RASSEGNA STAMPA DEL 04 SETTEMBRE 2019

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Con articoli a firma di: Roberto Giovannini, Stefano Lepri, Fabio Martini, Marcello Sorgi, Francesco Grignetti, Luigi La Spina, Flavia Perina a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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Corriere del Veneto Mercoledì 4 Settembre 2019

VE

Economia

Bpvi,i2,4miliardistataliaIntesa decisiviperfarscattarel’insolvenza La sentenza d’appello: deficit di 436 milioni. E i giudici citano la perizia su Veneto Banca La vicenda ● La prima sezione civile della Corte d’appello di Venezia ha confermato con la sentenza pubblicata lunedì lo stato d’insolvenza di Banca popolare di Vicenza ● Il ricorso era stato presentato dall’ex presidente Gianni Zonin, che aveva contestato la sentenza di primo grado, che aveva confermato lo stato d’insolvenza, nel momento della liquidazione, il 25 giugno 2017, per 3,3 miliardi di euro. Decisiva era stata in quel caso la conclusione a cui era giunta la perizia affidata dal tribunale a Bruno Inzitari ● La corte d’appello ha confermato il nucleo di quella sentenza

VENEZIA Popolare di Vicenza, i 2,4 miliardi di euro di contributo statale a Intesa vanno messi sul conto. E bastano da soli a farne scattare l’insolvenza. Per almeno 436 milioni, senza necessità di ulteriori perizie sui conti. È la sostanza della sentenza del 18 luglio, ma pubblicata l’altro ieri, con cui la prima sezione civile della Corte d’appello di Venezia, guidata da Domenico Tagliatela, ha respinto il ricorso dell’ex presidente Bpvi, Gianni Zonin, contro la sentenza del Tribunale di Vicenza che aveva dichiarato Bpvi insolvente per 3,3 miliardi, sulla base della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica. Ricorso respinto, sia nella richiesta di rigettare l’insolvenza, sia in quella di affidare una nuova perizia sui conti. Con una sentenza di 28 pagine che rischia di esser decisiva in più sensi. Per la possibilità di indagare sul fronte penale anche per bancarotta. A tenere al palo l’estensione dell’indagine potrebbe essere il ricorso in Cassazione di Zonin. Fatto non scontato per i difensori in sede civile, Lamberto Lambertini e Giovanni Aquaro: da quel che si capisce le valutazioni saranno approfondite per capire se ci sarà spazio per un ricorso che abbia davvero possibilità di ribaltare il giudizio. Sentenza decisiva anche perché, indirettamente, «salva» la liquidazione delle due venete attraverso Intesa e un corposo contributo statale. Necessario, per i giudici, a salvare una banca decotta che il mercato non voleva. E decisiva, forse, anche nel confronto incrociato con la parallela causa di Veneto Banca. I giudici di Bpvi non solo hanno tenuto conto della perizia affidata dai colleghi dell’appello su Montebelluna a Lorenzo Caprio (depositata dal difensore degli ultimi cda di Atlante in entrambi i processi, Lorenzo Stanghellini), che conferma l’insolvenza; ma ne citano anche un passaggio tra gli elementi rilevanti per decidere. E c’è già da chiedersi quanto ora la sentenza Bpvi potrà pesare sul giudizio di Veneto Banca, in aula a fine mese. Dunque la sentenza rigetta il ricorso. Stabilendo una serie di punti fermi. Intanto conferma

Nuovo round L’ex presidente di Bpvi, Gianni Zonin, al processo per il crac Bpvi

la linea delle decisioni di primo grado di Bpvi e Veneto Banca, che va accertata l’insolvenza non di una banca in bonis, ma di una che il 25 giugno 2017, giorno della liquidazione, aveva già perso la continuità aziendale. Linea che toglie dai guai gli ultimi cda di Atlante e sposta il tiro sugli atti distrattivi avvenuti nell’epoca della gestione Zonin, a partire da quelli evidenziati nell’azione di responsabilità. Confermato anche che il nodo centrale da valutare è il deficit patrimoniale, ovvero se il patrimonio era sufficiente per far fronte ai creditori. La sentenza d’appello, per altro, non manca di censurare quella presa a Vicenza dal collegio presieduto da Giuseppe Limitone. La difesa di Zonin aveva presentato nel ricorso

una lunga serie di critiche. Che in buona parte l’appello fa proprie, quand sostiene che «non può essere condiviso quanto affermato dal Tribunale da pagina 7 a a pagina 14». Lì si citano sintomi dell’insolvenza «che tali non possono esser considerati». Così, la decisione Bce di dichiarare prossima al dissesto Bpvi «non può condurre direttamente alla conclusione che in quel momento la banca fosse insolvente», così come non è «pertinente» il fatto che il sistema bancario non volesse salvare Bpvi o che le azioni fossero cadute a 10 centesimi. Ma l’appello salva la sostanza del primo grado. I giudici partono da un assunto. Per le parti è pacifico che la liquidazione coatta, con l’affidamento della

Edilizia Somec, dalle facciate dei grattacieli negli Usa due commesse per oltre 60 milioni TREVISO Altre due commesse sul mercato Usa per 63 milioni di euro complessivi per Somec, gruppo delle facciate architettoniche in vetro di San Vendemiano (Treviso) quotato in Borsa. Attraverso la controllata americana Fabbrica la società veneta, guidata da Oscar Marchetto, ha assunto l’incarico di partecipare alla realizzazione degli involucri vetrati per Marble Collegiate

Colombini integra la squadra

Banca Ifis, Forner guida la pattuglia delle nuove nomine

Church Office Building, palazzo di 58 piani alto 270 metri nel cuore di New York. Fabbrica si occuperà inoltre di un’operazione analoga per un edificio governativo a Cambridge, nel Massachusetts. Con i nuovi contratti Somec porta a oltre 260 milioni di euro l’importo degli ordini raccolti nel 2019, che si sommano ai 431 in essere alla fine dello scorso anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

good bank a un’altra banca con una gara, sia soluzione migliore «per la salvaguardia del sistema bancario» e per spuntare un prezzo più favorevole rispetto alla liquidazione «atomistica». Di qui si arriva al nocciolo. Cioè come considerare i 2,4 miliardi di euro di contributo statale a Intesa (1,8 di contributo patrimoniale e 620 milioni di oneri di ristrutturazione). La perizia in primo grado di Bruno Inzitari li sottrae dal patrimonio di Bpvi, come componente negativa del prezzo di cessione. Linea contestata dai difensori di Zonin: nel bilancio di Intesa avevano creato una plusvalenza di 363 milioni; ma contestata anche dall’ultimo Cda di Atlante, perché è una posta che si crea dopo la data di liquidazione. I giudici invece concludono che il contributo a Intesa va tenuto in conto per stabilire «il valore di mercato del compendio ceduto». «È dirimente osservare - si legge nella sentenza - che i contributi ha(nno) costituito presupposto imprescindibile della proposta di Intesa», l’unica rimasta in campo. E al prezzo negativo di mercato «va parametrato il valore di liquidazione, non potendo la valutazione della good bank prescindere dalle condizioni oggettive del mercato esistenti». I giudici non danno troppo peso all’idea che la gara sulle venete avesse ben poco di competitivo. E valutano ben di più la tesi che viene dalla Ctu di Veneto Banca che in tutti i casi di banche in crisi passate di mano - Carife, Marche, Etruria, Carichieti, Caricesena, Carim e San Miniato - gli acquirenti hanno chiesto contributi non a loro carico. L’appello conclude che «correttamente ha ritenuto il giudice di primo grado che i contributi per 2.441 milioni vadano a formare il prezzo complessivo della cessione dell’insieme aggregato». E già così, con un patrimonio netto di 2.005 milioni, Bpvi è insolvente per 436 milioni. Tanto basta, senz’altre perizie su attività fiscali differite (Dta), il cui impatto è per i giudici neutro, o i crediti, che potrebbero solo peggiorare il quadro. Federico Nicoletti

