticare assolutamente il contributo di Egle Sommacal che ci ha regalato un incredibile assolo di chitarra come solo Egle sa fare. Guardando indietro nella storia della band si direbbe che amate la tradizione della vecchia gavetta, i risultati? Sono quelli che vi eravate prefissati all’inizio di quest’avventura?
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Scrivere ed interpretare canzoni in realtà ha un obiettivo sconosciuto. Quando inizio a scrivere un brano, pur avendo un’idea in mente, so benissimo che, una volta che lo stesso pezzo verrà suonato da tutti, muterà, prenderà una forma che all’inizio non avevamo nemmeno pensato. E’ come seguire un’utopia, inizi, vai avanti senza sapere dove stai andando, il percorso muterà con il tempo e la cosa importante è proprio quel percorso. © Riproduzione riservata
Enzo Avitabile: Music Life: da Black Tarantella al Lido di Venezia. Trent’anni di successi
tx Alfonso Papa a.papa@setweb.it
B Black Tarantella, il tuo ultimo lavoro è un insieme di contaminazioni e di stili musicali oltre che sinergia di artisti. Come nasce l’idea?
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Nasce dall’attenzione di queste allegorie adottate dalla mia terra. Black, sta per nero, musica nera, ma sta anche per “Chiù nera d’ ‘a mezzanotte nun pò venì”. Lo stesso vale per tarantella, intesa come simbolo
Il Conservatorio. Il pop. Il ritmo afro-americano. La musica antica della pastellessa e della zeza e il canto sacro. Enzo Avitabile ha vissuto nella ricerca di un suono inedito, non solamente originale ma vitale ed essenziale. Demolendo ogni sovrastruttura mercantile, ogni moda. del made in Italy, simbolo di appartenenza ma anche come tutte le tarantelle a cui siamo costretti far fronte per poter vivere. Mi sono chiesto se fosse possibile fare un disco di dialoghi. Sullo stesso tessuto sonoro.W Avere anche un’altra interpretazione se non addirittura un’altra scrittura, un’altra partecipazione nel testo.
Uno degli esempi più caratteristici è quello con Guccini, questo ragazzo che parte da Maddaloni e trova la morte sul lavoro e Guccini dalla sua finestra, interpreta il ruolo di un fruttivendolo suo amico, testimone della tragedia. Così via via andando avanti, i tre incontri napoletani, Pino Daniele, Cò Sang e Raiz. Idir o Enrique Morente.
“
E’ UN GRANDE ONORE PER ME ESSERE RACCONTATO DA UNO DEI GENI DEL CINEMA MONDIALE, NON POSSO FAR ALTRO CHE ESSERNE FIERO.
”
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Qual è stata la collaborazione più difficile da realizzare e quale quella a cui tenevi di più? E’ stato tutto semplice e naturale, l’unica difficoltà era quella di realizzare questo sogno, quest’occasione che la vita mi aveva dato. Sei sempre stato aperto a sperimentazioni ed influenze musicali, senza mai dimenticare le tue origini. Il Sindaco di Napoli ti ha definito “bene comune da preservare” come rispondi a tale definizione e soprattutto come credi vada preservata la musica napoletana? Luigi è un grandissimo amico ed
è al di sopra di ogni sospetto perché da anni ha incoraggiato questo mio percorso musicale. Per la musica napoletana, credo che proprio in questo periodo, siamo abbastanza fortunati, c’è molta attenzione al patrimonio artistico napoletano. Si sta facendo molto sia a sfondo culturale, così come per liberare spazi. Ad esempio, la rotonda Diaz utilizzata per concerti. Credo che la musica ritorni a Napoli con grande attenzione, con tutta l’energia tipica del napoletano. Premio Lunezia, disco d’oro per Black Tarantella e grande seguito di pubblico. Qual è il segreto per il successo e qual è il tuo rapporto con il pubblico?
Per ottenere risultati, sicuramente c’è bisogno di lavorare molto, avere un grande manager e produttore che è Andrea Aragosta e dedicarsi al linguaggio senza crearsi un vestito da cui non potersi più staccare. Creare costantemente: il vivente e non il vissuto, il suonante e non il suonato. In più di un’occasione durante i live raccomandi ai giovani di far sì che il concerto resti una festa. Com’è il tuo rapporto con i giovani? E’ un rapporto abbastanza naturale, nel senso che li considero giovani, ma anche non giovani. Il giovane non è solo quello che è venuto dopo di me, ma in un certo senso anche come quello che è venuto prima di me. Perché credo che i giovani conservano questa grande forza, farci vedere il passato con gli occhi del futuro. Anche se molti possono vedere in me un punto di luce, sicuramente anch’io imparo tantissimo da loro. Alla mostra del Cinema di Venezia è stato proiettato un Docu-Film su di te, diretto da Jonathan Demme. Come è nato il progetto e come ci si sente nel vedersi raccontato da un Premio Oscar? Jonathan scarabocchiò questo nome di notte ascoltando un mio pezzo, poi siamo stati fortunati ad incontrarci ed ad aver trovato anche persone che hanno prodotto questo evento. E’ un grande onore per me essere raccontato da uno dei geni del cinema mondiale, posso solo esserne fiero e parlarne poco altrimenti rischio di sminuire la portata di questo tipo di evento.
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IL TOUR DI INSIDE AFRICA FA TAPPA A CORTONA PER IL FESTIVAL DI LUCA ZINGARETTI E AL TERRA DI SIENA FILM FESTIVAL.
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tx Mariamichela Formisano INSIDE AFRICA è un viaggio, visivo ed emozionale, in un piccolo villaggio della Tanzania. Ma è anche un tour in giro per l’Italia tra i vari festival che promuovono il volontariato dei medici nel continente nero. Un viaggio tra cinema e solidarietà. E per Inside Africa di Gaetano Ippolito, già apprezzato dal pubblico dell’Ischia Film Festival dello scorso luglio, la prossima tappa sarà il 15 settembre a Cortona presso il Teatro Signorelli situato nell’omonima piazza, dove la produzione targata SET e Terra di Cinema è stata selezionata per la VII Edizione di “Hai visto mai?”, la festa del documentario sociale e di costume diretta da Luca Zingaretti, ed il cui obiettivo è quello di promuovere attività culturali e di spettacolo con attenzione particolare ai documentari, quale forma di arte rappresentativa dei nostri tempi. Questo genere, ancora poco sviluppato nel nostro Paese, offre in realtà enormi potenzialità di comunicazione, di approfondimento e di scambio fra culture e società diverse. L’ambizione della rassegna è quella di costruire un viaggio nella contemporaneità, incrocio fra passato e futuro, attraverso il contributo di autori, produttori italiani e stranieri, per creare “nel corso del tempo” una sorta di percorso guidato in cui i documentari proposti rappresentino i capitoli di un racconto sviluppato sia attraverso la rassegna stessa, sia attraverso le iniziative culturali che ne rappresentano il corollario. INSIDE AFRICA si contenderà il premio come miglior documentario con altri cinque finalisti. Alla festa di Cortona sarà presente l’autore e regista Gaetano Ippolito, il produttore e montatore Domenico Ruggiero e il protagonista del film, il medico capuano Giuseppe Valente. Centro della narrazione è l’esperienza del dottor Giuseppe Valente nel Continente nero, il suo impegno missionario a rapportarsi quotidianamente con il dolore,
la miseria e la morte. Per dare una speranza in più di sopravvivenza agli abitanti di un piccolo villaggio di capanne l’unica strada è la costruzione di un presidio medico, impresa difficilissima. Il medico cercherà inoltre di salvare Mariamu, una giovane nata con una grave malformazione, rendendo possibili quegli interventi chirurgici che la restituirebbero ad un’esistenza quasi normale. Dopo Cortona il viaggio di INSIDE AFRICA continuerà a Siena, dove parteciperà alla XVI edizione del Terra di Siena Film Festival, dove sarà presentato nella sala cinema Duccio di Boninsegna dell’NH Excelsior. Il giorno della Proiezione è giovedì 4 ottobre. Per l’occasione sarà allestita la mostra INSIDE AFRICA che rac-
coglie, oltre ad alcuni scatti realizzati dal dottor Bruno Santoro nelle sue missioni in Africa, le foto di Marica Crisci e Domenico Ruggiero scattate durante il viaggio in Tanzania dello scorso novembre al seguito dei medici missionari dell’associazione. “Gli scatti raccontano momenti di una realtà lontana dal nostro vivere quotidiano”, racconta Marica Crisci, “Una realtà povera, piena di contraddizioni e, nella sua semplicità, ricca di sorrisi veri e di infinita spensieratezza. Si parte per questi luoghi per dare, ma si ritorna con un senso di pienezza interiore”. La mostra sarà allestita per tutto il periodo del festival dal 29 settembre al 4 ottobre. Gaetano Ippolito non nasconde la sua soddisfazione: “Sono molto contento che, dopo l’Ischia
Film Festival, INSIDE AFRICA continui il suo viaggio per l’Italia tra i vari festival, perché la produzione del documentario era finalizzata non solo ad un’azione di sensibilizzazione per la raccolta fondi destinata al progetto “Pande”, poverissimo villaggio dell’entroterra tanzaniano, ma anche per promuovere e favorire l’adesione di medici italiani al progetto “Una mano tesa per Tharaka”, perché la sanità africana è carente di medici specialisti”. www.haivistomai.it/pagine/edizione-2012/FINALISTI2012/insideAfrica
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Astenìa tx Wanda D’Amico w.damico@setweb.it
NOME: Astenìa NATI A: Roma ETA’: 7, portati bene PROFESSIONE: band SOGNO NEL CASSETTO: giocare in Serie A, ma crediamo sia troppo tardi.
