RASSEGNA STAMPA DEL 13 SETTEMBRE 2019

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VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019 - ANNO XVIII - N. 217

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via F. Rismondo 2/E - 35131 Padova - Tel 049 8238811 - Fax 049 8238831 E-mail: corriereveneto@corriereveneto.it

La mostra

Famiglie

Isgrò, alla Cini le cancellature che rigenerano

Verona, il museo dove è vietato non toccare

a pagina 18 Panfido

LE ALTRE EDIZIONI: Padova-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza-Bassano, Corriere di Verona

Export, formazione

LA CULTURA CHE MUOVE LA CRESCITA

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a pagina 18 Peluso

VENEZIA E MESTRE

OGGI 27°C

Sereno con veli Vento: NNE 6 Km/h Umidità: 45%

SAB

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19°/ 25°

20°/ 24°

21°/27°

Dati meteo a cura di 3Bmeteo.com

Onomastici: Giovanni

corrieredelveneto.it

LO SCRITTORE E IL DIBATTITO SUL CAMBIO DEL NOME

Prosecco, interessi diversi tra collina e pianura di Fulvio Ervas

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di Piero Formica a cultura veneta dell’export vive forti emozioni andando su e giù sull’ottovolante. Nel 2017 l’eccitazione di volare altissimo indusse a magnificare il trio ProseccoManifattura-Startup, cantore delle esportazioni italiane. Poi, si ebbe la sensazione di vertigine da discesa, osservando le vendite all’estero delle imprese emilianoromagnole in crescita nel 2018 del 5,7% a fronte del 4,3% del Nordest. In valore pro-capite dell’export, l’Emilia-Romagna si è trovata davanti al Veneto: 14.245 euro contro 12.908. Nel primo semestre 2019, gli scricchiolii dell’export della metalmeccanica bolognese in contrazione dell’1,3% sono stati avvertiti come onde sismiche propagatesi nel Nordest. La cultura, tuttavia, non può limitarsi alla corsa sulle montagne russe dei dati congiunturali. Il suo compito va ben oltre il gioco dei numeri del momento, per mettersi sulle orme di David Hume, il filosofo scozzese sostenitore «dell’incremento di commercio e ricchezze in qualunque nazione, che, di solito, stimola l’arricchimento e il commercio di tutti i suoi vicini». I presupposti non mancano. In vista dell’Expo 2020 a Dubai, la città-stato dell’età digitale con finestre rinascimentali aperte sull’Asia, le piccole e medie imprese venete hanno intrecciato più fitti rapporti commerciali con gli Emirati Arabi. Dalle sponde arabe del Mar Persico, lungo una delle direttrici della Via della Seta, Dubai avvicina a noi i mercati indiani, cinesi e giapponesi.

Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente

Lo scrittore Fulvio Ervas, 64 anni, vive a Istrana

arto dalla vicenda del Tocaj, che dalla vendemmia del 2008 è diventato Friulano, poiché l’Ungheria ha vinto, in sede istituzionale, l’esclusività del nome. Da quel che si trova in rete, gli ettari vitati a Friulano non sono davvero diminuiti dal 2008 ad oggi e , anzi, le vendite subito dopo la predita del nome sono aumentate, superando Sauvignon e Chardonnay. Un vino buono resta un vino buono (...) e pur vero che le due aree Docg e Doc hanno interessi molto diversi tra loro. a pagina 9

TROVATO L’INSETTO IN GRADO DI FERMARLA

Contro la cimice asiatica arriva la vespa samurai

VENEZIA Le associazioni dei coltivatori invocano l’uti-

lizzo della vespa samurai per arginare la diffusione della cimice asiatica che da qualche anno sta distruggendo la produzione ortofrutticola della nostra regione. a pagina 9 Pigozzo

L’atto d’accusa La Regione avrebbe raccolto e verificato le segnalazioni provenienti da istituti primari e secondari

«Disabililasciatifuorida12scuole» L’assessore Donazzan: «Mancano prof di sostegno». Sindacati increduli: «Fuori i nomi» VENEZIA Alunni disabili esclusi da scuola a causa della mancanza di insegnanti di sostegno. A sostenerlo, parlando di dodici casi (una scuola media e undici elementari) in diverse provincie del Veneto, in parte verificati in prima persona, è l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan. Increduli i sindacati. a pagina 2 Bonet

L’ex allenatore della Juve A Padova tra gli imprenditori

LARIFORMAEDÈLITETRAMINISTROESTEFANI

Autonomia, fissato il vertice Boccia-Zaia

VENEZIA Autonomia, il neo ministro per gli Affari regionali Boccia ha annunciato per lunedì 23 settembre un incontro con il governatore Luca Zaia a Venezia: «Voglio andare personalmente sui territori e incontrare i presidenti a casa loro» ha spiegato Boccia. Ma attacca: «Veniamo da 15 mesi di stallo. E la Stefani s’infua pagina 5 ria.

OGGI A TREVISO

Calenda in Veneto «Il mio nuovo partito? La lezione di Allegri: non si vince in un solo modo chiamato per dare una «lezione» agli industriali veneti e lui, Max Allegri, ex allenatore della Mille iscritti al giorno» Juve, conL’hanno patente di vincente, ha cercato i parallelismi tra squadra e azienda: «Non c’è un solo modo per ottePADOVA

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a pagina 7 Zuin

nere il risultato».

