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2 VE
Domenica 6 Ottobre 2019 Corriere del Veneto
PRIMO PIANO
Politica e territorio
«Una manovra senza visione» L’accusa degli imprenditori veneti Bonomo:«Qualchesegnalepositivo,manonbasta».Baretta:«SbloccodegliinvestimentiCipe» VENEZIA Loro sono quelli che poco più di un anno fa alzavano le barricate contro il decreto «Indegnità», che hanno fatto il diavolo a quattro per la dispendiosa operazione spot su Quota 100, quelli a cui il Reddito di Cittadinanza ha fatto alzare un sopracciglio. «Loro», sono gli industriali del Nordest che lamentano d’essere stati derubricati a «poteri forti», che rivogliono Industria 4.0. Probabilmente votando in massa per Carlo Calenda, rimpianto ministro del governo Gentiloni. E sotto il microscopio di Confindustria (ma anche di commercianti e artigiani) la manovra giallorossa che sta prendendo corpo fra uno scivolone sulle merendine e grandi classici come il salvataggio di Alitalia risulta anemica. «Continua a mancare una visione - scandisce severa Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro - e purtroppo si continua a ragionare seguendo il consenso. Così non si va lontano». Ora la classe dirigente nordestina segue con apprensione il conflitto internazionale sui dazi incrociati, le grandi manovre tedesche, le mosse francesi, la Brexit impazzita nella versione di Boris. Perché le scintille di ciò che accade appena oltre confine rischiano di incenerire un’economia pimpante ma legata all’export. Sul Corriere del Veneto il primo a lanciare l’allarme è stato Mario Pozza che guida Unioncamere Veneto : « N o n è u n a m a n ov r a espansiva. I 28 miliardi stanziati dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica ndr))sono al palo. Per non parlare della lotta all’evasione e all’elusione delle grandi multinazionali». La critica, diffusa, è alla mancanza di una spinta propulsiva. E non basta la sterilizzazione dell’Iva che scongiura, per ora, l’aumento al 25% bestia nera della crisi governativa d’agosto. In un quadro ancora confuso c’è persino chi pone la domanda più scomoda: non sarà peggio la
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Piovesana Spesso si sceglie in base al consenso ma così non si va lontano
cura della malattia? «Certo, nessuno vuole l’aumento dell’Iva - ragiona Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Veneto - ma se il mancato aumento dell’Iva ci impone sacrifici importanti perché la coperta è corta e dobbiamo far quadrare i conti con una serie di provvedimenti molto rischiosi come la mancata accise sugli autotrasporti che ci metterebbe fuori gioco nella concorrenza già sleale con i Paesi dell’Europa dell’est o se togliamo gli incentivi per l’efficientamento energetico allora, forse, l’Iva al 25% diventerebbe un male minore». Margini, per discuterne, ce ne sono. Per ora Bonomo concede «vediamo uno sforzo di attenzione verso l’impresa, si parla molto di più di lavoro e investimenti. Ciò che non vediamo è la velocità nel rispondere a un mondo che cambia in fretta. Siamo oltre i supple-
mentari, oltre i rigori e continuiamo a non toccare palla lasciando giocare solo il portiere». Una manovra in difesa, un catenaccio all’italiana che preoccupa. «Al governo dico ciò che ha detto il collega di Assolombarda Carlo Bonomi “stavolta stupiteci”. Abbiamo bisogno di una manovra coraggiosa, espansiva» dice Piovesana che si traduce, concretamente, così: «bene il cuneo fiscale ma con più risorse; incentivi fiscali sugli incrementi salariali legati alla contrattazione di secondo livello; flessibilità e performance veloci per rea-
Industria 4.0 Il mondo produttivo chiede che super e iper ammortamenti diventino permanenti
gire alla guerra economica internazionale perché per reagire a situazioni che non possiamo governare l’unica via è la produttività». La lista dei desiderata confindustriali comprende anche iper e super ammortamenti permanenti. «Molto con Industria 4.0 è stato fatto - spiega Piovesana ma tanto resta da fare. Con provvedimenti come questi si darebbe sostegno alle imprese medio piccole creando quel clima di fiducia da cui nascono gli investimenti». Dove si trovano i fondi per tutto questo? «Rivedendo, fra le altre cose, decreto Dignità, Quota 100 e reddito di cittadinanza» conclude Piovesana. Parole e speranze condivise da larga parte del mondo industriale. Vincenzo Marinese, a capo degli imprenditori di Venezia e Rovigo, sintetizza: «In questa manovra sulla crescita c’è poco. Si punti a tre
❞
Baretta La sterilizzazione dell’Iva ha un costo ma l’ottica è triennale
cose cruciali: Industria 4.0., sblocco delle infrastrutture con i fondi scorporati dal debito pubblico e formazione». La voce del governo alle prese con il sudoku delle risorse è quella veneta del sottosegretario al Mef Pier Paolo Baretta: «Che la sterilizzazione dell’Iva avrebbe avuto un costo era chiaro a tutti. Abbiamo scelto di mettere la parte rimanente sul finanziamento di Industria 4.0 e sulla prima tranche di cuneo fiscale. La discussione è più sulle quantità che sulla qualità della manovra. L’ottica è triennale e l’obiettivo è evitare di ritrovarci fra un anno con gli stessi problemi sull’Iva. Ma sugli investimenti infrastrutturali, gli imprenditori hanno ragione. Quei fondi già stanziati e che non graveranno sul debito, vanno sbloccati al più presto». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
Aspettative All’ultima assemblea generale di Confindustria Vicenza, la nutrita platea ha chiesto misure strutturali a partire da un corposo taglio del cuneo fiscale
La presentazione a Susegana L’editoriale «Zaia, un influencer di successo» ● La pensione può attendere Oggi il libro sul governatore TREVISO Il titolo rimanda
all’ineffabile Chiara Ferragni, ma «L’influencer» che dà il titolo al libro (che poi è una tesi di laurea) di Giulia Princivalli è niente meno che il governatore Luca Zaia. Il sottotitolo recita: «La strategia comunicativa di Luca Zaia». L’autrice si fregia di una prefazione dell’inviato del Sole 24 ore Mariano Maugeri e di un’«intervista esclusiva» ad Andrea Altinier «per dieci anni responsabile della comunicazione del presidente». E proprio con Altinier, Princivalli presenta
oggi alle 17.30, al Castello di San Salvatore di Susegana, il suo tomo. La cornice è la diciassettesima edizione del festival «Libri in Cantina», una rassegna che accende i riflettori sulla piccola e media editoria. «Zaia ha successo - spiega l’autrice - perché è il migliore nell’uso integrato dei media del nostro tempo, dai social ai giornali. In più, è fra i pochissimi a conservare un legame quotidiano con il territorio e a privilegiare i media locali anziché le ribalte mediatiche nazionali». (m.za.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
SEGUE DALLA PRIMA
S
ia chiaro: la (ri)scoperta dell’importanza dei sessantenni, portatori di un know-how preziosissimo, è fenomeno mondiale. Persino i colossi della Silicon Valley da tempo hanno invertito la corsa alla rottamazione. In Italia, però, la questione è aggravata dal record europeo di bassa natalità. Quanto al Nordest, come ha recentemente sostenuto Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, la situazione demografica è da autentico allarme rosso. Fatto sta che un crescente numero di pensionati torna in prima linea. Il caso più eclatante è quello dei medici. In Veneto mancano 1.300 specialisti, in particolare anestesisti e radiologi (branche ad alto rischio di
cause giudiziarie) e ginecologi e pediatri (discipline declinanti proprio in conseguenza del calo demografico). Risultato, la giunta di Luca Zaia, incurante delle proteste dell’Ordine dei medici, ha autorizzato i direttori generali delle Usl ad assumere a tempo determinato professionisti in pensione. Non basta. Il Veneto ha predisposto un articolato piano, approvato da tutte le Regioni e ora al vaglio del ministero della Salute, che prevede di alzare l’età pensionabile dei camici bianchi, su base volontaria, da 65 a 70 anni. Se dalle corsie degli ospedali si passa ai capannoni industriali, la presenza delle pantere grigie si fa ancora più evidente. I dati dell’Osservatorio Aidaf (Associazione italiana delle aziende familiari) mostrano che a Nordest un capo d’impresa su due ha più di 60 anni
e uno su quattro supera i 70. Hai voglia a parlare di passaggio generazionale. Luciano Benetton e Leonardo Del Vecchio, due splendidi (ultra)ottantenni, ci hanno pure provato (e i loro figli non sono esattamente dei ragazzini), ma com’è come non è hanno deciso di riprendere in mano le redini. In compenso all’interno di Luxottica il tema della staffetta generazionale trova ampio spazio. Significa che gli anziani lavorano fianco a fianco con i neoassunti e insegnano loro il mestiere. Qualcosa di simile avviene ormai ovunque, dagli artigiani calzaturieri della Riviera del Brenta alla Electrolux. È l’esplosione del tutoring, talmente centrale per la crescita delle imprese che Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, durante l’assemblea di giovedì scorso si è spinto a chiederne la detassazione. È il cuore del Nuovo Rinascimento: nell’età della conoscenza il sapere non ha età. Sandro Mangiaterra © RIPRODUZIONE RISERVATA
BELLUNO
DOMENICA 6 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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I problemi della viabilità
Caner rilancia l’A27, il ministro lo stoppa Il prolungamento dell’autostrada diventa uno dei temi portanti del dibattito: «Adesso bisogna cominciare a discuterne» LONGARONE. Chi si rivede?
