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Sped. in Ap. - 45% - art 2 Comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Palermo ÂŤTaxe percueÂť - Tassa riscossa - Filiale Palermo



L’EDITORIALE

1985 > 2010 Al principio si chiamava Ciao Palermo what’s on: 4 fogli formato tabloid di un singolare colore giallo paglierino in cui si potevano leggere appuntamenti del mese, piccoli articoli su eventi e feste, trovare indicazioni utili sui ristoranti e gli alberghi. Era il 1985. Poi il formato è cambiato: Ciao Palermo what’s on è diventato un opuscolo, addirittura a colori, e appuntamenti, articoli e informazioni utili si sono allargati su più pagine. Era in italiano e inglese, per venire incontro alle esigenze dei turisti. Nel 1989 il “grande salto”: Ciao Palermo diventa Ciao Sicilia what’s on. Non più solo il capoluogo isolano ma, come suggerisce il nome, tutta la Sicilia. Lo spirito, però, era lo stesso: informazioni, calendari di eventi, articoli su località, sagre, feste patronali. Lo stesso spirito è passato a Sikania, nel 1993 sempre più magazine patinato, ricco di belle foto e articoli realizzati da professionisti. Oggi Sikania cambia pelle - o meglio formato: sarà più grande, per adeguarsi alle preferenze dei lettori. Ma non cambia il suo spirito: sulle sue pagine troverete sempre “attualità, turismo e cultura” e la qualità di testo e foto sarà sempre alta. Vogliamo offrirvi una rivista a 360°, spaziando dai weekend alla scuola di cucina fino alle anticipazioni librarie (questo mese, ad esempio, potrete leggere le prime pagine dell’ultimo romanzo di Camilleri, “Caccia al tesoro”) e agli argomenti di attualità. Cercheremo di affrontare questi ultimi in maniera propositiva, sottoponendovi le nostre idee per una “soluzione” ai tanti problemi che affliggono quest’isola che, per la ricchezza della sua natura e dei suoi beni culturali, dovrebbe superare in entrate e presenze turistiche tutte le altre aree europee vocate al turismo. La rivista, del resto, è nata con lo spirito di promuovere la Sicilia e in 26 anni di attività l’abbiamo percorsa, descritta, fotografata in ogni suo angolo: ciononostante ancora oggi non finisce di stupirci! Ovviamente, poiché vogliamo restare al passo con i tempi, non ci limiteremo certo alla carta: saremo infatti strettamente legati al web e sul nostro sito www.sikania.it troverete approfondimenti, commenti e altri argomenti, anche attraverso il codice QR. Infine, abbiamo iniziato da questo mese una stretta collaborazione con la rivista MondelloLido News, edita dal 1939, con la quale Sikania condividerà alcuni contenuti. Buona lettura! Hanne Carstensen Direttore Editoriale

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INDEX 11 Copertina > Tramonto sulle Egadi ph. Hanne Carstensen Casa Editrice > Krea srl p.tta Scannaserpe, 3 - 90146 Palermo tel. 091 543506 Pbx - fax 091 6373378 www.sikania.it - info@sikania.it Editore > Giovanni Castellucci Dir. Editoriale > Hanne Carstensen Direttore Responsabile > Maria Cristina Castellucci Condirettore > Lorenzo Lo Monaco Grafica e impaginazione > Elena Castellucci, Giovanna Lo Bue Giuseppe Stassi (web) Hanno collaborato Angelica Agnello, Cinzia Bono, Hanne Carstensen, Silvia Crucitti, Emilia Gatti, Giuseppe Marinelli, Marta Paolini, Stena Paternò del Toscano, Paolo Raeli, Giovanna Vitrano Ufficio Marketing > Alessandro Tornambè Segreteria > Federica Di Lorenzo Abbonamenti > Giovanna Vitrano Stampa > Priulla - Palermo Distributore per la Sicilia > PROMOEDITOR - via Gen. Sirtori, 25 tel. 091 6818670 - 347 6682333 promoeditor@promoeditor.com Testata registrata al tribunale di Palermo n°12 del 23 aprile del 1985 - ROC 5013 Abbon. annuo (11 numeri): 30/55 € Abbon. estero (11 numeri): 93/135 € L’abbonamento va effettuato con versamento intestato a: KREA c/cp n° 17615907 Dichiarazione di Tiratura resa al Garante per l’editoria, ai sensi del comma 28, art. 1, della legge 23/10/96 n. 650: 37.450 copie © Riproduzione parziale e totale vietata. Le notizie e le date rivestono carattere informativo. La responsabilità per eventuali spostamenti o mancata effettuazione non è imputabile a KREA

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Notizie in breve dalla Sicilia

10 Antonio Presti 11 Info web

Conduttore di Bellezza

Attualità

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ATI, area turistica industrializzata

Le vie del vino

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I mille volti di un itinerario

Favignana 24 Niente mordi e fuggi, please

Villa Belmonte 30

Architettura & Design 40

LCT, l’architettura entra in Studio

Tesoro nascosto a Palermo

Creativi siciliani Katia Montagna

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Natura

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Glossario delle nuove tendenze

46 Il libro del mese 48 Bravo chi legge

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Camilleri / La caccia al tesoro

Cucina

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La caponata siciliana

L’albergo

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La Casa del Poeta

54 Lo sapevi che...? 57 Giochi 60 Weekend

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Flash Notizie in breve dalla Sicilia

Amate preparare DOLCI... …ma non avete mai trovato il tempo di frequentare un corso di pasticceria? Adesso è possibile farlo a Taormina, durante una vacanza a Villa Carlotta. Il pacchetto messo a punto per gli ospiti prevede la possibilità di partecipare a un corso di pasticceria siciliana, nel quale si utilizzeranno i migliori prodotti del territorio per imparare, fra l’altro, il segreto per realizzare i cannoli. Inoltre agli ospiti verranno forniti l’elenco delle pasticcerie più famose di Taormina e i moduli per votare il locale con la vetrina più bella e il dolce più buono. Infine, saranno organizzate degustazioni guidate e prestigiosi laboratori di pasticceria faranno dimostrazioni sulla preparazione dei dolci che hanno fatto grande l’arte dolciaria siciliana. Tariffe a partire da 139 a persona per la camera doppia. Info: Hotel Villa Carlotta, tel. 0942 626058

Ristorante

RÉGINE

Via Trapani, 4/a - Palermo ☎ 091 58 65 66 www.ristoranteregine.it

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Nasce a Modica il Museo del Cioccolato In una città che ha fatto del cioccolato uno dei suoi prodotti più rappresentativi non poteva mancare un museo e, dunque, da qualche settimana c’è anche quello. È stato inaugurato in occasione di “Cioccolaterie aperte” lo scorso 2 maggio, con il patrocinio del Comune, della Provincia regionale di Ragusa, della Cancom e della Regione Siciliana. La sua realizzazione si inserisce nel progetto “Cioccolati d’Italia”, promosso dalle Camere di Commercio di Ragusa, Belluno e Cuneo, e sta raccogliendo le migliori espressioni del cioccolato Made in Italy. Info: ufficio turistico, tel. 0932 759634 www.comune.modica.rg.it

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Notizie in breve dalla Sicilia FLASH

LIGABUE Musica Live

Grandi nomi italiani dello spettacolo sbarcano questa estate in Sicilia. Ad esempio, è già confermata la presenza (ma, al momento di mandare in stampa il magazine, non si sanno ancora data o luogo) di artisti del calibro di Corrado Guzzanti, la cui satira è tra le più apprezzate dell’ultimo decennio, Gigi D’Alessio, che si presenta come un grande evento, al pari di quello di Pino Daniele, cantautore che incanta da generazioni con il suo sound tra il blues e il rock. Una data certa è invece quella di Luciano Ligabue, allo stadio San Filippo di Messina il prossimo 24 luglio, data per la quale suggeriamo - a chi fosse interessato - di provvedere per tempo all’acquisto dei biglietti: il successo del suo nuovo disco (e del tour, che ha già raddoppiato le date all’Olimpico di Roma) fa presagire una tournée sold out in brevissimo tempo. Tutte le informazioni relative a questi live show possono essere cercate sul sito della F&P, ovvero www.fepgroup.it Per il concerto di Ligabue (biglietti da 28,75 fino a 46 €) è anche possibile cercare sul sito www.musicaesuoni.it


FLASH Notizie in breve dalla Sicilia

Arte per il tempio di Il tempio di Zeus nella valle agrigentina ha qualche acciacco. Lo sappiamo, e lo sanno anche i dirigenti del Parco archeologico che, per fortuna, non si fanno intimorire dall’avvento di questi nuovi tempi bui per la cultura. Così, rimboccatisi le maniche, hanno chiamato a raccolta il fior fiore dei nomi degli artisti contemporanei che hanno realizzato - o donato - opere da esporre fino

ZEUS

al prossimo 3 ottobre proprio tra le antiche rovine dei templi, per poi essere messe all’asta: il ricavato sarà utilizzato per restaurare il Telamone del tempio di Zeus. L’iniziativa è stata promossa dall’UNESCO Italia e dalla casa editrice Il Cigno GG, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione - Sovraintendenza ai Beni Culturali - MACRO, la casa

d’aste Christie’s, il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento e l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana, sotto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Informazioni sul sito: www.parcovalledeitempli.it oppure allo 0922 621611

PH HANNE CARSTENSEN

Spericolati fra gli alberi Inaugurato poche settimane fa il Nebrodi Adventure Park, il più grande parco avventura della Sicilia, realizzato dall’Ente Parco dei Nebrodi e dal Comune di Longi. Sorge su un’area di circa tre ettari a 4 km da Longi e consente a tutti di seguire percorsi acrobatici e scalate, immersi fra gli alberi del bosco Soprano. I percorsi sono sei e sono suddivisi per livello di difficoltà:si può usufruire di circuiti acrobatici a un’altezza variabile tra i 2 e i 14 metri, con una serie di piattaforme installate tra gli alberi, di giochi divertenti, di passaggi avventurosi, di ponti tibetani, corde e scale, e di percorsi naturalistici per gli amanti del trekking. Il tutto nel massimo rispetto per le norme di sicurezza. Fino a giugno è aperto nei giorni festivi e nei fine settimana, dalle 10 alle 18. Info: tel 393 9462506 - 0941 485068

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le Annunziate di Umberto Russo

Tra Antonello da Messina e Andy Warhol C’è chi ha scomodato addirittura Andy Warhol, nel tentativo di trovare un punto di riferimento per le Annunciate realizzate da Umberto Russo, uno dei siciliani più poliedrici che ci è stato dato di incontrare. Nella vita “di tutti i giorni” fa un mestiere quasi scomparso e che si potrebbe definire romantico: il mugnaio. Produce ottime farine macinando con grosse pietre il miglior grano duro siciliano. Nel tempo libero si diletta di scrittura e, appunto, di pittura. Le Annunciate, che saranno esposte a ottobre a Firenze, e nel 2011 prima a Parigi e poi a New York, sono otto dipinti su legno, che raffigurano l’Annunciata di Antonello da Messina in altrettante diverse interpretazioni cromatiche. Un’opera singolare e di impatto che si richiama alle cromie del maestro della pop art ma esprime al contempo un punto di vista originale.

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ANDREA LEONE / SCALA DEI TURCHI

FLASH Notizie in breve dalla Sicilia

Romanzo, articolo giornalistico e letteratura “trasversale”, vale a dire testi con caratteristiche miste (un po’ romanzo e un po’ reportage, ad esempio): sono queste le tre categorie del Premio Letterario Scopello 2010, indetto dall’amministrazione comunale di Castellammare del Golfo e curato dalla scrittrice Giuseppina Torregrossa. I testi, pubblicati fra maggio 2009 e marzo 2010, dovranno ispirarsi al tema del “Ritorno” e saranno valutati da una giuria piuttosto varia che vede insieme magistrati, giornalisti, imprenditori. Al primo classificato per ogni sezione andrà un premio di 1.000 €. La scadenza per l’invio è il 15 giugno, le opere, in sei copie devono giungere all´Ufficio Cultura del Comune di Castellammare del Golfo, piazza Castello. Info: tel. 0924 30217 - ufficioturismo@castellammaredelgolfo.org

PH FLICKR.COM / HORIA VARLAN

Letteratura nel borgo

Splinters la Sicilia in mostra a Copenaghen

“Quando ho iniziato a pensare a una raccolta che potesse mettere insieme molti dei miei lavori, non ho trovato miglior nome per il progetto di splinters, schegge”. Così racconta Andrea Leone, che proprio da quel momento ha iniziato la selezione dei 70 scatti che saranno messi in mostra fino al 31 luglio a Copenaghen, presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura. “Il progetto - dice il fotografo - è nato con un carattere internazionale, un evento che

fosse destinato a girare l’Europa e non solo. (...) Ho girato per quasi due anni la Sicilia in ogni suo angolo, spesso nascosto e difficile da portare alla luce, nella speranza di raccontare delle storie che fossero specchio di una complessa struttura culturale e sociale a cui indissolubilmente appartengo”. Realtà che l’artista proverà a raccontare attraverso i dettagli poiché “le grandi visioni d’insieme non possono essere esaustive”.



