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REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Domenica 27 Ottobre 2019
Test psico-attitudinale per i candidati M5S «Così non ripetiamo gli errori del passato» Regionali,lapropostadiBerti.AssembleaspaccatasulPd
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Berti Il test non sarà obbligatorio ma aiuterà a capire chi sa lavorare in team D’Incà L’alleanza con il Pd a Roma sta dando risultati, va replicata anche qui
VENEZIA «In passato abbiamo avuto a che fare con candidati che, anche se fortissimi sui loro temi e magari anche bravi a comunicare, poi si sono rivelati incapaci di lavorare in gruppo, di fare squadra, ecco perché la mia proposta è di fare a tutti un test psicoattitudinale. L’ho suggerito a Luigi Di Maio, mi ha risposto che se la base veneta è d’accordo non ci sono problemi». La proposta choc di Jacopo Berti arriva dopo un’ora di assemblea, quando Erika Baldin ha già spiegato nel dettaglio la nuova legge elettorale regionale e lo stesso Berti ha illustrato le modalità di scelta dei candidati. Davanti a loro, a Simone Scarabel e a Manuel Brusco, circa un centinaio di sostenitori, attivisti, consiglieri comunali e aspiranti politici arrivati da tutto il Veneto e riuniti nella sala conferenze del Novotel di Mestre (Venezia) per avviare la fase assembleare che condurrà il Movimento 5 Stelle fino alle prossime elezioni per palazzo Balbi. «Il test non andrebbe “superato”, non sarebbe neppure obbligatorio - specifica Berti mentre la platea si spacca tra chi apprezza l’idea e chi ne è preoccupato - Semplicemente il risultato verrebbe aggiunto alla scheda del candidato sulla piattaforma online. Ovviamente tutto sarebbe svolto
Il centrosinistra
Esordio di Iv E Rubinato dice addio al Pd VENEZIA Italia Viva, il nuovo partito di Matteo Renzi, sbarca in Veneto e si prepara alle Regionali, nonostante l’ex premier avesse detto di voler saltare - per il momento gli appuntamenti locali. Accolto dalle parlamentari Daniela Sbrollini e Sara Moretto, il coordinatore nazionale Ettore Rosato è stato il protagonista dell’evento all’hotel Bologna di Mestre, dove ha assicurato che Iv sarà «sempre alternativa alla Lega e a Fratelli d’Italia», prendendo però tempo sia sulle alleanze che sulle candidature («Vogliamo una figura proveniente dalla società civile»). Rumors non escludono trattative con Forza Italia schiacciata da Lega, lista Zaia e Fdi. Intanto Simonetta Rubinato, ex parlamentare Pd e sindaco di Roncade, lascia i dem per dare vita ad una sorta di Svp veneta: «Spiace commenta il segretario del Pd Alessandro Bisato divisioni e addii non aiutano a costruire un fronte unitario alternativo all’attuale compagine di governo della Regione».
da un professionista esterno, per garantire l’imparzialità». Il test andrebbe a inserirsi a metà del percorso di selezione, che si pensa di ricalcare da quello di cinque anni fa: autocandidatura online sulla piattaforma Rousseau, «graticole» davanti alla base provinciale, quindi voto sempre su Rousseau. Berti ha anche azzardato un’ipotesi di tempistiche: vorrebbe concludere le proposte entro il 15 novembre, terminare le graticole per l’inizio di dicembre e aprire il voto online entro la prima settimana del mese.
Erano partiti così Da sinistra: Jacopo Berti, Manuel Brusco, Erika Baldin, Simone Scarabel e Patrizia Bartelle. Quest’ultima ha poi lasciato il gruppo
5 VE
La classifica dei Lea A chi domanda quale programma e quale nome come candidato presidente, il capogruppo risponde alla stessa maniera: «Bisogna capire cosa fare con le liste civiche: se decidiamo di aprire anche a loro non possiamo presentarci già arroccati, sarebbe un modo per andare subito allo scontro». Alleanze e apparentamenti sono l’elefante nella sala conferenze: gli elettori M5S non sembrano apprezzare particolarmente né l’ipotesi di replicare l’alleanza romana con il Pd, né la formula ibrida trovata per l’Umbria, che invece piace al ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà: «In questi mesi siamo già riusciti a ottenere grandi risultati: il taglio dei parlamentari, la legge di bilancio. L’idea di un candidato presidente esterno, come in Umbria, è molto interessante». Berti non ha paura di mostrarsi scettico: «Se fosse per me nessuna alleanza». Tra la base le opinioni sono discordanti: tanti temono che, dietro certe civiche, si nascondano «i soliti partiti», ma c’è anche chi vorrebbe capitalizzare il lavoro dei comitati e delle associazioni del territorio, in particolare in ambito ambientalista. Intanto resta un punto di domanda su chi si farà avanti: dati quasi per scontato gli attuali consiglieri regionali, molti vorrebbero evitare l’effetto «lotteria», la corsa al seggio anche senza alcun impegno precedente. Giacomo Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sanità, Veneto al primo posto Via al fascicolo elettronico La scheda ● La «griglia Lea» 2018 elaborata dal ministero della Salute in base a indicatori raccolti nelle categorie Ospedale, Distretto e Prevenzione e contraddistinti da relativi punteggi, vede il Veneto svettare con 222 punti sul massimo
raggiungibile di 225. Si tratta delle prestazioni garantite dal Servizio sanitario nazionale ai cittadini dietro pagamento del ticket. Per elaborare la classifica, il ministero della Salute valuta una serie di parametri tra cui l’appropriatezz a delle prestazioni e il rispetto del budget. ● Passi avanti anche verso il Fascicolo sanitario elettronico, che conterrà la «storia sanitaria» di ogni veneto: aggiudicata la gara da 122,5 milioni di euro per arrivare a un Sistema informativo ospedaliero unico
VENEZIA La Sanità veneta riconquista il primo posto per l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (le prestazioni garantite ai cittadini dietro pagamento del ticket), già detenuto nel 2016 e ceduto per soli tre punti (218 a 221) al Piemonte nel 2017. La «griglia Lea» 2018 elaborata dal ministero della Salute in base a indicatori raccolti nelle categorie Ospedale, Distretto e Prevenzione e contraddistinti da relativi punteggi, vede il Veneto svettare con 222 punti sul massimo raggiungibile di 225. Seguono Toscana ed Emilia (220 punti), Piemonte (218) e Lombardia (215). E poi Liguria, Umbria, Abruzzo, Marche, Basilicata, Puglia, Molise, Lazio, Campania, Sicilia e infine Calabria che, con 146 punti, è l’unica sotto il minimo accettabile di 160. I dati saranno ricontrollati perché almeno una Regione ha chiesto un riconteggio, in più al momento sono escluse le realtà a statuto speciale. Per l’elaborazione della classifica, il «Comitato Lea» monitora l’erogazione delle prestazioni in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse, anche per garantire l’uniformità delle cure sul territorio. Per esempio vengono valutati l’operazione per la frattura del femore entro le 48 ore, il numero di accertamenti inappropriati, l’adesione agli screening oncologici, i tempi di intervento del Suem 118, il tasso di risonanze magnetiche rispetto alla popolazione e così via. «I numeri sono incontrovertibili — nota il governatore Luca Zaia — la sanità veneta resta al primo posto per l’applicazione dei Lea. I dati ufficiali testimoniano quanto ripeto da anni: anche senza l’autonomia e a parità di fondi assegnati dallo Stato, esistono già due Italie. Una gestita con virtuosità e una piena di sprechi e cattivi servizi. Chi sostiene quindi che l’autonomia creerebbe un’Italia di serie A e una di serie B, dice una bugia facilmente smentibile». Il presidente torna dunque alla carica: «La classifica 2018 conferma la validità delle misure di riorganizzazione, omogeneizzazione dei servizi e buon governo adottate in Veneto, nonostante le difficoltà create dalle rigidità delle leggi nazionali e i trasferimenti contingentati. La nostra sanità funziona grazie a operatori e amministratori che garantiscono il massimo impegno e allora perché non concederci di organizzarci ancora meglio, riconoscendoci maggiore autonomia?». E a proposito di progresso, continua l’avvicinamento al Fascicolo sanitario elettronico, che raccoglierà l’anamnesi, gli esami, le visite, la cartella clinica di ogni veneto. Tutto ciò attraverso un Sistema informativo centralizzato: il primo passo, comunica Azienda Zero, è l’aggiudicazione della gara «Procedura aperta telematica». Prevede l’acquisizione, per cinque anni con facoltà di rinnovo di due anni e proroga di ulteriori 180 giorni, del Sistema informativo ospedaliero della Regione. L’aggiudicazione è suddivisa in 5 lotti territoriali, per l’importo complessivo di 122,5 milioni, tra le Usl Dolomiti e Marca Trevigiana (lotto A); Serenissima, Veneto Orientale e Polesana (lotto B); Euganea, Azienda ospedaliera di Padova e Iov (lotto C); Usl Pedemontana e Berica (lotto D); Scaligera e Azienda ospedaliero-universitaria di Verona (lotto E). «Si tratta di un Sistema informativo sociosanitario standard, uniforme, evoluto, che permette una gestione ottimale dei dati, evitando duplicazioni — precisa Azienda Zero, che aveva lanciato il bando nel maggio 2018 —. E’ un salto di qualità, si potrà disporre in tempo reale di tutte le informazioni cliniche e sanitarie del paziente, in regime di emergenza-urgenza, ambulatoriale oppure ospedaliera, dematerializzando i documenti prodotti». M.N.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Domenica 27 Ottobre 2019 Corriere del Veneto
VENEZIA E MESTRE
L’iniziativa Prime cento firme MESTRE Una quercia neonata crescerà di cent’anni in un click. A Favaro sorveglierà un’area convegni tecnologica en plein air. Che a sua volta aprirà la strada a un itinerario puntellato di postazioni touch, pronte a descrivere ciò che si calpesta, che si annusa e che si sfiora all’interno del Bosco di Mestre. E ancora visori 3D capaci di far vedere come crescerà la vegetazione intorno di decennio in decennio, postazioni di ricerca scientifica e spazi di contemplazione interattiva. Tutta la tecnologia possibile per fare del prossimo «Giardino del visibile e dell’invisibile» la prima realtà botanica digitale al mondo. Dieci anni di cantiere per 25 ettari di giardino open space senza serre, né alberature,
Tanti boschi in uno Il bosco di Mestre è costituito dall’insieme di varie are boschive di Carpenedo, Dese, Favaro. E’ a un quarto della sua realizzazione
L’M9 di alberi e piante Dentro il bosco di Mestre un orto botanico in 3D Via al progetto dell’Istituzione parchi. Investitore svizzero flora minore o altre specie non autoctone. «Sarà un M9 all’aperto» lo definisce il suo promotore, l’ex assessore Giovanni Caprioglio, presidente dell’Istituzione boschi e grandi parchi. Con tanto di biglietto per autosostenersi. «Si tratta dell’evoluzione informatica del giardino botanico tradizionale, nel suo primissimo esperimento». Il progetto di fattibilità c’è già. Quello esecutivo verrà realizzato per lotti, con la speranza di un intervento finanziario da parte di Regione, Comune e Città metropolitana. Intanto i fondi per la prima fase sono a bilancio. E pare ci sia già un investitore svizzero che ha messo gli occhi sopra la realizzazione
Venicemarathon
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Caprioglio La speranza è abbia la stessa evoluzione del parco di San Giuliano
del museo verde. «I soggetti che abbiamo individuato per ora rimangono riservati, non abbiamo ancora nessuna contrattualizzazione» precisa l’architetto. «Un luogo così non esiste da nessuna parte - insiste Caprioglio - possono convergere degli investimenti che fanno reddito». Intanto il Bosco di Mestre si prepara: è pronto per la piantumazione di nuovi alberi e l’installazione di due piccoli bacini di laminazione per la fitodepurazione in cinque ettari di via Terronazzo e altri sei in via Pialoi. I soldi? «Abbiamo notizie che della delibera della giunta regionale del 1991, che stanziava 3 miliardi di lire per il bosco, ci siano fondi ancora dal
2007: 522 mila euro». E poi per il Bosco dell’Osellino c’è la proposta di raddoppio lungo tutto il percorso che costeggia il canale: «Il Consorzio acque risorgive dovrebbe finalmente aver avuto i finanziamenti, per arrivare oltre la chiusa». Espansioni anche al parco San Giuliano, verso Campalto: «Abbiamo avuto una decina di ettari nuovi - conferma Caprioglio - l’evoluzione dovrebbe essere nella parte di barena che fino ad ora è stata solo messa in sicurezza, senza bonifica». L’architetto spera che la realizzazione del «Giardino dell’invisibile» sia come quella del parco San Giuliano. «C’è stata una staffetta, negli anni, tra le varie amministrazioni che non ha guardato i
L’idea ● L’Istituzione parchi e boschi di Mestre ha approvato un progetto per un «Giardino del visibile e dell’invisibile» ● Sarà un orto botanico digitale con visori in 3D
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Piccoli maratoneti crescono E oggi le sfide per 13 mila Familyrun,unsuccesso.DirettasuRaisportdalle9.20
MESTRE I chilometri erano quattro e dunque ne mancano ancora 38. Ma chissà se qualcuno tra le migliaia di ragazzi che ieri mattina hanno corso la Family Run al parco di San Giuliano un giorno correrà anche i 42 chilometri e 195 metri della Venicemarathon intera e magari diventerà un campione. La prova più lunga scatterà stamattina alle 9.30 da Stra, preceduta alle 8.30 dalla 10 chilometri che percorrerà l’ultimo tratto fino a Riva Sette Martiri, con 13 mila runner in gara. La corsa delle scuole e delle famiglie ha fatto da preludio alle due gare «regine» del weekend, con 6 mila partecipanti. Per la cronaca hanno vinto i due studenti Nicola Casarin e Anna Da Villa, mentre per il sesto anno il liceo Bruno-Franchetti ha vinto il premio per il maggior numero di partecipanti con 670 iscritti. Per la maratona invece la sfida per la vittoria sarà come al solito tra gli atleti africani, dai keniani Andreaw Ben Kimtai (miglior personale con
San Giuliano La family run ieri mattina al parco di San Giuliano con migliaia di bambini e ragazzi (Errebi)
2:08:32) e Geofrey Yegon, grande specialista della mezza, agli etiopi Habtamu Asefa e Tesfaye Anbesa. Tra le donne favorite le keniane Cynthia Cherop, Judith Korir e Jackli-
ne Atudonyang. A difendere i colori italiani ci sarà solo Ahmed Nasef, originario del Marocco, già campione nazionale, mentre Said Boudalia tenterà di battere il record del
