RASSEGNA STAMPA DEL 26 OTTOBRE 2019

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REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Sabato 26 Ottobre 2019

Forum Eurasiatico Oltre 1110 imprese iscritte, presente il 98% dell’interscambio tra Roma e Mosca con il record assoluto di partecipanti: il 98% dell’interscambio tra Italia e Russia era presente qui, con 1.100 imprese iscritte». Gli organizzatori del Forum Eurasiatico di Verona cantano vittoria: la manifestazione è stata presa d’assalto — dicono — dal mondo del business. E mentre la seconda giornata dell’evento che vede tra i grandi sponsor i colossi dei combustibili fossili russi come Gazprom e Rosneft conta, a titolo personale, la presenza di molti rappresentanti della Lega, mancano all’appello gli esponenti del nuovo governo giallorosso. Erano attesi in due: Vincenzo Amendola, ministro per gli Affari Europei, e Stefano Patuanelli.

● L’editoriale Bio-on, la bolla delle parole

VERONA «Chiudiamo

SEGUE DALLA PRIMA

«È

La platea di Verona Oltre un migliaio di rappresentanti del mondo imprenditoriale riuniti per ragionare sugli scambi Italia-Russia (Sartori)

La via serba per esportare in Russia evitando le sanzioni L’assenza del governo a Verona è un caso. Gli investitori invece accorrono in massa Il primo ha disdetto pochi giorni prima dell’evento, il secondo, ha dato forfait giovedì. È la seconda volta che accade, per un evento veronese, nel giro di un mese (a fine settembre, l’assenza di membri dell’esecutivo a Marmomac aveva mandato su tutte le furie il sindaco Federico Sboarina), abbastanza per segnare l’inizio di un trend. Ed è la prima volta che succede in occasione del forum: l’anno scorso aperto dall’allora ministro dell’interno Matteo Salvini ma anche con i governi a trazione Pd, qualche rappresentante non era mai mancato. La situazione è stata notata. «È un errore sottovalutare un evento come questo per dei pregiudizi politici» sottolinea il deputato del Carroccio, Vito Comencini. Mentre il consigliere regionale Roberto Marcato, presente per incontrare una delegazione dell’oblast di Sverdlovsk (la regione di Ekaterinburg, ricca di industrie siderurgiche e metallurgiche), aggiunge: «Questo è un evento importante. Evidentemente a Roma pensano che la nostra economia sia in crescita per snobbarlo». Antonio Fallico, da dodici

Il forum ● Si è tenuto negli ultimi due giorni a Verona il 12° Forum Economico Eurasiaticoi. ● Finanza, trasporti e infrastrutture, industria 4.0 ed economia digitale ma anche geopolitica e sicurezza energetica e sono stati i macro-temi dell’incontro. ● Oltre 1000 imprese iscritte e 60 speaker internazionali tra politici, diplomatici e top manage

anni l’organizzatore dell’evento (è presidente di Banca Intesa Russia, nonché dell’ente Conoscere Eurasia, che ha sede a Verona) rinuncia «a ipotesi maligne». «Penso che siano impegnati tutti sulla manovra — ipotizza — certo, non vorrei che avesse avuto peso quanto riportato dai giornali con la cosiddetta “Moscopoli”, ipotesi e ricostruzioni che vedono quest’evento, in ogni caso, del tutto estraneo. Noi siamo contenti di aver avuto qui gli esponenti del mondo dell’economia. E ora il forum di Verona diverrà un vero e proprio movimento apartitico che promuoverà quella che chiamiamo “diplomazia del business”». Un esempio concreto è arrivato, forse, già ieri. Più volte, nel corso del forum, è stato ricordato che in contemporanea, a Mosca, veniva siglato l’accordo di libero scambio tra la Serbia e l’Unione Economica Eurasiatica che, allo stato attuale conta quattro membri oltre la Russia: Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan ( a breve potrebbe unirsi l’Uzbekistan). Questo potrebbe avere anche una rica-

❞ Jovan Palalic Le sanzioni stanno penalizzando anche le aziende italiane che hanno una grande fetta di mercato in Russia. In particolare il lusso duta sulle aziende italiane. A spiegarlo è stato Jovan Palalic, senatore del partito popolare serbo, che ieri ha incontrato diversi imprenditori ed esponenti politici locali (tra cui il consigliere regionale Stefano Valdegamberi). «Le sanzioni — sostiene Palalic — stanno penalizzando anche le aziende italiane che hanno una grande fetta di mercato in Russia. Penso al mondo del-

l’abbigliamento e del lusso». Ebbene, se queste aziende decidessero di investire in Serbia, magari con diverse ragioni sociali, mantenendo nel Paese balcanico almeno il 50% della produzione, allora potrebbero esportare in Russia (e nel resto dell’unione Eurasiatica) senza pagare dazio. «In questo modo — sottolinea Palalic — le aziende che sono già presenti in Serbia, mantenendo il loro brand, sarebbero estremamente facilitate nelle esportazioni in un’area in cui vivono 200 milioni di persone. Ce ne sono moltissime che conoscono il nostro Paese e lavorano benissimo. Qualche nome: Calzedonia, Pompea, Incanto». Certo, il rischio che ci siano conseguenze sul piano della politica estera c’è tutto, come ha sottolineato, nel corso del Forum, Vladimir Chizhov, rappresentante Permanente della Russia presso l’Unione Europea: «I paesi stoppati dall’Ue possono rivolgersi all’Unione Eurasiatica: è una volontà politica e ce l’abbiamo. C’è una sorta di gelosia per questi nuovi contatti». Davide Orsato © RIPRODUZIONE RISERVATA

50% Le imprese che tengono metà merce in Serbia non pagano dazi in Russia

2 I ministri del governo che dovevano essere presenti a Verona

colpa del sistema che ci ha indotto a fare queste omunicazioni». La verità la stabilirà la magistratura: le accuse vengono da un fondo di investimento americano e l’intrico di interessi non sarà facile da sciogliere. Ma è chiaro che questo caso farà storia e «giurisprudenza» nel mondo della comunicazione. Così come l’ha fatto, a livello internazionale, il caso Theranos. Attrarre l’enorme mole di capitali a caccia di innovazione è diventato un business nel business che si nutre più di storytelling e packaging che di fatti e tecnologia. Dal 2012, anno del Decreto Passera che ha dato vita al sistema italiano che incentiva l’innovazione, la vera bolla gonfiatasi è stata soprattutto quella comunicativa: progetti ancora sulla carta comunicati come fossero già realtà; storie eroiche costruite su fatturati da Partita Iva; illusioni da zero virgola spacciate per prospettive industriali del Paese. Se in una prima fase, nell’uscita dalla Grande Crisi, una simile narrazione ha avuto anche una sua funzione per ridare speranza e tentare di accendere un faro contro tutto ciò che andava in direzione ostinata e contraria al brain drain che affligge il nostro Paese, nella fase di maturità in cui l’ecosistema delle startup è entrato nulla è più giustificabile. E’ anche un’autocritica per chi nel giornalismo e nella comunicazione dell’innovazione lavora, un invito a tutti ad alzare l’asticella. Le tossine di una comunicazione dopata fatta a suon di marketing più che di deontologia giornalistica, hanno inquinato il sistema. Scovarle, come scovare le fake news, non è sempre semplice. Serve professionalità, conoscenza del settore e metodo: tanto da parte di chi comunica che da parte dei giornalisti specializzati. E una buona dose di etica. Luca Barbieri © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sabato 26 Ottobre 2019 Corriere del Veneto

PRIMO PIANO

La montagna ferita In viaggio nei luoghi sferzati dal ciclone. Il sindaco di Rocca Pietore «Piantumare non serve, la natura sta già vincendo la sua partita»

Piccoliabetinasconospontanei «Iboschisistannorigenerando» Da Col di Rocca il sentiero s’arrampica verso Soffedera, disegnando una diagonale di ciottoli lungo lo schienale del monte. Attraversiamo quello che fino a un anno fa era il bosco del Sas Négher e ora è soltanto un enorme cimitero di tronchi lunghi oltre venti metri e stesi a terra. Morti. Il paesaggio è grigio come la corteccia di quei giganti lasciati a marcire e, a una prima occhiata, non pare molto diverso da quello che si presentò agli occhi dei primi testimoni la mattina del 29 ottobre, quando finalmente pioggia e raffiche di vento smisero di bombardare il Veneto. Ci assale il sospetto che, dopo aver incassato i colpi di Vaia, in questi dodici mesi la montagna abbia sentito il bisogno di fermarsi a rifiatare. «E invece non è così: la Natura non si può arrestare, vince su tutto», annuisce soddisfatto il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin. Per vedere con i nostri occhi, dobbiamo lasciare il sentiero e infilarci tra i tronchi e le radici divelte, fino alle radure più esposte al sole. Qui sono già spuntate le prime piantine. Sembrano bonsai, alti pochi centimetri: minuscoli abeti rossi di un verde acceso. «Il bosco ha iniziato la sua rinascita» annuncia trionfante De Bernardin. Per il sindaco del paese-simbolo della furia di Vaia, quegli alberelli in miniatura sono la dimostrazione che non serve procedere a una piantumazione. «L’uomo deve togliere di mezzo gli alberi schiantati e poi farsi da parte e aspettare: i germogli cresceranno, prendendo il posto dei loro simili abbattuti dalla tempesta». Al momento, però, si è costretti a lasciare tutto com’è: togliere i tronchi senza prima costruire delle barricate, renderebbe l’inverno ancor più periBELLUNO

La vicenda ● La tempesta Vaia, che si è abbattuta nel Nord-Est tra il 27 e il 29 ottobre 2018, con piogge intense e raffiche di vento a oltre 200 chilometri orari, ha provocato la distruzione completa di 41.491 ettari di boschi. ● Secondo una stima, il legname abbattuto ammonta a 8,6milioni di metri cubi, sette volte la quantità di tronchi da sega in media lavorati

annualmente in Italia. ● In Veneto, le zone più colpite sono quelle del Bellunese (nella foto sopra, ruspe al lavoro nell’Agordino) e l’Altopiano di Asiago

La storia

coloso per chi abita a valle. Sebbene siano distesi al suolo, infatti, gli abeti fanno da fermaneve, riducendo la possibilità che si formino delle valanghe. Con l’abbassarsi delle temperature, è proprio questo il rischio che incombe sul Bellunese: «Fino a quando si manterrà al di sotto del metro e mezzo, il manto rimarrà ancorato agli alberi», assicura De Bernardin. «I guai arriveranno se le precipitazioni dovessero ricoprire interamente gli abeti: in quel caso saranno possibili dei distaccamenti».

L’amministratore delegato di Veneto Strade, Silvano Vernizzi, conferma: «Se ci saranno nevicate eccezionali, il piano prevede di evacuare i villaggi che eventualmente finirebbero sulla traiettoria delle valanghe. L’esposizione maggiore interessa Rocca Pietore, Livinallongo e Selva di Cadore. Ma al momento non c’è motivo di allarmarsi. E comunque questo sarà l’ultimo inverno in cui gli abitanti dovranno fare i conti con questa eventualità: per la costruzione delle barriere sono già stati assegnati appalti per 20 milioni di

I problemi restano «Senza le barriere alberate le valanghe sono più pericolose Abbiamo pronti i piani di evacuazione per i paesi esposti»

euro, e i lavori inizieranno a primavera». La gente della zona non sembra preoccupata. In fondo, questi dodici mesi sono serviti agli abitanti per rielaborare lo choc di aver visto i lineamenti delle montagne stravolgersi per sempre. «Ricordo il rumore della pioggia e i colpi degli oggetti che venivano scaraventati via dal vento», racconta Davide Soraru, che abita in paese. «La mattina ho aperto la finestra e il bosco era sparito. In compenso, il tetto di una casa era piombato al centro della piazza…».

Com’era e com’è ● A sinistra, la diga del Tudaio, gestita da Enel in Comelico. Nei giorni successivi alla tempesta Vaia, il bacino si è ricoperto di tronchi. Ci sono voluti mesi di lavoro per liberare l’invaso da oltre diecimila metri cubi di legname. Oggi appare nuovamente ripulito. ● A destra, la località Palue, nel comune di Rocca Pietore. Nell’ottobre scorso il borgo fu travolto dai detriti che dalla montagna furono trascinati a valle a causa delle forti piogge. Dopo mesi di scavo lungo gli argini del torrente e lavori di ristrutturazione delle case, Palue oggi è stato risistemato

«Noi, evacuati per 7 mesi, siamo tornati a casa» Mas di Sedico, la famiglia Tormen nell’abitazione che resse anche all’alluvione del 1966

BELLUNO Una casa, miracolosamente intatta mentre tutto intorno una frana ha portato con sé gli uffici dell’ex impresa di famiglia, è diventata suo malgrado uno dei simboli dei terribili giorni della tempesta Vaia. Gloria Roni e suo marito Eros Tormen, sfollati il giorno successivo quel maledetto 29 ottobre 2018, dopo un esilio di sette mesi nella vicina Peron a fine maggio sono rientrati nella loro abitazione di Mas di Sedico. Lì, un anno fa il torrente Cordevole ha superato di oltre 17 metri il livello medio, scavalcando il ponte che porta a Sospirolo e cancellan-

do la palazzina degli ex uffici dell’impresa edile Roni. «Successe quando ormai pensavamo che il peggio fosse passato - spiega, tradendo ancora l’emozione, Gloria Roni - per-

Nel Bellunese Gloria Roni e suo marito Eros Tormen nella loro abitazione

ché nel pomeriggio del lunedì il livello del Cordevole era sceso di tre metri e mezzo e non pioveva più così forte». Invece, l’apertura delle dighe di Alleghe e Cencenighe ha ridato forza al torrente, e alle 22 è arrivata la piena. «Sono stati momenti di paura - ricorda Roni - il fiume ha trascinato via gli uffici con un rumore pazzesco e l’odore del fango». La casa adiacente, costruita da papà Angelo, invece ha resistito, così come fece in occasione della grande alluvione del 1966. «Avevo sei anni ma ricordo bene l’acqua che continuava a salire e i paesani che ci invitavano ad andare via.

La vicenda ● Vaia, causò la tracimazione del torrente Cordevole, che distrusse il laboratorio adiacente all’abitazione della famiglia Tormen, a Mas di Sedico. Dopo sette mesi da sfollati, a maggio i coniugi sono rientrati nella loro casa

Ma la certezza che papà avesse costruito una casa capace di resistere a tutto ci fece rimanere. Avevamo ragione». I coniugi, sfollati il giorno successivo al crollo, insieme ai loro due gatti hanno vissuto per una settimana in una casa di famiglia alle porte di Belluno. «Poi una mia cugina spiega Gloria Roni - ci ha offerto di trasferirci in un suo alloggio qui vicino, dove abbiamo ripreso una vita normale, in attesa di poter ritornare a casa». Ci sono voluti sette mesi per ottenere il permesso di rientrare: «Dal lato nord non era facile capire se le fondamenta avessero retto,

e per consolidare il versante dove poggia la casa sono stati iniettati 460 quintali di cemento». Il 29 maggio Gloria ed Eros hanno potuto varcare di nuovo la soglia di casa. Ma come si vive in una casa che ha resistito a due alluvioni? «Ci sentiamo abbastanza sicuri - spiegano - perché la nostra abitazione è stata fatta davvero a regola d’arte. Però c’è sempre un fondo di preoccupazione, perché un’alluvione potrebbe capitare di nuovo: dopo Vaia il letto del Cordevole è ancora ingombro di detriti di ogni tipo». Moreno Gioli © RIPRODUZIONE RISERVATA


Corriere del Veneto Sabato 26 Ottobre 2019

Vicino al municipio, giocano i bambini dell’asilo. In piena emergenza, la scuola restò chiusa e i locali servirono ai soccorritori come cucina da campo. Di quei giorni restano i disegni che le maestre hanno appeso nel corridoio e che raccontano la paura per la tempesta e il blackout che seguì, ma anche l’eccitazione dei piccoli seguita all’arrivo di elicotteri e ruspe. Proseguendo dal centro del paese e superato l’imbocco del sentiero a Col di Rocca, arriviamo in località Palue. Il villaggio è di quelli da cartolina, con i fienili in legno, i tetti a punta e le stradine strette che d’estate si riempiono di fiori. Si trova esattamente sotto la galleria che fu fatta realizzare dalla Sade (la stessa società che gestiva la diga del Vajont) settant’anni fa, stoccando il materiale di escavazione lungo il versante. Sembrava un luogo sicuro. E invece tra il 28 e il 29 ottobre sui boschi è caduta così tanta acqua da spazzare via i muretti di contenimento e trascinare a valle tonnellate di rocce e fango. In pochi minuti il Ru de le Ciaudiere, un piccolo

Simbolo di rinascita Sopra, piccoli esemplari di abete rosso spuntati nei boschi del Bellunese distrutti da Vaia (fotoservizio Zanfron)

PRIMO PIANO

torrente che attraversa il borgo, è tracimato. «La casa tremava sotto i colpi dei massi che rotolavano a valle», racconta la ventenne Anna Fersuoch. «Al pianterreno l’acqua è entrata da una finestra e ha raggiunto una tale pressione da sfondare la porta in ferro. Per fortuna nessuno s’è fatto male...». Oggi anche Palue è stato risistemato, grazie ai finanziamenti pubblici. Di Vaia resta l’umidità che gonfia il legno dei mobili

La mattina ho aperto le finestre e il bosco era sparito. Nella piazza del paese c’era un tetto

nelle cucine, oltre alla ruggine che riveste il pilone della luce per almeno un paio di metri: l’acqua era arrivata fin lì. Nel borgo abita anche Cristian Darman, un volontario dei vigili del fuoco. «Io e i miei colleghi passavamo da un intervento all’altro, da un allagamento a un’allerta per alberi caduti. Siamo andati avanti così per ore, senza sosta. A causa del blackout si vedeva soltanto ciò che illuminavano i fanali del

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fuoristrada, non capivamo che razza di inferno si stava per scatenare. Poi, prima dell’alba, tornando a casa ho visto un muro d’acqua: era il lago di Alleghe che ci veniva incontro…». Accanto al rischio-valanghe, quello delle esondazioni è l’altro fronte che preoccupa gli amministratori. Il ciclone ha riempito di detriti il letto dei torrenti e, fino a quando non saranno ripuliti, basterà qualche giorno di pioggia per causare nuovi allagamenti. Vale anche per la zona di Auronzo, a circa 70 chilometri da Rocca Pietore. Lì sorge un altro luogo-simbolo di Vaia: la diga del Tudaio, gestita da Enel. Le foto del bacino completamente ricoperto da migliaia di tronchi galleggianti, fecero il giro del mondo dando a tutti l’esatta percezione dell’immensa violenza abbattutasi sulle nostre montagne. Un anno dopo, ritroviamo l’invaso completamente ripulito. Fin dalla scorsa primavera, EnelGreenPower ha cominciato a liberare l’acqua dai detriti e in pochi mesi sono stati recuperati diecimila metri cubi di legname. «Il materiale è stato stoccato in aree messe a disposizione dalle amministrazioni locali – assicurano dalla società energetica – e ora potrà essere impiegato per altre destinazioni d’uso». Si riparte da qui. La «tempesta perfetta» non può essere cancellata. Ma almeno adesso le ferite fanno un po’ meno male. Andrea Priante © RIPRODUZIONE RISERVATA


VENETO ECONOMIA

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risparmio tradito

Crac delle Popolari Villarosa sui ristori «Vogliamo alzare la quota del 30%» Padova, il sottosegretario all’Economia: «È l’obiettivo» Tensione con parte degli ex soci sul portale della Consap Il pubblico presente ieri sera all’incontro di Padova

Nicola Brillo PADOVA. «Abbiamo chiesto altri fondi da prelevare dai conti dormienti per rimborsare i risparmiatori: ci sono 320 milioni per il 2019, una parte non potrà essere utilizzata, ma il nostro indirizzo è chiaro, servono per gli indennizzi». Alla Fornace Carotta di Padova ieri sera, all’incontro del M5S con gli ex soci delle Popolari venete, il sottosegretario al Mef Alessio Villarosa ha annunciato la richiesta presentata agli uffici del ministero. Dibattito affollato e acceso con le associazioni dei risparmiatori da tutto il Veneto. «La parte dei 500 milioni stanziati per il fon-