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Ironia e serietà, misti a magia e professionalità. Le occasioni non sono mancate al gruppo romano Astenìa, la medicina per l’anima sta nella buona musica e loro abbracciando l’esperienza del famoso gruppo Velvet, stanno scalando la montagna del successo. La prima domanda sorge spontanea, perché Astenia?
Ci è piaciuto da subito il suono della parola Astènia ed anche il contrasto che si crea tra la nostra musica e il significato del termine medico visto che, con i nostri brani, cerchiamo di combattere l’astenìa dei sentimenti invitando, chi ci ascolta, ad una reazione rispetto a tutto ciò che non ci fa stare bene. Voi siete insieme dal 2005 e a distanza di sette anni il vostro primo ep, un piccolo assaggio delle vostre esperienze, ci raccontate un po’ di voi? Nasciamo negli ultimi mesi del 2005 dalle ceneri di un altro progetto di Edoardo e Gianluca, rispettivamente bassista e cantante/chitarrista della band. In quel periodo sentivamo l’esigenza di creare un nuovo progetto attraverso il quale raccontare la parte più intima di noi stessi e così è iniziato il viaggio. E’ stato, ed è, un percorso tortuoso che ci ha portato
a condividere il palco con molti artisti affermati della scena nazionale. Nonostante tutto ci sentiamo appena all’inizio del percorso e questo è un bene.
Il “campo” romano è ricco di possibilità, ma altrettanto ricco di band pop/rock come voi, qual è il punto di forza degli Astenia? Crediamo fermamente che la differenza la faccia il palco, noi diamo molta importanza alla dimensione live e aspiriamo a lasciare il segno proprio su questo tipo di “campo”. Quanto vi ha fatto maturare la collaborazione con i Velvet?
Molto, abbiamo iniziato a collaborare con loro in un momento di cambiamento e attraverso un lavoro costante abbiamo gettato insieme le basi per crescere come band. Si è creato un bel rapporto, ci danno consigli e ci indirizzano senza mai forzare le nostre scelte e soprattutto senza mai snaturare la nostra musica. Non temete che la collaborazione con i Velvet generi un specie di clone nell’immaginario collettivo? Sicuramente la loro mano si sente nelle nostre produzioni, come è naturale che sia, ma non sentiamo il rischio di risul-
tare una copia dei Velvet. La nostra natura è rimasta intatta mentre il nostro sound si è arricchito grazie al lavoro che portiamo avanti insieme. Torniamo all’Ep, è possibile definirlo un mini concept album?
Esattamente, “Fa Che Sia Tutto Diverso” è il racconto di un viaggio dentro se stessi ed anche all’interno del quotidiano di ognuno. In questo EP parliamo delle incomprensioni, della nascita e della fine dei rapporti ma anche dell’inadeguatezza che a volte ci butta giù nella vita di tutti i giorni. Il punto centrale, però, è che c’è sempre un modo per ripartire, per cambiare.
L’Ep è stato definito come un piccolo assaggio di quello che è un progetto più grande, potete anticiparci qualcosa, sul lavoro e sui vostri progetti immediati futuri? In questo momento stiamo lavorando alla stesura di alcuni nuovi brani con l’obiettivo di pubblicare del materiale entro la fine dell’anno. Non sappiamo ancora che forma avrà il prossimo lavoro ma per scoprirlo vi invitiamo a non perderci d’occhio e quindi a seguirci attraverso il nostro sito (www.astenia.it).
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Il mu rale Reale
La Reggia di Caserta ospita all’interno delle sue stanze uno dei maggiori esponenti dell’arte degli Anni ’80: Keith Haring (Kutztown 1958 – New York 1990). Un incontro tra due epoche molto diverse, quello dello sfarzo del Barocco e quello della semplicità del graffitismo, ma senza togliere spazio l’una all’altra. Un percorso del tutto piacevole, che prevede il passaggio all’interno delle principali stanze del Palazzo: la Sala del Trono, la Camera da letto di Ferdinando II, il Bagno di Maria Carolina, dove si possono ammirare gli innumerevoli oggetti di arredamento: dai lampadari ai grandi specchi, dalle tele ai grandi affreschi che decorano i soffitti. Dopo un percorso così ricco di meraviglie si giunge all’interno della Sala dei Porti, dove sono state collocate alcune opere di Keith Haring. A primo impatto ho avuto una sensazione di disorientamento, sembra essere all’interno di una metropolitana. Ritrovarsi tra immensi pannelli decorati con figure infantili, in una stanza così importante e con uno stile così diverso dalle opere esposte, mette quasi a disagio. Si tratta del “Murale di Milwaukee” (1983): composto da ventiquattro pannelli in legno per un totale di trenta metri di lunghezza e due e mezzo di altezza. Un complesso di figure monumentali che permettono allo spettatore di entrare a far parte di quel mondo immaginario che Haring portò nelle gallerie dei musei di tutto il mondo. Una grande occasione per chi ancora non lo abbia fatto, visitare gli interni del Palazzo Reale e conoscere un grande artista che ha fatto della sua passione per i murales una nuova arte.
tx Marica Crisci m.crisci@setweb.it
“Murale di Milwaukee” (1983) in esposizione alla Reggia di Caserta fino al 4 Novembre 2012
MURO È FATTO “ UN PER ESSERE DISEGNATO, UN SABATO SERA PER FAR BALDORIA E LA VITA PER ESSERE CELEBRATA
”
Keith Haring
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Marisol www.radiokisskiss.it
tx Vincenzo Lombardi v.lombardi@setweb.it
Originaria dell’Ecuador, tanti anni vissuti in America. Marisol è una grande esperta di rock band e dj internazionali. Su Kiss Kiss conduce 00K format dedicato a musica, tendenze e notizie che arrivano da ogni parte del mondo. La sua estate? In diretta da Ibiza. Segui Marisol sul web: www.facebook. com/DjLoversShow
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M Marisol, come è nata la tua passione per la radio e per la musica?
