dicembre 2011
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Perché proseguire sulla strada del turismo Continuing along the tourist trail
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editoriale
di Giorgio Gradogna
Napoli è una delle città più belle al mondo, per molti la più bella. Con un patrimonio storico, architettonico, culturale, paesaggistico ed enogastronomico ricchissimo al quale si affiancano eccellenze produttive che solo l’arte, la fantasia e l’abnegazione partenopee sono in grado di offrire. Se n’è accorto anche Richard Worth, il plenipotenziario organizzatore dell’America’s Cup, che, in nemmeno tanti segreti incontri napoletani d’affari, ha manifestato il suo entusiastico apprezzamento. La sua segue una lunga serie di encomiastiche valutazioni da parte di opinion maker di fama mondiale, alcune delle quali pubblicate da Charme, che da sei anni è l’unica e omnicomprensiva vetrina del bello e del buono della Campania. Cosa manca dunque a questa città e ai suoi ineguagliabili dintorni perché sia finalmente riconosciuta e valorizzata a pieno la loro attrattività turistica? Al di là di nefasti eventi ed endemici problemi (spazzatura e microcriminalità, nell’ordine), a Napoli non si è mai veramente deciso di
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puntare sulle eccezionali peculiarità del territorio. Ma, con un primo pungolo della Curia partenopea che ha indetto il Giubileo per Napoli nel tentativo di risvegliare le coscienze in tutti i settori, sembra ora che questa strada sia stata intrapresa con maggior piglio. Ne è esempio la Convention mondiale delle Camere di commercio italiane all’estero organizzata a ottobre da Unioncamere e Camera di commercio partenopea, una grande kermesse che ha messo in primo piano il confronto sull’industria del turismo, uno di quei pochi settori dell’economia che ha incidenza sia sociologica che sulla crescita culturale e sull’internazionalizzazione del territorio. Ne è altro indice la decisa caparbietà con la quale Unione industriali, Regione, Comune e Provincia hanno fortemente voluto due tappe delle world series dell’America’s Cup a Bagnoli. Sono segnali d’indirizzo, seguendo i quali Napoli potrà finalmente entrare nel Gotha del panorama turistico mondiale, avendone certamente titoli e capacità. Ma non basta crederci, bisogna perseguire.
Naples is one of the world’s most beautiful cities – the most beautiful, according to many, with a heritage of history, architecture, culture, art, food and drink and natural beauty as well as other areas of excellence that only Neapolitan flair and selflessness can achieve. Richard Worth, the chief organiser of the America’s Cup, has fully recognised these assets and, in countless, semi-secret business meetings in Naples, he has expressed his enthusiastic appreciation. His is only the latest in a long series of positive assessments made by world-famous opinion makers, some of which have been published by Charme, the unique and versatile showcase of all that is beautiful in Campania, now in its sixth year. So what do this city and its exquisite neighbouring areas still lack before its attractiveness to the tourist industry can finally be acknowledged and valorised? Leaving aside its terrible endemic problems (such as garbage and crime), the authorities have never fully chosen
to focus on the particular areas of excellence that this region can offer. But, now that the church offices in Naples have announced the organisation of the Jubilee for Naples with a view to awakening consciences in all sectors of society, it seems that progress is now being made in this direction. For instance, the World Convention of Italian Chambers of Commerce abroad organised in October by Unioncamere and the Naples Chamber of Commerce turned the spotlight on the tourist industry, one of the few areas of the economy that has a sociological, cultural and internationalising effect on the local area. Likewise, the dogged insistence with which the association of industrialists and regional, provincial and local governments is focussed on securing two legs of the America’s Cup world series in Bagnoli. These are pointers which will help Naples to finally enter the Olympus of the world tourism industry, something for which it is certainly qualified. But it is not enough just to believe it. You have to pursue it. 3
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CHARME TUTTO IL BELLO ANNO VII - NUMERO 2 - DICEMBRE 2011 (nuova serie) Reg. Tribunale di Napoli n. 1/2007 Questa rivista è distribuita in 190 alberghi a 4 e 5 stelle di Napoli e Caserta. Direttore responsabile: GIORGIO GRADOGNA Società editrice: Sisicom società cooperativa Via Nuova Poggioreale, 161 Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 80143 Napoli Direzione e redazione: Via Nuova Poggioreale, 161 Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 tel. 081.198.06.219 - 220 info@charmeitalia.it segreteria@sisicom.it Traduzioni: Ken Tobyn Stampa: Arti Grafiche Boccia - Salerno Concessionaria per la pubblicità: Specialmedia Srl via Nuova Poggioreale, 161 Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 80143 Napoli Tel. +39.081.195.62.813 commerciale@specialmedia.it Direzione editoriale: Sergio Gradogna Realizzazione in service: Specialmente srl - Napoli Coordinamento: Gabriele Scarpa Consulenza editoriale: Cristina Cennamo Progetto grafico e impaginazione: Davide De Marco Immagini: AGN Fotoreporter, Archivio Sisicom, Vincenzo Chirichella per Giu*Box, SG foto, Procolo Lucignano per Giu*Box (copertina)
sommario
EDITORIALE Perché proseguire sulla strada del turismo di Giorgio Gradogna pag. 3 LA STORIA Baia e dintorni Sotto le onde brilla l’Atlantide di Roma di Gabriele Scarpa pag. 6 I Re di Napoli Il Regno conteso da tutta Europa di Gabriele Scarpa Il Bello addormentato Vesuvio, una meraviglia assopita di Rosanna Nastro
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pag. 22
Riflettori accesi La Camera di Commercio illumina Napoli di Loreta Martellaro pag. 28 America’s Cup a Bagnoli Napoli corre col vento in poppa di Giorgio Gradogna
Caramanna Gioielli Nello zoo delle gemme entra il Pavone di Annalisa Palmieri pag. 56 Fratelli Dinacci Il gioco di squadra che fa grandi preziosi di Eva Molea pag. 58 Oro Arte Gioielli col fascino della perfezione di Eva Molea pag. 59 Vigneri Luxuries L’atelier di gioie dove tutto meraviglia di Eva Molea pag. 60 Pietrasalata Il mare che fa luccicare chi lo indossa di Giuliana Covella pag. 61
CAMPANIA EVENTI
pag. 30
DONNA CHARME
CAMPANIA STYLE Stile e stilisti napoletani Così Partenope veste l’inverno di Annalisa Palmieri
pag. 62
Mariano Rubinacci London House La casa dell’eleganza classica e moderna di Annalisa Palmieri pag. 70
pag. 36
NATALE STYLE
M. Cilento e F.llo dal 1870 Il fascino dello stile tutto hand made di Annalisa Palmieri pag. 72
Il presepe napoletano Antichi mestieri rivivono tra i sugheri di Lello Scarpato pag. 38
Maison Magic Capi d’autore cuciti sulla personalità di Giuliana Covella pag. 75
Giuseppe e Marco Ferrigno Maestri che reinventano i pastori di Veronica Mosca
pag. 44
Sanseverino Cravatte Nodi al collo per uomini raffinati di Eva Molea
pag.76
pag. 46
I portabene Non è vero ma ci credo. E li regalo di Rosanna Nastro
pag. 78
pag. 50
Marlen Penne Il profondo piacere di scrivere con la storia di Sarah Ricca pag. 82
Claudia Puglia
Giochi, Natale da tavolo I numeri che raccontano storie di Lello Scarpato Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra
pag. 16
Alessandra Avallone Bijoux L’arte di lavorare a mano l’eleganza di Veronica Mosca pag. 55
Il Natale dei regali Doni preziosi sotto l’albero di Annalisa Palmieri
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Turco Global Service Il lusso è a portata di noleggio di Sarah Ricca
pag. 84
Villa Cilento Cornice perfetta per magici momenti di Eva Molea pag. 86 L’Arte di Creare Arredi con anima e profumo d’antico di Vera Amoroso pag. 88 CAMPANIA SAPORI Pasticceria napoletana Dolci souvenir per tutti i palati di Giuliana Covella
pag. 90
Vini della Campania Aromi, profumi e gusti nella culla di Bacco di Rosanna Nastro pag. 94 Caseificio Ponte a Mare Una mozzarella da Gambero Rosso di Eva Molea pag. 100 Salsamenteria Sarracino Prosciutti e formaggi stagionati in cave di tufo di Eva Molea
pag. 102
QUESTIONARIO Le chiediamo un consiglio pag. 104
Con il contributo di:
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Napoli
Con il patrocinio di:
MUSEI
pag. 105
MOSTRE & GALLERIE
pag. 112
In collaborazione con:
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La storia
Baia e dintorni 6
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Sotto le onde brilla l’Atlantide di Roma Rome’s own Atlantis sparkles beneath the waves Il Castello aragonese e l’antica città sommersa: testimonianze di storia nel cuore dei Campi Flegrei The Aragonese Castle and the underwater city: Witnesses of history in the heart of the Phlegraean Fields di Gabriele Scarpa
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Un angolo di paradiso nel cuore dell’impero. “Nessun luogo al mondo supera in bellezza la ridente Baia” scriveva il poeta Orazio, duemila anni fa, letteralmente stregato dal fascino dei Campi Flegrei. Scelsero quest’angolo dell’odierna Bacoli i dominatori dell’Urbe, un antico cratere vulcanico vecchio di 8.400 anni, per gettarvi l’ancora della potente flotta del Tirreno. Qui, raccontava la leggenda, era scomparso Bajos, mitico nocchiero di Ulisse. E da qui Roma avrebbe difeso le frontiere dell’impero dalle minacce provenienti dal mare. Lo fortificarono, innanzitutto, costruendovi un enorme
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“Nowhere in the world is more agreeable than Baia” said Horace, the poet who fell under the spell of the Phlegraean Fields 2000 years ago. The rulers of the ancient world had chosen this 8,400 year old volcanic crater as the harbour for their mighty fleet and the bulwark defending the empire from the sea. However, by a curious twist of fate, the military facility was short-lived as it gradually sank into the sea, and the Romans were forced to relocate to the natural harbour of nearby Misenum. This town would soon become a sacred site with lavish temples, superb baths and spectacular villas. Caesar, Pompey, Mark Anthony, Lucullus and Cicero had
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La storia
porto militare difeso da una lingua di terra che partiva da punta Epitaffio e si congiungeva con punta Caruso. Per uno strano scherzo del destino, lo scalo guerriero ebbe vita breve, condannato dal lento, ma progressivo insabbiamento dell’area. I romani, tuttavia, non si persero d’animo e spostarono le imbarcazioni nel vicino bacino naturale di Miseno, riconvertendo il porto di Baia a funzioni civili. Fu questa l’inizio della fortuna della colonia che in breve tempo si trasformò in un luogo sacro e rinomato, ospitando templi dedicati alle divinità, ricchi impianti termali, lussureggianti residenze. Nel giro di pochi anni gente del calibro di Giulio Cesare, Pompeo Magno, Marco Antonio, Lucullo e Cicerone scelsero di farsi costruire qui la loro casa delle vacanze, emulati ben presto da imperatori come Caligola, Claudio, Nerone (l’incendiario, che nella villa di Baia fece ammazzare la madre Agrippina), Domiziano, Adriano, Antonino Pio, Commodo, Alessandro Severo. Insomma: come una sorta di Miami dell’antichità, la perla flegrea si tramutò in luogo di riposo e villeggiatura, diventando una delle mete più ambite dal “jet set” capitolino per la bellezza del paesaggio e le calde acque di cui erano ricchi i suoli, ottime non solo per l’otium, ma anche per la cura della pelle. Si racconta che le terme furono inventate proprio qui a partire dal II secolo a.C., nel cuore della “terra di fuoco”, dove a poco a poco sorse una ricca e prosperosa città le cui tracce sono ancora oggi evidenti nei resti archeologici dell’area che abbraccia la zona costiera di Bacoli e il vicino golfo. 8
In apertura, una suggestiva immagine del castello aragonese di Baia. A destra, i particolari del mosaico di un antico pavimento. Nella pagina accanto una veduta aerea della città sommersa, meta prediletta di nobili e imperatori della Roma dei Cesari e i resti di una dimora patrizia.
holiday homes built here, as did Caligula, Claudius, Nero (who had his mother Agrippina murdered in her Villa in Baia), Domitian, Hadrian and Commodus. In short, it was the ancient world’s Miami Beach: a place where the élite of Rome could relax and enjoy the area’s healthy air and mineral waters. Indeed, Roman Baths are said to have originated in the Land of Fire in the 2nd century BC when the rich and prosperous inhabitants built the Temples of Diana, Venus and Mer-
Strutture con la volta a cupola come il Tempio di Diana, i templi di Venere e Mercurio. E il ninfeo dell’imperatore Claudio, completamente sommerso, ma le cui sculture, riportate in superficie, sono oggi in mostra nel Museo archeologico dei Campi Flegrei. Si parla di acqua, di mare. Di opere “sommerse” dalle onde. La colpa? E’ tutta del bradisismo, il movimento sismico tipico dell’area flegrea che provoca l’abbassa-
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cury and the emperor Claudius commissioned a nymphaeum, now underwater but whose sculptures are on display in the Archaeological Museum of the Phlegraean Fields. How does a harbour ‘sink’ and a nymphaeum end up underwater? The Phlegraean Fields are subject to bradyseism, a tectonic movement that alternately raises and lowers a part of the earth’s crust, and Baia was slowly plunged beneath the waves. Nearby Puteoli, the other historic Roman colony in
mento e l’innalzamento della crosta terrestre. Baia, infatti, nel corso dei secoli, non fu immune da questo fenomeno e andò incontro a un triste destino, iniziando lentamente a sprofondare fino al suo definitivo inabissamento. Una sorte terribile. Toccata anche alla vicina Puteoli, altra storica colonia romana dei campi di fuoco. E testimonianza viva della grandezza dell’Urbe le cui vestigia ancora oggi troneggiano sotto le fondamenta del
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La storia
the area on which the medieval citadel of Rione Terra (Pozzuoli) was built, was also affected. The 33 metre-high tufa promontory of Rione Terra, surrounded on three sides by the sea, was once the acropolis of the Greek colony of Dicearchia founded by exiles fleeing the tyranny of Polycrates. Its many relics are on view alongside the Temple of Augustus, later incorporated into the Cathedral, as well as roads, shops stores and baths from the early imperial age. Baia, like Puteoli, sank beneath sea level between the 3rd and 5th centuries AD, and again between the 7th and 8th centuries before disappearing entirely during the eruption of Monte Nuovo (a hill that rose up in a single night) in September 1538. It thus became Rome’s Atlantis, a mysterious city 30 metres below the waves whose treasures are on display only to sea creatures and ad-
medioevale Rione Terra, centro antico di Pozzuoli trasformato in cittadella murata. Sorto su un promontorio, costituito da uno sperone di tufo alto 33 metri e circondato sui tre lati dal mare, il Rione Terra costituiva, un tempo, l’acropoli di Puteoli nonché la sede del primo insediamento di Dicearchia, colonia greca fondata intorno al 530 a.C. da un gruppo di esuli sfuggiti alla tirannide di Policrate. La maggior parte dei reperti archeologici del Rione risale alla prima età imperiale: oggi si possono ammirare accanto al tempio di Augusto che sorge proprio sulla cima del monte, inglobato all’interno della cattedrale, insieme con strade, botteghe, magazzini, taverne e impianti termali. 10
A sinistra, i resti di un antico tempio romano. In alto, una veduta degli scavi flegrei del Rione Terra sede, secondo la leggenda, della colonia greca di Dicearchia.
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La storia
Come Puteoli, dunque, anche Baia, la perla dell’impero, iniziò a morire sprofondando, centimetro dopo centimetro, sotto il livello del mare. Una prima volta accadde tra il III ed il V secolo d.C. E una seconda tra il VII e l’VIII secolo, fino a sparire completamente dalla scena, fagocitata dal Tirreno. Accadde durante l’eruzione del Monte Nuovo (che venne alla luce in una sola notte) nel settembre del 1538. Da quel giorno, l’antico gioiello che ammaliò Orazio si trasformò nell’Atlantide di Roma, collassando a una decina di metri di profondità. Luogo tra i più misteriosi al mondo. Che svela i suoi tesori solo a pesci e appassionati di immersioni subacquee. Un tour sotto le acque del Tirreno o a bordo di speciali battelli con la chiglia trasparente, a poche centinaia di metri dal moderno litorale, svelerà subito di quale incanto e fascino fosse dotata, duemila anni fa, questa magica cittadina inghiottita dal mare. Le pareti di tufo, i resti di mosaici e pavimenti, strade, colonne, taberne, le rovine di dimore imponenti come quella di Protiro e la straordinaria villa dei Pisoni, con il suo portico, le terme, gli ambienti di servizio, gli approdi e le peschiere sembrano ancora lì che aspettano il ritorno degli antichi signori. Come Cesare e Nerone, duemila anni fa, anche il moderno visitatore non potrà che rimanere a bocca aperta di fronte a un simile spettacolo. Il grande paradosso dell’Atlantide flegrea sta proprio nella sua tomba d’acqua. Come la cenere del Vesuvio custodì Pompei, lasciandola praticamente intatta, così il mare ha conservato Baia. Sì, 12
perché se le onde del Tirreno non avessero inondato case e palazzi, fino a coprirli del tutto, molto del patrimonio romano dei Campi Flegrei sarebbe andato perduto per sempre. Invece Baia continua a vivere, sia pure a pochi metri di profondità. E su quel posto, scoperto negli anni Quaranta grazie alle foto aeree effettuate dal pilota Raimondo Baucher (che per primo individuò l’area del Portus Julius), dal 7 agosto del 2002 è stato istituito il parco archeologico sommerso, equiparato ad area marina protetta. Il parco si estende nel golfo di Pozzuoli dall’attuale porto di
venturous divers, but a tour in a glass-hulled boat instantly reveals the charm of this ancient town. Walls, mosaic floors, streets, columns, inns, the remains of luxury villas, baths, jetties and fish tanks all seem to be waiting for the return of their former owners. A spectacular sight! However, just as the ashes of Vesuvius preserved Pompeii, so the sea has preserved Baia from the onset of the modern world. The town was only discovered in the 1940s when aerial photographs revealed the existence of Portus Julius, and since 7 August 2002 it has become a protected underwater archaeological site
In alto, sub a spasso tra pareti e colonne della città sommersa di Baia. Sorta di Miami dell’antichità, la ricca colonia romana è sprofondata sotto le acque del Tirreno fino a sparire completamente, nel corso dei secoli, a causa del bradisisma.
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La storia
Baia fino al Pontile della Pirelli comprendendo anche il Castello Aragonese, un altro dei preziosi gioielli della costa flegrea. Il maniero fu edificato alla fine del XV secolo sui resti di quella che, con tutta probabilità, doveva essere la villa di Giulio Cesare e le cui rovine ancora sopravvivono sul pendio retrostante punta Caruso. La prima pietra fu posta nel 1495 da re Alfonso d’Aragona che volle quell’opera per difendere Pozzuoli dalle incursioni dei pirati moreschi. Concepito come forte di avvistamento, il castello fu successivamente ampliato e radicalmente trasformato dai viceré che ne accentuarono la funzione militare. Durante la Repubblica Partenopea del 1799 il forte rimase in mano ai rivoltosi repubblicani, resistendo anche all’assedio delle navi inglesi. Ulteriormente modificato e rinforzato dai Borbone, dopo l’Unità d’Italia, il castello di Baia passò sotto l’amministrazione di vari Ministeri, tra cui quello della Difesa. Poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, funzionò come carcere militare e campo per i prigionieri di guerra. Ospitò anche un orfanotrofio e, infine, nel 1948, passò alla Soprintendenza Archeologica che lo trasformò nell’attuale Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Al suo interno sono oggi ospitati alcuni dei reperti romani rinvenuti sul posto. Ed è, inoltre, visibile la ricostruzione del ninfeo di Claudio, rinvenuto nelle acque che bagnano Punta Epitaffio, con la raffigurazione dell’episodio cantato da Omero nell’Odissea di Ulisse che, aiutato da un compagno (forse proprio Bajos), porge il vino al ciclope Polifemo. 14
A sinistra, gli archi delle terme romane di Baia. In basso, una veduta delle torri del Castello di Baia, oggi sede del museo archeologico dei Campi Flegrei.
spreading out into the Gulf of Pozzuoli from the modern port of Baia and includes the spectacular Aragonese Castle.This 15th century fortress was probably built on the remains of the villa of Julius Caesar, the first stone being laid in 1495 by King Alfonso of Aragon who wanted to defend Pozzuoli from the Moorish pirates. Originally intended as a watch tower, the castle was later transformed by the Spanish viceroys to endow it with a military capability. During the Parthenopean Revolution of 1799, the stronghold was in the hands of the republican revolutionaries and survived the siege
imposed by the British navy. It was further fortified by the Bourbons and, after the Unification of Italy, Baia Castle fell under the control of the Ministry of Defence. In World War II it served as a POW camp and also housed an orphanage, but in 1948 it became the Archaeological Museum of the Phlegraean Fields, housing relics and a reconstruction of Claudius’ nymphaeum which depicts Odysseus offering wine to the Cyclops Polyphemus and helped by a companion, perhaps his helmsman Baios who was said to have died here and hence gave his name to the town.