POLITICO DEL M5S ALESSIO VILLAROSA, SOTTOSEGRETARIO ALL’ECONOMIA IERI SERA A PADOVA

do e non utilizzati per quest’anno verranno traslati all’anno prossimo - prosegue il sottosegretario grillino - cui si aggiungeranno altri milioni dai fondi dormienti: obiettivo aumentare oltre il 30% la soglia degli indennizzi». Il portale Consap rimarrà un cantiere aperto. Il sottosegretario, anche grazie alla prossima legge di Bilancio, potrà apportare nuove modifiche al sito che raccoglie le domande per accedere il Fondo Indennizzi Risparmiatori. Consap ha inoltre annunciato a breve la pubblicazione dei video per spiegare le procedure. Villarosa ha ripercorso tutta la storia travagliata per la creazione del Fondo e l’attesa per i

tre decreti attuativi, impegnando sei mesi («ci scusiamo per i ritardi, ma più veloce di così sarebbe stato impossibile»). L’ultimo decreto è stato firmato la mattina dell’8 agosto, quando la sera Salvini ha annunciato la fine del governo gialloverde. «Non abbiamo perso due mesi - prosegue Villarosa - quella fatta è una legge mai vista nel mondo, che ha risarcito i risparmiatori a prescindere da ogni decisione del giudice o arbitro. Ci abbiamo creduto fin dall’inizio, solo noi, gli stessi uffici del ministero erano contrari alla nostra proposta di fondo». «È stato un percorso lungo, siamo in dirittura d’arrivo - dichiara il deputato padovano

del M5S Raphael Raduzzi - abbiamo trovato ostacoli dall’Europa. Non siamo stati aiutati nemmeno dalla Lega nel precedente governo, che spingeva per l’arbitrato. Gli emendamenti dei leghisti avrebbero però penalizzato i soci storici. Abbiamo dovuto fare una battaglia interna. Anche la burocrazia del ministero non ha favorito». «La battaglia non è finita, siamo passati da zero a oltre 1,5 miliardi sfoltendo una marea di burocrazia che prima sembrava insormontabile - dichiara Alvise Maniero, deputato veneziano dei M5S -. Ora il portale è partito, la macchina c’è ed è partita, certo si può farla andare meglio». Per ora solo il 10% degli

il bilancio della multiutility

Asco distribuisce dividendi per 14 milioni Nasce l’assemblea dei soli soci pubblici PIEVE DI SOLIGO. Un tesoretto di 13,8 milioni distribuiti ai soci, oggi 79 (78 pubblici e il privato Plavisgas allo 0,71%). E ancora disco verde al bilancio semestrale, condizionato dalla liquidazione dei soci usciti o quasi dalla compagine (52,5 milioni di azioni della quotata Ascopiave in concambio), ma con un risultato civilistico a 99,5 milioni, sostenuto dai dividendi distribuiti dalle controllate Ascopiave e Asco Tlc per 49,7 milioni (30 dei quali da dividendo straordinario erogato dalla prima).

Così ha stabilito ieri l’assemblea di Asco Holding, insolitamente mattutina. E con un consenso così vasto da far ricordare ai veterani della vecchia guardia l’era del presidente Gildo Salton... Era la prima assise dopo il recesso e il riassetto societario, e la presiedeva Giorgio Giuseppe Della Giustina con il nuovo cda (Zoppas, Rizzetto, Cappelletto e Bonotto, il primo e l’ultimo volti nuovi). Non erano in sala i privati di Plavisgas e il Comune di Trevignano: un solo voto contrario (Spresiano) e

un’astensione (Pieve di Soligo), entrambi i Comuni esponenti di quel fronte civico contrario da due anni alla gestione e alle strategie aziendali. Il dividendo è fissato in 0,14143 euro ad azione ordinaria: + 10% rispetto all’esercizio 2018. Ammonta a 4,9 milioni la riserva legale. Fanno festa Conegliano (543.000 euro), Castelfranco (528.000) e altri 21 Comuni (Cimadolmo, Crocetta, Farra, Maserada, Miane, Moriago, Nervesa, Ormelle, Pederobba, Ponte di Piave, Refrontolo, Re-

vine, Salgareda, San Biagio, Sernaglia, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor, Villorba, Volpago, Zenson), tutti sopra i 400 mila euro. Simbolici l’euro (sic) a Santa Lucia, i 2 a Trevignano, i 6 a Follina, i 12 a Segusino, Spresiano, Giavera, Pieve di Soligo. Nei primi sei mesi Asco Holding ha visto ricavi consolidati per 65,9 milioni, con margine operativo lordo di 19,7 milioni. Dalla gestione dei titoli di efficienza energetica si è registrato un decremento per 4 milioni. Utile netto consolidato

GIULIANO SEGRE

L’OPINIONE

Le cinque Venezie da gestire per il futuro uattro (forse cinque) Venezie: ce n’è per tutti e così si chiarisce la singolarità di questa città che ha mille anni, mille sfaccettature e un nome solo. Un vecchio Carosello diceva che le stelle sono tante, milioni: qui non siamo su quelle cifre, ma la lettura della entità “Venezia” è altrettanto impegnativa che la ricerca delle luci nello spazio. Presi da una isteria per le metriche potremmo iniziare da due: quella nell’acqua e quella sulla terra, quella

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degli autobus (più tram) e quella dei vaporetti (più people mover), quella della voga alla veneta e quella del moto ondoso, quella del dialetto padano e quella della lingua goldoniana; quella che le valige te le porti tu e quella che chiami il taxi; quella che i bambini vanno a scuola da soli e quella che li devi accompagnare fin sulle scale; quella che acquista le provviste per la settimana e quella che compra una porzione al negozio sotto casa (se ancora c’è), e via così, tanto che a

qualcuno viene in mente che bisogna spezzare il comune in Venezia 1 e Venezia 2. Ma questa idea sconfortante, non è rispettosa della storia e della realtà: è un’idea piccola che vuole fare della storia briciole disperse. Perché le Venezie in effetti sono più di una, ma con definizioni, interpretazioni, progettazioni ed esecuzioni più complesse, al limite della urgenza politico-economica e comunque più necessarie che non l’allocazione amministrativa di chilometri quadrati.

La ricerca presentata a M9 giovedì da Paolo Costa viceversa è rigorosa: riscontra quattro Venezie, definite secondo la loro natura (laguna o gronda lagunare) e il loro vissuto attuale (definito dall’ambiente sociale e dalle funzioni esplicate). Queste quattro specie urbane costituiscono a loro volta il luogo della vita contemporanea a Venezia, sia quella materiale che quella politica. Le sei dimensioni non sono un cubo di Rubik, pur avendo le loro individualità, ma si snodano in

La sede di Ascopiave

di 68,4 milioni, a sua volta condizionato dal plusvalore generato con l’assegnazione delle azioni Ascopiave ai soci receduti, i fatidici 52,5 milioni. Gli investimenti nei primi 6 mesi del 2019 ammontano a 13,5 milioni, incentrati in particolare su nuovi allacciamenti, ampliamenti, bonifiche e poten-

un mantello operativo che si estende sul territorio e così ne definisce gli spazi urbani, stiracchiandoli o rinforzandoli. Talché il disegno amministrativo non corrisponde facilmente alla realtà amministrata e questa difformità va risolta accrescendo la capacità di governo. Nel nostro paese però si tende a affidare ogni piega amministrativa ad un soggetto istituzionale differente e oggi opera in Venezia una maglia di responsabilità complessa. La proposta ancora sotto traccia è quella di affidare molte responsabilità al nuovo venuto nella scala degli enti intermedi di natura amministrativa. La legge del 2014 che introduce la Città Metropolitana può essere davvero importante e

(BIANCHI)

aventi diritto ha fatto l’accesso al sito Consap, con i numeri dei risparmiatori veneti molto numerose. I risparmiatori chiedono che il governo faccia pressione su Banca Intesa Sanpaolo perché acceleri la consegna dei documenti ai risparmiatori e rimborsi i risparmiatori «visto che gli sono state regalate le due banche ex popolari». Andrea Arman (Coordinamento don Torta) sottolinea le difficoltà nella compilazione della domanda nel sito Consap. La discussione infine si è accesa tra Luigi Ugone (Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza) e Villarosa sulla piattaforma e la discrepanza tra la normativa e il portale Consap. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ziamenti della rete di distribuzione, apparecchiature di misura, manutenzioni e reti di telecomunicazioni. Asco Holding acquisterà azioni Ascopiave, entro il limite massimo di 10 milioni, fino a un massimo del 3% di Ascopiave, per «consolidare la partecipazione di controllo della holding nella società quotata». Il capitale sociale passerà da 66 a 98 milioni grazie alle riserve disponibili. Nominato il nuovo collegio sindacale: Michele Dei Tos, Alberto De Luca e Mauro Polin (supplenti Annarita Fava e Silvia Susanna). Entro novembre Asco Holding avrà un altro organismo societario, l’assemblea speciale che rappresenterà i soci pubblici nelle assemblee, diventando di fatto l’azionista pubblico di maggioranza. — Andrea Passerini

contrassegnare l’attività del prossimo il prossimo sindaco veneziano, per legge chiamato a attrezzare la metropoli. È una prospettiva che viene da lontano, dai primi anni settanta con il lavoro di molti alcuni gruppi che diedero poi vita a capacità progettuali e di ricerca trasferite in una intenza pubblicistica, universitaria e dei centri studi deputati. “Il rapporto su Venezia” di Costa, edito da Marsilio, ne riprende i temi e propone di inverarli nella futura gestione metropolitana, delegata a raffinare un ruolo nuovo, già evidente nella connessione Padova-Venezia-Treviso, primo passo per la costruzione della metropoli europea del nord-est italiano. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


CORTINA - CADORE

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A un anno dalla tempesta valle: un paese che ha rialzato la testa

Il vice sindaco Gabriele Soravia a bordo del suo trattore; un anno fa fu costretto ad usarlo per ben 12 giorni di fila nell’immediatezza dell’uragano per dare una mano a tutti i cittadini che avevano subito danni; a destra (in alto) il sindaco Marianna Hofer, soddisfatta per il fatto che chi ha chiesto risarcimenti li ha avuti; sotto, i lavori attualmente in corso sulla strada per la diga

Il sindaco Hofer: «Qui tutti alla fine sono stati risarciti» Il Comune ha avuto i soldi richiesti «e in tempi anche ragionevolmente brevi e per noi amministratori la loro gestione è stata un’esperienza molto formativa»

la testimonianza di gabriele soravia

Per 12 giorni di fila senza una sosta ad aiutare la gente VALLE. «Una notte che non di-

Alessandra Segafreddo VALLE. Anche a Valle la tem-

pesta Vaia ha provocato danni al pubblico e ai privati. Sono state soprattutto colpite le strade silvo pastorali e le forti raffiche di vento hanno scoperchiato una trentina di tetti di abilitazioni. Nella frazione di Venas, sono stati buttati a terra migliaia di alberi. Gli schianti sommano oltre 10 mila metri cubi di legname. Dall’indomani della tempesta, si è però cominciato a lavorare per progettare lo opere di ripristino. A Valle sono arrivati 940 mila euro per la sistemazione delle strade danneggiate. Sono poi arrivati altri finanziamenti per ripagare i privati e altri danni pubblici per un totale di oltre un milione. Per gli interventi pubblici il soggetto attuatore è il sindaco Marianna Hofer. «L’iter è stato più veloce di quello che avevamo preventivato», spiega la diretta interessata, «perché, da quando sono stata nominata soggetto attuatore, ho potuto usufruire delle deroghe previste dalle ordinanze emanate dal commissario Zaia e così la procedura è stata veloce. Ringraziamo la Regione, e in particolare l’assessore ala Difesa del suolo Gianpaolo Bottacin; entrambi hanno mantenuto la parola dataci di farci arrivare i soldi necessari agli interventi ed inoltre hanno garantito sostegno con gli uffici regionali per portare

Un’altra immagine di Gabriele Soravia al lavoro sul territorio

avanti gli iter burocratici. Per un piccolo Comune come il nostro gestire oltre un milione di lavori pubblici in meno di un anno è stata una operazione complessa. Un’esperienza formativa importante che dimostra come con il dettato ordinario non avremmo mai potuto essere così celeri. La Regione ha garantito competenza e massima disponibilità. I tecnici ci hanno risposto immediatamente, sempre; e intendo anche con messaggi via WhatsApp il sabato o la domenica per dipanare tutti i dubbi. Abbiamo avuto

risposte immediate e precise che per noi sono state fondamentali. Gran parte dei lavori, infatti, è in corso e o in fase di ultimazione». L’uragano Vaia aveva completamente distrutto la strada che porta alla diga di Valle e anche quella che, dalla diga stessa, porta a Dubiea. La strada per la diga è stata sistemata con un operazione da 250 mila euro e la strada per Dubieia è quasi rifatta con altri 550 mila euro. Sono poi in corso i lavori a Costapiana per il rifacimento di un muro di contenimento per

100 mila euro. A breve partiranno i lavori per cambiare i pali della luce divelti (5 mila euro), per ripristinare un muro sulla ciclabile a Venas (100 mila euro) e per ristrutturate i casello della ex stazione sopra Vallesina (15mila euro). Ma non è finita. «Stiamo investendo anche per portare via gli alberi schiantati al suolo», sottolinea Hofer, «e stiamo continuando a mappare le strade silvo pastorali sulle quali intervenire: la via Nove Bocciadan, che da Venas porta verso i confini con Vodo; o quella per Quoilo, la via dei Forti di Venas; e, a Vallesina, la strada che porta alla presa dell’acqua. Stiamo monitorando anche gli interventi da effettuare sui torrenti minori come il Fisterna a Venas e stiamo verificando la parte boschiva. Dove si interviene per l’asporto emerge poi un danno che prontamente segnaliamo per sistemare al meglio il territorio». Dopo la tempesta, oggi finalmente si vede il sole. «A Valle, tutti coloro che hanno richiesto il risarcimento danni, sia privati e sia aziende, alla fine lo hanno ottenuto», conclude Hofer, «e anche il Comune ha già investito quanto ricevuto. Non si è ancora arrivati ovunque, ma è evidente che c’erano priorità. Ci vorranno ancora degli anni per tornare alla normalità, ma non si è perso nemmeno un minuto». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

menticherò mai». Gabriele Soravia, vice sindaco di Valle, è stato in prima linea durante e dopo il passaggio di Vaia. Sotto la pioggia battente e le raffiche di vento con i volontari dei Vigili del fuoco a ripulire le strade, con i dipendei comunali e il personale dell’Enel, con tutte le forze in campo. Soravia ha preso decine e decine di decisioni. «Sistemato un problema, ne arrivava subito un alto», racconta, «e allora si procedeva. I ritmi erano serrati, non ci si poteva fare prendere dallo sconforto. Anche quando un albero cadendo ha rotto il vetro del mio trattore sono andato avanti, pensando che mi era andata bene. Va infatti detto che noi qui siamo stati fortunati rispetto ad altri posti. Abbiamo avuto schianti di alberi, tetti divelti, ma non ci sono stati morti». Soravia ha temuto il peggio quando, durante l’urgano, era alla rotonda di Venas, sulla Statale che porta a valle. In pochi istanti sono caduti al suolo 43 alberi in 3 chilometri. «Per fortuna non transitava nessuno», ammette, «e sono intervenuti subito i Vigili del fuoco. L’allarme lanciato dal prefetto ha salvato sicuramente tante vite». Poi è arrivato il blackout che ha complicato la situazione e i telefoni sono “morti”. «Le priorità immediate erano liberare la strada dagli alberi e portare i generatori per la corrente», continua Soravia, «e così abbiamo fato. I Vigili del fuoco volontari di Valle si sono occupati delle

piante sulla Statale e io con i tecnici dell’Enel ho subito iniziato a verificare la disponibilità di generatori. Certo, ci sono stati 3 giorni di blackout: ma se rivedo le immagini di cosa c’era a terra, dei tralicci divelti, dei tetti scoperchiati, a distanza di quasi un anno sembrano anche pochi». Per 12 giorni interrottamente si sono susseguiti interventi di ripristino in emergenza e sopralluoghi. «Al tredicesimo giorno mi sono dovuto fermare un pomeriggio», ammette Soravia, «la mia famiglia l’avevo trascurata anche troppo e dovevo recuperare le forze. Poi sono ripartito. Oltre al fondamentale aiuto dei volontari», sottolinea, «tanti cittadini si sono rimboccati le maniche e tanti hanno offerto aiuto anche portando una tazza di caffè caldo a chi lavorava in situazioni di emergenza». Un’esperienza che comunque ha segnato. «Umanamente Vaia mi ha profondamente segnato e non lo dimenticherò mai», conclude Soravia, «ho dato tutto quello che potevo per cercare di aiutare il più possibile e per diminuire i disagi ai nostri cittadini. C’è ancora molto da fare e le lamentele sono arrivate dopo. È passato quasi un anno, ma c’erano territori messi molto peggio. Noi abbiamo fatto già grandi opere, si arriverà a fare anche il resto. Ci sono varie criticità, come i siti valanghivi, ma le stiamo affrontando con gli Enti competenti». — A.S. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


REGIONE

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il lancio del nuoVo partito a mestre

La sorpresa renziana Rosato: «Italia Viva correrà in Veneto alle elezioni regionali» Escluso ogni sostegno a candidature espresse da un partito «Noi alternativi a Lega e Fdi», la strizzata d’occhio ai forzisti

Filippo Tosatto MESTRE. Scherzi della Leopolda. «Non parteciperemo alla prossima tornata di elezioni regionali», dixit Matteo Renzi; «Italia Viva presenterà la propria lista in Veneto», rettifica Ettore Rosato, di scena a Mestre per il debutto del “partito con le ali”. Nell’occasione, il coordinatore nazionale è lesto a dettare condizioni ai potenziali partner: «La prima cosa da fare è dire quale sarà la squadra e chi sarà il candidato, siamo molto interessati a costruire una proposta vincente, quella a Zaia dev’essere una sfida vera e l’alternativa va pescata nella società civile, ricca di personalità capaci di governare». Messaggio ai naviganti dem: i renziani non sono disponibili a sostenere un aspirante governatore con la tessera del Pd. IL NODO DELLE ALLEANZE

Le alleanze? «È ancora presto per definirle, certo saremo sempre alternativi alla Lega e a Fratelli d’Italia», puntualizza con sapiente omissione dei berlusconiani, apertamente corteggiati dal Matteo fiorentino «ma la politica non può limitarsi all’organigramma, dev’essere concretezza delle azioni. Perciò, oggi, la migliore campagna elettorale che possiamo fare nel Veneto consiste nell’approvare in Parlamento una legge di bilancio all’altezza, che diminuisca la pressione fiscale, offra agli imprenditori gli strumenti per fare bene il loro mestiere e defiscalizzi la busta dei lavoratori così da assicu-

Mestre, le immagini del debutto di Italia Viva in Veneto: al centro, in piedi, la senatrice Daniela Sbrollini, il coordinatore nazionale Ettore Rosato e la deputata Sara Moretto

rare loro uno stipendio più alto». E il rapporto urticante con i 5 Stelle? «Il Governo durerà fino al 2023», profetizza Rosato «ma non si tratta di un modello da esportare a livello regionale». «Tutt’al più», concede «in qualche caso potrà capitare di cogliere una congiuntura favorevole, con personalità adeguate... ». «500 ISCRITTI IN 4O ORE»

Nella sala dell’hotel mestrino, affollata da duecento fan, ad arringare i seguaci provvedono due parlamentari nostrane. «In Veneto c’è un entusiasmo che va oltre le attese», gongola la deputata Sara Moretto «nelle prime quarantott’ore abbiamo superato 500 iscrizioni e presto saremo a mille. Questa è la prima assemblea, altre ne faremo in tutte le province, si avvicinano a noi persone che vengono da altri partiti, iscritti o

promozione e tutela

Turismo, nasce una rete tra i siti Unesco veneti VENEZIA. Nuove iniziative per

valorizzazione gli attuali otto siti Unesco del Veneto, attraverso un coordinamento tra tutti gli attori del settore per sostenere, valorizzare e promuovere questi inestimabili patrimoni. Ieri, su iniziativa della Regione, sono stati convocati tutti gli attori del sistema, tra cui i responsabili degli otto siti (Orto Botanico di Padova, Città di Verona, Venezia e la sua laguna, Colline del Pro-