Meccanica

Ettore Zanon in crisi Chiesto in tribunale il concordato VENEZIA Futuro incerto per la «Ettore Zanon Spa» di Schio. Dopo un 2018 negativo, la storica azienda meccanica nelle scorse settimane è stata divisa in due, con un ramo d’azienda affittato e la parte rimanente in concordato di continuità, chiesto in tribunale. «I lavoratori sono tutelati dalla cassa integrazione straordinaria, già chiesta e ottenuta» dichiara Lorenzo Bedin, sindacalista della Fiom Cgil. Zanon è produttrice di serbatoi in pressione per l’oil&gas ma anche per gli istituti di fisica: tre anni fa le sue strutture al Fermilab di Chicago erano state portate alla ribalta internazionale da una visita negli Usa dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ora il concordato chiesto in tribunale lo scorso 12 agosto. Lunedì la società ha incontrato i dipendenti – circa 130- per informarli degli ultimi sviluppi. Ettore Zanon Spa, che aveva chiuso il 2017 con un fatturato di 22 milioni di euro, già negli anni precedenti aveva visto un ridimensionamento, con una riorganizzazione e alcuni licenziamenti nel 2015. L’8 agosto è finito in affitto di ramo d’azienda della parte più tradizionale della Zanon, la produzione di caldaie industriali ed evaporatori. «È stato raggiunto un accordo con la Brembana&Rolle per un affitto per due anni. L’attività è stata ceduta con 73 dipendenti» precisa Bedin. Altri 65 sono rimasti in forze alla Zanon. «Per loro c’è la garanzia della cassa integrazione. In ogni caso speriamo che il commissario che verrà nominato nei prossimi giorni trovi una soluzione positiva: la fabbrica continua a lavorare e gli ordini non mancano», conclude il sindacalista. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’operazione Mavive prende la licenza del primo profumo di Furla VENEZIA Sarà la veneziana Mavive, nata nel 1986 dalla Vidal, a firmare il primo profumo a marchio Furla, insegna bolognese della pelletteria che vanta ricavi per 513 milioni di euro per l’85% dovuti alla sua presenza sui mercati internazionali. L’operazione rappresenta per la società emiliana il primo ingresso nel segmento «beauty», ritenuto strategico per il riposizionamento del marchio. Mavive nel 2018 ha realizzato un fatturato di oltre 60 milioni, per il 62% dall’export in 90 Paesi. L’intesa con Furla prevede la produzione e la distribuzione a livello internazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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CDP Investimenti Sgr AVVISO

AVVISO PER L’ALIENAZIONE DI COMPENDIO IMMOBILIARE

CDP INVESTIMENTI SGR S.p.A., Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., in qualità di gestore del Fondo Investimenti per la Valorizzazione - Comparto Extra, rende noto che intende procedere all’alienazione della proprietà

VENEZIA Nuovi manager in Banca Ifis nella squadra dell’amministratore delegato, Luciano Colombini, e del direttore generale, Alberto Staccione. A guidare Comunicazione e marketing sarà Rosalba Benedetto, esperienze in Autogrill e Ilva. A lei spetterà tra l’altro il riordino dei marchi sviluppati in più momenti. La responsabile della direzione Affari legali è Lucia Martinoli, con un passato in Veneto Banca.

Dagli ambienti della ex popolare di Montebelluna giunge pure Gian Franco Marco Forner, ex Dg della controllata Banca Apulia, che si occuperà del progetto di sviluppo Banca Corporate. A Saverio Bonavita, proveniente da Unipol Banca, è affidata la direzione Capital Markets, ad Angelo Ferracchiati l’Internal Audit. Paolo Formigoni coordinerà il lavoro sul nuovo piano industriale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

superficiaria del Compendio immobiliare di cui è titolare il suddetto Fondo, sito in Peschiera del Garda (VR) e denominato “Compendio La Rocca e XXX Maggio” (l’Immobile). A tal fine CDP INVESTIMENTI SGR S.p.A. intende svolgere una procedura competitiva tra i potenziali interessati. Con il presente Avviso, pertanto, sollecita manifestazioni di interesse all’acquisto, al fine dell’eventuale svolgimento della suddetta procedura. Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro le ore 16,00 del giorno 12 settembre 2019 al seguente indirizzo: CDP Investimenti SGR S.p.A. - Via Molise, 9 - 00187 Roma. I dati relativi all’Immobile, nonché le condizioni per la presentazione della manifestazione di interesse, di svolgimento della procedura competitiva e della successiva vendita sono indicate nell’Avviso pubblicato in forma integrale sul sito internet di CDPI SGR - www.cdpisgr.it, nella pagina “Valorizzazione e Sviluppo” - sezione “Bandi di gara”. Il presente Avviso non costituisce offerta al pubblico né invito ad offrire. CDP Investimenti Società di Gestione del Risparmio SpA Via Versilia, 2 - 00187 Roma T +39 06 4204 5499 F +39 06 4204 5480

Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cassa Depositi e Prestiti SpA

Capitale sociale € 2.000.000,00 i.v. Iscritta presso CCIAA di Roma al n. REA 1227812

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Vittorio

LA MAXI OPERAZIONE Il presidente Maurizio Castro: «Siamo convinti che la riqualificazione dell’edificio possa diventare un motore per il quartiere di Ceneda»

Veneto

Mercoledì 4 Settembre 2019 www.gazzettino.it

treviso@gazzettino.it

Il De Zorzi Luzzatti rinasce nel 2020 Aule per musica e didattica museale e un auditorium `Per le prime due fasi c’è un investimento di 2,4 milioni all’ex Istituto confluito otto anni fa nel Cesana Malanotti La terza è il restauro della villa: ospiterà una fondazione `

Area Camper dopo 5 anni il bando per gestirla

VITTORIO VENETO Da orfanotrofio a hub comunitario: nuova vita per la storica sede dell’ex istituto De Zorzi Luzzatti, ente confluito nel 2011 nell’Ipab Cesana Malanotti. E proprio il cda di via Carbonera ha approvato nei giorni scorsi il piano di valorizzazione e di rilancio del complesso di via Pasqualis, composto da edifici per 2.600 metri quadrati e da un’area esterna di 8.100 metri quadrati. «Siamo convinti che la rivalorizzazione di questo edificio possa diventare un motore per il quartiere di Ceneda» sottolinea Maurizio Castro, presidente dell’Ipab.

VITTORIO VENETO

IL PROGETTO Il recupero è articolato in tre fasi e le prime due partiranno già nel 2020 per un investimento, da parte del Cesana Malanotti, di circa 2 milioni e 400mila euro. Nel corpo principale del De Zorzi Luzzatti, che fino a pochi anni fa ha ospitato gli studenti di ragioneria, tramontata una possibile collaborazione con il liceo “Flaminio” e la Provincia di Treviso per farlo tornare sede scolastica, saranno ricavate aule attrezzate per la musica e spazi per laboratori di didattica museale, mentre nel parco interno sarà edificato un palcoscenico all’aperto con una platea da 380 persone. La fase 3, non ancora finanziata, prevede di ristrutturare la villa storica che si affaccia su via Pasqualis per ospitare una fondazione culturale e di realizzare nell’edificio all’estremità opposta del parco un bar- ristorante. «La fase 1 prevede la trasformazione interna delle aule scolastiche in sale per la musica ed è di diretta competenza del proprietario dell’immobile, cioè l’Ipab, mentre per la fase 2, cioè la creazione dell’auditorium, serve la collaborazione urbanistica degli uffici comunali con i quali sono già avviati i contatti – fa il punto Castro -. Mi auguro che nell’arco di un paio di mesi anche la fase 2 possa essere

DA VALORIZZARE L’ex istituto De Zorzi Luzzatti a Ceneda si appresta a subire una complessa operazione di riqualificazione

chiusa, così da poter avviare la gara per affidare i lavori. Sarà questa anche l’occasione per energizzare il comparto edilizio tra i più penalizzati dalla crisi degli ultimi anni». I lavori dunque si aprirebbero già nei primi mesi del 2020.

