RASSEGNA STAMPA DEL 2 OTTOBRE 2019

Page 1

02-OTT-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 23 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 29 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 26 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 26 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 27 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 27 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 27 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 27 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


02-OTT-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


10

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Il politologo rilegge lo strappo del leader leghista e la caduta del governo gialloverde alla luce di un sondaggio riservato

Feltrin: «A Salvini l’autonomia del Veneto sarebbe costata 4-5 milioni di voti al Sud» L’INTERVISTA

Filippo Tosatto baglia chi attribuisce lo strappo di Matteo Salvini al delirio di onnipotenza, all’illusione di trovare una sponda in Zingaretti o magari a un eccesso di mojito. Aldilà delle valutazioni nel merito e delle future conseguenze sul versante politico-elettorale, la sua spallata al governo gialloverde è stata consapevole e dettata da almeno cinque ragioni, la prima della quali si chiama autonomia». Paolo Feltrin, politologo e docente universitario, rilegge il sisma parlamentare d’agosto e rivela un retroscena utile a decifrare da una diversa angolazione la condotta, in apparenza bizzarra e autolesionista, del leader della Lega. Che intende di preciso alludendo all’autonomia? «Un sondaggio attendibile e riservato, pervenuto alla nostra visione, ha avvertito Salvini che il via libera alla riforma au-

«S

tonomista al Nord avrebbe comportato un crollo di consensi nel Mezzogiorno stimato tra i quattro e i cinque milioni di voti. Una prospettiva incompatibile con la sua volontà di primato nazionale e con la stessa natura della Lega 2.0 sovranista e tricolore. Così, per un anno si è barcamenato, poi le richieste di Fontana e Zaia sono diventate ultimative e non più eludibili. Non stupisce che il governatore veneto abbia accolto quasi con sollievo l’uscita del suo partito dall’esecutivo: magari avrà maggior fortuna con il ministro Boccia, pugliese del Pd, più rassicurante agli occhi dei 5 Stelle e del ceto notabile sudista». Basta questo a spiegare la rinuncia inopinata al ruolo di primattore? «Certo che no ma a settembre i nodi delle promesse irrealizzabili sarebbero giunti al pettine. A cominciare dall’impegno ad approvare un ventaglio di incentivi e sgravi fiscali di entità complessiva prossima ai cinquanta miliardi di euro. Era materialmente impossibile, ieri come oggi. E Salvini, ministro e vicepresidente

«Troppe le promesse irrealizzabili, la scelta di rovesciare il tavolo è stata consapevole» Il leader leghista Matteo Salvini e a destra il politologo Paolo Feltrin

del Consiglio, lo sapeva bene. E poi, il suo cavallo di battaglia stava dando segni di stanchezza». Fuor di metafora? «Il blocco dei porti è popolare presso una parte dell’opinione pubblica che lo apprezza come scudo agli sbarchi dei migranti. Ma la battaglia contro le Ong, che certamente fanno

politica estera, non può durare all’infinito. Alla lunga si rivela un’arma spuntata e priva Salvini di un efficace strumento di propaganda. Per non parlare della politica estera». Allude all’isolamento del gruppo leghista a Bruxelles? «Certamente. Alla scoppiettante vittoria del 26 maggio, è

seguita la “terra bruciata” nel Parlamento europeo e i primi ad abbandonare la Lega sono stati proprio gli “alleati” del Movimento 5 Stelle, i cui voti si sono rivelati determinanti nell’elezione della nuova presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Al Carroccio di Salvini non è rimasta che la compagnia dell’unghe-

il presidente degli avvocati alessandro moscatelli

Processo Pfas, appello a Mattarella e Csm «Il tribunale di Vicenza senza magistrati» Il nuovo maxiprocesso con migliaia di parti civili offese si somma a quello del crac Bpvi La Provincia di Vicenza parte civile contro la Miteni VICENZA. Giustizia verso la paralisi a Vicenza, con due maxiprocessi che si accavallano. Dopo lo scandalo Bpvi, in tribunale sono in arrivo i faldoni dei Pfas con la Miteni sul banco degli imputati e migliaia di cittadini pronti a costituirsi parte civile con la richiesta di risarcimento danni alla salute. Per al-

meno 30 anni da Trissino a Lonigo e Montagnana, oltre centomila persone hanno utilizzato l’acqua contaminata dai Pfas con danni che hanno imposto come profilassi la pulizia e la trasfusione del sangue, decisa dalla regione Veneto. Il presidente dell’ordine degli avvocati Alessandro Moscatelli ha scritto una lettera al presidente della repubblica Sergio Mattarella e al Csm perché venga rafforzato l’organico del tribunale di Vicenza, che deve affrontare due emergenze nazionali: il crac Bpvi e lo scandalo

Pfas. Oggi la sezione penale del tribunale conta su un presidente, Lorenzo Miazzi, e su nove giudici. Di questo, tre sono stati assegnati in via esclusiva al processo Banca popolare. Un giudice è stato di recente trasferito, un’altra resterà a casa in maternità. In caso di rinvio a giudizio di alcuni dei manager che gestirono la Miteni, oggi imputati in attesa dell’udienza preliminare, altri due giudici (con quelli popolari, visto che si tratta di reati da Corte d’Assise), saranno assegnati a

quel procedimento. Ne restano tre, di cui uno a servizio parziale perché gli sono stati assegnati anche altri incarichi. È evidente che il resto dei processi ordinari rischia di finire in coda. Per tornare ai Pfas, la Provincia di Vicenza, con il sindaco-presidente Francesco Rucco, ha deciso di costituirsi parte civile nell’udienza preliminare del 21 ottobre davanti al giudice Roberto Venditti. I sostituti procuratori Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner, titolari del maxi fascicolo

Una protesta contro i Pfas

sulle sostanze perfluoroalchiliche hanno chiesto il processo nei confronti di dieci persone: i manager tedesco-lussemburghesi di Icig Patrick Hendrik Schnitzer, 61, Achim Georg Hannes Riemann, 65, difesi dall’avvocato Gianpietro Gastaldello; Alexander Nicolaas Smit, 75, assistito dall’avvoca-

Cambi di casacca, il vincolo di mandato non è la soluzione

N

to Salvatore Scuto; l’irlandese Brian Anthony Mc Glynn, 62, di Milano, con i manager Luigi Guarracino, 62 anni, di Alessandria, Mario Fabris, 56, di Fontaniva, Davide Drusian, 44, di Marano, Mauro Cognolato, 46, di Stra, e Mario Mistrorigo, 67, di Arzignano, tutti difesi dall’avvocato Novelio Furin. Oltre a loro anche il dirigente giapponese Maki Hosoda, 53 anni, residente a Milano e difeso dagli avvocati Giovanni Lageard e Francesco Puntillo. Nel corso delle indagini la procura ha aperto un altro filone d’ inchiesta che comprende l’inquinamento da GenX dal 2013 in poi. Risultano indagato Antonio Nardone, ultimo manager Miteni e altre tre persone, mentre l’azienda di Trissino è stata dichiarata fallita il 18 novembre 2018.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ROBERTO WEBER

IL COMMENTO

ell’arco della passata legislatura furono oltre duecentocinquanta – fra senatori e deputati – i parlamentari che cambiarono maglia, passando da una forza politica ad un'altra oppure andando ad infoltire le fila dei cosiddetti gruppi misti. Nella maggior parte dei casi si trattò di spostamenti dettati da deflagrazioni di tipo politico – come il suicidio di Scelta Civica di Monti - oppure di soggetti che, per svariate ragioni, erano entrati in rotta di

rese Orban, non proprio il miglior biglietto da visita sul versante internazionale». È tutto? «No. Balza agli occhi la crisi dei rapporti con la leadership degli Stati Uniti. In piena crisi di governo, il presidente Trump - che non è esattamente un progressista e anzi aveva manifestato un iniziale apprezzamento verso il populismo salviniano - non ha esitato un istante a manifestare apprezzamento verso il premier Conte, auspicando la sua permanenza a Palazzo Chigi. Soprattutto, nel giro di un mese e senza che Roma muovesse un dito, grazie all’intervento di fondi globali americani lo spread italiano è sceso di un centinaio di punti mentre l’Europa, fino a ieri arcigna, si è improvvisamente dichiarata disponibile ad allentare le briglie sui conti, consentendo una manovra in deficit più espansiva. I poteri forti in campo? Senza ombra di dubbio e il loro endorsement è stato chiarissimo». Come dire, Salvini e i suoi hanno pagato a caro prezzo il plauso a Putin e le frequentazioni moscovite... «Sì, ma è accaduto sicuramente dell’altro, che ancora non conosciamo, serio al punto da spingere la Casa Bianca a mutare radicalmente atteggiamento. Morale della favola? Scoperto il bluff, Salvini ha preferito rovesciare il tavolo. Dalle sue prossime mosse capiremo se è un leader vero, capace di mutare linea o profilo, o soltanto un pokerista baciato a volte dalla fortuna». —

collisione con il proprio partito. Nell’odierna legislatura sembra che la tendenza a ricollocarsi in una nuova squadra – è il caso macroscopico dei numerosi parlamentari usciti dal Pd per far nascere Italia Viva – non si plachi, né che venga meno l’emorragia dalle fila del M5S, né infine che cessino le fibrillazioni entro quello che fu il più grande partito italiano di questi ultimi venti anni, ci riferiamo a Forza Italia. Sembra reggere bene invece la Lega di Salvini che da tutte queste sol-

lecitazioni delle rappresentanze parlamentari è forse l’unica che ha qualcosina da guadagnare. Sotto il profilo squisitamente politico a noi non sembra che il fenomeno in atto, nel suo complesso, possa essere rubricato sotto il segno del tipico costume italiano del cambio di casacca cercato per pura sopravvivenza personale. Abbiamo invece a che fare con la scelta di una opzione politica precisa nel caso dei senatori e dei deputati che hanno seguito Renzi e di elementi effettivi

di dissenso e/o disorientamento per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle. In entrambi i casi siamo di fronte alle conseguenze della presenza di “partiti personali” (è il caso di Renzi) o di partiti-movimento dalle radici ideologiche, politiche e sociali ancora in via di definizione. Pensare – come fa Di Maio – di ricondurre il tutto alla “disciplina di partito” magari introducendo il cosiddetto “vincolo di mandato” è semplicemente sciocco. Significa ipotizzare che con un tratto di in-

gegneria istituzionale (peraltro espressamente negata dalla nostra Costituzione) si possa dar soluzione ad un problema che è squisitamente politico. Di analoga natura è il gran discutere che si fa sul tema della riforma elettorale. C’è la convinzione che possa essere uno strumento normativo a poter determinare domani gli equilibri politici del paese e quindi la sua governabilità. E in entrambi i casi c’è la convinzione che il sistema scelto sia intrinsecamente “migliore”. Tutti sem-

brano dimenticare che la frammentazione politica in Italia non si è arrestata né quando c’era in vigore il sistema a prevalenza maggioritaria, né con il cosiddetto Porcellum – disegnato e così battezzato dal leghista Calderoli - né con l’ultima spettacolare invenzione partorita da Ettore Rosato. Del pari non si è certamente accresciuta la ‘governabilità’ del paese. In questi ultimi 25 anni, le maggioranze per governare ci sono sempre state, se non lo si è fatto, la responsabilità sta nei gruppi dirigenti e certo anche nella complicità del popolo italiano, di chi vota e di chi si astiene. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


20

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

AGORDINO

Il post Vaia in Agordino il sindaco alleghese

Per De Toni «Elemento turistico essenziale» ALLEGHE. Immaginate le

Il lago di Alleghe post pulizia: la Regione ha appaltato i lavori che dovranno essere finiti entro il 2022; in basso Danilo De Toni, sindaco di Alleghe

Il lago di Alleghe rinasce: appaltati i lavori di pulizia La Regione annuncia l’intervento che restituirà al bacino fruibilità e sicurezza Un piano da 8 milioni da completare entro il 2022, ma molto è già stato fatto Francesco Dal Mas ALLEGHE. Più fango che ac-

qua: così si presentava l’alto lago di Alleghe, subito dopo la tempesta Vaia, poco meno di un anno fa. Un catastrofico disastro ambientale, con isole di melma che sembravano aver prosciugato mezzo bacino. Tanto incombenti da sembrare inamovibili. Ma peggio ancora si palesavano i Serrai di Sottoguda, in Comune di Rocca Pietore. Bene, in 11 mesi il lago ha riconquistato un minimo di dignità, ma quando la società “Veneto Acque” avrà finito l’opera di rigenerazione, per la primavera 2022, «questo sarà uno dei più beli laghi d’Europa», assicura il governatore Luca Zaia, vivo perché abitato da pesci ed

anfibi e, lungo le sponde, da una parte la ciclabile, dall’altra le passerelle in legno per lasciarsi catturare dal sole. Ecco, dunque, i due simboli della rinascita dall’uragano, così come sono stati presentati ieri in Regione dal presidente della spa Gianvittore Vaccari e dal direttore Francesco Trevisan. Un’opera ciclopica è stata progettata per il lago, dove, peraltro, si sono già fatti dei lavori. Ci sono da esportare 500 mila metri cubi di detriti, per i quali verranno mobilitati 25 mila camion. Una parte dei sassi, della ghiaia e del fango sarà riallocata a margine del Cordevole, dando forma ad una pista ciclabile, un’altra parte sarà stoccata e resa utilizzabile in caso di emergenza. «L’importo dei lavori del progetto di pulizia del lago e

la realizzazione di un sistema di sicurezza in caso di piene», ha spiegato Trevisan, «ammonta ad 8 milioni di euro, finanziato con fondi del Piano del Commissario per annualità 2019. I lavori sono stati appaltati e contrattualizzati al 30 settembre e la conclusione è prevista per il primo semestre 2022». L’investimento è ingente ma è assolutamente necessario per motivi di sicurezza, come hanno spiegato i tecnici: per aumentare la capacità di invaso del lago, utile al contenimento del materiale solido atteso in occasione degli eventi estremi e per ricostruire il paesaggio del lago a forte valenza turistica. Ma si tratta anche, è stato precisato, di ripristinare l’assetto morfologico del Cordevole, attualmente al-

il governatore veneto

Luca Zaia: «Stiamo facendo uno sforzo davvero strepitoso» BELLUNO. Per la ricostruzione

delle icone naturalistiche delle Dolomiti, il lago di Alleghe ed i Serrai di Sottoguda, saranno impegnati 17 milioni di euro. E per il 2022 tutto sarà pronto. Parola di Luca Zaia, il governatore del Veneto e Commissario per la ricostruzione. «Il vostro lago tornerà color smeraldo», rassicura rivolto al sindaco, «ed avrà un’immagine nord-europea». Ma, senza far torto a

nessun altro sito colpito da Vaia, ecco il presidente confermare che i lavori sono avanti. «Stiamo facendo un lavoro strepitoso. Abbiamo contrattualizzato in pochi mesi 984 cantieri per 354 milioni di euro, impiegando interamente i 377 milioni di euro assegnati dal Governo, cifra comprensiva dei primi sostegni per privati ed imprese. Sommando questi ai 762 cantieri di pri-

ma emergenza conclusi per 15 milioni di euro, in totale stiamo parlando di 1.746 interventi post Vaia». Zaia ricorda di essere in attesa dal Governo dei restanti stanziamenti, fino a un miliardo di euro. Manda a dire a Roma che non accetterà sorprese né furbizie. Anzi, ricorda sempre al Governo che i 984 interventi di mitigazione del danno e aumento della resilienza si stanno realizzan-

L’ASSICURAZIONE DI ZAIA «ALLA FINE AVREMO UN BACINO TRA I PIÙ BELLI D’EUROPA»

