RASSEGNA STAMPA DEL 9 SETTEMBRE 2019

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Nordest

DE LUCA: SCUOLA E SANITÀ NON SI TOCCANO Il governatore campano Vincenzo De Luca dice sì a «un’intesa ragionevole» ma a una condizione (che non piacerà però a Veneto e Lombardia): «La scuola pubblica e la sanità non si toccano»

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Autonomia, scontro sulla via Emiliana La proposta della Regione targata Pd è la preferita dal nuovo `Il ministro Boccia: «Ognuno ha il dovere di ascoltare gli altri governo. Ma Veneto e Lombardia incalzano: «Non fa per noi» Ho un approccio gandhiano, non risponderò a provocazioni»

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IL DIBATTITO VENEZIA Il tema dell’autonomia torna a scaldare il dibattito politico e la tensione tra i governatori del nord e il governo sale di nuovo. Dal Piemonte, dalla convention internazionale organizzata da Confindustria a Cernobbio, il presidente della Lombardia Attilio Fontana incalza il ministro agli affari Regionali e alle Autonomie Francesco Boccia chiedendo un confronto. E la replica arriva a stretto giro direttamente dalla Puglia, dove il ministro è impegnato nella “DigithON”, la maratona digitale organizzata a Bisceglie. «Voglio rassicurare Fontana - ribatte Boccia - non sarà convocato da me. Sono io che vado da lui come andrò da Toti, da Zaia, da Bonaccini. Improntiamo il nostro rapporto su una collaborazione vera, chiara, senza pregiudizi. Chiedo semplicemente a tutti di non presentarsi con verità inconfutabili: ognuno di noi ha il dovere di ascoltare gli altri». Il tema è caldissimo e infiamma sia amministratori e politici che imprenditori e industriali. Alta la posta in palio: trovare un minimo comun denominatore in grado di mettere d’accordo la voglia di autonomia manifestata e dettagliatamente illustrata soprattutto da Veneto e Lombardia, che non recedono dalla loro desiderio di averla completa di tutte le deleghe previste dalla Costituzione, e le resistenze di chi su alcuni temi con scuola e sanità non vorrebbe cedere.

IL GOVERNO Boccia approfitta dell’occasione per lanciare i primi messaggi da ministro: «A tutti i presidenti delle regioni ricordo che la casa comune di tutte le regioni è il ministero, è a loro disposizione. La Conferenza Stato-Regioni è la loro casa. Non saranno convocati da me perché come è noto la Conferenza lavora a tempo pieno». E avvisa: «Non reagirò a nessuna provocazione. Consiglio a tutti di non dire “o si fa come dico io o si va avanti lo stesso”. Ma se si va

HANNO DETTO

«Se si va avanti ignorando la Costituzione si finisce fuori strada» FRANCESCO BOCCIA, ministro

2018 La prima firma dei governatori Roberto Maroni (allora alla guida della Lombardia), Luca Zaia e l’emiliano Stefano Bonaccini all’epoca del governo di centrosinistra

La leghista Stefani

«Boccia legga i dossier prima di parlare» «Conte e Bonaccini non hanno raggiunto alcun accordo sull’autonomia a meno che il presidente della Regione Emilia-Romagna abbia cambiato completamente idea negli ultimi tre giorni e accetti un compromesso al ribasso solo per compiacere un esecutivo trainato dal suo partito. La posizione di Conte era infatti ancora molto distante dalle richieste delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna». Parola

dell’ex ministro leghista Erika Stefani: «Quanto alle dichiarazioni di Boccia sulla riforma che farà e che - dice sarà costituzionale ricordo che anche la nostra lo era. Consiglio al neo ministro Boccia di esaminare bene i dossier relativi alla trattativa svolta e soprattutto di non fare dichiarazioni troppo precipitose perché i governatori meritano rispetto essendo i portavoce di milioni di cittadini».

avanti ignorando la Costituzione si finisce fuori strada. Io dico ascoltiamoci, rispettiamoci. Non risponderò a nessuna provocazione, ho un approccio gandhiano, porgerò l’altra guancia».

«Non possiamo accettare che sanità e scuola restino fuori dall’intesa» ATTILIO FONTANA, governatore lombardo

LA RICHIESTA

«L’autonomia differenziata va fatta nell’interesse di tutti e non contro qualcuno»

Tra i contendenti si inserisce anche Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, lanciando quasi un appello: «L’autonomia regionale differenziata va fatta nell’interesse di tutti e non contro qualcuno, occorre una posizione equilibrata. Occorre da un lato essere attenti alla maggiore competitività delle regioni e di chi la invoca e dall’altro avere un’attenzione alla coesione, perché questo Paese si mantiene sulla coesione e la coesione è data dal lavoro e dall’incremento dell’occupazione. Lo dice la nostra Costituzione e da lì dovremmo ripartire». Si attendono sviluppi. Paolo Calia

VINCENZO BOCCIA, Confindustria

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IL NODO Fontana, in questo dialogo a distanza, piazza alcuni paletti: «Il nostro interlocutore è il presidente del Consiglio innanzitutto, perché aveva dichiarato, a me, ma lo ha ripetuto anche davanti alla stampa e al Paese intero, l’impegno formale di portare a compimento questa riforma. E poi sicuramente il ministro. Mi aspetto che si riparta dal lavoro che abbiamo già fatto, ossia dall’accordo sottoscritto da Bressa e dal do-

cumento che è già stato ripetutamente guardato, limato, rifatto, modificato. Partiamo da quello». E poi sottolinea il vero problema, il collo di bottiglia che sta bloccando la delicatissima trattativa. E torna sempre al solito punto: la Lombardia come il Veneto ritengono centrali le deleghe a scuola e sanità, come ha già ripetuto da Venezia Luca Zaia. «La Lombardia non può accettare che sanità e scuola vengano escluse dall’autonomia regionale differenziata - scandisce - è uno degli ambiti su cui notiamo le maggiori difficoltà a proseguire. E sulla scuola esiste una sentenza della Corte costituzionale che già dichiara che le Regioni possono organizzare una parte di questa materia. Se il governo dovesse escludere le due materie, faremo una legge nel rispetto di quella sentenza della Corte costituzionale». E al ministro che indica la proposta di autonomia presentata dall’Emilia come un buon punto d’accordo, Fontana replica quasi piccato mettendosi in scia a quanto già detto da Luca Zaia: «Quel modello non va bene». «Loro vogliono solo la formazione - osserva il governatore lombardo - ma dato che noi quest’anno abbiamo quasi 14mila cattedre vuote, vorremmo poter dare il nostro contributo per fare in modo che dall’anno venturo i nostri ragazzi non abbiano questa difficoltà».