LE COLLABORAZIONI «Si tratta di una straordinaria occasione culturale per la città, perché sarà creato anche un luogo all’aperto per rappresentazioni musicali con una scenografia molto suggestiva. Un progetto culturale forte che andrà ad intercettare la vocazione musicale vittoriese» sottolinea il presidente dell’Ipab. L’Istituto ha già avviato il dialogo con l’associazione “Asolo Musica”. «Si tratta del principale ente musicale della Regione Veneto che cura varie e importanti stagioni musicali – evidenzia Castro – e l’associazione ha

IL PRESIDENTE Maurizio Castro al vertice del cda dell’Ipab Cesana Malanotti

già dato un alto contributo di valore tecnico per la progettazione acustica dell’auditorium. Spero che con loro si possa siglare una convenzione per curare una programmazione artistica per una stagione estiva innovativa e di qualità che sappia intercettare anche i giovani». Nel corpo principale, là dove c’erano le aule scolastiche, saranno ricavate aule per la musica. «Qui i cori vittoriesi troverebbero una sede per prove e formazione, potendo contare anche su una sala con un centinaio di posti per piccoli concerti» dettaglia il presidente che sottolinea come il progetto, nel suo complesso, avrà uno scopo «comunitario e sociale». Entrando da via Pasqualis l’ala destra dell’edificio sarà riservata alla scuola di musica, mentre quella a sinistra avrà una destinazione polifunzionale. E al primo piano gli spazi per la didat-

tica museale, che si legherebbero con i progetti per la villa. «Maria Cristina Gribaudi, imprenditrice vittoriese e presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, ha proposto una collaborazione per esporre, nella villa, opere dei musei veneziani. I contatti – prosegue Castro – saranno ora approfonditi». La rinascita culturale del De Zorzi Luzzatti porterà anche un ristorante e una caffetteria così da offrire uno spazio di accoglienza a chi frequenterà la scuola di musica o gli eventi all’aperto. «Ridaremo così una destinazione urbanistica ben scandita a questo edificio all’interno del quartiere di Ceneda» sottolinea il presidente del Cesana Malanotti che ha avuto modo di presentare l’intervento anche al consiglio di quartiere, riscuotendo consensi unanimi. Claudia Borsoi

Preso in flagrante mentre spaccia metadone VITTORIO VENETO È stato pizzicato da una pattuglia dei carabinieri mentre stava consegnando del metadone a un cliente. Nella rete, molto fitta, stesa in questi mesi dai carabinieri della stazione di Vittorio Veneto per mettere un freno allo traffico di sostanze stupefacenti, è finito questa volta D.D.A., 38enne originario di Oderzo ma residente da tempo a Vittorio Veneto, disoccupato e pregiudicato, volto già noto alle forze dell’ordine. È stato sorpreso in flagranza dai militari vittoriesi nel pomeriggio di lunedì mentre si trovava in via Porcia a Vittorio Veneto. Il 38enne aveva un rendez vous con D.R.J., un 39enne resi-

dente a Vittorio Veneto, disoccupato e pregiudicato che stava acquistando due compresse di metadone. L’intervento dei carabinieri ha mandato a monte la compravendita e fatto scattare un controllo più approfondito. D.D.A. è stato infatti sottoposto a perquisizione domiciliare: i militari hanno trovato e posto sotto sequestro ben quattro confezioni di metadone possedute ingiustificatamente, cioè senza prescrizione medica. È stato denunciato. D.R.J., invece, sarà segnalato alla Prefettura di Treviso come assuntore di sostanze stupefacenti. L’episodio sarà, con ogni probabilità, base di partenza per ulteriori accertamenti da parte degli investigatori che dovranno ora chiarire la provenienza del

metadone. Questa sostanza farmacologica è dotata di proprietà analgesiche e stupefacenti molto simili a quelle della morfina ed è utilizzata principalmente nelle cure disintossicanti dei tossicodipendenti da oppiacei (come appunto l’eroina). L’attenzione dei carabinieri, per il contrasto anche al traffico di questo tipo di sostanza, è molto alta. Recentemente, soprattutto nel ca-

I CARABINIERI HANNO PERQUISITO LA CASA DEL 38ENNE E HANNO TROVATO 4 CONFEZIONI L’UOMO È STATO DENUNCIATO

SENA SCAMPO L’uomo è stato pizzicato dai carabinieri

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poluogo della Marca, si stanno ripetendo con preoccupante frequenza sequestri del “Rivetril”, quella che è stata ribattezzata come “eroina dei poveri” perché ricalca gli stessi effetti della tristemente nota droga pesante che anche di recente ha mietuto vittime. C’è poi il caso della così detta “eroina gialla”, potentissima droga che aveva causato molte morti per overdose nella zona di Mestre e alcuni casi registrati anche nella Marca. Nella serata dello scorso 24 gennaio proprio a Vittorio Veneto si consumò la tragica fine di Arianna Macrì, giovane di 26 anni che morì in un appartamento di via Garibaldi a causa di un’overdose di eroina. Sulla vicenda la Procura di Treviso aprì un’inchiesta che è tutt’ora in corso. (ni.ce.)

Grandi pulizie nell’area camper di Fadalto Basso. Una ditta, incaricata dal Comune, da ieri sta rimuovendo tutta la vegetazione che con il passare del tempo ha fagocitato la piazzola attrezzata, ma mai aperta, per i camper. Costata 75mila euro, coperti in buona parte da un contributo del Gal Alta Marca, è stata ultimata dal Comune nel 2015 e da allora mai utilizzata. Voluta dall’allora amministrazione Da Re, negli ultimi cinque anni la Lega all’opposizione ha più volte pungolato l’amministrazione Tonon per non averla mai aperta. Ora che la Lega è tornata al governo della città, l’assessore ai lavori pubblici Bruno Fasan promette nuova vita per questo spazio. «Una ditta sta ripulendo l’area camper e a breve redigeremo il bando per poterla assegnare e finalmente aprire» annuncia Fasan. Difficile poter dare oggi dei tempi, ma l’auspicio è che con primavera l’area di Fadalto Basso possa iniziare ad accogliere i primi camperisti. «Sarà il punto di un progetto di turismo diffuso attorno ai laghi, tra pesca, bici e passeggiate – afferma l’assessore Fasan - La Val Lapisina soffre più di altre zone di Vittorio Veneto di abbandono, per questo serve richiamare gente affinché scopra ciò che la valle può offrire dal punto di vista naturalistico e paesaggistico». L’area di servizio per camperisti da 2.400 metri quadrati conta 15 stalli ed è dotata di scarichi, corrente elettrica e acqua, panchine per il picnic e totem che illustra le bellezze turistiche che ci sono nelle vicinanze. A due passi dal lago Morto e dai laghetti Blu, punta ad accogliere turisti italiani e stranieri attratti da questo territorio porta d’ingresso alle colline di Conegliano e Valdobbiadene ora Patrimonio dell’Umanità. (c.b.)