Ci sono da esportare 500.000 mc di detriti e saranno mobilitati 25mila camion per il trasporto nei siti individuati do grazie ai Soggetti Attuatori coinvolti: 35 società e strutture regionali, 96 Comuni e 5 Province che: «Ringrazio di cuore, capaci in quattro mesi, da giugno a settembre, di stipulare poco meno di 1.000 contratti». Un impegno enorme, sottolinea il presidente, che ci ha permesso di impegnare nei termini quanto previsto dal finanziamento governativo. Manca ancora un miliardo di euro per arrivare al miliardo e 700 milioni del bilancio complessivo dei danni causati da Vaia; le promesse, insiste di nuovo Zaia, vanno mantenute. «Se ci sono versanti ancora coperti da schianti», chiarisce l’assessore alla protezione civile e all’ambiente, Giam-

terato dalla presenza della traversa di Masarè. Il trasporto solido del torrente Cordevole oggi si arresta proprio nel lago di Alleghe, dove le pendenze e quindi le velocità dell’acqua sono minori. «La strategia adottata», ha precisato il presidente Vaccari, «prevede interventi reversibili e che mirano non solo alla resilienza del lago, ma anche del suo tessuto economico e sociale». In questi 11 mesi si è già intervenuti spostando il Cordevole in sinistra idraulica (50 mila euro di costo) e con una prima pulizia del lago che ha richiesto una spesa di 250 mila euro e che non si è ancora conclusa. «Ci siamo impegnati con tutte le nostre forze», ammette Vaccari. «Siamo stati affiancati da tutta la struttura commissariale e vorrei riconoscere l’eccellenza del lavoro fatto dal personale. Abbiamo rispettato i termini del 30 settembre e ricordo pure che in 5 mesi abbiamo assicurato più di 10 milioni di lavori. Dallo scorso maggio, quando il presidente ci ha dato l’incarico, abbiamo fatto 2 milioni al mese di contratti. Sono orgoglioso perché volevamo dare una risposta concreta ai cittadini e ce l’abbiamo fatta». —

macerie di mille case da rimuovere, oppure 20 campi di calcio da asportare. Insomma 25 mila camion. Tanto è il materiale da sottrarre all’acqua perché il lago ritorni alla sua naturalità. Il sindaco Danilo De Toni lo contempla già, come fossimo nell’estate del 2022, a lavori conclusi. «Ringrazio la Regione», dice commosso il sindaco, «per la tempestività con cui è intervenuta. A nemmeno un anno da Vaia abbiamo già il progetto esecutivo e sono stati appaltati i lavori. Vista l’entità di questo progetto, devo proprio ammettere che sono stati tutti bravissimi. E l’ingegner Dall’Acqua, soggetto attuatore, è sempre un punto di riferimento, presente in forma assidua sul territorio». De Toni non ha dubbi: la Regione ha scelto bene con i Serrai ed il Lago di Alleghe come simboli della rinascita post Vaia, perché sono elementi essenziali per il turismo della montagna bellunese e dell’Agordino in particolare, come si è potuto constatare anche quest’estate: molti per curiosità ma i più mossi da solidarietà sono venuti a farci visita e a verificare con i loro occhi cos’è successo in queste valli». «È stato importante il primo intervento emergenziale in giugno, prima ancora l’intervento della Protezione Civile, con cui si è provveduto alla pulizia del lago, perché gli ha ridato dignità». Il sindaco rassicura che la sua gente saprà pazientare ancora un anno e mezzo in modo da poter disporre, in futuro, di un lago finalmente attrattivo per turisti e residenti. — F.D.M.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

paolo Bottacin, «lo si deve alla sicurezza di ben 86 siti valanghivi che si trovano a ridosso di edifici o lungo la viabilità. Gli alberi abbattuti non sono stati rimossi perché si è in attesa delle opere paravalanghive; fino ad un metro di altezza della neve, le piante fungono da difese parava-

prevede un sistema di allerta a tutela della popolazione. Il sistema segue i livelli di allerta della Protezione Civile e prevede per il livello giallo due controlli al giorno da parte di Carabinieri Forestali e Soccorso Alpino, un livello di monitoraggio continuo per il livello arancione e, in caso estremo, con il livello rosso si ricorre all’evacuazione. «Questo per chiarire che, anche se i paravalanghe non ci sono ancora ovunque, ciò non significa che la popolazione non sia tutelata», sottolinea ancora l’assessore. «Il piano che abbiamo attivato in collaborazione con 20 Comuni tutela la sicurezza e l’incolumità dei cittadini». — F.D.M.

In pochi mesi quasi mille cantieri per 354 milioni di euro Ma manca un miliardo langhe». Per quanto riguarda invece i quantitativi di neve superiore al metro, lo scorso inverno si è predisposto un piano di protezione civile che

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


12

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

VENETO ECONOMIA

industria veneta

il futuro della finanziaria reGionale

Sit investe nei robot a Rovigo e punta su Regno Unito e India Il gruppo padovano stanzia 30 milioni per l’espansione della capacità produttiva de’ Stefani: «Più ricerca e sviluppo per vincere le sfide tecnologiche del futuro» luppo della gestione dei dati raccolti dai contatori intelligenti installati. «Siamo un’azienda resiliente, che ha dimostrato di essere capace di crescere attraversando la crisi grazie a investimenti in nuove tecnologie - spiega il presidente e ad Federico de’ Stefani -. Sit è cresciuta in maniera importante negli ultimi 10 anni, con un aumento medio del fatturato pari a 5,8% all’anno e margini in crescita dell’8,6%. La crisi ha impattato per soli sei mesi sui nostri conti». Sit punta inoltre a potenziare la propria capacita in R&D «per vincere le sfide tecnologiche del futuro, ambito nel quale l’azienda investe già il 4% del proprio fatturato annuo». Nei sistemi per il riscaldamento a gas Sit investirà in nuove caldaie a controllo, ventilatori e scaldaacqua ad accumulo per il mercato americano dove ci sono interessanti prospettive di crescita. Gli stabilimenti di Rovigo, dove è stata trasferita la produzione padovana e i circa 40 dipendenti, lavorano h24 e sono completamente robotizzati. Vengono riforniti quotidianamente dei componenti che poi vengono lavorati. Dall’arrivo del materiale in quattro giorni escono i prodotti finiti e controllati uno ad uno, anche sotto l’aspetto estetico, secondo le indicazioni dei clienti (che sono i big mondiali del settore caldaie e le più importanti multiutility). All’interno piccoli robot autonomi si muovono veloci per consegnare i materiali da una parte all’altra dello stabilimento. Attualmente la Sit è titolare di 90 brevetti, alcuni dei quali sviluppati con i clienti. Sit nel 2018 ha registrato ricavi per 359,7 milioni, con oltre 2.000 dipendenti e la capacita di servire commercialmente 66 Paesi in tutto il mondo. Il Gruppo e inoltre composto da sei società produttive localizzate in Italia, Messico, Olanda, Romania e Cina. —

L’interno dello stabilimento rodigino

Nicola Brillo ROVIGO. Nuovi prodotti nei

mercati presidiati, futura espansione internazionale nel Regno Unito e India, una particolare attenzione all’utilizzo di nuovi combustibili (idrogeno) e alla gestione dei big data. Si evolve il business della padovana Sit, attiva nei sistemi e componenti per le caldaie a gas e nel settore dei contatori intelligenti, che ieri a Rovigo ha presentato alla comunità finanziaria i nuovi moderni stabilimenti e illustrato gli sviluppi industriali. Dopo gli interventi del nuovo stabilimento (costati 30 milioni), la società quotata su Borsa Italiana nel biennio 2019-2020 ha previsto oltre 20 milioni di investimenti per accelerare l’introduzione di nuovi prodotti e soluzioni in-

novative. La società nata a Padova 66 anni fa mira a consolidare la propria presenza sui mercati presidiati, tramite lo sviluppo di nuovi prodotti e puntando a una futura espansione nel Regno Unito e in India, in particolare nel campo degli smart meters. Lo stabilimento Rovigo 1 ha una superficie di oltre 32.000 metri quadri, di cui 16.500 coperti, utilizza ogni anno 3,2 milioni di chili di alluminio per valvole e ha una produzione tra i 10 e i 12 milioni di pezzi l’anno. Mentre Rovigo 2, con una superficie di 4.200 metri quadri, assembla 3,6 milioni di valvole all’anno. Sono due le anime di Sit, quella storica del settore heating e l’ultima nata nel settore dei contatori gas. Sit guarda anche all’utilizzo di nuovi combustibili (con particolare riferimento all’idrogeno) e allo svi-

Federico de’ Stefani

il report

Meno morti sul posto di lavoro ma gli infortuni aumentano La statistica sul periodo gennaio-agosto 2019: in proporzione giovani e donne più esposti al rischio rispetto ai lavoratori adulti VENEZIA. Calano le morti sul lavoro, mentre crescono gli infortuni. E quelli maggiormente colpiti in proporzione sono i più giovani. Nel 2019, fra gennaio ed agosto, sono stati 50.156 gli infortuni denuncia-

ti all’Inail in Veneto, una cifra superiore a quella dell’anno precedente (pari a 49.953 casi). Una situazione comunque inaccettabile per il sistema produttivo veneto, cui non sfuggono giovani (15.061) e donne (16.076). In proporzione al numero di addetti e ai settori di impiego, risultano decisamente più esposti rispetto agli uomini adulti. A calare sono fortunata-

mente gli eventi mortali, ma si parla comunque di 35 vittime del lavoro (esclusi i casi in itinere) contro le 50 del 2018. Da tenere sempre in considerazione che trattandosi di cifre esigue non possono essere indicative di una tendenza. A volte si tratta infatti di una casualità favorevole a fronte di incidenti che comunque sono accaduti. Da non dimenticare che tra chi ha perso la vita vi sono sei ragazzi ancora ven-

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

tenni. «Non vogliamo più spiega il segretario generale della Cgil del Veneto, Christian Ferrari – piangere i morti e rammaricarci per i numeri drammatici che indicano il permanere di rischi sul lavoro. Occorre una risposta sia a livello nazionale che regionale per promuovere prevenzione, formazione e attività di controllo. Col Governo si è appena avviato un confronto che auspichiamo produca risultati tangibili». A livello regionale è stato istituito un tavolo con i rappresentanti delle istituzioni, sindacati e rappresentanti del mondo imprenditoriale. «Un impegno di fondamentale importanza deve venire dalla Regione Veneto dove, al di là delle dichiarazioni, permangono

Il presidente Fabrizio Spagna e il direttore Gianmarco Russo

Svolta Veneto Sviluppo Dal 2020 non avrà più gestione diretta di fondi VENEZIA. Incognite sul futuro di Veneto Sviluppo. A partire dal 2020, la finanziaria della Regione non erogherà più direttamente i fondi di rotazione a garanzie delle imprese. Trattandosi di una società mista, partecipata da banche e altri soci privati, si vede interdetta l’attività in house dalla legislazione europea: la gestione delle risorse in questione - ad oggi 176 milioni con la previsione di superare il mezzo miliardo a luglio grazie ai rientri - dovrà essere posta in gara pubblica. La questione è emersa in prima commissione al Consiglio veneto, durante le audizioni preliminari al bilancio, allorché i rappresentanti degli imprenditori hanno interpellato Fabrizio Spagna, il presidente di VS presente alla seduta, circa le prospettive di «continuità operativa» delle garanzie al credito alle pmi. Timori rafforzati dall’avvenuta restituzione delle risorse “congelate” alla Regione, che ne ha destinato il 70% (un centinaio di milioni) al fondo salvaimprese e il restante a copertura di investimenti produttivi. «Veneto Sviluppo rischia di chiudere o di diventare un ferro vecchio inutilizzabile perché Zaia non ha la minima idea di come ridisegnarla», è l’accusa dei dem Roberto Fracasso, Claudio Sinigaglia e Orietta Salemi «un altro fallimento di chi è incapace di immaginare un futuro innovativo». «Sciocchezze, allarmismo infondato», la replica a caldo del presidente di commissione Alessandro Montagnoli e dell’assessore Gianluca For-

carenze che vanno rapidamente colmate - prosegue il segretario generale della Cgil del Veneto Ferrari -. Ciò a partire dagli Spisal e dagli investimenti sulla sicurezza e la salute dei lavoratori che devono rappresentare una priorità. In mancanza di risposte sarà inevitabile riaprire la vertenza re-

Il segretario della Cgil Ferrari: «Serve un maggiore impegno sulla sicurezza» gionale per la salute e sicurezza sul lavoro, dando il via ad una fase di mobilitazione». In quasi tutte le province del Veneto, da gennaio ad ago-

colin (delegato alle Partecipata) mentre Spagna in serata ha affidato il suo pensiero ad una nota. «È certo che Veneto Sviluppo parteciperà alla suddetta gara, ma anche se non vincerà già da anni ha intrapreso nuovi filoni di attività, come la gestione di un fondo veneto di minibond, il controllo di una Sgr che investe sulle imprese del territorio, la creazione di fondi dedicati a investimenti in capitale di rischio e l’acquisizione di partecipazioni dirette in alcune aziende venete, considerate strategiche e con buo-

Obbligatoria una gara Pd: rischia la chiusura Spagna: siamo in utile con svariate attività ne prospettive di redditività», afferma il presidente «Più che un “ferro vecchio” inutile, come è stata appellata», rincara Spagna «VS è una realtà aziendale costantemente “in utile” ormai da sei anni per complessivi 16,9 milioni di euro e con una patrimonializzazione netta che è oggi pari a 133 mln, incrementata del 65% dal 2012, costruita e alimentata da mirati investimenti e da una progressiva e costante riduzione dei costi di gestione. Il tutto a fianco dei piani di investimento delle aziende venete, raccogliendo con loro e vincendo il più delle volte le sfide di sviluppo e innovazione che il mercato richiede all’industria 4.0» Filippo Tosatto

sto 2018 e 2019, si registra una crescita degli infortuni denunciati all’Inail. A scendere, anche se solo leggermente sono le province di Padova e Vicenza. A Belluno si sono registrati nei primi 8 mesi del 2018 1.824 infortuni, quest’anno 1.870. A Padova si è passati da 9.384 a 9.160, a Rovigo da 1.608 a 1.646, a Treviso da 8.723 a 8.956, a Venezia da 8.398 a 8.512, a Verona da 10.525 a 10.530, a Vicenza da 9.491 a 9.482. L’anno scorso la Regione Veneto ha rafforzato gli Spisal con il via libera all’assunzione di trenta operatori per rafforzare il lavoro di prevenzione e aumentare i controlli ispettivi nelle aziende del Veneto. — Nicola Brillo BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


16

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO le novità in città

la protesta

Farmacia all’Ospedale prima di Natale il trasferimento in piazza BELLUNO. Prima di Natale in

L’ospedale San Martino di Belluno

Tecnici dello Spisal pronti allo sciopero La Regione, per avviare nuove assunzioni, intende attingere alle risorse economiche del fondo incentivante dei lavoratori

Paola Dall’Anese BELLUNO. Il fondo incentivante per i tecnici Spisal utilizzato dalla Regione per pagare le nuove assunzioni nel comparto. È in stato di agitazione il personale della prevenzione nei luoghi di lavoro, dopo che la giunta veneta ha deciso di utilizzare il fondo incentivante, dedicato ai maggiori controlli sul territorio, per assumere nuovi tecnici. Una situazione che il personale, tramite il sindacato di categoria, non intende avallare ed è per questo che, se la giunta non invertirà la rotta, il personale è pronto anche a scioperare. La situazione è scoppiata la settimana scorsa quando si è svolta anche un’assemblea a livello regionale a cui hanno

partecipato 100 dei 140 tecnici Spisal operanti in Veneto. Tra questi anche diverso personale bellunese. «L’anno scorso», ricorda Mary Pallaro della Cisl fp veneta, «tutti i sindacati confederali hanno sottoscritto un accordo con la giunta Zaia per potenziare il servizio di prevenzione dello Spisal. Si parlava di far arrivare una trentina di tecnici per tutto il Veneto. Metà di questi sono stati assunti già all’inizio di quest’anno, ma la novità che ha lasciato tutti sconcertati è che per pagare le nuove assunzioni la Regione ha deciso di attingere al fondo incentivante». Il fondo è costituito dalle sanzioni che vengono elevate dallo Spisal durante i controlli di rito nei luoghi di lavoro. «Il fondo», spiega ancora Pal-

laro, «prevede circa 5 milioni di euro di entrate, di cui un terzo del fondo è assegnato ai lavoratori dello Spisal, mentre la restante somma viene divisa tra l’acquisto di attrezzatura e la formazione. Ma questi fondi non vengono spesi tutti, per cui la somma contenuta è abbastanza cospicua. Ora questi soldi serviranno, nell’intento di palazzo Balbi, per pagare i nuovi assunti». In provincia di Belluno sono sei ad oggi i tecnici dello Spisal operanti, «ma ne servirebbero almeno un altro paio per poter garantire un servizio più capillare», fa sapere anche Gianluigi Della Giacoma, segretario della Fp Cgil di Belluno. «Il problema è che abbiamo bisogno di questi tecnici per garantire controlli

l’esperienza

Due farmacisti si uniscono per sostenere le piccole realtà Prima nel 2015 a Mel e poi nel 2016 a Sospirolo, i due professionisti Domingo Arrigoni e Adriano Zampol d’Ortia hanno vnto la crisi ampliandosi BELLUNO. La loro storia è sta-

ta raccontata nella rivista specializzata Puntoeffe, ed è destinata, probabilmente, a fare scuola. Domingo Arrigoni e Adriano Zampol d’Ortia en-

trambi titolari di farmacia hanno deciso, con una scelta controcorrente, di unire le forze per salvare la farmacia nei piccoli comuni e le loro attività già avviate. Adriano Zampol, 56 anni ha l’attività a Lentiai oggi Borgo Valbelluna mentre Arrigoni, 63 anni, a Sedico, ma dal 2015 hanno deciso di cambiare tutto per non lasciare morire i paesi in cui operano.