INFOWEB Tutto quello che avreste voluto sapere dal web

per chi si informa... Si sa, l’informazione viaggia sempre più sul web. È internet che si consulta quando si cerca qualcosa, e i siti di informazione, legati o meno a un mezzo cartaceo, si moltiplicano. Fra i siti web siciliani di informazione uno dei primi ad essersi affacciato sulla ribalta del web è stato www.siciliano.it, che in questi ultimi tempi ha pure rinnovato la propria veste grafica. Ci sono news da tutte le province, ma soprattutto dalla Sicilia orientale, oltre a indicazioni di alberghi e ristoranti, calendario eventi ecc. www.sicilianews24.it si qualifica come “giornale della Sicilia online” ed è in effetti un portale molto completo, aggiornato di frequente. Dallo sterminato universo dei blog segnaliamo www.rosalio.it, a radicamento palermitano, che, grazie al contributo di diversi blogger, viene aggiornato continuamente, e affronta gli argomenti più vari. Inoltre, www.forzapalermo.com, che ha come benaugurale sottotitolo “il blog delle buone notizie in città”: anche qui un pool di autori - fra cui l’attore comico Sergio Friscia - si danno da fare per comunicare sul web in maniera positiva.

web info

Tutto quello che avreste voluto sapere dal web

per chi cerca la natura... Con le belle giornate cresce la voglia di passeggiate nella natura. Ma quale destinazione scegliere? Se vi piace trascorrere il vostro tempo libero in maniera un po’ avventurosa, andate a consultare il sito www.acquaterra.it, la cui offerta spazia dal rafting alle escursioni in fuoristrada. Il tutto sull’Etna. Interessante anche l’offerta del club speleologico di Ragusa, che propone passeggiate sopra e sotto la terra, con esperti speleologi a far da guida: il calendario delle loro passeggiate è pubblicato sul sito www.speleoclubibleo.org Su www.educazioneambientale.com, infine, trovate il calendario delle passeggiate con le guide del WWF, ma anche le vacanze naturalistiche, i campi avventura per i ragazzi, eccetera.

per chi si sposa... Tanti stranieri scelgono la nostra isola per il loro sì, perché la trovano romantica, affascinante, lontana dal solito. A loro è dedicato il sito, tutto in inglese, www.weddingsicily.com, finestra sul mondo dell’omonima azienda catanese specializzata nell’organizzazione di cerimonie nuziali nelle location siciliane più suggestive. Niente vieta, ovviamente, che anche i siciliani si rivolgano a loro! La scelta, comunque, è vasta. Se siete alla ricerca di un wedding planner potete andare su www.sicilianozze.com: oltre ai professionisti dell’organizzazione di cerimonie, troverete numerose informazioni di ogni genere, dai consigli per il make-up alle agenzie specializzate nell’organizzazione di lune di miele. www.matrimonio-sicilia.it, infine, è il sito dell’agenzia Glamour, ancora un wedding planner che propone servizi completi, dalla scelta delle fedi all’autista per il gran giorno.

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Bellezza

testo Cinzia Bono foto archivio Fondazione Fiumara d’Arte

Stanza di Barca d’oro

Conduttore di


IL PERSONAGGIO Antonio Presti

In senso orario, alcune delle stanze dell’Art Hotel Atelier sul Mare a Castel di Tusa: Energia, La bocca della verità, Stanza della Pittura, Portatori d’acqua

“Conduttore di bellezza” . Questo risponderebbe alla domanda di un bambino che gli chiedesse con tutta la sua ingenuità: “Ma lei, che lavoro fa?”. Impossibile replicare, non c’è che dire. Concetto incomprensibile, ma affascinante, per un bambino. Palese evidenza, per ogni adulto che abbia almeno una volta sentito parlare di lui e delle sue opere. Incontrare Antonio Presti, parlare un po’ con lui, non è poi così difficile. Scoprire com’è fatto, sì. Il nostro tentativo in questa direzione l’abbiamo fatto una domenica mattina, all’ombra di una piramide, la sua, “38° Parallelo”, opera dell’artista Mauro Staccioli, inaugurata lo scorso marzo. Niente deserto intorno, ma terra, vegetazione mediterranea e un panorama che toglierebbe il respiro anche a un paracadutista esperto. Presti ha 53 anni, lo sguardo profondo ed il sorriso rassicurante di chi la vita l’ha sempre vissuta intensamente e, nonostante trascorsi che sarebbero stati poco incoraggianti per chiunque, non saprebbe immaginarsi in panni diversi da quelli che indossa.

“Se non avessi fatto l’artista? Penso che sarei diventato io stesso un’opera d’arte”,

oggi. Era un bravo bambino allora ed è rimasto una brava persona oggi, un mecenate che sa ancora stupirsi, che trova nell’alba una ragione più che buona per alzarsi la mattina e che lotta per affermare ciò che in realtà dovrebbe già di per sé mettere tutti d’accordo: la bellezza. Con grande oggettività, Presti si rende perfettamente conto del fatto che non tutti hanno la sensibilità giusta per poter cogliere la grandezza e il valore futuri che un progetto può portare in sé; insomma, che all’inizio i suoi sogni in cemento armato spaventassero (chissà poi perché?) o lasciassero perplessi i più, nei dintorni, ci poteva anche stare. Non si può certo andar dietro ad ogni artista folle che si inventa “cose” alte 20 metri e le piazza qua e là… Ma dopo le incomprensioni e l’accanimento, quando tutto il mondo sembra riconoscere il valore di un’idea che è anche una realtà, la diffidenza e l’indifferenza di chi potrebbe veramente goderne e fruirne (e che in parte lo fa già), no, queste proprio non se le spiega. “Ho fatto una piramide, cos’altro potrei fare ancora?”.

scherza (o forse no…). Non vorrebbe fare nient’altro che quello che fa, con passione e profonda convinzione, da trent’anni. La Fiumara d’Arte (il parco di sculture all’aperto più grande d’Europa), l’Art Hotel Atelier sul Mare a Castel di Tusa e il quartiere di Librino a Catania sono “idee tangibili”, concetti che hanno preso forma per sua volontà e si sono imposti, dopo anni di lotte politiche e giuridiche, come patrimonio artistico e culturale della Sicilia nel mondo. “Che bravo!”, pensa che direbbero le sue maestre di scuola, potendolo vedere

La stanza Hammam

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La Piramide

Eppure, nonostante la convinzione che in tutti questi anni nulla sia cambiato da queste parti, Presti si sente nel complesso più amato che sottovalutato o invidiato. Sa di essersi preso le sue belle soddisfazioni, soprattutto contro la mafia e contro il potere. In cosa crede? “Nella possibilità di nutrire lo spirito e colmare un vuoto.

Dio è una disciplina, che ciascuno può trovare”. In quest’ottica, la Piramide assume proprio l’accezione di un “tempio laico” pronto ad offrire ancora una volta la spiritualità agli uomini che l’hanno negata. E con quel candore grazie al quale solo gli artisti sanno rendere naturali i concetti più inafferrabili, l’uomo Presti sottolinea che l’unica cosa che un po’ lo preoccupa è il non sapere ancora a chi affidare la continuità dei suoi progetti… si vedrà. Intanto quel che è certo è che le delusioni in lui “non hanno ucciso il sogno”, che è l’unica cosa di cui non potrebbe proprio fare a meno. Ma non quel sogno che è un mero progetto da realizzare. Quel sogno che è “progettare il futuro, essere altro da sé, utopia”. Perché “sogno è continuare a sognare, declinare all’infinito”. Parola di un artista.

La “Piramide – 38° Parallelo” è l’ultima opera, in ordine di tempo, fortemente voluta da Antonio Presti. Realizzata dall’artista Mauro Staccioli, questa piramide del XXI secolo alta 30 metri nasce per testimoniare “l’emergenza”, nella duplice accezione del termine: costruita interamente in acciaio corten (lo stesso materiale usato nella costruzione delle navi), materia che sposa la natura ferrosa del terreno, “emerge” in maniera organica dalla montagna che la ospita e della quale costituisce anche la cima, mancante in natura: da lei, dalla montagna, “nasce” dinamicamente grazie al fatto che uno degli spigoli è più lungo degli altri. Emergenza come “urgenza”, inoltre, di restituire alla società, attraverso la politica del dono e dello sviluppo, valori inestimabili che si stanno perdendo irrimediabilmente. Il titolo indica l’esatta collocazione geografica del punto in cui è stata costruita. “Dalla parte opposta del globo c’è il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud, terra di conflitti mai risolti. La bellezza che noi abbiamo voluto da questa parte restituisce un equilibrio universale che manca ormai da troppo tempo” (A. Presti). In senso orario: La materia poteva non esserci, Labirinto di Arianna, Antonio Presti con Mauro Staccioli, l’interno della Piramide e in basso il 38° Parallelo

Inaugurata il 21 marzo scorso, data dell’equinozio di primavera, sarà riaperta al pubblico soltanto una volta all’anno, a partire dal prossimo 21 giugno. La scelta del solstizio d’estate come ricorrenza-evento non è casuale. Al suo interno la piramide presenta una feritoia rivolta verso Nord-Ovest dalla quale in quel giorno dell’anno la luce del sole entra a sconfiggere il buio per più ore: “Un rito di luce che è una scelta di bellezza. Da lassù l’uomo è invitato a rivolgere lo sguardo verso l’alto, e non alle miserie di una società che sta in basso e che, rinunciando alla bellezza, ha scelto come metro di esistenza la mediocrità. E gli uomini mediocri non possono progettare il futuro” (A. Presti).


ATI

area turistica industrializzata


ATI, area turistica industrializzata ATTUALITÀ

testo Giovanna Vitrano foto Hanne Carstensen

Termini Imerese: da sogno a incubo Qui prima andavano e venivano autoarticolati pieni zeppi di macchine nuove. Qui ora vanno e vengono macchine in cerca di prostitute, in cerca di qualche momento in assoluto relax. Così vanno le cose nell’area industriale di Termini Imerese, da sempre in attesa di diventare un gioiello dell’economia siciliana, oggi sul crinale di un futuro nebuloso. Da un lato, la certezza del lutto più feroce: la perdita dalla Fiat, nel cui stabilimento le 1480 persone (ovvero 1480 famiglie) sono in attesa di “esecuzione”. Dall’altro, la speranza che avvenga un miracolo: che la politica siciliana faccia il suo dovere. Da più parti, infatti, il "pomo" di questa discordia - ovvero la responsabilità della situazione - viene assegnato agli uffici di Presidenza della Regione, qualunque sia stato il suo inquilino nel corso degli ultimi 10 anni, ovvero nel tempo in cui sull’area Fiat sono piovuti a sostegno ben 500 milioni di euro. Ma questo di e con Fiat è un discorso particolare. Diciamo che i progetti della Fabbrica Italiana Automobili di Torino erano diversi, molto diversi. 15

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Capannoni abbandonati, scheletri di ferro arrugginito usati come posatoi per corvi e piccioni, architetture quasi gotiche e un silenzio spettrale.

Così come diversi erano i progetti per questa area industriale che oggi sembra stringersi ineluttabilmente tra i rifiuti che riempiono la costa davanti la centrale Enel e l’incanto della vasta area archeologica di Himera. Himera. È qui che l’on. Armao, assessore regionale ai Beni Culturali (al quale i numerosi impegni impediscono di incontrarci in tempo utile all’uscita di questo magazine), ha presentato il ricco cartellone della Settimana della Cultura. E in questa occasione ha sottolineato che "dopo aver preso tanto, la Fiat ha deciso di chiudere lo stabilimento. Dicono di non essere riusciti a creare un indotto. Ma se questo è vero è anche frutto della loro incapacità. In ogni caso, fermo restando l’impegno del governo regionale per mantenere viva questa area industriale, dobbiamo dire che Termini Imerese non è solo Fiat. Se oggi siamo qui (...) è perché crediamo che con l’istituzione del Parco Archeologico di Imera può dare un grande impulso a uno sviluppo che deve guardare anche al binomio cultura-turismo. Mi piace immaginare un consorzio

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(che) gestisca le stupende risorse culturali, paesaggistiche e naturalistiche di quest’area" (dal comunicato stampa del 16 aprile 2010). Le "stupende risorse culturali" dell’area, in effetti, sono fuori discussione: si va dalla enorme necropoli di Himera ai resti dell’antichissima città, dall’Antiquarium - il bel museo che sorge sotto l’abitato greco - alla Riserva Naturale che costeggia il fiume Imera. Per quanto riguarda le risorse paesaggistiche, invece, avremmo qualche perplessità, visto che noi siciliani abbiamo letteralmente devastato uno degli angoli turisticamente più appetibili della provincia palermitana: il golfo di Termini, stretto tra le foci del San Leonardo e dell’Imera, con il bosco che si distende dalle Madonie fino a pochissimi metri dalla spiaggia di sabbia finissima e chiara, con sfumature di rosa che testimoniano come un tempo, qui, ci fosse un ambiente marino riccamente popolato. Ora, a parte il mare color dell’Adriatico (quest’ultimo, però, maggio/giugno duemiladieci


ATI, area turistica industrializzata ATTUALITÀ

è scuro per colorazione naturale, mentre questo frammento di Tirreno di naturale ha molto poco, tanto che la balneazione è vietatissima), a parte le ciminiere che sbuffano in continuazione e le ventate di puzze più o meno acide che si levano dagli stabilimenti in produzione, bisogna affrontare la realtà. E "vedere" cosa sorge sulle "stupende risorse paesaggistiche e naturalistiche di quest’area". Capannoni abbandonati, scheletri di ferro arrugginito usati come posatoi per corvi e piccioni, architetture quasi gotiche e un silenzio spettrale. Lungo i 1500 metri di spiaggia, per la quasi totalità resi inaccessibili da cumuli di rifiuti, si alternano scarichi più o meno

preoccupanti (alcuni non ci sono sembrati molto "ufficiali"), carcasse di animali morti, elettrodomestici e computer "differenziati" in modo autonomo, collinette erbose che lasciano intravedere il substrato di monnezza nel quale hanno messo radici le piante spontanee. Ogni tanto, qualche essere umano testimonia la presenza di aziende in attività, e quando si incontra un parcheggio ben fornito di auto, ci si sente allargare il cuore: vita che pulsa e che produce, finalmente. Ma è un’emozione che dura un attimo. Poi la natura, quella selvaggia, fa segnare il punteggio pieno. Ciò che le era stato sottratto in nome di una svolta industriale, se lo sta riprendendo. Piano piano. Eppure abbiamo fatto due conti. Così, tanto per gioco. E ci siamo chiesti: se si bonificasse la zona costiera, se si convertisse la zona da industriale a turistica, cosa ne verrebbe? Il panorama - se l’area venisse bonificata - c’è. Le risorse naturalistiche abbondano (e i pesci, ripulito il mare, ritornereb-