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La storia
I Re di Napoli 16
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Il regno conteso da tutt’Europa The most contended court in Europe Dai Normanni agli Svevi, dagli Asburgo ai Borbone: ventisette corone hanno scritto il destino del grande Sud E una storiella popolare li sbeffeggia così Normans, Swabians, Hapsburgs and Bourbons: Twenty-seven crowned heads who shaped the South’s future are ridiculed in a popular anecdote di Gabriele Scarpa
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Ruggiero, Federico, Alfonso, Ferdinando. Ma quanti furono i re di Napoli? A dar retta alle cronache, tra Normanni e Angioini, Aragonesi, Francesi, Austriaci e Borbone, nel corso dei secoli la terra di Megaride ospitò almeno ventisette teste coronate, di cui solo una decina passate alla storia. Non è un caso, infatti, che solo sette dei principali sovrani (quelli ritenuti capostipiti delle dinastie regnanti) fossero raffigurati in statue fatte edificare da Umberto I di Savoia, alla fine dell’Ottocento, lungo la facciata di palazzo Reale. L’ottava è un po’ un’eccezione: è dedicata, infatti, a Vittorio Emanuele II, che fu l’ultimo re di Sardegna e primo re
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Twenty-seven kings have sat on the throne of Naples, but not all of the Norman, Anjou, Aragonese, French, Austrian and Bourbon monarchs left their mark. Indeed, when Umberto I of Savoy had statues sculpted in the late 19th century to embellish the façade of the royal palace in Naples, only the founder of each of the various dynasties was chosen, including Victor Emmanuel II, the last king of Sardinia and the first king of Italy. Majestic stone symbols of a millennium but also a source of humour to Neapolitans who willingly tell tourists the ’story’ behind the statues. Charles V of Hapsburg, on 17
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La storia
dell’Italia unita. Colossi di pietra dall’aspetto imponente, pronti a divertire l’ignaro visitatore grazie a una storiella che l’ironia dei napoletani ha confezionato apposta per loro, per quelle statue della memoria e che ogni famiglia partenopea si tramanda di padre in figlio. Carlo V d’Asburgo, quello sul cui regno “non tramontava mai il sole”, è scolpito con l’indice della mano destra rivolto al selciato. Sembra quasi voler indicare una pozza d’acqua e quindi il menestrello popolare gli fa dire: “Chi ha fatto pipì qui a terra?”. Gli risponde Carlo III di Borbone, primo rappresentante dell’ultima casata napoletana: “Io non ne so niente“. Gioacchino Murat, ultimo erede delle fortune napoleoniche in Europa, si fa coraggio e confessa: “Sono stato io, e allora?”. A questo punto entra in scena Vittorio Emanuele II. Sguaina la spada e urla: “Allora te lo taglio!”. Fin qui il colore. Note ironiche di chi si è divertito a prendere in giro uomini che avevano in mano il destino di un popolo. Poi c’è la storia, quella vera. E qui il disco suona un’altra musica. A voler dar retta alle cronache il primo sovrano del Regno del Sud non aveva i capelli ricci né la carnagione bruna. Insomma: non era proprio il tipo mediterraneo che uno si sarebbe aspettato al comando di un paese che più latino non si può. Il primo re di Napoli e Sicilia, infatti, si chiamava Ruggero II detto “il Normanno” ed apparteneva alla famiglia francese degli Altavilla. I suoi antenati erano originari della Scandinavia. Ruggiero riuscì a farsi riconoscere sovrano dopo una lunga lotta contro il Papato. La sua statua, simile a quella di un re vichingo, è la prima del lotto di palazzo Reale. Spentasi la dinastia degli Altavilla, toccò agli Svevi, mezzo secolo più tardi, accomodarsi 18
Nella foto di apertura, la facciata di palazzo reale a Napoli. A sinistra, Francesco II di Borbone, ultimo re del Regno delle Due Sicilie, in una rara foto d’epoca insieme alla moglie Maria Sofia di Baviera. In alto re Ferdinando II di Borbone. Nella pagina accanto, la statua di Ruggiero il Normanno all’esterno di palazzo reale e un ritratto di Carlo III di Borbone.
whose empire “the sun never set”, points downwards, seemingly at the puddle that forms there when it rains, and says “Who peed here?”. Charles III of Bourbon replies “I don’t know”. Joachim Murat, last of the Napoleonic kings, declares “It was me! What are you going to do about it?” Victor Emanuel II at this point unsheathes his sword and cries “I’m going to cut it off!”. However the history books tell a different tale. The first king of Naples and Sicily was not the curly-haired, dark-skinned Latin
most people would expect; Roger II of Hauteville was French but his house was Scandinavian in origin and, indeed, “the Norman” is depicted in his statue as a sort of blond-haired Viking with a bushy moustache. The House of Swabia rose to the throne 50 years later with Frederick II, related to the Hautevilles on his mother’s side, who was Emperor of the Holy Roman Empire and one of the most enlightened rulers of the Middle Ages. Today remembered for his innovations in social justice and for
founding the University of Naples in 1224, Frederick reigned until his death in 1250 but his successor Conrad was executed 18 years later in Piazza Mercato by Charles of Anjou. The Anjou kings redesigned the city centre, building the Maschio Angioino castle and many churches, such as Sant’Eligio. Their lavish tombs are to be found in the medieval church of Santa Chiara. Following the Sicilian Vespers rebellion, Alfonso I of Aragon took the throne of Naples in 1442 after besieging the Anjou stronghold
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sul trono di Napoli e Palermo. Il più importante e degno rappresentante di questa casata tedesca fu senz’altro Federico II, imperatore del Sacro romano impero e uno dei sovrani più illuminati del Medioevo, nonché fondatore dell’Università di Napoli (1224). Con la caduta di Corradino, giustiziato in piazza Mercato, anche il dominio degli Svevi giunse al capolinea. Dal 1268 infatti, toccò agli Angioini prendere il mano le redini di Partenope. Furono gli eredi di Carlo d’Angiò a ridisegnare l’attuale Centro storico di Napoli.
Chiese come Sant’Eligio, o il Maschio Angioino si devono alla loro opera. Le ricche tombe a baldacchino dei nobili angioini sono oggi esposte nel monastero di Santa Chiara, una delle mete preferite dai re transalpini. Sconfitti dagli Aragonesi, anche i d’Angiò furono defenestrati. Accadde a partire dal 1442 con l’ingresso in scena di Alfonso I d’Aragona: a lui si deve il completamento di Castelnuovo, con la costruzione dell’incredibile arco che troneggia sul portale d’ingresso e la fortificazione della città, che lui stesso
Via Cavallerizza a Chiaia, 37 Tel. +39 081 400166 patriziocappelli@libero.it
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La storia
which he renamed Castelnuovo and embellished the main gate with a triumphal arch. Ferdinand II of Aragon, however, was forced to flee Naples when Charles VIII of France invaded the city in 1498 and put Louis XII on the Neapolitan throne. This resulted in war between Spain and France, and the victorious Spaniards transformed the Kingdom of Naples into a Vice-realm under the Hapsburgs and the Spanish crown. Charles V of Hapsburg established an empire on which “the sun never set” and it was during his reign in 1647 that Masaniello led the famous Neapolitan revolt against the Spanish rulers of the city. During the war for the Spanish succession, Naples was briefly captured by the Austrian king Charles VI of Hapsburg, but in 1734 Charles III of Bourbon regained the city and completed Roger the Norman’s work of transforming the whole of Southern Italy and Sicily into an independent state. Charles, after whom one of the city’s most famous squares is named, thus founded the Neapolitan Bourbon dynasty, the last royal House to rule the kingdom before the arrival of the Savoy royal family upon Italian unification. It was during the Bourbon period that Napoleon’s troops invaded Naples and put Joseph Bonaparte and later Joachim Murat on the throne before the Bourbon restoration in 1815. Under Ferdinand I, Europe’s first steam boat was launched and Ferdinando II inaugurated the Italy’s first railway in 1839 between Naples and Portici. The Kingdom of the Two Sicilies lasted until 1860 when Francis II’s troops were defeated by Garibaldi, who conquered Naples and Sicily for the Savoy Crown. 20
A lato, le statue di Carlo V d’Asburgo, Carlo III di Borbone, Gioacchino Murat e Vittorio Emanuele II protagoniste di un divertente racconto popolare.
aveva espugnato. Neanche queste opere, tuttavia, servirono a salvare il regno dall’invasione di Carlo VIII, che nel 1498 piombò su Napoli costringendo re “Ferrandino” alla fuga. L’invasione del Sud sfociò nella guerra tra Spagna e Francia. Vinsero i primi e così Napoli e la Sicilia passarono direttamente sotto la corona di Madrid, trasformandosi, tra il XVI e il XVIII secolo, in una sorta di appendice dei domini asburgici. E’ in quegli anni che si colloca la famosa rivoluzione di Masaniello (1647). Il rappresentante dinastico più famoso di quel periodo fu senz’altro Carlo V d’Asburgo, padrone di un impero così vasto
che gli venne attribuita l’affermazione secondo la quale “sul suo regno non tramontava mai il sole”. Nel corso della guerra di successione spagnola, Napoli fu conquistata dall’Austria, che la conservò sotto re Carlo VI d’Asburgo fino al 1734, anno in cui fu occupata da Carlo di Borbone, ideale prosecutore dell’opera iniziata da Ruggiero II. Passato alla storia con il nome di Carlo III, fu lui a dare il via al ramo dinastico partenopeo dei Borbone, l’ultima casata regnante prima dei Savoia. Con una significativa eccezione: la breve parentesi francese provocata dall’invasione delle truppe napoleoniche che nel 1806 por-
tò sul trono di Napoli Giuseppe Bonaparte, sostituito nel 1808 da Gioacchino Murat. Nel 1815 la città del Golfo tornò nuovamente ai Borbone i cui più famosi rappresentanti furono Francesco I, Ferdinando I, che fece costruire la prima nave a vapore dell’Europa continentale e Ferdinando II di Borbone, quest’ultimo passato alla storia per aver inaugurato, il 3 ottobre del 1839, la prima ferrovia d’Italia (la Napoli-Portici). Il Regno delle Due Sicilie rimase indipendente fino al 1860 quando Francesco II, detto anche “Franceschiello”, fu spodestato dai Garibaldini che associarono Napoli e la Sicilia alla corona dei Savoia.
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La storia
Il Bello addormentato 22
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Vesuvio, una meraviglia assopita Vesuvius, a sleeping wonder Fascino e storia del più celebre vulcano al mondo Charm and history of the world’s most famous volcano di Rosanna Nastro
L’
L’intreccio di lave secolari, il verde maestoso dei boschi, la corona dei cognoli del monte Somma, i paesaggi mozzafiato della Valle dell’Inferno, l’incanto del Golfo, gli scavi archeologici. Sua maestà il Vesuvio, croce e delizia delle genti napoletane, è una delle perle più brillanti della Campania. Onore e vanto della Terra Felix, ma anche minaccia perenne sui destini di migliaia e migliaia di persone. Il “grande vecchio” che dorme, per ora, sonnecchia tranquillo. E si lascia ammirare, sornione, in tutta la sua plurisecolare e maestosa bellezza. Nei suoi forzieri si nascondono prelibatezze e bontà che solo
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The lava trails, the majestic woods, the ridged crown of Mount Somma, the breathtaking scenery of Hell Valley, the enchanting Gulf, the archaeological sites. Mount Vesuvius, the Neapolitan’s joy and bane, is one of Campania’s finest jewels but also a constant threat for thousands of people. For now, Vesuvius is a ‘sleeping beauty’ and her bower is full of exquisite produce and wines that only fertile volcanic soils can yield. Sweet juicy apricots, tasty figs and Lacryma Christi D.O.C are just a few examples of the bounty of a natural wonder that can vie with the Grand Ca23
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La storia
queste terre fertili sono in grado di forgiare: uve tra le più ricche e saporite, da cui si ricavano vini delicati come il Doc Lacryma Christi. Albicocche tenere e dolci, di quelle che si sciolgono in bocca. E fichi gustosissimi dal colore verde e sanguigno. Buono da vedere, insomma. Ma anche da assaggiare. Perché il Vesuvio si ammira con gli occhi, ma anche con il palato. Una rarità, per dirla tutta. Che merita di diritto un posto in prima fila nella speciale galleria dei capolavori forgiati dal pianeta terra, fianco a fianco con il Grand Canyon, la Foresta Nera e la Barriera corallina. Un posto che, per la verità, solo per un soffio il Vesuvio non è riuscito a guadagnarsi sul serio, sfiorando addirittura la finale del concorso internazionale “New7wonders” ideato dalla New Open World Corporation per scovare le “nuove sette meraviglie del mondo”. Vuoi mettere, d’altronde, il fascino inimitabile che esercita il vulcano cantato da Seneca e Virgilio, Boccaccio e Vitruvio? E poi: quale altra “meraviglia” al mondo può vantare la storia leggendaria di questo cono? Quale altro vulcano può fregiarsi di aver ispirato, pittori e artisti antichi e moderni, canzonieri e poeti come ha fatto, nel corso dei secoli, la montagna di “Funiculì Funiculà”? Pompei ed Ercolano devono, tragicamente, la loro fama alla furia distruttrice del cratere. E gli schiavi di Spartaco seppero farsi gioco dei legionari romani proprio affrontandoli sulle pendici del monte infuocato. Gli stessi briganti borbonici che, subito dopo l’unità d’Italia, tennero in scacco le truppe piemontesi, trovarono qui i loro rifugi. E ancora: il Vesuvio è l’unica montagna a custodire, lungo i suoi ripidi fianchi, testimonianze archeologiche di ville e città 24
In apertura, una suggestiva immagine del Vesuvio visto da Napoli. In alto, la passeggiata per arrivare al cratere e alcuni dei frutti (uva e albicocche) che crescono sulle fertili lave della “montagna di fuoco”. Nella foto della pagina accanto la bocca del vulcano con, sullo sfondo, una delle sue tipiche fumarole.
nyon, the Black Forest and Great Barrier Reef. In actual fact, Vesuvius came within a hair’s breadth of being nominated one of the “New7wonders” organised by the New Open World Corporation, but how many other locations have been praised by poets like Seneca, Virgilio and Boccaccio? Which other ‘wonder’ has looked down on historic events over the millennia? Which other volcano has
risalenti all’antica Roma, giunte praticamente intatte fino ai giorni nostri grazie all’opera distruttrice prima, e “conservatrice” poi, di lave, ceneri e lapilli. Qualcuno, duemila anni fa, arrivò addirittura a pagare con la vita il suo amore per lo Sterminator Vesevo. Plinio il Vecchio, questo il suo nome, spirò, infatti, sulla spiaggia di Stabia, stroncato dai vapori e dai gas espulsi nella tristemente celebre eruzione
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inspired painters, artists and song-writers to the same extent as the mountain of “Funiculì Funiculà”? Pompeii and Herculaneum owe their tragic fame to the fury of Vesuvius; Spartacus used the Volcano’s slopes to defeat the Roman legions; and the Bourbon brigands harassed Piedmont’s soldiery from their hideouts on the fiery mountain after the Unification of Italy. And
che nel 79 d.C. cancellò Ercolano, Pompei e Oplonti. Era proprio nel suo stile descrivere le cose dal vivo. Per nessuna cosa al mondo l’ex procuratore della Gallia Narbonense si sarebbe perso quell’evento. Proprio per questo Plinio viene riconosciuto, oggi, come il primo vulcanologo della storia e in suo onore si utilizza il termine di eruzione pliniana per definire una eruzione catastrofica, di tipo esplosiva. Il celebre scritto-
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La storia
still it looks down on the archaeological remains of the victims of its destructive power, but whose ash and pumice preserved them for the modern world to witness. But love for the Sterminator Vesevo can exact a high price. Pliny the Elder was a man who liked to see things with his own eyes, so when the volcano erupted in 79AD, he at once sailed to the beach at Stabiae and there met his death, overwhelmed by the poisonous volcanic gas. Indeed, Pliny is now acknowledged as the world’s first volcanologist, and a Plinian eruption is the term commonly used to describe a catastrophic explosive eruption. He had received an appeal for help from a friend in Herculaneum, so he equipped some galleys and set sail from Misenum, but the volcano’s fury made it impossible to dock at the town, so he headed for Stabiae (modern-day Castellammare di Stabia) where the 56 year-old died. However he lives on in the notes recorded by his nephew Pliny the Younger. Beautiful Mount Vesuvius, the backdrop to postcards of Naples, is the only active volcano on mainland Europe, excluding Mount Etna on Sicily, and it deserves a place of honour among the other wonders of the world. Over its 25,000-year life, its periodic awakenings have transformed the local landscape, the last one in 1944 with the Second World War raging. Since then the Sleeping Beauty in the Gulf, the volcano sung by Giacomo Leopardi and Victor Hugo has drifted into sleep, and we can only stare at it in wonder. 26
A sinistra, gli scavi di Pompei con sullo sfondo il profilo del Vesuvio. In alto una rara foto a colori dell’ultima eruzione risalente al 1944.
re originario di Como si trovava nella sua casa di Miseno quando fu raggiunto da una lettera d’aiuto inviatagli da un’amica di Ercolano. Non ci pensò su due volte. Armò alcune galee e salpò dalla cittadina flegrea dirigendosi verso la vicina costa vesuviana per prestare soccorso agli sventurati abitanti in quel momento flagellati dalla nube ardente. La furia del Vesuvio, tuttavia, non gli consentì alcun attracco e così Plinio fu costretto a dirigere la prua verso Stabiae (l’odierna Castellammare di Stabia) dove vi trovò la morte, probabilmente
soffocato, a 56 anni. I dettagli dell’eruzione del 79 d.C e gli ultimi istanti di vita di Plinio il Vecchio sono giunti fino a noi attraverso il racconto che di quei drammatici momenti fece suo nipote Plinio il Giovane. Grazie all’incredibile bellezza e alle innumerevoli testimonianze che si accavallano nelle pagine della sua storia millenaria, il Vesuvio, cartolina di Napoli e del Golfo, unico vulcano ancora in attività dell’intera Europa continentale fatta eccezione per il siciliano Etna, merita, dunque, un posto d’onore tra le perle più brillanti della terra.
Una rarità che vanta qualcosa come 25 mila (e passa) anni di vita e un discreto numero di “risvegli” grazie ai quali l’intero ecosistema circostante ha cambiato più volte aspetto. L’ultimo risale al 1944, in piena Seconda Guerra Mondiale. Da allora il vulcano cantato da Giacomo Leopardi e Victor Hugo è entrato in letargo e tutti sperano che resti ancora a lungo “il Bello addormentato nel Golfo”, così come lo ha definito, anni fa, il giornalista e scrittore Mimmo Carratelli, lasciandosi ammirare placido e sornione in tutta la sua meraviglia.
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Eventi
Riflettori accesi La Camera di commercio illumina Napoli The Chamber of Commerce lights up Naples Dopo il grande successo della Convention delle Camere di commercio all’estero luci nelle vie dello shopping, a Palazzo Reale e al Maschio Angioino, artisti di strada al Centro storico, visite guidate gratuite e solidarietà: così l’ente presieduto da Maddaloni sostiene il rilancio della città e del turismo Following the success of the Convention of Italian Chambers of Commerce abroad, lights in the shopping streets, Palazzo Reale and the Maschio Angioino castle, street artists in the Historic Centre, free guided tours and solidarity: Mr. Maddaloni’s agency supports the city’s recovery and the tourist industry
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Chi ha fiuto sceglie Napoli. E’ l’invito a investire sul capoluogo e puntare sulle imprese all’ombra del Vesuvio. Ma è anche e soprattutto il biglietto da visita che la Camera di Commercio sta consegnando in tutta Italia e all’estero ai tanti turisti che hanno programmato una vacanza in città. I primi ad accogliere l’invito sono stati gli oltre duecento delegati in rappresentanza di cinquanta paesi riuniti a Napoli in occasione della convention mondiale delle Camere di Commercio italiane all’estero, realizzata dall’ente camerale partenopeo insieme ad Assocamerestero. Una luce forte puntata sulle potenzialità economiche e turistiche e sulla capacità di fare impresa globale, trasformando la cit-
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di Loreta Martellaro
Count on Naples. This is the message inviting people to invest in Naples and the neighbouring towns, and also the promotional slogan that the Chamber of Commerce is spreading across Italy and abroad to the many tourists that have planned a holiday in the city. The first to sign up to the scheme were the over 200 delegates from 50 countries who met in Naples for the world convention of the Italian Chambers of Commerce abroad, organised by the Naples Chamber of Commerce and the Assocamerestero agency. A spotlight highlighting the area’s economic and touristic potential and its ability to conduct global business by transforming the city and the whole
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Eventi
metropolitan area into a competitive territory. However, the light was not turned off once the meeting was over. From mid-November, the shopping and tourist streets have been lit up for the second year running, thanks to the Chamber of Commerce’s self-financed “IlluminiAmo Napoli” initiative to install Christmas lights around the city. So, spotlights pointed on the Historic Centre and on the traffic-free city streets. In the pedestrian areas of the city centre and in Vomero’s Via Scarlatti, every Friday, Saturday and Sunday will see a veritable invasion of street artists to entertain the public. The initiative organised by Chamber of Commerce president Maurizio Maddaloni and Naples City Council is just one of the events on the “IlluminiAmo Napoli” agenda, which also includes free guided tours to the historic city quarters of Vergini and Sanità for guests staying in the city’s hotels, and the chance to visit the exhibition of the Treasure of San Gennaro until 6 January, a date which has been extended thanks to the intervention of the Chamber of Commerce. Palazzo Reale and the Maschio Angioino castle will also be under the spotlight, as will Piazza Bovio. Following the long restoration works and the adoption of the gardens around the square by the Chamber of Commerce, Lights will also be pointed at the square’s former Stock Exchange building, now the offices of the association of businesses in Naples city and province. Furthermore, this year has seen the continued support of the Neapolitan church Curia, which has chosen to celebrate the last Jubilee of the year by dedicating it to local businesses and tourism operators. Lights will also be lit in the Principe di Napoli Gallery for the traditional solidarity lunch with the city’s needy.
Nella foto di apertura, piazza Bovio, sede della Camera di Commercio di Napoli. In alto, a sinistra, alcune immagini del presidente Maddaloni durante la convention mondiale delle Camere di Commercio al San Carlo (in basso); al centro, i fuochi e le luminarie accese in città per le feste natalizie.
