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Ami ancora il tuo lavoro?

Il ristoratore è “oggettivamente” un lavoro diffi cile. È complesso perché chi vuole avere successo nell’impresa ho.re.ca. deve possedere un caleidoscopio di talenti. Gardner, il grande psicologo, direbbe che occorrono tutti i tipi di intelligenza. Faccio alcuni esempi pratici. Gestire un locale signifi ca far quadrare i conti (intelligenza matematica), negoziare con i fornitori (intelligenza relazionale), motivare il personale (intelligenza emotiva) e creare piatti unici (intelligenza creativa). La lista di attività potrebbe proseguire per molte righe. Un lavoro diffi cile appreso nella maggioranza dei casi “on the road”, direbbero gli inglesi. Non esistono università per diventare imprenditore nella ristorazione. Tutti coloro che hanno la “serranda alzata”, nessuno escluso, sono diventati imprenditori per passione. Hanno imparato imitando i loro maestri. Sono diventati quello che sono costruendo, mattone su mattone, la loro attività, giorno dopo giorno. E forse questa forma di intelligenza è quella più preziosa, in una professione che si reinventa di continuo, è l’“intelligenza rifl essiva”. La capacità di pensare su di sé e modifi care il proprio comportamento per raggiungere un obiettivo. L’intelligenza da sola non basta. Il mondo è pieno di persone intelligenti che non realizzano nulla di concreto. Le persone che hanno successo nell’ho. re.ca. non sono solo intelligenti, sono estremamente motivate. È proprio questa voglia di fare, di arrivare, di superare sé stessi, di raggiungere i propri obiettivi che li stimola ad usare tutte le forme di intelligenza che possiedono per essere imprenditori di successo nel tempo. Gli studi sulla psicologia hanno studiato in modo chiaro il rapporto tra intelligenza e motivazione. Le capacità intellettive sono stabili nel tempo. Se hai delle attitudini mentali, queste si manifestano sin dalla più tenera infanzia e restano piuttosto stabili, se coltivate nell’esperienza. I livelli di motivazione invece cambiano continuamente nel tempo. La spinta motivazionale è infl uenzata profondamente da ciò che accade intorno a noi. È questa demotivazione diff usa nel settore che mi spaventa, forse più delle oggettive diffi coltà in cui gli operatori si trovano a lavorare da anni, per il covid prima e per la spinta infl attiva oggi. I ristoratori italiani sono intelligenti. Nessuno può metterlo in dubbio. I ristoratori italiani sono ancora motivati ad usare la loro intelligenza per superare anche questo periodo? La motivazione è come un elastico che va sempre teso al punto giusto. Se è poco teso, manca energia. Se troppo allungato, si spacca. E se molti avessero la corda della motivazione spezzata? Ne avrebbero tutte le ragioni. Il mio non è un giudizio. È solo una grande paura. Per aff rontare i mesi che verranno i ristoratori italiani dovranno usare tutta la loro intelligenza, ma soprattutto dovranno essere motivati. Mettere il massimo della loro grinta, voglia e spinta. Essere motivati non signifi ca negare i problemi, al contrario, signifi ca aff rontarli e trovare tutte le azioni possibili risolverli o mitigarne gli eff etti. Tenere elevata la motivazione non è facile, soprattutto quando sembra che tutto il mondo voglia metterti i bastoni tra le ruote. Quando incontro un ristoratore intelligente e temporaneamente demotivato, con grandi successi alle spalle, di talento ma che sta pensando di mollare, chiedo sempre di rispondere a 3 domande. Raccontami come hai iniziato a fare questo lavoro? Com’era la persona da cui hai imparato? Mi descrivi il tuo locale come se ci stessi entrando? Spesso solo rispondendo si riattiva la passione e la voglia che accende la miccia dell’intelligenza. Chi mi risponde riscopre il suo perché. In un famoso libro di qualche anno fa, seguito da uno dei Ted Talk più visti al mondo, Simon Sinek aff erma che “partire dal perché” è l’unico modo per attivare le aree più profonde del nostro cervello, quelle in cui ha sede la nostra forza interiore più grande. E tu, ami ancora il tuo lavoro? Quanto sei motivato a farlo, dando il meglio del tuo talento? Le sfi de ci sono e sono immense. È innegabile. Ma senza motivazione, non potrai accendere l’intelligenza che ti porterà a risolverli e attenuarne l’impatto. Ricorda il tuo perché.

Lorenzo Dornetti ceo Neurovendita

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