Short Theatre 2021 - The Voice This Time

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THE VOICE THIS TIME Short Theatre 2021 sperimenta poetiche della relazione in un continuo contrappunto tra udibile e visibile, porge l’orecchio alle percussioni del tempo, convoca il corpo come risuonatore di pieni e vuoti, rimbalza sulle superfici dure e molli della città, oscilla nelle pieghe della storia, accompagna le pratiche che evacuano dall’orizzonte dominante e rimane senza gravità. Lo fa da qui, alimentando ciò che vibra tra le cose. Torna per la sua sedicesima edizione e convoca la sua comunità temporanea con il desiderio di ritrovarla più porosa e impaziente di risvegliare gesti e risonanze, in una nuova prossimità nutrita di eco sotterranee, fremiti fantasmatici, frequenze interrotte. The Voice This Time si nutre di inizi e ritorni, compresenze e sinergie. Piersandra Di Matteo, con la sua nuova direzione, immette nel discorso del festival il seme di qualcosa a venire, attiva risonanze e dialoghi per i quali staremo in ascolto nei prossimi anni; insieme a Francesca Corona disegnano questa transizione – gesto unico e che resterà inedito, come ogni passaggio, come ogni emergente complicità di sguardi e voci. Piersandra Di Matteo incontra Short Theatre, e così Short Theatre rinnova incontri con la città e con le comunità con cui dialoga, immaginando ulteriori espansioni orizzontali e verticali. Così questa edizione diventa un rito di transizione, la festa prima della partenza, la prefigurazione che si fa reale. Non si tratta di un avvicendamento, ma di un gesto di passaggio che ha tutta la forza della condivisione e della relazione. Non esistono eredità e inaugurazioni, ma l’attraversare le cose e l’attenzione rivolta al loro cambiare continuo: è un accogliere e rilasciare senza sosta, con consapevolezza e cura. Piersandra e Francesca realizzano una intesa sul terreno del farsi: la nuova edizione si alimenta di questo incontro. La città torna a essere l’orizzonte, terreno delle contraddizioni e luogo di densità relazionali, dimensione che si riapre all’attraversamento pubblico. Short Theatre guarda a questa fase come lo spazio mobile per nuove pratiche immaginative. WEGIL, la Pelanda del Mattatoio di Roma, il Teatro Argentina e il Teatro India, il Teatro del Lido di Ostia e gli altri spazi che accolgono il programma di quest’anno segnano i punti di un perimetro da varcare, a partire dal quale riprendere l’esplorazione della città e delle forme attraverso cui si dà, in un orizzonte urbano oggi forse più stravolto di ieri.


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