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Futurismo Siciliano
Sicilian Futurism
Chi ha ucciso il chiaro di luna? Who killed the moonlight?
Rubriche Surveys
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pag. 2 In breve > Briefly pag. 18 Libri > Books
La Valle degli Iblei The Iblei Valley
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Sicilian traditions
Il mito in Sicilia XXI Myth in Sicily XXI
> a cura di Sara Ridolfo pag. 79
Tradizioni Siciliane Quando arrivava il carnevale: divertimenti a costo zero When carnival arrived: fun free of charge
pag. 28 Attualità > News
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I consigli di Sikania Sikania advices pag. 80 Dove mangiare > Where to eat pag. 81 Dove dormire > Where to sleep
Week-end pag. 82 Aspettando i mosaici > Waiting for the mosaics
Tesori nascosti Hidden treasures La Chiesa Holy Cross The Holy Cross Church di Paolo Coniglio
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pag. 83 La festa di San Leoluca > St. Leoluca feast pag. 84 Ristorante > Restaurant
e ancora...
Caffè Duomo
Piazza Armerina si fa bella! > Piazza Armerina is making itself more beautiful!
pag. 21
pag. 86 Albergo > Hotel
Primavera a Salina > Spring in Salina
pag. 33
One hotel
Il carnevale di Misterbianco > The carnival of Misterbianco
pag. 61
Copertina > Cover: ph. Giuseppe Marinelli Palermo, Palazzo delle Poste, stanza del direttore > Central Post Office, director’s room
IN BREVE>BRIEFLY
Mala Waldrow in Sicilia La cantante jazz/soul Mala Waldron, nota ai più per una sua versione di Light my fire, farà tappa in Sicilia a febbraio per promuovere il suo primo cd. Figlia di due pianisti jazz (il padre è l’indimenticato Mal Waldron), Mala è cresciuta circondata dalla musica e ha fatto del jazz la propria cultura. Tre le date da ricordare: il 12 a Palermo al Teatro Metropolitan, il 13 a Caltanissetta al Teatro Margherita, il 15 a Modica (Rg) al Teatro Garibaldi. Informazioni: tel. 091 6887513 - 0934 581698 - 0932 1972298
Mala Waldrow in Sicily > The jazz/soul singer Mala Waldron, known to most people for a version of Light my fire, will be in Sicily in February to promote her first cd. The daughter of two jazz pianists (her father is the unforgotten Mal Waldron), Mala grew up surrounded by music and she made jazz her own culture. There are three dates to remember: 12 February in Palermo at the Teatro Metropolitan, 13 February in Caltanissetta at the Teatro Margherita, and 15 February in Modica (Ragusa province) at the Teatro Garibaldi. Information: tel. 091 6887513 - 0934 581698 - 0932 1972298
Danza internazionale con il Béjart Ballet Lausanne Dal 13 al 22 febbraio al Teatro Bellini di Catania andrà in scena lo spettacolo internazionale di danza del Béjart Ballet Lausanne. La compagnia, fondata dal compianto Maurice Béjart, porta avanti la sua idea di spettacolo globale, che mescola l’universo musicale, lirico, teatrale e coreografico e mette in evidenza le qualità individuali dei solisti e i movimenti d’insieme. Lo spettacolo è articolato in quattro balletti: Aria, Le Chante d’un Compagnon Errant, L’uccello di fuoco e Boléro. Informazioni: tel. 095 7150921 www.teatromassimobellini.it
International dance with the Béjart Ballet Lausanne > From 13 to 22 February at the Teatro Bellini in Catania on stage there will be the international dance show of the Béjart Ballet Lausanne. The company, founded by the late Maurice Béjart, works out his idea of a global show that mixes musical, lyric, theatrical and choreographic universe and highlights the individual qualities of soloists and group movements. The show involves four ballets: Air, Le Chante d’un Compagnon Errant, The Firebird and Bolero. Information: tel. 095 7150921 - www.teatromassimobellini.it
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Tornano le note di Giovanni Allevi Domenica 8 marzo alle 18,30 nel Teatro Massimo di Palermo risuoneranno ancora le note di Giovanni Allevi, il pianista che, per la sua capacità di rielaborare la tradizione classica aprendola alle nuove tendenze contemporanee, si trova a suo agio sia nei teatri che di fronte alle platee dei concerti rock. Informazioni tel. 091 6053111 www.teatromassimo.it
The notes of Giovanni Allevi are back On Sunday 8 March at 6.30 pm at the Teatro Massimo in Palermo there will again resound the notes of Giovanni Allevi, the pianist that, because of his ability to elaborate the classical tradition opening it up to new contemporary trends, is at his ease both in theatres and in front of rock concert audiences. Information tel. 091 6053111 www.teatromassimo.it
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IN BREVE>BRIEFLY
Due tappe per Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana Lui si definisce ancora oggi un “semplice cabarettista jazz” ma Renzo Arbore insieme all’Orchestra Italiana (da lui fondata nel 1991 con quindici grandi solisti per valorizzare la canzone napoletana classica) ha incantato negli ultimi 18 anni le platee di tutto il mondo. Nel 2009 porterà nei teatri il nuovo live in una tournée che attraversa tutto lo stivale e farà tappa in Sicilia a marzo con due concerti: il 2 al Teatro Golden di Palermo e il 4 al Teatro Metropolitan di Catania. “La Sicilia - commenta Arbore - è per me quasi una seconda terra. Non c’è tour in giro per il mondo che non mi faccia passare da qua. Palermo è una città straordinaria; ci sono stato anche quest’estate. Da Catania, invece, manco da alcuni anni e non vedo l’ora di tornarci”. I biglietti per le tappe siciliane del tour 2009 sono già in vendita e disponibili anche su internet, agli indirizzi www.circuitoboxofficesicilia.it e www.ctbox.it. Per tutte le informazioni: Peter Pan Iniziative, tel. 095 7225340
Two concerts by Renzo Arbore and the Italian orchestra > Still today he defines himself a “simple jazz and cabaret artist” but Renzo Arbore with the Italian Orchestra (founded by him in 1991 with fifteen great soloists to valorize classical Neapolitan song) in the last 18 years has enchanted the stages of the whole world. In 2009 he will bring to theatres new live music in a tour crossing the whole boot of Italy and will be in Sicily in March, with two concerts: 2 March at the Teatro Golden in Palermo and 4 March at the Teatro Metropolitan in Catania. “Sicily,” Arbore comments, “is almost a second land for me. There is no tour around the world that cannot fail to come here. Palermo is an extraordinary city; I was there this summer too. Instead I haven’t been to Catania for some years and I cannot wait to return there.” The tickets for the Sicilian concerts in the 2009 tour are already on sale and also available on the Internet, at the addresses www.circuitoboxofficesicilia.it and www.ctbox.it. For all information: Peter Pan Initiazive, tel. 095 7225340
Ecco Mango, l’acchiappanuvole Un lungo lavoro ha preceduto Acchiappanuvole, l’ultimo lavoro di Mango in cui l’autore ha voluto mettere a nudo, attraverso rivisitazioni, la bellezza di alcune canzoni di artisti quali De Andrè, Battisti, Battiato, Elisa, De Gregori, Tenco. Un album che parla del talento di Mango e della sua voglia di sperimentazione. Il cantautore farà tappa in Sicilia a marzo, il 12 a Palermo al Teatro Golden e il 13 al Teatro Metropolitan di Catania. Informazioni: tel. 091 6264702 - 095 316596 www.metropolitan.catania.it
Here is Mango, the “Cloud catcher” > Long work preceded Acchiappanuvole (cloud catcher), the latest work by Mango in which the artist sets out to reveal, through revisiting, the beauty of some songs by artists like De André, Battista, Battiato, Elisa, De Gregori and Tenco. It is an album that speaks of Mango’s talent and his desire for experimentation. The singer-songwriter will be doing concerts in Sicily in March, on 12 to Palermo at the Teatro Golden and on 13 at the Teatro Metropolitan in Catania. Information: tel. 091 6264702 - 095 316596 www.metropolitan.catania.it
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IN BREVE>BRIEFLY
Sarà aperta fino al 22 febbraio al Palazzo Sant’Elia a Palermo la mostra Il ‘700 ritrovato. Cento opere che raccontano un secolo: pale d’altare, provenienti da chiese o da edifici palermitani sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale, si presentano dopo un accurato restauro in tutta la loro bellezza. Inoltre, mobili, suppellettili, disegni su carta, dipinti e anche un letto a baldacchino. La mostra è aperta tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 20, ingresso gratuito. Informazioni: tel. 091 6628936 - www.provincia.palermo.it
Palermo ritrova il Settecento Palermo rediscovers the eighteenth century > Until 22 February at Palazzo Sant’Elia in Palermo there will be the exhibition The eighteenth century rediscovered. One hundred works narrating a century: altarpieces coming from churches or from buildings in Palermo that survived the Second World War are presented, after careful restoration, in all their beauty, in addition to furniture, furnishings, drawings on paper, paintings and also a canopy bed. Open every day except Monday, 9.30-1.30 and 4-8, admission free. Information: tel. 091 6628936 - www.provincia.palermo.it
Fattesto e il corso per Raccontare Fattesto organizza a Palermo Raccontare, un corso di scrittura creativa (narrativa e giornalistica). Le lezioni verteranno su vari argomenti, dalla struttura narrativa a quella giornalistica. Le lezioni, della durata di 3 ore, si terranno il venerdì e il sabato per sette settimane. Iscrizioni entro il 23 febbraio. Per informazioni: info@fattesto.it
Fattesto and the course to Tell In Palermo Fattesto is organizing Tell, a creative writing course (fiction and journalism). The lessons will concern various subjects, from the narrative structure, to journalistic writing. The lessons, lasting 3 hours, will be held on Fridays and Saturdays for seven weeks. Enrolment by 23 February. For information: info@fattesto.it
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Un anno guardando le stelle Quattro secoli dopo Galilei Galilei, l’UNESCO ha proclamato il 2009 Anno internazionale dell’astronomia. In questa occasione l’INAF, l’Istituto nazionale di astrofisica di Palermo, ha organizzato una serie di iniziative volte ad avvicinare piccoli e grandi al fascino dell’universo: progetti di didattica per le scuole elementari, laboratori di astronomia alla Specola per bambini dai 5 ai 12 anni, esposizioni multimediali sulla Via Lattea, mostre di libri antichi sulle stelle e i pianeti. Informazioni: tel. 091 233247 www.astropa.unipa.it
A year looking at the stars > Four centuries after Galileo Galilei, UNESCO has proclaimed 2009 the Internaional year of astronomy. On this occasion INAF, the National Institute of Astrophysics in Palermo, has organized a series of initiatives serving to bring younger and older people closer to the charm of the universe: teaching projects for elementary schools, astronomy workshops at the Astronomical Observatory for children from 5 to 12, multimedia displays on the Milky Way, and exhibitions of old books on the stars and the planets. Information: tel. 091 2332 47 www.astropa.unipa.it
IN BREVE>BRIEFLY
Come ogni anno in Sicilia il Carnevale diventa occasione di festa e divertimento. Dal 19 al 24 febbraio l’Isola si colorerà di musica, della vivacità dei gruppi in maschera e dei carri allegorici frutto della grande maestria nell’arte della lavorazione della cartapesta che si tramanda di generazione in generazione. Anche la cucina rispolvera ogni anno le ricette tradizionali come le chiacchiere o la mpagnuccata. Tra le manifestazioni più famose quelle di Acireale, Sciacca e Misterbianco, ma in molti centri della regione il Carnevale è una festa sentita e vissuta con entusiasmo non solo dai bambini e dai giovanissimi. Informazioni: www.carnevaleacireale.com/www.carnevaledisciacca.com www.carnevaledimisterbianco.it
Carnevale tutta l’Isola fa festa
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All Sicily has fun at Carnival time > As every year in Sicily Carnival becomes an occasion for partying and fun. From 19 to 24 February the island will be alive with music, the vivacity of masked groups and the allegorical floats, often the fruit of a true mastery in the art of processing papier mâché that is handed down from generation to generation. Cuisine too every year revives traditional recipes like chiacchiere or mpagnuccata. Among the most famous carnivals are those of Acireale, Sciacca and Misterbianco, but in many places in the region Carnival is a popular feast arousing enthusiasm and not only in children and young people. Information: www.carnevaleacireale.com/ - www.carnevaledisciacca.com www.carnevaledimisterbianco.it
In libreria due testi per approfondire alcuni aspetti delle tradizioni popolari e dell’architettura sacra in Sicilia: A Cruna di Sara Favarò (Città Aperta edizioni) è la prima antologia di rosari siciliani, raccolti dall’autrice in circa trent’anni di ricerche, spesso associati a uno spartito musicale, in modo da conservarne l’intonazione melodica. Nostra Signora della Catena di Giuseppe Testa (ed. Opere Sociali Salesiane di Riesi) ripercorre invece la storia della basilica di Riesi, in provincia di Caltanissetta.
Tradizioni e architettura sacra in Sicilia Traditions and holy architecture in Sicily > In the bookstore there are two texts for an understanding of some aspects of folk traditions and sacred architecture in Sicily: A Cruna (The Eye of the Needle) by Sara Favarò (Città Aperta) is the first anthology of Sicilian rosaries, collected by the author in about thirty years of researches, often associated with a musical score, so as to preserve their melodic intonation. Nostra Signora della Catena (Our Lady of the Chain) by Giuseppe Testa (ed. Opere Sociali Salesiane di Riesi) instead goes over the history of Riesi basilica, in Caltanissetta province. 10
IN BREVE>BRIEFLY
Rubens e Caravaggio sfida all’ultima pennellata
Al Museo regionale di Messina, fino al 10 marzo, verranno esposti insieme due dipinti realizzati nel 1608: l’Adorazione dei pastori di Rubens e l’opera di Caravaggio con lo stesso soggetto. In «uno dei più straordinari transfert della storia dell’arte», 400 anni fa Rubens si ispirò alla Natività dipinta da Caravaggio e si immedesimò a tal punto in lui da anticiparlo. L’iniziativa è stata promossa da Vittorio Sgarbi, il critico d’arte oggi anche sindaco di Salemi (dove l’opera di Rubens è stata esposta fino al 18 gennaio), dal vicesindaco di Messina Giovanni Ardizzone e dal direttore del museo messinese Gioacchino Barbera. «Quello tra Rubens e Caravaggio ha affermato Sgarbi - è il primo di una serie di confronti-sfide che proporremo nel 2009».
Caravaggio e Rubens challenge to the last brushwork > At the Regional Museum in Messina where, from 24 January to 10 March, two paintings done in 1608, will be displayed together: the Adoration of the Shepherds by Rubens and the work by Caravaggio with the same title, already at the Messina museum. In “one of the most extraordinary transfers in the history of art” 400 years ago Rubens was inspired by the Nativity painted by Caravaggio and got involved in him to the point of anticipating him. The initiative has been promoted by Vittorio Sgarbi, the well-known art critic now also the mayor of Salemi, (where Rubens’ work was displayed until 18 January), by the deputymayor of Messina Giovanni Ardizzone, and by the director of the Messina museum Gioacchino Barbera. “The one between Rubens and Caravaggio,” Sgarbi has said, “is the first of a series of comparisons-challenges that we will run in 2009.”
Risplende l’Annunciazione > A Siracusa, fino al 3 maggio 2009, una mostra incentrata su un’unica opera, l’Annunciazione di Antonello da Messina, capolavoro che torna a risplendere dopo un delicato lavoro di restauro. Nel 2007 l’Annunciazione era stata affidata, sotto la guida di Giuseppe Basile, all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma. Di quest’opera si vuole offrire oggi una lettura approfondita, ampia e guidata in un percorso che si snoda attraverso diverse sale. L’opera è esposta presso l’ex Monastero del Ritiro in via Mirabella, 31 a Siracusa. Per informazioni: tel. 0931 69511
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The Annunciation shines again > In Syracuse, until 3 May 2009, there is an exhibition centring on a single work, the Annunciation by Antonello from Messina, a masterpiece that shines again after delicate restoration. In 2007 the Annunciation was entrusted, under the guidance of Giuseppe Basile, to the Superior Institute for Conservation and Restoration in Rome. The aim today is to provide an in-depth, broad and guided reading of this work through an itinerary going through different rooms. The work is on display at the former Ritiro Monastery at 31, via Mirabella in Syracuse. For information: tel. 0931 69511
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Un mese al Biondo, tra classici e attualità Ricco cartellone al Teatro Biondo di Palermo che tra febbraio e marzo offre una vasta scelta di spettacoli. Anzitutto, due opere di Shakespeare: Amleto (in foto, fino al 18/2) con la regia di Pietro Carriglio per una produzione dello Stabile cittadino; e Macbeth (dal 3 all’8/3) di e con Gabriele Lavia. Poi, Peccato che sia una sgualdrina (fino al 15/2), l’opera più nota di John Ford, e L’agente segreto (dal 18/2 al 1°/3), opera di Joseph Conrad che prende spunto dal fallito attentato dell’Osservatorio di Greenwich compiuto il 15 febbraio 1894 dall’anarchico Martial Bourdin. Ci si sposta al Teatro Bellini per applaudire La Badante (fino al 22/2), una riflessione di Cesare Lievi sui cambiamenti indotti dall’immigrazione; e per seguire le gesta dei Briganti (dal 24/2 al 1°/3), scritto diretto e interpretato da Gianfranco Berardi che ripercorre alcuni episodi della lotta al brigantaggio. Tutte le informazioni sul costo dei biglietti, sulle date e sugli orari sono disponibili sul sito del teatro (www.teatrobiondo.it) oppure si possono richiedere al tel. 091 7434341
Alta moda a Caltanissetta Il 18 e 19 febbraio al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta si svolgerà la XIV edizione di Med Moda, il Festival Internazionale della Moda. Una vera festa di colori e talenti che ospita stilisti provenienti da tutto il mondo: Bolivia, Corea, Tanzania, Turchia, Macedonia, Brasile, Moldavia, Messico, India sono solo alcuni dei Paesi partecipanti a questa manifestazione che viene sempre premiata da una grande affluenza di pubblico. Per informazioni: tel. 0934 29898 www.medmoda.com - www.fashion-photo.it 14
A month at Biondo, between classic and new performances > There is a rich program at the Teatro Biondo in Palermo, which in February and March is offering a vast choice of performances. First of all there are two works by Shakespeare: Hamlet (in the photo, until 18/2) directed by Pietro Cartiglio and produced by the palermitan theatre; and Macbeth (from 3 to 8/3) by and with Gabriele Lavia. After, Tis pity she’s a whore (until 15/2), the best-known work by John Ford, and The secret agent (from 18/ 2 to 1/3), by Joseph Conrad which is inspired by the failed attack of the anarchist Martial Bourdin on Greenwich observatory the 15 Febbruary 1894. We will move at the Teatro Bellini to applaud the Badante (The carer, until 22/2), a reflection by Cesare Lievi on the changes induced by immigration; and to see the Briganti (Brigands, from 24/2 to 1/3), by, directed and with Gianfranco Berardi, an evocation of some episodes of the fight against brigandage. All the information about the shows is on the website www. teatrobiondo.it, or you can call the theatre, tel. 091 7434341
Haute couture in Caltanissetta > On 18 and 19 February at the Teatro Regina Margherita in Caltanissetta there will be the 14th edition of Med Moda, the international festival of fashion. It will be a true feast of colours and talents with stylists from all over the world: Bolivia, Korea, Tanzania, Turkey, Macedonia, Brazil, Moldova, Mexico and India are just some of the participant countries in this event that is always rewarded with a major presence of the public. For information: tel. 0934 29898 www.medmoda.com ph_peppe arena
LIBRI>BOOKS
Vincenzo Mirisola
Era Palermo Edizioni Lanterna Magica 203 pagg. 34 €
Cento, centoventi anni possono essere tanti o pochi, secondo i punti di vista. Quelli che hanno composto il Novecento sono sembrati decisamente più brevi degli altri, ma, guardando le vecchie foto che Vincenzo Mirisola ha raccolto in questo volume, le tracce del tempo si vedono benissimo: l’immagine della città di Palermo che emerge dalle pagine è profondamente diversa da quella attuale. Per dimensione, per il tipo di edifici, per l’abbigliamento delle persone che l’abitavano e per le loro abitudini di vita, a cominciare dai mezzi di locomozione. Era Palermo, catalogo di un’omonima mostra, è un volume assai interessante e ben fatto, con puntuali didascalie che ci riportano a una città che non esiste più se non nelle foto seppiate di un’epoca remota.
