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Corriere del Veneto Domenica 24 Novembre 2019
TV
NUMERI UTILI ComuneBelluno sportellodelcittadino
Belluno belluno@corriereveneto.it
0437913222
VigiliUrbani Municipio OspedaleBelluno OspedaleAgordo
0437913520 0437913111 0437216111 0437645111
OspedaleP.diCadore 04353411 OspedaleCortina 0436883111 EnelBelluno 0437214111 Acqued.(BIM) 800757678
Gas(BIM) Acqued.Feltre Alcolistianonimi
Ora fanno paura le valanghe Ancora tanta pioggia in provincia: permane l’allerta valanghe e Palazzo Piloni continua il monitoraggio delle frane. Le previsioni meteo parlano di precipitazioni consistenti su tutto il Veneto fino a stasera, con quantitativi anche abbondanti su zone montane e pedemontane. La quota-neve è in graduale rialzo fino a 1.800-2.000 metri. Il Centro funzionale decentrato della Protezione civile del Veneto ha dichiarato lo stato di pre-allarme (allerta arancione) per le aree alpine e prealpine (Alto Piave, Piave pedemontano, Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Monti Lessini e Bacino del Garda) per probabili criticità nella rete idraulica minore e ai sistemi fognari e, in conseguenza delle precipitazioni abbondanti dei giorni scorsi, per la possibilità d’innesco di frane sui versanti. Il rischio-valanghe rimane marcato come ieri tanto che «Veneto Strade» ha dichiarato la chiusura della strada regionale 48 «delle Dolomiti» da Passo Pordoi a Ponte Vauz. Rimangono interdette al transito anche le strade provinciali (Sp) 5 direzione «di Lamosano»-Bongaio Fail, 20 «Val Fiorentina» dalla galleria Marzeluch a località «L’Aiva», 30 «Panoramica del Comelico» a Costalta di San Pietro di Cadore, 619 «di Vigo di Cadore» dal Rifugio «Tenente Fabbro» al confine con Udine, 641 «del Passo Fedaia» da Capanna Bill al confine con Trento. Inoltre
Volontari protagonisti Il «contingente» a Cal di Limana in posa e all’opera
la Sp 33 «di Sauris» non è transitabile per chiusura invernale. Intanto le attività della Protezione civile di Belluno proseguono frenetiche. Sul campo: i volontari stanno continuando i monitoraggi a vista per tutte le 24 ore delle frane di Dont (Val di Zoldo) e Presenaio (San Pietro di Cadore). Ma anche nell’ex magazzino della Provincia alla Cal di Limana che, da maggio scorso, la Provincia ha dato in gestione all’Ana Belluno. Le squadre di volontari
stanno sistemando la struttura che diventerà la sede di tutta l’attrezzatura della Protezione civile provinciale. Ieri pomeriggio avvio dei test su generatori, pompe, tendone gonfiabile e altre attrezzature. «I vecchi magazzini sono stati affidati in gestione all’Ana (alpini, Ndr) Belluno per rendere la struttura sempre più funzionale ed efficiente — spiega il consigliere provinciale delegato alla Difesa del suolo Massimo Bortoluzzi — Il fatto di avere una sede unica per l’attrezzatura della Prote-
zione civile ci permette una gestione migliore. Tra l’altro, il capannone della Cal si presta anche alla formazione dei futuri volontari, oltre che al controllo e alla messa a punto dei vari materiali da utilizzare nelle emergenze. Come Provincia daremo il nostro contributo con un piano di investimenti». Intanto il governatore Luca Zaia ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza di livello nazionale per tutto il Veneto con una iniziale e parziale quantificazione dei danni già arrivata a 150 milioni di euro. Nella lettera, inviata al premier Giuseppe Conte e al capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, c’è un riferimento anche al Bellunese. «Negli ultimi 15 giorni in Veneto sono caduti dai 200 ai 350 millimetri sulle zone pedemontane e sulla pianura e dai 350 ai 600 millimetri su gran parte delle zone montane con punte massime di 700 millimetri nel Bellunese» si legge nella missiva. Poi viene affrontata la neve caduta copiosa sui Passi dolomitici, circa 120-130 centimetri e le frane, con particolare riferimento a quella della Busa del Cristo a Perarolo e di Schiucaz in Alpago. Intanto la Banca Prealpi San Biagio di Tarzo (Treviso) ha deliberato l’attivazione di un plafond di 15 milioni di euro a tassi agevolati per aiutare famiglie e imprese danneggiate dall’alluvione. Davide Piol
Confartigianatoinsiste:ZesancheinPolesine «NecessariaalrilanciodopolatempestaVaia» Una Zes (Zona economica speciale) anche in provincia. L’inclusione di Venezia e del Polesine in Manovra finanziaria (in approvazione) in vista dell’istituzione di una Zona economica speciale (poi diventata Zls, «Zona logistica semplificata», Ndr) ha allertato Confartigianato Imprese di Belluno. Già a giugno scorso l’ente aveva inoltrato ai parlamentari
La giornata internazionale
Domani iniziative in tutta la provincia per la Giornata internazionale per la lotta contro la violenza sulle donne. La Prefettura si illuminerà di arancione e alle 18, davanti al Palazzo dei Rettori, le autorità incontreranno la cittadinanza. «Invitiamo tutti a partecipare — spiega Pierina Arrigoni, presidente del Soroptimist club Belluno-Feltre — La scelta del luogo non è casuale: il prefetto (proprio da domani a Francesco Esposito succederà Adriana Cogode, Ndr) è anche capo di una task force di tutti i soggetti pubblici e privati che intervengono in caso di violenza grazie a un protocollo
BELLUNO
bellunesi una lettera chiedendo d’impegnarsi per una Zes sul territorio che porterebbe agevolazioni burocratiche e fiscali alle imprese oltre che investimenti. Così, di recente, l’associazione ha spedito agli stessi destinatari una nuova missiva. «Consideriamo ancora aperta anche la nostra richiesta — si legge — ancor più ora alla luce delle criticità che il Bellunese
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Obiettivo Così si otterrebbe il riconoscimento del ruolo della montagna
043725211
Spopolamento e disoccupazione Libro come ricetta Spopolamento della montagna, disoccupazione, abbandono delle aree interne. Due iniziative per capire e risolvere questi problemi. Alle 18 di domani, in sala «Luciani» del centro «Giovanni XXIII» nel capoluogo, il Pd presenterà il libro «Provincia, non periferia» di Paolo Manfredi. Il dialogo con l’autore sarà moderato da Monica Lotto, segretario comunale del Pd, Roberto De Moliner e il deputato Roger De Menech, presidente del Fondo Comuni confinanti. Intanto le amministrazioni comunali di Alano di Piave, Feltre, Borgo Valbelluna, Lamon, Pedavena, Quero Vas, San Gregorio nelle Alpi, Sedico, Seren del Grappa e Sospirolo hanno proposto una nuova domanda di finanziamento alla Regione per «Uniti per l’Inclusione 3». Il progetto è stato accettato e finanziato con 183.520 euro. La selezione pubblica è rivolta a persone disoccupate da tempo, non percettori di ammortizzatori sociali e sprovvisti di trattamento pensionistico. Si tratta di un percorso lavorativo della durata di sei mesi, 20 ore settimanali, per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità nel comune di residenza-domicilio. Infine termina oggi l’iniziativa «#Bloccadegrado» a Feltre nell’ambito del Festival delle buone pratiche sui temi della cooperazione, dell’innovazione e della responsabilità sociale. (D.P.) © RIPRODUZIONE RISERVATA BELLUNO
Il meteo Ancora pioggia, quotaneve in rialzo a 1.8002.000 metri
Viabilità Interdette sei strade provinciali tra cui la «Panoramica» del Comelico
Storica occhialeria
Primomezzosecolo diLuxol:«Sempre ancoratialCadore»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lettera ai parlamentari eletti in provincia
BELLUNO
FARMACIE BocoDr.Athos
Presentazione pd domani
Maltempo:ilPasso Pordoiko, franeaZoldo ePresenaiocontrollatea vista Crescela «casa»dellaProtezione civile aCal di Limana:lagestione all’Ana BELLUNO
800757677 0439885344 0437941578
sta vivendo». Per la presidente Claudia Scarzanella e per il direttore Michele Basso è il momento di «sollevare una questione bellunese e chiedere nuova sensibilità sul territorio colpito da “Vaia” per individuare nella Zes lo strumento per risollevarsi, come avvenuto a Venezia dopo l’acqua alta». Gli estensori fanno presente che già nella lettera di giugno avevano individuato la ragione
di un provvedimento del genere a favore del Bellunese: il nesso economico funzionale del territorio con il porto di Venezia, derivante dalla storia dei rapporti commerciali tra la laguna e le Dolomiti. La Zes fondamental per il futuro: contribuirebbe ad affermare «il riconoscimento di un ruolo strategico della montagna per la sostenibilità della pianura, come illuminati esperti della materia dicono da decenni, teoria poco ascoltata». E poi costituirebbe «un modo per attrarre investitori internazionali per far ripartire l’economia provinciale e contrastare lo spopolamento». Marco de’ Francesco © RIPRODUZIONE RISERVATA
LOZZO DI CADORE La «Luxol» spegne 50 candeline, il 25 ottobre scorso ha compiuto mezzo secolo di attività. Ha festeggiato con i 60 dipendenti lo storico traguardo. All’evento anche gli operai che nel 1969 per primi hanno contribuito a far nascere l’impresa. L’azienda di Lozzo è attiva nell’occhialeria. È a gestione della famiglia (nella foto). La co-titolare Piera Da Rin Vidal ha rimarcato il legame col Cadore, mai venuto meno «di fronte a logiche di profitto». Sempre per la co-titolare, ancora importante l’aspetto «artigianale» della produzione. «Il mondo dell’eyewear è cambiato — ha precisato — ma la nostra azienda si è evoluta tenendo come punto fermo la passione per l’occhiale lavorato da mani esperte». (MdF) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Violenza sulle donne, la Prefettura domani s’illuminerà di arancione per dire basta d’intesa siglato su iniziativa del Soroptimist due anni fa. Il momento sarà importante: richiama l’attenzione di tutti su questo problema che si può affrontare solo se pubblico e privato sono uniti. Occorre cambiare mentalità, i numeri sono altissimi. Nel 2019, 88 donne al giorno hanno subito violenza. Cioè ogni 16 minuti». A Sospirolo alle 14.30, incontro con «Belluno Donna», Questura di Belluno e Auser volontariato nel piazzale davanti la chiesa parrocchiale dove sarà posizionata una panchina rossa (simbolo della violenza sulle donne, Ndr) per un più forte impegno dei citta-
dini a non voltarsi dall’altra parte davanti agli abusi. Infine l’associazione «Bagus» in campo a Cortina riunendo oltre venti associazioni del territorio gridando: «Basta violenza sulle donne». Chiarisce la presidente del sodalizio, Katia Tafner: «Gli ampezzani hanno una forte sensibilità sociale, così un anno fa abbiamo
Le altre iniziative Incontro a Sospirolo Tanti eventi a Cortina con l’associazione «Bagus». E si arrampica
fondato Bagus. La gente vuol essere coinvolta, servono occasioni che consentano la condivisione di situazioni e problemi, come questa della violenza sulle donne. Questa giornata diventi sempre di più un momento di confronto su quello che ciascuno di noi può fare, o che sta già facendo, su questo problema». Per consentire a più persone di partecipare, l’associazione ha organizzato più momenti di condivisione nella stessa giornata. Si comincerà alle 10, di fronte all’Hotel «Victoria», per una marcia fino alla piazzetta accanto alla Cooperativa di Cortina dove rappresentanti
La Panchina rossa Uno dei simboli della campagna contro la violenza sulle donne
di associazioni e categorie porteranno un loro breve contributo. Poi spostamento nella palestra di roccia «Cortina 360°» che offrirà a tutte le donne l’opportunità di arrampicare gratuitamente. Dalle 17.30 alle 18.30, sempre nella palestra, l’associazione «Belluno Donna» illustrerà la sua attività
con racconti, immagini e dati sul problema in provincia. Seguirà la proiezione di un cortometraggio in anteprima da parte del festival «Cortinametraggio», con un contributo di Jothyoga relativamente a Barbara Woheler di «Yoga e Donna». D. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere del Veneto Domenica 24 Novembre 2019
VE
NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina
Venezia&Mestre venezia@corriereveneto.it
0412385648 0412385668 0412385653
Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio
0412385659 0412385661 0412385678
MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino
0412385631 0412385639 0412385642
FARMACIE SanTeodoro AllaGatta Ca'Bianca
0412602316 041720153 0415267251
SilvestriS.Antonio AllaMadonna
041920456 0415340251
Comitatone:fondi,Mose,bonifiche Martedìlariunionedopol’Acquagranda.BrugnaroincontrailpresidenteMattarella.Oggimareaa140
● La marea è tornata alta: ieri sera si è fermata a 110 centimetri. Stamattina la previsione è di 140 alle 8.50 mentre 120 alle 21.40 Lunedì mattina sono previsti 105 centimetri alle 9.20 e 110 alle 22.20
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149,77
136,6
141,15
171,11
225,94
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233,18
Valori in milioni di euro
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MESTRE
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28,26
51,53
valore medio 2005-2017
n.d.
Risposte tempestive. Lo sottolinea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella: «L’attenzione del governo a Venezia dopo l’acqua alta record è stata immediata, abbiamo riportato la città e i cittadini al centro dell’attenzione internazionale dando una risposta unitaria». «Senza guardare i colori politici», aggiunge il senatore Andrea Ferrazzi. L’elenco dei provvedimenti sono quelli contenuti nell’ordinanza di protezioni civile. Subito sono arrivati i venti milioni per l’emergenza (con rimborsi fino a cinquemila euro per le famiglie e ventimila per le imprese), la nomina del commissario (il sindaco Brugnaro), la sospensione dei mutui per chi è stato colpito dall’acqua granda, e lo stanziamento di 65 milioni di Legge speciale ancora bloccati a Roma. Senza dimenticare l’emendamento che ha trasformato la zona logistica semplice in zona economica speciale che il territorio aspettava da tempo. «In poco tempo, l’abbiamo fatta semplificando le procedure e agevolando gli investimenti», precisa Martella. E’ stato un lavoro di squadra, sottolinea il Partito democratico, che ieri ha fatto il punto con parlamentari e consiglieri. Dice ad esempio il deputato Nicola Pellicani: «La Zes è arrivata con la spinta del Pd, voglio ricordare che il governo a trazione leghista è ar-
tatone, mentre in giornata è prevista un colloquio con il ministro alle Infrastrutture. Va controcorrente invece Europa Verde di Venezia che con l’European green Party chiede al Comitatone della prossima settimana di non procedere unilateralmente al completamento del Mose, «ma di sottoporre a verifica radicale il progetto che presenta pesantissimi errori progettuali», di realizzare entro un anno la salvaguardia fisica di San Marco dalle acque alte fino a 110 centimetri e l’estromissione delle grandi navi dalla laguna. Intanto oggi la marea sarà 140 centimetri alle 8.50, 120 alle 21.40. Domani mattina: 105 alle 9.20. Francesco Bottazzo
Erogati Non erogati
50,73
Il Pd
segretario all’Economia Pier Paolo Baretta sottolinea come il ministero stia lavorando «per destinare una quota importante di risorse in capitale per poter programmare un piano pluriennale di interventi». Fondi cioè che permettono di accendere mutui per svariati milioni, così come avveniva una volta. Basta infatti dare un’occhiata allo schema dei finanziamenti di Legge speciale degli ultimi 25 anni per accorgersi come dal 2005 i soldi siano arrivati con il contagocce, passando da una valore medio del periodo 1993-2004 di 143 milioni ai diciotto tra il 2005 e il 2019. Un aiuto potrebbe arrivare anche dal presidente della repubblica Sergio Mattarella che il sindaco incontrerà dopo il Comi-
● Il regista Ozpetek «Venetika è stato un po’ profetico» VENEZIA «Quando ho visto le immagini e i filmati di Venezia colpita dall’acqua alta eccezionale ero incredulo e senza parole. Mi sono venuti i brividi». Ferzan Özpetek, regista nato a Istanbul, da oltre 40 anni a Roma, il cui film «La Dea Fortuna»
L’Ego - Hub
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● Per l’emergenza il governo ha già stanziato 20 milioni di euro (5 mila il rimborso per le famiglie, 20 mila per le imprese), nominato il commissario e sospeso i mutui. E’ stato nominato anche il commissario al Mose e creata la zona economica speciale per Porto Marghera, Murano, Burano, Campalto.