colori politici, fino alla realizzazione del parco. Spero che per il “Giardino dell’invisibile” sarà così». E la speranza è che con lui si ampli il Bosco di Mestre, arrivato a un quinto del progetto che aveva in mente Gaetano Zorzetto: 1200 ettari sognati contro i 230 che oggi si snodano tra aree Querini (200 ettari), Carpenedo (10 ettari), Osellino (8 ettari), Campalto (7 ettari), e altri a Dese, Favaro e quartiere Pertini. Tutte ricche di specie arboree autoctone come la farnia, il carpino, il frassino, l’acero, l’olmo, l’ontano, il salice, il pioppo. Se ne è parlato anche al convegno «I boschi di pianura come mitigazione del cambiamento climatico» organizzato dall’associazione Bosco di Mestre, che ha lanciato un appello alla Regione per rifinanziare la legge regionale del 2003, che giace ferma dal 2011. «Dall’azzeramento del bosco di pianura in Veneto, siamo riusciti a realizzare negli anni 500 ettari, ma manca la volontà politica» spiega Giustino Mezzalira di Veneto Agricoltura, il dottore forestale che ha supervisionato il progetto del bosco. Proprio il bosco mestrino è quasi la metà di tutto il bosco di pianura presente nella nostra regione. Giulia Busetto
mondo over 50 (2:19:29). I big di casa nostra scenderanno in strada sulla 10 km: ci saranno infatti Yohannes Chiappinelli, azzurro dei 3000 siepi, e le due maratonete Valeria Stra-
neo e Sara Dossena, la prima e la terza all-time. Nella gara per gli atleti diversamente abili Alex Zanardi ha creato un cast che si contende la partecipazione alle Paralimpiedi di Tokyo 2020. La maratona partirà come sempre da Villa Pisani e percorrerà tutta la Riviera del Brenta tra Fiesso d’Artico, Dolo e Mira. Attraverso Malcontenta si arriverà a Marghera e poi, per il sottopasso della stazione, a Mestre, dove si passerà per il chiostro di M9. Poi San Giuliano, ponte della Libertà, Zattere e San Marco attraverso il ponte di barche di Insula. Per alcune ore ci saranno strade chiuse e deviazioni e anche i servizi pubblici di Actv, compresi quelli di navigazione, subiranno delle modifiche con la chiusura della fermata Vallaresso: tutti i dettagli sono su www.comune.venezia.it e www.actv.it. La gara sarà accompagnata dai 12 Huawei Music Point: ci saranno poi oltre 2 mila tra volontari e forze dell’ordine, 100 mila bottigliette di acqua e 18 mila di birra, 30 mila biscotti, 40 quintali di banane, 22 di arance e 15 di mele. La maratona sarà trasmessa in diretta su RaiSport dalle 9.20 e anche sul sito dell’evento, oltre che in 74 Paesi del mondo. (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un Comitato per intitolare una strada a Berlinguer
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i sono piazze e strade intitolate a Nogara, San Biagio di Callalta, a Camisano Vicentino, a Cogollo sul Cengio. E ovviamente c’è una via Enrico Berlinguer a Padova, dove 35 anni fa tenne l’ultimo comizio durante il quale fu colpito da ictus. Ma non c’è nel capoluogo veneto e così la Fondazione Rinascita ha promosso un comitato per intitolare un luogo pubblico a Enrico Berlinguer. Le firme sono già cento, le prime quelle di Michele Mognato, Delia Murer, Pierangelo Molena, del sottosegretario Andrea Martella, Michele Vianello, Angelo Zennaro, Cesare De Piccoli. C’è l’ex guardia del corpo Piero Calderan e l’ex senatore Vittorio Chiesura insieme a personalità della città che non hanno una storia nel partito comunista come Annamaria Miraglia, il sottosegretario Pier Paolo Baretta, il senatore Andrea Ferrazzi, Laura Fincato. Ancora: Gianfranco Bettin, Anna Forte Zorzetto, Marco Borghi, Lilli Carnieletto, Ugo Agiollo, Maurizio Cecconi, Nicola Pellicani, la presidente dell’Anpi Maria Cristina Paoletti, Mara Rumiz, Amerigo Restucci, Davide Zoggia, Luana Zanella, Sandro Simionato, Armando Danella e molti altri. Nel nome di Berlinguer, si ricompone un pezzo di sinistra. La raccolta di sottoscrizioni continuerà con una pagina Facebook. «Proponiamo che un luogo pubblico, un parco, uno slargo, una via non intitolati, un bene della città, insomma, sia dedicato a Berlinguer – spiega Mognato – Nel 2022 si celebreranno i cento anni della nascita nel 2021 i cento anni dalla fondazione Pci e a partire da questa proposta, vorremmo arrivare ad un confronto su di lui, figura chiave del Novecento ma dall’indubbia contemporaneità: la moralità nella politica e la difesa degli ultimi sono valori universali e attualissimi». Dopo la morte a Padova il corpo fu portato in auto fino all’aeroporto, una folla immane attese il passaggio in corso del Popolo, tra ombrelli e striscioni. «Era un politico del popolo – ricorda Mognato – che con Venezia aveva una storia particolare, dalla presenza alla Festa dell’Unità in piazza Ferretto nel 1975, al Petrolchimico». Le rotonde senza nome in corso del Popolo o lo slargo davanti all’ingresso Sud dell’M9 potrebbero essere luoghi papabili, o un parco. «I luoghi li decideremo di concerto dopo aver vagliato una rosa di proposte – dice l’assessore alla Toponomastica Paola Mar – Certo è che Berlinguer è stato un grande statista che merita di essere ricordato. E che con Nenni, Almirante e Spadolini ha fatto la storia d’Italia». Mo.Zi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE
DOMENICA 27 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Digitalmeet 2019: a Padova tesi a confronto su robotica e cybersecurity. Ma la delegazione di Pechino non si fa vedere
Intelligenza artificiale, Cina verso il primato «Ma alzare barriere è tornare al Medioevo» L’EVENTO
Silvia Pittarello Il digitale unisce, certo. Ma il digitale può anche dividere, soprattutto quando in campo ci sono interessi commerciali e questioni di sicurezza nazionale. C’era anche il ministro Federico D’Incà ieri all’Italy-China Tech Forum che si è tenuto all’Auditorium dell’Orto Botanico di Padova nell’ambito del Digitalmeet. C’era un nutrito gruppo di esperti di robotica, intelligenza artificiale, cybersecurity. Grande assente la delegazione cinese, che avrebbe dovuto portare a Padova i professori Fuchun Sun e Yuanheng Zhu esperti in AI e robotica, il rappresentante del governo cinese Xiuquan Li e Hsiao-Ying Lin, ricercatrice senior della Huawei International. «Battuta d’arresto nelle relazioni Unipd-Cina?» è stato chiesto ad Alessandro Sperduti, delegato al progetto per i sistemi informativi dell’Ateneo. «L’assenza dei cinesi è episodio dovuto al contesto interna-
zionale (Huawei è al centro di un braccio di ferro con Washington che l’ha esclusa dai contratti per le reti 5G, OES)» ha risposto «Ma la scienza non si ferma davanti a contingenze di questo genere». È infatti Sperduti a presentare il video inviato dal professor Zhu dell’Institute of Automation, Chinese Academy of Sciences, esperto di giochi in un paese in cui il mercato dell’intrattenimento è molto sviluppato. «I problemi scientifici che stanno dietro allo sviluppo di un videogame» spiega Zhu «diventano una sorta di palestra per poi applicare questo tipo di tecnologie a situazioni reali». AI è tecnologia pervasiva e la Cina si è data un obiettivo: diventare leader indiscussa dell’intelligenza artificiale entro il 2030. Forte numericamente e veloce nel realizzare, ha una cultura collettiva che le permette di fare cose impossibili in Occidente. Il Veneto e l’Italia non possono vincere su questo terreno, ma neppure ci si può chiudere a riccio. «Ci sono attori ben più abili di noi» ammette Franco Conzato, direttore Nuovo Centro Estero
sanità veneta
Sistema informativo centralizzato da oltre 122 milioni VENEZIA. Si è conclusa la gara
indetta da Azienda Zero per la fornitura e la gestione del sistema informativo centralizzato per la Sanità del Veneto. La gara, divisa in cinque lotti, ha un valore di 122 milioni e mezzo di euro. Si tratta di un sistema omogeneo che consentirà una miglior presa in carico degli assistiti e rappresenta anche un importante volano per il Fascicolo sanitario. Grazie a una gestione centralizzata dei dati, infatti, la “storia sani-
La sede di Azienda Zero
I relatori al confronto Italia-Cina sulle nuove tecnologie proposto ieri da Digitalmeet
taria” di ognuno di noi potrà essere raccolta nel Fascicolo Sanitario Elettronico, comprese le cartelle cliniche. Una vera rivoluzione del sistema resa possibile grazie all’aggiudicazione della gara “Procedura aperta telematica” per l’acquisizione, per la durata di 5 anni, con la facoltà di rinnovo di 2 anni e proroga tecnica di ulteriori 180 giorni, del Sistema Informativo Ospedaliero della Regione del Veneto. La procedura era stata indetta da Azienda Zero nel maggio 2018. Quello di cui ora potrà dotarsi la Sanità veneta è un Sistema informativo socio-sanitario standard, uniforme, evoluto e innovativo per garantire massima performance e una gestione ottimale dei processi ospedalieri e dei dati presenti nelle aziende sanitarie, evitando duplicazioni. Un
percorso che coincide con l’obiettivo della Regione di promuovere una politica di trasparenza, informazione e accessibilità ai servizi da parte dei cittadini, degli operatori e delle istituzioni e per armonizzare e uniformare i processi informativi. Questo sistema rappresenta un salto di qualità anche perché consente di disporre in tempo reale di tutte le informazioni cliniche e sanitarie del paziente sia che venga preso in carico in emergenza-urgenza, sia in ambulatorio o in ospedale. I cinque lotti sono stati divisi rispettivamente per Usl Dolomiti e Marca Trevigiana; Serenissima, Veneto orientale e Polesana; Euganea, Azienda ospedaliera di Padova e Iov; Pedemontana e Berica; Scaligera e Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. —
(BIANCHI)
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della Camera di commercio Veneto «Ma se guardiamo alla nostra storia e alle nostre competenze vedremo che noi siamo forti nella personalizzazione». Gli fa eco il ministro ai Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà: «L’Italia è un paese trasformatore e il Veneto è figlio di quella Repubblica Serenissima che unì Oriente e Occidente. Parlare di dazi e alzare barriere è come tornare al Medioevo, mentre dovremmo discutere di umanesimo digitale e costruire ponti. Per far questo, però, dobbiamo essere capaci di diventare piattaforma tecnologica dentro alla piattaforma europea e mondiale». E che fine fa l’autonomia? «Bisogna capire che fare autonomia non significa spaccare il paese. Zaia partecipi ai tavoli, per chiudere velocemente e fare una legge con un perimetro ben definito. Va disinnescato il racconto sbagliato che sta dividendo l’Italia». L’Europa poi, per il ministro M5S, dev’essere attore accanto a Cina e Stati Uniti. «Con l’Europa possiamo avere competenze, fondi, conoscenze. Ma dobbiamo avere una visione diversa nel nostro paese. Ottimo inizio è la scelta di Paola Pisano come ministro del Digitale». E il decreto sulla cybersecurity? «L’Italia» risponde D’Incà «è tra i primi a emanare un decreto sulla cybersecurity per il 5G ma il problema sicurezza non è legato solo ad esso. All’interno della manovra c’è anche il tema dei pagamenti digitali, su cui con la giusta visione possiamo diventare leader. Ma ci vuole più coraggio». —
Avviso d’asta - Immobili DATA DELL’ASTA
16 Dicembre 2019 alle ore 11:00 LUOGO DELL’ASTA
Sede “ASTE 33”, 31100 - Treviso (TV) Strada Vecchia di San Pelajo, 20 Tribunale di Belluno - Fallimento N. 11/2018 R.F. LOTTO N. 01 - Unità 01
PREZZO BASE DI VENDITA € 164.700,00
Porzione di Complesso Immobiliare composto da 02 (due) unità a destinazione Direzionale (Ufficio) e Magazzino/Deposito separate tra loro, nelle vicinanze area scoperta ad uso prato. Ubicazione: Limana (BL), Via Roma 128 - Piazza della Chiesa; Superficie: Circa 310,02 mq (unità), circa 700,00 mq (terreno); Stato degli immobili: Occupati in forza di comodato precario.
LOTTO N. 01 - Unità 02
PREZZO BASE DI VENDITA € 104.700,00
Porzione di Complesso Immobiliare composto da una unità a destinazione Commerciale. Ubicazione: Limana (BL), Via Roma 122 - Piazza della Chiesa; Superficie: Circa 160,00 mq; Stato dell’Immobile: Occupato con regolare contratto di locazione.
alleanza contro la povertà
classifica di repubblica
LOTTO N. 01 - Unità 03
I senza fissa dimora sono almeno seimila
Capacità di garantire i Lea Veneto primo in classifica
Porzione di Complesso Immobiliare composto da una unità a destinazione Commerciale. Ubicazione: Limana (BL), Via Roma 124 - Piazza della Chiesa; Superficie: Circa 202,00 mq; Stato dell’Immobile: Occupato con regolare contratto di locazione.
LOTTO N. 02
VENEZIA. «L’introduzione del
Reddito di cittadinanza non ha risolto il problema della povertà assoluta in Veneto che, al contrario, continua a persistere: l’ultima rilevazione conta quasi 6 mila persone senza fissa dimora nella nostra regione. Ma si tratta di un numero che sottostima largamente il fenomeno». Lo afferma il Tavolo regionale dell’Alleanza contro la povertà. «Non possiamo consentire che questo tema esca
dall’agenda politica o che sia sottovalutato nel dibattito pubblico» afferma il portavoce Cristian Rosteghin «né possiamo permettere che sia messo in discussione lo stanziamento di risorse destinate alla misura. Gli eventuali risparmi di spesa del Rdc dovuti a un minore numero di beneficiari rispetto alle stime iniziali, vanno indirizzati ai nuclei numerosi e con minori, e all’estensione della misura ai cittadini stranieri». —
VENEZIA. Il Veneto è la Regione italiana che ha la maggiore capacità in Italia di assicurare i livelli essenziali di assistenza (Lea) ai propri cittadini. Lo rileva una classifica realizzata dal quotidiano “La Repubblica” in base a decine di indicatori ministeriali e dati forniti dalle Regioni nelle tre aree di indagine (ospedale, distretto e prevenzione), che vede al primo posto il Veneto (con 222 punti su un massimo raggiungibile di 225), se-
guito da Toscana ed Emilia Romagna (con 220 punti), Piemonte (218), Lombardia (215 punti) e Liguria (211). In fondo alla classifica la Calabria (146 punti, 14 sotto la soglia minima richiesta), preceduta da Sicilia (165) e Campania (170). «La classifica 2018 certifica un ulteriore miglioramento della sanità veneta rispetto all’anno precedente» sottolinea compiaciuto il governatore Luca Zaia. —
PREZZO BASE DI VENDITA € 132.150,00
PREZZO BASE DI VENDITA
€ 71.700,00
Appezzamento di Terreno con Potenzialità Edificatoria di Tipo Turistico. Ubicazione: Limana (BL), loc. Valmorel, tra Via Valmorel e Via Bosch; Superficie: Circa 3.340,00 mq; Stato dell’Immobile: Libero.
LOTTO N. 03
PREZZO BASE DI VENDITA
€ 17.302,50
Appezzamenti di Terreno Agricolo e non. Ubicazione: Limana (BL), tra Via Roma e Strada Prov. Sinistra Piave; Superficie: Circa 9.270,00 mq; Stato dell’Immobile: Libero.
