RASSEGNA STAMPA DEL 29 SETTEMBRE 2019

Page 1

25-SET-2019 Estratto da pag. 37 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 37 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 37 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 37 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 52 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 52 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 52 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 52 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


27-SET-2019 Estratto da pag. 34 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


27-SET-2019 Estratto da pag. 34 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


27-SET-2019 Estratto da pag. 34 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


27-SET-2019 Estratto da pag. 34 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 28 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 32 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 32 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 32 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 32 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 28 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 24 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 24 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 24 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 24 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 28 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 28 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019

www.datastampa.it

Dir. Resp.: Antonio Rizzolo Tiratura: 275433 - Diffusione: 222916 - Lettori: 1032000: da enti certificatori o autocertificati

7279

da pag. 16 foglio 1 Superficie: 97 %


29-SET-2019 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 34 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 25 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 25 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 31 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 31 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 46 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2019 Estratto da pag. 46 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


29-SET-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


11

Corriere del Veneto Domenica 29 Settembre 2019

VE

Venezia&Mestre venezia@corriereveneto.it

NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina

0412385648 0412385668 0412385653

Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio

0412385659 0412385661 0412385678

MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino

0412385631 0412385639 0412385642

FARMACIE AlCastoro AlledueSirene SanSebastiano

0415223025 0417161118 041770128

«Casa,consigliostraordinario» Sossfratti,giletarancioincorteo

Cerimonie e eventi per celebrare San Michele

L

naio i casi delicati che sottoponiamo all’attenzione della Regione che credo si muoverà in tempi rapidi per apportare dei correttivi alla legge. Già la prossima settimana potrebbe esserci un provvedimento della giunta». Ma quali sono le situazioni individuate? «Soprattutto anziani – ribadisce Speranzon – che magari hanno ricevuto l’assegnazione della casa qualche decina di anni fa quando vivevano con i figli. Oggi sono da soli, in case a volte di 100 metri quadri. Hanno poi alcuni risparmi in banca, tra i 20 e i 30 mila euro, accumulati in anni di lavoro. Il combinato disposto di tutto questo ha fatto però si che il loro canone sia aumentato». Per Venezia inoltre è attivo un tavolo speciale che dovrà suggerire le modifiche per una città che soffre di spopolamento e affitti alti. «Abbiamo proposto di alzare l’Isee di permanenza a 30 mila euro – ricorda Speranzon – poi c’è l’Omi, parametro che determina il valore immobiliare di una determinata zona e che viene preso in considerazione per la valutazione del canone. Credo non si addica alle case popolari: non è che se un povero vive in una zona “ricca” il suo potere d’acquisto è maggiore di quello che abita in una zona più “povera”». Camilla Gargioni Matteo Riberto

e trombe squilleranno a salutare lo stendardo di Mestre alle 10.15, per l’alzabandiera ufficiale in piazza Ferretto. Poi, alle 11, la messa solenne officiata dal patriarca Francesco Moraglia, sotto la volta del Duomo, per celebrare San Michele patrono della città di terraferma, oltre che della polizia. L’appuntamento ufficiale di questa mattina per celebrare San Michele è il culmine di una serie di eventi pensati per festeggiare la ricorrenza — tra cui giovedì, sempre all’interno del Duomo, l’esibizione dell’orchestra del teatro La Fenice — e programmati per questo week end. La giornata comincia con la corsa non competitiva «Vien, cori... ma stagione fora», che partirà alle 9.30 da parco San Giuliano per ricordare Stefano Cera. Oggi anche è l’ultimo giorno di «Saor», il festival «dei saperi e dei sapori veneziani», che già da due giorni ha coinvolto con eventi diffusi, dj-set gastronomici, spettacoli e laboratori per bambini tanto la laguna quanto la terraferma, cominciando dal chiostro di M9 e corte Legrenzi dove c’è stata e ci sarà oggi la sfida di 15 ristoranti sul tema delle rivisitazione del saor. A breve distanza, in piazza Ferretto, continua «pane in piazza», l’appuntamento dei panificatori organizzato con Confcommercio, che allestisce un laboratorio a pochi passi dalla fontana del centro, si incrocia con «Saor» proprio negli spazi del museo del Novecento e arriva fino all’altare di San Lorenzo, per la benedizione del pane durante la messa solenne. Ad officiare la cerimonia il patriarca Francesco Moraglia, che ieri sera ha invece celebrato nelle stanze della questura di Venezia, alla presenza del prefetto Vittorio Zappalorto, il questore, Maurizio Masciopinto, il vicesindaco Luciana Colle, l’assessore comunale alla Sicurezza urbana, Giorgio D’Este, i rappresentanti delle altre Armi,il comandante della Polizia locale di Venezia, Marco Agostini. (gi.co.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA

La storia «Canone a 400 euro per l’incidente subito da mia figlia»

Buratti dell’Associazione Sociale per la Casa, uno degli organizzatori con Cobas e Rifondazione – sono troppi anni che va avanti così». Il segretario regionale di Articolo 1 Gabriele Scaramuzza sottolinea il rischio di divisione per ceti con i ricchi concentrati in centro città e i poveri in periferia. «Zaia e Lanzarin devono ascoltare le richieste che vengono portate in piazza», scandisce il Coordinamento regionale in-

quilini Erp. Domani scade il termine entro il quale le Ater devono segnalare alla Regione i casi limite. «Segnaleremo soprattutto casi di anziani soli, o che vivono in coppia, per cui il canone è aumentato in maniera tale da creare problemi importanti — spiega il presidente di Ater Venezia Raffaele Speranzon — abbiamo ricevuto anche le segnalazioni dei Comuni, sono qualche centi-

Corteo Seicento persone hanno sfilato ieri da piazzale Roma a San Geremia per chiedere alla Regione di ritirare la legge che ha cambiato i criteri (foto Vision)

Partito dalla Grecia, era diretto a Venezia

Rogo sul traghetto, 600 passeggeri evacuati

E

rano partiti da Patrasso in direzione Venezia, ma l’itinerario prevedeva uno stop a Igoumenitsa per imbarcare altri passeggeri. E pare che proprio uno dei camion saliti a bordo, a causa di un surriscaldamento del motore accentuato dal calore interno al vano garage, abbia preso fuoco. Sono stati attimi di paura a bordo del traghetto Olympic Champion della Anek Lines: l’imbarcazione era partita intorno alle 7, ma una ventina di minuti dopo il comandante ha annunciato il problema a bordo. «Una persona dello staff ha bussato alle cabine gridando di salire sul ponte racconta Lesya Danylyuk, che viaggiava con il marito e il figlio di appena un anno Erano tutti in panico. Un altro passeggero ci ha detto che aveva visto fumo già in porto, ma gli avevano risposto che non c’erano problemi». Il personale è riuscito a spegnere

le fiamme e il traghetto è tornato nel porto, dove i 538 passeggeri e i 79 membri dell’equipaggio sono stati fatti sbarcare. Tre sono In televisione Le immagini stati portati in del fumo sui tg greci ospedale: nessun italiano, ma a bordo ce n’erano molti che stavano rientrando dopo una vacanza in Grecia. Nel tardo pomeriggio, testimonia Danylyuk, Anek stava ancora lavorando per trovare una soluzione ai passeggeri che dovevano tornare a Venezia e da lì a casa. «Noi e molti altri siamo partiti con una macchina a noleggio - raccontava ieri sera - Tanti sono © RIPRODUZIONE RISERVATA ancora lì». (a. zo.)

0415040397 041698230 0414568041

Patrono di Mestre

Richiesta delle opposizioni. Speranzon: pronto il dossier con i casi più delicati Un consiglio comunale straordinario per discutere della legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica, che lo scorso luglio ha cambiato i criteri economici di accesso e permanenza nelle case pubbliche. E’ la legge con la quale la Regione, per stanare i furbetti che vivono nelle case pubbliche pur avendo ingenti patrimoni e risparmi, ha introdotto la soglia di 20 mila euro di Isee Erp vivere in una casa pubblica. L’effetto reale però è stato dirompente con migliaia di persone con redditi bassi a rischio sfratto. Nel veneziano gli assegnatari degli alloggi Ater sono 7.565, di cui 1.282 superano il tetto Isee dei 20 mila euro e hanno ricevuto la lettera di «avviso». A loro si aggiungono i 739 assegnatari (su 4581) che l’hanno ricevuta dal Comune di Venezia. Il consiglio straordinario è stato chiesto dai consiglieri comunali di Pd, Lista Casson, M5s, gruppo Misto, ricordando come a Venezia la legge rischi di far sfrattare tantissimi anziani e famiglie in difficoltà che non riuscirebbero a trovare un alloggio nel mercato privato. La richiesta è stata protocollata ieri, in attesa dell’esito del tavolo tecnico (quello in cui Ater e Comune chiedono alla Regione di riconoscere la specificità di Venezia) e nelle ore della manifestazione. Seicento persone, infatti, hanno sfilato da piazzale Roma a San Geremia chiedendo il ritiro o il blocco immediato della legge.«Sono una madre sola, ho sempre presentato regolarmente l’Isee e il 730 pagando al mese 256 euro d’affitto, che comunque per me non sono pochi – racconta Sabrina – A luglio la raccomandata Ater: affitto salito a 400 euro. Devo scegliere se scaldarmi o avere l’elettricità». Il motivo del ricalcolo di Sabrina è l’indennizzo di 20 mila euro ricevuto dalla figlia, per aver subito un incidente d’auto. Sul palco di fronte a Palazzo Labia si sono susseguiti gli interventi degli inquilini che denunciano anche il cattivo stato delle abitazioni. «Siamo i gilet arancioni, persone oneste che lottano per i propri diritti, non siamo tutti “furbetti”» hanno ripetuto. «Qui a Venezia ci sono più di mille appartamenti sfitti – dice Chiara

Rigamonti Malcontenta Comun.Gaggio

● Il deputato (ex venditore ambulante) e l’ordinanza anti-souvenir

Brunetta:nonrinnegolegondolette,maBrugnarohafattobene VENEZIA «Non rinnego il mio

passato: ho venduto cianfrusaglie, ma l’ho fatto un po’ soffrendo. Ora però c’era bisogno di dare una svolta di fronte al degrado e bene ha fatto il sindaco Luigi Brugnaro». Renato Brunetta, deputato veneziano di Forza Italia, non ha mai nascosto il suo passato di venditore ambulante, da ragazzino, nella bancarella di suo padre. Ma erano altri tempi, cinquant’anni fa, e oggi è al fianco del sindacoalleato nella «guerra» contro i negozi di «paccottiglia» nelle zone più centrali della città, da Rialto a San Marco. «Era un turismo diverso, povero, non di massa, che

ricordo con nostalgia - dice Brunetta - ma già si vedevano i primi sintomi: mi vengono i brividi a ricordare quanto vendevamo le gondolette di plastica con ballerine e carillon. Ce ne erano anche di più belle, in legno o vetro, ma la gente preferiva quelle più appariscenti, più kitsch». Oggi, da economista affermato, il suo punto di vista è però ben diverso: «Non si può solo subire la domanda, ma bisogna anche creare un’offerta che la determini», continua. D’altra parte ricorda che anche ai suoi tempi una buona metà di quelle «specialità veneziane» vendute dagli ambulanti venivano da fuori. «Ora

sono molte di più, eppure Venezia ha una tradizione di grande artigianato - racconta il deputato un mese fa mi si è aperto il cuore rivedendo a Cannaregio un negozio di fusioni in bronzo e ottone, ma poi ci sono le maschere o i vetri, quelli originali. Da lì bisogna ripartire». Per Brunetta però non è solo una questione di mercato e per questo Brugnaro ha fatto bene: «Per la prima volta si è cercato di invertire la rotta in maniera esplicita, perché i prodotti non veneziani a basso prezzo stavano diventando come la moneta cattiva che scaccia la buona: e non è vero che non si può fare nulla».