Navi Passate in secondo piano. Il ministro studia un piano per spostarle
I finanziamenti della Legge speciale 1993-2019
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● Nell’ordine del giorno la verifica delle risorse economiche necessarie per il superamento della situazione di emergenza dovuta all’acqua granda, il rifinanziamento delle misure di salvaguardia della laguna e della legge speciale, il finanziamento del completamento della rete di marginamento del sito sin di Porto Marghera, il sistema Mose con tutti gli aspetti inerenti alla gestione e alla manutenzione
del Mose. Non a caso l’odg parla di «completamento ed aspetti inerenti la gestione e la manutenzione». «C’è un sistema complessivo di protezione che dobbiamo rifinanziare — spiega il ministro De Micheli — i soldi stanziati permettono di fare interventi idraulici diffusi». I 65 milioni appena sbloccati dal governo danno una boccata di ossigeno, ma dovranno essere ripartiti anche con gli altri comuni della gronda lagunare: per Venezia sono 18 (annualità 2018) e 28 (2019). L’auspicio di Ca’ Farsetti è che martedì ci sia ripartizione e l’assegnazione permettendo così da lì a poco ai Comuni di averli in cassa. Ma Luigi Brugnaro se ne aspetta molti di più, tanto che il sotto-
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● Martedì pomeriggio è stato convocato il Comitatone a Palazzo Chigi
VENEZIA I soldi per l’emergenza acqua granda, il rifinanziamento della Legge speciale, i fondi per il completamento del marginamento di Porto Marghera, il punto sui lavori del Mose e delle opere complementari. C’è tutto questo nel Comitatone previsto martedì pomeriggio a Palazzo Chigi, a due anni di distanza dall’ultimo che definì le ipotesi alternative al passaggio delle crociere davanti a San Marco. Proprio le navi invece, questa volta non compaiono nell’ordine del giorno della convocazione inviata ieri dalla presidenza del Consiglio. L’intenzione del ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli è di studiare il dossier per arrivare nei primi mesi del prossimo anno a programmare un piano pluriennale per toglierle definitivamente dal canale della Giudecca. Intanto già dal prossimo anno duecento, secondo lo stesso ministro, potrebbero essere spostate a Marghera, ma in questo momento la priorità è un’altra e si chiama Mose e legge speciale. Il sindaco ha infatti più volte chiesto negli incontri avuti con il premier Giuseppe Conte e i ministri, giunti a Venezia la scorsa settimana dopo l’alta marea record, più fondi per la salvaguardia della città, e più trasparenza per la grande opera, oltre a far entrare in Comune nella futura gestione
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La vicenda
1993 ‘94 ‘95 ‘96 ‘97 ‘98 ‘99 2000 ‘01 ‘02 ‘03 ‘04 ‘05 ‘06 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11 ‘12 ‘13 ‘14 ‘15 ‘16 ‘17 ‘18 2019
«A Venezia risposte tempestive e senza guardare i colori politici» Sottosegretari e parlamentari: altri duecento milioni in arrivo
❞ Martella In breve tempo abbiamo riportato la città e i cittadini al centro dell’attenzione mondiale
rivato a bocciare un mio ordine del giorno alla Camera. Da anni stiamo lavorando per dare delle risposte alla città a partire dalla proposta, ferma, di nuova Legge speciale. Ma su Venezia bisogna ragionare in modo unitario: Mose, navi, bonifiche e turismo, sono tutti problemi che vanno affrontati nel loro insieme». Il punto di partenza adesso è la Legge di Bilancio: «Tra i venti emendamenti prioritari del governo c’è quello a firma mia e di Vincenzo D’arienzo — interviene Ferrazzi — che stanzia cento milioni nel 2020 e altrettanti per l’anno successivo. L’italia deve capire che Venezia ha un effetto moltiplicatore del Pil per tutto il Paese, quei soldi non sono un’opera caritatevole». E se la capogruppo Pd in consiglio comunale Monica Sambo ha sottolineato come «ci stiamo abitando a maree eccezionali che in realtà sono una trage-
Ca’ Farsetti
Tre giorni di Consiglio
M
ercoledì, giovedì e, eventualmente, venerdì. Consiglio comunale convocato in sessione straordinaria per tre giorni, nella sala di Ca’ Farsetti. Si inizia mercoledì alle 9.30. All’ordine del giorno il compenso dei revisori dei conti, l’accordo pubblicoprivato per l’albergo di via Carducci, la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento rifiuti e, soprattutto, il bilancio di previsione per il periodo compreso tra il 2019 e il 2021. (gi.co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
dia per la città, le abitazioni e le attività commerciali», Emanuele Rosteghin ha inviato il sindaco a sviluppare all’interno della nuova zona economica speciale le aree di Marghera che Eni voleva dare al Comune per il rilancio dell’area. E’ chiaro che tutti gli interventi fin qui avviati rischiano di scontrarsi con il risultato del referendum di separazione tra Venezia e Mestre. «La Zes/Zls tra Marghera, Burano, Murano, Campalto già dimostra che il territorio ha una sua unità — dice il sottosegretario Baretta — In prospettiva piuttosto bisogna porsi il problema di come ingrandire la città metropolitana non rimpicciolirla e divedere il Comune». «Non mi sembra il caso di aggiungere un altro problema a quelli che ci sono ora», chiosa Andrea Martella. F. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
uscirà a breve, è stato quasi profetico nel cortometraggio «Venetika», girato come omaggio al padiglione Venezia della Biennale Arte che si chiude oggi. Protagonista di «Venetika» è l’attrice Kasia Smutniak che porta lo spettatore a immergersi insieme a lei nell’acqua scura, in una sovrapposizione di marmi policromi, dipinti rinascimentali, foto in bianco e nero di Venezia che si specchiano nelle sue stesse acque. Dal profondo dello schermo riemerge poi Kasia, affiorando prima da vetrate di palazzi, poi da sculture marmoree: ruota la testa, come in una visione, per poi tornare sott’acqua, nel cielo tra Palazzo Ducale e la Biblioteca Marciana. La presenza dell’acqua caratterizza tutto il padiglione: per raggiungere la sala di proiezione del cortometraggio, infatti, bisogna attraversare un tunnel camminando su un’acqua torbida, quasi color ruggine, attorniati da bricole. «Quando Kasia esce dall’acqua mentre scorrono i titoli di coda, il suo sguardo è un presentimento – commenta Özpetek – Mi ricordo che girando quella scena le avevo detto di pensare a qualcosa di drammatico. Per questo mi sono venuti i brividi». Per il regista «Venetika» è una storia d’amore e ha sofferto vedendo la città ferita. «L’acqua è l’essenza di Venezia, ma quando diventa “granda” ne mette a rischio la vita quotidiana e tutto il patrimonio artistico – conclude Özpetek – Il sindaco si era commosso vedendo il mio filmato e mi ha colpito molto positivamente il modo in cui ha agito in questi giorni». (c. ga.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Domenica 24 Novembre 2019
«Autonomia, opere, sicurezza» Il Pd scrive l’agenda del Nord
● L’editoriale Gliimamsiano formatiinItalia
Verona, summit dem con una parola d’ordine: «Fermare la demagogia di Salvini»
I
Più autonomia e meno burocrazia, federalismo fiscale, opere pubbliche da sbloccare, più il tema della sicurezza «da strappare alla demagogia». In sintesi è questa l’Agenda del Nord che il Partito Democratico propone per un’area «senza la quale – ha detto il deputato veronese Diego Zardini – non si governa l’Italia». Un’agenda che è stata al centro del convegno organizzato a Verona dal Pd, presenti leader nazionali e regionali del partito ma anche numerosi esponenti del governo e parlamentari. Tra gli invitati, in prima fila, l’assessore regionale leghista Roberto Marcato. E proprio verso la Lega si sono rivolte le bordate più polemiche dei relatori, a partire da Maurizio Martina, secondo il quale «c’è bisogno di un’alternativa ai rischi che Salvini sta facendo correre ai ceti produttivi del Nord, perché – ha sottolineato - quando si scassa l’idea di un Paese come l’Italia, nel cuore dell’Europa, si fa del male alle imprese e a questi territori». Come creare questa alternativa? «Su temi-chiave come il federalismo fiscale, la semplificazione amministrativa e lo sviluppo industriale, non certo con la decrescita felice». La ministra Paola De Micheli, in un videomessaggio, dopo aver ricordato gli oltre 600 milioni
VERONA
Squadra Il Partito Democratico scaligero riunito a Verona. Presenti Maurizio Martina e Giorgio Gori
stanziati per la Tav sul nodo di Verona ha annunciato la creazione di un «contaopere» che consentirà di seguire via Internet i progressi dei cantieri giorno dopo giorno. «Cantieri che - ha aggiunto - solo per un 30% hanno davvero problemi di burocrazia, mentre in molti casi sono fermi per scelte nazionali ma anche dei territori. Tenteremo di sbloccarli uno a uno – ha concluso - anche facendoci aiutare da commissari ma solo se veramente necessario».Sul tema dell’autonomia è arrivato il videomessaggio del
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Il caso
BELLUNO
Monsignor Marangoni sui sacramenti: «Perdono». Ed è rivolta le, i sogni che avevate alimentato, la vostra vocazione alla vita coniugale con i progetti di vita che comportava, seppure incorsi in vicende familiari travagliate». L’invito, esplicito, è di riavvicinarsi alle parrocchie, iniziando da un incontro organizzato domenica primo dicembre, alle 15, al Centro Papa Luciani a Col Cumano di Santa Giustina. Un palese tentativo di riconciliazione, insomma. Che però non è stato affatto gradito da chi non ammette deroghe alla tradizione. Radio Spada, un sito che ritiene «il Cattolicesimo Romano l’unica forma di antagonismo culturale, sociale e politico alla grave decadenza e alle pulsioni dissolutrici del mondo in cui viviamo», ha avviato una battaglia contro l’apertura del ve-
Martina Serve un’alternativa ai rischi che Salvini sta facendo correre ai ceti produttivi del Nord
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De Micheli Opere spesso ferme per i no dei territori. Si può pensare a un commissario (solo quando serve)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pizziolo Certe coppie che non vivono appieno il matrimonio cristiano potranno accedere ai sacramenti
Le scuse di due vescovi ai divorziati I tradizionalisti: «Uno scandalo» confronti. Abbiamo anche per un lungo tempo dichiarato che non potevate essere pienamente ammessi ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia». La presa di posizione trae spunto da «Amoris Laetitia», l’esortazione apostolica di Papa Francesco (fu pubblicata nel 2016), che vagliava anche la realtà contemporanea della vita familiare. Un testo che scatenò un ampio dibattito nella comunità cattolica, ma che ha mutato le condizioni entro le quali le diocesi, come pure le singole parrocchie, possono muoversi. Non a caso monsignor Marangoni ammette che «ci siamo irrigiditi su una visione molto formale delle situazioni familiari. Abbiamo sbagliato a non considerare la situazione persona-
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Marangoni Ci siamo irrigiditi su una visione formale delle situazioni familiari a cui eravate pervenuti
di Stefano Bensa
Era un dogma che sembrava insuperabile, e che costringeva migliaia di fedeli a rinunciare, loro malgrado, ad uno dei sacramenti fondamentali per un credente: la comunione, così come la confessione. Almeno fino ad oggi. Perché la «fuga di anime» dalle parrocchie, la disaffezione verso quella ritualità settimanale che, un tempo, affollava le chiese, e forse anche lo storico sorpasso dei matrimoni civili sul rito religioso sta spingendo i primi vescovi - da Vittorio Veneto a Belluno e Feltre - ad aprire le porte alle coppie separate e divorziate. Fino a rivolgere, come nel caso di monsignor Renato Marangoni, vescovo di Belluno, un appassionato appello pubblico che parte da un presupposto: le scuse. Un atto considerato al limite del «sacrilego» da parte degli oltranzisti della tradizione. I quali, per tutta risposta, hanno scatenato una campagna social che ha generato reazioni e commenti al vetriolo. Ma cominciamo dalla lettera di monsignor Marangoni a separati e divorziati: «C’è una parola iniziale da confidarvi: Scusate! C’è in questa parola afferma il vescovo di Belluno e Feltre - la nostra consapevolezza di avervi spesso ignorato. Forse avete anche sofferto per atteggiamenti tra noi di giudizio e di critica nei vostri
presidente della Regione Emilia, Stefano Bonaccini, per il quale «lo Stato ha il dovere di premiare chi ha i conti in ordine ed offre servizi mediamente di alta qualità, a partire dalla Sanità: la maggiore autonomia che abbiamo richiesto in talune materie (e il problema è di qualità più che di quantità) ha questo obiettivo, e allo Stato non chiediamo un euro in più, lo ripetiamo per rassicurare le Regioni che, diversamente da noi, l’autonomia non la chiederanno mai».Per il viceministro all’Interno Matteo Mauri,
«il tema della sicurezza va sottratto alla demagogia, perché è un tema di tutti. Lega e Salvini cercano di strumentalizzarlo, ma la verità è che i crimini sono diminuiti in tutta Italia, e questo governo sta facendo molto per le forze di polizia, a partire dai soldi che proprio Salvini promise di stanziare per gli arretrati del 2018: lui poi non lo fece, mentre noi sì». Ascoltatore attento del dibattito, l’assessore leghista veneto Roberto Marcato ha espresso «apprezzamento» per l’iniziativa, rimarcando però «l’impressione che si continui ad usare una lente deformata, da ”vecchia sinistra”: non si può ridurre tutto a una contrapposizione tra la demagogia attribuita alla Lega e un ”fare bene” attribuito solo agli altri. E la demagogia – conclude Marcato – siamo sicuri che sia solo da demonizzare, e non sia invece uno degli strumenti utilizzabili per raggiungere risultati concreti?». All’incontro veronese hanno partecipato tra gli altri anche il sottosegretario all’Interno, Achille Variati, il capogruppo regionale Stefano Fracasso, il segretario regionale del Pd, Alessandro Bisato, l’onorevole Gianni Dal Moro e il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni. Lillo Aldegheri
SEGUE DALLA PRIMA
scovo, definendo «surreale» la sua lettera. «Sebbene sia la lettera di un vescovo - scrive il sito, con un post commentato da decine di indignati - non c’è nessun richiamo all’abbandono della situazione gravemente peccaminosa che mette in pericolo il destino eterno delle anime, nessun richiamo agli alti valori cristiani della castità, della santità della famiglia, nessun richiamo all’unità ed indissolubilità del matrimonio. Solamente un prostrarsi con la scusa del-
Le scuse Il vescovo di Belluno organizza un incontro, Vittorio Veneti percorsi di riaccompagnamento
le vicende travagliate dei singoli a modi di vivere non secondo Dio, che condanna il divorzio ed il concubinaggio». Anche la chiosa finale non è del tutto cortese: «Più che della lettera di un successore degli Apostoli è la lettera di un successore degli Apostati». Ma la diocesi tira dritta: l’incontro si farà. Del resto il vescovo di Belluno, in Veneto, non è solo: nei giorni scorsi il «collega» di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo ha annunciato, tramite il settimanale diocesano L’Azione, quella che definisce «la novità»: «Consiste nel fatto di prevedere per certe coppie che non vivono in pienezza il matrimonio cristiano la possibilità di accedere alla partecipazione sacramentale». Il tutto, al termine di un «percorso di accompagnamento» gestito dal parroco o direttamente dal vescovo. E malgrado gli «indignados». © RIPRODUZIONE RISERVATA
l doveroso intervento repressivo delle autorità italiane costringe a un ripensamento, a una presa in carico delle proprie responsabilità: anche di coloro che non condividono questi metodi, non li avrebbero accettati se ne fossero stati a conoscenza, ma, per un istinto di chiusura e di protezione intracomunitaria, al limite dell’omertà, non sono stati capaci di leggere i segnali che arrivavano dai bambini, o li hanno sottovalutati. Proprio dai bambini arriva peraltro la lezione più importante: loro sì sono capaci di leggere, con i loro mezzi, il conflitto tra culture, e l’ingiustizia della loro situazione. La loro reazione è una bella storia di integrazione: parlano di ribellarsi, di chiamare la polizia, si fidano delle maestre e del contesto scolastico – sono, cioè, fiduciosi nella capacità della società di sconfiggere l’ingiustizia e di proteggerli. Anche a costo di mettere le istituzioni in conflitto con i loro stessi genitori. Qui vediamo bene i processi di integrazione in atto, la loro forza, e pure la loro efficacia, attraverso gli utili conflitti intergenerazionali che si producono. La riflessione finale riguarda noi, gli italiani: il contesto, appunto. L’epilogo della vicenda ci rende legittimamente orgogliosi delle nostre istituzioni – dalla scuola alla Digos – che hanno svolto il proprio ruolo di tutela con efficacia. Vedere i buoni che salvano i bambini dall’orco cattivo è sempre una bellissima cosa, e una morale tranquillizzante per concludere le fiabe, incluse quelle sociali. Bene. Casi di violenze di maestre italiane su bambini italiani, in alcune scuole materne, anche religiose, ne abbiamo purtroppo avuti, occasionalmente, in varie parti della penisola: tuttavia sappiamo che non è la norma ma l’eccezione. Non ci verrebbe in mente di incolpare la cultura o la religione di appartenenza in quanto tale: forse vale la pena rifletterci anche quando parliamo di altri. Infine: uno dei due imam di Padova è stato espulso in quanto socialmente pericoloso dopo aver postato su Facebook una foto di Hitler, evidenziando una escalation estremistica dal potenziale antisemita. Se questo è un criterio – e ci sembra ragionevole prenderlo in considerazione – forse una riflessione va fatta anche dalle nostre parti. Migliaia di italiani fanno purtroppo la stessa cosa: se – legittimamente – pensiamo sia una forma di pericolosità sociale, quali azioni vogliamo intraprendere? Stefano Allievi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere del Veneto Domenica 24 Novembre 2019
