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Un bel progetto didattico a certificazione europea

Dopo un excursus di buone pratiche alziamo il tiro focalizzandoci su un programma didattico, il più interessante fra quelli in cui si sia capitato di imbatterci. L’iniziativa nasce da due istituti professionali per l’enogastronomia e l’ospitalità, collegati fra loro: il Collegio Ballarini di Seregno e Il Collegio Castelli di Saronno. Si tratta di scuole paritarie (a tutti gli effetti assimilabili, nelle linee da seguire, a quelle statali) che, come vedremo hanno saputo rivelarsi allineate alle direttive europee e anticipatrici, in questo senso, dei nuovi dettami emananti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il percorso

È il 2015 quando i responsabili didattici dei due istituti, Giovanni Guadagno per Seregno e Alberto Somaschini per Saronno, l’uno pure docente di cucina e responsabile formazione della FIC (Federazione Italiana Cuochi) e l’altro docente di cucina e presidente Unione Cuochi Lombardia FIC, danno vita a un primo progetto volto ad allineare il più possibile la scuola alle esigenze del mercato del lavoro.

“In quel periodo – racconta Giovanni Guadagno – decidiamo di fare un sondaggio fra i professionisti di Solidus (il forum permanente delle associazioni professionali legate al mondo dell’ospitalità nel senso più ampio) che ci restituisce oltre 200 contributi dettagliati, da cui ricaviamo un elenco puntuale di competenze (il cosiddetto quadro territoriale delle qualifiche). Queste diventano un riferimento per la programmazione didattica del quinquennio. Nel corso del 2020 ci accorgiamo che è necessario creare uno strumento di partnership territoriale, peraltro previsto dalla riforma degli istituti professionali, per far sì che le competenze riconosciute dalle associazioni di categoria possano essere certificate, messe nero su bianco, diventando per i nostri studenti una forma di riconoscimento ulteriore rispetto al titolo di studio, ancor meglio recepito dal mondo del lavoro. Cosa che in Europa sta già accadendo da oltre una decina di anni”.

“Nasce così – prosegue Alberto Somaschini - il Polo Tecnico Professionale, ossia una rete che collega i due istituti con un gruppo di 40 docenti al mondo delle professioni (Solidus), dove grazie a un continuo interscambio si può offrire un percorso più efficace agli studenti, con un elemento in più: la validazione delle competenze che le associazioni danno rappresenta l’unica modalità attraverso cui l’UE dà la possibilità di riconoscere agli studenti una certificazione europea (crediti professionali ECVET). Il credito europeo è come un passaporto: può essere letto, misurato, conteggiato in Italia come in tutte le altre nazioni della UE.

Ora, gli studenti che terminano il percorso dei cinque anni hanno il loro conteggio di crediti alimentato attraverso alternanza scuola/lavoro, esperienze lavorative, attività professionalizzanti che le stesse associazioni propongono... Questi crediti sono la cartina di tornasole del loro reale livello di preparazione.

Con le quinte di quest’anno si completa il primo ciclo di certificazione nel Polo Tecnico Europeo. Il progetto è aperto anche ad altri istituti che volessero valutare di farlo proprio. A gennaio il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha emanato nuove linee guida in cui ipotizza l’utilizzo del sistema dei crediti a partire dal 2028, il che significa che a livello organizzativo la macchina dovrebbe mettersi in moto dal prossimo anno”.

Progetto didattico a certificazione europea

I punti chiave del suddetto progetto sono:

• Il potenziamento delle discipline professionali, con un incremento delle ore di laboratorio dei servizi enogastronomici (cucina e sala vendita) di quasi il doppio rispetto all’orario ministeriale: 10 ore settimanali in prima e seconda, 12 in terza e 10 in quarta e quinta, avvalendosi del massimo delle quote di autonomia concesse dal Ministero. I laboratori servono anche per prendere consapevolezza di quanto acquisito in classe.

• altre occasioni di formazione nel lavoro che contribuiscono alla crescita professionale: c’è un ristorante didattico interamente gestito dagli allievi, una Bottega scuola per le piccole produzioni di nicchia (panetteria, norcineria, produzione di panettoni, ge- lateria, vinificazione -dalla gestione di un vigneto all’imbottigliamento ed etichettatura - che operano in sinergia con le discipline teoriche.

• La scelta di indirizzo non avviene alla fine del secondo anno (I professionisti interpellati hanno espresso il parere che sia troppo presto per scegliere) ma alla fine del terzo anno, che significa: approfondire più elementi di tutte le professioni, fare un tirocinio che gli consenta di testare il settore di interesse, senza contare i professionisti in più con cui vengono a contatto a scuola.

Il quarto e quinto anno diventano quindi dedicati all’indirizzo scelto, dove però oltre all’aspetto produttivo è contemplato anche quello organizzativo, dei costi...perché anche l’aspetto imprenditoriale non va sottovalutato.

• La preparazione degli studenti non viene misurata solo con i voti ma anche con i crediti professionali. Addirittura alla fine del quinquennio gli studenti vengono invitati a fare una mappatura delle competenze per renderli consapevoli di quanto hanno appreso oltre a consegnare loro documenti con le sintesi dei crediti.

• Una piccola postilla la merita anche il modo di gestire l’orientamento in ingresso per cui sono previsti mini stage sia per i genitori (tre ore) che per i ragazzi (10 ore).

Ai primi, ad esempio, viene fatta fare un’analisi sensoriale presso il laboratorio dedicato, per fare capire loro che si tratta di un percorso scolastico completo, integrato che contempla una parte di studio (es. chimica) e di intelligenza pratica. Questo per rompere lo schema che l’alberghiero sia l’ultima spiaggia. Ai ragazzi invece vengono dedicati tre pomeriggi in cui vivono attività di laboratorio con i docenti, integrate da materie teoriche funzionali al lavoro (es. cotture/tecniche e il legame con la fisica). Questo per far capire la visione a 360° di una scuola professionale.

Vogliamo fare notare come Giovanni Guadagno e Alberto Somaschini, fautori di questo progetto didattico a certificazione europea, sono - oltre che responsabili dei due istituti - docenti e al tempo stesso membri attivi, con ruoli ben precisi, dentro la FIC, che da sempre fa della formazione una delle priorità a cui guardare. Impariamo a capire dove ci sono spinte propulsive vere, dove le idee non nascono a caso ma da un lungo percorso di militanza. E apriamo le porte delle scuole a queste realtà quando vengono a bussare, con tutte le opportunità che offrono ai nostri giovani cuochi in erba.

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