Daniele Billitteri
Solo a Palermo Ovvero, certe cose capitano solo a Palermo P. Vittorietti edizioni 176 pagg. 12 € Quattordici storie, una più grottesca dell’altra, di quelle che possono accadere solo a Palermo, nate dalla fantasia e ispirate dagli stimoli raccolti sul noto blog cittadino Rosalio, a cui Billitteri, giornalista palermitano con oltre trent’anni di carriera, partecipa attivamente (www.rosalio.it). In quale altro luogo del mondo una lite condominiale può essere scambiata per un’intimidazione mafiosa? E dove mai un rapinatore di supermercati rischierebbe di farsi arrestare per un eccesso di galanteria nei confronti delle atterrite commesse? Solo a Palermo si possono comprare le panelle con il disegno di falce e martello e solo a Palermo un ladro d’auto va in giro con la Divina Commedia in tasca.
Re Stefanos è gravemente malato e non ha ancora scelto un erede per il proprio trono. Il timore che alla sua morte possa seguire una guerra civile prende forma quando un assassino s’insinua nelle sale del Castello delle Sette Torri per colpire il sovrano con un pugnale avvelenato. Ma, con un inatteso colpo di scena, il re affida la corona proprio al sicario incaricato di ucciderlo. Così comincia il nuovo romanzo fantasy di Egle Rizzo, studentessa palermitana appassionata di miti, leggende e musica medievale, che ha esordito a 17 anni con un libro di grande successo: Ethlinn, la dea nascosta fu a suo tempo salutato dallo scrittore Valerio Evangelisti come “il testo con cui il fantasy in Italia è entrato nella fase adulta”.
Egle Rizzo
Il volto della duplice luna I - Aletheya Dario Flaccovio Editore 748 pagg. 20 €
In Sicilia c’è tutto un universo sommerso di cibi che sono conosciuti solo in una zona, a volte addirittura solo in un quartiere, o che si possono comprare in una singola pasticceria o panificio. Questo libro presenta una rassegna di piatti sconosciuti o da riscoprire. Frascatole, ‘nfasciatieddi, funciddi, piscirè, ‘nfigghiulate, e molto altro ancora: vere e proprie reliquie da conoscere e da preservare. Ogni siciliano, specie se di una certa età, conserva alcuni di questi misconosciuti brandelli di cultura legati ai propri ricordi d’infanzia o all’esperienza ancora viva del quotidiano. È importante riunire il maggior numero possibile di queste informazioni, per un atto di conoscenza collettiva, e per una speranza di futura memoria di questa cultura materiale e delle tradizioni più autentiche legate alla nostra cucina.
Marcella Croce
Guida ai sapori perduti Storie e segreti del cibo siciliano con quaranta antiche ricette Kalos 224 pagg. 24 €
Conoscere e amare la Sicilia > To know and love Sicily Sikania non è una semplice rivista! Ogni numero è un volume da collezionare e da consultare più volte.
Sikania is not a mere magazine! Every issue is a volume to collect and to consult again and again.
Una vera biblioteca sulla Sicilia, la sua storia, i suoi ambienti naturali, la cultura, l’arte, il folklore.
It is a true library on Sicily, its history, its natural environments, culture, art and folklore.
Le splendide foto, i testi semplici, accattivanti e mai banali vi trasmetteranno l’immagine più sincera della Sicilia, con tutti i suggerimenti per visitarla al meglio, anche nelle sue zone più sconosciute.
The splendid photos, the clear texts, captivating and never banal, will convey to you the sincerest image of Sicily, with all possible suggestions about the best way to visit it, including its least known areas.
In 25 anni non siamo mai mancati al nostro appuntamento mensile in edicola e ciò ci rende orgogliosi per il primato raggiunto nel campo dell’editoria siciliana.
In 25 years we have never missed our monthly appointment at newsagents’ and this makes us proud of the record reached in the field of Sicilian publishing.
I numeri di Sikania costano molto poco, ma valgono tanto!
The issues of Sikania do not cost very much, but they are worth so much!
Vi offriamo la raccolta di tutti i numeri ancora disponibili (150) con l’abbonamento per un anno a Sikania (11 numeri).
We are offering you the collection of all the issues still available (150) with a oneyear subscription to Sikania (11 numbers).
Una biblioteca sulla Sicilia A library on Sicily
140 € 165 €
Italia > Italy estero > abroad (+ 6,88 spese di spedizione)
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Sul sito www.sikania.it è possibile consultare l’elenco completo degli arretrati disponibili. On the site www.sikania.it it is possible to look up the complete list of available back numbers. Piazza Don Bosco, 6 - 90143 Palermo Tel. 091 543506 - Fax 091 6373378
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CittĂ di Piazza Armerina Assessorato al Turismo Assessorato alle Feste e Tradizioni Culturali Info 0935 982246 www.comune.piazzaarmerina.en.it
Già da 40 anni tra le più visitate della Sicilia, Piazza Armerina è stata finora una città, con un bel centro storico di impianto medievale e con numerosi monumenti barocchi, vicina alla Villa romana del Casale, lo straordinario complesso tardoimperiale che si trova ad appena quattro chilometri dal centro urbano. La Villa ha registrato un crescente successo di pubblico internazionale che ha portato il numero dei visitatori da 250.000 circa del 1988 a 347.000 del 1997, a 415.000 del 2007. Già da alcuni anni il complesso si colloca, secondo i dati del TCI (Touring Club Italiano), costantemente tra i 20 musei più visitati in Italia (17° posto nel 2007) e al secondo posto tra i siti archeologici più visitati dopo Pompei. Nel 1997 il sito è inserito dall’UNESCO nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità. Da questo enorme successo ha senz’altro tratto vantaggio la città costruita attorno alla metà del
Piazza si fa bella! Piazza is making itself more beautiful!
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For 40 years now Piazza Armerina has been one of the most visited places in Sicily. Till now it has just been a place with a beautiful medieval historic area and numerous Baroque monuments, close to the Roman Villa of Casale, the remarkable imperial complex just four kilometres away. The Villa has shown increasing success with an international public that has brought the number of visitors from about 250,000 in 1988 to 347,000 in 1997, and to 415,000 in 2007. For some years the complex, according to the data of TCI (Italian Touring Club), has constantly been among the 20 most visited museums in Italy (17th place in 2007) and in the second place among the most visited archaeological sites after Pompeii. In 1997 the site was made World Heritage by UNESCO. This enormous success has certainly benefited this town built in about the middle of the 12th century by the inhabitants of Platia, a Norman place built right above the ruins of the Villa and rased to the ground for having rebelled against King William. Besides, the historical area of the town really is among the most complex and richest in monuments in the whole of Sicily and,
XII secolo dagli abitanti di Platia, centro normanno edificato proprio sopra i ruderi della Villa e raso al suolo per essersi ribellato a re Guglielmo. D’altra parte il centro storico della città è davvero tra i più complessi e ricchi di monumenti dell’intera Sicilia e, insieme a pochi altri, non avendo subito eventi distruttivi come i terremoti, offre al visitatore architetture e opere d’arte di grande valore che coprono tutti i secoli, dall’XI al XX, e che si aggiungono alle numerose aree archeologiche, tra cui quella del Casale è solo la più nota. Adesso la città ha deciso di giocare una partita più grande nel campo di gioco del turismo internazionale di qualità, aggiungendo all’atout della Villa romana il suo ruolo di città d’arte, mettendo a sistema quanto hanno fatto nell’ultimo decennio tutte le istituzioni regionali e locali e la Diocesi piazzese, che ha da poco superato i 190 anni di vita. Buona parte degli edifici monumentali di maggior prestigio sono stati restaurati, altri sono in corso di restauro; sono stati realizzati e sono in fase di realizzazione interventi di riqualificazione degli spazi pubblici del centro storico; si sono restaurate e si stanno restaurando opere d’arte finora mai visibili al pubblico. «Venire nel 2009 a Piazza - dice il Sindaco Fausto Carmelo Nigrelli - significa potere ammirare chiese come quella di San Pietro totalmente restituite
together with a few others, not having suffered destructive events like earthquakes, offers the visitor architectures and works of art of great value covering every century, from the 11th to the 20th, which are added to the numerous archaeological areas, among which the Casale one is only the best known. Now the town has decided to play a bigger game in the field of quality international tourism, adding its role as a town of art to the fame of the Roman Villa, taking advantage of what has been done in the last decade by all the regional and local institutions and the Piazza diocese, which has recently had its 190th centenary. Many of the most prestigious monumental buildings have been restored, and others are being restored; work has been done or is being done to convert public spaces in the historic area; works of art so far never seen by the public have been restored or are being restored. “Coming to Piazza in 2009,” says Mayor Fausto Carmelo Nigrelli, “means being able to admire churches, like the San Pietro one, totally restored to their original beauty; being able to visit the Diocesan Museum and see the beautiful works that it contains; being able to enter the municipal theatre - which is the second public theatre built in Sicily more than three hundred years ago; being able to enter the seventeenth-century Sant’Anna
alla loro bellezza originaria; potere visitare il Museo Diocesano e le bellissime opere che contiene; potere entrare nel teatro comunale - che è il secondo teatro pubblico costruito in Sicilia più di trecento anni fa; potere entrare nel seicentesco convento di S. Anna restituito alla comunità dopo decenni di abbandono per farne sede universitaria. Ma significa anche potere apprezzare la bellezza di molte tele, di molti affreschi che erano in grave stato di degrado e che sono stati restaurati». Nel centro storico, in attesa dell’apertura del Museo della Città e del Territorio in fase avanzata di allestimento nello splendido Palazzo Trigona, accanto alla Cattedrale, sono già visitabili, oltre al Museo Diocesano e alla Cattedrale (che per la ricchezze delle opere d’arte che contiene è pari a un museo), la Mostra Permanente di Archeologia Medievale presso il Palazzo di Città, la Mostra della Civiltà dello Zolfo presso la Lega Zolfatai. Dalla primavera prossima, il Comune metterà a disposizione di viaggiatori e turisti la Mostra Permanente del Libro Antico nel Coro del Collegio dei Gesuiti, con incunaboli, cinquecentine, codici miniati e gli straordinari volumi di Prospero Intorcetta, primo traduttore di Confucio dal cinese al latino, e Filippo Arena, scopritore della sessualità delle piante, entrambi gesuiti piazzesi. E ancora, la Pinacoteca comunale che, nell’ala settentrionale del seicentesco convento della Trinità, a 50 metri dalla Cattedrale ospiterà la bellissima Madonna in Trono, affresco dei primi del Quattrocento che
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convent restored to the community, after decades of abandonment, as a university place. But it also means being able to appreciate the beauty of a lot of canvases and many frescoes that were in a serious state of decline and have been restored.” In the historic area, while awaiting the opening of the Museum of the Town and its Territory, which should fairly soon be ready in the splendid Palazzo Trigona, next to the Cathedral, it is already possible to visit, in addition to the Diocesan Museum and the Cathedral (which for the richness of the works of art that it contains is equal to a museum), the Permanent Exhibition of Medieval Archaeology at the Town Hall, and the Exhibition of the Sulphur Civilization at the place of the League of Sulphur Workers. From next spring, the Council will make available to travellers and tourists the Permanent Exhibition of Old Books in the Chancel of the Jesuits’ College, with incunabula, sixteenth-century books, illuminated codices and the remarkable volumes by Prospero Intorcetta, the first translator of Confucius from Chinese to Latin, and Filippo Arena, the discoverer of the sexuality of plants, these both having been Jesuits from Piazza. Then there is also the Municipal Pinacotheca, which in the north wing of the seventeenth-century Trinità convent, 50 metres from the Cathedral, will contain the beautiful Madonna Enthroned, an early fourteenth-century fresco that Vittorio Sgarbi ordered to be detached from its original site, the
Vittorio Sgarbi ha fatto staccare dal suo sito originario, la Chiesa di S. Maria di Gesù, dove si stava irrimediabilmente rovinando, ed altre opere dal XV al XX secolo. Nei magazzini dell’ex Monte di Pietà è stato realizzato il Centro Espositivo comunale che ospita la mostra-mercato dei prodotti tipici del territorio e mostre a rotazione di lunga durata. Il tutto nella stagione in cui la Villa romana del Casale riapre dopo il restauro dei 3500 mq di mosaico, il rifacimento dell’intera copertura e la realizzazione di parcheggi e aree per i servizi aggiuntivi.
Santa Maria di Gesù Church, where it was being irremediably ruined, and other works from the 15th to 20th centuries. In the deposits of the former State Pawnshop there has been created the Municipal Display Centre, which houses the exhibition-market of products typical of the territory and longer rotating exhibitions. All this is happening at a time when the Roman Villa of Casale is reopening after restoration of the 3500 square metres of mosaics, with the redoing of the whole roof and the creation of a car park and areas for additional services.
Piazza si fa bella, dunque, non solo per chi non l’ha mai visitata, ma anche per chi ne era già rimasto stregato! (foto: archivio krea, dino favuzza, rosanna fiore)
Thus Piazza is making itself beautiful not only for those who have never visited it but also for those that were already bewitched by it! (photos: archivio krea, dino favuzza, rosanna fiore)
> A sinistra, la Cattedrale e il Museo Diocesano, in basso, in senzo orario, un dettaglio di Palazzo Trigona, la Chiesa di Sant’Anna e la Chiesa di S. Pietro > Left, the Cathedral and the Diocesan Museum; bottom, clockwise, a detail of Palazzo Trigona, the St. Anna and the St. Pietro churches
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ATTUALITÀ>NEWS
> Nebrodi
Nasce il distretto Nebrodi Città Aperta The Nebrodi Open City district is born
ph_alessandro tornambè
Un distretto turistico per promuovere i Nebrodi A tourist district to promote the Nebrodi
Informazioni > Information tel. 0921 309007
“Nebrodi Città Aperta” è un progetto volto a trasformare il vasto territorio di queste montagne in un’unica grande “Area dei Nebrodi” con la costituzione di un distretto turistico che favorisca la promozione del territorio puntando sul binomio ‘politiche integrate e cultura ambientale’. Il progetto ha ottenuto l’assegnazione del “Premio Città Ideale” durante l’undicesima edizione di “Dire&Fare”, tenutasi alla Fortezza da Basso di Firenze. “L’unione dei 40 comuni è indispensabile ha affermato il commissario straordinario dell’Ente Parco dei Nebrodi, Antonio Ceraolo - poiché l’imperativo è lavorare in sinergia per la costruzione di un grande progetto, per fare dei Nebrodi una città aperta al futuro”. Dopo l’ambito riconoscimento, le provincie coinvolte nel Piano - Messina, Enna e Catania - si preparano ad entrare nel vivo del progetto. “I Nebrodi - spiega Bruno Mancuso, sindaco di Sant’Agata Militello, comune capofila del progetto - devono distinguersi con un proprio marchio di identità ambientale, per la loro vocazione turistica, rurale e faunistica con una straordinaria biodiversità unica in tutta Italia. E il Piano strategico rappresenta l’unico volano di sviluppo dell’intera area”.
“Nebrodi Open City” is a project aiming to turn the vast territory of these mountains into a single big “Nebrodi Area” with the constitution of a tourist district favouring the promotion of the territory aiming at the coupling of ‘integrated policies and environmental culture’. The project won the “Ideal City Prize” during the eleventh edition of “Dire&Fare”, held at the Basso Fort in Florence. “The union of the 40 communes is essential,” stated the commissar extraordinary of the Nebrodi Park body, Antonio Ceraolo, “since the imperative is to work in synergy for the construction of a big project, to make the Nebrodi a place open to the future.” After the prestigious recognition, the provinces involved in the Plan - Messina, Enna and Catania - are preparing to get to the heart of the project. “The Nebrodi,” explains Bruno Mancuso, the mayor of Sant’Agata Militello, the commune leading the project, “must distinguish themselves with their own mark of environmental identity, for their tourist, rural and faunistic vocation with an extraordinary biodiversity which is unique in Italy. And the strategic Plan represents the key to development of the whole area.” web > www.parcodeinebrodi.it
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ATTUALITÀ>NEWS
> Sicilia
Sospesa la caccia selvaggia in Sicilia Uncontrolled hunting in Sicily suspended Stop alle attività venatorie nelle zone a protezione speciale Hunting in areas with special protection stopped Una nuova battaglia vinta da ambientalisti e animalisti: LAV, Legambiente e Lipu hanno fatto fronte comune contro la liberalizzazione ‘selvaggia’ della caccia in Sicilia. Il TAR regionale ha accolto il ricorso delle associazioni animaliste contro alcune disposizioni del Calendario Venatorio con cui si riaprivano alla caccia le ZPS (Zone a Protezione Speciale) della Piana di Gela e dei Pantani siracusani. La sentenza del Tar vieta in particolare la caccia alla lepre italica (specie a rischio di estinzione per la quale l’Istituto Nazionale Fauna Selvatica - INFS - aveva dato parere negativo in ordine all’attività venatoria) e alla beccaccia (nella foto; l’INFS aveva chiesto di vietarne la caccia in inverno). Le ZPS in Sicilia sono oltre 40 e comprendono anche le isole di Ustica, Marettimo, Levanzo, Pantelleria, Alicudi, Filicudi, Stromboli, Salina e le Pelagie, interessate dalla migrazione degli uccelli. I legali della LAV precisano che “fino a quando la Regione non individuerà le aree interessate dalle rotte migratorie - che secondo il TAR “in buona parte” ricadono nelle ZPS - l’esercizio della caccia in tutte le ZPS costituisce reato punito con le sanzioni penali previste per l’attività venatoria nelle aree protette”.
A new battle won by environmentalists and animalists: LAV, Legambiente and Lipu have joined forces against the ‘wild’ liberalization of hunting in Sicily. The regional administrative court of law has accepted the appeal by animalist associations against some dispositions of the Hunting Calendar with which hunting in Special Protection Areas (SPA) in the Plain of Gela and the Syracuse marshes was reopened. The sentence of the court specifically forbids hunting the Italian hare (a species threatened with extinction for which the National Wild Fauna Institute - INFS - had expressed a negative opinion regarding hunting) and the woodcock (in the photo; INFS had asked hunting it to be forbidden in winter). There are over 40 Special Protection Areas in Sicily and they comprise the islands of Ustica, Marettimo, Levanzo, Pantelleria, Alicudi, Filicudi, Stromboli, Salina and the Pelagic Islands too, affected by the migration of birds. The lawyers of LAV specify that “until the Region identifies the areas affected by migratory routes” - which according to the regional administrative court “largely” lie in the SPA - “hunting in all the SPA constitutes a crime punishable with the punishments contemplated for hunting in the protected areas.”