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PRIMO PIANO
DOMENICA 27 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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Ad un anno dalla tempesta domani diversi convegni
Sindacati imprenditori e politici a confronto
Una immagine dall’Agordino, un anno fa, case scoperchiate
La prevenzione è servita ma i danni sono stati tanti Il conto è di 1 miliardo e 769 milioni. Il territorio è stato completamente cambiato come se la provincia di Belluno fosse stata colpita da un forte terremoto PIEVE DI CADORE. Il territorio bellunese colpito da Vaia è stato sconquassato, un anno fa, come se ci fosse stato il terremoto. «Il territorio non è più quello del 29 ottobre 2018» ha confermato, nel convegno di Pieve, l’ingegner Vincenzo Artico che ha sostituito il suo dirigente, il sub commissario Dell’Acqua, e che ha mostrato ai presenti una mappa di centinaia di siti che il satellite ha rilevato come, appunto, se si fosse abbattuto un terremoto: frane, smottamenti, colate detritiche, aree intere scivolate a valle a seguito del trascinamento dell’acqua. «Queste rilevazioni del satellite vanno ovviamente confrontate a terra e se troviamo un riscontro bisogna intervenire». Ma ci vogliono risorse. Facciamo, allora, un po’ di primi bilanci ad un
anno dall’apocalisse. La conta dei danni ufficiale è – come verrà detto martedì dal Commissario per la ricostruzione, Luca Zaia, nell’incontro a Venezia con i sindaci – è di un miliardo e 769 milioni di euro, somma degli esborsi per varie voci: 1,3 milioni è il costo delle forze dispiegate, dall’esercito ai servizio di pubblica sicurezza; 1,2 milioni per il soccorso e l’assistenza alle popolazioni; 105 milioni per il ripristino delle linee elettriche, lo spostamento delle macerie e per la liberazione da detriti ed alberi dalle strade; 154 milioni per la sicurezza contro il rischio valanghe; 160 milioni di danni ai privati non agricoli. Di 141 milioni è la perdita di valore del legname schiantato; 51 milioni è la perdita di redditi dai boschi rasi al suo-
lo; 185 milioni per il ripristino del tessuto boschivo; 130 milioni per la viabilità silvo-pastorale (circa 780 chilometri). Ammonta a 838 milioni la somma necessaria per il ripristino del paesaggio. La distruzione ha riguardato 28 mila ettari di boschi su 100 mila colpiti dalle bombe d’acqua (208 Comuni) e dal vento che ha raggiunto i 210 km orari. Ben 122 le nuove situazioni di dissesto idrogeologico. Il legname schiantato “cuba” 3 milioni e mezzo di metri cubi. 1.746 i cantieri di lavoro aperti, chiusi, la maggior parte in corso, di cui 762 nell’immediatezza del disastro, 984 dopo il 30 settembre. 400 i milioni impegnati. In tre anni la spesa-investimento, da parte del Governo, sarà di un miliardo; il go-
L’INGEGNERE VINCENZO ARTICO HA ILLUSTRATO I SITI DI VAIA IN UNA MAPPA SATELLITARE
Sono stati aperti 1746 cantieri, di cui 762 subito dopo il disastro, 400 milioni sono già stati impegnati
vernatore Zaia ha già anticipato che se il Conte Bis dovesse tradire le attese dei veneti, già con la prossima finanziaria, la Regione si farebbe sentire. I boschi schiantati sono stati raccolti per il 60 per cento, forse anche il 70 a Pieve di Cadore, per il 40% in Val Visdende, il 30% in alcune valli dell’Agordino, povo o nulla sui versanti interessati dai siti valanghivi; va meglio sull’altopiano di Asiago, grazie alla situazione orografica delle foreste. In Cansiglio, per il medesimo motivo, siamo all’85%. Tre sono stati i morti un anno fa, di cui uno direttamente a causa della tempesta; si sono aggiunti altri 6 decessi nei cantieri boschivi. «Dall’alluvione del 2010 abbiamo investito 900 milioni di euro per la difesa idrogeologica. Tutte le opere di prevenzione attiva messe in campo in questi anni dall’amministrazione Zaia – ha spiegato ieri Bottacin – sono stati uno dei motivi grazie ai quali siamo riusciti ad affrontare l’emergenza Vaia, evitando di pagare un prezzo più alto, anche in termini di vite umane, che la tempesta Vaia ha provocato nel nostro territorio». — Francesco Dal Mas
il 29 la presentazione a venezia
“I giorni di Vaia”, il diario di Bottacin diventa un libro PIEVE DI CADORE. Non c’è se-
de dove non si riconoscano i meriti della Protezione civile e di come è stata affrontata l’emergenza Vaia, sostanzialmente già conclusa. Eppure – ricorda l’assessore Gianpaolo Bottacin – c’è chi, fin dal primo momento, ci ha accusato di aver enfatizzato il pericolo. «Anche qualche prefetto – ha aggiunto ieri Bottacin – non riteneva, in un primo momento, che la si-
tuazione fosse tanto grave». Il capo della Protezione civile regionale, Bottacin, ha presentato ieri in anteprima la copertina del suo libro, che sarà presentato martedì a palazzo Balbi dal titolo “I giorni di Vaia”. Non voleva farlo, per aspettare la presentazione il 29 ottobre, ma il sindaco di Pieve di Cadore, Giuseppe Casagrande, con la curiosità tipica del giornalista lo ha messo alle strette.
«Si tratta di un diario – ha spiegato l’assessore – ho voluto lasciare una testimonianza personale di cosa è accaduto in quei giorni e spiegare come funziona la complessa macchina della Protezione Civile». Tutti i dettagli e i contenuti del volume saranno comunque illustrati martedì dopo la conferenza stampa di presentazione dei dati di un anno di attività commis-
Gianpaolo Bottacin con il libro sui giorni di Vaia
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
BELLUNO. Da un convegno all’altro. Giornate intense, queste ad un anno da Vaia. Domani ci sono diversi appuntamenti. In sala Bianchi alle 14.30 tavola rotonda organizzata dalla Flai Cgil dal titolo «Ad un anno da Vaia, una sfida aperta per il territorio». Intervengono Sebastiano Grosselle, segretario generale della Flai Cgil di Belluno, Gianpaolo Bottacin, assessore regionale, Laura Secco, dipartimento Tesaf della Università di Padova, Mauro De Carli, segretario generale Cgil, Roberto Padrin, Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura e Augusto Guerriero di Confindustria Belluno. Le conclusioni saranno di Tina Balì, segretaria Flai Cgil nazionale. Al mattino di domani, alle 10, nella sala riunioni di Confartigianato Belluno l’associazione di categoria sceglie di parlare sia di quanto accaduto ma anche delle prospettive delle aziende della lavorazione del legno. Interverranno Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato, Agostino Bonomo, presidente regionale di Confartigianato, Federico D’Incà, ministro, Michele Basso, direttore di Confartigianato, Francesco Giacomin, direttore di Confartigianato Veneto. Sempre nella mattinata di domani appuntamento all’hangar di Pian Cansiglio nell’incontro organizzato dalla Femca Cisl Belluno e Treviso sul tema: «Come si concilia la sostenibilità ambientale con la contrattazione aziendale? Cosa hanno a che fare le scelte di investimento finanziario con i cambiamenti climatici?». Sono previsti gli interventi di Luca Mercalli che parlerà dei cambiamenti climatici; Carlo Anelli, della Cisl nazionale e Paolo Stefan, del Fondo Pensione solidarietà Veneto. —
sariale legati al post-emergenza Vaia. Ieri, alla Magnifica, Bottacin ha comunque colto l’opportunità di focalizzare l’attenzione sul ruolo fondamentale della Protezione Civile. «Ribadisco ancora una volta le parole di Borrelli quando ha dichiarato che il Veneto in occasione di Vaia ha dato una lezione all’Italia di Protezione Civile – ripete con orgoglio l’assessore regionale – abbiamo uomini e organizzazione che non ha eguali in Italia e in un evento eccezionale come è stata Vaia siamo riusciti tutti a dare il meglio. In Veneto abbiamo 485 organizzazioni di Protezione Civile». — F.D.M.
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REGIONE
DOMENICA 27 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Voto regionale 2020 l’assemblea dei grillini veneti
segreteria riunita
Test psico-attitudinale ai candidati È la nuova regola elettorale 5 Stelle
Il Pd di Bisato non sosterrà più liste presidenziali
Dall’annuncio di Berti («Basta improvvisazioni») all’apertura del movimento all’intesa con gruppi civici Filippo Tosatto MESTRE. All’assemblea regio-
nale degli attivisti a 5 Stelle, è Jacopo Berti a rubare la scena: «Nel mondo delle professioni e dell’impresa è prassi abituale che l’assunzione sia preceduta da un colloquio, perché la politica deve affidarsi all’improvvisazione? Io propongo che chi aspira a candidarsi nelle nostre liste sostenga un test psico-attitudinale, curato da un esperto indipendente, per comprendere se è in grado di lavorare in gruppo e di reggere alla pressioni operando in ambito istituzionale»; «Non c’è obbligo, la prova è facoltativa», precisa il portavoce grillino «ma un eventuale rifiuto sarà evidenziato nella scheda personale in fase di voto sulla piattaforma Rousseau. Ne ho parlato a Milano, non hanno espresso obiezioni, è una scelta sperimentale e il movimento veneto può fare da battistrada in Italia». Brusio e qualche risatina tra i duecento in sala, c’è chi chiede chiarimenti tecnici ma la novità non dispiace e infine scatta l’applauso maggioritario.
LA CRITICA A ZAIA
Al centro del meeting, l’avvio delle procedure organizzative in vista del voto 2020, così l’apertura dei lavori è affidato al gruppo di Palazzo Ferro-Fini. Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel illustrano nel dettaglio la legge elettorale in vigore nel Veneto – liste, coalizioni, preferenze, quote rosa, premio di maggioranza, calcolo dei resti – concludendo che si tratta di regole «tagliate su misura per la Lega di Zaia», criticata perché ha introdotto l’incompatibilità tra consiglieri e assessori, così lo stipendio di
L’intervento del consigliere regionale e portavoce Jacopo Berti; a fianco: un’immagine dell’assemblea degli attivisti grillini veneti svoltasi a Mestre
Baldin, Scarabel, Brusco dialogano con la base I parlamentari scelgono il silenzio e l’ascolto questi ultimi, reclutati all’esterno, «comporterà un aumento della spesa». Tant’è. La selezione dei 51candidati replicherà la procedura adottata cinque anni fa: tutti gli iscritti a Rousseau possono farsi avanti, saranno scremati dalle “Graticole fisiche provinciali” (si chiamano così) ovvero dal confronto con le assemblee che ne valuteranno i requisiti e i «meriti» (un bollino che certifica la presenza sul territorio) escludendoli in via preliminare o promuovendoli al giudizio fina-
le on line. All’hotel mestrino arrivano il ministro Federico D’Incà e un nutrito gruppo di parlamentari (Orietta Vanin, Raphael Raduzzi, Barbara Guidolin, Arianna Spessotto, tra gli altri) ma la scelta è quella di dare voce ai militanti di base. PROCEDURE ON LINE
Così Andrea Pegoraro (Vigonovo) suggerisce – senza successo – di candidare alla Regione sindaci e consiglieri comunali; Nicola Longo (Cadoneghe) chiede il voto vincolante degli iscritti su ogni ipotesi di alleanza, sulla scia di quanto rivendicato dai “ribelli” della Carta di Firenze; Nicoletta Pannocchia ed Elena Coppolà (Maserà) indicano nella difesa dell’ambiente la priorità assoluta del programma; Alessia Gamba (Thiene)
La trevigiana, deputata per tre legislature, ha deciso di trasformare in un nuovo soggetto la sua associazione «Veneto Vivo per il Sì»
Rubinato dice addio ai democratici e annuncia un partito autonomista LO STRAPPO
a sua vena autonomista era conclamata, e nel Pd faceva sempre più fatica. Alla fine Simonetta Rubinato, avversaria di Alessandra Moretti alle primarie del 2015 (poi disastrose per il centrosinistra), ha stacca-
L
to la spina. Si è disconnessa da dem – dopo una lunga militanza dalle radici della Margherita, culminata in tre legislature alla Camera – e lancia un partito autonomista, dalla spinta della sua Veneto Vivo per il Sì, associazione nata in vista del referendum autonomista, con una sua personale rete di sindaci e amministratori veneti.
«È una scelta del tutto personale» spiega l’ex sindaco di Roncade, «ne ho parlato al coordinatore del mio circolo, ma ne avevo accennato anche al presidente Gentiloni. Non credo sia una sorpresa per nessuno, vista la distanza profonda della linea politica del partito dalle mie idee e posizioni, come l’autonomia, che pur nel
invoca garanzie sulla fedeltà di mandato degli eletti. Ma chi saranno gli interlocutori del M5S nella mission impossible che mira a scalzare il governatore Luca? ALTOLÀ ALLE LOBBY
Fin qui i grillini hanno corso in solitudine ma a maggio lo scenario potrebbe mutare: «Apriamo il dialogo con le liste e gli amministratori civici impegnati nella tutela delle comunità, spesso i loro obiettivi coincidono con i nostri», riprende Berti «e perciò subordiniamo la scelta del candidato presidente all’eventuale coalizione che lo sosterrà, senza porre pregiudiziali. A condizione che di civiche vere si tratti, non si gruppi di potere mascherati espressione di lobby locali». Staremo a vedere. —
2007 era nel dimenticato manifesto fondativo del Pd. per questo serve un nuovo progetto politico regionale che dia voce alla istanze i autogoverno espressa dai veneti il 23 ottobre 2017, in linea con la Costituzione, per offrire una proposta alternativa ai centralismo e ai sovranismi». Parole che sembrano smentire chi pure la voleva attratta dall’orbita di Zaia: Costituzione, Europa e autonomia differenziata sono sempre stati i tre cardini della sua visione. In attesa di vedere quanti la seguiranno, Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Pd di Treviso, stigmatizza lo strappo: «Non posso in alcun modo accogliere con favore e serenità la decisione di Simonetta», dichiara, «il Pd è nato per aggre-
il ministro e il santo
D’Incà: i dem come il lupo di Gubbio noi come Francesco Seduto in fondo alla sala, ascolta paziente tutti gli interventi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. È reduce dalla campagna in Umbria, dove l’alleanza del M5S con un Pd reduce dagli scandali in sanità ha fatto storcere qualche naso: «I dem», sorride «sono un po’ come il Lupo di Gubbio che terrorizzava la città finché arrivò San Francesco, che dialogò con lui, convincendolo a non fare più del male ... ». I grillini come il Poverello d’Assisi? «Quasi... ».