L’Orto botanico di Padova

semplici elettori del partito democratico, di Forza Italia, dei centristi. Ma non saremo una compagine di ex, sono tanti gli amministratori civici che guardano con interesse al nostro progetto». Tra la adesioni, la pasionaria cislina Franca Porto, la giovanissima campionessa di fioretto Eleonora Berto, qualche zelig della politica (da Mario Dalla Tor ad Antonino Pipitone) e un discreto numero di dem “pentiti” capitanati da Marco Caberlotto, già portavoce della mozione Giachetti. TRA ZELIG E VOLTI NUOVI

«Saremo un partito solido ma non pesante», fa eco la senatrice Daniela Sbrollini, che rammenta di trovarsi in un territorio a vocazione leghista e alza il tiro: «Sull’autonomia ci hanno preso in giro per diciott’anni, sprecando dena-

secco, siti palafitticoli dell’Arco Alpino, Dolomiti, Opere di Difesa Veneziane, Città di Vicenza e Ville Palladiane); i Sovrintendenti dei Beni culturali del Veneto; Docenti dello Iuav di Venezia (con cui la Regione ha un Accordo formale per il Supporto al Coordinamento dei Siti Unesco); il Ciset dell’Università Ca’ Foscari, dirigenti regionali delle varie Direzioni coinvolte. Tra gli argomenti affrontati, spicca l’organizzazione strutturale di un vero “sistema” per rispondere anche alle richieste di un turismo che cerca servizi, mobilità fruibile e qualità dell’accoglienza. Primo passo: dare vita a una Rete tra i siti Unesco del Veneto. –

ro pubblico per un referendum inutile. Vergogna. Zaia e i suoi hanno ereditato un sistema socio-sanitario d’eccellenza e l’hanno smantellato, dovranno renderne conto ai cittadini». Poi una strizzata d’occhio al circuito cattolico di riferimento: «Il nuovo concorso straordinario per docenti esclude le scuole paritarie, patrimonio indispensabile della nostra comunità, va posto immediatamente rimedio». L’epilogo corre nei flash riservati alla platea – dalla studentessa universitaria Aurora Marchioro a Stefano Tigani, il presidente dell’associazione Passaggi a NordEst – ma è di Rosato l’ultima parola: «Il Veneto delle piccole e medie imprese, del volontariato e del civismo comunale esprime in assoluto la maggiore sintonia con le nostre idee. Sarà la nostra terra promessa». Alleluja. —

la segreteria regionale

Il Pd convoca i circoli 500 assemblee aperte anche ai simpatizzanti PADOVA. Prima riunione del-

la segreteria “allargata” del Pd veneto in vista del voto regionale. Si è discusso soprattutto di questioni organizzative riguardanti la vasta consultazione della base nel mese di novembre decisa dal segretario Alessandro Bisato: si tratterà di assemblee “aperte”, che oltre agli iscritti consentiranno ai simpatizzanti, invitati ad esprimersi circa i contenuti prioritari della proposta democratica. Circa 500 i circo-

alloggi ater, richiesta pd

«Tfr e assegno disabili fuori dal calcolo Isee» VENEZIA. «I correttivi della giunta alla legge regionale sugli alloggi Ater sono assolutamente insufficienti a dare risposte a migliaia di famiglie in difficoltà. Non basta alzare la soglia Isee-Erp di permanenza da 20mila a 30mila euro, occorrono maggiori tutele soprattutto per pensionati e over 75». A dirlo è Claudio Sinigaglia, consigliere regionale del Partito democratico commentando le indiscrezioni antici-

pate dall’assessore Manuela Lanzarin sulle modifiche alla legge regionale 39 del 2017 sull’edilizia popolare. «Ci sono nuclei familiari che resterebbero comunque fuori perché un membro ha incassato la liquidazione dopo una vita di lavoro, oppure ricevono l’assegno per un disabile e quindi sforano il tetto massimo. Ma Tfr e accompagnamento non possono e non devono essere conteggiati nel patrimonio mobiliare, è

li coinvolti. Sul versante politico, la linea resta quella fissata sette giorni fa dalla direzione regionale: disponibilità al dialogo con Movimento 5 Stelle e gruppi civici progressisti, rinuncia alle pregiudiziali sulla candidatura del partito e l’uso del simbolo. I contatti? Sono in fase d’avvio. Nelle prossime settimane la delegazione dem incontrerà i socialisti e alcuni rappresentanti dei movimenti civici. La rotta pare ormai tracciata. —

indegno di un Paese civile. Misure minime di buon senso che la Giunta avrebbe già dovuto prendere da tempo. Invece si continua fare la guerra ai poveri, mascherandola da guerra ai furbi e agli irregolari. Ma finora dov’erano Zaia e i commissari Ater, uomini di fiducia del governatore? Perché non se ne sono accorti prima che alcuni alloggi erano occupati da chi non ne aveva diritto? È poi indecente pensare di fare cassa con gli inquilini per eseguire manutenzioni attese da decenni. Il Governo ha messo un miliardo per sostenere l’edilizia popolare, anche la Regione faccia un serio piano di investimenti, perché durante il doppio mandato di Zaia il patrimonio si è svalutato». —


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PRIMO PIANO

SABATO 26 OTTOBRE 2019 IL PICCOLO

Il caso

Allarme dell’Ogs: «Roma vuole chiuderci» Regione in rivolta. Il ministero smentisce Per Pedicchio è in atto un tentativo di smembrare l’istituto. Ma il Miur rassicura: «Nessuno stop, solo una regia tra enti» Andrea Pierini TRIESTE. L’Ogs rischia di essere smembrato o incorporato in una realtà più grande. La denuncia arriva a metà mattina dallo stesso Istituto nazionale di Oceanografia e geofisica. La presidente Maria Cristina Pedicchio, dopo aver raccolto numerosi rumors arrivati dal ministero dell’Istruzione guidato da Lorenzo Fioramonti, lancia l’allarme, segnalando l’arrivo di un decreto per la creazione di un nuovo e unico Istituto nazionale di ricerca, con sede a Roma, comprendente anche la Stazione Zoologica e gli istituti marini del Cnr. Un’ipotesi che innesca subito una levata di scudi da parte della politica regionale ma che in serata viene smentita dallo stesso Miur. «Nessuna fusione - la precisazione arrivata da viale Trastevere -, solo la creazione di un coordinamento tra istituti di ricerca esistenti». Solo poche ore prima, come detto, la presidente Pedicchio era andata giù pesante. «Sono sconcertata dai modi e dalla poca trasparenza dei processi in atto per la “riorganizzazione” della ricerca in Italia e da come si pensi di poter modificare enti e attività senza alcun confronto e in assenza di un piano a medio-lungo termine. Ogs ha saputo della grave azione di accorpamento e di perdita di autonomia solo da rumors e da telefonate private ricevute ieri (giovedì, ndr)». Secondo Pedicchio sarebbe peraltro assurdo pensare di andare a toccare un istituto che ha fatto della semplicità amministrativa uno dei punti di eccellenza: «A fronte di un sistema nazionale che fatica a gestire l’ordinario, con tempi e modi sempre incerti, sembra purtroppo sempre forte la tendenza a procedere con “colpi di mano”. Ogs è un ente sano, caratterizzato dall’alta qualità delle sue

La nave rompighiaccio dell’Ogs in una recente missione in Antartide. A destra la presidente del Centro oceanografico Maria Cristina Pedicchio

risorse umane e da un forte riconoscimento internazionale». Immediata la presa di posizione della politica con la richiesta di chiarimenti avanzata dal governatore Massimiliano Fedriga e dall’assessore regionale alla Ricerca Alessia Rosolen. Nel tardo pomeriggio è arrivata però una prima smentita per voce di Paolo Menis, consigliere comunale del Movimento 5 stelle, lo stesso partito di Fioramonti. «Non c’è nessuna fusione in vista, sarà solamente istituito un coordinamento ministeriale fra tutti gli istituti di ricerca che si occupano del mare, Ogs compreso. I timori espressi dalla presidente sono quindi infondati». La conferma in serata anche da fonti del Miur che, contattate telefonicamente, smentiscono ogni ipotesi di chiusura e an-

nunciano la volontà di creare un coordinamento che verrà presentato già martedì ai direttori degli istituti. Una versione che, però, rasserena solo in parte Pedicchio: «Siamo stati convocati solo dopo aver sollevato il caso, sarebbe stato opportuno avvisarci subito». A dirsi stupiti della denuncia di Pedicchio sono invece Giorgio Cassiani e Silvestro Greco, membri uscenti del Cda di Ogs, che accusano la presidente «uscente e non ricandidabile» di aver creato un ingiustificato allarmismo senza essersi informata. Peraltro, continuano, la stessa presidente nel 2015 «aveva fatto una proposta simile prevedendo un coordinamento nazionale (Remare) che comprendeva Ogs, Stazione Zoologica e gli istituti marini del Cnr». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

A inizio giornata il governatore, in Umbria per la campagna elettorale, si è scagliato contro l’esecutivo di Conte: «Miope e centralista»

Fedriga e la Lega sulle barricate Rosato va a caccia di garanzie LE REAZIONI

U

na raffica di richieste di chiarimenti al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca da parte della politica, sul possibile accorpamento dell’Ogs in una realtà nazionale, si è scatenata su-

bito dopo la denuncia fatta al mattino dalla presidente del centro di ricerca Maria Cristina Pedicchio. Il governatore Massimiliano Fedriga, in Umbria per la campagna elettorale, in una prima nota congiunta con l’assessore alla Ricerca Alessia Rosolen si è immediatamente schierato a difesa di «un’eccellenza che non si può

smembrare e trasferire da Trieste a Roma. C’è da augurarsi che il governo smentisca ufficialmente l’ipotesi circolata in queste ore e che, contestualmente, tutti i parlamentari regionali si oppongano a questa follia. Di certo la Regione contrasterà con tutte le sue forze il tentativo di depotenziare il Friuli Venezia Giulia per favo-

la storia

Da 250 anni ricerche su mari e terremoti TRIESTE. Una storia iniziata

nel 1753 con il nome di “Scuola di astronomia e di navigazione” sotto la bandiera dell’Austria. L’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale ha una tradizione di oltre 250 anni assumendo l’attuale denominazione solamente nel 1999. L’ente è pubblico e si occupa di oceanografia con lo studio fisico, chimico e biologico dei nostri mari, di geofisica e geologia mari-

rire Roma, Napoli o qualsiasi altro territorio». Fedriga in una successiva nota ha attaccato senza giri di parole l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte: «Se questo è l’approccio del nuovo governo nei confronti delle eccellenze del Paese diventa davvero legittimo attendersi ulteriori scorribande in Fvg. Una prospettiva contro la quale la Regione sarà impegnata in prima fila, per evitare che le straordinarie realtà insediate in queste terre si trovino a pagare le conseguenze della miopia e del centralismo dell’esecutivo». Anche i deputati della Lega Vannia Gava e Massimiliano Panizzut hanno annunciato battaglia in aula con una mozione urgente per chiedere chiarimenti al Miur. Ettore Ro-

na e di geofisica sperimentale e di esplorazione. In sostanza in Ogs viene studiata l’evoluzione dell’ambiente e del clima con i rischi naturali che forniscono anche risorse che possono essere commutate in energie. Attraverso le conoscenza oceanografiche è possibile anche individuare le dinamiche sullo sviluppo della biodiversità e le funzionalità degli ecosistemi. Nella sezione delle ricerche sismologiche vengono

TATIANA ROJC SENATRICE DEL PARTITO DEMOCRATICO

«Questo territorio ha costruito un “sistema” scientifico: sarebbe irragionevole tagliarne un pezzo»

invece studiati i movimenti della placche che compongono la terra, con una rete di monitoraggio e una gestione dei dati e degli allarmi. Come istituto Ogs può vantare otto brevetti legati a tematiche geofisiche, di rilievo aereo e ad applicazioni di biologia marina. Nelle scorse settimane, alla presenza anche del ministro dell’Istruzione, dell’Università, dell’Istruzione e della Ricerca Lorenzo Fioramonti era stata consegnata all’Istituto la rompighiaccio Laura Bassi, l’unica nave italiana per la ricerca oceanografica in grado di operare nei mari polari, uno dei tanti luoghi di attività dei ricercatori dell’Ogs. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

sato, fresco di “trasloco” dal Pd a Italia Viva, in giornata aveva anche contatto il ministro Lorenzo Fioramonti, dal quale aveva avuto la garanzia che qualsiasi iniziativa andrà al caso condivisa con l’Ogs: «Mi sembra di poter rassicurare sul fatto che non ci sarà alcun blitz e che le cose verranno condivise e fatte per il meglio». Ad attivarsi immediatamente anche le parlamentari dem Debora Serracchiani e Tatjana Rojc: «Bene la precisazione del Miur, che ha risposto in tempo reale. Trieste è all’avanguardia come città della scienza perché qui c’è un “sistema” della ricerca e sarebbe semplicemente irragionevole e inaccettabile andare a tagliarne un pezzo».— An.Pi. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


19

Economia

Sabato 26 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Asco Holding divide 13,8 milioni `La rendita cresce del 10% nonostante la fuoriuscita della L’assemblea della multiutility pubblica che riunisce 90 comuni veneti approva un utile netto di 99,5 milioni quindicina di soci ribelli che si oppongono al nuovo statuto

`

ENERGIA TREVISO In ritardo rispetto alla tradizionale data di luglio, ma sono arrivati: Asco Holding ieri mattina ha approvato e i dividendi da distribuire tra i 90 comuni-soci che si spartiranno 13,8 milioni di euro. Una buona notizia per chi, nonostante le tante turbolenze dell’ultimo biennio, ha comunque deciso di restare nella Holding e di non monetizzare le proprie azioni o di scambiarle con quelle della controllata Ascopiave quotata in Borsa. L’assemblea ha approvato la quotazione di 0,14 euro ad azione, circa il 10 per cento in più rispetto allo scorso anno. Altri 4,9 milioni sono invece stati accantonati come riserva. Uno solo il voto contrario, quello del comune “ribelle” di Spresiano, uno dei primi a prendere la strada del recesso perché contrario al nuovo statuto pur mantenendo un centinaio di azioni della Holding tanto per non perdere il posto in assemblea.

SODDISFAZIONE «I positivi risultati conseguiti nell’esercizio hanno consentito di aumentare del 10% l’importo del dividendo e di confermare il percorso di crescita di Asco Hol-

MANDATO AL CDA PER ACQUISTARE ALTRE AZIONI DI ASCOPIAVE. CAPITALE AUMENTATO GRAZIE ALLE RISERVE

ding quale motore di sviluppo del territorio- ha sottolineato il presidente Giorgio Giuseppe Della Giustina - i risultati di bilancio, uniti alla distribuzione di oltre 190 milioni di euro di dividendi dalla quotazione di Ascopiave a oggi, sono testimonianza concreta di un’amministrazione virtuosa e della solidità del Gruppo, oggi tornato a essere pubblico per oltre il 99% del capitale». L’assemblea è anche servita per eliminare le ultime scorie rimaste dopo il recesso della quindicina di comuni “ribelli” e dei soci-privati di Plavisgas. Ha quindi votato per un aumento gratuito del capitale sociale, sceso a 66 milioni dopo l’uscita degli ex soci e riportato a 98 milioni grazie però alle riserve messe da parte. Inoltre l’assemblea ha dato mandato al cda di procedere all’acquisto di altre azioni della controllata Ascopiave. Attualmente nelle mani della Holding è rimasto solo un 51%, anche questo per effetto delle azioni cedute in fase di recesso: a parte Plavisgas (che si è fatta liquidare circa 50 milioni di euro nr) gli altri soci che hanno deciso di uscire totalmente o parzialmente dalla Holding si sono fatti pagare in azioni Ascopiave. Il mandato quindi è di acquistare fino al 3% di nuove azioni per un investimento massimo di 10 milioni di euro per «consolidare la partecipazione di controllo della Holding all’interno della società quotata», specificano dalla sede di Pieve di Soligo.

I NUMERI Nei primi 6 mesi del 2019, il Gruppo ha realizzato ricavi consolidati per 65,9 milioni di euro,

FUTURO Christine Lagarde

Bce, Lagarde: «Nel board cercheremo linea comune» L’INTERVISTA BERLINO «Dovremmo concentrarci ora su come trovare per una linea comune»: lo ha detto la presidente in pectore della Bce Christine Lagarde in un’intervista a Der Spiegel. C’è molta attesa in Germania per la linea che sarà intrapresa dalla nuova numero uno dell’Eurotower. «Cerco sempre una base comune per mettere insieme le diverse opinioni» ha continuato Lagarde, aggiungendo la sua intenzione di coinvolgere quanto prima i membri del board per valutare rischi e opzioni per il futuro. «Mario Draghi aveva un suo stile, io avrò il mio», ha aggiunto la ex numero uno del Fmi. Lagarde chiede che i governi dell’Eurozona sostengano il lavoro della Bce: alcuni dovranno investire di più, altri mettere in piedi riforme strutturali, e la Bce dovrà sostenerne la politica monetaria «Abbiamo bisogno di una più forte combinazione di questi tre settori», ha spiegato.

COMUNI Un’immagine dell’assemblea di Asco Holding

conseguendo un margine operativo lordo di 19,7 milioni di euro, che ha però risentito della flessione subita dai titoli di efficienza energetica per 4 milioni di euro, e un utile netto consolidato pari a 68,4 milioni. Gli investimenti realizzati dal Gruppo nei primi 6 mesi ammontano a 13,5 milioni di euro, relativi principalmente a nuovi allacciamenti, ampliamenti e potenziamenti della rete di distribuzione, manutenzioni e reti di telecomunicazioni. Infine è stato deciso di rinviare alla prossima assemblea la formazione della cosiddetta “Assemblea ristretta”, formata dai soci con in mano il maggior numero di azioni, prevista dalla sentenza del Consiglio di Stato per confermare il controllo pubblico sulla società. Paolo Calia

Il contratto nazionale

Ira del sindacato contro la proposta Abi `«Siamo alcount down: sarà determinanteilprossimo incontroinAbi per continuare ilnegoziatoper ilrinnovodel contrattocollettivonazionale dilavorooppureciascuno andràper lasua stradaequesto vuoldiresiail bloccodelle trattativeall’interno neigruppi enelleaziende bancarie siala mobilitazionefino a un eventualesciopero».Illeader dellaFabi,Lando MariaSileoni, mettele cartein tavola dopo l’incontrodiieri coni rappresentantidel CaslAbi guidatida SalvatorePoloni. «Il 5 novembre,inparticolare,-

prosegueSileoni -l’Abideve presentarcirisposteconcrete sualtritemi fondamentali». Puntispinosigli aumenti di stipendio(140-180euroilrange) elariforma degli inquadramentivoluta dalle banche.«Oggil’Abiha messo sultavolo una contro-piattaformanormativa sutemidi grandesensibilità socialecheper noiè inaccettabilenelmetodo, perchéci avevano garantitoche sisarebbediscussosolosu quellapresentatadaisindacati, sianelmerito»conclude Sileoni.