Informazioni > Information Coordinatrice regionale LAV > LAV regional coordinator tel. 347 7028904 Lipu Palermo cell. 349 2196124 Legambiente tel. 091 301663
ph_fabio cilea
web > www.lavsicilia.it - www.lipu.it - www.legambientesicilia.com 29
ATTUALITÀ>NEWS
> Caltanissetta
Appaiono nuove maccalube a Caltanissetta New maccalube appeares in Caltanissetta
ph_rosanna fiore
I piccoli vulcanelli di fango saranno forse inseriti in una riserva naturale The little mud volcanoes will perhaps be inserted in a nature reserve
Informazioni > Information tel. 0934 584377
A Caltanissetta sono apparse le maccalube. Il nome insolito (deriva dall’arabo maqlùb che significa letteralmente “ribaltamento”) rimanda a un fenomeno vulcanico di piccola entità, e piuttosto raro, vale a dire l’esalazione di gas grazie al quale si formano piccoli coni vulcanici di fango. Il fenomeno è apparso nella zona di Santa Barbara e si è esteso ormai parecchie centinaia di metri, interessando molte abitazioni e causando danni per circa 12 milioni di euro. Questo fenomeno è già ben conosciuto ad Aragona (AG), altro centro siciliano dove le maccalube suscitano curiosità da molti secoli, alimentando la fantasia popolare. A Caltanissetta, la zona dei vulcanelli si trova nelle immediate vicinanze della Riserva di Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, proprio in mezzo alle famose miniere di zolfo nissene, e sia l’assessore all’Ambiente, Giudice, sia l’assessore al Turismo, Lo Monaco, hanno manifestato l’intenzione di sottoporre a studio di fattibilità tecnica la possibilità di costituire una riserva naturale. Ad Aragona, la zona interessata dal fenomeno dal 1995 è protetta dai vincoli della Riserva Naturale Integrale Maccalube di Aragona.
In Caltanissetta, the chief town of a Sicilian province, maccalube have appeared. The unusual name (it derives from the Arabic Maqlùb literally meaning “turnover”) is linked to a small volcanic phenomenon, and a rather rare one, i.e. the exhalation of gas thanks to which small volcanic cones of mud are formed. The phenomenon has appeared in the area of Santa Barbara and has now extended several hundred metres, affecting various homes and causing damage for about 12 million euros. This phenomenon is already well known at Aragona (Agrigento province), another Sicilian place where the maccalube have been arousing curiosity for many centuries, nurturing the popular imagination. In Caltanissetta, the area of the little volcanoes is in the immediate vicinity of the Capodarso and Valley of the Southern Imera Reserve, among the famous sulphur mines of Caltanissetta. Both the alderman for the Environment, Giudice, and the alderman for Tourism, Lo Monaco, have expressed the intention to request a technical feasibility study on the possibility of constituting a nature reserve. At Aragona since 1995 the area affected by the phenomenon has been protected by the Aragona Maccalube Integral Nature Reserve.
ph_rosanna fiore web > www.comune.caltanissetta.it
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ATTUALITÀ>NEWS
> Sicilia
Stanziati nuovi fondi per la pesca sostenibile New funds are provided for sustainable fishing Il nuovo progetto europeo incoraggia pratiche più ecologiche The new European project encourages more ecological practices Il Fondo Europeo per la Pesca (Fep) ha stanziato per la Regione Siciliana 151 milioni di euro finalizzati al rilancio di una pesca sostenibile. La sostenibilità ambientale delle attività finanziate costituisce un requisito imprescindibile per il Fep: sarà presente nei bandi e sarà condizione necessaria per avere i fondi. Gli aiuti economici saranno destinati a incoraggiare pratiche più ecologiche nel settore della pesca e dell’acquacoltura, all’ammodernamento delle imbarcazioni o saranno destinati a quei pescatori che vogliono diversificare le attività di pesca tradizionali e dedicarsi, per esempio, all’ittiturismo e alla pesca turismo. La proposta prevede, tra l’altro, un’attenzione particolare per le zone più toccate dal fenomeno della disoccupazione. “Obiettivo di questa legislatura - ha affermato l’assessore regionale alla Pesca Roberto Di Mauro è trasferire l’attività di 50-100 grandi imbarcazioni siciliane fuori dal mare costiero per rispondere alle richieste dell’Unione Europea, che chiede di diminuire lo sforzo di pesca, ma anche far incrementare i guadagni di chi resta e aprire nuove prospettive a chi trasferisce l’attività in mari più lontani”.
The European Fishing Fund has provided for the Sicilian Region 151 million euros for relaunching sustainable fishing. The environmental sustainability of the activities financed constitutes an essential requisite for the European Fishing Fund: it will be present in the announcement and it will be a necessary condition for obtaining the funds. The economic aids will serve to encourage more ecological practices in the fishing sector and aquaculture and for the modernization of boats, or they will go to those fishermen that want to diversify the traditional activities of fishing and devote themselves, for example, to fishing tourism. The proposal also contemplates particular attention to the areas most affected by the phenomenon of unemployment. “The objective of this legislature,” says the Regional Minister for Fishing Roberto Di Mauro, “is to transfer the activity of 50-100 big Sicilian boats out of the coastal sea to satisfy the requests of the European Union, which is asking for a decrease in the fishing effort, but also to increase the earnings of those who remain and to open up new perspectives for those that move their activity to more distant seas.”
ph_hanne carstensen
Informazioni > Information Assessorato Pesca > Ministery for Fishing tel. 091 7079733
ph_hanne carstensen
web > www.legapesca.coop/contentpartviewer.aspx?ID=*FEP 31
ATTUALITÀ>NEWS
> Lampedusa (Agrigento)
Nuovi corsi di studio sui mammiferi marini New study courses on sea mammals
ph_manfredi di lorenzo
Un appassionante periodo di studio e ricerca nell’isola pelagia An exciting period of study and research on the Pelagian island
Informazioni > Information tel. 090 393452
La Necton, società di ricerca marina, porta avanti per il quarto anno uno studio sui mammiferi marini che frequentano le acque dell’arcipelago delle Isole Pelagie. La sede scelta per studiare le diverse specie è l’isola di Lampedusa: lì infatti ha luogo il passaggio della balenottera comune (Balaenoptera physalus) nel periodo tra marzo e aprile, nell’isola risiede la popolazione stanziale di tursiope (Tursiops truncatus) e, inoltre, sono presenti gruppi di delfino comune (Delphinus delphis). Necton offre la possibilità di partecipare alla sua attività di ricerca attraverso tre corsi, ciascuno di durata settimanale, che saranno attivati su due diversi livelli: basic ed advanced. Il progetto si svolgerà dal 20 marzo al 10 aprile 2009 nell’area di mare che parte da due miglia dalla costa per evitare possibili disturbi ai delicati equilibri costieri dell’area marina protetta. Sono previste uscite in mare a bordo di un gommone con a bordo GPS cartografico, plotter, ecoscandaglio, radio VHF, telecamera subacquea ed idrofono della Cetacean Research con registratore digitale audio. I corsi forniscono crediti formativi universitari.
Necton, a marine research company, for the fourth year is running a study on the marine mammals that frequent the waters of the archipelago of the Pelagie Islands. The place chosen for studying the different species is the island of Lampedusa, as it is there that there occurs the passage of the common rorqual (Balaenoptera physalus) in the March-April period, on the island a permanent population of bottlenose dolphins (Tursiops truncatus) resides, and there is also the common dolphin (Delphinus delphis). Necton offers an opportunity to participate in its research activity through three courses, each lasting a week, which will be activated on two different levels: basic and advanced. The project will be run from 20 March to 10 April 2009 in the stretch of sea that starts two miles from the coast so as to avoid disturbing the delicate coastal equilibriums of the protected marine area. There will be sea trips on board raft having on board cartographic GPS, plotter, echo sounder, VHF radio, underwater camcorder and Cetacean Research hydrophone with digital audio recorder. The courses provide university formative credits.
ph_hanne carstensen web > www.necton.it - info@necton.it
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wellcome . bem vindo . willkommen . benvenuto . bienvenido . bienvenu . velkommen Pensando a Salina, la prima cosa che viene in mente è il suo aspetto così singolare, con le due verdissime montagne gemelle poggiate sull’acqua, spesso incoronate dalla foschia. Altra particolarità dell’isola più verde delle Eolie è la presenza, su poco meno di 27 km2, delle tre municipalità di Leni, Malfa e S. Marina Salina. Probabilmente per via della sua popolazione che presenta una forte vocazione agricola, Salina appare più come uno splendido frammento di montagna misteriosamente circondato dall’acqua che non un’isola del Tirreno. Non che i salinesi non sappiano andare per mare, tutt’altro: nei relativi porti non mancano certo i gozzi di pescatori e durante l’estate sono in tanti a mettere a disposizione dei turisti la propria abilità con remi, vele e motori fuoribordo per splendide escursioni intorno all’isola (molto frequenti sono anche le escursioni verso le altre sei “sorelle”). Solo che il mare rimane spesso uno spazio da superare per arrivare altrove, esattamente come lo era nel Cinquecento quando i primi coloni giunsero da queste parti per coltivare la terra concessa in enfiteusi dal vescovo di Lipari, allestendo una flotta di oltre cento velieri per portare sulla terraferma gli ortaggi, la frutta, l’uva, il vino e i capperi che riuscivano a trarre da questa fertile terra vulcanica. Per molti versi è così ancora oggi, visto che dalle inclinate pendici del Monte dei Porri e del Monte Fossa delle Felci si traggono ottimi prodotti tipici come ad esempio i capperi, dal gusto deciso e armonioso, o il dolce e denso malvasia. Tutte queste prelibatezze, solcando le onde, giungono sulle mense di tutto il mondo.
ph_h. carstensen
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Thinking about Salina, the first thing that comes to mind is its very unusual appearance, with the two twin green mountains resting on the water, often crowned by haze. Another particularity of the greenest of the Aeolian Islands is the presence, on a surface area of just under 27 km2, of the three municipalities of Leni, Malfa and Santa Marina Salina. Probably because of its population, who show a marked agricultural vocation, Salina appears more like a splendid fragment of mountain mysteriously surrounded by water than an island in the Tyrrhenian. Not that the people of Salina do not know how to go to sea, quite the contrary: in the relevant harbours there is certainly no lack of fishermen’s gullets and during the summer many of them make their skill with oars, sails and outboard motors available to tourists for splendid excursions around the island (there are also very frequent excursions to the other six “sisters”). It is just that the sea often remains a space to be got over to go somewhere else, exactly as it was in the sixteenth century, when the first settlers came to these parts to cultivate the land granted in emphyteusis by the Bishop of Lipari, preparing a fleet of over one hundred sailboats to take to the mainland the vegetables, the fruit, the grapes, the wine and the capers that they succeeded in getting from this fertile volcanic land. In many respects it is still so today, considering that from the slopes of the Monte dei Porri and the Monte Fossa delle Felci there come good typical products like for instance capers, with a definite and harmonious taste, or sweet and dense malvasia (malmsey).
Santa Marina Salina
ph_a. tornambé
ph_air panarea
wellcome . bem vindo . willkommen . benvenuto . bienvenido . bienvenu . velkommen
D’altra parte, la terra di Salina è fertile, come già accennato, grazie all’acqua necessaria per farla fiorire. In tutto il suo territorio possono essere ammirati ginestre, cespugli di cisto, euforbie e lentischi che fanno da sottobosco ai pini, ai castagni, alle querce, ai sugheri e ai corbezzoli che si arrampicano su per i crinali delle due montagne, protette dai vincoli di una riserva naturale istituita nel 1981. Del resto è proprio l’altezza dei monti la causa di tanto rigoglio vegetale: le nubi di passaggio, infatti, rimangono “impigliate” fra le due cime e rilasciano quell’umidità che, scivolando verso valle, feconda il terreno. Santa Marina Salina, il cui porto è l’attracco principale dell’isola, è la località più “mondana”, con il classico corso e un gradevole lungomare che accolgono la passeggiata serale. Malfa, che forse deve il nome alla remota presenza di una colonia proveniente da Amalfi, è a capo della zona “agricola” per eccellenza, con le grandi estensioni di vigne per la produzione di malvasia (qui si trova, fra l’altro, l’interessante Museo dell’Emigrazione). Leni, infine, che con i suoi 200 metri d’altitudine è praticamente un paese “di collina”, è forse la più riservata, conservando così antiche e preziose tradizioni. Ciascuna delle tre municipalità ha delle rispettive frazioni, le quali presentano a loro volte interessanti peculiarità
All these tasty things, furrowing the waves, go onto tables all over the world. Besides, the land on Salina is fertile, as already mentioned, thanks to the water required to make it flourish. In all its territory you can admire brooms, bushes of cistus, euphorbias and lentisks that serve as the undergrowth for the pines, chestnut trees, oaks, cork oaks and service trees that climb up the ridges of the two mountains, protected by a nature reserve founded in 1981. Anyway, precisely the height of the mountains is the cause of so much plant luxuriance: the fact is that the passing clouds remain “entangled” between the two peaks and release that dampness that, slipping down towards the valley, fertilizes the ground. Santa Marina Salina, whose harbour is the main one on the island, is the most “worldly” place, with the classical Corso and a pleasant waterfront for an evening walk. Malfa, which perhaps owes its name to the remote presence of a colony coming from Amalfi, is at the head of the “agricultural” zone par excellence, with big expanses of vineyards for the production of malvasia (here, among other things, there is an interesting Museum of Emigration). Lastly Leni, which is practically a “hill” village with its altitude of 200 metres, is perhaps the most reserved place, thus preserving ancient and precious traditions. 35
ph_e. castellucci
Malfa
ph_a. tornambé
wellcome . bem vindo . willkommen . benvenuto . bienvenido . bienvenu . velkommen territoriali, culturali e religiose da scoprire. Ricordiamo Lingua per S. Marina Salina; Capo Gramignazzi e Pollara per Malfa; Valdichiesa e Rinella per Leni. Gli archeologi hanno ritrovato sull’isola i resti di un villaggio risalente a quasi 20 secoli fa e di insediamenti successivi, a testimonianza di un’attività isolana presente fin dai tempi più remoti. Quanto alle tracce del passato più recente, va segnalato senz’altro il santuario, nella campestre frazione di Valdichiesa, della Madonna del Terzito, festeggiata ogni anno in luglio con una pittoresca processione. Per arrivare dall’uno all’altro comune, circa ottocento anime per ciascuno, ci sono le comode strade rotabili che si snodano lungo le coste e si insinuano fra le pendici delle montagne, su e giù per antichissime colate laviche, con le curve che s’aprono, a tratti, su sterminati panorami di cielo e di mare. Sì, proprio quelli che sono stati immortalati da Massimo Troisi nel suo film Il Postino , insieme alle “Balate” - i vecchi magazzini dei pescatori scavati nella roccia - alle ginestre e alle buganvillee straripanti, in quel piccolo borgo di Pollara edificato dentro mezzo cratere (l’altra metà è scivolata nel mare), per concludere con i tramonti d’oro e porpora che possono essere ammirati su gran parte di quest’isola. Un turismo sempre familiare e tranquillo, ideale per chi cerca una vacanza serena e riservata, senza tuttavia rinunciare al divertimento o a un buon ristorante dove gustare le saporite specialità della cucina isolana. 36
Each of the three municipalities has some hamlets, which in turn present interesting territorial, cultural and religious peculiarities to be discovered. We can mention Lingua for Santa Marina Salina; Capo Gramignazzi and Pollara for Malfa; Valdichiesa and Rinella for Leni. On the island archaeologists have found the remains of a village dating back to almost 20 centuries ago, and of later settlements, bearing witness to activity on the island since the remotest times. As regards traces of the most recent past, mention must certainly be made of the sanctuary, in the rural hamlet of Valdichiesa, of the Madonna del Terzito, celebrated every year in July with a picturesque procession. To get from one commune to another, each of which has about eight hundred inhabitants, there are good roads that wind along the coasts and among the slopes of the mountains, up and down through very old lava flows, with bends that in stretches open up on boundless panoramas of sky and sea. Yes, precisely the ones that were immortalized by Massimo Troisi in his film The Postman, together with the “Balate” - the old stores of the fishermen hewn out in the rock - and the brooms and overflowing bougainvilleas, in that little hamlet of Pollara built inside half a crater (the other half has slipped into the sea), to end with the gold and purple sunsets that can be admired on much of this island. Always family and quiet tourism, ideal for those who are looking for a serene and reserved holiday, without foregoing fun or a good restaurant at which to enjoy the tasty specialities of the island’s cuisine.
Leni
ph_h. carstensen
ph_a. tornambé
L’isola di Salina non è molto grande e si visita facilmente grazie alle comode strade che collegano fra loro le diverse località: Da vedere la frazione di Lingua, con la salina in disuso che ha dato il nome attuale all’isola e che oggi è divenuta rifugio per gli uccelli migratori (i quali si stanziano nel minuscolo lago di acqua salata), il vecchio, pittoresco faro e la lunga passeggiata a mare. In questa frazione di S. Marina Salina è anche presente il Museo etno-antropologico. A chi vuole andare al mare segnaliamo le spiaggette di Rinella (frazione di Leni) e Punta Scario (nel comune di Malfa), mentre gli appassionati di trekking potranno affrontare la dozzina di sentieri che scalano le montagne: arrivati in cima a Monte Fossa delle Felci (962 m - la vetta più alta delle ph_flickr.com_protozoo Eolie) si possono vedere tutte quante le isole Eolie e la costa siciliana. Chi ama il birdwatching non deve lasciarsi scappare l’opportunità di raggiungere la scogliera vicino al “Filo di Branda” di Pollara, lo strapiombo più alto del territorio, dove nidifica una folta colonia di Falchi della Regina. Ricordiamo anche la possibilità di fare meravigliose immersioni. Segnaliamo, infine, la presenza di un nutrito programma culturale che prevede, oltre alle caratteristiche sagre locali, l’istituzione da un paio di anni del Salina Doc Fest; si tratta del Festival internazionale del Documentario, che ha portato fama e gloria all’isola verde in tutto il mondo. The island of Salina is not very big and can easily be visited thanks to the good roads that connect the various places to one another. A must is the Lingua hamlet, with the disused saltpan that gave the present name to the island and that today has become a refuge for migratory birds (which settle on the minuscule salt lake), the picturesque old lighthouse and the long sea promenade. In this hamlet of Santa Marina Salina there is also the Ethno-anthropological Museum. For those who want to go to the beach we can mention the little beaches of Rinella (a hamlet of Lena) and Punta Scario (in the commune of Malfa), while those who love trekking can face the dozen or so paths that go up the mountains: having arrived on top of Monte Fossa delle Felci (962 metres - the tallest peak in the Aeolians) you can see all the Aeolian Islands and the Sicilian coast. Those who love birdwatching must not miss the chance to go to the cliff near the “Filo di Branda” of Pollara, the highest precipice in the territory, where a big colony of Eleonora’s falcons nests. There are also opportunities for marvellous dives. Lastly, we will mention a rich cultural programme that also contemplates not only the peculiar local feasts but also the Salina Doc Fest introduced a couple of years ago; it is an International Documentary Festival, which has given the green island fame and glory all over the world.
wellcome . bem vindo . willkommen . benvenuto . bienvenido . bienvenu . velkommen
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Mentre si festeggiano i 100 anni dalla nascita del Futurismo “di Marinetti”, noi rendiamo omaggio ai 104 anni del “nostro” Futurismo While the centenary of the birth of the Futurism “of” Marinetti is being celebrated, we pay tribute to 104 years of “our” Futurism
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Chi ha ucciso il chiaro di luna
Who killed the moonlight?