Tradizione Il deputato di FI Renato Brunetta

Serve però che tutti vadano nella stessa direzione. «Serve più formazione di operatori culturali e turisti - è convinto Brunetta - Non può essere che i gondolieri cantino “O sole mio”, ci vuole un po’ di deontologia professionale...». E la paccottiglia («che non si può vendere in una città dalla bellezza sconvolgente») è solo una delle tante sfaccettature: «Brugnaro sta facendo bene - conclude il deputato - Serve un governo dei flussi e d’altra parte già nel ‘700 c’erano i sensi unici. Ottima anche la delibera sul decoro». A. Zo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


15

Corriere del Veneto Domenica 29 Settembre 2019

PD

NUMERI UTILI Municipio Questura Prefettura

Rovigo rovigo@corriereveneto.it

04252061 0425202518 0425428511

VigiliUrbani Carabinieri Polstrada Servizioveterinario

0425204611 042529381 0425426611 3495836327

Divieti anti-smog da martedì Esenti over 70 e i «poveri» Tutte le limitazioni alla circolazione di automobili e motocicli più vecchi Fino a marzo un giro di vite anche su impianti di riscaldamento e stufe Limiti progressivi alla circolazione delle automobili e all’uso dei sistemi di riscaldamento per combattere lo smog. Da martedì partirà il nuovo Piano contro l’inquinamento che bloccherà la circolazione per le auto a benzina «Euro 0» ed «Euro 1», per le auto a diesel fino all’«Euro 3» compreso e per i ciclomotori e motoveicoli «Euro 1» con certificato di circolazione antecedente al 1 gennaio 2000. Le misure saranno in vigore dal lunedì al venerdì esclusi i giorni festivi, dalle 8.30 alle 18.30. Lo stop durerà fino al 31 marzo, con una pausa tra il 15 dicembre e il 7 gennaio 2020 e riguarderà tutto il territorio comunale ad eccezione dei tratti autostradali, della Transpolesana, della Statale 16, di viale Porta Mare, di via Porta Adige dalla rotatoria di via Lina Merlin alla Tangenziale Est e di via Amendola fino alla rotatoria di via Lina Merlin, che sarà percorribile fino a rotatoria via Porta Adige. Misure più restrittive saranno introdotte se la concentrazione di polveri sottili Pm10 dovesse superare i valoROVIGO

ri di guardia. Nel caso in cui il limite massimo (50 milligrammi di Pm10 per metro cubo d’aria) dovesse essere sforato per più di 4 giorni di seguito scatterà l’«allerta arancione», che estenderà i divieti a tutta la settimana compresi i giorni festivi. Inoltre anche le auto a diesel «Euro 4» non potranno circolare. Se lo sforamento arriverà a 10 giorni consecutivi scatterà l’«allerta rossa» che, dalle

4 la classe Euro delle auto diesel che rischiano lo stop con l’«allerta arancione»

8.30 alle 12.30, obbligherà lo stop anche ai veicoli per il trasporto di merci con peso superiore alle 3,5 tonnellate. In questo caso il periodo di sospensione delle limitazioni sarà ristretto ai giorni tra il 27 dicembre e il 6 gennaio 2020. Esenti dal rispetto del Piano i veicoli con potenza inferiore o uguale agli 80 chilowatt, purché il condecente abbia un reddito Isee pari o inferiore ai 9.360 euro o abbia

L’indicazione dei primi cittadini

ParcodelDelta,Veronesepresidente

Designata Maura Veronese, sindaco di Porto Viro, verso la presidenza

PORTO VIRO L’avvocato Maura Veronese, sindaco di Porto Viro, è stata scelta come presidente dell’Ente Parco Delta del Po. Venerdì sera i sindaci dell’Ente, commissariato da tempo, si sono riuniti, hanno trovato l’accordo e indicato il nome del primo cittadino di Porto Viro. Solo un voto contrario alla proposta di Veronese, la più votata. Assieme a lei scelti anche i sindaci Moreno Gasparini di Loreo e Franco Vitale di Rosolina per la guida del Parco del Delta del Po, riconosciuto come patrimonio Unesco. Ora spetta a Zaia ufficializzare la scelta con il decreto di nomina del nuovo presidente. (Na.Cel.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

CroceRossa Capitaneriadiporto Acquedotto Ulss18

0425361388 0426387055 0425363711 04253931

Ulss19 Emergenzainfanzia Radiotaxi TaxiRovigo

almeno 70 anni e non sia scattata l’«allerta rossa». Misure simili riguardano anche l’uso degli impianti di riscaldamento. La temperatura degli edifici residenziali, degli uffici e delle attività commerciali non potrà superare i 19 gradi, mentre per le attività industriali ed artigianali i 17 gradi (con uno scarto di 2 gradi in entrambi i casi). Inoltre stufe ed altri impianti simili non potranno essere accesi se inferiori alle 2 stelle o alle 3 stelle a partire dal 1 gennaio. Vietati i roghi all’aperto, compresi quelli in ambito agricolo. In caso di «allerta arancione» tutte le stufe con classificazione inferiore alle 3 stelle non potranno essere accese, con il divieto anche per i falò rituali, i barbeque ed i fuochi d’artificio, con l’eccezione di Capodanno e dell’Epifania. L’«allerta rossa» bloccherà le stufe inferiori alle 4 stelle. «Il nostro obiettivo è tracciare un’idea di città — ha spiegato il sindaco Edoardo Gaffeo — Le deroghe introdotte sono temporanee e servono solo per accompagnare verso un cambiamento radicale». Per quanto riguarda i controlli, la polizia locale svolgerà rilevamenti a campione, ma non è escluso che, in caso di bisogno, vengano usate le telecamere agli ingressi della città per verificare le targhe. Marco Baroncini © RIPRODUZIONE RISERVATA

Diffidadell’UslalladottoressadiTrecentadopolavideo-denunciasuisocial Un paziente sarebbe stato messo a rischio durante un’operazione di soccorso: dopo la denuncia sui social a ui un medico anestesista, Barbara Balanzoni, in servizio all’ospedale «San Luca» di Trecenta (poi dimessasi per un diverbio e diversità di vedute con un collega del Suem 118 di Rovigo), arriva la diffida dell’azienda sanitaria Usl 5. La dottoressa Balanzoni con un video pubblicato su Facebook aveva denunciato l’accaduto. Al centro della questione, il trasporto di un paziente, con un quadro clinico serio, dall’ospedale di Trecenta a Rovigo. Per Balanzoni era necessario un accompagnamento medico, per l’altro medico no. Il caso è finito sui social, con tutti gli effetti e i commenti deleteri degli utenti. «Inviata una diffida alla dottoressa Balanzoni per l’uso improprio dei canali social screditando attività e protocolli aziendali» ha comunicato con una nota l’Usl «Polesana», guidata dal direttore generale Antonio Compostella. I vertici dell’Usl 5 hanno anche dato piena disponibilità aziendale a un ispezione al «San Luca» chiesta da alcuni consiglieri regionali, quelli del «Coordinamento 2020» Patrizia Bartelle (Italia in Comune), Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) e Cristina Guarda (Civica per il Veneto). «Riguardo poi alla richiesta — cita ancora la nota dell’Usl 5 — di avviare una ispezione da parte della Regione, per verificare correttezza, efficienza ed efficacia dei percorsi dia-

gnostici, clinici, assistenziali, attuati entro il presidio altopolesano, si ribadisce la completa disponibilità della direzione aziendale». L’Usl 5 ha aperto anche un’indagine interna per verificare se i due medici coinvolti nella querelle abbiano attuato e adottato in modo corretto i vigenti protocolli e regola-

menti aziendali per l’area di emergenza/urgenza e valutare se vi sono state mancanze. Infine l’Usl 5 sostiene e apprezza l’operato di tutti i professionisti che lavorano nella struttura di Trecenta. «L’ospedale “San Luca” — si legge — grazie all’impegno di tutto il personale, per volume di attività in area chirurgi-

Carabinieri:arrestatoevaso

ca, internistica, ambulatoriale me dell’urgenza/emergenza si dimostra un punto qualificato di cura e assistenza. Questo è dimostrato dai dati, dai risultati e dal gradimento degli utenti, pur nella generale difficoltà di reperire alcune figure specialistiche». Natascia Celeghin

Bimba tetraplegica

Malore mentre corre Sanitari Addio al cuoco Piva assolti Si è sentito male, ieri mattina poco prima delle 12, mentre correva lungo la pista ciclabile di via Marchioni nel quartiere San Bortolo. Un malore costato la vita al cuoco rodigino Edoardo Piva (nella foto). Aveva 51 anni e lavorava per una mensa della città. A dare l’allarme un altro runner che correva lungo la ciclabile. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria perché, come sempre accade in queste circostanze, l’uomo non si era portato i documenti con sé. Necessario procedere alla sua identificazione attraverso le forze dell’ordine. Invece per il 29enne albanese di Lendinara Marsid Xhani è arrivato un secondo arresto, sempre per il reato di evasione, nel giro di dieci giorni. Ad accompagnare in carcere a Rovigo lo straniero, venerdì pomeriggio, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Rovigo che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare. Marsid era stato arrestato lo scorso 20 settembre dai militari dell’Arma per evasione dai domiciliari nel corso di un controllo. Antonio Andreotti ROVIGO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ROVIGO L’Appello di

Venezia ha confermato che non hanno dato una falsa testimonianza nell’ambito della causa civile di risarcimento danni intentata dal padre della bimba originaria di Fiesso nata tetraplegica all’ospedale di Rovigo il 3 dicembre 2008. Due infermiere dell’ospedale di Rovigo, la 39enne di Cotignola (Ravenna) Erica Fini e la 47enne di San Martino di Venezze Michela Stocco ed il medico anestesista dell’ospedale di Rovigo Massimo Chiesa, 56enne di Vigonza (Padova), nei giorni scorsi prosciolti anche in Appello come già accaduto in udienza preliminare a Rovigo. (A.A.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

FARMACIE Rhodigium

0425361361

I segreti di Pulcinella

Paziente messo a rischio, inchiesta interna ROVIGO

0426940111 114 042523900 0425 1812

Apertura Ispezione chiesta alla Regione Il Dg: trasparenti

di Luigi Migliorini

Ostriche, vongole, cozze I nostri «gioielli» presto in televisione su Rai 1

F

inalmente una buona notizia per la valorizzazione del nostro Delta: mercoledì, giovedì e venerdì scorso la troupe televisiva di Rai Uno ha dedicato un servizio, che andrà in onda una domenica mattina durante la trasmissione «Paese che vai», ai nostri «gioielli acquei». Innanzitutto all’ostrica rosa, la cui produzione è iniziata in Francia, a seguito dell’iniziativa di Florent Tarbouriech. Questi, successivamente, ha concluso un accordo con un imprenditore deltizio ed è nata la «nostra» ostrica rosa, bella (con una lucente madreperla interna) e dicono squisita, forse superiore a quella francese, soprattutto per la consistenza della polpa. Una produzione limitata, destinata, perlopiù, a raffinati ristoranti di Milano e di Roma. Mi è stato promesso che mi sarà offerta l’occasione di raffrontare la «rosa» italiana e quella francese. Ho acconsentito, raccomandandomi però di non cadere nel diffuso errore di accompagnare le ostriche con lo champagne che, per acidità e caratteristiche carboniche, non è di certo l’ideale per l’abbinamento. Il servizio televisivo ha dato rilievo anche a un altro prodotto, seppure meno «blasonato», ma pure eccellente cioè la vongola cosidetta filippina. Originaria dell’Oceano Indiano, fu introdotta nel 1983 in valliculture sperimentali della Laguna di Venezia e poi si è diffusa in tutto il Delta, soppiantando la vongola verace, la cui produzione è rimasta molto limitata e viene effettuata anche in altri siti del Mediterraneo. Qualcuno vuol sostenere il contrario, ma è innegabile la superiorità della vongola ex filippina, ora deltizia, che oltretutto, a differenza delle piccole veraci, raggiunge i quattro centimetri di gustoso prodotto. E infine non potevano mancare le cozze: non si può dire che quelle nostrane siano le migliori in senso assoluto, ma certamente sono in hit parade. Le acquisto, dopo la stabulazione, fresche da Alessandra e, le degusto preparate con salsa di pomodoro: una vera delizia! In definitiva, almeno in questo settore, il Polesine può vantare il titolo di Number One italiano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rugby Coppa Italia

Firenze «espugnata» in rimonta I Bersaglieri passano 31 a 23 ROVIGO Buona la prima partita di Coppa Italia per la Femi-Cz Rugby Rovigo Delta che ha vinto in trasferta a Firenze. Al «Ruffino stadium Mario Lodigiani» ieri è finita 31 a 23 per il Rovigo contro la Toscana Aeroporti I Medicei. I Bersaglieri sono partiti aggressivi imponendo il loro gioco, ma con un po’ di indisciplina. Tant’è che i primi punti sono stati messi a segno dai gigliati. E così per buona parte del primo tempo i Bersaglieri in svantaggio hanno concretizzato solo 7 punti grazie a una meta di Odiete regolarmente trasformata da Menniti-Ippolito. Nel primo tempo i Medicei hanno chiuso in vantaggio con 13 punti pari a due calci a favore e una meta. Nella ripresa, i rossoblù hanno accelerato segnando quasi subito una meta grazie ad Antl che ha fatto schiacciare l’ovale a Odiete e MennitiIppolito ha centrato l’acca. I Medicei hanno risposto con un’altra marcatura, trasformata. Il Rovigo ha replicato con un calcio a favore realizzato sempre da Menniti- Ippolito. A dieci minuti dal termine i Medicei, hanno rea-

Buona la prima Un’azione rossoblù di ieri

lizzato un calcio a favore. Dopo due minuti i rossoblù, hanno ottenuto a loro volta un calcio a favore e MennitiIppolito dai 10 metri ha centrato i pali, per il 23 a 25. Alla fine sarà l’ex petrarchino con un ultimo bis di calci a favore a far vincere per 31 a 23 il Rovigo. Soddisfatto coach Umberto Casellato. «Abbiamo giocato, messo energia e portato a casa una partita non era così scontata — ha commentato — Nei primi 30 minuti avevamo un dominio totale di fonte del gioco e di possesso però eravamo 13 a 0 per loro. Dobbiamo migliorare la fase realizzativa». Na. Cel. © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

il report statistico della regione

Calano i matrimoni, culle vuote nuove famiglie sempre più rare Unioni tradizionali in via d’estinzione: chi si sposa, spesso lo fa dopo il primo figlio E il 61% dei giovani veneti (anche con un lavoro) resta a vivere in casa dei genitori VENEZIA. In terra veneta la famiglia è una specie in via d’estinzione; i matrimoni si diradano, le culle languono, le stesse unioni di fatto diventano più esili e frammentate; a “metter su famiglia” i giovani ci pensano sempre meno: quasi due su tre, nella fascia tra i 18 e i 34 anni, vivono in casa con i genitori anche se hanno già un lavoro. È l’istantanea scattata dall’Ufficio statistica della Regione nel nuovo report in materia. PERSONE SOLE IN AUMENTO