tà e l’intera area metropolitana in un territorio competitivo. Una luce, però, che non si è spenta al termine della kermesse. Da metà novembre, infatti, le strade dello shopping e del turismo sono illuminate, grazie all’iniziativa “IlluminiAmo Napoli” dell’ente di piazza Bovio che, per il secondo anno di seguito, ha provveduto a far installare a proprie spese le luminarie in città per tutto il periodo delle festività natalizie. Luci puntate quindi sul Centro storico e sulle strade liberate dal traffico. Nelle aree pedonalizzate dei Decumani e fino all’isola di via Scarlatti al Vomero, tutti i venerdì e sabato di dicembre ci sarà una vera e propria invasione di artisti di strada che animeranno gli spazi pubblici. L’iniziativa, realizzata dall’ente presieduto da Maurizio Maddaloni insieme al Comune di Napoli, rientra nel calendario degli eventi di “IlluminiAmo Napoli” che prevede anche visite guidate gratuite nei quartieri storici dei Vergini e della Sanità per gli ospiti degli alberghi cittadini, nonché la possibilità di ammirare fino al 6 gennaio la mostra sul Tesoro di San Gennaro, grazie all’intervento della Camera di Commercio che ha provveduto al prolungamento dell’apertura. Sotto i riflettori anche il Palazzo Reale e il Maschio Angioino e, dopo i lunghi lavori di restauro e l’adozione del verde pubblico circostante da parte dell’ente camerale, anche Piazza Bovio sarà illuminata dalle luci sistemate sulla facciata principale del Palazzo dell’ex Borsa Valori, oggi sede della casa comune delle imprese di Napoli e provincia. Anche quest’anno poi, non è mancato il sostegno alle iniziative di solidarietà promosse dalla Curia di Napoli che ha voluto festeggiare l’ultimo Giubileo dell’anno dedicandolo alle imprese e agli operatori turistici. Luci accese anche nella Galleria Principe di Napoli per il tradizionale pranzo di solidarietà per i più bisognosi della città. 29
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Eventi
America’s Cup a Bagnoli 30
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Napoli corre col vento in poppa Naples goes like the wind Bagnoli in trasformazione: scenario da favola per le regate dei trimarani Bagnoli’s makeover: breathtaking scenery for the race of the trimarans di Giorgio Gradogna
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Buon vento America’s Cup, buon vento Napoli. Una scommessa che la città può e vuole vincere. Per farsi vedere al mondo nella sua immagine migliore, quella che affascina, che innamora, che incanta. Dal 7 al 15 aprile 2012, in continuità con le feste pasquali, i trimarani della Formula Uno del mare (Prada e barca veneto-napoletana compresa) si daranno battaglia a colpi di orzate, puggiate e qualche scuffiata lì dove una volta sfavillavano gli altoforni di una delle più grandi fabbriche di acciaio d’Europa: l’Italsider. Un’area da anni in trasformazione urbana che s’affaccia sul mare racchiusa
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Godspeed, America’s Cup! Godspeed Naples! From 7 to 15 April 2012, the world’s fastest trimarans (including Prada and the Venetian-Neapolitan yacht) will be engaged in fierce competition just off-shore from the former site of one of Europe’s largest steel plants.This will be an opportunity for the city to enchant and win over the world with its true image, after years of land reclamation have transformed the coastline between Posillipo and Pozzuoli in the historic Phlegraean Fields. The first Neapolitan regatta (and the second, which will be held in 31
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Eventi
tra il capo di Posillipo, Nisida, la villa romana di Vedio Pollione, da un lato, e dall’altro i Campi Flegrei con Pozzuoli, le terme, Capo Miseno. La prima tappa napoletana delle world series della sfida sportiva più antica (la seconda si terrà nello stesso specchio d’acqua nel maggio 2013) avrà dunque come scenario la Bagnoli del panorama mozzafiato, all’alba come al tramonto, che sguazza in mezzo a millenni di storia. E s’insedierà in quell’area che da anni vuole ricongiungersi con il suo destino naturale: 188 ettari di ex fabbrica, per i due terzi bonificati dai veleni dell’acciaio, che cantano la loro bellezza al vento e al mare e che vogliono avere l’occasione di mostrarsi. Uno scenario che si assapora passeggiando per ben 800 metri sul ristrutturato Pontile Nord, che come una lunghissima passerella s’infila nelle acque del golfo trasportando i cinque sensi in un’altra dimensione. Un’esperienza che faranno anche gli spettatori delle gare veliche poiché al Pontile Nord saranno ormeggiate le barche che li trasporteranno sui campi di regata. Lavori in corso, dunque, per la Bagnoli del futuro, per realizzare, con ritmi alterni, forse il più esteso progetto di riconversione urbana (per la cui sola bonifica sono stati stanziati 107 milioni di euro). Il mega piano da oltre un miliardo di euro è affidato in buona parte a Bagnolifutura, società a capitale pubblico che ha il compito di gestire l’immensa mole di lavori previsti dal piano regolatore comunale. Qui è già stato completato con 46 milioni il Bagnoli Hub, il nuovo centro di servi32
Nella foto di apertura, l’isola di Nisida vista dagli spalti di Castel dell’Ovo. In alto, il catamarano Oracle, uno dei protagonisti delle regate di Coppa America. A destra, veduta dal mare dei resti archeologici della villa romana di Pollione
May 2013) in the world series of the world’s oldest sporting event will take place against the breathtaking backdrop of Bagnoli and its millenniaspanning history. The venue will be the site of the former steel mill, which has long awaited this chance to fulfil its destiny and showcase its long-neglected natural beauty. A
zi al turismo di Napoli dedicato al leisure, al benessere, alla cultura e all’intrattenimento con connessi auditorium di 300 posti, centro welness di oltre 7mila metri quadri, coffee and wine bar, parcheggio per 600 auto, piazze pedonali ed aree esterne di 8.500 metri quadri. E’ poi in fase di collaudo l’Acquario tematico dedicato alle tartarughe marine, con fun-
beauty that immediately enchants all five senses from the restructured, 800 metre-long North Jetty, which will also serve as a mooring station for the boats transporting spectators to the regatta. Work is in progress to create the Bagnoli of the future through reclamation and conversion projects costing
www.nocerinoweb.it
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zioni scientifico-didattico ed espositive, realizzato in uno dei siti di archeologia industriale vincolati, l’ex Impianto trattamento acque. E’ quasi ultimato, invece ,il Parco dello Sport, esteso per circa 30 ettari, con una forma a tre crateri, che riprende la morfologia dei Campi Flegrei, con campi di calcio, calcetto, calciotto, rugby, tennis, pallacanestro, paltarÏ showroom 256/259 | tel - fax 0823.513446 | info@meggioielli.it
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Eventi
lavolo, pallamano, atletica leggera, pattinaggio, hockey e piste ciclabili. Sbocciata come un fiore già da qualche anno è la Città della Scienza, il centro didattico che vive del futuro e che gestisce l’incubatore di imprese e il centro congressi. Sono ancora in corso i lavori per Napoli Studios, polo multifunzionale per le produzione audiovisive e multimediali realizzato in uno dei siti di archeologia industriale, l’ex Officina Meccanica. Il Napoli Studios ospiterà teatri di posa, sale costumi e spazi per scenografie, sale casting, sale visione. Tra gli altri progetti in programma, c’è il parco urbano, che con spiaggia e porto turistico, svolgerà il ruolo di cerniera tra i over one billion Euros. 46 million Euros have already been spent creating the Bagnoli Hub, the new tourism service centre dedicated to leisure, wellness, culture, entertainment with a 300-seat auditorium, wellness centre, coffee and wine bars, 600-space car park and pedestrian areas. The sea turtle aquarium is currently receiving final test approval, and the 30-hectare Sports Park in the form of three volcanic craters reflecting the morphology of the Phlegraean Fields, is equipped with facilities for football, rugby, tennis, basketball, volleyball, handball, athletics, skating, hockey and cycle paths. Science City has flourished over the past few years as a teaching venue and conference centre. Work is underway on Napoli Studios, the audiovisual and multimedia centre located in the former industrial building of Of34
Sopra, come è e come diventerà l’ex complesso industriale di Bagnoli a riqualificazione urbana ultimata. Nella pagina accanto, il progetto in rendering dell’area destinata alle regate per le word series dell’America’s Cup (Bagnolifutura).
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Mare di storia ed eccellenze Charme in edizione speciale History and excellence by the sea Special issue of Charme
ficina Meccanica, which will house facilities for the film and drama industries. The other projects include a town park with beach and tourist harbour. The park will be provided with sports facilities and accommodations, a square dedicated to industrial archaeology, gardens with 4,000 plants and the largest rose garden in Europe with 7,000 different varieties. This is the setting chosen by Richard Worth, head of the ACEA, for the America’s Cup. A huge site that needs to be prepared for the event in just 100 days. But Naples will succeed. Godspeed!
quartieri di Bagnoli e Cavalleggeri e i nuovi insediamenti. Nel parco sono previste attrezzature sportivo-ricettive, la piazza dell’archeologia industriale, giardini tematici con circa 4mila piante e il più grande roseto d’Europa, che ospiterà circa 7mila varietà differenti. E’ questo il quadro d’insieme dell’area scelta da Richard Worth, capo indiscusso degli organizzatori di Acea, per la battaglia dii trimarani dell’America’s Cup. Per realizzare le opere temporanee necessarie all’evento, che interessano un’area di 367 mila metri quadri, di cui 77mila a terra e 290mila a mare, Napoli ha solo cento giorni. Ma ce la farà. Con il vento in poppa.
Charme ci sarà. L’unica vetrina che rappresenta il bello e il buono di Napoli uscirà con un’edizione speciale in occasione della tappa napoletana di aprile delle world series America’s Cup, Copertina rigida, distribuzione più che raddoppiata nei 192 alberghi a 4 e 5 stelle. Consolati, circoli velici, moli turistici, luoghi di ritrovo cult, guide turistiche autorizzate, enti turistici: qui l’edizione speciale sarà diffusa già prima di Pasqua. “Un mare di storia e di eccellenze”: con questo titolo unificante Charme trasporterà le migliaia di visitatori attesi per le gare veliche solo nel meglio che la città offre e li farà entrare come sempre in contatto con le migliori realtà e le assolute tipicità che Napoli e la Campania sono in grado di offrire sia dal punto di vista storico-culturale che paesaggistico, ambientale e produttivo.
Charme will be there. The only magazine to showcase everything that is beautiful and good in Naples will be published in a special edition on the occasion of the Neapolitan regatta of the America’s Cup world series in April. This hardback issue will have twice the circulation in 192 four- and five-star hotels. And the consulates, yacht clubs, tourist boat jetties, popular meeting spots, official tour guide agencies and tourist boards will have their copies well before Easter. “History and Excellence by the Sea” is the headline with which Charme will take the thousands of visitors expected in the city for the regattas to the best that the city has to offer. Charme will, as always, put them in touch with the very best and the most typical that Naples and Campania can offer in terms of history, culture, areas of natural beauty and local products. 35
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Donna Charme LA MODELLA
CLAUDIA PUGLIA L’umiltà innanzitutto. E la consapevolezza che sfondare nel mondo della moda non sarà semplice. “L’importante - spiega lei è tenere sempre i piedi per terra”. Fino a un paio di mesi fa Claudia Puglia, 23 anni, partenopea doc (“sono napoletana al cento per cento”), lavorava come segretaria in uno studio legale di Napoli. Poi la partecipazione al concorso “Miss Italia” le ha cambiato radicalmente la vita. Oggi le passerelle se la contendono e le offerte di lavoro non mancano. La moda, insomma, sembra essere il suo futuro. Diplomata in grafica pubblicitaria, maestra d’arte con una grossa passione per la fotografia, Claudia è legatissima alla sua terra d’origine: “Il mio piatto preferito - assicura - è la mozzarella di bufala”. E ha un sogno nel cassetto: il cinema. Per inseguirlo a breve si iscriverà alla scuola di recitazione e dizione. Con un viso così, nulla sembra esserle precluso. HAIR STYLE Napoli, Galleria Umberto I, 50 tel. e fax +39.081.42.61.96 info@bespokeitalia.com www.bespokeitalia.com
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Le donne della Campania, bellezze che rendono ancora più affiscinanti Napoli e la regione
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The model Claudia Puglia
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MAISON MAGIC
THEO BRINKMANN
Life has radically changed for Claudia Puglia. After taking part in the Miss Italy competition, this 100% Neapolitan girl has left her job and the worlds of fashion and cinema await. Claudia (23) says “I love my home town and I’m mad on buffalo milk mozzarella”.
LOCATION Napoli, Via Posillipo, 85 tel. +39.081.575.76.88 info@villacilento.it www.villacilento.it
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L’arte del presepe
Il presepe napoletano 38
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Antichi mestieri rivivono tra i sugheri Craftsmanship among the cork bark Benino, Ciccibacco, pescatori, macellai, pizzaioli e lavandaie ecco il popolo immortalato accanto alla grotta del Bambin Gesù Benino, Ciccibacco, fishermen, butchers, pizza chefs and washerwomen: characters immortalised next to the crib di Lello Scarpato
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Nei vicoli di San Gregorio Armeno, cuore dei Decumani, brilla la Napoli dei mestieri. Arena forte e decisa della più viva tradizione partenopea. Città tutta particolare, quella del Golfo. Ancora oggi capace di abbagliare e affascinare turisti e visitatori che si affacciano nei vicoli del Centro storico alla scoperta dei colori di Megaride. La Napoli barocca, meta prediletta di nobili e teste coronate, fa capolino dalle storiche botteghe dei presepi come una fascinosa sirena, svettando tra una statuina e un forno, una casupola e un ponticello appositamente forgiati dalle mani sapienti dei maestri presepiai. Artisti come i Ferrigno, considerati tra i caposcuola nell’arte della
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The streets and alleys of San Gregorio Armeno in ancient Neapolis are home to an 18th century Neapolitan tradition that enchants visitors to the baroque heart of Naples. The workshops of nativity artists like the Ferrigno family are beacons of a historic art that celebrates the Nativity in terracotta and cork bark, but also archives documenting this skilful work. The tradition of creating a Nativity scene was initiated by St Francis of Assisi (although some claim it originated in Amalfi in the year 1000), but in 17th century Naples it was transformed into an art form sought after by kings, the aristocracy and 39
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L’arte del presepe
terracotta napoletana di ispirazione settecentesca, nonché depositari di un’arte che affonda le radici nella sacra rappresentazione della Natività. Nato otto secoli fa tra i monti Sabini nel paese di Greccio, grazie all’opera di San Francesco d’Assisi (ma c’è chi è pronto a giurare che il primo in assoluto abbia origine nell’anno Mille ad Amalfi), il presepe è diventato grande a Napoli, dove, a partire dal 600, si è trasformato in una vera e propria arte alimentata da ricchi signori, re e mecenati. Impronta viva del Natale “made in Naples”, anima eletta della tradizione, il presepe è diventato, col tempo, un tutt’uno con la città di Virgilio e San Gennaro, fino a identificarsi con le sue genti e le tradizioni del popolo partenopeo. E così, tra ruscelletti che scorrono, montagne di sughero, greggi di pecore e resti di templi romani, ecco svettare case e campanili della Napoli del XVII e del XVIII secolo. Miniature dalle forme incredibili, copie conformi del vero. Frequentate da allegre lavandaie, filatrici e beccai, cacciatori, pizzaioli, tavernieri e pastori, degni rappresentanti della società dei mestieri che un tempo caratterizzavano l’antica Capitale e il suo contado. Ma oggi sul presepe di tanto in tanto appaiono anche figure della modernità, grazie all’opera innovatrice di Giuseppe Ferrigno, tramandata, poi, al figlio Marco, capace di forgiare figure di pastori dalle sembianze di vip, attori, sportivi e politici nostrani. Da Totò a Maradona, passando per Berlusconi e Di Pietro ciascuno di questi personaggi si può ritrovare accanto alla mangiatoia, a recitare un ruolo di primo piano tra case e monti di cartapesta. Proprio lì dove riposa stanco uno dei personaggi non protagonisti più conosciuti del presepe, il famoso Benino. Chi era co40
In apertura uno dei personaggi secondari più conosciuti del presepe napoletano, Benino, il pastore che dorme. Nelle altre immagini, gli antichi mestieri napoletani rappresentati con dovizia di particolari nella scena della natività riprodotta dagli artigiani presepiali partenopei.
merchants. However, it was in the 17th and 18th centuries that the presepio became synonymous with the city of Virgil, San Gennaro and Pulcinella, when the traditions and lifestyles of Neapolitan people as well as miniature replicas of city monuments were incorporated into the Crib scene: washerwomen, pizza chefs, fishmongers and other tradesmen from the city abounded among the cork hillsides
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stui? Un semplice pastore. Guardiano di pecore che, ignaro della venuta del Salvatore, se ne stava beatamente sdraiato su un lato, con la testa poggiata su una mano. Un pastore, dunque. Come quelli che un tempo frequentavano i ricchi pascoli del Regno del Sud. Mestiere in gran parte scomparso, quello del guardiano di greggi. Ma che sul presepe continua a fare la parte del leone. Sono loro, i pastori, rappresentanti di una delle classi
sociali più povere della Napoli che fu, gli ultimi della terra, ad avere avuto la fortuna di adorare per primi Gesù. L’arte dei maestri napoletani ha scelto di rappresentarli in vario modo mentre svolgono la loro giornata di lavoro. E così, accanto a Benino, ecco chi conduce al pascolo le pecore, chi si ritrova con la famiglia dopo il lavoro, chi porta sulle spalle una capretta da regalare al bambinello. Di solito vengono posti a ridosso della capanna o, in alternativa, lungo i sentieri che conducono alla mangiatoia. Accanto a loro ci sono i suonatori, che nella tradizione del presepe vengono definiti “zampognari”. Anche questi, in fondo, sono pastori e di solito vengono associati a pecore e vitelli. Solitamente sono collocati ai due lati della capanna: festeggiano la nascita di Gesù suonando, appunto, zampogne e flauti. Altri mestieri rappresentati sulla scena della natività sono quelli del vinaio (il taverniere), con l’immancabile corollario di Ciccibacco, che conduce il carro con le botti. Ciccibacco esce da una delle due grotte, mentre nell'altra trova posto l'Osteria. Il ricorso al vino è fondamentale nel presepe napoletano. L’Eucarestia, infatti, si basa sui doni del Messia, che nell’ultima cena trasformò il vino in sangue e il pane nel suo corpo diffondendo il messaggio di morte e resurrezione. Da qui la presenza del vinaio e, in contrapposizione, quella dell’ubriacone dalle guance rosse: Cicci Bacco, retaggio delle antiche divinità pagane, dio del vino, che si presenta davanti alla cantina con un fiasco in mano. Vino e pane, dunque. Perché anche i panettieri, spesso associati e “confusi” con i pizzaioli (uno dei simboli per eccellenza della Napoli di Pulcinella) sono presenti sul presepe. Scolpiti mentre, con una grossa pala, infilano le pa-
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L’arte del presepe
gnotte appena impastate, nel vicino forno per la cottura. E dal pane al vino si finisce, inevitabilmente, al pesce, un altro dei “prodotti” che Gesù moltiplicò, ma anche uno dei primi simboli della Cristianità (in greco “pesce” si scrive ikthys, acronimo di “Iesùs Kristhòs Theoù Yiòs Sotèr”, vale a dire “Gesù Cristo Figlio di Dio e Salvatore”). Il pescatore viene raffigurato con in testa un cappellaccio di stoffa, una rete adagiata sulle spalle, i piedi scalzi e i pantaloni tirati sopra il ginocchio. Sorta di novello Masaniello, spesso reca in mano una sporta di pesce appena pescato, oppure è seduto su un masso, mentre getta l’amo nel vicino ruscello. Simbolicamente rappresenta il pescatore di anime: Cristo in persona, insomma. Altro mestiere tipico quello del cacciatore, apparso successivamente sulla scena della Natività. Puro anacronismo, dal momento che, quando il Salvatore venne al mondo, le armi da sparo neppure esistevano. Un moderno tributo tardo ottocentesco, insomma, alla sacra rappresentazione. Altra presenza forte sui paesaggi di sughero e cartapesta quello della meretrice, simbolo erotico per eccellenza, contrapposto alla purezza della Vergine. Probabile richiamo della Maddalena, di solito la si colloca a pochi passi dall’Osteria, luogo di vizi e perdizione. In contrasto con la grotta della Natività che viene posta proprio di spalle. E ancora: trovano spazio sul presepe le statuine in creta di macellai, salumieri e fruttivendoli, con le loro colorate e fornitissime botteghe, venditori di ricotta e formaggi e pollivendoli. Mestieri assai antichi per rappresentare i quali i maestri presepiai napoletani fanno a gara a forgiare esposizioni spettacolari con il carico millenario della loro ricca tradizione. 42
A sinistra, la statuina presepiale di un salumiere, incredibilmente riprodotto fin nei minimi particolari, ritratta mentre mostra la propria mercanzia alla clientela. In alto e sopra una venditrice di formaggi e un venditore di pane.
and papier-mâché houses. The modern world’s celebrities also appear in many Nativity scenes, thanks to the innovative creativity of Giuseppe Ferrigno and his son Marco. Footballer Maradona and premier Berlusconi will certainly find a prominent place beside the manger or among the houses, perhaps alongside the wellknown figure of Benino, a simple shepherd who slept through the coming of the Saviour. It was the simple professions of the Kingdom that were represented in the early presepio: shepherds lining the path to the manger, traditional musicians on either side of the grotto, the innkeeper waiting for Ciccibacco steering his cart of wine barrels towards the inn. Wine and bread are key features of the scene as they represent the Eucharist and recount the miracles of Christ, while red-cheeked Cicci Bacco with a bottle in his hand recalls the pagan god Bacchus. Pizza chefs are present as they place their dough into the oven. Likewise a bare-footed fishmonger sells his catch or perhaps a fisherman drops a line into a nearby stream to symbolise Christ as the fisherman, the saviour of men’s souls. The hunter is another figure usually present in the scene, although his gun of course is totally anachronistic, dating from the late 19th century, and likewise curious is the presence of the prostitute – usually near the inn – perhaps representing Mary Magdalene. Other terracotta figurines depict butchers, greengrocers and sellers of cheese, hams and chickens, typical characters from the streets of Naples skilfully reproduced by Neapolitan artisans.
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Natale style
L’ARTE DEL PRESEPE
Giuseppe e Marco Ferrigno Maestri che reinventano i pastori New characters of the nativity scene Terracotte col volto vip. Sciò Sciò dono del buon augurio Artisans who turn VIPs into terracotta figurines
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Sacro e profano si intrecciano all’ombra dei Decumani. Benvenuti alla bottega di Marco Ferrigno, ultimo erede di una storica famiglia di maestri presepiai presenti sulla scena fin dal 1836. Un’arte, la sua, che si respira nei vicoli di San Gregorio Armeno fin dal 600. E che Marco ha ricevuto in dono dal padre Giuseppe, autentico maestro nella produzione di pastori e di altri capolavori in terracotta, come Pulcinella e il mitico Sciò Sciò, lo spirito del “vecchio bambino” tanto amato dai napoletani, “che grazie a una buona dose di devozione e a tanti piccoli rituali - spiega Marco Ferrigno - porta fortuna a chi lo riceve in dono”. Insieme ai pastori della tradizione, agli angeli e alle altre figure storiche che animano il presepe, il padre Giuseppe ha saputo creare, negli anni, soggetti particolari, con il volto di personaggi famosi del mondo dello sport, della politica e dello spettacolo: Maradona, Pavarotti, Schumacher e Cannavaro grazie alla sua inventiva e alla sua arte so-
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di Veronica Mosca
no finiti accanto ai Re Magi. E anche così la fama di Ferrigno ha finito col valicare i confini dell’Italia. Marco, l’erede, riesce ancora a interpretare, oggi, l’antica tradizione e l’iconografica classica della Natività con il tocco inconfondibile di arte, manualità, gusto e creatività.
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Marco Ferrigno’s historic workshop in Via San Gregorio Armeno has made exclusive figurines since 1836, with craft secrets handed down from father to son. Old favourites like Pulcinella or the much loved Sciò Sciò, which Neapolitans give as a good-luck gift at Christmas, appear in the array of traditional figurines, while popular celebrities from sport, showbiz and politics like Maradona, Pavarotti, Schumacher and Cannavaro stand alongside the Three Wise Men. Ferrigno’s fame has now arrived overseas, taking traditional Neapolitan iconography, craftsmanship and creativity to distant shores.
In alto, il maestro Marco Ferrigno. A sinistra, alcuni dei capolavori forgiati nel laboratorio di arte presepiale di via San Gregorio Armeno.
Giuseppe e Marco Ferrigno Via San Gregorio Armeno, 8 - Napoli tel. +39.081.552.31.48 email: info@arteferrigno.it
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Giochi, Natale da tavolo 46
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I numeri che raccontano storie Numbers that tell stories Carte e panariello: storia e fascino dei passatempo da tavolo Spade cristiane al posto di scimitarre, così nascono le Napoletane Cards and a basket: the history of Neapolitan games Christian swords replace scimitars in Neapolitan playing cards di Lello Scarpato
C’
C’è la tombola, con i suoi numeri, figli di una cabala che rimanda ad arti, simboli e mestieri dell’antica Napoli. E i giochi tradizionali di carte: scopa, scopone, tressette, sette e mezzo e briscola. Da farsi rigorosamente con “le Napoletane”, tra le carte più diffuse non solo nelle regioni del Sud ma anche in tutta Italia, per la bellezza e la rotondità dei loro semi che sembra siano di origine islamica (tipiche le scimitarre poi cristianizzate nelle tradizionali “spade”). Passatempi, per chiamarli con il loro nome. Che hanno valicato confini generazionali, approdando su tavole e scrivanie del terzo millennio carichi di un fascino senza tempo. E qui fusi con i ricavati della più mo-
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When families get together for the famous Christmas Eve dinner, the traditional games of old Naples are played for the delight of young and old alike: Tombola (as bingo is called here) with its rich symbolism from ancient Neapolis, and card games played with Neapolitan cards are the order of the day. Bingo was illegal in Naples until 1734, when King Charles III of Bourbon set up the first public lottery, but the game remained banned during Christmas week so as not to distract people from their prayers. So, the Neapolitans took matters into their own hands, organising Tombola in their homes and thus transforming a public 47
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Natale style
derna tecnologia di consolle, portatili e computer. E’ a Natale, quando le famiglie si riuniscono per il celebre cenone della vigilia, che questi giochi, i “giochi della tradizione”, esercitano il proprio fascino e mostrano il lato migliore a giovani, grandi e piccini. Alzi la mano chi non ha mai disputato, almeno una volta nella vita, un giro di tombola. Ebbene, fino al 1734 questo gioco era clandestino. Ci pensò il re di Napoli Carlo III di Borbone a sdoganarlo, fondando così il primo lotto pubblico. Il popolo ne “approfittò” e lo trasformò in attrazione...domestica. I novanta numeri di cui si compone furono messi, in pratica, in comodi “panarielli” di vimini e ciascuno provvide a disegnare le cifre su speciali tabelle di cartone, le cosiddette “cartelle”, su cui, poi, veniva “segnato” il numero estratto per memorizzare le combinazioni. In questo modo la fantasia riuscì a trasformare un evento pubblico in un gioco destinato alle sole famiglie, che trovava il suo clou proprio nelle notti dedicate alla Natività . Il gioco prese il nome di tombola dalla forma tondeggiante del numero che veniva impresso su cilindretti di legno e dal capitombolo che questi facevano, una volta estratti, quando rotolavano sul tavolo. Lo stesso cestino di vimini, in origine, aveva proprio la forma di un tombolo. Si può quindi affermare che la tombola sia figlia del lotto, ma soprattutto della incredibile fantasia dei napoletani capaci di attribuire a ciascun numero un significato preciso. E’ la classica “Smorfia” per cui, tanto per citarne qualcuno, l’1 diventa l’Italia, 47 il morto, 16 il sedere. Ebbene, fino a non molti anni fa, nelle case dei partenopei chi non conosceva il significato dei numeri non poteva giocare alla tombola perché, all’atto dell’estrazione, il “croupier” di turno 48
In apertura, una suggestiva immagine del tabellone in ceramica utilizzato ogni anno a Napoli per la tombola vivente. A sinistra, carte napoletane. In alto e nella pagina a destra, bussolotti di legno e un altro cartellone con la traduzione in inglese del significato dei numeri della “Smorfia”.
event into a family game played at Christmas. Every player had to prepare their own bingo card on a piece of cardboard and the 90 numbers were carved on small discs of wood placed in wicker baskets. When the discs were extracted from the basket, they would often roll across the table making a clattering sound, hence the game became known as Tombola. The incredible imagination of Neapolitans attributed a precise meaning to each number, so 1 was ‘Italy’, 47 ‘the dead man’, 16 ‘the backside’. Until quite recently, people who
didn’t know the meaning of the numbers couldn’t play the game as the ‘caller’ did not say the number extracted but announced its cabalistic significance in Neapolitan dialect. The game was only open to women and femminielli (Neapolitan for ‘cross-dressers’). Card games, such as sette e mezzo, scopa, briscola, tressette and scopone are common at Christmas, but the most popular is Mercante in Fiera. Today colourful and unusual cards are employed. Briscola and sette e mezzo seem to have been imported
(perhaps from France or Holland), but tressette and scopa are very Neapolitan and the rules were transcribed by Marcello Chitarrella, a priest or Dominican friar, in 1750. Tressette owes its name to the fact that having a hand with three sevens in won the holder three points. Scopa was the preferred game of Neapolitan fisherman from the 15th century, and the rules were again recorded by Chitarrella in his manual. The name is associated with a broom, as ‘scopa’ means to play a card that sweeps all the cards from the table.