Il 20 febbraio del 1909 viene pubblicato sul prestigioso Le Figaro parigino quello che passerà alla storia come Il Manifesto del movimento futurista, manifesto “gridato” in 11 punti da Filippo Tommaso Marinetti, il poeta dell’onomatopea, degli ZANGTUMBTUMB, delle parole in libertà e dei verbi all’infinito. Questo è quello che viene considerato l’origine del nuovo stile di espressione artistica, che sia pittura, architettura o scultura; ma… Ebbene sì, c’è un “ma”. Perché quattro anni prima, ovvero nel 1905, il 25 di maggio per essere precisi, il poeta-filosofo (con tanto di trattino) Federico De Maria pubblica nel suo giornale letterario La 40
On 20 February of 1909 in the prestigious Parisian Le Figaro there was published what was to go down in history as The Manifesto of the futurist movement, a manifesto “shouted out” in 11 points by Filippo Tommaso Marinetti, the poet of onomatopoeia, of ZANGTUMBTUMB, of words in liberty and the verbs in the infinitive. This is what is considered the origin of the new style of artistic expression, in painting, architecture and sculpture; but… Well yes, there is a “but.” Because four years before, in 1905, on 25 May to be precise, the poetphilosopher (with a hyphen) Federico De Maria published in his literary newspaper La Fronda a
La sala delle conferenze in stile futurista nel Palazzo delle Poste di Palermo > The meeting hall in the Central Post Office building in Palermo is an example of futurism
Fronda un documento che ci ha stupito per la lucidità di analisi, per la puntualità dell’argomentazione, e - soprattutto - per l’attualità del pensiero che, facendo eccezione solo nell’unico riferimento al “Kaiser Guglielmo”, rispecchia perfettamente il momento culturale di oggi. D’obbligo una riflessione sui corsi e ricorsi della Storia, o, per dirla con più filosofica puntualità, sull’eterno ritorno di Nietzsche, il filosofo che individuò la Storia del mondo occidentale nella sua stessa decadenza, ovvero nella decadenza dell’uomo, il cui destino è la libertà, “destino che dovrà essere perseguito attraverso l’esercizio della volontà di potenza, e che condurrà l’uomo alla condizione di Oltreuomo”.
document that surprised us for the lucidity of its analysis, for the stringency of the reasoning, and above all - for the topicality of the thought that, except for the reference to “Kaiser Wilhelm”, perfectly mirrors the cultural moment of today. One is forced to reflect on the flux and reflux of History, or, to say it with more philosophical accuracy, on the eternal return of Nietzsche, the philosopher that identified the History of the western world in its very decadence, or in the decadence of man, whose destiny is freedom, “a destiny that must be pursued through the exercise of willpower, and that will take man to the condition of Superman.” Let us get back to De Maria. “For some time some professionals of literature have pretended to believe, proclaiming it, in a rebirth of classicism, that is to say - since this is what they mean - in a new edition of poetic reductions from Greek and from Latin, revised and uncorrected, and offered in lapidary articles to the public... which in an Olympian manner goes away and ignores them.” This the beginning of his “manifesto”, a document with the original title Aesthetics of mechanics and the whim, a piece of writing as sharp as a blade that in a couple of little pages sums up the logos hidden behind the need for a change of direction, a radical change in customs and ethics, a thought here decidedly distant from the philosophical extremisms of Marinetti. De Maria sums up for us what has happened: “These two ancient peoples [Greek and Latin] produced an art that was serene in substance and form, because their artists had an easy time creating in free cities and nations that enjoyed relative well-being.” Then he traces out with caustic soda the present situation: “The humour of our times has in life those manifestations that could be called whims. A strange admixture of malcontent, of boredom and of doubt, it has an ally in hastiness: change, change continually and be quick about it. Nothing serious, nothing grave or important.” Then he dwells on what was about to happen in 1905: “However, young people, those of my gener41
A sinistra, la sala d’attesa della Direzione Provinciale delle Poste di Palermo e, in basso, la bellissima scala elicoidale > Left, the waiting room of the Direction of the Central Post Office in Palermo; bottom, the wonderful helicoid stairway
ation, and perhaps those that follow it… do not look at, do not know, do not appreciate the art of whim and neurasthenia, just as they no longer have any feeling for neoclassicism; indeed, most of them do not give a damn about the arts, which are a bore and a torment. They seek and find a new pastime, which actually is one of the oldest: sport. Here comes sport, a happy and carefree ally of mechanicalness, which reinvigorates the muscles, stretches the lungs, and loosens up the nerves. Life becomes livelier and more cheerful: life too is dynamism, like the motors that on all sides solicit it with a hasty rhythm.” This is a vision that has nothing to do with the concept of sport to which we are linked, but instead with that Olympic feeling buried today in its beautiful five-circle flag … For De Maria “the great general rebirth” which “for some time has been traced out in the turbid air of events” was already triumphing in architecture, almost consistent with his “Give us today art that mirrors life, in this life reaching out towards the becoming every work of art has to be a stone, small or enormous, that is added to the endless edifice of civilization.” Torniamo a De Maria. “Da poco tempo alcuni professionisti della letteratura fingono di credere, proclamandola, a una rinascita del classicismo, vale a dire - poiché essi così la intendono - a una nuova edizione di riduzioni poetiche dal greco e dal latino, rivedute e scorrette, e offerte, in lapidari elzeviri, al pubblico... che olimpicamente tira via e lascia fare”. Questo l’incipit del suo “manifesto”, documento con il titolo originale di Estetica della meccanica e del capriccio, uno scritto tagliente come una lama affilata che riassume, in un paio di paginette, il logos che si cela dietro la necessità di un cambiamento di rotta, un cambiamento radicale del costume e dell’etica, un pensiero qui decisamente molto lontano dagli estremismi filosofici del Marinetti. De Maria ci riassume ciò che è stato: “Questi due antichi popoli [greci e latini, ndr] produssero un’arte serena nella sostanza e nella forma, perché 42
i loro artisti avevano agio di creare in città e nazioni libere che godevano di un relativo benessere”. Poi disegna con la soda caustica ciò che è: “L’umorismo dei nostri tempi ha nella vita quelle manifestazioni che potrebbero chiamarsi capricci. Strano miscuglio di malcontento, di noia e di dubbio, esso ha un alleato nella frettolosità: mutare, mutare continuamente e far presto. Nulla di serio, nulla di grave e d’importante”. Poi si distende in quello che nel suo 1905 stava per essere: “Però i giovani, quelli della mia generazione, e forse quelli che la seguono (…) non
In alto, le tele di Benedetta Cappa Marinetti e, in basso, Federico De Maria nel suo studio > Top, the canvas by Benedetta Cappa and, bottom, Federico De Maria in his study
And Palermo, as if it had accepted the invitation, made an enormous hole in Via Roma and erected the “ultramodern” Central Post Office there. “We feel we are no longer the men of cathedrals and arengari [town halls with balconies for public address]; but of big hotels, railway stations, immense streets, colossal harbours, bright galleries,
Federico De Maria Federico De Maria (Palermo, 1885 - 1954), nel 1905 pubblica La Fronda, rivista di propaganda letteraria che promuove una politica “anti-passatista”, giacché si sentiva “fratello di coloro che hanno dato all’umanità il vapore, le macchine elettriche, il telegrafo senza fili”. Sarà questa rivista a metterlo in contatto con il Marinetti, e da qui il contagio futurista anche nel nostro estremo Sud. De Maria collabora alla stesura del proclama Uccidiamo il chiaro di luna! ma presto ritorna ad una poetica più intima, senza interrompere la sua attività di insegnante di Letteratura italiana al Conservatorio. Federico De Maria (Palermo, 1885-1954) in 1905 published La Fronda, a magazine of literary propaganda promoting an “anti-traditionalist” policy, since he felt he was a “brother of those people that have given humanity steam, electric machines, and wireless telegraphy.” It was this magazine that brought him into contact with the Marinetti, and from here the futurist contagion even came to our extreme South. De Maria collaborated on writing the proclamation Let us kill the moonlight! but soon he returned to a more intimate poetic, without interrupting his activity as a teacher of Italian Literature at the Conservatory.
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A destra, una delle tende “futuriste” della sala conferenze delle Poste; nella pagina a fianco, le aerografie nella stanza del direttore > Right, one of the “futurist” curtains in the meeting room of the postal office; opposite, the airbrush paint go in the director’s room
guardano, non conoscono, non apprezzano l’arte del capriccio e della nevrastenia, come non sentono più il neo-classicismo; i più, anzi, se ne infischiano delle arti che annoiano e tormentano. Cercano e trovano uno svago nuovo, che viceversa è dei più vecchi: lo sport. Ecco venuto lo sport, alleato allegro e spensierato del meccanicismo, che rinvigorisce i muscoli, allarga i polmoni, allenta i nervi. La vita si fa più mossa e più gaia: la vita è dinamismo anch’essa, come i motori che da ogni parte la sollecitano con l’affrettato ritmo”. Una visione che nulla a che vedere con il concetto di sport a cui noi siamo legati, bensì a quel sentimento olimpico oggi sepolto nella sua bella bandiera a cinque cerchi… Per De Maria “la grande rinascita generale” che “da tempo si disegna nell’aria torbida di avvenimenti” già trionfava nell’architettura, quasi a convenire con il suo “Dateci oggi l’arte che rispecchi la vita, in questa vita protesa verso il divenire ogni opera d’arte deve essere una pietra, piccola o enorme, che viene aggiunta all’interminabile edificio della civiltà”. E Palermo, come se ne avesse raccolto l’invito, fa un enorme buco in via Roma e vi erige il “modernissimo” Palazzo delle Poste. “Sentiamo di non essere più gli uomini delle cattedrali e degli arengari; ma dei grandi alberghi, delle stazioni ferroviarie, delle strade immense, dei porti colossali, delle gallerie luminose, dei ret-
Duilio Cambellotti Curiosa un’altra anticipazione di arte futurista, quella di Duilio Cambellotti che nel 1906 disegna la copertina della rivista Rapiditas, magazine, diremmo oggi, dedicato alla prima edizione della Targa Florio, esaltazione delle nuove divinità macchina e velocità - a discapito della agonizzante vita contadina. There is another anticipation of futurist art, that of Duilio Cambellotti, who in 1906 designed the cover of the magazine Rapiditas, a magazine, we would say today, devoted to the first edition of the Targa Florio race, an extolment of the new divinities - car and speed - to the detriment of moribund country life.
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straight roads, healthy disembowelments”, says Antonio Sant’Elia, a spokesman of futurist architecture in 1914, and we, though not entirely convinced of the adjective “healthy”, cannot not testify to the artistic value of the building, done by the architect Angiolo Mazzoli and inaugurated on 28 October 1934, mirroring the artistic ideas of the planner that looked at Depero, Tato, Prampolini, but also a form of the values of the fascist regime that precisely in those years was putting down its most nefarious roots. The trappings remain remarkable, like the robust chairs of the Lecture Room, all in copper and red lather, perfectly inserted between the deep blue of the floor and the mustard yellow of the high ceiling, “machines” to sit on - at least this is what they seemed - just as we have rediscovered “art that mirrors life reaching out towards becoming” in the airbrush paintings that trace out straight roads and electricity in the director’s room. Copper and shining glass, powerful lines full of élan, marbles with clear-cut colours on which to
tifili, degli sventramenti salutari”, dice Antonio Sant’Elia, portavoce dell’architettura futurista del 1914, e noi, pur non essendo del tutto convinti dell’aggettivo “salutare”, non possiamo non testimoniare la valenza artistica dell’edificio, realizzato dall’architetto Angiolo Mazzoli e inaugurato il 28 ottobre del 1934, specchio delle idee artistiche del progettista che guardava a Depero, Tato, Prampolini, ma anche forma dei valori del Regime che proprio in quegli anni metteva le sue radici più nefaste. Straordinari restano gli oggetti di arredo, come le robuste sedie della Sala Conferenze, tutte in rame e pelle rossa, perfettamente inserite tra il blu profondo del pavimento e il giallo senape dell’alto soffitto, “macchine” per sedersi - almeno questo è ciò che ci sono sembrate -, così come abbiamo ritrovato “l’arte che rispecchia la vita protesa verso il divenire” nelle aerografie che tracciano rettifili e elettricità nella stanza del direttore. Rame e vetro lucente, linee slanciate e possenti, marmi dai colori netti sui quali far rispecchiare elementi d’arredo dalle forme ogivali che profetizzano - inconsapevoli - ciò che sarebbe successo una decina d’anni più tardi. Restano stridule le note che risuonano nei grandi quadri esposti nella sala delle conferenze, opere di Benedetta Cappa Marinetti chiamate a riflettere l’enormità degli spazi, che si tratti del grande tavolo in marmo o che si parli dell’altezza del tetto o dell’imponente colonnato che si chiude alle nostre spalle, mentre sotto i nostri piedi riecheggia lo ZANGTUMBTUMB della caotica via Roma. (testo: giovanna vitrano > foto: giuseppe marinelli)
Arte futurista Doveroso il richiamo al più grande dei pittori futuristi siciliani, Pippo Rizzo, corleonese di nascita, allievo di Ettore Di Maria Bergler, vero trait d’union tra l’art nouveau di Basile e la metafisica di Carrà. Geniale è il suo Ritorno, dipinto che raffigura, secondo gli stilemi futuristi, il classico carretto siciliano. One cannot fail to mention the greatest of the Sicilian futurist painters, Pippo Rizzo, born at Corleone, an alumnus of Ettore Di Maria Bergler, the true link between the art nouveau of Basile and the metaphysics of Carrà. An ingenious work is his Ritorno, a painting that according to the futurist stylistic traits depicts the classical Sicilian cart.
Sopra, un dettaglio della stanza del direttore delle Poste Centrali; a sinistra, una delle tele di Tato nella Sala Conferenze > Top, a detail of the director’s room in the Central Post Office; left, one of the canvas by Tato in the Meeting room
mirror furnishing elements with ogival shapes prophesying - unwittingly - what was to happen about ten years later. The notes remain strident that resound in the big pictures displayed in the lecture room, works by Benedetta Cappa Marinetti called on to reflect the enormousness of the spaces, whether it is the big marble table or the height of the roof or the imposing colonnade that closes off behind us, while under our feet the ZANGTUMBTUMB of chaotic Via Roma echoes. (text: giovanna vitrano > photos: giuseppe marinelli) 47
Unione dei Comuni Valle degli Iblei via Maestranza, 11 96010 Palazzolo Acreide (SR) tel/fax 0931 876049
www.unionevalleiblei.it
THEIbleiVALLEY
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valleDEGLIIblei
Canicattini Bagni > Palazzolo Acreide Buscemi > Buccheri > Ferla > Cassaro > Sortino
LA
valleDEGLIIblei
“Sulla riva dell’Anapo, l’Arcadia Primigenia risuscita e trova la sua parola. Le favole scendono agli uomini; ed essi, senza fatica, quasi librandosi, van loro incontro. (…) La bella natura si muove musicalmente, quasi ombra azzurra di armoniose azione umane, non mai scenario solo descrittivo”. (Giuseppe Antonio Borgese, Sicilia, in Delle cose di Sicilia - AA.VV. - a cura di Leonardo Sciascia). Il tono dell’intellettuale siciliano potrebbe sembrare enfatico, ma certo è quello che rende al meglio l’incantamento che nasce negli occhi di chi si affaccia sulla Valle degli Iblei, in cui molti sono i luoghi inseriti nella World Heritage List dell’Unesco; non per nulla è possibile riassumere dicendo che tutta questa valle è Patrimonio dell’Umanità. Quasi seguendo i “movimenti musicali” di questa terra, lasciamo Siracusa alle nostre spalle per raggiungere Canicattini Bagni, la cui storia è talmente antica da sprofondare nel mistero: degli Achetini, forse i preistorici abitanti di queste contrade, non restano che delicate tracce ancora oggi allo studio degli archeologici. Non è certo un mistero, invece, l’origine del Ponte Alfano, prezioso regalo tramandato dai maestri scalpellini che, con l’ausilio della pietra
Il fiume Anapo > Anapo river
“On the shore of the Anapo, Primitive Arcadia is revived and finds its words again. Fables go down to men; and they, without effort, almost hovering, go to meet them…. Beautiful nature stirs musically, almost a blue shade of harmonious action human, never a merely descriptive scenario.” (Giuseppe Antonio Borgese, Sicily, in Of the things of Sicily - edited by Leonardo Sciascia). The tone of the Sicilian intellectual may seem emphatic, but it is certainly what best renders the enchantment that is born in the eyes of those who look out on the Valley of the Iblei, in which there are many places inserted in the World Heritage List of UNESCO; it is not by chance that it is possible to sum up by saying that this whole valley is World Heritage. Almost following the “musical movements” of this land, we leave Syracuse behind us to reach Canicattini Bagni, whose history is so ancient as to be rooted in mystery: of the Achetini, perhaps the prehistoric inhabitants of these areas, nothing remains but delicate traces still being studied by archaeologists. By contrast, the origin of the Alfano Bridge is not a mystery: it is a precious gift handed down by the
Canicattini Bagni, il Ponte Alfano > Alfano bridge
bianca locale e della loro incredibile fantasia, non solo hanno edificato questa porta d’accesso alla cittadina, ma hanno trasformato l’abitato in uno dei centri più ricchi di architetture Liberty. Splendido gioco di linee è quello che si ammira al civico 251 di via Vittorio Emanuele, proprio quello che gli esperti indicano come miglior esempio dell’arte di Santo Ajello - uno dei più famosi artisti dello scalpello dell’epoca -, ma non possiamo tacere sulla bellezza dei palazzi Uccello, D’Amico, Cianci, Giansiracusa e Leone, opere che ci tengono con il naso all’insù fino alla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio e all’adiacente Palazzo Cassarino, prossima sede del Museo dei Sensi. Bellissima la Matrice, dedicata a Santa Maria degli Angeli, che arricchisce ancor di più l’eleganza di questa straordinaria cittadina. Straordinaria, proprio nel senso di “fuori dall’ordinario”, anche Palazzolo Acreide, l’antichissima città dei Siculi che già viveva nel XII secolo a.C. Qui i Greci corinzi, che una settantina d’anni prima avevano fondato Siracusa, edificarono Akrai impreziosendola con templi e strade e uffici pubblici: ancora oggi, visitando il bouleuterion o il tempio di Afrodite, risuonano gli antichi usi e costumi,
skilled chiselers that with the aid of the local white stone and their incredible imagination not only built this gate giving access to the town, but turned the village into one of the places richest in Liberty architectures. A splendid game of lines can be admired at 251 Via Vittorio Emanuele, which experts indicate as the best example of the art of Santo Ajello - one of the most famous chiselers of the epoch - but we cannot stay silent on the beauty of Palazzo Uccello, Palazzo D’Amico, Palazzo Cianci, Palazzo Giansiracusa and Palazzo Leone, works that keep us looking up as far as the Anime Sante del Purgatorio Church and the adjacent Palazzo Cassarino, soon to house the Museum of the Senses. A very beautiful church is the parish church, dedicated to St. Mary of Angels, which enriches even further the elegance of this extraordinary town. Also extraordinary, precisely in the sense of “out of the ordinary”, is Palazzolo Acreide, the very ancient city of the Siculi that already existed in the 12th century BC. Here the Corinthian Greeks, who about seventy years before had founded Syracuse, built Akrai, embellishing it with temples and streets and public offices: still today, when you visit the bouleuterion or the temple of Aphrodite, there live 51
Palazzolo Acreide, Bouleuterion
gli stessi che sembrano tornare a vivere nel teatro, soprattutto quando vi si tiene la stagione del Teatro Classico dei Giovani dell’Inda. Davvero affascinanti le latomie - sempre nell’area archeologica -, e i dodici “Santoni”, grandi sculture rupestri che gli archeologi ci dicono rappresentare la dea Cibele. Se questi sono misteri del culto antico, non è affatto misteriosa la bellissima statua della Madonna con Bambino (1471-1472) che Francesco Laurana ha lasciato nella Chiesa dell’Immacolata insieme con la scritta “Sancta Maria de la Gratia de Palaczu” incisa nella base. Ecco qui il rimando al palatium, il castello medievale, la cui importanza è ricordata nel nome stesso dell’abitato, nome che non manca di rendere omaggio all’antica Akrai. Da non mancare assolutamente la Chiesa Madre intitolata a San Nicolò, le bellissime San Paolo e San Sebastiano, e la Casa Museo Antonino Uccello, uno dei musei etno-antropologici più affascinanti. In via Maestranza ha aperto da poco i battenti il Museo dei Viaggiatori in Sicilia, importante collezione di testimonianze lasciate dai viaggiatori del Grand Tour. 52
once again the ancient rites and customs, the same ones that seem to come to life again in the theatre, above all when the season of the Classical Theatre of Young People of Inda (National Institute for Ancient Drama) is held there. Truly fascinating are the latomies - also in the archaeological area - and the twelve “Big saints”, big rock sculptures that the archaeologists tell us represent the goddess Cybele. If these are mysteries of the ancient cult, not at all mysterious is the beautiful statue of the Virgin with Child (1471-1472) that Francesco Laurana did in the Immacolata Church together with the words “Sancta Maria de la Gratia de Palaczu” engraved on the base. Here there is an allusion to the palatium, the medieval castle, whose importance is remembered in the very name of this place, a name that does not fail to pay tribute to ancient Akrai. One should not fail to see the Parish Church dedicated to San Nicolò, the beautiful San Paolo and San Sebastiano churches, and the Antonino Uccello House and Museum, one of the most fascinating ethno-anthropological museums. In Via Maestranza there recently opened the Museum of Travellers to Sicily, an important collection of testimonies left by Grand Tour travellers. Buscemi tells us a more recent history - though already ancient. It is a place that seems almost to have preserved itself outside time, so much so that some views of it have become a museum - a Diffused Museum that allows us to return to the nineteenth century and to visit the tinker, the cobbler, the coppersmith, the carpenter, the massaro (farmer), entering their houses, their shops, there to breathe the hard-working air of the time that was and to understand - once and for all - of what generation we are children, grandchildren and greatgrandchildren. Also very interesting, even for laymen, is a visit to the grape press, where grapes could still be crushed by a press of the Greek type, identical to the type that began to be used before the birth of Christ. Apart from the magic inherent in every stone in this village, here there sounds out loud the echo of the fables that this Valley is able to suggest, an echo that assails us at every natural lookout point that opens up among the streets of the village in the “blue” scenario of the natural landscape in which it is immersed.