SIMONETTA RUBINATO GIÀ PARLAMENTARE DEL PD È UN’ACCESA AUTONOMISTA
Zorzi, dirigente del Pd «Non le sono mancate occasioni di confronto, ogni atto divisivo danneggia la nostra comunità»
PADOVA. Nelle prossime
elezioni regionali, a prescindere da alleanze e candidato, il Pd veneto non sosterrà una lista presidenziale, già sperimentata nella tornata precedente (senza troppo successo) da Alessandra Moretti. È l’orientamento prevalso nella riunione della segreteria unitaria, alla quale hanno preso parte Matteo Bellomo, Antonio Bressa, Franco Bonfante, Vanessa Camani, Chiara Luisetto, Stefano Fracasso e Giovanni Tonella. «Il partito democratico sarà il perno della futura coalizione», afferma il segretario Alessandro Bisato «e intende avviare una collaborazione con tutti i movimenti civici e politici che abbiano a cuore un Veneto solidale, più forte, concreto, orgoglioso, meno “chiacchierone” e che sappia trattenere e dare prospettiva ai giovani che fuggono all’estero e in altre regioni». Così, in vista delle assemblee che coinvolgeranno simpatizzanti e iscritti di 500 circoli , Bisato si dice «dispiaciuto» per le divisioni delle scorse settimane e l’addio renziano di questi giorni: «Non aiutano a costruire un fronte unitario alternativo all’attuale governo della Regione che, lo ricordo, è in sella da 25 anni consecutivi. Servono energie, idee nuove e una leadership credibile»; «Defezioni, distinguo e divisioni, alcune sorte più per tattica elettorale che per sensibilità politica»,è la conclusione del segretario dem «fanno il gioco di Zaia che, a dispetto degli sforzi, proprio negli ultimi giorni sta dimostrando di non essere poi così diverso dal suo mentore Salvini». —
gare, non per dividere. Ogni passo in senso contrario è una sconfitta per tutta la nostra comunità, come è successo con Bersani, Calenda e Renzi. Mi dispiace: riconosco la capacità, la preparazione di Simonetta e il suo impegno per il nostro territorio, e non le sono mancate occasioni e spazi per un confronto interno su posizioni che da tempo risultavano critiche verso la linea politica nazionale e regionale». Sulle motivazioni, Zorzi annuncia «riflessioni nel partito». Ma, aggiunge, «fa specie che ciò avvenga alla vigilia delle regionali, dopo l’inconcludente esperienza della leghista Stefani, quando il Pd al governo sta cercando di riprendere con concretezza e serietà il percorso autonomista». —
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Primo Piano
Domenica 27 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Le misure del governo
Decreto fiscale in vigore Mattarella: alle imprese servono regole semplici Manca il testo della legge di Bilancio `Conte: carte di credito per gli anziani sarà in Parlamento nei prossimi giorni senza commissioni per i piccoli acquisti
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LA GIORNATA ROMA Dopo due settimane di travaglio, il decreto fiscale è approdato al Quirinale. E Sergio Mattarella ha controfirmato ed emanato il provvedimento. Manca però ancora all’appello la legge di bilancio cheil governo haapprovato“salvo intese” e dovrebbe sbarcare in Parlamento la prossima settimana. Ma Giuseppe Conte fa capire che non è escluso un ulteriore rinvio: «Stiamo affinando gli ultimi dettagli, ci lavoreremo in questi giorni, contiamo di chiudere tutto presto così da mandarla alle Camere e lasciare tanto più agio per poterla esaminaree dareun contributo». L’occasione per il premier di illustrare e difendere la manovra economica è la trasferta ad Ancona all’assemblea della Confederazione nazionale artigiani (Cna). E Conte è prodigo di rassicurazioni: «Il piano anti-evasione fiscale non criminalizzerà alcuna categoria. Favoriremo con qualche vantaggio e incentivo, come il superbonus, chi farà pagamenti con la moneta elettronica. Ma chi userà il contante non verrà penalizzato». Ancora: «Tutti, anche le persone anziane come i miei genitori, devono essere messi nelle condizioni di poter effettuare pagamenti
IL PREMIER: «LOTTA ALL’EVASIONE MA NON CRIMINALIZZIAMO SARANNO FAVORITI I PAGAMENTI CON MONETA ELETTRONICA»
elettronici senza dover per forza ricorrere alle carte di credito, ma anche con strumenti alla portata di tutti con zero commissioni per gliacquisti più modestie una forte riduzioneper lespesepiù alte». Non solo. Il premier, che chiede agli artigiani di sostenere il piano anti-evasione«cheè un patto coni cittadini, gli imprenditori e gli artigiani», fa una promessa: «Per la riduzionedelcuneofiscale ci sono3 miliardi per rendere più pesante la busta paga dei lavoratori. Il prossimo anno confidiamo di fare meglio incrementando le risorse, mettendole a disposizioni anche delleimprese».
IL CUNEO «Oltre a promettere il taglio del cuneo fiscale alle aziende nel 2021, Conte bolla come «del tutto falsa» la teoria (di Salvini & C.) secondo la quale «il governo ha varato una
manovra che è un profluvio di balzellie vuole colpirele partiteIvae i professionisti». Poi, per strappare gli applausi degli artigiani, aggiunge: «Ci impegniamo a mantenere inalterato il regime forfettario attuale per le partite Iva fino a 65 milaeuro annui» Dopo aver rivendicato di avere «ottenuto la fiducia dell’Europa e dei mercati» risparmiando con il calo dello spread 18 miliardi in tre anni di spesa per interessi, Conte si scaglia contro la burocrazia: «Toglie il sonno a voi imprenditori, ma anche a me che faccio il presidente del Consiglio. Ci stiamo lavorando, abbiamo già adottato delle leggi delega e contiamo di varare tra i 15 e i 18 decreti legislativi che ridurranno la burocrazia e semplificheranno l’attuale situazionefarraginosa». In questo senso va anche il messaggio inviato da Sergio Mattarel-
ROMA Il governo prepara uno sconto sulla plastic tax da 400 milioni di euro per tendere una mano alle imprese minacciate dal balzello green, da quelle che vendono bevande analcoliche come Coca Cola ai produttori di acque minerali agli specialisti degli imballaggi in plastica. Un ripensamento reso necessario dalle forti polemiche sollevate in questi giorni dall’ecotassa. La nuova versione risparmierà il Pet, il materiale di cui sono fatte per esempio le bottiglie per bevande ma anche gli imballaggi in ambito alimentare, cosmeticoe farmacologico.
I DETTAGLI L’ecotassa sulla plastica e la sugar tax, sommate agli incentivi previstidal decretoClimaper l’acquisto di prodotti alla spina, rischiano di dare vita a un combinato disposto micidiale che potrebbe innescare ricadute negative sull’economia (innanzitutto sotto il profilo occupazionale) più pesanti del gettito atteso, che stando alle stime dei tecnici dovrebbe essere di poco superiore nel 2020 al miliardo di eu-
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
L’OBBLIGO DEL POS Vaccarino però - fra le voci e le conferme sull’obbligo dei Pos, sulla lotteria che incentiverà alla richiesta degli scontrini da parte dei clienti - lamenta l’aspettativa delusa di «una nuova stagione di relazione col fisco» più semplice e con «unprelievo ragionevole». Il presidente della Cna chiede che alla moneta elettronica si accompagni un «drastico abbatti-
La lotta all’evasione Misure per il 2020 che il Governo ha presentato all’Ue. Gettito atteso in milioni di euro Reverse charge contro illecita somministrazione di manodopera per le società subappaltatrice
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Controllo preventivo sulle compensazioni crediti-debiti con il modello
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Accollo del debito d’imposta e divieto di indebite compensazioni
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Inibizione della compensazione automatica nel caso di cessazione di partita Iva
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Frodi Iva sulle auto di provenienza dell’Ue
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Sanzione per commercianti che rifiutano di indicare il codice fiscale per la lotteria degli scontrini Misura di contrasto alle frodi in materia di accisa
3,5 75
Disposizioni per prevenire le frodi Iva nel settore della commercializzazione e distribuzione dei commercianti Disposizioni in materia di utilizzo illecito di idrocarburi e altri prodotti
IL FOCUS
la a Daniele Vaccarino, presidente della Cna: «Le istituzioni, insieme alle parti sociali, debbono accompagnare» il percorso di innovazione e digitalizzazione delle piccole imprese», con «una strategia complessiva assicurando un ambiente che favorisca l’imprenditorialità e lo sviluppo, incluse regole semplici, amministratori efficienti e una fiscalità equa che non distorca la concorrenzatraoperatori».
Avvio della presentazione telematica del Das nella filiera distributiva dei carburanti Trasmissione telematica dei dati di contabilità dei distributivo di energia elettrica e gas naturale
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2.991,5
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La polemica Autonomia, litigio tra Boccia e Salvini VENEZIA Litigio a distanza sull’autonomia tra il segretario della Lega Matteo Salvini e il ministro dem agli Affari regionali Francesco Boccia. «C’è il ministro dell’Autonomia che straparla ha detto Salvini in una diretta Facebook - Poveretto, il signor Boccia, sta litigando con il governatore del Piemonte, del Veneto, della Lombardia. Fai a meno di prendere in giro gli italiani, l’autonomia serve soprattutto ai cittadini del Sud per punire amministratori, governatori incapaci». Replica del ministro Boccia: «Sino ad oggi chi ha dato prova di straparlare e strafare è sempre stato l’ex ministro dell’Interno. Spero sempre di non essere alla sua altezza. Studiando però i pochi atti trovati al ministero occupato dalla Lega fino a qualche settimana fa, mi sono chiesto cosa avesse prodotto Salvini e la risposta è stata molto semplice: nulla. Entro novembre presenteremo la legge quadro in Parlamento e spero di poter avere un grande contributo in aula e nel merito anche da Salvini. Sempre che trovi il tempo tra una diretta Facebook e l’altra».
Ma dal balzello green si salvano a sorpresa le bottiglie in plastica riciclata per bevande ro. L’accoppiata formata dalla plastic tax e dalla sugar tax è stata già definita una Coca Cola tax al cubo. Proprio Coca Cola, secondo uno studio dalla Bocconi, in Italia impiega 29.573 persone, indotto compreso, ovvero lo 0,12% dei posti di lavoro totali a livello nazionale. La multinazionale è presente nel Belpaese con Coca-Cola Italia, Coca-Cola HBC Italia e Sibel. Coca Cola ha un impatto sull’economia tricolore che l’ateneo milanese valutaattorno ai980 milionidieuro. «Le bevande analcoliche sono prodotti sicuri, non dannosi come descritti, altrimenti non sarebbero in commercio da anni. Un consumo corretto di bevande quali cole, aranciate, chinotti e gazzose non
rappresentano un elemento di preoccupazione per le autorità di tutela della salute pubblica», è insorta Assobibe, l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziendeche produconoe vendono bevandeanalcoliche in Italia. >Il restyling della plastic tax s’ispira alla direttiva anti-plastica dell’Unione Europea che per l’appunto risparmia il Pet. Bruxelles ha messo al bando dal 2021 solo alcuni prodotti di plastica monouso, come i cotton fioc, senza porre però divieti sulle bottiglie in Pet, a patto che vengano prodotte con un minimo del 25% di materiale riciclato. Anche Mineracqua, la Federazione italiana delle industrie delle acque minerali naturali e del-
le acque di sorgente, ha chiesto di non applicare la tassa sul Pet in quanto si tratta di un materiale riciclabileal100percento. Il vicepresidente di Mineracqua, Ettore Fortuna, chiede anche incentivi per il recupero del Pet: «Oggi una tonnellata di Pet vergine costa 900 euro, mentre per il Pet riciclato si arriva a 1400 euro, chiediamo perciò che una quota del Pet che le imprese immettono sul mercato venga loro restituita al fine di mettere le aziende del settore in condizione di rispettare i limiti dettati da Bruxelles». È stato calcolato che lo sconto sulla plastic tax al vaglio del governo rosso giallo varrebbe circa 400 milioni di euro l’anno. Dalla plastic tax e
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dalla sugar tax, la cui entrata in vigoreè previstaper giugno,è atteso un gettito pari a circa 1,3 mld di euro nel 2020 (di cui 1 miliardo proveniente dalla sola ecotassa sulla plastica) e a oltre 2,5 miliardi nel 2021. Contro l’imposta sugli imballaggi che prevede una tassazione di1euro alchilo siè schierata pure
PRONTO UNO SCONTO DA 400 MILIONI PER TENDERE LA MANO ALLE AZIENDE DEL SETTORE E AI CONSUMATORI
mento dei costi e delle commissioni» con incentivi e non obblighi. E che non sia «rivolta contro alcune categorie professionali»: «Il contrasto all’evasione deve avvenire senza criminalizzare indistintamente autonomi, artigiani, commercianti, professionisti e piccole imprese. Siamo stanchi di questo accanimento». Piuttosto, secondo Vaccarino «subito la web tax, perché è il momentodi farpagareil giusto anche ai giganti della rete». Le richieste si estendono al cuneo fiscale, dove occorre anche «ridurre le voci di costo per le imprese» e all’Imu dove Cna vorrebbe la totale deducibilitàdal2020, nondal 2023. A.Gen. © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMERCIANTI E ARTIGIANI: «BASTA ACCANIRSI CONTRO DI NOI RINVIARE LA LOTTERIA DEGLI SCONTRINI»
Federdistribuzione: «Si tratta di una misura che non tiene conto di molti fattori e che potrebbe avere impatti estremamente negativi. Intervenire sul mercato della plastica implica la riconversione del tessuto produttivo di un mercato nel quale l’Italia rappresenta il secondo produttore in Europa. Inoltre un’imposta sulla plastica comporterebbe ulteriori sacrifici per i consumatori ai quali già oggi stiamo chiedendo di cambiare le loro abitudini di acquisto e di optare per prodotti alternativi ben più costosi. Il ministero dell’Ambiente ha annunciato un tavolo di lavoro che dovrà riunire tutti gli attori della filiera per ragionare insieme sulla costruzione di un modello integrato». La plastic tax andrebbe ad aggiungersi al contributo ambientale, a cui già sono sottoposti tutti gli imballaggi in plastica: le imprese del settore, che impiegano circa 50 mila lavoratori, versanogiàalConaicirca 450milioni di euro annui. Il settore delle acque minerali conta invece più di 130 aziende e impiega 40 mila addetti: oggi il prezzo medio dell’acqua minerale in Italia è di 20 centesimi al litroedè il più bassoinEuropa. Francesco Bisozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Belluno Domenica 27, Ottobre 2019
VOLLEY, SFIDA INFINITA: CORTINA EXPRESS (SENZA CAPITANO) PERDE AL TIE BREAK AL PALASPORT DE MAS
XXX Domenica del Tempo Ordinario. Gesù racconta una parabola nella quale denuncia: “che pregare può essere pericoloso, se non si prega per lodare Dio e disprezzare i propri fratelli.”