VENEZIA E MESTRE
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Soldi, il contro dossier «Torniamo degli autonomisti al modello «Venezia città ricca» Provincia per eleggere
Città metropolitana Proposta M5s
«Tassa soggiorno fino a 10 euro». Italia Nostra dice Sì il sindaco» VENEZIA «Pochi Comuni come quello di
I dibattiti
Una settimana di incontri categorie, giovani, comitati
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ltima settimana di confronti per il referendum. Oggi, alle 11, appuntamento negli spazi dell’Ateneo veneto in campo San Fantin per un faccia a faccia tra favorevoli e contrari. Domani alle 18, all’hotel Amadeus, ne discuterà anche Confartigianato. Alle 17 la rete studenti medi fa un incontro in campo Saffa,
alle 17.30 spazio aperto ai ragazzi nella sede del gruppo 25 Aprile alla Bragora, . Martedì alle 17.30 al Dopolavoro di via Sernaglia incontro di StoriaMestre. Giovedì, alle 11.30 a palazzo Magno Dandolo, il tema animerà i vertici di Ascom e alle 18 dibattito al teatro Corso di Mestre. (gi.co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Venezia possono contare su risorse proprie talmente cospicue da rendere improbabili (per non dire risibili) gli scenari catastrofici prospettati da chi punta tutto sulla paura del salto nel vuoto». Marco Gasparinetti, portavoce del Gruppo 25 Aprile che ha organizzato l’incontro pubblico di questa mattina all’Ateneo Veneto, snocciola i numeri degli autonomisti a sostegno della separazione di Venezia da Mestre. «Basta confrontare le entrate tributarie con quelle di una città ricca come Verona, a parità di abitanti – prosegue l’autonomista - 249 milioni a Verona contro 392 milioni a Venezia. Parliamo pure degli extra costi di Venezia, 41 milioni e a dirlo è lo studio del Comune commissionato dal sindaco per “battere cassa” a Roma. Significa una differenza di 143 milioni di extra ricavi, un tesoretto su cui pochi comuni possono contare». I dati di questo contro dossier verranno presentati nel corso del contraddittorio previsto alle 11 in Campo San Fantin, dove si confronteranno 3 esponenti del «No» (il parlamentare Pd Nicola Pellicani, l’ex assessore comunale Laura Fincato e l’ex presidente del consiglio comunale Mara Rumiz) e 3 del «Sì» (lo stesso Gasparinetti, Giorgio Suppiei e la portavoce di «Mestre Mia» Maria Laura Faccini). «L’assessore al bilancio Michele Zuin ha fatto sapere che non potrà essere presente. Peccato perché avremmo contestato lo scenario apocalittico da lui delineato» polemizza il portavoce del Gruppo, mentre si vocifera di azioni legali in procinto di essere annunciate. L’altro ieri Zuin nella sua veste i coordinatore
La vicenda ● I Comitati autonomisti preparano una serie di dossier per contrastare i dati del Comune sulle conseguenze della separazione ● Oggi alle 11 all’Ateneo veneto cè in programma un confronto tra tre esponenti del Sì e tre esponenti del No. ● Alcuni sostenitori della divisione hanno esposto dei drappi alle finestre ma sono intervenuti i vigili urbani perché la legge vieta propaganda fuori degli spazi elettorali
di Forza Italia ha parlato dei nodi aperti del bilancio: mutui, debiti, patrimonio, dicendo che nel lungo contenzioso che si aprirà Mestre rischia il dissesto. Il dossier del Gruppo 25 aprile parla di previsioni rosee per le casse del nuovo Comune di Venezia, elenca le cifre contenute nel bilancio di previsione 2019 stilato dalla Giunta Brugnaro: imposta di soggiorno 34 milioni; 16 milioni dal Casinò (che ha sede legale in Laguna), 22 milioni netti dalla ZTL e 28 milioni dal trasporto pubblico (differenza fra entrate e spese) grazie alla quota che Actv versa al Comune su ogni biglietto del trasporto acqueo. «In totale fanno 100 milioni di euro, che in massima parte resterebbero nella Venezia insulare» spiega Gasparinetti. Se non dovessero bastare, la tassa soggiorno potrebbe essere unica (5 euro per tutti) e inoltre «si può ricorrere alla facoltà che ha il comune (unico in Italia con Roma) di portare l’imposta di soggiorno fino ad un massimo di 10 euro» conclude il portavoce. Smentite anche le previsioni di aumenti stellari dei costi del trasporto pubblico diffuse da AVM. Per la piattaforma +Mestre +Venezia, «non sarebbero automatici ma solo una scelta politica perché la legge prevede un impegno delle amministrazioni a cercare la soluzione che comporta minori costi per la collettività, ed è quindi obbligo degli Enti attivarsi in tal senso». Un invito a votare per la separazione arriva anche dal Italia Nostra nazionale, che ieri ha lanciato un appello ai cittadini per recarsi alle urne. Fiorella Girardo © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’omaggio all’ex sindaco Mario Rigo messaggi di cordoglio da tutta Italia Domani la camera ardente, martedì pomeriggio i funerali nella chiesa di Noale A Noale il telefono di casa continua a squillare. Con il passare delle ore la notizia dell’improvvisa scomparsa dell’ex sindaco di Venezia e senatore Mario Rigo si diffonde aumentando le decine e decine di messaggi di affetto e cordoglio da tutta Italia alla moglie Carlotta. Nelle loro parole si mescolano dolore e stupore perché il pensiero corre al giorno prima o a quello prima ancora in cui lo hanno incontrato per strada, in piazza o magari in un’occasione più formale, ma sempre in ottima salute e con quel suo acume intatto. Nato il 4 ottobre 1929, Rigo è morto venerdì mattina dopo un improvviso ricovero per una caduta in casa, avvenuto giovedì e un fulmineo precipitare delle sue condizioni. Domani, dalle 14.30 sarà allestita la camera ardente nell’obitorio di Noale. Martedì alle 15.30 la chiesa di Noale ospiterà le esequie di uno dei primi cittadini più amati di sempre dai veneziani per la sua empatia e il suo coraggio, capace di coinvolgere prima i suoi concittadini in Laguna e poi gli altri italiani dai banchi del Parlamento a Roma. Lo ha fatto durante la sua carriera politica e continuava a farlo dopo essersi ritirato a vita pri-
VENEZIA
La vicenda ● Mario Rigo aveva compiuto 90 anni il 4 ottobre scorso ● Era nato a Noale, città dove ha tenuto residenza e famiglia ● E’ stato sindaco di Venezia dal 1975 al 1985, parlamentare europeo nell’84, senatore nell’87 e poi nel ‘92 deputato con la Lega Autonomia Veneta, da lui fondata ● E’ rimasto parlamentare fino al 2001
vata, tanto che oggi avrebbe dovuto partecipare a un confronto all’Ateneo Veneto sulla separazione tra Venezia e Mestre. Perché l’impegno per la divisione del Comune in due Comuni autonomi lo animava sempre di grande passione. Solo la scrittura del libro sulla sua vita a cui lavorava da tempo, lo appassionava allo stesso modo. Un volume in cui un capitolo importante è dedicato allo strappo col Psi di Bettino Craxi, il cui figlio Bobo ha
Ex sindaco Mario Rigo in un recente incontro per la separazione di Venezia e Mestre. L’ex sindaco delle prime giunte di sinistra era autonomista
riservato un pensiero a Rigo pubblicando sui social una foto scattata durante il Festival dell’Avanti del 1976 in cui il padre posa sul palco con l’ex sindaco di Venezia, Gianni De Michelis e Luigi Giordani. I ricordi dell’ex sindaco, politico, amico per tantissimi cittadini si susseguono. «Mario Rigo è stato un protagonista delle vicende politiche e amministrative veneziane. Fino alla fine voce autorevole con la quale confrontarsi e
misurarsi sul presente e sul futuro di questo complesso territorio» ha ricordato Andrea Martella, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, mentre il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti ha sottolineato come Rigo «aprì alla sinistra la strada del regionalismo concreto: rimase inascoltato e fu osteggiato, ma aveva ragione». Mercoledì mattina a Ca’ Loredan, l’intero consiglio comunale di Venezia rivolgerà il proprio commiato al due volte primo cittadino in occasione della seduta dell’Aula. Un sentito cordoglio è arrivato anche dal presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale, Pino Musolino, che di Rigo ha ricordato «il coraggio e la grande competenza dimostrati amministrando per dieci anni la città di Venezia in un periodo storico estremamente complesso per il nostro Paese». Infine lo staff del Teatro La Fenice, di cui era stato presidente: «Un uomo profondamente saggio, che amava oltre ogni limite la sua città, che ebbe modo di amministrare e alla quale, durante la sua carriera, ha saputo dare molto». Andrea Rossi Tonon © RIPRODUZIONE RISERVATA
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na città Metropolitana che quasi ritorna Provincia, ma con al centro i due nuovi Comuni di Venezia e Mestre, separati e autonomi l’uno dall’altro. Per la senatrice Orietta Vanin e tutto il Movimento 5 Stelle sarebbe questo lo scenario migliore dopo il voto referendario del prossimo primo dicembre. I pentastellati hanno votato internamente e, al netto di qualche contrario, la linea ora è unica per tutto il partito, e ieri la parlamentare l’ha illustrata nel dettaglio: «I nostri obiettivi sono due: dare pieno riconoscimento alla città di Mestre e ottenere l’elezione diretta del sindaco metropolitano». Per Vanin si tratta di percorsi paralleli, ugualmente importanti, ma per la legge Delrio il primo è indispensabile per arrivare al secondo. Ci sarebbe in realtà un altro modo per disinnescare il «peso» del capoluogo nel caso di una votazione metropolitana diretta del sindaco (l’unica ragione per la quale la norma statale prevede la divisione del capoluogo) ovvero allargare la Città metropolitana fino alla citatissima PaTreVe, comprendendo perciò anche le aree di Treviso e Pasova. «Un passo alla volta - risponde la senatrice - Meglio affrontare la questione dopo aver già dato ai cittadini la possibilità di esprimersi». E il Movimento ha intenzione di spingersi oltre al semplice voto diretto per il sindaco, ripescando il vecchio sistema della Provincia, recuperando il testo di legge e sostituendo «consiglio provinciale» con «consiglio metropolitano» per mutuare il precedente metodo elettorale.Niente più elezioni di secondo livello tra consiglieri comunali e sindaci, ma liste e urne come per le amministrative comunali o per le elezioni regionali. «Non tocchiamo, invece, la conferenza dei sindaci, in modo che resti un confronto tra i vari amministratori». A chi contesta che, in questa maniera, si andrebbe semplicemente a recuperare quello che anche i 5s consideravano un «carrozzone» ma con il nuovo nome, Vanin replica che le competenze sarebbero diverse: «La Città metropolitana avrebbe in capo la gestione dei rifiuti, il sistema idrico integrato, i trasporti pubblici, le strade e le infrastrutture, oltre alla gestione dei terminal per Venezia centro storico. Si attiverebbero così economie di rete e le aziende partecipate comunali come Veritas o Actv che non fossero al livello potrebbero essere soppresse». Questo non significa far pagare tariffe uguali in tutta la provincia, però, anzi l’obiettivo preso ad esempio è quello classico degli autonomisti: un’attività in centro a Mestre non dovrebbe pagare le stesse tasse che si pretendono da un negozio dell’area marciana. Giacomo Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La mafia nel Veneto
Donadio, Sgnaolin e la corruzione per vincere appalti negli ospedali Il boss intercettato nel 2012 dalla Gdf tramava con i complici per ottenere lavori a Padova e Verona distribuendo tangenti PADOVA. In palio un appalto per la manutenzione per quattro anni degli ospedali di Padova e Verona. È l’oggetto dell’animata discussione registrata dalla Guardia di finanza di Trieste. Siamo nel 2012, Luciano Donadio, il capo del gruppo camorrista insediato nel Veneto orientale e arrestato nel febbraio di quest’anno per associazione mafiosa, ne parla con il suo sodale Christian Sgnaolin, con Luigi Visicale, un imprenditore di origini siciliane residente nel Veneziano e un altro personaggio non identificato. Gli ultimi due assicurano, o millantano, sicuri contatti con l’azienda ospedaliera. All’inizio sembra un passeggiata: «Abbiamo sia il dirigente, quello che deve firmare... che... manovra... i soldi... e sia l’ufficiale giudiziario che già sono di qua sono... una bustarella!!!» assicura l’uomo non identificato. Il problema è trovare una “azienda pulita”. «Noi l’azienda ce l’abbiamo... la società è buona... il Durc è a posto (si tratta del Documento unico di regolarità contributiva, ndr)...». Ma c’è un problema: l’amministratore, Antonio Cugno, ha dei precedenti
per rapina. Tutto non si può avere. Da qui una discussione in punta di diritto: «Come società è a posto... ma quando fanno l’antimafia... guardano sempre chi è... chi la gestisce... La società non può essere mafiosa...» argomenta preoccupato il boss Luciano Donadio. Sgnaolin sembra propendere per l’interpretazione più favorevole – «quello che
«I soldi a chi firma li daremo man mano che si fanno gli stati di avanzamento» importa è la società» – e la preoccupazione si dilegua così rapidamente. Nella discussione subentrano i ricordi: all’ospedale di Padova il clan camorrista ha già lavorato quattro o cinque anni prima, «Abbiamo fatto manutenzione per quanto riguarda le cose elettroniche» ricorda Donadio. Sembra che a quel tempo sia sorto qualche problema: «Sì, avevo sentito che era successo un po’ di casino... Però non so poi perché so-
no nati i problemi», sottolinea l’uomo non identificato. A questo punto la discussione si concentra sulle modalità di svolgimento della gara. «Ne abbiamo fatte tante in passato» ricorda Donadio «ma adesso non è più come una volta... però... loro devi stare nella media...». Ad un tratto la discussione si fa confusa perché non appare chiaro se si tratti di una gara d’appalto o di conquistare un subappalto, la persona non identificata fornisce informazioni ambigue. Se la professionalità ingegneristica o giuridica appare con tutta evidenza claudicante, ci si affida alla corruzione: «A chi firma e a chi ci fa passare, i soldi vengono dati man mano che si fanno gli stati di avanzamento» taglia corto il boss. Ed è sempre Donadio a suggerire di costruire un pacchetto di mischia di società che si avvicinino all’offerta fatta dalla società prescelta. Ma l’uomo non identificato - con accento siciliano annotano gli inquirenti - va giù piatto assicurando che è sicuro chi dovrà vincere: «Aggiudicato, centomila per cento» dice, evidentemente grazie agli aggan-
Donadio e Sgnaolin parlavano della possibilità di partecipare con una ditta agli appalti della sanità
ci che vanta. Donadio si fa convincere anche se continua ad essere preoccupato, sottolineano gli inquirenti, che le sue origini di Casal di Principe «potrebbero incutere preoccupazione nei confronti delle persone che hanno potere di decidere». Tra le gare d’appalto pubblicate nel 2012 dall’azienda ospedaliera padovana non ve ne sono del tipo di manutenzione alla portata delle competenze delle ditte di Donadio, e di questa storia dell’appalto all’ospedale di Padova e di Verona non troviamo ulteriore traccia nella carte degli inquirenti. Ma il dialogo è comunque istruttivo: agli appalti pubblici si arriva corrompendo, altra strada non c’è. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Parla Andrea Tomei, candidato alle comunali a Jesolo e citato in una intercettazione
«Nessun aiuto per farmi eleggere I voti che ho preso sono tutti miei» L’INTERVISTA
ndagini sulla mafia lungo litorale, l’ex consigliere provinciale Andrea Tomei, un passato in An, poi in FdI, candidato consigliere alle comunali a Jesolo con Jesolo Bene Comune, precisa la sua posizione dopo che il suo nome è stato associato ai casalesi e in particolare a Christian Sgnaolin, ex compagno di liceo e poi datore di lavoro alla Imperial Agency di Jesolo. Laureato a Padova in Biologia, Tomei si occupa di igiene e sicurezza alimentare. Quando ha iniziato a fare politica?