Una storia molto più recente - anche se già antica - ce la racconta Buscemi, abitato che sembra essersi conservato quasi fuori dal tempo, tanto che alcuni suoi scorci sono diventati museo. Un Museo Diffuso che ci permette di tornare nell’Ottocento e far visita al conciabrocche, al calzolaio, al calderaio, al falegname, così come al massaro o al contadino, entrando proprio nelle loro case, nelle loro botteghe, per respirarvi l’aria operosa del tempo che fu e per comprendere - in modo definitivo - di quale generazione siamo figli, nipoti e pronipoti. Molto interessante, anche per i non “addetti ai lavori”, la visita al palmento, dove l’uva potrebbe ancora essere pigiata da un torchio di tipo greco, proprio identico a quello che si iniziò ad usare già prima della nascita di Cristo. A parte la magia insita in ogni pietra di questo abitato, ecco che qui risuona forte l’eco delle fiabe che questa Valle è capace di suggerire, eco che ci soprassale ad ogni naturale belvedere che si apre tra le strade della cittadina nello scenario “azzurro” del paesaggio naturale in cui è immersa. Prima di lasciare Buscemi, un consiglio: una vi-
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Buscemi, il Museo del Lavoro contadino > The Museum of the Country Work
Before leaving Buscemi, a suggestion: a visit to San Giacomo, today the Centre for Documentation of Folk Life in the Iblei, will allow us to continue the pathway begun with the Diffused Museum, since here 12,000 images are kept and no fewer than 180 hours of tapes to testify to the most recent past of this throbbing part of Sicily. A “throb” is what separates us from Buccheri, once on Monte Lauro and, even before, the grazing land of the mythical Daphnis, immortalised by the beauty of his song. After the terrible 1693 earthquake - which devastated a large part of eastern Sicily - Buccheri was revived further down, leaving the new century, the eighteenth century, to express itself with all its strength and elegance in the new architectures. A perfect example of this is the Sant’Antonio Church, inside which - among other things - one can admire the altarpiece with St. Anthony in ecstasy and the painting of San Vito with San Modesto and Crescenza done by Wilhelm Borremans. For the Maddalena Church, which
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Buccheri, Chiesa di Sant’Antonio > Sant’Antonio Church
sita a San Giacomo, oggi Centro di Documentazione della Vita Popolare Iblea, ci permetterà di proseguire il discorso iniziato con il Museo Diffuso, ché qui si custodiscono 12mila immagini e ben 180 ore di filmati a testimoniare del più recente passato di questo palpitante angolo di Sicilia. Un “palpito” è quanto ci divide da Buccheri, un tempo sul Monte Lauro e, ancor prima, terra di pascolo del mitico Dafni, reso immortale dalla bellezza del suo canto. Dopo il terribile sisma del 1693 - terremoto che devastò buona parte della Sicilia orientale -, Buccheri risorse più a valle, lasciando che il nuovo secolo, il Settecento, si esprimesse con tutta la sua forza ed eleganza nelle nuove architetture. Perfetto esempio di ciò è la Chiesa di Sant’Antonio, all’interno della quale - tra l’altro - si ammirano la pala d’altare con Sant’Antonio in estasi e il dipinto di San Vito con San Modesto e Crescenza realizzate da Guglielmo Borremans. Per la Chiesa della Maddalena, che custodisce la bellissima santa scolpita nel marmo da Antonello Gagini, furono chiamati per l’approvazione del progetto gli architetti Attinelli, Peralta e Marvuglia, ovvero “il meglio” dell’epoca: una
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guards the very beautiful female saint sculpted in marble by Antonello Gagini, the architects Attinelli, Peralta and Marvuglia, i.e. “the best” of the epoch, were called in to approve the project: a visit will show you it was well worth it! Just as the sixteenthcentury wooden crucifix will show you that a visit to the Parish Church, dedicated to St. Ambrose, is fundamental. Here too, the panorama is to say the least “musical”, and it is by following this harmony of green and blue that we reach Ferla, where at least two halts are indispensable: one at the Baroque masterpiece of the San Sebastiano church and one at the scenographic Sant’Antonio church, both containing works by Crestadoro. But at Ferla it is difficult to stay inside, since all around the village there flows the Anapo, the river that has in its name the very essence of its mystery: the fact is that Anapo comes from a Greek word meaning “invisible”, and never was a name more perfect for a watercourse that suddenly goes underground, resurfacing a few kilometres further on, returning to make the nature reserve dedicated to it resound with its gurgle. Ferla is also the perfect departure point for going
valleDEGLIIblei
visita vi dimostrerà che ne è ben valsa la pena! Così come il Crocifisso ligneo del Cinquecento vi dimostrerà che è fondamentale la visita alla Chiesa Madre, intitolata a Sant’Ambrogio. Anche qui, il panorama è a dir poco “musicale” ed è seguendo questa armonia di verde e blu che raggiungiamo Ferla, dove immancabili sono almeno due tappe: quella al capolavoro barocco della Chiesa di San Sebastiano e quella alla scenografica Chiesa di Sant’Antonio, entrambe custodi di opere del Crestadoro. Ma a Ferla è difficile restare al chiuso, ché tutt’intorno all’abitato si srotola l’Anapo, il fiume che ha nel suo nome l’essenza stessa del suo mistero: Anapo, infatti, viene dal greco “invisibile”, e mai nome fu più perfetto per un corso d’acqua che s’ingrotta all’improvviso, riemergendo poi qualche chilometro più in là, tornando a far risuonare del suo gorgoglio la Riserva Naturale a lui dedicata. Ferla, poi, è anche punto di partenza perfetto per raggiungere Cassaro (a Sud-Est), la città dell’olio DOP, e i suoi gioielli architettonici come le chiese di San Pietro e di Sant’Antonio Abate - la Matrice, affrescata dal Crestadoro - e l’obelisco del 1693, monumento nazionale, eretto proprio per testimoniare la ferrea volontà di risorgere dal vio-
to Cassaro, (to the southeast), the place of protectedorigin denomination oil and architectural jewels like the San Pietro and Sant’Antonio Abate churches (the Parish Church) which both keep workes of art by Crestadoro - and the 1693 obelisk, a national monument, erected to testify to the tenacious determination to recover from the violent earthquake; to the northeast, instead, there is Sortino, the town of honey, the place of the Museum of the Puppet Theatre (World Heritage) to visit together with the whole succession of Baroque buildings that embellish every part of it, every street. A must is the Casa do fascitraru, the museum in which it is possible to learn of the long tradition that links this place in the Iblei to honey; just as one cannot not be amazed seeing the elegance of Palazzo Valguarnera, the Natività di Maria Church (adjacent to the Montevergine Monastery) and the Parish Church, dedicated to St. John the Evangelist. Also very beautiful is the San Francesco Church and the Church dedicated to the patron saint, Sofia. Both at Sortino and at Cassaro - as in the other communes - it is impossible to withstand the temptations of the palate: doing a little healthy gastronomic tourism here will make you fall in love even more with these places. (ph > hanne carstensen, giuseppe matarazzo, melo minnella, alessandro tornambè)
Ferla, particolare della facciata della Chiesa Madre > A detail of the façade of the Main Church
Cassaro, Chiesa Madre; Sortino, i pupi > Cassaro, the Main Church; Sortino, the puppets
lento terremoto; a Nord-Est, invece, ecco Sortino, la città del miele, sede del Museo dell’Opra dei Pupi (Patrimonio dell’Umanità) da visitare insieme con tutta la teoria di palazzi barocchi che ne abbellisce ogni angolo, ogni strada. Tappa obbligatoria la Casa do fascitraru, il museo in cui è possibile apprendere della lunga tradizione che lega la cittadina iblea al miele; così come non si può non restare stupefatti davanti all’eleganza del Palazzo Valguarnera, della Chiesa della Natività di Maria (adiacente al Monastero di Montevergine) e della Matrice, dedicata a San Giovanni Evangelista. Ancora, bellissima la Chiesa di San Francesco e la chiesa intitolata alla Santa Patrona Sofia. Sia a Sortino che a Cassaro - così come negli altri Comuni - impossibile resistere alle tentazioni della gola: praticare qui un po’ di sano turismo gastronomico vi farà innamorare di queste terre ancor di più. (ph: hanne carstensen, giuseppe matarazzo, melo minnella, alessandro tornambè) 56
Informazioni Information Buccheri www.comunedibuccheri.it Municipio Town Hall tel. 0931 880359
Buscemi www.comune.buscemi.sr.it Municipio Town Hall tel. 0931 878911
Cassaro www.comune.cassaro.sr.it Municipio Town Hall tel. 0931 877611
Canicattini Bagni www.comune.canicattinibagni.sr.it Municipio Town Hall tel. 0931 540111
Ferla www.comune.ferla.sr.it Municipio Town Hall tel. 0931 870136
Palazzolo Acreide www.comune.palazzoloacreide.sr.it Municipio Town Hall tel. 0931 871111
Sortino
Pantalica
www.comune.sortino.sr.it Municipio Town Hall tel. 0931 917111
Da Cassaro, Ferla e da Sortino si dipartono le strade che conducono a Pantalica, misteriosa necropoli che puntella la valle con le sue cavità manufatte nelle pareti a strapiombo sull’Anapo. Forse fondata da indigeni attorno al 1270 a.C., conta più di 5000 tombe, risalenti ad epoche diverse, giacché Pantalica sembra svuotarsi improvvisamente attorno al IX secolo a.C. per tornare ad essere popolata nell’VIII, quando si aprono anche le “nuove” necropoli di Filiporto, Cavetta e la Necropoli Sud. Il mistero avvolge anche i costruttori dell’Anaktoron, la casa del principe (oggi solo un segno nel terreno), le cui misure perfette lasciano basiti archeologi e ingegneri. E ancora tre villaggi di epoca bizantina (quando questo luogo assume il nome di Pantalica), e gli oratori rupestri con tracce di affreschi ancora visibili come quelli di San Nicolicchio e San Micidiario. Pantalica, ovviamente, è Patrimonio dell’Umanità. From Cassaro, Ferla and Sortino there start the roads for Pantalica, a mysterious necropolis that dots the valley with manufactured cavities in walls sheer over the Anapo. Perhaps founded by natives in about 1270 BC, it contains over 5000 graves, from different epochs, since Pantalica seems suddenly to have emptied in about the 9th century BC to be populated again in the 8th, when there also opened the “new” necropolises of Filiporto and Cavetta and the South Necropolis. Also shrouded in mystery are the builders of the Anaktoron, the prince’s house (today only a mark on the ground), whose perfect measures leave archaeologists and engineers stunned. And then there are three villages from the Byzantine epoch (when this place took the name Pantalica), and the rock oratories with traces of frescoes still visible like the San Nicolicchio and San Micidiario ones. Obviously Pantalica is World Heritage. 57
Quattordicesimo appuntamento con il mondo affascinante del dialetto siciliano: a far da Cicerone la ricercatrice di tradizioni popolari Sara Favarò > Fourteenth appointment with the fascinating world of Sicilian dialect: with the popular traditions’ researcher Sara Favarò I testi si possono ascoltare cliccando > You can hear the texts by clicking on
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Quando arrivava il carnevale: divertimenti a costo zero When carnival arrived: fun free of charge Le giovani donne degli anni Cinquanta del secolo scorso, approssimandosi il carnevale, nei rigidi pomeriggi invernali dopo aver sfaccendato per tutta la giornata amavano riunirsi e insieme cucire poveri ma allegri costumi per l’imminente festa. Niente fastosi e fiabeschi mascheramenti, perché i pochi soldi di cui disponevano le famiglie in quegli anni di crisi economica servivano per cose più importanti, ma vestiti fatti di fantasia e tanta voglia di divertirsi. Una sorta di antico e muto cerimoniale spingeva le donne a sedersi in cerchio intorno al braciere acceso, custodito nella pancia di una base di legno anch’essa circolare. I piedi poggiati attorno e, per godere a fondo del dolce tepore, una manta (coperta di lana) messa sul circu (cerchio) assicurava il diffondersi del calore in modo uniforme. Il circu, a forma di mezza botte, era fatto con strisce di legno arcuate e incrociate. Soffici scialli di lana (a cheppa), anch’essi circolari, fatti all’uncinetto a punto “alto” o “altissimo”, 58
In the nineteen-fifties on very cold winter afternoons, when carnival approached, young women, after having been idle all day, loved to get together to sew modest but cheerful costumes for the imminent feast. No showy fairytale disguises, because the little money families had in those years of economic crisis served for more important things, but dresses made up of imagination and a great desire to have a good time. A sort of very old and mute ceremonial led women to sit in a circle around the lit brazier, guarded in the belly of a wooden base that was also circular. People sat with their feet around it and in order fully to enjoy the pleasant warmth, a manta (wool blanket) placed on the circu (circle) ensured the uniform spread of the heat. The circu, in the form of a half-barrel, was made with curved and interwoven wooden strips. Soft wool shawls (a cheppa), also circular, made with the crotchet hook with “high” stitch, rotated
roteavano sulle spalle delle donne riscaldandole. Bastavano alcuni ritagli di stoffa, cuciti senza badare troppo agli accostamenti di colore, ed ecco un costume da Arlecchino. Un bianco grembiule da cucina con una grande croce sul petto, ricamata con il filo rosso, avrebbe cambiato il suo indossatore in un poco raccomandabile dentista che, camminando per le strade con pinze e tenaglie in mano, avrebbe potuto cavare i denti agli sfortunati viandanti. Molte donne si vestivano da maschio: giacca e pantaloni di uno dei maschi di casa, visiera della coppola messa di traverso per celare il volto, due baffi dipinti con il carbone, ed ecco pronto il travestimento. C’era chi si copriva con un lenzuolo (quello vecchio, rammendato così tante e tante volte da non potere più essere utilizzato), due colpi di forbici
on the shoulders of the women, warming them. Some pieces of cloth, sewn together without too much attention to the juxtaposition of colours, were enough to produce a Harlequin’s custom. A white kitchen apron with a big cross on the breast, embroidered with red thread, would have changed its male wearer into a not very recommendable dentist that, walking along the streets with pliers and pincers in his hands, could have pulled out the teeth of unlucky wayfarers. Many women dressed like males: the jacket and trousers of one of the males in the family, the visor of the cap put crossways to conceal the face, a moustache painted with coal, and the disguise was ready. There were those who covered themselves with sheets (old ones, darned so many times that they could not be used anymore), two slits made
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all’altezza degli occhi ed un allegro fantasma avrebbe girovagato, nelle sere di carnevale, in cerca di anime da spaventare. E per trascorrere allegramente il pomeriggio, le nostre antenate si divertivano a raccontare storie, “sparramenti” (pettegolezzi), barzellette, indovinelli e scioglilingua. Alcune chiacchierate erano assolutamente pudiche, altre invece no. Era nei momenti in cui le anziane donne di casa si allontanavano che le giovani donne davano libero sfogo ai loro racconti. In quei frangenti gli scioglilingua “decenti” cedevano il posto a quelli che si potevano soltanto sussurrare, dato il travisamento che avrebbero potuto ingenerare invertendo anche soltanto una semplice sillaba.
with scissors at the height of the eyes, and a cheerful ghost would have wandered about, on the evenings of carnival, looking for people to frighten. And to spend the afternoon cheerfully, our ancestresses had a good time telling stories, and swapping “sparramenti” (gossip), jokes, riddles and tongue-twisters. Some things that were said were absolutely chaste, while others were not. It was when the elderly women went away that the young women gave free vent to their stories. Then “decent” tongue-twisters gave way to ones that could only be whispered, seeing the misrepresentation that they could have given rise to inverting even one syllable. 59
A dinucchiuni cugghiennu cuttuni, essennu cu tia cuttuni cugghia. In ginocchio raccogliendo cotone, essendo con te cotone coglievo. Gathering cotton on my knees, being with you I gathered cotton. Il riferimento ai genitali maschili era evidente, e discreti risolini, con le mani che tappavano la bocca per non farsi sentire dalle madri, aleggiavano nell’aria quando qualche altra ragazza, magari più audace, ne intonava un altro, ancora più difficile:
The reference to the male genitals was evident, and discreet giggles with hands covering mouths so mothers would not hear fluttered in the air when some other girl, even more audacious, recited another one that was even more difficult:
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Portu un piattu di ugghiuna cotti e nautru di cotti ugghiuna. Passa la morti e mi dici chi porti? Portu un piattu di ugghiuna cotti. Porto un piatto di fave bollite cotte e un altro di cotte fave bollite. Passa la morte e mi chiede che porti? Porto un piatto di fave bollite cotte. I bring a dish of boiled beans and another one of boiled beans. Does death pass and you ask me what I bring?I bring a dish of boiled beans. Quando, inaspettatamente, ritornavano le adulte, le scaltre giovinette abbandonavano gli allusivi ritornelli, declamando ingenui indovinelli. “Tondo e rotondo bicchiere senza fondo. Fondo non è, indovina che cos’è?”. “L’anello!” Rispondevano in coro, abbandonandosi a sonore risate e lasciando sbigottite le mature donne che non capivano cosa ci fosse di tanto comico in un indovinello così semplice e banale. (sara favarò) 60
When the older women unexpectedly returned the crafty girls abandoned allusive refrains reciting naïve riddles. “Round and round the bottomless glass. It is not hollow, guess what it is.” “The ring!” they answered in unison, giving themselves up to sonorous laughter and leaving the mature women bewildered as they failed to understand what was so comical in a so simple and banal riddle. (sara favarò)
Se la Regione Siciliana ha inserito il carnevale di Misterbianco nel Registro Eredità Immateriali della Sicilia (REI), per essere precisi nel Libro delle Celebrazioni, ponendo così la manifestazione sotto l’egida dell’Unesco, un motivo deve esserci. Anzi, di motivi ce ne sono migliaia. Uno per ciascun costume, per ciascuna maschera, per ciascun carro che ha contribuito a eleggere questo carnevale come “il carnevale dei costumi più belli di Sicilia”.