La Venezia-Monaco. L’ipotesi è stata rilanciata ieri, alla kermesse “Dolomiti Show”, nel corso della tavola rotonda sui grandi eventi dolomitici coordinata dal condirettore del “Corriere delle Alpi”, Paolo Cagnan. L’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, è uscito di botto proponendo che non ci si limiti a riqualificare la statale di Alemagna, ma che si rilanci l’ipotesi di proseguire l’autostrada per portare nuovo turismo europeo sulle montagne più belle del mondo. «Va ripreso subito il dialogo con gli austriaci» ha raccomandato Caner, ricordando che proprio da quel Paese sono arrivati sono arrivati, nel passato, i no più fermi all’attraversamento autostradale delle loro valli. Caner ha detto di comprendere le ragioni degli ambientalisti, ma proprio per questo – ha aggiunto – un’autostrada si può costruire anche in modo nient’affatto impattante: magari in galleria e attrezzata di un corridoio tecnologico che lungo il suo percorso faccia transitare tutti i servizi possibili. Caner ha posto l’esigenza di uno sbocco a nord del Veneto, e quindi della Provincia di Belluno, perché il Brennero porta i treni a Verona per poi orientarli verso il porto di Genova. «Noi invece abbiamo bisogno che i turisti arrivino sulle Dolomiti e in Veneto e che il commercio approdi direttamente a Venezia». Con Caner, si è dichiarato d’accordo il presidente della Provincia Roberto Padrin, ricordando però che bisognerà tener conto della contrarietà di numerosi sindaci e anche di quella – ha precisato – di «qualche autorevole esponente di Governo che è pure qui presente». Padrin ha fatto riferimento al ministro Federico D’Incà. Il presidente ha confermato di aver già avuto alcu-
ni incontri chiarificatori sulla possibilità di proseguire l’autostrada. Che uno sbocco a nord ci debba essere è pure la convinzione del sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina. Decisamente contrario, invece, proprio il ministro D’Incà, secondo il quale «i sogni sono legittimi, ma bisogna essere molto concreti» e con le disponibilità fi-
Per gli sbocchi a nord ci sono già Tarvisio e Brennero e c’è la convenzione delle Alpi nanziarie del Paese è già molto – ha aggiunto il rappresentante del Governo – se riusciamo a scucire i 200 milioni necessari per la circonvallazione di Longarone». D’Incà ha ricordato che come sbocchi a nord ci sono il Brennero e Tarvisio e che esiste una “Convenzione delle Alpi” contraria a nuovi attraversamenti autostradali della montagna. In ogni caso – ha suggerito – bisognerà andare dagli austriaci e chiedere se veramente sono disponibili a farsi attraversare da una nuova autostrada. A questo punto, però, il ministro ha invitato anche la Regione Veneto, attraverso Caner, a chiarire finalmente se la possibile ed auspicabile alternativa del “Treno delle Dolomiti” resterà un sogno oppure se è un progetto concretizzabile. Intanto, senz’altro utile è il collegamento ferroviario tra Primolano e Feltre. Replica dell’assessore Caner: «Non voglio dire che l’autostrada si possa fare domani, ma appunto perché è un’opera complessa, e non tutte le comunità locali sono d’accordo, bisogna cominciare a discuterne». — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il dibattito a Longarone Fiere condotto dal condirettore del Corriere delle Alpi Paolo Cagnan con Ghedina, D’Incà, Caner e Padrin
la promessa
Vincoli in Cadore e Comelico «Parlerò con Franceschini» Il ministro predica pazienza sulla autonomia per Belluno Spiega che il governo durerà fino a fine legislatura E poi il taglio ai parlamentari LONGARONE. A quando l’autonomia della Provincia di Belluno? In Fiera a Longarone, tra i padiglioni di “Dolomiti show” il ministro Federico D’Incà sorride. Bisogna avere pazienza, dice. Prima arriverà l’autonomia del Veneto, poi quella della Provincia. Ma i tempi? «Questo Governo rimarrà in carica si-
l’appello
Caner e Ghedina: il governo si impegni per le Olimpiadi Dal vertice di domani a Verona potrebbero uscire le indicazioni sul nome del manager «I 260 milioni promessi finora da Roma non sono sufficienti» LONGARONE. Il Governo deve impegnarsi di più per le Olimpiadi del 2026; non può limitarsi solamente a farsi carico delle spese di sicurezza e delle Paralimpiadi. Lo hanno detto chiaro e tondo, ieri a “Dolo-
miti Show”, l’assessore regionale Caner e il sindaco di Cortina Ghedina. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha dal canto suo assicurato che il suo collega Spadafora sta verificando la possibilità di una partecipazione diretta al grande evento. Il condirettore de “Il Corriere delle Alpi” Paolo Cagnan, coordinatore della tavola rotonda, ha ricordato che proprio domani
a Verona si terrà un importante vertice con lo stesso ministro, i governatori Zaia, Fontana, Fugatti e Kompatscher, i sindaci Ghedina e Sala e il presidente del Coni Malagò. D’Incà ha fatto sapere che probabilmente già domani si saprà il nome del manager che gestirà l’organizzazione dei Giochi e ha garantito che la Legge Olimpica sarà pronta entro la fine dell’anno. Il ministro ha pure annunciato
no a fine legislatura. Non ci sono dubbi…». E uno dei passaggi fondamentali del Conte bis è la prossima riduzione dei parlamentari. D’Incà dice di contarci molto; proprio lui, d’altra parte, è il ministro direttamente coinvolto. Ma, a proposito di autonomia, il Veneto e la stessa Provincia di Belluno “sognano” una Soprintendenza regionalizzata se non addirittura provincializzata. In questo modo si eviterebbero complicazioni come quelle per il collega-
che maggiori risorse per la preparazione dell’evento saranno previste dalla prossima manovra economica. L’assessore regionale Federico Caner si è in ogni caso raccomandato che il general manager “sia una persona di qualità”, magari riconosciuta a livello internazionale. E come sostiene da sempre il presidente Zaia – ha insistito Caner – questo manager non sia un riciclato della politica. Per l’assessore non ci sono dubbi: i 260 milioni promessi dal Governo non sono affatto sufficienti; lo Stato ci deve essere in modo diretto – ha sottolineato -, non può lasciare sole le Regioni. In effetti – ha ammesso il sindaco di Cortina – il Governo precedente ha un po’ fatto
mento sciistico tra la Valgrande e la Val Pusteria. E anche l’imposizione di vincoli paesaggistici, come quelli su Auronzo e sul Comelico. Altro sorriso del ministro. Fa capire, D’Incà, che le difficoltà al riguardo non sarebbero poche. Ma i vincoli verranno confermati sui Comuni? «La competenza è della Regione Veneto» ci risponde. Non è forse del Ministero dei Beni Culturali? Non era stato il direttore generale del Ministero a raccogliere l’istan-
troppo da spettatore. «Non può limitarsi – ha specificato – a finanziare soltanto le Paralimpiadi, lasciando che si arrangino le Regioni e le Province autonome». Il primo cittadino ha confermato che il ministro Spadafora si sta interessando per andare oltre, come ha ammesso an-
Il presidente Padrin «I Giochi 2026 sono una grande occasione per il Bellunese» che nel primo contatto avuto con il presidente della Regione Zaia. «L’occasione dei Mondiali di Cortina 2021 e delle Olimpiadi 2026 – ha sot-
za della Soprintendenza e a sottoporla al ministro Bonisoli? «Ne discuterò con il collega Franceschini – taglia corto D’Incà, mentre ci passa accanto l’on. De Menech, pure lui in attesa di un confronto chiarificatore con il capo dei Beni culturali -. Al vertice del ministero è cambiato un po’ tutto, non ci sono né Bonisoli né il direttore. Io sono ottimista e sono sicuro che qualcosa lo si potrà fare». Ottimista anche per il superamento degli altri vincoli, quelli per il collegamento sciistico? «Sì, in questo caso ritengo che siamo vicini ad una soluzione. Il sindaco di Comelico Superiore lo sa già». Infine l’Acc. D’Incà si dichiara fiducioso in una soluzione positiva per i lavoratori. — F.D.M. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
tolineato, dal canto suo, il presidente della Provincia Roberto Padrin – sono una doppia, grandissima occasione da non perdere per testimoniare le potenzialità del Bellunese. E non solo dal punto di vista turistico. Le Olimpiadi, in particolare, metteranno il nostro territorio sotto i riflettori del mondo. Non possiamo presentarci come una montagna votata ancora allo spopolamento e alla marginalità. Il turismo oggi presenta dati confortanti e deve diventare una delle armi con cui contrastare la “desertificazione”». I numeri relativi ai primi cinque mesi del 2019 indicano in 296.530 gli arrivi tra gennaio e maggio e in 1 milione 259.099 le presenze. — F.D.M.
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BELLUNO
DOMENICA 6 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
I problemi della viabilità l’obiettivo
Una provincia a misura di persone disabili
Autorità e pubblico tra gli stand di Longarone Fiere (Foto Giuseppe D’Alia)
D’Incà sulle varianti alla 51 «L’ok arriverà a fine mese» Durante il dibattito a Longarone Fiere, il sindaco di Cortina ha parlato chiaro «Sono poca cosa i lavori che l’Anas riuscirà a concludere in un anno e mezzo» Francesco Dal Mas LONGARONE. La Commissio-
ne ministeriale Via darà l’autorizzazione a procedere con gli appalti delle quattro varianti della Statale 51 di Alemagna “entro il mese”. Lo ha annunciato il ministro Federico D’Incà, alla tavola rotonda introduttiva della due giorni di “Dolomiti Show”, in corso a Longarone. «Questa è l’assicurazione che mi hanno dato ai ministeri ma la prendo con le pinze» ha ammesso il rappresentante del Governo. Sui progetti in vista dei Mondiali di Sci 2021 e delle Olimpiadi, nonché sulla capacità di accoglienza dei grandi eventi sulle Dolomiti, si sono confrontati a Longarone Fiere il ministro D’Incà, l’assessore regio-
nale Federico Caner, il presidente della Provincia Roberto Padrin e il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, durante un efficace incontro moderato da Paolo Cagnan, condirettore de “Il Corriere delle Alpi”, “La Tribuna di Treviso, “La Nuova Venezia” e “Il Mattino di Padova”. D’Incà ha ricordato che sono ben 300 i milioni stanziati per i nuovi eventi, di cui 130 negli ultimi mesi (55 per la statale 51 di Alemagna, 65 per la 51 Bis e la 52). Il ministro ha tra l’altro confermato anche i 130 milioni per completare l’elettrificazione tra Montebelluna e Belluno. È stato a questo punto che il sindaco Ghedina ha palesato tutta l’insofferenza di Cortina (e non solo). Ringraziamo per i milioni stanziati – ha cominciato a “provocare” – ma si sappia che «corriamo il
rischio di schiantarci per le finali della Coppa del Mondo del 2020 e dei Mondiali del 2021». Il motivo? «I lavori non vanno avanti». I lavori sono quelli dell’Anas e delle Varianti, in particolare. Ghedina ha osservato che “sono ben poca cosa” le opere che l’Anas riuscirà a concludere tra un anno e mezzo perché, contrariamente agli impegni assunti, resteranno al palo i lavori più importanti: le Varianti di Cortina, San Vito (il sindaco De Bon, presente, annuiva), Valle di Cadore e Tai. Ghedina ha citato criticamente il cortocircuito verificatosi tra i ministeri per dare il via libera alle opere, in particolare tra quello dei Trasporti e quello dei Beni Culturali. «Caro ministro – così si è rivolto Ghedina a D’Incà -, tu sai bene che i nostri concitta-
i dati della fiera
Turismo, buone prospettive grazie ai grandi eventi sportivi LONGARONE. Il binomio vincente tra turismo e montagna in vetrina a Longarone Fiere con Dolomiti Show dove si respira ottimismo per le prospettive del settore. La terza edizione della manifestazione quest’anno si amplia con nuove offerte che mettono insieme sport e enogastronomia con un forte spazio per gli operatori del settore. Si tratta di una sinergia tra la società “I
buoni motivi” di Mauro Topinelli, l’ente fiera, la Regione, Dmo, società e imprese private e il volontariato. «Il turismo resiste alle crisi – spiega il vicepresidente delle fiere Giorgio Bosa – c’è ottimismo in vista dei grandi eventi sportivi a Cortina dei prossimi anni. Quest’anno è un’edizione rafforzata che abbina le proposte di Dolomiti Horeca, la parte dedicata a catering, ristora-
zione e attrezzatura e Dolomiti Outdoor dedicata alle attività all’aria aperta. Da segnalare la presenza anche di espositori esteri di una decina di paesi diversi. Nostra intenzione è che questa diventi una formula fissa annuale. Inoltre c’è una sinergia con le altre fiere del Piave con cui c’è una rete consolidata». «Stiamo vedendo il risultato di un lavoro di tre anni – commenta
dini cominceranno a crederci non quando prometteremo i milioni ma quando vedranno le opere concretizzate, per cui dacci una mano». Il ministro ha risposto dichiarandosi “per natura un’ottimista”; e, quindi, convinto che i cantieri si apriranno e si concluderanno in tempi rapidi. Le quattro Varianti, però, non saranno pronte prima dei Mondiali. Ecco perché il commissario Sant’Andrea sarà confermato anche per gli anni successivi ai Mondiali di sci. L’annuncio dato dal ministro D’Incà in questo senso è stato accolto con favore da tutti i presenti. Almeno in Provincia, però, ha raccomando D’Incà, si cominci a far squadra, altrimenti non si va da nessuna parte. Questo l’hanno sottolineato, come esigenza, anche gli altri rela-
Topinelli – la nostra forza è aver creato una squadra tra enti pubblici e il privato. Il nostro obiettivo era quello di seminare la cultura del business turistico nella nostra provincia e direi che siamo passati dalla teoria ai risultati concreti. Abbiamo creato un momento importante di preparazione alle sfide del domani, una sorta di allenamento per non arrivare impreparati ai grandi eventi che arriveranno tra qualche anno». «Longarone con questa fiera è la capitale del turismo regionale – aggiunge il sindaco Roberto Padrin – questa rassegna era partita in sordina e poi cresciuta nel tempo». «I risultati si vedono – spiega l’assessore re-
tori. L’unità d’intenti è stata richiamata espressamente sulle priorità da inserire nel prossimo Piano regionale dei trasporti. D’Incà ha rilanciato la scommessa del superamento del “collo di bottiglia” rappresentato da Longarone, dove sarà richiesto uno stanziamento di almeno 200 milioni per la circonvallazione. «È sotto gli occhi di tutti che la Statale di Alemagna, oggi come oggi, non può reggere il traffico che arriverà a Cortina – ha confermato Padrin -. Dobbiamo programmare e decidere insieme che interventi vogliamo mettere in atto sul fronte della viabilità, andando anche oltre il Piano Anas e all’asse viario del Cadore». Longarone, come Padrin ha ammesso a margine dell’incontro, aspetta “ormai da troppo tempo” l’avvio delle opere Anas per la rettifica dell’Alemagna a Castellavazzo. «Poi si tratterà di mettersi attorno ad un tavolo e ragionare finalmente della circonvallazione». I tempi incalzano e, come ha osservato il sindaco Ghedina, se in cinque anni non si è riusciti a fare le Varianti, corriamo il rischio che i grandi interventi non si materializzino neppure entro i sette anni che ci separano alle Olimpiadi. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
gionale al turismo Federico Caner – sono qui presenti 40 investitori internazionali che abbiamo selezionato e che in questi giorni saranno a stretto contatto con gli operatori veneti. Sono qui per vedere le potenzialità e bellezze della nostra montagna. La Regione c’è e ci so-
Mauro Topinelli: «Stiamo vedendo i risultati del lavoro di tre anni» no gli investimenti ma adesso tocca ai cittadini: bisogna acquisire la cultura ricettiva e cambiare la mentalità, questo però deve parti-
LONGARONE. Una Provincia a misura di disabili. Lo hanno chiesto, a “Dolomiti Show”, sia il presidente Roberto Padrin che l’olimpionico Oscar De Pellegrin. Non si tratta soltanto – è stato spiegato – di abbattere le barriere architettoniche, ma di programmare lo sviluppo, a cominciare da quello urbanistico, a misura di mamme o padri con il passeggino, di nonni con i bambini e, ovviamente, di disabili. Perché parlarne oggi? «Abbiamo non solo le Olimpiadi ma anche le Paralimpiadi – ha risposto Padrin – che costituiscono un’occasione straordinaria, visto che arriveranno sul nostro territorio migliaia di atleti paralimpici». Dunque, secondo Padrin, «possiamo far diventare il Bellunese la Provincia che forma ragazzi e ragazze, albergatori e operatori sul tema della disabilità e dell’inclusione, partendo dalla ricettività». Quindi alberghi, ristoranti, bed and breakfast e appartamenti a misura di disabili. «La verità è – ha affermato De Pellegrin – che tutti, proprio tutti, dovremmo diventare più atleti e sportivi». Le Dolomiti, intese come montagna vera e propria, fanno già la loro parte con i sentieri accessibili, a cura della Fondazione Dolomiti Unesco. Le Paralimpiadi si terranno nel 2026, subito dopo le Olimpiadi. Il Governo italiano, già nei mesi scorsi, aveva fissato un impegno di spesa di 50 milioni di euro ma, come si è detto ieri a “Dolomiti Show”, probabilmente non saranno sufficienti. In ogni caso – ha insistito Padrin – sarà saggio imparare da quel “modello” di strutturazione e di organizzazione della comunità per trasformare anche l’accoglienza più in generale della provincia a misura, appunto, di disabile. — F.D.M.