INUTILIZZATA Presto il bando per gestire l’area camper


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MERCOLEDÌ 4 SETTEMBRE 2019 IL MATTINO

REGIONE

occHialEria

Safilo avvia la procedura per 80 licenziamenti Tagli a Padova, Santa Maria di Sala e Longarone. La riduzione riguarderà in particolare addetti dei servizi amministrativi PADOVA. Safilo, con un lettera

data 30 agosto, ha annunciato l’intenzione di procedere al licenziamento di 80 dipendenti sui 996 occupati nelle sedi di Padova, Longarone e Santa Maria di Sala. Come noto, il gruppo padovano dell’occhialeria ha più volte evidenziato la necessità di intervenire per contenere un surplus produttivo che si è determinato con la perdita di rilevanti licenze. E così, venerdì scorso ha informato i sindacati dell’apertura di una procedura di mobilità che punta al taglio di 80 posti.

L’ANNUNCIO

Secondo quanto comunicato, i tagli andranno a colpire in particolare la parte amministrativa, commerciale e di sviluppo prodotto. Facile pensare, quindi, che insisteranno soprattutto su Padova. In particolare gli esuberi sono numericamente individuati all’interno del settore commerciale (20 addetti); nell’area finanza, risorse umane, affari legali, controllo interno e comunicazione (15 addetti); design del prodotto, licenze e gestione del brand (16 posti); forniture (25 addetti);

marketing e marchi propri (4 addetti). In totale, quindi, 80 posti di lavoro da tagliare. VOLONTARIETÀ

Come già accaduto nella procedura avviata a Longarome, il gruppo è pronto a seguire il criterio della volontarietà. E in questo senso auspica un confronto con i sindacati. Il settore impiegatizio di Safilo ha già subito negli anni una sensibile decurtazione tanto

Le aree individuate: commerciale, finanza risorse umane, brand forniture e marketing che solo nella fabbrica bellunese, dei 43 addetti del reparto resi, ne sono rimasti soltanto 12. LE MOTIVAZIONI

L’azienda, nel giustificare l’apertura della procedura di licenziamento, ricorda come la chiusura dell’esercizio 2018 ha fatto registrare l’andamento economico negativo delle vendite nette (scese del 4% sull’anno precedente

a cambi costanti, che sale al 7% se considerate a cambi correnti) influenzato anche da costi di ristrutturazione legati principalmente a iniziative di riduzione dei costi. LONGARONE

Intanto, altri 50 lavoratori della Safilo di Longarone se ne sono andati, in questi tre mesi, dallo stabilimento bellunese in maniera volontaria. Si è concluso ieri, infatti, l’accordo che era stato siglato il 19 maggio scorso tra i sindacati di categoria della provincia di Belluno Femca Cisl, Filctem Cgil e Uilctem Uil e la società produttrice di occhiali, per la mobilità volontaria incentivata di una cinquantina di dipendenti dell’area produttiva. «L’accordo è stato siglato a maggio», precisa Denise Casanova, segretaria della Filctem Cgil, «per l’uscita volontaria incentivata di 50 lavoratori di Longarone. E alla conclusione dell’accordo i dipendenti che hanno deciso di andarsene sono stati oltre una quarantina». Gli ultimi accordi per l’uscita volontaria incentivata sono stati siglati proprio ieri. — R.C.

Lo studio dei ricercatori del Bo rimette in discussione la datazione Potrebbe essere stata utilizzata per reliquie di contatto

Tracce di monete bizantine trovate sulla Sacra Sindone

Il quartier generale di Safilo in zona industriale: aperta una procedura per il licenziamento di 80 addetti

consiGlio rEGionalE

Legge contro il gioco d’azzardo Irap più alta a chi installa le slot VENEZIA. Una legge per con-

LA SCOPERTA

opo aver avvolto il corpo di Cristo sarebbe stata utilizzata ancora, forse, per moltiplicare reliquie in forma di monete. Dopo duemila anni la Sacra Sindone non perde il suo mistero, continuando a consegnare agli scienziati nuovi dettagli e rivelazioni. L’ultima si deve ad un gruppo di ricercatori padovani, guidati da Giulio Fanti e Carlo Furlan, che hanno rilevato sul tessuto sindonico polvere di monete auree bizantine. Sull’identificazione del conio non c’è dubbio: gli studiosi, infatti, hanno individuato dell’elettro, una rara e antica lega di oro e argento con tracce di rame. Gli stessi tre elementi erano contenuti nelle antiche monete auree bizantine coniate nell’XI e XII secolo. Le ultime indagini scientifiche hanno confermato la piena corrispondenza tra le microparticelle presenti sulla sindone e la lega usata per le monete, tanto che gli scienziati sono arrivati ad ipotizzare una forma di contaminazione. Secondo Giulio Fanti, docente di Ingegneria all’università di Padova ed uno dei

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Il calco realizzato dagli studiosi del Bo a partire dalla Sindone

più appassionati studiosi della sacra sindone, questo contraddirebbe il risultato della radiodatazione al Carbonio-14. L’esame, nel 1988, era stato eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, e aveva permesso di datarla in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all’inizio della storia della Sindone certamente documentata. Ora i risultati vengono nuovamente messi in discussione dai risultati del professor Fanti, pubblicati sulla ri-

vista francese «Journal of Cultural Heritage». E proprio di recente, in Canada, il professor Fanti ha presentato anche un ulteriore sviluppo. Tra le osservazioni mosse al suo studio, infatti, c’è la difficoltà nel pensare che la semplice presenza di manufatti aurei posti in prossimità della tela possa produrre un numero così alto di micro-tracce. Sperimentalmente, allora, i ricercatori sono riusciti ad ottenere tracce in tutto e per tutto simili a quelle sulla sindone “per contatto”. — Silvia Quaranta

trastare la crescente dipendenza da gioco d’azzardo che in Veneto spinge circa 32 mila ludopatici a “bruciare” ogni anno 6 miliardi di euro. È quella approvata dal consiglio regionale e prevede – oltre all’aumento dei fondi assegnati ai Sert, i bracci operativi della sanità che attualmente assistono 3500 malati – un aumento della tassazione agli esercenti che introducano nuove slot machines. «L’aliquota Irap a loro carico potrà salire allo 0, 92% rispetto allo 0, 20 previsto dalla legge di stabilità, con paletti stringenti anche sul versante della sicurezza e del decoro urbano che sosterranno l’azione dei comuni», le parole del leghista Riccardo Barbisan, relatore di maggioranza. «Un passo avanti ma si poteva fare di più», il commento di Claudio Sinigaglia, che ha motivato l’astensione del Pd con l’assenza di interventi sull’esistente: «Nella nostra regione e nel vicino Trentino Alto Adige ci sono addirittura 5075 tabaccherie ordinarie e 525 speciali, 146 negozi ippica, 428 punti, 506 punti giochi per le scommesse sportive e oltre tremila ricevitorie». Duro invece il no del M5S: «La ludopatia è una piaga, tante famiglie vengono segnate nel profon-