Mangia nel bivacco, poi scompare

Disperso da mercoledì Mattia Bon. Ricerche inutili, aveva cambiato itinerario «Adesso pranzo e poi torno alla forcella Dell’Arco», ha scritto nel bivacco a 1850 metri Mattia Bon, 45enne di Spinea. Era mercoledì pomeriggio. Il tempo di mangiare qualcosa e di riprendere fiato, poi è ripartito, con un cambio di programma rispetto all’idea di percorso che aveva in mente inizialmente. La meta prima era il rifugio De Gasperi, nel territorio di Prato Carnico in provincia di Udine. Da allora nessuna notizia, le ricerche sono state inutili. a pagina 13 Biral

SPINEA

NEL VICENTINO

Clown e musica La scuola diventa un circo A R Z I G N A N O ( V I C E N Z A ) In un quartiere multietnico del Vicentino, le maestre hanno trasformato il primo giorno di scuola in uno spettacolo circense. «Cari bambini, non siete studenti di serie B». a pagina 3 Priante


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Venerdì 13 Settembre 2019

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VE

La politica Uomini e partiti

Boccia-Zaia, vertice il 23 settembre Autonomia, il neo ministro dem: «Veniamo da 15 mesi di stallo, non ci si parlava». E Stefani s’infuria Slitta la nomina dei sottosegretari del Conte-bis. Da quanto si apprende da Roma, in queste ore si assiste ad un vero e proprio assalto alla diligenza: i posti a disposizione sono 43. Il M5S viaggia oltre le 200 candidature; il Pd ha una lista con 120 pretendenti. Un sudoku che ha costretto il premier Giuseppe Conte ad eliminare la questione dall’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di ieri per rinviarla alla prossima settimana (martedì, dicono i più ottimisti). Per il Veneto restano in lizza i nomi degli ultimi giorni. Per il Pd: Andrea Martella all’Editoria, Achille Variati agli Affari regionali (ma il ministro è il dem Francesco Boccia, dunque si romperebbe lo schema dell’alternanza Pd-M5S), Pier Paolo Baretta per l’Economia o il Lavoro. Più defilati Roger De Menech per lo Sport e Gianni Dal Moro per lo Sviluppo economico. Per il M5s verso la conferma Mattia Fantinati alla Pubblica amministrazione. Intanto vanno avanti senza tregua le scher-

Neo ministro Francesco Boccia, pugliese di Bisceglie, 51 anni, è appena stato nominato ministro agli Affari regionali nel governo Conte bis in quota Pd

VENEZIA

maglie tra la Lega ed il nuovo esecutivo sull’autonomia, evidentemente scelto dal Carroccio (almeno quello del Veneto) come terreno prediletto per l’annunciata «opposizione dura». E questo nonostante il neo ministro per gli Affari regionali Boccia abbia annunciato per lunedì 23 settembre un incontro con il governatore Luca Zaia a Venezia: «Voglio andare personalmente sui territori e incontrare i presidenti a casa loro ha spiegato Boccia -. Sono qui per ascoltare le ragioni di tutti e per costruire insieme risposte adeguate. Non alimenterò mai scontri politici, anzi ghandianamente porgerò sempre l’altra guancia. Le richieste avanzate da Fontana e Zaia sono un punto di partenza di parte. Rispettabile, ma di parte». Poi, però, non proprio ghandianamente Boccia affonda: «Nei 15 mesi del passato governo il risultato è stato un nulla di fatto. Le motivazioni sono molteplici, da quelle politiche a quelle di merito: molte delle eccezioni poste dalle ammi-

nistrazioni centrali non hanno ricevuto risposte da parte delle Regioni e viceversa. A non capirsi non erano solo i partiti dentro la vecchia maggioranza ma anche rappresentanti degli stessi partiti, seduti su sedie diverse tra Regione e ministeri».Parole che hanno fatto infuriare l’ex ministro Erika Stefani («Ciò che dice Boccia è falso e scorretto, a non rispondere erano premier e ministri M5S») e spinto la delegazione trattante del Veneto a precisare: «Tra la fine del 2018 e il 2019 abbiamo partecipato a 35 incontri con costante approccio fattivo e improntato al dialogo». Commenta l’ex deputata Pd Simonetta Rubinato: «Non si esce dallo stallo con lo scontro ideologico. Non è una guerra Nord e Sud e lo dimostreremo sabato (domani, ndr) con un convegno alle ore 9.30 presso l’azienda “47 Anno Domini” di Roncade che metterà a confronto docenti ed esperti del Nord e del Sud». Ma. Bo.

L’INTERVISTACARLOCALENDA

«Riparto dal Veneto, mille iscritti al giorno al mio nuovo partito»

Oggi a Treviso: «Zaia più forte e temibile di Salvini» Di sicuro non è scaramantico: ha scelto la data di oggi, venerdì 13, per la prima tappa del «Giro d’Italia» di Siamo Europei. Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, ora eurodeputato, sarà a Treviso alle 18, sotto la Loggia dei Trecento per rendere conto ai suoi elettori, «come fossero i miei azionisti», delle ragioni che l’hanno portato «alla scelta traumatica» di abbandonare il Pd per dare vita d un nuovo movimento politico. «Avevo sempre detto che avrei lasciato il Pd se questo si fosse alleato con il M5s. Sappiamo come è andata, ho agito di conseguenza». Non ritiene di doversi dimettere dall’europarlamento, visto che è stato eletto nella lista del Pd? «Sono stato eletto con le preferenze, 280 mila persone hanno scritto “Calenda” e sapevano bene come la pensassi. A dimettersi dovrebbe essere chi diceva “mai col M5s”, “senza di me”, illudendo gli elettori, e dopo 15 giorni ha fatto la più incredibile delle giravolte». Non sarebbe stato meglio condurre la battaglia nel Pd? «Il partito non è una chiesa, è un’associazione di persone che condividono ideali e valori. Il Pd li sta tradendo, alleandosi con un partito che è l’esatto contrario di tutto ciò per cui ci siamo sempre battuti. Per citare Reagan, non sono io che ho lasciato il Partito Democratico, è il Partito Democratico che ha lasciato me». Siamo Europei non rischia di essere la nuova Scelta Civica? «Non sottovaluto la complessità di costruire un movimento politico nuovo in una fase storica in cui vanno per la maggiore gli opposti estremismi, ma proprio perché la sfida