Nel 2018 le famiglie nostrane risultavano 2.087.166, il 5,1% in più rispetto a dieci anni prima e quasi il doppio del 1971, ma di dimensioni decisamente più piccole: in circa mezzo secolo anni si è passati da 3,6 componenti a poco più di 2. In particolare, aumentano le famiglie unipersonali, che nel ’71 erano il 10% del totale e oggi sfiorano il 31%, mentre si riducono quelle con cinque o più unità (dal 26% al 6%). Nel 2017 le persone che vivevano

I NUMERI Percentuale di ragazzi veneti di 18-34 anni 2007 2017 Sono ancora nella famiglia di origine 57,5

da sole erano 624 mila (+31% sul 2007), in buona parte anziani - soprattutto over 74 - pari al 30% di tutte le famiglie unipersonali. Oggi gli ultrasettantaquattrenni che vivono da soli sono circa 187mila (+39%), per lo più donne (82%). Nell’ultimo decennio sono aumentate le famiglie unipersonali anche tra i 45 e i

61,2 Vivono da soli

Nuclei “unipersonali” in costante crescita Il rito civile prevale su quello religioso

6,3 8,1 Vivono in coppia ma non hanno figli 12,1 12,3 Vivono in coppia e hanno dei figli 20,1 13,2 Fonte: Elaborazioni dell’Ufficio di Statistica della Regione Veneto su dati Istat ed Eurostat

64 anni, generalmente reduci da una separazione o un divorzio. Diminuiscono, invece, i ragazzi e i giovani adulti sotto i 45 anni che vivono da soli. SINGLE, SEPARATI, DIVORZI

Le coppie con figli nel 2017 erano 717 mila, - 6% rispetto a dieci anni prima. Aumentano, invece le coppie senza figli (+

11%), quelle costituite da un solo genitore, separato o divorziato, con figli (+ 15%) e le famiglie allargate o ricostituite (+ 30% rispetto al 2007). Diminuiscono i matrimoni religiosi, tengono i matrimoni civili (quasi il 60% di tutte le unioni coniugali) e aumentano le convivenze (122 mila coppie): rappresentano il 10% coppie, con un incremento del 60 per cento in dieci anni. Se nel 2007 solo una minoranza delle coppie non coniugate aveva figli (27%), ora la situazione si è capovolta (56%). Il matrimonio, tuttavia, non sembra essere passato di moda, né le unioni informali lo hanno definitivamente sostituito; la maggioranza di chi convive tende a formalizzare prima o poi l’unione attraverso il vincolo coniugale, volendo confermare, a se stessi e agli altri, la solidità del progetto familiare. Ma, sempre più spesso, il fatidico “sì” arriva dopo la nascita del primo figlio. SOTTO IL TETTO DOMESTICO

Infine le nuove generazioni, poco propense a mettersi in proprio: in Veneto il 61% (4 punti percentuali in più rispetto al 2007) degli giovani tra i 18 e i 34 anni continua a vivere in casa con i genitori. Di questi, poco più di un terzo sono studenti, il 16% circa è disoccupato, mentre la maggioranza, quasi la metà, ha un già un lavoro. A vivere in coppia, fuori dalla famiglia di origine, sono circa il 25% dei 18-34enni. E tra le giovani coppie solo una su sette (il 13,2%) ha figli: nel 2007 erano il 20%. —

11

la ricerca di padova

Pfas, l’ateneo smentisce Bottacin M5S: si scusi VENEZIA. Botta e risposta

sulla procedura anti-Pfas messa a punto da un gruppo di ricercatori chimici dell’ateneo di Padova che l’hanno illustrata in consiglio regionale su invito del gruppo a 5 Stelle. «La ricerca l’avevo finanziata io con uno stanziamento di 35 mila euro, è stato violato l’accordo di riservatezza, non pagherò nulla», ha polemizzato a riguardo l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin. «L’assessore è rimasto vittima di un equivoco», replica Cristina Paradisi, professore del Bo e coordinatrice del progetto Waterplas su un nuovo trattamento di degradazione delle sostanze inquinanti «il finanziamento al quale si riferisce non riguarda il nostro studio, ma un diverso progetto coordinato dal professor Andrea Tapparo». «Ora Bottacin chieda scusa all’Ateneo di Padova e si legga con maggiore attenzione i bandi che finanzia», commenta Erika Baldin, consigliere del M5S. —


14

Nordest

«STATI GENERALI DELL’OCCHIALERIA» L’assessore veneto Elena Donazzan ha annunciato gli “stati generali dell’occhialeria” entro ottobre a Longarone e un “borsino del lavoro” per il settore

Domenica 29 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Caccia ai lupi, sfida animalista nella Lega `Ma nel Carroccio, diviso, prevale la linea del governatore Zaia Dopo il via libera della Consulta alla legge di Trento e Bolzano il capogruppo FdI Berlato vuole applicare la direttiva Ue in Veneto Polemiche interne sulla legge a favore dei cuccioli da compagnia `

IL CASO VENEZIA Il quesito è: vincerà l’ala più animalista della Lega, quella che, per dirla con il governatore Luca Zaia, “non si spara a Bambi” e, di riflesso, neanche ai lupacchiotti? O la spunterà l’ala più vicina ai malgari e agli agricoltori della Lessinia e dell’Altopiano di Asiago, dove le predazioni dei lupi hanno raggiunto livelli impressionanti, tanto che la stessa Regione ha raddoppiato i fondi per prevenire i danni a greggi e mandrie? A «stanare» - parola sua - la Lega dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha dato il via libera all’abbattimento di lupi in Trentino Alto Adige con la motivazione che si tratta di Province autonome, sarà il capogruppo di Fratelli d’Italia, e componente della maggioranza che sostiene Zaia, Sergio Berlato. Il quale dice: «Alla luce della sentenza della Consulta, porterò in approvazione in Terza commissione del consiglio regionale del Veneto la mia proposta di legge per gli abbattimenti dei lupi. Voglio vedere cosa farà la Lega». La provocazione di Berlato non è peregrina perché effettivamente nella Lega si contrappongono due “fazioni”. Quella più sensibile agli animali (e che peraltro non intende abdicare al-

la sinistra in questo settore) e quella più sensibile ad agricoltori e allevatori che dei grandi predatori non ne possono più. Al momento risulta vincente la prima, non fosse altro perché tra i suoi componenti conta nientemeno che il governatore. E sarebbe stato proprio Zaia a far ritirare la proposta di legge sul “contenimento” dei lupi - leggasi: uccisione - di cui era primo firmatario il capogruppo leghista Nicola Finco: il testo era arrivato in aula, ma è stato rispedito in commissione. Dove sarebbe “morto” se la Consulta, come riportato ieri dal Gazzettino, non avesse dato il via libera alla legge del Trentino Alto Adige.

all’abbattimento del 20% dei lupi censiti (530 contro i 3000 in Italia). «In Terza commissione la Lega ha detto che era meglio aspettare il pronunciamento della Consulta sulla legge del Trentino Alto Adige. Ora che la sentenza c’è, porterò la mia proposta di legge in approvazione in commissione. Voglio vedere cosa farà la Lega. Voglio stanare tutti quei leghisti che sul territorio dicono di essere al fianco di agricoltori e allevatori, ma poi non fanno niente».

Le norme contese

GLI ANIMALISTI

I TESTI La proposta di legge di Finco ricalcava quella di Trento e Bolzano: se i lupi non si possono gestire, si ammazzano. «Io l’ho sottoscritta - dice ora Berlato - ma secondo me era tecnicamente sbagliata. In ogni caso come provocazione al Governo di Roma poteva servire, perché è il ministero che deve dotarsi di un piano di gestione dei lupi». Berlato ha fatto di più: ha presentato una proposta di legge per applicare l’articolo 16 della direttiva comunitaria Habitat 43/1992, quella ad esempio applicata in Francia che ha portato

«Li voglio stanare Pronto soccorso Poi tocca al governo» per i “fedeli amici”

Sergio Berlato (FdI) porterà al voto della Terza commissione, da lui presieduta, la legge sul contenimento dei lupi. «Dopo la sentenza della Consulta sulla legge di Trento e Bolzano, è chiaro che le Regioni a statuto ordinario possono solo dipendere da Roma. Ma possiamo lanciare una provocazione. La Lega cosa farà?».

Alessandro Montagnoli, leghista, presidente della Prima commissione in consiglio regionale del Veneto, ha presentato una proposta di legge a favore degli animali d’affezione. Sono previsti pronto soccorso per cani e gatti negli ospedali e rifugi nei Comuni. Ma c’è il problema dei soldi: quanto costa il tutto e chi paga?

Sarà interessante vedere cosa faranno i leghisti pro agricoltori e allevatori - e dunque Finco, Gerolimetto, Barbisan senior, lo stesso Ciambetti e pure Valdegamberi quando, in Quinta commissione, si dovrà votare la proposta di legge del leghista Alessandro Montagnoli sugli animali d’affezione, quella che prevede che le Ulss istituiscano un pronto soccorso per cani gatti eccetera negli ospedali e che i Comuni provvedano a costruire rifugi. Se da quella proposta di legge Finco ha ritirato la firma (pare con motivazioni del tipo: prima di spendere soldi per gli animali pensiamo alle famiglie e incentiviamo la natalità), si sono fatti sentire anche i Comuni: chi paga i rifugi? Montagnoli ha chiesto alla giunta la scheda tecnica per la parte finanziaria ancora prima della pausa estiva, il suo obiettivo è portare la legge in approvazione entro l’anno. Andrea Zanoni (Pd), primo firmatario di un’altra proposta di legge sugli animali di affezione parzialmente confluita sul testo della Lega, non nasconde lo scetticismo: «Mi sa che è destinata a decadere». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CAPOGRUPPO FINCO HA RITIRATO LA FIRMA DAL TESTO DEI COLLEGHI SUI RIFUGI PER CANI E GATTI IN TUTTI I COMUNI

Il “piano dei piani”

Ptrc, chiesto un parere all’Avvocatura sulla validità della Vas VENEZIA Ce la farà il Ptrc del Veneto a vedere la luce entro i dieci anni dalla nascita? Dopo le audizioni di questa settimana a Palazzo Ferro Fini, è stato deciso di concedere un mese di tempo per gli approfondimenti relativi al Piano territoriale regionale di coordinamento, in pratica il “Piano dei piani” della Regione. Preparato dall’allora assessore Renzo Marangon e adottato nel 2009 dall’ultima giunta Galan, il Ptrc ha avuto 14.696 osservazioni. E altre 8.955 ne sono giunte nel 2013 con la variante portata avanti dall’allora assessore Marino Zorzato. A tutte quelle osservazioni ora ci sono le controdeduzioni della giunta. L’idea del presidente della Seconda commissione Francesco Calzavara è di approvare l’intero malloppo prima che finisca la legislatura, ma il dubbio espresso durante le audizioni è se ha ancora un senso un piano adottato dieci anni fa ma preparato ancora prima. Tant’è che il dem Andrea Zanoni (foto), oltre a chiedere una copia cartacea («Almeno per vedere le planimetrie, questo è uno dei pochi casi in cui il cartaceo serve»), ha sollecitato un parere dell’Avvocatura sulla validità della Vas (Valutazione ambientale strategica) e uno studio sull’impatto dei cambiamenti climatici. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Meno nozze e più veneti “mammoni” IL RAPPORTO VENEZIA In Veneto ci si sposa di meno, si fanno meno figli e le famiglie si fanno più esili e frammentate. A “fare” famiglia i giovani ci pensano sempre meno: quasi due su tre dei giovani tra i 18 e i 34 anni vivono ancora in casa con i genitori, anche se hanno già un lavoro. Sono questi alcuni dei tratti salienti del report statistico sulla famiglia in Veneto, pubblicato dall’Ufficio Statistica della Regione nell’ultimo numero di Statistiche Flash, online da domani nel sito http://statistica.regione.veneto.it/

I DATI Nel 2018 le famiglie in Veneto

risultavano essere 2.087.166, il 5,1% in più rispetto a 10 anni prima e quasi il doppio rispetto al 1971, ma di dimensioni decisamente più piccole: in quasi 50 anni si è passati da 3,6 componenti a poco più di 2. Aumentano le famiglie unipersonali, che nel 1971 erano solo il 10% del totale mentre oggi sono quasi il 31%, e si riducono quelle con cinque o più componenti (dal

DUE GIOVANI SU TRE TRA I 18 E I 34 ANNI VIVONO ANCORA CON I GENITORI. AUMENTANO GLI ANZIANI SOLI

35a35798-0c1e-4d7d-9fd1-e28360cf1472

26% al 6%). Nel 2017 le persone che vivevano da sole erano 624mila (il 31% in più rispetto al 2007), in buona parte anziani, soprattutto over74, pari al 30% di tutte le famiglie unipersonali. Gli ultrasettantaquattrenni che vivono da soli sono circa 187mila (+39% in dieci anni), per lo più donne (82%). Le coppie con figli nel 2017 erano 717 mila, il 6 per cento in meno rispetto a dieci anni prima. Aumentano, invece le coppie senza figli (+11%), le famiglie monogenitoriali, cioè costituite da un solo genitore, separato o divorziato, con figli (+15%) e le famiglie allargate o ricostituite (+30% rispetto al 2007). Diminuiscono i matrimoni religiosi, tengono i matrimoni civili (sono quasi il 60 per cento di tutte

le unioni coniugali) e aumentano le convivenze (122 mila coppie): rappresentano il 10 per cento delle coppie, con un incremento del 60 per cento rispetto a dieci anni fa. Se nel 2007 solo una minoranza delle coppie non coniugate aveva dei figli (27%), nel giro di dieci anni la situazione si è capovolta e ben il 56% delle coppie non coniugate risulta avere figli. Il matrimonio, tuttavia, non sembra essere passato di moda, né le unioni informali lo hanno definitivamente sostituito, ma, sempre più spesso, il arriva dopo la nascita del primo figlio. © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Primo Piano IL CORTEO Erano seimila, venerdì, i manifestanti per il “Friday for Future” a Venezia. Ma molti studenti sono rimasti in classe