Al contrario di quanto è previsto per le zone turistiche, per le aree industriali non esiste limite di altezza per le strutture


ATTUALITÀ ATI, area turistica industrializzata

< Scopri tutti gli approfondimenti e le interviste inquadrando con la fotocamera del tuo cellulare il codice QR a fianco o visita il sito www.sikania.it bero), così come quelle culturali. L’enogastronomia qui raggiunge vette qualitative straordinarie, e le strutture per l’ospitalità... scarseggiano. Se dunque trasformassimo questi 1500 metri di costa in spiaggia turistica? Se trasformassimo l’area Fiat in strutture ricettive per il turismo? Eccoli, allora, i nostri conti: bonifica a parte, investendo solo quanto è stato versato per il sostentamento dell’area industriale negli ultimi 10 anni - ovvero quasi 500 milioni di euro si potrebbero realizzare ben 7400 camere di albergo, considerando compresi in questa somma le strutture murarie, gli arredi, gli spazi per l’accoglienza, le strutture collaterali (dal parcheggio alla doccia in spiaggia), il vitto e il costo del personale, conteggiato in 2.200 dipendenti (0,30 per camera). Prendendo esempio da uno studio pubblicato in merito alla riconversione di una costa della Sardegna (www.slideshare.net/mtmexper ience/business-plan-piano-dimark eting-per-lo-sviluppo-turistico-di-golfo-aranci), scopriamo che queste nostre 7400 camere porterebbero il nostro bilancio in attivo in tre anni. In altre parole, se nel corso degli ultimi dieci anni avessimo investito nel turismo i 500 milioni di euro inghiottiti dall’area industriale di Termini, ad oggi conteremmo su circa 150 milioni di ricavo solo per i servizi alberghieri. La domanda è: quanto produce in euro l’area industriale di Termini Imerese oggi? E quanto produrrà dal 1° gennaio 2012? Che tipo di indotto ci sarà nel territorio andata via la Fiat, prostitute e discariche abusive a parte?

UN PO’ DI NUMERI Estensione totale dell’area 464,62 ettari

Forza lavoro impiegata circa 4.000 persone

varie forme e a vario titolo) euro 1.000.000.000,00 circa

Area destinata alle attività industriali 277,18 ettari, ovvero solo il 60% circa (il restante 40% è protetto dai vincoli della Soprintendenza ai Beni Archeologici)

FIAT - Forza lavoro 1480 persone ("scadono" il 31 dicembre 2011)

Camere d’albergo (servizi turistici inclusi) realizzabili con un miliardo di euro 14.814

Spiaggia inutilizzata 1.500 metri Aziende presenti 87, in produzione 75

FIAT - area occupata 40,7 ettari Somme impegnate per il sostentamento dell’area industriale dagli anni Settanta ad oggi (aiuti e sostegni da Stato, Regione e Unione Europea in

Investendo solo 500 milioni di euro e realizzando 7.400 camere, negli ultimi 10 anni si sarebbe registrato un ricavo utile (solo guadagno) di oltre 150 milioni di euro, forza lavoro 2.200 persone (a fronte di 1.480)




I mille volti di un itinerario LE VIE DEL VINO

testo Marta Paolini foto Hanne Carstensen, Giuseppe Marinelli, Melo Minnella, Silvia Todaro, Alessandro Tornambè

I mille volti di un itinerario www.stradadelvinovaldimazara.it 21

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LE VIE DEL VINO I mille volti di un itinerario

Seguendo la strada del vino del Val di Mazara è possibile conoscere una delle zone più multietniche della nostra isola La strada del vino del Val di Mazara occupa una piccola porzione della provincia di Trapani, fra le colline che pian piano digradano verso la costa e il mare africano. Un territorio dalla forma irregolare che si spinge verso Nord abbracciando Salemi, le sue vigne e i suoi orti; a Est include le piatte distese intorno a Petrosino, che sembra un lembo d’Africa finito in Europa per curioso capriccio geografico; a Ovest raggiunge Campobello di Mazara, con le case accoccolate fra oliveti e vigneti coltivati già dagli antichi Greci. E al centro si irradia da Mazara del Vallo, la città più genuinamente multietnica della nostra isola. Qui le cupole eleganti di chiese centenarie svettano sopra un’autentica casbah e la convivenza pacifica di lingue e tradizioni è un dato acquisito da secoli. In

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pochi altri luoghi il crogiolo di razze che compone il popolo siciliano è più evidente: occhi e capelli chiari sono altrettanto comuni dei riccioli e delle iridi scure, e sulle barche di questo che è uno dei maggiori porti pescherecci d’Italia, gli equipaggi sono equamente composti da pescatori normanni e magrebini. Lo erano anche sulla “Capitan Ciccio”, la barca che nel 1997 ripescò dalle acque del Canale di Sicilia il Satiro Danzante, la grande e bella statua in bronzo che oggi fa bella mostra di sé nel museo che le è dedicato, nel cuore del centro storico di Mazara del Vallo. Il Satiro è uno dei più importanti motivi di richiamo di questa zona, ma ovviamente non è il solo. Generazioni di uomini e donne hanno lasciato profondi segni sul territorio, la cultura, le tradizioni, la gastronomia di queste terre. Tutto questo, come dicevamo, trova la propria espressione emblematica in Mazara, città di frontiera, dove si sono alternate tutte le dominazioni che nell’arco dei secoli hanno fatto la storia siciliana, e ciascuno dei diversi signori siciliani ha lasciato la propria impronta: attraverso monumenti elegantissimi (splendida, in particolare, la principale Piazza della Repubblica, fiancheggiata da magnifici palazzi fra cui la Cattedrale), oppure dotando la città di un impianto urbanistico da “medina” islamica che immediatamente fa venire in mente il vicino Nord Africa. Senza dimenticare la fisionomia che la storia ha dato alla gastronomia locale, con una specialità magrebina, il couscous, a farla da padrone nella sua variante siciliana, vale a dire col pesce. Pesce che a Mazara, a Petrosino e a Campobello di Mazara è protagonista in cucina - se non altro per motivi territoriali - mentre a Salemi, comune collinare, è la campagna a dettare i piatti sul menù. Dovunque, ovviamente, non manca il vino, con la DOC Delia Nivolelli in particolare che, nelle sue diverse tipologie, si presta ad accompagnare i diversi momenti di ogni pasto (per degustare i vini di questo territorio vi consigliamo, fra le aziende locali, la Cantina Ajello, i cui proprietari sono impegnati da tre generazioni nella coltivazione della vite: www.ajello.it). Tutto questo bendidio si può conoscere seguendo gli itinerari messi a punto dai membri dell’Associazione Strada del Vino (enti pubblici, cantine, ristoranti, alberghi e tanti altri): itinerari che ciascuno può scegliere in base alle proprie preferenze. C’è quello eno-gastronomico, per chi vuol sapere tutto di olio d’oliva, couscous, dolci tradizionali - e ovviamente, vino! -; lo storico culturale, che si muove fra i vecchi bagli di campagna; quello d’arte, che lega i principali monumenti fra cui la Cattedrale di Mazara, il Castello di Salemi, le Cave di Cusa; l’itinerario naturalistico, che ha il suo fulcro nelle zone di Lago Preola, Gorghi Tondi e Capo Feto; e l’archeologico, con le testimonianze più remote.

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Ăˆ un itinerario multiforme, che riunisce armoniosamente mare e colline, monumenti barocchi e chiese medievali, pesce e formaggi. Il filo rosso è la DOC Delia Nivolelli Cantina Ajello - ph. G. Azzarello



Favignana FUORI LE MURA

testo Maria Cristina Castellucci foto Simona Bua, Nina Melan, Antonio Noto

Favignana Niente mordi e fuggi, please 25

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FUORI LE MURA Favignana

Puoi decidere di andarci per un giorno solo. Ci vuole poco: prendi il traghetto da Trapani e, in circa mezz’ora, sei già nel cuore del borgo di Favignana. Da qui, in bicicletta, motorino o con un’auto, il periplo dell’isola è presto fatto. Un tuffo, una sosta al ristorante e via, si torna a casa. D’accordo, puoi farlo… ma non sai cosa ti perdi. Perché Favignana è molto più di questo. La più grande delle Egadi ha una storia, un fascino, un ambiente, tutti da scoprire. Piano piano.

Il borgo, per cominciare L’abitato di Favignana raccoglie le sue casette bianche e dorate intorno al porto principale, un luogo che, per la verità, è assai più che un semplice attracco per traghetti e barche. Qui, infatti, ci sono due delle principali testimonianze della storia recente di Favignana: la tonnara e il villino dei Florio. Due luoghi strettamente collegati perché furono i Florio (che nella palazzina liberty trascorrevano spesso la villeggiatura) a dare nuova vita all’attività della pesca del tonno sull’isola. Investendovi risorse e ordinando la costruzione del grande stabilimento che oggi, dopo i costosi e minuziosi restauri dello scorso anno, attende di conoscere il proprio destino. Pochi passi e si raggiunge la piazza Matrice, centro dell’abitato e della vita sociale. Il nome le viene dalla presenza della chiesa madre, un semplice edificio settecentesco il cui unico vezzo è un fregio scolpito sulla facciata incoronata da tre campanelle. A Favignana, in ogni caso, non si viene certo a guardar monumenti. Dopo aver fatto una passeggiata fra le stradine dell’abitato, rimirando il semplice tocco decorativo delle trine alle finestre e dei vasi fioriti, è il marequel che chiama.

Piazza Madrice e dettaglio della Chiesa Madre, a destra Cala Rotonda

informazioni utili Dove Dormire I Pretti resort Largo San Leonardo, 1 tel. 349 0674457 La doppia BB da 200 € Residence Nido del Pellegrino promontorio del Grosso, tel. 0923 921167 appartamenti da 120 € al giorno (min. 3 notti) Mangiare Ristorante Aegusa via Garibaldi, 17 tel. 0923 922430 Bar del Corso Via V. Emanuele, 40 tel. 0923 921299 Diving Progetto Atlantide tel. 347 5178338 Nolo scooter, auto, quad e barche Grimaldi tel. 339 1609239 Nolo biciclette Boutique della bicicletta tel. 347 4367613


Favignana FUORI LE MURA

L’incanto di Cala Rossa Una fitta rete di sentieri percorre l’isola. Predisposti dalla Forestale, consentono di arrivare facilmente a tutti i luoghi di interesse e alle calette che si aprono lungo la costa. Le destinazioni possibili sono tante: dal Bue Marino, dove le architetture delle cave arrivano a lambire il mare, alla spiaggetta di Lido Burrone, e ancora Cala Grande, Cala Rotonda, Cala Azzurra. Tutti luoghi in cui il mare è di una trasparenza mirabile e i fondali nascondono incredibili sorprese di flora e di fauna: non per niente l’arcipelago è interamente vincolato dall’istituzione di un’Area Marina Protetta, la più estesa d’Italia. La località più frequentata - e fotografata - rimane Cala Rossa che, a dispetto del nome non è rossa proprio per nulla. Si dice che sia stata chiamata così perché, durante la battaglia delle Egadi, nel 241 a.C. - siamo alla prima Guerra Punica - il sangue dei morti fu versato in modo così copioso da colorare le acque di una macabra tinta purpurea. Oggi che, grazie al cielo, la battaglia non è neanche più un ricordo, Cala Rossa ha l’acqua così trasparente che sembra di nuotare nel cristallo. “Avevo una barca, da ragazzo, che avevo chiamato Don Chisciotte - racconta Aldo Bua, instancabile promotore di iniziative per la tutela e la valorizzazione di Favignana - e un giorno

Di Aldo Bua la proposta di una legge che obblighi a versare un’aliquota sugli affitti per la cura delle isole minori Aldo Bua Cala Rossa


FUORI LE MURA Favignana Il porticciolo

d’estate mi sono trovato a navigare verso le Egadi. C’era foschia e ancorai in una baia. Quando si diradò, mi accorsi di galleggiare in uno splendido, trasparente, mare turchese. La costa era alta, c’erano grandi grotte, l’architettura era innaturale, i colori bellissimi, i profumi inebrianti, una rondine di mare volava fuori dall’acqua. Ero a Cala Rossa. Mi sono innamorato.” Un amore che ha condotto a una molteplicità di iniziative, fra cui il progetto pilota “Geo Cala Rossa”: si propone, in pratica, di “adottare” l’insenatura, e di riqualificarla. Una volta acquisito il terreno, esso verrà reso fruibile riparando e tracciando i sentieri. Inoltre verranno salvaguardate le essenze tipiche, si procederà a regolari operazioni di pulizia e alla realizzazione di un sistema di illuminazione discreto (info www. geoegadi.blogspot.com).