Alle Regionali mai in una coalizione con il M5s E mai ci sarà spazio per Renzi

è grande, ne vale la pena. C’è uno spazio gigantesco, è quello dell’Italia seria, che sa come fare le cose e non va avanti a colpi di slogan. Partiremo subito con tre grandi eventi, dedicati a sanità, scuola, investimenti. Quello sulla sanità, per esempio, lo sta curando Walter Ricciardi, l’ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Si terrà il 9 dicembre, presenteremo un radicale piano di ristrutturazione del sistema sanitario, teso a ridurre le liste d’attesa». Obiettivo ambizioso. «Verità e serietà saranno le stelle polari, diremo chiaramente cosa si può fare, cosa no, in quanto tempo, dove si trovano i soldi». Ammetterà che M5s e Pd sono riusciti a mettere temporaneamente fuori gioco Salvini. «Ha detto bene: temporane-

● L’editoriale Export e formazione la cultura che spinge la crescita

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SEGUE DALLA PRIMA

er affrontarli in una prospettiva profonda, c’è da migliorare molto la capacità della società veneta, ancor prima dell’economia, di far circolare virtuosamente insieme merci, servizi e persone: in definitiva, mobilitare la cultura a tutto tondo. Lungo le nuove rotte commerciali, terreno d’incontro tra il potere dei numeri e la forza dell’immaginazione, tra la presunta precisione dell’uomo economico e l’imperfezione dell’uomo immaginativo, la cultura disegna le infrastrutture materiali e immateriali per

In prima linea Carlo Calenda è un dirigente d’azienda, è stato ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni. Ha 46 anni e quest’anno è stato eletto europarlament are nel collegio Veneto-FriuliEmilia e Trentino Alto Adige

facilitare la mobilità dei giovani istruiti. Studenti asiatici intravedono nelle opportunità imprenditoriali per lo sviluppo sostenibile la strada maestra delle loro aspirazioni professionali, da realizzare insieme ai coetanei europei. È anche nostra responsabilità facilitare gli incontri culturali tra le nuove generazioni di diversa provenienza. Basti pensare alla gioventù cinese che già conosce il Nordest, o si appresta a farlo. Sono per lo più studenti universitari, con un livello d’istruzione superiore rispetto ai loro genitori. Lo scambio culturale tra loro e i nostri studenti contribuisce notevolmente alla diffusione dell’immagine nordestina in Cina. Da quegli incroci, infatti, emergono le figure dei giovani ambasciatori delle eccellenze naturali, artistiche e manifatturiere che ci contraddistinguono. Riprendiamo, allora, l’esperimento che nel gennaio 2017 vide coinvolti a Padova gli studenti cinesi di Strategie di Comunicazione, i

quali, bendati, ricevettero l’abbraccio dei passanti. Un bel modo per superare i pregiudizi. E si investa per la crescita della sede padovana dell’Istituto Confucio, frutto della collaborazione tra l’Ateneo e l’Università di Guangzhou, e nel Collegio di Cina a Bologna, affinché si possano realizzare i sogni giovanili di imprese transculturali nel segno dell’economia ecologica. Per evitare all’export di correre sulle montagne russe, non c’è miglior guida del processo che muove stili di vita, valori, beni e servizi da una cultura a un’altra. A questo processo potremmo dare il nome di HaiMin, lo studente cinese tornato a Padova per proseguire gli studi, il quale si è così espresso su Radiobue.it, webradio universitaria: «E’ fantastico per me, non avrei mai pensato che sarei potuto tornare a Padova, ma è successo! Quando sono qui, vedo chiese maestose e paesaggi bellissimi e sono felice». Piero Formica

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amente. Salvini è uscito - da solo - dalla porta e Pd e M5s rischiano di farlo rientrare dalla finestra. Mi pare una strategia ingenua». I sondaggi davano la Lega stravincente. «Piuttosto di un ribaltone, di un governo precario che la sfanga, sarebbe stato meglio riacquistare la rappresentanza e condurre una battaglia seria dai banchi dell’opposizione». Lei ha detto che il Pd dovrebbe temere Zaia più di Salvini. Perché? «Il centrosinistra ha basato per troppi anni la sua politica sull’odio personale: prima Berlusconi, ora Salvini. Ma se anche Salvini cade, dietro di lui ne arriveranno altri a cui i cittadini continueranno a chiedere sicurezza e protezione. Tra questi c’è Zaia che sì, è più forte di Salvini perché amministra ed è un moderato». Gli industriali, che lei conosce bene, temono un governo eccessivamente sbilanciato a sinistra e verso Sud. «Il governo ha iniziato dicendo no al gas e sì ad Alitalia nazionalizzata. Vuole spostare il commercio estero alla Farnesina, il che significa paralizzarlo per un anno e mezzo. Se il buongiorno si vede dal mattino... Fuor da infingimenti: questo governo è a trazione Cinque Stelle, sono loro ad avere tutti i ministeri chiave, quelli della spesa. E sono stati chiari: Reddito di cittadinanza, decreto Dignità e Quota 100 non si toccano. Conte vuole “l’Italia digitale” ma in 14 mesi ha smantellato Industria 4.0...». Alle Regionali con chi vi schiererete? Zingaretti insiste sull’alleanza Pd-M5S. «E i Cinque Stelle l’hanno preso di nuovo a ceffoni. Per quanto ancora il Pd li rincorrerà, inanellando figuracce? Noi siamo nati da pochissimo, ancora non abbiamo depositato lo statuto ma di sicuro non saremo mai in una coalizione anti-industria, anti-studio, antilavoro, anti-merito con il M5S». A voi si è unito Richetti. Arriverà pure Renzi? «No. Non è possibile alcuna convergenza con Renzi, che ha detto tutto e il contrario di tutto. La coerenza per me è fondamentale. Immagino resterà nel Pd, dopo averlo portato su questa linea suicida. Noi guardiamo altrove: abbiamo già 100 mila iscritti, viaggiamo ad un ritmo di 1000-1500 nuove adesioni al giorno. Ci prepariamo ad una battaglia durissima». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Venerdì 13 Settembre 2019 www.gazzettino.it

L’autonomia

Boccia: «Vedrò Zaia» Ma sull’intesa ferma è già lite con il Veneto Il ministro il 23 settembre a Venezia `Stefani: «È falso e scorretto, Conte «Regioni e ministeri non si parlavano» e i 5Stelle hanno bloccato la riforma» `