Domenica 29 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Scontro leghista, Pizzol: «Il caso in Senato» LA POLEMICA MARCON «Farò esaminare il video della seduta consiliare dall’ufficio legale del Senato per valutare se non ci siano gli estremi per un eventuale esposto alla direzione del partito». La senatrice leghista, nonché consigliera comunale di Marcon, Nadia Pizzol, dice di non voler polemizzare oltre nei confronti del sindaco Matteo Romanello, pure lui leghista, che nel corso della seduta di giovedì scorso l’ha pubblicamente invitata «a starsene a casa se in consiglio deve dire delle fesserie», ma al tempo stesso è intenzionata nei prossimi giorni a sottoporre al giudizio dei legali quanto detto dal sindaco contro di lei. Romanello non aveva, infat-

ti, gradito che Pizzol, intervenuta nel merito dell’ordine del giorno presentato dal centrosinistra sulle attuali problematiche ambientali dicesse, tra le altre cose, «che non esiste supporto scientifico che confermi la richiesta dello stato di emergenza del Paese, che l’inquinamento non ha le dimensioni di cui si parla, così come sono discutibili le teorie attorno al buco dell’ozono e banalizzasse le iniziative che il Comune mette in atto nel territorio per conte-

LA SENATRICE REPLICA AL SINDACO ROMANELLO: «FARO’ VALUTARE DALL’UFFICIO LEGALE IL VIDEO DEL CONSIGLIO CON LE SUE OFFESE»

nere quegli elementi che provocano ricadute nocive sull’ambiente». Io al sindaco voglio bene, è giovane e bravo, potrebbe essere mio figlio e lo perdono, anche se non lo giustifico – ha affermato la senatrice – perché non può permettersi di richiamarmi in quel modo solo perché ho espresso sull’ordine del giorno che chiedeva al Governo di dichiarare lo stato di emergenza climatica, delle valutazioni diverse dal resto del consiglio. Purtroppo – ha proseguito – e non mi so spiegare il perché, il sindaco usa spesso nei miei confronti toni piuttosto duri e il fatto, inoltre, di convocare le sedute consiliari il martedì, mercoledì e giovedì, giornate in cui tutti sanno che sono a Roma per assolvere i miei impegni istituzionali, mi

fa pensare che ciò venga fatto per evitare che io possa essere presente». A quest’ultima affermazione aveva già risposto durante la seduta il presidente del consiglio comunale, Francesco Marcadalli, dicendo «che le convocazioni del consiglio vengono stabilite tenendo conto delle esigenze di tutti i consiglieri e non di una sola persona e, quindi, che non c’è nulla di personale nei confronti della senatrice». Sulla vicenda che ha segnato lo scontro in casa Lega è intervenuto con una nota anche l’ex sindaco di Marcon Andrea Follini. «Un consigliere comunale – ha scritto - svolge il suo ruolo dentro e fuori il consiglio comunale senza vincoli di mandato, può esprimere idee diverse da quelle omologanti di partito, può arricchire la discussio-

ne. Sentire dal sindaco Romanello, l’altra sera, l’attacco alla consigliera Pizzol, peraltro del suo stesso gruppo, la Lega, rea a suo dire di far sentire al consiglio soltanto fesserie, è un’ingiuria che specie un sindaco non dovrebbe proferire, perché lede l’onorabilità di tutto il consiglio. Significa non aver alcun senso delle istituzioni. Tra l’altro - ha aggiunto Follini - il voto distinto espresso dai consiglieri della Lega in merito al nostro ordine del giorno sull’emergenza climatica (oltre a Pizzol ha votato contro l’odg anche il capogruppo della Lega Tolomio n.d.r.), dimostra con evidenza una frattura all’interno della maggioranza che va sempre più aumentando». Mauro De Lazzari © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pellestrina, “pesca” miracolosa recuperati 150mila chili di reti Il bilancio di un anno dell’accordo con i pescatori `L’assessore De Martin: «Un dato eccezionale dell’isola per recuperare un rifiuto speciale dal mare Adesso altre parti d’Italia vogliono fare lo stesso»

`

Nonostante la stragrande maggioranza fosse alla marcia – un buon 85% dei circa 800 ragazzi distribuiti in 40 classi – anche al “Barbarigo” qualcuno è venuto a scuola. Dunque si può dire, in base alla percentuale dichiarata dalla dirigente scolastica Rachele Scandella, un centinaio. «Tra loro, soprattutto i più piccoli di prima e seconda. E non perché fossero contrari alla protesta, ma soprattutto per via dei genitori, timorosi che durante la manifestazione potesse succedere qualcosa», chiarisce, sottolineando quanto sia bello che i giovani di oggi vivano delle occasioni, come il “Fridays for future”, per riunirsi sotto lo stesso ideale. «Chi era in classe – continua la dirigente scolastica – ha svolto lezioni normali, altrimenti ripassi o attività complementari. Si è parlato anche di ciò che stava avvenendo al di fuori della scuola, certo, ma in fondo di clima si discute sempre da noi e in modo trasversale. Quando si dice ai ragazzi di separare la plastica dalla carta o quando si parla di turismo sostenibile e di lotta allo scarto». Elena Callegaro Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA

volte alla settimana. I cassonetti sono nominativi perciò ogni cooperativa è identificabile. Ciò che nessuno si aspettava è una pesca tanto “miracolosa” da togliere dal mare e dalla laguna una simile quantità di reti che altrimenti sarebbero finite a soffocare pesci e tartarughe marine.

L’OPERAZIONE PELLESTRINA Oltre 150 tonnellate di reti da pesca raccolte in un solo anno a Pellestrina. È una quantità enorme che è il frutto di un interessante lavoro portato avanti dal Comune con Veritas e 10 cooperative di pescatori dell’isola in collaborazione con l’Unesco. Che le reti costituiscano circa il 10 per cento dei rifiuti in mare non è un mistero, ma che in zona ci fosse una così grande quantità di materiale ha lasciato sorpresi perfino gli addetti ai lavori. Lo scorso giugno, la giunta aveva approvato una delibera che assimilava ai rifiuti urbani i rifiuti delle attività di pesca e molluschicoltura.

POLITICA AMBIENTALE

UN CASSONETTO A TESTA Ogni cooperativa ha avuto a disposizione un cassonetto nominativo e altri 10 sono stati messi a disposizione per lo smaltimento delle retine utilizzate per la produzione di cozze. Ognuno di questi ha capacità di 2.400 litri e vengono svuotati 3

PESCATORI VIRTUOSI LA squadra di Pellestrina e l’assessore De Martin

ca783a59-9b07-4e07-91e0-84b48cd2568b

Soddisfazione per l’iniziativa era stata espressa anche da Francesca Santoro, dell’ufficio Unesco di Venezia: «Un nuovo, importante tassello della collaborazione tra Comune di Venezia e Unesco per combattere l’inquinamento da plastica in laguna. Un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni e pescatori da esportare in tutto il mondo, perché anche i rifiuti possano diventare risorse per uno sviluppo economico sostenibile». La cosa bella è che il comune di Venezia è all’avanguardia in questo campo, forse il primo in Italia. «Abbiamo trovato una categoria sensibile al problema - commenta l’assessore all’Ambiente, Massimiliano De Martin - i pescatori hanno chiesto di migliorare le loro attività e migliorare nello stesso tempo anche l’ambiente. Questo migliora anche la

qualità della nostra laguna, visto che l’assimilazione dei rifiuti plastici da attività produttive a rifiuti urbani ci ha permesso di raccoglierli in modo ordinato. È stata anche stabilita con i pescatori la metodologia di raccolta, pulizia e di asciugatura delle reti, prima che questa vadano nei camion. La cosa importante è che ci siano queste 150 tonnellate che vengono raccolte ordinatamente e che vanno nel ciclo del rifiuto. È un dato importantissimo, non so quante altre città abbiano portato avanti un’attività del genere».

BUONA PRATICA Quindi Venezia produce l’ennesima buona pratica da estendere poi sul resto del territorio nazionale. «In Sicilia - conclude De Martin - ci sono dei porti interessati che ci hanno chiesto informazioni. Di solito si pensa a Venezia solo come turismo, ma la pesca fa un fatturato importante tra Burano e Pellestrina, nonostante il calo subito negli ultimi anni. Chissà che questo sia da esempio anche per altre attività, visto che l’iniziativa nasce proprio dai pescatori. Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA


18

VENETO ECONOMIA

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2019 IL MATTINO

il gigante di lenti e montature

EssiLux, parte il test italiano verso l’azionariato diffuso Il coinvolgimento nel capitale dei dipendenti, nel breve, non sposterà gli equilibri Ma era un passaggio fondamentale. La vera partita per la governance è a Parigi welfare che ha fatto di Luxottica un caso di studio. A guardare ai numeri, questo passaggio epocale non si inserisce (per ora) e non potrà comunque incidere – nel breve termine – sulla questione della governance del gruppo italo-francese. Il capitale di Essilux consta di oltre 436 milioni di azioni, i diritti di voto reale sono affidati a 434 milioni di titoli, si capi-

Roberta Paolini PADOVA. «Credo nel valore sim-

bolico della vostra partecipazione. Avrete la possibilità di diventare parte di un grande disegno industriale». Sono le parole che Leonardo Del Vecchio, fondatore e patron di Luxottica, azionista di riferimento con il 31% del gruppo mondiale nato dalla fusione con i francesi di Essilor, ha dedicato ai suoi dipendenti presentando il piano di azionariato diffuso. Un progetto di apertura del capitale di EssiLux (quotata sul Cac40 dell’Euronext di Parigi) dedicato ai circa 10 mila dipendenti italiani del gigante dell’occhialeria di Agordo, annunciato venerdì con un video, direttamente dal presidente Del Vecchio. Partirà a novembre, dal 4 al 22 del mese, e nell’eventualità che venga coperto nella sua totalità depositerà fino ad un massimo di 80 mila azioni EssiLux nei conti titoli dei dipen-

Del Vecchio: «Credo nel valore simbolico della vostra partecipazione»

Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica

denti di fabbriche, uffici e negozi. È un passaggio indubbiamente storico, per seguire le

parole dell’imprenditore, 84 anni, naturalizzato veneto, ma nato a Milano, coronamento di quella predisposizione al

sce già così che anche con un’adesione massiva al piano di azionariato diffuso il peso dei dipendenti di Luxottica sarebbe ancora troppo esiguo. Valoptec, l’associazione dei dipendenti e pensionati di Essilor, somma il 4,1% del capitale di EssiLux, ed ha un peso in consiglio di amministrazione.

Ma questo primo passaggio era importante, ed era atteso. Sarà un primo test, nel passato le azioni erano anche state regalate ai dipendenti. Ora però si tratta di investire, pur con il “paracadute” del raddoppio del numero di azioni fino a un massimo di quattro, dimostrando di voler prendere parte a un disegno più grande. Che se andrà bene in Italia potrebbe essere esteso ai circa 80 mila dipendenti nel mondo. E lì i numeri cambieranno. Il piano è frutto del contratto integrativo sottoscritto a fine giugno. Un’operazione che, i sindacati hanno da allora sottolineato, punta in prospettiva ad aprire anche ai dipendenti Luxottica le stanze dei bottoni. Nel breve invece il tema governance è ancora un elemento spinoso, su, a Parigi. Tanto che il fondo attivista Third Point ha preso posizione, comprando l’1,2% del capitale per inserirsi nella partita. Le Figaro alla vigila dell’Investor Day a Londra titolava «rien n’est reglé», nulla è risolto. Sottolineando che l’imprenditore italiano non intende cedere: «un’oncia di potere». E citando ancora la stampa italiana ha ricordato le parole di Del Vecchio. «È chiaro che non sarò il solo a governare una nave così grande. Il futuro è nelle mani di un giovane come lui e del team di eccellenza che lo circonda. Ci saranno Francesco (Milleri, ndr) e, con Delfin, tutta la mia famiglia. Oggi sono sereno perché mi sento utile ma non essenziale». Al genio di Agordo la chiarezza nel business non è mai mancata.

l’indagine della cgia

«Imprenditori più poveri dei dipendenti? Fantasie, al fisco dichiarano il doppio... » L’associazione ha setacciato i redditi denunciati da artigiani commercianti e professionisti: «Ci sono sacche di infedeltà ma non sono tutti degli evasori» VENEZIA. «Gli imprenditori guadagnano meno dei loro dipendenti». È una frase che si sente ripetere spesso, a sostegno della tesi che gran parte del reddito entri in realtà “in nero” nelle loro tasche. Ora la Cgia di Mestre si è messa d’impegno per confutare il detto. Secondo gli ultimi dati del ministero delle

Finanze (anno 2018), le persone fisiche (artigiani, commercianti, liberi professionisti) hanno dichiarato in media 25.290 euro euro di reddito annuo, mentre le società di persone (Snc, Sas...) 34.260 euro. Per quanto riguarda i dipendenti, invece, i dipendenti della prima categoria percepiscono mediamente 9. 910 euro, mentre i lavoratori alle dipendenze dei secondi 13.850 euro l’anno. Dunque il datore di lavoro guadagna in media il doppio del proprio dipendente. «È del tutto infondata la tesi

produzione e premi

Il Veneto dei 430 formaggi in passerella a Piazzola PIAZZOLA SUL BRENTA. Sono 49

i formaggi premiati a Caseus Veneti 2019: 10 vicentini, 4 bellunesi, 10 veronesi, 24 trevigiani e 1 veneziano. Sono 38 in tutto le categorie che individuano stagionature, lavorazioni, altitudine, tipi di latte e denominazioni diverse. Un concorso che per il quindicesimo anno consecutivo ha puntato i riflettori sulle produzioni della Regione Veneto e che quest’anno ha dato spazio a 430 prodotti caseari. La punta di