Ludopatia: 32 mila casi in Veneto

Il M5S: regole inefficaci Sì unanime invece all’equo compenso dei professionisti do, non solo a livello economico, ma anche nei rapporti», l’intervento di Erika Baldin «ma questa legge è troppo permissiva: la distanza minima dei locali che installano slot da luoghi sensibili quali scuole e ospedali, oltre che da fonti di approvvigionamento di denaro come le banche e i “compro oro”, vale solo per le nuove sale, che avranno una sospensione obbligata del gioco di appe-

na 6 ore quotidiane. Quelle già esistenti sono svincolate da ogni regola». «La Lega ha tradito gli impeghi assunti nel contratto di governo e nel suo stesso programma elettorale», rincarano i parlamentari a 5 Stelle Sergio Endrizzi e Alvise Maniero. Tant’è. La legge ha ottenuto il sì dell’aula e l’assessore alla sanità e sociale, Manuela Lanzarin, l’ha salutata come una scelta «coraggiosa e innovativa, la prima nel suo genere a livello nazionale». Consenso unanime, invece, al progetto legislativo riguardante la tutela delle prestazioni professionali, attraverso l’equo compenso, e il contrasto all’evasione fiscale: «Da oggi abbiamo nuovi strumenti per garantire l’operato dei liberi professionisti troppo spesso vittime di clausole vessatorie», il commento soddisfatto del primo firmatario Alessandro Montagnoli (Lega). Pieno sostegno anche da Andrea Bassi (Centro Destra Veneto) e Francesca Zottis del Pd mentre Marco Natali, il presidente di Fondoprofessioni, accoglie con favore un provvedimento «che testimonia la vicinanza e l'attenzione della Regione Veneto alle problematiche che investono i liberi professionisti del nostro territorio». — Filippo Tosatto BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Chioggia

LA VICENDA Attiva fino a metà degli anni ottanta, la discarica occupa una vasta area che dovrebbe essere destinata alla logistica portuale

Mercoledì 4 Settembre 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Bonifica dell’ex discarica nominato un commissario Giuseppe Vadalà, generale dei carabinieri, `Va rimossa una collinetta che dal 1961 dovrà risolvere il problema di Val da Rio ha accumulato 400mila metri cubi di rifiuti `

I PASSI DEL MINISTERO Il 1° aprile del 2015 il ministero dell’Economia e delle Finanze aveva già avviato la procedura di recupero coattivo. La quota della multa, inflitta indirettamente da Bruxelles a Chioggia, sarebbe sicuramente andata a gravare sul fisco locale, già messo a dura prova dagli evasori e dagli imprenditori balneari i quali, appellandosi alla legge che ha liberalizzato il settore, non vogliono

`Ordinanza del Comune vazioni idriche. Resta la speran-

dopo le analisi Ulss. Ma l’acqua potabile è sicura CAVARZERE Stop all’uso dell’acqua dell’Adige per irrigare i campi, fino a nuovo ordine. L’ordinanza, a firma del vicesindaco, Paolo Fontolan, è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri e fa seguito a una nota dell’Ulss 3 che comunica la presenza di salmonella nel fiume, rilevata alla stazione di campionamento 218, in territorio comunale di Cavarzere. In conseguenza della presenza di questo batterio è vietato irrigare le colture con getti d’acqua prelevati dal fiume che porterebbero la salmonella all’interno del ciclo alimentare piante-animali-uomini con il rischio di gravi conseguenze per la zootecnia e la salute umana. Ed è anche vietato usare questa acqua nei cicli produttivi dell’industria alimentare. Una misura non di poco conto, soprattutto per gli agricoltori, dato che in estate le colture hanno più bisogno che mai di essere irrigate e l’Adige è, non solo, il corso d’acqua più importante per Cavarzere, ma anche il possibile alimentatore di altre deri-

CHIOGGIA Il generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà è stato nominato dalla Regione commissario straordinario per la radicale, rapida bonifica dell’ex discarica comunale di Val da Rio, abusiva secondo l’Unione Europea. Attiva tra il 1961 e il 1984, essa occupa una vasta area che dovrebbe essere destinata alla logistica portuale. Lo smantellamento della collinetta avrà comunque inizio con notevole ritardo rispetto alla data prevista. Inizialmente, l’opera era stata affidata all’Azienda speciale del porto (Aspo), le cui competenze sono state assorbite dall’Autorità portuale dell’Alto Adriatico. Tutto lascia presumere che la nomina di un commissario straordinario si sia resa necessaria affinché le complesse procedure per l’affidamento dei lavori e il cantiere possano effettivamente procedere senza nuovi intoppi e nella massima legalità. Si tratta di una condizione irrinunciabile perché, di fatto, la discarica è a tutti gli effetti abusiva, benché creata dal Comune. Lo prova il fatto che Chioggia risulta ascritta nel novero delle città indirettamente “condannate” dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, in solido con l’intera Repubblica italiana, a “pagare una sanzione pecuniaria per non aver adempiuto alle direttive comunitarie relative alla bonifica delle discariche presenti nel proprio territorio”.

Salmonella nell’Adige vietato irrigare i campi za, comunque, di qualche precipitazione piovosa nei prossimi giorni che attenui il problema e che il carico inquinante, probabile frutto di qualche sversamento non autorizzato a monte, già rilevato in comuni del Padovano nei giorni scorsi, si disperda rapidamente nella corsa verso il mare. Resta, comunque, la possibilità di irrigare utilizzando “metodiche per scorrimento e subirrigazione per prodotti orticoli da consumare crudi” previo accurato lavaggio con acqua potabile. Il pesce pescato nel fiume può essere, invece, consumato previa cottura e rispettando le comuni norme igieniche. Ultimo aspetto, questo almeno positivo, del problema: l’acqua dell’acquedotto è sicura. Acque Venete, gestore del sistema idrico, aveva assicurato, infatti, fin dalla prime notizie di rilevamento della salmonella, che le centrali di potabilizzazione sull’Adige (tra cui quella di Cavarzere) sono dotate di filtri che hanno dimostrato di essere efficaci nell’abbattimento della presenza del batterio. Il Comune aveva seguito, fin da venerdì scorso (quando la salmonella era stata rintracciata dall’Ulss 6 ad Anguillara Veneta) la situazione e ha provveduto non appena è arrivata la conferma dall’Ulss 3. (d.deg.)

IL RENDERING Una proiezione di come diventerebbe il porto dopo il completamento delle bonifiche

più saperne di pagare la tassa dei rifiuti (Tari). La questione si trascina dall’ormai lontano 1995. In quell’anno, l’ex municipalizzata della nettezza urbana Asp (confluita successivamente nella Veritas) aveva ottenuto cinque milioni per la messa in sicurezza della discarica, in vista della rimozione. Nel 2003, fece inutilmente seguito un primo stanziamento regionale, di un paio di milioni. Il nuovo disciplinare per i rapporti con Aspo, in vista dell’esecuzione e del finanziamento, risale al 2006. Nel 2014, pareva che tutto fosse ormai risolto, grazie ad un accordo quadro stipulato tra il ministero e la Regione. Tali enti avrebbero dovuto disciplinare l’utilizzo dei 35 milioni disponibili.

IL PROBLEMA DRAGAGGI Ma di concreto, almeno fino a ieri, non s’è ancora visto nulla.