If the Sicilian Region has inserted the Misterbianco Carnival in the Register of Immaterial Inheritances of Sicily (REI), and to be precise in the Book of Celebrations, thus placing the event under the aegis of UNESCO, there must be a reason for it. Actually, there are thousands of reasons. One for each costume, for each mask, for each float that has helped to cause this carnival to be elected “the carnival with the most beautiful costumes in Sicily.”
Dietro tanti riconoscimenti non può mancare una lunga storia, una tradizione che ha travalicato l’aspetto semplicemente festoso o geografico e che ormai fa parte dell’anima stessa di Misterbianco, del modo di essere di ciascun abitante del delizioso centro etneo. Tant’è che, finito un carnevale, già dall’indomani si comincia a preparare il successivo, tirando
Behind so many recognitions there is of course a long story, a tradition that has gone beyond the merely festive or geographical and now is part of the very soul of Misterbianco, of the way of being of every inhabitant of this delightful place on Etna. Indeed, once one carnival is over, the very next day they start to prepare the next one, drawing out of the top-hat of people’s imagination eccentric
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fuori dal cilindro della fantasia popolare temi sempre più bizzarri per i carri, costumi sempre più ricchi ed eleganti, organizzando sfilate sempre più colorate e divertenti. Circa un migliaio, infatti, sono le maschere che sfilano durante i tre giorni di parate che riempiono di allegria il centro storico cittadino, parate che si concludono con una sfilata - proprio una passerella nel vero senso della parola - al riparo da stelle filanti e coriandoli per assegnare il trofeo del Costume più Bello, una sfida senza esclusione di colpi (in questo caso, senza esclusione di stoffe e accessori) che impegna per tutto un anno i lavoratori volontari, praticamente quasi tutti i misterbianchesi. L’Amministrazione comunale, ovviamente, ha fatto la sua parte, tanto che Misterbianco, oltre a far parte della Federazione Italiana del Carnevale (FIC), è presente nella Fondazione Europea delle Città del Carnevale (FECC): altri titoli e prestigiosi riconoscimenti che ben valgono la consegna alle Associazioni Carnascialesche di un’area di oltre 1000 metri quadrati all’interno della quale elaborare idee, trovare soluzioni e soprattutto realizzare costumi e carri allegorici. Resta fondamentale l’apporto della fantasia e della creatività dei misterbianchesi, la cui inventiva confeziona ogni anno nuovi costumi che, da un lustro a questa parte, trovano poi giusta vetrina sfilando anche per i carnevali più famosi d’Italia, come quello veneziano e quello anconetano, e impreziosendo anche quelli esteri, come capita con la partecipazione al carnevale maltese e montenegrino. Non potendo descrivere i costumi tante sono le
themes for the floats, richer and even more elegant custumes, organizing more colourful and amusing parades. The fact is that about a thousand masks go in a procession during the three days of parades that fill the historic area of the place with merriment, parades that end with a particular parade - a fashion parade in the true sense of the word - sheltered from streamers and confetti, to assign the trophy for the Most Beautiful Costume, in a challenge with no holds barred (in this case, with no fabrics and accessories barred) which for a whole year keeps the volunteers - indeed almost the inhabitants of Misterbianco - busy. Obviously the Council has done its part, and Misterbianco, besides belonging to the Italian Carnival Federation (FIC), is present in the European Foundation of the Carnival Towns (FECC): other titles and prestigious recognitions that wholly justify the consignment to the Carnival Associations of an area of over 1000 square metres in which to work out ideas, to find solutions and above all to make costumes and allegorical floats. Something fundamental, however, is always the contribution of the imagination and creativeness of the people of Misterbianco, whose inventiveness every year manufactures new costumes that for about five years have found the appropriate showcase in the most famous carnivals in Italy like the Venice and Ancona ones, and also embellish foreign ones, as with participation in the Malta and Montenegro carnivals. It is impossible to describe the costumes, as 63
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sfumature delle stoffe, tanto luminoso lo sfavillio degli accessori, e non potendo presentare adesso i nuovi carri, i protagonisti della sfilata 2009 (i carri restano nel più fitto mistero fino al momento della parata), quel che resta da fare è cercare di riassumere la lunga storia di questa manifestazione, nata negli anni del dopoguerra e conosciuta come ‘A Mascara, ovvero “la maschera”, nome che deriva dal travestimento usato dalle compagnie di attori più o meno improvvisati - che nel periodo di carnevale usavano mettere in scena delle farse, tanto per strappare qualche risata in più e per spezzare la fatica di quegli anni bui. A queste esibizioni si unì una sorta di rito tutto al femminile, visto che le donne iniziarono a ritrovarsi, il giovedì antecedente quello grasso, abbi64
there are so many different nuances in the fabrics, and the twinkling of the accessories is so bright, and it is impossible to present the new floats now and the protagonists of the 2009 parade (the floats are shrouded in mystery until the time of the parade). All that we can do, then, is try to sum up the long history of this event, which came into being in the post-war years and was known as ‘A Mascara, i.e. “the mask”, a name deriving from the disguise used by companies of actors - more or less improvised - that in the carnival period used to stage farces, just to get a few more laughs and break up the toil of those dark years. To these performances there was added a sort of wholly feminine ritual, as women began to get together, on the Thursday before Shrove Tuesday,
gliate con un lungo domino di raso nero completo di cappuccio, e con il volto coperto da maschera e veletta. A queste babbalute, così erano chiamate, spettava il compito di scegliere, giunta la sera, l’uomo con cui ballare, dimenticando per una notte ogni stupida convenzione che in quegli anni imponeva loro solo il ruolo di angeli - muti - del focolare. Giunsero finalmente gli anni Settanta, e le prime coraggiose smisero il domino per sfilare lungo le strade della città, abbigliate con “maschere spontanee”. Da qui all’arrivo delle musiche latino-americane e dei primi carri il passo fu brevissimo: già negli anni Ottanta il carnevale di Misterbianco inizia a vantare la tradizionale ricchezza dei costumi e dei carri, ricchezza che andata vieppiù crescendo fino allo splendore di oggi.
adorned with long black satin dominos complete with hoods, their faces covered by masks and veils. These babbalute, as they were called, when the evening came had to choose the man to dance with, forgetting for one night every stupid convention that in those years only imposed on them the role of mute angels of the home. At last the Seventies came, and the first brave women abandoned the domino to go in a procession along the town streets wearing “spontaneous masks.” From here it was but a short step to the arrival of Latin American music and the first floats: in the eighties the Misterbianco Carnival was already beginning to boast the traditional richness of costumes and the floats, which gradually increased until it reached today’s splendour.
Dal 15 al 24 febbraio 2009 From 15 to 24 February 2009 Sfilate 15 - 22 - 24 febbraio dalle 17.00 alle 24.00 Défilé dei costumi più belli di Sicilia Maschere in passerella sabato 21 febbraio ore 20 Pageants 15 - 22 - 24 February from 5 to 12pm Pageant of the most beautiful costumes of Sicily Masks on parade Saturday 21st of February 8pm
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Il mito in Sicilia Myth in Sicily “(...) Da qui mi riceve il porto di Trapani e la sua proda, che non può allegrarmi. Quivi, passate tante burrasche, ahimè il genitore, conforto d’ogni angoscioso evento, Anchise io perdo; quivi tu, ottimo padre, affranto m’abbandoni, ahimè, tu invano strappato a così grandi pericoli! (...)” Antica iscrizione ritrovata a Segesta > An ancient inscription founded at Segesta ph_dinornis
Virgilio - Eneide - libro III vv 707-711 - trad. R. Scarcia
At length on shore the weary fleet arriv’d, which Drepanum’s unhappy port receiv’d. Here, after endless labours, often toss’d by raging storms, and driv’n on ev’ry coast, my dear, dear father, spent with age, I lost: ease of my cares, and solace of my pain, sav’d thro’ a thousand toils, but sav’d in vain the prophet, who my future woes reveal’d… Virgil - Aeneid - Book III - vv. 707-711
Siamo sulle sponde del fiume Crimiso, oggi San Bartolomeo, fiume che vide la nascita di Segesta. Nascita che è più di una mera edificazione, dacché il mito ci riporta al tempo in cui l’acqua era di natura divina. Di più: l’acqua era divinità essa stessa. Così come la siracusana Ciane fu una ninfa trasformata in chiara sorgente, anche Crimiso ebbe forme umane, tanto che nei tetradrammi segestani vi si raffigurava un giovane con le corna fluviali sulla fronte. E nell’Alessandra (vv. 961-963) del calcidese Licòfrone, il poema con cui si ricordano le profezie della figlia di Priamo (Alessandra, meglio conosciuta come Cassandra), ancora nel III secolo a.C. si ricorda come Egesta, figlia del troiano Fenodamante, “...il fiume Crimiso, apparso come un cane, aggiogò nel letto, ed essa al demone ferino genera un nobile cagnolino, colono e fondatore di tre centri...” Uno di essi è Segesta, bagnata dal fiume chiamato 66
We are on the banks of the river Crimiso, now San Bartolomeo, the river that saw the birth of Segesta. This birth was something more than mere building, since the myth takes us back to the time when water was of a divine nature. Indeed, water was the divinity itself. Just as the Syracusan Cyane was a nymph turned into a clear spring, Crimisus too had a human shape, so much that in the tetradrachms of Segesta a youth was depicted with river horns on his forehead. And in Alexandra (vv. 961-963) by the Chalcidian Lycòphron, the poem with which the prophecies of the daughter of Priam are remembered (Alexandra, better known as Cassandra), still in the III century BC it is remembered that Aegesta, the daughter of the Trojan Phoenodamas, “... yoked the river Crimisus, which appeared like a dog, in its bed, and to the feral demon she generated a noble little dog, a settler and the founder of three settlements...” One of them was Segesta, bathed by the river also
La foce del fiume San Bartolomeo > The mouth of the San Bartolomeo river > ph_selinous
anche Criniso, così come lo riporta Virgilio nelle Eneide, o Kremissòs, come lo ricorda Diodoro. Torniamo a Segesta, oggi terra di miti, ieri sede di una delle più ricche e belle città dell’Isola; e torniamo all’Eneide, poema in cui il poeta fa dire all’eroe troiano: “…potrebbe esservi terra alcuna più cara, o dove più mi augurerei di far posare le mie navi provate, di quella che mi conserva il dardanio Aceste e nel suo grembo abbraccia le ossa di mio padre Anchise?”. Continua Virgilio: “Come ebbe detto, puntano sul porto e prospero il Ponente tende ora le vele: rapida viene condotta a fiore dell’onda la flotta, e infine lieti si poggiano a noti approdi sabbiosi. Ma di lontano dall’elevata sommità d’un colle Aceste osservò meravigliato il loro arrivo, e andò incon-
called Criniso, as Virgil tells us in the Aeneid, or Kremissòs, as Diodorus reports. We return to Segesta, today a land of myths, and once the site of one of the richest and most beautiful cities on the island; and we return to the Aeneid, a poem in which the poet has the Trojan hero ask “…could there be any dearer land, or one where I would wish more to harbour my tried ships, than the one that the Dardanian Acestes preserves for me and in its womb embraces the bones of my father Anchises?” Virgil continues “The course resolv’d, before the western wind / They scud amain, and make the port assign’d. / Meantime Acestes, from a lofty stand, / Beheld the fleet descending on the land; / And, not unmindful of his ancient race, / Down from the cliff
La fuga di Enea da Troia > Aenea’s flight from Troy > Federico Barocci, 1598
tro alle navi compagne, irto com’era di dardi e della pelle di una libica orsa, lui che una madre troiana generò concepito dal fiume Crimiso…” (Eneide - V - 28/39). Enea, dunque, torna nel luogo in cui aveva seppellito il padre nel corso del suo primo sbarco, poco lontano da Segesta, in quel sito che oggi è detto Pizzolungo, sito che sembra essere fatto apposta per ricongiungere Anchise alla sua consorte, Venere, che dalla cima del monte Erice, laddove sorge il più importante tempio occidentale tributato alla dea, protegge le spoglie mortali del defunto sposo. 68
he ran with eager pace, / And held the hero in a strict embrace. / Of a rough Libyan bear the spoils he wore, / And either hand a pointed jav’lin bore. / His mother was a dame of Dardan blood; / His sire Crinisus, a Sicilian flood. …” (Aeneid - V - 28-39). Thus Aeneas returns to the place in which he had buried his father during his first landing, not far from Segesta, in the place today called Pizzolungo, a place that seems to be made on purpose for reuniting Anchises with his consort, Venus, who from the top of Mount Erice, where there stands the most important western temple dedicated to the goddess, protects the mortal remains of the dead bridegroom.
Aceste è qui, ch’è del dardanio seme e di stirpe celeste un ramo anch’egli. Prendi lui per compagno al tuo consiglio, e con lui ti confedera e t’aduna, che in grado prenderallo; e tu de’ tuoi ciò che t’avanza per gli adusti legni, o fastidito è di sí lungo esiglio, o che langua o che tema, o che sia manco per etate o per sesso, a lui si lasci, ch’è pur troiano; ed ei lor patria assegni, che dal nome di lui si nomi Acesta strida... (Virgilio - Eneide - libro V - vv, 707-718)
Your friend Acestes is of Trojan kind; / To him disclose the secrets of your mind: / Trust in his hands your old and useless train; / Too num’rous for the ships which yet remain: / The feeble, old, indulgent of their ease, / The dames who dread the dangers of the seas, / With all the dastard crew, who dare not stand / The shock of battle with your foes by land. / Here you may build a common town for all, And, from Acestes’ name, Acesta call.... (Virgil - Aeneid - Book V - vv. 707-718)
Virgilio legge l’Eneide tra Clio e Melpomene, mosaico del III secolo al Museo Nazionale del Bardo, Tunisi > Virgil reads Aeneid between Clio and Melpomenis, mosaic of the III century at the Bardo National Museum, Tunis
Già, perché Enea è figlio di Anchise e di Venere, anche se il nome stesso di Anchise racchiude il triste destino dell’umano che conosce in senso biblico una divinità: Anchise in greco antico vuol dire “storto”, aggettivo che ci riporta alla punizione inflitta al troiano da Zeus (lo rese cieco, o zoppo, o paralitico, a seconda delle versioni) per aver generato da Venere due figli, Enea - appunto - e Liro. E dire che Anchise non ne aveva alcuna colpa, visto che la bella Venere se ne era infatuata mentre il cugino di Priamo pascolava le greggi e pur di sedurlo gli si era presentata con le sembianze di una principessa frigia... Bisogna pure ammettere però che Anchise non perse mai la sua “debolezza” con le donne, giacché - seppur sposato - non seppe dire di no a numerose schiave, avendo molti figli, tra cui un tale Elimo che, compagno proprio di Aceste, raccoglierà attorno a sé il primo nucleo di quegli Elimi che popoleranno la Sicilia. Torniamo ancora una volta alla città di Aceste, laddove ancora oggi si erge un tempio che “sem-
Yes, because Aeneas is the son of Anchises and Venus, though the very name of Anchises contains the sad destiny of the human that knows a divinity in the biblical sense: Anchises in ancient Greek means “crooked”, an adjective that harks back to the punishment inflicted on the Trojan by Zeus (he made him blind, or lame, or paralytic, according to the different versions) for having generated from Venus two children, Aeneas and Lyrus (or Luros). And to think that it was not in any way Anchises’ fault, seeing that beautiful Venus was infatuated while the cousin of Priam pastured the flocks and in order to seduce him also appeared with the semblance of a Phrygian princess... It must also be admitted, however, that Anchises never lost his “weak spot” for women, since - though married - he was unable to say no to numerous female slaves, having many children, among them one Elymus, a companion of Acestes, who was to gather around himself the first nucleus of those Elymians that were to populate Sicily. We return once more to the city of Acestes, where 69
La Stele di Anchise a Trapani > The Anchiseâ&#x20AC;&#x2122;s Stele in Trapani
Uno scorcio di Pizzolungo > A glimpse of Pizzolungo > ph_giovanni bianco
bra essere stato posto ai piedi della montagna da un uomo geniale che aveva avuto la rivelazione del punto unico in cui lo si doveva erigere”, come suggerisce Guy de Maupassant. Proprio nella zona tra Segesta, Erice e la costa trapanese si tennero i riti funebri voluti da Enea per onorare il padre, nove giorni di giochi organizzati dal troiano e dall’amico ospite tanto ricchi da essere descritti minuziosamente per ben 500 versi nel V libro dell’Eneide. “...La fama e il nome dell’illustre Aceste avevano fatto giungere gli abitanti vicini; con ressa festosa riempivano i lidi per vedere gli Eneadi, parte anche pronti a gareggiare...” (vv 106-108), versi che ci fanno udire il brusio della calca di uomini abbigliati secondo usi e costumi diversi, alcuni secondo la moda greca che avrebbe dovuto impazzare in quel di Segesta, altri nel modo più casual che usava tra le campagne, e altri ancora con le vesti appropriate a chi officiava i riti nei tanti templi sparsi. Certamente tante dovevano essere le lingue parlate, e fra esse il greco antico era usato come il moderno inglese, idioma per le comunicazioni internazionali, e tanto doveva essere il rumore di legni e carri e della tromba che “dal mezzo di un dosso squilla l’avvio dei giochi” (v. 113). Così oggi, socchiudendo gli occhi all’orizzonte, si ode l’eco dei versi virgiliani: “Allora del plauso frenetico della gente e dell’entusiasmo dei sostenitori riecheggia tutto il bosco e le voci rotolano sulla barriera delle dune e il clamore rimbalza ripercosso dalle colline...” (vv 148-150). (XXI - continua - maria lohman)
still today a temple stands that “seems to have been set at the foot of the mountain by an ingenious man that had had the revelation of the only place in which it was to be erected”, as Guy de Maupassant suggests. Precisely in the area between Segesta, Erice and the coast of Trapani province there were held the funeral rites wanted by Aeneas to honour his father, nine days of games organized by the Trojan and by his guest friend, so rich as to be minutely described in no fewer than 500 verses in Book V of the Aeneid: “... The fame and the name of the illustrious Acestes had caused the inhabitants of nearby places to come; in a festive crowd they filled the beaches to see the games, some also ready to compete...” (vv. 106-108). These verses make us hear the buzz of the crowd of men adorned according to different customs, some according to the Greek fashion that must have been very popular at Segesta, others in the more casual way in fashion in the countryside, and yet others with the attire appropriate to those that officiated the rites in the many scattered temples. Certainly many languages must have been spoken, and among them ancient Greek was used like modern English, a language for international communications, and there must have been so much noise of woods and wagons and of the trumpet that “from amid a ridge shrills out the start of the games” (v. 113). So today, squinting towards the horizon, we hear the echo of Virgil’s verses: “Then with the frantic applause of the people and the enthusiasm of the supporters the whole wood echoes and the voices roll on the barrier of the dunes and the clamour bounces back from the hills...” (vv. 148-150). (XXI - continua - maria lohman) 71
tesori nascosti>hidden treasures
TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES
La Chiesa Holy Cross The Holy Cross Church Un tesoro britannico nel cuore di Palermo > A British treasure in the heart of Palermo Nel cuore della città di Palermo sorge un piccolo tesoro architettonico inglese: la Chiesa Holy Cross (“Santa Croce”), un edificio ricco d’importanti manufatti e sconosciuto a molti palermitani. L’architettura ed i decori della chiesa sono combinazione unica ed incantevole tra semplicità e ricchezza artistica. Da un lato, l’esterno e gli elementi architettonici verticali riprendono lo stile gotico tipico dell’Europa settentrionale; dall’altro, i mosaici dorati dell’abside sono d’ispirazione bizantina, ricorrente nell’arte siciliana.