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non elencava il numero pescato, bensì il suo equivalente cabalistico. E sempre secondo la tradizione, i numeri estratti venivano “coperti” sulle cartelle dei giocatori con l’esclusivo utilizzo di bucce di mandarino, gusci di frutta secca (avanzi dei cenoni), pasta o fagioli. Tradizione ancora viva, oggi, in molti paesi della Campania. E in particolar modo a Napoli dove la tombola a volte, assume anche le sembianze della “rappresentazione vivente” grazie all’arte scenografica di Tiziana Aiello capace di condurre il gioco attraverso spettacoli itineranti nei quali si utilizzano maioliche
affrescate a mo’ di cartellone. O quella tipicamente partenopea e molto folkloristica dei “femminielli” Non c’è solo la tombola, comunque, a movimentare le notti della vigilia con il suo caratteristico e allegro vociare di “ambi, terni, quaterne e quintine”. Ci sono altri giochi come quelli con le carte che pure non smettono di fare proseliti, furoreggiando a tavola nei giorni di festa, tra un bicchiere di limoncello, un pezzo di roccocò e un buon caffè. Il Natale “da tavolo”, in riva al Golfo, è soprattutto fare “sette e mezzo” e “scopa”, due tra i passatempi più diffusi in assoluto, insieme a briscola, tressette e scopone. Ma anche il particolarissimo “Mercante in Fiera” - che si dice sia nato a Venezia, dall’inventiva di uno straccivendolo di Rialzo, nel 1522.. Se briscola e sette e mezzo sembrano avere origini straniere (forse francesi o addirittura olandesi) il tressette (o tresette), insieme alla scopa, è uno dei giochi di carte più diffuso all’ombra del Vesuvio. A quanto pare le sue regole furono codificate in latino maccheronico da Marcello Chitarrella, sacerdote napoletano, forse monaco domenicano, nel 1750. Il nome “tressette”, deriverebbe dal fatto che avere tre sette in mano dava diritto (come ora per gli assi, i due e i tre) a tre punti. Anche nel caso della scopa, il made in Partenopee è garantito. Sembra fosse il passatempo preferito, sin dal ’400, dei pescatori napoletani. Il nome “scopa” ha una stretta attinenza con la ramazza. Infatti fare scopa rappresenta visivamente fare pulizia di tutte le carte presenti sul tavolo. Le persone coinvolte? Da due a quattro , fino a intere tavolate di giocatori che si sfidano in estenuanti duelli all’ultimo mazzetto. A colpi di assi di briscola e sette oro.
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Il Natale dei regali Doni preziosi sotto l’albero Precious presents under the tree Ecco qualche consiglio per cadeau in stile napoletano Some advice for a Neapolitan gift di Annalisa Palmieri
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Caramanna gioielli Nello zoo delle gemme entra il Pavone Peacocks strut into the jewellery zoo La nuova scultura à porter: cento occhi densi di significati New sculture à porter:100 meaningful eyes
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Da nonno Francesco e da papà Antonio, orafi sopraffini, ha ereditato la passione per i preziosi, la vena creativa, ma soprattutto, l’arte di saper ascoltare pensieri e desideri dei clienti e tradurli in preziosi. La jewerly designer Stefania Caramanna, architetto votato alla gioielleria, è così l’ideatrice di “sculture à porter” realizzate in argento, bronzo, oro e pietre naturali. Pezzi unici, plasmati sui gusti e le idee delle habitué del marchio, che prendono deliziosamente forma dopo lunghe e accurate ricerche. Come nel caso della linea “Pavone”, l’ultima nata di casa Caramanna. Ciondoli, orecchini e anelli, che vanno a infoltire la collezione cult “Animaletti”, già abitata da porcospini, pesci, api, polpi, libellule, serpentelli, meduse, civette e rane. “Quest’inverno - spiega Stefania Caramanna - il nostro “zoo” apre le porte al pavone, considerato da sempre simbolo di bellezza ed orgoglio, ma che in realtà racchiude tanti
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di Annalisa Palmieri
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Architect turned jewellery designer Stefania Caramanna understands her customers’ dreams and transforms them into ‘sculptures’ in silver, bronze, gold and natural stones. Her latest creation is the Peacock line of pendants, earrings and rings in the cult Animals collection. “Our zoo now includes the traditional symbol of beauty and pride, but Christians associate them with the Church, Hindus think they bring good luck, while for ancient Greeks and Romans the hundred eyes on the feathers represented the stars”, says Stefania Caramanna. “I hope those who wear this silver or bronze peacock embellished with diamonds and emeralds will enjoy the vitality this creature brings”. Another novelty is the Tentacles line. Inspired by the return of seawater pearls, this silver and bronze jewellery is made with filaments embracing the unique pearls. These and other jewellery masterpieces are on sale in the of Chiaia and in fine jewellery stores all over Italy.
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altri significati. Per i cristiani rappresentava la Chiesa che ‘tutto vede’, per gli induisti la buona fortuna e la benevolenza, per gli antichi greci e i romani i ‘cento occhi’ delle piume erano gli occhi delle stelle”. “In più - aggiunge - sembra che tra i poteri del pavone figurino la vitalità e la vivacità d’animo. Per questo mi auguro che chi lo indosserà possa godere appieno dei suoi influssi sentendosi subito più bella, fiera e unica”. Disponibile in argento o bronzo, la linea Pavone è impreziosita da diamanti e smeraldi. Altra novità Fall-Winter firmata Caramanna è la collezione “Tentacoli”, ispirata al grande ritorno delle perle, in questo caso seawater, enormi e dalle forme sinuose declinate in tutti i colori caldi. Realizzata in bronzo e argento, la linea che prevede ciondolo, anello, orecchini e bracciale, è caratterizzata da una serie di filamenti che avvolgono in una morsa senza scampo le originali perle. Opere d’arte tutte da indossare che è possibile trovare, oltre che in gioiellerie selezionatissime in tutta Italia, soprattutto nei due showroom partenopei di Caramanna: quello storico in via Cavallerizza a Chiaja e quello in via Calabritto, entrambi nel cuore dello shopping di lusso made in Naples. Ed è qui che trovano spazio anche gli altri must del brand partenopeo, come la linea “Cromie” tempestata di anelli con pietre colorate, tutti diversi uno dall’altro, da portare soli o in gruppo. Caramanna Gioielli Nella pagina a sinistra, anello e ciondolo della linea Pavone e un anello della collezione Tentacoli. In alto e a destra, ciondolo, orecchini e collana delle stesse collezioni.
Via Cavallerizza, 2 - Napoli tel. +39.081.423.83.52 / +39.081.060.87.40 Via Calabritto, 22 - Napoli tel. +39.081.764.98.75 www.caramannagioielli.it
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Campania style Paolo Scafora
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Fratelli Dinacci Il gioco di squadra che fa grandi preziosi Teamwork makes for great jewels Montature e minuterie orafe per 4.500 clienti in Italia Jewellery mounts for 4,500 customers
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Affiatamento, coraggio e gioco di squadra. Questi gli elementi necessari per un’impresa di successo. Gli stessi che hanno fatto emergere Martina Guiggi, la nuova testimonial di Fratelli Dinacci. Campionessa della Nazionale italiana di pallavolo, sportiva di talento e splendida ragazza, Martina esprime al meglio i valori che per Flavio e Tiziana Dinacci sono i cardini della crescente affermazione della loro azienda. Nota nel settore orafo da ben tre generazioni per serietà, capacità e trasparenza, Fratelli Dinacci crea prodotti per gli orefici. Fu Giovanni Dinacci, agli inizi del ‘900, a intraprendere la delicata attività del saggio e recupero dei metalli preziosi, a cui, con il passare del tempo, si sono aggiunte le montature per gioielleria. La Fratelli Dinacci è una delle realtà più solide nel mercato orafo italiano, con più di 4.500 clienti sul territorio nazionale e all’estero, tre sedi a Napoli – Borgo degli Ore-
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di Eva Molea
fici, Tarì e Oromare – e una rete di distribuzione che copre l’intero territorio nazionale: Quadri a Vicenza, Sofia a Catania, Erregi a Corato e un nuovo showroom inaugurato a Roma in collaborazione con Icp Italia.
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Cooperation, courage and teamwork are the success formula of Flavio and Tiziana Dinacci, owners of the small family firm that has operated in the jewellery business for three generations, starting with the recovery of precious metals and later branching into jewellery mounts and semi-finished items for superb jewellery. Fratelli Dinacci is one of the strongest jewellery firms in Italy, with 4.500 clients at home and abroad, three sales premises in Naples and a distribution network covering the whole country. The company products are endorsed by national volleyball player Martina Guiggi.
Martina Guiggi, azzurra della nazionale di volley posa con le montature di gioielli distribuite in tutto il mondo da Fratelli Dinacci.
Fratelli Dinacci Via Grande Orefici , 7 - Napoli Tarì, Marcianise (CE) Oromare, Marcianise (CE) tel. +39.0823.83.82.78 www.fratellidinacci.it
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Oro Arte Gioielli col fascino della perfezione Jewellery with a penchant for perfection Alta qualità grazie a progettazione in 3D e storica abilità artigianale Quality through 3D design and traditional craftsmanship
O Anelli, ciondoli e pendenti prodotti dai maestri di Oro Arte, specialisti nella lavorazione di metalli e pietre preziose.
Oro Arte Centro orafo Il Tarì Marcianise (Caserta) tel. +39.0823.51.32.77 www.oroarte.it email: info@oroarte.it
Oro bianco, giallo, platino e diamanti. Metalli e pietre preziose utilizzati dai maestri di Oro Arte brillano in creazioni uniche ed esclusive. Un mix di arte e bellezza che si fonda sulla passione per l’artigianato e la modernità dell’informatica. Grazie a una quarantennale esperienza maturata nel campo dell’hand made e all’utilizzo di strumenti tecnologicamente avanzati, quali la progettazione su software Cad 3D, l’azienda che opera nel Tarì di Marcianise è in grado di assecondare ogni genere di richiesta. “Riceviamo schizzi e proposte di collezione che poi diventano disegni modellati tridimensionalmente al computer e quindi gioielli realizzati con gusto ed eleganza” spiega il titolare Carmine Nappi. Progettazione, manualità e tradizione, dunque, si fondono. E consentono di produrre ogni modello nel più breve lasso di tempo possibile, traducendo le idee in realtà.Eccolo il giusto connubio tra antico e moderno da cui sca-
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turiscono capolavori come girocolli, pendenti, anelli, ciondoli e medaglioni. E creazioni speciali prodotte appositamente per eventi come il Rotary Club. Professionalità e amore per la perfezione a tutto tondo con un marchio, Oro Arte, che sintetizza la cura del particolare e la raffinatezza dei prodotti d’autore.
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Precious metals and stones crafted by Oro Arte into exclusive creations, a blend of art and beauty achieved through 40 years of heartfelt craftsmanship and Cad 3D software. “We work for large and small firms, using 3D computer designs to transform their sketches into elegant jewellery”, says entrepreneur Carmine Nappi. Design, craftsmanship and tradition in exquisite necklaces, pendants, rings and medallions for private individuals and organisations like the Rotary Club. Oro Arte: pure perfection. 59
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Vigneri Luxuries L’atelier di gioie dove tutto meraviglia The jewellery atelier where everything glitters Qui ogni soggetto è qualità e design, ma il lusso è anche solidarietà Everything here is quality and design, but luxury is also solidarity
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E’ un emotion seller quello di Giuseppe Vigneri e della moglie Cira in via Calabritto a Napoli, nel pieno dello shopping di lusso. Qui non si può che rimanere abbagliati dallo splendore dei gioielli che fanno bella mostra di sé nelle vetrine. Sono proprio Giuseppe e Cira gli artefici delle creazioni, curandole dal disegno alla realizzazione ed abbinando al materiale nobile per eccellenza, l’oro, diamanti per gioielli evergreen e pietre colorate per monili più spiritosi e moderni. Questi gioielli rispecchiano il gusto e l’estro dei creatori, la cui mente infonde ai materiali forme sempre nuove ed insolite, forgiando oggetti come “Taylor made”, gioiello unico creato appositamente per le donne più esigenti. Quel che più di tutto caratterizza le collezioni dell’atelier di via Calabritto è la costante ricerca del nuovo e dell’insolito, con un’attenzione maniacale alla qualità e al design. Oltre a essere un jewel designer, Giuseppe Vigneri è anche un watch seller. Nel suo spazio, infatti, non manca
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di Eva Molea
un’ampia scelta e ricerca di orologi di alta gamma. Un’attività, questa, gestita in collaborazione con il laboratorio svizzero di Ginevra del figlio Costya. Attenti al sociale, Giuseppe e Cira anche questo Natale per ogni acquisto devolveranno una quota alla campagna “Save the children” per aiutare i piccoli meno fortunati.
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A emotion seller trove awaits you in the heart of Naples’ luxury shopping district, where jewellery designer Giuseppe Vigneri and his wife Cira showcases his exquisite rings, necklaces, earrings and bracelets: white gold with diamonds for a classic look or colourful stones for more modern tastes. Unique masterpieces like Taylor made for the most demanding customers. Vigneri also stocks a wide range of wristwatches and he steadfastly supports the “Save the children” appeal, devolving a part of every sale to the charity.
A sinistra, alcuni gioielli presenti nello show room della griffe napoletana. Sopra, la galleria dei marchi Vigneri.
Vigneri Luxuries Via Calabritto, 1/c - Napoli tel. + 39.081.764.21.87 www.vigneriluxuries.it
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Pietrasalata Il mare che fa luccicare chi lo indossa The glittering sea you can wear Forme e colori del Mediterraneo nei gioielli di Valerio Pirolo Mediterranean shapes and colours in Valerio Pirolo’s jewellery
A In pagina, anelli e orecchini con perle e coralli della nuova collezione del maestro orafo napoletano Valerio Pirolo.
Pietrasalata di Valerio Pirolo Via Chiaia, 184 - Napoli tel. +39.081.420.32.46 cell. 347.0729901 email: pietrasalata@yahoo.it
Anche d’inverno il corallo è la star delle vetrine. Parola di Valerio Pirolo, fondatore e abile animatore di Pietrasalata, il rinomato atelier di gioielli che ha sede in via Chiaia, nel pieno del quadrilatero napoletano dello shopping di classe. Qui, al civico 184, estro e buon gusto la fanno veramente da padroni. Sembra essere in una galleria dell’arte, dove i preziosi sono plasmati dalle essenze del mare e della natura. “Le nostre linee spiega Valerio - sono sempre più ricche di proposte. Quest’anno, per il Natale 2011, puntiamo molto sugli anelli”. Per le donne raffinate, ma che amano vestirsi anche con gusto sportivo, nelle vetrine Pietrasalata non mancherà un evergreen come “le perle”. Un gioiello che ammalia donne di tutte le età: “Lo acquistano sia le diciottenni che le signore, perché è sempre di moda. Si indossa sia su un capo classico che casual”, afferma Valerio con l’orgoglio dell’artista
di Giuliana Covella
consapevole del proprio talento. Le sue sono creazioni che mirano a soddisfare una donna dallo stile mediterraneo che ama colori e sfumature del Mare Nostrum. Eh sì, perché nel mare di Partenope brilla lo scoglio più antico. Quello che ispira i capolavori di Pietrasalata.
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Coral is the winter favourite too! So say Valerio founder of Pietrasalata, the famous Neapolitan jewellery atelier in Naples where their creations glitter with the essence of the sea. The glittering sea you can wear. “For Christmas 2011 we are showcasing rings but pearls are still a favourite with women of all ages because they are always fashionable, both with casual and formal dress”. Pietrasalata is an enchanting Mediterranean style inspired by the colours of the sea and the shores and rocks it breaks on. 61
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Stili e stilisti napoletani 62
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Così Partenope veste l’inverno Partenope’s styles and dressed up for winter Proposte delle griffe made in Naples protagoniste delle vetrine Fil rouge delle ultime collezioni, flora, ma saprattutto tanta fauna Neapolitan brands on show: the latest collections are inspired by flowers and, above all, animals di Annalisa Palmieri
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Anche per questo inverno gli esperti non hanno dubbi: neapolitan do it better. Nella moda, of course. Non a caso, ogni anno i designer made in Partenope riscuotono sempre più consensi sia in passerella che tra le fashion-addicted di ogni età. Italiane e non solo. Fil rouge delle ultime collezioni, flora, ma soprattutto tanta fauna. Apre le danze Rocco Barocco che propone abiti a grandi fiori, imprecisi come quelli dei macchiaioli o degli impressionisti, ma anche “petite robe” animalier con stampe a leopardo, tigre o serpente, da sfoggiare eventualmente anche mescolate tra loro. All’appello
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The experts all agree: Neapolitans do it better. More and more fashion addicts of all ages, and from around the world, are turning to Neapolitan designers, whose latest collections are inspired by flowers and, above all, animals. Rocco Barocco proposes dresses with large flowers recalling impressionist paintings, but also with leopard, tiger or snake patterns. Lace outfits and tweed jackets with unusual inserts and cuts creating abstract patterns complete the collection. Furs that turn into pullovers, feather skirts, fluttering lace and male cuts are among the original creations of Alessan-
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non mancano mise in pizzo e giacchini di tweed chiné con inserti e tagli imprevisti che vanno a creare esclusivi disegni astratti. Pellicce che diventano maglie e gonne di piume sono tra le originali creazioni di Alessandro Dell’Acqua per N° 21, movimentate anche da pizzi svolazzanti e insoliti tagli maschili, mentre, il giovane Alexau, al secolo Alessandro Legora De Feo, a dettagli in pelliccia alterna frange, tessuti damascati, tricot, trasparenze e pizzi effetto “vedo non vedo” pensati per le sue sirene metropolitane. Fiori a rilievo ton sur ton, volant in pelle traforata, pelliccia e pizzo chantilly sono, invece, i protagonisti degli abiti-scultura dalle forme geometriche di Nino Lettieri, insieme con i preziosi ricami in cristallo e una pioggia di micro paillette localizzate, soprattutto, sulle spalline disegnate a mo’ di galloni. Scacchi, onde, losanghe, spirali e giochi ottici. Geometrie in prima linea anche nella collezione invernale griffata Sarli Couture all’insegna del black&white. Per la sera, abiti-mantella in cady di seta bicolore e opere di Vasarely, Riley, Mackintosh ed Eileen Gray proiettate in psichedelici ricami all-over dal forte impatto visivo. “Fur”, sia vera che ecologica, anche per le creazioni di Impero Couture, che questa stagione vedono la pelliccia abbinata a lana, cashmere, broccati, strass e tessuti matelassè. Tra le nuance più gettonate, per abiti e cappotti, le tinte polverose, il visone e un rosso quasi cardinalizio oltre all’intramontabile nero. Una chicca, il raffinato scaldacollo in lana bioecologi64
In apertura, da sinistra abiti di Nino Lettieri, Fausto Sarli (photo Luca Sorrentino), Impero Couture e Ferri Couture. A sinistra, un altro capo della collezione Sarli (photo Sorrentino); a destra, giacca da uomo, cravatta e camicia griffate Sartoria Partenopea.
dro Dell’Acqua for N° 21, while Alexau combines fur details with tassels, damask, tricot and transparent lace for his metropolitan mermaids. Tone-on-tone relief flowers, leather volants, fur and Chantilly lace are key to the geometric sculpture-dresses of Nino Lettieri, embellished with crystal embroidery and microsequins on the shoulders. Checks, waves and geometric effects in black and white are also foremost in the Sarli Couture winter collection: evening cape-dresses in two-tone silk with striking psychedelic embroidery of works by Vasarely, Riley, Mackintosh and Eileen Gray. Real and imitation fur are also features of Impero Couture creations, who combines it with wool, cashmere, brocade and other fabrics for dresses and coats in dusty colours, mink and an almost cardinal red as well as the eternal black. Also a beautiful, eco-wool neck-warmer made in collaboration with Regina di Cuore jewellers, embellished with pearls, stones and silver. Natural and fake fur turn up again in the glam-chic collection by Cannella, who proposes 1950s outfits for daywear and jacquard knitwear mini-dresses, cardigans and jackets for a style combined with stone washed jeans. The classic trench jacket is brought up to date with interesting volume effects and inserts. Mink, taffeta, metalized cashmere and ribbons enhance evening knitwear by Amina Rubinacci, but the collection also includes flannel and velvet and houndstooth trousers with silk and wool inserrts. Sheepskin, rivets and Swarovski are the leitmotiv of the street-wear collection by Mario
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Valentino who uses nabuk, calfskin and other leathers also for his shoes. Leather, fur and cashmere are key to the Glamcheap creations by Elisa Avvisati, like the Godliness collection inspired by pagan gods. Black feathers and strass figure in the outfits by Vittoria Romano, whose natural fabrics and strategic cuts create a hyper-feminine sophisticated look. Precious stoles, foulards and jewellery-scarves by Gianmarco Russo are hand-stit-
ca, nato in collaborazione con Regina di Cuore Gioielli, impreziosito da perle, acquamarine, corniole, agata, calcite onice e argento. Immancabile la pelliccia natural o fake anche nella glam-chic collection firmata Cannella, che per il giorno consiglia abitini bon ton, anni ’50 e fantasia, dalla linea a tubino o svasata. La maglieria jacquard spazia da minidress a cardigan e cappottini, per uno stile casual chic che abbina il jeans stone washed e color a preziose e vivaci giacchine chanel, mentre il classico sapore inglese del trench è sdrammatizzato e reso più moderno da giochi di volume e inserti gioiello. Visone, taffetà, cashmere metallizzato e nastri arricchiscono la maglieria da sera di Amina Rubinacci, ma la collezione prevede anche pantaloni in flanella, velluto e pied de poule, giochi di seta e lana leggerissima. Particolari in montone, occhielli, rivetti e swarovski fanno, invece, da leit motiv alla linea di abbigliamento dal taglio streetwear di Mario Valentino caratterizzata da nabuk, vitelli, camosci, capretti e nappe anche per le shoes. Il mix pelle, pelliccia e cashmere, vero must di stagione, coinvolge e travolge anche le creazioni del brand Glamcheap disegnate dalla giovanissima Elisa Avvisati, che, per la collezione Godliness, si è ispirata agli dei pagani. Piume nere e strass per gli outfit destinati alle beauty angels di Vittoria Romano in cui materiali naturali e tagli strategici si uniscono per dar forma a uno stile iperfemminile e sofisticato. Plumes primedonne anche per le preziose stole, i foulard e le sciarpegioiello di Gianmarco Russo, pezzi unici
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In questa pagina abiti della collezione Mario Valentino.