L’eliminazione della collinetta contenente ben 400 mila metri cubi di rifiuti e il conseguente impiego dei detriti, opportunamente trattati, come materiale da destinare alla rettifica di un tratto di banchina nord e al livellamento di aree site entro la cinta dello scalo, consentirà il rafforzamento della banchina settentrionale (verso ponente) a partire dal luogo in cui si trova il deposito costiero del gas liquido. L’attuale molo non può sopportare carichi particolarmente pe-

NEL 2014 FU SIGLATO UN ACCORDO TRA MINISTERO E REGIONE MA DI CONCRETO NON SI E’ ANCORA VISTO NULLA

santi. E’ previsto un fondale di meno 11 metri. Lo spianamento della vasta area inutilizzata, che s’estende da Punta Colombi verso l’ecocentro della Veritas, potrebbe giovare alla ripresa dei traffici commerciali marittimi, però, solamente a patto che – sostengono gli operatori internazionali - nel frattempo sia dato corso al dragaggio delle secche formatesi, nel corso dell’ultimo decennio, lungo il canale navigabile che conduce dalla bocca di San Felice alle banchine ove persino i cargo di stazza medio piccola rischiano di incagliarsi. È evidente che nessuna nave caratterizzata da un pescaggio di circa 10 metri potrebbe fruire della nuova banchina da meno 11, per il semplice motivo che non potrebbe passare lungo il canale in secca. L’ultimo incagliamento risale ad un paio di mesi fa. Roberto Perini

Estinzione debiti, il Comune viene incontro ai cittadini CHIOGGIA C’è tempo fino al 15 settembre per presentare domanda di estinzione del debito di provvedimenti di ingiunzione di pagamento notificate negli anni dal 2000 al 2017. In sostanza, entro quella data, ricorda l’assessore al bilancio Daniele Stecco, «i cittadini che non fossero in regola con il versamento dei tributi comunali, come ad esempio Tari e Cosap, possono regolarizzare la loro situazione ottenendo un’agevolazione sulla eliminazione delle sanzioni». L’agevolazione è stata decisa dal consiglio comunale e vuole essere un

segnale di attenzione nei confronti di quanti si fossero trovati in difficoltà nei pagamenti dei tributi comunali, di cui beneficeranno la liquidità del Comune, abbassando il fondo crediti dubbia esigibilità, e l’utente che regolarizza la sua posizione. Ma non si tratta di un condono o di uno sconto. L’estinzione, infatti, prevede il pagamento delle somme ingiunte a titolo di capitale ed interessi; delle spese di riscossione coattiva; delle spese di notifica; delle spese per eventuali procedure cautelari o esecutive sostenute. Il modulo di domanda è disponibile sul sito comunale o sul sito del gestore (Veritas o Sst) .

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Le sterpaglie “soffocano” gli alberi dei bambini Rubano telefoni e bancomat VALLI DI CHIOGGIA Le sterpaglie soffocano i cento alberi piantati nella frazione di Valli di Chioggia e adottati dai bambini, quanti sopravviveranno a fine estate? Piantati durante la festa dell’albero lo scorso 28 novembre, in quell’occasione il sindaco Alessandro Ferro si era raccomandato con i bambini: «Date da bere agli alberi, specie nella stagione estiva, o rischiano di morire tutti quanti». Del resto il precedente era poco incoraggiante: gli alberi piantati al parco degli elci tra via Nicolò Zeno e viale Ionio a Sottomarina, durante la precedente festa dell’albero, sono quasi tutti morti. Circa l’80 per cento degli arbusti non ha superato la scorsa estate. Ad accorgersene, in

quel caso, fu l’associazione “Amico giardiniere” che imputò la morte delle piante alla mancanza di irrigazione. A Valli di Chioggia i 100 alberi rischiano di fare la stessa fine, ma di certo non per la mancanza di buona volontà da parte dei bambini. Salvo alcuni rari casi (gli alberi piantati più a ridosso del mar-

ciapiede) tutti i piccoli arbusti sono praticamente irraggiungibili. Il campo infatti è invaso dalle solite sterpaglie che raggiungono altezze anche quadruple rispetto a quelle degli alberi piantati. Impossibile addentrarsi nel campo per l’innaffiatura. Una situazione che si era registrata anche a inizio estate. Do-

“ASSEDIATI” DALLE ERBACCE I piccoli arbusti di Valli

po qualche settimana il Comune è intervenuto togliendo tutte le erbacce, ma queste crescono con grande rapidità e, senza una programmazione costante, dopo poco tempo sono più rigogliose di prima. E così per gli alberi l’unica acqua che può arrivare è quella che dal cielo con le comuni piogge. Sarà bastata per tenerli in vita? Bisognerà aspettare la fine dell’estate e, ovviamente, lo sfalcio dell’erba, per fare la conta e capire quanti dei 100 alberi siano sopravvissuti. Nel frattempo, nel campo a fianco, sono iniziati i lavori per il nuovo parco comunale della frazione. Il recinto è stato ultimato da qualche settimana, ora mancano i lavori all’interno e l’installazione delle giostre per i bambini. Marco Biolcati

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“Traditi” dai tranci di pizza SOTTOMARINA Avevano rubato telefonini, carte di credito e altri effetti personali, ma avevano commesso l’errore di fermarsi a comprare qualche fetta di pizza non lontano dal luogo del furto, pagando con una delle carte rubate. Così quando i carabinieri li hanno fermati, i 4 giovani (un vicentino e tre padovani, due di 17 e due di 18 anni, tutti italianissimi) non hanno neppure provato a negare le loro responsabilità e sono stati denunciati a piede libero per furto aggravato in concorso. Domenica mattina tre pullman provenienti da Vicenza avevano portato alcune comi-

tive a trascorrere una giornata a Sottomarina e anche gli autisti si erano procurati un ombrellone. A ora di pranzo si erano spostati per prendere un caffè ed è stato allora che i ladri hanno rubato i loro zaini, prelevandone ciò che gli interessava. La sfortuna dei giovani malfattori è stata che i tre autisti sono tornati in tempo per vederli, da lontano, mentre si allontanavano dall’ombrellone. Hanno seguito il gruppo e avvertito i carabinieri. Nel frattempo quattro ladruncoli erano entrati in un locale. All’uscita i militari li hanno fermati e perquisiti, recuperando tutti gli oggetti. I quattro giovani sono stati accompagnati in caserma e deferiti, due alla Procura e due al Tribunale per i minori. (d.deg)


Provincia 31

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 4 Settembre 2019

VICENZA

ALTOPIANODI ASIAGO EDEISETTE COMUNI

TURISMO. Con la Fiera di San Matteo, la Transumanza, Asiago Foliage e le tante escursioni guidate la stagione si preannuncia assai movimentata ENEGO. Festa

L’autunnoè colorato da tantieventi Madeinmalgaapriràilcarnet di iniziative pensate per ravvivare lamontagnatrafesta, prodotti tipici,shopping,sportecultura Un autunno alla ricerca dei colori, dei sapori, dei profumi della montagna. Questa è la stagione perfetta per scoprire l’Altopiano di Asiago, anche perchè è la stagione in cui la montagna offre i suoi doni migliori: oltre alle tinte calde, ci sono i funghi, i formaggi di malga e altre prelibatezze, ciascuna da scoprire approfittando degli eventi e delle sagre in programma. Ecco dunque gli eventi principali di questa stagione. MADEINMALGA. Qui ogni for-

maggio è unico, e porta con sé il profumo dell’alpeggio. Il territorio è protagonista di Made in Malga, due fine settimana – da venerdì a domenica e dal 13 al 15 settembre – dedicati ai formaggi di montagna, e in particolare, all’Asiago. Appassionati, foodies, chef, selezionatori, in tanti si danno appuntamento per gustare il meglio della produzione, ma anche per entrare in contatto con un mondo antico eppure sempre capace di rigenerarsi. La manifestazione stessa si pone come un filo teso tra Asiago e le sue mal-

ghe: in paese si terranno la mostra mercato, i laboratori con degustazioni, l’osteria di montagna, i concerti e le proiezioni di film. Le malghe saranno invece meta di escursioni guidate e laboratori. LA TRANSUMANZA. La Fiera

di San Matteo e la Transumanza sono l’anima antica di Asiago che rivive nelle sue manifestazioni popolari. Il 21 settembre le vie centrali ospiteranno un grande mercato all’aperto. L’atmosfera di festa contagerà grandi e piccoli, con stand di abbigliamento e prodotti, dolci, musica e animazioni. La settimana dopo è quella della transumanza: il 27 settembre le mandrie sfileranno in centro ricevendo il tradizionale campanaccio, la “ciocca”, simbolo di buon auspicio.