Arrigoni, come racconta nella rivista, nel 2015 viene a sapere che nella frazione di Villa di Villa di Mel è in vendita la farmacia e «per continuare a garantire un lavoro ai miei dipendenti e collaboratori», come onestamente riconosce, decide di chiamare l’amico di sempre per un’operazione fuori dal comune. D’altra parte questa farmacia in vendita avrebbe potuto mettere in

maggiori sul territorio e sul posto di lavoro per evitare le morti che in questo periodo stanno aumentando anche in Veneto. Ora la Regione ha bloccato il fondo incentivante a partire dal 2017. E alla fine il comparto si trova con pochi tecnici e pure il fondo bloccato». La situazione è quindi complessa. «Ieri mattina abbiamo consegnato in Prefettura il documento in cui avviamo la procedura di raffreddamento. Se entro un paio di settimane non ci saranno risposte da parte della Regione», conclude la segretaria regionale della Cisl Fp, «siamo pronti a scendere in piazza indicendo uno sciopero del settore a livello veneto». «Non dimentichiamo che se da un lato la Regione dice di voler aumentare la sicurezza nei posti di lavoro, dall’altro non può pensare di utilizzare i fondi che servono per incentivare i lavoratori ma anche per incrementare i controlli per nuove assunzioni», conclude anche Della Giacoma. «Servono nuovi tecnici di prevenzione, e la Regione deve pensare ad un piano straordinario di assunzione che non deve essere pagato con i soldi per i dipendenti. Venezia deve trovare risorse proprie». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

difficoltà le attività di entrambi i farmacisti. E così «in sei mesi abbiamo acquistato la farmacia, ci siamo spostati di 500 metri e l’abbiamo aperta. Un progetto di rinnovamento all’insegna della farmacia dei servizi, con un angolo dedicato alla diagnostica», dicono gli intervistati, «per la misurazione di glicemia, pressione, holter, elettrocardiogramma, e altri servizi come il controllo dell’udito e con la presenza di due infermiere e due psicologi». Questa nuova esperienza ha portato anche all’assunzione di nuovo personale. Ma come si dice “l’esperienza insegna”. Tanto che tre anni fa, i due amici acquistano un’altra farmacia, in

piazza dei Martiri aprirà la nuova farmacia all’Ospedale La Speziale srl. I lavori sono già partiti. La farmacia, che ora ha sede in via Matteotti, si trasferirà in piazza nei locali lasciati liberi dall’istituto di credito, accanto alla libreria Campedel. «La speranza è di poter aprire prima delle feste natalizie», precisa l’amministratore unico di La Speziale srl, Antonio Occari e vice presidente del consiglio di Unifarm spa, che è socio unico della srl. «I lavori di ristrutturazione e sistemazione dei locali sono già partiti, e se non ci saranno intoppi per dicembre ci sarà il trasferimento. Avremo così maggiore visibilità rispetto alla posizione attuale e sarà anche un modo per ammodernare l’esercizio stesso». Cento metri quadrati sarà lo spazio a disposizione della clientela, «quasi il doppio rispetto all’attuale ubicazione», sottolinea Occari che aggiunge: «In più abbiamo anche tutto il caveau a disposizione. Dovremo, quindi, ragionare su come impiegarlo. Sarà una farmacia più moderna, avremo come d’obbligo il laboratorio galenico per le preparazioni farmaceutiche, e tutti i prodotti esposti avranno una maggiore visibilità». Quindi anche il cliente potrà rendersi conto maggior-

vendita a Sospirolo questa volta. La nuova attività ha aperto i battenti nel gennaio del 2017, a un anno dalla prima acquisizione. La società in accomandita semplice è costituita quindi da quattro soci: Zampol, Arrigoni e due ex dipendenti dei due farmacisti.

Con questa nuova società hanno potuto creare anche occupazione Ora il prossimo passo, come anticipano i due professionisti nella rivista farmaceutica, è la costituzione di una società unica.

mente di cosa viene offerto. Lo spazio espositivo, infatti, sarà maggiore ma anche migliore. «Oggi, infatti, nei locali di via Matteotti, non ci si rende ben conto di cosa effettivamente offre la farmacia. E poi questo trasferimento ci offrirà l’occasione per voltare pagina rispetto alle vicende che hanno caratterizzato la precedente gestione», precisa ancora l’amministratore unico. Quello che ancora la proprietà dovrà stabilire è se l’ammodernamento riguarderà anche i servizi da offrire ai clienti, vale a dire la presenza o meno di infermiere, fisioterapista o altri tipi di servizi. «Questo dovremo valutarlo con calma, in base alle necessità della clientela». La Speziale srl è una società che ha come socio unico Unifarm spa, costituita da un gruppo di farmacisti il cui core business è la distribuzione di prodotti e ha sede a Trento. Nel gruppo Unifarm si aggregano e si riconoscono i farmacisti di Trentino Alto-Adige, Veneto, Liguria e Sardegna. Tra le società controllate della spa vi è anche E-Pharma Trento, azienda farmaceutica nata nel 1993 specializzata nello sviluppo e nella produzione di solubili, effervescenti, masticabili e orodispersibili. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Un’esperienza quindi che non solo ha garantito il mantenimento di un servizio importante come quello farmaceutico in realtà piccole della montagna, ma ha permesso anche di far girare l’economica e dando lavoro a nuove personale, creando così occupazione. E di questi tempi la cosa non è da poco. Inoltre, viene offerto anche un servizio innovativo, che permette ai residenti di poter usufruire di un beneficio importante e anche salvavita. Non è la prima volta, infatti, che grazie alla disponibilità dell’elettrocardiogramma alcuni clienti delle farmacie che lo garantiscono, hanno potuto vedere in diretta un infarto, salvando loro la vita. —


Mercoledì 2 Ottobre 2019

La Voce

VENETO

31

Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: cronaca.ro@lavoce-nuova.it

CICLONE VAIA

VICENZA

ECONOMIA

Un anno dopo si riparte in cantiere 1.746 opere

Prigioniera in casa fugge dopo 13 anni

Fiere, 197 nel 2020 e da noi è vero boom

VENEZIA - A un anno dalla più grande tragedia che ha colpito il Veneto tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre del 2018 - la tempesta Vaia che devastò la montagna dell’agordino, nel bellunese - la Regione Veneto ha presentato due progetti di recupero e bonifica dei Serrai di Sottoguda e del Lago di Alleghe (Belluno). “I risultati ci sono - ha sottolineato il presidente del Veneto e Commissario delegato alla ricostruzione, Luca Zaia - abbiamo messo in cantiere 1746 opere che entrano nella mia gestione commissariale. Al lavoro 35 società, 96 comuni: in 4 mesi avviati mille contratti”.

VICENZA - Prigioniera in casa per 13 anni in balia del marito che la sevizia e la riempie di botte. All’ennesimo episodio di violenza non ce la fa più. Scappa di casa eludendo la sorveglianza del marito-padrone, corre in pronto soccorso e, tramite un cugino che parla italiano, denuncia alla polizia il calvario che vive dal giorno in cui è arrivata a Vicenza. A riportare la notizia è “Il Giornale di Vicenza” secondo cui la vittima, una pachistana di 44 anni, ora è sotto tutela in una sala dell’ospedale, in attesa di essere affidata agli operatori di una residenza protetta.

VENEZIA - Il prossimo anno saranno 197 le fiere internazionali - di queste 77 sono certificate - e 212 quelle a carattere nazionale. A queste si aggiungono i numerosi eventi regionali. E’ quanto emerge da un’analisi effettuata da Aefi dell’elenco delle manifestazioni in programma, aggiornato al 31 luglio 2019. Le 197 fiere internazionali sono concentrate principalmente nei settori tessile-abbigliamento-moda (17%), sport-hobby-intrattenimento-arte (12%), food-bevande-ospitalità (10%). Lombardia, Emilia Romagna e Veneto si confermano le regioni in cui sono maggiormente localizzate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GUERRA COMMERCIALE A rischio export agroalimentare ma anche automotive e manifatturiero

Dazi Usa, adesso il Veneto trema Allarme della Camera di Commercio di Padova: “Imprenditori molto preoccupati” PADOVA - “Cinque a uno: è questo il rapporto tra esportazioni ed importazioni nel bilancio tra Veneto e Stati Uniti d’America. Rapporto che diventa addirittura di sette a uno se concentriamo l’attenzione sulla provincia di Padova. Logico dunque che in queste ore, brividi freddi attraversino la schiena dei nostri imprenditori attenti a cogliere i segnali che potrebbero arrivare da Washington dove un presidente Trump alle prese con problemi personali di non poco conto, potrebbe usare l’arma dei dazi per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica a stelle e strisce. Ovviamente esordisce il direttore di Promex, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Padova, Franco Conzato - i nostri imprenditori sono preoccupati in attesa di conoscere dove si concentrerà l’attenzione dell’amministrazione americana”. Si parla di agroalimentare e veicoli, ma il quadro non è chiaro. O almeno non è ancora definito. L’aumento dei dazi (ovvero dei prezzi sui prodotti importati dall’Europa), potrebbe arrivare fino al 100% delle tariffe. I danni di una guerra commerciale sarebbero notevoli per il “made in Italy” e soprattutto per il “made in Veneto”. Regione che, nel 2018, si è attestata a più di 5 miliardi di esportazioni a fronte di

In breve A Cortina

Cervo nel negozio

Vino, formaggi e olio I prodotti di punta del Veneto esportati negli Stati Uniti poco meno di un miliardo di importazioni. Sarebbero circa 160.000 le imprese locali che rischiano di pagare un prezzo altissimo. “Da Padova e provincia esportiamo soprattutto macchinari spiega il consigliere di Promex, Franco Masenello - tanto che quattro delle prime cinque posizioni per valori esportati si riferiscono a macchinari di vario genere e con una quota percentuale che si avvicina al 50 per cento del totale, però abbiamo significative quote anche nel

IL CASO Un 23nne del Bangladesh

Schiaffi e pugni ai piccoli allievi imam finisce in manette a Padova PADOVA - Picchiava e minacciava i suoi giovani studenti che frequentavano le lezioni di religione islamica. Per questo la Questura di Padova ha arrestato un cittadino del Bangladesh per il reato di maltrattamenti ai danni di minori. Le indagini hanno accertato come l’Imam tratto in arresto nel corso delle lezioni di religione islamica, che lo stesso teneva quotidianamente presso l’associazione Bangladesh Cultural Center di via Jacopo da Montagnana all’Arcella, maltrattava i giovanissimi allievi di età compresa tra cinque e dieci anni affidati a lui per ragioni di educazione, colpendoli ripetutamente con pugni, anche alla testa, strattonandoli e rivolgendo loro minacce. Una violenza continua, quotidiana

con schiaffi, pugni, spintoni, umiliazioni, tirate di orecchie, ai bambini che sbagliavano nel recitare le preghiere islamiche. Maltrattamenti che per il giovane 23enne Imam del Centro di preghiera erano il giusto castigo verso bimbi in gran parte anch’essi di origine del Bangladesh, costretti a vivere in un vero e proprio stato di terrore e pressione psicologica durante le lezioni, previste tutti i pomeriggi, sabato e domenica compresi. “Auspico che sempre più si trovi il coraggio per denunciare e perseguire queste condotte pericolose e lontane dalla nostra cultura”. Queste le parole di Elena Donazzan, Assessore Regionale all’Istruzione del Veneto dopo la notizia dell’arresto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

settore dell’abbigliamento e della maglieria. Stesso discorso per l'alimentare che ha i suoi punti di forza nel vino, nell’ortofrutta e nei prodotti da forno con un volume complessivo intorno ai 27 milioni di euro”. Numeri più elevati in tutto il Veneto dove ben 500 milioni di esportazioni sono legati alla produzione vinicola e quasi 900 alla produzione di macchinari per la medicina e l’odontoiatria. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA LEGGE Riforma ferma

Governo e Autonomia Zaia chiede una bozza VENEZIA - “La volontà di dire che il governo considera l’autonomia una priorità significa che non se la sono dimenticata. Questa è la cornice di un quadro che ancora deve essere definito, ma soprattutto ci aspettiamo dal governo che ci presenti una bozza d’intesa per capire qual è l’idea di autonomia di questo governo”. E’ la richiesta avanzata ieri dal presidente del Veneto, Luca Zaia nel corso di una conferenza stampa a Venezia. “Di buoni segnali ne ho visti tanti in questi anni - ha sottolineato il governatore - direi che noi siamo chiamati a guardare i fatti, e i fatti sono avere una bozza d’intesa e cominciare a discutere per la firma di questa intesa. L’autonomia - ha concluso Zaia - non è la secessione dei ricchi, non è dare vita a un Paese di serie A o B, l’autonomia è una vera assunzione di responsabilità in un Paese nel quale l’evasione fiscale vale 110 miliardi di euro e lo spreco nella pubblica amministrazione è di 200 miliardi. Se vuoi recuperare 200 miliardi, devi portare l’autonomia”, ha concluso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

n CORTINA - Un cervo ieri mattina, intorno alle 10, è entrato in un negozio nel centro di Cortina, in corso Italia. Tanta sorpresa e un po’ di trambusto tra i presenti all’episodio, in seguito al quale sono intervenuti quattro agenti della polizia provinciale e un veterinario dell’Ulss. L’animale, che avrebbe perso il senso dell’orientamento, è stato sedato, dopo aver verificato la dose di narcotico adatta al suo peso, e poi portato in un prato al limitare del bosco, dove si è risvegliato. E’ stato visitato e una volta verificato che le sue condizioni di salute erano buone è stato liberato.

Multato a Verona

Aggredisce i vigili n VERONA - Resistenza, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale. Sono questi i reati contestati a un pasticciere veronese di 54 anni arrestato dai Carabinieri di Bussolengo. L’uomo ha visto una pattuglia della Polizia Locale intenta ad elevare una multa alla sua moto, parcheggiata in divieto di sosta. Così si è avvicinato agli agenti, offendendoli e aggredendo uno dei due. Il vigile è riuscito a divincolarsi anche grazie all’aiuto del collega, mentre il 54enne è stato bloccato in attesa dell’arrivo dei Carabinieri. E’ così scattato l’arresto in flagranza e, col rito direttissimo, l’uomo è stato condannato a sette mesi di reclusione.