I presidi? La maggior parte da fuori regione e snobbano Belluno SCUOLA VENEZIA Vengono per la maggior parte da fuori regione i dirigenti scolastici vincitori di concorso che la scorsa settimana hanno preso servizio nelle scuole venete. Dei 264 posti disponibili infatti 144 non sono occupati da personale locale. Questo ha comportato che quasi nessuno abbia accolto i posti disponibili a Belluno dove continueranno ad esserci alcune scuole che avranno il dirigente in reggenza. Del resto quando i dirigenti scolastici hanno scelto la sede hanno dovuto stilare una graduatoria di preferenza che comprendesse tutte le regioni a partire dalla più gradita alla meno appetibile. Come un effetto domino è successo che i vin-

citori di concorso del Sud si sono spostasti al centro e quelli del centro al Nord. Anche perché al Sud i candidati sono stati molti per pochi posti, mentre nelle regioni settentrionali la mancata copertura delle dirigenze scolastiche era molto alta, con un picco in Veneto che sfiorava il cinquanta per cento. Così è capitato che siano arrivati dirigenti scolastici che avevano collocato il Ve-

DELLE 264 SEDI, 144 SONO OCCUPATE DA DIRIGENTI NON VENETI AVVIO CON SEGRETERIE IN AFFANNO A CACCIA DI PROFESSORI

SCUOLA Mercoledì l’avvio delle lezioni in Veneto

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neto alla quattordicesima posizione delle preferenze. Considerato poi che dovranno rimanere nella sede scelta per almeno tre anni c’è stata la rincorsa a scegliere scuole vicine ad aeroporti e stazioni dei treni per poter raggiungere nel minor tempo possibile le famiglie. Ecco che Belluno, specie fuori città, non è stata tra le mete più ambite. Per un avvio d’anno che si presenta complesso. Le segreterie scolastiche sono infatti in affanno nell’inviare telegrammi e mail per reclutare gli insegnanti e coprire i moltissimi posti vuoti per carenza di docenti nelle graduatorie. A complicare il lavoro la carenza di Dsga, i dirigenti di segreteria per i quali è stato bandito il nuovo concorso, ma che se tutto andrà bene entreranno in servi-

zio tra un anno. E anche il bombardamento di mail che sta intasando le caselle di posta elettronica delle scuole da parte di agenzie on-line che raccolgono le “mad”, cioè le messe a disposizione dei docenti, e poi le inviano a tutte le scuole indifferentemente. «Anche quest’anno la partenza è in salita e i tempi delle scuole non sono stati rispettati - commenta Sandra Biolo, segretaria veneta della Cisl scuola - inoltre con il cambio di governo tutto il lavoro fatto si è azzerato. È infatti scaduto, senza essere convertito in legge, il decreto che prevedeva oltre ai concorsi ordinari, concorsi riservati per i docenti con tre anni di servizio e i Pas, Percorsi abilitanti speciali, per i precari». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Rovigo

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

La Bonifica contro gli allagamenti `In arrivo anche finanziamenti per le emergenze Il Consorzio Adige Po ha ricevuto 8,5 milioni di euro per tre diversi interventi di salvaguardia di fiumi e canali che si sono create con il maltempo dell’autunno 2018

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SICUREZZA IDRAULICA ROVIGO Tre progetti per un tota-

le di 8,5 milioni di euro, proposti dal Consorzio di bonifica Adige Po, che hanno lo scopo di aumentare la sicurezza idrogeologica del Polesine e che sono stati finanziati con le risorse stanziate dal Governo per gli “Interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il territorio della regione veneto, dal 27 ottobre al 5 novembre 2018”.

RISCHIO ALLUVIONE Il primo progetto prevede la deviazione del Cavo Maestro del Bacino superiore in corrispondenza della Botte Paleocapa nei comuni di Bosaro e Polesella, con una spesa prevista di 5 milioni di euro. Come si spiega nel progetto esecutivo, «storicamente il corso d’acqua era diviso dalla Fossa di Polesella, attraversata con una botte sifone realizzata nel 1901: a monte il canale è denominato ancor oggi Cavo Maestro del Bacino superiore, mentre a valle Collettore Padano polesano». Questa

botte, ormai vecchia e a rischio collasso, è una pericolosa strozzatura, insufficiente per le portate del Cavo Maestro in piena. «Un eventuale crollo causerebbe l’isolamento di 30mila ettari di un territorio fortemente antropizzato», spiega il Consorzio, che sottolinea come nell’autunno scorso siano emerse «le criticità del comprensorio con allagamenti in diverse località tra le quali Occhiobello, Calto e Castelguglielmo. Scopo del progetto è pertanto la realizzazione di un bypass in grado di collettare le portate sopra indicate e scolmare parte delle portate stesse verso la vicina idrovora di Bresparola».

ARGINI E POMPE Il secondo progetto finanziato, invece, prevede la messa in sicurezza idraulica del canale Buniolo nel tratto che attraversa Rovigo, Ceregnano e Adria per un importo di 2,5 milioni. Come si legge nel progetto esecutivo, «nell’autunno 2018 per effetto delle calamità atmosferiche, i livelli del Canalbianco hanno subito notevoli innalzamenti, causando di conseguen-

za effetti devastanti nelle scarpate e ai manufatti di regolazione del canale Buniolo». Il terzo progetto, per un milione di euro, riguarda il ripristino funzionale dei gruppi di pompaggio galleggianti danneggiati dalle piene di novembre, che si trovano sull’Adige a Badia, Lendinara, Lusia, Rovigo, San Martino di Venezze e Pettorazza Grimani, e che servono per la derivazione di acqua a uso irriguo.

POST MALTEMPO 2018 Non si tratta degli unici interventi finanziati in Polesine nell’ambito del piano dell’emergenza prodotta dalla cosiddetta “Tempesta Vaia”: con le due ordinanze firmate ad aprile e maggio dal presidente Luca Zaia, commissario straordinario per il piano emergenziale, con un totale di 139 milioni stanziati, sono stati destinati 7,5 milioni alla Direzione coste per interventi di ripristino e protezione del litorale polesano, 133.054 euro all’Aipo per i lavori di pronto intervento necessari a far fronte alle criticità manifestatesi in concomitanza della mareggiata e della piena che

Tempesta Vaia Nel Triveneto danni per circa 2,5 miliardi L’ondata di maltempo che si è abbattuta su tutta l’Italia a cavallo fra ottobre e novembre scorsi, ha causato un totale di 37 morti e danni per quasi 5 miliardi di euro, più della metà dei quali nel solo Triveneto. Proprio il Veneto, con due vittime e danni incalcolabili soprattutto nel comprensorio dolomitico, è stata la regione più colpita da quella che è stata definita “Tempesta Vaia”. In Polesine tutto sommato, a parte il collasso della centrale di potabilizzazione di Boara Polesine per la piena dell’Adige (con due giorni di stop all’erogazione dell’acqua) e una serie di allagamenti di ridotta portata, le conseguenze sono state contenute. Merito di una costante attenzione alla rete scolante. F.Cam.