I
«Ho iniziato, in maniera attiva e militante, a 14 anni. Sono stato consigliere comunale e consigliere provinciale, ho sempre dimostrato con i fatti l’impegno, la dedizione, l’onestà e la perseveranza nel rispetto del ruolo». Perché ha lavorato alla Imperial Agency? «Nel 2015 lavoravo all’Usl 4 e ricevetti, da un ex compagno di scuola che non vedevo da anni, una proposta di colloquio con una società che si occupava di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e che cercava un biologo per ampliare la propria offerta nell’ambito dell’igiene e sicurezza alimentare. Fissai il colloquio e la proposta
Andrea Tomei, ex consigliere provinciale veneziano di FdI
decisione entro natale
Scioglimento per mafia Eraclea teme il peggio ERACLEA. Il conto alla rovescia si può dire iniziato verso il destino sempre più incerto di Eraclea. Perché entro Natale il prefetto Vittorio Zappalorto avrà preso la sua decisione sul futuro di Eraclea, che potrebbe essere il primo Comune del Veneto a essere sciolto per mafia. Il prefetto relazionerà al ministro dell’Interno e al Consiglio dei ministri entro Natale. L’eventuale scioglimento avver-
fu professionalmente interessante. Accettai». Perché il suo nome compare tra le intercettazioni e un indagato, Girolamo Arena, la cita? «Me lo sono chiesto anch’io. Come per tutte le persone che fanno politica attiva, il momento della campagna elettorale rappresenta una tappa fondamentale. Nel 2017 si svolsero a Jesolo le elezioni amministrative e, con il mio solito impegno, mi diedi da fare per ottenere un buon numero di voti. In campagna elettorale ogni residente con diritto di voto, con una famiglia, un’attività, un lavoro è un potenziale elettore. Arena lo conoscevo di vista, se Sgnaolin gli ha detto che mi avrebbe votato io non posso saperlo e io non ne sapevo nulla. Sono cose che si saranno detti tra loro e senza riscontro da parte mia, neanche in termini di voto. I voti sono miei, nessuno me li ha mandati, cinque anni prima, nel 2007, ne avevo più di 130 a Jesolo, da consigliere provinciale nel collegio, più di 4 mila». Conosceva il boss Donadio?
rà con decreto del presidente della Repubblica. La chiusura delle indagini della Procura antimafia sta rivelando intanto sempre nuovi scenari e intrecci tra mafia e politica per ora inspiegabili. Anche le prime indiscrezioni sulle indagini della commissione di Accesso in Comune a Eraclea, dopo aver rivelato una certa omertà del personale, sembrano non deporre a favore del Comune. —
«Certo che lo conoscevo, era socio del mio datore di lavoro anche se in ufficio a Jesolo sarà venuto 4/5 volte, forse anche meno, non c’erano rapporti. La società si occupava di sicurezza nei luoghi di lavoro e io fornivo il mio apporto in materia di igiene e sicurezza alimentare». Cosa accadrà dopo questa inchiesta? «Non riesco nemmeno ad immaginare quale potrà essere l’epilogo per tutte le persone implicate. Spero solo che la magistratura chiarisca al più presto le responsabilità di tutti perché, purtroppo, supposizioni, chiacchiere, illazioni insinuazioni, screditano, ledono e gettano fango gratuitamente su persone completamente estranee ai fatti e che della propria onestà e credibilità hanno sempre fatto un vanto. Valuterò eventuali querele per articoli comparsi in altro giornali». Il suo futuro politico? «La politica è una passione, ho sempre svolto i miei ruoli con serietà, impegno e onestà risultando tra i più votati». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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REGIONE
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Politica e ambiente
Ecologisti pronti alla battaglia elettorale Padova, il Forum chiama a raccolta comitati e associazioni: «Basta deleghe ai partiti». E in sala i delusi grillini applaudono PADOVA. L’acqua avvelenata dai Pfas, l’aria contaminata da emissioni industriali e gas di scarico, la pianura devastata dal cemento, la montagna minacciata dal colosso olimpico, il mare in balìa di Mose e Grandi Navi, la strage di alberi nelle città, il binomio discariche abusive-inceneritori. È il dark side del Veneto e a tracciarlo è l’arcipelago ecologista - da oggi denominato Forum ambiente salute solidarietà - che riscrive così la mappa di una regione ad elevato rischio di collasso ambientale. All’assemblea di Padova i rappresentanti di una cinquantina di comitati,
associazioni, movimenti; non più giovanotti, eppure instancabili nel denunciare le ferite inflitte ad un paesaggio, il nostro, «umiliato, offeso». CONTRO I «ROAD GANGSTER»
La battaglia contro la cementificazione ed il consumo del suolo figura in cima al programma ambientalista
Così Luigi Salvador rilancia la battaglia anti-pesticidi sulle colline del Prosecco benedette dall’Unesco; Daniela Muraro segnala «l’impatto disastroso di Pedemontana» scavata sui reticolati delle falde idriche di ricarica» e chiede uno studio indipendente all’università di Padova; Alberto Peruffo dà voce all’allarme della popolazione nei territori contaminati dalle sostanze perfluoroalchiliche; Giuseppina Forner lamenta la solitudine del volontariato al quale le istituzioni riservano solo belle parole. Intervengono l’urbanista dell’Iuav Carlo Giacomini e il dirigente della Cgil Ilario Simonaggio, fa capolino anche un No Vax, poi è l’architetto Massimo Follesa (Covepa) ad alzare i toni invitando alla «resistenza» contro i «road gangster» fautori una «stabilità politica fondata su auto, case e capannoni». «Qui lo scudo penale c’è da un pezzo, ha protetto illegalità di ogni genere, da ribelle io combatto per ripristinare la legalità», si accalora; salvo scontrarsi con l’alfiere del comitato rivale, Stop Pedemontana, a testimonianza della difficoltà di ricomporre un puzzle di sensibilità, culture, percorsi .
condiviso tante battaglie, credo sia fondamentale che l’arcipelago ambientalista ritrovi unità e rappresentanza, senza più deleghe a partiti che non meritano la fiducia accordata». Ex grillini, sì. Ma anche militanti a 5 Stelle che si battono per un cambio di linea: è il caso di Nicola Longo di Cadoneghe, tra i fan della Carta di Firenze LA STRATEGIA DI BOATO
A conclusione della giornata, l’assemblea si è ribattezzata e ha lanciato la prima uscita: il 14 dicembre, a Este, al fianco del comitato Stop odori. A tirare le somme, ci prova il vetrerano Michele Boato: «Per il Forum è giunto il tempo di fare politica in prima persona e su più versanti: il movimentismo stile Greenpeace, con azioni dirette non violente; e l’impegno nelle istituzioni, collaborando con tutti, senza pregiudiziali, per conseguire i nostri obiettivi prioritari». Con tutti? «Sì, dialogando con la Lega io ho salvato i cervi del Cansiglio e lo rifarei. Vi candiderete alle regionali? «È possibile, lo decideremo insieme a gennaio». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
eUropa verde veneto
Pioggia mail su Zaia perché finanzi il rimboschimento
BARTELLE SUONA LA CARICA
Linee, progetti, strategie. Con un occhio alle piazze invase dai giovani della “generazione Greta” e l’altro alle elezioni regionali di primavera. In sala spicca il protagonismo di Patrizia Bartelle, consigliere regionale polesana, uscita dal M5S per abbracciare l’Italia in Comune di Pizzarotti: «Non sono qui per raccogliere consensi», si affretta a precisare «oggi ritrovo persone con le quali ho
«Aiutaci a riforestare il Veneto! Aiutaci a “inondare di mail” la Regione Veneto». È l’appello che Europa Verde del Veneto (aderente all’European Green Party) rivolge ai cittadini in occasione della giornata nazionale dell’albero del 21 novembre. L’obiettivo, spiegano, è sollecitare il governatore Luca Zaia a rifinanziare la legge 12 del 2003 per il rimboschimento.
chi combatte i pfas, chi difende gli alberi
No Mose e Pedemontana il ventaglio di movimenti PADOVA. È ampio e composito
il ventaglio del Forum ambientalista veneto che include comitati, associazioni, movimenti e singoli attivisti. Ecco l’elenco delle principali sigle aderenti all’iniziativa: Amica-Terra Gaiarine, AmicoAlbero-Mestre, AriaNova-Pederobba, Associazione Vegetariana, Beati i Costruttori di Pace, Centro A. Langer di Verona, Cilisa, Criaave-Cittadini per rimozione impatto ambientale aeroporto di Venezia, Codacons-Mestre, Comitato allagato Favaro, Comitato no inceneritore Padova, Comitato per la pace di Castelfranco Veneto, Comitato
Salviamo gli alberi di Abano Terme, Comitato Terre Nostre-Villadose, Comitato Bassa Valsugana, Covepa-Comitato Veneto Pedemontana Alternativa, No Inceneritore-Schio, Ecoistituto del Veneto, Eddyburg. Forum dell’aria, Forum Rifiuti Zero, Mountain Wilderness, Movimento dei Consumatori, Movimento Nonviolento, Opzione Zero, Pan-Italia No pesticidi, Per altre Strade, Pfas Land, Psycum Angolo, Salviamo il Paesaggio, Soccorso popolare-Mira, Stop Pedemontana, Tera e Aqua, Valore Ambiente-Mirano, VeneziAmbiente, Venezia Cambia. —
REGIONE
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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Verso le elezioni regionali
Il Pd: «Autonomia, più poteri ai sindaci» Boccia difende il Sud ma Gori ribatte: senza Milano l’Italia si ferma. Lorenzoni candidato anti-Zaia? Si decide a gennaio VERONA. Più poteri ai sindaci per governare le metropoli stile Milano e le cento città d’Italia come Venezia, Padova e Verona, che non vogliono essere soffocate dal neocentralismo delle regioni che con l’autonomia sognano di diventare mini- staterelli. A guidare l’offensiva del nuovo capitolo del federalismo sono Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, e Arturo Lorenzoni, il vicesindaco civico di Padova che attende il via libera del centrosinistra nella sfida contro Zaia, dopo l’endorsement di Giordani. Al loro fianco c’è il sottosegretario Achille Variati e la loro posizione è in tutto simile a quella di Beppe Sala, che rivendica risorse e poteri analoghi a quelli di Londra, Parigi e Berlino, mentre Milano deve litigare con la giunta regionale di Fontana per aumentare il ticket del metrò, puntuale come un orologio svizzero. A Verona, l’area dem di Maurizio Martina e Diego Zardini chiama a raccolta il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli che annuncia in video di aver staccato un assegno da 600 milioni per l’alta velocità Brescia-Verona, poi si fa sentire anche Francesco Boccia, che detta la linea sull’autonomia dalla lontana Puglia. La “legge quadro” verrà presentata alla Conferenza delle regioni il 28 novembre e non sarà né di destra né di sinistra, ma la cornice istituzionale che disegna il nuovo titolo V del federalismo che va dagli articoli 114 -120 della Costituzione. Boccia insiste sul concetto di perequazione, per garantire anche alle aree più svantaggiate risorse analoghe a quelle delle metropoli con i fondi strutturali d’investimento e poi tesse le lodi della proposta del Veneto di Zaia. Ma le sua analisi non convince Giorgio Gori, che da buon lombardo se la prende con il governo: «Caro ministro Provenzano, per fortuna che esiste Milano altrimenti l’Italia sarebbe esclusa dall’Europa. Lei dice noi dovremmo essere più generosi con il Sud, ma noi lasciamo ogni anno quasi 50 miliardi di residuo fiscale nelle casse del Mef. E sia Maroni che Zaia hanno organizzato i loro referendum con una colossale bugia: con l’autonomia Veneto e Lombardia si potranno trattenere le tasse, come Trento e Bolzano. Bugie. Tutti sanno che non è possibile e ci hanno fatto perdere due anni di tempo con la loro propaganda, con la fake delle 23 materie della devolution». Da Bologna si collega anche Stefano Bonaccini, scuro in volto dopo lo “sgambetto” del M5S che rischia di fargli perdere le elezioni a gennaio: l’Emilia Romagna non si vuole trattenere le tasse, chiede solo di poter programmare gli investimenti per garantire lo sviluppo. «Ci siamo ripresi dal terremoto di 7 anni fa che ci è costato 14 miliardi» dice il governatore dem.