LA POLEMICA VENEZIA La giornata pareva promettere bene, con l’annuncio del ministro dem Francesco Boccia, diffuso all’ora di pranzo: «Il 23 e il 24 settembre incontrerò i presidenti di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, le tre Regioni che hanno firmato l’intesa sull’autonomia differenziata». In realtà si era trattato solo di una pre-intesa, altrimenti non saremmo ancora qui a parlarne, ma questo in fondo è un nonnulla, rispetto all’inferno scatenato a metà pomeriggio da altre parole del titolare degli Affari Regionali, quelle secondo cui la trattativa con il Governo gialloverde si sarebbe arenata perché «molte delle eccezioni poste dalle amministrazioni centrali non hanno ricevuto in molti casi risposte da parte delle stesse regioni e viceversa». Furiosa la reazione della leghista Erika Stefani, sua predecessora al dicastero: «Dichiarare che nulla è stato fatto, come fa Boccia, è falso e scorretto».

co, quello di Boccia voleva essere un gesto di distensione. «Ora che ha preso in mano il dossier – riferisce Roger De Menech, coordinatore dei parlamentari veneti del Pd – il ministro ha avuto l’accortezza di non convocare i governatori a Roma, ma di proporre loro una serie di incontri nei vari territori». Così ieri mattina la sua segreteria ha telefonato a Palazzo Balbi, chiedendo e ottenendo la disponibilità del leghista Luca Zaia per lunedì prossimo alle 11 a Venezia, prima tappa di un viaggio che dovrebbe proseguire nel pomeriggio a Milano con l’altro leghista Attilio Fontana e l’indomani a Bologna con il dem Stefano Bonaccini, per poi riprendere il 30 settembre a Torino con l’azzurro Alberto Cirio.

IL NEGOZIATO Il problema è che, qualche ora dopo, le agenzie di stampa hanno rilanciato alcuni stralci dell’intervento di Boccia sul Corriere del Mezzogiorno, in particolare quello riguardante il fallimento del negoziato durante l’esecutivo pentaleghista. «Le motivazioni sono molteplici, da quelle politiche (evidenti differenze tra i due partiti in quel Governo) a quelle di merito», ha scritto il ministro, citando fra queste ultime anche il fatto che «a non capirsi non erano solo i partiti dentro la vecchia maggioranza ma anche rappresentanti degli stessi partiti, seduti su sedie diverse tra regione e ministeri». Sentendosi chiamare in causa ad appena tre giorni dal passaggio di consegne in via della Stamperia, la vicentina Stefani

è sbottata, addebitando «leggerezza e superficialità» al suo successore: «Se c’è qualcuno che non ha dato risposte alle Regioni in questi mesi, non è il ministero, bensì il Presidente del Consiglio e i ministri 5 stelle, che hanno sempre ostacolato il percorso dell’autonomia». Irritazione è stata espressa anche dalla delegazione trattante del Veneto, ricordando di aver partecipato «a circa 35 incontri tecnici di approfondimento nelle diverse materie» tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2019: «A testimonianza del costante approccio fattivo della Regione, sempre improntato ad instaurare un positivo dialogo con i ministeri che hanno acconsentito di addivenire a un confronto, vi sono tutti gli scambi avvenuti con il dipartimento Affari Regio-

CONSEGNE La ministro uscente Stefani e quello entrante Boccia

nali, da cui emerge con palese evidenza la volontà della Regione di giungere ad un testo condiviso, anche aprendo alla modifica della formulazione delle originarie richieste in vista del raggiungimento di una posizione comune».

LA DISCUSSIONE Se queste sono le premesse, chissà come andranno i colloqui. Dice al riguardo il lombardo Fontana: «Incontrerò il ministro Boccia, vediamo cosa mi proporrà. Però se la proposta è quella di ricominciare a discutere, è come

GLI INCONTRI Pensare che, secondo la ricostruzione del Partito Democrati-

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LA MANIFESTAZIONE Il prato di Pontida invaso da migliaia di leghisti nell’ultima edizione dell’appuntamento che si ripete da quasi trent’anni

LA DELEGAZIONE DI PALAZZO BALBI: «DA PARTE NOSTRA C’È SEMPRE STATA LA DISPONIBILITÀ AL CONFRONTO» IL RADUNO VENEZIA Dicono che sarà la Pontida dei record, anche per il contributo del Veneto. Ieri sera il conto ufficiale dei pullman, in partenza domenica mattina dalle sette province per il tradizionale raduno della Lega non più Nord e pure all’opposizione, era arrivato a quota 87, ma secondo il commissario regionale Lorenzo Fontana il calcolo finale dovrebbe raggiungere il centinaio. Una quota superata già adesso con l’apporto del resto del Nordest, considerate le 4 corriere programmate dal Friuli Venezia Giulia e le 24 previste dal Trentino Alto Adige: totale (provvisorio) 115.

I PARTECIPANTI Messi così, i partecipanti nordestini promettono di essere almeno 6.500, peraltro senza conteggiare quanti arriveranno in auto o in camper, come molti in queste ore spiegano di voler fare. «Sa-

IL COMMISSARIO REGIONALE FONTANA: «ADESIONI SUPERIORI ALLE ASPETTATIVE, C’È FERMENTO PER TORNARE AL GOVERNO»

se volesse mettere una pietra tombale sull’autonomia. La discussione l’abbiamo già fatta ed eventualmente si riparte da dove siamo arrivati». Aggiunge Silvia Rizzotto, capogruppo regionale di Zaia Presidente: I veneti sono stanchi di questo deplorevole giochetto Pd-5Stelle, l’autonomia è stata richiesta legalmente e legalmente deve essere riconosciuta». De Menech però è fiducioso: «Noi del Pd, in particolare del Veneto, stiamo cercando di rimettere al centro il tema, smontando la propaganda e montando la concretezza. È normale che, dopo decenni di proclami su secessione e nove decimi, al Sud stiano con le antenne alte. Ma se la smettiamo di parlare per frasi fatte e restiamo con i piedi per terra, possiamo finalmente concretizzare un’autonomia solidale e responsabile, che non è un fine da campagna elettorale bensì un mezzo per dare migliori servizi». Angela Pederiva