re dal territorio. È finita l’epoca dei contributi a fondo perduto, ora si punta tutto sulla qualità e sostenibilità in un connubio tra pubblico e privato». In rassegna spazio alle attrezzature e società sportive, all’enogastronomia con un ampio angolo coordinato da Guarnier Catering con degustazioni vini e prodotti. In vetrina il consorzio Dmo e anche Confartigianato. Apertura anche oggi dalle 9 alle 19 con vari convegni, gare, premiazioni e finale alle 18 con spettacolo di Mario Tozzi e Dario Vergassola e le premiazioni del concorso fotografico “Belluno&Dolomiti” del Corriere delle Alpi. — E.D.C.
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Cittadella
IL PROGRAMMA Oggi dalla mattina a alle sera una vasta gamma di proposte con spettacoli, eventi e i piatti tipici della nostra tradizione
Camposampiero
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Zaia: «Pro Loco risorsa del turismo» Il governatore è intervenuto ieri al Festival del Veneto sottolineando l’importanza del ruolo dei volontari `
I presidenti delle associazioni locali hanno ribadito la necessità di cambiare la normativa sulla sicurezza `
Protezione civile: festa in piazza con i ragazzi
PIAZZOLA SUL BRENTA Fare manifestazioni sicure per i visitatori, ma anche per i volontari, modificando le norme per la sicurezza tarate sugli eventi organizzati. E’ questa la pressante richiesta che i presidenti nazionale, regionale e provinciale dell’Unione nazionale delle Pro loco d’Italia, rispettivamente Antonino La Spina, Giovanni Follador e Fernando Tomasello, hanno evidenziato ieri pomeriggio a Piazzola sul Brenta, al numeroso parterre di politici, schierati sulla scalinata di Villa Contarini, per il taglio del nastro della terza edizione del Festival delle Pro Loco del Veneto. Palla presa al balzo dal presidente della Regione Luca Zaia, il quale ha voluto innanzitutto ricordare i due agenti di polizia uccisi a Trieste, chiedendo un applauso per l’opera delle forze dell’ordine. «Il nostro è un Paese strano, dove i volontari vengono trattati come delinquenti, mentre i delinquenti non si possono ammanettare - le parole del governatore -. Se domani si spegnessero le luci delle Pro loco, di turismo ne vedremmo davvero poco. Turismo che ha un fatturato regionale di 18 miliardi. Grazie, quindi, ai volontari che lavorano gratis per la comunità. Alcuni compaesani pensano ci sia qualche cosa che non va. Non c’è nessun interesse». Zaia, poi, ha sottolineato la vicenda di Refrontolo dove sono morte 4 persone. «Dopo 5 anni nelle sedi penali sono stati assolti il Comune e il presidente della Pro loco che due giorni prima aveva prestato il capannone. Quella la sua colpa. Ma ora c’è il processo civile. Noi siamo al loro fianco».
LE RIFLESSIONI Zaia ha poi ringraziato i sindaci per la loro opera, ricordato come il turismo si stia evolvendo nel digitale e come negli eventi ci siano sempre più cittadini stranieri. «Noi politici dovremmo toglierci la casacca del partito e lavorare per garantire alle Pro loco, ai sindaci e ai cittadini,
FONTANIVA
LA MANIFESTAZIONE Il Governatore Luca Zaia ha aperto il 3° Festival delle Pro Loco del Veneto: numerose le autorità intervenute
eventi che arrivano ad assorbire il 40% della spesa». Per quanto riguarda il Festival, con padrone di casa il sindaco piazzolese Valter Milani e con madrina l’attrice padovana Stella Sabbadin, oggi nella sala della Filatura nell’ex jutificio, ci sarà il meglio della terra veneta, ma non solo. Dalle 10 alle 20, ingresso gratuito, a disposizione del pubblico una vasta gamma di proposte;enogastronomiche, culturali e di intrattenimento. E poi musica, teatro, canto, antichi mestieri, attività didattiche e laboratori per bambini. In particolare alle 16,30 l’estrazione della lotteria benefica del Festival. Un evento per tutti, in particolare per i giovani affinchè conoscano, imparino e tramandino, le tradizioni e l’amore per la propria terra. Michelangelo Cecchetto
la possibilità di vivere gli eventi in assoluta sicurezza», ha detto il senatore Antonio De Poli in rappresentanza della Presidenza del Senato. «Sono cresciuto anch’io e crescono intere generazioni nelle Pro loco - ha evidenziato Federico D’Incà, Ministro per i rapporti con il Parlamento - Molti volontari oggi sono sindaci, consiglieri o siedono in Parlamento. Le Pro Loco sono un modello che dovrebbe essere esteso alle attività di Governo. Lavorare insieme, dialogare, superare le barriere per raggiungere l’obiettivo vuol dire fare un salto di qualità e dare ai giovani certezze e futuro. Faremo il possibile per modificare la normativa». «Chiediamo - ha ribadito Follador - una legge ad hoc sulla sicurezza delle manifestazioni delle Pro loco. Non si possono applicare le regole dei grandi
Discorsi ridotti all’essenziale e tanta azione. Poche parole e tanti fatti, com’è nello stile dei volontari della Protezione civile e com’è stato ieri per il gruppo comunale di Fontaniva coordinato da Flamiano De Marzi, che ha voluto festeggiare i 20 anni di fondazione, con l’attività “Volontari per un giorno”. Ha coinvolto una quarantina di “ragazzi speciali”, ossia con alcuni limiti, ma che non per questo devono essere considerati al di fuori delle normali dinamiche sociali. I 26 volontari fontanivesi, coadiuvati dai colleghi del Distretto Alta Padovana che conta i Comuni di Carmignano di Brenta, Cittadella, Galliera Veneta, Grantorto, Gazzo, San Martino di Lupari e Tombolo, hanno diviso i giovanissimi in varie squadre, consegnato caschi, casacche e radio, e attraverso un percorso a stazioni, li hanno coinvolti in modo dinamico in varie situazioni. Ecco quindi alzare al cielo la torre faro, utilizzare la motopompa, fare una saccata, salire sul fuoristrada ed avviarsi a sirene spiegate verso l’emergenza. Ed ancora, utilizzando un camion antincendio della sezione Montegrappa della Protezione civile Sette Comuni spegnere un principio di rogo e poi salire su un’ambulanza dell’associazione locale Sos Alta Padovana, imparando a conoscere tutte le attrezzature. «Ringrazio i volontari per la loro opera e per questa iniziativa straordinaria nel segno dell’inclusione», ha detto il sindaco Edoardo Pitton. E De Marzi ha aggiunto: «Una festa nel segno dell’inclusione, un volontariato che si aggiorna costantemente grazie all’attenzione del Comune. Abbiamo, unica sede, un nuovissimo ponte radio». Oggi alle 10,30 messa in Duomo e poi benedizione dei mezzi. Per gli interessati dai 18 anni in poi, la sede nella zona industriale è aperta ogni primo e terzo martedì del mese dalle 21. M.C.
LA RICORRENZA La Protezione civile ha festeggiato i 20 anni
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VII
Rovigo
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Dodici milioni per gli acquedotti Sette, grazie a un finanziamento regionale, destinati a Boara `L’intervento si è reso necessario per scongiurare il rischio per la messa in sicurezza della stazione di prelievo dall’Adige di black-out come quello che un anno fa lasciò Rovigo senz’acqua
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SERVIZIO IDRICO ROVIGO I polesani non rischieran-
no mai più di restare a con i rubinetti a secco in caso di piena del fiume Adige o altri episodi di maltempo. Sono infatti partiti in questi giorni i lavori di potenziamento della centrale Acquevenete di Boara Polesine che andrà ad aumentare la capacità di trattamento dell’impianto aumentandone l’efficienza in caso di situazioni di emergenza, come quella che si verificò un anno fa costringendo senz’acqua potabile, per diversi giorni, centinaia di famiglie.
RISCHIO BLACK-OUT IDRICO Un disagio enorme per gli utenti costretti a lavarsi, lavorare e preparare il cibo con l’acqua di bottiglia. Ora, però, grazie ad un investimento della Regione di 1 milione e mezzo di euro, Acquevente metterà mano all’acquedotto polesano, dotandolo di sistemi di ultima generazione. A controllare lo stato dei lavori, l’altro giorno, il direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio Nicola Dell’Acqua, inviato dal commissario per l’emergenza maltempo Luca Zaia. Presenti anche Loris Toniato della direzione Tutela e sviluppo del territorio regionale, il direttore di Arpav Rovigo Vincenzo Restaino, il presidente della Provincia Ivan Dall’Ara, il numero uno di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo e il membro del cda dell’ente Antonio Bombonato. Ad esprimere soddisfazione per il potenziamento della centrale idrica di Boara, anche il prefetto Maddalena De Luca.