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cuciti a mano caratterizzati da un originale gancio ideato e brevettato dallo stilista. Per il giorno le sciarpe sono in cashmere con chiusura gioiello in perle, occhi di tigre, onice, avorio vegetale e inserti in pelle. Il look da sera, al contrario, è un’esplosione di luce e sensualità con stole in velluto, seta e taffetà, piume di struzzo e cristalli. Per la donna sofisticata, che ama i preziosismi di tessuti sontuosi da atelier, Ferri Couture propone abiti voluttuosi e delicati, silhouette aristocratiche e tagli morbidi che assecondano dolcemente le curve. L’immagine è decisamente habillée, in un tripudio di ricami e fantasie. Per le più giovani, la linea Jewel Hearth di Fracomina, come suggerisce il nome, propone top e abitini con applicazioni di collane, spille, piccoli monili, strass e perline, mentre le maglie vantano dettagli in velluto, piume e broche dal gusto retrò. In fatto di scarpe, Albano propone stivali “bondage” e tronchetti stylish in pelle e borchie con un occhio di riguardo per plateau, intrecci e ricami. Uniche e preziose anche shoes&bags griffate Marianna Guerriero da sempre simbolo di femminilità e gusto. Pezzi ricercati e dalle forme originali, ma rigorosamente confortevole e chic per essere glamour con brio 24 ore al giorno. E per i signori uomini? Gli amanti delle cravatte avranno solo l’imbarazzo della scelta da E.&G. Cappelli, accogliente atelier incastonato ad hoc nel tranquillo e signorile cortile di un bel palazzo antico partenopeo, nella centralissima via Cavallerizza a Chiaia. Qui il designer Patrizio Cappelli ha creato il luogo ideale in cui i suoi tanti
ched and fitted with a patented hook. Cashmere scarves for daywear have fasteners in pearl, tiger’s eye, onyx, imitation ivory and leather, while evening dress is an explosion of light and sensuality with velvet, silk and taffeta stoles. Ferri Couture proposes sumptuous and delicate atelier dresses, aristocratic silhouettes and soft cuts to highlight curves in a kaleidoscope of embroidery and patterns. For youngsters, the Jewel Hearth line by Fracomina included tops and outfits with jewellery applications, strass and pearls, while the knitwear incorporates details in velvet, feathers and retro patterns. Albano footwear has ‘bondage’ and other boots with embroidered details. Men will be spoilt for choice with the selection of ties offered by E.&G. Cappelli in the elegant atelier in Via Cavallerizza. Scarves and foulards are also available but this year’s specialty are the neckties with large-sized geometric-patterns. A refined and exclusive total look is available from Mariano Rubinacci and his son Luca, both world-acclaimed style gurus, or the classic maison Cilento in Naples’ Via Medina. Earth, moss, wood are the colours of the new ‘classic’ collection by Kiton with lightweight linings. Blue and rust abound but more vivid colours are present in the knitwear. The Cipa eveningwear collection includes wide pinstripes, casual velvet jackets with tuxedo style double face. Green dominates the new collection by Sartoria Partenopea inspired by the treelined avenues of Hyde Park and St. James’s Park. New this year, the completely destructured scarf jacket in lightweight cashmere.
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clienti possono dedicarsi a un vero piacere: la scelta di una cravatta su misura, arricchita con dettagli preziosi e particolari originali forgiati rigorosamente a mano con l’utilizzo di stoffe inglesi, le più pregiate. Sì perché, quello che svetta in via Cavallerizza è un vero e proprio tempio della moda. Il laboratorio ideale per sciarpe, foulard e cravatte, l’accessorio per eccellenza del guardaroba maschile, e quello che più di tutto ha reso famosa l’arte e lo stile di Cappelli. Quest’anno, tra le tante proposte chic, le ties Cappelli sfoggiano disegni geometrici più grandi del solito.Per un total look raffinato ed esclusivo ci si potrà rivolgere alle creazioni taylor-made di Mariano Rubinacci e del figlio Luca, entrambi icone di stile in tutto il mondo, o alla storica maison Cilento di via Medina, a Napoli, crocevia di elegantoni di ogni età. Terra, muschio, bois. I colori del bosco primeggiano nella nuova collezione “classic” di Kiton, che vede gli interni delle giacche notevolmente alleggeriti. Spiccano anche nuance blu e ruggine, mentre tinte più vivaci si riscontrano nella maglieria. Nella collezione da sera Cipa, dello stesso brand, non è raro scorgere invece completi gessati a righe molto larghe, giacche in velluto più casual o con revers smoking style. Verde protagonista anche della new collection di Sartoria Partenopea ispirata a polmoni green metropolitani, in particolare ai viali alberati di Hyde Park e di St James. Una vera novità, la giacca-sciarpa completamente destrutturata, in cashmere leggerissimo, confortevole e raffinata al tempo stesso, ma anche quella in fustagno tinto capo. 68
A sinistra, una mise della griffe Alexau. A destra lo stile di Rocco Barocco per il 2012.
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Mariano Rubinacci London House La casa dell’eleganza classica e moderna The house of classic and modern elegance Da Napoli, fino a Tokyo e New York, trionfa l’hand made partenopeo Naples - Tokyo - New York: the triumph of Neapolitan craftsmanship
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Per il papà di Sherlock Holmes, Sir Arthur Conan Doyle, “il genio consiste in un’illimitata capacità di aver cura dei dettagli”. Non è un caso, dunque, se sulla scena del bien vivre, Mariano Rubinacci e il figlio Luca da anni vengono additati come icone indiscusse in fatto di eleganza, gusto e ricercatezza. Qualità innate, certo, ma sapientemente condite da un’intramontabile passione per il proprio lavoro e una costante attenzione per i particolari e alle esigenze dei tanti clienti-amici sparsi in ogni angolo del globo. Intuizione, savoir-faire e talento fanno il resto, per consentire agli habitué della storica maison partenopea di indossare abiti e giacche su misura che calzino come una seconda pelle. Creazioni esclusive frutto del lavoro certosino di abili sarti napoletani votati all’antica arte dell’hand made ereditata dal papà di Mariano, Gennaro, che negli anni Trenta inaugurò a Napoli, in via Filangieri, il primo atelier
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Customers worldwide have long acknowledged Mariano Rubinacci and son Luca as icons of elegance enhanced by a boundless passion and an intuitive attention to detail. Like Mariano’s father, who started the family atelier in the 1930s, they are from the traditional Neapolitan school of tailoring in exclusive made-to-measure suits and jackets, some of which make their way to the showrooms in Milan, Rome, London, Tokyo and New York. Cosmopolitan and stylishly classic garments and accessories, thanks to Luca’s flair. The “Luca’s wardrobe” collection expresses the young Rubinacci’s concept of prêt-à-porter: a colourful ready-to-wear collection for a young market. But the ‘oldschool’ look is catered for with a wide range of garments, including lightweight items from the Neapolitan school. This season sees the arrival of reversible, warm cashmere coats and soft, knitwear jackets.
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Nelle foto in pagina: scarpe, cravatte, camicie e foulard, alcuni esempi dei capolavori griffati Rubinacci in mostra sugli scaffali dell’atelier di via Filangieri.
di famiglia. Un vero e proprio tempio di stile dove, oggi come allora, prendono forma morbide sculture tutte da indossare, che in parte restano in città, in parte raggiungono gli altri accoglienti showroom del marchio a Milano, Roma, Londra, Tokio e New York. Mise cosmopolite, classiche con brio, grazie anche all’estro del giovane Luca che di tanto in tanto aggiunge un po’ di pepe a capi ed accessori tradizionali, come nel caso della pregiata e già gettonatissima pashmina in cachemire tempestata di teschi in papillon che fanno la linguaccia. Tutta sua, la linea “Il guardaroba di Luca”, in cui la nuova generazione di casa Rubinacci dà libero sfogo alla propria visione di prêt-à-porter proponendo capi molto colorati e di ottima qualità. Una collezione uomo ready to wear destinata a una clientela giovane come l’ideatore. Camicie, jeans, cravatte, scarpe-pantofola con nappine e tante, tantissime giacche, realizzate soprattutto con tessuti vintage: prodotti pronti a regalare ad ogni look un’aria old school. Il tutto impreziosito da una linea leggera, propria dello stile napoletano, così da non discostarsi dalle radici del brand di famiglia. Tra le novità “classiche” firmate Rubinacci, figurano, invece, avvolgenti cappotti in cachemire reversibili nati per esorcizzare la crisi e portarsi a casa due splendidi capi, diversi tra loro, al costo di uno, oltre a morbide e originali giacche in maglia, confortevoli come pullover. Mariano Rubinacci London House Via Filangieri, 26 - Napoli tel. +39.081.41.57.93 / + 39.081.40.39.08
www.marianorubinacci.net
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M. Cilento & F.llo dal 1780 Il fascino dello stile tutto hand made Hand-made elegance and style Seconda pelle con abiti, scarpe e camicie. Nasce il profumo Partenope A second skin for suits, shoes and shirts. Partenope perfume just in!
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Per il romanziere francese Honoré de Balzac “la trascuratezza nel vestire è un suicidio morale”. Non hanno, certo, di che temere gli habitué della maison Cilento, uomini di gran classe con grande attenzione ai dettagli. Veri intenditori dal palato fine e la passione per il “su misura”. Sì, perché qui, nello storico atelier di via Medina, a pochi passi da piazza del Plebiscito e via Toledo, nel tempio partenopeo dell’eleganza a tutto tondo, da ben otto generazioni, prendono forma esclusivi capi hand made: camicie, abiti e scarpe, che calzano come una seconda pelle, confortevoli e dalla rara bellezza. Pezzi unici come le mitiche “sette pieghe”, raffinate cravatte sfoderate in seta, tutte cucite a mano, che vantano originali fantasie disegnate dall’ospitale padrone di casa, Ugo Cilento. Ma nel grande showroom incastonato ad hoc nel cuore di Palazzo d’Aquino di Caramanico, progettato dall’architetto Fer-
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Balzac claimed that “Carelessness in dressing is moral suicide”, but Maison Cilento’s elegant, connoisseur customers need not fear because the historic atelier in the city centre has dressed the city’s finest gentleman for eight generations: exquisite hand-made shirts, suits and shoes that fit like a second skin and seven-fold, hand-stitched ties whose silklined fabrics are designed by Ugo Cilento himself. The elegant 18th century Palazzo d’Aquino di Caramanico building is home to the very best in fabrics, outfits and accessories. New this year are the warm but lightweight 100% wool and cashmere pullovers in colours from blue to purple and yellow, colourful ties in fuchsia, royal blue and the unusual brown and sky blue, hand-stitched combat boots lined with sheepskin and a choice of leather and soles, as well as blazers and suits in Cilento’s ultra-light 450g per square metre flannel. Ladies will be spoilt for choice with the new, four-size
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A sinistra e in pagina i capi proposti dalla Maison Cilento per la stagione invernale: scarpe, cravatte, borse della griffe partenopea.
dinando Fuga, è possibile trovare davvero il top in fatto di tessuti pregiati, mise e accessori. Tante le novità per quest’inverno: dai pull 100 per cento lana finissima e cashmere, molto caldi ma leggeri e “calati a mano”, disponibili dal classico blu al celeste passando per il viola e il giallo, alle ties passepartout, anch’esse molto colorate, declinate dal fucsia al blu royal passando per l’insolita accoppiata marrone-celeste. Altra chicca di stagione, le scarpe anfibie foderate in montone, tutte realizzate a mano, da personalizzare in base ai gusti e alle esigenze con suole e pellami a scelta. Gli elegantoni più esigenti, per blazer e vestiti, potranno inoltre contare su un’autentica flanella da 450 grammi al metro quadro, peso quasi scomparso, naturalmente cimosata Cilento. Anche le signore hanno di che deliziarsi. Per loro, solo l’imbarazzo della scelta dinanzi alla nuova linea di borse in pelle, molto bella e importante, che vede tra i protagonisti “secchiellini” e “mezze lune” realizzati in ben quattro misure in nero, blu, verde inglese, porpora e in una deliziosa scala di beige. Per, tutti, invece, borsoni da viaggio o da lavoro e piccola pelletteria da scegliere con calma e perizia nel luminoso open space fronte strada incorniciato da rarità legate al bel vestire. Dall’abito di inizi Settecento in seta con filigrana oro e argento e pietre preziose a un’antica mise appartenuta alla guardia reale inglese, passando per manichini e stivali ottocenteschi, colletti e polsini di età vittoriana e ferri da stiro per cravatte datati anni ’30. Una ricca collezione privata che continua negli accoglienti spazi del Salotto Cilento, ospitato al primo piano di Palazzo d’Aquino di Caramanico, che ospita 73
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Campania style MODA
line of leather “bucket” and “half-moon” handbags in black, blue, racing green, purple and an exquisite beige, while travel bags and leather accessories for all are on display in the store window embellished with rare and superb period garments from the 18th, 19th and 20th centuries. This lavish collection continues in the welcoming Cilento salon on the first floor. “A temple of elegance”, insists Ugo Cilento, a private room where, once a month, the most elegant men in Naples gather by invitation only for meetings to delight all five senses, such as the unforgettable event in which Cilento creations were displayed alongside the culinary masterpieces of Gennaro Esposito, the head chef from the Torre del Saracino restaurant in Vico Equense and protagonist of a documentary at the Venice Film Festival where he also organised a dinner for the stars of Hollywood. A star-studded evening with exquisite food, excellent wines from the Palari wine cellars in Sicily and neckties and foulards made for the occasion by Maison Cilento. November saw the birth of “Partenope”, an inebriating unisex essence dedicated to Naples and its legends that has been created jointly by the Antica Officina Profumo Farmaceutica Santa Maria Novella in Florence and Maison Cilento founded way back in 1780. The atelier’s first perfume has intense aromas of Mediterranean citrus fruits and is a veritable hymn to joy. Coming soon to the Cilento Salon is a Christmas party with the superb food from Salvatore della Tradizione in Seiano, and an evening for the prestigious Nunziatella military academy in Naples organized by Ugo Cilento and Col. Bernardo Barbarotto. Finally, in January the salon will again host writer Antonella Cilento’s “Odd Couples” which brings together contemporary authors and great novels.
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gli atelier di famiglia. Non uno showroom, come tiene a precisare il padrone di casa, ma “un vero e proprio tempio dell’eleganza” in cui si incontrano e confrontano periodicamente, da quattro anni a questa parte, realtà apparentemente lontane tra loro. Un salotto privato, deputato ad accogliere, una volta al mese, i gentiluomini partenopei, protagonisti di rendez vous esclusivi all’insegna della cultura e del buon gusto. Uno spazio unico, accessibile su invito, che ulti-
mamente ha aperto le porte a originali incontri che coinvolgono i cinque sensi. Indimenticabile quello che ha visto le creazioni Cilento fondersi coi capolavori culinari griffati dallo chef stellato del ristorante Torre del Saracino di Vico Equense, Gennaro Esposito. Personaggio acclamatissimo all’ultimo Festival del Cinema di Venezia nella doppia veste di protagonista del docu-film “Più come un artista” e di una cena spaziale cui hanno partecipato grandi star di Holly-
wood. Una serata costellata di piatti prelibati, da un lato, innaffiati da ottimi vini della cantina siciliana Palari, raccontati direttamente dal produttore Salvatore Geraci, e da cravatte e deliziosi foularini per signore, dall’altro, realizzati per l’occasione dalla maison Cilento. Il 16 novembre, invece, nel Salotto si è festeggiata la nascita di “Partenope”, un’inebriante essenza unisex dedicata alla città di Napoli e ai suoi miti, frutto del connubio tra la rinomata Antica Officina Profumo Farmaceutica Santa Maria Novella di Firenze e casa Cilento, fondata nel lontano 1780. Il primo profumo dell’atelier, indiscusso inno alla gioia caratterizzato da intense note aromatiche che sanno di agrumi e Mediterraneo, è stato presentato in grande stile dal direttore dell’Officina, Eugenio Alphandery. “Tra i prossimi appuntamenti che prenderanno forma nel nostro Salotto - racconta entusiasta Ugo Cilento - c’è una sentita Festa di Natale, in programma il 2 dicembre, abbinata alle bontà di Salvatore della Tradizione di Seiano, ma anche una serata organizzata con la prestigiosa scuola militare della Nunziatella di Napoli, fortemente voluta da me e dal comandante della Scuola, il colonnello Bernardo Barbarotto. A gennaio – conclude - ospiteremo nuovamente la scrittrice Antonella Cilento con le sue “Strane Coppie” che vedranno “incontrare” autori contemporanei e grandi romanzi”. M. Cilento e F.llo dal 1780 Via Medina, 61 a/b e 62 - Napoli tel. +39.081.551.33.63 www.cilento1780.com www.salottocilento.com
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Campania style
MODA
Maison Magic Capi d’autore cuciti sulla personalità Personalised fashion Linee morbide e mai banali per uomini e donne Soft but eye-catching lines for men and women
U Abiti per sposi da uomo e donna in vendita nell’atelier di Maison Magic.
Maison Magic dal 1967 Via Toledo, 335/337 - Napoli tel. +39.081.40.76.23 / +39. 081.40.44.96 www.maisonmagic.it email: maisonmagic@maisonmagic.it
Una donna dallo stile raffinato e ricercato. In una parola, elegante. Un uomo signorile, che ama la comodità. Ecco lo standard proposto da Maison Magic, il rinomato atelier di via Toledo dove la moda non è solo classe, ma ha anche un tocco di… magic. “Puntiamo, da sempre, su capi morbidi e delicati - spiegano i titolari della storica casa napoletana - privilegiando manufatti italiani che offrano il giusto connubio del rapporto qualità-prezzo”. E’ qui che fin dal 1967 è possibile ammirare “mise” da mille e una notte. Collezioni vincenti, semplici. Distinte e mai banali. Vestiti da cerimonia, abiti per occasioni speciali. Ma anche capi giorno e articoli sportswear da vestire per varcare la soglia dell’ufficio con l’attenzione ai dettagli e a fogge di qualità. Tra i prodotti più richiesti della Maison l’abito nuziale, confezionato con una cura estrema dei particolari e della ricerca stilistica. Creazioni romantiche, ma allo stesso tempo moderne e realistiche, sia per uomo
di Giuliana Covella
che per donna. I capi proposti da Maison Magic hanno la capacità di essere sempre in grado di cogliere la personalità e lo stile di chi li indossa. “Miriamo a valorizzare la personalità del cliente - concludono i proprietari - perché ciò che conta è la sostanza, non l’apparenza”.
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Maison Magic, the renowned atelier, dresses Naples’ most elegant women and refined men. Soft, delicate garments made from Italian fabrics to ensure the best price/quality combination. Since 1967, Maison Magic has offered spectacular collections and superb garments for special occasions, but also smart yet comfortable suits for everyday wear. Particularly sought after are the atelier’s stylish and romantic bridal gowns, but the groom is not forgotten at Maison Magic, whose suits highlight the wearer’s personality. 75
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Campania style
MODA
Sanseverino Nodi al collo per uomini raffinati Elegant knots for men Il classico non tramonta: stoffe inglesi e colori classici, il magenta per gli estrosi British fabrics and classic colours, magenta for extroverts
U
“Una cravatta bene annodata è un primo passo serio nella vita: ecco il pensiero di Oscar Wilde in tema di nodi. Per la raffinatezza dei suoi modi e per il gusto nel vestire, il celebre poeta irlandese era considerato, nella Londra dei suoi tempi, ben più di un arbiter elegantiarum: era un vero e proprio punto di riferimento a cui molti si rivolgevano per avere consigli sul modo di indossare un gioiello, di tenere in mano il bastone e di annodarsi la cravatta. Ed è proprio in Inghilterra che Salvatore Sanseverino, patron di Sanseverino Cravatte, dal 1994 si reca due volte l’anno per scegliere personalmente le stoffe che si trasformeranno nei suoi celebrati oggetti, tanto pregiati che Luca Cordero di Montezemolo li ha inseriti nell’elenco delle 7 eccellenze italiane in materia di nodi. Nell’atelier del Centro Direzionale di Napoli, dove i clienti vengono ricevuti solo su
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di Eva Molea
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“A well-knotted cravat is the first serious step in a man's life” said the always elegant Oscar Wilde, a beacon in matters of fashion and good taste in Victorian London. And it is to England that Salvatore Sanseverino journeys twice a year to personally choose the fabrics that he will transform into objects of desire. The atelier in the Naples business district receives by appointment only so that clients can choose from exclusive ‘seven-fold’ ties, to which Sansevrino adds a lining for extra body. Classic ties are available in prêt-à-porter or tailor made versions and in colours and patterns that change with the seasons. This winter, Sanseverino brings back the classic blues, browns, greens and mauves but extroverts will love this year’s magenta in silk and wool and cashmere. Ladies’ cashmere scarves are also on show in all the colours of the rainbow, alongside silk foulards which, this year, come in two main patterns: skulls and portraits of individuals or families.
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Campania style MODA
appuntamento, a far da padrona è la “cravatta sette pieghe”, definita così per il numero di volte in cui il tessuto viene meticolosamente piegato su se stesso e che in casa Sanseverino ha un plus: la fodera che dà ancora più corpo al nodo, una personale rivisitazione del padrone di casa. La cravatta classica, giusta per ogni occasione, spiritosa ma senza mai esagerare, qui si può trovare nella versione prêt-àporter o tailor made, e i clienti possono pescare liberamente nel mare di colori e fantasie, che cambiano ad ogni stagione. Quest’inverno Sanseverino propone il ritorno dei colori classici: dai toni del blu a quelli del marrone, passando per il bordeaux e il verde. E chi è particolarmente estroso trova soddisfazione per il suo gusto: il colore forte dell’anno è il magenta, un tono di rosso particolarmente brillante, che viene declinato sia in seta che in lana&cachemire. Ma l’atelier Sanseverino non fa solo la felicità dei gentiluomini. Anche le signore possono trovare oggetti del desiderio: alle sciarpe e alle pashmine, in morbidissimo cachemire e disponibili in tutti i colori dello spettro visivo, si affiancano i foulard di seta, che per questa stagione vengono proposti in due principali fantasie: teschi e ritratti di singole persone o intere famiglie. E per regali davvero originali, basta chiedere i nuovi ferma foulard in corallo.