“Le sette note fanno parte del mio DNA. Da piccola ascoltavo tanta musica di generi diversi e sono cresciuta seguendo le band rock anni ‘80. Aver vissuto a New York per tanti anni mi ha aperto la mente. Mi sono appassionata alla scena elettronica e andavo a sentire i grandi dj come Tiesto, Van Bureen, Prodigy, Chemical Brothers. Ma anche band di spessore come U2, Prince, Pearl Jam, Aretha Franklin e tanti altri. Una cultura e una sensibilità musicale molto trasversale”. Il tormentone dell’estate?
“Nel mondo della dance potrebbe essere il nuovo disco di David Guetta “Turn Me On” feat Nicki Minaj”. Lui poi fa sempre centro in queste occasioni” Come è cambiata e si è evoluta la radio in questi ultimi decenni? Cosa pensi dell’invasione tecnologica? “Non vivo in Italia da molto tempo, quindi non saprei fare le dovute riflessioni in merito. Di certo ascoltando le varie ra-
dio penso che non venga fatta una programmazione musicale che rispecchi fino in fondo le esigenze degli ascoltatori. Noi di Radio Kiss Kiss abbiamo particolarmente a cuore questo aspetto e facciamo continui sondaggi che ci aiutano a capire e a proporre la musica migliore. Sicuramente la tecnologia aiuta la musica a girare il mondo. Ci ascoltano in streaming dall’America, Australia, dal mio paese di origine, l’Ecuador e da ogni angolo del mondo e questa è una cosa fantastica!”. Ci parli dei tuoi impegni in radio, del tuo programma? “A Radio Kiss Kiss conduco un programma insieme a Marco & Giò che si chiama 00K, dalle 15 alle 17 dal lunedì al venerdì, mentre il sabato andiamo in onda dalle 13 alle 16. 00K è un contenitore di notizie dal Mondo che spaziano dalla tecnologia alla natura, dai social network al mondo dei Club e dei Dj, affrontando ogni argomento con la dovuta ironia e leggerezza di un programma pomeridiano. Inoltre realizzo le interviste ai Dj più famosi del
mondo, seguendo da vicino il progetto Kiss Kiss Clubbing specializzato sul mondo dei Dj Superstar. Per l’Estate trasmetterò da Ibiza. Un’isola magica che diventa il centro di tutte le tendenze più seguite al mondo. Da Settembre curerò un altro programma come unica conduttrice…” Una canzone è per sempre. Ci dici il tuo tris d’assi, i brani che in qualche modo hanno segnato la tua vita? “Voglio segnalare artisti che mi hanno accompagnato nei momenti più importanti della mia vita: Patti Smith, Janis Joplin, David Bowie, U2, The Cure, Tom Petty, Gloria Gaynor, Madonna, Donna Summer, Michael Jackson. Comunque un brano tra tutti “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin”. Marisol ci salutiamo con un consiglio da dare ai giovani che sognano di fare radio…. “E’ un mondo difficile e competitivo, dove non si finisce mai di imparare, ma l’importante è non farsi plasmare. Bisogna sempre mantenere la propria personalità e portare avanti le proprie passioni”. © Riproduzione riservata
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Michele Casella
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tx Marilena Lucente
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A volte la Storia regala gesti di valore drammaturgico assoluto, impensabile persino per gli stessi protagonisti, che nessuno scrittore o uomo di teatro ha mai osato immaginare. Tale è l’atto di lavarsi le mani di Pilato o il bacio di Giuda. Azioni indimenticabili, che attraversano secoli, millenni. Accade però che dietro quei momenti che legano le persone a ciò che fanno o che dicono, ci sono pensieri, sentimenti, risentimenti che restano silenziosi, si perdono nell’oblio del tempo e invece viene voglia di conoscere. Nasce così, da questa curiosità, da questo bisogno di sapere, Io c’ero. Voce di voci sotto la croce, un libro di Michele Casella che raccoglie le parole di alcuni dei personaggi che si trovavano, insieme a molti altri, sotto la croce di Gesù. Cosa pensavano? Cosa provavano nel condividere quello che era il momento culminante della vita di un uomo e della intera comunità? Nella ricostruzione dell’Autore i personaggi non parlano tra loro ma danno voce alla loro interiorità, ripercorrono la loro vita, ne cercano il senso, confidano i loro pensieri più intimi, quelli appunto capaci di
oltrepassare il gesto in cui saranno poi imprigionati per sempre: Pilato ha paura dell’acqua, persino di una goccia in un catino, Giuda ripercorre la storia della sua amicizia con il Nazzareno, ha voglia di restituire i soldi che ha preso, Maria si chiede se avrebbe accettato di essere la madre di figlio a cui sarebbe toccata questa fine, mentre le donne spiegano il perché dei loro capelli sciolti. Come se sporgendosi da quel punto in cui si intersecano il limite della vita e la Croce potessero venir fuori i pensieri più semplici e per questo più urgenti. Tutti i monologhi finiscono per diventare una sola voce, un solo interrogativo: perché il male? Michele Casella è entrato nel sentire dei personaggi, partendo dalle loro biografie, approfondendo il senso religioso, ma recuperando la dimensione umana che è fatta di dubbi e di incertezze. Un libro che nasce da un’esperienza teatrale ed è riproposta in questa edizione di Settembre al Borgo. “Anche queste voci “resistono” alle intemperie del tempo e de nostri tempi”, racconta l’Autore che sarà anche interprete, “mettono in scena le ingiustizie che
non smettono di compiersi. Lui, Cristo, non è mai nominato perché potrebbe essere chiunque”. L’emozione più forte, ovviamente, è quella di portare il testo a Casertavecchia, un luogo che Michele Casella ha sempre frequentato, a cui è profondamente legato, sin dalla nascita nella frazione di Casolla. Questo è il suo primo “Settembre”, al Duomo. Un luogo dove le pietre sembrano ascoltare e parlare, uno spazio dove i suoi testi si alternano alle canzoni di Mariella Nava, creando rimandi di significato tra passato e presente, geografie lontane e vicine. “Ho sempre creduto in questo dialogo tra la musica e il teatro, e in generale alla commistione tra le arti, oltre che al rapporto di collaborazione tra artisti”. Lui stesso, d’altra parte da sempre – nonostante la giovane età – intreccia esperienze espressive diverse: la scrittura e la recitazione, la narrazione di testi per bambini ricchi di magia e testi più maturi capaci di esplorare le tante voci dell’essere umano, che del teatro, forse, ha bisogno per vedere e per vedersi. © Riproduzione riservata
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In calendario anche mostre fotografiche, performance artistiche e un red carpet da sogno. Piazza Vittoria si trasforma così in una speciale passerella di 30 metri. Le vie del centro diventano autentici backstage di sfilate. E poi negozi aperti fino a mezzanotte e dj set al chiaro di luna. Tanti gli stilisti e i brand nazionali che hanno confermato la propria presenza. Spazio pure alla solidarietà. Sulle rampe del Brancaccio prendono posto gli scatti dei ‘”napoletani famosi nel mondo”, da battere all’asta per poi devolvere il ricavato alla “Casa delle donne” di Napoli. Info e approfondimenti su soireedelamode.com
545 copertine di dischi, 9 postazioni per l’ascolto ascolto, 18 cuffie personali, 1350 immagini in proiezione dei dischi esposti, 145 dvd e 35 vhs di film musicali, concerti live e videoclip. I capolavori di Pink Floyd, David Bowie, U2,Beatles, Madonna, Frank Zappa, Rolling Stones, Clash, Sex Pistols, Iggy Pop, Ramones, Patti Smith uno accanto all’altro. 45 ART – l’Arte a 45 giri, mostra di Cover Art a cura di Carmine D’Onofrio, organizzata in col-
45 ART - L’ARTE A 45 GIRI
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A NAPOLI “SOIRÉE DE LA MODE”
Napoli capitale della moda. Succede a settembre, dal 13 al 16, in pieno centro città. Protagonista è il quartiere Chiaia, che per quattro giorni ospita sfilate, personaggi e tutto ciò che fa glamour. Una vera e propria passerella di abiti – assicurano gli organizzatori – a metà strada tra una fashion night e una fiera di settore. Con un unico obiettivo: rilanciare il capoluogo campano quale capitale dell’eccellenza e della creatività.
laborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo e l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli. L’esposizione – visitabile fino al 10 settembre presso il PAN di Napoli - raccoglie copertine originali di dischi a 45 giri di jazz, rock e pop dagli anni ‘40 ai giorni nostri, svelando l’interazione tra musica e arti visive e la rilevanza storico-sociale di questi preziosi prodotti culturali. Info e approfondimenti su http:// www.45art.it
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Casimiro Lieto: Le R(ESISTENZE) di un Festival per il rilancio delle ESISTENZE chiamate terra di lavoro. tx Mariamichela Formisano
E Esistenze che resistono e rilanciano. Si propone così la 42esima edizione di Settembre al Borgo, il Festival Internazionale di Musica e Dintorni organizzato dalla Provincia di Caserta con il contributo economico della Regione Campania e la partnership della Camera di Commercio di Caserta. Direttore artistico della kermesse, Casimiro Lieto, che già lo scorso anno fece in-
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Tra sfide vinte e lanciate, il direttore artistico del Settembre al borgo 42 immagina una “Estate al borgo” che prepari al Festival di Settembre tra reading, musica, spettacoli e ospiti d’eccezione. “Continuità e carattere ad un Borgo che PUò fare di più per l’indotto e per il rilancio del territorio”.
cetta di consensi per qualità e varietà dell’offerta artistica, e che quest’anno alza il tiro nonostante la disponibilità economica decurtata di 300mila euro rispetto alla scorsa edizione del Festival. R(ESISTENZE), questo il titolo del Settembre al Borgo 2012 che dal 31 agosto al 7 settembre accenderà i riflettori su Casertavecchia. L’arco c’è, ed è una manifestazione tra le
più blasonate e longeve d’Italia, incastonata in uno dei siti più prestigiosi tra quelli tutelati dall’Unesco. Le frecce, che disegneranno traiettorie internazionali partendo dalla valorizzazione delle eccellenze locali fino alla risonanza dei talenti e dei volti noti del panorama artistico italiano, saranno: una “summer school” per giovani talenti, diretta dal musicista di fama mondiale
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QUEST’ANNO IL FESTIVAL S’INTITOLA R(ESISTENZE) PERCHÉ VUOLE DIMOSTRARE, OLTRE LA SUA STESSA STORIA, DI ESISTERE, SENZA MOLLARE. E FARE SQUADRA, SOPRATTUTTO NEI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ, SERVE.
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Ramin Bahrami, sette reading letterari interpretati da volti noti del piccolo schermo, due gruppi locali, espressione della migliore tradizione popolare, sette concerti eseguiti da grandi protagonisti della musica italiana, sette spettacoli di teatro comico affidati ad attori di livello nazionale, un intrattenitore d’eccezione che farà visita a sette comuni della Provincia, due preziosi “fuori programma” in omaggio alla “Casertanità” più spiccata e rappresentativa, e luci d’artista, animazioni, interazioni diurne e notturne per una rassegna che allunga il passo e rilancia nel segno della sua storia e della sua voglia di futuro. E quali sono gli obiettivi da raggiungere? Lo chiediamo a Casimiro Lieto,
Un momento del Settembre al Borgo 2011
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mente e braccio della grande sfida casertana targata turismo e cultura. “Il primo obiettivo è quello di dilatare la presenza del pubblico a Casertavecchia, dalle 11 alle 16, con la grande novità della “summer school”, diretta dal più noto interprete Bachiano vivente a livello mondiale, il pianista iraniano Ramin Bahrami. Protagonisti 30 giovani talenti del pianoforte, provenienti da tutta Italia che, dopo aver avuto il privilegio di partecipare ad una masterclass quotidiana di 4 ore con il maestro Bahrami, si esibiranno alle 19 nella Chiesa dell’Annunziata, eseguendo un brano di un grande compositore di musica classica, da Mozart a Bach. Il secondo obiettivo è quello di moltiplicare
eventi ed effetti della rassegna: ragione per la quale il cartellone presenta oltre 60 appuntamenti in 7 giorni di spettacoli. Insomma, un caleidoscopio di proposte per un festival che sa e che vuole fare quello che deve: il festival”. Nell’edizione 42 del Settembre al Borgo convergono almeno tre esperienze positive maturate lo scorso anno, ossia il successo di una manifestazione che da Casertavecchia si irradia al territorio e alle piazze di altri comuni della provincia, i Percorsi di Luce alla Reggia, firmati da lei per conto della Provincia, ed i consensi di pubblico e critica registrati con la manifestazione Muse e Musei, che portò la musica classica dei grandi nomi nelle chiese di Terra di Lavoro. “Sì, sono tre progetti targati Provincia che Settembre al Borgo 42 fa propri personalizzandoli. Il rammarico per il mancato finanziamento dei Percorsi di Luce alla Reggia è tanto, e merita riflessione. Ma l’efficacia di una suggestione luminosa che veicoli un messaggio, e lo faccia proiettandosi sulla storia tangibile della nostra terra, merita continuità e scenari sempre nuovi. Da qui l’idea di un’installazione artistica di tipo “site – specific” dal titolo “TERRA”, che sarà inaugurata il 1° settembre e resterà accesa per tutte le notti del Festival, dalle 20 alle 24, ad illuminare la Pineta di Casertavecchia e a dare il benvenuto agli ospiti della kermesse. Un’opera originale che vive e veicola un messaggio sostenibile, sensibilizzando il pubblico sul tema dell’ecologia. Protagonisti gli alberi lungo il percorso che dai parcheggi conduce alle rovine del castello. Alberi che racconteranno la loro storia e comunicheranno,
attraverso luci e suoni, le condizioni dell’ambiente terrestre. Tutto grazie all’interazione con un software che, in tempo reale, rivelerà l’andamento planetario di alcuni parametri, come la deforestazione e il riscaldamento globale, dando vita ad una completa esperienza sensoriale”. In risposta alle polemiche che, da anni, contestano al Festival la mancanza di ricaduta sul rilancio del Borgo al di là della settimana di eventi, cosa proporrebbe? “Idee semplici ed economiche, come quella, ad esempio, di
trasformare Settembre al Borgo in “Estate al Borgo”, allestendo la macchina del festival già dai primi di luglio. Lo sforzo economico aggiuntivo sarebbe irrisorio, a fronte di due mesi in più di eventi che, dal giovedì al sabato, animerebbero il Borgo. Musica, reading, proiezioni cinematografiche all’aperto con attori e protagonisti presenti, potrebbero essere solo alcune delle idee possibili per avviare quella soluzione di continuità che al Festival si chiede da sempre. E poi credo molto nella “Classical Music Performance Summer School”,
l’accademia di musica rigorosamente gratuita che quest’anno arricchirà il calendario del festival. Se l’esperimento si rivelerà vincente come credo, potrebbe essere riproposto per un periodo più lungo il prossimo anno, ampliando la linea degli strumenti e il numero dei giovani talenti ammessi. Continuità e carattere connoterebbero Casertavecchia e la nostra terra con un’attrazione formativa di musica classica unica nel suo genere al centrosud Italia”. © Riproduzione riservata
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Alex Britti tx Wanda D’Amico w.damico@setweb.it
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Con Stefano Di Battista “Mò Better Blues”, influenze e sperimentazioni tra blues e jazz. Settembre a Borgo 2012 parte sotto il segno della chitarra. Dopo l’anteprima di un casertano doc, del calibro di Fausto Mesolella con “Suonerò fino a farti fiorire”, il primo settembre inaugura i concerti, al Teatro della Torre, Alessandro “Alex” Britti.