Geox e Calzedonia entrano nel “Fashion pact” Cottarelli: «È una manovra di galleggiamento con i leader della moda in difesa dell’ambiente Evasione sottovalutata, “pesa” 130 miliardi» L’ACCORDO PARIGI Ci sono anche la trevigiana Geox e la veronese Calzedonia tra le 24 aziende della moda internazionale che si sono aggiunte ieri al Fashion Pact, l’accordo che riunisce una coalizione di aziende globali leader del settore della moda e tessile, oltre ai fornitori e distributori, tutti impegnati al raggiungimento di una serie di obiettivi condivisi e focalizzati su tre aree principali: arrestare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani. Le aziende firmatarie del Fashion Pact si sono riunite a Parigi, per un pri-

mo incontro operativo, e con le 24 firmatarie di ieri il gruppo è salito a 56, per un totale di 250 marchi rappresentati. In occasione del vertice del G7 di Biarritz, 32 aziende leader mondiali nel settore della moda e tessile - da Adidas ad Armani, Kering, Ermenegildo Zegna, Puma, Ferragamo e altri - si erano impegnate a raggiungere insieme obiettivi concreti. Il 26 agosto 2019 il Fashion Pact è stato presentato da François-Henri Pinault, Presidente e CEO di Kering, ai capi di stato riuniti a Biarritz. Le aziende presenteranno una prima relazione sul lavoro svolto il prossimo settembre 2020. Le 24 aziende firmatarie

che si vanno ad aggiungere sono le seguenti: Auchan retail, Bally, Calzedonia group, Celio, Damartex group, Decathlon, El corte Ingles, Eralda, Etam group, Farfetch, Figaret, Gant, Geox, Groupe Beaumanoir, Groupe Eram, Gts group, Kiabi, Lady Lawyer fashion archive, Mango, Nana Judy, Paul & Joe, Promod, Spartoo group, the visuality corporation. In occasione di questa prima sessione operativa, sono stati affrontati i temi relativi alla governance del Fashion Pact, l’organizzazione del lavoro tra i membri della coalizione, nonché la definizione in obiettivi concreti degli impegni presi dai firmatari.

L’ANALISI MILANO «È una finanziaria di galleggiamento». A dirlo Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università del Sacro Cuore di Milano. «Il deficit rimane invariato anzi sarebbe salito se non avessimo meno spesa per interessi, che scende e ci fa risparmiare un pò di soldi, che vengono spesi un pò di più. Dovremmo avere un surplus primario in peggioramento dello 0,2%». E sulla lotta all’evasione, Carlo Cottarelli ha aggiunto: «L’evasione è un problema

ECONOMISTA Carlo Cottarelli

molto grave: secondo me è anche più alto delle stime ufficiali. Si dice che l’evasione valga 110 miliardi di euro, io sono convinto che sia superiore ai

130 miliardi di euro perché le stime sull’evasione fiscale non tengono conto dell’evasione sui contributi degli autonomi; se evadi l’Irpef infatti evadi anche i contributi, di qui la mia stima. Il recupero dell’evasione è troppo graduale: se ne recupera un po’ quest’anno dalla fatturazione elettronica, se ne recupererà probabilmente dal tetto all’uso del contante, certo se diventassimo tutto d’un tratto normali e cioè se portassimo di colpo il livello dell’evasione fiscale in Italia al livello del resto d’Europa ci sarebbe uno sconquasso dell’economia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano

Quotaz.

Var.%

1,1107 120,5900 0,8660 1,1019 328,8700 25,5680 4,2777 16,2387 7,8524 3,9242 4,4732

-0,189 -0,223 0,359 0,000 -0,112 -0,117 0,016 -0,225 -0,229 0,056 -0,392

ORO E MONETE Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

FTSE MIB A2a

1,686

-0,62

1,435

1,696

568530

Atlantia

21,77

0,05

18,115

24,76

72411

18,260

0,05

9,455 18,402

75246

Banca Mediolanum

7,675

0,66

5,016

7,670

60528

Banco Bpm

2,084

0,77

1,612

2,181

1257250

Bper Banca

4,038

-0,05

2,945

4,256

219520

Brembo

9,535

0,85

8,202 11,841

55643

Buzzi Unicem

21,73

0,51

14,925

22,01

39192

Azimut H.

Denaro

Lettera

Campari

8,180

1,87

7,347

9,238

335076

41,60 459,80 310,00 238,70

44,80 509,00 335,00 261,20

Cnh Industrial

9,968

1,94

7,741 10,135

261040

Enel

6,880

0,39

5,057

Eni

14,040

-0,69

Exor

62,14

0,78

Fca-fiat Chrysler A

11,848

-0,08

Ferragamo

16,130

1,90

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

2,103

2,920

582392

Finecobank

10,160

-0,25

8,589 12,426

157554

Ubi Banca

2,790

0,87

Generali

18,355

-0,24

14,443 18,415

277564

Unicredito

11,534

-0,62

9,241 12,980 1070468

Intesa Sanpaolo

2,272

0,07

1,819

2,344

7088134

Unipol

4,986

-1,11

3,438

5,056

176489

Italgas

5,730

0,00

5,005

6,234

117846

Unipolsai

2,516

-0,63

1,955

2,539

276555

10,530

2,28

7,567 11,821

251516

NORDEST Ascopiave

3,755

1,49

2,931

4,243

7891

15,280

1,13

11,248

20,28

9759

1,896

-0,42

1,712

2,619

14287

7,057

Leonardo Mediaset Mediobanca Moncler

2,712

0,18

2,566

3,015

113532

10,845

0,74

7,250 10,825

303892

B. Ifis

36,17

11,33

28,13

39,67

520258

Carraro

6,926 10,983

198642

10,860

-1,18

8,005

-1,36

8,891

33254

Prysmian

20,49

2,14

14,954

20,91

80843

Danieli

16,100

1,51

14,711 19,467

4502

Recordati

36,86

0,82

29,44

40,66

20851

De’ Longhi

17,210

1,53

16,557

25,71

6969

Poste Italiane

Cattolica Ass.

Saipem

4,304

1,39

3,225

4,991

1046926

Eurotech

8,920

2,88

3,284

8,825

108516

Snam

4,553

0,24

3,895

4,820

536441

Geox

1,222

0,16

1,147

1,906

14382

986218

Stmicroelectr.

20,21

0,80

10,842

20,16

413812

M. Zanetti Beverage

5,780

1,05

5,565

6,515

597

64,86

9846

Telecom Italia

0,5330

0,19 0,4370 0,5655

3737015

0,51

1,101

11,073 13,723

512172

Tenaris

9,404

0,97

15,871

108070

Terna

5,886

-0,03

6,865

1516693

13,054 15,941 46,35

21,53

95fd8139-22e0-4c7d-aaf9-314f3f0ac307

1,953

104107

369675

Stefanel

0,1100

0,00 0,0780 0,1632

N.R.

5,026

512092

Zignago Vetro

10,100

0,00

1851

6,009

Ovs

1,763

9,188 13,446

8,442 11,230


XXI

Primo Piano

Sabato 26 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

L’EVENTO Per la quinta volta nella sua storia il Giro d’Italia passerà per il muro di “Ca’ del Poggio”, uno dei tratti più complicati della tappa Conegliano-Valdobbiadene voluta dal governatore Zaia

La “Crono del Prosecco”

ha guastato lo spettacolo».

Zaia: «Le nostre colline incoronate dal Giro» Il governatore: «Ho trattato con l’organizzazione `«Un’occasione per valorizzare il territorio per portare la corsa in Rosa nelle zone più belle» tutto il mondo potrà vedere un panorama unico» `

L’INTERVISTA

La gara

VALDOBBIADENE Una vetrina migliore non esiste. Ore di diretta televisiva, centinaia di giornalisti accreditati da ogni parte del mondo, immagini della Marca in ogni angolo del web. Il Giro d’Italia, oltre che evento sportivo per eccellenza, è anche questo: un’enorme vetrina a disposizione del territorio. E a questo ha pensato il governatore Luca Zaia quando, ancora un anno fa, ha proposto una tappa tra le colline del Prosecco, all’epoca non ancora patrimonio dell’Umanità ma sulla buona strada per diventarlo. Proposta non solo diventata realtà, ma anche trasformata in una cronometro individuale con partenza da Conegliano e arrivo a Valdobbiadene, passando tra filari di vigneti e scollinando il “muro” di Ca’ del Poggio, indicato da tutti come il tratto destinato a selezionare i potenziali vincitori della tappa per non dire della competizione.

Da Monselice a Bassano sfilano le bellezze venete

Presidente Zaia, perché è così importante portare il Giro tra le colline del Prosecco? «Perché è un evento nazional-popolare, un grande veicolo di promozione non solo sportiva. E poi perché Treviso e il Veneto sono la provincia e la regione più ciclistiche d’Italia e il Giro rappresenta un’occasione unica». Quando è nata l’idea di una tappa

Anche nel 2020 il Giro d’Italia avrà un occhio di riguardo per il Veneto. Oltre alla “Crono del Prosecco”, che sarà l’evento più atteso della corsa in Rosa, dove gli esperti prevedono una bella selezione per le posizioni di vertice, il gruppo dei corridori toccherà altri punti importanti della regione. Il Giro arriverà in Veneto a Monselice. Poi la crono sulle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco a luglio, e infine Bassano del Grappa con la tappa Bassano-Madonna di Campiglio. Negli ultimi anni la corsa ha toccato zone come il Bellunese, Asiago, il Cansiglio e nel veneziano Mira, Mirano, Maerne, Martellago. Per non parlare della chiusura dell’edizione 2019 all’Arena di Verona. Proprio nel 2019 sono stati 198 i paesi nel mondo che hanno trasmesso la corsa in diretta; più di 140 atleti, 3.537,6 i chilometri percorsi, mentre 9.775 spettatori che hanno riempito l’Arena di Verona per il gran finale. La Rai ha toccato i tre milioni e 700mila spettatori per la tappa finale.

tra le colline? «Ogni anno, dopo un mesetto dal termine del Giro, mi vedo con Mauro Vegni, direttore della manifestazione per capire cosa il Veneto può dare alla competizione. Ognuno spiega le proprie esigenze e poi si valuta. Con Rcs abbiano da tempo un dialogo molto proficuo, diventato sempre più solido. Ogni anno comunque il Veneto investe moltissimo per mettere in sinergia le esigenze tecnico-agonistiche degli atleti con tappe che possano valorizzare il nostro territorio. E, devo dire, ogni anno i risultati sono eccellenti ». E la scelta per il 2020 è caduta sulle colline del Prosecco. «E non solo. Ogni volta vogliamo dare risalto all’immenso patrimonio paesaggistico di cui il Veneto dispone: nel 2020, per esempio, i fari saranno puntati sui Colli euganei e la Bassa padovana con l’arrivo a Monselice, sulle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, con appunto la “Crono del Prosecco” e su Bassano del Grappa con la tappa Bassano-Madonna di Campiglio. Le colline del Prosecco spiccano. «Il contesto è meraviglioso. E poi il 23 maggio sarà piena primavera, a un mese dell’estate, in un contesto di colori stupendo. Speriamo di avere più fortuna rispetto a quanto accaduto quattro anni fa, quando il maltempo

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«A LIVELLO PROMOZIONALE SARÀ UN EVENTO FONDAMENTALE CHE CADRÀ NEL 2020 ANNO IMPORTANTISSIMO PER IL RILANCIO TURISTICO»

La durezza della Gara, soprattutto nel “muro” di Ca’ del Poggio, si calerà nella bellezza del paesaggio. «La corsa si snoderà in un mosaico agricolo sorprendente, con terreni che si intrecciano, colori stupendi; si potranno vedere i nostri ciglioni che sono unici al mondo perché realizzati con terra del posto ed erba e non con materiale di diporto. Le riprese dell’alto, con elicottero e droni, faranno vedere la bellezza della cordigliera di colline che si snoda da est a ovest». Qualcuno malignerà che si vedranno in diretta anche le aree coltivate intensamente. «Quel “qualcuno” non sa, o forse non ha ancora capito, che l’area diventata patrimonio dell’Unesco, le “Colline del prosecco Conegliano-Valdobbiadene”, sono 9.170 ettari di terreno di cui il 50 per cento è stato lasciato a bosco e il restante 50% formato da impianti catalogati fin dal 1810». Il Giro d’Italia è una di quelle occasioni da non perdere. «Certamente, e lo abbiamo visto anche con la tappa di qualche anno fa sul Monte Grappa: anche quella l’ha indicata la Regione in quanto luogo simbolo della Grande Guerra». I comuni di Conegliano e Valdobbiadene sono particolarmente soddisfatti di questa scelta. «Immagino. Le tappe del Giro vengono concordate dalla Regione, poi le amministrazioni locali si occupano dell’organizzazione in loco. In Veneto amiamo il Giro e lo si vede ogni volta dalla passione che si respira lungo le strade quando passano i corridori».

«OGNI ANNO LA REGIONE INVESTE TANTISSIMO PER METTERE IN SINERGIA LE ESIGENZE DEGLI ATLETI CON TAPPE CHE POSSANO DARCI LUSTRO»

Il Giro arriva nel 2020, proprio quando lo sforzo per lanciare le colline sarà al massimo. «Questa tappa sarà un palcoscenico unico al mondo, l’abbiamo voluta con forza. A livello promozionale sarà un evento importantissimo per il nostro territorio: basti pensare all’attenzione dei tanti giornalisti stranieri che ogni anno giungono al seguito dei loro campioni da ogni parte del mondo. E tutti vedranno le immagini della nostra terra». Paolo Calia


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Primo Piano

Sabato 26 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Un camino tra i massi ma ecco il magazzino

All’indomani del 29 ottobre 2018, dai detriti di Rocca Pietore spuntava un comignolo: quello del magazzino della famiglia Dalla Torre. Dopo i lavori, ecco come si presenta oggi l’edificio.

Il fango si è asciugato e il paesaggio brilla

Un anno fa la strada che conduce al centro di Rocca Pietore, avvolto dall’umidità, era invasa dalla melma e dagli alberi. Ora invece i colori del paesaggio tornano a risplendere.

Il disastro in montagna IL REPORTAGE Segue dalla prima pagina

(...) Ho detto ai miei assessori: vado un attimo a casa a cambiarmi e torno subito in municipio. E invece...». E invece per 72 ore il Comune si trasferì nella sede della Protezione civile a Bosco Verde, visto che il torrente era esondato e la carreggiata era impraticabile: zero corrente elettrica, niente acqua potabile, nessuna connessione telefonica. Danilo De Toni è il nuovo primo cittadino di Alleghe: «Una settimana prima ero caduto da un tetto, quindi ero a casa con il busto. Anche se all’epoca ero un semplice cittadino, dato che sono stato eletto nel maggio successivo, mi sentivo così impotente, mentre mi arrivavano notizie drammatiche...». Paolo Frena è il capocomun di Colle Santa Lucia: «Eravamo già in emergenza. Rammento di aver detto ai miei collaboratori che se fossimo resistiti fino alle 22.20, ora prevista per la conclusione dell’allerta, saremmo stati tutti salvi. Ma mezz’ora dopo era già tutto sottosopra: i tetti che volavano, i pali dell’illuminazione penzolanti, le piante che venivano giù...».

La tempesta un anno dopo rinascita tra luci e ombre Viaggio nei cantieri della ricostruzione tra le Dolomiti `I sindaci: i soldi del governo sono arrivati, ma ora che portano ancora i segni della devastazione di Vaia è corsa contro la burocrazia per realizzare i progetti

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nibile sul mercato. Un retroscena che fa sorridere gli operai del Genio Civile, intenti a consolidare il corso del Pettorina, ruspa in alveo e palizzate sulle sponde, ai margini del borgo di Sottoguda. Questo è uno dei 1.746 cantieri che il Veneto, con il governatore-commissario Luca Zaia e la sua dozzina di soggetti attuatori, è riuscito a far par partire entro lo scorso 30 settembre, spendendo 377 milioni di euro. «I lavori di somma urgenza sono stati effet-

tuati nel primo mese dopo l’evento – spiega De Bernardin – poi a marzo sono arrivati i soldi del Governo. Non nascondo che ero un po’ preoccupato, perché c’era la necessità di impegnarli entro un semestre altrimenti li avremmo persi. Purtroppo un municipio come il mio conta in tutto 13 dipendenti, vigile compreso: serve una deroga per gli enti disastrati, autorizzandoli a sforare il tetto della spesa per il personale, almeno per i primi tre anni».

La gestione straordinaria ha comunque permesso di ridurre la lentezza della burocrazia. «Ma le difficoltà restano – sottolinea Frena – perché è tutta una corsa a fare i progetti e contrattualizzare le opere. Grazie alla Regione e ai vari enti, però, cerchiamo di farcela». Così è stato cantierato anche l’intervento più vistoso di questo periodo: l’immane pulizia del lago di Alleghe, invaso da 500.000 metri cubi di detriti. «Un’operazione da 8 milioni di

euro – evidenzia De Toni – che da qui al 2022 vedrà impegnati 25.000 camion nell’asporto del materiale, che verrà in parte ricollocato a margine del torrente Cordevole, dove sarà realizzata una pista ciclopedonale. Contiamo comunque di garantire la fruibilità dello specchio d’acqua durante la stagione turistica, anche perché se c’è una cosa buona che Vaia ha fatto, è stata quella di far reinnamorare la gente della nostra montagna».

Allora la tempesta non si chiamava ancora Vaia: sarebbe stata battezzata solo nei mesi successivi, in omaggio al nome della signora Jakobs, manager tedesca di una multinazionale a cui il fratello ha regalato (pagando 199 euro all’Institut für Meteorologie di Berlino) il primo uragano dispo-

I TURISTI NON HANNO ABBANDONATO I PARADISI DISTRUTTI AL COMUNE DI ROCCA PIETORE DONAZIONI PER 1,6 MILIONI DI EURO

dal nostro inviato

ROCCA PIETORE (BELLUNO) Max Teo è un bel frugoletto biondo che domani compirà un anno. È il terzogenito di Blanka e Pavel Milfait, coppia giramondo che gestisce il campeggio “La Marmolada” a Malga Ciapela, ma è anche un po’ il figlio di Vaia. È nato in ambulanza la notte del 27 ottobre 2018, mentre pioveva già a dirotto e l’elicottero non riusciva ad alzarsi in cielo, e quando due giorni dopo sulle Dolomiti scoppiò l’inferno, la sua famiglia rimase isolata: mentre il piccino veniva ricoverato d’urgenza nella Neonatologia di Treviso e la mamma era all’ospedale di Belluno, il papà lasciò le sue sorelline con la baby-sitter e provò invano a riabbracciarlo camminando per ore fra i detriti e la neve.

IL LIETO FINE A leggerla adesso che sta per

LE DONAZIONI A proposito di donazioni, sul conto aperto dal Comune di Rocca Pietore è arrivato un milione di euro, un mare di generosità alimentato da gocce più o meno grandi che vanno dai 5 euro del piccolo Achille di Mira ai 50.000 di una grossa azienda farmaceutica. «Ne abbiamo utilizzati 100.000 per il nuovo scuolabus, 40.000 per un mezzo antincen-

I LAVORI

LA STORIA

Dedicato ai turisti sarà pure il ripristino dei celebri Serrai, il canyon che prima della tragedia registrava 140.000 visitatori all’anno e che adesso è invalicabile. «Stiamo pulendo il versante a monte – riferisce De Bernardin – per mettere in sicurezza le imprese che operano a valle. Abbiamo a disposizione 7 milioni di euro, più altri 600.000 donati dalle Fondazioni Dolomiti Unesco, Cariverona e Cariparo».

Le due famiglie del bimbo di Vaia A sinistra il neonato in braccio a uno dei volontari. Qui accanto Max con papà Pavel, mamma Blanka e le sorelle Eliška e Mia.

Nato nell’ambulanza sotto il diluvio Max Teo spegne la prima candelina essere festeggiato il primo anniversario del lieto fine, sembrerebbe una delle favole scritte da mamma Blanka, campionessa del mondo di marmellate (per davvero) e autrice di libri di viaggio (per bambini). Invece papà Pavel la racconta con reale tenerezza, al telefono dall’Africa dove a novembre si concluderà l’ultima avventura dei Milfait, che in tutto sono cinque comprendendo anche le piccole Eliška Anna e Mia Ronja. Due mesi da Capo Nord al Capo di Buona Speranza: ne uscirà prossimamente il quarto volume di Blanka, ne trapela già ora l’emozione di Pavel. La coppia, boema di nascita e bellunese di adozione, ha deciso di da-

re ai propri bimbi ali e radici. E così, mentre la famigliola cresceva volando da un emisfero all’altro per poi tornare sempre a Rocca Pietore, la cicogna ha portato Eliška su un furgone in autostrada vicino a Praga, Mia durante una vacanza nei pressi di Messina e Max sotto il diluvio che infu-

IL PICCOLO GIRAMONDO ORA È IN AFRICA CON GENITORI E SORELLINE IL PAPÀ: «UN MIRACOLO GRAZIE AI VOLONTARI DEL SOCCORSO»

riava alle porte di Agordo. «È stato un miracolo – si commuove Pavel – merito dei volontari del 118. Per ringraziarli prima abbiamo avviato una raccolta per il Soccorso Alpino e poi io stesso sono entrato nell’associazione. Ho pensato che serve sempre qualcuno in più in queste zone di montagna mezze abbandonate, così ho seguito i corsi e quattro mesi fa ho fatto i primi turni: interveniamo con l’ambulanza e con il defibrillatore, diamo una mano a chi ha bisogno, com’è stato per me e per la mia famiglia un anno fa».