E Arturo Lorenzoni? Il vicesindaco di Padova si consulta a lungo con Stefano Fracasso, capogruppo Pd, che lo ha coinvolto con il dossier “Veneto 100% sostenibile” elaborato anche dai docenti Alberto Bertucco e Paola Valbonesi del centro Levi Cases dell’Università. Poi ha preso la parola e senza politichese ha portato una nota d’ottimismo: «Bisogna accendere i cuori con una proposta coraggiosa, la Lega non parla mai d’ innovazione tecnologica e non si può fare della Regione il perno della nuova autonomia. Sul trasporto locale sono le città il vero
motore» ha detto Lorenzoni. «Sto raggruppando il mondo civico del Veneto, la gente diserta le urne per colpa dei partiti che si sono allontanati dai problemi reali, l’ agenda va costruita nelle assemblee popolari con grande attenzione all’ambiente. Poi ci vuole più coraggio sul cuneo fiscale: chi assume i neolaureati deve contare sull’esenzione totale perché non possiamo far scappare all’estero i giovani talenti formati nelle università». Sarà lui a guidare il centrosinistra? Si deciderà solo a gennaio. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Da sinistra Arturo Lorenzoni, Roberto Marcato, Andrea De Maria, Giorgo Gori e Achille Variati
marcato (lega)
«Voi non capite la gente e così noi sovranisti siamo al 50%» VERONA. Ha ascoltato per ore
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Partecipazione
le analisi del Pd, ma quando gli hanno dato la parola Roberto Marcato, assessore regionale all’Economia, ha fatto capire di che pasta è fatta la Lega: sovranista e populista con il 50% dei voti. La sua analisi è sembrata avvicinarsi a quella di Gianni Dal Moro, il deputato veronese che ha lanciato un appello alla riflessione: l’autonomia è nata nelle regioni ricche del Nord che temono di perdere il loro benessere, senza guerre culturali e religiose come in Catalogna e in Irlanda. Seduto accanto al vicesindaco di Padova Lorenzoni, Bobo Marcato ha dato spettacolo: «Se si parla di autonomia in Italia è solo grazie al referendum del Veneto, Zaia ha contagiato tutte le regioni. Qui tutti sono d’accordo: Lega, FI, Pd, anche i grillini, e si tratta di una riforma che può rappresentare la più grande spending review e tutti la temono. C’è una forte resistenza al cambiamento al Sud, con la Calabria che non presenta il bilancio della sanità e nessuno ne paga le conseguenze. Se volete sono pronto a darvi qualche consiglio a pagamento per dialogare con il Nord e risalire la china elettorale. Voi siete convinti che la Lega sia solo un coacervo di demagogia, mentre il Pd è l’élite del buon governo, il partito del fare. Bene, vi siete mai chiesti perché in Veneto noi della Lega andiamo al massimo, ben oltre il 50% nelle urne e così pure in tutto il Nord, mentre voi del Pd siete al 18%? Con la gente bisogna saper dialogare, ascoltare l’artigiano al bar, il pensionato al mercato, la signora che fa la spesa e non sa come pagare le bollette. E poi dare sicurezza a chi viene derubato in casa, non statistiche sulla sicurezza».— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Cronaca 15
IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 24 Novembre 2019
LA MARCIA. La manifestazione organizzata da Associazione italiana donne medico in vista della Giornata mondiale contro la violenza di genere
L’urlo silenzioso contro i femminicidi Un’ottantinadi partecipantihasfilatoperil centro Zanon:«Serveunaretetraleistituzioni eigruppi» Bergamin: «Ci dobbiamo concentrare sugli uomini» Roberta Labruna
guenza non può ottenere la tessera e l’assistenza sanitaria. Non può essere vaccinato, non può frequentare gli asili pubblici né essere inserito nel passaporto dei genitori e recarsi nel Paese dove continuano a vivere i nonni». Quindi, alla luce di tutto questo e del fatto che ancora non si è mosso nulla per modificare questa situazione, Pierantonio Zanettin domanda al ministro «quali iniziative di propria competenza intenda assumere per consentire al più presto al piccolo Lazzaro l’accesso al servizio sanitario nazionale e agli altri servizi pubblici territoriali». Il bimbo, nato in Italia da genitori cubani, infatti è senza nazionalità perché secondo la legge cubana i figli nati all’estero da genitori cubani non hanno diritto alla cittadinanza dell’isola. Attualmente la pratica per il riconoscimento della sua cittadinanza In Italia è ferma da 2 anni. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Senza parole. Niente megafoni, niente slogan scanditi ad alta voce, niente chiacchiere, eppure a chi passa in corso Palladio basta un’occhiata distratta a quel corteo silenzioso per capire il messaggio: stop alla violenza contro le donne. È sufficiente quell’unica parola, impressa sullo striscione e barrata con una croce nera: femminicidio. Dietro quello striscione ci sono un’ottantina di donne che si sono messe in marcia, sotto la pioggia, da viale Roma a piazza dei Signori. Come da un po’ di anni a questa parte. «Siamo qui, anche quest’anno, perché vogliamo tenere alta l’attenzione su questo problema», dice Annalisa Zanon, che è la presidente di Donne medico. L’associazione che, insieme al Comune e al centro anti-violenza di Vicenza, organizza la manifestazione. I numeri dicono che al centro anti-violenza di stradella del Cappuccini
dall’inizio di quest’anno hanno bussato più di duecento donne. Ma il punto è che non tutte hanno la forza di chiedere aiuto, non tutte le donne che subiscono violenza fisica o psichica trovano il coraggio di denunciare. E che quelle che lo fanno debbono essere supportate. Per questo, Zanon inquadra la questione della violenza sulle donne come un «problema politico, sociale, culturale, umano» e ribadisce l’importanza di una cosa: «Serve una rete tra istituzioni e associazioni». Rete che in parte già c’è, ma «si può e si deve fare ancora di più». Perché le donne maltrattate non si sentano sole. Il segnale sta anche nella marcia di ieri, nel flash mob in piazza dei Signori, nelle mani macchiate di colore rosso. E non è casuale la presenza lì di tre donne delle istituzioni: la deputata di Italia Viva Daniela Sbrollini, l’assessore alle pari opportunità Valeria Porelli, la consigliera delegata ai diritti civili Caterina Soprana. Uomini, invece, se
“
Ciòcheserve èundeciso cambioalivello culturale nellasocietà VALERIAPORELLI ASSESSOREPARIOPPORTUNITÀ
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Sbloccati dodicimilioni cheandranno agliorfani degliomicidi DANIELASBROLLINI DEPUTATOITALIA VIVA
ne vedono pochi. Mentre Sbrollini annuncia un paio di misure: «Sono stati sbloccati in queste ore 12 milioni per gli orfani dei femminicidi e il governo stanzierà 30 milioni di euro alle Regioni, da destinare ai centri anti-violenza che operano nei territori». E questo è un aspetto. L’altro è quello che tocca Porelli: «Ci vuole un cambio culturale». E un cambio culturale passa anche, soprattutto, dai più giovani. E dai maschi. Lo spiega bene Marina Bergamin, della Cgil: «Quest’anno abbiamo deciso di spostare la nostra lente d’osservazione: vogliamo guardare agli uomini, perché la violenza sulle donne non è un problema delle donne. Noi donne non vogliamo perdere questa guerra. Ma vogliamo alleati gli uomini, perché il grado di rispetto verso le donne è la cifra del grado di civiltà del Paese in cui viviamo». Il sindacato ne ha parlato ieri pomeriggio, ai Chiostri di Santa Corona, dando spazio alla presentazione del libro “Crescere uomini. Le parole dei ragazzi su sessualità, pornografia, sessismo” di Monica Lanfranco, che ha raccolto la voce di 1.500 ragazzi tra i 16 e i 19 anni. Dal libro, ad esempio, emerge che la pornografia sul web è l’unica fonte a cui si ispirano i ragazzi quando si parla di sessualità. Ecco, perché per quel “cambio culturale” è necessario partire dai ragazzi. «Vogliamo guardare in particolare – riprende infatti Bergamin – ai giovani uomini poiché crediamo che i profondi problemi culturali che stanno alla base delle discriminazioni e delle violenze di genere nascano da molto lontano nel tempo». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Lamarciasilenziosa organizzata per laGiornatamondiale perla soppressionedellaviolenza di genere
Sonostateun’ottantina ledonne scese instrada permanifestare. Pochigli uomini. FOTOSERVIZIOCOLORFOTO
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IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 24 Novembre 2019
DOMANISUL GDV. Ilmedico filosofodel cervello
VENETO
Menteecervello sono lastessacosa? Perchéassorbe il70% dell’energia del corpo? Comecurarlo?SegretiescoperteliraccontaVincenzoCorbetta,30annidicarriera negliUsa,oggiacapodellaClinicaneurologicadell’AzienzaospedalieradiPadova.
E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
CONVEGNO PD. Dopo l’ok dal Cipe alla linea per la stazione Porta Nuova
AUTONOMIA. L’annunciodiBoccia viaSkype
Tav,600 milioni periltrattoBs-Vr «Etrasparenza»
«Giovedì il passaggio conleRegioni PoiinParlamento»
Ilministro alle Infrastrutture:«Nel30%deltracciato ritardoperburocrazia,ma sbloccheremopresto E mostreremo lo stato di avanzamento aggiornato» Cristina Giacomuzzo
È di giovedì la svolta. Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha dato via libera al progetto preliminare dell’ingresso Ovest di Verona sulla linea Torino - Venezia della Tav, alta velocità capacità ferroviaria. Un passaggio fondamentale per Verona e non solo, accolto con soddisfazione anche dalla Regione. E ieri tra gli ospiti più attesi al seminario “L’agenda del Nord”, organizzato dal Pd alla Corte San Felice, ci doveva essere proprio il ministro alle Infrastrutture, Paola De Micheli, che, a sorpresa, non ha potuto partecipare. Ma è stato diffuso un suo video nel quale ha confermato come tra le opere prioritarie per l’economia veneta e veronese ci sia proprio l’alta velocità.
All’incontrodem ilviceministro Mauri:«Reati indiminuzione LaLegadiSalvini strumentalizza»
TAV. «Aver finanziato il pro-
getto per il nodo di Verona ha dichiarato - è un passaggio importante per la competitività di questa città e per le sue imprese. Il Cipe ha stanziato per la Brescia-Verona più di 600 milioni di euro di lavori per l’Alta velocità. Aver finanziato il progetto per il nodo di Verona è un passaggio importante per la competitività di questa città e delle sue imprese. Sul fronte delle infrastrutture stiamo tentando di sbloccare le opere. Risultano ferme solo un 30% per problemi di burocrazia. Gli iter sono lunghi ma interverremo con il regolamento unico del Codice degli appalti per semplificarli. Molte opere pubbliche poi sono ferme per le scelte dei livelli nazionali e quelle dei territori per delle incomprensioni e delle lungaggini nel fare le cose. Tenteremo di sbloccarle una a una anche facendoci aiutare dai commissari là dove veramente è necessario ha concluso il ministro De Micheli -. La prossima settimana poi pubblicheremo un “contatore” che verrà aggiornato tutti i giorni, tutte le settimane dove si potrà vedere con la massima trasparenza come si procede».
SICUREZZA. Altro tema nel
mirino del Pd riguarda la sicurezza. Su questo il viceministro dell’Interno, Matteo Mauri, ha rassicurato: «La Lega e Salvini hanno strumentalizzato questo come altri temi per creare una percezione esagerata del problema. Invece, la realtà è che i reati sono sensibilmente calati, in tutto il Paese, nonostante quello che va proclamando la Lega. Questo governo sta facendo molto per la sicurezza e per le forze di polizia, anche ciò che Salvini aveva promesso e che non ha fatto, a partire dai fondi, circa 900 milioni di euro, messi a disposizione all’interno della legge di stabilità. Salvini poi ad esempio, promise di pagare gli straordinari arretrati del 2018, ma non lo fece. Noi lo abbiamo fatto stanziando 175 milioni per questo capitolo». Mauri, inoltre, ha ricordato la «promozione in prima fascia» della questura di Verona, insieme a quelle di Padova, Brescia e Bergamo. «Tale provvedimento - ha concluso - porterà oltre cento agenti in più e nuove specializzazioni perché è la qualità a fare la differenza, non la demagogia». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Bonaccini:«Nonvadatouneuro inpiù, mail virtuosovapremiato»
UntrenoAlta velocitàin unastanzione. ARCHIVIO
El’invitato leghistaMarcatofa show
Variati:«Controilneo centralismoregionale» Ailavoridi“Agenda Nord“del Pdhapartecipato comeospite ancheunleghista. Sitratta dell’assessoreregionale allo sviluppoeconomico, Roberto “Bulldog”Marcato.A onordel veronon sarebbe dovuto esserel’unicodel centrodestra apartecipare al momentodi confrontosull’autonomia. Ma RenatoBrunetta,FI,hadato forfait.In ognicasoMarcato nonhamancatodipungere: «L’autonomia,chesarebbe la piùgrandeforma dispending review,ènell’agendapolitica solograzieal massiccio sìdei venetielombardi al referendum.Lamala gestione delSud haportatoal ricambio dellaclassedirigente.Ma come mainoi dellaLega inVeneto andiamoal massimo?Sono prontoa fareconsulenze». Tragli interventidaregistrare anchequellididue vicentini.Il primo,Achille Variati,cheèil sottosegretarioal Ministero dell'Interno:«Sonostato sindacoper tantie anniesoche
MAXIPRECIPITAZIONI. IlCentrodiprotezione civilehaallertato peril passaggiodi piena
Ilmaltemponon concede tregua AllarmesulDelta delPoe a Venezia El’assessoreregionale BottacinaJesolo ha fatto ilpunto coni sindaci dellitoralemartoriato Le previsioni meteo sono state confermate: maxi precipitazione ieri e oggi in tutto il Veneto. Per questo la Protezione civile del Veneto ha emesso un avviso di criticità con lo stato di preallarme (arancione) fino alle 20 di stasera nelle aree del Delta del Po interessate dalla propagazione dell’onda di piena del fiume. Nel tratto veneto dell’asta del Po il transito dell’onda di piena determinerà l’allagamento delle aree golenali non difese da argini, con interessamento delle attività, degli insediamenti, delle infrastrutture presenti. È stato raccomandato ai Comuni di interdire l’accesso alle golene aperte e chiuse, compreso l’utilizzo delle piste ciclabili, e di mantenere la mas-
Dannidamaltempo lungala zonadi Scardovari nel DeltadelPo
sima attenzione lungo il corso d’acqua. È stato, inoltre, raccomandato di valutare l’interdizione al transito di mezzi e persone attraverso i ponti in barche presenti sui rami di Po. Lo stato di preallarme (arancione) decretato riguarda anche le aree alpine e prealpine (Alto Piave, Piave pedemontano, Alto BrentaBacchiglione-Alpone, Monti Lessini e bacino del Garda)
per possibili criticità nella rete idraulica minore e ai sistemi fognari e, in conseguenza delle precipitazioni abbondanti dei giorni scorsi, per la possibilità d’innesco di fenomeni franosi. Per quanto riguarda Venezia, poi, come già annunciato, il Centro di previsione delle maree ha confermato per stamattina un altro picco di acqua alta che toccherà i 140 centimen-
tri, capace cioè di allagare cioè più della metà della città lagunare. Intanto, nei giorni scorsi in municipio a Jesolo, l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, ha incontrato i primi cittadini dei territori della costa veneta, riuniti nella Conferenza dei sindaci del litorale. Obiettivo? Fare il punto sui danni riportati nel corso dell’ultima ondata di maltempo e verificare le condizioni per garantire che si possa intervenire appena possibile per avviare gli interventi di ripristino. «Riporteremo tutto come prima e meglio di prima – ha detto Bottacin – stiamo procedendo con la stima dei danni lungo la costa da San Michele al Tagliamento fino al basso Polesine. In molti casi, come nella Sacca degli Scardovari, hanno subito danneggiamenti i cantieri di ripristino post Vaia». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Unmomento delconvegno servonoinvestimenti enontagli localiselvaggi.Madobbiamodire noalneocentralismo regionale. Servedare poteriai sindaci». Il secondoèStefanoFracasso, capogruppoPdinConsiglio regionale,etra i possibilisfidanti diZaiaalle elezionidiprimavera: «Laprima levadellacompetitività èpagaredipiù emeglioil lavoro.E invecequi illavoro sipagameno cheinEmiliaeLombardia. Enon siamoneppureattrattivi per i giovanilaureati. Maper diventare attrattiviservono servizi.Per esempio,ci mancanoasili, che invececi sono inEmilia». © RIPRODUZIONERISERVATA
Invitato a Verona per “Agenda Nord”, incontro politico organizzato dal Pd, anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ieri era impossibilitato a partecipare di persona. Ma ha dato il suo contributo tramite collegamento via Skype da Lecce. «L’autonomia non ha colore politico - ha sottolineato subito il ministro -. Stiamo lavorando tutti. Il 28 novembre si terrà un importante confronto in Conferenza Stato-Regioni per limare il testo cornice che sarà approvato in Finanziaria. In modo tale che a gennaio si potranno firmare le intese con le Regioni che poi andranno approvate dal Parlamento. Il Veneto ha dato la spinta. Sarà una grande opportunità per tutti. Non sono partito da zero, sia chiaro, ma dai punti di convergenza eliminando quelli di dissenso, che erano tanti. Il primo assist è arrivato da Venezia dove ho incontrato il governatore Luca Zaia. È stato affermato il principio di sussidiarietà. Lo Stato deve diventare snello devolvendo molte competenze, ma nello stesso tempo restare forte nella lotta di tutte le disugualianze. Oggi le regioni del Nord hanno capito che bisogna occuparsi di tutte le aree, non solo di quelle più ricche, ma di quei pezzi d’Italia, montagna o isole minori, che hanno la stessa dignità e che devono avere più diritti perché qui se non interviene lo Stato certi investimenti non si fanno».