IL PREFETTO «Dopo l’emergenza idrica dello scorso anno abbiamo riscontrato subito da parte di Acquevenete una forte sensibilità nel farsi carico e nel risolvere la problematica – ha detto l’altro giorno il prefetto - Sono stati infatti avviati subito i lavori di ammodernamento degli impianti per renderli idonei a far fronte anche a situazioni di carattere eccezionale». «Un’altra importante innovazione introdotta - ha
IL SISTEMA DI DEPURAZIONE DELLA CENTRALE È STATO POTENZIATO PER FAR FRONTE ALL’INQUINAMENTO
aggiunto il prefetto - è l’app per gli utenti, uno strumento di comunicazione che avevo chiesto in occasione dell’emergenza. Da qualche mese è infatti attivo un servizio di informazione costante all’utenza, con la finalità di ridurre al minimo i disagi per la popolazione, informando tempestivamente delle sospensioni di erogazione dell’acqua».
GRAN GUARDIA MOSTRA DI FUNGHI, TARTUFI E BONSAI
I LAVORI «Il cantiere è partito nei tempi previsti e, una volta portato a termine, consentirà un significativo miglioramento del servizio offerto, soprattutto in caso di crisi – ha fatto sapere il presidente di Acquevenete Cortelazzo - Chiediamo ai nostri utenti di pazientare per le sospensioni che saranno necessarie in corso d’opera, che verranno comunque sempre annunciate con anticipo, ricordando che il fine ultimo è quello di non ripetere situazioni di disagio come quelle vissute in passato».
PRESENTAZIONE Il presidente di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo e alcuni amministratori polesani
CENTRO FRANCESCANO NUOVO NUMERO DI “PROSPETTIVA ESSE”
IL PROGETTO Nel dettaglio, i lavori consentiranno di rimettere in funzione una sezione di trattamento parallela alla “chiariflocculazione”, ovvero i decantatori, che svolgono di fatto la stessa funzione. È poi previsto il rifacimento completo dell’impiantistica idraulica ed elettrica della filiera dei carboni attivi. Il terzo obiettivo riguarderà, invece, l’adeguamento dell’opera di presa e infine verrà realizzato un nuovo impianto di trattamento delle acque di risulta. Sempre per la centrale di Boara, è già stato ultimato un intervento di rifacimento dell’impianto di rilancio in rete e al ripristino del serbatoio pensile presso la centrale, per un importo complessivo di 800 mila euro, mentre il progetto da 5,5 milioni di euro per l’ulteriore potenziamento della centrale è in fase di affidamento dell’incarico di progettazione definitiva.
INTERVENTO ORGANICO La sistemazione dell’ impianto rientra in un progetto più ampio interventi per oltre 12 milioni di euro, in parte sostenute dalla Regione. Nel frattempo, per quanto riguarda le altre centrali che attingono dall’Adige, sono in corso i lavori di adeguamento a Badia e Cavarzere, un progetto del costo totale di 680 mila euro. A Badia è in corso anche l’escavazione dell’alveo dell’Adige, allo scopo di liberare dalla sabbia l’opera di presa sul fiume, per un importo di circa 200 mila euro. Roberta Merlin
(F.Cam.) I funghi a Rovigo fanno 43. Oggi dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 20 è aperta in Gran Guardia la Mostra micologica, organizzata come di consueto dall’Associazione micologica Bresadola, che permetterà ai visitatori di fare la conoscenza dei funghi più comuni e anche di quelli più rari. Al loro fianco anche alcune varietà di tartufo, grazie allo storico sodalizio con l’associazione “Amici del tartufo Polesano”, ma anche, questa la novità dell’edizione 2019, di alcuni esemplari di bonsai, grazie alla collaborazione con l’ associazione Delta Bonsai. L’iniziativa rientra nel calendario della 537^ edizione dell’Ottobre Rodigino.
Furto al magazzino comunale di via del Lavoro
Va a riprendersi la bici sequestrata, ma è stata rubata ` Furto al magazzino comunale via del Lavoro. I
ladri hanno sottratto una bici sequestrata dalla Polizia Locale in seguito all’ordinanza dello scorso anno per lo sgombero di piazza della Riconoscenza. Davanti alla stazione dei treni, infatti, non è più possibile parcheggiare le biciclette fuori dallo spazio loro riservato, all’interno dell’attrezzata rimessa pubblica. Esattamente come avviene per le auto, anche le bici incatenate fuori dagli spazi dedicati saranno rimosse e restituite solo previo pagamento dei costi sostenuti dalla Polizia Locale, incaricata del controllo. Stesso discorso per i rottami abbandonati, che venivano lasciati al loro destino dopo che il proprietario, sconsolato, si
accorgeva di essere stato derubato di alcuni pezzi importanti come le ruote, la sella oppure i pedali. In questo caso la restituzione del rottame, invece, ha un costo di 10 euro. Una rodigina, qualche giorno fa, andando a ritirare la propria bici rimossa dalla Polizia Locale, dopo avere pagato la custodia di 20 euro, una sorta di “sanzione” imposta dall’ex Amministrazione Bergamin per rispetto del decoro della piazza dedicata ai soccorsi dell’alluvione del 1951, si è accorta che la bicicletta non c’era più e che dei ladri devono averla sottratta in un momento di scarsa vigilanza. Il Comune è stato così costretto a rimborsare con 150 euro la sfortunata ciclista. A.Luc.
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(A.Gar.) Con una veste grafica completamente rinnovata è uscito il nuovo numero di Prospettiva Esse, la rivista del Centro francescano di ascolto scritta interamente dalle persone detenute nella casa circondariale di Rovigo, dal titolo “Amicizia e amore, tra progetti e futuro, pensati dietro le sbarre”. Il numero 1/2 primavera-estate di Prospettiva Esse, esse come speranza, è corredata dalle foto di Carlo Chiarion, in redazione Rossella Magosso e Bruno De Sero, direttore responsabile Livio Ferrari. Le copie cartacee sono disponibili nella sede dell’associazione Centro francescano di ascolto in via Mure soccorso, 5 a Rovigo, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Nel numero in uscita, spazio agli affetti e ai racconti di vita all’interno della casa circondariale, ma anche l’incontro con gli studenti del liceo Paleocapa, con una classe quinta che si è avvicinata alla triste realtà del carcere, il ricordo del 21 giugno, giornata internazionale della musica in carcere, i concetti di amicizia e rispetto per chi vive dietro le sbarre di una casa circondariale e le storie raccontate in prima persona sulle origini dei detenuti e su come una coabitazione forzata possa trasformarsi a volte in qualcosa di più.
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Padova
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Giordani: «Non paghiamo fatture sbagliate» `Il sindaco replica
al consigliere Boron sugli affitti dell’Ater LA POLEMICA PADOVA Anche sull’Ater ormai è guerra aperta tra la Lega e il Comune e Giordani va all’attacco : «Nonostante le strumentalizzazioni e le fatture sbagliate, abbiamo provveduto a saldare gli affitti ». A puntare il dito contro il consigliere della lista Zaia Fabrizio Boron ieri ha provveduto il sindaco Sergio Giordani che ha respinto al mittente le accuse dell’esponente del Carroccio secondo cui il Comune non avrebbe alcuna intenzione di saldare gli affitti dovuti all’ente regionale che gestisce gli alloggi pubblici in Veneto. «Il consigliere Boron parla senza avere piena conoscenza dei fatti – ha tuonato il sindaco - Il Comune ha sempre agito in perfetta buona fede e trasparenza, dichiarandosi pronto a pagare il dovuto, dietro presentazione di fatture corrette. Non si tratta di questione di “bolli mancanti”, ma di conteggi errati, che
sono stati contestati per iscritto ad Ater con ampi margini preventivi». «A dimostrazione della buona fede del Comune gli uffici comunali hanno fatto ora quello che avrebbe dovuto fare Ater ma che non ha mai voluto o non è mai riuscito a fare, cioè hanno rifatto tutti i conteggi, tenendo conto anche di quanto già pagato dall’amministrazione, e con una speciale procedura contabile sono stati emessi i mandati di pagamento per i giusti importi – ha rincarato la dose Giordani - Non potevamo certo pagare fatture sbagliate. L’opposizione al decreto ingiuntivo è comunque un atto dovuto, a causa degli errori che ha commesso l’ente guidato da Zaramella, per tutelare le ragioni del Comune, che sono ragioni sostanziali e non cavilli, e
IL COMUNE HA RICEVUTO UN DECRETO INGIUNTIVO PER 293MILA EURO: «CONTEGGI ERRATI, NOI LI ABBIANO RIFATTI E PAGATO IL GIUSTO»
IL CASO Diventa un caso politico il confronto fra Comune e Ater
per tutelare i soldi pubblici dei cittadini che non possono essere sperperati con leggerezza per errori non imputabili alla nostra amministrazione». «Nonostante questa strumentalizzazione, abbiamo già provveduto, appunto, a saldare il dovuto». Martedì scorso, assessore all’Avvocatura civica Diego Bonavina ha fatto approvare in giunta una delibera con cui si autorizza il Comune a resistere in giudizio contro il Decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Padova lo scorso 1 agosto. Un decreto da 293.379,26 euro legato al mancato pagamento di alcuni affitti pretesi proprio dall’Ater. Un provvedimento contro cui si oppone in tutti i modi palazzo Moroni. «Noi non mettiamo in discussione che gli affitti vadano pagati, ci mancherebbe altro – ha spiegato Bonavina – Le fatture che ci sono state presentate, però, contengono una serie di errori. Di conseguenza non possiamo in nessun modo saldare il dovuto». «A titolo di esempio - ha aggiunto – Alcune di queste presentano un’ errata indicazione dell’immobile. In altre è stato sbagliato il periodo di riferimento del canone». Alberto Rodighiero
Ambiente Moneta, Fi: «Giunta, politiche deludenti» (A.R.) Roberto Moneta punta il dito contro le politiche ambientali di palazzo Moroni. «Per cambiare le abitudini bisogna creare soluzioni alternative che gradualmente diventino preferibili – tuona il capogruppo di Forza Italia - Che fine hanno fatto la bicipolitana supportata da Legambiente ed i tanto promessi parcheggi scambiatori per decongestionare il centro città? Qual è la contromisura all’inquinamento? L’amministrazione ha deciso di adottare nuovamente l’inefficace quanto inutile limitazione alla circolazione delle auto in città durante l’inverno. Tenendo conto che il traffico veicolare, comprensivo dei mezzi di trasporto pesante, incide sulla produzione di inquinamento per meno del 20% del totale, credo sia ora di rendersi conto che non stiamo facendo abbastanza».