I RICORDI Incancellabili i ricordi di una

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felicità precipitata nel dramma, a causa di una complicazione respiratoria che richiese il trasferimento d’urgenza del neonato. «Il 29 ottobre – continua Milfait – ho ricevuto una telefonata dall’ospedale di Belluno: ho fatto appena in tempo a sentire che c’era bisogno di portare Max a Treviso, quand’è caduta la linea... È tornata un mese dopo». Nel frattempo sono mancate pure acqua e corrente. «Siccome l’Agordina era chiusa – continua il 54enne – ho camminato per cinque ore verso il Passo Fedaia. Volevo arrivare in Trentino per chiedere aiuto, ma era impossibile andare avanti. Allora due giorni dopo mi sono caricato la bicicletta sulle

spalle fino a Sottoguda e poi ho pedalato finché ho trovato un angelo che mi ha prestato la sua macchina. Così sono riuscito almeno a raggiungere Blanka a Belluno e insieme siamo tornati da Eliška e Mia, superando con fatica i blocchi di carabinieri e polizia e facendo a piedi gli ultimi sei chilometri in piena notte». Dopo una settimana, Max è stato dimesso. «La viabilità era stata riaperta – spiega l’uomo – e così l’abbiamo riportato a casa. Ma prima siamo passati dai volontari del Soccorso Alpino, per farglielo vedere e ringraziarli di tutto». In questi dodici mesi, Pavel e Blanka hanno risistemato il campeggio e combattuto la preoccupazione dei turisti allarmati dalle notizie su Vaia. «Come dicono le bambine, “la nostra casa è Malga” e qui torneremo sempre». Il maschietto ancora non parla, ma se un giorno gli chiederanno di Vaia, ne avrà da raccontare. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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I numeri

100.000 ettari di boschi schiantati al suolo dalla tempesta Vaia

377 milioni di euro per la ricostruzione in Veneto LE CATASTE Gli alberi distrutti da Vaia: molti sono stati portati a valle ma le montagne sono ancora piene di tronchi

dio destinato ai volontari, altri 40.000 per la sistemazione del parco giochi», elenca il sindaco, citando anche i 70.000 con cui è stata acquistata una tensostruttura per gli appuntamenti della comunità locale. A cominciare da quello fissato proprio per martedì: la commemorazione di Vaia a cui parteciperanno anche vertici nazionali come i capi dipartimento dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo e della Protezione civile Angelo Borrelli.

GLI ALBERI Sarà l’occasione per fare il punto anche sulla grande ferita ancora aperta: i 100.000 ettari di boschi variamente interessati dagli schianti sul territorio regionale. Nelle zone valanghive, Veneto Strade lascerà passare l’inverno per evitare slavine, dopodiché in primavera rimuoverà i tronchi e contestualmente collocherà i paraneve. Nelle aree che non sono a rischio, invece, il taglio e il trasporto sono in pieno svolgimento, attraverso i bandi aperti dai Comuni e vinti da aziende italiane e austriache. Ma per quanto riguarda la ripiantumazione, i diversi primi cittadini parlano con una voce sola: «Lasciamo che la natura faccia il proprio corso senza forzature. Questi boschi un tempo erano prati, vorrà dire che un giorno cresceranno di nuovo gli alberi». La rinascita è una storia di ombre, quindi, ma anche di luci. Come quella accesa da Charlotte De Vree e Hans Joosen, una coppia di belgi che ha deciso di cambiare vita puntando sulle Dolomiti, malgrado (o forse proprio grazie a) Vaia: nel centro di Rocca Pietore, i due giovani stanno ristrutturando una casa che a dicembre diventerà un bed&breakfast. Chissà se per Natale farà freddo: «Il caldo anomalo di questi giorni ci ricorda tanto quello di un anno fa, prima della tempesta...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Solo 8 abitanti, ma non si arrendono

L’albergatore: «Ci sentiamo soli»

Dal rudere al caseificio L’hotel è ancora chiuso rivive il borgo di Colcuc «E il futuro resta buio» arco Tasser è uno degli otto abitanti di Colcuc. Due famiglie residenti, una terza casa affittata ai turisti, un vecchio fienile. E un’idea: quella di far rivivere il minuscolo borgo, il più flagellato del territorio comunale di Colle Santa Lucia durante dalla furia di Vaia, avviando un allevamento di capre. Detto e (quasi) fatto: grazie ai bandi dell’Unione Europea e di Avepa, da cui ha ottenuto 400.000 dei 750.000 euro necessari, il 21enne trasformerà il rudere in un’innovativa stalla-caseificio.

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IL RISCATTO La sera del 29 ottobre di un anno fa, Marco era andato a letto presto. «Era saltata la corrente – racconta – e quand’è buio, in montagna c’è poco da fare. Improvvisamente ho sentito una botta sulla casa e ho pensato a una frana. Ma quando mi sono affacciato alla finestra, ho visto un tetto per terra: era il nostro. La mattina dopo, con la luce del giorno, ho capito tutto: il bosco non c’era più». Anziché farsi prendere dallo sconforto, il ragazzo ha

deciso di reagire: «Ho pensato che sono cresciuto quassù con altri bambini, che però non stanno più qui e al massimo tornano per le vacanze un mese all’anno. Ma così la montagna si spopola e io, che sono attaccatissimo al mio territorio, penso che dobbiamo fare qualcosa per invertire la tendenza. Ecco, vorrei che Vaia fosse il nostro riscatto, come lo è già per me».

IL LATTE Dopo il diploma alla scuola edile di Sedico («ma per trovare lavoro avrei dovuto spostarmi da qui») e i contratti stagionali («d’inverno sugli impianti e d’estate in Comune»), Tasser ha elaborato un progetto che fra pochi giorni vedrà l’avvio degli scavi. «Per differenziarmi dai tanti allevatori di mucche – precisa – ho scelto le capre, che sono più autonome, vivono bene in alta montagna e danno profitti più alti. Partirò con 30 capi, ma l’obiettivo è di arrivare a 100. Ho comprato una macchina che mi permetterà di trasformare il latte in formaggi, jogurt e dessert, che venderò a latterie e rifugi della zona, certificandone anche le caratteristiche nutritive. Sto ancora studiando nome e logo, mi preoccupa di più la burocrazia. Ma sono fiducioso». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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distanza di un anno dal drammatico passaggio di Vaia, l’albergo “Sasso Bianco” di Santa Maria delle Grazie non ha più rialzato le saracinesche. «E chissà se riuscirò mai a riaprirlo. I danni superano il mezzo milione di euro e nonostante i tanti aiuti ricevuti, e che spero di avere ancora, il futuro della struttura è ancora buio». Angelo Treve, 36 anni (nella foto), assieme al fratello Fabrizio è il titolare dell’hotel che il 29 ottobre 2018 venne invaso da acqua e fango. Un’inondazione che distrusse le cantine con caldaie, lavatrici e asciugatoio nonché il piano terra con hall, bar, ristorante, cucina e sala. La furia del maltempo mandò completamente fuori uso gli impianti idrici ed elettrico. Per non parlare del mobilio, tutto da buttare. «Quei locali - spiega Treve - erano anche casa nostra, dove cucinavamo e trascorrevamo le nostre ore libere. Le camere da letto, invece, erano ai piani superiori, assieme alle 27 aperte al pubblico».

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IL RITORNO Grazie a un motivato gruppo di sup-

porter la famiglia, composta da papà Angelo, mamma Milli e figli Elia e Sebastian, a fine maggio è riuscita a tornare ad abitarci dopo essere stata “sfollata” per sei mesi. Amici e parenti hanno fatto di tutto per rendere agibile almeno un piano dell’edificio: scaldabagno a legna, stufa a pellet e altri sistemi artigianali hanno consentito loro di tornare a vivere a Santa Maria. C’è stato pure chi ha donato la cucina intera. Nel frattempo la coppia ha trovato altri lavori: lui in inverno in una società di impianti di risalita e nella bella stagione come addetto “al verde” dell’Unione montana Agordina; lei commessa in un negozio del paese. «Ma il mio cuore è rimasto in albergo dove da piccolo ho vissuto con la mia famiglia e dove, dai 19 anni in poi, ho lavorato - sottolinea Treve - La strada sarà lunga e molto ardua. Oltre ai costi per riparare i danni ci sono Imu, assicurazioni e altre tasse che non considerano questa situazione. Confido in chi mi ha promesso che mi darà ancora una mano e ringrazio tutti coloro che lo hanno fatto in questi mesi. Attendiamo l’anniversario di Vaia confidando che il calore dimostratoci si rinfocoli, perché l’entusiasmo e la vicinanza sono andati via via calando. Capisco che è normale ma noi ci stiamo sentendo un po’ più soli”. Raffaella Gabrieli © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Primo Piano

IL PUNTO MESTRE Non ci sarà ricorso contro il quorum. Il referendum per la separazione di Mestre da Venezia si terrà regolarmente il primo dicembre. A paventare l’ennesima iniziativa legale, questa volta per dimostrare che la consultazione sarebbe valida anche se partecipasse al voto meno del 50 per cento più uno degli aventi diritto, era stato nei giorni scorsi Marco Sitran, presidente di Venezia Mestre Due Grandi Città e primo firmatario della legge d’iniziativa popolare per la suddivisione dell’attuale Comune.

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No al ricorso per il quorum Gli autonomisti trovano unità Anche Marco Sitran, presidente di “Due grandi città”, `«Fino al 1° dicembre stiamo fermi, in caso agiremo dopo desiste dall’ipotesi di aprire un nuovo contenzioso legale sollevando il problema davanti alla Corte costituzionale»

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favorire l’affluenza alle urne». Dal centro storico Marco Gasparinetti del Gruppo XXV Aprile sostiene: «Il ricorso sarebbe un clamoroso autogol. Il referendum è obbligatorio, ma non vincolante e c’è un margine di discrezionalità politica. Può succedere che il quorum sia raggiunto solo in terraferma o solo in centro storico, nel caso chiederemmo che sia previsto un prosindaco con poteri veri e con capacità di spesa». Situazione che, ad esempio, si è verificata due anni fa col referendum sull’autonomia regionale: a Mestre votò la maggioranza degli elettori, a Venezia appena uno su tre. Sta di fatto che il fronte compatto alla fine l’ha convinto a desistere anche per non dare l’idea che l’arcipelago autonomista sia spaccato a poco più di un mese dal voto.

DIETROFRONT Una presa di posizione che non è piaciuta al resto dei comitati autonomisti: «Neanche per sogno, si voti», hanno ribattuto all’unanimità, ancora lunedì scorso durante il convegno al Candiani in cui Sitran aveva spiegato di riservarsi la decisione. Uno sbarramento che alla fine l’ha costretto alla retromarcia: «Non ne voglio più parlare – dichiara adesso – Fino al primo dicembre stiamo fermi, in caso lo faremo dopo, sollevando davanti alla Corte costituzionale l’illegittimità della legge regionale che discrimina l’ipotesi di fusione e quella di scorporo delle circoscrizioni, prevedendo il quorum di solo per quest’ultima».

AVANTI TUTTA

IL PARERE DEI BIG

REFERENDUM Si terrà il primo dicembre la consultazione popolare sulla separazione tra Mestre e Venezia

I big del fronte autonomista, d’altra parte, confermano tutti la contrarietà all’ipotesi ricorso. «Non ci passa per l’anticamera del cervello – dice Maria Laura Faccini di Mestre Mia – Ho stima per Sitran che si sta impegnando tantissimo per raggiungere il risultato, ma per noi ora l’obietti-

vo è far votare e far vincere i sì. L’entusiasmo sta crescendo in tutta la città e ci prepariamo a un novembre ancora più intenso». Gian Angelo Bellati, del Movimento Venezia Autonoma, spiega: «Quella avanzata da Sitran è

MARIA LAURA FACCINI: «PER ORA IL NOSTRO OBIETTIVO È QUELLO DI FAR VOTARE E FAR VINCERE IL SÌ»

GIAN ANGELO BELLATI: «CON LA SOSPENSIVA SI ANDREBBE AL 2021» MARCO GASPARINETTI: «SAREBBE UN AUTOGOL»

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una sua posizione personale non condivisa. Col ricorso e la sospensiva si andrebbe al 2021 visto che per legge il referendum non si può celebrare lo stesso anno delle comunali. Concentriamo le energie, tutti insieme, sul

«Avanti tutta con la campagna referendaria», chiarisce Sitran che annuncia un volantinaggio congiunto dei comitati per domani, sabato, dalle 11 alle 13 ai piedi del ponte di Calatrava in piazzale Roma, per spiegare i benefici che deriverebbero dalla separazione. Nell’occasione sarà presentato l’acquerello realizzato dal disegnatore Guido Fuga, per molti anni collaboratore di Hugo Pratt, per sostenere la causa autonomista. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

Sabato 26 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Gli otto siti Unesco ora fanno “squadra”

Rubinato: Pd addio E lancia un nuovo partito autonomista

IL COORDINAMENTO

cui, politicamente, si è nati, fare cioè gli interessi del Nord, non è una cosa poi nuova. Quanto poi al Partito dei Veneti che Marcato liquida come un ritrovo meno numeroso della cena del coniglio di suo zio, rispondo che c’è un Veneto diverso fuori dal Palazzo della Regione. E il fatto, grave, di non essersene accorti, tacciando quasi di combriccola della briscola un fronte unitario di quasi tutte le sigle dell’autonomismo veneto, la dice lunga sulla concezione di partito, di consenso da Piazza Venezia e di politica da poteri forti che oggi impera nella Lega dell’orgoglio italiano di Salvini».

«L’autogoverno qui ce l’abbiamo nel Dna, deriva da una storia millenaria, dal tempo dei Comuni, abbiamo una identità del “fare da soli”. Solo che i 2,3 milioni di veneti che hanno votato al referendum sono privi di rappresentanza, i partiti sono tutti nazionali». Anche chi aveva tentato una regionalizzazione - perfino Bisaglia ai tempi della Dc - si è fermato. Ecco l’idea della Rubinato (che, dice, non è sola): «Serve un movimento regionale che possa anche tradursi in forza politica, anche federato a livello nazionale, che spinga sull’autonomia. Io lavoro perché questo movimento nasca». Alda Vanzan

VENEZIA Dopo la vittoria delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, la Regione rilancia la sua attività sul fronte della valorizzazione degli attuali otto siti Unesco del Veneto e attiva un coordinamento tra tutti gli attori del settore per sostenere, valorizzare e promuovere con ancor più intensità questi inestimabili patrimoni. È accaduto ieri a Venezia dove, a confrontarsi sulle future azioni collegate, su iniziativa della Regione sono stati convocati tutti gli attori del sistema, tra cui i responsabili degli otto siti (Orto Botanico di Padova, Città di Verona, Venezia e la sua laguna, Colline del Prosecco, siti palafitticoli dell’Arco Alpino, Dolomiti, Opere di Difesa Veneziane, Città di Vicenza e Ville Palladiane), i sovrintendenti, docenti dello Iuav di Venezia (con cui la Regione ha un accordo formale per il supporto al coordinamento dei siti Unesco), il Ciset dell’Università Cà Foscari, dirigenti regionali. «Ognuno di questi siti ha molte valenze: paesaggistica, culturale, artistica, storica, naturalistica, ambientale – ha detto il presidente della Regione Luca Zaia – Ma c’è un unico comune denominatore: la possibilità di essere un prestigioso biglietto da visita del Veneto nel mondo, aggiungendo occasioni di sviluppo economico e dell’offerta al turismo “slow” sempre in crescita. Le regole Unesco sono e saranno la nostra stella polare, ma sarebbe un grave errore pensare a questi siti come a statici musei». Il primo passo sarà dare vita a una rete tra i siti Unesco del Veneto. Il progetto è di sostenere attività strutturate e coordinate di promozione turistica, fissare annualmente un programma di attività, realizzare un’immagine coordinata regionale dei siti Unesco veneti. Un’immagine unitaria che rappresenti l’identità del territorio, superando eventuali eccessi di localismo.

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L’ex parlamentare rompe con i dem: «Per dare rappresentanza ai 2,3 milioni che votarono sì al referendum». Il modello è l’Svp

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IL PROGETTO VENEZIA Simonetta Rubinato lascia il Partito Democratico e pensa a un movimento che faccia da “casa” ai 2 milioni e 300mila veneti che due anni fa votarono al referendum per l’autonomia. Un movimento sul modello della Südtiroler Volkspartei o della Csu bavarese in cui si riuniscano veneti di destra e di sinistra, indipendentemente dall’appartenenza politica, ma uniti da tre fattori: veneti che vogliono l’autonomia differenziata nel solco della Costituzione, che riconoscono l’Italia come la loro patria e che non hanno alcuna intenzione di fare a meno dell’Europa. Tre “paletti” che di fatto escludono i partiti sovranisti (e quindi la Lega e Fratelli d’Italia), ma anche gli indipendentisti, rivolgendosi però a una platea comunque ampia, capace anche di pescare tra i moderati e nel centrosinistra. Il tutto con una prospettiva: le elezioni regionali del 2020.

CHI È Simonetta Rubinato, trevigiana, è stata parlamentare del Pd per tre legislature, fino al 2018. Nel 2014 ha partecipato alle primarie del centrosinistra per la candidatura alla presidenza della Regione Veneto, ottenendo il 29% dei consensi, battuta da Alessandra Moretti. Nell’estate 2017, in vi-

«LA LEGA È SOVRANISTA, IL PARTITO DEI VENETI MANTIENE L’IMPRONTA INDIPENDENTISTA. C’È BISOGNO DI QUALCOSA DI NUOVO»

sta del referendum, ha costituito il comitato Veneto Vivo per il Sì all’autonomia, poi divenuto associazione. La stessa associazione che, con 70 soci fondatori e referenti in tutte le province, domani a Illasi, nel veronese, terrà la Seconda festa dell’autonomia. Ora, Rubinato pensa a qualcosa di più di una semplice associazione: «Lavoro - dice - perché nasca un movimento politico anche assieme ad altre forze e che si faccia carico della domanda autonomista dei veneti». Ma la premessa è che l’ex parlamentare non ha rinnovato la tessera del Pd.

L’ADDIO Simonetta Rubinato cita il libro di Walter Veltroni “La nuova stagione” del 2007, il “manifesto” del nascente Pd, un partito che doveva essere “federale, in grado di dare espressione alla diversità delle realtà territoriali” e che doveva “completare la riforma federale”. Non è stato fatto né questo né quello - dice. «E mi è capitata tra le mani - aggiunge - la bozza del nuovo statuto che prevede l’eliminazione delle primarie per la scelta del segretario regionale. Non sono io che tradisco, è il Pd che ha tradito. Il mancato rinnovo dell’iscrizione è solo la presa d’atto della divergenza dell’attuale progetto politico del Pd rispetto a quello originario, oltre che della profonda distanza maturata con la sua classe dirigente in Veneto sin dalle primarie del 2014 e soprattutto dopo il mio impegno per il referendum sull’autonomia. Non l’ho fatto prima per rispetto degli elettori che mi avevano votato come parlamentare nelle liste del Pd». L’altra considerazione è che, cinque anni dopo la batosta presa con la candidatura della Moretti, il Pd sta ancora studiando come costruire l’alter-

AL SEGGIO Simonetta Rubinato mentre vota al referendum per l’autonomia il 22 ottobre 2017

La polemica

Callegaro contro il leghista Marcato «Vi vergognate della parola Nord» VENEZIA «Vi vergognate dell’indipendentismo, come della parola Nord». Così Corrado Callegari, coordinatore regionale di Grande Nord Veneto che ha aderito al Partito dei Veneti, ribatte all’assessore leghista Roberto Marcato a proposito delle manifestazioni di piazza per l’autonomia e del fatto che certi “aneliti indipendentisti” sarebbero controproducenti. «In realtà la pietra dello scandalo - dice Callegari - è che voi leghisti avete rimosso tutto, in primis il Nord. Ma questa fretta nel diventare pacatamente, moderatamente e poi prepotentemente nazionalisti, orgogliosamente italiani senza ricordare da dove si arriva e la ragione per

nativa a Zaia. «La novità, semmai, è il Partito dei Veneti che ha deciso di concentrarsi sull’autonomia». Ma neanche quello, secondo Rubinato, è sufficiente perché «l’estrazione indipendentista resta». E non basta la Lega «perché ormai è sovranista».