Un’idea per le isole Favignana, ovviamente, non è solo Cala Rossa. A voler allargare il tiro, Favignana non è neanche l’unica isola minore siciliana. “Tutte le piccole isole soffrono degli stessi problemi - osserva il vulcanico Aldo - che essenzialmente si possono sintetizzare nel sovraffollamento estivo con tutto quello che comporta. Ecco perché, insieme con altre persone che amano le isole, ho messo insieme una proposta di legge pilota per le isole minori. Siamo partiti dalla constatazione che i comuni non hanno le risorse necessarie per controllare, salvaguardare, pulire, abbellire, organizzare, smaltire rifiuti, ecc. La nostra idea è quella di una legge (bipartisan) che preveda un’aliquota secca del 15% per la locazione delle case cosiddette “vacanza”, il cui ricavato deve essere incassato come “tassa di scopo” dal Comune di riferimento e utilizzato esclusivamente per la pulizia e la salvaguardia delle isole di appartenenza. Inoltre, la persona fisica o giuridica che sponsorizza la pulizia di un luogo o adotta una spiaggia, una cala, ecc. deve poter

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Tramonto su Marettimo

detrarre dalle imposte almeno 50% di quanto investito fino a un massimo da stabilire. È ovvio che si tratta di una bozza volutamente grezza: occorre ancora prevedere le sanzioni, i controlli e rivisitarla, adeguando questa proposta che rappresenta una “provocazione culturale” alle diverse possibili applicazioni.”

Per finire... Favignana non è un’isola mondana. Anche se rispetto alle sue “sorelle” Marettimo e Levanzo è praticamente una metropoli. Il massimo della “vita” è lo struscio serale in paese, quando, sazi di mare e di sole, ci si ritrova per una granita, un aperitivo, la cena in uno dei numerosi ristoranti che propongono il tonno in infinite variazioni e tanti piatti della cucina locale. Qui si viene per rilassarsi, per non far nulla. Ed ecco perché non è un’isola da mordi e fuggi.

la mattanza Non si può dire di Favignana senza citare la mattanza, rito antico di pesca dei tonni che, fra mille difficoltà, continua a perpetuarsi. Più per omaggio a una tradizione culturale, vien da dire, visto che i tonni, ormai, sono ben pochi. Una cultura importante, in effetti, tanto che il rais Gioacchino, il “capo” della tonnara, è un “bene” tutelato dall’UNESCO, in quanto depositario di un sapere antico. La mattanza, vale a dire l’uccisione dei tonni intrappolati nelle reti, di solito si svolge fra maggio e giugno. I “prodotti di tonnara” si trovano da Antica Tonnara di Favignana, via Nicotera 6. maggio/giugno duemiladieci


Favignana FUORI LE MURA

le cave di tufo La parte orientale dell’isola, verso Cala Rossa e il Bue Marino, è disseminata di cave piccole e grandi, uno spettacolo surreale di cunicoli, cavità, pinnacoli e architetture da città lunare che sembrano uscite dalla mente sfrenata di un artista. Da qui i tagliapietre cavavano blocchi di tufo per la costruzione delle case dell’isola ma anche di altre località, fino in Nord Africa. Da tempo abbandonate, sono luoghi di grande bellezza e suggestione, in cui avventurarsi con estrema cautela... e rispetto.


In fondo, lo stato di abbandono della Villa Belmonte ci sta tutto. Se guardiamo alla sua storia, alla vita che si è accesa tra i muri dei suoi saloni, non possiamo che alzare un angolo della bocca in una smorfia di beffarda ironia. L’amaro sale dalla gola, e ci sembra quasi di sentire il tanfo di umido e di rinchiuso che deve soffocare le stanze della villa, che sembra rappresentare - per posizione e per “conoscenza” nell’immaginario collettivo - il famoso castello di Kafka. Che esista, si sa. Dove sia… già questo è più difficile. E dire che non si tratta di una “villetta”, bensì di un’imponente villa nobiliare che guarda, dall’alto in basso, Villa Igiea. Beffa nel danno, è ben più conosciuto il tempietto neogotico che si incontra lungo via Di Giovanni (la strada che sale a Monte Pellegrino) che la villa di cui era grazioso ornamento. Tant’è. Così vanno le cose. A volte ci si perde il dettaglio, a volte quel dettaglio è tutto ciò che resta. Ma “quanto” vale quel singolo pezzetto in confronto dell’intero mosaico?

PH MORGUEFILE / COHDRA

Scatole VUOTE

testo Emilia Gatti foto Giuseppe Marinelli


Villa Belmonte SCATOLE VUOTE

Mai vista la Villa Belmonte? Frequentata dalle menti più brillanti dei primi dell’Ottocento, abbandonata, restaurata...chiusa Innanzi tutto, il tempietto non è più visto come parte di un unicum vasto ben 130.000 metri quadrati (capite adesso che si tratta di una pulce?), e si è completamente persa la memoria di quello che era quel bosco – proprio quella vastità verde di 13 ettari - così brillante di ogni pianta aromatica possibile. E si è completamente persa – come lacrime nella pioggia, per fare “la” citazione – l’eco delle discussioni accese, delle risate, dei brindisi e degli impegni solenni che proprio qui, appena dietro le colonne imponenti del frontespizio, risuonavano nelle notti ottocentesche. Nessuno se ne ricorda più, ma qui, ben più che in un certo senso, è stata fatta la storia, quella “nostra”: la bella scalinata che da valle sale fino alla elegante vasca antistante il prospetto fu percorsa dalle menti più brillanti dei primi dell’Ottocento, dal principe di Castelbuono, Carlo Cottone, al principe di Villafranca, Giuseppe Alliata, dall’astronomo Giuseppe Piazzi (sì, proprio quello dell’asteroide Cerere) a Paolo Balsamo, l’economista noto in tutta Europa al quale si deve, insieme con il padrone di casa - il principe di Belmonte - la Costituzione siciliana del 1812. duemiladieci maggio/giugno

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Villa Belmonte SCATOLE VUOTE

Villa Belmonte era un luogo rivoluzionario. Fra queste mura prese forma la Costituzione siciliana del 1812 La casa dei Borbone, manco a dirlo, non la prese bene. In questo edificio ribollivano idee rivoluzionarie, si faceva opposizione contro l’uso del denaro proveniente dalle tasse per progetti contrari agli interessi dell’Isola e, per di più, si scrivevano costituzioni riformiste. Pensate, qui si scrisse che il potere giudiziario doveva essere “distinto ed indipendente dal potere esecutivo e dal legislativo” e qui si decise che il Parlamento doveva essere “composto di due camere, una detta dei Comuni ossia di rappresentanti delle popolazioni, tanto demaniali che baronali (…), l’altra chiamata de’ Pari, la quale sarà composta da tutti quegli ecclesiastici e loro successori, possessori delle attuali Parie (…)”; e ai nobili fu assegnato “un solo voto, toduemiladieci maggio/giugno

gliendosi la molteplicità attuale relativa al numero delle loro popolazioni”. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Il 19 luglio 1811 la casa regnante, ovvero Ferdinando di Borbone, fa arrestare gli esponenti della protesta che aveva preso corpo nella villa Belmonte: il padrone di casa e il principe di Castelbuono vengono deportati a Favignana, Pantelleria ospita il principe di Villafranca, Ustica e Marettimo rispettivamente il principe di Aci e quello di Petrulla. Ma questi nobili signori avevano lavorato bene: quella villa sorgeva su quello sperone di roccia perché così si aveva contezza delle flotte presenti in rada, e così si potevano stringere accordi con personaggi importanti quali l’ambascia-

tore inglese che, alla notizia degli arresti, spedì il ministro britannico plenipotenziario in Sicilia, lord William Bentinck, a minacciare la casa reale fino a far marciare 14000 soldati dal messinese verso Palermo. I “rivoluzionari” ebbero la meglio e il 20 giugno del 1812 il parlamento approvò la Costituzione siciliana. Rileggendo questa storia, che poi tanto antica non è, ci sembra quasi che si abbia ancora timore delle idee di cui devono essere pregni questi muri, oggi baluardi del vuoto più assoluto. Perché niente è più vuoto della dimenticanza. E come si è perso ogni ricordo di questi avvenimenti, così si è persa la memoria di quanto di prezioso c’è all’interno di arte e di architettura, proprio come nulla più resta del giardino paziente33

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SCATOLE VUOTE Villa Belmonte

Alla morte del principe di Belmonte, la villa venne confiscata e adibita a una quantità di usi diversi mente curato da Charlotte, moglie francese del principe Giuseppe Emanuele Ventimiglia, famosa anche per la bontà dei dolcetti all’anice sfornati dalle cucine di casa Belmonte, il cui profumo impreziosiva ancor di più gli ambienti progettati dal Marvuglia e abbelliti dai pittori Giuseppe Velasco, Giuseppe Renda, Vincenzo Riolo e Gioacchino Vaccaro; dallo scultore Francesco Quattrocchi; dagli stuccatori Tommaso Firriolo e Giovanni Pezzano, e dai decoratori Benedetto Cotardi, Rosario Silvestri, Francesco La Farina e Carlo Tumminelli. «Era un luogo molto raffinato - racconta Coralie Belmonte, discendente di quel principe “rivoluzionario” - dove si mettevano in discussione le menti più brillanti della Sicilia. Poi, però, tutto finì...».

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In effetti, alla morte del principe (1814) la villa venne confiscata e abbandonata, poi venne trasformata in albergo (1844) molto ben frequentato dagli inglesi. Non per nulla l’ammiraglio Cecil Downville riesce ad ottenere la parte del parco vicino al mare, terreno che poi venderà a Ignazio Florio il quale chiederà a Ernesto Basile di progettarvi una villa, Villa Igiea. Più su, intanto Villa Belmonte è sempre più dimenticata, tranne che dai vandali che la saccheggiano approfittando della confusione generata dalla Seconda Guerra Mondiale. Dopo il 1947, viene confiscata dallo Stato che la trasforma, distruggendone un corpo di servizio, in collegio femminile. Poi fu la volta dell’Istituto Materno Infantile e poi... il nulla. Fino ai nostri anni, quando la villa viene accuratamente restaurata (anche se Coralie Belmonte ci fa notare il “cattivo gusto” dei materiali usati, concorda anche lei sul buon lavoro svolto), presa in adozione - per fortuna - dal Fai e, ovviamente, chiusa. Si ritorna, ineluttabilmente, all’oblio. «E dire che adesso va tanto di moda riaprire i vecchi palazzotti nobiliari - è un po’ amaro il tono della Belmonte - eppure le cose che sanno di cultura sono sempre più soggette a dimenticanze. E non faccio un discorso di colore politico... cucinala come vuoi, sempre cucuzza è... il fatto è che mi sembra uno spreco infinito: con la sua storia... con il suo panorama, con quella meraviglia di giardino attorno... il cervello qui va a mille... se ne potrebbe fare una “beauty-brain farm”, che ne pensa?» maggio/giugno duemiladieci



testo Cinzia Bono

Katia Montagna

La sua ultima sfilata ha visto in passerella ben 65 capi. Il suo stile è giovane e versatile, fatto di tessuti morbidi, stampe e tanti, tanti accessori. Dalla linea mare agli abiti da sposa (compresa la collezione bambina), Katia Montagna realizza capi esclusivi su misura. Ogni anno produce due collezioni, che presenta ad aprile e a ottobre. Riceve, solo per appuntamento, nel suo atelier di via Schillaci, 29/c Sferracavallo (Palermo) tel. 091 9740117 - 335 6653274


Katia Montagna CREATIVI SICILIANI

KatiaMontagna

«Sono una over 44, ma non mi piace parlare di taglie né forti né comode… Che vuol dire? A ognuno, di taglia, sta comoda la sua! Tutte queste definizioni non hanno niente a che fare con il mio stile, con quello dei vestiti che indosso e che disegno. Sono i modelli che aggraziano le forme o le nascondono, i tessuti fanno la loro parte, ma le taglie non c’entrano affatto». A parlare così è una donna che, non avendo mai potuto sfoggiare in spiaggia il mitico “90-60-90”, di espressioni come quelle accennate sopra ne ha sentite troppe. Da quattro anni la quarantunenne Katia Montagna si fa strada nel mondo della moda o, come lei stessa preferisce dire, della sartoria: «Non mi interessa l’aspetto industriale della moda; mi piace l’idea del salotto anni ‘60, dove le donne si riunivano e parlavano di stoffe e vestiti… e, perché no, anche del loro privato! Un ambiente confortevole e familiare, questo offre il mio atelier». Proviene da una famiglia di sarte. «Sono una creativa, lo sono sempre stata. Chiedevo a mia nonna di insegnarmi a cucire e lei mi spiegava come fare gli orli o attaccare i bottoni…». Sognava di fare la stilista. Ha lavorato nel settore dell’abbigliamento, come addetta alle vendite, e gestito negozi di maglieria e di calzature. Idee chiare e un approccio positivo con la gente sul lavoro sono le caratteristiche per cui i datori di lavoro la stimavano. «E poi facevo vendere tanto. Nell’ultimo negozio in cui ho lavorato ho venduto dieci giacche di pelle in un giorno. Niente male, no?», sorride orgogliosa. Da ragazzina dal fisico non proprio asciutto le sue insicurezze deve averle avute. Ma queste oggi hanno lasciato il posto, nella donna che ha saputo accettarsi e affermarsi, a una grande autostima. La forza di volontà l’ha aiutata molto nel percorso che ha deciso di intraprendere, anche a tenere alla giusta distanza chi magari non l’ha proprio incoraggiata e ora le propone di collaborare: «Sono una persona con molto carattere; accetto volentieri il consiglio costruttivo degli altri, ma non mi faccio gestire da nessuno». duemiladieci maggio/giugno