Martinae MauridelPd
Sempre a distanza il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha confermato: «Crediamo sia doveroso per lo Stato premiare chi è virtuoso, chi ha i conti in ordine e offre mediamente servizi di grande qualità, come sulla sanità. Per questo abbiamo chiesto l’autonomia su alcune materie, non tutte poichè non si tratta di quantità, ma di qualità. Non chiediamo un euro in più allo Stato e crediamo sia necessario rassicurare i cittadini di quelle regioni che, al contrario nostro, non chiederanno mai l’autonomia. Vanno stabiliti i fabbisogni standard e i livelli essenziali delle prestazioni. L’autonomia sarà un passo avanti anche nella responsabilità, dei cittadini e delle istituzioni». • © RIPRODUZIONERISERVATA
PRIMO PIANO
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 IL MATTINO
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Il futuro dell’Università le altre partite venete
Treviso pronta a calare l’asso Sette milioni per la facoltà Giovedì l’incontro del Bo con il dg dell’Usl di Marca che promette investimenti A Venezia avviato il percorso per portare il ciclo unico in lingua inglese PADOVA. Se la strada verso Trento si fa più in salita del previsto, quelle che conducono verso il potenziamento della presenza di Medicina a Treviso e l’avvio del corso in inglese della stessa scuola a Venezia sembrano procedere senza ostacoli. 53&7*40
Il rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto e a destra quello di Trento Paolo Collini. L’apertura di un corso di Medicina del Bo in Trentino diventa un caso. A sinistra la prima pagina del mattino di Padova di ieri con la notizia del progetto
numero programmato
Solo un aspirante camice bianco su 10 riesce ad accedere alla corso di studi Cresce la domanda per la Scuola di Medicina, che tra corso in italiano e in inglese quest’anno ha totalizzato 3.500 preiscrizioni. Oltre tremila le domande per il test del corso standard, un po’ meno coloro che poi si sono presentati alla prova: 2.823, che comunque significa 140 in più rispetto al 2018. La selezione è stata durissima, dato che i posti a disposizione sono appena
340. La graduatoria definitiva, che è nazionale, è stata pubblicata a inizio ottobre. Grande richiesta ha registrato anche per il neonato corso di Medicine and Surgery, del tutto equivalente all’altro ma in inglese. Le preiscrizioni sono state 471 per 63 posti. Di fatto Padova oggi garantisce agli aspiranti medici di coronare il loro sogno a poco più di un ragazzo su dieci (11%).
La svolta per Treviso è vicina, potrebbe arrivare giovedì. Il 28 novembre ci sarà l’atteso incontro fra la dirigenza dell’Usl di Marca e l’Università di Padova per decidere sull’apertura di una sede staccata della scuola di Medicina a Treviso. Sul tavolo l’azienda sanitaria trevigiana è pronta a calare l’asso: 7 milioni di euro di investimento e la prospettiva di ospitare il nuovo polo formativo all’interno della Cittadella della Salute. «È confermata la cifra che possiamo mettere, così come il fatto che la struttura verrebbe inserita all’interno della Cittadella della Salute, un polo di ultima generazione, creando un collegamento diretto con il nostro ospedale e rafforzandone la vocazione di realtà hub ad alta specializzazione» evidenzia il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Per il management dell’Usl 2 portare la Scuola di Medicina a Treviso è un obiettivo prioritario, caldeggiato dalla Regione Veneto con la benedizione del senato accademico e del consiglio di amministrazione, che hanno accolto di buon grado la nascita del polo di formazione nella Marca. Dalla fase «preclinica dell’operazione», come l’aveva definita il dg Benazzi lo scorso ottobre, ora si entra nel clou della partita. «Bisognerà definirne i termini, stabilendo se puntare su un polo di formazione esterno in affitto o se farlo al
Sopra il dg dell’Usl 2 di Marca Francesco Benazzi, a destra, mentre stringe la mano del governatore Luca Zaia. La Regione sostiene la partita trevigiana, con l’apertura di una sede staccata di Medicina anche nel capoluogo della Marca. Altra partita aperta è quella di Venezia, con il trasferimento del corso in inglese. A sinistra l’ospedale civile.
nostro interno, magari nell’ex area Vetrelco, con il passaggio in Crite per l’autorizzazione della spesa, servirà un investimento che siamo pronti a stanziare per creare le strutture necessarie» aggiunge il dg Benazzi, parteggiando per questa seconda ipotesi. 7&/&;*"
Venezia è pronta a ospitare la facoltà di medicina dell’università di Padova, o almeno una sua porzione. Dal prossimo anno, nelle sale dell’ospedale Civile si terranno infatti due seminari di approfondimento, con docenti e studenti internazionali. Un’opportunità per la città e per lo stesso
ateneo, anche se la vera partita si giocherà da qui alle prossime settimane. Quando Ca’ Farsetti e Bo cercheranno di trovare un accordo per il trasferimento in laguna del neonato corso di laurea di medicina in inglese. Inaugurato proprio pochi mesi fa, a fine 2018 la sede del Civile di Venezia era sfumata per motivi logistici. Ma a breve potrebbe arrivare la svolta, come dimostra il progetto presentato a Ca’ Farsetti nei giorni scorsi con tanto di dettagli su spazi necessari per i 360 iscritti, 20 docenti e personale di supporto. In attesa dell’ufficialità, ecco intanto l’antipasto. Dal 2020, l’università di Padova organiz-
zerà negli spazi messi a disposizione dall’azienda sanitaria veneziana nell’ex convento domenicano di San Giovanni e Paolo una “summer school”. Si tratterà di una settimana di approfondimento, riservata ai 360 studenti iscritti a Medicine and Surgery, corso di laurea in inglese a ciclo unico. A novembre 2020, poi, sempre all’interno del Civile sarà organizzato un insegnamento sperimentale di medicina complementare. L’obiettivo finale del Bo, come comunicato appena un anno fa è di trasferire l’intero corso a ciclo unico in lingua inglese nel centro storico lagunare. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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ATTUALITÀ
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 IL PICCOLO
aGitaZiOne a livellO naZiOnale
In autostrada scatta lo sciopero con l’incognita sul pedaggio Disagi oggi e domani anche sulla rete di Autovie Venete In caso di astensione via libera ai varchi non automatizzati TRIESTE. Scatta oggi lo scio-
pero del personale delle autostrade. Un’agitazione proclamata a livello nazionale da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal e Ugl Trasporti. Gli effetti sull’utenza sono al momento difficili da prevedere. Dipenderà ovviamente dalla percentuale di adesione allo sciopero. Per gli automobilisti del Friuli Venezia Giulia non è il caso di “illudersi” troppo. Niente pedaggio gratuito per tutti, anche perché rimarranno regolarmente attivi i varchi dotati di cassa automatica e quelli Telepass, che sono ormai la stragrande maggioranza anche
Pagamenti invece regolari per chi utilizza le piste con Telepass o cassa automatica nei caselli del Friuli Venezia Giulia gestiti da Autovie Venete. Diverso il discorso per quanto riguarda i varchi per il pagamento manuale che potranno risultare non operativi a causa dell’eventuale assenza degli esattori che decideranno di scioperare. Cosa succederà in quel caso? Gli automobilisti che troveranno sbarra alzata, semaforo ver-
de e il cartello con la scritta “sciopero” potranno di fatto passare senza pagare. Ma non è detto che questa circostanza si verifichi a ogni casello. Anzi: vista la diffusione crescente, negli ultimi anni, dei varchi con cassa automatica e dei telepass è verosimile che l’impatto dello sciopero sia effettivamente limitato. Ad ogni modo non si possono escludere a priori disagi per l’utenza. In una nota Autovie Venete ha precisato che lo sciopero riguarderà tutti i lavoratori, ma con modalità diverse. «Il personale turnista della manutenzione impianti, centro radio infor-
Automobili al casello della A4 al Lisert. Lo sciopero è stato proclamato a livello nazionale Archivio
mativo, ausiliari alla viabilità e manutenzione d’urgenza, si asterrà dal lavoro per l’intero turno a partire dalle 6 di domenica fino alle 6 di lunedì, garantendo comunque i livelli minimi di servizio. Il personale di esazione turnista, non sottoposto alla legge 146/90, potrà astenersi dal lavoro con identico orario». «Il personale tecnico- amministrativo, compreso il personale dei Centri assistenza clienti – prosegue il comunicato di Autovie – potrà astenersi dal lavoro per l’intera prestazio-
ne di lunedì 25 novembre». Saranno comunque garantite, come previsto dalla legge, le attività di soccorso sanitario, meccanico e quelle legate alla sicurezza stradale. Lo sciopero non tocca i lavori per la costruzione della terza corsia. Nonostante la pioggia il cantiere prosegue secondo il programma stabilito grazie a tutti gli sforzi messi in campo dai tecnici di Autovie e delle ditte impegnate. Dalle 20 di ieri altra chiusura notturna della A4 nel tratto tra lo
svincolo di Latisana e il nodo di Palmanova in entrambe le direzioni, con riapertura fissata per le 8 di oggi. Una chiusura necessaria per lo svolgimento di alcuni interventi importanti (spostamento delle barriere New Jersey e adeguamento della segnaletica orizzontale) che consentirà subito di percorrere a due corsie il cavalcavia del nodo di Palmanova e il tratto del raccordo compreso tra la A23 e l’immissione sulla A4 in direzione Venezia. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MESTRE
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 LA NUOVA
lo stato maggiore del pd
Governo, l’orgoglio dei dem «Su Venezia risposta pronta» Martella, Baretta, Ferrazzi e Pellicani rivendicano il ruolo e provvedimenti mirati «La Zona logistica semplicata sarà varata e avrà gli stessi vantaggi della Zes»
lità di credito d’imposta e le agevolazioni fiscali del caso. Il Pd ha anche ricordato che la Zls riguarda non solo Marghera ma anche diversi altri comuni e alcune zone bisognose di intervento, come Campalto e la gronda lagunare. Il partito a cominciare da Rosteghin, ha spunto sul grande asse comune che si è istituito nel Pd a tutti i livelli, a favore di Venezia: «Una risposta immediata, unitaria, che continuerà ad essere efficace». RISARCIMENTI
«La risposta del Governo e del Pd a favore di Venezia rispetto a quanto accaduto è stata immediata per affrontare le emergenze e pianificare interventi costanti per il futuro: primi venti milioni per i risarcimenti, poteri commissariali al sindaco, la convocazione del Comitatone per martedì, la verifica del sistema Mose e l’istituzione della Zona economica speciale, interventi efficaci realizzati in poco tempo per dare risposta al bisogno di salvaguardia della laguna, del patrimonio storico artistico, degli abitanti di Venezia e della sua rivitalizzazione». Così il sottosegretario di Stato all’Editoria Andrea Martella, ieri mattina a Mestre assieme al collega del Mef Pier Paolo Baretta, al senatore Andrea Ferrazzi e al deputato Nicola Pellicani. Con loro, tra gli altri, la capogruppo in Comune Monica Sambo, il consigliere Emanuele Rosteghin, Nicola Da Lio, Alessandra Taverna, il metropolitano Valerio Favaron.
Riflettori puntati sulle misure varate per il maltempo, ma anche sulla Zona economica semplificata. ZES A PORTO MARGHERA
Andrea Martella, sottosegretario alla presidenza del consiglio
Concessioni Autostradali Venete – CAV S.p.A. ricerca n. 1 figura di Addetto Pratiche Amministrative all’interno dell’Area Finanziaria – Approvvigionamenti – contratto di lavoro a tempo pieno ed inquadramento nel livello “B1”. Per la copertura della posizione ricercata, si richiedono, tra l’altro, la laurea (vecchio ordinamento) o laurea specialistica/ magistrale, conseguita con almeno il punteggio di 90 su 110, in Economia e Commercio/Giurisprudenza o equivalente e la conoscenza delle disposizioni legislative inerenti i contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture di cui al D. Lgs. 50/2016 e s.m.i. La scadenza per la presentazione delle candidature è prevista per il 29.11.2019. Ulteriori e più precise informazioni possono essere reperite nell’apposito Avviso di Selezione consultabile accedendo al sito www.cavspa.it – sezione “lavora con noi” (link diretto di consultazione https://www.cavspa.it/ProxyVFS.axd?snode=21223&stream=).
www.miojob.it
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Pista di pattinaggio inaugurata in piazza Mercato Inaugurata la pista di pattinaggio sul ghiaccio di piazza del Mercato, a Marghera. A tagliare il nastro l’assessore Simone Venturini, la vicesindaco Luciana Colle, la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, il presidente della Municipalità, Gianfranco Bettin. La pista resterà aperta per tutto il periodo natalizio, ospitando varie iniziative: oggi alle 19, adesempio, spettacolo della scuola di pattinaggio artistico online San Marco.
il centro
Piove acqua nella palestra di via Ospedale Acqua in palestra, durante la lezione. Brutta sorpresa da qualche settimana per chi frequenta Il Centro, la palestra di yoga, pilates e tutto il resto delle attività, al piano superiore dell’impianto comunale dei Quattro Cantoni-via Ospedale. Dal soffitto entra la pioggia e le condizioni meteo di questi giorni non hanno fatto che peggiorare la situazione. L’acqua piovana proviene dai lucernai del tetto ma anche per via dei grossi problemi di umidità.