L’ORIZZONTE

Regionali: «Italia Viva sarà presente, vedremo con chi» ma dell’autonomia, mentre nel frattempo la sanità veneta che era un modello di eccellenza è stata completamente smantellata, con le liste di attesa ed i medici che mancano».

`Rosato: «Per la sfida nezia Ugo Bergamo. Non era pre-

a Zaia un candidato della società civile» IL DEBUTTO MESTRE Sullo schermo scorrono le applaudite immagini di Matteo Renzi con la consueta camicia bianca e le maniche arrotolate mentre parla alla Leopolda, la convention giunta alla decima edizione e conclusasi domenica. Saletta piena e posti in piedi ieri sera all’hotel Bologna di Mestre per la prima tappa veneta del tour di presentazione di Italia Viva, il partito nato a settembre da una costola del Pd renziano a cui hanno aderito la senatrice vicentina Daniela Sbrollini e la deputata veneziana Sara Moretto, che per l’occasione hanno accompagnato il coordinatore nazionale Ettore Rosato, vicepresidente della Camera. All’incontro erano attesi esponenti regionali di Forza Italia, ma non si sono visti. Tra i presenti l’ex senatore Mario Dalla Tor (già FI, poi Ncd e Alternativa Popolare) e l’ex sindaco di Ve-

sente ma ha aderito a Iv l’ex viceministro, già segretario di Scelta civica, Enrico Zanetti.

L’OBIETTIVO «Vogliamo che questo non sia il partito degli ex ma delle persone che portano un proprio bagaglio professionale per impegnarsi ancora nella buona politica – ha detto Moretto - e se siamo qui è perché vogliamo scommettere su un futuro per il nostro Veneto. Avrei potuto scegliere di mantenere una strada consolidata ma poco dinamica, invece ne ho preferita una impervia ma che mi darà una grande occasione di crescita». E ha ricordato: «Nelle prime 48 ore ci sono stati oltre 500 tesserati in Veneto a Italia Viva. È un’ottima premessa. Questa è la prima assemblea e vorremmo farne in tutte le province. Si sono avvicinate persone che vengono anche da altri partiti, iscritti o semplici elettori, dal Pd, FI e partiti del centro». L’organizzazione del partito? «Ne abbiamo le tasche piene di riunioni interminabili in cui non si decide nulla, noi avremo meno organismi interni e più decisioni. Italia Viva vuole essere

LA STRATEGIA

PRESENTAZIONE Da sinistra Daniela Sbrollini, Ettore Rosato, Sara Moretto ieri sera a Mestre

MORETTO: «500 ISCRITTI NELLE PRIME 48 ORE È UN’OTTIMA PREMESSA» ERANO ATTESI ESPONENTI AZZURRI MA HANNO DISERTATO

un partito riformista, aperto e femminista». Il riferimento è alla norma dello statuto che prevede la paritaria presenza di uomini e donne in ogni organismo direttivo. In vista delle elezioni regionali, sulle alleanze Moretto ha detto che nulla è stato deciso. «Noi non

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pensiamo che lo schema di governo sia immediatamente riproducibile nei territori, ma siamo disponibili a valutare proposte nuove e un progetto a lungo termine che guardi ai prossimi dieci anni». Daniela Sbrollini ha attaccato il Governo regionale: «Ci hanno preso in giro per anni con il te-

Ettore Rosato ha assicurato che il governo non cadrà: «Durerà fino al 2023». «Vogliamo rappresentare - ha detto - un pezzo di società che non si sente più rappresentata dai partiti attuali e il Veneto è una vera terra di sperimentazione e di opportunità, perché ci sono molte persone non impegnate in politica che vogliono dare il loro contributo». E le Regionali 2020? «Ci saremo, valuteremo con chi. Alle elezioni la prima cosa da fare è dire chi sarà la squadra e quale sarà il candidato. Siamo molto interessati a costruire una squadra che deve essere vincente. La sfida a Zaia deve essere una sfida vera e deve essere rappresentata da un candidato proveniente dalla società civile». Ma ha garantito: «Saremo sempre alternativi alla Lega e a Fdi, su questo non c’è alcun dubbio». Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA


IX

LE CONSEGUENZE

Mestre

Fermo il 62% di autobus e tram e il 57% dei vaporetti a Venezia Poche conseguenze nei settori della sanità e della scuola

Sabato 26 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Sciopero, mezza città a piedi Adesione superiore al 50 per cento nei trasporti `Disagi pure nelle fasce garantite, soppressi anche trenta treni locali e una ventina di voli per l’agitazione proclamata dal sindacato Sgb

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Mammografo e nuova sede per il Centro di medicina SANITÀ

MOBILITÀ MESTRE Alta adesione e forti di-

sagi, ieri in città nell’ambito del trasporto pubblico, per lo sciopero proclamato da Sgb – Sindacato generale di base. I dati diffusi da azienda e rappresentanza dei lavoratori non si distanziano di molto: se Actv parla del 57% nel settore navigazione e del 62% nell’automobilistico, per il segretario Giampietro Antonini «a Venezia è andata bene e a Mestre ancora meglio, dove abbiamo sfiorato il 70%». Di certo c’è che, tolte le fasce protette, dalle 6 alle 9 e dalle 16.30 alle 19.30, la forte riduzione di vaporetti, autobus e tram in servizio ha costretto molti pendolari a farsela a piedi o comunque rivedere gli impegni del giorno.

SERVIZI ESSENZIALI A Venezia, in particolare, oltre alle corse garantite l’azienda ha messo servizi sulla linea 2, 3, 4-4.2 e 4.1-5.2 per il collegamento tra il Lido e l’ospedale. «Nonostante l’ostracismo e qualche bastone tra le ruote, l’astensione ha raggiunto l’obiettivo», ha spiegato soddisfatto Antonini una volta che sono andate consolidandosi le percentuali di adesione. A Mestre più di qualcuno alle fermate chiedeva il motivo di certi ritardi nel passaggio degli autobus e del tram e, scoperto che era in corso lo sciopero, si è visto costretto a trovare soluzioni alternative per giungere a destinazione. In prossimità dell’arrivo della fascia garantita, attesa anche da chi non aveva alternative per spostarsi, tram e autobus si sono mossi vuoti verso i capolinea dove hanno fatto salire i passeggeri, con tanti che aspettavano il primo mezzo utile per poter partire. Actv in ogni caso, come previsto dalla legge, oltre agli avvisi aveva reso noto le motivazioni alla base dell’agitazione: dall’aumento dei salari e delle pensioni, alla riduzione dell’orario di lavoro, dal riconoscimento dei diritti fondamen-

tali della persona alla promozione della pace contro le guerre e le spese militari. Le percentuali registrate ieri sono state migliori di quelle dello sciopero sempre di 24 ore tenutosi esattamente un anno fa sempre da Sgb: il 48,24% nella navigazione e il 57,9% nell’automobilistico.

Trasporti Da lunedì le corse della nuova linea 44 MESTRE Parte lunedì 28 ottobre la sperimentazione della nuova linea 44 dell’Actv. Il servizio permetterà, nei giorni feriali, di connettere con otto corse al giorno per ciascuna direzione zone attualmente non servite. La linea 44 collegherà Ca’ Solaro, Pra’ Secco e Borgoforte con il distretto sanitario di Favaro e con l’interscambio in piazza Pastrello con le linee T1, 19, 9 e in viale don Sturzo con la linea 2. Il percorso avrà il seguente tracciato: Favaro distretto, via Altinia, via Ca’ Solaro, via Pasqualigo (Pra’ Secco), viale Don Sturzo, via De Nicola, via Vallon e Borgoforte.

VOLI CANCELLATI Restando sul fronte dei trasporti, in aeroporto sono stati cancellati 27 voli sui 137 in partenza e 27 voli sui 141 in arrivo, senza che vi siano stati particolari problemi all’interno dello scalo. Qualche disagio si è avuto in stazione con ritardi e cancellazioni sui treni locali (30 su 700), mentre quelli ad alta velocità come le Frecce hanno garantito il servizio regolarmente. Adesioni più basse nelle scuole, anche se nell’arco della mattinata si sono visti studenti impegnati fuori dalle classi e nella sanità con l’Ulss 3 Serenissima che fatto sapere: “Giornata normale negli ospedali dove comunque erano garantiti i contingenti previsti in occasione degli scioperi e dove medici ed infermieri hanno aderito in pochissimi”. Da ricordare che ieri in occasione dello sciopero il Comune ha sospeso le limitazioni invernali al traffico, come previsto dall’ordinanza che un mese fa le aveva introdotte. Il tutto mentre Arpav, secondo quanto stabilità dall’Accordo di bacino padano sottoscritto dalle regioni del nord, ha fatto sapere che fino a dopodomani il livello di allerta per lo smog, calcolato sulla concentrazione di Pm10 (polveri sottili) resterà ancora 0 “verde”. Alvise Sperandio

DISAGI Cittadini in attesa alla fermata di piazzale Cialdini e, sotto, a Rialto; in basso a sinistra il Canal Grande sgombro di vaporetti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ASTENSIONE LEGATA A SALARI, PENSIONI E ALLA RIDUZIONE DEGLI ORARI DI LAVORO LO SCORSO ANNO UNA PROTESTA ANALOGA

M9, una task-force per sistemare il bilancio CONTI IN ROSSO MESTRE I numeri sono numeri, e il malato è grave. I 4 milioni e 200mila euro erogati quest’anno dalla Fondazione di Venezia per tenere in piedi il “Polo M9” (655mila euro al Distretto e 3 milioni e 550mila al Museo) hanno pesato come un enorme macigno nella seduta straordinaria del Consiglio della stessa Fondazione di mercoledì scorso che, a porte chiusissime, doveva condurre alla definizione del documento programmatico per il 2020, seguita da quella ordinaria che si è svolta nella giornata di ieri. E il risultato, da quanto trapela, è che a breve verrà nominata una task-force di esperti per passare ai raggi X conti, costi, progetti ed or-

ganizzazione di tutto l’M9 e - forse - della stessa Fondazione. Con un’ipotesi non confermata (ma che già circola insistentemente) anche di vendere spazi del Distretto che, con gli affitti, non è ancora decollato. I numeri erano stati anticipati un mese fa dal Gazzettino: rispetto alle previsioni di un incasso di 1,8 milioni di euro, i ricavi del Museo M9 arriveranno a fine anno a 679mila euro, e va percentualmente peggio per le mostre temporanee che, sui 900mila euro preventivati, hanno staccato biglietti per appena 229mila euro. A questi dati vanno aggiunti gli incassi mancati per le locazioni del Distretto (gli spazi del Chiostro): 995mila euro contro il milione e 705mila euro atteso un anno fa. E se, nei giorni scorsi, si

è sbloccata la trattativa con “Copernico” che aprirà gli uffici di co-working attesi dall’aprile scorso, il negozio di giocattoli “La Città del Sole” non avrebbe rinnovato il contratto e pure il ristorante non starebbe passando un buon momento. Così il Consiglio ha deciso di procedere con la nomina degli advisor, super-consulenti che sembrano un modo suadente per

IL CONSIGLIO DELLA FONDAZIONE INCARICHERÁ UN POOL DI SUPER-ESPERTI. NON SI ESCLUDE LA VENDITA DI ALCUNI SPAZI

MUSEO E DISTRETTO L’auditorium del Museo del Novecento

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evitare la parola “commissariamento”. In tempi rapidi dovrebbe essere incaricato un gruppo di super-esperti in grado di compiere una due diligence, cioè uno studio approfondito su tutti i dati del gruppo (M9 district, museo, Fondazione fino alle attività per bambini e ragazzi dell’M-children), arrivando così ad elaborare un progetto che garantisca la sostenibilità economica per il futuro. Perché, se è vero che nessuno si attende di rientrare dagli oltre ai 110 milioni già investiti per realizzare il Polo M9, è anche vero che la Fondazione non ha intenzione di continuare a dissanguarsi anno dopo anno. Non sembra dunque essere bastata la riorganizzazione attuata nel marzo scorso con l’entrata di Stefano Sernia e Edmondo Pa-

MESTRE Le donne in attesa di una mammografia non dovranno più aspettare oltre sette giorni. Ad un anno dall’installazione del mammografo digitale 3D con “tomosintesi smartcurve”, il Centro di medicina Mestre si dota di un’altra apparecchiatura della stessa tecnologia. “Intelligente”, in grado di effettuare mammografie a risoluzione elevata e, grazie a un particolare dispositivo, alleviare il dolore dell’esame e renderlo più fruibile dalle donne. «Siamo l’unica struttura ambulatoriale in Veneto che ha due mammografi per la tomosintesi - afferma l’ad Vincenzo Papes - Abbiamo investito 250 mila euro per un’altra apparecchiatura tecnologica». Ma ieri il Centro di medicina si è dotato anche di un secondo macchinario per la risonanza magnetica, e a novembre sarà presentato al Comune il progetto per un’altra struttura che sorgerà vicino all’Auchan. «Si estenderà su 5.500 metri quadrati con 150 posti auto - annuncia Poles - All’interno ci saranno sale operatorie, la radiologia, fisioterapia, una parte poliambulatoriale, e altri servizi che stiamo predisponendo. L’obiettivo è che venga costruito entro tre anni». Il nuovo mammografo, gemello di quello di cui la struttura si era dotata cinque anni fa, si qualifica sia per l’alta risoluzione sia per la velocità. L’evento si inserisce tra le iniziative dell’”Ottobre rosa”, che prevedono anche una campagna di divulgazione delle buone prassi della diagnosi precoce che ha coinvolto numerose squadre di calcio femminile. Una partita di calcio sarà giocata allo stadio di Marcon domenica 3 novembre alle 17 tra Calcio femminile Fc Venezia e l’Accademia Calcio femminile Spal Ferrara. (f.spo.)

squetti: se a Pasquetti era stata delegata la promozione e lo sviluppo del distretto, Sernia era invece stato nominato nuovo amministratore delegato di M9 District, segretario generale di Fondazione Venezia con l’incarico di pianificazione e controllo di gestione con la funzione di coordinamento tra Fondazione, M9 District e museo. Il tutto mentre si apre anche la partita del rinnovo delle cariche della Fondazione, con il presidente Giampietro Brunello in scadenza in aprile. E, per portare a casa almeno dei conti meno in rosso, nel Consiglio non sarebbe stata scartata nemmeno l’ipotesi della vendita di parte degli spazi commerciali del Distretto che, da progetto, dovevano essere solo affittati per garantire una gestione omogenea dell’offerta in M9. Ma, appunto, i numeri sono numeri. Fulvio Fenzo © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

«ALLOGGI ATER, IN MIGLIAIA IN ATTESA» «Insufficienti i correttivi annunciati sugli alloggi Ater, il vero scandalo sono le 15mila famiglie in lista di attesa». Così il consigliere veneto Claudio Sinigaglia

Sabato 26 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Sereni Orizzonti, 20 “case” nell’inchiesta Il magnate delle residenze per anziani, Blasoni, in carcere `L’indagine non si ferma alle 4 sedi già visitate, in Friuli, con l’accusa di frode, si difende: «Innocente, spiego tutto» Sicilia e Piemonte: per la Procura c’era un “sistema” illegale

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L’INCHIESTA UDINE Borsoni pieni di documenti sequestrati, sia a casa di Massimo Blasoni che nelle strutture gestite da Sereni Orizzonti setacciate dalle Fiamme Gialle. E una frase che suona come una promessa: non è finita qui. Le indagini sulla presunta frode aggravata ai danni del sistema sanitario nazionale che ha portato in carcere l’imprenditore udinese e altre tre persone (quattro, invece, gli indagati ai domiciliari) non si fermano. Anzi, si preparano a un nuovo probabile salto di qualità. «Stiamo parlando di una struttura complessa, come complesso sarà il nostro lavoro nelle prossime ore», conferma il colonnello Sergio Schena, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Udine. Giovedì sera gli uomini delle Fiamme Gialle hanno messo a disposizione della Procura udinese documenti relativi ai capi di imputazione, al momento coperti dal segreto istruttorio. L’opera degli inquirenti prosegue allargando il raggio d’azione: non solo le quattro case di riposo “visitate” giovedì (due in provincia di Udine, una in Sicilia e una in Piemonte) ma almeno altri venti siti sono sotto la lente. Con un presupposto: la Procura non crede alla prima tesi difensiva esposta dai legali di Massimo Blasoni. L’accusa punta al “sistema” ed è impegnata a raccogliere altri elementi in grado di provare la presunta frode aggravata.

L’IMPRENDITORE Oggi alle 11 ci sarà l’interrogatorio di garanzia per gli indagati, con in testa Massimo Blasoni, rinchiuso nel carcere di Udine assieme al consigliere di Sereni Orizzonti Marco Baldassi, la responsabile dell’Area 1 Judmilla Jani e il responsabile del personale Federico Carlassara. Il gip Mariarosa Persico ascolterà le prime parole di Blasoni, che già giovedì ha promesso di parlare e di non avvalersi della facoltà

di non rispondere. Vuole chiarire, ma ci sarà un giorno cruciale che non corrisponderà probabilmente al momento dell’interrogatorio di garanzia. «Molto probabilmente - ha spiegato l’avvocato Luca Ponti, che difende Blasoni - chiederemo che sia fissato, all’inizio della prossima settimana, un altro interrogatorio. Si tratterà di un colloquio fiume, durante il quale il mio assistito spiegherà tutto».

LA STRATEGIA Il legale di Massimo Blasoni chiederà che l’imprenditore udinese che ha fondato Sereni Orizzonti sia tradotto agli arresti domiciliari. La richiesta sarà depositata dopo l’interrogatorio di garanzia. La stessa domanda riguarderà gli altri tre dirigenti del gruppo che si trovano in carcere. Poi c’è una frase, pronunciata per la prima volta dallo stesso Blasoni all’orecchio del suo avvocato: «Sono innocen-

vizio». «Gli manca il controllo di ciò che succede», ha rivelato l’avvocato Ponti.

IN CELLA Il racconto della prima notte vissuta in cella a Udine da Massimo Blasoni è sempre affidato al suo legale. L’imprenditore è in una stanza doppia con un detenuto di origini albanesi. Ha riferito di non aver avuto alcun problema e di essere riuscito comunque a riposare. «Sta stu-

diando - ha detto ancora l’avvocato Ponti - e vuole conoscere alla perfezione tutte le accuse che gli sono state mosse. Non lascia nulla al caso, e convinto della sua innocenza si sta preparando lui a guidare, in prima persona, la difesa». È la reazione di chi, da imprenditore, era abituato a non chiedere mai per prendere una decisione. Marco Agrusti © RIPRODUZIONE RISERVATA

I numeri

200 i milioni di fatturato all’anno dell’impero di Massimo Blasoni

87 le case di riposo di “Sereni Orizzonti” in Italia, e altre 3 tra Germania e Spagna

3.000 dipendenti nelle strutture in Italia e 320 in quelle all’estero

5.600 i posti disponibili nelle residenze gestite dal gruppo

5.300 gli ospiti attualmente assistiti nelle strutture di “Sereni Orizzonti”.