Com’è cominciato tutto? Stanca di sentirsi sempre rispondere che “giusto di quel capo che le piace tanto purtroppo la sua taglia non c’è…”, o che “quel vestito potrebbe anche entrarle, con un po’ di impegno, ma certo non le donerebbe molto…”, la bella palermitana volenterosa ha iniziato a vestire da sé i propri chili, che la moda si rifiutava di abbigliare. E siccome, a parere delle sue amiche e conoscenti, lo faceva piuttosto bene, con gusto, stile e originalità, la conseguenza è stata una serie di: “Perché non ne fai uno anche a me, quando hai tempo?”. Ovviamente, il tempo per le amiche si trova sempre. Certo, quando poi il sasso è gettato il cerchio si allarga, e il tempo (per le amiche delle amiche…) non basta più. «Quando poi, non più contente di ciò che indossavo io, hanno iniziato a chiedermi cosa avrei potuto proporre loro per la stagione successiva, mi si è accesa la scintilla». A quel punto bisognava proprio organizzarsi! Di lì a poco, due belle fanciulle hanno portato a spasso per il suo atelier sedici abiti disegnati da lei, davanti agli sguardi soddisfatti delle amiche accorse in gran numero. L’atelier e le locations successive (il Circolo Ufficiali e le Officine Baronali) si sono rivelate insufficienti a contenere il pubblico, sempre più copioso; così, l’ultima sfilata è stata ospitata dall’Hotel San Paolo Palace. «Una bella soddisfazione. E pensare che è successo tutto grazie al passaparola! Io non ho mai cercato di farmi conoscere. Tuttora non mi piace apparire, preferisco che si parli dei miei abiti che, per fortuna, sembrano non passare inosservati». Katia Montagna oggi è molto soddisfatta del proprio percorso. Ha sposato un lavoro che è anche una passione, e mette la sua opera a disposizione degli altri. Non fa grandi progetti, preferisce fare un passo alla volta. «Una sfilata d’estate sulla spiaggia, questo mi piacerebbe realizzare». E alle ragazze che condividono la sua passione consiglia: «Bisogna perseverare, avere grinta e buon gusto; il resto viene da sé». 37

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Come rigenerare la pelle

con l’acido ialuronico senza punture Oggi a tutte le età si possono eliminare rughe e macchie sul volto, con un’applicazione dall’effetto estetico immediato, evitando la chirurgia Nell’ambito della medicina estetica, dopo anni di sostanziale staticità delle procedure negli interventi correttivi, oggi ci troviamo di fronte a una novità significativa nell’ambito del ringiovanimento della pelle, per la sua efficacia, la sua semplicità applicativa, la durata dei risultati e i costi contenuti. La metodica utilizzata non sostituisce il filler per le rughe profonde o il botox, ma ha un effetto sinergico con questi, aumentandone l’effetto e la durata; sostituisce invece completamente i trattamenti rivitalizzanti sempre a base di iniezioni di acido ialuronico, vitamine e amminoacidi. Questo trattamento leviga sia le piccole rughe sia quelle profonde di una pelle invecchiata e più matura, elimina le macchie, recupera il turgore vitale perso negli anni, con un effetto visibile fin dal primo trattamento. Così, si ottiene infatti un buon risultato perché agisce in maniera simile all’ossigenoterapia ma con un carattere più attenuato, in sedute della durata di circa 40 minuti sufficienti per ottenere un ri-

sultato soddisfacente. Questa metodica fa sì che l’acido ialuronico venga fatto assorbire dalla pelle di tutto il viso, del collo e del decolleté e, nel caso, anche delle mani quando queste siano particolarmente rugose o con la pelle sottile.

Un’apparecchiatura innovativa leviga la pelle del viso in meno di un’ora restituendole tono e luminosità L’acido ialuronico, attraverso questo trattamento, penetra infatti nella pelle come l’ossigenoterapia fatta sui tessuti; in tal modo, data l’alta qualità dell’acido associata a preziose vitamine antiossidanti, viene esercitata un’azione fortemente rigenerante. La procedura è del tutto neutra e non provoca fastidi né nella fase applicativa né in seguito. L’innovazione è quindi reale ed evidente, poiché consente di evitare le iniezioni favorendo un dosaggio esattamente proporzionato alle esigenze del trattamento di cui si ha bisogno.

La procedura non ha controindicazioni rispetto all’età e può essere eseguita anche su soggetti affetti da psoriasi o da altre affezioni alla pelle. È possibile utilizzare sieri per contrastare le macchie, le rughe, per rivitalizzare, a seconda dello stato della pelle. Un aspetto particolarmente interessante riguarda il fatto che più la persona trattata è avanti con gli anni, migliori sono i risultati ottenibili. La durata del risultato, opportunamente verificata, è di circa 50 giorni. Dopo questo periodo si esegue un richiamo proporzionato alle esigenze che da persona a persona sono naturalmente diverse. Il trattamento può rigenerare i tessuti delicati come quelli del volto senza forzature, in modo naturale ed armonico. Questa soluzione rappresenta un’alternativa ai metodi attualmente conosciuti. Il trattamento fin qui descritto, utilizzato da oltre cinque anni negli Stati Uniti, per rigenerare la pelle di dive di successo internazionale, offre una buona affidabilità.

Il team di specialisti di Laser Lab, centro di medicina del benessere, costituito da medici estetici, nutrizionisti e terapiste è in grado di offrirvi nuovi orizzonti e risultati garantiti per il trattamento di tutte le aree del corpo, dai fianchi alle braccia, dalle caviglie ai glutei,dalla perdita di peso fino al mantenimento del peso forma. Grazie ad innovativi strumenti lipolitici come cavitazione, LPG Endermologie, Vela smooth i quali sfruttano radiofrequenza, ultrasuoni e luce ad infrarossi, garantiamo la riduzione delle circonferenze e l’eliminazione del carico adiposo dalle zone del corpo più critiche. Passando a tecniche che attengono alla chirurgia, presso il Centro potrete effettuare la Smart Lipo, metodica efficace, meno invasiva e sicuramente con minori tempi di recupero della liposuzione, i cui risultati sono visibili immediatamente. | Via Wagner, 4 -90139 Palermo - Italia | www.laserlabpalermo.com - info@laserlabpalermo.com | tel: +39 091 6113655 - fax: +39 091 7845605 - cell: +39 348 7958534

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Messaggio promozionale



L’architettura entra in

Studio


Studio LCT ARCHITETTURA & DESIGN

testo Rosanna La Rosa/Marta Paolini

Lo staff dello studio


ARCHITETTURA & DESIGN Studio LCT

Esterni ed interni dello studio LCT di Ispica

L’edificio che ospita il quartier generale nasce dall’esigenza di progettare uno studio di architettura capace di raccordare le diverse esigenze richieste dalla specificità del lavoro La prima impressione è singolare: un edificio dalla linea moderna si ritaglia un proprio spazio fra le case vecchiotte di Ispica, contrapponendo alle tradizionali facciate di palazzine anni Sessanta e Settanta lo slancio di un design assolutamente diverso. Un effetto vagamente straniante, insomma, che ci introduce in uno studio di architettura fra i più prolifici e interessanti della Sicilia orientale: LCT-Architettura è stato costituito da Salvatore Tringali e Rosanna La Rosa nel 1987. Entrambi si sono formati all’interno della scuola di Aldo Rossi, sviluppando poi una propria autonomia progettuale, coniugando i principi generali con il carattere specifico dell’architettura del luogo. L’edificio che ospita il quartier generale nasce dall’esigenza di progettare uno studio di architettura capace di raccordare le diverse esigenze richieste dalla specificità del lavoro (dagli spazi destinati alla progettazione vera e propria, a quelli destinati all’elaborazione ed agli spazi di servizio). Ad ognuno dei cinque piani che compongono la struttura è stata assegnata una destinazione precisa, imprimendo all’edificio il forte carattere distintivo che lo connota. Il prospetto si caratterizza come prospetto urbano, con forti e peculiari caratteristiche simmetriche. In esso si individuano tre assi principali: una zona centrale, arretrata rispetto al filo dell’edificio, in corrispondenza della quale si sviluppa un’ampia

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vetrata, a tutta altezza, che garantisce una luminosità indiretta agli ambienti di lavoro; due assi laterali che individuano altrettanti registri rettangolari, rivestiti totalmente in pietra, la cui parte basamentale è scandita da quattro aperture, due per lato, poste in corrispondenza della sala riunione e della zona d’ingresso. Il coronamento dell’edificio è costituito dal poderoso cornicione aggettante e dal soprastante prospetto dell’atelier, arretrato rispetto al filo della costruzione, interamente rivestito in rame tipo TEKU PATINA. La posizione dell’edificio ha imposto il ricorso ad una tipologia avente un solo fronte urbano, aperto verso la città ed i restanti lati inseriti tra le altre costruzioni attigue. Tale specificità tipologica ha fornito lo spunto per la distribuzione interna: ogni livello è stato organizzato attorno ad un elemento focalizzante centrale che ha determinato la divisione di ciascun piano in due settori: uno verso l’esterno e l’altro verso l’interno. Il piano interrato accoglie i servizi logistici vale a dire l’archivio, la sala editing e la cucina. Nella parte esterna trovano spazio la biblioteca e la sala consultazione dei testi e dei materiali, caratterizzata dalla doppia altezza sull’ingresso. Il piano terra distribuisce centralmente, attorno alla doppia altezza sulla biblioteca, una sala riunione (accessibile con passerella sospesa in acciaio), posta in posizione simmetrica opmaggio/giugno duemiladieci


Studio LCT ARCHITETTURA & DESIGN

Particolari del progetto

posta all’ingresso, il centralino, i servizi e gli uffici destinati alla direzione lavori. Parallelamente all’asse principale d’ingresso si trova la scala di collegamento ai piani superiori, tutti caratterizzati da uno spazio centrale cilindrico, a tripla altezza, attorno al quale vengono distribuiti gli ambienti. Un ampio e luminoso lucernaio, a copertura dello spazio cilindrico, garantisce una ottima luminosità nelle ore diurne, materializzando l’asse verticale di distribuzione. L’intersezione dell’asse verticale e degli assi orizzontali di distribuzione enfatizzano la simmetria e la centralità dell’intero edificio, oltre alla flessibilità ed alla fruibilità dei percorsi. Anche in questi piani ritroviamo la suddivisione fra spazi aperti verso l’esterno e spazi più raccolti, verso l’interno. Al primo piano, all’esterno si colloca l’area di produzione tecnica, caratterizzata da un open space con zona riunioni in posizione baricentrica. Nella parte retrostante, due uffici. Al secondo piano, seguendo lo stesso schema distributivo del primo piano, trovano collocazione i due studi di rappre-

sentanza con una piccola sala riunione centrale, fruibile alternativamente da ciascuno studio, e due uffici posti nella parte posteriore, destinati alla segreteria tecnica ed amministrativa. L’ultimo piano, costituito dalla sola parte anteriore, è caratterizzato dall’atelier di progettazione, anch’esso concepito come open space; una passerella di distribuzione sospesa sulla tripla altezza conduce all’archivio fotografico. La peculiarità pregnante del prospetto risiede nella parete ventilata, realizzata in corrispondenza dei registri rettangolari laterali, che garantisce la coibentazione e la ventilazione degli ambienti di lavoro. Le finiture interne producono un risultato d’effetto, dato dal connubio e dalla commistione di materiali tradizionali (la pietra arenaria e lavica, il legno) con materiali più innovativi quali l’acciaio, l’alluminio, il ferro e il vetro, razionalmente amalgamati e piegati alla funzionalità ed alla caratterizzazione degli spazi.

I piani dell’edificio si sviluppano intorno a uno spazio centrale cilindrico

Info: www.lct-architettura.it duemiladieci maggio/giugno

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NATURA Glossario delle nuove tendenze in chiave verde

testo Stena Paternò del Toscano foto Joyce N. Boghosian, Stena Paternò del Toscano, www.verticalgardenpatrickblanc.com

Glossario delle nuove tendenze in chiave verde Il giardino: da status symbol del boom economico a dispensa personale di ortaggi e frutti da consumare in tutta sicurezza ed economia

In alto, Michelle Obama mentre si prende cura dell’orto presidenziale, in basso, l’Emporium Ascenseur di Bangkok

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Orti urbani e Giardini commestibili, Giardini verticali, Giardini pensili e Tetti giardino, Eco e Green Design, Guerriglia gardening… anche in Italia arrivano le nuove tendenze legate al mondo vegetale. Si tratta di idee che spaziano dal design al costume e che rispondono alla necessità di trovare soluzioni per affrontare la crisi economica e individuare nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Tutto questo è il nuovo stile di vita “green life”: la grave crisi economica ha dato nuovo slancio a un diverso approccio nei confronti della natura e delle abitudini dei consumatori, e la moda anticipa o insegue l’evoluzione. Anche la first lady americana, Michelle Obama, ha suscitato interesse e scalpore dopo avere annunciato di avere creato un orto alla Casa Bianca, che cura lei stessa e da cui provengono frutta e verdura per la tavola presidenziale, bambini inclusi. Quella degli orti urbani, ovvero campi di terra comuni a più cittadini dove è possibile coltivare, produrre e raccogliere ortaggi e verdure per il consumo personale, è ormai una esperienza che da Milano a Roma si consolida ogni anno di più. Ogni Comune stabilisce le proprie regole, quando il suolo è pubblico, ma esistono anche casi di estensioni di terreni privati che vengono affittati a gruppi e famiglie. L’orto urbano risponde alla triplice esigenza di 1) risparmiare sui consumi; 2) praticare un hobby ritenuto salutare e rilassante; 3) mangiare prodotti di cui si conosce la provenienza. In Sicilia, dove siamo abituati a chiamare “giardino” il campo coltivato ad agrumi, non è così difficile immaginare di fare dimaggio/giugno duemiladieci