I renziani si presentano con Pipitone e Zoccali
Parcheggi, palazzo Moroni conferma Aps fino al 2031
POLITICA
GLI ACCORDI
PADOVA I renziani padovani si
PADOVA
Il Comune rivede la Convenzione con Aps holding sui parcheggi. Ora la società guidata da Giuseppe Farina potrà gestire le aree di sosta comunali fino al 2031. Come annunciato la scorsa primavera, il Comune con una determina ad hoc del settore Mobilità, l’altro giorno ha concesso 6 anni in più alla holding a completo controllo comunale per la gestione dei parcheggi su aree comunali. Il motivo? A breve Aps andrà a perdere 871 posti auto. Di questi 617 sono già stati persi con la cessione ai privati di piazza Rabin. Entro la prossima primavera, poi, con l’avvio dei cantieri per la trasformazione di piazzale Boschetti in un parco pubblico, ne perderà altri 254. Per questo, alle stese condizioni economiche in atto, palazzo Moroni ha concesso che il termine della concessione delle aree da parte del Comune venga spostata in avanti di 6 anni. In pratica, invece di scadere nel 2025, scadrà nel 2031. Che le aree di sosta siano, senza ombra di dubbio, l’attività più remunerativa di Aps holding, era cosa ampiamente risaputa. Il bilancio della società che gestisce la sosta pubblica in città, infatti, l’anno scorso sul fronte delle aree dei parcheggi ha registrato ricavi che si aggirano attorno ai 7milioni e mezzo di euro (7.3160.965 euro). Dal momento che la stragrande maggioranza delle aree di sosta a raso si trova in terreni di proprietà comunale, la società guidata da Giuseppe Farina è tenuta a corrispondere all’amministrazione comunale una percentuale che varia a seconda delle strutture. No solo. In alcuni casi, dei parcheggi gestiti da altri privati, sono sottoposti a convenzione e, quindi, una percentuale degli introiti va comunque al Comune. Complessivamente, dunque, grazie ai parcheggi nel 2018 l’amministrazione comunale ha incassato 2 milioni e 740 mila euro. A.R.
presentano alla città. Per la settimana prossima, infatti, è in programma la presentazione ufficiale di “Italia viva Padova”, ovvero il nuovo partito che fa riferimento a Matteo Renzi. Partito che in città ha raccolto l’adesione dell’ex capogruppo in Regione dell’Italia dei valori Antonino Pipitone. Assieme a lui, dovrebbero aderire al progetto messo in campo dall’ex premier anche una serie di esponenti di “Padova bene comune”. Tra questi l’ex consigliere comunale dello Sdi Romualdo Zoccali. Pipitone, dunque, si appresta a diventare il punto di riferimento dei renziani padovani. Alla presentazione del nuovo soggetto politico dovrebbe partecipare anche la senatrice Daniela Sbrollini che, di fatto, è la referente veneta per Italia viva. Non dovrebbero mancare anche alcuni ex tesserati del Pd. Anche a Padova, però, i big del Partito democratico, hanno preferito non seguire l’ex sindaco di Firenze. A partire dal deputato Alessandro Zan considerato, fino a qualche settimana fa, un renziano di ferro. «Il Partito democratico è e resterà la mia comunità politica. Negli anni scorsi, nella passata legislatura ho sostenuto convintamente le azioni del governo di Matteo Renzi: un governo all’altezza delle sfide e della complessità della nostra epoca – ha spiegato nei giorni della scissione Zan - Oggi il Pd si è assunto nuovamente la responsabilità di guidare il Paese. E solo un partito come il nostro, plurale e riformista, potrà adempiere ai compiti che questa scelta comporta, senza alcuna nostalgia del passato. Sono certo che la dirigenza nazionale saprà continuare questo cammino. Nel 2018 sono stato eletto deputato nel collegio di Padova, la mia città, la mia provincia, la mia casa: sono fiero di rappresentare questo territorio in Parlamento e sono fiero di farlo come membro del Partito democratico». A.R.
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San Donà
IL SINDACO Andrea Cereser: «Abbiamo 41975 abitanti, non sono mai stati così tanti, e vorremmo raccogliere la sfida dell’innovazione»
di Piave
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Nuova Fiera, il sì della Regione Il sindaco Cereser illustra i costi del trasferimento `Anche la Città metropolitana, e le deputate Fogliani Il presidente Zaia: «Faremo volentieri il possibile» e Andreuzza, promettono di sostenere il progetto
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Degrado nei parchi, nuove segnalazioni SAN DONA’
SAN DONÀ «Faremo la nostra parte per la fiera del futuro». Lo hanno promesso il presidente della Regione Luca Zaia, il consigliere delegato della Città metropolitana Saverio Centenaro e le deputate leghiste Giorgia Andreuzza e Ketty Fogliani, ieri all’inaugurazione della campionaria. Tutti d’accordo nel sostenere il progetto per la fiera prevista nello spazio di Confrutta. La stima del Comune è di 300mila euro per ristrutturare lo spazio interno, sostituendo l’area delle celle frigorifere con nuovi spazi espositivi, ma serve circa 1 milione per sistemare anche l’area esterna, puntando a realizzare uno spazio polifunzionale che potrà ospitare anche concerti, incontri pubblici, convegni.
PORTA NORD Si tratta di un tassello della Porta Nord che comprende le nuove stazioni ferroviaria e dei bus e la riqualificazione dell’ex cantina sociale, sempre in via Pralungo. «Siamo al fianco del Comune – spiega Zaia – e faremo volentieri quanto sarà possibile. Questa è una buona amministrazione e la fiera ne è lo specchio, c’è voglia di fare». La campionaria mette insieme, infatti, tradizione, economia, scuola, cultura e volontariato. Anche Centenaro ha confermato che «la Città metropolitana è pronta a fare la sua parte, poniamo sempre attenzione alle infrastrutture». Impegno condiviso dalle deputate Andreuzza e Fogliani. «Attendiamo il progetto – conferma Andreuzza - come è stato fatto lo scorso anno per sbloccare il finanziamento relativo al resto della Porta Nord». «L’impegno c’è sempre per progetti importanti per il territorio – ribadisce Fogliani – indipendentemente dal colore politico del Comune». I politici, quindi, hanno risposto all’appello del sindaco Cereser che ha spiegato che quest’anno «si chiude un ciclo poiché l’80% dell’area espositiva attuale è di Cantine Vivo e dei titolari di
PRIMO GIORNO Il sindaco Andrea Cereser (primo da sx) e il presidente Luca Zaia (terzo da sx) dai panificatori Nuove Tecniche/Luca Padovani
Confrutta. Un cantiere sarà aperto per le due nuove stazioni legate alla mobilità e la riqualificazione dell’ex cantina sociale. San Donà conta 41.975 abitanti, e non sono mai stati così tanti. È una città che attrae per le opportunità lavorative e la qualità dei sevizi che comprende tanti aspetti tra cui la sanità, il giudice di pace, le scuole. Ci sono tutte le condizioni per cogliere la sfida dell’innovazione. Non è semplice ma è una sfida di tutti, non solo di Comune o Ascom, che da soli non ce la possono fare. Sarà un obiettivo realizzabile se condivi-
GLI SPAZI FUTURI TENGONO BANCO NEL GIORNO DELL’INAUGURAZIONE
so da tutti». Nella stessa direzione il progetto di valenza regionale “Fiere del Piave” che mette insieme San Donà, Longarone, Santa Lucia di Piave e Godega di Sant’Urbano, «realtà piccole ma essenziali per il territorio». Il nodo è ottenere i finanziamenti per riqualificare la struttura e insieme una sfida nel campo dell’occupazione, in particolare sul versante turistico come sottolineato da Angelo Faloppa il presidente di Ascom-Confcommercio che organizza la campionaria. Al taglio del nastro tra autorità civili e militari, per la prima volta anche il presidente del tribunale di Venezia Salvatore Laganà. Due lunghi applausi sono andati alle forze dell’ordine su invito di Zaia e Cereser, in ricordo dei due agenti morti venerdì a Trieste. Davide De Bortoli
Noventa
Il giorno di Rossella Brescia all’Outlet Ultimo appuntamento della rassegna “Storie d’artista” al Noventa Designer Outlet. Oggi alle 17.30 la famosa presentatrice e danzatrice Rossella Brescia sarà intervistata dal giornalista Fabrizio Cibin. Dopo gli incontri dedicati al mondo del teatro con l’attrice Milena Vukotic, alla musica con il pianista Remo Anzovino, questa volta l’appuntamento sarà con la danza, che avrà come ospite Rossella Brescia, una delle più note danzatrici, oltre che presentatrice e conduttrice della radio e della televisione. Di origini pugliesi,
dopo essersi diplomata all’Accademia di danza classica di Roma, Rossella Brescia ha esordito giovanissima in televisione, partecipando poi al talent show “Saranno famosi”, conduttrice di “Colorado Cafè” su Italia 1, inviata di “C’è posta per te” e inoltre da anni interviene a radio Rds. All’evento di questo pomeriggio all’outlet, Rossella Brescia svelerà qualche retroscena, racconterà episodi della sua carriera, i successi ma anche le difficoltà, la paura del debutto, i dietro le quinte. (E. Fur.)
«I cittadini continuano a segnalarci situazioni di ampio degrado nei parchi della città, dove i cestini della spazzatura sono ricolmi, poiché da settimane gli operatori ecologici non passano». La segnalazione è di Andrea Marin, responsabile veneziano della Leidaa (Lega italiana difesa animali ambiente) e viceresponsabile regionale del Movimento Animalista. «I cestini sono colmi – insiste – e in conseguenza a ciò i rifiuti vengono abbandonati anche intorno, sia gente civile sia gente meno civile è indotta a insudiciare di più. È come se gli enti preposti all’asporto dei materiali si siano dimenticati della loro esistenza». Marin propone anche un intervento preventivo. «In alcune aree la richiesta è quella che i contenitori per rifiuti vengano potenziati di numero. Oltre alla questione principale della pulizia dei parchi, è giusto far presente che i cittadini sandonatesi pagano la tassa dei rifiuti ed è giusto che di contro abbiano un servizio ineccepibile. Chiediamo quindi a chi di dovere una verifica dello stato delle cose». Marin più volte ha segnalato situazioni di degrado nelle aree verdi o addirittura vere e proprie discariche a cielo aperto, come avvenuto anche di recente. (f.cib)
RIFIUTI Cestini stracolmi
Zaia: «Il bando per i medici? Hanno già risposto in 150» SAN DONÀ «In 150 hanno già aderito al bando per 500 medici». Il presidente della Regione Luca Zaia dal palco della campionaria è tornato sul bando destinato a potenziare l’organico degli ospedali. «Mi hanno criticato per l’assunzione di 500 medici – spiega Zaia - Difendo la specialità, ma il laureato in medicina e chirurgia studia per sette anni, può fare anche la guardia medica per cui non capisco perché non possa lavorare in pronto soccorso. Siamo seri, andiamo avanti in questa direzione: è giusto che i cittadini siano visitati in modo veloce». Anche in questo settore una marcia in più può essere data dall’autonomia? «L’autonomia
è soprattutto efficienza e responsabilità – precisa Zaia – oltre alle risorse è importate poter decidere in autonomia. Non ci sarebbe un cittadino veneto che andrebbe a votare per il trasferimento a Roma della competenza nella sanità ma al contrario tutti andrebbero a votare per dire: “guai a chi mette le mani alla nostra competenza”». E non a caso Zaia nel giro tra gli stand si è fermato in particolare in quello dell’azienda sanitaria, facendosi fotografare con lo slogan “Io mi dono” dedicato alla donazione degli organi. Nello stand dell’Ulss 4, infatti, anche oggi sarà possibile farsi visitare, sottoporsi a screening ottenere qualche consiglio. Il programma odierno prevede nella mattinata la spiegazione sulle cure palliati-
ve, l’accesso e la gestione dei servizi territoriali e residenziali per le persone anziane o non autosufficienti e la gestione dell’affido familiare. Dalle 14 consigli utili in tema di gioco d’azzardo e come prevenire i sintomi e la cura dell’ictus. Alle 17 per mamme e papà una lezione teorica e pratica sulla disostruzione delle vie aeree nei bambini. All’ingresso della campionaria la mostra “Ar-
IL GOVERNATORE IERI ALLA FIERA CAMPIONARIA FINO A DOMANI 400 BANCARELLE DI STAND ARTIGIANALI
BANCHETTI E STAND La fiera campionaria di San Donà ospita oltre 400 bancarelle, il programma continuerà fino a domani
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te in fiera” a cura di 12 pittori della zona: Monia Ferrazzo, Cristina Maravacchio, Martina Bidogia, Valentina Rossetton, Cristina Bittante, Angela Florian, Leda Anthea Vizzini, Genny Fuser, Luigi Furlan, Franco Zecchinel, Danilo Marchesin, Claudio Donà. Lungo le vie cittadine circa 4 km di bancarelle. Tra le curiosità in piazza Indipendenza la cupola dello stand di Crunchlab che si occupa di innovazione, lavoro e tecnologia. Il cortile interno del palazzo del Consorzio di bonifica ospita il comparto agricolo, accessibile anche da piazza Trevisan. In città fino a lunedì sono circa 400 le bancarelle allestite con stand artigianali, gastronomici e delle associazioni nelle aree centrali. (D.Deb.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
A MESTRE TORNA “BUY VENETO” Si terrà domani al Laguna Palace di Mestre il 18° workshop internazionale del turismo. L’anno scorso ci furono 196 partecipanti da 46 Paesi
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Regionali 2020, il Pd chiama Calenda Contatti con l’ex ministro uscito dal partito dopo l’alleanza `I giovani dem infuriati: «Dal 2014 non si sta facendo niente» con il M5s per sfidare il prossimo anno il governatore Zaia Il segretario Bisato: «Non c’è inerzia, gli scenari sono cambiati»
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LE MANOVRE dal nostro inviato
PADOVA Mancano otto mesi alle elezioni regionali del Veneto e il Pd, il principale partito di opposizione, non ha ancora deciso cosa fare, chi candidare, con chi allearsi. Sindrome del perdente o necessità di aspettare che il pallino - dopo il cambio di governo da gialloverde a giallorosso, dopo la nomina di ministri e sottosegretari e in attesa del voto in Umbria e in Emilia Romagna - finalmente si fermi? L’aspetto singolare è che in questo quadro di perenne attesa si è pensato di chiedere a un ex dem di candidarsi contro Luca Zaia. Cioè di correre sì per perdere, ma onorevolmente e, soprattutto, per cominciare a investire sulla rinascita del centrosinistra in Veneto. Che, sulla carta, dovrebbe iniziare quando Zaia se ne andrà e cioè mal che vada nel 2025, quando il leghista finirà come impone lo statuto della Regione il suo terzo e ultimo mandato o magari prima, a seconda di quello che succederà in via Bellerio. Comunque sia, nel Pd veneto c’è chi ha pensato di candidare a presidente della Regione l’ex ministro allo Sviluppo economico ed ex dem, oggi a capo della formazione Siamo Europei il cui debutto nazionale è avvenuto a Tre-
VICENZA E TREVISO CHIEDONO DI CONVOCARE SUBITO GLI ORGANI DIRETTIVI: «NON C’È PIÙ TEMPO»
viso pochi giorno fa, Carlo Calenda. L’ex ministro - che aveva promesso “Mai col M5s” e quando è nato il governo giallorosso se ne è andato, pur restando europarlamentare, il più votato dei dem a Nordest - è stato individuato da autorevoli esponenti del Partito Democratico come uno dei più forti dei candidati possibili, in grado di tener testa a Zaia e di generare, in un elettorato moderato che pur apprezzando il governatore in carica non si riconosce nella Lega sovranista di Salvini, un sano entusiasmo. A quanto ri-
sulta, il leader di Siamo Europei avrebbe però declinato l’invito. Almeno per ora.