Tra i giovanissimi

Boom di alcol n PADOVA - Aumentano i fenomeni estremi legati al consumo di alcolici tra i giovanissimi. E’ quanto risulta dalla rilevazione 2018 del Sistema di sorveglianza Hbsc Italia (Health Behaviour in School-aged Children), coordinato dall’Istituto superiore di sanità realizzata insieme all’Università di Padova. Nel 2018 il 43% dei 15enni (contro il 38% nel 2014) e il 37% delle 15enni (30% nel 2014) ha provato lo “sballo alcolico” o binge drinking - 5 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione - negli ultimi 12 mesi. Ed è allarme tra gli adolescenti anche per l’aumento dei ragazzi in sovrappeso o addirittura obesi.


XIII

Mestre Marghera Marcon

Mercoledì 2 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

«Anni difficili alla “Battisti” Ma ora a scuola andrà meglio» `Carne “halal” nella mensa scolastica, L’ex capo del Servizio Immigrazione racconta il lavoro con le famiglie straniere la lista Zaia chiama in causa il Governo

`

boratori con i genitori sia per migliorare la lingua italiana che per la compresone delle regole scolastiche, diritti e doveri di famiglie e genitori. Hanno funzionato».

IL CASO MESTRE «C’è stata più sofferenza alla Battisti in questi anni, maggiori difficoltà, più ricambio di dirigenti, più pressione e più presenze. Ma sono convinto che adesso con la nomina di un’unica dirigente scolastica che ogni giorno si dedica alla scuola, possa esserci maggiore stabilità». A parlare è Gianfranco Bonesso, per anni responsabile del Servizio Immigrazione del Comune di Venezia, andato in pensione il 1 settembre, che conosce da vicino la scuola dove è esploso il caso della carne “halal”. Negli ultimi otto anni secondo Bonesso alcune scuole hanno avuto un tasso migratorio rilevante, quasi come Milano e Torino, arrivando al 50-60 per cento della presenza di bambini di origine straniera. Nel territorio di Mestre le presenze più numerose sono nelle scuole Cesare Battisti, Querini e Grimani. «Le difficoltà si pongono dove non esiste continuità nell’organizzazione, e la Battisti ne ha risentito molto nell’ultimo anno - spiega Bonesso - perché nelle altre due scuole, compresa la Spallanzani, si sono attivati dei rapporti di maggiore cooperazione in grado di fare entrare al proprio interno anche dei genitori stranieri». Il lavoro dei servizi in questi anni è stato complesso: «Abbiamo fatto delle traduzioni per fare capire ai genitori degli alunni stranieri quale era la rete di servizi da utilizzare, dai ticket per la mensa a come si fa la richiesta per l’esonero della religione. Questo è stato fatto per tutte le scuole, ma soprattutto per quelle sotto pressione come la Battisti, la Giulio Cesare e la Grimani. Sul fronte della mediazione linguistica culturale, poi, si trattava di accogliere i bambini appena arrivati, fare un primo step di ingresso a scuola spiegando i regolamenti. Un progetto che ha dato buoni risultati e che ha permesso di costruire una rete di conoscenza attorno al bambino. Ma sono servite - prosegue

LA POLEMICA

INTEGRAZIONE L’entrata della scuola Cesare Battisti. A sinistra, Gianfranco Bonesso

Bonesso - anche tutte quelle iniziative pubbliche e private, del volontariato e delle parrocchie, per gli “spazi compiti”: un’offerta di aiuto ai bambini che ha coinvolto un coordinamento di operatori volontari». Bonesso ri-

corda poi il protocollo istituito con l’Ufficio Scolastico per regolamentare le iscrizioni che tendevano a concentrarsi soprattutto in alcune scuole, ma soprattutto il lavoro svolto con i genitori: «Abbiamo organizzato diversi la-

Intanto, sul caso della richiesta della dieta religiosa a base di carne “halal” scoppiato in questi giorni alla scuola Battisti, agli interventi dei vari assessore regionali si aggiunge quello di Silvia Rizzotto, capogruppo di Zaia Presidente, che invita il Governo nazionale a mettere al bando la pratica di macellazione halal: «La pratica halal è una macellazione di fede musulmana che impone che l’animale venga dissanguato mentre è cosciente. Ma mentre in alcuni Paesi Europei viene previsto lo stordimento dell’animale almeno per evitargli una inutile sofferenza, in Italia, nei centri autorizzati, questo non avviene. Invitiamo il Governo a mettere la parole fine a questa tortura». E sui problemi delle mense scolastiche è stato convocato finalmente per domani, alle 10 nella sede dell’Ufficio scolastico territoriale, il Tavolo Interistituzionale tra il coordinamento dei dirigenti scolastici, servizi educativi del Comune, Ulss 3 e un rappresentante dell’ufficio scolastico. Filomena Spolaor © RIPRODUZIONE RISERVATA

In Tribunale

Ex operaio morto per l’amianto, causa in vista Quel tumore ai polmoni che la scorsa primavera ha ucciso un ex dipendente di Enichem Anic è stato provocato dall’esposizione all’amianto. Lo ha stabilito la consulenza medico legale disposta dal pm Giovanni Gasparini a seguito della segnalazione pervenuta dai sanitari del Policlinico San Marco, dove il 74enne di Mestre era stato ricoverato.

L’uomo aveva lavorato a Porto Marghera dal 1974 al 1994 con le mansioni di strumentista installatore. Il professor Claudo Terranova ha concluso che quel tumore «è correlato all’esposizione a fibre di asbesto... e l’unica fonte espositiva a fibre di asbesto è di natura professionale». A questo punto spetterà alla Procura il compito di

individuare i responsabili all’interno dell’azienda e di verificare se, all’epoca, fossero state predisposte le adeguate misure di sicurezza per proteggere i lavoratori. I familiari della vittima, assititi dagli avvocati Augusto Palese e Paolo Vianello, sono intenzionati ad agire in sede giudiziaria per ottenere il risarcimento del grave danno sofferto.

Lavoratori sfruttati da connazionali Rito abbreviato per due bengalesi `L’azienda opera

in subappalto per Fincantieri

to dal gip, in relazione a questa vicenda nel novembre dello scorso anno, in quanto sospettato di volersi dare alla fuga.

UDIENZA IL 5 DICEMBRE

IL PROCESSO MARGHERA Si farà con rito ab-

breviato il processo a carico di due imprenditori originari del Bangladesh, accusati di sfruttamento di manodopera sottopagata, estorsione ed evasione fiscale sui contributi previdenziali, in relazione all’attività svolta dalla società Venice Group, che opera in subappalto per conto della Fincantieri, mettendo a disposizione manodopera per la costruzioni delle navi a Porto Marghera. I due imputati sono il legale rappresentante dell’azienda, Ali Md Suhag, e suo fratello e socio, Ali Nayon, entrambi assistiti dall’avvocatessa Stefania Pattarello. Il primo fu anche sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, poi convalida-

Al processo, fissato per il prossimo 5 dicembre, di fronte al giudice Gilberto Stigliano Messuti, hanno annunciato la costituzione di parte civile sia il sindacato Fiom che alcuni dei lavoratori sfruttati. L’inchiesta, coordinata dal

sostituto procuratore Giorgio Gava, è stata avviata proprio sulla base della denuncia presentata da alcuni dipendenti della Venice Group, e si è conclusa con pesanti contestazioni a carico dei due imprenditori, accusati di retribuire gli operai, gran parte dei quali di nazionalità romena, la metà di quanto prevede la paga oraria minima (5 euro invece di 10), nonché di averli costretti a rinunciare ad una parte dello stipendio (2-300 euro) per poter mantenere il posto.

IL SISTEMA FINCANTIERI

A GIUDIZIO L’ingresso della Fincantieri di Porto Marghera

Fin dal primo interrogatorio, il titolare dell’azienda ha negato l’accusa di estorsione e giustificato la retribuzione più bassa, attraverso il meccanismo della paga globale forfetizzata, con il sistema che Fincantieri impone alle ditte in subappalto, costrette ad accettare contratti con margini talmente ridotti da non poter lavorare se non riducendo al minimo ogni costo. (gla) © RIPRODUZIONE RISERVATA

64f32eb8-6d63-42a1-8d14-350a9eb7a44c

Lascia Dell’Anna La Giunta perde un pezzo `Le dimissioni

per motivi politici sono di dieci giorni fa MARCON La Giunta di Marcon perde un pezzo. Con una lettera datata 20 settembre, ma solo ora la maggioranza di centrodestra ne ha dato notizia, Antonio Dell’Anna (Fratelli d’Italia) ha rassegnato le dimissioni dalla carica di assessore alla Sicurezza, al Commercio, all’Arredo urbano e alle Manutenzioni, al Verde pubblico e alla Protezione civile del Comune. Dell’Anna non ha voluto spiegare i motivi che lo hanno portato a questa scelta, ha solo detto che racconterà tutto più avanti. Ma alla precisa domanda se la sua decisione avesse una valenza politica, ha risposto: «Decisamente si, è venuta a mancare la fiducia nei miei confronti».

SCRICCHIOLII Qualcosa, indubbiamente, scricchiola tra le fila della maggioranza marconese, perché alle dimissioni di Dell’Anna va sommato quanto è succeso giovedì scorso in Consiglio, quando tra il sindaco Matteo Romanello e la senatrice Nadia Pizzol, entrambi della Lega, sono volati gli stracci. Vedremo, tuttavia, nei prossimi giorni se si tratta di una nuvola di passaggio o se sta per arrivare il temporale. Intanto il sindaco, che si è preso un bel lasso di tempo per decidere, ha nominato ieri il nuovo assessore al quale sono state attribuite le stesse deleghe del suo predecessore. È Diego Meneghetti, mestrino, classe 1953, titolare di uno studio professionale di consulenza, che ha al suo attivo parecchia esperienza come consigliere della Provincia. «A seguito delle dimissioni di Antonio Dell’Anna – scrive in una nota Romanello - al quale rinnovo il mio ringraziamento per l’attività svolta in questi due anni di mandato, ho provveduto a nominare nuovo assessore Diego Meneghetti, al

quale auguro sin d’ora un buon lavoro in sintonia con tutta la squadra. L’esperienza maturata in Provincia gli è sicuramente servita per conoscere le dinamiche legate all’amministrazione del territorio e sviluppare quelle abilità di operatività e spirito di squadra, essenziali per operare nella mia Giunta». Il fatto che la notizia delle dimissioni sia stata “congelata” per tanti giorni non è passato inosservato tra i gruppi di opposizione. «Venire a conoscenza delle avvenute dimissioni di un assessore leggendo le delibere di Giunta che non riportano più il suo nome, non mi pare il massimo della trasparenza, non solo nei confronti del Consiglio comunale, ma soprattutto nei confronti dei cittadini – scrive Andrea Follini, capogruppo di “Io scelgo Marcon”. Forse la notizia non è stata fatta trapelare in attesa di un ripensamento o forse - si domanda l’ex sindaco la cosa rendeva ulteriormente palese la condizione di instabilità di questa maggioranza». Mauro De Lazzari

DIMISSIONARIO L’ex assessore Antonio Dell’Anna (Fdi)

DIEGO MENEGHETTI NUOVO ASSESSORE L’OPPOSIZIONE CONTESTA IL RITARDO NELLA COMUNICAZIONE


2

Primo Piano

Mercoledì 2 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Religione e violenza IL CASO PADOVA «Ti stacco un orecchio». «Ti spacco la testa». «Ti strappo una guancia». Come si sente dalle intercettazioni della polizia, sono queste le minacce che subivano, da quest’estate, i venti bambini della scuola coranica della moschea dell’Arcella di Padova, che seguivano le lezioni dell’imam Hossain Shahadat, bengalese di 23 anni. E il maestro non si limitava a intimidire a parole gli allievi, tutti tra i 4 e i 10 anni. L’uomo passava spesso e volentieri alle mani. I bimbi dovevano stare fermi per ore in classe, ripetendo le Sure del Corano - i versetti, in arabo - senza sbagliare. Chi si muoveva o sbagliava subìva umiliazioni davanti ai compagni e veniva punito: tirate di orecchie, schiaffoni, pugni in testa, “stecche” sulle mani con un grosso pennarello. Le vittime sono tutti bambini figli di stranieri: sono nati in Italia, parlano italiano e si sentono a tutti gli effetti italiani, abituati a ben altro modo di insegnare. Tanto che qualcuno di loro, all’inizio dell’anno scolastico a settembre, ha raccontato alle maestre delle scuole elementari del quartiere, il più multietnico del capoluogo euganeo, quello che erano obbligati a subire durante le lezioni di arabo e Corano, che seguivano al pomeriggio nella moschea di via Jacopo da Montagnana, gestita dall’associazione Bangladesh Cultural Center.

LA DENUNCIA Le insegnanti, allarmate dalle confidenze degli alunni che parlavano di botte e punizioni di cui erano ormai terrorizzati, si sono rivolte alla polizia, all’ufficio Minori della Divisione Anticrimine. E da qui è partita l’indagine “Bad school” della Digos della questura di Padova, guidata da Giovanni De Stavola, che ha portato, ieri mattina all’alba, all’arresto su ordine di custodia cautelare del Gip del “maestro” Hossain Shahadat, formalmente residente in provincia di Treviso, ma di fatto domiciliato con moglie a pochi passi dalla moschea dell’Arcella, che riunisce principalmente i musulmani asiatici. L’accusa è di maltrattamenti ai danni di minori. Hossain Shahadat, ora in cella nel carcere Due Palazzi di Padova, è in Italia con un permesso di soggiorno per lavoro in scadenza tra

BAMBINI NATI IN ITALIA E COSTRETTI PER 2 ORE AL GIORNO A SEGUIRE LE LEZIONI E RECITARE I VERSI SACRI IN ARABO PUNITO CHI SBAGLIAVA

In manette

Hossain Shahadat, l’imam bengalese di 23 anni arrestato a Padova e formalmente residente ancora a in provincia di Treviso: fra 15 giorni gli scade il permesso di soggiorno

Il Corano insegnato a botte Arrestato imam di Padova Minacce e pugni agli alunni della scuola islamica `In cella 23enne bengalese da poco giunto da Treviso Intercettato: «Ti stacco l’orecchio, ti spacco la testa» I piccoli terrorizzati si erano confidati con le maestre `

15 giorni: è dipendente della stessa associazione bengalese che gestisce il centro religioso di via Jacopo da Montagnana. Dopo aver vissuto per due anni nel trevigiano, a inizio agosto si è trasferito a Padova in un appartamento di un connazionale.