Glossario delle nuove tendenze in chiave verde NATURA

ventare “moda” una tradizione già radicata, magari estendendola alle scuole e alle periferie. Altra tendenza molto chic, in netta contrapposizione con il passato, è quella di coltivare nel proprio giardino ornamentale anche piante “da mangiare”, dalle more alle piante da frutto fino al piccolo orto… Ecco come cambia il modo di abitare un giardino: da status symbol del boom economico dove il giardino “pronto effetto” ricco di collezioni di piante provenienti da tutto il mondo esisteva solo per essere ammirato, al giardino commestibile dove i palmizi e le collezioni di piante grasse si accompagnano alle fioriture di un ciliegio o agli aromi delle piante officinali, esemplari di ulivi e collezioni agrumi. Questa “moda” è collegata al desiderio di mangiare sano, di raccogliere i frutti della terra, insomma di un rinnovato rapporto con la natura. Piantare verde, si sa, aiuta l’ambiente ad assorbire e compensare le emissioni di CO2, e così molti governi, enti locali e associazioni, ma anche grandi aziende in tutto il mondo predispongono da tempo importanti impianti di forestazione. Nelle grandi città, dove gli spazi per piantumare nuovi giardini sono ormai ridotti, mentre aumenta ogni giorno l’esigenza di ridurre l’inquinamento, artisti, botanici e paesaggisti hanno individuato soluzioni per “vegetalizzare” le aree urbane. Il botanico Francese Patrick Blanc, ad esempio, dopo avere studiato a lungo in natura il portamento verticale delle piante e avere sperimentato e coltivato numerose essenze su substrati non terricoli con la tecnica della fertirrigazione, ha brevettato, progettato e realizzato splendide pareti vegetali o living walls in tutto il mondo. Sul sito ufficiale www.murvegetalpatrickblanc.com è possibile ammirare diverse installazioni. Un esempio spettacolare è rappresentato dagli 800 metri quadri di copertura della facciata del museo Quai Branly a Parigi. Anche i giardini pensili, idea che evoca l’antica Babilonia, rappresentano una soluzione alternativa e decisamente più accessibile che sta prendendo piede anche in Italia. L’idea di dotare un palazzo di un giardino pensile o di un tetto - giardino, e non parliamo di vasi, ma veri e propri impianti a verde con prato e alberi, è studiata in tutto il mondo da diversi studi di progettazione. A Londra, ad esempio, l’alleanza britannica per un’agricoltura e un’alimentazione più so-

Il Museo Quai Branly a Parigi

stenibile - Sustain- sta addirittura sviluppando diversi progetti di Tetti-Giardino-Commestibili sulla riva est del Tamigi. La green life infine si è insediata anche nel settore moda vero e proprio. Le ultime sfilate milanesi hanno visto un crescendo di nuovi stilisti che utilizzano materiali riciclati o fibre vegetali in nome del consumo critico e responsabile. Anche in questo settore non mancano le trovate “particolari”: il designer islandese Hafsteinn Juliusson ha creato una collezione di gioielli verdi strictu sensu, vale a dire anelli nei quali, alla classica pietra preziosa incastonata, è stato sostituito un minuscolo prato di muschio islandese. Al proprietario la responsabilità di innaffiarlo con cura…


BRAVO CHI LEGGE Letture di primavera

Letture di primavera... Tutti siciliani i libri di questo mese, ma tutti assolutamente diversi: c’è il libro sulla mafia e la guida dei luoghi del cinema, la biografia di uno sbirro e quella di Angelo D’Arrigo. E altro ancora...

2 punti di vista sulla sicilia

Don Vito Le relazioni segrete tra Stato e mafia nel racconto di un testimone di eccezione Massimo Ciancimino Francesco La Licata Feltrinelli, 313 pagg., 18 € Bugiardo o opportunista? Astuto o semplicemente stupido? Davanti alle rivelazioni di Massimo Ciancimino, il figlio di Vito, sindaco di una Palermo torbida e criminale, in tanti si sono chiesti cosa voglia davvero quest’uomo. Scaricarsi la coscienza? Ingraziarsi i magistrati? Vendicarsi? Per capirci qualcosa, val la pena leggere il libro in cui Ciancimino, insieme al giornalista Francesco La Licata, squarcia il velo sui misteri del padre.

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L’assaggiatrice Giuseppina Torregrossa Rubbettino, 150 pagg., 16 € È completamente diverso il libro di Giuseppina Torregrossa che ne L’assaggiatrice ci racconta la storia di una donna, Anciluzza. Diverso perché siamo nel mondo della fantasia, ma anche perché qui l’immagine della Sicilia è quella di una terra forte, sana, ricca. Abbandonata dal marito, Anciluzza si improvvisa commerciante, mettendo su una putìa di specialità siciliane. Un racconto fugace e lieve, “condito” da deliziose ricette.

Guide siciliane Da molti anni specializzata nella realizzazione di reportage turistici, Maria Laura Crescimanno ha ora raccolto le sue esperienze in Suggestioni di Sicilia (Marcello Clausi editore, 173 pagg., 18 €). È possibile trovarvi, come recita il sottotitolo, itinerari, indirizzi e consigli illustrati dal fotografo Alfio Garozzo. Seguendo dieci temi - o “suggestioni”, appunto - l’autrice accompagna i lettori attraverso tutta la Sicilia, da Palermo a Pantelleria, da Catania a Levanzo, fornendo tutti gli strumenti utili per chi vuole conoscere la nostra isola. È una guida anche “Sicilia. Guida ai luoghi del cinema” (Giunti editore, 208 pagg., 23 €) che prende spunto dal mare magnum della cinematografia ambientata in Sicilia. Un volume per molti versi sorprendente, che se da una parte presenta luoghi celeberrimi come la spiaggia di Pollara de “Il postino” o il salone del ballo del “Gattopardo”, a palazzo Ganci; dall’altra ci svela una quantità di chicche da veri cinefili: chi, infatti, sa che la famosa scena della piscina di “Palombella rossa” di Nanni Moretti fu girata nelle terme di Acireale, o che nel paese fantasma di Poggioreale furono ambientate scene de “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore? Le autrici Elena Brancati e Simona Calì Cocuzza hanno messo insieme film noti e meno noti, confezionando un libro godibilissimo, da portarsi sempre dietro per scoprire, anche per caso, una nuova, inattesa location.

maggio/giugno duemiladieci


Letture di primavera BRAVO CHI LEGGE

Fra realtà e fantasia

In volo senza confini Una storia d’amore, di volo e di condor Laura Mancuso Corbaccio, 180 pagg., 16,60 € “Questo è il libro che non avrei voluto mai scrivere. Ma è anche il racconto della mia esistenza. Un racconto di successi e di mal di montagna, di passione e di amarezza. Un arcobaleno di emozioni tra le risate e il vento. Ansie e fatiche nel sole cocente del deserto o al freddo pungente dell’Himalaya. Una storia di amore e di coraggio. Di aquile, gru, falchi, poiane, albatros e condor. Poca quiete ma, come diceva Angelo, ‘per riposarsi c’è sempre tempo’». Laura Mancuso è la moglie di Angelo D’Arrigo, l’uomo che ha insegnato a volare agli uccelli. È stata la sua compagna di vita e di avventure. Al suo fianco in ogni impresa, in ogni rischio, in ogni successo o delusione. Alla sua morte ha deciso di portare a compimento i suoi sogni. Questo libro intenso, duro, coraggioso, grondante di amore e di fierezza, è la storia sua, e di Angelo.

100% sbirro I.M.D. con Raffaella Catalano Dario Flaccovio Editore, 274 pagg., 13 €

Bianca come il latte rossa come il sangue Alessandro D’Avenia Mondadori, 254 pagg., 19 € Il romanzo d’esordio del palermitano Alessandro D’Avenia è un libro sorprendente per la quantità di emozioni che riesce a concentrare in un numero relativamente breve di pagine. L’autore, che oggi insegna in un liceo milanese, attinge alle proprie esperienze - professionali, personali, familiari - per mettere insieme una storia forte e struggente. Come nel più classico dei romanzi di formazione, seguiamo la vicenda di Leo, uno studente sedicenne la cui vita si dipana fra la noia della scuola, il calcio, gli amici, il telefonino, la musica. Fino a quando l’amore per Beatrice, malata di leucemia, e l’incontro con il “Sognatore”, il supplente di storia e filosofia, non cambieranno radicalmente ogni cosa, trasformando il ragazzino in uomo, facendogli aprire gli occhi su un mondo di sentimenti, e di persone, del quale fino a quel momento non sapeva - o non voleva sapere - nulla. Si piange e si ride, una pagina dopo l’altra. Da non perdere.

Verrebbe da dire che IMD ci ha preso gusto: il poliziotto palermitano, infatti, dopo il successo di Catturandi, in cui raccoglieva le proprie esperienze nell’omonima squadra (ne verrà tratta una fiction ed è in corso di traduzione in Francia e Brasile) torna in libreria. Ancora una volta con Raffaella Catalano, mette insieme le proprie “avventure e disavventure”, realizzando un libro che, come ha dichiarato Andrea Camilleri, sembra un “rude e appassionante romanzo poliziesco” e invece è la vita quotidiana di un poliziotto palermitano, fra piccoli furti e latitanti di mafia. Il libro è strutturato come una raccolta di memorie che si dipanano a partire dall’ingresso di un IMD poco più che ventenne nella Squadra Mobile di Palermo e arrivano fino alla cattura di Gianni Nicchi lo scorso anno. Ma è anche per molti versi una sorta di romanzo di formazione che ci mostra come un ragazzo con la vocazione di poliziotto si trasforma in uno sbirro al cento per cento, un uomo intimamente votato alla giustizia.

Una collana di Siciliani Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Luigi Sturzo sono i primi due volumi della collana Siciliani (Flaccovio editore, 12 €), presentata lo scorso marzo a Palermo e diretta da Giuseppe Carlo Marino. Una collana che si propone di presentare al grande pubblico alcuni fra i personaggi più rappresentativi della storia e della cultura della nostra isola. Persone anche molto diverse, come Ruggero II e Paolo Borsellino, per dare un’immagine a tutto tondo dei Siciliani. duemiladieci maggio/giugno

La biografia di Tomasi di Lampedusa è stata scritta dal palermitano Salvatore Savoia, segretario generale della società di Storia Patria, mentre Eugenio Guccione, ordinario di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Palermo, ci restituisce la storia del padre spirituale della Democrazia Cristiana. Volumi da non perdere per gli appassionati di biografie, ma non solo, in cui i capitoli inanellano gli episodi salienti di vite fuori dal comune, per una lettura a un tempo piacevole e istruttiva. 47

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IL LIBRO DEL MESE Camilleri/La caccia al tesoro

Il libro del mese Andrea Camilleri

La caccia al tesoro Sellerio editore, 288 pagg., 14 €

I fratelli Gregorio e Caterina Palmisano, settantini, presi da manie sacre si sono asserragliati in casa e accolgono i poliziotti che si presentano alla loro porta a colpi di pistola. Ma non è la sola sorpresa: la casa fa spavento per lo stato d’abbandono e per la selva di crocifissi mentre sul letto di Gregorio viene trovata una bambola gonfiabile, lacera, quasi senza capelli e priva di un occhio. Dopo qualche giorno un’altra bambola di gomma viene rinvenuta in un cassonetto di Vigàta. Montalbano è un po’ perplesso, e mentre si porta le due pupe a casa per ragionarci sopra - con l’inevitabile commedia degli equivoci che la loro presenza genera in Adelina e Ingrid - comincia a ricevere delle strane lettere anonime... La caccia al tesoro è una storia inquietante, cruenta, con un commissario più incline alla riflessione e che questa volta rischia davvero grosso.

Che Gregorio Palmisano e sò soro Caterina erano pirsone chiesastre fin dalla prima gioventù, era cosa cognita in tutto il paìsi. Non si pirdivano ‘na funzioni matutina o sirali, ‘na santa missa, un vespiro, e certi volte annavano in chiesa macari senza un pirchì, sulo che ne avivano gana. Il liggero profumo di ‘ncenso che stagnava nell’aria doppo la missa e l’aduri della cira delle cannile era per i Palmisano meglio del sciauro del ragù per uno che non mangiava da deci jorni. Sempri agginocchiati al primo banconi, non calavano la testa nella prighera, la tinivano isata, con l’occhi bene aperti, ma non taliavano però né verso il granni crocifisso supra all’altaro maggiori né verso la Madonna che stava addulurata ai sò pedi, no, non staccavano manco per un attimo la taliata dal parrino, di quello che faciva, di come si cataminava, di come girava le pagine del Vangelo, di come binidiciva, di come moviva le vrazza quanno diciva domino vobisco e po’ finiva con ite, missa est. La vera virità era che avrebbiro voluto essiri parrini tutti e dù, mittirisi cotte, stole, paramenti, rapriri la porticeddra del ta-

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bernacolo, tiniri ‘n mano il calice d’argento, comunicare i divoti. Tutti e dù, macari Caterina. La quali, quanno aviva ditto a sò matre Matilde cosa avrebbi voluto fari da granni, quella l’aviva risolutamente corriggiuta: «Vuoi diri la monaca». «No, mamà, il parrino». «Cè! E pirchì vuoi fari il parrino e la monaca no?» aviva spiato arridenno la signura Matilde. «Pirchì il parrino dice la missa e la monaca no». E inveci erano stati obbligati ad aiutari il patre che faciva il grossista di alimentari che tiniva stipati in tri granni magazzini uno appresso all’altro. Alla morti dei genitori, Gregorio e Caterina avivano cangiato merci, al posto di pasta, buatte di conserva di pommodoro, stoccafisso salato, si erano mittuti a vinniri cose d’antiquariato. Era Gregorio che procurava la robba firriannosi le chiesi cchiù vecchie dei paìsi vicini e i palazzi mezzo sdirrupati di nobili un tempo ricchi e ora addivintati morti di fame. Uno dei tri magazzini era chino chino di crocifissi, a principiare da quelli da maggio/giugno duemiladieci