hanno interessato le arginature di prima e seconda linea di difesa dal mare nel Delta del Po, e le arginature di seconda categoria nel circondario idraulico di Rovigo, con le verifiche di filtrazione all’arginatura in sinistra del Po a Cavanella Po nel comune di Adria, 1,3 milioni al Genio civile per la messa in sicurezza dell’argine destro dell’Adige in corrispondenza del sostegno di Tornova fra Cavarzere e Loreo, e ben 4,7 milioni al Consorzio di bonifica Delta Po. Nel dettaglio: 1.350.000 euro per il ripristino dello sbarramento mobile antisale sull’Adige, fra Rosolina e Sant’Anna di Chioggia, con una modifica al sistema di deflusso della corrente; 1,3 milioni per analoghi interventi allo sbarramento mobile antisale sul Po di Gnocca; sempre 1,3 milioni per lo sbarramento mobile antisale alla foce del Po di Tolle; 10mila euro lo sbarramento mobile antisale sul Po di Gnocca fra Ariano e Porto Tolle; 40mila euro per la riparazione di una pompa dell’idrovora Bonello; 700mila euro per lavori alle idrovore di Ca’ Venier, Ca’ Dolfin e Goro. Francesco Campi

CAVO MAESTRO Tra gli interventi programmati dal Consorzio di bonifica Adige Po, vi è anche quello per il Cavo Maestro alla Bocca Paleocapa

Gli ex allievi dell’Angelo custode si ritrovano L’APPUNTAMENTO ROVIGO È in programma il 21 set-

tembre il ritrovo annuale degli ex allievi del collegio vescovile Angelo custode. L’appuntamento torna come occasione per ricordare “i migliori anni” tra compagni di scuola, insieme alla riconoscenza per i sacerdoti che furono loro insegnanti. L’incontro avrà due momenti di ritrovo: il primo alle 17 a Canaro per visitare la mostra permanente che la biblioteca comunale dedica a don Edgardo Stellin. L’iniziativa, inaugurata il 5 maggio, è nata dalla collaborazione tra Comune, curia vescovile, Guardia di finanza e Cedi, insieme alla donazione della bi-

blioteca di don Edgardo, che dopo aver animato la locale parrocchia di Santa Sofia tra il 1970 e il 1974, nel 1975 ricevette l’incarico di vice rettore e assistente spirituale ai giovani studenti dell’istituto Angelo custode. Fu poi anche cappellano militare addetto alla caserma Polesine della Guardia di Finanza, continuando con dedizione la missione sacerdotale anche tra i giovani della Legione Allievi della Finanza, ospitata a Rovigo dal 1984 al 1992. Il secondo momento di ritrovo degli ex allievi del collegio vescovile sarà alle 18.30, con la visita alla biblioteca del seminario, al primo piano dell’ex Angelo custode. Le aule che accoglievano gli studenti, ora accolgono solo libri:

L’EX SCUOLA L’Angelo custode ha chiuso l’attività da anni

140mila volumi con rarità come 60 incunaboli, i primi libri a essere stampati dal Quattrocento, e 750 libri del Cinquecento che in numero così elevato non si riscontrano nemmeno tra le biblioteche più famose. La Cappella del seminario ospiterà alle 19.15 la messa in ricordo dei sacerdoti che prestarono la loro missione educativa alla scuola della diocesi, da cui uscirono molte generazioni, spesso proseguendo gli studi all’università e raggiungendo livelli professionali di prestigio. La giornata si concluderà con una cena conviviale, alle 20, nelle sale del refettorio del seminario. Per adesioni: 335/5797333 (Nicola Guarnieri) e 0426/21338. Nicola Astolfi

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Il presidente: «Uffici attivi e a ottobre i cantieri» GLI INTERVENTI ROVIGO Il Consorzio di bonifica

Adige Po, senza nascondere la propria soddisfazione per i tre importanti interventi che a breve prenderanno le mosse, spiega come il governatore Luca Zaia, in veste di commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il Veneto dal 27 ottobre al 5 novembre scorsi, con due ordinanze, la numero 5 del 2 aprile e la numero 9 del 22 maggio, ha approvato gli elenchi degli interventi ammessi a finanziamento proposti dal Consorzio, nominandone il direttore soggetto attuatore. Il Consorzio spiega che i lavori «sono stati immediatamente redatti a livello esecutivo e dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni, sono stati appaltati i primi giorni di agosto: dopo le verifiche previste dalla normativa, già a metà settembre verranno sottoscritti i contratti di appalto e si darà immediatamente il via ai lavori». A illustrarne i dettagli è il presidente Mauro Visentin: «I primi due interventi, quello in corrispondenza della Botte Paleocapa e quello lungo il canale Buniolo, sono indispensabili per garantire la sicurezza idraulica di vasti territori che potrebbero subire allagamenti in occasione di precipitazioni intense, ormai non più così rare a seguito dei cambiamenti climatici come abbiamo avuto modo di constatare in questi ultimi anni. Il terzo intervento garantirà la continuità del servizio irriguo per effettuare il quale è necessario derivare le necessarie portate dall’Adige. Il Consorzio ha dimostrato una capacità progettuale invidiabile: in soli quattro mesi è riuscito a portare a termine la progettazione esecutiva di tre progetti per un importo consistente. Gli uffici amministrativi sono riusciti a redigere i bandi di gara e appaltare immediatamente i lavori i cui cantieri saranno attivi già da ottobre». F.Cam.

Cinque borse di studio per ingegneria informatica ISTRUZIONE ROVIGO Scade domani la possibilità per i laureati triennali in Ingegneria dell’informazione di partecipare al bando che assegna 5 borse di studio, di 3.000 euro ciascuna e della durata di due anni, per frequentare all’università di Ferrara i corsi di laurea magistrale in Ingegneria informatica e dell’automazione, o di Ingegneria elettronica per l’Information and communication technology. L’iniziativa è promossa dall’ateneo ferrarese e Datalogic, nell’ottica di una collaborazione sempre più stretta tra università e

impresa, ed è rivolta ai migliori laureati triennali in Ingegneria dell’informazione negli atenei al di fuori dell’Emilia-Romagna. La domanda dovrà essere consegnata o inviata via raccomandata all’Ufficio Protocollo dell’università di Ferrara: il bando e la domanda di partecipazione sono disponibili all’indirizzo www.de.unife.it/datalogic. «Dopo i progetti di tirocini e tesi aziendali, queste borse spiega Cesare Stefanelli, docente del Dipartimento di Ingegneria - mirano ad attrarre i migliori talenti che potranno studiare al nostro ateneo e cominciare a conoscere la realtà Datalogic». N.Ast.