9°C 19°C Il Sole Sorge 6.42 Tramonta 17.05 La Luna Sorge 5.26 Cala 17.11
Hockey
Calcio / Serie D Union Feltre: 2-1 sul Mestre E il Belluno ne prende 4
Cortina si mangia il Renon nonostante le squalifiche Tra infortuni e sanzioni disciplinari sette assenze nella Sportivi Ghiaccio che però va a vincere 3-1 a Collalbo e sogna in grande
Alle pagine XVI e XVII
Alpago Novello a pagina XIII
«Vaia? Soldi e burocrazia i veri nemici del futuro»
Dibona a pagina XIII
Longarone Inaugurata ieri la 42. edizione di Arredamont
L’assessore regionale Bottacin ieri a Pieve al primo degli eventi sull’anniversario: «Ci ostacolano» traverso. Massimo rispetto per tutti ma prima viene la sicurezza dei cittadini». E Luigi D’Alpaos, ingegnere idraulico già docente all’università di Padova e nella Fondazione Angelini, ha ringraziato la Protezione Civile per quell’allerta che molti avevano ritenuto esagerata: «Ha evitato che pagassimo con più morti questo fenomeno, ma quello che abbiamo visto l’anno scorso capiterà sempre». Alle pagine II e III
Cortina
I contributi sono bloccati: il Montessori ora è in bilico
Nel bosco sparito
In casa al centro dell’uragano: «Pregavamo»
«Un boato: il fulmine quasi mi uccideva» Gli abeti in Val Visdende venivano giù vicino alla casera di Remo Zampol: «Un fulmine quasi mi uccideva». Eicehr Clere a pagina II
La loro casa di Pian di Sala è stata al centro dell’uragano ma ha retto. L’ampio bosco tutto attorno, invece, non esiste più. La famiglia Della Santa, la notte del 29 ottobre 2018, era tutta là, in quel grande edificio in ristrutturazione. «Per due ore abbiamo cantato e pregato, cercando di esorcizzare il terrore». Gabrieli a pagina III
La fiera fa risplendere il legno perduto LA RASSEGNA Anche Arredamont ha voluto ricordare il disastro di Vaia dedicando una parte della fiera alla rinascita di una filiera legata al settore legno-arredo, e Roberto Padrin, sindaco di Longarone, ha rimarcato questo aspetto. Vardanega a pagina XVIII
Dieci anni di Assi: «Il nostro sport senza barriere» Festa grande, la soddisfazione per i traguardi raggiunti e tanti buoni propositi per il futuro: sono i tre pilastri sui quali è ruotato il primo decennale di attività dell’Assi Onlus, l’Associazione sociale sportiva invalidi che si è ritrovata al gran completo, in Birreria Pedavena, con amici e parenti, rappresentanti del mondo istituzionale e volontaristico. Erano trecento le persone che non hanno voluto mancare. Tutti insieme per un decennale da brividi: «Una simile partecipazione rende superflua qualsiasi parola - ha affermato il presidente Oscar De Pellegrin -. Questo traguardo, però, non è un punto d’arrivo...». Fant a pagina V
Santa Giustina
Sedico
Piscina e palestra: Apecar in parata ieri taglio del nastro per l’addio a Gretti
LA TORTA Immancabile alla festa per i dieci anni dell’Assi onlus
Prove radio: esercitazione per affrontare le emergenze A un anno da Vaia, prove radio telecomunicazioni alternative per l’emergenza. A proporla, ieri, è stato il Radio Club Cime Bianche, presieduto da Francesco Dell’Osbel, per testare le dorsali e le attrezzature per gestire proprio la rete da usare in caso di necessità di protezione civile. In quella che è stata una sorta di esercitazione generale sono stati coinvolti tutti e sedici i Comuni del comprensorio. La prova è stata coordinata dall’Unione montana Agordina dove ha sede sia il sodalizio che il Centro operativo misto (Com) a cui fa capo tutto l’Agordino. Gabrieli a pagina IX
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«Vaia ha dimostrato un modello di efficiente solidarietà. Ma in questo quadro virtuoso ci sono due nemici: burocrazia a soldi». Lo ha detto ieri l’assessore regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin, intervenendo a Pieve di Cadore nel primo di una serie di eventi organizzati nell’anniversario del drammatico fine ottobre di un anno fa «Ci sono le leggi - ga detto l’assessore - e tutta una serie di comitati che si mettono di
Agordo
La piscina e la palestra di Santa Giustina riaprono. Dopo un intervento da 2 milioni di euro l’edificio è stato completamento risistemato, ora gli utenti troveranno nuovi spazi più accoglienti e sicuri. Inoltre ci sarà un grande risparmio a livello energetico e di consumo di acqua. «È un gran giorno per Santa Giustina ma per tutto il Feltrino in quanto l’impianto è un punto di riferimento per l’intera zona». Scarton a pagina VIII
Un rombo d’Apecar, una decina, in rappresentanza delle tante scuderie che facevano di lui il punto di riferimento, tanta gente e tanti applausi, con qualche lacrima, per l’estremo saluto, ieri, nella chiesa di Roe Alte, ad Ermen Gretti, figura di primo piano dell’associazionismo e della politica morto mercoledì 23 poco prima di mezzogiorno. Da anni lottava contro un male che via via lo aveva allontanato dall’attività pubblica. Gretti aveva 71 anni. Pasuch a pagina X
Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it
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Le controversie con l’amministrazione comunale di Cortina mettono a rischio il proseguimento dell’attività dell’istituto scolastico Montessori, che ha sede a Zuel, in un edificio di proprietà comunale. Nonostante il mancato raggiungimento di un accordo e malgrado il comune da oltre 14 mesi non eroghi il contributo economico previsto e dovuto dalla convenzione tra le parti, stipulata nel febbraio 2016 ed in scadenza nell’agosto 2020, si è continuato a garantire il servizio scolastico alla comunità. Dibona pagina XI
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Cittadella
L’EVENTO Al via la grande manifestazione: taglio del nastro e presentazione del logo degli ottocento anni della città murata A fare gli onori di casa sindaco e giunta
Camposampiero
Domenica 27 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Imprese, dazi e strade: gli appelli alla Fiera franca Le richieste del modo produttivo locale `Nell’area pedonale 180 banchi, negli per l’industria artigiana e manifatturiera spalti 40 espositori del settore agricolo
Miotti e Sabatino in FdI, Bonaldo va in Cambiamo! `A S. Giorgio in Bosco,
Cittadella e Fontaniva nuovi ingressi nei partiti
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CITTADELLA Togliere i dazi sui prodotti agricoli imposti per colpe altrui, fare l’unione tra le sigle del settore primario, rafforzare l’impresa artigiana e manifatturiera, avere infrastrutture adeguate per il laborioso territorio del NordEst. Sono queste in estrema sintesi le necessità evidenziate alla politica dal mondo produttivo locale. Sono state espresse ieri in occasione dell’avvio della 426^ Fiera Franca di Cittadella, prima del taglio del nastro a Villa Rina al palaExpo con 60 stand, e al Tendone con la ristorazione d’eccellenza. Momento questo che ha dato il via al principale evento della città murata, preceduto in piazza Pierobon, dalla presentazione ufficiale del logo degli 800 anni di Cittadella e del conto alla rovescia indicato su uno schermo a led, che porterà ad avviare, il 1 gennaio 2020, l’ottavo secolo della cittadina medievale. A fare gli onori di casa, con miss Cittadella Diletta Tosetto, majorette e complesso bandistico Ciro Bianchi, il sindaco Luca Pierobon e tutta la Giunta municipale, e la presidente della Pro Cittadella Marirosa Andretta.
PRESENZE Folta la presenza istituzionale con il senatore Antonio De Poli, gli assessori regionali Giuseppe Pan, che ha ricordato come secoli fa si toglievano i dazi, e Manuela Lanzarin, i primi cittadini di Carmignano di Brenta, Curtarolo, Fontaniva, Galliera Veneta, Rossano Veneto, San Pietro in Gu e rappresentanze con assessori di molte altre municipalità del mandamento. E poi il Consorzio di bonifica Brenta, i comandanti delle locali compagnie dei carabinieri e della guardia di finanza, di polizia locale, vigili del fuoco ed i volontari di protezione civile. C’erano anche
FIERA FRANCA Il taglio del nastro della grande manifestazione che ha preso il via ieri
Tombolo
Acquista in tabaccheria un biglietto da 20 euro e ne vince diecimila Super vincita alla tabaccheria Da Momi el Bon di Girolamo Campagnolo, in via Chiesa a Tombolo. Ieri alle 10, 30 una signora di Bassano ha acquistato un biglietto da 20 euro, il “Maxi miliardario” vincendo 10 mila euro. Il suo commento: «Io sono venuta da queste parti per la fiera di Cittadella. Le mie amiche mi avevano consigliato di passare da Momi. Darò i soldi a mia figlia che ha una attività e che in questo periodo di crisi non se la passa bene». Ricompensa al titolare della tabaccheria.
l’associazione nazionale carabinieri, la croce rossa italiana e l’arciprete Luca Moretti che ha benedetto «oltre alle cose che vediamo qui, le relazioni che si creano con questi eventi». Per quanto riguarda i festeggiamenti, nella zona degli impianti sportivi il luna park con 55 attrazioni, nell’area pedonale ben 180 banchi e 55 esercenti, negli spalti di Riva dell’Ospedale 40 espositori del settore agricolo. Aperto il camminamento di ronda sulle mura, giro in barca sul fossato dal caffè galleggiante, nella chiesa del Torresino la mostra sui veneti antichi. Inoltre oggi alle 16 in piazza Pierobon la tradizionale Tombola di beneficenza pro Centro anziani. Domani dalle 6 la Fiera del bestiame nell’area del cimitero che vedrà la presenza, alle 11,30, del presidente del Veneto Luca Zaia. Michelangelo Cecchetto
ALTA Nuovo ingresso nei partiti per alcuni dei consiglieri comunali dei Comuni del Cittadellese. Alla presenza del commissario provinciale di Fratelli d’Italia Elisabetta Gardini, il consigliere provinciale e comunale d’opposizione di San Giorgio in Bosco Fabio Miotti e il consigliere comunale di maggioranza di Cittadella Luigi Sabatino hanno ufficializzato l’ingresso in Fratelli d’Italia. «Siamo entrati convintamente, ascoltando anche numerosi nostri elettori che ci chiedevano di schierarci politicamente nell’unico partito di destra che in questo momento rappresenta quei valori che contraddistinguono l’impegno amministrativo e politico che in tanti anni abbiamo profuso a difesa della nostra Patria e dei cittadini che la compongono», hanno affermato Miotti e Sabatino. Ed oggi dalle 8,30 alle 12, Fratelli d’Italia locale sarà presente con un gazebo in piazza Manzoni a San Giorgio in Bosco, per la raccolta firme delle quattro proposte di legge di iniziativa popolare lanciata da Giorgia Meloni. Alle 11 saranno presenti il parlamentare Adolfo Urso, vice presidente Copasir, Elisabetta Gardini, il già parlamentare Filippo Ascierto, i dirigenti provinciali Raffaele Zanon e Gabriele Za-
non, i consiglieri comunali Sabatino e Marcello Mezzasalma per Fontaniva. E consigliere comunale d’opposizione fontanivese è Simone Bonaldo che ha annunciato: «Lascio Forza Italia (era ex coordinatore di Fontaniva e Cittadella). Lascio un partito che non è più rappresentativo degli amministratori locali, dei militanti e degli elettori. In questi anni Forza Italia ha perso milioni di elettori e non si è mai posta il problema sul perché ci sia stata questa enorme fuga. Le ragioni sono da ricercarsi in un partito sempre più chiuso in se stesso, con parlamentari e coordinatori completamente inesistenti nei territori, una linea politica sempre più confusa, che ogni giorno vira sempre più a sinistra. È emblematica la presenza del coordinatore regionale del Veneto alla Leopolda di Renzi con il silenzio compiacente di tutti i parlamentari Veneti». Bonaldo aderisce a Cambiamo! di Giovanni Toti. Si colloca al centro destra, alleato di Lega e di FdI. M.C.
INGRESSI NEI PARTITI Da sinistra Fabio Miotti, Elisabetta Gardini e Luigi Sabatino. In alto Simone Bonaldo
Il sindaco Tardivo e l’assessore Pierobon comparse nel film “Donne e donne” CAMPO SAN MARTINO Sindaco e assessori attori contro la violenza di genere. In pieno svolgimento le riprese del film Donne e Donne. Il quartier generale del cast e della troupe è a Marsango di Campo San Martino, nella splendida Villa Carla, dimora in stile inglese. Il sindaco Dario Luigi Tardivo e l’assessore alla Cultura e alle Politiche sociali Elena Pierobon, oltre ad aver autorizzato le riprese in vari punti del territorio comunale, hanno incontrato personalmente attori e tecnici, portando il saluto dei concittadini, e sono stati anche piacevolmente coinvolti nelle riprese. Questo perchè la pellicola racconta
una storia basata su fatti reali, relativi a violenze di genere. «Il tema della violenza sulle donne è molto sentito da parte dell’amministrazione comunale, che, su di esso, vuole porre particolare attenzione - spiegano sindaco ed assessore -. Da sempre pronti a cogliere ogni opportunità per sensibilizzare la popolazione, noi amministratori, a tal riguardo, ci stiamo impegnando nella promozione di questo film, che crediamo possa essere un ottimo veicolo per la trasmissione del messaggio di rifiuto alla violenza e fonte di impegno civile». «E’ un tema - sottolinea l’assessore Pierobon - a cui tengo particolarmente in prima persona, in quanto autrice di romanzi che hanno come focus le problematiche dell’uni-
verso femminile». Inoltre l’amministrazione di Campo San Martino crede che il film possa essere un efficace strumento di valorizzazione del territorio e dei prodotti locali, nonché di grande impatto culturale. «Proprio per queste finalità concludono gli amministratori - abbiamo accettato di avere un piccolo ruolo nel film». Film che vede la presenza di Antonio Zequila e Daniele Lo
FILM Da sin. un tecnico, Elena Pierobon, Antonio Zequila, Minuta Gabura, Dario Tardivo e Daniela Caccaro
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IN PIENO SVOLGIMENTO LE RIPRESE IL QUARTIER GENERALE DEL CAST E DELLA TROUPE È A MARSANGO A VILLA CARLA
Savio, mentre la prossima settimana ci sarà l’attore spagnolo Luis Fernandez de Eribe. “Motore” del progetto, che anche il patrocinio della Regione del Veneto, Comune di Padova e Padova Film Commission, è Minuta Gabura, regista ed attrice. La casa di produzione è l’associazione Luna Rossa Cine-Art in collaborazione con Mimì Multimedia Srl, la produzione esecutiva è della Saturnia Pictures Srl. La trama, in sintesi, ha per protagonista Giulia che lascia la Romania per arrivare a Padova dove lavorare per poter poi tornare nel suo paese ed aprire un bar. In Italia trova lavoro ed amore, tutto va per il verso giusto finchè non succede qualcosa che le sconvolge la vita. M.C.
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Nordest
LA CLASSIFICA E IL DIVARIO NORD-SUD La vetta con 222 punti mentre in coda si confermano Campania, Sicilia e Calabria (unica regione, a quota 146, sotto la soglia minima di assistenza)
Domenica 27 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
In Veneto la migliore sanità d’Italia Le rilevazioni del ministero per il 2018 sui livelli di assistenza `Il governatore Zaia: «I numeri sono incontrovertibili restituiscono il primato davanti a Toscana, Emilia e Piemonte e dimostrano che esiste un Paese che corre a due velocità»
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IL DOSSIER VENEZIA Il Veneto ha scalato la classifica, superato il Piemonte che gli aveva scippato la leadership e raggiunto la vetta. Nel 2018 ha riconquistato quindi il primato nazionale nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), cioè le prestazioni sanitarie che ogni singola Regione deve assicurare ai propri cittadini. Soddisfatto il governatore Luca Zaia: «La classifica conferma la validità delle misure di riorganizzazione, omogeneizzazione nei servizi e buon governo adottate in Veneto, nonostante tutte le difficoltà create dalle rigidità imposte dalle normative nazionali e i trasferimenti contingentati». Ricordiamo che nel 2017 la Regione a guida leghista aveva dovuto cedere il passo al Piemonte a causa di alcuni scostamenti in materia di vaccini. Ma se di rivincita si può parlare è legata soprattutto alla perdita per il Veneto, sempre nel 2018, dello status di regione “benchmark”, cioè punto di riferimento per determinare i costi standard in sanità utili per arrivare a stabilire le quote di riparto del Fondo sanitario nazionale. A declassare il Veneto era stato l’ex ministro Beatrice Lorenzin che aveva intercettato le Regioni “guida” utilizzato la “griglia” dei Lea del 2014. Ne seguì un polverone politico, ora archiviato con i nuovi risultati.
prima. Seguono Toscana ed Emilia-Romagna con 220 punti e Piemonte a quota 218 che nella scorsa classifica era in testa con 221. Sempre con dati superiori al 200 Lombardia con 215 punti, Liguria con 211, Umbria con 210 e Abruzzo con 209. Sono invece al di sotto di quota 200, Marche con 192, appena un punto in meno la Basilicata, Puglia con 186, poi Molise con 180, Lazio con 179 e Campania che con 170 segna il più grosso balzo in avanti rispetto ai 153 punti dello scorso anno. Ultime
Veneto Toscana Emilia-R. Piemonte Lombardia Liguria Umbria Abruzzo Marche Basilicata Puglia Molise Lazio Campania Sicilia
IL PROGETTO VENEZIA Perché il sistema entri a regime ci vorranno quasi due anni, ma a quel punto sarà una rivoluzione. Perché tutte le strutture sanitarie pubbliche del Veneto, con un semplice clic, saranno a conoscenza dello stato di salute dei propri assistiti. Dall’appendicite alla varicella fino - ed è questa la novità - ai ricoveri ospedalieri. Sarà tutto in rete. Consultabile per curare al meglio la salute dei cittadini. Con un occhio, anche alla privacy.