Caseus Veneti a Piazzola

che gli imprenditori guadagnino meno del loro personale» sbotta il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo «Questa argomentazione è stata elaborata comparando in modo scorretto i redditi medi dei datori di lavoro, includendo anche quelli delle ditte individuali che non hanno personale, con quelli dei dipendenti, comprendendo in questi ultimi anche le retribuzioni di soggetti con redditi elevati, come gli alti dirigenti pubblici e privati». Per la Cgia l’obiettivo era di-

diamante di un settore che ha prodotto nel 2018 in Veneto oltre 4 milioni di forme di formaggio tra Asiago (1.476.446 forme), Grana Padano Dop (751 mila), Casatella Trevigiana (640 mila), Montasio Dop (402 mila) ma pure di Provolone Valpadana e Piave Dop. «La combinazione di turismo, territorio e cultura vale oltre 18 miliardi di euro di fatturato» ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. «Dobbiamo tutti cercare la tracciabilità, rafforzando un’identità che è strategica per il futuro del territorio. Chi sta al governo nel frattempo dovrebbe ingaggiare una lotta molto seria contro un italian sounding che va arginato dentro e fuori i confini nazionali». R. S.

mostrare che i piccoli imprenditori non sono un popolo di evasori. «Confrontando correttamente i redditi dei titolari di microimprese con quelli dei propri dipendenti» prosegue Zabeo «emerge un risultato che ridà dignità al mondo del lavoro autonomo». Dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi del 2018 emerge come i piccoli imprenditori (ditte individuali) e i lavoratori autonomi dichiarino mediamente 37.470 euro in Trentino Alto Adige, 36.070 euro in Lombardia, 31 700 in Friuli Ve-

Paolo Zabeo coordinatore Cgia

nezia Giulia, 31.070 euro in Veneto, 31.020 in Emilia Romagna, 28.640 euro in Piemonte e 28.630 euro in Liguria. «Nessuno esclude che anche tra i piccoli commercianti e gli artigiani ci siano sacche di infedeltà fiscale che devono essere debellate», afferma il segretario Cgia Renato Mason

dopo il fallimento

Lavoratori e cantieri Coge tornano alla Mantovani PADOVA. «Siamo pronti a valutare le eventuali responsabilità in solido di Mantovani in merito ai mancati pagamenti degli stipendi dei lavoratori passati alla Coge». Non fanno sconti i rappresentanti dei lavoratori della Coge Mantovani, il cui fallimento vedrà il ritorno del ramo d’azienda - ceduto da Mantovani alla Coge di Manuela Maria Ferrari nell’agosto 2018 - nelle mani della casa madre. «Non abbiamo an-

cora conferma ufficiale alle indiscrezioni» spiegano Dario Verdicchio e Gino Gregnanin segretari della Fillea Cgil di Padova e della Feneal Uil di Padova e Rovigo «ma accogliamo con soddisfazione il ritorno del ramo d’azienda affittato a suo tempo nelle mani di Mantovani. Pure in concordato, Mantovani ha chiesto una procedura in continuità che dovrebbe garantire ai 21 dipendenti rimasti una qualche prospettiva lavorati-

il caso dior-safilo

Donazzan: «Subito gli Stati Generali dell'occhialeria» L’assessore regionale veneto alle Politiche del lavoro, Elena Donazzan, ha annunciato ieri di voler convocare gli «stati generali dell’occhialeria» entro la fine di ottobre, in una data non ancora definita, a Longarone. L’iniziativa, ha spiegato, giunge come conseguenza delle importanti variazioni di scenario in atto nella valle bellunese, in particolare dopo la nascita di Thelios come joint venture fra Marcolin e Lvmh, soprattutto per le conseguenze occupazionali che probabilmente si verificheranno in seguito al passaggio di importanti licenze del lusso fra i principali player del settore. Il riferimento è alla decisione del gigante del lusso francese di non rinnovare la licenza Dior alla padovana Safilo, che ne ha curato la progettazione e produzione per oltre vent’anni. Donazzan ha inoltre lanciato la creazione di un «borsino del lavoro dedicato esclusivamente all’occhialeria e nel quale si possano governare i flussi in ingresso e in uscita di tutte le professionalità disponibili, incrociando – ha aggiunto – domanda ed offerta senza spreco di competenze all’interno del distretto». —

«Altra cosa è sostenere che ci troviamo di fronte ad evasori incalliti». Nel 2016 (è il dato più recente) l’evasione stimata in Italia è stata del 16%. In termini assoluti la cifra ammonta a 113,3 i miliardi di euro che in quell’anno sono stati sottratti all’erario. A livello territoriale le realtà più a rischio sono quelle del Sud: in Calabria la stima di evasione è al 24,2 %, in Campania un punto più bassa,in Sicilia al 22,2% e in Puglia al 22%. Nelle regioni del Centro-Nord, invece, la situazione desta meno preoccupazioni. In Veneto il tasso di evasione stimato è al 13,8 %, nella Provincia autonoma di Trento e in Friuli Venezia Giulia scende al 13,3%, in Lombardia al 12,5%, fino a fermarsi al 12 % nella Provincia autonoma di Bolzano. — Nicola Brillo

va. Ci aspettiamo di conseguenza una convocazione ufficiale quanto prima, anche per indagare eventuali responsabilità in solido dell’azienda circa le retribuzioni attese. Di fatto i sindacati non hanno mai firmato altro che una presa d’atto riguardo all’affitto di ramo d’azienda né mai abbiamo firmato accordi ulteriori a riguardo». Sulle spalle del concordato Mantovani si caricherebbero quindi altri 700 mila euro di stipendi non pagati (secondo alcune stime) che potrebbero aggiungersi ai debiti contratti da Coge nel periodo della gestione Ferrari-Vivendi e ai mancati introiti derivanti dai canoni d’affitto non saldati da Coge a Mantovani. Riccardo Sandre


2

PRIMO PIANO

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA

Il terzo settore

Boom volontariato 446 associazioni e 9.500 operatori La Marca è al top Al Turazza il meeting annuale di responsabili e dirigenti «I Comuni ci devono ascoltare sui bisogni dei più deboli» TREVISO. Una montagna di un

milione e ventimila ore all’anno dedicate alle attività di volontariato. Tirate le somme, è questa l’entità del valore economico del sistema virtuoso del volontariato nella Marca trevigiana. E se in provincia di Treviso sono oltre 9.500 i volontari attivi (dati di Csv Treviso) il tempo che ciascuno di loro presta a titolo gratuito è pari a circa 107 ore annue per volontario. Moltiplicando per 13 euro (il valore medio calcolato per un’ora di servizio volontario secondo l’organizzazione umanitaria Cesvi) il milione

Un valore sociale annuo di 13 milioni e 260 mila euro «Patrimonio di tutti»

lo “Rappresentanza e partecipazione nel momento populista”. «Treviso insieme a Verona è la provincia del Veneto con il numero più alto di associazioni di volontariato iscritte al registro regionale», spiega Alberto Franceschini, presidente del Csv Treviso, «e il 70 per cento delle associazioni si occupa di servizi sociali e sanitari». Dati alla mano non si può affatto parlare del volontariato come semplice stampella dei servizi sociali, quanto piuttosto di una entità forte delle proprie gambe che si trova ad agire tra gli attori protagonisti del welfare. Continuando a snocciolare le cifre, sono ormai 450 le associazioni di volontariato nella Marca, di cui 350 fanno riferimento al Centro servizi volontariato, il Csv, di Treviso. E sono novantamila i soci. LA CARICA DELLE DONNE

e più di ore di volontariato in provincia di Treviso si trasformano subito in un valore sociale annuo di 13 milioni e 260 mila euro complessivi. IL MEETING

A mettere a fuoco tutti i grandi numeri del moltiplicatore di ricchezza sociale generato dal sistema del volontariato trevigiano è Volontarinsieme Csv Treviso, che ieri mattina nell’auditorium dell’Istituto Turazza, nel capoluogo, ha fatto incontrare esperti del settore e i principali attori del volontariato per il 15esimo meeting provinciale dal tito-

Quanto all’esercito della gratuità dei 9.500 volontari trevigiani attivi, il 52 per cento di questi sono donne, il 48 per cento uomini. Il 32 per cento ha tra i 50 e i 60 anni, mentre il restante 9 per cento tra i 16 e i 30 anni. Il 49 per cento ha un diploma di scuola superiore, il 36 per cento di scuola media e il 15 per cento una laurea. Gli ambiti di azione vedono il 44 per cento delle realtà operare nell’ambito delle donazioni, il 25 per cento nel sociale e il 7 per cento nella disabilità. Gli altri campi di azione restano il servizio agli anziani, dipendenze, fa-

9.500 I volontari attivi nella Marca, equamente distribuiti tra donne (52%) e uomini (48%).

32% La percentuale dei volontari che ha tra i 50-60 anni, il 22% tra i 40-50, un altro 22% è over 60, il 15% tra i 30-40 anni e il restante 9% tra i 16-30 anni.

49% La percentuale dei volontari con un diploma di scuola media superiore, il 36% ha un diploma di scuola media inferiore e il 15% è laureato.

13 Il valore medio in euro di un’ora di volontariato, riferendosi ai parametri indicate dalle principali agenzie di gestione raccolta fondi.

446 Le associazioni di volontariato iscritte al registro regionale, delle quali quasi 350 aderenti a Volontarinsie.

miglia, ambiente e cultura. L’APPELLO

Certo è che per poter incidere nella pianificazione dell’erogazione dei servizi fondamentali – tra i quali il trasporto persone disabili, assistenza, distribuzione servizi agli anziani - l’appello che giunge dal mondo del volontariato è di poter diventare parte attiva nella stretta di mano con le istituzioni e il sistema sani-

tario. Essendo proprio i volontari le prime sentinelle dei bisogni sociali: «Ad oggi pur con questa dimensione numerica del mondo del volontariato resta ancora difficile tirar fuori un risultato capace dare un contributo importante alle scelte delle istituzioni in ambito sociale», dice Franceschini. Eppure dopo anni di tagli al sociale a cambiare rotta è intervenuta la nuova legge delega per la Riforma

la “terra del terzo mondo”

La solidarietà verso l’Africa «Da 20 anni chiediamo aiuti» TREVISO. Il volontariato fuori la porta di casa e quello che attraversa i continenti. Non conoscono confini la buona volontà e l’impegno civico dell’esercito dei 9.500 volontari trevigiani. Storie quotidiane di aiuto e di servizi essenziali che senza il loro impegno avrebbero potuto non essere affatto garantiti. Come quella dell’associazione “La Fonte” di Fonta-

nelle che si occupa da anni del servizio di trasporto per gli anziani e per le persone con disabilità nei comuni del territorio: da Fontanelle a Oderzo, da Motta a Mansuè. Cinque i pulmini messi disposizione con tanto di servizio necessario per le carrozzine. Trenta i volontari attivi. Una sessantina i trasporti effettuati in un mese. In più l’associazione ha scelto di rimboccarsi

le maniche anche in aiuto al centro diurno per anziani che ha sede nella frazione di Lutrano. In campo altri quindici volontari: «Con gli anziani giochiamo a carte, facciamo fare ginnastica, si organizzano uscite e attività estive», spiega Silvana Sandrin, da diciotto anni presidente dell’associazione. A Treviso c’è invece chi l’aiuto senza chiedere nulla in cambio

A sinistra Silvana Sandrin e a destra Sergio Leonardi

del terzo settore (106/2016) con tutto il suo corollario di decreti ministeriali per farla funzionare. E con relativi obblighi e vantaggi: «La nuova legge parla chiaramente di coprogettazione», continua il presidente di Csv Treviso, «E apre alle associazioni di volontariato un grande spazio da occupare. A partire dal tavolo di confronto con le istituzioni pubbliche sulle tematiche del sociale. La prima occa-

ha deciso di portarlo in Africa, nel villaggio di Gassachare nella regione del Sidamo in Etiopia. Qui l’associazione di volontariato “Terra del terzo mondo” da vent’anni opera grazie ad attività di raccolta fondi per aiutare gli abitanti del villaggio a diventare economicamente autonomi: «Siamo intervenuti su più fronti», spiega Sergio Leonardi da anni in prima linea tra i volontari,«sulla forestazione per rallentare la potenza delle piogge, sull’alimentazione introducendo nuove colture e l’allevamento delle galline ovaiole. Le famiglie mangiavano carne solo una volta all’anno» . — A.V.