LE INDAGINI Le investigazioni della Digos si sono sviluppate in particolare dopo aver ascoltato anche i rappresentanti della comunità islamica padovana, con la quale da tempo è in atto un percorso di collaborazione, finalizzato a prevenire proprio episodi di estremizzazione nell’insegnamento della religione. Così a metà settembre i poliziotti hanno piazzato delle microcamere ambientali nell’aula utilizzata per le lezioni. E la documentazione audio-video raccolta, ha fornito, secondo la Digos, prove decisive che dimostrano le condotte violente del “maestro”

La politica

La Lega: controlli sui centri musulmani Il sindaco: positivo l’aiuto dalla comunità Da una parte, il centrodestra, Lega in testa, che chiede anche la chiusura della moschea; dall’altra il centrosinistra, per primo il sindaco Sergio Giordani, che invita a non generalizzare. Oltre alla sospensione delle attività in via Jacopo Da Montagnana, il senatore leghista Andrea Ostellari chiede di estendere i controlli «su tutti i centri islamici presenti sul nostro territorio». E per l’assessore regionale Elena Donazzan «è sempre più urgente una legislazione che regoli e preveda accurati controlli di queste attività di

indottrinamento, allontanando dall’Italia eventuali soggetti dimostratisi integralisti o violenti». Giordani ringrazia gli investigatori - «Questo lavoro intelligente delle istituzioni per circoscrivere e reprimere fenomeni inaccettabili è il primo pilastro di una positiva integrazione» - e rileva anche l’aiuto alle indagini dato dalla comunità islamica. E il segretario del Pd padovano, Davide Tramarin, denuncia «la solita strumentalizzazione» della destra che punta «a sconfortare e spaventare i cittadini facendo di tutta un’erba un fascio».

ai danni dei piccoli allievi che durante gli insegnamenti erano costretti «a vivere un vero e proprio stato di terrore e pressione psicologica», come ha spiegato De Stavola. I bambini erano esasperati. Dopo che il maestro aveva inflitto una pesante punizione a uno di loro, un altro ha domandato sotto voce alla piccola vittima: «Perché non vai in questura a denunciare?». Erano costretti a seguire due ore di lezione di Corano al giorno, seduti, senza fiatare, con l’obbligo di recitare i ver-

setti in arabo. Difficilissimo per chi è di madrelingua italiana e studia solo da poco il testo sacro islamico. Chi sbagliava veniva punito e minacciato. Ora sono in corso accertamenti sulle frequentazioni dell’imam, che dirigeva anche le preghiere degli adulti durante le funzioni e, come evidenzia la Digos, aveva frequentato fino a poche settimane fa la scuola coranica di Pieve di Soligo (Treviso) già finita in altre indagini per maltrattamenti. Al momento non ci sono prove che ai bambini venissero inculcate idee dell’Islam estremista, inneggianti all’Isis o al terrorismo. Il “maestro” è sotto accusa solo per i maltrattamenti sui minori. Da accertare se qualche genitore e i vertici dell’associazione religiosa fossero a conoscenza di questi comportamenti. Marina Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervista Abdallah Khezraji hiederò al Consolato del Bangladesh di offrire supporto alla formazione degli insegnanti delle scuole coraniche. Quanto successo a Pieve di Soligo e a Padova è inaccettabile. Ma anche i Comuni, le Province e la Regione devono dare una mano. Nelle comunità marocchine, per esempio, sono coinvolte anche figure femminili nell’insegnamento del Corano». L’appello arriva da Abdallah Khezraji, presidente di CittadinanzAttiva Treviso, realtà che riunisce le diverse associazioni di stranieri della Marca.

«C

Khezraji, due casi di violenze ai bambini in pochi mesi. C’è qualcosa che non va? «C’è una questione culturale dalla quale bisogna partire. Questi metodi, anche violenti, si usa-

«Violenze retaggio del passato: educare anche gli insegnanti»

IL PRESIDENTE DELLE ASSOCIAZIONI TREVIGIANE: «IL BASTONE ERA UN CLASSICO, ANCHE QUI QUALCUNO È RIMASTO INDIETRO»

vano ovunque negli anni Settanta e Ottanta. Le famiglie povere, in particolare, affidavano i bambini alle koutab, la scuola coraniche, e al suo fqih, in genere una persona anziana, che conosce il Corano a memoria e lo insegna, partendo dalle sure più brevi, ai bambini dai 4 anni in su. Il bastone era un classico, utilizzato per tenere sempre alta l’attenzione. Per i genitori diventava un orgoglio avere un figlio che recitava a memoria i versi del Profeta o partecipa ai riti attivamente, per esempio uccidendo una bestia».

Perchè i genitori non denunciano mai gli abusi subiti dai figli? «Perchè l’imam, per loro, è una figura sacra, e ci tengono ancora moltissimo all’identità e all’educazione religiosa dei loro figli. In pratica non li concepiscono come violenze». In Italia una volta il maestro andava giù pesante, ma ora i tempi sono cambiati ... «Ed è così anche nel mondo islamico. Nelle città arabe non vengono percossi i bambini, ma succede nelle campagne, dove

1c033f3a-2197-4eb4-ba14-8ea1b9e0db2e

PRESIDENTE Abdallah Khezraji guida CittadinanzAttiva che riunisce le associazioni di stranieri di Treviso

«CHIUNQUE PUÒ SPACCIARSI PER TEOLOGO CHIEDERÒ AL CONSOLATO DEL BANGLADESH DI OFFRIRE SUPPORTO PER LA FORMAZIONE»

ci sono ancora vecchi retaggi. E così succede, evidentemente, anche in alcune comunità straniere in Italia, dove c’è chi è rimasto indietro». Come si controllano, allora gli imam? «La figura dell’imam è richiestissima, oggi, nelle comunità occidentali. Ma c’è un qualunquismo evidente, chiunque può spacciarsi per un teologo, magari senza nemmeno conoscere bene l’arabo e soprattutto senza avere alcuna formazione. Quindi serve prima di tutto un’istruzione pedagogica. Ed è qui che possono entrare in campo le istituzioni, cercando di aiutare le Associazioni islamiche a formare i propri imam e a verificarne le credenziali». Alberto Beltrame © RIPRODUZIONE RISERVATA


VII

Padova

Mercoledì 2 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

L’ALLOGGIO L’interno della casa di Giuseppina Antico e di Antonio Seresin: si vede la carrozzina della madre divorata dalle fiamme in mezzo ai rifiuti

LA TRAGEDIA PADOVA Troppo gravi le ustioni

riportate nell’incendio della sua casa che già era costato la vita all’anziana madre, Giuseppina Antico, 81 anni. Ieri mattina il cuore di Antonio Seresin, disabile 57enne, ha smesso di battere per sempre. L’uomo era ricoverato nel reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale cittadino da mercoledì scorso. Aveva inalato molto fumo e aveva ustioni nel 30 per cento del corpo. I medici avevano dovuto indurlo al coma farmacologico per evitargli la grande sofferenza provocata dalle estese bruciature. Madre e figlio vivevano in un appartamento Ater al primo piano di una palazzina di sei in via Fratelli Carraro, a Mortise.

Rogo nella casa Ater, figlio disabile muore sei giorni dopo la mamma Troppo gravi le ustioni: il cuore di Antonio Seresin, `L’uomo aveva cercato di spegnere l’incendio in coma da mercoledì, si è fermato ieri mattina mentre la madre inferma urlava disperata

`

to al tavolo. Vicino a lui c’erano delle pentole piene d’acqua con cui forse ha cercato di spegnere il fuoco. Madre e figlio sono stati portati dai soccorritori all’aria aperta, sul poggiolo di casa, dove i sanitari del 118, dotati di autorespiratori, hanno prestato i primi soccorsi, con l’ausilio dei pompieri. Purtroppo per Giuseppina Antico non c’era già più nulla da fare. Antonio Seresin è stato, invece, rianimato con il defibrillatore. Una volta stabilizzato, è stato trasferito in ambulanza al pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera. La prognosi sembrava favorevole, invece ieri mattina è deceduto.

IL ROGO Erano passate da poco le 15 di mercoledì 26 settembre quando è arrivata la richiesta di intervento alla centrale operativa del Suem. Era stata la vicina del quinto piano a sentire le grida di aiuto e a notare il fumo proveniente dal mini di Giuseppina e Antonio. In via Fratelli Carraro sono arrivati tre automezzi dei vigili del fuoco. Hanno fatto irruzione nel piccolo appartamento, completamente invaso dal fumo. L’anziana era distesa a terra vicino alla poltrona su cui trascorreva le sue giornate, mentre il figlio è stato trovato a terra esanime, accan-

UNA VICINA: «SI VEDEVA CHE NON ERA IN SALUTE, MA ERA SEMPRE MOLTO RISPETTOSO. SITUAZIONE DIFFICILE»

LE FIAMME ERANO STATE PROVOCATE DA UN CORTO CIRCUITO: L’APPARTAMENTO ERA PIENO DI RIFIUTI

LE CAUSE A provocare l’incendio sarebbe stato un corto circuito sviluppatosi da un angolo della cucina, in cui c’erano una vecchia radio, una piastra per capelli, un phone e altri elettrodomesti-

ci. Quando il locale è stato invaso dal fumo Antonio Seresin ha cercato in tutti i modi di aprire la porta finestra della cucina. Purtroppo il calore aveva ormai liquefatto la maniglia della porta e le tapparelle. In preda alla disperazione, con la madre che lo implorava di aiutarla, l’uomo ha riempito di acqua alcune pentole nell’inutile tentativo di domare l’incendio. Sopraffatto dal panico, Antonio Seresin ha avuto un attacco di cuore. Era esanime quando il personale medico e i vigili del fuoco sono entrati in casa per soccorrerlo. Desolante la scena che si è presentata agli occhi dei carabinieri della stazione di via Rismondo, accorsi sul posto con il compito di ricostruire le modalità della tragedia. Nella cucina invasa dal fumo non c’era un metro quadro libero. Stoviglie, bicchieri, bottiglie, barattoli, alimenti erano accatastati

alla rinfusa in ogni angolo, tutt’attorno al tavolo e alle sedie, nel più completo disordine, in precarie condizioni igieniche. Giuseppina Antico passava le sue giornate tra il letto e la poltrona. Da anni non camminava più e non poteva mettere il naso fuori di casa. Antonio, disabile con pensione di invalidità civile, si occupava di tutto. Accudiva l’anziana madre, si incaricava delle pulizie domestiche e usciva a fare la spesa.

I VICINI I vicini di casa hanno assicurato che la situazione di degrado e di difficoltà della famiglia era stata segnalata ad Ater e Comune. «Era un uomo mingherlino e si vedeva che stava male, ma era sempre molto rispettoso. A volte però si sentivano dei forti battibecchi tra i due. Il padre di Antonio non l’abbiamo mai visto» Marina Lucchin

Tempo parziale all’Ulss, i sindacati scrivono a Zaia SANITÁ PADOVA Inizia la battaglia dei sin-

dacati e dei lavoratori dell’Ulss 6 Euganea. È partita la grande mobilitazione della sanità, ieri la Cisl Fp ha inviato una lettera al presidente della Regione, Luca Zaia, per chiedere risposte sulla mancata attuazione dell’accordo part-time. È stata avviata anche una raccolta firme. Il 30 luglio scorso l’ente di via Scrovegni ha diffuso la nota “L’Ulss 6 Euganea a difesa della democrazia del part-time: firmato l’accordo, messi a bando 197 posti”. Una promessa non mantenuta, secondo i sindacati infatti «l’Azienda da 3 anni non concede il part time». Ad accendere ul-

teriormente il malumore è stata la storia di Alessandra, infermiera e “super mamma” con cinque figli, che negli ultimi anni ha potuto beneficiare di cinque part-time. La testimonianza della dipendente Ulss è stata diffusa lunedì 21 settembre. «C’era l’impegno a pubblicare i bandi part-time entro settembre, ma ad oggi non abbiamo ancora una data certa - si legge nella lettera della Cisl -. Apprendiamo dagli organi di stampa molte e lodabili iniziative, ma in realtà questa amministrazione ha difficoltà a dare risposte concrete e tangibili alla maggior parte dei propri dipendenti. Purtroppo a differenza di Alessandra, in Ulss Euganea esistono molti altri genitori che hanno dovuto con

grande sacrificio trovare soluzioni alternative perché l’Azienda da 3 anni non concede il part-time». La Cisl riporta altre storie meno felici. C’è Serena, mamma di 4 figli (Nicolas 9 anni, Isabel 6, Gabriel 4 e Daniel 13 mesi), che non solo non ha potuto usufruire del part time, ma ha dovuto chiedere il trasferimento dal reparto dove lavorava con

LA CISL-FP ATTACCA: «CI SONO MOLTI ALTRI GENITORI CHE NON RIESCONO AD ACCEDERE AL PART-TIME, ACCORDI DA RISPETTARE»

ULSS Gli uffici dell’azienda sanitaria di via Scrovegni

fbad8ce9-c118-411b-934a-3927ec6b5c0b

passione e dedizione da oltre 10 anni, per trovarne uno che conciliasse la sua situazione familiare. Poi c’è Roberta con due bambini in età scolare e problemi di salute. E Angela, in difficoltà a 58 anni perché ha bisogno di assistere i genitori anziani. «Purtroppo questi non sono gli unici casi ad aver dato credito alle pagine di giornali piene di pubblicità sull’accordo part-time - aggiunge la Cisl – Il documento è stato sottoscritto a fine luglio e dopo 60 giorni, a dispetto degli impegni presi, non ha ancora trovato applicazione. Con amarezza e rammarico leggiamo annunci che poi non trovano rispondenza nella realtà dei fatti. Promesse che solleticano aspettative, la cui amara delusione ri-

schia di ingenerare ulteriore alienazione». La mobilitazione non guarda solo al part-time. «Bisogna affrontare la grave situazione in cui grava l’area amministrativa, per mancanza di personale e rifiuto delle mobilità in uscita – aggiunge la Cisl – e la questione dell’ospedale Sant’Antonio. I letti bis sono diventati una costante organizzativa con gravi conseguenze sulle condizioni di lavoro e sui servizi erogati ai cittadini. La carenza di professionisti nell’area del Sociale sta pregiudicando la qualità dei servizi socio assistenziali. L’accordo sulla mobilità, sottoscritto e mai applicato, non permette ai lavoratori di potersi avvicinare a casa». Elisa Fais


15

Nordest

STOP A CATTURE DI TROTE MARMORATE E LUCCI Nei fiumi e nei laghi del Veneto trote marmorate e lucci, se catturati, dovranno essere immediatamente liberati. L’ha deciso la giunta regionale

Mercoledì 2 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Vaia, 17 milioni per togliere il fango Presentato il progetto per ricostruire i Serrai di Sottoguda `Zaia: «Oltre al miliardo chiederemo allo Stato soldi in più» Due anni e mezzo per ripulire dai detriti il lago di Alleghe Ma il “turismo dell’orrore” ha portato benefici economici `

LA RICOSTRUZIONE VENEZIA Immaginate venti campi da calcio. Ma non a livello campagna. Venti campi da gioco alti ciascuno due metri. Ecco, quella superficie così larga e così spessa dà l’idea di quanto materiale ci sia da portare via dal lago di Alleghe, devastato quasi un anno fa dalla tempesta Vaia. Sono 500mila metri cubi di detriti, sassi, legname che, come ha sottolineato ieri il governatore del Veneto Luca Zaia, hanno trasformato in uno stagno quello che una volta era uno specchio d’acqua color smeraldo. Per ripulirlo si spenderanno 8 milioni di euro. E altri 8 milioni e 700mila euro serviranno per “ricostruire” i Serrai di Sottoguda, sistemare i versanti e rifare la strada che fino all’anno scorso era percorsa da 150mila persone, chi a piedi e chi col trenino. I soldi ci sono, ma per non perdere i contributi statali bisognava definire gli interventi entro il 30 settembre. Adempimenti che la Regione Veneto ha espletato nei termini e di cui ieri, a Palazzo Balbi, sono stati presentati due dei principali interventi. Appunto, il lago di Alleghe e la gola dei Serrai.

I FONDI A undici mesi dalla tempesta Vaia (27 ottobre - 5 novembre 2018) il primo dato è che i 377 milioni arrivati da Roma sono “esauriti”, nel senso che sono stati tutti impiegati. Il Governo ha stanziato 960 milioni in tre anni e la prima tranche per il 2019 è stata tutta impiegata in ben 1.000 progetti. A sentire il governatore del Veneto ci sarà però bisogno di altri 400 milioni soprattutto per i danni ai privati. «Vi ricordo - ha detto Zaia - che la tempesta ha danneggiato 100mila ettari d bosco, dei quali 28mila rasi al suolo. E se a distanza di quasi un anno vedete ancora delle zone con i tronchi a terra, si sappia che quei tronchi non possono essere raccolti perché si trovano in uno dei 240 siti valanghivi, significa che prima dobbiamo mettere i paravalanghe - e abbiamo già fatto le gare -

Era verde smeraldo, ora ha il colore di uno stagno 500mila metri cubi di melma Il lago di Alleghe ritornerà verde smeraldo, ha promesso Luca Zaia. Nella foto in alto, qui a destra, come appariva il lago subito dopo la tempesta Vaia; sotto, dopo il secondo intervento di pulizia. Ora bisogna togliere 500mila metri cubi di detriti dal fondale.