Lemille incantevolisfumatoredell’autunno altopianese

vitati a partecipare al concorso indetto ogni anno. Un eccellente motivo per esplorare la montagna dell’altopiano alla ricerca dello scatto perfetto. Il culmine di Asiago Foliage sarà la festa che si terrà nel weekend di sabato 19 e domenica 20 ottobre: ristoranti e negozi proporranno menù e offerte a tema, e verranno organizzati laboratori, degustazioni, mostra mercato di artigianato artistico, concerti, convegni, rievocazioni dei mestieri della montagna.

ASIAGO FOLIAGE. In autunno

Asiago sembra assorbire i colori del tramonto, si accende di rosso e arancio come per salutare la bella stagione: è tempo di Asiago Foliage. I fotografi, professionisti, dilettanti e appassionati, sono in-

MONTAGNA DA ESPLORARE. Degustazionedi formaggi nell’ambitodi “Made inmalga”

Tra passeggiate, escursioni e

gite in mountain bike, l’autunno ad Asiago è una continua scoperta, con i suoi 700 km di percorsi. Si attraversano boschi, pascoli e prati, oppure si punta alle cime intorno: abbondano i punti panoramici rivolti verso le Alpi trentine e la pianura veneta. Questo territorio soddisfa sia le famiglie e le persone meno allenate che i più instancabili sportivi delle varie discipline. Intorno alla montagna si articolano anche proposte artistiche e culturali come il SelvArt, un parco naturale ricco di arte contemporanea e installazioni permanenti, il Parco del Sojo di Lusiana, l'area naturalistica dedicata alla tutela dell'ambiente e all'arte contemporanea, e il Sentiero del Silenzio - Porta della Memoria, che accoglie opere d’arte contemporanea immerse nella natura selvaggia. I weekend autunnali sono perfetti inoltre per esplorare itinerari originali, di media montagna, adatti a tutta la famiglia. Li organizzano le associazioni di guide del territorio. “Guide Altopiano” e “Asiago Guide” hanno in programma escursioni suddivise per grado di difficoltà, facili, medie o impegnative. Percorsi che si rivelano una scoperta nella scoperta, dal momento che vengono abbinati a temi letterari, naturalistici e storici. • © RIPRODUZIONERISERVATA

CERIMONIA. Anchequest’anno è statamoltopartecipata lacommemorazioneorganizzata dalComitatopermanente

«Ciòper cui caddero migliaiadi italiani deve rimanereunpunto diriferimento assoluto» Stefania Longhini

Duemomentidellacommemorazione a Granezza-MonteCorno

Caduti della “Monte Ortigara”, di tutte le formazioni partigiane, del Corpo italiano di liberazione e dei campi di internamento e prigionia. Molti i Comuni presenti con i sin-

daci o loro delegati e i rispettivi gonfaloni, insieme all’Amministrazione provinciale. E al loro fianco le associazioni partigiane, combattentistiche e d’Arma. L’appuntamen-

to ha preso il via con il ritrovo al monumento al Caduto ignoto per la libertà dove il sindaco di Lusiana Conco Antonella Corradin ha sottolineato la presenza di Bortolo

Matteo De Benedittis

Rossella Mocellin

Tutta la comunità di Fosse, e non solo, si è raccolta intorno a quello che in paese è conosciuto come il “sacrestano storico” della chiesa della frazione per far festa in occasione del suo ottantesimo compleanno. Eugenio Rossi, 80 anni ben portati e un’innata dose di simpatia e ironia che riesce a trasmettere a chiunque lo incontri mentre è affacendato in paese, è praticamente da sempre il sacrestano della chiesa della frazione eneghese adagiata lungo i tornanti che salgono da Primolano. Una vita in gran parte dedicata alla parrocchia, la sua: è stato anche a lungo membro del consiglio pastorale e fa tuttora parte del coro. E in occasione del suo compleanno Eugenio ha voluto avere intorno, oltre ai suoi famigliari e gli amici più cari, anche tutti i suoi parrocchiani: la festa è stata così organizzata nel salone sotto la chiesa e tutta la comunità lo ha poi ricordato e ringraziato nella messa celebrata il giorno successivo. L’abbraccio dei compaesani è stato molto caloroso e la festa è stata un piacevole momento comunitario. • © RIPRODUZIONERISERVATA

ETRA. Areepubbliche

Granezzaricorda ivaloridella libertà

A Granezza, per non smarrire la strada della libertà, aperta col sacrificio di tante giovani vite durante la Resistenza. Organizzata dal Comitato Permanente composto dai Comuni di Asiago, Lugo di Vicenza e Lusiana Conco, si è svolta l’annuale Cerimonia a Monte Corno – Granezza, dove il 6 e 7 settembre del 1944 si consumò la battaglia con il rastrellamento scatenato dai nazifascisti in cui vennero torturati e uccisi 22 partigiani. Con loro, si ricordano i 250

L’abbraccio aEugenio ilsacrestano diFosse

Villanova, classe 1920, ultimo testimone diretto. Con un lungo corteo, a Bocchetta Granezza, al cippo in memoria dei giovani civili massacrati dai nazifascisti, il

sindaco di Lugo, Loris Dalla Costa, ha pronunciato il suo saluto. Ultima tappa della mattinata il Sacello di Granezza eretto nel territorio di Asiago. Francesco Binotto, presidente provinciale dell’Associazione Volontari della Libertà, ha affermato: «Uomini, vicende, fatti come quelli che ricordiamo possono essere d’esempio morale e civile e devono essere conosciuti e ricordati». «La memoria – ha poi detto nell’orazione ufficiale il sindaco Roberto Rigoni Stern – è il frutto di una conoscenza dei fatti, del loro studio, della consapevolezza che senza conoscere il passato è impossibile valutare il presente, avviarsi verso un futuro dove i valori per cui si batterono e caddero migliaia di italiani tre quarti di secolo fa devono comunque rimanere punto di riferimento assoluto». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Proseguono gliinterventi anti-zanzare Al via interventi antilarvali contro la zanzara sull’Altopiano da parte di Etra. In particolare è il territorio roanese interessato dal servizio che la multiutility offre su richiesta dei Comuni e solo su aree pubbliche. Addetti specializzati stanno trattando con insetticidi specifici a bassa tossicità per l’uomo e gli animali tombini, caditoie e pozzetti così come alcune aree verdi pubbliche situate in zone abitate per evitare che formino focolai di infestazione. Da fine settembre riprenderà anche la campagna di derattizzazione, mirata a contenere il più possibile la popolazione dei ratti, tutelando comunque la salute di persone e animali. •

Francesco De Benedittis

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XVIII

Primo Piano

Mercoledì 4 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Verso la vendemmia

Stoccaggio, qualità e prezzo: per la Dogc svolta targata Unesco `Il Consorzio: «Non vogliamo produrre La bottiglia dovrebbe costare 8 euro in cantina, 15 in enoteca, 20 al ristorante più vino, ci interessa farlo sempre meglio» `

SAN PIETRO DI FELETTO Un maggio freddo e piovoso, 3 gradi in meno rispetto alla media dello scorso anno spostano la raccolta a metà settembre. Benvenuta vendemmia Unesco: sui colli della Docg sarà la prima nei territori proclamati patrimonio dell’Umanità. E anche la prima con stoccaggio. Massimale bloccato a 120 quintali per ettaro con 15 di riserva. «Non vogliamo produrre più vino. Ci interessa farlo sempre meglio, valorizzare ancor più la qualità. E ampliare la forbice dei prezzi». È chiara la politica futura del Consorzio: nessuna ambizione a superare i 90/100 milioni di bottiglie attuali. Ma grandi ambizioni nel far spiccare il volo alle bollicine superiori. Sotto ogni profilo. Si agita lo spettro del Superiore low cost, commercializzato in scaffale anche a 4,99 euro. Secondo gli addetti ai lavori, il vino di collina per salvare se stesso dalla globalizzazione e dal pericoloso assioma coi cugini della Doc, dovrebbe costare non meno di 8 euro in cantina, 15 euro in enoteca e tra i 18 e i 20 di base al ristorante. Sotto c’è il rischio di un inquinamento del mercato, lasciano intendere. Le attese sono comunque di fiducia: meno uva ma di migliore qualità. L’uni-

ca contrazione sensibile è nella fascia collinare interessata dalla grandinata del 26 aprile: tra Vidor e Follina in alcune zone la produzione è scesa a 80 quintali per ettaro, un -40% che inciderà sul budget di alcune cantine.