A sinistra, sciarpe, pashmine e foulard in seta firmati Salvatore Sanseverino (nella foto). In alto, altri capi della collezione autunno-inverno proposti dal maestro di moda napoletano.
Sanseverino Centro Direzionale Is. G2 - Napoli tel. +39. 081.787.94.14 www.sanseverinonapoli.com email: info@sanseverinonapoli.com
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I portabene
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Campania style
Non è vero, ma ci credo. E li regalo It’s not true, but i believe it. And they make gifts Corni, gobbi e ferri di cavallo artigianali contro jattura e malocchio Handmade horns, hunchbacks and horseshoes against the evil eye
A Nella foto di apertura, un must dei portabene napoletani: il ferro di cavallo. Sopra, una cornucopia d’oro, un artigianale corno in terracotta abbracciato da Pulcinella e la statuetta portafortuna dello “Sciò-Sciò”.
A Napoli, si sa, tutto si trasforma in liturgia pur di allontanare la “scalogna”. Una liturgia che nella culla di Partenope ha dato vita a manufatti dalle forme particolari. Oggetti unici, spesso custoditi in gran segreto e “grattati” al momento giusto per tenere lontani i guai. Capolavori del genio artistico che hanno fatto la fortuna di intere generazioni di orafi e artigiani. Come il “curniciello”, il più famoso dei talismani “made in Partenope”. Secondo la tradizione, per funzionare questo “piccolo corno” deve essere rosso, come il colore della vittoria in battaglia. Fatto a mano perché solo dal contatto umano scaturiscono quei poteri benefici che gli vengono attribuiti. Essere esclusivamente oggetto di regalo. E poi: rigido, cavo all’interno, a forma sinusoidale e a punta. Preferibilmente fatto di corallo, perché nella mentalità popolare, il corallo è ritenuto una pietra preziosa che ha il potere di scongiurare il malaugurio e proteggere le
di Rosanna Nastro
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The horn, with its unmistakeable shape and deep red colour tipped in gold at its base, must be rigorously hand-made because only the human touch can confer beneficial powers on this genuine symbol of Neapolitan craftsmanship. It is a lucky charm that keeps the ‘evil eye’ at bay but will only work when given as a gift. Tradition requires that, in order to be efficacious, the horn must be rigid, hollow, curved, pointed and preferably made of coral (although there are many made of silver), as popular belief attributes coral with the power to defeat evil influences and protect pregnant women. Another popular lucky charm in Neapolitan tradition is the hunchback, a figure which is often incorporated into the upper part of the horn. The shape of his back is seen as an amulet that can counter a jinx. The horseshoe, perhaps the oldest and most famous lucky charm, is found not only in its original iron form, but also in silver and 79
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Natale style I PORTABENE
donne incinte. Un altro degli oggetti cari alla tradizione napoletana è il gobbo. Spesso è un tutt’uno con il corno, di cui va a costituire la parte superiore: quella col bordino laccato in oro. Si tratta di una “credenza” vesuviana che ritiene la particolare conformazione della schiena di alcune persone indice di buon augurio, ricchezza e prosperità. Dal corallo passiamo al ferro. Cambia il materiale, non cambia il fine: il ferro di cavallo, infatti, è tra i portabene più antichi e famosi utilizzati a Napoli. Stringerne uno tra le mani è il rimedio migliore per ingraziarsi la dea bendata. Identico discorso vale per le forbici, un altro dei portafortuna partenopei, di cui pure esistono manufatti in argento. Altro portabene tipico è lo “Sciò Sciò”, statuetta presepiale in terracotta a metà strada tra il gobbo e il “munaciello”, che raffigura lo spirito del “vecchio bambino”. E ancora: la cornucopia, detta anche corno dell’abbondanza, simbolo mitologico di cibo e ricchezza. E il “munaciello”, il più famoso degli spiriti partenopei, tanto amato, e al tempo stesso temuto, nei vicoli del Centro Storico. Riprodotto in forma di amuleto d’argento, impresso in ciondoli o medaglioni, va tenuto a stretto contatto con la pelle. E sfregato quando le cose si mettono male. Tra i portabene più in voga a Napoli, nel corso degli ultimi anni hanno attecchito anche oggetti decisamente particolari, ma inizialmente estranei alla cultura partenopea come gufi, quadrifogli e coccinelle. Gettonatissime, da questo punto di vista, le creazioni della jewerly designer partenopea Stefania Caramanna, ideatrice di “sculture à porter” in argento, bronzo, oro e pietre naturali, come i capolavori della collezione “Quadrifoglio”: orecchini, anello e pendente in argento o 80
terracotta. Other Neapolitan charms include the Sciò Sciò figurine from the Nativity Scene, and the cornucopia, the ancient symbol of abundance . The munaciello, the famous Neapolitan imp who can bring good and bad luck, is also a common theme of Neapolitan jewellers, who include ‘the little monk’ on pendants and medallions ready to touch when the wheel of fortune turns. Recent years have seen the arrival of talismans from other cultures, such as the bull’s phallus, a silver charm against evil influences that partly resembles the Neapolitan horn, as well as owls, four-leaf clovers, turtles and ladybirds (beautiful Caramanna's collection).
bronzo, quest’ultimo da abbinare a lunghe catene silver, lacci di cuoio o fili di perle. Fa parte, invece, della linea “Cavallerizza” lo scaramantico collare stringicollo impreziosito da un mini ferro di cavallo stilizzato, simbolo disponibile anche a mo’ di ciondolo sia in argento che in bronzo. Per essere efficace il “ferro” va portato rigorosamente con le punte all’insù. Contro il malocchio ci sono anche il pendente “Gufo Reale” e l’anello “Civetta” della collezione “Animaletti”. E la “Mano di Fatima” della linea “Simboli”, che, indossata, dona pazienza, fortuna, amore e protezione. Posta sull’uscio di casa protegge anche la famiglia.
Nella foto grande, anello e collana della collezione “Quadrifoglio”. Sopra, l’anello “Civetta” della collezione “Animaletti”, tutti preziosi disegnati da Stefania Caramanna.
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Campania style
OGGETTI DI STILE
Marlen Penne Il profondo piacere di scrivere con la storia The pleasure of ‘historic’ writing Cultura, stile, arte e design nelle penne realizzate a mano dai fratelli Esposito Culture, style, art and design in hand-made pens
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“ Il piacere di scrivere e…leggere nel tempo”. Questo lo slogan della Marlen Penne, azienda casertana leader nella realizzazione e produzione di penne dal carattere unico ed esclusivo. Fondata nel 1982 da Mario e Antonio Esposito, rispettivamente amministratore e direttore della progettazione, la ditta di Sant’Arpino si caratterizza per la pregevole qualità di un prodotto prestigioso e durevole. Tratto inconfondibile dei manufatti griffati Marlen che, nel corso degli anni, sono entrati a pieno titolo nell’Olimpo del “bello scrivere”. La galleria di quanti possono oggi fregiarsi delle penne plasmate nei laboratori di via Nenni è ricca e variegata, annoverando, tra gli altri, personaggi del calibro di Papa Benedetto XVI, dei Presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Azeglio Ciampi e del premio Nobel Rita Levi Montalcini. L’alta qualità dei prodotti Marlen, unita a
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di Sarah Ricca
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Culture, style, arte and design in handmade pens. Founded in 1982 by Mario e Antonio Esposito, Marlen Pens is a market leader in the manufacture of exclusive and long-lasting writing instruments. The true pleasure of “historic” writing. Used by Pope Benedict XVI and the Italian president Giorgio Napolitano and Nobel prize Rita Levi Montalcini, these high quality masterpieces are inspired by figures and locations from history, the arts and current affairs. The Marlen line’s award-winning, commemorative issues have met with international success, such as Cadran Solaire, Stylo Lunaire and Stylo Astrologie. Marlen artisans craft the finest gold, platinum, silver, resins and woods into the exquisite roller, ballpoint and fountain pens on show in the elegant boutiques of London, New York, Paris and now also in Asia.
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Campania style OGGETTI DI STILE
una tecnica all’avanguardia, rendono questi strumenti di scrittura autentici capolavori d’arte ispirati, nello stile, a bellezze architettoniche, geni della letteratura e della poesia, eventi storici o grandi personaggi. Come non ricordare, ad esempio, la penna ufficiale per il G8 di Genova del 2001. O la penna dedicata al Parlamento europeo nel 2005. E ancora quella realizzata in occasione del
Summit della Pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Napoli nel 2007. Brillano di storia, e non poteva essere diversamente, le penne “Imperium” dedicate al mito dell’antica Roma, quelle della collezione speciale del 2009 per il Napoli Teatro Festival Italia. E le ultimissime “Italia Unita 1861” e “Risorgimento”, forgiate appositamente per i 150 anni dell’unità del Paese. Storia e cultura, stile, arte e design si intrecciano nei manufatti della linea Marlen, proiettando l’azienda campana sulla scena in-
Nelle foto in pagina alcuni modelli di penne lavorate a mano dai maestri di Marlen, che selezionano accuratamente materiali come oro, argento e platino per creare i loro capolavori di scrittura.
ternazionale. Una ribalta, quella dei fratelli Esposito, culminata con l’assegnazione del premio “Robb Report 2003” per la realizzazione della “Cadran Solaire” una sorta di scultura gioiello, sotto forma di meridiana, sviluppata sul fusto della penna. Strumento di scrittura unico al mondo con cui i maestri della Marlen hanno inaugurato il filone tecnico scientifico dedicato al tema della misurazione del tempo. Un filone innovativo che ha prodotto, insieme alle penne “Stylo Lunaire” e “Stylo Astrologie”, anche il bellissimo quadrante “Northmatic”, creazione d’autore con cui la casa di Sant’Arpino ha esordito nel campo dell’orologeria “haute de gamme”. Autentici gioielli quelli realizzati dagli artigiani della Marlen. Lavorati con un’accurata selezione dei materiali. Argento, oro bianco e giallo 18 carati, platino, resine acriliche, ebanite o radica. Strumenti che svettano nelle vetrine delle più importanti boutique di Londra, New York e Parigi e che hanno valicato i confini dell’Occidente giungendo anche negli show rom di Giappone e Cina, passando pure per l’Arabia Saudita. Gioielli realizzati esclusivamente a mano e predisposti nei diversi modelli: roller, sfera e stilo con pennini di differenti materiali e gradazioni. Oggetti più unici che rari. Da ammirare e accarezzare, mostrare e usare, mentre lasciano scie indelebili d’inchiostro sulla ruota del tempo. Marlen Penne Via Nenni, 3 - Sant’Arpino (Caserta) tel. +39.081.891.88.29 www.marlenpens.com
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Campania style
VIVERE CON GUSTO
Turco Global Service Il lusso è a portata di noleggio Luxury for hire Auto, jet, ville e yacht esclusivi: così Tgs realizza sogni e desideri Exclusive cars, jets, villas and yachts: Tgs makes dreams come true
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Automobili mozzafiato, yacht degni di un film. E ancora: elicotteri, jet, case e ville da sogno. Sembra di essere entrati su un set di Hollywood. E invece è tutto ciò che la Turco Global Service offre ai suoi clienti. L’azienda, fondata nel 2002 da Angelo Turco che ne è anche amministratore unico, è una delle imprese che per prime ha aperto, in Italia, la strada al noleggio dei beni di lusso. Parola d’ordine: godere di beni esclusivi senza l’impegno della proprietà. Con la cura maniacale dei dettagli e la passione per l’eleganza. Molteplici le sezioni in cui si articola l’offerta targata Tgs per catturare l’interesse dei palati più fini, ma anche di quelli che vogliono sentire il brivido correre lungo la schiena. Una sensazione offerta attraverso il “Driving Experience Day”, nell’ambito della sezione sport. Una chicca per veri appassionati di motori che consente ai fan delle quattro ruote di trasformarsi in piloti per un giorno. A disposizione dei driver più entusiasti, autentici gioielli della stra-
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di Sarah Ricca
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Luxury...for hire. Exclusive cars, jets, villas and yachts: Tgs makes dreams come true. Hollywood style supercars, yachts, helicopters, jets and villas from Turco Global Service. Since 2002, Angelo Turco has offered his clients exclusive luxury without the commitment of ownership through a series of exciting schemes. Turco Global Service’s mission is achieved through the Tgs Exclusive Club scheme: Silver, Gold and Platinum cards for short holidays and breaks with a luxury car, Sport card for a Driving Experience at the main Italian and European race tracks in a Ferrari or a Porsche and recorded by an onboard camera, and Black card for the entire Tgs range: luxury cars and SUVs, exquisite residences, track days, incredible boats, private jets and helicopters and a security service if required.
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Campania style VIVERE CON GUSTO
da come Ferrari e Porsche. “Supercar” dotate di cronometri Gps per i rilevamenti del tempo su giro. Bolidi, dunque, con i quali misurarsi sulle piste dei principali autodromi italiani ed europei. Un’esperienza indimenticabile, quella del Driving Day, che potrà essere rivissuta anche grazie alla cameracar installata a bordo. Un occhio magico che riprenderà l’esperienza sul circuito metro dopo metro. Supercar a parte, far vivere il lusso è la vera mission della Turco Global Service, pronta a stupire anche il più esigente dei clienti grazie a formule vantaggiose e all’impiego della Tgs Exclusive Club, una piccola tessera che racchiude un tesoro. Un vero e proprio club d’èlite in cui è possibile entrare attraverso cinque tipologie di card: Silver, Gold e Platinum per viaggiare per brevi periodi o godersi un weekend da sogno con un’auto di lusso. Poi le card nuove arrivate: Sport, per godere più volte, nel corso dell’anno, del Driving Experience, e Black, che apre le porte all’intero galassia Tgs. Una card con cui guidare auto sportive, eleganti berline, ma anche potenti Suv per viaggi di piacere o di lavoro. E ancora: soggiornare in ville e residenze in località esclusive, partecipare ai Trackday nei circuiti più famosi d’Europa, navigare a bordo di magnifiche imbarcazioni o spostarsi con la massima comodità in jet o in elicottero. Il tutto, se richiesto, con l’assistenza di operatori specializzati nella security. Un mondo da sogno . Per sentirsi personaggi da favola. A sinistra, l’ingegner Angelo Turco, titolare della Tgs. Nelle foto a destra. auto di lusso (Porsche e Ferrari), elicotteri, yacht e bodyguard: solo un esempio di quanto l’azienda napoletana, specializzata nel noleggio di beni di lusso, mette a disposizione della clientela.
Turco Global Service Viale degli Ulivi, 33 San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) tel. + 39.081.195.75.148 cell. 338. 723.99.33 www.turcoglobalservice.it sport@turcoglobalservice.it
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Campania style
VIVERE CON GUSTO
Villa Cilento Cornice perfetta per magici momenti The perfect setting for magic moments Nel cuore di Posillipo il rifugio da pene e affanni In the heart of Posillipo, refuge from the woes of the world
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È un magico rifugio dalle pene e dagli affanni. Villa Cilento, una lussuosa villa gentilizia nel cuore di Posillipo, che ha resistito alle avversità e si è rinnovata nel fascino della sua bellezza. Già presente nella pianta del Duca di Nola come Masseria Migaglia, intorno al 1875 venne acquistata dalla famiglia Cilento, che trasformò l’antica tenuta di campagna in un casino di villeggiatura dotato di tutti i comfort dell’epoca: bagno, lavanderia con acqua corrente e cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. Grande cura fu data anche al giardino, che ancora conserva piante secolari e rare e in cui cresceva ogni tipo di essenza. Acquistata nel 1926 dal barone Cocozza, durante il secondo conflitto mondiale, fu quartier generale delle truppe tedesche e poi, dopo la guerra, completamente abbandonata finché il commendatore Gennaro Giustino non la rilevò ed eseguì i lavori di recupero che l’hanno resa il gioiello di stile e raffinatezza che è adesso. Una villa del ‘700 con scalinate, co-
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di Eva Molea
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A refuge from the toil and woes of the world, Villa Cilento is a luxurious historic residence in the heart of Naples’ beautiful hillside quarter of Posillipo. In 1875 it was purchased by the Cilento family, who equipped the country home with all the comforts of the age and a landscaped garden which they planted with rare plants and trees that are still standing over a century later. This corner of paradise has been open for elegant and important occasions, such as parties, wedding receptions and conferences. The whole family helps in the villa’s day-to-day management under the guidance of Antonella who supervises every event from the choice of tableware to background music and floral decorations. Villa Cilento also offers a vast choice of menus, with dishes created by renowned chefs and served with impeccable style. Each event can be personalised, from the classic reception dinner to cocktail buffets and parties.
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Campania style VIVERE CON GUSTO
A sinistra, la facciata di Villa Cilento e la rampa d’ingresso. Sopra e al centro, vedute panoramiche della villa e una delle sue sale riccamente addobbata. In basso, i tavoli allestiti e le pietanze (in alto a destra) pronte per essere servite.
lonnati e grandi saloni dalle volte affrescate, impreziositi da preziosi arredi d’epoca. Ad aggiungere maggior fascino a questa location principesca, una vista mozzafiato sul Golfo, Sorrento, Vesuvio, e Capri e l’enorme giardino su più livelli, che ospita anche un ampio gazebo, per poter trascorrere sereni momenti all’aperto. Dal 1991, le porte di questo piccolo paradiso sono aperte a chi ha voglia di vivere e far vivere, con classe e gusto, momenti importanti e indimenticabili, quelli che segnano la vita. E’ Antonella Giustino che svolge con amore, tatto e savoir faire il compito della padrona di casa; è lei che segue gli ospiti passo dopo passo nell’organizzazione di ogni evento: che si tratti di una festa, un ricevimento di matrimonio o di un convegno, dalla scelta dei centrotavola ai colori degli allestimenti, dall’accompagnamento musicale alle decorazioni floreali, tutto è pensato e realizzato per assicurare classe e successo. Anche l’offerta gastronomica è ricchissima: a Villa Cilento si può spaziare dalla cucina tradizionale a quella internazionale, con piatti realizzati da chef di chiara fama e serviti in maniera impeccabile. Ogni tipo di happening viene personalizzato grazie alle diverse formule adottate: dal ricevimento classico alle feste in divano, passando per soluzioni miste, cocktail buffet e cocktail party. Giochi di luci e candele rendono ancora più romantica l’atmosfera. E quando il giorno fa spazio alle stelle, Villa Cilento brilla ancor più per fascino ed eleganza.
Villa Cilento Via Posillipo, 85 - Napoli tel. +39.081.5757688 www.villacilento.it email: info@villacilento.it
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Campania style
VIVERE CON GUSTO
L’Arte di Creare Arredi con anima e profumo d’antico Furniture with an antique soul Lo stile si fonde con la competenza nei restauri e nella produzione Style and skill in restoration and manufacture
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L’anima della casa è nel mobile che l’arreda, nel gusto delle scelte di classe. Nello stile del legno lavorato a mano. Come i capolavori di Maria Carolina Siricio, artigiana per passione, artista per vocazione, con diploma all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. E un’azienda, L’Arte di Creare, realizzata con il socio ed artista Adriano Sacco, che da sempre professa il culto per il bello e per il design di stile Lo stesso che traspare dalle creazioni: autentici capolavori, trompe l’oeil, quadri moderni realizzati nella bottega del Vomero. “L’Arte di Creare” si concentra sul gusto del cliente che vuole personalizzare la propria casa spaziando tra varie possibilità grazie all'esperienza di Maria Carolina e Adriano. Arredo quasi su misura, classico e moderno con la possibilità di scegliere da un ampio catalogo e realizzare una piccola opera d'arte. Mobili ricreati ex novo, lavorati con cura. Decorazioni per ogni tipo di su-
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di Vera Amoroso
perficie, tessuto e metalli donando il quid essenziale dei piccoli capolavori. Arredi appena nati, oppure restaurare autentici cimeli rivitalizzati con un attenta e certosina opera di restyling per ricreare l’atmosfera dei tempi che furono.
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The soul of a home resides in hand-crafted wooden furniture. Maria Carolina Siricio, an artisan who graduated from the Naples Academy of Fine Art, has founded L’Arte di Creare, with artist Adriano Sacco who worships stylish design and together they create masterpieces. They focus on customers’ desires for their homes and then tap their experience to meet those desires. Classic and modern furniture skilfully created ex novo and lovingly finished using fabrics and metals, or painstakingly restored to recreate times gone by.
A sinistra e in alto, esempi dello stile d’arredo realizzati da Maria Carolina Siricio e Adriano Sacco, titolari dell’azienda L’Arte di Creare.
L’Arte di Creare Via S. G.ro.ad Antignano, 127- Napoli tel +39.081.556.72.11 email: lartedicreare2007@libero.it
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Pasticceria napoletana
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Campania sapori
Dolci souvenir per tutti i palati Sweet souvenirs for every palate Struffoli, rococò, mustacciuoli e susamielli: il Natale partenopeo si assapora anche a tavola Struffoli, rococò, mustacciuoli and susamielli: A Neapolitan Christmas on the dinner table
T Nella foto di apertura un piatto di struffoli su una tavola imbandita per le feste di Natale. A, sinistra alcune delizie di pasta di mandorle fanno bella mostra di sé su un mattarello. In alto, una manciata di gustosi mustacciuoli ricoperti con glassa bianca.