Camilleri/La caccia al tesoro IL LIBRO DEL MESE

Per gentile concessione di Sellerio Editore tiniri appinnuti al collo con una catenella a finiri a quelli a grannizza naturale. E c’erano macari tri o quattro croci nude, in facsimile, enormi, pesantissime, destinate a essiri portate d’incoddro a un penitenti nelle processioni della simana santa, mentri i tinti centurioni romani gli davano scuriate. Addivintati lui sittantino e lei sissantottina, avivano svinnuto i tri magazzini, ma una certa quantità di robba se l’erano portata di notte nella loro casa, all’ul-timo piano di un palazzo allato al municipio. Era ‘na casa di sei càmmare spaziose e con un terrazzo, nel quale i dù non annavano mai, troppo granni per un frati e ‘na soro che non si erano mai voluti maritare e non avivano manco nipoti. La loro fissazioni religiosa aumentò col fatto che non avivano cchiù nenti chiffare, niscivano sulo per annare in chiesa, affiancati, passi rapidi, testa calata, senza arrispunniri ai saluti e po’ tornavano a ‘nserrarsi ‘n casa, le persiane sempre chiuse, come se erano eternamente a lutto. La spisa gliela faciva ‘na fìmmina che avivano avuto per puliziare i magazzini, ma non le pirmittivano mai di trasire ‘n casa. Alla matina la fìmmina trovava supra alla porta un pizzino tinuto da ‘na puntina da disigno nel quali Caterina aviva scrivuto quello che le abbisognava e sutta allo zerbino ci stavano ammucciati i soldi nicissarii. Quanno tornava, appuiava ‘n terra i sacchetti, tuppiava, e avvirtiva, prima di ghirisinni: «La spisa!». Non avivano televisioni e quanno facivano ancora l’antiquari, nisciuno mai li vitti leggiri un libro o un giornali, sulo il breviario, come fanno i parrini. Passati ‘na decina d’anni, qualichi cosa cangiò. I Palmisano non niscero cchiù da casa, non frequentarono cchiù la chiesa, non s’affacciarono mai a un balcuni, manco quanno passava la processioni del patrono del paìsi. L’unico contatto a voci e a pizzini col mondo di fora era quello con la fìmmina che faciva la spisa. ‘Na matina i vigàtisi si addunaro che tra il primo e il secunno

balcuni dei Palmisano era comparso un granni striscione bianco con supra scritto a stampatello: «PECCATORI, PENTITEVI!». ‘Na simanata appresso, tra il secunno e il terzo balcuni, ne spuntò un altro: «PECCATORI, VI PUNIREMO!!». La simana doppo ne comparse un terzo, questo però cummigliava per intero la balaustra del terrazzo ed era il cchiù granni di tutti: «VI FAREMO PAGARE CON LA VITA I VOSTRI PECCATI!!!». Montalbano, visto il terzo striscione, s’apprioccupò. «Ma non mi fari ridere!» gli disse Mimì Augello. «Sono due poveri vecchi svaniti, affetti da mania religiosa!» «Mah!». «Cos’è che non ti persuade?». «I punti esclamativi. Da uno sunno addivintati tri». «Embè?». «Signo che hanno ‘ntiso dari delle scadenze ai peccatori. E questo è l’ultimo avviso». «Ma chi sarebbero poi ‘sti peccatori?». «Tutti siamo peccatori, Mimì. Te lo sei scordato? Sai se Gregorio Palmisano ha il porto d’armi?». «Vado a controllare». Tornò squasi subito, tanticchia scuruso ‘n facci. «Ce l’ha il porto d’armi. L’ha addimannato quanno faciva l’antiquario e gli è stato dato. Un revolver. Ma ha denunziato macari dù fucili da caccia e ‘na pistola che erano appartinuti a sò patre». «Senti, domani ti fai diri da Fazio in quale chiesa annavano e po’ vai a parlari col parroco». «Ma quello è tenuto al segreto del confessionale!». «E tu non gli devi spiare i segreti, gli devi sulo addimannare a che punto di cottura secondo lui può essiri arrivata la loro pazzia e se la ritiene pericolosa o no. Intanto io telefono al sinnaco». «Per fari che?». «Voglio che mandi ‘na guardia dai Palmisano perché levino questi striscioni».

L’autore:Andrea Camilleri Dopo l’esordio nel 1978, passato sotto silenzio, il “fenomeno Camilleri” nasce nel 1992, con La stagione della caccia, pubblicato da Sellerio editore, ed esplode nel 1994 con La forma dell’acqua, il primo romanzo poliziesco che ha per protagonista il commissario Montalbano. L’uso innovativo della lingua, i riferimenti alla contemporaneità, lo stile avvincente sono fra gli elementi che hanno conquistato il pubblico e hanno reso Camilleri uno degli autori più letti della scena italiana. duemiladieci maggio/giugno

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la CAPONATA siciliana


La caponata siciliana LA RICETTA

testo e foto Silvia Crucitti

ingredienti melanzane 1kg gambo di sedano 1 aceto di vino bianco

1/2 bicchiere olive verdi 150 g capperi 60 g filetti d’acciuga sottolio 2 cipolla rossa 1 salsa di pomodoro fresco 200 ml zucchero 50 g basilico qb olio extravergine d’oliva qb

Sapore d’estate Lavate le melanzane, tagliatele a tocchi di due centimetri circa, e ponetele dentro una terrina con acqua e sale per una mezz’oretta. Fatto questo, scolatele e asciugatele con cura con un canovaccio. In una padella antiaderente fate scaldare la sufficiente quantità di olio per friggerle, e quando saranno ben dorate sgocciolatele ponendole in un contenitore con della carta assorbente. Mettetele da parte. Pulite il sedano, scartate le prime coste utilizzando solo il cuore che taglierete in piccole asticciole. Sbollentatele e mettete da parte anche queste. Ponete i capperi a bagno in acqua (se state utilizzando quelli sotto sale), snocciolate le olive e tagliatele a metà. In un tegame o in un wok versate due cucchiai d’olio extravergine d’oliva e fatevi imbiondire la cipolla tagliata finemente insieme a due filetti d’acciuga sott’olio che avrete cura di far disciogliere. duemiladieci maggio/giugno

Appena la cipolla comincerà a dorare versate l’aceto, lo zucchero e la salsa di pomodoro fresco: fate restringere il sugo per venti minuti a fiamma dolcissima. Tenete conto che se assaggiate l’agrodolce durante la cottura, non ha lo stesso gusto di quando viene mangiata fredda. Quando la salsa sarà giunta a metà cottura unite i capperi, le olive snocciolate e portate a termine la cottura. Aggiungete alla salsa agrodolce il sedano sbollentato, le melanzane e completate con qualche foglia di basilico fresco spezzettato con le mani. Mescolate con cura e molto lentamente tutto quanto e servite a temperatura ambiente. La potete preparare in grosse quantità e conservare in barattoli di vetro precedentemente sterilizzati: riempiteli con la caponata, tappateli con cura e mettete il contenitore a testa in giù fino a completo raffreddamento.

Silvia Crucitti Ho 33 anni. Palermo è la mia città. Ho sempre avuto una passione per la fotografia, in seguito si è aggiunta la voglia di raccontare, attraverso le immagini, l’altro mio piacere: la cucina. L’unione di questi due elementi si è trasformata in un diario che racconta le mie tradizioni e tutto quello che mi gira intorno. Così è nato www.kitchenqb.it Un sogno divenuto realtà, una raccolta di ricette e fotografie, meditata da anni e giunta per caso. Attraverso il mio blog, e queste pagine, scoprirete la mia terra: la Sicilia e quello che mi ha lasciato dentro. Spero che diventi, per tutti voi, un luogo accogliente dove il cibo rappresenti un punto di incontro e di condivisione.

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L’ALBERGO La Casa del Poeta

testo Angelica Agnello

B&B La Casa

del Poeta un albergo pieno di poesia info c/da Parasporino Villaggio Pergusa 94100 Enna contatti Nietta Bruno Marilisa Milano Cell: 329 6274918 328 6572731 info@lacasadelpoeta.it www.lacasadelpoeta.it

A pochi metri dal lago di Pergusa, legato al mito del ratto di Proserpina, la villa ottocentesca in cui l’aristocratica famiglia ennese Grimaldi trascorreva parte del periodo estivo da qualche anno ha cambiato volto. Pur salvaguardando l’antico stile architettonico delle case siciliane da villeggiatura, la villa ospita oggi la Casa del Poeta, una dimora per poeti, artisti e raffinati viaggiatori che possono trovare nell’elegante edificio in pietra grandi spazi riservati alla lettura, alla scrittura e all’ascolto della musica. Pareti su cui scrivere, specchi da leggere, lampadari che raccolgono la testimonianza di chi è passato da lì, anche se per poche notti. Ambienti costituiti e costruiti di poesia e letteratura, insomma, circondati dai mille toni del verde siciliano che donano alla vista forti emozioni e richiami alla magia poetica di cui il bed & breakfast è profondamente intriso. Composta da due parti connesse ma distinte, la Casa del Poeta si divide in una casa da leggere, con letti da sfogliare per

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scegliere i versi adatti a una dolce notte, e una casa da scrivere dove, in una delle stanze, si trova una grande parete-lavagna sulla quale è possibile disegnare, scrivere e cancellare. Piccoli esempi delle espressioni artistiche e poetiche che si ha la possibilità di incontrare e soprattutto con cui interagire in questo piccolo gioiello di campagna dove, inoltre, vengono organizzate periodicamente presentazioni di libri di poesie e altre manifestazioni legate all’arte o al passatempo della scrittura e della lettura. L’ospitalità è veramente di livello, com’è evidente fin dalla prima colazione, un pasto genuino a base di latte di capra, the e tisane, cioccolata calda, pane di casa, burro fresco, marmellate e conserve, frutta secca, biscotti e dolci della casa, miele di eucaliptus e tanto altro ancora. L’unico consiglio, o forse un obbligo, è quello di non lasciarsi intimorire e lasciare alla casa uno scritto, per ricordare ed essere ricordati per sempre, in quel luogo magico.

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come arrivare info www.taorminafilmfest.it

Dall’autostrada A18 Messina-Catania, uscita Taormina

dove mangiare

dove dormire

Osteria Nero d’Avola Vico Spuches, 8 Taormina tel. 0942 628874 Conto 35 €, vini esclusi

Hotel Villa Schuler via Roma, piazzetta Bastione, Taormina tel. 0942 23481 Doppia BB da 138 €

PH UFFICIO STAMPA

weekend Taormina Film Fest 12 > 18 giugno

Con qualche orgoglio, gli organizzatori di Taormina Film Fest definiscono il loro festival il “principale appuntamento estivo italiano” e a scorrere i nomi e i titoli che campeggiano sul programma non abbiamo dubbi a dar loro credito. La rassegna, infatti, che si svolge quest’anno dal 12 al 18 giugno, è una grande e importante vetrina per la cinematografia internazionale, con la bellezza di 21 film selezionati in prima visione internazionale o mondiale. Organizzato da Taormina Arte, con il supporto della Regione Siciliana, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Sicilia Film Commission e del Comune di Taormina, oltre a numerosi altri enti e sponsor privati, il Festival (che per

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il terzo anno consecutivo ha la direzione artistica del critico cinematografico Deborah Young) prevede tre sezioni con sette film per ciascuna - Mediterranea, Oltre il Mediterraneo e Miglior Cortometraggio Siciliano - e si concluderà con l’assegnazione, il 19 giugno, dei Nastri d’Argento. Al festival si affianca, da qualche anno, Campus Taormina, iniziativa rivolta agli studenti di cinematografia provenienti da ogni parte d’Italia: prevede workshop interattivi, incontri con protagonisti del cinema siciliano e non solo (già annunciata la presenza, fra gli altri, di Ambra Angiolini), e il progetto Officine Lab che si rivolge agli studenti iscritti al campus i quali potranno richiedere la

possibilità di partecipare a un provino pubblico a Taormina. Il cuore della manifestazione è il bellissimo Teatro Antico, uno dei monumenti più preziosi non solo di Taormina ma della Sicilia intera, scenograficamente posto a dominare la lunga linea falcata della costa jonica e un ampio panorama che si spinge fino all’Etna. Costruito originariamente nel III sec. a. C. fu in seguito ristrutturato e modificato dai Romani, ai quali si deve anche la realizzazione delle Naumachie. Altri monumenti di sicuro interesse sono i Palazzi Corvaja, Ciampoli e Santo Stefano, mentre fra gli edifici religiosi spicca la cattedrale intitolata a San Nicolò (13mo secolo).

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lo sapevi che..? CURIOSITÀ

lo sapevi

che ? di Paolo Raeli

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> Le tigri hanno anche la pelle a strisce, non solo la pelliccia. > In tutto il mondo ci sono più polli che persone. > L’elefante è l’unico mammifero incapace di saltare. > Il cavallo più piccolo del mondo è nato circa un mese fa, si chiama Einstein ed è alto 35 cm. PH MORGUEFILE.COM

PH FLICKR.COM / JESSICAFM

> Animali

Nomi, cose e città >

Il corpo umano > > Il polmone sinistro è più piccolo del destro per fare posto al cuore. > Se si mastica una gomma mentre si sbucciano le cipolle, si trattengono le lacrime. > Se le sue pareti non fossero protette dal muco, lo stomaco si autodigerirebbe. > È impossibile tenere aperti gli occhi mentre si starnutisce.