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Con lui il jazz, il pop e la canzone d’autore si fondono efficacemente quando imbraccia la sua chitarra acustica.
Britti si esibirà con l’amico e collega Stefano Di Battista. L’appuntamento casertano non rappresenta certo la prima volta che i due amici salgono sullo stesso palco. Di Battista è considerato fra i maggiori sassofonisti d’Italia ed è grande appassionato di jazz; Britti, dal canto suo, uno dei migliori chitarristi blues d’Italia ed appassionato del genere. Sul palco sono complici, simpatici, coinvolgenti e
trascinatori e non possono che promettere divertimento assicurato. Qualche tempo fa Stefano Di Battista, parlando del loro suonare insieme, lo definiva come un qualcosa Jazz Bluessato o un Blues Jazzato. A Caserta, il duo proporrà un progetto del tutto sperimentale: “Mò better blues”, nato in modo casuale, spontaneo e dal semplice desiderio di ri-arrangiare uno storico blues, St. Louis Blues. Ne viene fuori un concerto straordinario, interamente strumentale, che spazia tra il jazz, il funky ed il blues. Nascono entrambi a Roma. Di Battista ha iniziato a studiare il sassofono all’età di 13 anni in una band di un piccolo quartiere, composta principalmente da ragazzini. E’ qui che, fino all’età di 16 anni, Stefano ha sperimentato quella che sarebbe diventata una delle qualità essenziali della sua musica: l’allegria. Alex, invece, scopre l’amore per la chitarra all’età di 8 anni, amore che lo ha spinto a formare un proprio gruppo dieci anni dopo, portando il blues in giro per l’Europa. Non è importante che
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DUE ARTISTI CHE POSSONO FARE A MENO DELLA VOCE, STRUMENTISTI DI ECCEZIONE INCANTERANNO IL BORGO DI CASERTAVECCHIA.
ad ascoltare siano solo appassionati del genere, con ogni probabilità sarà sufficiente un orecchio minimamente musicale, per assicurarsi una serata in completa armonia e piena zeppa di ottima musica. Due specialisti strumentali come loro messi insieme sapranno creare qualcosa di inimmaginabile, siamo certi che non sarete delusi.
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SUL PALCO SONO COMPLICI, SIMPATICI, COINVOLGENTI E TRASCINATORI E NON POSSONO CHE PROMETTERE DIVERTIMENTO ASSICURATO.
© Riproduzione riservata
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Nina
Zilli
tx Mariamichela Formisano
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L’amore è femmina, e ha il fascino vintage di Nina Zilli. Una canzone, che è anche un cd e un tour; una voce soul, che è anche pop rock e reggae; un talento, che dalla Val Trebbia approda a Casertavecchia passando per l’Irlanda e gli States.
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Allegra, autoironica, eclettica. Nina Zilli è così, prendere o lasciare. E stando al successo de “L’amore è femmina tour 2012”, che da aprile la sta portando in tutta Italia, si direbbe che Maria Chiara Fraschetta, in arte Nina Zilli, la strada del successo l’abbia imbroccata alla grande. Nella sua musica, che affonda le radici nelle sonorità degli anni settanta, c’è la Motown, il R&B della Stax, il soul, il pop rock dei primi Anni Sessanta, incrociato con
gli amori italiani per Mina e Celentano giovani e per la Giamaica, ma anche Reggae, rocksteady e ska. Una famme fatale vintage che, per il Settembre al Borgo 42, salirà sul palcoscenico del Teatro la Torre per travolgere. Perchè lei, l’artista piacentina che ha mutuato il nome d’arte dal suo idolo Nina Simone e il cognome da mamma Zilli, ama scatenarsi e scatenare energia che fa ballare. E il repertorio si presta, a partire dalla canzone
che dà il titolo al suo terzo album e al tour, e che ha rappresentato l’Italia all’European Song Contest dello scorso maggio a Baku (Azerbaigian). Successi di oggi e di ieri, tra cui “L’uomo che amava le donne”, “50mila”, il brano scelto da Ozpetek per la colonna sonora di Mine Vaganti, “Per sempre” direttamente dal palco dell’Ariston di Sanremo, e poi i grandi amori come “At least” di Etta James e la versione italiana “L’amore verrà” di “You can’t hurry love” delle Supremes. Sarà come aprire la valigia di Nina, quella di vita e di musica che la ragazza di Val Trebbia ha portato con sé dalla Val Trebbia in viaggio verso l’Irlanda, gli Stati Uniti, e dovunque la portasse la ricerca della “sua musica”. Studia da soprano, dividendosi tra l’Università, piccoli gruppi live e il lavoro da vee jay. Nel 2001 fonda un complesso, Chiara & Gliscuri, con il quale realizza un inno alla musica rocksteady, prendendo dai repertori più diversi, da Madonna ai Metallica, dalla Giamaica vera a una di fantasia. Nasce così la nuova Nina, con quell’aria di canzoni di una volta, in una dimensione “vintage” che illustra il suo paesaggio immaginario, una giovane e graffian-
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Il mio sogno? duettare con Stevie Wonder. Gli altri miei miti, purtroppo, non ci sono più. Tipo Billie Holiday, Otis Redding, le Marvelettes e Nina Simone, da cui ho rubato parte del nome d’arte
te Mina a Detroit, reduce da un viaggio musicale a Kingston. Il singolo di lancio, “50mila”, è scelto da Ferzan Ozpetek per il film “Mine vaganti”. Alla 60° edizione del Festival di Sanremo, con “L’uomo che amava le donne”, riceve il Premio della critica “Mia Martini” ed il Premio della Sala Stampa nella categoria Nuova Generazione. A fine aprile 2010 l’album “Sempre lontano” viene decretato disco d’oro. Da maggio
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a luglio 2011 conduce il programma radiofonico “Stay Soul” su Radio Due, e quest’inverno era di casa per gli italiani sintonizzati sulla prima sera del lunedì di Canale 5 dove Nina faceva da spalla a Giorgio Panariello nello show “Panariello non esiste”. E accarezza un sogno, mentre studia e lavora con e per la sua musica: duettare con Stevie Wonder. © Riproduzione riservata
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Samuele
Bersani
tx Mariamichela Formisano
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C’era una volta un mostro che diventò psyco. IL CANTASTORIE VISIONARIO E IRONICO DELLA MUSICA D’AUTORE RACCONTA I SUOI PRIMI 20 ANNI DI SUCCESSI.