PRIMO PIANO

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA

3

Il terzo settore

Un gruppo di giovani testimonial della campagna Servizio civile universale “You can be hero”

sione sono i nuovi Piani di Zona fino a ieri ripetitivi, tavoli di confronto con le Usl e le amministrazioni locali per pianificare le azioni socio sanitarie utili al territorio. In questo vogliamo essere protagonisti come gruppi di associazioni che portano le loro richieste su come e dove si può intervenire per migliorare i servizi la qualità della vita». Il motore restano i quasi 10 mila volontari che ogni giorno si

rimboccano le maniche per offrire servizi essenziali «negli ambiti famiglia, disabilità, anziani, dipendenze», dice Franceschini, «Tutti temi che i Comuni hanno delegato alle Usl destinando una quota parte delle risorse economiche per far funzionare le attività. Adesso finalmente anche noi possiamo tornare a parlare». — Alessandra Vendrame BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il meccanismo

franceschini, presidente csv

La riforma e le risorse Unico fondo nazionale TREVISO. La lunga strada

L’appello alla Regione «Ci sta trascurando ora serve un intervento»

dei fondi destinati alle associazioni di volontariato. Risorse economiche in arrivo dal salvadanaio dei fondi nazionali distribuiti alle associazioni attraverso la loro partecipazione ai bandi riservati al terzo settore. Le associazioni possono dunque trarre le risorse economiche necessarie al funzionamento della loro attività direttamente dai fondi in arrivo dalle fondazioni bancarie. Che hanno l’obbligo di destinare una percentuale fissa dei loro utili al volontariato, passando attraverso il fondo unico nazionale che ha il compito di ripartire le risorse tra tutti i centri servizi per il volontariato. Trattandosi di risorse economiche di natura privata messe disposizione attraverso fondi ad hoc le fondazioni bancarie pur avendo l’obbligo di devolvere una percentuale fissa degli utili alle associazioni di volontariato possono godere delle agevolazioni fiscali previste. L’avvento della riforma del terzo settore ha cambiato la modalità di distribuzione del sostegno economico alle associazioni. Se prima infatti esisteva un fondo specifico in ogni regione adesso ne esiste uno unico per tutto il territorio nazionale con sede a Roma. Le risorse vengono così distribuite ai centri servizi di tutta Italia in base a criteri stabiliti: l’ampiezza del territorio, la popolazione, il numero delle associazioni iscritte ai registri regionali. Ma nel passaggio di consegne non sempre i tempi di attesa dei fondi si accorciano: “La Regione Veneto circa i finanziamenti è in ritardo nell’erogazione dei fondi dovuti alle associazioni che hanno vinto i bandi” , evidenzia Csv Treviso. — A.V.

nuova fisionomia riservata dalla Riforma al settore sociale è in primis la Regione Toscana: «Partendo dal testo del disegno di legge nazionale sul terzo settore, la Regione Toscana ha rinnovato le leggi regionali precedenti nell’ambito specifico», ricorda Franceschini. C’era dunque una volta anche in Veneto in seno al bilancio pubblico anche la voce destinata al bilancio sociale: «Ora invece i fondi destinati al sociale devono essere scorporati da quelli riservati alla sanità. Il Veneto è la regione con la più grande presenza di associazioni di volontariato. Ci sentiamo un po’ trascurati», spiega Franceschini. Intanto dentro le associazioni è all’ordine del giorno la ricerca di risorse economiche per poter erogare i servizi: «Le associazioni vivono ormai di risorse che devono trovarsi da sole», conclude Franceschini, «se avessero la possibilità di accedere nello specifico ai fondi pubblici potrebbero svolgere meglio la loro funzione. Ricordiamo che il volontariato è un moltiplicatore di servizi e tutti a titolo gratuito. Tutte le istituzioni ringraziano i volontari ma se mettessero loro a disposizione risorse per far meglio quello che facciamo forse sarebbe meglio per tutti». Eppure con “la caccia al tesoro” quotidiana per reclutare le risorse economiche i volontari trevigiani non mancano di investire nella loro formazione. Tanto che a Treviso da sei anni ha trovato casa da sei anni all’interno del campus universitario di San Leonardo anche l’Università del volontariato. E sono tremila i volontari che fino ad oggi hanno partecipato alla formazione universitaria. — A.V.

Alberto Franceschini, presidente Csv Treviso TREVISO. Volontari in cresci-

ta, ma il sociale resta in Veneto la “Cenerentola” dei servizi socio sanitari: «La nostra Regione è una delle peggiori in Italia per gli interventi riservati al sociale. Avendo da qualche anno ormai accorpato la direzione di questo ambito al settore sanitario ha di fatto annullato il sociale». A lanciare l’appello all’amministrazione regionale – a nome dell’esercito della gratuità dei 9. 500 volontari trevigiani – chiedendo di ritornare sui suoi passi e di rimettere al suo posto la cabina di regia dei servizi sociali – è ancora il presidente di Csv Treviso, Alberto Franceschini. Per trovare a livello regionale una direzione ad hoc del settore, autonoma e slegata dall’ambito sanitario, bisogna tornare indietro al 2015. In seguito nemmeno l’avvento della tanto attesa Riforma del terzo settore ha

fatto cambiare marcia alla precedente decisione partorita dall’amministrazione regionale. Anzi proprio dal Veneto è partito un ricorso per dar filo da torcere alla riforma stessa: «La Regione ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale», ricorda Franceschini, «perché non era d’accordo che il sistema delle associazioni potesse

«Questa è l’area con la più grande presenza di gruppi sul territorio» interferire con il sistema pubblico. Ma la Corte costituzionale ha risposto un chiaro “No”». Ad essere chiamata in causa nella questione come esempio virtuoso di aggiustamenti legislativi al passo con cambiamenti e con la


PRIMO PIANO

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA

3

Il terzo settore

Un gruppo di giovani testimonial della campagna Servizio civile universale “You can be hero”

sione sono i nuovi Piani di Zona fino a ieri ripetitivi, tavoli di confronto con le Usl e le amministrazioni locali per pianificare le azioni socio sanitarie utili al territorio. In questo vogliamo essere protagonisti come gruppi di associazioni che portano le loro richieste su come e dove si può intervenire per migliorare i servizi la qualità della vita». Il motore restano i quasi 10 mila volontari che ogni giorno si

rimboccano le maniche per offrire servizi essenziali «negli ambiti famiglia, disabilità, anziani, dipendenze», dice Franceschini, «Tutti temi che i Comuni hanno delegato alle Usl destinando una quota parte delle risorse economiche per far funzionare le attività. Adesso finalmente anche noi possiamo tornare a parlare». — Alessandra Vendrame BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il meccanismo

franceschini, presidente csv

La riforma e le risorse Unico fondo nazionale TREVISO. La lunga strada

L’appello alla Regione «Ci sta trascurando ora serve un intervento»

dei fondi destinati alle associazioni di volontariato. Risorse economiche in arrivo dal salvadanaio dei fondi nazionali distribuiti alle associazioni attraverso la loro partecipazione ai bandi riservati al terzo settore. Le associazioni possono dunque trarre le risorse economiche necessarie al funzionamento della loro attività direttamente dai fondi in arrivo dalle fondazioni bancarie. Che hanno l’obbligo di destinare una percentuale fissa dei loro utili al volontariato, passando attraverso il fondo unico nazionale che ha il compito di ripartire le risorse tra tutti i centri servizi per il volontariato. Trattandosi di risorse economiche di natura privata messe disposizione attraverso fondi ad hoc le fondazioni bancarie pur avendo l’obbligo di devolvere una percentuale fissa degli utili alle associazioni di volontariato possono godere delle agevolazioni fiscali previste. L’avvento della riforma del terzo settore ha cambiato la modalità di distribuzione del sostegno economico alle associazioni. Se prima infatti esisteva un fondo specifico in ogni regione adesso ne esiste uno unico per tutto il territorio nazionale con sede a Roma. Le risorse vengono così distribuite ai centri servizi di tutta Italia in base a criteri stabiliti: l’ampiezza del territorio, la popolazione, il numero delle associazioni iscritte ai registri regionali. Ma nel passaggio di consegne non sempre i tempi di attesa dei fondi si accorciano: “La Regione Veneto circa i finanziamenti è in ritardo nell’erogazione dei fondi dovuti alle associazioni che hanno vinto i bandi” , evidenzia Csv Treviso. — A.V.

nuova fisionomia riservata dalla Riforma al settore sociale è in primis la Regione Toscana: «Partendo dal testo del disegno di legge nazionale sul terzo settore, la Regione Toscana ha rinnovato le leggi regionali precedenti nell’ambito specifico», ricorda Franceschini. C’era dunque una volta anche in Veneto in seno al bilancio pubblico anche la voce destinata al bilancio sociale: «Ora invece i fondi destinati al sociale devono essere scorporati da quelli riservati alla sanità. Il Veneto è la regione con la più grande presenza di associazioni di volontariato. Ci sentiamo un po’ trascurati», spiega Franceschini. Intanto dentro le associazioni è all’ordine del giorno la ricerca di risorse economiche per poter erogare i servizi: «Le associazioni vivono ormai di risorse che devono trovarsi da sole», conclude Franceschini, «se avessero la possibilità di accedere nello specifico ai fondi pubblici potrebbero svolgere meglio la loro funzione. Ricordiamo che il volontariato è un moltiplicatore di servizi e tutti a titolo gratuito. Tutte le istituzioni ringraziano i volontari ma se mettessero loro a disposizione risorse per far meglio quello che facciamo forse sarebbe meglio per tutti». Eppure con “la caccia al tesoro” quotidiana per reclutare le risorse economiche i volontari trevigiani non mancano di investire nella loro formazione. Tanto che a Treviso da sei anni ha trovato casa da sei anni all’interno del campus universitario di San Leonardo anche l’Università del volontariato. E sono tremila i volontari che fino ad oggi hanno partecipato alla formazione universitaria. — A.V.

Alberto Franceschini, presidente Csv Treviso TREVISO. Volontari in cresci-

ta, ma il sociale resta in Veneto la “Cenerentola” dei servizi socio sanitari: «La nostra Regione è una delle peggiori in Italia per gli interventi riservati al sociale. Avendo da qualche anno ormai accorpato la direzione di questo ambito al settore sanitario ha di fatto annullato il sociale». A lanciare l’appello all’amministrazione regionale – a nome dell’esercito della gratuità dei 9. 500 volontari trevigiani – chiedendo di ritornare sui suoi passi e di rimettere al suo posto la cabina di regia dei servizi sociali – è ancora il presidente di Csv Treviso, Alberto Franceschini. Per trovare a livello regionale una direzione ad hoc del settore, autonoma e slegata dall’ambito sanitario, bisogna tornare indietro al 2015. In seguito nemmeno l’avvento della tanto attesa Riforma del terzo settore ha

fatto cambiare marcia alla precedente decisione partorita dall’amministrazione regionale. Anzi proprio dal Veneto è partito un ricorso per dar filo da torcere alla riforma stessa: «La Regione ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale», ricorda Franceschini, «perché non era d’accordo che il sistema delle associazioni potesse

«Questa è l’area con la più grande presenza di gruppi sul territorio» interferire con il sistema pubblico. Ma la Corte costituzionale ha risposto un chiaro “No”». Ad essere chiamata in causa nella questione come esempio virtuoso di aggiustamenti legislativi al passo con cambiamenti e con la


Domenica 29 Settembre 2019

La Voce

DELTA

29

Ariano, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Tolle, Rosolina, Taglio di Po

www.lavocedirovigo.it, e-mail: provincia.ro@lavoce-nuova.it, Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584

PARCO I sindaci esultano per l’accordo sulle nomine: “Per troppo tempo siamo rimasti ai margini”

“E adesso, usciamo dall’impasse” Appello a Zaia per ratificare i nomi indicati dalla Comunità: “Si dia voce al territorio” E’ il momento di cambiare marcia. E’ questo il proposito dei sindaci del Delta dopo che, l’altra sera, la Comunità del Parco ha votato all’unanimità (con la sola astensione di Giovanni Chillemi) i nomi da inviare a Luca Zaia e da inserire nel nascente direttivo dell’ente, indicando di fatto Maura Veronese come candidato presidente. I sindaci, in un comunicato diffuso ieri pomeriggio, infatti, rivendicano di aver “dimostrato, con decisione e con non poco impegno, di saper lavorare assieme mettendo da parte i personalismi e nell’interesse di tutto il territorio”. Del resto, quella di venerdì pomeriggio era l’ultima chiamata per eleggere la futura governance dell’ente: altrimenti, Zaia non avrebbe potuto fare altro che commissariare (ancora una volta) il Parco regionale. Una prospettiva davvero nera, visto che - sottolineano gli stessi sindaci - la gestione del Parco è rimasta ingessata per troppo tempo, e adesso deve decollare. Il nostro territorio - si legge infatti nel documento dei primi cittadini dell’area - “seppur fragile per conformazione, rac-

chiude in sé un enorme potenziale di sviluppo ancora inespresso, soprattutto per l’assenza di una governance adeguata. Per troppi anni - dicono dunque i primi cittadini - il Delta del Po e il suo ente di gestione, il Parco appunto, sono stati ai margini dell’agenda politica di quest’area e, dopo questo lungo periodo di commissariamenti, riteniamo sia giunto il momento propizio per uscire dall’impasse attuale”. Dunque i sindaci rivelano un retroscena: l’accordo - scrivono - è nato “grazie ad un metodo di lavoro che i sette sindaci aderenti alla Strategia nazionale aree interne hanno già posto in essere su altri tavoli e che in questo frangente hanno condiviso con i colleghi di Adria e Papozze”. Tutt’altro che una precisazione da poco: ad Adria, la città più grande e “porta del Delta” e rimasta esclusa dalle nomine, si sono già alzate le polemiche politiche (vedi servizio a pagina 24, ndr) sull’accordo raggiunto. Un accordo che comunque gli stessi sindaci definiscono “condiviso e costruttivo per il futuro del Delta del Po”. E che si è esplicitato, appunto, nella “volontà di proporre al presi-