147% la crescita del fatturato del gruppo negli ultimi quattro anni

Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Atlantia S.p.A. Sede Legale: ROMA - Via Alberto Bergamini, 50 STAZIONE APPALTANTE: DIREZIONE 9° TRONCO - UDINE

ESITO DI GARA L’intestata Società rende noto l’esito della procedura di gara esperita per l’affidamento del seguente servizio: CODICE APPALTO N. 002/UDINE/2018 (CIG. N°77772494E7) Servizio sicurezza antincendio e gestione emergenze, pronto intervento antincendio e primo soccorso viabile, misure compensative legate alle deviazioni del traffico nelle gallerie attrezzate - Autostrade A23 ed A/27. Tipo di procedura: procedura aperta ai sensi art. 60 D. Lgs. n° 50/2016 e s.m.i.. Criterio aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 95 del D.Lgs. n° 50/2016 e s.m.i.. Data di conclusione del contratto: 27/09/2019. Numero di offerte ricevute: n° 1. Aggiudicatario: GRUPPO SERVIZI ASSOCIATI S.p.A. con sede in Roma Via di Cervara n. 143/B - C - Nuts ITI43 - Telefono 06.48907063 - Fax 06.48912494 - Sito Internet www.grupposerviziassociati.it. L’avviso di appalto aggiudicato in edizione integrale è stato inviato per la pubblicazione alla G.U.U.E in data 21.10.2019 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana V Serie Speciale “Contratti Pubblici” n°126 del 25/10/2019. Internet: www.autostrade.it/Appalti e Fornitori/Appalti di Servizi e Forniture/Bandi e Avvisi Pubblici. https://autostrade.bravosolution.com. www.serviziocontrattipubblici.it. AUTOSTRADE // PER L’ITALIA S.p.A. DIREZIONE 9° TRONCO-UDINE Ing. Michele Renzi Internet: www.autostrade.it/Appalti e Fornitori/Appalti di Servizi e Forniture/Bandi e Avvisi Pubblici • https://autostrade.bravosolution.com. www.serviziocontrattipubblici.it

Milano

Tel. 02757091

Napoli

Tel. 0812473111 Fax 0812473220

Fax 027570242

Roma

Tel. 06377081

Fax 0637724830

tari. Problema analogo a quello degli infermieri per gli ospedali. La nostra amministrazione si è data molto da fare per organizzare corsi regionali ad hoc».

Nelle tre strutture del Veneziano: «Qui il lavoro continua» LE REAZIONI

Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze

te». Il magnate delle case di riposo è convinto di chiarire punto per punto tutti i reati contestati (si parla di fatture false utilizzate per far figurare servizi mai resi agli ospiti delle case di riposo, ma anche di artifizi per aumentare le ore di assistenza per garantirsi i finanziamenti pubblici) e di poter tornare presto ad occuparsi dell’azienda. Blasoni in carcere si è detto «preoccupato per la sorte dei propri dipendenti e per la continuità del ser-

VENEZIA In provincia di Venezia sono tre le Residenze sanitarie per anziani, ovvero centri servizi per anziani, come si chiamano adesso, autorizzate dalle Regione e gestite da Sereni Orizzonti: a Torre di Mosto, Marcon e Cinto Caomaggiore. La prima Rsa ad essere stata aperta, di 90 posti letto, è stata quella di Torre di Mosto, che opera già in regime di accreditamento, quindi può ospitare persone non autosufficienti in convenzione potendo così l’ospite non autosuffi-

IL SINDACO DI TORRE DI MOSTO, GERETTO: «MI HANNO CHIAMATO, L’AZIENDA HA BASI SOLIDE, TUTTO VA AVANTI REGOLARMENTE»

TRANQUILLI

ciente fruire del sostegno economico regionale rappresentato dalla cosiddetta quota sanitaria di circa 54 euro; lo scorso aprile è stata inaugurata a Marcon una nuova struttura di 120 posti letto, che opera ancora in regime privatistico, all’ospite manca cioè il sostegno della quota sanitaria a carico della Regione: lo stesso dicasi della struttura di Cinto Caomaggiore, di 90 posti letto, inaugurata a maggio.

LA TELEFONATA A Torre di Mosto tutti i posti letto sono occupati, a Cinto Caomaggiore gli ospiti sono ancora pochi, mentre a Marcon i posti letto occupati sono certamente di più che a Cinto, comunque ancora dell’ordine di qualche decina. In tutte le residenze sembra non ci siano stati contraccolpi. «Questa mattina – dice Giannino Geretto, sindaco di Torre di Mosto - ho ricevuto la telefonata del vice responsabile dell’Area Veneta di Sereni Orizzonti, per

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CONVENZIONATA La casa di riposo “Sereni Orizzonti” di Torre di Mosto, 90 posti letto. Nella foto sopra: Massimo Blasoni

tranquillizzarmi sul futuro della casa di riposo, assicurandomi che l’azienda ha basi solide e che la gestione della struttura sarebbe andata avanti regolarmente. Nel recente passato era stato sollevato il problema della difficoltà di trovare personale qualificato come gli operatori socio sani-

Rassicurazioni arrivano anche dalla direttrice della struttura sanitaria torresana. «Nel centro servizi di Torre di Mosto – assicura la direttrice – lavoriamo a pieno regime, i posti letto sono tutti occupati ed anche il personale è ad organico completo. Noi operiamo in forma convenzionata con la Regione Veneto e proprio la settimana scorsa c’è stata la visita dell’Asl per ottenere l’accreditamento speciale di 23 posti letto per malati di Alzheimer». Nessun problema anche per le due strutture veneziane autorizzate, ma non ancora accreditate di Cinto Caomaaggiore e Marcon. «Qui a Cinto Caoamaggiore - dice il direttore Paolo Rovati che proviene dall’esperienza di avvio della Rsa di Torre di Mosto – siamo ancora in fase di start up, gli ospiti sono ancora pochi e problemi proprio non ce ne sono. Anche a Marcon dove gli ospiti sono in numero maggiore, anche se la gestione è anche lì ancora in fase privatistica, non mi risulta ci siano problemi gestionali e di personale». Maurizio Marcon © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 26 OTTOBRE 2019 IL MATTINO

I nodi della sanità

Usl Euganea in asfissia «Tagliati 400 posti letto e i fondi per i medici» L’allarme della Cgil: «Spostate risorse su Azienda Zero senza alcun beneficio E contro la carenza di camici bianchi si sono visti solo goffi tentativi di rimediare» Elena Livieri PADOVA. «La sanità pubblica viene destrutturata per asfissia: carenze di organico, tagli ai fondi per il personale, meno posti letto e meno servizi per i cittadini. Uno sgretolamento lento ma inesorabile che avvantaggia solo il privato»: è la sintesi targata Fp Cgil sullo stato della sanità regionale che parte dall’analisi della situazione, tutt’altro che rosea, fotografata nell’Usl 6 Euganea. Un bilancio pieno di ombre che è stato presentato da Alessandra Stivali, responsabile Fp Cgil Pado-

«Stiamo assistendo a una destrutturazione lenta e inesorabile della sanità pubblica» va, Giovanni Migliorini e Giovanni Campolieti, dirigenti medici e rappresentanti Cgil dell’azienda sanitaria padovana. MENO FONDI

L’analisi parte dai numeri. Innanzitutto dalle cifre relative ai fondi accessori per il personale. Partendo da un plafond già tra i più bassi di tutte le Usl venete, l’Euganea ha subito un ulteriore taglio nel 2016 (oltre 550mila euro), quando è nata l’Azienda Zero, la macchina amministrativa per tutta la sanità veneta. «Avrebbe dovuto sgravare le Usl da tutte le incombenze amministrative» rileva Campolieti, «permettendo così di

I TAGLI NELL'USL 6 EUGANEA Fondi incarichi/posizione Comparto

storico

per Azienda Zero (2016)

Fondo attuale

35.839.000 €

344.054 €

35.494.946 €

820.000

98.400

721.600

Dirigenza medica

25.906.000

90.671

25.815.329

Dirigenza sanitaria

1.524.000

17.526

1.506.474

Dirigenza Pta

Posti letto

2013 2019

Apicalità

2013

2019

Usl 6

1.747 1.306

Usl 6

80

68

Ospedale Cittadella

345

337

Ospedale Cittadella

16

16

Ospedale Camposampiero

345

327

Ospedale Camposampiero

19

19

Ospedale Este-Monselice

434

368

Ospedale Este-Monselice

19

19

Ospedale Piove di Sacco

186

214

Ospedale Piove di Sacco

13

13

Fonte: Fp Cgil Padova spostare la spesa dalla burocrazia alle cure e agli investimenti in professionalità. Ma di tutto questo non abbiamo visto nulla». La nascita dell’Azienda Zero e l’unificazione delle Usl, intanto, hanno alleggerito la busta paga del personale: «Come Cgil non abbiamo firmato il regolamento sui fondi» conferma il medico sindacalista, «dato che dopo una lunga e complessa trattativa, l’amministrazione non ha integrato le risorse per evitare il gap salariale dovuto dalla fusione delle tre Usl. Ci sono colleghi che perdono fino a 3 mila euro l’anno. Si paga il prezzo di scelte calate dall’alto e non è giusto che siano i lavoratori a

sensibile a Schiavonia, dove si passa dai 434 posti che erano garantiti dagli ospedali di Este e Monselice ai 368 della nuova struttura. Tutto si riflette in meno servizi». MEDICI E SERVIZI

Alessandra Stivali, Giovanni Migliorini e Giovanni Campolieti

patirne le conseguenze». POSTI LETTO E APICALITÀ

«Le ultime schede di dotazione ospedaliera della Regione impoveriscono l’Euganea»

contesta Stivali, «a partire dalla cessione del Sant’Antonio all’Azienda universitaria. L’Usl avrà meno posti letto, passando da 1.747 a 1.306 (400 in meno), con un taglio

«La carenza di medici è pesante e abbiamo visto solo goffi tentativi di rimediare» la critica di Migliorini, «a partire dai medici senza specializzazione delle coop reclutati nei Pronto soccorso, poi sostituiti con altri neolaureati a gettone e ora il corso accelerato deliberato dalla Regione. Per garantire il personale nelle Pediatrie sono stati fatti contratti libero professionali, sono venuti colleghi da altri ospe-

l’iniziativa

Favole e disegni dei carabinieri per la Città della Speranza Il generale in pensione Adinolfi è l’autore di filastrocche e favole illustrate dall’appuntato Mariella Il ricavato sarà devoluto alla ricerca contro i tumori pediatrici PADOVA. Dopo la fortunata esperienza del volumetto di racconti “Never lose hope”, che nel 2018 ha fatto il giro d’Italia, Carmine Adinolfi, generale dei carabinieri in pensione, lancia una nuova iniziativa

per sostenere Fondazione Città della Speranza: “Il Calendario dei Bambini 2020 – 12 racconti per 366 giorni di felicità”. L’iniziativa è stata presentata ieri da Peruzzo Industrie Grafiche di Mestrino, l’azienda che, grazie al contributo della Fondazione Alberto Peruzzo, di Soc. Agricola San Giovanni srl, Impresa 2000 srl e Viaggiare – Frattin Auto, ha contribuito alla stampa di 20 mila copie del Calendario. Do-

po i saluti di Peruzzo, sono intervenuti Stefania Fochesato, referente fundraising di Città della Speranza, la ricercatrice Lara Mussolin dell’Istituto di Ricerca pediatrica, e lo stesso Adinolfi. Il Calendario consta di 12 filastrocche e favole brevi, scritte dallo stesso Adinolfi e illustrate da Antonio Mariella, appuntato scelto dei carabinieri della Puglia. Il Comando generale dell’Arma ha concesso il patrocinio morale. «Le pri-

Il calendario con le favole scritte e illustrate dai carabinieri

dali, una rincorsa continua, ma così vengono destrutturate le équipe. Bisogna poi spostare l’attenzione dai medici che non ci sono a quelli che invece ci sono e a cui toccano carichi di lavoro sempre più pesanti, in un clima di stress che oltre a compromettere la qualità di vita rischia di ripercuotersi anche sulla qualità del servizio. Non basta guardare i medici in pianta organica, se poi, nei fatti, ci sono maternità, malattie lunghe e pensionamenti in corso che non vengono sostituiti». «Meno soldi e più lavoro per chi resta» conclude Stivali, «e anche per i medici l’opzione “privato” è sempre più allettante». —

me copie saranno distribuite ai pazienti dell’Oncoematologia pediatrica di Padova, a cui vogliamo portare un sorriso e, soprattutto, la speranza nella ricerca. I fondi raccolti, infatti, saranno destinati interamente ai progetti di ricerca di Città della Speranza» ha dichiarato Adinolfi. «Con questo Calendario, che è un ottimo regalo da fare in vista del Natale, entreremo nelle case di 20 mila famiglie in tutta Italia e questo ci permetterà di far conoscere una realtà che lavora per tutti i bambini» ha osservato Fochesato, «Città della Speranza sostiene la diagnostica avanzata di leucemie, linfomi e sarcomi per tutti i piccoli pazienti in Italia, garantendo una diagnosi certa entro 30 ore e i migliori protocolli di cura». —


REGIONE

SABATO 26 OTTOBRE 2019 MESSAGGERO VENETO

la denuncia

«Imprese non friulane pagate tre volte di più» Il Patto per l’autonomia: è l’effetto degli appalti centralizzati Legacoop: 500 lavoratori svantaggiati rischiano il posto

Giacomina Pellizzari UDINE. «Nel triennio precedente lo sfalcio dei cigli stradali costava quasi 30 mila euro ora l’ammontare raggiunge 114 mila euro». Questo è solo uno degli esempi citati, ieri, nella sede udinese del consiglio regionale, dal sindaco di Premariacco, Roberto Trentin, presente assieme a molti altri colleghi alla conferenza stampa, organizzata dal Patto per l’autonomia per denunciare le ricadute negative provocate dalla Centrale unica di committenza a cui i Comuni devono rivolgersi per l’acquisto di beni e servizi. «Quanto da noi profetizzato nei mesi scorsi si sta manifestano in tutta la sua gravità – ha esordito il capogruppo del Patto, Massimo Moretuzzo –. I Comuni sono obbligati ad affidare le manutenzioni degli edifici pubblici alle aziende vincitrici del bando,

non possono più avvalersi delle imprese locali alle quali facevano ricorso proprio perché erano in grado di rispondere con prontezza alle necessità dell’ente». A suo avviso, infatti, «la centralizzazione del servizio finirà per rappresentare un potente fattore di decrescita per le piccole e medie imprese e il mondo del lavoro che ruota attorno agli appalti pubblici». Inutile dire che sindaci e associazioni di categoria sono in rivolta. Il nuovo sistema non prevede norme di salvaguardia per le assegnazioni dei lavori di importi non elevati. Moretuzzo e il collega Giampaolo Bidoli l’hanno evidenziato chiedendo alla Giunta Fedriga di cambiare rotta. La richiesta è motivata dalle possibili ricadute preannunciate da Gian Luigi Bettoli, il presidente della cooperazione sociale d Legacoop Fvg: «500 lavoratori svantaggiati rischiano di rimanere a casa. È ora di mettere da parte l’orgoglio, ricono-

il congresso

Nuovi farmaci e tecnologie per il diabete È una nuova sfida, per i pazienti ma anche per i medici e il Servizio sanitario. Si chiama diabete. Sono 83 mila i diabetici in Fvg e il loro numero aumenta ogni anno. La ricerca scientifica ha messo nelle mani dei medici strumenti terapeutici e tecnologici molto efficaci e in grado di impattare positivamente su qualità della vita, mortalità e ospedalizzazione delle persone con diabete. Ma tutto ciò si scontra con i limiti organizzativi del sistema sanitario, Di tutto questo di discuterà oggi nel corso del congresso annuale delle Società scientifiche di diabetologia regionali Sid e Amd all’hotel Là di Moret di Udine.

scere i propri errori e individuare i giusti correttivi per le prossime gare, ponendo attenzione alle istanze del territorio, del tessuto economico, alle ricadute sulle comunità». Dello stesso avviso i rappresentanti di Confapi Fvg, Denis Petrigh e Claudio Scialino, stupiti dal fatto che l’assessore Pierpaolo Roberti, «difenda i bandi indifendibili che ha ereditato da Panontin». I Comuni si trovano a gestire imprese provenienti da fuori regione alle quali, spesso, viene impedito di subappaltare, e costi più che raddoppiati. Non a caso, nei prossimi giorni, il Patto per l’autonomia presenterà due interrogazioni per sapere se «nei bandi in uscita le criticità presenti in quelli precedenti verranno affrontate e con quali modalità». Non solo, Moretuzzo e Bidoli chiedono allo stesso assessore Roberti di dare «risposte ai sindaci costretti a scegliere tra affidamenti di servizi attraverso la Cuc, che costano anche 4/5 volte di più dei precedenti, e gli affidamenti diretti». E se i sindaci saranno costretti a ricorrere alla Cuc, il Patto chiederà alla Regione di coprire la differenza di costo anche per evitare il collasso dei bilanci comunali. Ieri i sindaci o i loro rappresentanti di Campoformido, Lestizza, Meduno, Premariacco, Tramonti di Sotto, Vito d’Asio, Fagagna, Martignacco sono stati chiarissimi: temono di dover rispondere alla Corte dei conti. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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minoranze linguistiche

Iacop: «Dalla Giunta brutale attacco alla marilenghe» UDINE. «Con il disegno di leg-

ge sulle minoranze linguistiche, la Giunta Fedriga sferra un brutale attacco all’identità friulana, umilia le associazioni che da anni lavorano per promuovere la lingua e la cultura friulana e declassa un patrimonio di esperienze e competenze previsto in legge e finora tutelato». A dirlo è il consigliere regionale del Pd Franco Iacop, relatore di minoranza del disegno di legge numero 68 “Disposizioni per la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche slovena, friulana e tedesca del Friuli Venezia Giulia”, che sarà esaminato dall’Aula nella seduta del prossimo 30 ottobre. «Il ddl introduce una serie di criticità per il friulano, a partire dall’istituzione dell’albo regionale sulla matrice di quella che già esiste per le associazioni della comunità linguistica slovena e viene cancellato l’elenco nominale delle realtà associative riconosciute dalla legge in vigore attualmente – fa sapere Iacop –. Così umiliano realtà che hanno un’esperienza pluridecen-

nale nella tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana». Secondo Iacop, si tratta di una «autentica declassazione che ci mette di fronte a una situazione di grave incertezza che non garantisce il normale proseguimento dell’autorevole attività finora garantita da queste realtà associative di lingua friulana. Inoltre – aggiunge l’esponente di centrosinistra – viene assegnata all’Agenzia regionale per la lingua friulana – Arlef un’importante attività didattica che al momento difficilmente potrà garantire di svolgere con le risorse di cui dispone». Conclude l’esponente dem: «Ci troviamo di fronte a una grave lesione di una delle dimensioni principali che costituiscono l’identità friulana. Pertanto il gruppo del Pd chiede lo stralcio di tutto il Capo del ddl riguardate il friulano e di riportare a una discussione vera e più ampia, ma soprattutto condivisa con tutti gli attori che operano nella comunità linguistica friulana, cosa che finora è gravemente mancata». —


II

EVENTI

SABATO 26 OTTOBRE 2019 LA TRIBUNA

L’INAUGURAZIONE DELLA STAGIONE L’INTERVENTO oltre la scena l’obiettivo

Un Del Monaco sempre aperto che appartenga al popolo

Anteprime e “Aperitivi Off” l’artista incontra il pubblico Al Del Monaco torna anche quest’anno “Oltre la scena”, un progetto realizzato dal Comune di Treviso e dal Teatro Stabile del Veneto che mette al centro il pubblico. Incontri con artisti, visite guidate, aperitivi, conferenze, anteprime intorno agli spettacoli