LE LETTERE Il fatto di aver pensato a un “esterno”, per quanto Calenda fino a ieri fosse organico al Pd, dà il segno della situazione di incertezza, e di difficoltà, che regna nel partito. I territori, però, premono: sia da Treviso che da Vicenza è arrivato al segretario regionale Alessandro Bisato l’invito a muoversi. «Bisogna partire ha detto la segretaria provinciale
di Vicenza Chiara Luisetto - Subito, però. Individuiamo quattro temi, e per me in cima ci stanno autonomia e sociosanitario, e facciamo vedere che abbiamo una proposta alternativa a quella di Zaia». Lo scorso 26 settembre anche la direzione provinciale del Pd di Treviso ha chiesto «la convocazione urgente» dei vertici regionali. Furiosi i giovani. Dice Andrea Vezzaro, 32 anni, della segreteria provinciale berica: «Sono passati cinque anni dalle primarie in cui vinse Alessandra Moretti, quat-
tro dalle elezioni regionali con la peggiore sconfitta di sempre e non è stato fatto niente. Tolta l’attività amministrativa in consiglio regionale e nei Comuni, il vuoto assoluto». «Il problema del Pd è che non abbiamo fatto opposizione fuori delle aule consiliari, il partito veneto è inesistente», rincara Angelo Tonello, 28 anni, membro dell’assemblea nazionale. Lui e Davide Giacomin, 20 anni, segretario dei Giovani Dem di Vicenza, non hanno dubbi: «Il candidato governatore? Achille Variati».
PAPABILI Carlo Calenda l’altro giorno a Roma con i lavoratori del gruppo Whirpool. A destra il segretario del Pd veneto Alessandro Bisato e il capogruppo in Regione Stefano Fracasso
La ricerca
Energia elettrica da fonti rinnovabili 6.955 Totale mix energetico
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LE ALLEANZE A sentire i più, i Cinquestelle non andrebbero imbarcati in una alleanza. «L’accordo nazionale con il M5s è stato importante, ma sono perplesso su un’intesa a livello regionale - dice il senatore veneziano Andrea Ferrazzi Per “colpire” dovremmo puntare su una aggregazione con il civismo, penso a un accordo civico con i territori». Sulla stessa linea il capogruppo in Regione, Stefano Fracasso, che ieri con il convegno a Padova sul Veneto “sostenibile” ha di fatto avviato la sfida sui programmi: «Oggi non ci sono le condizioni per un rapporto con il M5s in Veneto». Dopodiché c’è chi riconosce che un conto è il M5s di Jacopo Berti, altro il M5s del ministro bellunese Federico D’Incà. E a proposito di Belluno, tra i papabili candidati governatori “interni” è spuntato il nome del deputato Roger De Menech. E il segretario veneto Alessandro Bisato cosa dice? «Faremo a brevissimo una direzione regionale, ma a chi accusa che abbiamo perso tempo faccio presente che nel giro di poche settimane è cambiato il mondo, gli scenari sono completamente cambiati, non c’è stata nessuna inerzia». Anche Bisato vorrebbe una coalizione di centrosinistra allargata al mondo civico e senza i Cinquestelle e magari con il candidato governatore che emerga «spontaneamente, naturalmente, senza dover ricorrere alle primarie». Ma la preoccupazione, per tutti, è che poi Roma si imponga. E, magari, obblighi a un accordo con i pentastellati. Che qui, però, (quasi) nessuno vuole. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Vendite immobiliari, mobiliari e fallimentari Ancona 071 2149811 Lecce 0832 2781 Mestre 041 5320200 Milano 02 757091 Napoli 081 2473111 Roma 06 377081
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Energia elettrica da fonte rinnovabile (GWh) - Fonte: Università di Padova
La sfida ambientale: «Le nostre case sono dei colabrodo energetici» LO STUDIO PADOVA La sfida del Pd a Luca Zaia parte dall’ambiente. Perché i veneti pagano le bollette energetiche più care d’Italia, mediamente 1.592 euro all’anno e finora, dicono i dem, la Regione a guida leghista ha trascurato il te-
L’OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE NEL 2050: ENERGIE RINNOVABILI ED EMISSIONI DI CO2 PARI A ZERO aa17e976-2371-4b09-93c3-b5f24a9ca6a0
ma della sostenibilità ambientale. E cioè dello sviluppo dell’energia solare, dell’efficienza energetica degli edifici, di una mobilità elettrica e condivisa. «Un Veneto completamente a energia rinnovabile e a zero emissioni di CO2 nel 2050? Si può fare» è la sintesi dello studio commissionato dal gruppo consiliare regionale del Pd a un team di professori e ricercatori del Centro studi di Economia e Tecnica dell’energia “Levi Cases” dell’Università di Padova e illustrato ieri in un convegno a Limena dai professori Alberto Bertucco, Arturo Lorenzoni e Paola Valbonesi. Tre le linee di intervento tracciate: le abitazioni, oggi dei “colabrodo energeti-
ci”; la mobilità; le energie rinnovabili. Un’iniziativa che di fatto ha aperto il confronto programmatico in vista delle elezioni regionali del prossimo anno e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta.
LE MISURE Ma quali dovrebbero essere le azioni regionali per un Veneto 100% sostenibile? Tra le proposte avanzate dal Pd, un nuovo regolamento edilizio regionale per edifici a zero emissioni con la revisione della legge 49/2019, una legge regionale per la promozione delle comunità energetiche e un programma fotovoltaico fuori tetto con zonizzazione di parcheggi, discariche, aree dismesse, aree di risulta per il polmone fotovoltaico del Veneto. E poi l’istituzione di un fondo regionale per la transizione energetica e un piano colonnine ricarica con 5000 stazioni pubbliche al 2050 e l’adozione di piani comunali per infrastrutture di ricarica. Ovviamente, sul fronte dei trasporti, il biglietto unico regionale di cui si parla da anni. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 6 Ottobre 2019
ROVIGO.Picchialamogliedavantiaifigli:arrestato
VENETO Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
IcarabinieridiBadiaPolesinehannoarrestatopermaltrattamentiinfamigliaun36enne marocchino.Nelcorsodiunalitefamiliareincasa,davantiaifigliminori,haaggreditoepicchiato lamoglie,suaconnazionale,provocandolelesionilievianchedavantiaglistessiCc.