Tavole rosse imbandite di delizie. La tradizione napoletana del Natale è concentrata lì, intorno a piatti succulenti che culminano con dessert da favola, vere chicche del gusto. Un’esplosione di colori e sapori. Re indiscussi della tradizione dolciaria natalizia, gli struffoli si fanno largo sulle tavole imbandite nel Golfo al terminar di lauti pasti. I caratteristici dolci, che si vuole abbiano addirittura origini elleniche (nella Magna Grecia erano chiamati loukoumades), sono decorati con confetti colorati, frutta candita, pezzetti di cedro e miele e fatti con ingredienti semplici e naturali: farina, uova, burro, zucchero e, per aromatizzare, un pizzico di bicarbonato aggiunto all’impasto, che dovrà lievitare per almeno due ore. Tagliato a palline ogni struffolo viene fritto nell’olio o nello strutto. Il risultato è una gioia per il pa-
di Giuliana Covella
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At Christmas, traditional Neapolitan dinner ends with a kaleidoscopic array of sweets and desserts to delight the taste buds. Pride of place awaits the undisputed king of confectionery, struffoli, which are said to be of Greek origin (in Magna Grecia they were called loukoumades). The pastry dough is left to rise for at least two hours before being cut into small balls, fried, and then garnished with candied fruit, sprinkles and honey: a pleasure for the eyes and for the palate thanks to the simple and genuine natural ingredients. However, the first to arrive in pastry shops and cafés for the festivity of 8 December is the shell-shaped biscuit “rococo”, from the French rocaille (date back to 1320 and the nuns of the Royal Magdalene Convent). No self-respecting Neapolitan family can forego zeppole, marzipan, mustacciuoli, raffiuoli 91
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Natale style CAMPANIA SAPORI
lato. Tuttavia, ad aprire le danze in vista delle festività natalizie è sua maestà il rococò, dal francese “rocaille”, per il suo particolare aspetto tondeggiante simile a una conchiglia arrotondata. Questo dolce cotto al forno è il frutto dell’unione di mandorle, farina, zucchero, canditi e spezie varie. La sua preparazione risalirebbe al 1320, quando le monache del Real Convento della Maddalena ne sfornarono i primi esemplari. In ogni famiglia napoletana che si rispetti non possono mancare, nei giorni di Natale, zeppole, paste di mandorle, mustacciuoli, raffiuoli e susamielli. Le prime, ciambelline fritte, sono le “gemelle” delle graffe. Preparate con una pasta a base di farina, acqua latte e anice, a cottura ultimata vengono decorate con scorzette d’arancia e “diavulilli”, ovvero piccoli confetti colorati. Le paste di mandorle sarebbero nate, secondo la tradizione, nei conventi di Napoli. Chiamate anche pasta reale, in onore di re Ferdinando IV di Borbone, sono legate ad un curioso aneddoto. Si racconta, infatti, che il sovrano si recò un pomeriggio in visita al convento delle suore di San Gregorio Armeno e, dopo averlo visitato, nonostante avesse appena finito di pranzare, non poté rifiutarsi di assaggiare quegli squisiti dessert fatti apposta per lui. Hanno, invece, una forma romboidale e sono ricoperti di una glassa di cioccolato i mustacciuoli, il cui nome è legato alle antiche preparazioni contadine che utilizzavano il mosto, per rendere più dolce il “piatto”. Di forma ellittica sono, dal canto loro, i raffiuoli, una squisitezza ricoperta da una glassa bianca a base di zucchero, che piace soprattutto ai più piccoli. Dalla tipica forma a “S” sono i susamielli, dolci preparati con farina, zucchero, mandorle e miele. Di nascita reli92
A sinistra, i tradizionali rococò dal francese rocaille (simili a una conchiglia rotonda e schiacciata). In basso, un’immagine degli struffoli con, accanto, un estratto della ricetta per la loro preparazione.
and susamielli at Christmas and New Year. Marzipan is said to have originated in the convents of Naples, where it was also known as “royal dough” in honour of King Ferdinand IV of Bourbon who, while visiting the convent of San Gregorio Armeno, was led into the refectory where a table laden with lobster, fish, fowl and fruit awaited him. Mustacciuoli, on the other hand, are diamondshaped biscuits glazed with chocolate icing,
enclosing a soft centre with honey and candied fruit. The name comes from the tradition to use wine must to sweeten the biscuits. The ellipse-shaped raffiuoli are similar to iced sponge cakes, while the S-shaped sweets are called susamielli. Divinamore and the sospiri delle monache (nuns’ sighs) are probably of religious origin. The traditional flavours of the Amalfi Coast have reached Naples thanks to the La Dolce Napoli pastry
giosa sono da considerarsi, tra gli altri, i “divinamore”, a base di pandispagna ricoperto di glassa , che traggono il loro nome dalle suore dell’omonima comunità di clausura. E i “sospiri delle monache”, originari della zona di Vico Equense. Anche i sapori e i colori della Costiera amalfitana sono approdati nel capoluogo grazie a “La Dolce Napoli” di via San Pasquale a Chiaja, primo punto vendita partenopeo affiliato “Sal De Riso Costa d’Amalfi”. Nel negozio gestito dai fratelli Giancarlo e Stefano Marigliano si può gustare la famosa e apprezzatissima torta ricotta e pera. “La ricerca quasi ossessiva delle materie prime e l’assenza di conservanti è per noi un binomio indissolubile di eccellenza e qualità – sottolineano i Marigliano – . Come accade per una originale variante della pastiera: rivisitazione più leggera di uno dei dolci tipici della nostra tradizione, a base di mousse farcita di canditi, grano e altri ingredienti non cotti”. La regina dell’arte dolciaria napoletana, la pastiera, non può comunque mancare nel menù natalizio. Vero è che si tratta di un simbolo della Pasqua, ma è tradizione radicata ormai che appaia anche sulle tavole imbandite per le festività di fine anno.
store in the Chiaia city quarter, which stocks the delicious ricotta and pear dessert: the result of “an almost obsessive quest for ingredients with no preservatives ensures excellence and quality”, say owners Giancarlo and Stefano Marigliano. This is also true for the pastiera, a lighter version of the traditional Neapolitan Easter cake of the same name, filled with mouse, candied peel, and wheat grains.
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Vini della Campania 94
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Aromi, profumi e gusti nella culla di Bacco Bouquet and flavour from the cradle of Bacchus Taurasi, Greco di Tufo, Aglianico, Lacrima Christi, Campi Flegrei: dalle ricche vendemmie della Terra Felix sgorga il nettare degli Dei Taurasi, Greco di Tufo, Aglianico, Lacrima Christi, Campi Flegrei: rich grape harvests in Campania Felix yield the nectar of the Gods di Rosanna Nastro
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Elencarli tutti è un’impresa, assaporarli un obbligo. Ma occorrerebbero intere settimane per gustarne a fondo profumi e prelibatezza, sapori e aromi. I vini tipici della Campania, quelli riconosciuti come eccellenze della Terra Felix sono più di una trentina. E per ognuno di questi nettari in bottiglia esistono varianti e tipologie differenti che li rendono ancora più ricercati sulle tavole dei buongustai. I soli Doc, per capirci, sono quasi una ventina, cui corrispondono oltre 70 tipi di vino. Ed altrettanti sono in lista d’attesa, pronti a entrare nella speciale galleria della viticoltura d’èlite. Prendiamo i fertili monti del Sannio e quelli dell’Irpinia: dal migliore
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There are over thirty recognised wines of excellence in Campania, almost twenty of which have been awarded the Controlled Denomination of Origin (DOC) label, and there are over seventy variations of these waiting in the wings for this prestigious recognition. The fertile hillsides of the Sannio and Irpinia districts produce Taurasi, reputedly the region’s best wine made from the ancient world’s most noble vine Vitis hellenica, the modern-day Aglianico, and named after Taurasia, the famed wine town mentioned in Livy’s works. Taurasi was southern Italy’s first wine to receive the prized Controlled and 95
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vitigno dell’antichità coltivato su queste terre, la Vitis hellenica (l’odierno Aglianico) si ottiene il Taurasi, considerato, in assoluto, il miglior prodotto ricavato da questa prestigiosa famiglia di uve già cara ai primi colonizzatori greci. Il nome deriva dalla cittadina omonima, l’antica Taurasia “dalle vigne optime” cantata da Tito Livio. Il Taurasi è stato il primo vino del Meridione a vedersi attribuita la Denominazione di origine controllata e garantita (massimo riconoscimento attribuito a un vino tipico) e uno dei pochi “italiani” meritevoli di invecchiamento (almeno tre anni). Lo contraddistingue il gusto vellutato, pieno ed elegante e la complessità di un aroma intenso e delicato. Caratteristiche che in parte ritroviamo anche nel Greco di Tufo, l’altro Docg d’autore “confezionato” nelle cantine dell’Avellinese. Prodotto che non ha eguali al mondo, grazie al suo profumo che ricorda quello della pesca e delle mandorle amare. Si ottiene dal vitigno Greco, l’Aminea Gemina di cui parlavano Catone, Virgilio e Colummella, uve che furono importate dalla Tessaglia molti secoli prima dell’avvento dell’era cristiana. E il Fiano di Avellino? Altro Docg irpino, è un vino inconfondibile per il suo aroma tipico di nocciole tostate. Si ottiene dal vitigno omonimo, conosciuto dagli antichi romani con il nome di Vitis Apiana, dalle api, insetti attratti dalla dolcezza delle sue uve. Dai Docg ai vini a Denominazione di origine controllata (Doc) il passo è breve, per non dire obbligatorio. Entriamo così nella galleria più nutrita delle prelibatezze del “made in Campania”. Perché i Doc della terra di Virgilio ufficialmente riconosciuti dal Mini96
In apertura e in pagina, le preziose uve della Terra Felix da cui si ricavano i vini tipici della Campania. A destra, vendemmia e lavorazione dell’uva.
stero sono in tutto 18. Si tratta di Ischia, Solopaca, Capri, Vesuvio e Lacrima Christi; Taburno, Aglianico, Cilento, Falerno del Massico, Castel San Lorenzo, Asprinio di Aversa, Guardiolo, Sant’Agata dei Goti, Penisola Sorrentina (con sottozone Lettere, Gragnano e Sorrento), Campi Flegrei, Costa d’Amalfi (con sottozone Tramonti, Furore e Ravello), Galluccio, Sannio e Irpinia. I nomi stessi di questi elisir di lunga vita ne richia-
mano anche le zone di provenienza e le viti con cui vengono prodotti: Caprettone, Aglianico, Falanghina, Piedirosso, Fiano, Sangiovese. Ognuna di questa specialità ha una sua storia, spesso plurisecolare, legata ai luoghi in cui furono piantate, secoli fa, da greci e romani. Ed è apprezzata da intenditori e appassionati per la densità e il gusto intenso che si cela in ogni singolo bicchiere. Vini rinomati, accessibili a tutte le
Guaranteed Denomination of Origin (DOCG) label and it is one of the few wines in Italy to be matured for at least three years to ensure its full-bodied flavour. The exquisite Greco di Tufo DOCG from Avellino has hints of peach and bitter almonds and is made from the Aminea gemina vine mentioned by the poet Virgil, with grapes imported from Thessaly in the pre-Christian age. Fiano di Avellino
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DOCG with its nuances of toasted hazelnut is another superb white wine famed since Roman times. The region’s 18 DOC wines (Ischia, Solopaca, Capri, Vesuvio, Lacrima Christi, Taburno, Aglianico, Cilento, Falerno del Massico, Castel San Lorenzo, Asprinio di Aversa, Guardiolo, Sant’Agata dei Goti, Penisola Sorrentina, Campi Flegrei, Costa d’Amalfi, Galluccio, Sannio and Irpinia)
tasche. Il Solopaca, ad esempio, nei suoi numerosi colori che si sposano ora con i piatti di terra (rosso), ora con antipasti di mare e fritture di pesce (bianco), nasce tra i monti del Sannio, da uve pregiate come il Trebbiano. E quasi fa a gara, in bontà, con il Vesuvio e il Lacrima Christi, nettari favolosi, dal gusto corposo ed intenso. Frutto delle ricche vendemmie che si organizzano, ogni anno, sulle fertili lave del vulcano che nel 79 d.C distrusse Pompei ed Ercolano. Una zona che, come cantò il poeta Marziale, “Bacco amò più delle native colline di Nisa”. A queste latitudini le uve hanno un sapore e un profumo inconfondibile. Che arriva intatto fino in tavola dove inebria e accompagna rinomati sautè di vongole, succulente patate al forno, piccanti impepate di cozze e tradizionali spaghetti aglio e olio. C’è una leggenda legata alla denominazione del Lacrima Christi. Una leggenda ripresa anche dal regista Curzio Malaparte che, nella battuta del suo romanzo (La Pelle), invita a bere un “vino antico e sacro”. Ed è quella legata alle lacrime versate da Dio il quale, riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo asportato da Lucifero, pianse e laddove caddero le sue lacrime sorse la vite da cui si ricava questo straordinario vino. Altri Doc famosi sono quelli dei Campi Flegrei, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Per capirci: uno dei più apprezzati prodotti enologici dell’antichità, il Falerno Gaurano, tuttora esistente, fu lodato da Plinio il Vecchio e, successivamente, inserito nella “carta dei vini” della corte di Napoli e addirittura in quella del Papa. La zona di produzione di questi autentici elisir, include 7 comuni, tutti dell’area flegrea. E
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each have their own century-spanning history in the regions where Greeks or Romans planted the vines centuries ago and many have extremely affordable price tags. Solopaca, for instance, from the Sannio hillsides comes in both a red and a white version to accompany meat, cheese, vegetables and fish dishes at every meal; Vesuvio and Lacrima Christi are full-flavoured wines made from grapes grown on the fertile lava fields of Mt. Vesuvius which give the wines an unmistakeable flavour and make them ideal with shellfish and traditional pasta dishes. Legend has it that Lacrima Christi was named after the vines that sprung from the tears that God shed after recognising the Gulf of Naples as a part of heaven that Lucifer had taken to earth. Campi Flegrei is a wine rooted in the ancient world, having been praised by Pliny the Elder and included in the preferred wines of the Kingdom of Naples and in the Pope’s wine list, which owes its flavour to the volcanic soils west of Naples. Likewise Falanghina (a white wine whose vines are grown in the form of a phalanx, hence the name) and the exquisite red wines of Per ’e palummo and Aglianico. Campania also has ten Protected Geographical Indication (IGT) wines: Colli di Salerno, Dugenta, Epomeo, Paestum, Pompeiano, Roccamonfina, Beneventano, Terre del Volturno, Campania and Catalanesca del Monte Somma, the latest addition to the list of historic local wines made from grapes originally planted in Ottaviano, the residence of Augustus Caesar, and which is still enjoyed as it enters its third millennium. 98
A sinistra, botti e un tradizionale torchio per la lavorazione dell’uva fotografati all’interno di una cantina. In alto la degustazione di un Doc campano.
tutti adagiati su un complesso di crateri spenti, ricchi di tufi, ceneri e lapilli. Materiale piroclastico di origine vulcanica che conferisce alle uve, e quindi ai loro ricavati, un sapore e un aroma del tutto originale come la Falanghina (da cui si ottengono i tipi bianchi), coltivata ancora oggi con il sistema cosiddetto alla puteolana, vale a dire con le viti sostenute da un palo, detto in latino phalanx, da cui deriverebbe appunto il termine Falanghina. E i tipi rossi ottenuti dai migliori vitigni campani, come il Per ’e palummo e l’Aglianico.
Infine, non si può non dare uno sguardo alla speciale galleria delle prelibatezze vinicole a indicazione geografica protetta (Igt). Dieci, in tutto, ricavate in tutti e quattro gli angoli della Campania: i Colli di Salerno, il Dugenta, l’Epomeo, il Paestum, il Pompeiano, il Roccamonfina, il Beneventano, il Terre del Volturno, il Campania e la Catalanesca del Monte Somma. Si tratta di vini che affondano le loro origini in una storia antica e di notevole importanza, legata indissolubilmente al territorio, e per questo improducibile altrove. E’ que-
sto, ad esempio, il caso del vino Catalanesca del Somma che da settembre scorso è stato riconosciuto Igt. Un prodotto che deve il suo fascino alle uve ricavate dallo studio di un antico impianto per la produzione del vino riportato alla luce all’interno di una villa rustica di origine romana che in un primo momento si pensava fosse appartenuta a Cesare Ottaviano Augusto. E che dall’Urbe è giunta praticamente intatta fino ai giorni nostri per accompagnare i banchetti del Terzo Millennio con il più inebriante degli aromi.
A volte gli uomini riescono a creare qualcosa più grande di loro. Qualcosa che prima non c’era. È questo che noi intendiamo per innovazione ed è in questo che noi crediamo. Una visione che ci ha fatto investire nel cambiamento tecnologico sempre e solo con l’obiettivo di migliorare il valore di ogni nostra singola produzione. È questo pensiero che ci ha fatto acquistare per primi in Italia impianti come la rotativa Heidelberg M600 B24. O che oggi, per primi in Europa, ci ha fatto introdurre 2 rotative da 32 pagine Roto-Offset Komori, 64 pagine-versione duplex, così da poter soddisfare ancora più puntualmente ogni necessità di stampa di bassa, media e alta tiratura. Se crediamo nell’importanza dell’innovazione, infatti, è perché pensiamo che non ci siano piccole cose di poca importanza. L’etichetta di una lattina di pomodori pelati, quella di un cibo per gatti o quella di un’acqua minerale, un catalogo o un quotidiano, un magazine o un volantone con le offerte della settimana del supermercato, tutto va pensato in grande. È come conseguenza di questa visione che i nostri prodotti sono arrivati in 10 paesi nel mondo, che il livello di fidelizzazione dei nostri clienti è al 90% o che il nostro fatturato si è triplicato. Perché la grandezza è qualcosa che si crea guardando verso l’alto. Mai dall’alto in basso.
È QUANDO TI SENTI PICCOLO CHE SAI DI ESSERE DIVENTATO GRANDE.
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Campania sapori
PRODOTTI TIPICI
Caseificio Ponte a Mare Una mozzarella da Gambero Rosso Mozzarella from the Gambero Rosso Serviti a domicilio i latticini premiati per la bontà Dairy foods served at home rewarded for the goodness
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Non provate a chiamarlo formaggio. E’ mozzarella. Una “signora” mozzarella, realizzata esclusivamente con il pregiatissimo latte delle bufale campane della zona del Volturno. E’ Dop – denominazione di origine protetta – ovvero certificata dall’Unione Europea come un prodotto unico e inconfondibile, che racchiude in sé gusto del territorio d’origine, tradizione e artigianalità delle tecniche di produzione. Sono proprio le materie prime e il know-how i pilastri su cui si fonda il successo del Caseificio Ponte a Mare, che produce una mozzarella di bufala così buona da conquistare, nel 2008, il premio Gambero Rosso per la sua “bella consistenza e alveolatura, bella lattosità importante in bocca, finale dolce e pastoso e buona solubilità della “buccia” che lascia un palato pulito”. Queste le motivazioni dei guormet dei latticini. E’ da ben tre generazioni che la famiglia di Gianfranco e Antonio Paolo soddisfa
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di Eva Molea
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It’s not cheese; it’s mozzarella, and a special one at that. Made exclusively from the milk of Campania buffaloes reared near the river Volturno, Ponte a Mare mozzarella bears the EU protected denomination of origin label (D.O.P.) certifying its unique flavour and traditional production techniques. In 2008, the dairy won the Gambero Rosso prize for the consistency, texture and milky flavour of its mozzarella but Gianfranco and Antonio Paolo’s family have been delighting the palates of tourists and locals for three generations with its fragrant milk pearls. It all starts with the best milk: buffaloes reared on Italian forage and grazing on healthy grass, a lesson the boys learnt from their father Vincenzo: the Ponte a Mare dairy has become a temple where tourists and VIPs come in pilgrimage to worship classic, smoked and braided mozzarella and buffalo milk ricotta made by the Paolo family.
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Campania sapori PRODOTTI TIPICI
Nelle foto in pagina trecce, bocconcini, ricotta e provola affumicata prodotti con latte di bufala campana nel caseificio Ponte a Mare.
i palati di locali e turisti con le sue perle dolci, elastiche e profumate, che al solo guardarle fanno venire l’acquolina in bocca. La produzione è caratterizzata dalla costante ricerca del latte migliore nella zona di Borgo Appio e Cancello Arnone. La scelta del latte è la prima lezione di papà Vincenzo: foraggio italiano e pascoli sani. Una lezione che i suoi due figli hanno sempre ben presente e che contribuisce a rendere il loro prodotto uno dei migliori in Campania, al punto che il Caseificio Ponte a Mare è diventato meta di pellegrinaggio per i turisti amanti del buon cibo. Ma non sono solo i visitatori a onorare questo tempio della mozzarella. Dalle loro parti è molto frequente infatti incontrare calciatori del Napoli, personaggi illustri e del jet set che non riescono a resistere al richiamo dei bocconcini, delle mozzarelle formato classico e affumicate, delle trecce e della ricotta di bufala della famiglia Paolo. Nonostante la crescente fama della loro mozzarella, Gianfranco e Antonio hanno deciso di non cambiare sede e di non esportare. Il loro punto vendita principale resta a Castelvolturno, al km 34,070 della Domitiana, anche se riforniscono quotidianamente alcune gastronomie selezionate di Napoli e provincia. E per chi è troppo lontano, ma non vuole rinunciare al gusto pieno della mozzarella campana, è possibile acquistare online i prodotti Ponte a Mare e vederseli recapitare con un corriere espresso sull’uscio di casa. Caseificio Ponte a Mare Via Domitiana Km 34,070 Castelvolturno (Ce) tel. +39.0823.85.15.25 www.ponteamare.it
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Campania sapori
PRODOTTI TIPICI
Salsamenteria Sarracino Prosciutti e formaggi stagionati in cave di tufo Traditionally matured hams and cheeses Esclusiva Selezione Sciaccuttiel: ecco il cesto con il meglio di Napoli Sciaccuttiel Selection means exclusive products from Naples
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P artire per un tour gastronomico intorno al mondo senza dover fare le valigie. Detto fatto! Il punto di partenza e arrivo è a Marano, in via Casalanno, dove ha sede la Salsamenteria Sarracino, che dal 1950 accoglie prelibatezze provenienti dai quattro angoli della terra. Accanto alla vendita di salumi e formaggi pregiati, prosciutti spagnoli, paste di Gragnano filate al bronzo, olii d’oliva extravergine, tutte le qualità di sale e di pepe, cioccolata pregiata con cacao di diversa provenienza, una selezione di pasticceria fiorentina, il fiore all’occhiello della Salsamenteria Sarracino è la Selezione Sciaccuttiell, una rosa di formaggi e prosciutti portati a un ulteriore grado di stagionatura nelle cave di tufo di Marano, di proprietà della famiglia Sarracino. E’ Fausto Sarracino in persona a selezionare le materie prime per la Selezione
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di Eva Molea
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Since 1950, the Sarracino delicatessen has stocked the finest ham, salami, cheese, pasta, oil and other produce from all over the world, but its greatest strength is the Sciaccuttiell Selection of hams and cheeses traditionally matured in caves on the family estate near Marano, with Parma ham, Parmigiano Reggiano and Valpadano and Monaco provolone enjoying an extended period of maturation until they reach their best. This year sees the arrival of two new products: Friuli ham smoked in tobacco leaves, and sheep’s and goats’ milk cheeses with nuts, herbs and wine, made exclusively for Sarracino. Christmas is traditionally the time to give food as gifts, and the Napoli Napoli hamper is ideal with its hams and cheeses, dried fruits and preserves from all over the Campania region.
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Campania sapori PRODOTTI TIPICI
Sciaccuttiell - il prosciutto di Parma, il provolone Valpadano, il Parmigiano Reggiano e il provolone del Monaco che vengono tenute nelle cave della contrada Capuzzelle a stagionare finché non raggiungono il giusto grado di maturazione. Accanto ai prodotti che hanno resto celebre la Salsamenteria Sarracino, ecco due novità dell’anno: il “fumato”, prosciutto crudo friulano affumicato in foglie di tabacco, e formaggi e ricotte con noci, erbe di montagna, al vino, realizzati con latte di pecore e di capre della zona del Matese munto esclusivamente per Sarracino. Le occasioni per regalare cose buone a chi si vuol bene o per degustarle sono tante, ma il Natale è il periodo solitamente più ghiotto. E quindi Sarracino ha pronto un cesto tutto locale: “Napoli Napoli” conterrà esclusivamente prodotti enogastronomici del capoluogo campano e della sua provincia tra cui salumi, formaggi, conserve (marmellate, sott’olio e sott’aceto) e castagne, albicocche del Vesuvio e fichi di Sorrento secchi. E visto il crescente interesse per la buona tavola, la Salsamenteria Sarracino aprirà prossimamente, in piazza Santo Spirito a Marano, un punto di ritrovo dedicato alla degustazione di prodotti eno-gastronomici, in cui si terranno anche corsi di accostamento a formaggi, salumi e vini.
Nelle foto, alcune delle prelibatezze della Salsamenteria Sarracino selezionate e proposte da Fausto Sarracino.