Calabria
Per valutare la situazione sa-
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La parola chiave Cosa sono i Lea e il loro obiettivo Livelli essenziali di assistenza (Lea) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro il pagamento di una quota di partecipazione, i cosiddetti ticket. Per garantire l’adeguatezza e la continua evoluzione sulla base delle esigenze delle prestazioni sanitarie offerte ai cittadini esiste una Commissione nazionale che si occupa del continuo aggiornamento dei Lea. © RIPRODUZIONE RISERVATA
nitaria delle Regioni italiane vengono presi in considerazione 33 indicatori raccolti in tre macro categorie: ospedale, distretto e prevenzione. Si va dalla quantità di prestazioni inappropriate consumate dai cittadini all’adesione agli screening oncologici contro il tumore dell’utero, del seno e del colon-retto. Ma anche il numero di minuti che trascorrono tra la chiamata al 118 e l’arrivo dell’ambulanza, il tasso di risonanze magnetiche fatte rispetto alla popolazione, passando
LA RIVINCITA DOPO IL DECLASSAMENTO CHE AVEVA PRIVATO LA REGIONE DAL RUOLO DI “GUIDA” NAZIONALE
IN OSPEDALE Il governatore del Veneto Luca Zaia
Fonte: Ministero della Salute
Cartelle digitali, appalto da 122 milioni tutti i dati dei pazienti saranno in rete vorrà del tempo. L’appalto prevede la centralizzazione del Sistema informatico, dunque verranno sostituiti i Cup e saranno “registrate” anche le cartelle specialistiche, dagli accessi al Pronto soccorso ai ricoveri. Tutti dati che oggi sono disponibili nell’Ulss di competenza del singolo paziente,
PADOVA La sede di Azienda Zero
DUE CORDATE DI IMPRESE PER UNIFICARE I SISTEMI INFORMATIVI DI TUTTE LE ULSS
per i posti letto negli ospizi e il tasso di parti cesarei o di numeri di interventi al femore svolti entro 48 ore. Le classifiche in sanità sono sempre molto attese, ma quella basata sui Lea è particolarmente delicata proprio perché tiene conto di tantissimi indicatori e magari qualcuno resta indietro pur avendo ospedali che funzionano bene. Il declassamento degli anni passati del Veneto era, in particolare, legato allo scostamento per la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi e per le vaccinazioni antinfluenzali negli anziani.
LE DUE VELOCITÀ «I numeri sono incontrovertibili e i dati ufficiali testimoniano quanto vado ripetendo da anni: anche senza l’autonomia e a parità di fondi assegnati dal Fondo sanitario nazionale, esistono già due Italia - interviene Zaia - una gestita con virtuosità e una piena di sprechi e cattivi servizi per i cittadini. Chi sostiene, quindi, che l’autonomia creerebbe un’Italia di serie A e una di serie B, dice una bugia facilmente smentibile». Per poi chiudere che se la sanità veneta funziona è «perché operatori e amministratori garantiscono il massimo impegno, nella specificità dei propri ruoli, con responsabilità e professionalità». Convogliando quindi il buon risultato ottenuto ad un quesito: «Perché allora non lasciare al sistema veneto - conclude Zaia - la possibilità di organizzarsi ancora meglio, riconoscendogli maggior autonomia nella gestione dei servizi sanitari?». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
* Mancano regioni a statuto speciale eccetto Sicilia
LA GARA È un appalto da 122.537.077,75 euro, Iva esclusa, quello assegnato da Azienda Zero a due cordate, il Raggruppamento temporaneo di imprese tra Dedalus spa, Lutech spa, Deloitte consulting srl e quello tra InterSystems Italia srl, Gpi spa, Telecom Italia spa. L’aggiudicazione risale allo scorso 1° agosto ma è stata resa nota solo ieri, quando i termini per eventuali ricorsi erano scaduti. Significa che adesso i vincitori possono mettersi all’opera, anche se per arrivare a regime e mettere in rete tutti i Cup delle 9 Ulss, delle 2 Aziende ospedaliere e dello Iov ci
GLI INDICATORI
La classifica dei livelli essenziali 2018 di assistenza
LA GRADUATORIA Il Veneto ha quindi raggiunto la prima posizione con 222 punti, facendo un balzo in avanti rispetto ai 218 dell’anno
nella classifica Sicilia con 165 e Calabria che con 146 resta l’unica Regione italiana sotto la soglia del livello minimo accettabile di 160. Va detto che i dati verranno controllati nuovamente perché almeno una Regione ha chiesto un riconteggio e inoltre al momento non vengono prese in considerazione le Regioni a statuto speciale, con la sola eccezione della Sicilia.
solo che le Ulss tra loro non si “parlano”. Se un cittadino veneziano dovesse essere ricoverato a Verona, oggi i due sistemi informatici delle distinte Ulss non riuscirebbero a comunicare. Domani, invece, questo sarà possibile grazie appunto al Sistema informativo centralizzato. Dove la privacy, assicura Lorenzo Gubian, responsabile dell’Unità Uoc Sistemi informatici, sarà assicurata: «Ben 700 pagine del capitolato tecnico riguardano la tutela dei dati attraverso meccanismi di controllo molto stringenti, con tracciatura e monitoraggio degli stessi dati». In soldoni: i dati clinicu dei pazienti resteranno nell’ambito sanitario, non varche-
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I numeri
12 Gli enti cui saranno centralizzati i sistemi informativi.
5 I lotti vinti da due distinte cordate di imprese.
2 Gli anni per entrare a regime.
ranno le “porte” dell’ospedale. Tra l’altro questa “centralizzazione” riguarda solo le strutture pubbliche: quelle private convenzionate hanno la possibilità, al momento non l’obbligo, di aderire.
I LOTTI Questa procedura, che consentirà di raccogliere nel Fascicolo sanitario elettronico la “storia sanitaria” di ciascun paziente, era stata indetta il 16 maggio 2018 con la determinazione di Azienda Zero numero 192. L’aggiudicazione della gara, per la durata di 5 anni con la facoltà di rinnovo di 2 anni e proroga tecnica di ulteriori 180 giorni, è dello scorso 1° agosto con la deliberazione 362 del direttore generale Patrizia Simionato. Cinque i lotti. Lotto A: Ulss Dolomiti, Ulss Marca Trevigiana; Lotto B: Ulss Serenissima, Ulss Veneto Orientale, Ulss Polesana; Lotto C: Ulss Euganea, Azienda Ospedaliera di Padova, Iov; Lotto D: Ulss Pedemontana, Ulss Berica; Lotto E: Ulss Scaligera – Azienda ospedaliera Universitaria integrata di Verona. I lotti A e C se li sono aggiuidicati RTI Dedalus-Lutech-Deloitte; i lotto B, D, E a RTI InterSystems Italia-Gpi-Telecom Italia. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
LA STRATEGIA VENEZIA Il Partito Democratico del Veneto dice stop alle liste civiche “finte”, quelle che vengono messe in piedi per evitare alle formazioni politiche di raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni e quelle che fanno eleggere persone pronte poi a passare dall’altra parte della barricata. A sette mesi dalla sfida a Luca Zaia, pur sapendo che sarà tutta in salita, il Pd ha riunito l’altra sera a Padova la nuova segreteria capitanata da Alessandro Bisato e ha cominciato a tracciare il percorso. A partire dalle alleanze. E il primo dato emerso è che sarà dato spazio solo al “civismo” vero: «Stavolta niente cavalli di troia».
Domenica 27 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Regionali, stop del Pd alle “finte” liste civiche Sbarramento ai renziani di Italia Viva `Misura anti-transfughi. Bellomo: «Nessuna «Se corrono abbiano il proprio simbolo» pregiudiziale sul candidato governatore»
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LA RIUNIONE
un momento in cui, dopo l’inconcludente esperienza della leghista Stefani, il Pd al governo sta cercando di riprendere con concretezza e serietà il percorso verso l’autonomia». «Pensavo che fosse già fuori del Pd ancora dai tempi delle primarie vinte dalla Moretti - dice il coordinatore di Grande Nord, Corrado Callegari - Il “contenitore” per chi vuole l’autonomia? C’è già, è il nostro Partito dei Veneti che ha unito vari movimenti. Comunque si può dialogare». Scettico Andrea Bona, presidente del Bard, il movimento per l’autonomia dei bellunesi: «Con Simonetta siamo in amicizia, ma la sua mi sembra un’idea solitaria e tardiva. Noi abbiamo aderito al PdV che è un contenitore aperto». Al.Va.
Alla riunione, con il segretario Alessandro Bisato, c’erano tutti i componenti del nuovo esecutivo: Matteo Bellomo, Antonio Bressa, Franco Bonfante, Vanessa Camani, Chiara Luisetto, il capogruppo in Consiglio regionale Stefano Fracasso e il presidente dell’assemblea Giovanni Tonella, assente per motivi personali solo Lucio Tiozzo. «Il Partito Democratico - ha detto Bisato - sarà il perno della coalizione». Serve un fronte unitario, ha detto, e per costruirlo «nelle prossime settimane incontreremo e ci confronteremo apertamente con tutti i soggetti che condividono agenda politica e priorità». «Dispiaciuto» per le divisioni delle scorse settimane (i renziani) e l’addio di questi giorni (Simonetta Rubinato), Bisato ha detto che alcune defezioni «sorte più per tattica elettorale che per sensibilità politica, fanno il gioco di Zaia che, a dispetto degli sforzi, proprio negli ultimi giorni sta dimostrando di non essere poi così diverso dal suo mentore Salvini». Quanto al rapporto con le civiche c’è stato chi, come Matteo Bellomo, ha chiesto al Pd di essere «generoso»: «Esistono tante realtà civiche, non solo “Coalizione” di Arturo Lorenzoni a Padova, anche le esperienze delle “Officine” dell’ex sindaco di Treviso Giovanni Manildo o, a Vicenza, i civici con Giacomo Possamai e Sandro Pupillo. Serve un coinvolgimento vero, sia sul fronte dell’alleanza che del programma». Di più: Bellomo non avrebbe nulla in contrario a supportare un candidato governatore espressione dei movimenti civici. «Dobbiamo aggregare e non mettere ogni volta il cappello su tutto». Alda Vanzan
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LE ALLEANZE I temi sono due. Il primo riguarda i transfughi. E il riferimento, l’ultimo in ordine di tempo, è a Veneto Civico, una delle liste che nel 2015 sosteneva Alessandra Moretti: 26.940 voti in tutta la Regione (contro i 307.581 ottenuti dal Pd e i 70.695 della lista Alessandra Moretti Presidente), un eletto, il trevigiano Pietro Dalla Libera con 1.050 preferenze. Solo che poi Dalla Libera è passato dall’altra parte, aderendo alla maggioranza di Luca Zaia. Mentre all’altro civico, Franco Ferrari, eletto nella lista della Moretti, rimproverano di essersi caratterizzato più per le astensioni che per i voti contrari ai provvedimenti leghisti. L’altro tema riguarda i cosiddetti “cavalli di Troia”. Il Pd è pronto a dare spazio al “civismo” e a correre con tre sole “gambe”: la lista del Pd, la lista Veneto 2020 che dovrebbe inglobare tutte le civiche, il M5s (se ovviamente ci starà). Quel che il Pd non accetterà è che nelle civiche trovino posto esponenti politici che non raccoglieranno le firme per presentare la lista del partito. Un esempio “a caso”: se Italia Viva di Matteo Renzi intende correre alle Regionali in Veneto dovrà metterci la faccia e non farsi dare un
IL CASO DALLA LIBERA: ELETTO NEL 2015 NELLA COALIZIONE DELLA MORETTI E POI PASSATO CON ZAIA
posto in lista da una civica. «Ci saremo, ancora da valutare con chi», ha detto l’altra sera a Mestre il coordinatore dei renziani Ettore Rosato? Il Pd, da Padova, gli risponde che “cavalli di troia” non ce ne saranno. E cioè: ben vengano le liste nella coalizione, ma col proprio simbolo. Il ragionamento tra i dem è anche un altro: le “finte” civiche non sono state un valore aggiunto, perché pescando nello stesso bacino elettorale hanno contribuito solo a portar via voti al Pd. Non solo: nelle liste civiche dovranno esserci civici veri, non esponenti del Partito Democratico o di altre forze politiche di area.
IN PISTA Da sinistra Stefano Fracasso, Arturo Lorenzoni, Alessandro Bisato. Sopra, Matteo Bellomo
«L’addio di Rubinato? Sembra tattica elettorale». Scetticismo tra i venetisti IL CASO VENEZIA Ha provocato scalpore nel Pd la decisione dell’ex parlamentare trevigiana Simonetta Rubinato di uscire dal partito e di dedicarsi alla costruzione di un movimento che faccia da “casa” a tutti i 2,3 milioni di veneti che hanno votato sì al referendum sull’autonomia. Un proposito che tra i venetisti è stato peraltro accolto con scetticismo: «Ci siamo già noi, la “casa” comune è il Partito dei Veneti», ha replicato il consigliere regionale Antonio Guadagnini.
LE REAZIONI Il segretario regionale Alessan-
dro Bisato si dice dispiaciuto, ma non evita una stoccata: «La nostra linea è incontrare tutte le forze del centrosinistra con un unico discrimine: che non siano sovranisti. Ma neanche chi si sfila per tattica elettorale». Il segretario provinciale del Pd di Treviso, Giovanni Zorzi: «Mi dispiace perché riconosco la capacità, la preparazione di Simonetta e il suo impegno per il nostro territorio. Va detto che il partito provinciale non le ha fatto mai mancare le occasioni e gli spazi per un confronto interno su posizioni che da tempo risultavano critiche nei confronti della linea politica nazionale e regionale. Fa specie che questa decisione avvenga alla vigilia delle elezioni regionali e in
EX PD Simonetta Rubinato
ZORZI: «NON LE ABBIAMO MAI FATTO MANCARE SPAZI DI CONFRONTO» GUADAGNINI: «LA “CASA” COMUNE PER L’AUTONOMIA È GIÀ LA NOSTRA»
M5s, un test psico-attitudinale per gli autocandidati `La proposta di Berti
divide gli iscritti riuniti a Mestre L’ASSEMBLEA MESTRE Potrebbe essere un test attitudinale a influenzare la scelta dei candidati dei 5Stelle alle prossime elezioni regionali del Veneto. Entro il 15 novembre ci sarà spazio per le autocandidature e poi due settimane per le famose graticole su base provinciale. Il voto dei militanti, online, potrebbe essere fissato per il 5 dicembre. Ma il consigliere regionale Jacopo Berti aggiunge un tassello in più: un test psico-attitudinale per tutti gli autocandidati, tenuto da un professionista esterno. «Abbiamo un problema a selezionare le persone, troviamo candidati poco competenti o che non sanno lavorare in gruppo» dice Berti che per tutto il pomeriggio guida, sommerso dalle domande, l’assemblea regionale degli attivisti, riunita al Novotel di Mestre. «Un semplice colloquio, come nel mondo reale: un test psico-attitudinale. Un professio-
nista esterno valuterà ogni candidato: non potrà escluderlo dalla competizione ma il risultato del test sarà pubblicato sul profilo personale e tutti noi potremo tenerlo in considerazione». La base si spacca. C’è chi mugugna, chi applaude, chi si alza e dice che si cercano rappresentanti politici e non professori o “comunicatori” perfetti per la televisione. Qualcun altro ci sta o propone per la scrematura anche un test di diritto (poi bocciato da Berti: «Essere tecnici è diverso da essere politici»). Elena La Rocca, consigliera comunale a Venezia, spiega che si tratta di un test che viene già proposto in Europa per selezionare i dipendenti.