PH MORGUEFILE.COM

> Il nome Wendy fu inventato da James M. Barrie per il romanzo Peter Pan. > Non si sa quale sia l’etimologia di ok: secondo alcuni deriva da “0 killed”, ossia “zero vittime”, che i soldati americani scrivevano su una lavagna al ritorno dalle battaglia durante la guerra di secessione. Secondo altri discende dal greco “ola kalà” che significa “tutto bene”. > La prima “macchina per il gelato” venne inventata nel Seicento da un siciliano, Procopio De’ Coltelli. Il caffè dove serviva i primi gelati, a Parigi, esiste ancora. > Se il Titanic avesse urtato l’iceberg con la punta, sarebbe rimasto a galla.

PH MORGUEFILE.COM

> Personaggi > Secondo la tradizione, il filosofo Empedocle morì perché colpito alla testa da una tartaruga che un’aquila aveva lasciato cadere. > Miguel De Cervantes e William Shakespeare sono morti lo stesso giorno, il 23 aprile 1616. > Napoleone teneva spesso la mano sul petto perché si massaggiava lo sterno, nel tentativo di lenire i sintomi della gastrite di cui soffriva. > Si dice che Walt Disney avesse paura dei topi. duemiladieci maggio/giugno

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GIUGNO 2010

OROSCOPO I consigli di Partha

Oroscopo di

è astrologo, numerologo, esperto di Vaastu e Feng shui. È in grado di calcolare con accuratezza il tema natale personalizzato, basandosi sulla data e il luogo di nascita del richiedente. Offre guida e suggerimenti a privati e aziende in tutto il mondo, che in questo modo possono beneficiare di una vita migliore e più ricca. Può essere contattato all’indirizzo e-mail: lal_partha@yahoo.com

Ariete

Toro

Gemelli

Cancro

(21 marzo - 20 aprile)

(21 aprile - 20 maggio)

(21 maggio - 20 giugno)

(21 giugno - 22 luglio)

Siete pieni di passione e chi vi sta vicino farà bene a tenere presente che intendete veramente quel che dite. Inoltre, anche la vostra motivazione interiore cresce e questo può esservi d’aiuto quando cercate di intervenire in situazioni in divenire. Fate attenzione, però: non permettete che certe cose assumano una tale importanza da impedirvi di divertirvi. Quando le cose che dovrebbero essere un piacere diventano un obbligo è il caso di fare un passo indietro e valutare attentamente il vostro coinvolgimento.

Ci sono scelte da fare e decisioni da prendere, ma il problema è che ci sono tante cose da considerare, anche non evidenti. Quel che normalmente sarebbe semplice può diventare piuttosto complicato, perché sapete e capite tante cose. L’universo si mette in contatto con voi e vi dona consapevolezza e comprensione: le stelle stanno cercando di trasmettervi un messaggio più profondo. Dunque fidatevi del vostro intuito. Fate cose nuove, visitate posti diversi: vi aiuterà. E tenete a mente che non tutto quello che vi dicono è vero!

A volte avete l’impressione che ogni tentativo che fate per elevarvi venga accolto da critiche e, anche se alcune di esse sono costruttive, vi disturbano. Tuttavia, non lasciatevi demoralizzare, ma cercate di utilizzarle come uno stimolo ad andare avanti. In effetti ci sono diverse cose da aggiustare e avete l’energia per mettervi all’opera. Cercate di separare il lavoro dai commenti, isolate tutti quelli positivi e lasciatevi alle spalle quelli negativi. In ogni caso, rispettate i vostri tempi, non lasciate che vi facciano fretta o pressioni.

La congiunzione fra Marte e Saturno fa sì che le vostre azioni abbiano serie conseguenze a lungo termine. Dovete essere forti e difendere le vostre opinioni, ma allo stesso tempo rendervi conto di quando giunge il momento in cui è meglio lasciar perdere piuttosto che andare a cozzare con gli altri. Fate appello a questa saggezza quando gli altri cercheranno di coinvolgervi nei loro conflitti: restatene fuori. Le questioni familiari sono molto importanti! In questo periodo i due fattori cruciali per voi sono casa e salute che richiedono la vostra attenzione. Fate piani per il futuro.

Leone

Vergine

Bilancia

Scorpione

(23 luglio - 22 agosto)

(23 agosto - 22 settembre)

(23 settembre - 22 ottobre)

(23 ottobre - 21 novembre)

In questo periodo dovete tenere sotto controllo i vostri sentimenti ed emozioni. Avete la tendenza a essere aggressivi per “mettere a posto” le cose, ma questa volta potrete constatare che più spingete più troverete resistenza. Sono possibili perfino gravi rotture. Sarete al centro dell’attenzione, gli altri vi trovano divertenti. Approfittatene per imporre le vostre doti da leader. Siate forti e determinati al momento giusto. Il vostro intuito finanziario vi dà una mano: è un ottimo momento per fare un po’ di shopping.

S 58

Partha Kanjilal

Le stelle dicono che tutto procede a dovere e che vi muoverete con decisione verso i vostri obiettivi e i vostri sogni, a patto di non diventare impazienti e imbrogliare le situazioni. Anche se può sembrare egoista, è il momento giusto per concedervi un po’ di riposo e relax. Dovete sforzarvi di vivere “alla giornata” e imparare ad adattarvi. Sembra che l’universo stia cercando di tirarvi fuori dalle vostre abitudini per consentivi di vedere e conoscere gli altri in una luce diversa. Dovreste cercare di sperimentare nuove idee e possibilità: vi siete adagiati troppo sulla routine.

In questo periodo le relazioni sono particolarmente importanti. È essenziale che chi vi sta intorno sappia che può fidarsi e appoggiarsi a voi quando ne ha bisogno. Quel che vi succede in questo periodo avrà molte più conseguenze sul futuro di quanto possiate immaginare. Vi servirà a ridefinire i ruoli e a capire chi potrebbe uscire di scena definitivamente: la situazione non è stabile come pensate! La comunicazione è essenziale: cercate di essere sempre chiari, non aspettatevi che gli altri vi sappiano leggere nel pensiero. Se sarete sinceri, otterrete più facilmente quel che desiderate.

Ogni cosa va per il meglio, a parte il fatto che per alcuni versi vi sentirete in disaccordo con gli altri. Se da una parte siete bravissimi nel portare a compimento tutto quel che vi prefiggete, dall’altra, infatti, capita che non troviate comprensione. Facendo più attenzione a quel che vi dice chi vi sta intorno, otterrete una percezione più chiara. È importante che mettiate stile e grazia in tutto quel che fate, ma al tempo stesso non temete di imporvi, esprimendo sinceramente la vostra posizione. Siate forti!

maggio/giugno duemiladieci


I consigli di Partha OROSCOPO

Sagittario

Capricorno

Acquario

Pesci

(22 novembre - 21 dicembre)

(22 dicembre - 19 gennaio)

(20 gennaio - 18 febbraio)

(19 febbraio - 20 marzo)

In questo periodo chi vi sta intorno potrebbe mal interpretare le vostre parole e potreste passare per arroganti. Per questo il vostro motto dovrebbe essere “parlare piano, colpire forte”, specie perché, anche se siete assai meno assertivi di quel che gli altri pensano, avete la tendenza ad autocompiacervi: non indulgete al suono della vostra voce, passate all’azione. Approfittate della particolare energia che vi caratterizza di questi tempi: è il momento di metterla a frutto per ottenere ottimi risultati nella carriera e nella vita sociale. Senza dimenticare l’umiltà.

Fate attenzione a non sforzarvi troppo di compiacere gli altri e soprattutto non assumete atteggiamenti che, per aiutarvi a entrare in un gruppo, rischiano di farvi perdere di vista il rapporto con la persona amata. Anche perché il pericolo è andare incontro a conflitti. Siate aperti e parlate con chi vi sta intorno. Anche se ci sono argomenti che non vi fa piacere affrontare, questo è il momento di prendere di petto situazioni sgradevoli e risolverle una volta per tutte.

Buon periodo per voi dell’Acquario: potete sperare in un momento ricco di potenziale positivo. Ovviamente, dovete fare qualcosa in proposito, non restare a guardare in attesa che le cose si avverino da sole. Secondo le stelle, anche se ci sono molti problemi e questioni di cui occuparsi, tutto si va risolvendo nel migliore dei modi. Spingetevi in avanti senza riflettere troppo sulle cose. Lasciatevi sospingere dall’intuito e state certi che ci saranno anche altre persone pronte ad aiutarvi. Dovete credere in voi stessi.

Per i nati di questo segno le stelle prevedono l’inizio di un periodo di sviluppo personale e guadagni piuttosto significativi. Avrete fortuna, anche negli investimenti, e il lavoro fatto in passato comincerà a mostrare i suoi frutti. Continuate a espandere il vostro campo d’azione attraverso contatti diretti e personali. Siete pieni di energia e potreste avere l’impressione di poter fare tutto, di poter intraprendere qualsiasi cosa e avere fortuna... e in parte è vero! Approfittatene, questo periodo non durerà per sempre!

GIUGNO 2010


GIOCHI di parole

CRUCIVERBA 1

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ORIZZONTALI 7

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2. È celebre quella del Brunelleschi 5. Metri cubi 7. Isernia (sigla) 9. Coppia di musicisti 10. Un tipo di corsa 15. Deve esserlo la lingua per l’amatriciana 16. Dare risalto, evidenziare 17. Promulgò l’Editto di Milano 19. Novanta meno due 21. A te 22. Tema senza pari 23. Arezzo (sigla) 25. Doppia in burro 27. Il nome di De Palma, famoso regista 30. Italia... a metà 32. Lo diffondono gli altoparlanti 34. Ossa alla base delle dita 36. Faceva coppia con Louise 38. Altro nome dell’iris 39. Celebre colonna celebrativa a Roma 40. Riso... in testa

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VERTICALI

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1. Una nota 2. Che si possono mangiare 3. Di bell’aspetto, vigorosi 4. Il verso del cane 5. Così fa la mucca! 6. Fa rima con amor 8. Può essere matto 9. La titolare del record 11. Louisa May, autrice di Piccole Donne 12. Antica misura per liquidi 13. È pagato per cadere 14. Non si trova facilmente 18. Un tipo di farina 20. Hugo, “papà” di Corto Maltese 24. Piccoli centri abitati 26. Regione tedesca 28. La nostra capitale 29. Né voi né loro 31. Mitica divinità scandinava 33. Lo era Venere 35. Croce Rossa Italiana 37. Ancona (sigla)

Sapete trovare la giusta definizione per ciascuna di queste parole? Brontoscopia 1 2 3

Divinare attraverso i tuoni Esame medico del torace Attrezzo per l’osservazione dei dinosauri

Disgaggio 1 2 3

L’opposto di ingaggio Rimozione di macigni pericolanti Registrazione su dischi in vinile

Pillacchera 1 2 3

Sciocchezza Pasta tradizionale napoletana Schizzo di fango

Limitrofo 1 2 3

Persona presuntuosa Luogo fangoso Vicino, confinante

3

S 60

Rispondendo correttamente alle definizioni date, nella colonna evidenziata potrete leggere nome e cognome di una famosa attrice italiana

Snello, slanciato Strumento musicale in terracotta Elemento di una moltiplicazione Ha il corpo irto di aculei Le unghie del leone Né solido né gassoso Uno dei 5 sensi

Afrore 1 2

IL PERSONAGGIO MISTERIOSO

Originario dell’Africa meridionale Odore penetrante e sgradevole Pietra preziosa

Memoria, traccia Insigne, famoso Il bambino più piccolo maggio/giugno duemiladieci


di numeri GIOCHI

FACILE

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4 8

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1 1

1

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1

5

1

9

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DIFFICILE

SUDOKU Lo schema va riempito con le cifre da 1 a 9. Facendo in modo che siano presenti una sola volta in ciascun riquadro, colonna e linea orizzontale

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1 9+

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2 8+

5+

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5+

7+

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1

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3 2+

5+

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8+

1

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KEN KEN Sempre dal Giappone, dove è stato ideato da un professore di matematica, proviene il Ken Ken, una griglia di operazioni matematiche che può essere più o meno semplice. Il gioco, che dà al Sudoku una valenza matematica, consiste nell’inserire nella griglia una serie di numeri (nel nostro caso da 1 a 4) in modo che producano come risultato, in ciascuna delle aree dai bordi spessi, il risultato dell’operazione specificata in alto a sinistra nelle caselle. Ciascuna cifra può essere ripetuta nella stessa area, ma deve comparire una sola volta in ogni riga e in ogni colonna dell’intero quadrante. Più difficile a dirsi che a farsi

2

9+

4+

3+

5+

4x

1-

3x

2:

9+

5+

duemiladieci maggio/giugno

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GIOCHI Soluzioni

cruciverba 1

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I

Sapete trovare la giusta definizione per ciascuna di queste parole?

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M

C

U

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1, 2, 3, 3, 2

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O 11

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C

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C

C

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N

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T

O

A

R

il personaggio misterioso

R

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S

A

A

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C 19

O 20

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P 25

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T 26

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I 27

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B

U

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A

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I

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C

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E

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S

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A

I

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SOTTILE OCARINA FATTORE ISTRICE ARTIGLI LIQUIDO OLFATTO RICORDO EMERITO NEONATO

1 - Snello, slanciato 2 - Strumento musicale in terracotta 3 - Elemento di una moltiplicazione 4 - Ha il corpo irto di aculei 5 - Le unghie del leone 6 - Né solido né gassoso 7 - Uno dei 5 sensi 8 - Memoria, traccia 9 - Insigne, famoso 10 - Il bambino più piccolo

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T

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A

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sudoku

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Sofia Loren

soluzione:

FACILE

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DIFFICILE

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ken ken

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maggio/giugno duemiladieci





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