Pontida, già 115 pullman dal Nordest fra voglia di rivalsa e bandiere tricolori remo un enorme popolo pacifico, democratico e sorridente, in preparazione della grande manifestazione di orgoglio italiano a Roma sabato 19 ottobre», pronostica il segretario federale Matteo Salvini, che chiuderà la festa fissata per le 11 con l’intervento finale stimato per le 14. Esulta il fedelissimo Fontana, anche per la risposta della sua Verona (5 pullman dalla città e 18 dalla provincia, staccando Treviso a 14 e Padova a 13): «Una partecipazione straordinaria, che ci riempie di gioia. Grazie a chi ci sarà e a chi ha messo in campo un enorme impegno organizzativo. Il numero di adesioni ha superato di gran lunga ogni più rosea aspettativa, il segno evidente che c’è fermento e tanta voglia di sostenere Matteo Salvini e la Lega. Sarà sicuramente una Pontida importante, dove sarà delineata la strategia della Lega per il futuro: siamo convinti che riu-

sciremo a far valere le nostre idee e che torneremo al governo con una squadra finalmente unita e compatta, nell’interesse dei veneti, del Paese e non di Stati stranieri». E i volti noti rispondono: «Veneto presente!», scrive su Facebook il trevigiano Gianantonio Da Re, suo predecessore e ora europarlamentare. Il deputato pordenonese Massimiliano Panizzut aggiunge un po’ di marketing territoriale: «Al gazebo Lega Salvini Premier Friuli Venezia Giulia troverete i prodotti della nostra regione: gubana artigianale, strucchi artigianali, Friulano dei Colli Orientali, Merlot dei Colli Orientali». Pontida è pure questo.

I VESSILLI Previste, ancora più numerose dell’edizione scorsa che si era insolitamente tenuta a luglio, le bandiere blu di “Noi con Salvi-

Eutanasia

Il Pd spinge per una legge in 12 giorni ROMA A 12 giorni dal termine dato dalla Corte costituzionale al Parlamento per legiferare sull’ aiuto al suicidio, la nuova maggioranza Pd-M5s tenta di riprendere in mano il dossier, dopo che quella precedente si era bloccata per le divisioni tra Lega e M5s. Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, ha infatti assicurato l’impegno a sbloccare la situazione, su cui è d’accordo M5s che invita ad attendere la Consulta. Il 23 ottobre dell’anno scorso la Consulta aveva sospeso il proprio giudizio di costituzionalità sull’articolo del codice penale (il 580) che punisce allo stesso

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modo sia l’istigazione al suicidio che l’aiuto al suicidio; questione sollevata dalla Corte di appello di Milano in relazione al processo a Marco Cappato per il suo aiuto al Dj Fabo a suicidarsi in Svizzera. La Consulta ha dato tempo alle Camere fino al 24 settembre per legiferare. M5s è orientato verso una depenalizzazioni dell’aiuto al suicidio (ma c’è anche chi propone l’ eutanasia vera e propria), mentre la Lega chiede all’opposto di modificare restrittivamente la legge del 2017 sul biotestamento. Il Pd finora è stato a guardare, ma ora è lui in maggioranza.

DE MENECH: «NOI DEL PD SMONTIAMO LA PROPAGANDA E MONTIAMO LA CONCRETEZZA» ni”, accanto ai gonfaloni di San Marco e agli altri vessilli regionali. Ma non solo: i leghisti sembrano ormai aver accettato l’idea che sul “pratone” possano sventolare pure i tricolori. «Questa non è la Pontida che noi abbiamo creato», commenta sui social l’ex sottosegretario vicentino Stefano Stefani, che del Carroccio fu anche presidente federale e tesoriere.

I POPOLI DEL NORD Non a caso sulle chat leghiste interviene anche qualche ex, convinto venetista, per dire che il 15 settembre preferirà andare a Venezia. Gli indipendentisti, non solo italiani, manifesteranno infatti in campo San Giacomo dell’Orio in occasione della “‘Festa dei popoli del Nord”, organizzata dalla Confederazione Grande Nord. Nella circostanza è prevista pure la partecipazione di alcune delegazioni degli indipendentisti scozzesi e catalani e dei gilet arancioni. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’EX PRESIDENTE FEDERALE STEFANI: «NON È PIÙ LA FESTA CHE ABBIAMO CREATO». E GLI INDIPENDENTISTI SARANNO A VENEZIA


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Nordest

TENTATIVO MALDESTRO Scoppia in lacrime all’esame di riparazione: «Prima di entrare, sono stata molestata in un bar da uno sconosciuto», dice la 21enne. Una scusa: non aveva studiato e non era pronta

Venerdì 13 Settembre 2019 www.gazzettino.it

«Lasciateci gestire la scuola in Veneto» Augusta Celada, direttore dell’Ufficio regionale: «Senza `«Non è importante chi farà i concorsi. Serve un modello nuovo, pianificazione territoriale non si esce da questo affanno» agile, basato sui bisogni reali: basta attendere i tempi degli altri» `

L’INTERVISTA

«S

e non si fa una pianificazione territoriale non si esce da questa situazione. Bisogna chiedersi: quanti professori mancano in Veneto? E sulla base di questi numeri indire concorsi trovando un modello che soddisfi le nostre esigenze». Augusta Celada, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto, dopo un mese d’agosto passato in ufficio assieme ai suoi collaboratori per permettere l’avvio dell’anno scolastico, parla di un inizio con alcuni punti di forza che riguardano l’arrivo dei nuovi dirigenti scolastici e punti di criticità che sono la mancanza di stabilità del personale e le segreterie pesantemente sotto organico. Convinta, comunque, che da lunedì le scuole venete saranno a regime. Direttore, quando parla di pianificazione territoriale viene in mente l’autonomia. «Ma certo, noi non possiamo continuare ad aspettare che a livello nazionale manchino docenti. Non possiamo rimanere con le graduatorie esaurite in attesa che in Campania, per fare un esempio, rimangano senza insegnanti. Affermare che c’è bisogno di una pianificazione territoriale mi sembra un’ovvietà. Poi a me non importa chi farà i concorsi, ma sono convinta che bisogna trovare un modello nuovo, più agile e che sia pensato in modo tale da non prestarsi a ricorsi su ricorsi». Conferma i 9mila docenti precari nelle nostre scuole? «Molte graduatorie sono esaurite, questo non significa però che le cattedre rimarranno vuote. Abbiamo circa un 35-40 per cento del personale docente che non è stabilizzato, ma siamo su cifre ben più basse rispetto a quelle degli anni Novanta quando i precari nelle scuole rag-

buon funzionamento delle scuole».