VII

Chioggia Riviera Miranese

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Incubo burocrazia a rischio anche tutti i mercatini `Scoppia il caso della

partita Iva, le bancarelle sarebbero “fuorilegge” SOTTOMARINA

SFILATA STORICA I trattori, alcuni esemplari unici, che ieri hanno invaso le vie del centro di Mirano

Nuove Tecniche/Luca Padovani

Agricoltura, Festa da ricordare Ieri la chiusura ufficiale con la sfilata `Undici giorni di eventi con 200mila dei trattori che ha sfidato il maltempo presenze e l’impegno di tanti volontari

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MIRANO Più trattori che spettatori, ha detto qualcuno sotto il diluvio. Il giudizio è fin troppo severo, ma certo quella di ieri non poteva essere la sfilata dei record, in una mattinata quasi d’autunno inoltrato, con vento, freddo e tanta acqua. Nonostante le condizioni meteo sfavorevoli, sono state comunque tante, oltre 250, le macchine agricole in corteo, tra le quali il mitico John Deer da 750 cavalli, unico in Italia, provenienti dalle aziende agricole della zona. Numeri di gran lunga inferiori a quelli record degli anni scorsi, con quasi 600 mezzi in fila, ma che non hanno mancato di strappare applausi e ammirazione a tanti spettatori e diversi bambini, per i quali il raduno di Mirano segna sempre un romantico spartiacque tra le vacanze e il ritorno a scuola. Inevitabile, qualche disagio alla circolazione, accentuato proprio dal maltempo e dal traffico superiore alla norma e dalla marcia non competitiva organizzata nella vicina Zianigo in occasione della sagra patronale. Con la consueta sfilata dei trattori la 26a Festa dell’agricoltura chiude così i battenti dopo

tre fine settimana. Per gli organizzatori un primo bilancio di quest’edizione appare più che positivo, soprattutto dal punto di vista delle novità inserite nel programma e nonostante il maltempo ci abbia messo più di qualche volta lo zampino.

NUOVO ALLESTIMENTO Approvato il nuovo allestimento della festa, con la presenza di tre stand gastronomici e le attività per i bambini, con una proposta quotidiana diversificata per far conoscere temi legati all’agricoltura e ai suoi prodotti che ha registrato il tutto esaurito ogni sera. Un successo di pubblico, che sempre secondo gli organizzatori, ha visto oltre 200mila presenze tra l’area dedicata alla fattoria degli animali, l’area shopping e gli stand gastronomici. «Una formula collaudata - ha detto Fabio Livieri, anima organizzativa del Gruppo Imprenditori del Miranese - che però riesce sempre a inserire elementi importanti di novità come l’incontro sul latte e i suoi prodotti a filiera corta, che ha ottenuto un successo significativo e quello riservato gli allevatori, segno importante che la manifestazione sta crescendo anche sotto il profilo della diffusione del-

la cultura e dell’arricchimento delle competenze». Con oltre 200 volontari impegnati in questi 11 giorni di attività, la Festa dell’agricoltura racconta anche l’apprezzamento delle tradizioni gastronomiche del territorio: circa 20mila pasti serviti nei 10 giorni, 20 quintali di costicine cucinati, 2.600 litri di birra, 5 quintali di baccalà e 500 capresi miranesi, nuova proposta a chilometro zero di quest’anno. «Siamo convinti -

aggiunge Mario Sarto, presidente del gruppo organizzatore - che la formula della festa sia vincente per far conoscere il mondo dell’agricoltura, i suoi valori e le sue potenzialità come settore di sviluppo per l’economia dell’intero paese. Un grazie per questo successo va a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa manifestazione». Filippo De Gaspari © RIPRODUZIONE RISERVATA

Salzano

Salmonella nel Marzenego, i divieti Presenza di salmonella nel Marzenego, avviso del Comune per evitare l’utilizzo di acque a scopi irrigui. L’informazione è stata diramata nei giorni scorsi, dopo una nota dell’Ulss 3 che comunicava la presenza di “salmonella spp” nelle acque del fiume. Il sindaco Luciano Betteto ha pertanto firmato un’ordinanza con cui vieta l’utilizzo delle acque superficiali a fini irrigui per aspersione (consentite invece metodi di scorrimento e subirrigazione) per prodotti

orticoli da consumarsi crudi. In caso di utilizzo dell’acqua del Marzenego per coltivazioni private, i prodotti destinati a essere consumati crudi dovranno essere accuratamente lavati prima del consumo, meglio se consumati cotti. Nel caso di produzione di alimenti sarà in capo all’agricoltore la responsabilità dell’idoneità dell’acqua utilizzata, mediante anche campionamento. Sono in atto controlli, che proseguiranno. F.Deg.

Dopo il Carnevale estivo la burocrazia ferma anche i mercatini: in seettimana in programma un incontro tra Ascom e l’assessore al turismo Isabella Penzo per studiare una soluzione. Ad agosto il carnevale estivo è stato bloccato una settimana prima per motivi burocratici e, questa estate, in molti hanno notato l’assenza in città dei classici mercatini dei “Creativi in Movimento”: bancarelle di oggettistica realizzata da non professionisti, amanti del fai da te, che in Veneto, però, non sono riconosciuti. La loro assenza è stata mascherata in parte dall’assenza delle notti bianche, quest’anno non organizzate da Ascom ma che, fino all’anno scorso, erano state una delle principali attrazioni dell’estate. E in quelle occasioni, tra la musica e gli intrattenimenti, c’erano anche le bancarelle di oggettistica. A Chioggia però non sono più autorizzate a scendere in piazza. Il motivo? Una interpretazione a livello regionale di una norma nazionale li ritiene fuorilegge: per partecipare ai mercatini serve una partita Iva e chi propone i propri prodotti realizzati a mano con impegno e passione soprattutto nei ritagli di tempo libero non ce l’ha. «Il problema è serio e se ne deve discutere prima di Natale o i mercatini saranno a rischio – racconta Gianni Nardo di ChioggiaTv, spesso braccio operativo di Ascom per l’organizzazione di eventi – In Veneto i creativi che realizzano e vendono oggetti realizzati a mano da loro stessi non sono riconosciuti e questo crea grossi problemi. Non essendo un lavoro continuativo non possono permettersi la partita Iva. In altre regioni, ad esempio, pagano una quota fissa per partecipare a un numero con- NOTTE BIANCA Quest’anno è cordato di eventi. E’ un proble- saltata, “mascherando” il ma che si deve affrontare a li- problema dei mercatini

Vandali a scuola: notte insonne per l’antifurto MARTELLAGO

Madre di due figli uccisa dal male a 47 anni `Giorgia Maccatrozzo,

attiva in parrocchia, era conosciuta e stimata MIRA Mira piange un’altra mamma. Nella notte tra sabato e domenica è mancata Giorgia Maccatrozzo, 47 anni, stroncata da una lunga malattia che ha combattuto con tanta forza d’animo e caparbietà fino all’ultimo. Mamma di Angelica e Tommaso, rispettivamente di 7 e 14 anni, Giorgia era molto conosciuta sia nell’ambito della parrocchia di San Nicolò che nell’ambito scolastico e nelle attività sportive che frequentava-

no i due figli, che lei continuava a seguire con amore e attenzione nonostante la malattia. Amici e conoscenti la ricordano come una persona solare, sempre positiva, pronta ad un sorriso aperto che le illuminava il viso. La notizia ha suscitato sgomento a Mira anche perché segue di qualche mese un’altra drammatica perdita, quella di Monia Zoccarato, di appena 42