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Un viaggio di due ore che attraversa vent’anni di vita in musica. E’ questo Psyco tour, lo spettacolo che accenderà il palcoscenico del Teatro della Torre di Casertavecchia il 3 settembre e che lo scorso inverno ha riportato Samuele Bersani in palcoscenico dopo un’assenza di oltre tre anni. Ripartito lo scorso 13 giugno con un allestimento «open air» per l’estate, il concerto prende il nome dal doppio album «Psyco-20 anni di canzoni», un’antologia di 28 brani storici selezionati e restaurati dallo
stesso cantautore. E, sulla falsariga del disco, il concerto che Bersani proporrà al pubblico del Settembre al Borgo 42 sarà un percorso all’indietro nel tempo, per rivisitare due decadi di canzoni senza perdere l’occasione di raccontarsi con un pizzico di disincanto ed ironia. “Si tratta di un concerto molto intimo - ha spiegato Bersani - nel quale oltre a proporre i brani più importanti della mia storia musicale, molti dei quali completamente riarrangiati, ripescherò vecchi pezzi che non eseguo qua-
si mai dal vivo. Un modo per fare il punto della situazione, insomma”. Non mancheranno “Chicco e spillo”, che nel 1992 conquistò il pubblico diventando un tormentone estivo, ed “Un pallone”, che vinse il Premio della critica all’ultimo Festival di Sanremo, riconoscendo a Samuele Bersani il ruolo di “cantastorie visionario ed ironico” nel panorama della musica italiana d’autore. Premi e consensi di pubblico e critica a Samuele Bersani non sono mai mancati, dalla prima partecipazione al Festival di Sanremo con la canzone “Replay”, che si aggiudicò il Premio della critica. La sua “Il pescatore di asterischi” ricevette poi la Targa Tenco per il miglior album dell’anno. Dopo un lungo lavoro di ricerca, nel 2003 pubblica il suo sesto disco, “Caramella Smog”, con il quale vince due targhe Tenco. “L’Aldiqua”, uscito nel 2006, viene anticipato dall’istant song “Lo scrutatore non votante”: il brano, primo esempio in Italia di canzone uscita di getto e messa subito su i-Tunes, schizza immediatamente ai vertici delle classifiche dei download e delle playlist dei videoclip, con un corto in animazione realizzato dall’artista contemporaneo olandese Dadara. Nel 2007 riceve il Premio Amnesty International per “Occhiali rotti” come miglior canzone sui
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Se dovessi scrivere un “instant song” sulla situazione attuale, parlerei dell’ultima estate da leoni prima di un autunno da pezzenti. Stiamo vivendo un momento cruciale, scandito da notizie assurde
diritti umani. A distanza di dodici anni, nel 2012 torna al Festival di Sanremo con il brano “Un pallone” vincendo, per la seconda volta, il Premio Mia Martini assegnato dalla Sala Stampa dell’Ariston. Eppure Samuele Bersani, nel bilancio dei suoi 42 anni di vita di cui 20 in musica, non dimentica l’uomo e l’artista a cui deve tutto. “Tutto cominciò nel ’91 e da Lucio Dalla. Ero reduce da una serie di concorsi musicali e da un’intensa militanza in gruppi adolescen-
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ziali quando Lucio mi notò e mi volle nel suo Cambio tour, affidandomi il compito di aprire ogni concerto. E io cantavo ‘Il mostro’”. Mentre gli ultimi scampoli d’estate lo accoglieranno al Teatro della Torre del Settembre al borgo 42, Samuele si lascia accompagnare dal ricordo dell’amico: “La mancanza di Lucio si fa sentire molto, soprattutto d’estate, perché lui era l’estate. Era già abbronzato a gennaio”. © Riproduzione riservata
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Alessandro Mannarino tx Alfonso Papa a.papa@setweb.it ph Gabriella Caponigro
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Nelle sue storie vivono pagliacci, ubriachi e zingari innamorati. Un cantastorie dei giorni nostri, uno stornellatore del XXI secolo, un cantautore delle metropoli globalizzate. Alessandro Mannarino, probabilmente, è tutto questo e non solo.
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Le sue sono musiche di confine, contaminate ed alla ricerca continua di metodi e principi differenti da fondere. Ispirate alla sua Roma ed a suoni e volti di una globalizzazione invadente, dove Gabriella Ferri passeggia con Manu Chao e Domenico Modugno va a braccetto con Cesaria Evora. Nei suoi testi, macchiati dai forti toni del surrealismo, vivono storie oniriche e tragicomiche di pagliacci, ubriachi e zingari innamorati. Partendo dalle sonorità e dai ritmi della musica popolare italiana Mannarino condisce il proprio mondo con elementi di musica bal-
canica e gitana, citazioni felliniane e evoluzioni circensi. Alessandro Mannarino, inizia la sua attività artistica nel 2001, quando - girando per il rione Monti - si esibisce in strane session a cavallo tra il djing e il live acustico. Nel 2006 fonda la “Kampina”, una band formata da 6 elementi : trombone, basso, fisarmonica, batteria, violino e chitarra, con cui gira in lungo ed in largo principali locali della capitale. Sono diverse anche le collaborazioni, si va da quella con l’autore e attore Massi-
miliano Bruno da cui nasce lo spettacolo “Roma di notte”. Per continuare con gli incontri, con: Ascanio Celestini, David Riondino, Don Pasta, Valerio Aprea e Ardecore. Partecipa a “Soul Food: incontro su cibo, arte e sostenibilità ambientale” al Teatro Eliseo di Roma, si esibisce in una straordinaria performances dal vivo. Nel 2009, lascia la band, ed intraprende la carriera da solista, pubblicando il suo album d’esordio, “Bar della rabbia”. E’ tra i finalisti del Premio Gaber e del Premio Tenco nella categoria “album artisti emergenti” e compone la sigla della trasmissione radiofonica “Vasco de Gama” condotta su Radio Due da David Riondino e Dario Vergassola. Per due stagioni è uno degli ospiti fissi musicali della trasmissione televisiva “Parla con me”, condotta da Serena Dandini su Rai Tre. A marzo 2011 esce “Supersantos”, il suo secondo disco di inediti, e ad aprile parte da Torino l’omonimo e fortunato tour live, che lo accompagna in giro per l’Italia. Nello stesso anno, a settembre, firma, inoltre, la sigla d’apertura della nuova stagione di “Ballarò”, la trasmissione condotta da Giovanni Floris su Rai Tre. Al quarantaduesimo Settembre al Borgo, Alessandro Mannarino arriva nel bel mezzo di un tour trion-
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ANCHE LA JUVE CASERTA BASKET AD APPLAUDIRE L’ESTRO DEL CANTAUTORE ROMANO.
fante e sarà il protagonista assoluto della serata del 4 Settembre al Teatro della Torre di Casertavecchia. Al concerto di Mannarino, tra il pubblico di Caserta, ci sarà anche una presenza particolare: la Juve Caserta Basket. Con l’intento di rafforzare e sottolineare, lo stretto legame che unisce la squadra al territorio. Così gli appassionati di basket potranno vedere una rappresentanza della loro squadra, con a capo il Presidente Gervasio ed il coach Sacripanti, applaudire il cantautore romano in
quello che si preannuncia come il concerto evento del festival.
Anche il Presidente della Provincia, Domenico Zinzi mette in risalto l’importanza di tali iniziative: Settembre a Borgo è una festa per tutta la Provincia, una festa capace di riunire sotto lo stesso cielo le espressioni migliori di una Terra capace di essere protagonista in tutti i campi. © Riproduzione riservata
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Elio e le storie tese tx Mariamichela Formisano
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La dissacrante ironia degli Elii in concerto, a partire dall’elogio allo spam. Il tour, che da gennaio attraversa l’Italia, ha lanciato la campagna “Car Wars” per segnalare disservizi, lavori in corso fantasma e quant’altro riguarda il mondo delle autostrade.