I numeri

28.000 I metri cubi di bosco rasi al suolo dalla tempesta Vaia su un totale di 100mila metri cubi coinvolti.

377 I milioni di euro stanziati per il 2019 dal Governo. La somma doveva essere impegnata entro il 30 settembre, altrimenti andava restituita. La Regione ha rispettato il termine.

984 I cantieri contrattualizzati in pochi mesi. In tutto ci sono stati 1.746 interventi post Vaia.

A PALAZZO BALBI La presentazione ieri dei progetti

Prima e dopo Persi 150mila visitatori Qui accanto i Serrai di Sottoguda. Nella foto più a sinistra come sono stati ridotti un anno fa dalla tempesta Vaia e poi possiamo togliere gli alberi caduti a terra». Zaia ha parlato in qualità di Commissario straordinario per l’emergenza dal maltempo: «Abbiamo contrattualizzato in pochi mesi 984 cantieri per 354 milioni di euro, impiegando interamente i 377 milioni di euro assegnati dal Governo, cifra comprensiva dei primi sostegni per privati ed imprese. Sommando questi ai 762 cantieri di prima emergenza conclusi per 15 milioni di euro, in totale stiamo parlando di 1.746 interventi post Vaia». Erano presen-

IL PRESIDENTE DI VENETO ACQUE VACCARI: «TUTTI GLI INTERVENTI CONCORDATI CON LA SOPRINTENDENZA»

ti anche alcuni dei 35 soggetti attuatori: la società Veneto Acque con il presidente Gianvittore Vaccari e il responsabile dell’Ufficio tecnico Francesco Trevisan che ha avuto l’incarico di occuparsi dei Serrai di Sottoguda e del lago di Alleghe; l’ingegner Nicola Dell’Acqua che ha l’incarico di coordinare la Pianificazione degli interventi. E poi i sindaci Andrea De Bernardin di Rocca Pietore e Danilo De Toni di Alleghe.

GLI INTERVENTI Per quanto riguarda Alleghe, tutti i detriti che saranno raccolti dai 100mila metri quadri di superficie del lago non saranno portati a valle: costerebbe troppo e intaserebbe le strade di camion. Il materiale sarà stoccato accanto al lago e servirà per consolidare sia la sponda del torrente Cordevole che la pista ciclabile. Domanda: non è che questi 500mila metri cubi di detriti cambieranno il

paesaggio? «Tutti gli interventi ha risposto Vaccari - sono stati decisi di concerto con la Soprintendenza». Degli 8 milioni di spesa prevista, 7,7 serviranno per il cosiddetto intervento di resilienza del territorio con un aumento della capacità di invaso del lago. Il termine dei lavori è previsto per il primo semestre 2022. Anche per i Serrai di Sottoguda - «Il nostro Grand Canyon», ha detto Zaia - l’intervento è poderoso: con la tempesta Vaia il torrente Pettorina è esondato distruggendo strada, ponti, argini. E le pareti rocciose della forra ora sono a rischio di frane e distacchi. Qui c’è tutto da rifare. Gli appalti scatteranno nel 2020, i lavori dureranno circa un anno e mezzo. Stiamo parlando di 8,7 milioni di euro.

I CURIOSI L’aspetto singolare è che Vaia, al di là dei danni, per certi versi

ha rappresentato un vantaggio economico. Sicuramente per Alleghe. «Era da anni - ha detto il sindaco De Toni - che non vedevamo la coda di auto provenienti da Belluno per entrare ad Alleghe. Dalle dieci del mattino a mezzogiorno era tutto un incolonnamento. Turisti curiosi di vedere com’era ridotto il lago? Può darsi, sta di fatto che ad agosto avevamo gli alberghi pieni». Il “turismo dell’orrore” non è mancato neanche a Rocca Pietore, ma in questo caso senza risvolti economici. Anzi. «Prima di Vaia - ha detto il sindaco De Bernardin - avevamo un indotto annuo provocato da 150mila visitatori ai Serrai di Sottoguda, dei quali 70mila a piedi e 80mila col trenino. Il piccolo parcheggio da 30 posti dava entroiti da pedaggi per 30mila euro. Con il dopo vaia siamo precipitati a 5mila euro». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Veneto Sviluppo chiude». «Falso, siamo in utile» `Polemica con il Pd

dopo le audizioni sul bilancio 2020 LA MANOVRA VENEZIA Audizioni e polemiche (ma anche clamorose assenze) ieri a Palazzo ferro Fini, dove la Prima commissione ha iniziato a discutere la manovra per il 2020. E cioè il bilancio che chiuderà questa legislatura e porterà alle elezioni amministrative.

LE AUDIZIONI Come da prassi, ieri si sono ascoltate le parti sociali per capire cosa pensano, anche in vista di eventuali emendamenti, della

VEGA Veneto Sviluppo, la sede

RUZZANTE, GUARDA E BARTELLE: «ASILI NIDO GRATUITI PER I POVERI. I SOLDI? CON L’ADDIZIONALE IRPEF PER I RICCHI»

manovra varata dalla giunta. E il primo dato da rilevare è che l’intero bocco degli enti locali è saltato: i rappresentanti di Comuni, Province, Comunità montane hanno dato tutti forfait. Si sono presentate invece le categorie economiche, dagli artigiani agli agricoltori, ed è in questo secondo blocco che si inserisce la polemica scoppiata tra il Partito Democratico e il presidente di Veneto Sviluppo Fabrizio Spagna. E, probabilmente, anche tra la finanziaria regionale e Palazzo Balbi, visto che dalla relazione di Spagna i consiglieri dell’opposizione hanno capito che per Veneto Sviluppo c’è un futuro tutto da inventare. In pratica, Spagna ha detto che dal prossimo anno, con la nuova normativa europea, Veneto Svi-

luppo non potrà più gestire i fondi di rotazione, se non vincendo le gare. E avrebbe pure chiesto delle “clausole sociali” per i 22 dipendenti. È così che il Pd è partito in quarta: «Veneto Sviluppo chiude». In realtà non c’è scritto da nessuna parte che la finanziaria regionale chiuda, però un interrogativo sul futuro c’è: «Deve aggiornare la propria mission, ma Zaia non ha la minima idea di come affrontare il destino della partecipata», ha detto il capogruppo dem Stefano Fracasso. Cui è seguita la replica di Spagna: «Già da anni la finanziaria regionale ha intrapreso nuovi filoni di attività, come la gestione di un fondo veneto di minibond, il controllo di una Sgr che investe sulle imprese del territorio, la creazione di fondi dedicati a investimen-

79c22c29-685e-4abf-9473-ddadf5182a90

Rizzotto «Macellazione halal tortura da impedire» VENEZIA Mensa halal: la capogruppo della lista Zaia Presidente in consiglio regionale del Veneto, Silvia Rizzotto, ha presentato una risoluzione «per mettere al bando questa tortura primitiva e straziante verso gli animali». «La pratica halal - dice Rizzotto - è una macellazione legata alla fede musulmana che impone che l’animale venga dissanguato mentre è integro e cosciente. Invitiamo il Governo a mettere la parole fine a questa tortura».

ti in capitale di rischio e l’acquisizione di partecipazioni dirette in alcune aziende venete. Più che un “ferro vecchio” e quindi inutile, la finanziaria regionale è una realtà aziendale costantemente “in utile” ormai da sei anni».

VENETO 2020 Intanto i tre consiglieri regionali di Veneto 2020 - Piero Ruzzante, Cristina Guarda, Patrizia Bartelle - hanno illustrato la loro manovra emendativa al bilancio 2020 su cui spiccano asili nido gratuiti per chi non può permetterseli e assunzioni di tecnici negli Spisal contro gli incidenti sul lavoro. Le risorse? Con l’addizionale Irpef per i redditi sopra i 75mila euro. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


VII

Venezia

Mercoledì 2 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Zaia: referendum, 1° dicembre unica data Il governatore risponde a chi contesta il poco tempo lasciato `«La consultazione andava fissata entro il 15, non c’era scelta» per la campagna elettorale: «Sono accuse di chi è in malafede» Non dirò come la penso sulla separazione, sarò imparziale»

`

POLITICA VENEZIA Presidente Luca Zaia, che indicazione di voto darà per il quinto referendum sulla separazione di Venezia e Mestre? Il governatore del Veneto è a Palazzo Balbi, dove ha appena illustrato degli interventi simbolo del dopo Vaia, la tempesta che un anno fa ha danneggiato 100mila ettari di bosco, di cui 28mila rasi al suolo. «Nessuna indicazione», è la risposta secca del presidente. Che spiega: «Da parte mia ci sarà una totale imparzialità, non darò alcuna indicazione né per il voto né per il non voto. Sarà il popolo a decidere». Però per il referendum sull’autonomia del Veneto un’indicazione l’aveva data. «Certo, era il mio referendum, non potevo non esprimermi». D’accordo, ma un’opinione al riguardo ce l’avrà: secondo lei Venezia e Mestre devono restare unite in un unico Comune oppure è meglio che si dividano? «Certo che un’opinione ce l’ho, ma non dico niente, perché qualunque cosa io dica diventerebbe un’indicazione di voto. Anche nelle fusioni tra i Comuni siamo

stati rispettosi sui possibili esiti. Nel referendum per la separazione ci sono due correnti di pensiero: se la vedano tra loro».

la consultazione andava fissata entro il 15 dicembre e la seconda è che altrimenti si saltava l’anno. Io avrei indetto il referendum già a novembre, ma mi è stato spiegato che non c’erano i tempi tecnici. Quindi, per forza di cose, non volendo perdere un anno, la consultazione referendaria si poteva tenere solo a dicembre. Ed entro il 15 del mese». Le possibilità erano tre: 1° dicembre, 8 dicembre, 15 dicembre. L’8 dicembre è stato subito escluso: è un doppio giorno festivo, con la ricorrenza dell’Immacolata Concezione, ma soprattutto coincide con l’apertura delle piste da sci. «Se avessi scelto l’8 dicembre - dice Zaia - e poi si fosse verificata una scarsa affluenza alle urne, magari mi avrebbero accusato di aver scelto volutamente quella giornata per non far andare la gente a votare. Sarebbe stato un alibi. Niente da fare». L’ultimo giorno utile, domenica 15 dicembre? «Una settimana prima delle festività natalizie? Con i mercatini di Natale e via dicendo? Meglio di no». Quindi si è arrivati al 1° dicembre per esclusione? «Si fa il 1°, non c’è nessuna strategia». Alda Vanzan

LA SCELTA Ma è sulla data della consultazione referendaria che il governatore del Veneto dice la sua. Perché la scelta del presidente della Regione di fissare il voto a domenica 1° dicembre è stata contestata dai separatisti: due mesi di tempo per la campagna elettorale - è il ragionamento sono un periodo limitato, troppo poco, così si rischia di avvantaggiare gli unionisti perché magari non si riesce a informare tutto il corpo elettorale. Accuse che Zaia non accetta. «Adesso - sbotta - sarebbe pure una colpa aver fissato la data al 1° dicembre. Ma siccome chi è in malafede ce l’ha nel sangue, dico io due cose. La prima è che

«DOMENICA 8 E’ LA RICORRENZA DELL’IMMACOLATA E IL 15 SAREBBE STATO TROPPO VICINO AL PERIODO NATALIZIO»

GOVERNATORE E SINDACO Luca Zaia con Luigi Brugnaro

Ateneo Veneto, gemellaggio con Atene rari, materiali di ricerca, manoscritti, archivi e opere d’arte.

ISTITUZIONI VENEZIA Quello degli Amici della Gennadius Library di Atene è un arrivo nella città lagunare nel segno di un gemellaggio nato a gennaio di quest’anno, e da un accordo sottoscritto tra il presidente dell’Ateneo Veneto, l’ambasciatore Gianpaolo Scarante e il suo omologo greco, Tassos Kriekoukis, presidente dell’associazione ellenica. Da una parte dunque l’Ateneo veneziano, impegnato da più di due secoli a promuovere in città espressioni culturali differenti; dall’altro la Biblioteca Gennadius, coadiuvata dall’omonima associazione, tra le più importanti della Grecia con un patrimonio di oltre 110mila tra libri

PROGETTI INTERNAZIONALI Lo scorso giugno una delegazione dell’Ateneo Veneto aveva visitato la terra ellenica incontrando gli Amici della Gennadius che in questi giorni hanno ricambiato arrivando in laguna e facendo tappa ieri proprio nel più antico istituto culturale ve-

GEMELLAGGIO Gennadius Library all’Ateneo Veneto

UNA DELEGAZIONE DELLA BIBLIOTECA GENNADIUS IN VISITA IN LAGUNA PER DARE IL VIA ALLA COLLABORAZIONE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

neziano, dove per l’occasione era esposta anche la restaurata “Apparizione della Vergine a S. Girolamo” del Tintoretto. «Venezia deve riaprirsi a tutto il mondo – spiega Scarante – e questo mi sono riproposto di fare anche per l’Ateneo. Riempiremo tale accordo con una serie di iniziative, come l’esportazione di alcuni nostri corsi di comune interesse in terra greca e viceversa e fare lo stesso, magari, anche per i testi. E una volta stabilita questa forma di partenariato, arrivare a dei progetti allargati anche all’Unione europea». Una volontà espressa pure da Kriekoukis. «Una volta consolidato il “contesto” – ha sottolineato – vogliamo riempirlo d’iniziative. E già questo viaggio ha dato degli spunti interessanti. Come la visita alla mostra sul Morosini, per realizzarne una anche ad Atene». Marta Gasparon

Università, assistente virtuale agli studenti IL PROGETTO VENEZIA Un assistente virtua-

le online, basato su tecnologia IBM Watson, disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 sul sito web dell’Università: è il nuovo servizio basato su cloud che l’Università Ca’ Foscari di Venezia ha messo a disposizione dei propri studenti e di chiunque voglia avere informazioni sui corsi disponibili. “UniVe”, questo il suo nome, è stato istruito per rispondere a domande relative a tre aree specifiche: tasse e contributi, conseguimento del titolo, scadenze e informazioni generali. L’assistente virtuale nei primi tre mesi ha risposto a più di 12 mila conversazioni equamente distribuite tra le tre aree disponibili. Ampio il ventaglio dei temi su cui l’assistente virtuale è in grado di rispondere: oltre a quelle di carattere generale, si va dalle modalità di pagamento delle tasse universitarie alle scadenze, dai quesiti relativi alla tesi di laurea al calcolo dei voti finali. Lo scopo di questa soluzione innovativa, basata sull’intelligenza artificiale di IBM, è quello di agevolare il lavoro della segreteria universitaria, permettendo agli impiegati di concentrarsi sulle richieste più articolate e complesse. Allo stesso tempo, trattandosi di un servizio erogato h24 e considerando l’alto numero di studenti stranieri che Ca’ Foscari attrae, le informazioni possono essere fruite senza interruzione e a qualunque latitudine. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Zilio Grandi, da Venezia alla direzione I 5Stelle con Abrami rilanciano dell’Istituto di cultura di Abu Dhabi la Corte europea per l’ambiente `Previste sinergie

con Ca’ Foscari IL PERSONAGGIO VENEZIA Ida Zilio Grandi, inse-

gnante di Islamologia, lingua araba e relazioni e politiche internazionali all’Università Ca’ Foscari Venezia, inizia la sua avventura come direttrice dell’Istituto italiano di cultura di Abu Dhabi, che ieri ha inaugurato la sua sede. Tra i progetti dell’insegnante vi è quello di mettere in luce la produzione italiana attuale, letteraria e artistica, focalizzando l’attenzione su alcune città. «Gli italiani sono bravissimi a produrre bellezza, e quel che è altrettanto importante è che sanno insegnare come farlo, quindi pensavo a scuole, corsi di formazione, workshop, sempre in collaborazione con le istituzioni locali - spiega la docente - A lungo termine penserei, sempre insieme alle autorità emiratine, alla fondazione di un consorzio di

università italiane e vorrei mettere in luce anche il talento delle donne, italiane e altre, nei diversi campi della produzione culturale». In programma anche sinergie con l’università: «Ca’ Foscari ha molto da offrire in un contesto internazionale - precisa Ida Zilio Grandi - Penso alla forza delle sue competenze nella conservazione dei beni culturali, competenze ricercate negli Emirati; e anche al campo delle scienze ambientali, nel quale gli stessi Emirati sono all’avanguardia».