A Forte Marghera una «Escape Room» quasi vera I concorrenti devono disinnescare una bomba in centro storico
24 novembre 2019
Vai su
Spiega Martella: «Abbiamo previsto l’istituzione della Zes che si chiamerà Zona Logistica Semplificata, legata a una serie di investimenti e misure per favorire la realizzazione di un progetto frutto di lavoro corale fatto in questi mesi per sbloccare la situazione. Ha il valore della Zes ma forse anche di più, perché gode degli stessi benefici fiscali ed è compatibile con la normativa europea». Anche il deputato Pd, Nicola Pellicani, ha sottolineato l’importanza della Zes «provvedimento adottato su spinta del Pd, un grossissimo risultato che evidenziamo con forza, proprio perché non è stato portato a casa con la Lega». «Dopo il fallimento della Lega sono maturi i tempi per raggiungere il risultato» ha aggiunto Ferrazzi, sottolineando la possibi-
Sull’acqua alta, Martella ha fatto il punto degli stanziamenti, i 20 milioni, i risarcimenti per privati e aziende, l’ordinanza di protezione civile che ha dato poteri commissariale al sindaco, la sospensione dei mutui, lo sblocco di finanziamenti per 65 milioni a favore della Legge speciale, la nomina del Commissario straordinario per il Mose, la convocazione del Comitatone martedì. «Ora si tratta di organizzare le risorse future» spiega Baretta «che sono di due tipi, spesa corrente e conto capitale, noi lavoriamo in queste ore per verificare le condizioni per destinare a Venezia una quota importante di risorse». Pellicani ha sottolineato l’Art Bonus allargato alle chiese, Ferrazzi l’urgenza di partire dal bilancio, per tornare ai livelli finanziamento della Legge speciale. Brugnaro ha promesso risarcimenti in due mesi. «Gli abbiamo dato pieni poteri» rispondono Martella e Ferrazzi «deve riuscirci e farlo anche in meno tempo». —
margHera
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Nella stanza del gioco che simula un attentato terroristico a Venezia LASTORIA
enezia è di nuovo in pericolo. Non si tratta dell’acqua alta, ma di un possibile attentato. Ovviamente è finzione, ma suggestiva. Il gruppo terroristico Ragno ha nascosto una bomba nel centro storico: troppo complicato individuarla, l’unica chance è sciogliere l’intricato dedalo di enigmi per scovare il timer nascosto a Forte Marghera. Alfabeto Morse, codici numerici da trovare, indovinelli da risolvere: sono solo alcuni degli ingredienti dell’escape room “Attacco a Venezia” allestita al Forte, nel corso della due giorni di «Venezia gioca». Ieri la prima giornata da tutto esaurito, con ripetizione oggi. L’idea è dei veneziani Stefano Stomeo e Cristina Zago, che un anno e mezzo fa hanno aperto la prima escape room in laguna: «Escape Venice Asd», dedicata al Mercante di Venezia. Lui è informatico, lei si occupa di ambiente in uno studio di ingegneria: hanno provato il gioco a Padova, se ne sono innamorati e hanno deciso di farlo conoscere anche ai veneziani. Sono loro a occuparsi di tutto: dall’ideazione del progetto alla sua realizzazione. Valentino Lon-
V
Un momento del gioco
go, Michela Genovese, Gianna Zanatta e Giada Angelica vengono da Mestre e Treviso e hanno prenotato il turno delle 16.40. Quando entrano nella stanza, ad attenderli ci sono tute mimetiche, scatole chiuse con dei lucchetti e macchine degne di un film di spionaggio. I ragazzi hanno un’ora esatta per salvare Venezia, ma non sanno da dove cominciare. I 60 minuti scorrono velocemente. Ingegno, arguzia e spirito di iniziativa sono gli ingredienti necessari, ma non sempre sufficienti. A volte può capitare di non sapere co-
me proseguire e allora è necessaria la voce di Cristina, che fornisce qualche indizio per passare allo step successivo. Ci sono chiavi da trovare per aprire i lucchetti, lettere e numeri che formano combinazioni e tanti altri enigmi meno intuitivi: a volte la difficoltà consiste già nel comprendere qual è l’interrogativo. I concorrenti corrono da un lato all’altro della stanza. È la loro prima volta in una escape room. Il ragazzo, però, è appassionato di logica e ha delle buone intuizioni. Ma ognuno fa la sua parte: è necessario anche avere una certa manualità, non basta l’arguzia. Su una parete campeggia la bandiera di San Marco, per ricordare ai quattro ragazzi qual è l'obiettivo finale: salvare la città. Appena sotto, il contaminuti mostra il tempo a disposizione. Perché tutto dipende solo da loro. Alla fine piazza San Marco si salverà: i 4 ragazzi riusciranno a scovare il timer, sventando l'attacco terroristico. Come nella migliore tradizione cinematografica di settore, la bomba è disinnescata quando l'orologio indica zero secondi rimanenti. Sul filo di lana. James Bond avrebbe saputo fare meglio? — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MESTRE
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 LA NUOVA
Referendum Venezia-Mestre tra Una settiMana alle Urne
Il voto che spacca la città Dal Casinò la nuova scure Ca’ Noghera, rischio stop In caso di separazione, dice la società, si dovrà chiudere la sede di terraferma Il voto sull’autonomia vede in campo intellettuali, partiti, comitati, sindacati Meno sette al referendum consultivo per l’istituzione dei due Comuni di Venezia e Mestre. Il dibattito si infiamma ulteriormente tra le polemiche sui drappi vietati, il costo della Tari, la presa di posizione ufficiale del gruppo Avm, che mette in guardia sul rischio rincari dei biglietti del trasporto pubblico. Ora arriva la precisazione della Casinò di Venezia Gioco Spa sul futuro della sede di Mestre, quella di Ca’ Noghera, in caso di separazione. Dal verdetto chiaro: in caso di istituzione del Comune di Mestre, la sede di terraferma diventerebbe attività illecita, da chiudere immediatamente, con la conseguenza di decretare il
Il sindaco non voterà Beppe Grillo e M5S per il sì, Pd per il no Lega lascia liberi tutti «fallimento della società con avvio di una fase liquidatoria» e il conseguente « esubero dei dipendenti (circa 550 diretti e 100 indiretti)». Questo perché è il Comune di Venezia «con Decreto n. 1404 del 16 luglio 1936 e successivi decreti autorizzatori, l’unico soggetto giuridico -in deroga al divieto del Codice penale- autorizzato all’esercizio del gioco d’azzardo». E la Casino di Venezia Gioco S.p.A. «è legittimata indirettamente alla gestione del Casinò solo per il tramite della Convenzione in essere con il Comune di Venezia. Ciò significa che in caso di separazione la
PER IL SÌ ALLA SEPARAZIONE Beppe Grillo, Vittorio Sgarbi Antonio Scurati, Felice Casson Marco Balich Stefano Zecchi Movimento 5 stelle Renzo Scarpa Ottavio Serena Sergio Barizza sindacato Ugl Fai I comitati: Mestre e Venezia, due grandi città Gruppo 25Aprile Mestre Mia Venezia Serenissima Movimento Autonomia di Mestre Comitato Bergamo +Venezia+Mestre
LASCIANO LIBERTÀ DI VOTO Lega di Salvini Confcommercio Ascom Venezia Confesercenti Albergatori Ava
sede di terraferma del Casinò di Venezia, autorizzata con Decreto del Ministero dell’Interno del 30 dicembre 2000 a favore del Comune di Venezia, a Ca’ Noghera, «sarebbe destinata all’immediata chiusura poiché la società non potrebbe esercitarvi il gioco d’azzardo, che in mancanza del predetto Decreto diverrebbe un’attività illecita e penalmente sanzionata». Questione che sicuramente infiammerà gli animi in un di-
PER IL NO ALLA SEPARAZIONE Partito Democratico Massimo Cacciari Gianfranco Bettin Maurizio Cecconi Laura Fincato Psi Rifondazione comunista Cgil Cisl Uil Confindustria Venezia Rovigo Aepe (pubblici esercizi) Lista Boraso Ultras Calcio Venezia
PER L’ASTENSIONE DAL VOTO Luigi Brugnaro Lista fucsia Forza Italia Maurizio Franceschi (direttore Confesercenti)
battito su benefici e controindicazioni della suddivisione in due Comuni , che nelle ultime settimane, specie dopo l’Acqua Granda che ha colpito e messo in ginocchio Venezia, divide l’opinione pubblic, i partiti, categorie e intellettuali cittadini. Il Consiglio Direttivo nazionale di Italia Nostra ha preso ufficialmente posizione, lanciando un appello per il Sì al referendum di separazione tra Venezia e Mestre. Il voto, secondo l'associazione am-
Comune di MESTRE
bientalista, garantirebbe alla città lagunare «l'autonomia e gli strumenti amministrativi necessari per difendersi dalle tante emergenze che ne mettono a repentaglio la stessa esistenza». Posizione non inedita perché dal primo referendum del 1979 Italia Nostra sostiene le ragioni dell’autonomia delle due città. Mentre i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, sono schierati per il No alla separazione, i partiti si dividono. Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sposa le ragioni del Sì. Va anche detto che dentro tutti i partiti non mancano i distinguo: esempio lampante è il Partito Democratico schierato per il No alla separazione ma che vede due presidenti di Municipalità, Conte a Mestre e Carella al Lido, esplicitamente pro separazione. Nel centrodestra, Forza Italia si schiera per l’astensione in accordo con il sindaco Luigi Brugnaro. La Lega lascia libertà agli iscritti. La lista Boraso si schiera per il No. Tra le categorie economiche si lascia libertà agli iscritti ma di sicuro il direttore dell’Ava, Claudio Scarpa, e il direttore di Confesercenti Maurizio Franceschi non andranno a votare. Rispetto al passato Venezia oggi pare spingere per l’autonomia più di Mestre. Pesano le voci degli intellettuali: dopo Scurati, Balich e Stefano Zecchi, anche Vittorio Sgarbi sposa le ragioni dell’autonomia. Rimangono convintamente contrari invece l’ex sindaco Massimo Cacciari e il sociologo, presidente a Marghera, Gianfranco Bettin. —
Comune di VENEZIA
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la proposta di legge in senato
«Cambiamo la città metropolitana» Il M5s punta all’elezione diretta Il Movimento 5 Stelle veneziano, a maggioranza, ha scelto di schierarsi a favore della nascita dei Comuni autonomi di Mestre e Venezia. E alla presa di posizione aggiunge anche la proposta di modifica dell’articolo 1 della Legge 56/2014, la Legge Delrio che istituisce la città metropolitana con l’obiettivo di ottenere la elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano, che si ag-
giungono all’assemblea dei sindaci. Proposta presentata ieri dalla senatrice Orietta Vanin che mira a semplificare le norme di legge e trasformare, di fatto, la città metropolitana in un ente non di secondo, ma di primo livello, come era la vecchia Provincia. Eleggendo con democratiche elezioni sindaco e consiglio. La proposta è stata presentata al Senato il 5 novembre scorso e ora seguirà
l’iter con il passaggio nelle Commissioni. «Viene ristabilito il principio di democrazia e rappresentatività in quanto i cittadini designeranno i propri rappresentanti politici e, per l’effetto, i cittadini sceglieranno i contenuti di un possibile programma di gestione e governo del proprio territorio», dice la Vanin che punta a realizzare una Città metropolitana con maggiori funzioni ri-
spetto alla situazione attuale. «Finora è una entità svuotata ed è questo il peccato mortale commesso dal sindaco Brugnaro», dice l’esponente M5s che spiega che l’ente, con la revisione, potrà occuparsi di gestioni di servizi, di trasporti, del terminal di collegamento con Venezia e delle grandi reti stradali cn una maggiore forza, portando «anche a rivedere o sopprimere le attuali partecipate
con un processo trasparente e condiviso». Prematuro ,continua la Vanin, pensare ad un allargamento a Padova e Treviso. La proposta di legge si lega
al favore del partito di Grillo alla separazione tra Mestre e Venezia e il sostegno alla campagna dei comitati autonomisti. «Due sindaci con due consigli
MESTRE
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 LA NUOVA
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Referendum Venezia Mestre UltiMe iniZiatiVe per ViVaCiZZare il diBattito
Drappi proibiti, scatta la protesta: «Mi vesto con gli slogan del sì»
REFERENDUM VENEZIA MESTRE- COSÌ IN PASSATO AFFLUENZA
RISULTATI NO
SÌ
1979
79,5%
1979
27,6%
72,4%
1989
74,1%
1989
42,2%
57,8%
1994
67,9%
1994
44,4%
55,6%
2003
2003 65,6% 34,4% Risultati Venezia Mestre VENEZIA MESTRE 39%
SÌ
NO
NO
SÌ
1979
23,7%
76,3% 1979
30,5%
69,5%
1989
37,5%
62,5% 1989
45,1%
54,9%
1994
43,9%
56,1% 1994
44,7%
55,2%
2003
37,5%
62,5% 2003
32,8%
67,2%
comunali che in autonomia decidano del proprio territorio con politiche integrate e coordinate nella città metropolitana», ribadisce la Vanin. —
Me lo avete fatto togliere dal balcone? E io me lo metto addosso. E’ questo il sentimento di molti veneziani, che dopo le polemiche seguite ai verbali dei vigili a chi aveva esposto i drappi a finestre, balconi, palazzi privati, hanno scelto di mettersi gli striscioni a mo’ di paltò, usarli come giacche a vento per l’aria, insomma di portarli in giro per Venezia. Un modo esplicito per far vedere a chi – secondo i movimenti autonomisti – ha abusato del proprio potere entrando in casa delle persone per verbalizzare, che alla "libertà di espressione" non si mette il bavaglio. Dopo gli striscioni, arriveranno le lenzuola bianche. «Le persone sono inviperite» commenta +Mestre+Venezia che ha lanciato l’iniziativa degli striscioni rossi con la scritta “Domenica 1 dicembre votiamo SI al cambiamento”. La piattaforma a sostegno dei comitati e dei cittadini che si battono per le prospettive delle due città non si arrende. «Ci hanno scritto numerosi avvocati, sono tutti disposti a stare dalla nostra parte e a darci una mano nella vertenza, il parere è unanime sul fatto che quanto stanno facendo i vigili e il comune va contro l’interpretazione della legge, è incostituzionale e antidemocratico». Proseguono: «Se qualcuno può far togliere gli striscioni, certo non può fermare gli uomini sandwich o le persone che si “vestono” letteralmente dei drappi, mettendoseli addosso». Tra i primi a esporre il drappo per il Sì dalle proprie finestre è stata – ricordiamo - Jane da Mosto, protagonista di molte bat-
Due cittadini che hanno scelto di vestirsi con i drappi vietati
taglie a difesa di Venezia e promotrice di iniziative per uno sviluppo sostenibile. Sono parecchi i veneziani che continuano a chiedere i drappi, diventati ancora più gettonati una volta scoppiata la polemica. Anche il critico d’arte legato a Venezia, Vittorio Sgarbi, si è detto a favore di drappi, striscioni e di
Marco Sitrans «Non avranno il coraggio di multare i veneziani» ogni forma di propaganda per perseguire una propria idea. Tanto più - secondo Sgarbi - quella dell’autonomia, che il critico appoggia in pieno perché, a suo avviso, è la sola arma che consente di preservare il patrimonio artistico della
città. Sgarbi è stato contattato dai comitati autonomisti veneziani, e potrebbe presenziare al momento finale di chiusura della campagna referendaria per il “Sì”. Nel frattempo +Mestre+Venezia sta escogitando nuove idee in vista della settimana finale di campagna. Anche per vivacizzare una vigilia che è stata in qualche modo coperta dall’alta marea eccezionale del 12 novembre. «Vediamo se hanno il coraggio di multarci per davvero» commenta Marco Sitran «noi siamo qui che aspettiamo e nel frattempo prepariamo la controffensiva. Nelle prossime ore verranno esposte ai balconi di Venezia e del Lido delle lenzuola bianche in segno di protesta contro quanto sta avvenendo. Sanzioneranno anche quelle?». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN BREVE
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Questa mattina Confronto pubblico all’Ateneo Veneto
Hotel Amadeus Confartigianato discute di sì e no
La polemica Costalonga cerca un esponente del No
Piazza Ferretto Gazebo del Pd per sostenere il No
Quartiere Piave Confronto martedì con il Sì
Si prevede ressa oggi, alle 11, nell’aula Magna dell’Ateneo Veneto per il confronto pubblico sul referendum, con diverse visioni a confronto. Evento che rimane orfano di Mario Rigo, deceduto venerdì, che era tra i relatori invitati al confronto. Prenderanno la parola quindi Maria Laura Faccini di Mestre Mia; l’ex parlamentare e assessore Laura Fincato; Marco Gasparinetti, portavoce del Gruppo 25 Aprile; Nicola Pellicani, deputato Pd.
Le ragioni del Sì e quelle del No alla separazione tra Venezia e Mestre si confronteranno lunedì 25 alle 18 nella sala convegni dell’Hotel Amadeus in Rio Terà Lista di Spagna (Cannaregio 227), dove la Confartigianato San Lio ha organizzato un incontro. Per il No ci saranno Maurizio Crovato e Giuseppe Saccà. Per il Sì Gian Angelo Bellati e Debora Esposti dall’altra. A moderare il confronto il segretario Gianni De Checchi. —
«A causa delle defezioni prima dell’assessore Zuin, poi del consigliere Crovato, poi ancora del presidente di Vega Ferrara cerco un rappresentante del No con cui confrontarmi». La richiesta, ovviamente polemica, è di Sebastiano Costalonga, segretario Ugl, che non trova un contendente con cui confrontarsi domani, lunedì, in un dibattito sul referendum alle 18 alla Municipalità del Lido di Venezia. —
Si intitola “Venezia non si salva da sola” il volantino che il circolo del Partito Democratico di Mestre centro distribuirà in piazza Ferretto, dalle 9 alle 13, con un gazebo aperto agli altri circoli cittadini e simpatizzanti. Il volantino illustra i motivi per cui il partito chiede di votare No al referendum del primo dicembre. Occasione, spiega il segretario di circolo Leandro De Rossi, per esprimere solidarietà a Venezia. —
Allo spazio dei cittadini nel negozio di via Piave al civico 67, martedì 26 novembre viene organizzato dal comitato per il sì un dibattito aperto al pubblico sulle ragioni dell’autonomia e della nascita del Comune di Mestre. Partecipano i consiglieri comunali Renzo Scarpa e Ottavio Serena, Gian Angelo Bellati e Giovanni Armellin che fanno parte della galassia dei comitati per il Sì. —
PRIMO PIANO
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 LA NUOVA
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Il disastro in Veneto Orientale
Riecco i fontanazzi argini a rischio Nel Portogruarese torna la paura Da Bibione a Caorle, fino a Concordia: la pioggia delle ultime ore potrebbe causare delle esondazioni Emergenza maltempo, torna la grande paura nel Veneto Orientale. In particolare nel Portogruarese, dove le opere di bonifica sono state fatte tra l’Ottocento e il Novecento in porzioni di terreno al di sotto del livello del mare.