NUOVO LUTTO DOPO LA MORTE DI MONIA ZOCCARATO IL DOLORE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA IN CITTÀ

anni, anche lei mamma di due figli, scomparsa per un tumore lo scorso giugno dopo aver combattuto per diversi anni la malattia. Anche “Gente Veneta”, il notiziario del Patriarcato di Venezia, ha dato la triste notizia della morte di Giorgia ricordando come nella comunità di San Nicolò siano ben cinque le mamme scomparse prematuramente negli ultimi anni. «La perdita di Giorgia è un dolore grande – ha sottolineato la comunità cristiana di Mira – che invita però tutta la comunità a cogliere il valore della vita e della famiglia, così come Giorgia ci ha testimoniato. E che ci spinge a cercare rifugio in Dio come tante volte lei ha fatto in questi anni, quando all’altare della Madonna pregava per la sua guarigione». Luisa Giantin

MIRA Giorgia Maccatrozzo

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vello regionale. Come ChioggiaTv, attraverso i nostri avvocati e chiedendo aiuto anche alla consigliera regionale Erika Baldin, abbiamo più volte chiesto udienza all’assessore regionale al commercio per discutere della situazione, ma senza alcun esito. Ma la discussione va aperta anche a livello locale: la normativa infatti riguarda tutta la regione, ma non si capisce come mai, com’è successo anche per il carnevale estivo, in tutte le altre realtà si riesce comunque ad organizzare tutto mentre da noi semplicemente viene cancellato l’evento». La speranza è che, nell’incontro dei prossimi giorni, almeno a livello locale si trovi una soluzione per riportare i mercatini a Chioggia, nell’attesa che a livello regionale si muova qualcosa e magari venga cambiata l’interpretazione della norma che tarpa le ali all’ingegno e alla creatività. «Soprattutto – conclude Nardo – ci chiediamo quale creativa soluzione trovino gli altri comuni per riuscire a organizzare carnevali e mercatini senza alcun problema. Noi francamente non ci riusciamo ed è inevitabile che ci poniamo questa domanda. C’è la volontà, da parte nostra, di riprendere la collaborazione per gli eventi con l’amministrazione cercando di creare anche un nuovo format per il prossimo Natale. Speriamo si riesca a trovare qualche soluzione». Marco Biolcati

Notte di domenica in bianco per mezza Martellago, per colpa dei soliti ragazzi terribili che hanno attivato di nuovo l’allarme antincendio alle scuole di via Trento, in funzione ininterrottamente per ore; ma stavolta il Comune annuncia la linea dura. Sabato sera circa 40 ragazzini di 13, 14 e 15 anni, provenienti anche da altri paesi, si sono riuniti fuori dal plesso venendo presto redarguiti dai vicini perché facevano chiasso. Quindi, come fanno spesso, hanno scavalcato le reti di recinzione e i cancelli passando sul retro del complesso. E qui, tanto per cambiare, hanno srotolato la manichetta di un estintore esterno, attivando l’allarme collegato ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine e facendo scattare la sirena, che ha un suono forte e fastidioso av-

vertito a centinaia di metri di distanza. I carabinieri di Martellago sono subito intervenuti per verificare e, appurato che era il solito falso allarme, hanno chiamato i referenti del Comune per entrare a scuola e spegnere l’allarme. Per una serie di circostanze concomitanti sfortunate, tra persone fuori sede e cellulari scarichi o spenti, solo alle 7.30 di ieri è stato possibile contattare il sindaco Andrea Saccarola e il consigliere delegato alla Manutenzione Franco Bragato. «Questi ragazzi devono capire le conseguenze di ciò che fanno – ha tuonato Bragato - Genitori, dove siete?». Contrariato anche Saccarola, che ha garantito una riorganizzazione del servizio di reperibilità, onde evitare il ripetersi di disagi simili, e annunciato una ordinanza ad hoc con sanzioni pesanti per chi sarà sorpreso all’interno delle proprietà comunali negli orari di chiusura. (n.der)


Primo Piano 3

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 9 Settembre 2019

LegaeFdiinpiazza Berlusconisisfila

Il centrodestra cerca di prendere lemisure,almomentoconunanetta contrapposizione tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, in vista dellamanifestazionedioggidiFra-

telli d'Italia in piazza Montecitorio in occasione del voto di fiducia al governoConte. Il leader della Lega ha confermato che sarà in piazza a fianco di Giorgia Meloni. E ci sarà

anche Giovanni Toti, che ha fondatoCambiamo uscendodaFi . Situazioni distanti e distinte, al momento, che potrebbero però trovare un momento di confronto

in un faccia a faccia in settimana tral'exministrodell'Internoeilleader azzurro. Se per Toti andare in piazza con Meloni e Salvini è «un buonsegnale di unità delle opposi-

zioni», all'unità del centrodestra in chiaveprogettualesirichiamanoinvece i big di Forza Italia in questi giornial campus giovaniEverest di Giovinazzo (Bari). «Tutte le volte

cheilcentrodestra hacorso unito haspiegatoBernini-havintoequesto Berlusconi lo ricorda benissimo come fondatore del centrodestra».

L’AVVERTIMENTO.Dal ForumAmbrosetti aCernobbio illeader degliindustrialiinvita lamaggioranza a nonlitigare

«Guaia chiedere piùdeficit» Monitodi Bocciaall’esecutivo Traleprioritàvengonoindicatiiprogetti chedanno lavoroaigiovaniequelliinfrastrutturalifinanziabili con eurobond. Poi il cuneo fiscale e il salario minimo Fabio Perego

Ilnododell’Autonomia

IlNordsulpiedediguerra Scontrosuscuolaesanità

CERNOBBIO

Unsupermercato ANSA

saranno inevitabilmente tranchant. I dossier già pronti al ministero dell'economia, sui quali avevano lavorato anche i cinquestelle, partivano da un intervento sui sussidi ambientali dannosi, i cosiddetti Sad. Il ministro dell'am-

biente Sergio Costa - uno dei pochi riconfermati nel Conte bis - ha già stilato l'elenco ad inizio luglio e li ha quantificati in 19,3 miliardi. Ma chiaramente non potranno essere tagliati del tutto. L'altro tema sul tappeto è una rimodulazione delle tax expenditure, un capitolo nel quale sono inserite le agevolazioni fiscali, come detrazioni e deduzioni. Se un taglio ci sarà, sarà probabilmente lineare. In questo capitolo ci sono anche i bonus. Il precedente governo aveva ipotizzato di assorbire gli 80 euro nella flat tax. Ora, gli 80 euro che portano la firma di Renzi potrebbero essere potenziati e trasformati per alleggerire il fisco per la fascia di lavoratori dai redditi medi e bassi. •