DIRETTRICE Ida Zilio Grandi ad Abu Dhabi

Negli ultimi anni i Paesi del Golfo e gli Emirati in particolare hanno manifestato la precisa volontà di costituire un polo culturale oltre che economico: «Credo che il Ministero cercasse una persona in grado di interagire con la cultura locale, di promuovere il “Sistema Paese” conoscendo i presupposti di quella data realtà estera - analizza la docente - L’attenzione per la cultura italiana negli Emirati è molto forte. Italia vuol dire arte, design industriale, moda, buona cucina. Il nostro Paese è percepito in generale come sinonimo di sensibilità estetica, di bellezza e buon gusto; ed è stimato anche per le alte tecnologie, ad esempio la ricerca robotica. A tutto questo non corrisponde però l’attenzione per la letteratura: occorre quindi sanare il vuoto, prima di tutto avviando e pubblicizzando i corsi di italiano nell’istituto di cultura – ma anche nelle università locali - e costruendo subito una biblioteca con il sostegno degli editori italiani». La presenza italiana è attorno alle 14 mila persone, molti nell’Emirato di Dubai.

`Missione a Bruxelles tempi, proponeva Abrami come te e del cambiamento climatico

con l’ex giudice POLITICA VENEZIA È un tema di cui si di-

batte da almeno 15 anni: la costituzione a Venezia di una Corte penale europea per difendere l’ambiente e la salute dei cittadini. Progetto che ha sempre visto in prima fila l’ex giudice di Corte d’Appello e di Cassazione, Antonino Abrami. E non è un caso che ora, a rilanciare l’idea, siano stati i 5Stelle che ieri al Parlamento europeo di Bruxelles hanno illustrato la proposta, assieme allo stesso ex giudice veneziano, in veste di professore emerito dell’Università di Nova Gorica.. Abrami, candidato alle Politiche del 2018 per i pentastellati a San Donà, a giugno era stato anche lanciato da Massimo Cacciari come possibile candidato sindaco a Venezia nel 2020. Il filosofo, anticipando i

e1695a6c-8249-4a0d-8ae7-985b85952fab

capifila di una cordata politica con Pd, Verdi e 5Stelle. La proposta illustrata ieri a Bruxelles, invece, è stata spiegata dalla capodelegazione del M5s all’Eurocamera, Tiziana Beghin. «Per il M5s la protezione dell’ambiente, nella tutela degli ecosistemi e nella salvaguardia della biodiversità, rappresenta una battaglia identitaria e con questa proposta lo dimostriamo. I cittadini chiedono a gran voce che le istituzioni europee affrontino la sfida globale dell’ambien-

EX GIUDICE Antonino Abrami

con azioni concrete e fatti. Con una Corte europea daremo piena applicazione al principio in base al quale chi inquina paga». All’incontro erano presenti, oltre ad Abrami,, il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo, l’eurodeputata M5s Laura Ferrara, il consigliere regionale del Veneto Jacopo Berti (M5s). Abrami ha ricordato che «di recente Unicef ed Oms hanno evidenziato che nel mondo una persona su tre è senza acqua potabile sicura. Un recente studio pubblicato su Nature prefigura un aumento dei conflitti armati fino al 26% se la temperatura globale dovesse continuare a salire. Di fronte a tali emergenze - ha sottolineato - appare inadeguato l’attuale sistema di giustizia ambientale vigente in Europa. Risulta dunque essenziale l’inserimento dell’istituzione della Corte Penale Europea della Salute e dell’Ambiente e del Procuratore Ambientale Europeo nell’agenda politico-programmatica dei commissari alla Giustizia e all’Ambiente». © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019 IL MATTINO

15

Animali e uomini

Cortina, cervo fra i vestiti nella boutique Ha cercato rifugio nel negozio, sedato dalla Polizia provinciale e liberato. La titolare: «Un cliente speciale, benvenuto» Alessia Forzin Marina Menardi CORTINA. Un cervo fra abiti e foulard. La boutique di Giovanna Strazzacappa in Largo Poste ieri ha avuto un “cliente” davvero particolare. Un cervo adulto. L’animale, spaventato e impaurito, è arrivato in centro a Cortina, si è aggirato per qualche minuto in Corso Italia e quando ha visto la porta del negozio in Largo Poste aperta si è intrufolato. Probabilmente cercava solo un luogo sicuro, lontano dagli essere umani. La commessa in quel momento era impegnata ad aprire il negozio dall’altra parte della galleria e non si è accorta di nulla. Si può solo immaginare il suo stupore quando un uomo le ha raccontato che un cervo era entrato nella boutique, approfittando della porta rimasta aperta. L’animale era visibilmente impaurito e si nascondeva fra i vestiti. Si era mimetizzato bene, anche perché fra le corna era rimasta impigliata dell’edera, che gli copriva in parte il muso. Impossibile avvicinarlo, sia per la stazza (la Polizia provinciale ha stimato un peso di oltre 150 kg) che per la situazione. L’inizio dell’autunno, fra l’altro, corrisponde al periodo dell’accoppiamento per i cervi, e non è opportuno disturbarli. Visto lo spaesamento dell’animale e il suo stato di agitazione, è stata subito chiamata la Polizia provinciale, competente in materia di gestione e tutela della fauna selvatica. Nel frattempo davanti al negozio si era radunato un certo numero di curiosi, perché un cervo in un negozio di abbigliamento non è cosa che capiti tutti i giorni di vedere. I carabinieri di Cortina si sono adoperati per tenere lontane le persone. Sul posto anche gli agenti del Commissariato di Polizia ampezzano. Il fatto è accaduto attorno alle 10 e ci sono volute oltre tre ore per catturare l’animale e poi liberarlo in un bosco.

Il cervo, un esemplare di 5-6 anni, era completamente spaesato. All’operazione di recupero ha partecipato anche il presidente della riserva alpina di caccia di Cortina. Il cervo è stato sedato con due siringhe contenenti anestetico specifico per animali, la cui composizione è stata decisa dal veterinario dell’Usl di Belluno che ha prestato assistenza medica durante tutto l’intervento. L’ani-

La bestia aveva perso l’orientamento: prima era stata vista anche in Corso Italia male è stato quindi trascinato fuori dal negozio, caricato su un mezzo e trasportato in un bosco. Attorno alle 13.30, ormai sveglio, è stato liberato. Non appena ha capito che era tornato nel suo habitat è corso via, rapido, felice di essere nuovamente in mezzo alla natura. Gli agenti della Polizia Provinciale e il veterinario hanno verificato che deambulasse in modo normale; verificato che le condizioni di salute erano ottime, lo hanno osservato addentrarsi nel bosco. «Abbiamo avuto un cliente speciale, è stato il benvenuto», racconta Giovanna Strazzacappa, titolare del negozio in Largo Poste. «Quando la commessa mi ha avvertita di quello che era successo la mia preoccupazione era tutta per l’animale. Non importa che abbia rovesciato qualche stand, l’importante è che stia bene e che sia stato liberato. Del resto, cercava solo un rifugio». Strazzacappa non era a Cortina ieri mattina ma ha seguito tutta la vicenda grazie alla commessa che la teneva informata. «Sarà che in negozio ho alcuni maglioni con i cervi disegnati e ci avrà visto una bellissima compagna», sorride la donna. «Siamo in mezzo alla natura, sono cose che capitano. E sono contenta che il cervo stia bene e sia stato salvato». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

2

1

5

Serrai di Sottoguda e Alleghe sedici milioni per la bonifica

VENEZIA. «Due interventi simbolo»: così il governatore veneto Luca Zaia ha definito le operazioni di pulizia e sgombero in rampa di lancio sul lago di Alleghe e nel canyon di Serrai di Sottoguda – due ico-

ne del Bellunese devastate da Vaia – finanziate, rispettivamente, con 8 e 8, 7 milioni di euro. Nell’imminenza del primo anniversario del disastro che ha ferito le Dolomiti, Zaia – in veste di commissario all’emergenza – ha ricordato che l’uragano ha provocato la frantumazione di 3 milioni di metri cubi di legname, coinvolgendo 100 mila ettari di superficie, dei quali 28 mila rasi al suolo: «Sono

4

Nelle foto 1 e 4 il cervo nel negozio di Giovanna Strazzacappa in Largo Poste a Cortina. La Polizia provinciale l’ha sedato (foto 1) per poterlo portare fuori dal negozio e caricare nel rimorchio (foto 2) davanti a un discreto numero di curiosi (foto 3). Il cervo è stato poi liberato in un bosco (foto 5)

verso l’anniversario dell’uragano

Zaia e Bottacin illustrano le operazioni di pulizia e sgombero dai detriti di due luoghi simbolo del Bellunese ferito: già investiti tutti i fondi ricevuti dallo Stato

3

stati aperti 762 cantieri», ha riassunto «oltre ai 1746 avviati e chiusi, esaurendo il plafond di 378 milioni stanziati dallo Stato entro i entro i termini stabiliti». Ciò ha evitato al Veneto di perdere i fondi, altrimenti dirottati ad altri territori colpiti da calamità, e ora, investite le prime due tranche, la Regione attende il miliardo promesso dal Governo. «Oggi il lago di Alleghe è una sorta di stagno», com-

menta Zaia «è venuto giù di tutto e adesso serve ripulirlo dai 500 mila metri cubi di detriti, togliendo almeno 250 mila mc arrivando così al ripristino ambientale dell’area, con il ripopolamento di pesci salmerini e salamandre». L’appalto è di circa 8 milioni con la chiusura dei lavori entro il 2022 e prevede l’avvio del ripristino morfologico del corso d’acqua con il trasferimento dei detriti di ghiaia e argilla a valle e a monte del Cordevole, la ricostruzione della pista ciclabile e il consolidamento la sponda destra del torrente. A riguardo, il sindaco di Alleghe Danilo De Toni ha osservato che il numero dei visitatori al lago è, paradossalmente, aumentato dopo il dramma Vaia.

Sull’altro fronte, quello di Serrai di Sottoguda, nel comune di Rocca Pietore, inserita in una zona patrimonio dell’Unesco, le prossime opere di riqualificazione costeranno appunto 8. 700. 000 e verranno date in appalto nel 2020. I lavori termineranno in un anno. A Serrai, ha com-

I cantieri oggi aperti sono 1746, centomila ettari di bosco colpiti e 28 mila rasi al suolo mentato il sindaco Andrea De Bernardin, le devastazioni hanno causato un autentico crollo delle presenze. «La mole di lavoro», rileva Gian-

paolo Bottacin, l’assessore regionale all’Ambiente e Protezione Civile «è impressionante ma i comuni, come promesso subito dopo il disastro, non saranno lasciati soli. Ci siamo arrangiati con le strutture regionali». Infatti sono 35 le società legate alla Regione attive nella ricostruzione e il coinvolgimento di 96 Comuni: «Da noi il pubblico funziona, perciò chiediamo l’autonomia visto e considerato che l’efficienza del pubblico è anche sinonimo di assunzione di responsabilità che siamo in grado di esercitare. Sebbene la partita fosse complicata siamo stati molto veloci nelle tempistiche che ci avevano dato e a settembre avevamo appaltato già 377 milioni di euro». —


18

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019 LA NUOVA

VENEZIA

E mail cronaca.ve@nuovavenezia.it Venezia Castello, 5653 Centralino 041/24.03.111 Fax 041/52.11.07 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 041/396.981

l’intervista

le ragioni del «sì»

«Predicare l’astensionismo è di una gravità inaudita»

Sitran e Marchetto «Andate a votare per i due comuni»

Bergamo: «Già nel 1979 mi schierai per il sì, rischiando l’espulsione dalla Dc Brugnaro teme di perdere il potere e non rispetta le regole della democrazia»

Alberto Vitucci «Predicare l’astensione è di una gravità inaudita. Non è democrazia invitare i cittadini a rinunciare al loro diritto di voto. E poi chi cerca di far saltare il quorum per vincere avrà una brutta sorpresa: è illegittimo sostenere che il referendum è valido solo se vota il 50 per cento più uno. È un quesito consultivo, non abrogativo». Ugo Bergamo, 68 anni, è un politico di lungo corso. Giovane allievo di Costante Degan fu sindaco della città dal 1990 al 1992, prima vicesindaco (dal 1985 al 1987) con la giunta di Nereo Laroni. Poi senatore Dc e membro laico del Csm. Adesso di nuovo candidato sindaco con la sua lista civica che comprende democristiani, comitati civici, liberali. Qualcuno dirà come mai Bergamo scopre oggi l’autonomia... «Veramente io sono sempre stato per la divisione del Comune. Anche nel primo referendum del 1979, quando avevo solo 28 anni. Insieme a Piero Bergamo ci schierammo per il «sì», rischiando l’espulsione dal nostro partito, la Democrazia cristiana». Dunque lei non condivide gli inviti all’astensione del sindaco Brugnaro. «Una follìa dettata solo dalla paura di perdere il potere. Una palese violazione delle più elementari regole della democrazia. I cittadini hanno il diritto di esprimersi. L’invito ad andare al mare non ha sempre portato bene».