La Chiesa Holy Cross si trova nella centralissima via Roma (angolo via Mariano Stabile), ed è il punto di riferimento per le funzioni religiose della comunità britannica residente in città, nonché il sacrario delle famiglie Whitaker ed Ingham. Infatti, fu proprio per volontà di Joseph Whitaker e Benjamin Ingham junior che venne realizzata, fra il 1871 e il 1875: i due vollero costruire a loro spese una chiesa nella quale potessero essere officiati i servizi religiosi della Chiesa d’Inghilterra. Entrambi erano eredi di Benjamin Ingham senior, un gentiluomo
In the heart of Palermo there is a small British architectural treasure: the Holy Cross Church, a building with important art objects, but unknown to many residents of Palermo. The architecture and the decorations are unique and a charming combination between artistic simplicity and richness. On one hand, the exterior and the vertical architectural objects go back to the Gothic style typical in Northern Europe; on the other hand, the golden mosaics in the apse are of Byzantine inspiration which is often seen in Sicily.
The Holy Cross Church is located in via Roma (on the corner with via Mariano Stabile), and it is the centre of religious activities for the English speaking community of Palermo, as well as the memorial chapel of the Whitaker and Ingham families. In fact the church was built between 1871 and 1875 thanks to Joseph Whitaker and Benjamin Ingham junior, who wished to construct at their expense a church in which to worship according to the rites of the Church of England faith. They were the heirs of Benjamin Ingham senior, a British gen-
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Particolare della cupola e il mosaico “Cristo fra gli angeli” > A glimpse of the dome and the mosaic “Christ among angels”
tleman who had settled in Sicily and built a small economic fortune from the Marsala wine. The Whitaker-Inghams left signs of an innovative architectural culture and landscaping art in west Sicily, especially in Palermo, and their influence is still well visible in various buildings of the city. Returning to the Holy Cross Church, the Whitaker-Ingham were determined to give an English imprint on the building by importing doors, windows, stained-glass and floorings from London firms. At the same time, they didn’t forget their new homeland, as was stated by Tina Whitaker, Joseph’s wife, in 1935: “… the architectural style of the church, being Arab-Norman, is very relevant to Palermo, with its brilliant mosaics so characteristic of that period of Sicilian history when Normans lived under Arab influence …”. The project was assigned to the London based architect William Barber and work started in 1872 lead by Colonel Henry Yule. The church was opened on the 19th of December 1875 and is now a Chaplaincy of the Diocese in Europe, Church of England. 74
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britannico che si era stabilito in Sicilia al principio dell’Ottocento e che aveva costruito un piccola fortuna con il vino Marsala - un’attività poi proseguita e rafforzata dagli eredi. I Whitaker-Ingham hanno lasciato nella Sicilia occidentale, e soprattutto a Palermo, il segno di una cultura innovativa nell’architettura e nell’arte dei giardini e la loro influenza è ancor oggi ben visibile in alcuni edifici della città. Ma torniamo alla chiesa Holy Cross: gli InghamWhitaker la fecero realizzare con la precisa volontà di improntare un vero e proprio stile britannico alla costruzione, importando porte, finestre, vetri decorati e pavimenti da varie ditte inglesi. Allo stesso tempo, però, non dimenticarono certo la loro terra d’adozione, tant’è che, come ebbe ad affermare Tina Whitaker, moglie di Jospeh, nel 1935: “… lo stile architettonico della chiesa si adatta molto a Palermo, essendo del tipo arabo-normanno, con i suoi mosaici che brillano, tanto caratteristici di quel periodo della storia siciliana che fu il periodo normanno sotto l’influenza degli arabi …” Il progetto fu affidato all’architetto londinese William Barber ed i lavori iniziarono alla fine del 1872,
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Una delle placche commemorative nella chiesa e, in basso, veduta generale dell’aula > One on the memorial plaques in the church and, below, a view of the interior
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Particolare dei mosaici nella Cappella Marsala > Detail of the mosaics in the Marsala Chapel
diretti dal colonnello Henry Yule. La chiesa fu consacrata nel dicembre 1875, ed oggi è un cappellanato della Diocesi d’Europa della Chiesa d’Inghilterra. La chiesa presenta una planimetria di stile romanico a tre navate, mentre le vetrate ogivali colorate, il grande rosone ed il campanile cuspidato sono d’ispirazione gotica. I marmi e le pietre utilizzate provengono da Palermo, Carrara, Devonshire, Cornwall e Derbyshire. Le sette vetrate dell’abside rappresentano scene tratte dalla Bibbia; le tre vetrate del prospetto principale raffigurano Le Tre Marie ed il rosone l’Adorazione dell’Agnello. Tutte le vetrate sono state disegnate da Lavers, Barraud e Westlake di Londra e realizzate dalla fabbrica Cox & Sons. Molte di esse sono state danneggiate durante la Seconda Guerra Mondiale: alcune sono state rifatte, altre sostituite da semplici vetrate gialle (quali quelle laterali dell’abside). Punto focale della chiesa è l’affascinante abside, con le suggestive decorazioni progettate da Francis Cranmer Penrose, famoso architetto britannico, e realizzate dalla Ditta Salviati di Venezia. All’interno di una successione di nicchie trilobate trovano posto dodici mosaici raffiguranti diversi santi con al centro Cristo tra gli Angeli. Il catino absidale è decorato con mosaici dorati che rappresentano altri santi, con 76
The church’s floor plan is Romanesque with three naves, while the various ogee stained-glass windows, the large rose window and the tall spire bell tower are inspired by Gothic architecture. The marble and the stones used to build the church come from Palermo, Carrara, Devonshire, Cornwall and Derbyshire. The seven stained-galss windows of the apse represent scenes from the Bible; the three windows on the main elevation symbolize the three Mary’s and the large rose the Adoration of the Lamb. All the stained-galss windows were designed in London by Lavers, Barraud e Westlake and built by Cox & Sons. Several windows were damaged during World War II, some of which were redone while others replaced with plain yellowish glass (like the side windows in the apse). Focal point of the church is the marvellous apse, with the fascinating decorations designed by the famous British architect Francis Cranmer Penrose, and realised by the Ditta Salviati of Venice. Within a series of trefoil niches there are mosaics of various saints and in the centre Christ among Angels. The ceiling of the apse is also decorated with golden mosaics representing the apostles with Christ in the centre and placed
TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES
sempre al centro Gesù, tutti posti sotto quattro angeli. Interessanti sono i peducci figurati delle sei colonnine di marmo intorno all’abside, in particolare due che ritraggono Eduardo VI e la regina Elisabetta I. Sui quattro capitelli del tabernacolo centrale vi sono le rappresentazioni simboliche dell’Inghilterra - la rosa -, della Scozia - il cardo -, dell’Irlanda - il trifoglio -, e della Sicilia - l’iris. Infine, intorno alla parete dell’abside si legge: “Him that cometh to me I will in no wise cast out” (Colui che viene da me non sarà in alcun modo cacciato via). Sulle pareti della navata e della cappella si trovano numerose placche commemorative delle famiglie Whitaker ed Ingham, dei loro discendenti e dipendenti. La chiesa è aperta al pubblico, e vi vengono celebrate regolarmente la messa e la comunione. Ogni domenica viene suonato l’organo, copia fedele, ancorché in piccolo, di quello nella Cattedrale di York. Inoltre vi si svolgono recite, concerti e presentazioni di libri, ed è possibile richiedere la disponibilità dello spazio per eventi (soggetti ad approvazione), matrimoni e benedizioni. (testo: paolo coniglio > foto: andrea ardizzone)
below four angels. Interesting are the heads on the corbels supporting the marble pillars around the apse, two of which portray Edward VI and Queen Elisabeth I. The four capitals at the centre of the tabernacle represent England with the rose, Scotland with the thistle, Ireland with the clover and Sicily with the small iris. A frieze runs around the apse’s walls and the inscription reads “Him that cometh to me I will in no wise cast out”. Furthermore, on various walls of the church are numerous brass memorial plaques in memory of the Whitaker and Ingham families, their descendants and employees. You are more than welcome to visit the Holy Cross Church in Palermo, where regular Services and Holy Communions are held. Every Sunday the organ is played, which is a true, small copy of that of the Cathedral of York. Additional events are held at the church such as plays, concerts and book presentations, and the church is available for events (subject to approval), weddings and /or blessings. (text: paolo coniglio > photos: andrea ardizzone)
informazioni utili/useful information Holy Cross Church
Messa e Comunione ogni domenica alle 10:30 Comunione ogni mercoledì alle 9:30 Service and Holy Communion every Sunday at 10:30 am Holy Communion every Wednesday at 9:30 am Orario di visita: ogni mercoledì 10-12; ingresso libero (una piccola donazione è gradita) Visiting hours: every Wednesday morning 10-12 entrance free (donations are welcome) Letture: La Chiesa Holy Cross a Palermo (S. Lo Giudice, Edizioni Salvare Palermo, 2008) e I luoghi dei Whitaker (E. Sessa, E. Mauro e S. Lo Giudice, Edizioni Salvare Palermo, 2008) For more historical details one may read: La Chiesa Holy Cross a Palermo (S. Lo Giudice, Edizioni Salvare Palermo, 2008) e I luoghi dei Whitaker (E. Sessa, E. Mauro e S. Lo Giudice, Edizioni Salvare Palermo, 2008). Both texts are in English and Italian.
ieri e oggi/yesterday and today
via Roma, Palermo, tel. 091 581435 www.chiesaanglicanapalermo.it
ph_paolo coniglio
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I Consigli di Sikania > Sikania advices
la Sicilia vien viaggiando an appetite for Sicily comes by travelling
> dove dormire > dove mangiare > week end > il ristorante > lâ&#x20AC;&#x2122;albergo > where to sleep > where to eat > week end > the restaurant > the hotel
Dove mangiare
Il prezzo indicato (se non diversamente specificato) si riferisce a un pasto completo, escluse bevande
Where to eat
Palermo & Provincia IL MIRTO E LA ROSA Palermo - via Principe di Granatelli, 30, 091 324353, chiuso domenica e 10 giorni a luglio; 25 € ACANTO BLU Palermo - via Torrearsa, 8 091 320444, chiuso domenica; 30 € RISTORANTE SANT’ANDREA Palermo - piazza Sant’Andrea, 4, 091 334999; chiuso domenica (aperto solo a cena); 30 € ANTICA STAZIONE DI FICUZZA
Corleone - borgo di Ficuzza, 091 8460000; menù degustazione; 25 € RISTORANTE CAFFÈ DUOMO Cefalù - piazza Duomo, 19, 0921 921271; chiuso martedì (da ottobre a Pasqua); 30 € TRATTORIA DON CICCIO Bagheria - via del Cavaliere, 87, 091 932442; chiuso mercoledì e domenica; 25 €
Agrigento & Provincia LEON D’ORO Agrigento - viale Emporium, 102, 0922 414400, chiuso lunedì, 40 €
L’OSTE E IL SACRESTANO Licata - via Sant’Andrea, 19, 0922 774736, chiuso lunedì e domenica sera (in inverno); 35 € IL VIGNETO Menfi - contrada Gurra di Mare, 0925 71732; 30 € RISTORANTE DISIO Sciacca - via Vittorio Emanuele 107, 0925 86922; chiuso martedì
Caltanissetta & Provincia
Messina & Provincia
VICOLO DUOMO Caltanissetta - vicolo Duomo, 5 0934 582331; chiuso domenica e lunedì a pranzo; 25 €
DUE SORELLE Messina - piazza Municipio, 4; 090 44720; chiuso lunedì e in agosto; 25 €
L’ANGOLO DIVINO Caltanissetta - via Di Cataldo, 0934 542983; chiuso lunedì e domenica sera; 25 €
TENTAZIONI Isola Salina - via Rotabile, 11, 090 9809209; sempre aperto nei mesi estivi; menù degustazione 40 €
VILLA ROSANGELO Mazzarino - Contrada Pileri, 0934 381437, chiuso lunedì; 20 €
Catania & Provincia IL SALE ART CAFÈ Catania - via S. Filomena, 10, 095 316888; chiuso martedì; 35 €
GIARDINO DI BACCO San Giovanni La Punta via Piave, 3, 095 7512727; chiuso lunedì; 45 € (prenotazione obbligatoria)
Via Trapani, 4/a Palermo 091 58 65 66
AL FOGHER Piazza Armerina - contrada Bellia, SS117 bis, 0935 684123; chiuso domenica sera e lunedì; 50 € OSTERIA DI AGAR Pietraperzia - via San Giuseppe, 4; 0934 462168; aperto a cena tutti i giorni, la domenica anche a pranzo (su prenotazione); 30 €
IL CARATO Catania - via V. Emanuele II, 81 095 7159247; 35 €
REGINE
ARISTON Enna - via Roma, 353, 0935 26038; chiuso domenica; prezzo medio 25 €
OSTERIA CACCIATORE Castrofilippo - contrada Torre, 0922 829824; chiuso mercoledì; 22 €
IL CUCINIERE Catania - via Carmelo Finocchiaro Aprile, 110, 095 7470702; 40 €
Ristorante
Enna & Provincia
GALATEA Acitrezza - via Livorno, 146, 095 277913; chiuso lunedì e due settimane a novembre, 40 € LA SCALA Caltagirone - Scala S. Maria del Monte, 8; 0933 57781; chiuso mercoledì; 25 €
LA CAPINERA Taormina - via Nazionale Spisone, 177, 0942 626247; chiuso lunedì; 45 € PICCOLO CASALE Milazzo - via R. D’Amico, 12, 090 9224479; chiuso lunedì; 50 €
LA GAZZA LADRA Modica - via Blandini, 11, 0932 755655; chiuso domenica sera e lunedì; menù da 50 a 68 €
Siracusa & Provincia TRATTORIA LA FOGLIA Siracusa - via Capodieci, 29, 0931 66233, chiuso martedì (mai in estate); 30 € DON CAMILLO Siracusa - via Maestranza, 96, 0931 67133, chiuso domenica, 50 € TAVERNA LA CIALOMA Pachino - piazza Regina Margherita, 23, località Marzamemi, 0931 841772; chiuso martedì; 25 € LA LOCANDA DEL BORGO Rosolini - Via Controscieri, 0931 850514; chiuso martedì; 40 € RISTORANTE CANTUCCIO Noto - via Cavour, 12, 0931 837464; chiuso lunedì; 32-35 €
Trapani & Provincia
DA NINO Letojanni - via L. Rizzo, 29, 0942 36147; chiuso martedì; 50 €
CANTINA SICILIANA Trapani - via Giudecca, 36 0923 28673, chiuso periodo natalizio, 30 €
TRATTORIA FRATELLI BORRELLO Sinagra - contrada Forte, 0941 594844; chiuso mercoledì; 20 €
LA NICCHIA Pantelleria - contrada Scauri Basso, tel. 0923 916342; chiuso 1/1-31/3; 40 €
Ragusa & Provincia
LA PINETA DI ANGELO Castelvetrano - via Punta Cantone, località Marinella di Selinunte, 0924 46820; 30 €
CUCINA E VINO Ragusa - via Orfanotrofio, 91 0932 686447, chiuso martedì, 20 € DUOMO Ragusa - via Capitano Bocchieri, 31 0932 651265; chiuso lunedì e domenica sera; 100 € TOCCO D’ORO Comiso - corso Vittorio Emanuele, 1, tel. 0932 968211; chiuso lunedì; menù degustazione 25 €; a la carte 35 €
ANTICHI SAPORI Partanna - via Vittorio Emanuele, 211, tel. 0924 922618; chiuso lunedì; menu degustazione da 20 € ANTICO BORGO MARINARO Mazara del Vallo - Lungocanale Ducezio 30, 0923 931619; aperto solo a cena, su prenotazione; menù fisso, vini compresi, 60 €
Dove dormire Where to sleep
I prezzi indicati si riferiscono alla camera doppia con prima colazione SUITE D’AUTORE ART DESIGN GALLERY HOTEL Piazza Armerina - piazza Duomo, 0935 688553; suite BB da 100 €
Palermo & Provincia
Caltanissetta & Provincia
B&B ALLAKALA Palermo - corso Vittorio Emanuele, 71 091 7434763; da 90 €
HOTEL PLAZA Caltanissetta - via B. Gaetani, 5 0934 583877; 80 €
BB22 Palermo - largo Cavalieri di Malta, 22; 091 6111610; da 110 €
FALCONARA CHARMING HOUSE Butera - SS 115 km 243 0934 349012; da 200 €
AZIENDA AGRITURISTICA ROCCA D’AQUILA Agira - contrada Gararai e Rocca d’Aquila, Strada Provinciale 59, 320 4679569; FB 80 €
HOTEL PORTA FELICE Palermo - via Butera, 47; 091 6175678, da 140 € MASSERIA SUSAFA Polizzi Generosa - contrada Susafa; 338 9608713; da 80 €
FARM, OSPITALITÀ DI CAMPAGNA Butera - contrada Strada 0934 346600; da 110 €
Messina & Provincia
Catania & Provincia
MASSERIA PERNICE Monreale - contrada Pernice 0924 36797; da 170 € (soggiorno minimo 3 notti)
NH LIBERTY HOTEL Messina - via I Settembre, 15, 090 6409436; da 102 €
BB EH13 Catania - via Sant’Euplio, 13 095 7152216; da 90 €
HOTEL HYCESIA Isola Panarea - via san Pietro, 090 983041; da 100 €
IL PRINCIPE HOTEL Catania - via Alessi, 24 095 2500345; da 119 €
GRAND HOTEL SAN PIETRO Taormina - via Pirandello, 50, 0942 6207111; da 138 €
HOTEL SANTA CATERINA Acireale - via Santa Caterina, 42b 095 7633735; da 140 €
HILTON PORTOROSA Furnari - Complesso turistico Portorosa, 0941 802 500; da 170 €
BORGO PETRA Mascalucia - via Teatro, 9 095 7277184; da 80 €
AGRITURISMO FATTORIA DI GRENNE Ficarra - località Grenne, 0941 582757; da 80 €
AGRITURISMO FONDO CIPOLLATE Castiglione di Sicilia - contrada Cipollate, 12-14, frazione Mitogio 389 1571912; da 70 €
Ragusa & Provincia
Agrigento & Provincia VILLA ATHENA HOTEL Agrigento - via Passeggiata Archeologica, 33 0922 596288; da 240 € (apertura maggio 2009) AZIENDA AGRICOLA MANDRANOVA Campobello di Licata - SS. 115, km217 348 3150015; da 122 € IL GATTOPARDO DI LAMPEDUSA Isola Lampedusa - contrada Cala Creta, via Beta, 6, 0922 970051 solo soggiorni settimanali in pensione completa, a partire da 1220 € a persona TENUTA STOCCATELLO Menfi - S.P. 42 Menfi-Partanna km 6, 333 9035428; da 70 €
Enna & Provincia
VILLA CARLOTTA Ragusa - via Ungaretti, 0932 604140; da 120 €
BAGLIO SAN PIETRO Nicosia - località San Pietro 0935 640529; da 80€
HOTEL 900 Scicli - via Duprè, 11, 0933 843817; da 90 €
CAMBIOCAVALLO Pozzallo - contrada Zimmardo, 0932 779118; da 110 € MASSERIA CIANCIÒ Modica - contrada Cianciò Graffetta, 335 330299; da 78 €
Siracusa & Provincia HOTEL ALGILÀ Siracusa - via Vittorio Veneto, 93, 0931 465186; da 160 € HOTEL ONE Siracusa - via Diodoro Siculo, 4, 0931 411355; da 99 € COUNTRY HOUSE MONTELUCE Noto - contrada Vaddeddi, 335 6901871; da 120 € ZAIERA RESORT Solarino - contrada Zaiera, 0931 461046; da 100 €
Trapani & Provincia HOTEL TORRI PEPOLI Erice - viale Conte Pepoli, 333 3010504; da 250 € RELAIS ANGIMBÉ Calatafimi - Segesta SS 113 Palermo-Trapani, uscita Alcamo ovest, km 338,4; 0925 530120; da 90 € ZUBEBI RESORT Pantelleria - Contrada Zubebi, 0923 913653; da 160 €
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WEEK END>
> Piazza Armerina (Enna)
14-15/02 Aspettando i mosaici Waiting for the mosaics
ph_dino_favuzza
Informazioni> Information: tel. 0935 982246 0935 683049 Dove dormire> Where to sleep Suite d’Autore - Art Design Gallery Hotel piazza Duomo, Piazza Armerina tel. 0935 688553 BB da/from 100 € Dove mangiare> Where to eat Al Fogher Piazza Armerina contrada Bellia, SS117 bis, tel. 0935 684123; chiuso domenica sera e lunedì > closed on Sunday evening and Monday 50 €
Non tutti i mali vengono per nuocere: la chiusura della Villa del Casale, per i lavori di restauro, può essere l’occasione per accendere i riflettori su Piazza Armerina, i cui tesori barocchi soffrono la concorrenza della magnifica vicina. Così, in questi fine settimana che precedono la riapertura della Villa, l’amministrazione comunale ha deciso di organizzare una serie di appuntamenti musica, degustazioni, visite guidate - oltre all’apertura straordinaria dei monumenti e delle chiese. Un trenino collegherà fra loro i vari punti del centro storico e sarà possibile fruire di sconti particolari nelle strutture ricettive e nei ristoranti convenzionati. Ogni weekend sarà incentrato su un tema gastronomico particolare (questo di febbraio, com’era prevedibile, prevede un menù a base di fiori “per gli innamorati”) e i prodotti saranno offerti in degustazione in diversi esercizi commerciali. Per fruire di servizi e sconti, accedere ai musei, agli spettacoli ecc., occorre acquistare sul posto una tessera del costo di 5 €.