ENERGIA. Entromarzo sipunta avararelanormaregionale:«AllavoroconPiemonte-Lombardia»
MAXI-REPORTDEL PD. C’è il calcolodei fabbisognienergetici al2050
ilfotovoltaico Automomia,alVeneto «Vaimposto sututte learee diparking» le centrali idroelettriche Ildocente Lorenzoni:«È questala fonte-polmone rinnovabiledi energia peril futuro dellaregione»
Ilpassaggioallascadenzadelle concessioni:lo stabilisce una legge varatamesifa.Bottacin:«Svolta epocale,stabiliremo noiicanoni» Piero Erle
«Finora è l’unico pezzo di autonomia che abbiamo portato a casa», sorride l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin. Da una parte la bagarre politica sull’autonomia diffonde parole ogni giorno. Dall’altra, anche per la rivoluzione che vive il mercato delle auto, tutti i cittadini sanno che una delle più grande sfide che abbiamo davanti è quella dell’energia. E anche se pochi finora se ne sono accorti, il Veneto può vantare un risultato concreto sui due versanti: avrà per legge la gestione regionalizzata delle centrali idroelettriche. Tutto nasce da una legge voluta dalla Lega a inizio anno, spiega Bottacin: prevede che «alla scadenza delle concessioni» delle centrali idroelettriche queste «passano, senza
compenso, in proprietà alle Regioni e in stato di regolare funzionamento». «Praticamente abbiamo fatto il copia-incolla di ciò che è già per il Trentino AA sull’idroelettrico. Per il Veneto, ma anche Lombardia e Piemonte, è una partita da decine di milioni di euro. Poi le Regioni possono decidere di gestirle direttamente, o fare un bando e assegnare la concessione. Oppure anche di costituire una società mista pubblico-privata cui dare le centrali. È una svolta: siamo noi a decidere tutto, compreso l’importo dei canoni». A livello nazionale la situazione è variegata, ma in Veneto molte centrali - sono più di 60 - sono in capo a Enel (specie nel Bellunese, ma è interessato anche il Vicentino). «Stiamo affrontando la questione assieme alle altre regioni, perché occorre declinare
PADOVA
Unacentrale idroelettrica
L’assessoreGianpaolo Bottacin
la riforma a livello territoriale. In Lombardia e Piemonte ci sono già concessioni scadute e adesso in regime di proroga, quindi stiamo studiando con loro una legge omogenea. Siamo nella fase in cui occorre preparare e varare una norma regionale». L’obiettivo è di votare questa norma prima della fine dell’attuale legislatura, entro fine marzo. Ma Bottacin avvisa: «La norma prevederà tutte e tre le possibilità di gestione delle concessioni: sarà chi governerà nella prossima legislatura a stabilire cosa fare». Tempo ce n’è: per il Veneto mancano ancora alcuni anni prima di prendere in
mano le concessioni «ma è una svolta epocale. Gratuitamente diveniamo proprietari di centrali, e per il Veneto che ha avuto 2mila morti per il Vajoint (era di Sade, poi subentrò Enel) è una questione di grande rilievo. Al di là dei proclami di chi come i 5stelle invoca proprietà pubbliche, noi abbiamo realizzato un fatto concreto: c’è la legge e indietro non si torna. Anche perché c’è un ulteriore vantaggio: i concessionari hanno l’obbligo di fornire gratuitamente ogni anno alle Regioni 220 kilowattora per ogni kilowatt di potenza nominale media di concessione». • © RIPRODUZIONERISERVATA
«Rendere il Veneto per il 100% a energia rinnovabile si può. E devo dire che la scienza e la tecnica dimostrano di essere più avanti della politica». È stato presentato ieri in un convegno del Pd aperto da Stefano Fracasso, capogruppo in Regione, lo studio che lo stesso gruppo politico ha affidato per otto mesi al Centro studi di economia e tecnica dell’energia Levi Cases con un obiettivo preciso: come azzerare le emissioni di anidride carbonica in Veneto. E tra gli interventi dei docenti Alberto Bertucco e Paola Valbonesi, era atteso quello su “Traiettorie per un 100% rinnovabile” di Arturo Lorenzoni, docente universitario e vicesindaco e assessore alla mobilità a Padova. Il lavoro commissionato dal Pd a Lorenzoni e agli altri ha fotografato tutti i dati sui consumi attuali e i fabbisogni futuri di energia del Veneto. A partire dal presupposto che «l’incremento di efficienza
Ilprof. ArturoLorenzoni
energetica sarà capace di fronteggiare la crescita dell’economia», confermando o riducendo i consumi di energia. E il report, che ha preso in considerazione tutte le fonti energetiche rinnovabili già oggi utilizzabili e a prezzi ormai ben concorrenziali con quelle tradizionali fossili, ha dato un’indicazione precisa alla politica: «È il solare fotovoltaico - ha spiegato Lorenzoni - la fonte/polmone per giungere al 100% di fonti rinnovabili per il Veneto. Ha mostrato di avere costi interessanti e ha un potenziale infinito», ovviamente con una riorganizzazione della gestione-distribuzione d’energia. La biomassa legnosa già ora dà un suo grande contributo alla produzione di energia termica (occhio però alle polveri che produce), e le altre fonti come il biogas danno
un contributo minore. Gli edifici veneti consumano il 50% dell’intero fabbisogno di energia della regione: nel 2050 si spera che per metà saranno efficientati (-70% di consumi energetici), con pompe di calore poi in tutte le costruzioni. I trasporti a loro volta saranno efficientati e “elettrificati”, supponendo che quasi tutti i nuovi veicoli acquistati saranno elettrici. Ma come si potrà sostituire tutta la domanda di fonti fossili con energia elettrica, con l’aumento del +40% di fabbisogno che ci sarà da qui al 2050? Come detto, Lorenzoni dà una risposta precisa: il fotovoltaico sui tetti può giungere a quintuplicare la produzione, ma non basta. Serve «il fotovoltaico non su tetto»: deve fornire il 44% del fabbisogno futuro. Come si fa? «Serve lo 0,65% del territorio veneto, 12 mila ettari». Bisogna spingere su «parcheggi e aree utilizzate ma che possono essere coperte: occorre premere, imponendo di realizzare parcheggi solo se coperti dal fotovoltaico e così pure per altre strutture». Sono 20 miliardi di investimento da fare, spesso a carico dei privati ma con redditività interessanti. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA
PADOVA
DOMENICA 6 OTTOBRE 2019 IL MATTINO
La rinascita dell’ex carcere I pezzi d’arte contemporanea troveranno spazio nella riqualifica ala sud Il cantiere per il restauro sarà aperto dal Comune entro fine ottobre
Tremila tesori di design da anni negli scatoloni La collezione Bortolussi rivivrà nel nuovo Castello IL PROGETTO
Claudio Malfitano
È
una delle più complete raccolte di design contemporaneo esistenti in Europa. Ma giace da anni nel magazzino ricavato negli spazi dell’ex stenditoio al Castello dei Carraresi, dopo essere stata in un capannone della zona industria. Ma non è certo questo il destino che Giuseppe Bortolussi (raffinato collezionista veneziano di Gruaro, morto a 67 anni, anima della Cgia di Mestre ma anche assessore a Venezia e, per il centrosinistra, sfidante di Zaia nella corsa a governatore del Veneto nel 2010), avrebbe voluto per la sua straordinaria raccolta. Una raccolta che la famiglia, dopo la sua morte nel 2015, ha deciso di mettere a disposizione della città tramite una convenzione con il Comune.
30 ANNI DI PASSIONE
La collezione nasce da trent’anni di passione, di ricerca e di studio da parte di Giuseppe Bortolussi che, con la moglie
Mara, è considerato tra i più grandi collezionisti privati di oggetti di design. Sono oltre 3 mila pezzi, raccolti nel corso di molto tempo, che in maniera multidisciplinare raccontano la gran parte dell’ideazione e della produzione del design sia italiano sia estero, spaziando dagli anni ’50 fino alla contemporaneità. Ci sono sia oggetti di uso quotidiano, come utensili da cucina, elementi di arredo, macchine da scrivere e computer, che pezzi che strizzano l’occhio all’arte contemporanea. OGGETTI QUOTIDIANI
Pezzi considerati dei veri e propri capolavori artistici. Come la sedia “Tulip” di Eero Saarineen, in cui per la prima volta base e seduta formano un tutt’uno in risposta al “caos delle gambe” delle sedute tradizionali. E ancora pezzi di Karim Rashid, dei fratelli Campana (la poltrona “Corallo” e la sedia “Janette), di Tom Dixon che negli anni ’90 si è conquistato un posto di preminenza sulla scena del design europeo. C’è ancora Aarnio Eero, uno dei pionieri dell’uso della plastica, e poi Ettore Sottsass, uno dei grandi della creatività
italiana. Ci saranno le opere di Vico Magistretti, maestro delle linee eleganti e sobrie, che è stato ambasciatore dello stile razionale del design del dopoguerra ed ha contribuito al successo del design italiano a livello internazionale: ci sono le lampade “Atollo”, “Mezza Chimera” ed “Eclisse”. E infine anche i capolavori di Philippe Starck, guru del design contemporaneo. ESPOSTI A 360 GRADI
La collezione sarà esposta nella riqualificata ala sud del Castello, una volta terminati i lavori che saranno avviati entro ottobre. «Il Castello offre spazi espositivi adatti alla collezione in quanto ubicato in una posizione centrale e facilmente raggiungibile, sale di varia dimensione e ampi spazi che possono offrire un’ottimale collocazione degli oggetti che variano di dimensione e caratteristiche, motivo per il quale avranno bisogno di essere collocati nello spazio secondo le loro peculiarità – si legge nel progetto – C’è la necessità, infatti, che alcuni pezzi possano essere appoggiati al suolo altri appesi al soffitto o alle pareti per valorizzarne la forma». — le opere
Starck, Pesce Saarineen Artisti di culto A sinistra, in una foto del 2011, Andrea Colasio e Giuseppe Bortolussi negli spazi dell’ex stenditoio al Castello Carrarese. In questi spazi, chiusi in pile e pile di scatoloni, sono custoditi migliaia di pezzi, a volte veri e propri tesori del design contemporaneo entrati però nell’uso comune. Nella foto più in alto la “Aprilia Motò”, un capolavoro di design uscito dalla matita di Philippe Starck, che però fu un fallimento di vendite per la casa di Noale. Sotto a sinistra la famosissima “Lettera 22”, una macchina da scrivere della Olivetti progettata da Marcello Nizzoli, con Giuseppe Beccio. A destra, la “Umbrella Chair” progettata dal designer italiano Gaetano Pesce. Sotto la libreria “Cloud” disegnata da Ronan & Erwan Bouroullec per Cappellini. Nelle immagini qui a fianco a destra lo spremiagrumi di Alessi, entrato nelle case di molti italiani. E sotto la sedia “Tulip”, di Eero Saarineen, in cui per la prima volta base e seduta formano un tutt’uno.
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PRIMO PIANO
DOMENICA 6 OTTOBRE 2019 LA TRIBUNA
L’ingresso in Diocesi la sanità
«Una guida vicina agli ammalati in corsia»
Francesco Benazzi
Francesco Benazzi (direttore generale Usl 2): «Un benvenuto con il cuore al nuovo vescovo, con la certezza che saprà unire le anime del nostro territorio». Benazzi accoglie l’arrivo di monsignor Michele Tomasi con favore e lo aspetta presto negli ospedali della Marca per una visita agli ammalati. «Il vescovo è per i giovani un pastore che guida, per i cittadini adulti o
anziani rappresenta il sostegno morale e materiale. Ce n’è quanto mai bisogno per superare le grandi difficoltà del nostro tempo: la crisi economica, la solitudine, la povertà e la malattia» evidenzia il numero uno della sanità trevigiana. Temi complessi che toccano da vicino le corsie degli ospedali, dove sempre più pazienti devono fare i conti con la mancanza di una famiglia che possa prendersi cura di loro, nell’assistenza e nella vicinanza umana. «Sono certo– conclude Benazzi– che il vescovo Tomasi saprà stare vicino agli ultimi, tra i quali ci sono anche molti ammalati. E lo aspettiamo presto per una messa dedicata a chi sta male». —
l’ente camerale
«Noi attività produttive insieme al volontariato»
Mario Pozza
Mario Pozza (presidente Camera di Commercio): «Il vescovo Tomasi troverà nella Marca una realtà produttiva tra le più dinamiche del Veneto, anzi d’Italia. L’impatto non potrà che essere positivo» non esita ad affermare Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno. Il valore aggiunto, però, è un altro. Pozza lo definisce il “model-
dalla regione
oggi pomeriggio l’insediamento
Zaia: «La nostra sfida dialogare insieme»
«Benvenuto Michele» La città abbraccia il suo nuovo vescovo
Luca Zaia (governatore del Veneto): «Chi ben inizia è già a metà dell’opera». Il presidente Luca Zaia accoglie di buon grado l’insediamento del vescovo Michele Tomasi, cerca di andare oltre i mal di pancia di casa Lega, suscitati dalle dichiarazioni del prelato, stuzzicato proprio sui cavalli di battaglia del Carroccio: lo stop all’immigrazione e i baci al crocifisso. «Il vescovo Tomasi arriva in un territorio che conosce la solidarietà, dove una persona su cinque fa volontariato» evidenzia Zaia, riportando la discussione dentro a questa cornice, cercando di trovare gli elementi che uniscono, anziché quelli che dividono. «Le radici cristiane e cattoliche della nostra comunità sono evidenti, a prescindere dal credo di ognuno. Papa Francesco ha inaugurato il nuovo corso, il nuovo vescovo di Treviso, con tanto di chitarra, segue quella scia». Nel segno dell’unione, Zaia getta acqua sulle polemiche per le dichiarazioni di Tomasi che promette un confronto franco con tutti, anche con i rappresentanti della politica. «La Chiesa si occupa delle anime e le istituzioni dei corpi– prosegue Zaia– ammini-
lo Treviso” e si appresta a spiegarne le peculiarità che lo rendono unico nel suo genere. «Il mondo economico locale poggia su buone relazioni con l’universo del volontariato– evidenzia il presidente dell’ente camerale– il vescovo troverà in noi una porta aperta e una sinergia consolidata nel corso del tempo». Non sono mai mancate le collaborazioni tra la Chiesa e le realtà camerali guidate da Pozza. «La Marca è la terra dei papi, proprio questa ricchezza culturale, legata alla Chiesa va intesa come una risorsa da valorizzare– conclude Pozza– come sistema camerale crediamo e puntiamo molto sul turismo religioso che significa bellezza». —
Attraverserà tutta la provincia scendendo da Bolzano Centro chiuso al traffico, parcheggi soppressi e controlli
Luca Zaia
strare non è facile, la vera sfida sarà fare assieme il percorso nella comunità». Una Chiesa al passo con i tempi è ciò che Zaia intravede nel dinamismo che don Michele Tomasi ha dimostrato nel corso di questi anni: il servizio in numerose parrocchie, l’assistenza spirituale nelle Acli, l’incarico di Rettore del seminario, Vicario episcopale, docente di Dottrina sociale della Chiesa a Bressanone, una laurea in economia e la passione per i Genesis. «La Chiesa deve stare al passo con i tempi– conclude Zaia–credo che Tomasi sarà un ottimo vescovo. Se il buon giorno si vede dal mattino...». — Valentina Calzavara
le suore del san camillo
«Pregheremo per lui e per tutta la Diocesi»
Suor Bianca De Luca e suor Lancy Ezhupara
TREVISO. La provincia si prepara ad accogliere oggi il suo nuovo vescovo. E il suo ingresso sarà una passeggiata in centro per ricevere l’abbraccio dei trevigiani, dalla chiesa di Santa Maria Maggiore fino al Duomo. Il nuovo vescovo di Treviso, Michele Tomasi, partirà dai giovani che incontrerà a Madona Granda alle 14, dove arriverà dopo un percorso nella Diocesi di Treviso, quindi il rito d’ingresso prima in Battistero, alle 15, e poi in Duomo. Ma prima abbraccerà tutta la Marca.
rà anche donato un cesto di marroni del Monfenera. Dopo Pederobba, il vescovo passerà per le parrocchie di Signoressa, Postioma, allo stadio del rugby, dove incontrerà le parrocchie di San Paolo, San Liberale e Monigo, San Giuseppe di Treviso e la comunità della chiesa Votiva. Intorno alle 11.30 arriverà in Casa della Carità per un incontro con gli operatori Caritas, i volontari e gli ospiti; alle 12.30 sarà nella Casa del Clero per incontrare i sacerdoti anziani e pranzare con loro. Quindi l’incontro con i giovani a Madona Granda.