Sandra Biolo (Cisl)

Quanto incide l’impossibilità di coprire i posti di chi è andato in pensione con quota 100? «I posti rimasti liberi, per il personale della scuola andato in pensione con quota 100 (circa la metà dei 1900 pensionamenti di quest’anno ndr), non sono stati resi disponibili per assunzioni in ruolo, ma sono stati tutti coperti da personale con contratto a termine».

«Una partenza a metà servizio, vuoti alle medie e alle superiori» VENEZIA Orari ridotti, tempi pieni non attivati, rientri pomeridiani annullati: l’anno scolastico è partito a metà servizio. E ovunque ci sono insegnanti precari. «Tra i docenti il 40 per cento è con contratto a termine, se si passa al sostegno la percentuale sale al 90 per cento - spiega Sandra Biolo, segretaria veneta della Cisl scuola - nelle scuole secondarie di primo e secondo grado sono stati assegnati pochissimi posti in ruolo e dei 5.500 docenti da stabilizzare sulla base del contingente ministeriale si è riusciti a fare solo il 20-30 per cento dei ruoli». Per quanto riguarda la scuola primaria quasi tutti i posti dovrebbero essere stati coperti, il vuoto nelle graduatorie si ha soprattutto alle medie alle superiori. «L’assegnazione dei posti di sostegno - continua la sindacalista - è andato praticamente deserto, così come è critica la situazione nelle segreterie scolastiche prive dei Dsga che sarebbero i responsabili del servizio. Le segreterie sono al collasso a causa del personale andato in pensione». A complicare il quadro il fatto che i pensionati con quota 100 non possono essere sostituiti con contratti a tempo indeterminato. I pensionamenti nella scuola quest’anno sono stati 1900, di questi la metà con quota cento. «Il decreto salva precari che prevedeva concorsi riservati a chi ha almeno tre anni di insegnamento e percorsi abilitanti per i precari non è stato convertito in legge conclude Biolo - quindi tutto il lavoro fatto finora è stato vano». (r.ian)

AUTONOMIA SÌ Augusta Celada, direttore generale dell’Ufficio scolastico del Veneto

INIZIO D’ANNO Il 35-40% degli insegnanti in Veneto è in attesa di stabilizzazione

giungevano soglie del 70 per cento».

genti scolastici, che sono stati un importante acquisto, ma si sono trovati a fare procedure di avvio anno che non avevano mai fatto prima arrivando dalla docenza. Tra l’altro con le segreterie con carenze gravi di personale».

C’è stato qualche ritardo con le graduatorie? «Diciamo che la promessa di fare tutto in anticipo rispetto al primo giorno di scuola non è stata mantenuta. Ma è questione solo di qualche giorno, le scuole già ora hanno le graduatorie di istituto e da lunedì tutti i posti saranno assegnati. Quest’anno la situazione è stata comunque agevolata perché il ministero dell’Istruzione aveva anticipato le operazioni di mobilità del personale». Malgrado questo c’è stata la corsa degli ultimi giorni? «Quest’anno abbiamo avuto l’insediamento di 264 nuovi diri-

«IL VERO ALLARME NEI NOSTRI ISTITUTI È IL SOTTO ORGANICO DELLE SEGRETERIE. IL SOSTEGNO? DA LUNEDÌ POSTI COPERTI»

Perché le segreterie sono così sotto organico? «La vera situazione allarmante degli istituti veneti sono proprio le segreterie, su 600 scuole 240 sono prive dei direttori amministrativi. Sono stati sostituiti da segretari facenti funzione, ma una situazione che era già critica è stata aggravata dai nuovi pensionamenti. Le famiglie, magari, sembrano non essere toccate da questo problema, ma garantisco che il lavoro delle segreterie è fondamentale per il

Donazzan: alunni disabili rispediti a casa, inaccettabile LA DENUNCIA VENEZIA Genitori che tengono i ragazzini disabili a casa perché non c’è l’insegnante di sostegno, mamme arrabbiate perché è stato proposto loro di portare il figlio a scuola per appena un’ora e mezza al giorno, pochi insegnanti di sostegno che si stanno facendo in quattro per cercare di dare un minimo di aiuto anche a cinque-sei studenti portatori di handicap. Se l’avvio d’anno scolastico per le famiglie con disabilità è sempre un’incognita, quest’anno la situazione è stata più complessa del solito. «Stiamo raccogliendo casi limite - spiega Alessandra Boran

dell’associazione “Famiglie e abilità” - I ragazzini con disabilità più grave non hanno ancora iniziato a frequentare le lezioni, ci sono genitori molto arrabbiati perché gli è stato chiesto di portare il figlio a scuola per poco più di un’ora al giorno. Laddove ci sono gli insegnanti di so-

L’ASSESSORE COINVOLGE IL GOVERNATORE ZAIA. LE ASSOCIAZIONI DEI GENITORI: «QUEST’ANNO PIÙ CAOS DEL SOLITO»

stegno in ruolo - e sono pochi, talvolta uno per scuola - davvero si stanno prodigando per cercare di dare aiuto a sei-sette ragazzini alla volta». Un situazione grave che ieri è stata denunciata anche dall’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan. «In queste ore, dopo il primissimo giorno di scuola, mi giungono le voci preoccupate di famiglie di diverse province del Veneto, a cui gli istituti scolastici, in particolare quelli primari, chiedono di non mandare i propri figli in classe, ma di tenerli a casa. La cosa gravissima è che si tratta di bambini con certificazioni, quindi i più fragili, spesso con disabilità». L’assessore sta anche verifi-