Intesa ritrovata La sede dell’ente Parco dente Zaia una rosa di nomi con cui andare a completare il futuro direttivo del Parco che, ad oggi, si compone di Adriano Tugnolo per il settore primario e Maura Veronese per i sindaci”. Le indicazioni inviate a Zaia si completano con il sinda-

co di Rosolina Franco Vitale e quello di Loreo Moreno Gasparini. La nota dei primi cittadini si conclude con una speranza. Ovvero quella “che il messaggio di coesione e di buona volontà espresso dai nove sindaci

del Delta venga compreso e fatto proprio anche dal governatore del Veneto e che con questo nuovo corso della governance si inizi la buona prassi di dare voce ai territori e alle loro istanze”. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca 17

L'ARENA Domenica 29 Settembre 2019

POLITICA E VELENI. A Pontida il deputato veronese della Lega aveva detto: «Il presidente della Repubblica mi fa schifo»

Insultia Mattarella Comenciniè indagato «VilipendioalCapodelloStato»,apertoilfascicolo inProcuraetrasmessopercompetenzaaBergamo doveilmagistratos’eragiàmosso.IlruolodiValpiana Camilla Ferro

Il procuratore capo di Verona, Angela Barbaglio, ha inviato per competenza a Bergamo il fascicolo d’indagine per vilipendio al Capo dello Stato nei confronti del deputato e consigliere comunale della Lega Vito Comencini. Sotto accusa sono le frasi pronunciate al raduno di Pontida: «Questo presidente della Repubblica, lo posso dire?, mi fa schifo», aveva urlato dal palco dell’assemblea del Carroccio il 14 settembre, «perchè se ne frega del voto del 34 per cento degli italiani». Un atto dovuto, quello della Procura scaligera, in seguito all’esposto presentato da Mao Valpiana, presidente nazionale del Movimento Non Violento, contro l’onorevole leghista: «Ho fatto il mio dovere di cittadino rispettoso della Costituzione», aveva spiegato la decisione di denunciarlo, «perchè è gravissimo quello che è successo. Il vilipendio è stato compiuto pubblicamente da chi dovreb-

be essere fedele alla Repubblica e adempiere con disciplina e onore il proprio ruolo di rappresentante degli italiani». Di più: «Spero che Comencini rinunci all'immunità parlamentare, poiché le frasi incriminate le ha pronunciate come esponente politico della Lega e non come rappresentante del popolo e che l'aula si comporti di conseguenza. Affronti il processo, poi il giudice deciderà come applicare la legge che prevede la condanna da 1 a 5 anni». In Procura a Bergamo competente per territorio nel momento in cui è arrivato il fascicolo spedito da Verona, già sapevano quello che era accaduto al raduno di Pontida. Perchè la Digos, presente per vigilare sulla sicurezza e sull’ordine pubblico, delle parole oltraggiose di Comencini a Mattarella aveva immediatamente informato il pm di turno. E così il pubblico ministero Giancarlo Mancusi, informato della notitia criminis, aveva provveduto a raccogliere le testimonianze e a mettere agli atti anche il

video dell’intervento del deputato veronese. Ci ha subito provato, il «capo» Matteo Salvini, a mettere una toppa, consapevole del guaio compiuto dal suo fedelissimo, ma non c’è riuscito: «Sono toni sicuramente sbagliati», aveva cercato di spostare l’obiettivo, «però sento decine di persone che chiedono "ma perché non si vota?". Sono assolutamente convinto che si debba mantenere il rispetto, ma è anche chiaro che la maggioranza degli italiani si sente tradita e presa in giro. Siamo sempre lì: perché il Pd è al governo? A una persona normale questa sembra una follia». Solidarietà a Comencini era stata espressa anche da Luca Castellini, dirigente nazionale e coordinatore Nord Italia di Forza Nuova mentre dal Pd veronese era partita subito la richiesta di dimissioni, così come era stata di «condanna» la reazione dal versante Cinquestelle. Da parte sua, il deputato veronese della Lega, non ha mai rinnegato nulla: «Se il presidente Sergio Mattarella

AlbertoRiccadonnaall’edicolaCarrara aPonteCrencano

Ilfilobus?ConviaMameli aduecorsie,saràuncaos Alberto Riccadonna, impiegato di banca da poco in pensione, legge L’Arena all’edicola Carrara di via Pieve di Cadore a Ponte Crencano e commenta le notizie del giorno. L'onda verde dei manifestanti in piazza Bra: alla politica i giovani chiedono risposte concrete per l'ambiente.Condivide?

Sì. Purtroppo siamo già in ritardo, temo. Sono anni che gli scienziati ci avvisano. Ora si sono svegliate anche le coscienze ed è un bene.

Ildeputato leghistaVito Comencini il 15settembreaPontida

dirà di essersi sentito offeso o se qualcuno dimostrerà che l’ho insultato, sono disposto a chiedere scusa. Se scusa però significa rinunciare al fatto di poter criticare il Capo dello Stato, non lo intendo fare e me ne assumo le conse-

SERATADIFOLLIA. Unacinquantunenne cheaveva bevuto troppoin un localedi BorgoMilano

Ubriacaemolesta, la fermano eleiprendea botteipoliziotti Primahainsultatolatitolare delbar che nonvoleva servireun altro bicchiere,poihaaggredito gli agentimandandoli alProntoSoccorso Aveva bevuto talmente tanto da non riuscire a stare in piedi. Era così piena di alcol che, nel tentativo di scappare ai poliziotti, ha rischiato di essere travolta dalle auto. E poi le parolacce, le offese, gli spintoni, mandando due agenti al Pronto Soccorso. Poca cosa la diagnosi, 5 e 3 giorni, ma basta per rendere l’idea della serata di follia vissuta da una cinquantunenne veronese così tanto ubriaca da finire seriamente nei guai. Ieri mattina è stata processata per direttissima e sottoposta all’obbligo di presentazione due volte alla settimana alla polizia giudiziaria: il giudice Camilla Cognetti ha convalidato il suo arresto per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Lei è F.S., classe 1968, veronese doc, e ha il «vizietto» del bere. Anche nel 2010, per dire, era stata denunciata per guida in stato di ebbrezza. Nel tardo pomeriggio di venerdì, intorno alle 18, era con un’amica in un bar di via Molise, in Borgo Milano. Le due, entrambe con un bicchiere di troppo in corpo, discutevano animatamente. Alla richiesta di un altro «giro», la titolare del locale aveva visto che non

Ladonna è stataarrestata dagliagenti delle Volanti

era il caso di continuare e s’è rifiutata di vendere alla signore altri drink. Da lì, la reazione stizzita di F.S. che nell’alzarsi per lasciare il bar, è caduta per terra, cominciando ad urlare improperi ed offese, creando una serie di problemi anche agli altri clienti. A quel punto, visto che il clima particolarmente surriscaldato, la proprietaria del bar ha chiamato il 113 ed è arrivata una volante della polizia. La «over 50» ubriaca era nel frattempo già uscita in strada ed è stata individuata dai poliziotti - perchè barcollante e oggettivamente in dif-

ficoltà a reggersi sulle gambe - lungo via Fratelli Cervi. L’hanno seguita e fermata in via Gramsci chiedendole i documenti. E lì è scoppiata tutta l’aggressività della cinquantunenne che, incapace di controllare le proprie reazioni per il troppo alcol in corpo, ha iniziato a colpire ripetutamente gli agenti, tentando anche di scappare: s’è buttata in mezzo alla strada, rischiando di essere investita dalle macchine in transito. Alla fine gli agenti sono riusciti, a tutela della sua incolumità, a trattenerla e ad accompagnarla all’auto di servi-

EDICOLA& CAFFÈ

zio per le pratiche identificative ma anche lì F.S. ha continuato, sotto gli occhi esterrefatti dei passanti, ad avere un comportamento ostile, sia a livello fisico che verbale. E’ stata quindi arrestata per resistenza ed oltraggio ed accompagnata, con molta fatica, in Questura. E anche lì ha continuato ad usare le mani contro chiunque cercasse di calmarla, come la poliziotta che ha ferito mentre la accompagnava in bagno. E’ stato necessario l’intervento dei medici del 118 per «metterla» tranquilla. • C.F. © RIPRODUZIONERISERVATA

guenze». Anche rinunciare all’immunità parlamentare per affrontare il processo? «Ripeto, i toni sono stati sbagliati ma ritengo legittimo poter esercitare il mio diritto di critica». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Intanto, il sindaco dichiara guerraallaplastica,anticipandodiun anno la direttiva nazionale: è d'accordo?

Certo, bisogna passare dalle parole ai fatti. Questo è un primo atto, dovranno aggiungersene molti altri, a iniziare dal piantare nuovi alberi. Sono 900le multe comminatein un anno per guida col cellulare: chene pensa?

Sono ancora poche, ce ne vorrebbero mille al giorno. C’è tantissima gente che telefona mentre è al volante. Sono favorevole al ritiro di patente per questi. È un’abitudine pericolosissima, causa diretta o indiretta di molti incidenti. Inuovimonopattinielettricipiacciono ma fanno gola anche ai ladri.Grazieallatecnologiagpssonostatiperò tuttilocalizzati.

Bene così. Tuttavia si tratta di mezzi che probabilmente saranno molto comodi per i giovani ma penso contribuiscano a rendere ancor più caotici strade e marciapiedi. Filobus: ancora allo studio dell'Amtpossibilisoluzioniperil "nodo" San Paolo a Veronetta. È favorevoleall'opera?

No. Via Mameli da quattro corsie verrà ridotta a due, con una congestione del traffico allucinante. Un disagio forte che si ripercuoterà anche nelle vie limitrofe. • I.N.


Economia 9

L'ARENA

Domenica 29 Settembre 2019

IlTerzosettoreneicampi

Le nuoveregole ele esperienzedirecupero eformazione

Focussultema all’entecamerale

«Economia solidale inVeneto. Coldiretti,dall’agricolturaunpotenziale naturale: le fattorie sociali. ». È il titolodelconvegnodimercoledìalle10 inCamera dicommercio.

Tra i relatori, Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Veneto e Verona; Carmelo Troccoli , FondazioneCampagnaAmica;MarioGiuseppe Paolucci e Gianfranco Cala-

bria, Servizio autonomie Coldiretti; Jacopo Testoni, Dipartimento agroalimentaredellaRegioneeRobertoMoncalvo,dellagiuntanazionalediColdiretti.

ECONOMIASOLIDALE. Mercoledìin Camera dicommercio un convegnoorganizzato daColdiretti eCampagnaAmica sulla necessitàdi adeguarelanorma regionale

Le fattorie sociali: «Tagliare la burocrazia» InVenetosono30eunquintoèattivonelVeronese Castellani:«L’interessecrescente perquestaattività merita attenzione da parte del legislatore a Venezia» Valeria Zanetti

Meno di 30 in Veneto, un quinto in provincia di Verona. Sono le fattorie sociali, iscritte all’albo della Regione, che nel Veronese si moltiplicano più che altrove: molta la disponibilità, ma anche la creatività con la quale gli imprenditori agricoli locali offrono il loro contributo al terzo settore, in prima persona o coinvolgendo i componenti della famiglia. L’impegno si declina sulle esigenze dell’infanzia, di emarginati e disagiati, di immigrati e disabili e si manifesta in svariate forme di accoglienza. Le prime esperienze nacquero spontaneamente, retaggio della cultura contadina, che non ha mai affidato al servizio pubblico bambini, anziani o disabili, e sono diventate modelli della multifunzionalità, capace di generare lavoro e remunerazione. LA NORMA REGIONALE. Nel

2013 è arrivata la legge regionale numero 14, con le prime disposizioni in materia di agricoltura sociale. Testo voluto dalle associazioni del primario, in particolare da Coldiretti, che presenta ancora molti nodi da sciogliere a partire dalla complessità dell’iter burocratico da affrontare per l’iscrizione all’albo. Poi, nel 2015 è stata licenziata la legge nazionale e solo a giugno i decreti attuativi. La legge veneta deve quindi iniziare un percorso di revisione per raccordarsi alle regole generali. A questo passaggio è dedicato il primo convegno nazionale focalizzato sulle fattorie sociali, in programma mercoledì 2 ottobre in Camera di commercio al quale parteciperà anche Roberto Moncalvo, della giunta nazionale di Coldiretti, già presidente nazionale e ora presidente di Coldiretti Piemonte. SEMPLIFICAZIONE. «L’interes-

se per queste attività merita

il riguardo del legislatore regionale che può semplificare le norme d’accesso all’albo», chiede Franca Castellani, vicepresidente di Coliretti Verona. «In Regione si è pagato lo scotto di aver tentato di disciplinare in anteprima un mondo molto variegato, con attività che spaziano dall’agrinido all’ospizio green, alle reti d’appoggio per l’inserimento nel mondo del lavoro», le fa eco Chiara Bortolas, vicepresidente nazionale di Donne Impresa. In alcuni casi all’entrata in vigore della legge, molti titolari di fattorie sociali, nonostante anni di impegno nel settore, hanno dovuto affrontare un corso di circa 100 ore con test finale su sanità, lavoro, sociale e sicurezza. Alla formazione segue l’iter burocratico per l’iscrizione con decreto ufficiale. L’accreditamento serve a lavorare in collaborazione con Ulss, uffici scolastici provinciali e altre istituzioni. «Finora abbiamo formato una quarantina di imprenditori sociali», dichiara Stefania Barana, referente regionale per l’agricoltura sociale di Coldiretti e coordinatrice dei corsi. GLI IMPRENDITORI SOCIALI.