Una manifestazione degli autonomisti davanti a Ca’ Farsetti e, nel riquadro, Ugo Bergamo

Sarà il quinto referendum. Ha ancora un senso predicare la divisione? «Oggi più di ieri, viso che Mestre non è mai decollata come città, mantenendo la sua sudditanza verso Venezia. E Venezia sta diventando

«I servizi sono già gestiti a livello metropolitano quindi non vedo ostacoli seri» sempre più una non città. È l’ultima occasione per il loro rilancio». Adesso c’è la Città metropolitana. Non basta? «Ma no. Quella non funziona. Dovrebbe essere un’area

vasta, anche oltre la vecchia Patreve. Invece abbiamo creato un organismo che non ha senso. Con il sindaco metropolitano che non viene eletto dai cittadini. È un orpello che così non serve a nulla. Come non servono le Municipalità. I nuovi comuni potranno essere più vicini ai cittadini, dentro una Città metropolitana forte, con il presidente eletto direttamente». Le due città divise conterebbero meno? «È solo terrorismo psicologico. Di chi ha paura di perdere il proprio potere. In realtà non cambierebbe nulla. Veritas anche oggi è sovracomunale, Actv manterrebbe la sua natura. L’aeroporto rimane dove sta, il porto anche. I servizi sono gestiti in modo

sovracomunale. Dunque, è un falso problema». Mestre potrebbe perdere il casinò, che la legge assegna al comune di Venezia «Ma basta una piccola modifica alla legge, non è questo il problema». Si spenderebbe di più «Assolutamente. È un’altra balla. Le municipalità sarebbero inutili. Si risparmierebbe invece». Insomma Lei è convinto. «Certo. Tra l’altro i veneziani a Mestre non ci sono più. Le nuove generazioni vogliono l’autonomia». Non è tardi ormai? «I buoi sono in parte scappati. Ma ci sono ancora opportunità da cogliere: facciamo un atto di coraggio». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

«Un percorso durato otto anni. E adesso giunto al termine solo grazie alla sentenza del Consiglio di Stato, che ha riaffermato un aspetto primario della consultazione, quello della centralità dei cittadini. Che non possono essere privati del diritto di potersi esprimere su questioni che investono i loro assetti istituzionali». Così Maurizio Marchetto e Marco Sitran primi firmatari della proposta di legge per il referendum sulla separazione, spiegano le ragioni dei comitati che chiedono di votare «sì» al referendum, fissato dalla regione per il 1 dicembre. «La rabbiosa reazione dell’amministrazione comunale e del fronte del «no», scrivono, «sono la dimostrazione di quanto entrambi siano alieni da questo basilare principio di democrazia». «È bene ricordare», dicono Sitran e Marchetto, «che quella tra Venezia e la Terraferma fu un’unione forzosa, imposta nel 1926, senza sentire le popolazioni, legata alla creazione di Porto Marghera: svanita l’idea della Grande Venezia, che la sottendeva, l’unione amministrativa si è rivelata un errore concettuale che ha originato gli attuali problemi, riassumibili, per Venezia, nella sua drammatica parabola discendente innestata dal disastroso calo demografico e dalla desertificazione imprenditoriale senza che Mestre, ridotta a ruolo di “dormitorio” della più altolocata vicina, ne potesse in qualche modo trarre vantaggio». «E’ facile capire», scrivono ancora i due autonomisti, «che l’autonomia amministrativa è osteggiata proprio perché, attraverso il rinnovato rapporto con i cit-

il governatore zaia

«Non darò indicazioni deciderà il popolo» Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ribadisce la sua «totale imparzialità» sul referendum per la separazione di Mestre da Venezia che si terrà, per decisione della giunta regionale, il primo dicembre. «Sarà il popolo a decidere e non diamo alcuna indicazione», ha detto il presidente. «Anche nelle fusione tra i Comuni - ricorda Zaia - siamo stati rispettosi sui possibili esiti. Nel referendum per la separazione ci sono

due correnti di pensiero: se la vedano tra loro», ribadisce Zaia. Che chiarisce anche il perché della scelta della data. «L’8 è il giorno dell'Immacolata e dell'apertura degli impianti da sci, il 15 era una data troppo sotto a Natale e qualcuno avrebbe potuto obiettare che c'erano i mercatini e via dicendo. I tempi erano stretti e l'unica data utile senza intoppi era il primo dicembre». Intanto i separati-

Luca Zaia

sti si preparano alla consultazione e alla massima divulgazione dei motivi validi per votare sì al referendum. Il “Partito dei Veneti” annuncia che domani, giovedì, viene ufficialmente lanciata la campagna referendaria a sostegno del SÌ alla separazione di Ve-

Maurizio Marchetto

tadini, pone in discussione un consolidato sistema di potere partitico. L’unione amministrativa è ed è stato un postulato intoccabile nei confronti del quale si è infranta ogni volontà di cambiamento che, tuttavia, non ha argomenti sostanziali a supporto, ma semplici affermazioni ad effetto, (le città unite “sono fortissime”, “piccolo non è bello” “ci sono già state quattro consultazioni”) che nascondono l’ assenza di contenuti». «Le funzioni oggi comuni alle due città ( smaltimento rifiuti, trasporti) sono indipendenti dal legame amministrativo dato che la comunanza è dovuta alla convenienza economica: un nuovo servizio si potrà avviare anche con due amministrazioni autonome. «L’autonomia, al contrario, è il primo passo per l’ affermazione della specialità di Venezia: la città sarebbe meglio conservata attraverso una legislazione mirata speciale che, oltre le pietre, potrà preservare il millenario modus vivendi delle lagune venete. Analogamente, di fondi “speciali” beneficeranno tutti i Comuni della gronda. I cittadini non si facciano intimidire. E si rechino con serenità alle urne il 1 dicembre». — A.V.

nezia-Mestre. Appuntamento alle 11 presso l’Hotel Ambasciatori in via Corso del Popolo 211 a Mestre per incontrare la stampa e presentare la campagna. Saranno presenti Antonio Guadagnini (consigliere regionale del Veneto), Gian Angelo Bellati (presidente “Mo.V.A”. - Movimento Venezia Autonoma), Giovanni Armellin ( presidente Associazione “MuoVersSì”), Giacomo Mirto (coordinatore regionale del “Partito dei Veneti”); Cesare Busetto (referente per Venezia). Sul fronte dei contrari alla separazione sui social network continua a girare la posizione di “Una e Unica” che si definisce «stanca di referendum obsoleti». — M.Ch.


MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019 LA NUOVA

JESOLO

mobilità sostenibile

A Jesolo altri 50 km di ciclabili «Per un turismo tutto l’anno» L’Amministrazione ha presentato il masterplan per i percorsi sulle due ruote Il Comune punta anche a fondi europei e statali. Voto favorevole delle minoranze

Giovanni Cagnassi JESOLO. Dieci milioni di euro in 10 anni e 50 km di percorsi sulle due ruote: ecco il masterplan delle piste ciclabili di Jesolo che vuole ridisegnare la rete dei percorsi in bicicletta anche in chiave turistica. È stato presentato dall’assessore all’Urbanistica Otello Bergamo in consiglio comunale, redatto dallo Studio Terre srl di Marghera. L’assessore ai Lavori pubblici Roberto Rugolotto

coadiuverà gli interventi previsti con gli uffici. «È uno strumento fondamentale», dice Bergamo, «che ci consentirà di accedere a finanziamenti dell’Unione Europea e nazionali per la realizzazione di piste che allungheranno la stagionalità per una Jesolo da tutto l’anno». Obiettivo è il raccordo di tutti i progetti ciclabili esistenti e la trasformazione di Jesolo in una “Destinazione Europea Ciclabile”. Sono due gli itinerari europei che si innestano a Jesolo:

la ciclabile Monaco-Venezia e la Est Europa VenTo, Venezia Torino. Pertanto è fondamentale poter disporre di percorsi moderni che attraversino il territorio, dalle spiagge all’entroterra e la suggestiva laguna. Sarà implementato il Pums, il Piano Urbano Mobilità Sostenibile, che tra le altre cose prevede la ricarica elettrica nelle dorsali per le eBike. Parte dei percorsi sarà integrata ai tratti esistenti di Jesolo Ambient-Bike ed alla ciclabile lun-

interventi nel veneto orientale

portogruaro

Stanziati sette milioni contro gli allagamenti

Viabilità off limits per cantieri e festività

PORTOGRUARO. Sette milioni di euro sono stati deliberati per evitare allagamenti nel Veneto Orientale: quasi 6 verranno investiti nel mandamento Portogruarese. Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale è riuscito a completare in tempo record la progettazione, la validazione, l’iter autorizzativo, le procedure di gara e la contrattualizzazione di 6 progetti che ora potranno essere realizzati per migliorare la sicurezza idraulica. Si tratta della prima tranche degli interventi urgenti di Protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il territorio veneto dal 27 ottobre al 5 novembre 2018. A decretare il via libera del finanziamento è stato il Commissario delegato, Luca Zaia. A Gruaro, con un progetto da 600mila euro, si realizzerà l’opera più attesa: il canale scolmatore di piena a protezione del centro abitato. In comune di Caorle verrà messo in sicurezza con diaframmi il canale

Comessera lato nord, a ridosso della Litoranea Veneta. Progetto da 2.150.000 euro. Analogamente si interverrà sia a Caorle sia a San Michele sul canale Lugugnana Vecchio, a ridosso della Laguna di Caorle, per in importo di 1,2 milioni. A San Michele i lavori principali riguarderanno la risoluzione di diverse criticità del sistema idraulico con il ripristino della paratoia del canale Cavrato, della griglia di Cesarolo, dei sottopassanti del Fossadello. Si lavorerà poi sul potenziamento dell’impianto di sollevamento di Villanova della Cartera e sull’innalzamento dell’arginatura della Roggia del Mulino, per un totale di 1,3 milioni. A Concordia previsti lavori sugli argini del canale Sindacale (progetto da 650mila euro). Infine a Eraclea: con un intervento da 1.100.000 euro saranno realizzati i cantieri per il ripristino della funzionalità e la riqualificazione dello sbarramento sul canale Brian. — R.P.

jesolo

Il comitato ridisegna la nuova piazza Brescia con una maxi fontana JESOLO. È il “progetto dei so-

gni”, ma in fondo sognare non costa nulla. Il comitato di piazza Brescia ha presentato un progetto avveniristico, con una grande fontana, per la nuova piazza del Lido, del costo di circa un milione di euro. Il comitato si è ritrovato all’hotel Colombo con l’architetto Alberto Carrara di Jesolo che ha illustrato il lavoro a tutti i convenuti. Una gran-

Il rendering della nuova piazza

PORTOGRUARO. Diverse ordi-

nanze in materia di viabilità in vigore da ieri. Per lavori di allacciamento alla rete idrica, in via Cacciatori delle Alpi sarà vietata la sosta fino al 31 ottobre. Fino all’11, invece, per lavori del Consorzio di bonifica, circolazione interdetta tra via Manzoni e via Sardegna. Senso unico alternato fino al 30 novembre nelle vie Volpare, Giacosa, Lotto e Canne Viole. Per lavori idrici fino all’11 ottobre, vietato sostare in almeno 5 stalli bianchi in via Seminario. Domenica, per i riti della Madonna del Rosario, circolazione sospesa dalle 10.30 alle 11.30 a Summaga in via Richerio e via San Benedetto e dalle 15.30 alle 16.30 a San Nicolò in via Magellano e all’incrocio tra viale Pordenone e via Toscanelli. Per la processione, stop al traffico dalle 15.30 alle 17.30. — R.P.

de vasca di 30 metri in grado di sviluppare suggestivi giochi d’acqua. In fondo alla piazza, un totem di 12 metri per 10 dove verranno proiettate le immagini degli ospiti di Jesolo ed un grandissimo pannello dove i turisti potranno scattarsi i selfie. Progettati quattro parcheggi per la ricarica delle macchine elettriche, tre bagni autopulenti. Sempre all’interno del nuovo progetto c’è una gigantesca “J” di Jesolo rossa su sfondo bianco. «La prima piazza», spiega Gianfranco Moro per conto del comitato, «che si può identificare tramite i droni di Google come punto di riferimento per gli ospiti. Il progetto è già stato presentato in giunta. Tutti sono favorevoli al rilancio dell’attuale

L’assessore Otello Bergamo

go via Bafile. È un progetto completo per la mobilità su due ruote che prevede sei dorsali principali connesse ai percorsi europei attraverso sette porte di accesso. «Questo progetto», dice Nicola Manente, capogruppo di Forza Jesolo che ha particolarmente a cuore i progetti sulla ciclabilità, «rappresenta una nuova visione d’insieme per il mondo del turismo slow, incarnato dal cicloturismo con l’integrazione dei bike sharing e bike hotel. Promuoviamo la ciclabilità come prodotto turistico. Destagionalizzare con grandi eventi ciclistici è il nostro traguardo più importante. Portiamo avanti il progetto “Jesolo Città del Ciclismo”: i prossimi eventi sono programmati il 13 ottobre con la Pedalata con il campione Nibali e il 1° novembre con il Giro d’Italia Ciclocross in Pineta e sulla spiaggia in diretta su Rai Sport, gara internazionale che è tappa del Giro d’Italia». Il ciclismo in Italia ha un indotto pari a 7,2 miliardi di euro, 2 miliardi dei quali sviluppati dal cicloturismo attraver-

33

so le presenze turistiche che sono state circa 60 milioni nel 2018. Dai banchi dell’opposizione - la Lega con Alberto Carli, Venerino Santin e Fabio Visentin, Scelgo Jesolo con Ilenia Buscato - è arrivato un voto a favore, ma con riserva. «Abbiamo votato favorevolmente perché siamo convinti che sempre più si debbano investire risorse in questo segmento», spiegano, «Abbiamo però voluto ricordare a questa maggioranza, ed in particolare al sindaco, che tutto ciò che è stato censito nel Piano, sia in termini di percorsi esistenti che di biciclette pubbliche fruibili, è frutto delle precedenti amministrazioni. Pertanto una volta realizzato il documento propedeutico, ci auguriamo si passi rapidamente alla realizzazione dei tratti promessi in campagna elettorale e non ancora avviati. Ci auguriamo che le rassicurazioni si trasformino in fatti concreti e che non dobbiamo continuare a guardare con invidia a Cavallino, dove invece negli ultimi anni si è fatto tanto». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

IN BREVE

in consiglio a san michele

Caorle Morta nell’esplosione raccolta solidale

Allarme cimice asiatica «Raccolti massacrati»

Solidarietà in nome di Sabina Trapani, la interior designer caorlotta di 43 anni deceduta nell’esplosione di una palazzina a Gorizia il 20 giugno. Sono stati raccolti 300 euro devoluti al Gruppo Shalom.

Portogruaro La Croce Nera va agli Artiglieri La Croce Nera, il più alto riconoscimento austriaco, è stata consegnata al gruppo Artiglieri in congedo di Portogruaro dopo la cerimonia in ricordo dei Caduti austriaci in città nel 2018.

Portogruaro Mezzo che non inquina per la Cereal Docks La Cereal Docks effettua trasporti con un camion alimentato a gas naturale liquefatto per non inquinare. L’azienda ha raggiunto un accordo con la Bragatto che ha fornito il mezzo.

piazza, ma adesso bisogna fare i conti con le realtà e le risorse che non ci sono». Moro ha ringraziato il sindaco Valerio Zoggia, Alessandro Iguadala, il capogruppo di Forza Jesolo Nicola Manente. Il costo della fontana è all’incirca di un milione di euro a fronte di 10mila euro che al momento il sindaco e la giunta potrebbero mettere a disposizione per il progetto molto ambizioso, che sarebbe per certi versi rivoluzionario. Quindi per veder realizzato questo progetto dovranno essere individuate altre formule - ad esempio mutui, finanziamenti e contributi dei privati - che potranno unirsi al minimo sostegno del pubblico. — G.Ca.

SAN MICHELE. Danni anche al 100% del raccolto: la cimice asiatica figurava lunedì tra gli argomenti del consiglio comunale. Drammatica la testimonianza di un coltivatore che ha lamentato l’azzeramento della produzione. Sono 10 i milioni di euro di danni rimediati nel Veneto Orientale. Sui frutteti si registrano perdite fino a 10mila euro per ettaro, mentre in alcune aree tra San Michele e Portogruaro alcune aziende hanno avuto una perdita del 70% tra prodotto danneggiato e mancato guadagno. L’amministrazione ha voluto fare la sua parte per andare incontro ai problemi che interessano una fetta importante dell’imprenditoria agricola e, primo Comune nel Veneziano, ha invitato in consiglio comunale i rappresentanti delle categorie. L’assemblea ha approvato all’unanimità una delibera sul “sostegno alle azioni di contrasto alla diffusione della cimice asiatica in Veneto”. «Faremo tutto ciò che è nelle

nostre competenze per dare risposte agli agricoltori», hanno sottolineato il sindaco Pasqualino Codognotto e l’assessore alle Attività produttive Annalisa Arduini. La Regione di recente ha stanziato 3 milioni. «Si tratta di un’invasione aliena, l’insetto resiste a temperature gelide», ha affermato il presidente metropolitano di Coldiretti Andrea Colla. Angelo Cancellier, responsabile Cia Veneto Orientale, ha aggiunto che «Se imprenditori ed istituzioni sapranno muoversi compatti, si porterà a casa il risultato». «Da un anno stiamo lavorando per avere il riconoscimento dal Ministero delle Politiche agricole di fondi agevolati mutualistici», ha riferito Filippo Codato di Condifesa Veneto. Infine Stefano Musola, presidente Confagricoltura (Frutticoltori Venezia): «Si è provato con le reti anti-insetto, ma limitano solo i danni. A soffrire di più la presenza della cimice sono i frutteti». — R.P.

bibione

I 60 anni della Coop Agricola La Cooperativa Agricola di Bibione compie 60 anni. Il sindaco Codognotto si è complimentato per il raggiungimento di questo traguardo ricevendo in municipio il presidente Stefano Garzon, il direttore Giuseppe Basei e parte dei soci della società che ha dato lustro al settore primario nella zona.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.