In ogni caso non ci sarebbero nemmeno stati i docenti da mettere in ruolo? «Manca la stabilizzazione del personale, ma i posti vengono tutti assegnati. Finché non ci saranno concorsi non possiamo avere insegnanti da mettere in ruolo. I concorsi sono indispensabili, perché li prevede la Costituzione, sul come si fanno poi ritengo sia necessario trovare un modello più veloce che, ripeto, parti dalla pianificazione fatta sul territorio, cioè dalle esigenze che abbiamo in Veneto». In questo rientrano anche gli insegnanti di sostegno? «Anche qui, ribadisco, abbiamo dato tutte le deroghe, quindi i ragazzini avranno l’insegnante di sostegno che però non avrà il titolo di specializzazione, perché di specializzati in Veneto non ce ne sono più. Ora ci sono i nuovi corsi universitari, che sono stati anche incrementati rispetto agli anni scorsi, e avremo quindi cinquecento nuovi insegnanti di sostegno con specializzazione, ma sono poca cosa rispetto alle esigenze del Veneto». Le famiglie possono stare tranquille? «Certo, tutti i posti, verranno occupati da insegnanti. Ripeto è un problema di stabilizzazione, quindi saranno docenti precari, ma già da lunedì tutte le cattedre saranno coperte». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PROBLEMA Attività di sostegno a singhiozzo in molti istituti per la carenza di insegnanti. Protestano i genitori che hanno figli disabili o certificati

cando con l’Ufficio scolastico regionale la portata del problema, ritenendo inaccettabile che si inducano le famiglie a tenere i ragazzini a casa da scuola. «Comprendo perfettamente la difficoltà di dare un buon servizio a questi bimbi senza l’aiuto dell’insegnante di sostegno – ammette l’assessore - Trovo grave che il Ministero non comprenda l’importanza di avere un organico ottimale sin del primo giorno di avvio dell’anno scolastico. Da parte mia ho coinvolto il presidente del Veneto perché ritengo che questo sia un problema da affrontare ai massimi livelli istituzionali». (r.ian.) VIGILANZA Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione

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VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019 LA NUOVA

REGIONE

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L’agenda politica del Veneto il dossier che scotta

scuola

Boccia fissa l’incontro con Zaia ma fra i due il clima è già di scontro

Caos docenti Marin (FI) interroga il governo

Autonomia, faccia a faccia il 23 settembre. Paletti del ministro, il governatore: «Poche chiacchiere» Francesco Dal Mas VENEZIA. Il Governo vuole ac-

celerare il percorso verso l’autonomia (ma senza scardinare il Paese). Per questo il ministro Francesco Boccia (Affari regionali) sarà a Venezia lunedì 23 settembre, nell’ambito di una ricognizione fra tutte le Regioni coinvolte; quindi sarà a Bologna, Milano e Torino subito dopo Venezia. Il suo arrivo era atteso, però è già fonte di polemica. Polemica che scaturisce dai paletti posti in queste ore da Boccia.«L'autonomia sarà credibile – ha precisato - se sarà davvero l'attuazione effettiva del principio di sussidiarietà». In Regione Veneto ci si è sentiti quasi offesi, perché di federalismo e sussidiarietà si parla, da queste parti, fin dagli anni ’90. Ma ciò che ha fatto irritare il presidente veneto Zaia e i suoi collaboratori è stato il riferimento a quei 15 mesi di trattativa che sarebbero risultati «un nulla di fatto». Il motivo? «Tante delle eccezioni poste dalle amministrazioni centrali non hanno ricevuto in molti casi risposte da parte delle stesse regioni e viceversa». LA REAZIONE

Immediata la reazione da Venezia. A cominciare da quella del presidente Luca Zaia. «Caro ministro, poche chiacchiere. L’inadempienza non è stata nostra, ma del Governo Conte 1. La nostra proposta giace da troppo tempo sulla scrivania del presidente, mai abbiamo ricevuto una proposta. Sei intenzionato ad accelerare? Rendici partecipi di un tuo progetto e lo discuteremo». Così, appunto, il governatore, che poi aggiunge, riguardo all’unità e alla sussidiarietà, che proprio questi so-

Nella foto d’archivio il governatore veneto Zaia con la ex ministra Erika Stefani e, a destra il nuovo ministro del Sud Giuseppe Provenzano

no i presupposti della «nostra proposta». Boccia a Venezia, dunque, è il benvenuto, ma a condizione che arrivi «finalmente» con il progetto del Governo, perché – precisa Zaia – «siamo stufi di chi fa melina». La delegazione trattante, dal canto suo, ha espresso «stupore», ricordando a Boccia che «i nodi politici della trattativa solo in sede politica potevano essere sciolti» e che ben 35 sono stati gli incontri tecnici. Dagli scambi avvenuti con il Dipartimento Affari Regionali emerge «con palese evidenza – precisa ancora la delegazione - la volontà della Regione di giungere ad un testo condiviso, anche aprendo alla modifica della formulazione delle originarie richieste in vista del raggiungimento di una posizione comune».