Every cloud has a silver lining: the closing of the Villa of Casale for restoration can be an opportunity to turn on the spotlights on Piazza Armerina, whose Baroque treasures have to compete with its magnificent neighbour. So on these weekends preceding the reopening of the Villa, the local council has decided to organize a series of events music, tasting sessions, guided visits - in addition to special opening of monuments and churches. A little train will connect the various places in the historic area and there will be particular discounts in accommodation structures and in some restaurants. Every weekend will centre on a particular gastronomic theme (the February one, as was predictable, contemplates a menubased on flowers “for people in love”) and the products will be offered for tasting in various places. To enjoy services and discounts and access the museums, the shows etc., you have to purchase a card costing 5 € at the local tourist office.
Come arrivare > How to get there Dall’autostrada Palermo-Catania, uscita Enna. Immettersi sulla statale per Piazza Armerina, seguendo le segnalazioni > From the Palermo-Catania motorway, Enna exit. Get on the state highway for Piazza Armerina, following the signs 82
WEEK END>
> Corleone (Palermo)
1/03 La festa di San Leoluca St. Leoluca feast La pittoresca processione che la cittadina di Corleone dedica al suo patrono San Leoluca, (un abate basiliano vissuto ai tempi dei Saraceni), la sera del 1° marzo, con il simulacro che viene condotto per le strade illuminate dai falò, ci offre lo spunto per un fine settimana in questa cittadina del palermitano, titolare di un patrimonio artistico e architettonico di insospettata ricchezza e qualità. La visita deve comprendere la Chiesa Madre, fondata nel Duecento - dove si ammira, fra l’altro, una tela settecentesca raffigurante proprio San Leoluca con San Bernardo; la pinacoteca ospitata nella sacrestia della stessa chiesa, parte del circuito del Museo Diffuso di Arti Figurative dell’Alto Belice Corleonese; le chiese di Santa Rosalia, San Domenico, di Sant’Elena e soprattutto quella di Sant’Agostino, a cui è annesso un bellissimo oratorio, interamente decorato con affreschi, stucchi, quadri e legni dipinti. Molto interessante anche il Museo Civico Pippo Rizzo e, fuori città, la frazione di Ficuzza, immersa nel verde dell’omonimo bosco.
The picturesque procession that the town of Corleone devotes to its patron St. Leoluca (a Basilian abbot who lived in the time of the Saracens) on the evening of 1 March, with the simulacrum that is carried through streets lit by bonfires, affords a pretext for a weekend in this town in Palermo province, which has an artistic and architectural patrimony of unsuspected richness and quality. A visit must include the Parish Church, founded in the thirteenth century, where, among other things, you can admire an eighteenth-century canvas of San Leoluca with St. Bernard; the pinacotheca in the sacristy of the same church, part of the circuit of the Diffused Museum of Figurative Arts of Alto Belice Corleonese; the Santa Rosalia, San Domenico and Sant’Elena churches and above all Sant’Agostino, to which a beautiful oratory is attached, entirely decorated with frescoes, stuccoes, pictures and paintings on wood. Also very interesting is the Pippo Rizzo Civic Museum and, out of town, the Ficuzza village, immersed in the greenery of the Ficuzza wood.
Informazioni> Information: www.altobelicecorleonese.com Dove dormire> Where to sleep Masseria Rossella contrada Rossella, Km 28,9 SP 5, tel. 334 6314254 BB da/from 50 € a persona > per person Dove mangiare> Where to eat Antica Stazione di Ficuzza Borgo di Ficuzza, tel. 091 8460000 25 €
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Come arrivare > How to get there Statale 121 Palermo-Agrigento, svincolo Bolognetta; seguire indicazioni su SS 118 > State road 121 Palermo-Agrigento, exit Bolognetta; follow signs on SS 118 83
BUON APPETITO>ENJOY YOUR MEAL
I Consigli di Sikania a cura di > Sikania advices by
Caffè Duomo > Cefalù (Palermo) Era un’elegante caffetteria, aperta alla fine del secolo scorso sulla suggestiva piazza dominata dal duomo normanno simbolo di Cefalù. Da quattro anni è un ristorante, grazie a Pasquale Serio, figlio ventenne dei proprietari. L’atmosfera, tuttavia, è rimasta la stessa, con lo stile vagamente Liberty e l’arredamento elegante, arricchito dalla calda boiserie di legno alle pareti e dal magnifico lampadario di cristallo di Murano. Il menù, che varia settimanalmente, è fortemente condizionato dalla collocazione del ristorante in un luogo visitato ogni anno da miglia-
ia di turisti, con una preponderanza di piatti della gastronomia classica siciliana. Per cominciare, oltre ai tipici antipasti - caponata di melanzane, pecorino alla griglia, bruschette al pomodoro, cotolette di melanzane, salumi di suino nero dei Nebrodi - ci sono gli assaggini a base di pescato del giorno, quali i semplici e ben fatti carpacci della casa (da provare quello di baccalà), le tartare di pesce, le fritturine, le polpette di neonata, i frutti di mare. Fra i primi ci sono gli spaghetti ai ricci, allo scoglio, ai frutti di mare, i tagliolini all’astice con po-
Ristorante Caffè Duomo > Piazza Duomo, 19 - Cefalù (Palemo); tel. 0921 921271 - 338 7518113; www.seriocefalu.it; chiuso il martedì da ottobre a Pasqua - conto da 30 € > Closed on Tuesdays from October to Easter - bill from 30 € It was an elegant cafeteria, opened at the end of the last century in the charming piazza dominated by the Norman cathedral that is the symbol of Cefalù. For four years it has been a restaurant, thanks to Pasquale Serio, the twenty-year-old son of the owners. The atmosphere, nevertheless, has remained the same, with the vaguely art nouveau style and the elegant furnishing, enriched by warm boiserie on the walls and the magnificent Murano crystal chandelier. The menu, which varies from week to week, is greatly conditioned by the position of the restaurant in a place visited every year by thousands of tourists, 84
with a preponderance of dishes in the Sicilian classical gastronomy. To begin with, in addition to the typical starters eggplant caponata, grilled pecorino cheese, tomato bruschetta, eggplant cutlets, pork from black Nebrodi swine - there are titbits based on fresh fish, like the simple and well cooked carpaccio (one must try the dried cod one), fish tartare, mixed fry, baby sardine fishcakes and seafood. Among the first courses there is spaghetti with sea urchins, “on the rocks”, with seafood, lobster tagliolini with Pachino tomato, little Sardinian gnocchi filled
www.cronachedigusto.it
la ricetta dello chef the chef’s recipe Da Bronte a Cefalù Ingredienti per 4 persone
Per la pasta: 4 uova, 500g di farina, 10g di sale; Per il ripieno: 200g di cernia, 150g di cicoria, un paio di fette di pancarré, 2 uova; Per il condimento: 100g di pesto di pistacchi di Bronte, una noce di burro, 200g di gamberetti bianchi sgusciati, un bicchierino di brandy stravecchio, 80g di sfoglie di mandorla tostata.
modoro pachino, gli gnocchetti sardi con pesce spada affumicato, cozze e gamberi in salsa al curry dolce e la specialità della casa, i ravioli Bronte, al ripieno di cernia con una salsa a base di gamberi e pesto di pistacchi. Per i secondi, ai classici involtini alla siciliana e arrosto panato si aggiungono ricette creative come i filetti di carne salmonati, e per quel che riguarda il pesce troviamo il couscous (preparato però solo quando si trova il pesce adatto), la paella rivisitata, il pesce in crosta di sale. Per finire, tra le specialità del locale un dessert a base di mele cotte con la cannella, caramellate e sfumate al vino bianco, servite con gelato al pistacchio, e il “dolce-salato”: una pallina di gelato alla vaniglia immersa nell’Armagnac, servita con sale grosso e pepe nero. La carta dei vini contiene circa 200 etichette, perlopiù siciliane, con un’interessante selezione di vini nazionali e stranieri. (annalisa sagona) with smoked swordfish, mussels and shrimps in sauce in sweet curry and the speciality of the house, Bronte ravioli, filled with grouper with a sauce based on shrimps and pistachio pesto. For the second courses, in addition to the classical Sicilian meat rolls and roast meat in breadcrumbs, there are creative recipes like the fillets of “salmony” meat, and as regards fish we find couscous (only prepare, however, when the proper fish is found), paella revisited, and fish in salt crust. To end, among the specialities of the place there is a dessert based on apples cooked with cinnamon, candied and with a dash of white wine, served with pistachio ice cream, and “sweet-salty”: a little ball of vanilla ice cream immersed in Armagnac, served with coarse salt and black pepper. The wine list contains around two hundred labels, mainly Sicilian but also with an interesting selection of national and foreign wines. (annalisa sagona)
Per il ripieno lessate il pesce, sminuzzatelo accuratamente e impastatelo con pancarré, 2 tuorli d’uovo, cicoria lessata e tritata e infine i 2 albumi montati a neve. Impastate farina e uova e tirate una sfoglia sottile; disponetevi a distanza regolare delle noci di ripieno, sovrapponete il resto della sfoglia e tagliate i ravioli dando forma e grandezza preferiti e saldando accuratamente i bordi. Fate lessare in acqua bollente. Per la salsa, sciogliere una noce di burro in padella, aggiungere il pesto di pistacchi e i gamberetti sgusciati. Sfumate col brandy (se la salsa è troppo densa, aggiungete qualche cucchiaio di latte); fate saltare i ravioli nel condimento per qualche istante. Decorate il piatto con lamelle di mandorle tostate.
From Bronte to Cefalù Ingredients for 4 person Pasta: 4 eggs, 500 g of flour, 10 g of salt Stuffing: 200 g of grouper, 150 g of chicory, a couple of slices of toasting bread, 2 eggs Sauce: 100 g of pistachio pesto, a knob of butter, 200 g of white shrimps, a small glass of matured brandy, 80 g of toasted almonds fillets For the grouper-based filling, boil and mince the fish mix it with slices of toasting bread, 2 egg yolk, boiled and minced chicory and 2 whipped egg whites. Make the classic mix for the pastry with flour and eggs, get a thin sheet and put knobs of filling on it at a regular distance from one another. Place the rest of the sheet on it, cut the ravioli giving them the preferred shape and size, carefully joining the edges, and boil in hot water. For the sauce, melt a knob of butter in a frying pan; add the Bronte pistachio pesto and the shelled prawns. Throw in a dash of very old brandy, add a few spoonfuls of milk if the sauce is too dense, and then add the raviolis and sauté in a frying pan. Serve and decorate with thin layers of toasted almonds.
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OSPITALITÀ>HOSPITALITY
I Consigli di Sikania > Sikania advices
One Hotel > Siracusa In un panorama alberghiero tutto sommato piuttosto uniforme, spiccano senza difficoltà tutte le strutture in grado di mettere in moto la fantasia. L’One Hotel di Siracusa è una di queste. Disegnato dall’architetto Mario Rizza, l’albergo, di apertura relativamente recente, è affiliato alla prestigiosa catena internazionale Design Hotels e il motivo è immediatamente chiaro, non appena si mette piede all’interno. Nella lobby, in cui è scomparsa la reception tradizionale, ci si rilassa sulle poltrone Auckland e i divani Aspen di Jean Marie Massaud. Da qui si può
raggiungere il centro benessere - circa 1000 mq scavati nella roccia in cui sono stati realizzati una vasca idroterapica, una doccia-cascata, sauna, hammam, zona relax e per trattamenti di bellezza, palestra oppure il sushi bar o il lounge restaurant, ambienti dall’illuminazione soffusa e dominati da colori scuri, in forte contrasto con la luminosità della terrazza esterna, che guarda lo scintillio del Mediterraneo. Le camere sono 44, suddivise in quattro categorie: le Easy Rooms, le più semplici, ma sempre molto eleganti e ricche di comfort; le Executive Rooms,
ONE, sport & beauty design hotel > via Diodoro Siculo, 4 - Siracusa, tel. 0931 411355 - la doppia BB a partire da 99 € > Double room BB from 99 € In a hotel panorama which is really rather uniform, there easily stand out all structures able to set the imagination going. The One Hotel in Syracuse is one of these. Designed by the architect Mario Rizza, the hotel, which opened fairly recently, is affiliated to the prestigious international Design Hotels chain and the reason is immediately clear as soon as one steps inside. In the lobby, in which the traditional reception has disappeared, one relaxes in Auckland armchairs and the Aspen divans of Jean Marie Massaud. From here you can get to the 86
comfort centre - about 1000 square metres dug out in the rock in which a hydrotherapy tub has been created, as well as a cascade-shower, sauna, hammam, relax and beauty treatment area, gym - or the sushi cafe or the lounge restaurant, rooms with soft lighting and dominated by dark colours, in strong contrast with the brightness of the outside terrace, which looks out on the sparkling Mediterranean. There are 44 rooms, divided into four categories: the Easy Rooms, the simplest ones, but always very elegant and rich in comforts; the Executive Rooms,
che, più grandi, si arricchiscono di una deliziosa terrazza privata stile giapponese; le Circle Rooms, che fanno onore al proprio nome nella forma e nella quantità di dettagli circolari, a partire dai letti; e le Junior Suite, un concentrato di eleganza loft-style, dove gli ospiti troveranno poltrone Inada Shiatsu e sistema dolby surround. Lo staff dell’albergo spiega che l’idea guida, nella realizzazione dell’hotel, è stata quella di realizzare un “contenitore” in grado di offrire ai suoi ospiti “esperienze multisensoriali” in un contesto di totale relax. Peraltro, va sottolineato che anche la location, la città di Siracusa, contribuisce “di suo” a questo scopo, visto che in un raggio piuttosto limitato si concentrano una delle aree archeologiche più interessanti del nostro paese, la raccolta Ortigia con i tanti locali e spazi culturali, il mare, la campagna iblea. Tutti i servizi dell’hotel sono aperti anche al pubblico esterno. (chris j. raeli)
which are bigger and have delightful private Japanese-style terraces; the Circle Rooms, which honour their name in the shape and in the quantity of circular details, beginning from the beds; and the Junior Suites, a concentration of loft-style elegance, where the guests will find Inada Shiatsu armchairs and Dolby surround system. The staff of the hotel explains that the guiding idea, in the creation of the hotel, was to create a “container” able to offer to its guests “multisensory experiences” in a context of total relaxation. Also to be stressed is the fact that the location, the city of Syracuse, contributes “something of its own” for this purpose, seeing that in a rather limited area there is one of the most interesting archaeological areas in our country, compact Ortygia with its many places and cultural spaces, the sea and the Iblei countryside. All the services of the hotel are also open to nonresidents. (chris j. raeli)
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