«La prima cosa da non fare è quella di chiedere più deficit per finanziare la politica corrente». È necessario invece partire dai progetti, «come le infrastrutture finanziabili con Eurobond» e, in questo caso, «il bilancio Ue è la dimensione ideale per pensare un piano di 500-1000 miliardi», o come progetti per il lavoro che «guardino ai giovani». Il messaggio al Governo arriva da Vincenzo Boccia. Il presidente di Confindustria non fa sconti e dal Forum Ambrosetti dove per l'esecutivo c'è solo il ministro per l'Istruzione Lorenzo Fioramonti, invita a «cambiare metodo e paradigma sia a livello europeo sia italiano. Il punto è «non partire dai tetti ai saldi di bilancio per poi decidere cosa fare, ma partire dai fini che si vuole raggiungere per poi fissare i saldi». Nessun giudizio, invece, sul Conte bis. «Anticipati non è il caso di darli», dice indicando che verranno valutati i fatti. Boccia tuttavia chiede una «linea di direzione chiara del Paese. Se c'è una linea comune aiuta tutti. La dimensione di relativa tranquillità della politica abbassa lo spread che è una tassa indiretta». E poi invita a meno litigiosità. «Speriamo - afferma - che i ministri e i due partiti che compongono la coalizione di governo, anziché dibattere a mezzo stampa dibattono all'interno

Suconcorrenzae dazibisogna risponderecome Unioneeuropea enoncome singoliPaesi

Ilgovernatore dellaCampania Vincenzo DeLuca aCernobbio ANSA

VincenzoBoccia ANSA

del consiglio dei ministri, evitando un governo che faccia maggioranza e opposizione insieme». Boccia si sofferma quindi sui punti oggetto dell'accordo tra Cinque Stelle e Pd. «Alcuni sono condivisibili» per «altri vediamo delle criticità, restano i nodi di sviluppo» già indicati. Per gli industriali tra le priorità ci sono «cuneo fiscale, questione infrastrutturale nazionale ed europea e aggiungiamo la questione salario minimo, su cui non siamo critici ma dovrebbe essere a nostro avviso legata ai grandi contratti di riferimento». E nell'agenda degli industriali non manca un «grande piano di inclusione giovani». Il numero uno di Via dell'Astronomia mette sotto la lente anche l'Europa. «Il presidente Mattarella, come sempre, segnala una visione determinante della linea

di direzione del Paese e dell'Europa. Intanto noi abbiamo bisogno di più Europa e non meno Europa nell'interesse dell'Italia», evidenzia ricordando che l'Italia è «la seconda manifattura è proprio perché ci sono venti di rallentamento abbiamo bisogno di una Europa forte». E, in questo senso, bisogna aver un'Europa «più integrata dal punto di vista politico ed economico». Per questo «è evidente che la questione bilancio e risorse diventa determinante». Ma per farlo «occorre chiarire quali sono gli obiettivi e i fini di questa Europa riformista che dobbiamo realizzare». Infine concorrenza e protezionismo a cui bisogna rispondere come Unione europea mentre sui dazi, Boccia ribadisce che «se rispondiamo come singoli paesi ci indeboliamo». •

LaLombardiareclama la competenzasulla scuole,la Liguriaminacciail referendum mentrel'Emilia-Romagna rilanciala propriaproposta considerata«un punto di equilibrio».Il tema dell'autonomia,punto cardine delprogrammadigoverno dellaLegadi MatteoSalvini, scaldale regioni delnord Italia, chedaqualchegiorno si trovanodifronteil nuovo esecutivogiallorosso.E, propriodal neoministro degli AffariRegionali, Francesco Boccia, arrival'avvertimento: «laCostituzione vaonorata. L'autonomiachehoin mente deveavereuncollante,tenere permano il Paese cheèunoe credefortemente nell'Europa; lesue autonomiesono un valoredadifendere».Parole chenonconvinconoancora i governatoridelNordche, da Cernobbio,hannomandato un chiaromessaggioal ministro, impegnatonel Digithondi Bisceglie.«Noi andremo avanti»,avverte Totiparlando dell'itergiàavviato nel consiglioregionale ligure.«Poi sedovesse servireun referendum,saremmopronti

anchea farlo,mase si possono risparmiarei soldi deicittadini è meglio»,concludeil governatore cheammettecomecon il nuovo governononci siamoltomargine perl'autonomia differenziata, così comeideata dal Carroccio. Rincarala doseil presidente lombardo,Attilio Fontana. «Sealla Lombardianonsarà concessala competenzasulla scuola,la Regioneèprontaa varareunasua legge». Manonèsolo sullascuola chesiaccende ildibattitopolitico. Inballoanche lasanità, materie perle qualiil Nord èprontoa scendereinpiazza.Contrarioil governatoredellaCampania, VincenzoDe Luca,che sull'autonomiaritiene possibile «un'intesaragionevole»maa pattodi«non toccarela scuola pubblicaela sanitàpubblica epoi difenderele ragionidelSud». A cercareun puntod'incontroè l'Emilia-Romagnache,per bocca delsuo presidenteStefano Bonaccini,considerala propria proposta«unpunto d'equilibrio nellanuovacompaginedigoverno pertrovareuna maggioranzache possaportarlaavanti». Taglia cortoBoccia: «La casacomune delleRegioni èilministero. Non reagiròalle provocazioni».


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LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 LA NUOVA

REGIONE le nomine del governo

acQue agitate nel carroccio veneto

Nei giorni scorsi il veneziano Andrea Martella, a destra in basso al tavolo Pd-M5S per formare il nuovo governo Conte

I nuovi sottosegretari: Martella e Variati i due assi del Pd veneto Luisa Serato, seconda da destra tra il segretario federale Matteo Salvini e l’europarlamentare Mara Bizzotto, chiede più democrazia nella Lega

Lega, bufera sui commissari Serato: democrazia negata La presidente di Cav: «Se il partito invoca il voto perché non convoca i congressi consentendo ai nostri militanti di eleggere i dirigenti anziché nominarli dall’alto?»