Quest’anno i diplomati sono stati 11. Tra questi, Alessandra Consolini dell’azienda agricola «Al Dugale», sulle sponde del Garda, insegna il mestiere del contadino a chi ha difficoltà di inserimento lavorativo, mettendo a disposizione i cinque ettari di vigneti del Bardolino Doc, frutteti e olivi. Stessa mission per operatori svantaggiati per la società agricola Ferrari di Chievo «Insieme al lavoro» che da oltre 30 anni produce su sette ettari ortaggi e frutta con metodi di lotta integrata. Da due anni, l’impresa è attrezzata con un laboratorio per confezionare sottoli e sottaceti, venduti al 90% nello spaccio aziendale. Paola Fugatti enologa e proprietaria di Villa Merighi, azienda viti-

vinicola biologica che produce Custoza, Bardolino, Chiaretto e Amarone a San Giorgio in Salici promuove un progetto di inclusione sociale per l’Unione italiana ciechi con degustazioni al buio inserite in un percorso emozionale. Maddalena Compagni fa spazio alla «Croce del Gal» di Mezzane di Sotto alla disabilità infantile. Infine, a Cologna Veneta, Beatrice Massignan, a Corte delle Giuggiole, ha aderito al circuito Ciocheciò, rete per il turismo sostenibile ed etico, occupandosi anche di inserimento delle persone svantaggiate. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ragazzinidurante l’attività diun Grest organizzatoin unafattoriasociale nelVeronese

ILCASO. FattoriaCasamia primaesperienzadel genere in Italia

«L’agrinido è il primo passo econtinuaconlamaterna» L’obiettivodi Giovanni Zampiniche hainiziato l’attivitànel2008 conla moglieMarcella Alberini Hanno inventato il primo agrinido in Italia, ben prima che esistesse una legge che disciplinasse le fattorie sociali. «Dal matrimonio tra me e Marcella Alberini, oltre ai nostri due figli Lorenzo e Letizia Maria, è nato l’incontro di due passioni: per la terra e per i bambini. Nell’azienda di famiglia, due ettari coltivati a pesche, kiwi e uva da vino, abbiamo creato nei primi anni 2000 una Tagesmutter, che ospitava i figli piccoli di parenti e vicini e che si è evoluta nella struttura dedicata alla prima infanzia, inaugurata nell’ottobre 2008», racconta Giovanni Zampini, imprenditore agricolo alla guida con la moglie di Fattoria Casamia, ad Ospedaletto di Pescantina. Allora l’agrinido contava 15 ospiti; ora sono arrivati a 25 e sono ancora in

Attivitànell’agrinido FattoriaCasamia aOspedaletto di Pescantina

crescita. «Per quest’anno scolastico le iscrizioni sono al completo e si stanno esaurendo anche per il prossimo», rivela infatti Zampini. Cosa piace ai genitori di questa fattoria e micronido, che consolidandosi dà lavoro oramai a quattro educatrici? «Il contesto è importante. I bambini da noi fanno esperienza diretta della natura e imparano a relazionarsi anche con

gli animali: ad esempio, non si limitano alle consuete attività di psicomotricità, ma possono approcciare e a montare i nostri pony», racconta. Le educatrici adottano il metodo montessoriano. «L’obiettivo», precisa Zampini «per continuità didattica, sarà arrivare a seguire i bambini anche nell’età della scuola materna». • Va.Za. © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilprogetto aSan Michele

Sterzi:«Giovaniprofughi diventerannoagricoltori» Incampagna,condividendo faticheesoddisfazionicon i giovaniprofughi inattesa di permessodisoggiorno. L’aziendaagricola Sterzi Antonio,chesi trova nell’immediataperiferia di Verona,a SanMichele,si occupaprevalentemente di zootecnia.Da unadecinadianni svolgeancheattività agrituristica,offrendo pernottoecolazione.Oraè prontaper l’iscrizioneall’albo dellefattoriesociali. «Hoseguitoil corso di formazioneel’iter burocratico perottenere l’accreditamento èabuon punto»,racconta Sterzi.«Sonosempre stato convintodelruolosociale dell’agricolturache nonsi esauriscecon l’attivitànei campio nellastalla.L’idea di aprirele porteai giovani profughièarrivata perchénelle vicinanzehasede unaonlusche neospitaalcuni eavevo notato uncerto interessedaparte loro peril lavoro chesvolgo», afferma.«Avolteli invitoa venirea trovarmio ad affiancarmiperqualche ora.

AntonioSterzi con un profugo Tuttoperò deveessere organizzatoestrutturato. L’obiettivoèdaredignità professionaleaquestiragazzi anchefacendoliapprocciare a lavorisemplici,come lacura degli animalio delverdeintorno alla fattoria»,dice. Inun secondo momentosipasserà all’assegnazionediincarichipiù complessi.«Con unpo’di pazienza formerònuovi agricoltori,che magarise, rimarrannoinItalia, potrannotrovarecollocazionein aziendelocali»,conclude. Va.Za. © RIPRODUZIONERISERVATA


Cronaca 13

L'ARENA Domenica 29 Settembre 2019

URBANISTICA. L’area ferroviariadiSantaLucia destinataalCentralPark èstataconcessa a una societàditrasporti

Scalomerci,altricamion Escoppia lapolemica Valdegamberi:«Saràcaostraffico. IlComune blocchitutto». Segala: «Durata limitata quandosi farà ilparco lalogisticaandrà aLegnago». Ereplicasullaquotadiverde Enrico Giardini

Arriveranno nuovi camion nello scalo merci ferroviario di Santa Lucia, vicino a Porta Nuova. Dove l’Amministrazione Sboarina, d’intesa con le Ferrovie che lo dismetteranno tra sette anni, punta creare il Central park sull’intera area di mezzo milione di metri quadrati. E il consigliere regionale della Lista Zaia Stefano Valdegamberi lancia l’allarme. «Sarà caos». Il consigliere cita il fatto che Mercitalia Logistics, società delle Ferrovie, ha aperto un avviso di locazione temporanea - «per sole 24 ore e già chiuso», dice - che prevede un afflusso di mezzi «persino aumentato del 25 per cento rispetto al passato, arrivando a 800mila tonnellate all’anno di ferro movimentato. Ciò corrisponde a circa 120-130 camion per trasporti eccezionali che ogni giorno entreranno nel cuore della città». E aggiunge: «Mi auguro che l’Amministrazione comunale intervenga prontamente presso le Ferrovie per bloccare tutto questo». Va ricordato che allo scalo merci era attivo

L’areadelloscalo merci ferroviariolungo stradoneSanta Lucia

negli anni scorsi un operatore della logistica e dei trasporti, che però ha interrotto il suo lavoro. L’Amministrazione comunale, interpellata, risponde con l’assessore all’urbanistica Ilaria Segala. «Mercitalia Logistics ci ha informato delle sue attività, rispetto alle quali nulla cambia né per il quartiere né per il progetto

del Central park», dice. «L’accordo è che nel momento in cui s’inizierà la valorizzazione dell’area per il parco, con il dovuto preavviso, le attività logistiche verranno spostate sullo scalo di Legnago», spiega la Segala, dando per la prima volta questa informazione. «Per quanto riguarda il quartiere verranno quindi ripristinati temporaneamente

i traffici merci di prima, quelli effettuati dalla ditta fallita ad aprile», sottolinea. Il caso, però, accende i riflettori anche sul futuro dell’area e sul progetto di Central park. Sul tema è intervenuto con una nota il consigliere comunale Flavio Tosi, sostenendo che l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Maurizio Gentile, nei gior-

ni scorsi a Verona, «ha confermato che l’area dello scalo non sarà tutta a verde, come dice da due anni e mezzo Sboarina, ma per metà verde e per metà edificabile, come programmato dall’Amministrazione Zanotto e come pragmaticamente portato avanti dalle mie due». Il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo rincara la dose, in una nota: «La variante 2 al Paqe ha già definito la valorizzazione dell’ex scalo merci, destinando il 50 per cento dell'area a residenza, terziario, centro logistico-direzionale e il restante 50 per cento a parco urbano». Nuova replica della Segala. «Nessuno delle Fs ha mai detto di fare solo 250 mila metri quadrati di parco. I numeri sono ben diversi perché i volumi saranno quelli necessari alla sicurezza e alla visibilità dell’area. Il Central park sarà come abbiamo sempre detto, interamente verde al netto di alcuni servizi. Nessuna ipotesi di solo 50% verde. Ricordo a D’Arienzo che gli unici numeri ufficiali li ha detti l’ad di Ferrovie, Battisti, che ha annunciato un investimento di 50 milioni». •

Ladenunciadi Bertucco

«ExTiberghien,attenti C’è unassepersfondare laquotadicommerciale» L’exTiberghien tornaal centro delladiscussionepolitica, oltre chequellatra i cittadinidiSan MicheleeBorgo Venezia.A parlareadesso èMichele Bertucco,consigliere comunale diVeronaeSinistra inComune. «Esisteuna assebipartisan che vadaVerona Domani, gruppo dimaggioranzatitolarediun emendamentoallaVariante 23, passaper il Pdearrivafino a ForzaItalia, per ripristinareuna superficiecommerciale sostanzialmenteillimitata all’exTiberghien», attacca Bertucco.«La questione del commercialeal Tiberghienè oggettodiunascheda norma inseritainVariante23 che dopoannididiscussioni andrà alvoto insecondalettura nelle prossimesettimanein Consigliocomunale.In origine laproprietà aveva chiesto 8milametri quadridi commerciale. L’amministrazioneTosi,larga di manica,neaveva concessioltre 15mila.L’amministrazione Sboarinali aveva ridotti a seimila,cifra cheadesso andrebbestretta adalcuni gruppiconsiliari chepremono perportarla a10mila metri quadri». Bertuccoavvertesui possibili pericolidiquestasituazione.«Il commercialeèsolouna parte diunprogettocheprevede ancheunacospicua quota di alberghiero,ilcui procedimentoautorizzativo è

L’exTiberghien giàavviato pressola Regione Veneto,più altri 13mila metri quadridiunnonmeglio definito terziario.Una bomba ecologica chescaricheràtraffico sullegià pericoloseemairiqualificate via Unitàd’Italia eCorso Venezia dovesono previsti altri invasivi interventidicarattere commerciale,adesempio all’ex Albi,allo Sport Village,senza contareAldi. Tuttala questione dellamobilitàedellaviabilità vieneaffidata a due rotatoriee ad unfantomaticapista ciclabile sospesaper aria». L’assessoreall’urbanisticae all’ediliziaprivata, IlariaSegala, replicaal consiglieredi opposizione,Bertucco, spiegando che«la mediazionepoliticaha portatoa unmassimo diottomila metriquadrati, perl’ex lanificio Tiberghien,masappiamo chec’è chine vorrebbediecimila». E.G. © RIPRODUZIONERISERVATA

POLITICA. Quattrocentopersone alK2peril lancio delcantiere diidee

Innovazioneesociale Traguardi apre la sfida

Per un futuro sereno.

Versoleelezioni diVerona2022. «Civici,liberali eprogressisti,alternativi all’attuale maggioranza» Un cantiere per la città. Partendo da inclusione, attrattività e ambiente. «Sarà aperto a tutte le forze politiche che si riconoscono nei nostri contenuti, quelle liberali, democratiche, progressiste, alternative all’attuale maggioranza che amministra Verona. Vogliamo creare un fronte ampio per governare la città». Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Verona civica-Traguardi, sintetizza così la sfida del movimento Traguardi verso le elezioni amministrative di Verona 2022, fra meno di tre anni. Al cinema K2 circa quattrocento persone al lancio del cantiere. Dove il presidente di Traguardi Pietro Trincanato, prima di aprire dei focus sui tre temi scelti, con nove esponenti di professioni e di vari ambiti sociali, detta la linea. «Da protagonisti, ma senza protagonismi», spiega. «Vogliamo una città inclusiva, capace di attrarre a livello turistico come economico e innovativo. E sostenibile». Caterina Bortolaso e Giacomo Cona, rispettivamente vicepresidente e segretario di Traguardi, hanno condotto le conversazioni con gli ospiti, con Chiara Tommasini,

Igiovani diTraguardi davantial cinemaKappadue, aSanBernardino

presidente del Centro Servizi per il volontariato, don Carlo Vinco, parroco di San Luca, e l’ex calciatore Damiano Tommasi, ora presidente di Assocalciatori. «Nel sociale ci sono state tante risposte ai bisogni», dice don Vinco, «derivanti però soprattutto da associazioni e forse è mancata un po’ una risposta di tipo istituzionale, anche da parte della Chiesa. Ci sono però ancora tante potenzialità e bisogna guardare alle migliori esperienze del passato». Tommasi sostiene che «nello sport ci siano le chiavi per il futuro. La vita, come lo sport, è movimento e trasformazione, migrazione». Il tema delle infrastrutture è quello sui

cui punta l’imprenditore trentenne Giordano Riello. «Verona è in una posizione privilegiata, sull’asse dell’A4 come su quello del Brennero. La logistica è fondamentale per attrarre capitali stranieri, per le imprese ma anche per agevolare e valorizzare i flussi turistici», dice, insieme a Stefano Baia Curioni, professore dell’Università Bocconi, a Luca Quattrone. Chiamati a dialogare Marco Giusti di Agsm, Laura Cremonesi, Dennis Pini di Vito a Chievo. In sala tra gli altri Orietta Salemi ed Enzo Righetti, del Pd, l’ex sindaco Paolo Zanotto, Federico Vantini di Verona Unica. • E.G. © RIPRODUZIONERISERVATA

PROSPETTIVA Vita La sicurezza di averci accanto.

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale: prima della sottoscrizione leggere attentamente il set informativo disponibile presso le filiali della Cassa di Risparmio e su www.eurovita.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.