GIAMPIEROBELTOTTO*

n teatro sempre aperto e che appartenga al popolo. Il Del Monaco rappresenta una grande occasione che Treviso e il Veneto non potevano permettersi di perdere, ecco perché con l’Amministrazione Comunale tanto abbiamo combattuto affinché questo gioiello non chiudesse i battenti e potesse entrare a far parte della famiglia dello Stabile del Veneto. Per questo ci aveva convinto lo slogan che portava tutti a guardare in alto, verso una stagione all’altezza della grande tradizione. Un teatro aperto, dicevo, alla città e al popolo, che sia una piazza d’incontro, in cui scambiare opinioni, informarsi, leggere, ascoltare e soprattutto divertirsi. Aperto a differenti proposte artistiche, a tutte le eccellenze del nostro territorio e ai migliori nomi della scena nazionale e internazionale. Aperto allo scambio e alla collaborazione con le altre grandi piazze culturali del Nord Est e le rispettive istituzioni. Occupandoci di questo teatro, poniamo a disposizione della comunità trevigiana una competenza consolidata ed una struttura adeguata per la prestigiosa sede che le appartiene. D’altra parte è nostra responsabilità rendere il teatro una piattaforma capace di produrre cultura e di alimentare il dibattito intellettuale. Perché è dimostrato quanto la cultura sia fondamentale in una regione che con le sue città rende l’Italia approdo internazionale. E questo non è possibile farlo da soli. Il popolo di teatranti del Del Monaco e di tutto lo Stabile del Veneto ce la sta mettendo tutta, e oggi tutti insieme siamo orgogliosi di presentarvi una stagione che crediamo sia all’altezza di questo teatro e di questa città, con un cartellone in grado di parlare a tutti i cittadini. Benvenuti quindi nel vostro teatro che siamo felici di gestire a nome e per conto dei nostri soci e di quanti, attori, musicisti, artisti, registi, tecnici e impiegati ci passano una vita intera di lavoro e di passione. —

U

*Presidente del Teatro Stabile del Veneto

d’opera, di prosa, di danza e ai concerti in programma per la Stagione. Ogni spettacolo d’opera sarà preceduto da un’anteprima per le scuole, la Guida all'ascolto, si terrà negli spazi Bomben prima dello spettacolo. Per tutto il pubblico si terranno conferenze sull’opera nella sala del Ridotto (ingresso libero). “Aperitivi Off” prevede incontri con i protagonisti. “Dialoghi in scena” è la rassegna di incontri con tutti i protagonisti della stagione di prosa: il primo incontro con Marco Paolini è per il 23 novembre.

famiglie a teatro

Babbo Natale e le fate Lo spettacolo è per tutti

“Famiglie a teatro” è la rassegna pensata per i bambini e non solo. Ad aprire la rassegna è “Buon Natale, Babbo Natale” (foto, 22 dicembre), un musical per tutta la famiglia pieno di colpi di scena per immergersi nella magia delle feste insieme ai propri bambini. Si continua poi con “La fata arrabbiata” (12 gennaio 2020), una nuova produzione degli Alcuni, e lo spettacolo “Il Bagnetto” (16 febbraio) di la Baracca-Testoni Ragazzi per i piccolissimi dai 3 agli 8 anni.

l’intervista

L’anteprima della rappresentazione della “Madama Butterfly” di Puccini ieri pomeriggio al Teatro Del Monaco con gli studenti delle scuole superiori

Conte: «Recuperata la tradizione Abbiamo già il record di abbonati» Il sindaco: «Critiche? Mi fermano e mi ringraziano per aver salvato il teatro I tempi stretti hanno condizionato la musica, ma stiamo già lavorando per il 2021» INTERVISTA

Sindaco Conte, al teatro di Treviso comincia una stagione che segna una rivoluzione rispetto al passato. «Al di là della programmazione, penso che sia innanzitutto importante il segno culturale di questa operazione, per Treviso e per il Veneto. Mi dicono che andrà rapidamente a una serie di esauriti, con l’aumento dell’offerta possiamo stimare 50 mila spettatori l’anno, con un indotto. Erano 20 mila, nelle ultime stagioni. E non dimentico nemmeno i posti di lavoro salvati». Si comincia con la rappresentazione della “Butterfly”. «Una scelta precisa. È sta-

to interamente recuperato lo status di teatro di tradizione e d’altro canto la tradizione plurisecolare della lirica, con un iter cui si è lavorato con particolare impegno, per non far morire un patrimonio della città». Poi la prosa, che cambia pelle. «C’è un rilevantissimo incremento della proposte e uno spettro maggiore nell’offerta, che il pubblico mostra di gradire, se è vero che anche gli abbonamenti vanno verso il record. Mi ha fatto piacere che una maschera, incontrata per strada, mi abbia ringraziato per aver salvato il teatro». Pare che la vecchia guardia degli abbonati non abbia gradito tutte le scelte, e parli di un cartellone più “leggero”.

Il sindaco Conte con la mascotte

«A me risulta ci sia un apprezzamento generale, ma soprattutto ritengo che la maggiore offerta abbia coperto diverse fasce di pubblico allargando l’interesse». Anche sulla concertistica c’è qualche malumore. «Posso ammettere che i tempi ristretti ci abbiano un

po’ condizionato, ma credo che la gente comprenda gli sforzi per assicurare comunque una proposta molto valida. Certo tutto è migliorabile, ma ricordo il recupero della Filarmonia Veneta e gli altri innesti del territorio». C’è un piano imprenditoriale legato alla circuitazione con Padova e Venezia. «La sfida è quella dell’autosufficienza economica una logica di impresa culturale». E poi c’è, di fatto, l’avvio di una Pa-Tre-Ve culturale, che curiosamente nasce con tre amministrazioni di colore politico diverso. E di questo sono molto orgoglioso, credo che nella cultura non ci siano colori,

il teatro è un bene delle città e di tutti i cittadini. Sono molto contento perché le sinergie che si possono creare aprono davvero nuove affascinanti prospettive. E sono già in corso contatti per allargare la rete, in futuro, con Vicenza, Bassano, Ferrara, Vienna, ci sono stati pour parler anche con Rovigo». Ma come nasce l’idea dello Stabile? È sua, o è del governatore Zaia? «Un’idea comune. Facilitata anche da una congiuntura favorevole, perché Fondazione voleva ridurre il suo impegno finanziario assicurato per tantissimi anni, lo Stabile voleva allargarsi, e Treviso rappresentava un valore aggiunto su scala regionale; d’altro canto Treviso aveva bisogno di una gestione collaudata, e lo Stabile rappresentava un’opportunità straordinaria». Le nomine del consigliere di amministrazione e del consulente del direttore artistico? «Le faremo a breve, saranno due nomi indiscutibili per curriculum che piaceranno a tutti. E posso aggiungere che si sta già lavorando per la stagione 2020/2021». — Andrea Passerini BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI +


Sabato 26 Ottobre 2019

La Voce

.ROVIGO

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LA CELEBRAZIONE Oggi giornata di benemerenze e riconoscimenti per le sezioni di Rovigo

Avis e Aido, una festa per il dono Nel 2018, 2.957 donazioni di sangue e 1.717 soci. Alle 17.30 appuntamento in auditorium dell’ospedale ROVIGO - Oggi Festa dei donatori con la consegna delle benemerenze. Avis e Aido comunali di Rovigo celebrano la Festa dei donatori. L’appuntamento, dalle 17.30 nell’auditorium dell’ospedale di Rovigo. Si celebrano i 66 anni dalla fondazione a Rovigo dell’associazione dei volontari del sangue e i 41 dell’associazione dei donatori di organi, si premia la generosità dei donatori rodigini, che conta quest’anno 211 benemerenze. Tra diplomi e distintivi, assegnati a partire dalle 8 donazioni o tre anni di iscrizione all’Avis con almeno 6 donazioni, sono quest’anno 12 i soci donatori dell’Avis di Rovigo che saranno premiati con il distintivo in oro con diamante per aver raggiunto nel 2018 le 120 donazioni o perché hanno concluso l’attività di donazione per raggiunti limiti d’età. E sono due i donatori con 100 donazioni o 40 anni di iscrizione all’Avis con almeno 80 donazioni. “La Festa dei donatori ricordano le presidenti dell’Avis comunale di Rovigo Barbara Cavallaro e dell’Aido comunale Paola Pisani - è un appuntamento che invita a condividere l’impegno

ACQUEVENETE Cantieri

Vie Rossini e Cimarosa possibile calo di pressione

Oggi la festa dei donatori Avis e Aido

n Le presidenti Cavallaro e Pisani “evento da condividere tutti assieme” dei volontari e che sensibilizza la comunità cittadina alla cultura del dono: è un valore fondamentale che chiede di essere condiviso soprattutto da parte dei giovani, non solo per assicurare il ricambio generazionale, ma anche per realizzare

le molte attività che impegnano i volontari di Avis e Aido nel dedicare il proprio tempo a creare, in progetti ed eventi dedicati alla ricerca di nuovi donatori. Uno scambio sociale che diventa la base di una comunità che mostra il valore di donare

PROVINCIA

RIFIUTI

Chiusa la settimana della Protezione civile

Il paradosso di un ricorso allo specchio

pria attrezzatura e un mezzo, utilizzati di solito per i rilevamenti e i campionamenti. Un gazebo è stato messo a disposizione per le Forze dell’ordine dalla Provincia di Rovigo. La presenza ai gazebo è stata garantita mattina e pomeriggio da sabato a martedì compresi, con una squadra di volontari del nucleo. Le altre piazze interessate dall’evento nazionale, grazie alle organizzazioni di volontariato di Protezione civile sono state Adria, Occhiobello, Taglio di Po, Porto Tolle, Gavello nelle scuole primarie e secondarie, Ceregnano nel mercato e nelle scuole primarie e secondarie, Castelmassa, Fratta Polesine e Treecenta.

ROVIGO - Più che un ricorso è un paradosso. Perché, tanto o poco che verrà a costare, sarà pagato dal soggetto che raggruppa i sindaci polesani, contro una decisione adottata dai sindaci polesani. Uno scontro legale allo specchio, quindi, tanto per non lasciare il settore polesano dei rifiuti senza contorsioni logiche. Il ricorso è quello presentato dal commissario liquidatore del Consorzio Rsu (formato dai Comuni polesani) contro la nomina dell’attuale cda di Ecoambiente. Una nomina decisa la scorsa estate proprio dai soci di Ecoambiente, ossia i sindaci polesani. Ecco allora che si forma il cortocircuito logico della rappresentanza. Con i sindaci, che detto in soldoni, pagheranno un ricorso contro una decisione assunta da loro stessi. E che proveranno a far ritirare il ricorso stesso. Tugnolo, che ha impugnato l’atto di nomina del cda davanti al Tribunale delle imprese di Venezia, contesta tempistica e procedure dell’atto tecnico. Ieri intanto l’assemblea dei sindaci soci di Ecoambiente ha approvato il progetto di fusione fra Ecoambiente Consorzio Rsu. Ora manca solo il passaggio con la firma dal notaio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gazebo della Protezione civile Si è conclusa, prolungata al Marti franco la settimana della Protezione civile, promossa dal dipartimento nazionale per la prevenzione dai rischi, che ha visto impegnato il nucleo provinciale Protezione civile “Polesine”. Due gazebo e un’unità operativa mobile hanno fatto da supporto per mostrare materiale espositivo e divulgativo sull’attività normalmente svolta dalla Protezione civile provinciale. Il materiale distribuito è stato messo a disposizione anche da altre organizzazioni che si sono impegnate i giorni scorsi sul territorio polesano con le stesse finalità. Presente anche l’Arpav di Rovigo che ha esposto, insieme a materiale divulgativo, pro-

se stessi, in modo gratuito e anonimo”. Sono 1.717 i soci dell’Avis comunale di Rovigo, e nel 2018 la loro generosità ha permesso complessivamente 2.957 donazioni (sangue intero, plasma, multicomponent e piastrine). I dati 2018 confermano che i donatori di Rovigo hanno un indice di donazione, cioè il rapporto tra il numero di donazioni e il numero di donatori attivi, tra i più alti in Polesine e in Veneto. Oggi è anche e soprattutto la loro festa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ROVIGO - Acquevenete informa che per un intervento di manutenzione programmata della rete idrica, l’erogazione di acqua potrà essere sospesa o ridotta lunedì prossimo dalle 8.30 alle 12 circa a Rovigo in via Rossini e via Cimarosa. la società che gestisce la rete idrica in Polesine fa anche sapere che in caso di maltempo l’intervento potrà essere rinviato alla prima giornata utile successiva. Alla ripresa dell’erogazione, Acquevenete consiglia di lasciar scorrere l’acqua per qualche minuto prima di utilizzarla. Le informazioni sui lavori in corso da parte di Acquevenete e le eventuali sospensioni dell’erogazione sono sempre segnalate su www.acquevenete.it. Inoltre, gli utenti che hanno scaricato l’App acquevenete sul proprio smartphone riceveranno una notifica in tempo reale per le sospensioni dell’erogazione nel loro Comune. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sabato 26 ....Ottobre 2019

La Voce

VENETO

Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: cronaca.ro@lavoce-nuova.it

VERONA Domani al centro congressi la finalissima di Italian cheese award

Premio al miglior formaggio italiano

Il premio Domani pomeriggio l’assegnazione

VERONA - Domani sarà il Centro Congressi Veronafiere ad ospitare la quinta edizione del premio organizzato da Guru Comunicazione dedicato ai migliori formaggi nazionali prodotti con 100% di latte italiano, Italian cheese awards. La giuria della finale sarà convocata poche ore prima della premiazione per degustare i formaggi “nominati”, 3 per le 10 categorie (più 3 formaggi che hanno ottenuto un punteggio ex aequo). La redazione di Guru Comunicazione assegnerà 6 premi speciali. Dopo la premiazione seguirà

la degustazione di tutti i 33 prodotti formaggi finalisti abbinati a 33 vini Top italiani. I vincitori delle statuette dorate, i primi di ciascuna categoria, saranno proclamati a Verona domani pomeriggio dalle ore 17, nell’Auditorium Verdi del Centro Congressi Veronafiere, nel corso della cerimonia-evento che verrà trasmessa in diretta streaming. La partecipazione alla serata è gratuita su prenotazione. “Abbiamo scelto il Centro Congressi di Veronafiere - spiega Luca Olivan, re-

sponsabile della direzione artistica e la gestione eventi di Guru Comunicazione - perché Verona è un grande crocevia commerciale e turistico. Il formaggio italiano di qualità merita un palcoscenico internazionale che promuova i brand dei caseifici e le peculiarità della produzione. Siamo in casa del Vinitaly, la fiera italiana di riferimento per il vino: un mondo al quale il settore caseario dovrebbe ispirarsi per le strategie di comunicazione e marketing”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARTE Zaia chiama a rapporto tutti gli attori del territorio per impostare una strategia comune

Le bellezze venete fanno rete La Regione intende valorizzare adeguatamente e allo stesso modo tutti e 8 i siti Unesco VENEZIA - Dopo la vittoria delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, la Regione rilancia la sua attività sul fronte della valorizzazione degli attuali otto siti Unesco del Veneto e attiva un coordinamento tra tutti gli attori del settore per sostenere, valorizzare e promuovere con ancor più intensità questi inestimabili patrimoni. È accaduto ieri a Venezia dove, a confrontarsi sulle future azioni collegate, su iniziativa della Regione sono stati convocati tutti gli attori del sistema, tra cui i responsabili degli otto siti (Orto Botanico di Padova, Città di Verona, Venezia e la sua laguna, Colline del Prosecco, siti palafitticoli dell’Arco Alpino, Dolomiti, Opere di Difesa Veneziane, Città di Vicenza e Ville Palladiane); i Sovrintendenti dei Beni Culturali del Veneto; Docenti dello Iuav di Venezia (con cui la Regione ha un Accordo formale per il Supporto al Coordinamento dei Siti Unesco); il Ciset dell’Università Cà Foscari, Dirigenti regionali delle varie Direzioni coinvolte. “Come uso dire, correndo da soli forse si va più forte, ma in squadra si fa più strada e questa è una signora squadra - ha detto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia - con un compito strategico per tutto il Veneto: valorizzare queste perle del terri-

In breve Scossa di magnituto 3.3

Chioggia trema n VENEZIA - Ieri uno sciame sismico ha interessato l'Italia con scosse di terremoto minime che hanno colpito anche nel mare Adriatico davanti a Chioggia (Venezia). Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia la scossa registrata è stata di magnitudo 3,3 ed è stata rilevata a 8 chilometri di profondità. Non sono stati registrati danni a persone e cose. Altre scosse sono state registrate ieri in Calabria e Molise, ma di maggiore intensità.

Operazioni inesistenti

Ditta nei guai

I gioielli di Vicenza e Padova Tra i siti Unesco anche le ville di Andrea Palladio torio in tutti i modi possibili, creare sinergie tra i diversi siti e un unicum da spendere in tutto il mondo, aiutare le singole gestioni a crescere e a ricercare nuovi orizzonti, collaborare sul fronte della sburocratizzazione senza mai tralasciare gli obbiettivi di tutela". "Ognuno di questi Siti - ha aggiunto il Governatore - ha molte valenze: paesaggistica, culturale, artistica, storica, naturalistica,

ambientale. Ma c'è un unico comun denominatore: la possibilità di essere un prestigioso biglietto da visita del Veneto nel mondo, aggiungendo occasioni di sviluppo economico e dell’offerta al turismo “slow” sempre in crescita. Le regole Unesco sono e saranno la nostra stella polare, ma sarebbe un grave errore pensare a questi siti come a statici musei”. Tra gli argomenti affrontati ieri, spicca

l’organizzazione strutturale di un vero “sistema” per rispondere anche alle richieste di un turismo che cerca servizi, mobilità fruibile e qualità dell’accoglienza. Primo passo: dare vita a una Rete tra i Siti Unesco del Veneto. Ci si propone anche di sostenere attività strutturate e coordinate di promozione turistica e di fissare annualmente un Programma di attività. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Riscontrate irregolarità per 40mila euro. Sanzionati mezzi dell’Est

Raffica di multe ai bus turistici VENEZIA - La Guardia di Finanza di Venezia ha intensificato i controlli agli autobus utilizzati per il trasporto dei turisti diretti nel centro storico lagunare. I servizi eseguiti nelle ultime settimane hanno permesso di accertare 26 violazioni alla disciplina sul trasporto di persone, per un totale di sanzioni comminate di circa 40.000 euro, immediatamente versate dai trasgressori. Svariate le tipologie di irregolarità riscontrate: mancata precisazione nei documenti di viaggio della città di Venezia quale luogo di destinazione, indicazione di un numero di passeggeri inferiore al reale, omessa comunicazione al Ministero del Lavoro da parte delle aziende estere

dell’effettuazione di trasporti di turisti interamente all’interno del territorio italiano (cosiddetto “cabotaggio”). Gli autisti verbalizzati erano di nazionalità polacca, ucraina, rumena e ungherese e curavano, per lo più, il trasporto di turisti di origine orientale. I Baschi Verdi della Compagnia Pronto Impiego di Venezia e i militari delle Compagnie di Chioggia e Mirano eseguono questo genere di controlli in specifiche aree di sosta, per lo più poste alla periferia di Mestre e Marghera, ove gli autobus si concentrano in attesa del rientro dei turisti dalla visita della città storica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

n VICENZA - Le Fiamme gialle di Vicenza hanno scoperto un'azienda di Albettone che, tra il 2013 e il 2016, ha emesso fatture per operazioni inesistenti per quasi 200mila euro al fine di ottenere indebiti risparmi di imposta. Il titolare dell'impresa è indagato mentre sono stati posti sottosequestro immobili e denaro per oltre 100 milioni di euro. Le fatture false utilizzate per abbattere il reddito imponibile sono tutte riconducibili ad un'altra impresa della zona che, a seguito delle indagini eseguite, è risultata assolutamente non in grado di effettuare le operazioni descritte nei documenti per mancanza dei mezzi e dell'organizzazione aziendale necessari riportate nelle fatture. Le indagini si sono concluse con la segnalazione all'Autorità giudiziaria dell'imprenditore ritenuto responsabile del reato di "utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ai fini di abbattere l'Iva dovuta ed i redditi imponibili".

Fiera auto d’epoca a Padova

Vecchie signore n PADOVA - Resterà aperta fino a domani alla Fiera di Padova la 36a edizione di Auto e Moto d’Epoca inaugurata ieri. L’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottaccin ha detto che “non possiamo consentire che questi mezzi rimangano chiusi nei garage e per questo stiamo lavorando con i sindaci su alcune deroghe che consentano la circolazione di questi mezzi, che sono dei veri e propri musei semoventi”. Verso Venezia Turisti in piazza San Marco


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