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«Criticate perché non avete incarichi»
LE ALLEANZE Oltre alle candidature, all’ordine del giorno c’è il tema delle alleanze, in Veneto ma anche a Venezia e per le altre amministrative. Con Berti e gli altri consiglieri regionali, c’è il ministro Federico D’Incà, che promuove l’esperienza di governo e il patto civico in Umbria e sembra chiedere più apertura, anche al centrosinistra che spinge per lo schieramento giallorosso. «Abbiamo provato con la Lega ma i risultati del loro
VENEZIA Botta e risposta a distanza tra il coordinatore di Grande Nord, Corrado Calligari e l’assessore regionale leghista Roberto Marcato. «Vi vergognate della parola Nord», l’accusa di Callegari. Replica di Marcato: «Perché Callegari non protestava quando grazie alla Lega era parlamentare - e non mi pare abbia rinunciato al vitalizio - e al vertice di Veneto Agricoltura? Callegari dice che c’è un Veneto al di fuori dei palazzi della Regione? Sì e lo conosciamo così bene che infatti siamo i primi in Italia per i servizi e la qualità della sanità. Guarda caso tutti questi che adesso criticano la Lega hanno cominciato a farlo quando non hanno più avuto incarichi o ricandidature, io invece ai tempi di Flavio Tosi ho provato a combattere e assieme ad altri coraggiosi ci siamo “ripresi” il partito».
tutte le ipotesi sono sul tavolo». Berti però ricorda di essere stato contrario all’alleanza di governo con la Lega e anche a quella con il Pd. «Fosse per me lavorerei solo sul dialogo con le civiche. Ma deve essere l’assemblea a decidere». “Ma esistono civiche vere a livello regionale? Non mi risulta”, obietta qualcuno. Poi arriva la proposta di convocare i comitati di tutti gli ospedali veneti: «Perché non unirle e mettere un rappresentante in ogni nostra lista»? Qualcun altro chiede come mai non si apra la discussione sul candidato presidente, ma Berti spiega che sarebbe un errore presentarsi alle civiche con il nome di un candidato del Movimento. Alla fine l’assemblea ha votato per alzata di mano di valutare le singole civiche ai fini di un accordo: “Apriremo un dialogo nella massima trasparenza ma anche le liste civiche dovranno rispettare i nostri criteri di selezione”. Tra gli attivisti veneti però c’è chi chiede autonomia: «Eventuali coalizioni dovremmo però votarle solo noi. Perché dalla Sicilia dovrebbero votare per il Veneto»? Melody Fusaro
La polemica
VERSO LE “GRATICOLE” Jacopo Berti ha proposto il test psico-attitudinale
IL MINISTRO D’INCÀ: «TUTTE LE IPOTESI SONO SUL TAVOLO». LA BASE: «MA I NOSTRI ALLEATI LI DECIDIAMO NOI»
tradimento sono sotto gli occhi di tutti. Ora stiamo affrontando un’esperienza di governo importante con il centrosinistra e i risultati sono diversi, e li stiamo vedendo anche in questi giorni - dice il ministro -. In Umbria abbiamo proposto un candidato esterno, in un patto civico. Anche qui
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Cronaca 21
IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 27 Ottobre 2019
POLITICA. Ilnuovo partitodi MatteoRenzisipresenta ufficialmente aun mesedalla nascita
LAPRESA DIPOSIZIONE. Confcommercio eFiperibattono alComune
Il battesimo di Italia Viva «Incorsaalleregionali» Già 23 mila gli iscritti in Italia, mille in Veneto e 250 tra città e provincia Sbrollini:«Obiettivoelezionivenete2020eunconsiglierecomunale» Giulia Armeni
Un mese fa il salto di carreggiata. Oggi, una Leopolda e 23 mila iscritti dopo - mille in Veneto e 250 in provincia Italia Viva Vicenza ingrana la quarta. E lo fa, per voce della senatrice Daniela Sbrollini, con un obiettivo ambizioso: «Correremo alle elezioni regionali della prossima primavera». L’annuncio, accolto dagli applausi di una cinquantina di sostenitori, arriva ieri mattina al Galla Caffè alla presentazione ufficiale, la prima, della nuova creatura partitica di Matteo Renzi. Un «soggetto politico solido ma non pesante e post- ideologico», che si prepara ad entrare nell’arena delle grandi competizioni elettorali scendendo nel ring regionale dominato da Luca Zaia. A lanciare il guanto di sfida è stato, venerdì sera a Mestre, il coordinatore nazionale Ettore Rosato e da quel “la” Sbrollini riparte. Lei che, il 19 settembre scorso, ha appeso al chiodo la tessera del Partito democratico dopo una lunga militanza, ammette che «da anni non provavo un’emozione così grande». E anche se la strada per inserirsi tra i big della politica è in salita (Italia Viva viene dato al 3,5- 4% nei sondaggi), la costruzione della casa partitica prosegue speditamente. Mentre si consolidano le fondamenta regionali, con Sbrollini al timone veneto assieme a Sara Moretto, si gettano le basi per quelle provinciali: «Non ci sono ancora referenti vicentini - precisa la senatrice - ma si stanno unendo a noi molte persone del mondo
MatteoRenzi durantel’intervento conclusivoallaLeopolda. ANSA
Ladocente FrancescaCarli, DanielaSbrollinie Carlotta Belloni
Ilpubblico allapresentazione ierimattina alGallaCaffè. COLORFOTO
della scuola, del sociale, dell’imprenditoria, della cultura e anche delle amministrazioni locali». È il caso del sindaco di Torri di Quartesolo Diego Marchioro, mentre si attende, «ci speriamo, sì», il colpo grosso: il passaggio al movimento di qualche consigliere comunale cittadino. Già operativo invece il comitato under 25, per i ragazzi tra i 18 e i 25 anni «che non sono il futuro ma il presente - rivendica Sbrollini - e che assieme alle donne è una delle colonne di Italia Viva». Colonne rappresentate, ieri, dal 22 enne Andrea Chimetto e dall’ex segretaria della Cisl del Veneto Franca Porto. La quale, puntando dritta al dopo Zaia, non risparmia una stoccata al centro-sinistra: «Che vergogna non essere riusciti a creare un’alternativa in tutti questi anni». Essere “un’alternativa” è del resto il leitmotiv dei nuovi renziani, che nel loro programma hanno saldi tre campi d’azione: impresa e lavoro, sanità e sociale, scuola. Tre sono anche i punti, scremati da una lista di 10, dei giovani tesserati capitanati da Chimetto: «Sviluppo della mobilità in base all’università, tutela dell’ambiente e attenzione agli anziani». C’è spazio, nella narrazione del battesimo di Italia Viva Vicenza, anche per il capitolo autonomia veneta - pronto a tornare al centro in vista delle urne - e per i rapporti all’interno dell’esecutivo giallo-rosso: «Continueremo a sostenere lealmente questo Governo - garantisce Sbrollini - ma portando le nostre proposte». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Continuaafardiscutere laproposta dell’assessoreall’ambienteSiotto dieliminare laplastica dal centro
Plasticfreeeparcheggi Ascomvuoleilconfronto «No alla politica degli annunci ma valutazioni serie» «Ridurre il costo dei parcheggi del centro storico e incentivare comportamenti plastic free? Sono questioni importanti ed eviterei la “politica degli annunci”, avviando invece una valutazione seria e approfondita con le categorie interessate, in primis negozianti e titolari di pubblici esercizi». Nicola Piccolo, presidente della Delegazione Confcommercio di Vicenza interviene sulle anticipazioni degli assessori alla mobilità Matteo Celebron e di Simona Siotto, assessore all’ambiente. «Attivare una sosta gratuita in determinate ore della giornata, come la pausa pranzo, può essere una buona idea – prosegue Piccolo –. Già in passato, grazie alla collaborazione tra Comune, Aim Mobilità e Confcommercio, erano state studiate e introdotte tariffe serali più convenienti proprio per incentivare l’arrivo in centro. Ora, anziché proporre iniziative spot, credo sia utile ritornare a sedersi attorno a un tavolo per valutare il sistema complessivo
della sosta in centro, comprese le tariffe nei festivi, con la volontà di capire come una rimodulazione dei costi orari possa rivitalizzare il cuore della città e sostenere il tessuto commerciale e turistico». Sulla stessa lunghezza d’onda, ma sul possibile divieto dell’uso della plastica in bar e ristoranti del centro, è Gianluca Baratto, presidente della Fipe-Confcommercio di Vicenza, che rappresenta i pubblici esercizi. Baratto invita l’Amministrazione «ad un attento confronto con le categorie interessate, perché se c’è condivisione diventa tutto più facile. Sui temi della sostenibilità e della responsabilità sociale stiamo già lavorando da tempo sia con la for-
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Attivare unasostagratis inpausapranzo puòandarebene manonsiaaspot NICOLAPICCOLO CONFCOMMERCIOVICENZA
mazione, sia con l’adesione al progetto Rimpiattino contro lo spreco alimentare. Molti colleghi del centro non stanno già attuando l’eliminazione della plastica in occasione di vari eventi che vengono proposti». Ma la questione, secondo Fipe, è delicata e va affrontata con metodo, visto che impatta sull’economia delle imprese e sulle abitudini dei clienti, in una città sempre più frequentata anche da turisti. «Il primo passo deve essere quello di incentivare questa pratica – conclude Baratto - Soprattutto se si nota che già esiste una cultura positiva in tal senso. Ciò eviterebbe anche di circoscrivere il perimetro del plastic free ai soli pubblici esercizi, ma di allargarlo, ad esempio, ai supermercati e ai distributori automatici. Vietare fa notizia, ma non è detto che faccia bene all’ambiente, che invece ha bisogno di comportamenti virtuosi e condivisi, soprattutto messi in pratica da persone convinte, non solo perché esiste un obbligo. • © RIPRODUZIONERISERVATA
IL GIORNALE DI VICENZA
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Domenica 27 Ottobre 2019
TREVISO.Motociclisti:duemortiinungiorno
VENETO
Duemotociclistisonomortia pocheoredidistanzainaltrettanti incidenti.A Mareno diPiaveunoscontroconun’autoècostatolavitaaun50ennediVazzolaierimattina, nelpomeriggioaVedelagoun42ennediFossalungaèfinitocontrounmuretto.
Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
UN MESE PER LE OSSERVAZIONI DEL TERRITORIO. Poi si va al voto finale
Trasporti,Venezia miraaincidenti eviabilitàsatura
MAFUGATTI: «A SUD»
VENETO:LA SATURAZIONEDELLE STRADEIN OTTOBRE
A31Valdastico Confindustria trentinalavuole piùanord
Il Piano varato dalla Regione indica 37 azioni precise perspostaremercisuitrenieridurrelacongestione Obiettivi:calodiveicoliinstradaedemissioni-80% Piero Erle
I dati del monumentale documento sono chiari. I livelli di traffico in Veneto crescono più di quanto non accada in Italia e in Europa. In autostrada si va dal +3,17% nel 2014 al +4,7 del 2017. Questo significa che oggi ci sono tratti di viabilità principale della regione che hanno alti livelli di saturazione: «Da Verona al bivio del Passante di Mestre fino al 70-100%, tra Venezia e Portogruaro tra il 50% e il 70%. E poi in ingresso a Verona, a Vicenza anche statale Postumia, e a Padova», scrive la Regione. E non c’è solo questo: «Il notevole sviluppo della vocazione turistica della regione comporta a sua volta problemi di congestione di alcune infrastrutture viarie e ferroviarie, degli aeroporti, ma anche problemi di scarsa accessibilità ad importanti destinazioni turistiche come ad esempio a Cortina o ai comprensori turistici dal delta del Po a Bibione». Ecco la fotografia in cui la Regione proprio a fine legislatura prova a calare con il nuovo “Piano regionale trasporti al 2030”, che è stato adottato dalla Giunta Zaia (l’assessore Elisa De Berti ha ringraziato più volte i tecnici a cominciare dal prof. Ennio Cascetta e
Tragliinterventi necessariil collegamentoagli aeroporticonil trenoepiùaccesso alleareeturistiche
dal dirigente Luigi Zanin) ed è in pubblicazione sul Bur: ci sono ancora 30 giorni per presentare le osservazioni ufficiali da parte di enti e associazioni e poi si andrà verso il Consiglio regionale per il voto finale. ESIGENZE. Cambia la società,
e quindi il Piano è stato pensato più come un “processo”, sempre in grado di aggiornarsi nelle scelte rispetto agli obiettivi da centrare: la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Il documento indica una lunga lista di fabbisogni su cui la Regione vuole intervenire: i servizi Tav insufficienti; i limiti di crescita ai valichi alpini per export-import (per la maggior parte sono congestionati dai veicoli merci: le autostrade in media al 28%, con picchi del 50%); il carico del traffico merci su strade e binari; la necessità di una transizione energetica verso fonti non inquinanti e rinnovabili; più risorse per la manutenzione straordinaria delle strade regionali e provinciali (soprattutto nei tratti extraurbani, sono caratterizzate da un’elevata incidentalità, anche per l’alta incidenza di mezzi pesanti); le nuove tecnologie di automazione nei trasporti; popolazione più vecchia da servire meglio nella mobilità pubblica, anche arrivando ad attuare una «piena integrazione funzionale e tariffaria tra gomma e ferro»; poche risorse per il trasporto pubblico locale; collegamenti da creare tra ferrovie ed aeroporti; accessibilità ai futuri Giochi olimpici 2026. Di qui un Piano regionale che è stato articolato in otto obiettivi e stra-
tegie e 37 azioni specifiche. SCENARI E OBIETTIVI. Il Piano
calcola in sostanza due scenari: il primo fotografa cosa succederà con un “non fare nulla”, il secondo invece proietta i risultati ottenibili con una sere di interventi ritenuti essenziali e quindi classificati “invarianti”. Tra le strategie, quindi, c’è prima di tutto l’inserimento del Veneto nella “metropolitana nazionale ed europea” e cioè la Tav-Alta capacità ferroviaria che permetta sì ai treni di viaggiare veloci (velocità commerciale: 150 chilometri l’ora) ma anche di attrezzare i binari e le stazioni per i Tem-treni merci europei (750 metri di lunghezza a 22,5 tonnellate di portata). Di qui azioni necessarie come la Tav Verona-Padova, Venezia-Trieste e Padova-Bologna. Ma anche il completamento dell’asse ferroviario del Brennero, il nuovo interporto di Isola della Scala (Vr) e l’«aumento selettivo della capacità dei terminal dei porti con offerta migliorata a Venezia e Chioggia» (ampliando l’area franca a porto Marghera) . Anche per il trasporto pubblico è decisiva la sfida di aumentare i passeggeri e quindi tra le varie azioni «completare la rete metropolitana veneta (servizio a orario cadenzato, elettrificazioni delle linee minori compresa la Vicenza-Schio e così via), velocizzare la Mestre-Adria, attivare gare per bacini di traffico ottimizzati, potenziare car sharing e bike sharing, e poi ovviamente l’integrazione tariffaria con il biglietto unico per chi usa corriere e treni. Per la rete stradale l’elenco è molto lungo,
DaVerona albivioper il Passante diMestre la saturazionedellaviabilità è al 70-100%
LADENSITÀDI INCIDENTINELLE ARTERIEDELLA REGIONE
Unodegliobiettividelpiano è ridurreil tassodi incidenti chefunestaleprincipali strade venete
ma ad esempio la Regione calcola una minor saturazione di tratti di viabilità principale con la Pedemontana veneta, e poi la 3a corsia autostradale Venezia-Trieste, Verona-Modena e Padova-Monselice, la nuova strada regionale 10 da Carceri (Pd) a Legnago (Vr), la tangenziale nord di Vicenza. “Sotto esame” invece opere di “project” come la Valdastico Nord, la Nogara-mare, la Romea commerciale, la Meolo-Jesolo, le Tangenziali venete, la Valsugana a quattro
corsie da Bassano in su e altri grandi progetti storici. Sullo sfondo c’è anche l’obiettivo di assumere in autonomia il controllo delle concessioni autostradali e ferroviarie. GLI EFFETTI. Come detto, il