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Da gennaio scorso hanno attraversato l’Italia in lungo e in largo unendo l’utile al dilettevole. Da una parte hanno incontrato il pubblico che li ama proponendo un repertorio che, per eccellenza musicale e per sarcasmo e ironia dei testi, accomuna generazioni di fan; dall’altra, approfittando delle migliaia di chilometri macinati in auto, hanno lanciato la campagna “Car Wars”, condotta con Altroconsumo per segnalare disservizi, lavori in corso fantasma e quant’altro riguarda il mondo delle autostrade. Insomma, quando ci sono di mezzo gli “Elii”, ossia Elio e le Storie Tese, tutto quello che ci si abitua a tollerare diventa denuncia dissacrante, ironica, cinica,
che nulla lascia alla banalità. E il sold-out registrato già nelle prevendite, per il concerto del 5 settembre al Settembre al Borgo 42, non ha stupito gli organizzatori che, dallo spettacolo di Elio e le Storie Tese al Teatro della Torre di Casertavecchia, sanno di potersi aspettare solo un dato certo: gli applausi e il consenso del pubblico. Sul resto nulla è certo, come gli Elii amano sottolineare: “Quando pensiamo ad uno spettacolo da proporre al nostro pubblico prima di tutto scegliamo pezzi che piacciano e che non facciamo da tempo perché altrimenti ci annoiamo noi per primi; poi pensiamo alla composizione della scaletta e alla fine arriva il... “cosa
ci inventiamo?”. Questo in genere scatena una serie di idee ma poi la messa a punto arriva sei minuti prima della prima”. La tappa al Settembre al Borgo si inserisce nel tour estivo del live “Enlarge your penis”, una carrellata tra classici poco frequentati dal grande pubblico, diverse hit storiche ed alcuni brani inediti. “Enlarge your penis”, la canzone da cui prende nome il tour, è tra questi: un inno allo spam, alle pubblicità demenziali che riempiono la casella della posta elettronica. “Finora in Italia esisteva solo una canzone dedicata a internet – ha puntualizzato il frontman del gruppo - ed era “www mi piaci tu” dei Gazosa. Abbiamo riempito un vuoto”. E sulla campagna “Car Wars” che affianca il tour, spiega: “Non siamo certo un gruppo impegnato, ma andando in giro ci siamo resi conto di alcuni “misteri” che riguardano le autostrade. Per esempio quanto costano? Tu parti da un casello e scopri solo quando arrivi quanto paghi. E perché alcune autostrade costano più di altre? Sono forse riscaldate o ci sono belle ragazze che ti massaggiano mentre viaggi ? D’altro canto non è che paghi meno se ci sono lavori in corso, spesso “fantasma”, che ti bloccano e ti negano il servizio. Tutta una serie di interrogativi sui quali ci piacerebbe si facesse chiarezza”. E mentre per gli appassionati di talent show l’attesa è tutta per Elio, giudice di gara di X-Factor con Simona Ventura, Morgan e Arisa, per i fan l’attesa è per il nuovo lavoro della
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Tra hit storiche e inediti, Elio e le Storie Tese alzano il sipario di Casertavecchia sul live “Enlarge your penis” versione estiva
band che, a parte compilation o riarrangiamenti di vecchi brani, è dal 2008 che non produce un cd di inediti in studio. Con il primo, dal titolo “Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu” datato 1989, Elio e le Storie Tese vendono 100.000 copie, un successo seguito, nei 14 anni successivi, da 7 album ufficiali tra i quali 2 live. Nel 1996 partecipano al Festival di Sanremo, piazzandosi al secondo posto, con “La terra dei cachi” che è primo in classifica per 8 settimane e l’album “Eat The Phikis” vende oltre 200.000 copie. Nel 2006 sono in giro per l’Italia con lo spettacolo “Così è se vi pare” con Claudio Bisio. Nel febbraio
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2008 esce il nuovo album, l’ottavo della loro carriera, dal titolo “Studentessi”. Contestualmente vengono chiamati a condurre il Dopofestival per il Festival di Sanremo 2008. Tutti gli album da loro pubblicati sono diventati “disco d’oro”. Dal 2009, per tre stagioni, Elio e le Storie Tese sono entrati a far parte - come resident band - nel cast del programma satirico “Parla con me”, condotto da Serena Dandini su Rai Tre. Nel 2012 il ruolo di resident band si è consolidato all’interno della trasmissione “The Show Must Go Off”, condotta sempre da Serena Dandini. © Riproduzione riservata
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Sergio Cammariere
tx Wanda D’Amico w.damico@setweb.it
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Un pianoforte e il suo estro creativo, per invenzioni musicali di grande impatto. Giovedì 6 Settembre, la quarantaduesima edizione del Settembre al Borgo sta per chiudere il sipario e sul palcoscenico del Teatro della Torre, non poteva mancare un altro musicista di eccezione.
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Sergio Cammariere, compositore, interprete, musicista, presenta una raffinata intensità espressiva. Spazia tra i grandi maestri del jazz, i ritmi latini e sudamericani, la musica classica e non in ultimo la scuola cantautoriale italiana. Ha soprattutto una dote ed
una predisposizione per la composizione musicale. Il suo talento è esaltato e trova la massima espressione nei concerti dal vivo, un esempio su tutti, resta la intro del brano che dà titolo al suo primo album ove, ogni volta, Cammariere rivela estro creativo immediato ed un rapporto viscerale, intimo, assoluto, con il pianoforte. I concerti di Sergio Cammariere si rivelano sempre una meravigliosa avventura, mutevole in ogni situazione,
in cui l’artista, con grande generosità, lascia largo spazio ai musicisti che lo accompagnano, creando sul palco una straordinaria armonia e invenzioni musicali di grande impatto. Sergio Cammariere è un artista e compositore completo, più volte vincitore di dischi d’oro e di platino, sempre sorprendente, carico di umanità, capace ancora di commuoversi. Una figura elegante, composta, quasi d’altri tempi, un’anima creativa e in continua evoluzione e ricerca, destinata a lasciare un segno sui binari della grande musica d’autore. Marzo 2012 segna l’uscita del nuovo album, dedicato all’amico regista, scenografo e artista delle luci Pepi Morgia, che racchiude quasi una sintesi, un ritratto in musica di tutte le anime di Sergio, spaziando dal jazz alla bossa nova, dal samba a ritmi balcanici, da incursioni classiche alla musica world e progressive. Per i testi, oltre a Roberto Kunstler, si avvale di due nuovi autori, Sergio Secondiano Sacchi scrittore e cofondatore del Premio Tenco e Giulio Casale narratore, musicista, poeta e autore di importanti testi per il teatro. Tra le dodici tracce, due brani strumentali ricchi di suggestive atmosfere, “Thomas e Essaouira” e “Com’è che ti va?”, grande interpretazione di una canzone scritta da Vinicius De Moraes con testo italiano di Sergio
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FIGURA ELEGANTE, SERIA, COMPOSTA. UN’ANIMA CREATIVA IN CONTINUA EVOLUZIONE E RICERCA.
Bardotti e Nini Giacomelli. Oltre ai già citati musicisti che lo accompagnano da sempre, collaborano Michele Ascolese alle chitarre, il trombonista Roberto Rossi e Max Ionata al sax. Con la sua rara e raffinata intensità espressiva, Sergio Cammariere accompagnerà la manifestazione in una dolce e memorabile chiusura, sicuri che non deluderà le aspettative e lascerà in bocca il sapore dolce di una serata che non deve finire.