PORTOGRUARO.
no; e sul canale Loncon, tra Concordia Sagittaria e Caorle. I fontanazzi qui sono diversi, e un’alta marea come quella prevista stamattina porta in dote una pressione immensa. La tenuta degli argini è a rischio. PAURA A SAN MICHELE
ANCORA PIOGGIA
Tra venerdì sera e ieri notte, a Caorle e nella fascia di entroterra compresa fra San Stino, San Michele e Concordia, sono caduti più di 30 millimetri di pioggia. Qualche goccia anche a Portogruaro. Le precipitazioni a carattere temporalesco sono state accompagnate da un’attività elettrica notevole per il periodo (manca una settimana a dicembre). Una ventina di fulmini si sono abbattuti sul territorio, per fortuna senza provocare inconvenienti alle linee elettriche. FONTANAZZI SUGLI ARGINI
La marea e il vento di scirocco possono creare nuovi fontanazzi o allargare quelli già esistenti. Sono forti i timori che si nutrono al Consorzio di Bonifica Veneto Orientale: «Quanto sta accadendo negli ultimi giorni ci preoccupa molto e ci invita alla prudenza», riferisce il direttore Sergio Grego, «la nostra rete sta soffrendo molto e abbiamo preparato una lista dei danni subiti. È già sul tavolo del presidente della Regione, Luca Zaia». Al momento i fari sono puntati sugli argini della litoranea veneta, a ridosso di Bibione e in località Terzo Baci-
Il Tagliamento ieri presentava un livello di poco superiore ai 2 metri. Nell’Alto Friuli non è piovuto, ma il vento di scirocco potrebbe spostare oggi il fronte nuvoloso, spingendolo sulle montagne. A Villanova della Cartera, la frazione sanmichelina alluvio-
I canali Loncon, dei Lovi, Nicesolo, Cavanella e Lemene osservati speciali nata nei giorni scorsi, si continuano a contare i danni delle esondazioni delle rogge Vidimana, Rojada e del Mulino. Danneggiata anche una fabbrica di costumi. EMERGENZA A BRUSSA
L’alta marea farà innalzare il livello della laguna di Caorle. Da monitorare i corsi d’acqua come canale dei Lovi, Nicesolo, Cavanella e Lemene. A Brussa, l’idrovora di località Bacino Villa, sempre in comune di Caorle, resta fuori uso. Due dipendenti del Consorzio di Bonifica monitorano sul posto la pompa idrovora provvisoria fatta arrivare dal Polesine. Se questa pompa
non funzionerà, Brussa, Vallevecchia e Castello torneranno a essere una palude. RIAPERTA LA PROVINCIALE
In mezzo a tanta preoccupazione c’è una buona notizia. Grazie alla deroga concessa alla ditta Anese, è stata riaperta a Sindacale la provinciale per Caorle. In poco meno di dieci giorni la strada è stata riasfaltata e la voragine è stata chiusa. La prova del nove arriverà oggi, con l’innalzamento probabile del canale Cavanella. PIAVE E LIVENZA
Per ora, livelli bassi per il Livenza, tra San Stino e Caorle, e soprattutto per il Piave, sulla fascia territoriale del Sandonatese. Le maggiori insidie possono essere date dagli affluenti del Trevigiano, sempre per lo scirocco che devierebbe le nuvole colme di pioggia sull’entroterra. Nessun problema verso Jesolo per il fiume Sile. GLI AIUTI
Banca Prealpi San Biagio lancia il prestito “Emergenza maltempo” per sostenere le popolazioni del territorio flagellato dall’eccezionale ondata di maltempo dei giorni scorsi. Il consiglio di amministrazione dell’Istituto di credito cooperativo di Tarzo, infatti, ha deliberato l’attivazione di un plafond di 15 milioni di euro a tassi agevolati per famiglie e imprese che hanno subito danni causati dal fenomeno alluvionale . — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Tecnici al lavoro: i canali del Veneto Orientale sono anche oggi osservati speciali
le stime della coldiretti
«Frutta, calo dei raccolti per il clima che cambia» CEGGIA. «Quest’anno l’annata agraria è stata fortemente condizionata dai cambiamenti climatici, con eventi atmosferici ormai diventati la norma anche nella nostra provincia». Così la Coldiretti alla Giornata del ringraziamento. «Nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, grandinate e in questi giorni l’acqua alta si sono succeduti, colpendo a macchia di leopardo durante l’anno la provincia, provocando ingenti danni alle coltivazioni», ha detto Giovanni Pasquali, direttore di Coldiretti Venezia. «I cambiamenti cli-
i danni sul litorale
«Ai Comuni parte dei canoni demaniali dobbiamo ricostruire le spiagge» Berton, presidente di UnionMare e rappresentante di Confturismo «Il Governo deve ascoltare le nostre istanze e prima di tutto riconoscere lo stato di crisi» JESOLO. «Parte dei canoni de-
maniali devono restare ai Comuni del litorale se vogliamo aiutare davvero il turismo a rialzarsi dopo il disastro del maltempo». Il presidente di UnionMare Veneto, Alessandro Berton, era alla riunione
della conferenza dei sindaci per il litorale, anche in nome di Confturismo Veneto. Ha ascoltato le richieste dei sindaci e lui, adesso, parla a nome delle imprese. «Il turismo in Veneto conta 60 milioni di presenze», ricorda, «32 milioni solo per le spiagge, con un fatturato di oltre 9 miliardi di euro. Metà del turismo veneto è rappresentato dalle spiagge. E se non arrivano soldi da Roma, saranno guai per l’Italia inte-
ra, perché il Veneto è la Regione che paga più canoni demaniali». Il presidente Berton suggerisce, dunque, una linea da adottare per affrontare l’emergenza. «Chiediamo sostanziamente tre cose», spiega, «la prima è destinare una parte dei canoni demaniali alla ricostruzione delle spiagge erose dalle mareggiate. Poi la moratoria dei finanziamenti in atto, per darci la possibilità di continuare a
lavorare senza il peso dei finanziamenti da sostenere. E, naturalmente, il riconoscimento dello stato di crisi che è imprescindibile come punto di partenza. Quello che vogliamo far comprendere è che il Governo deve ascoltare le nostre istanze e capire che senza il turismo, senza il Veneto e i suoi canoni, neppure l’Italia potrà andare avanti. Noi non abbiamo piccoli stabilimenti come in altre parti d’Italia, ma chilome-
matici sono anche la causa, insieme agli scambi dovuti alla globalizzazione, dell’invasione di insetti e organismi alieni, come la cimice asiatica, che ha causato danni enormi». L’inizio della primavera caldo e asciutto, seguito da un maggio “invernale”, ha avuto ripercussioni sul raccolto del mais. Ma ne ha risentito anche la barbabietola che, pur con un grado zuccherino accettabile, è risultata scarsa nella produzione. Peggio è andata per il grano, che ha dovuto fare i conti con la cimice. Si parla di una flessione nella
tri di spiagge, penso solo alla Bibione Spiagge, alle realtà di Cavallino Treporti, come quelle di Assocamping». Jesolo ha perso 650 mila metri cubi di sabbia, Bibione 400 mila, Eraclea 200 mila e Chioggia altri 400 mila. Siamo ben oltre la cifra di un milione di
Il litorale ha perso più di un milione di metri cubi di sabbia, con danno di 87 milioni metri cubi inizialmente previsti. Saranno il doppio. Tanto che i danni calcolati, al momento, sono di 87 milioni di euro per spiagge, fiumi e canali, destinati a salire enorme-
produzione del 35% per il grano duro, mentre tra il 20% e il 30% per quello tenero. Ma i disastri maggiori la cimice li ha causati alla produzione di frutta: un calo del 30-40%, con punte del 100% del raccolto andato distrutto per le produzioni biologiche. In controtendenza solo il settore della viticoltura, che archivia un’annata positiva. La produzione è stata nella media, ma con una qualità ottima. I vigneti colpiti dalle grandinate estive però hanno accusato perdite rilevanti. «Non possiamo che unirci al dramma che i veneziani hanno vissuto in questi giorni», ha commentato il presidente provinciale di Coldiretti, Andrea Colla, «lo sanno bene i nostri associati quanto sia fondamentale il ruolo di una corretta gestione dell’acqua». —
mente visto che le imprese private sono ancora alle prese con l’elaborazione dati. Ora i sistemi di protezione delle spiagge devono tornare al centro dell’attenzione. Fermare le mareggiate sempre più frequenti con i soli pennelli in roccia e i ripascimenti con apporto di sabbia ogni anno, non può più bastare. Alla luce dei cambiamenti climatici, è il caso di pensare a qualcosa di più stabile, a barriere realmente efficaci. Oggi non è solo il Mose a essere messo in discussione, considerando il fatto che, come ha rilevato l’esperto in opere idrauliche Fernando De Simone, una volta in funzione, la grande opera sarà deleteria per la costa, aumentando la potenza delle mareggiate. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Domenica 24 Novembre 2019
La Voce
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PRIMO PIANO POLESINE ECONOMIA Parla Giordano Riello, ex vicepresidente nazionale di Confindustria giovani
Polesine 2020
“Strade e ferrovie per il salto” “Ikea, Amazon e Zes: investiamo in infrastrutture per sfruttare queste opportunità”
Luca Crepaldi
ROVIGO - “Se il Polesine vorrà approfittare nel 2020 delle grandi opportunità che si stanno profilando, dovranno esserci importanti investimenti nelle infrastrutture”. Parole e musica di Giordano Riello, ex vicepresidente nazionale dei giovani di Confindustria, oggi affermato imprenditore. L’anno della svolta, si diceva, il 2020. Tra l’arrivo nel Medio Polesine di un colosso del commercio come l’Ikea, la presenza di Amazon nell’area contigua, l’inserimento dei 16 comuni polesani nella Zes (o Zls come è stata ribattezzata) di Marghera, finendo con l’auspicata autonomia per il Veneto (pur se non “alla Zaia” ma un po’ ridotta), si può parlare di un anno cruciale per il territorio tra Adige e Po. “Sicuramente se uno affronta il tema di Amazon e Ikea deve aprire per forza un’importante discussione sulle infrastrutture del Polesine - ribadisce Riello - stiamo parlando della statale 443, la Transpolesana, che è in condizioni di viabilità abbastanza critiche, ma pure il collegamento ferroviario nella tratta da Legnago a Rovigo, il secondo peggiore in Italia”. Secondo Riello l’investimento in queste infrastrutture è imprescindibile per sfruttare appieno le opportunità che il Polesine avrà dal prossimo anno. “Strade e ferrovie sono necessarie per garantire un più veloce scambio delle merci, se avessi il portafoglio del Governo in mano, investirei qui i soldi - prosegue - visto che si sta aprendo il tema dell’alta velocità, con l’ottimo lavoro svolto dall’assessore regionale Elisa De Berti che ha portato a casa la Tav. Il fatto che passi per Verona è già un buon punto di partenza, stiamo attenti, però, a non tagliar fuori Rovigo e il Polesine dalla grande viabilità”.
Giordano Riello Imprenditore veneto ed ex vicepresidente nazionale di Confindustria giovani “Prendiamo i comuni inseriti nella Zona economica speciale - sottolinea Riello - sono aree che hanno bisogno di essere raggiunte in tempi rapidi. Ed è la condizione principale che garantirebbe alle aziende di competere: la qualità c’è, il prezzo pure, serve velocizzare i tempi del trasporto”. Parlando di comunicazione, non stradale o ferroviaria, Riello precisa come sia altrettanto necessario sviluppare quella digitale. “Le bande larga e ultralarga non sono ancora scontate in tutti i territori la riflessione dell’imprenditore veneto - ma nei prossimi anni la grande partita che si giocherà, rivoluzionando il mondo, sarà quella del 5G. Quando andrà in funzione, sarà una ri-
voluzione incredibile, non tanto e non solo nella velocità di navigazione nel web, ma per l’automazione, a partire dalla guida delle automobili. Per capirci, prima del 5G l’occhio umano era comunque più veloce nella reazione rispetto a quello dell’auto, nel caso della frenata assistita per esempio. Col 5G la reattività dell’auto supererà quella umana”. Secondo Riello il futuro, nemmeno troppo remoto, sarà questo. “Le grandi marche di automobili saranno produttrici di commodities - aggiunge - le persone prenoteranno l’automobile che passerà a prenderle autonomamente sotto casa per portarle dove hanno scelto. Sarà un tema caldo dei prossimi anni, per questo essere pronti
con le infrastrutture è nodale”. Infine una riflessione sulle vie navigabili. “Credo che fiumi e canali potranno rappresentare una delle vie di comunicazione perfette per il turismo - dice Riello - una mobilità lenta che difficilmente la vedo compatibile per il comparto produttivo, ma perfetta per l’industria turistica, che in Italia è una delle più importanti. A ottobre, e comunque con l’arrivo dell’autunno, amo andare a fare un giro nel Delta del Po, che trovo meraviglioso. Dobbiamo solamente capire come comunicarlo al meglio, a Ferrara sono stati molto bravi, noi ancora stentiamo”. Riello conclude parlando di cosa dovrebbe fare l’imprendito-
ria, per facilitare il decollo dell’economia. “Come mi piace raccontare e dire gli imprenditori piuttosto di aiutarsi tra di loro, applicano questo ragionamento: ‘Io sto male, ma loro stanno peggio’ - sorride Riello ma sono fiducioso che le nuove generazioni cambino. Da soli non possiamo andare da nessuna parte, le competenze bisogna condividerle, con l’individualismo non si cresce”. “Un tempo dicevano ‘piccolo è bello’ - conclude il giovane imprenditore - ma la verità è che piccolo non è competitivo, piccolo non ti permette di assumere, piccolo, alla fine, non è così bello. Ecco perché, anche fra competitor, bisogna fare squadra”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INIZIATIVA Porte aperte nelle due storiche aziende di Rovigo e Arquà
Open factory a Draxton e Irsap Fabbriche, laboratori, centrali elettriche, aeroporti. Oggi si preannuncia una giornata da tutto esaurito per Open Factory, la manifestazione che permetterà di scoprire il meglio del Made in Italy in una domenica durante la quale apriranno le loro porte oltre 50 stabilimenti in tutta Italia. E non saranno solo aziende leader del design come Lago o Ratti a fare il pieno di visitatori, così come non saranno da tutto esaurito solo gli stabilimenti di grandi brand come Perugina, Eni, Gabel o Davines, ma saranno soprattutto decine di imprese manifatturiere dai brand meno conosciuti ad attrarre la curiosità del grande pubblico. Il pomeriggio di oggi, dalle 14 alle 19,
inizierà il vero e proprio porte aperte, dove, a seconda delle situazioni, ci saranno visite guidate, workshop, presentazioni di libri o laboratori. A Rovigo un pomeriggio alla scoperta della manifattura, tra componenti per auto e radiatori. In occasione di Open Factory, in provincia di Rovigo apriranno le loro porte al pubblico due importanti realtà del territorio. A Rovigo sarà possibile visitare Draxton, fonderia di ghisa costruita dall’imprenditore Bruno Peraro negli anni ’70 e produttore globale di componenti fusi e lavorati, con un percorso di visita che permette di scoprire come vengono realizzati i componenti delle auto che guidiamo tutti i giorni, dal disegno alla produzio-
ne, passando per l’animisteria, l’impianto di formatura, i forni fusori. Ad Arquà Polesine sarà poi possibile visitare Irsap, uno dei maggiori gruppi italiani nel settore del riscaldamento e del condizionamento in Europa. Il percorso di Open Factory comincia con la visita al museo aziendale: qui verranno illustrate le fasi di lavorazione di tutti i singoli prodotti e la storia di Irsap dalla fondazione a oggi. Il tour proseguirà con la visita dello stabilimento Irsap 2000, dove sarà possibile scoprire l’innovativo modo di concepire il radiatore, inteso non solo come elemento produttore di calore ma anche come complemento d’arredo. © RIPRODUZIONE RISERVATA