Filippo Tosatto È un patto leonino ma non indolore quello culminato nella nomina dei sette commissari provinciali da parte del direttorio della Lega. Una mossa annunciata, in vista della stagione congressuale del 2020 e del varo definitivo del partito sovranista e tricolore capitanato da Matteo Salvini - uscito malconcio dalla crisi di governo agostana ma deciso a mantenere salde le redini in Via Bellerio - che segna la convergenza delle figure più significative del lighismo nostrano: i ministri uscenti Lorenzo Fontana (commissario in Veneto dopo l’addio di Gianantonio Da Re, migrato a Bruxelles) ed Erika Stefani, il governatore Luca Zaia, i veterani della Regione Roberto “bulldog” Marcato e Nicola Finco. Concordi nella nomina di figure di riferimento chiamate ad un ruolo delica-

to nell’immediato futuro, inclusa la definizione della coalizione e dei candidati alle elezioni regionali di primavera, dove la corazzata a trazione leghista - articolata magari in un tridente che comprenda il simbolo ufficiale, la lista presidenziale ed un “cartello” dei sindaci - mirerà a mietere la maggioranza assoluta dei consensi nel segno del Zaia ter. L’ASSE FONTANA-ZAIA

Si spiega così la cooptazione condivisa, “cencelliana” verrebbe da dire, dei nuovi commissari. L’inossidabile zaiano Gianangelo Bof (Treviso); Filippo Lazzarin, fiduciario di Marcato, a Padova; il veronese Nicolò Zavarise, fedelissimo di Fontana; Matteo Celebron indicato da Finco a Vicenza; e poi le federazioni di Venezia e del Veneto Orientale unificate e affidate al giovane Andrea Tomaello, gradito all’intero direttorio; l’apprez-

zato Franco Gidoni a Belluno e l’esperto Guglielmo Ferrarese voluto a Rovigo dal “padrino” polesano Cristiano Corazzari. Amministratori locali, capaci (negli auspici, almeno) di garantire un trait d’union con il territorio. Tutto bene? Non proprio. Perché ad agitare acque provvede Luisa Serato, l’avvocato posto alla presidenza di Cav (la società mista di concessioni autrostradali) per volontà del governatore. In un post acuminato su Facebook, la battagliera leghista di San Martino Lupari - da tempo in rotta con la sezione d’appartenenza e il gruppo dirigente padovano - contesta il ricorso sistematico al commissariamento, sollecitando ai compagni di strada un bagno di democrazia. DAL GELO AL TAM TAM

«Al mio partito, che invoca con forza la sublime la prova democratica delle elezioni,

la trattativa

Autonomia, la Stefani a Boccia «Deve rispettare i governatori» Botta e risposta a distanza fra il nuovo ministro e la veneta che l’ha preceduto: «Dice che la riforma sarà costituzionale? Anche la nostra lo era» VENEZIA. La Lombardia recla-

ma la competenza sulla scuole, la Liguria minaccia il referendum mentre l'Emilia-Romagna rilancia la propria proposta considerata «un punto di equilibrio». Il tema dell'auto-

nomia, punto cardine del programma di governo della Lega di Matteo Salvini, scalda le regioni del Nord Italia, che da qualche giorno si trovano di fronte il nuovo esecutivo giallorosso. E, proprio dal neoministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, arriva l'avvertimento: «la Costituzione va onorata. L'autonomia che ho in mente deve avere un collante, tenere per mano il Paese che è uno e crede fortemente

nell'Europa; le sue autonomie sono un valore da difendere». Parole che non convincono ancora i governatori del Nord, presenti ieri a Cernobbio. «Noi andremo avanti», avverte Toti parlando dell'iter già avviato nel consiglio regionale ligure. Rincara la dose il presidente lombardo, Attilio Fontana. «Se alla Lombardia non sarà concessa la competenza sulla scuola, la Regione è pronta a varare una sua legge - afferma

che cosa vieta di essere conseguente convocando da subito regolari congressi per dar, finalmente, voce anche ai propri militanti? Sono perplessa ... », è la frecciata. Accolta dal gelo silenzioso di quadri e militanti, lesti però ad alimentare un tam tam interno fitto di telefonate, mail e messaggi convulsi. «A differenza di chi tace per paura o calcolo meschino, io sono una persona libera che esprime a voce alta il proprio pensiero», rincara lei «sono iscritta alla Lega da trent’anni e ho a cuore soltanto il futuro del movimento, per questo ritengo che l’istituto straordinario del commissario non possa diventare la regola. Ora gli impegni e le pressioni di governo sono venuti meno, perché non vengono convocati i congressi ed eletti i segretari attraverso il voto della base?». Un interrogativo legittimo, ancorché divisivo. Che attende risposta. —

-. C'è una sentenza della Corte Costituzionale che già dichiara che le Regioni possono organizzare una parte di questa materia». Ma non è solo sulla scuola che si accende il dibattito politico. In ballo anche la sanità, materie per le quali il Nord è pronto a scendere in piazza. Contrario il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che sull'autonomia ritiene possibile «un'intesa ragionevole» ma a patto di «non toccare la scuola pubblica e la sanità pubblica e poi difendere le ragioni del Sud». A cercare un punto d'incontro è l'Emilia-Romagna che, per bocca del suo presidente Stefano Bonaccini, considera la propria proposta «un punto d'equilibrio nella nuova compagine di governo

VENEZIA. Persa 2-0 la partita

dei ministeri con il M5S, il Pd veneto prova a rialzare la testa con i sottosegretari che verranno nominati nel prossimo Consiglio dei ministri. In queste ore si infittiscono i colloqui tra i dirigenti veneti e lo staff di Zingaretti. Su due nomi la massima convergenza: Andrea Martella e Achille Variati. Il coordinatore della segreteria nazionale del Pd è stato il tessitore dell'alleanza di governo con i grillini e ha partecipato al tavolo che ha redatto il programma con i capigruppo di Camera e Senato dei rispettivi partiti. Zingaretti coltiva un obiettivo molto ambizioso: assegnare ad Andrea Martella il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri per equilibrare il rapporto con il M5S che a Palazzo Chigi ha designato Riccardo Fraccaro, braccio destro di Luigi di Maio. La scelta non è stata facile, perché il premier Conte voleva affidare a Roberto Chieppa il ruolo di Fraccaro, ma di fronte all'ultimatum del m5S, il premier ha alzato bandiera bianca. Le indiscrezioni vogliono che al segretario generale di Palazzo Chigi possa essere affidata la delega all’editoria: Chieppa potrebbe quindi assumere un incarico politico come sottosegretario. In questo scenario, si potrebbe aprire la porta anche al Pd. E se Nicola Zingaretti non ha voluto vicepremier e Andrea Or-

per trovare una maggioranza che possa portarla avanti». Taglia corto il ministro Boccia, che proprio durante il primo consiglio dei ministri del nuovo governo ha impugnato una legge del Friuli Venezia Giulia. Il titolare degli Affari Regionali si dice pronto ad incontrare al ministero i gover-