Martiri della Libertà , via Indipendenza, piazza dei Signori, Calmaggiore, piazza Duomo. Oltre a via Risorgimento, via delle Absidi e via San Nicolò che saranno interessate dal trasferimento del corteo al termine della cerimonia. Fin dalle 7 oggi scatterà il divieto di sosta oltre che lungo il percorso anche nell’area vicina al Duomo (via Cesare Battisti, via Riccati, via Sauro, via Risorgimento, via Castelmenardo, via Longhin) compreso il park Cantarane. Dovranno rispettare il divieto di transito anche gli autobus.
I DIVIETI
CONTROLLI ECCEZIONALI
A Treviso in centro fin dalle 13 sarà vietata la circolazione nelle vie interessate dalla cerimonia di ingresso del nuovo vescovo: piazza Santa Maria Maggiore, via Carlo Alberto, via e piazza San Leonardo, via
Un lavoro super per la polizia locale, che metterà al lavoro quaranta agenti coadiuvati da una ventina di operatori della Protezione civile. Le prime limitazioni al traffico scatteranno in Borgo Cavour per il mer-
IL PROGRAMMA
Monsignor Michele Tomasi, scendendo da Bolzano, farà sosta a Pederobba a partire dalle 9.30, e sarà accolto dagli Alpini lungo la Feltrina. Accompagnato in chiesa dai cittadini e dalla banda, vi celebrerà un momento di preghiera. Gli sa-
Suor Lancy Ezhupara e suor Bianca De Luca, San Camillo: «Aspettiamo il vescovo a braccia aperte, da figlie della Chiesa. Lo accogliamo con molto amore e confidenza». Concordano su tutta la linea suor Lancy Ezhupara e suor Bianca De Luca, rispettivamente direttore amministrativo e madre superiore della struttura di viale Vittorio Veneto. «Il vescovo Tomasi saprà guidare la nostra diocesi da buon pastore, con quella umiltà gioiosa e quella disponibilità che già si vedono in lui» proseguono le sorelle del San Camillo «ci uniamo al Signore nel ringraziamento per la sua presenza e lo sosterremo con la nostra preghiera per la Chiesa di Treviso». —
la comunità straniera
«Sia un interlocutore tra le diverse culture»
Abdallah Kezraji
Abdallah Kezraji, presidente della cooperativa Hilal: «La comunità straniera trevigiana accoglie con entusiasmo il nuovo vescovo. Siamo convinti che volgerà il suo sguardo a tutta la collettività, pronto a svolgere la sua missione nel migliore dei modi» evidenzia Kezraji, tra i referenti della comunità musulmana della Marca. L’impegno a fare da ponte tra le culture, per facilitare il dialogo e l’integrazione di tutte le componenti so-
catino (dalle 6 alle 21). Niente transito né sosta nel Borgo da porta Santi Quaranta a via Riccati; via San Liberale (nel tratto compreso fra via Sauro e Borgo Cavour), via Filzi (fra via Chiesa e Borgo Cavour) e via Canova (tratto tra via Fra’ Giocondo e Borgo Cavour). Dalle 7 alle 12 non si potrà parcheggiare in viale D’Alviano nel tratto da Porta Santi Quaranta a Porta Caccianiga. Dalle 10.45, invece, viale d’Alvia-
ciali costituisce, secondo Kezraji, una delle principali sfide che attendono monsignor Tomasi. «Serve un argine contro la spettacolarizzazione dell’immigrazione, che rappresenta a tutti i livelli un male– aggiunge Kezraji– anche la Chiesa deve fare la propria parte e impostare un confronto reale, che coinvolga l’intera comunità. Solo così si potranno superare i pregiudizi che tanto male stanno facendo alla nostra società». In questo contesto, le parrocchie rappresentano un punto di riferimento imprescindibile, in grado di fare da collante tra le componenti della comunità. «Le parrocchie sono dei validi interlocutori– dice Kezraji– non c’è bisogno di pietismo, bensì di vicinanza e responsabilità». —
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.ROVIGO
... Domenica 6 Ottobre 2019
La Voce
ACQUEVENETE Partiti i lavori di potenziamento della centrale rodigina. Venerdì il sopralluogo
Emergenza idrica, Boara più sicura E’ uno degli interventi in programma dopo i disagi di fine ottobre 2018. Cantieri a Badia e Cavarzere Sono partiti nei giorni scorsi i lavori di potenziamento della centrale di potabilizzazione di Acquevenete a Boara Polesine. Un cantiere da 1 milione e 550mila euro, con l’obiettivo di aumentare la ridondanza di trattamento dell’impianto: si tratta di uno degli interventi messi in programma a seguito dell’emergenza idrica di fine ottobre 2018. Venerdì nel cantiere all’interno della centrale si è tenuto un sopralluogo alla presenza del direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio Nicola Dell’Acqua, nelle vesti di soggetto attuatore inviato dal commissario per l’emergenza maltempo Luca Zaia a verificare lo stato dei lavori. Presenti anche Loris Toniato della direzione Tutela e sviluppo del territorio regionale, il direttore di Arpav Rovigo Vincenzo Restaino, il presidente della Provincia di Rovigo Ivan Dall’Ara, il presidente di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo con il componente del cda di Acquevenete Antonio Bombonato. “Dopo l’emergenza idrica dello scorso anno abbiamo riscontrato subito da parte di Acquevenete una forte sensibilità nel farsi carico e nel risolvere la problematica - ha sottolineato il Prefetto di Rovigo, Maddalena De Luca - Sono stati avviati immediatamente lavori di potenziamento e ammodernamento degli impianti per renderli idonei a far fronte anche a situazioni di carattere eccezionale. Ad Acquevenete va un grande plauso per l’efficienza e la professionalità dimostrate, ricordando che tutte le azioni messe in campo sono mirate a garantire la tutela della salute pubblica”. E ha aggiunto: “Un’altra importante innovazione introdotta è l’app per gli utenti, uno strumento di comunicazione che avevo chiesto in occasione dell’emergenza dello scorso anno: Acquevenete ha sposato immediatamente questa proposta e già da qualche mese è attivo un servizio di informazione costante all’utenza, con la finalità di ridurre al minimo i disagi per la popolazione, informando tempestivamente delle sospensioni”.
Il pool di Acquevenete con il presidente Piergiorgio Cortelazzo e le autorità del territorio
“Acquevenete ha avviato una serrata progettazione all’indomani dell’emergenza maltempo di fine anno scorso, on il costante sostegno della Regione - ha sottolineato il presidente del gestore idrico, Piergiorgio Cortelazzo - Il cantiere è partito nei tempi previsti e una volta portato a termine consentirà un significativo miglioramento del servizio offerto, soprattutto in caso di crisi. Chiediamo sin d’ora ai nostri utenti di pazientare per le inevitabili sospensioni che saranno necessarie in corso d’opera, che verranno comunque sempre annunciate con anticipo, ricordando che
il fine ultimo è quello di non ripetere situazioni di disagio come quelle vissute in passato”. Il progetto, nel dettaglio, prevede una serie di interventi presso la centrale di Boara Polesine. Innanzitutto i lavori consentiranno di rimettere in funzione una sezione di trattamento parallela alla chiariflocculazione, ovvero i decantatori, che svolgono di fatto la stessa funzione. In secondo luogo, è previsto il rifacimento completo dell’impiantistica idraulica ed elettrica della filiera dei carboni attivi. Il terzo step riguarda l’adeguamento dell’opera di
presa e infine verrà realizzato un nuovo impianto di trattamento delle acque di risulta. La finalità principale è quella di garantire la ridondanza di trattamento all’impianto, in particolare in relazione al comparto di chiariflocculazione/decantazione. Questa fase è quella più critica nel trattamento degli eventi di elevata torbidità, come è stato quello che ha interessato la centrale durante l’emergenza idrica di fine ottobre 2018. Nello stato di fatto il margine di sicurezza della chiariflocculazione della centrale di Boara è inferiore rispetto a quello degli altri impianti che prelevano dall’Adige ed è stata questa una delle cause per cui l’eccezionalità dei livelli di torbidità del fiume raggiunti durante la crisi ha causato la fallanza del trattamento di interessato Boara, e non invece quello delle altre centrali. Con le opere previste dal progetto sarà possibile garantire un più ampio margine di sicurezza all’impianto di Boara per far fronte ad eventi estremi di piena. Trattandosi di interventi che per forza di cose si devono realizzare su un impianto in funzione, per la durata del cantiere potranno essere messe in programma delle sospensioni dell’erogazione: queste verranno sempre e comunque
comunicate in anticipo, attraverso l’app acquevenete, il sito www.acquevenete.it, oltre ad avvisi inviati agli organi di stampa e agli enti territoriali. Questo progetto rientra tra gli investimenti messi in programma da Acquevenete per il potenziamento delle centrali sul fiume Adige, all’indomani dell’emergenza di fine ottobre 2018, quando l’eccezionale torbidità dovuta alla piena per l’ondata di maltempo sulla regione causò disagi agli utenti di nove Comuni rodigini, tra cui il capoluogo. Il masterplan messo in campo da Acquevenete prevede nuove opere per un valore che supera i 12 milioni di euro, in parte sostenute dalla Regione Veneto nell’ambito della gestione emergenziale che ha visto la nomina del governatore del Veneto Luca Zaia a commissario delegato ai primi interventi urgenti di Protezione civile. Per la sola centrale di Boara Polesine, oltre al cantiere attualmente in corso, è già stato ultimato un intervento di rifacimento dell’impianto di rilancio in rete e al ripristino del serbatoio pensile presso la centrale, per un importo complessivo di 800mila euro, mentre il progetto da 5,5 milioni di euro per l’ulteriore potenziamento della centrale è
in fase di affidamento dell’incarico di progettazione definitiva (con scadenza offerte il prossimo 7 ottobre). Questo intervento permetterà di realizzare nuovi comparti di processo (chiariflocculazione e filtrazione a sabbia, finissaggio su carbone attivo e accumulo), per garantire la potenzialità necessaria alla dismissione della centrale di Occhiobello e per creare una filiera parallela di processo. Nel frattempo, per quanto riguarda le altre centrali che attingono dall’Adige, sono in esecuzione i lavori di adeguamento a Badia Polesine e Cavarzere, un progetto del costo totale di 680mila euro. A Badia Polesine è in corso anche un intervento di escavazione dell’alveo del fiume Adige, allo scopo di liberare dalla sabbia l’opera di presa sul fiume, per un importo di circa 200mila euro, mentre a Cavarzere un ulteriore cantiere da 380mila euro sta concretizzando i lavori di potenziamento necessari a ricevere la fornitura di acqua pedemontana attraverso il Mosav. Altri tre adeguamenti sono in scaletta per le centrali sulla sponda padovana, con un investimento di 3,2 milioni di euro per le centrali di Piacenza d’Adige, Vescovana e Anguillara Veneta. © RIPRODUZIONE RISERVATA