Conte e Provenzano: non si spacchi il Paese Stefani: «Argomento che va studiato» Ma chi fa melina, per usare il linguaggio di Zaia? Il presidente Conte? Il governatore sorride. Anche ieri, infatti, l’inquilino di Palazzo Chigi ha scritto di essere pronto a riconoscere, «nel rispetto della Costituzione», le legittime pretese dei territori, «senza perdere di vista però gli obiettivi della coesione e della solidarietà nazionale». Ed ha puntualizzato: «La nostra prospettiva mira a contrastare il divario fra Nord e Sud, le logiche di contrapposizione fra aree di un Paese che corre a velocità diverse. Lavoriamo affinché i

nostri figli non conoscano un'Italia di serie A e una di serie B». IL MINISTRO

In sintonia, Conte, con quanto in precedenza aveva affermato il neoministro per il Sud, Provenzano. «Sull’autonomia il punto è politico – dice Provenzano – il progetto e le richieste di Veneto e Lombardia spaccavano il Paese. Adesso noi abbiamo il dovere, perché è scritto nel programma di governo, di realizzare un’Autonomia giusta, ossia quella in cui si salvaguarda, a differenza della richiesta del Veneto, la coesione nazionale». Anche in questo caso la prima replica è arrivata dal Veneto, dall’ex ministro Erika Stefani. Affermare che le istanze per l'autonomia differenziata rappresentino una

minaccia per la coesione nazionale – ha detto - «significa non conoscere la materia o parlare in malafede: in entrambi i casi è inaccettabile». L'autonomia è un argomento complesso – secondo l’ex ministro - e va studiato in maniera approfondita prima di fare affermazioni così superficiali e ideologiche: «Invito il ministro Provenzano a documentarsi su tutto il lavoro portato avanti negli ultimi 14 mesi, un impegno profuso per migliorare le prestazioni delle pubbliche amministrazioni sui territori e garantire servizi ottimali ai cittadini». Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, coglie il dibattito in corso per aggiungere un elemento di riflessione: l’autonomia delle Regioni sia accompagnata da quelle delle grandi città. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

RENZO GUOLO

IL COMMENTO

Governo giallorosso, subito risultati per poter sopravvivere

O

ttenuta la fiducia, il governo giallorosso comincia a operare. La sponda europea consente di ipotizzare una legge di bilancio meno pesante ma l’operazione avviata con la crisi d’agosto non è, comunque, facile. L’omogeneità del nuovo governo è, per ora, poco più che un auspicio: nessuna maggioranza può reggere a lungo con il solo collante del Nemico e del durare per il durare. Nonostante la catastrofica

PADOVA. «In Veneto il nuovo anno scolastico è iniziato e in molte scuole si è presentata una situazione di difficoltà dovuta alla mancanza di docenti e di personale Ata». Inizia così l’interrogazione al ministro dell’Istruzione del deputato Marco Marin (Forza Italia) sulla situazione nelle scuole venete. L’anno scolastico in Veneto è iniziato l’11 settembre con migliaia di cattedre vacanti, la maggioranza delle quali nelle scuole primarie (scoperte ancora 1890 posti) e una consistente percentuale di personale Ata ancora insufficiente. «Nella regione Veneto, su 600 istituti, un numero consistente avrebbero iniziato l’anno senza un direttore dei servizi generali e amministrativi – scrive il deputato padovano membro della VII commissione (Cultura, scienza e istruzione) – e che ne sarebbero mancati molti di più fino a poche settimane fa. Un’altra emergenza è rappresentata dalla mancata disponibilità di insegnanti di sostegno specializzati per cui, a fronte di un fabbisogno che esponenti del mondo della scuola indicano in migliaia di posti, oltre il 50% potrebbe probabilmente essere coperto da personale non specializzato, abilitato in altre discipline». Marin chiede al Governo quali iniziative intende assumere «affinché gli istituti scolastici di ogni ordine e grado possano assicurare il regolare avvio dell’anno scolastico e affinché il sistema scolastico non si debba trovare ogni anno a dover ricorrere a un numero di supplenti straordinario con le conseguenti ripercussioni». Il problema della chiamata dei supplenti sarebbe dovuto alla mancata pubblicazione da parte del Miur delle graduatorie di istituto di prima fascia nei tempi necessari. – N. Br.

mossa di Salvini, il sentimento della maggioranza degli elettori è, ancora, orientato saldamente a destra. Invertire questa tendenza non è impossibile ma non sarà semplice. Anche perché la destra possiede parole d’ordine immediatamente comprensibili alla grande massa degli elettori. Se il tracollo verdegiallo avesse prodotto anche un ricambio nella leadership del M5S le cose sarebbero state meno problematiche. Un governo guidato ancora da Con-

te e con Di Maio in posizione rilevante evoca, invece, l’ipoteca del trasformismo. Certo, in una democrazia parlamentare un simile cambio di alleanze è legittimo ma fuori dall’arena del sin troppo disincantato ceto politico, lo stupore per una simile continuità sconcerta. L’opinione pubblica è disorientata tanto per l’apparentemente incomprensibile suicidio politico salviniano, quanto per il permanere dei principali volti grillini nel nuovo esecutivo a diverso cromatismo.

Il governo giallorosso ha un solo modo per sopravvivere al suo costitutivo danno d’immagine. Se non vuole essere penalizzato già dal prossimo voto nelle regioni, per il quale sono cominciate già le grandi manovre con l’apertura di Franceschini ai Cinquestelle per un’alleanza che si estenda anche a livello locale, deve produrre risultati immediati. Sul piano economico, a partire dalla ricostruzione del potere d’acquisto di salari e stipendi, mortificati dalla lunga

austerità; e sull’immigrazione. Tema, quest’ultimo, che per le sue implicazioni sovranazionali, non può che essere affrontato in chiave europea. La revisione del trattato di Dublino, con la fine dell’assurda norma che impone al paese d’ingresso di occuparsi dei nuovi arrivati, come non fosse il confine dell’intera Europa, è prioritaria. Anche mettendo in conto una dura battaglia a Bruxelles che ponga fine all’egoistica stagione dei veti, in particolare quelli dei sovrani-

sti di Visegrad. Una battaglia mirata a mandare in soffitta la regola dell’unanimità e a far nascere un nuovo trattato che consenta la gestione centralizzata e sovranazionale delle politiche migratorie. L’Italia ha fatto un grande favore all’Europa, che ne temeva il potenziale di contagio, mettendo ai margini l’arrembante Salvini ma una simile scelta di sistema non può essere compensata, solo, dallo sforamento di qualche zero virgola sul deficit o dalla nomina di Gentiloni alla Commissione: sottrarre al salvinismo il principale terreno della sua propaganda è interesse di tutti. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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