Pressing delle Regioni del Nord, il lombardo Fontana: «Scuola, pronti a fare una nostra legge» natori di tutte le regioni coinvolte. «La casa comune delle Regioni è il ministero - ha detto -, è a loro disposizione e la Conferenza Stato-Regioni vor-

lando ha rifiutato qualsiasi incarico di governo in nome del rinnovamento, la scelta potrebbe ricadere su Martella. L'operazione si presenta molto delicata ma se andasse in porto rappresenterebbe il riconoscimento del peso politico di un esponente del Veneto in un governo che brilla per la presenza di ministri della Campania, Puglia e Lazio. Ce la farà Martella? Se la porta di Palazzo Chigi non si dovesse aprire, l’ex deputato veneziano è in pole position per affiancare il ministro Paola De Micheli come sottosegretario alle infrastrutture. L'altro nome che gode di grande credito è quello di Achille Variati. Zingaretti ha un patto d’onore con Variati e intende onorarlo, anche se l'ex presidente nazionale delle Province ha sempre ribadito di essere contrario a un accordo con i Cinque stelle. Difficile però che possa ottenere la delega alle Autonomie con Boccia. E le altre poltrone? Nella lista che a Roma si sta valutando c'è tutta la geografia delle correnti. Dal deputato veronese Gianni Dal Moro che guida l’area Renzi, al senatore veneziano Andrea Ferrazzi, ma anche il consigliere regionale e imprenditore Franco Ferrari. Ce la farà? Aspirazioni legittime, come quelle del segretario dem Alessandro Bisato in quota Martina, o di Roger De Menech. — Al.S.

rei lavorasse molto meno sulle leggi da impugnare. Voglio rassicurare Fontana: andrò da lui, da Toti, Zaia, Bonaccini. Dobbiamo improntare il rapporto su una collaborazione senza verità inconfutabili, non reagirò a nessuna provocazione». E in serata è arrivato anche l’intervento dell’ex ministro per gli Affari Regionali, la vicentina Erika Stefani. «Quanto alle dichiarazioni di Boccia sulla riforma che farà e che - dice - sarà costituzionale, ricordo che anche la nostra lo era. Consiglio al neo ministro Boccia di esaminare bene i dossier relativi alla trattativa svolta e soprattutto di non fare dichiarazioni troppo precipitose perché i governatori meritano rispetto essendo i portavoce di milioni di cittadini».—


LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 LA NUOVA

MESTRE

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l’interVento della polizia

Maltratta il figlio e colpisce gli agenti Lei in manette, il 12enne in comunità Carlo Mion Questa volta i poliziotti delle volanti l’hanno arrestata. Era l’ennesimo intervento che facevano nell’abitazione del centro di Mestre perché qualcuno chiamava segnalando che la donna stava maltrattando il figlio minorenne. La donna è stata arrestata ieri mattina per resistenza a pubblico ufficiale e denunciata per maltrattamento di minore. Mentre

per lei si aprivano le porte del carcere della Giudecca, per il ragazzino si sono aperte quella di una comunità di accoglienza per minori in difficoltà. Una struttura protetta dove troverà un po’ di pace. Ieri mattina a chiamare la polizia sono stati dei vicini che hanno sentito l’ennesimo litigio tra madre e figlio. Lei non è ancora 40enne mentre il ragazzino ha 12 anni. Anche in questo caso non si conoscono i veri moti-

vi del litigio. Sta di fatto che quando arrivano nell’appartamento anche i poliziotti sentono le grida della madre verso il figlio. Non è la prima volta che la donna si ritrova la polizia in casa. Del resto già in passato gli agenti sono intervenuti per la segnalazione di maltrattamenti in famiglia, di lei nei confronti del figlio. E ogni volta, almeno già altre tre volte, i poliziotti hanno segnalato la cosa all’autorità giudiziaria. Questa volta però la don-

na era molto esagitata. Non voleva calmarsi nemmeno quando i poliziotti l’hanno invitata a tranquillizzarsi e a spiegare cosa stava succedendo. Lei ha solo peggiorato la situazione. Infatti non solo non si è tranquillizzata, ma ad un certo punto ha pure aggredito gli agenti che volevano sentire dal bambino cosa stava succedendo. Non è andata per il sottile e alla fine i poliziotti sono stati costretti a bloccarla e ad arrestarla sentito anche il publ-

Nell’appartamento di Mestre è intervenuta la Polizia (Foto d’archivio)

bico ministero di turno. Mentre la mamma veniva portata in carcere, per il piccolo è stata trovata una sistemazione in una struttura protetta per ragazzini in difficoltà. Oggi, davanti al giudice, è prevista l’udienza di convalida dell’arresto. Natu-

ralmente ci sarò poi l’iter con il quale i giudici verificheranno se è possibile che il ragazzino viva ancora con la madre. Anche alla stregua degli altri interventi effettuati dalle forze dell’ordine.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

la rassegna

Piazze e chiostro pieni Festival della Politica un’edizione da record Pellicani, l’organizzatore: «C’è voglia di discutere e capire» Ieri sera la chiusura con l’ex ministro spagnolo Moratinos «Il tutto esaurito di questa edizione è la dimostrazione che quando davvero fai politica in mezzo alla gente e affronti i temi importanti in modo serio, le piazze si riempiono». Il patron del Festival della Politica, Nicola Pellicani, fa un primo bilancio dell’edizione numero nove, quella dei record, che si è chiusa ieri sera dal palco di piazza Ferretto, dov’era presente tra gli altri Miguel Angel Moratinos, ex ministro spagnolo degli Affari esteri. Posti in piedi, spazi full: dal chiostro del Museo del ‘900 all’auditorium dove il primo giorno sono rimaste persone addirittura fuori dalla porta, fino all’emeroteca passando per piazzetta Pellicani e Battisti. Un Festival diffuso, che ha vivacizzato la città e richiamato pubblico da fuori Regione. «Quest’edizione ha superato le aspettative», ha commentato Pellica-

ni ,«segno che il Festival è oramai conosciuto, affermato. Quest’anno per la prima volta abbiamo avuto la presenza di ospiti internazionali e ci siamo avvalsi delle traduzioni simultanee. Dimostrazione che quando fai politica in modo approfondito e serio, la piazza si riempie come neanche al Festival Show. Siamo riusciti a dribblare la pioggia, a far vivere spazi della città, certo qualche brontolone ci sarà sempre, ma siamo cresciuti davvero molto». Ieri altra giornata intensa, che si è chiusa con l’ennesimo pienone in piazza Ferretto. A parlare di Europa e sfide internazionali Miguel Angel Moratinos, Piero Fassino, Angelo Panebianco e Maurizio Caprara. Panebianco ha toccato il tema dei “populismi”: «La crisi ha spinto molti a dire che era economicamente conveniente

usare l’Europa come capro espiatorio dei problemi interni, bisogna invece capire che l’interesse di un Paese si rafforza se si rafforza l’Europa, il problema è ricostituire fiducia della parte di opinione pubblica che ha cambiato idea». «Alcune forze politiche hanno cavalcato l’idea che l’Europa fosse un peso», ha sottolineato Fassino, «il problema è che abbiamo costruito un pezzo di integrazione europea decidendo in modo autarchico senza tener conto di Paesi come Brasile, Cina, India: prima della globalizzazione quello che stava “fuori” non c’era, l’Europa ha sottovalutato questo aspetto, oggi è il vero tema, ossia come costruire un’integrazione europea in un mondo in cui ci sono gli altri e quello che fanno incide su di te». — Marta Artico

Piazza Ferretto gremita per il Festival della Politica. Sotto, gli incontri con Galli della Loggia e Panebianco

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