LE CARATTERISTICHE Ma questo è comunque un tempo magico sulle colline, in cui agronomi e viticoltori annusano l’aria e il terreno. In cui ormai gli occhi del mondo si posano su quest’area, attraversata da

turisti e visitatori. E in cui si prepara il momento della fatica. Date le caratteristiche del territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, infatti, nel Conegliano Valdobbiadene sono richieste 600-700 ore per ettaro l’anno di lavoro manuale, rispetto alle medie di 150-200 ore lavoro per ettaro delle zone pianeggianti, dove la meccanizzazione è avanzata. Per questo la vendemmia eroica rappresenta il momento di mas-

sima ingegnosità dei viticoltori del territorio. «Ci apprestiamo a dare inizio alla vendemmia 2019 consapevoli dell’anno eccezionale che stiamo vivendo - commenta Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg - questa è la prima vendemmia sulle nostre colline riconosciute Patrimonio dell’Umanità, è la prima senza glifosato».

IL NUOVO DISCIPLINARE Quella di quest’anno sarà anche ricordata come la vendemmia del nuovo disciplinare. Dal 1 marzo 2020 appariranno le nuove tipologie, 43 Rive tutelate e geolocalizzate e le nuove tipologie che recuperano il metodo della spumantizzazione “sui lieviti”. Specificità, territorialità e innalzamento costante del livello: perché l’imperativo è salire di categoria. «Possiamo e dobbiamo lavorare al meglio - conferma

UN PATRIMONIO Le colline riconosciute nella loro unicità dall’Unesco

IL PRIMO AGOSTO È SCATTATO IL BLOCCO A NUOVO IMPIANTI: «LA REGIONE VENETO HA ACCETTATO LA NOSTRA RICHIESTA»

«È LA PRIMA RACCOLTA DOPO CHE LE COLLINE SONO DIVENTATE PATRIMONIO DELL’UMANITÀ ED È SENZA GLIFOSATE»

L’ANNO DEL CAMBIAMENTO Innocente Nardi, presidente del Consorzio Docg e la vista sulle colline patrimonio dell’umanità

IL DIBATTITO

Il futuro del nome

«Il termine Prosecco non vi piace? Possiamo essere d’accordo. Resta il fatto che oggi il 92% dei vini prodotti nella Docg reca questo nome in etichetta. E un motivo ci sarà». Il futuro però deve iniziare a mettere mano al vocabolario. Perché se il grande ombrello del Prosecco ha fatto la fortuna del territorio, il domani dovrà definire chiaramente questo vino come Conegliano Valdobbiadene. E in mezzo? «In mezzo c’è l’oggi. In questo tempo chiediamo a tutti di fare un salto e iniziare a riferirsi a questo vino come Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. O, in alternativa Prosecco Superiore».

L’IDENTITÀ Così Innocente Nardi, presidente della Docg risponde alle 2640 comunicazioni a tutti i soggetti della filiera produttiva dei 15 comuni della Docg inviate due settimane fa dalla Confraternita del Prosecco. «È

Nardi: «Giusto iniziare a chiamarlo solo Conegliano Valdobbiadene» sempre più evidente che c’è una perdita di percezione da parte del consumatore dell’identità del vino delle colline. Dobbiamo tutelare il territorio e la denominazione. Per questo chiediamo il parere circa la proposta di eliminazione del termine Prosecco Su-

IL PRESIDENTE: «CHIEDIAMO A TUTTI DI FARE UN SALTO PER TUTELARE IL TERRITORIO E LA DENOMINAZIONE»

PRO E CONTRO Eliminare il nome Prosecco, idea che fa discutere

periore dal Conegliano Valdobbiadene Docg in etichetta» propone l’associazione, in coerenza con quanto da sempre affermato. E non a torto. Una parte importante del futuro di questo vino si giocherà infatti sul modo di comunicare il bianco frizzante dei territori Unesco. Una sfida per il Consorzio. «La strada è tracciata, ma ci vorrà un decennio - riprende Nardi - si pensi solo che ad oggi il 70% dei nostri vini reca in etichetta Valdobbiadene Prosecco Superiore, il 22% Conegliano Prosecco Superiore e solo l’8% Conegliano Valdobbiadene».

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IL RISCHIO Un atto impegnativo, lasciare un brand multimilionario, il conforto e la sicurezza di un marchio che orienta oggi il mondo intero. Ma anche l’unico modo per riuscire a posizionare in una fascia di percezione e di prezzo diversa queste nobili bollicine. Anche perché il rischio di overbranding è sempre dietro l’angolo. Un caso esemplare: sulle Alpi Dinariche, una scritta rossa su cartone comune sotto il pergolato invita alla sosta. C’è scritto solo Prosek. La famiglia invita a scendere in una magnifica cantina in sasso, dove grappe e bottiglie sono in ordine per-

Roberto Merlo, agronomo del gruppo Uva Sapiens - nel bicchiere anche il palato di un principiante sente la qualità del grappolo intero, tolto a mano dalla vigna, rispetto all’uva colta dalla macchina». Mettere il massimo della qualità in bottiglia e farlo in maniera sostenibile. «Anche il glifosato zero è una sfida costante per i contadini - prosegue Merlo - per questo la sperimentazione si sta rivolgendo ai vitigni resistenti ma anche al recupero delle vigne antiche». Infine il blocco agli impianti: il 31 luglio l’ultima chiamata per almeno due anni. Salvo deroghe, che già fanno discutere. «L’obiettivo di tutti i produttori della Denominazione è continuare a lavorare sulla qualità del prodotto, conservando la bellezza autentica del suo paesaggio; a tal proposito il Consorzio di Tutela ha richiesto alla Regione Veneto il blocco di iscrizione dei nuovi vigneti all’albo del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg dal 1 agosto 2019 - conclude Nardi- La Regione ha accolto la richiesta». Elena Filini fetto. Ed ecco che dalla cambusa si stappa il pezzo migliore. È color rosso sangue e dolcissimo. «Scusi, ma questo sarebbe prosecco?». Interviene la figlia: «Sì, ci siamo inventati questa cosa perché non sapevamo come vendere questo vino liquoroso da dessert. Nessuno lo voleva. Abbiamo deciso di chiamarlo Prosecco, così adesso tutti lo comprano». Insomma, basta il nome. A promuovere un vino. O a confonderlo. Il Prosecco dinarico non è certo una raffinatezza, ma si suppone sia un caso di plagio isolato, sebbene maldestro.

LA STRADA In un mare di italian sounding e nomi storpiati. Il prosecco Doc è un vino di qualità certificata. Ma oggi i cugini del Superiore decidono di prendere il largo anche con operazioni all’apparenza antieconomiche. «Lo predico ai nostri consociati: solo questo invece ci premierà nel futuro». e.f. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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