SERGIO CAMMARIERE LASCIA LARGO SPAZIO AI MUSICISTI CHE LO ACCOMPAGNANO, CREANDO SUL PALCO UNA STRAORDINARIA ARMONIA E INVENZIONI MUSICALI DI GRANDE IMPATTO.
© Riproduzione riservata
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Orchestra di Piazza Vittorio
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Dal 2002 un successo stravolgente. Grande attesa al Settembre al Borgo.
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Diciotto musicisti che provengono da dieci paesi diversi e parlano nove lingue differenti, ma che insieme trasformano le loro variegate radici e culture in un’unica lingua: la musica. È questa l’Orchestra di Piazza Vittorio.
Partendo dalla musica tradizionale di ogni paese, intingendola nel rock, nel pop, nel reggae e nella classica, si arriva alla sonorità dell’OPV. Tra musicisti che partono e altri che arrivano, cambia il suono dell’orchestra senza mai tradi-
re la vocazione iniziale a sfide nuove e orizzonti aperti al mondo intero. Ideata e creata da Mario Tronco e Agostino Ferrente, l’Orchestra di Piazza Vittorio è nata nel 2002 all’interno dell’Associazione Apollo 1, un progetto sostenuto da artisti, intellettuali e operatori culturali, che hanno valorizzato il rione Esquilino di Roma, dove gli Italiani sono una minoranza etnica, e salvato lo storico cinema Apollo di Roma, che rischiava di diventare una sala Bingo. L’Orchestra di Piazza Vittorio rappresenta una realtà unica. È la prima orchestra nata con l’auto-tassazione di alcuni cittadini, che ha creato posti di lavoro e relativi permessi di soggiorno per eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo ed ora, di fatto, nostri concittadini. Ma al di là del valore politico e sociale, l’Orchestra promuove la ricerca e l’integrazione di repertori musicali diversi e spesso sconosciuti al grande pubblico, costituendo anche un mezzo di recupero e riscatto per musicisti stranieri, che vivono a Roma a volte in condizioni di emarginazione culturale e sociale. L’Orchestra, in quasi dieci anni di vita, ha girato il mondo,
tenendo concerti in tutta Italia e all’estero. L’Orchestra di Piazza Vittorio è anche un film e un diario che ne racconta la genesi attraverso la regia di Agostino Ferrente. Premiato in molti festival internazionali, ha conquistato la critica e scaldato i cuori del pubblico in tutto il mondo. A “Settembre al borgo” propone “Il flauto magico”, la reinterpretazione - in chiave moderna ed etnica - dell’opera di Mozart.
TRA MUSICISTI CHE PARTONO E ALTRI CHE ARRIVANO, CAMBIA IL SUONO DELL’ORCHESTRA SENZA MAI TRADIRE LA VOCAZIONE INIZIALE.
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Settembre
2012
Ariete
La giostra astrale di settembre si muove davvero bene. Giovedì 6 si annuncia il passaggio di Venere nella casa dell’amore e della creatività, in ottimo aspetto al tuo Urano e a Giove. Si intravedono buone occasioni per esprimerti con fantasia, per ritornare ad amare e a dare il giusto spazio ai sentimenti. Per molti Ariete il sogno può diventare realtà.
Leone
Sia i pianeti veloci che lenti ti amano. Nel tuo cielo è concentrato quanto di meglio si possa immaginare come aiuto astrale, per realizzare dei traguardi importanti in tutti i settori della vita, con risultati che fanno bene al tuo ego, al cuore e anche al tuo conto in banca. Solo Marte mostra il suo lato più ombroso e indisponente.
Sagittario
Prende il via faticosamente il mese di settembre. E’ il dialogo a fare difetto. Se ti mostri intollerante ogni tipo di rapporto potrebbe entrare in sofferenza. Tolleranza è la parola d’ordine, almeno fino al 16. Il periodo più favorevole alla vita sentimentale si profila sicuramente quello che va dal 17 al 30. L’amore ha le carte in regola per arrivare da lontano e il Plenilunio di domenica 30 te lo dimostrerà.
Toro Durante i primi giorni di set- Vergine Il termometro dei sen- Capricorno Anche il più metembre puoi godere ancora di buone protezioni astrali ma poi, già dal giorno 6 con Venere e Marte in ostile posizione il mese proseguire su note non eccessivamente alte per quanto concerne amore ed eros. Puoi sempre supplire con la dialettica, ottimo ingrediente sia per mantenere vivi i rapporti esistenti che per allacciare amicizie in vista di future conquiste.
timenti vede salire la sua colonnina per tutto il mese. L’influenza di Marte in ottimo aspetto con Sole e Mercurio nel segno porta vivacità nei rapporti di amicizia e d’amore. Un pizzico di diplomazia in più, affettuosità e passionalità in abbondanza sembra essere la ricetta giusta per arrivare al termine dell’estate soddisfatto della tua vita.
Gemelli Venere ti regala un set- Bilancia tembre caldo, qualunque sia la temperatura delle tue latitudini. Il pianeta dell’armonia e dell’amore in buon aspetto al tuo Giove, a Saturno e nella seconda parte del mese anche a Mercurio e al Sole, promette tenerezza, sensualità e fortuna. Tanta fortuna sia in amore che nelle faccende economiche.
Cancro
Settembre si apre con un’esplosione di gioia per i sentimenti e per l’erotismo, con Venere e Marte che si attivano a vicenda coinvolgendo Mercurio, Sole e Nettuno. Basta la tua sola presenza a illuminare un ambiente, a riscaldare il cuore e smuovere i sensi. Puoi vincere battaglie senza ferire gli avversari. E se ne nella seconda parte del mese qualcosa andrà storto non ti perderai d’animo.
todico e conservatore nativo Capricorno in questo mese di fine estate potrebbe avvertire la necessità di apportare qualche innovazione nella propria vita sentimentale. Il 6 termina la contrarietà di Venere: ecco che inizia il periodo della rinascita, di quelle piccole, significative metamorfosi che fanno bene alla vita di relazione.
Acquario
Settembre è davvero un bel mese per la Bilancia. I pianeti veloci in primis Venere , ti regalano giorni di sfrenata creatività, di dinamismo mentale che, grazie agli ultimi raggi di Saturno nel segno, può tradursi in iniziative importanti per la vita sentimentale, per la sfera delle amicizie, ma anche per la vita sociale e professionale, compresa la realizzazione di progetti ambiziosi.
E’ un settembre movimentato. In alcuni momenti aleggia un’aria burrascosa. Il fatto di non sentirti al centro dell’attenzione di chi ti sta a cuore ti manda su tutte le furie. L’insoddisfazione e il nervosismo che caratterizzano questo mese sono la causa principale di alcune incomprensioni nella vita di relazione, in primis quella sentimentale.
Sorpione
Pesci Con un Marte così benevolo
Le configurazioni astrali di settembre ti somigliano. Sono il tuo ritratto. Apparentemente equilibrato e sereno, ma in realtà dentro di te si alternano drammatici alti e bassi e un po’ di capricci. L’effetto è determinato dai contrasti tra un tenace e focoso Marte nel segno con una Venere, alquanto affascinante ma dispettosa (dal 6 in Leone).
nei tuoi confronti l’amore passionale riprende uno slancio fantastico, che da tempo mancava. Il tuo spirito di iniziativa si moltiplica e non solo negli aspetti pratici della vita, sei quasi frenetico nel tuo bisogno di muoverti e dirigere i tuoi impegni sentimentali. Sai trovare lo spazio anche per il divertimento. E questo equivale a un netto rialzo dell’umore.