Piano punta molto anche a opere di accessibilità ferroviaria e autostradale agli aeroporti di Venezia e Verona, alle aree turistiche a iniziare da Cortina per i Giochi 2026 (treno delle Dolomiti, ad esempio), alle Colline del prosecco. E anche ai mezzi del fu-
turo con una rete di colonnine per ricaricare i veicoli elettrici e lo sviluppo dell’uso di carburanti “green” (metano, gas liquefatto, idrogeno). Alla lunga, anche premendo per un passaggio più spinto verso i trasporti merci su treno e sull’uso di mezzi pubblici, la Regione prevede che nel 2030 il Veneto ridurrà l’emissione di polveri sottili (-80%) e gas serra (-30%), il numero di veicoli circolanti (-21 milioni di veicoli-ora) e il numero di incidenti (-12%). • © RIPRODUZIONERISERVATA
La Valdastico Nord «secondo noi Industriali dovrebbe avere un percorso con lo sbocco trentino posto più a nord rispetto al progetto della Provincia. In questo modo la Valdastico potrebbe diventare alternativa alla Valsugana, alleggerendola del traffico pesante che tutti conosciamo e riducendo, di conseguenza, gli incidenti stradali che oggi sono numerosi». Parole di Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento, pronunciate davanti a tutte le autorità radunate per l’Assemblea annuale degli industriali, due giorni fa a Riva del Garda. Insomma, c’è piena consonanza tra i maggiori imprenditori trentini e quelli vicentini, che con la Camera di commercio si sono già espressi per uno sbocco dell’A31 nell’area di Trento. Ma Maurizio Fugatti, il primo presidente nella storia della Provincia di Trento ad essere favorevole allo sbocco dell’autostrada dal Vicentino, non cambia idea. Fugatti in dichiarazioni a “Il Trentino” sottolinea che la Valdastico «prevede investimenti per circa tre miliardi di euro: un terzo di questa somma, o poco meno, porterà opere e ricadute sul nostro territorio. E sullo sbocco è deciso: a sud di Rovereto: «Questa è la nostra idea e su questo progetto l’A4, l’autostrada Brescia-Padova, ha fatto uno studio di fattibilità che ha inviato al Ministero dei trasporti. Quest’ultimo non ci ha ancora trasmesso il progetto ma noi, informalmente, sappiamo che ha un approccio sostenibile sia dal punto di vista tecnico che ambientale». L’uscita a sud di Trento (Mattarello), sostiene Fugatti, avrebbe utilità «solo di tipo trasportistico a favore degli interessi dei veneti. Invece in quell’ottica, quella dell’uscita nella zona di Rovereto, ha un’utilità per un territorio che ha una vocazione industriale e che è in difficoltà rispetto ad altri» per sviluppo e posti di lavoro. E sul no dei Comuni lagarini tira dritto e guarda alle elezioni municipali che ci saranno in primavera. •
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REGIONE
DOMENICA 27 OTTOBRE 2019 LA NUOVA
a pieve di cadore confronto sulla sicurezza idrogeologica
«Evacuare i paesi montani a rischio frana» Un anno dopo Vaia: per l’esperto della Regione D’Alpaos spesso è meglio spostare le popolazioni che tentare di ricostruire
Francesco Dal Mas PIEVE DI CADORE. Mettere in sicurezza Cancia a Borca di Cadore, a causa della frana, oppure Alverà, a Cortina, lungo il torrente Bigontina: è questa la scelta più saggia che si possa fare sul piano della sicurezza idrogeologica? Scioccante la risposta che ha dato Luigi D’Alpaos, già docente all’Università di Padova e tra i più stimati studiosi del settore: «No, probabilmente in situazioni così complesse è meglio trasferire altrove la popolazione». Siamo al convegno di Pieve di Cadore sul primo anno del post-Vaia. Giuseppe Casagrande, il sindaco, è soddisfatto perché i cantieri nel territorio municipale sono molto avanti, o addirittura già conclusi. Ma altrove, nel resto della provincia, in presenza di situazioni più complesse, ben altra è la storia. D’Alpaos, intervenendo nel salone della Magnifica Comunità del Cadore, fa le sue analisi senza timore di scioccare. Avverte, ad esempio, che proprio in Valle del Boite non si è sempre costruito là dove si poteva. Non ci sono le disponibili-
tà finanziarie – ad avviso del professionista che dal 2010 collabora con la Regione Veneto – per ricostruire com’era e dov’era. «Vogliamo, per esempio, rifare le strade e le piste ciclabili lungo i corsi d’acqua, dove sono state portate via dalle piene di un anno fa? Certo, è possibile, ma nel momento in cui si ricostruiscono, bisogna anche mettere da parte i soldi per rifarle o quantomeno per ripararle in caso di ne-
Ma il sindaco di Perarolo di Cadore, che convive con il pericolo: «Non è il futuro che vogliamo» cessità». Al convegno è presente anche l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin. «L’ingegnere è stato anche mio professore e mi sono sempre trovato d’accordo con le sue intuizioni. Certo, dov’è possibile ricostruire e abbiamo i fondi per farlo, si proceda. Ma quando lo sforzo economico è gigantesco e magari il rischio rimane, è meglio traguardare altrove».
Per Bottacin non ci sono dubbi: bisogna avere il coraggio della verità. In sala ascolta molto attento il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo. «D’Alpaos rischia purtroppo di avere ragione perché a monte non ci sono strumenti di prevenzione. Chi vigila sul territorio? Chi segnala lo stato dei corsi d’acqua? Chi le colate di ghiaia? È vero, disponiamo di macchine e strumenti moderni, ma se non ci sono uomini che fanno anche loro da sentinella, non si va da nessuna parte. Hanno tolto perfino il Corpo Forestale dello Stato». Accanto a lui c’è Pierluigi Svaluto Ferro, sindaco di Perarolo. Il paese convive da anni con una frana incombente. Portar via la gente, anziché mettere in sicurezza il versante di montagna che fa problema, non è certo la soluzione che Svaluto Ferro ritiene proponibile e praticabile: «Le terre alte diventerebbero una wilderness. È questo il futuro che vogliamo per la provincia?». «Non è sicuramente la prospettiva che mi pongo» ribatte, a margine del convegno, D’Alpaos. «Si tratta solo di essere più previdenti». —
Una pista ciclabile in Agordino, mangiata dal torrente.Nel riquadro l’ingegner D’Alpaos al convegno di Pieve
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.ROVIGO
... Domenica 27 Ottobre 2019
La Voce
ASSOCIAZIONI Ieri giornata dei donatori all’auditorium dell’ospedale di Rovigo
Avis e Aido, una festa del cuore Consegnati riconoscimenti e benemerenze ai soci. Nella sezione cittadina sono 1.717 ROVIGO - Festa e riconoscimenti per i donatori. Ieri all’auditorium dell’ospedale di Rovigo si è celebrata la giornata dei donatori per ricordare e celebrare l’opera delle associazioni Avis e Aido di Rovigo. Tanti i riconoscimenti e le benemerenze distribuite dalle presidenti delle due associazioni Barbara Cavallaro dell’Avis e Paola Pisani dell’Aido. Ricordati anche i numeri di un’annata di donazioni, nel 2018 2.957 donazioni (sangue intero, plasma, multicomponent e piastrine) da parte dei 1.717 soci Avis. Ieri sono stati celebrati anche i 66 anni dalla fondazione a Rovigo dell’associazione dei volontari del sangue e i 41 dell’associazione dei donatori di organi. Premiata la generosità dei donatori rodigini, con 211 benemerenze. Tra diplomi e distintivi, assegnati a partire dalle 8 donazioni o tre anni di iscrizione all’Avis con almeno 6 donazioni, sono quest’anno 12 i soci donatori dell’Avis di Rovigo premiati con il distintivo in oro con diamante per aver raggiunto nel 2018 le 120 donazioni o perché hanno concluso l’attività di donazione per raggiunti limiti d’età. Inoltre due i donatori con 100 donazioni o 40
All’auditorium dell’ospedale la festa di Avis e Aido Consegnati attestati e benemerenze anni di iscrizione all’Avis con almeno 80 donazioni. Numerosi ieri gli interventi e i saluti portati da istituzioni ed esponenti politici, dall’assessore comunale Erika Alberghini al consigliere regionale Graziano Azzalin. Tutti gli interventi hanno ribadito l’aspetto fondamentale della donazione e la necessità di continuare a fare opera di promozione per le due associazioni e per il volontariato, colonne portanti della nostra società civile. © RIPRODUZIONE RISERVATA
POLITICA Petizione contro l’azione del governo
Forza Italia: “Basta tasse” ROVIGO - Giornata intensa per Forza Italia oltre trecento firme raccolte nella sola giornata di sabato per mettere un tetto in costituzione alle tasse. Anche Rovigo ha risposto con entusiasmo all’iniziativa che il partito di Berlusconi ha attivato ieri e oggi in tutte le piazze dei capoluoghi d’Italia. Soddisfazione espressa dal commissario provinciale Piergiorgio Cortelazzo “siamo con orgoglio all’opposi-
Il banchetto di Forza Italia
zione del governo giallo rosso, un governo tasse e manette che non potrà mai rappresentare l’elettorato di Forza Italia”. A firmare “per fermare questa ondata tasse e solo tasse oltre a tanti cittadini sono passati sindaci, consiglieri comunali, provinciali, amministratori, tutti uniti contro un governo di sinistra manettaro”. Forza Italia non si ferma e la raccolta firme continuerà an-
CASE DI RIPOSO La Cgil del Veneto attiva una raccolta di firme
Firme per le Ipab pubbliche Anche la Cgil di Rovigo si batte per una riforma giusta delle Ipab (case di riposo) e promuove una raccolta di firme sotto lo sloga “Firma per le Ipab pubbliche firma per difendere il tuo lavoro”. Una petizione rivolta al presidente della regione, Luca Zaia, agli assessori regionali e ai sindaci veneti. “Come lavoratori - recita una nota della Cgil del Veneto, alla quale si associa la Cgil di Rovigo - siamo rimasti turbati rispetto agli episodi che hanno evidenziato violenze e maltrattamenti agli ospiti anziani in una struttura nostra regione. Anche nel passato si erano vissute situa-
zioni simili in altri enti ed ogni volta che accadono, per quanto residuali e limitati a pochi soggetti, è un colpo difficile da sopportare. Come lavoratori auspichiamo che gli organi della magistratura individuino con celerità i fatti e le responsabilità. I primi a chiedere chiarezza siamo noi lavoratori. Non ci possono essere giustificazioni a comportamenti che ledono la dignità delle persone, tanto più in strutture come le nostre dove gli anziani, non autosufficienti, con problemi di demenza senile, si affidano alla nostra assistenza”. Le richieste di sindacati e lavoratori per
le Ipab sono: “Modifica degli standard assistenziali che incrementino i minuti di assistenza da dedicare agli ospiti; investimenti rivolti alla formazione del personale; investimenti rivolti al supporto del personale. Una riforma organica del settore, sempre più inserito nell’ambito tipicamente sanitario rispetto al passato, e sempre più interagente con il sistema sanitario regionale, che inverta la tendenza a strategie di riduzione di salario e di diritti attraverso appalti, applicazioni contrattuali peggiorative”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
che oggi dalle 10 alle 12 alla sede di Forza Italia in via Badaloni, “trasformata per l’occasione in un banchetto all’aperto dove per tutta la giornata si sono incontrati amministratori, cittadini persone che non hanno sposato e mai sposeranno un governo giallo rosso”. Ieri al banchetto, per la raccolta firme, i vertici provinciali e comunali del partito e diversi militanti azzurri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 27 OTTOBRE 2019 MESSAGGERO VENETO
consiglio regionale
Referendum contro il proporzionale: quesito da correggere La Corte Costituzionale: entro l’8 novembre va integrato Martedì torna in aula. Fedriga: è solo una specifica tecnica
Giacomina Pellizzari UDINE. Il referendum anti
Rosatellum torna in aula. Il quesito depositato dalla Regione Friuli Venezia Giulia assieme ad altre sette consorelle governate dal centrodestra per cancellare dalla legge elettorale (Rosatellum) per Camera e Senato la quota dei seggi assegnati con il metodo proporzionale, va corretto. E va fatto entro il prossimo 8 novembre. Non a caso al primo punto dell’ordine del giorno della seduta del consiglio regionale fissata per il martedì e mercoledì, c’è «l’integrativa referendum sulla legge elettorale». «La Corte Costituzionale ha semplicemente chiesto alcune specifiche tecniche, non è intervenuta nel meri-
Il presidente Massimiliano Fedriga in consiglio regionale
to del quesito» spiega il governatore Massimiliano Federiga, che ha già avuto modo di ricondurre l’operazione in un principio di democrazia che parte dai territori. Attraverso la missiva inviata, nei giorni scorsi, l’ufficio centrale per il referendum invita le otto regioni (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna Piemonte, Abruzzo, Basilicata e Liguria) che hanno deciso di fare propria la proposta lanciata da Matteo Salvini, a modificare il quesito perché la richiesta di referendum non è stata formulata nel modo corretto. I proponenti devono uniformare il titolo in «Abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali, nel sistema elettorale della camera dei deputati e nel senato della Repubblica». Ai Consigli regionali viene richiesto, inoltre, di indicare nelle delibere dei referendum, i testi di legge di cui si chiede l’abrogazione. Ovvero i 43 commi o i frammenti di commi delle quattro diverse leggi. Quello che andrà in aula martedì, quindi, sarà un passaggio tecnico sicuramente inatteso. Inizialmente si riteneva che la Corte si prendesse due mesi di tempo per decidere se ammettere o meno il ricorso presentato dalla Lega e da Fratelli d’Italia. A questo punto i tempi potrebbero anche allungarsi. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
CALMA&GESSO
«Maglietta Carrefour dobbiamo riderci su»
ENRICO GALIANO
C’
è questa maglietta che è stata messa in vendita al Carrefour da qualche giorno: ritrae un maschio e una femmina vicini. Si vede lei che parla a lui a voce alta, nell’orecchio, in modo disturbante; si vede lui che dà una spinta a lei, facendola precipitare giù. Didascalia: “Problem solved”, problema risolto. L’intento è goliardico, vorrebbe strappare un sorriso alle persone che si incontrano per strada. Peccato che sia venduta in un Paese in cui, ogni tre giorni, un uomo ammazza una donna: a volte proprio per strada. Pare che Carrefour si sia già scusata, che abbia iniziato il ritiro della maglietta. Lo scivolone è lapalissiano, non merita troppa attenzione. Ovvio che rappresentare, anche per scherzo, un uomo che si libera in modo violento di una donna, è pessimo e con-
tribuisce alla cultura maschilista delle donne come un “problem” da risolvere con l’uso della forza. Il punto è che in tanti (e in tante, soprattutto) si sono indignati anche per la vignetta, quella in cui la donna stressa l’uomo con le sue chiacchiere: “Ripropone un pregiudizio di genere!”, dicono, e quello alla fine è un mattone in più sulla costruzione dell’idea maschilista. Ecco, non vorrei dire una cosa troppo politicamente scorretta, ma per me è l’esatto contrario: che è proprio lì che dovremmo evolverci un po’. Imparare a ridere un po’ più di noi. Mettere in circolo qualche grammo di sana ironia e autoironia, prendendo un po’ in giro i luoghi comuni, sapendo che sono luoghi comuni, che ci sono tante donne non petulanti e tanti uomini che sono più rompiscatole delle proprie compagne. Altrimenti il rischio è che la faccenda da seria si trasformi in seriosa: che disseminando il campo di mine potenziali nessuno muova più un passo e si perda il gusto di sorridere dei nostri reciproci difetti. Che, ammettiamolo: non potrebbero starci, su una sola maglietta.