Salsamenteria Sarracino Via Casalanno, 8/9 – Marano (Na) tel. +39.081.586.24.91 www.selezionesciaccuttiell.it
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LE CHIEDIAMO UN CONSIGLIO…
LET US KNOW WHAT YOU THINK…
Data di compilazione
La preghiamo di dedicarci qualche minuto per rispondere alle nostre domande. Le sue indicazioni saranno utili per migliorare sempre più la nostra rivista. Una volta compilato il questionario (max quattro “X” per domanda) e in modo anonimo, Le chiediamo di staccare il foglio e consegnarlo all’ingresso del luogo in cui ci sta leggendo. Grazie mille per i suoi consigli. Lei è:
Italiano
1. Per quale motivo si trova a Napoli? turismo lavoro 2. Qual è la Sua impressione della città oggi? molto buona buona
3. Pensa che Napoli sia: molto accogliente abbastanza accogliente
Straniero shopping
residente poco gradevole
poco accogliente
insicura
4. Che cosa Le piace di più della città? patrimonio storico artistico patrimonio paesaggistico eventi gastronomia umanità dei rapporti 5. Quali siti ha visitato tra questi? centro storico scavi archeologici musei chiese campi flegrei isole costiere zone commerciali 6. Come giudica la qualità dei servizi di trasporto? ottima buona mediocre pessima 7. Come giudica la qualità della ristorazione napoletana? ottima buona mediocre pessima 8. Come giudica la qualità dell’accoglienza? ottima buona mediocre pessima 9. Come giudica la qualità dei prodotti dell’artigianato napoletano? ottima buona mediocre pessima 10. Come giudica la qualità dei prodotti dell’oreficeria napoletana? ottima buona mediocre pessima 11. Come giudica la qualità dei prodotti della moda napoletana? ottima buona mediocre pessima 12. Pensa che Napoli sia una città: fatta per lo shopping pulita organizzata ospitale altruista niente di tutto questo simpatica culturale d’arte bella e basta 13. Quali sono gli elementi che secondo Lei contraddistinguono Napoli? pizza, sole e mandolino Vesuvio Pulcinella e tarantella storia e cultura presepi monumenti e castelli genialità e furbizia mare e panorami alta qualità dei prodotti San Gennaro 14. Pensa che fare shopping a Napoli sia: caro economico ricco di opportunità ad alta qualità 15. Che cosa migliorerebbe a Napoli? sicurezza trasporti accoglienza eventi culturali pulizia strade offerte commerciali manutenzione dei siti storici 16. Come sceglie i siti da visitare a Napoli? internet giornali e riviste agenzie di viaggio guide turistiche cartacee consigli di parenti e amici consigli di guide e operatori turistici 17. Come sceglie luoghi e marchi per fare shopping a Napoli? internet giornali e riviste guide turistiche cartacee consigli di parenti e amici consigli di guide e operatori turistici conoscenza diretta 18. Quale è la Sua opinione della nostra rivista Charme? utile raffinata piacevole soddisfacente completa interessante referenziale illustrativa approfondita curiosa caleidoscopica è la guida del bello e del buono eccellente insoddisfacente 19. Quale sezione della rivista Le piace di più? patrimonio storico patrimonio paesaggistico eccellenze produttive eccellenze enogastronomiche guida ai musei 20. Ritiene che Charme sia: utile per il turista utile per la qualità dell’accoglienza turistica utile per l’immagine di Napoli inutile
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Italian
1. Why are you in Naples? tourism work 2. What is your impression of the city today? very good good
3. Do you think Naples is: very welcoming quite welcoming
Not Italian shopping
resident not good
not very welcoming
unsafe
4. What do you like about the city? historic-artistic heritage the scenery events food O ‘the human touch’ 5. Which of these sites have you visited? historic centre archaeological sites museums churches the Phlegraean Fields the islands seaside towns shopping areas 6. How would you rate the public transport system? excellent good poor bad 7. How would you rate Neapolitan restaurants? excellent good poor bad 8. How would you rate the welcome you received in Naples? excellent good poor bad 9. How would you rate the products of Neapolitan craftsmanship? excellent good poor bad 10. How would you rate Neapolitan jewellery? excellent good poor bad 11. How would you rate Neapolitan fashion products? excellent good poor bad 12. Do you think the city of Naples is: ideal for shopping clean well-organised hospitable altruistic none of the above friendly cultural artistic simply beautiful 13. What do you think are the characteristic features of Naples? pizza, sunshine and mandolins Vesuvius Pulcinella and tarantella history Nativity scenes monuments and castles ingeniousness high quality prod. views of the seaside and the scenery Saint Gennaro 14. Do you find shopping in Naples is: pricey inexpensive varied, offering many choices high quality 15. What should be improved in Naples? safety transport welcome cultural events tidiness streets shopping opportunities maintenance of historic sites 16. How do you choose the locations and sites to visit in Naples? the internet newspapers and magazines travel agencies guide books advice from friends and relatives advice from tour operators and guides 17. How do you choose stores and brands for your shopping in Naples? the internet newspapers and magazines guide books advice from friends and relati advice from tour operators and guides personal experience 18. What do you think of our magazine, Charme? useful refined pleasant satisfactory complete interesting referential illustrative thorough intriguing kaleidoscopic the guide to all that is good and beautiful excellent unsatisfactory 19. Which section do you like the most? historic heritage beautiful locations products of excellence excellence in food and wine museum guides 20. Do you think Charme is: useful to tourists useful for welcoming tourists useful to the image of Naples not useful
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musei NAPOLI Museo Archeologico Nazionale
wih Artecard. Situata vicino alla Cappella di San Gennaro, la struttura custodisce l'inestimabile tesoro del patrono di Napoli. Vi si possono trovare: documenti, gioielli e dipinti. Situated near the Chapel of San Gennaro, the museum was built to house the priceless treasure of the Patron Saint of Naples, including documents, jewels and paintings.
Sun closed. Mon-Sat 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 5 euros; free admission under18 and over 65 and for Art students Ospitato dal Maschio Angioino, il museo, oltre a tre preziose cappelle, accoglie altri ambienti dalla straordinaria bellezza: la Sala dell'Armeria, quella dei Baroni e la Pinacoteca. Housed in the Maschio Angioino castle, the museum has three superb chapels as well as other rooms of extraordinary beauty: the Armoury, the Barons' Hall and the Picture Gallery.
Museo del Tesoro di San Gennaro
Via Miano, 2 - Tel. 081.7499111; 848.800288 www.benicultural.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 7,50 euro; 3,75 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; 6,50 euro h.14-17; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65.Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m.- 7.30 p.m. Tickets: 7,50 euros; 3,75 euros for people aged 18-24; 6,50 euros 2-7 pm; free admission under18 and over65 Fu costruita nel 1738 sotto il regno di Carlo di Borbone. Ospita un Gabinetto di Disegni e Stampe, la collezione Farnese, arredi del '700 e '800. Built in 1738 under King Charles of Bourbon, houses the Cabinet of Prints and Drawings, the Farnese Collection and furnishings from the 18th and 19th centuries.
Museo di San Martino
Museo Duca di Martina
Museo Nazionale di Capodimonte
Piazza Museo, 19 Tel. 081.2110258; 081.4422149 www.archeona.arti.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 9-19.30. Biglietti: 6,50 euro; 3,25 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 9 a.m. -7.30 p.m. Tickets: 6,50 euros; 3,25 euros for people aged 18-24; free admission under18 and over65 Le sale del più antico museo archeologico d'Europa custodiscono, tra l'altro, pezzi unici provenienti dall'area archeologica vesuviana, collezioni egiziane ed etrusche. The rooms of Europe's oldest archaeological museum house some unique pieces from he archaeological sites around Mount Vesuvius as well as Egyptian and Etruscan collections.
del Trono, dei Fiamminghi e del Seicento Napoletano, ma anche la Cappella Reale e il giardino pensile. Highlights of the Museum include the Royal Apartment, the Throne Room, the Flemish Room and the Neapolitan 17th Century Room, but also the Royal Chapel and the Hanging Garden.
Via Cimarosa, 77 - Tel. 081.5788418; 848.800288 - www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h 8.30-14. Biglietti: 2,50 euro; 1,25 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 2 p.m. Tickets: 2,50 euros; 1,25 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Nel cuore del verde parco di Villa Floridianana, accoglie una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa europea ed orientale. Completa le attrattive del complesso il Museo Nazionale della Ceramica. One of the most prestigious collections of European and oriental decorative art. The complex also houses the National Ceramics Museum.
Largo San Martino, 5 - Tel.081.2294502 848.800.288 www.beniculturali.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 6 euro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m. - 7.30 p.m. Tickets: 6 euros; 3 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Dal 1866, il museo che ha sede nell'omonima Certosa vomerese, ospita “stralci” di storia cittadina corredati da piante e foto. Splendidi i chiostri, i giardini, la chiesa barocca e il Quarto del Priore. Since 1866 the museum has been located in the Charterhouse of the same name where visitors can get a glimpse of the city's history amid plants and photos. Splendid cloisters and gardens, the superb Baroque church and the Priory. Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes
Museo di Palazzo Reale
Museo Civico di Castel Nuovo
Via Duomo, 149 - Tel. 081.294980; 081.421609 www.museosangennaro.it - Lun-sab h. 9.30-18.30. Dom e festivi h. 10-19. Biglietti: 5,50 euro; 3,50 euro per under18 e over 65; 4,50 euro per gruppi di almeno 10 persone; 2 euro per scolaresche; -25% con Artecard Mon-Sat 9.30 a.m. - 6.30 p.m. Sun and hols. 10 a.m. - 7 p.m. Tickets: 5,50 euros; 3,50 euros under18 and over65; 4,50 for groups of 10 people; 2 euros for students; -25%
Maschio Angioino Piazza Municipio Tel. 081.4201241 Dom chiuso. Lun-sab h. 9-19. Biglietti: 5 euro; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 e per studenti di facoltà artistiche
Piazza del Plebiscito, 1 Tel. 081.400547; 848.800.288 www.preale.baa.remuna.org Mer chiuso. Gio-Mar h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 4 euros; 2 euros for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Fiore all'occhiello del Museo, l'Appartamento Reale, le sale
Via della Riviera di Chiaia, 200 Tel. 081.7612356; 848.800.288 www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 8.30-13.30. Biglietti: 2 euro; 1 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 1.30 p.m.Tickets: 2 euros; 1 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Villa Pignatelli è il nome dell'edificio costruito nel 1826 che ospita il museo e che accoglie le collezioni d'arte del Banco di Napoli. Da vedere anche il Museo delle Carrozze. Villa
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musei Pignatelli was built in1826 and now houses the museum with the art collections of the Banco di Napoli. The Coach and Carriage Museum is also not to be missed.
lennium by a community of Jews. On display, laces, sacred paraments and beautiful dresses coming from many donations, among which the Sarli Collection.
Teatro di San Carlo
Museo Artistico Industriale
Lun-sab h. 9.30-18.30. Dom h. 9.30-14.30. Biglietti: 4 euro; 3,50 per gruppi; 2,50 euro per studenti Mon-Sat 9.30 a.m. - 6.30 p.m. Sun 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 4 euros, 3,50 for groups; 2,50 for students
kets: 7 euros; 5 euros under 18; concessions with Artecard È il primo science centre italiano e anche uno dei primi esempi di recupero architettonico della zona industriale di Bagnoli. Parte del museo è dedicata ai bambini, con percorsi ad hoc. The first Italian science centre and also one of the first examples of restored industrial architecture in the Bagnoli area. Part of the museum has themed itineraries for children. Musei di Paleontologia, Mineralogia, Zoologia ed Antropologia dell'Università Federico II di Napoli
Via San Carlo - Napoli Tel. 081.5534565 - www.teatrosancarlo.it Guided tours only by appointment in June and July. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions Chi arriva a Napoli, a pochi passi da Palazzo Reale e piazza del Plebiscito non può non visitare la Sala Storica del Teatro di San Carlo, tra i più famosi e antichi teatri lirici al mondo, costruito per volere di re Carlo III di Borbone nel 1737. Un'occasione unica, per conoscere un momento chiave della storia e dell'arte napoletana. Visit the historic San Carlo theatre, one of the oldest and most famous opera houses in the world, built for king Charles III of Bourbon in 1737.
Piazzetta Salazar, 6 - Tel. 081.7647471 Dom chiuso. Visita su appuntamento Sun closed. Visits by appointment Nel Museo, annesso all'Istituto Statale d'Arte “Filippo Palizzi”, oltre 6.000 manufatti in ceramica, ebano e oro. Un'intera sala ospita bronzi e vasi realizzati dallo stesso Palizzi. The Museum is annexed to the “Filippo Palizzi” Art School and houses over 6,000 works in ceramics, ebony and gold. One rooms exhibits bronzes and vases made by Palizzi himself.
Il complesso, incastonato nel centro storico di Napoli, comprende un'area archeologica, il Museo dell'Opera, lo splendido Chiostro Maiolicato e la sala del Presepe del '700. The complex is embedded in the Naples historic city centre and includes an archaeological area, the Museum, the splendid Majolica Cloister and a hall exhibiting 18th century nativity scenes. Cappella del Monte di Pietà
Cappella Sansevero
Museo del Tessile e dell’Abbigliamento “Elena Aldobrandini”
Piazzetta Mondragone, 18 - Tel. 081.4976104 www.fondazionemondragone.it Dom chiuso; lun-ven h. 9-13/15-17; sab h.9-13 Biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro Sun closed; Mon-Fri 9 a.m. - 1 p.m. / 3-5 p.m.; Sat 9 a.m. - 1 p.m. Tickets: 5 euros, concessions 3 euros Il museo è parte dell'istituto Mondragone, famoso per le sue preziose collezioni di tessuti ricamati, espressione dell'arte della seta, introdotta a Napoli intorno all'anno Mille dalla comunità di ebrei. Tra gli oggetti esposti spiccano le collezioni di ricami (sec. XVII e XVIII), paliotti, paramenti sacri, merletti e pizzi, oltre a splendidi abiti da varie donazioni tra cui la collezione Sarli. The museum is part of the Mondragone Foundation, wellknown for its precious collections of embroideries, high expression of the art of silk making, introduced in Naples at the beginning of last Mil-
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Via Francesco De Sanctis, 19 - Tel. 081.5518470 www.museosansevero.it Mar chiuso. Lun-sab h. 10-17.40. Dom e festivi: h. 10-13.10. Biglietti: 6 euro; 5 euro con Artecard e da 10 a 25 anni; 2 euro per scolaresche; gratis fino a 9 anni Tue closed. Mon-Sat 10 am - 5.40 pm, Sun and hols 10 am -1.10 pm. Tickets: 6 euros; 5 euros with Artecard and for people aged 10-25; 2 euros for schools; free admisson under 9 La Cappella, realizzata da Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, letterato e alchimista, custodisce sculture di altissimo valore, tra le quali, il Cristo Velato del Sammartino. The Chapel, which was built by the scholar and alchemist Raimondo di Sangro, houses some excellent sculptures, including the Veiled Christ by Sammartino. Complesso Museale di Santa Chiara Via Santa Chiara, 49/c - Tel. 081.19575915 www.santachiara.info
Via San Biagio dei Librai, 114 Sab-dom h.9.30-13.30 Sat-Sun 9.30 a.m. - 1.30 p.m. La Cappella, completamente affrescata, è un autentico gioiello di eleganza manieristica. Pregevoli anche gli arredi in legno della sacrestia e della sala delle Cantoniere.The entirely frescoed Chapel is a veritable jewel of mannerist elegance. Superb wooden furniture in the Vestry and the Sala delle Cantoniere.
Via Mezzocannone 8 - Tel. 081.2537516/7 Lun-ven h. 9-13.30. Lun e gio h. 15-17. Sab e dom h. 9-13. Biglietti: 2,50 euro a museo; 1,50 euro a museo per under 18, ingresso libero per studenti universitari Mon-Fri 9 a.m. - 1.30 p.m.. Mon and Thu 3 p.m. - 5 p.m. Sat and Sun 9 a.m. - 1 p.m. Tickets for each museum: 2,50 euros; 1,50 under 18, free admission for University students Raccolgono oltre 50.000 reperti tra minerali, rocce, fossili, ma anche pezzi di inestimabile valore paleontologico. Nella sezione zoologia: madrepore, uccelli, spugne, vertebrati, insetti. Over 50,000 minerals, rocks, fossils and other priceless palaeontological items on show. The zoology section includes madrepores, birds, sponges, vertebrates and insects. Museo dell’Osservatorio di Capodimonte
Città della Scienza
Via Coroglio, 104 - Tel. 081.3723728 www.cittadellascienza.it Lun chiuso. Mar-sab h. 9-17. Dom h. 10-19. Biglietti: 7 euro; 5 euro under 18; riduzioni con Artecard Mon closed. Tue-Sat 9 a.m. -17. Sun 10 a.m. - 7 p.m. Tic-
Via Moiariello, 16 - Tel. 081.5575111 Su appuntamentoBy appointment Tre i padiglioni in cui è possibile ripercorrere due secoli di storia dell'Astronomia a Napoli e nel Sud d’Italia attraverso strumenti astronomici di grande valore.Three buildings illustrate two centuries of the history of astronomy in Naples and Southern Italy through astronomical instruments of great historical and documentary value.
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Chiesa e Quadreria del Pio Monte della Misericordia
Via dei Tribunali, 253 Tel. 081.446944; 081.446973. Visite guidate: 081.446810 www.piomontedellamisericordia.it Mer chiuso. Gio-mar h.9-14.30/ Chiesa lun-dom h. 9.3013.30. Biglietti: 5 euro; 4 euro con Artecard, TCI, over 65; under 18; 3 euro per insegnanti, studenti, giornalisti, gruppi di 10 persone; 1,50 euro per le scuole. Wed closed. ThuTue 9.30 am - 1.30 pm/Church: Mon-Sun 9.30 am - 1.30 pm. Tickets: 5 euros; 4 euros with Artecard, TCI, over 65; 3 euros for teachers, students, journalists, groups of 10 people; 1,50 euros for schools L'edificio del 1600 ospita la chiesa di S. Maria della Misericordia e la pinacoteca con opere del XVII e XVIII secolo. Tra queste, una delle più famose opere del Caravaggio: Le Sette Opere di Misericordia. The 17th century building comprises the church dedicated to S. Maria della Misericordia and a picture gallery exhibiting works from the 17th and 18th centuries. These include one of Caravaggio’s most famous works: The Seven Works of Mercy, above the main altar. Museo e Ipogeo della Chiesa del Purgatorio ad Arco
Via dei Tribunali - Tel. 081.446810 Museo e ipogeo sab h.10-12.30; chiesa lun-sab h.9-13. Biglietti: euro 2 Museum and hypogeum open on Sat. h.10-12.30; church Mon-Sat h.9-13. Tickets: 2 euros Sacralità ed esoterismo ben si miscelano nella chiesetta del Purgatorio ad Arco, nel cuore del centro storico di Napoli, nota per la venerazione delle cosiddette “capuzzelle”, i teschi dei morti che da sempre i napoletani considerano benevoli protettori. Nella sacrestia della chiesa è stato allestito un museo di arredi e paramenti sacri del 1600, mentre nel-
l’ipogeo è possibile fare vista alle “capuzzelle”. Il Museo e l’ipogeo sono aperti sono il sabato mattina; si consiglia di prenotare. Sacredness and esotericism join together in the little church of Purgatorio ad Arco, in the heart of the historical centre of Naples, well-known after the veneration of skulls, considered by Neapolitans as benign protectors. In the vestry of the church there is a museum of scared furniture and vestments, whilst in the hypogeum it is possible to visit the skulls. Museum and hypogeum are open on Saturday mornings; booking is suggested.
tino solo su prenotazione (maggiorazione del biglietto di euro 1) - Biglietti: euro 2,50 Guided tours Mon-Fri h.10, 11, 12, 15, 16. Sat and Sun in the morning only by appointment (ticket + 1 euro). Tickets: 2, 50 euros
Sab e dom chiuso. Lun-ven h.9-14 su appuntamento Sat and Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m. by appointment
Museo Diocesano
Largo Donnaregina - Tel. 081.5571365 www.museodiocesanonapoli.it Mar chiuso; lun-dom h.9.30-16.30 Tue closed; Mon-Sat h.9.30-16.30 Il museo è allestito all’interno della chiesa di Donnaregina Nuova, chiusa da molti anni, che conserva dipinti di grande pregio come “L’Immacolata Concezione” del lorenese Charles Mellin e il “San Francesco che riceve i simboli del sacerdozio” di Francesco Solimena. Accanto a queste opere, proprie della chiesa ex monastica, il primo percorso museale presenta due temi importanti della fede cristiana: le raffigurazioni della Madonna e di San Gennaro, descritti da formidabili artisti come il fiammingo Teodoro d’Errico, il senese Marco Pino o un particolare Aniello Falcone, capaci di rendere ancora più incisiva l’identità storica ed ecclesiale di questa città. The museum is housed in the church of Donnaregina Nuova, reopened after a long closing, that keeps beautiful paintings as “The Immaculate Conception” by Charles Mellin and “San Francesco is given the symbols of priesthood” by Francesco Solimena. Besides these works belonging to the church, the museum displays works on two main religious figures: the Virgin Mary and San Gennaro, protector of Naples with paintings by Teorodo d’Errico, Marco Pino, Aniello Falcone, that make even more expressive the historical and ecclesiastical identity of Naples. A.R.C.A. Compesso Monumentale di Santa Maria la Nova Piazzetta Santa Maria la Nova, 44 Tel. 081.5523298; 081.5521597 www.oltreilchiostro.org Visite guidate lun-ven h.10, 11, 12, 15, 16. Sab e dom al mat-
Il Museo Religioso di Arte Contemporanea intende rendere contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di riformulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovativa. The Museum of Contemporary Religious Art aims to make easier the understanding of the latest artistic production, trying to formulate the sense of the aesthetic experience through a new interpretation.
La struttura ospita due sezioni dedicate rispettivamente alla paleobotanica e all'etnobotanica, che raccolgono oggetti provenienti da varie parti del mondo. Dal Borneo all'Amazzonia.The museum is divided into two sections dedicated to palaeo-botany and ethno-botany, with exhibits from all over the world, from Borneo to the Amazon Basin. Stazione Zoologica A. Dohrn
Catacombe di San Gaudioso
Piazza Sanità - Tel. 081.5441305 isiteguidate@santamariadellasanita.it Direttore: Giovanni De Pasquale Lun-dom visite giuidate h.9.30-10.15-11-11.45-12.30. Biglietti: euro 5; euro 3 per scolaresche Mon-Sun guided tours h.h.9.30-10.15-11-11.4512.30. Tickets: 5 euros; 3 euros for schools. Situate sotto la chiesa di Santa Maria della Sanità, eretta agli inizi del 1600, queste catacombe sono legate alla venerazione di San Gaudioso, Vescovo di Abitinia in Africa e giunto a Napoli dopo essere stato privato di tutto da re Genserico. Qui morì tra il 451 e il 452. Based under the church of Santa Maria della Sanità, built in the early 1600, the origin of these catacombs is connected to the veneration of Saint Gaudioso, bishop of Abitinia in Africa, who arrived in Naples, after being stripped of everything by King Genserico. Here he died between 451 and 452 A.D.
Villa Comunale - Tel. 081.5833111 - www.szn.it Lun chiuso. Mar-sab h.9-17. Dom h. 9-14. Biglietti: 1,50 euro; 1 euro per bambini da 5 a 12 anni; gratis fino a 4 anni Mon closed. Tue-Sat h.9-17. Sun 9 a.m. -14. Tickets: 1,50 euros; 1 euro for kids aged 5-12; free entrance under 4 Ospita il più antico acquario d'Europa (30 vasche e 200 specie tra animali e vegetali marini), ma anche una biblioteca e laboratori per ricerche di zoologia, botanica e fisiologia marina. The oldest aquarium in Europe (30 tanks and 200 species of marine animal and plant life), but also a library and laboratories for research in zoology, botany and marine physiology. Mostra di Coralli e Cammei
Museo di Paleobotanica ed Etnobotanica Via Foria, 223 - tel. 081.449759; 081.455654
Piazzetta Matilde Serao, 19 - Tel. 081.421111 www.ascione.com
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musei Solo su prenotazione - Appointments only. In mostra piccoli capolavori in oro, argento, pietre preziose, splendidi cammei e coralli lavorati dalla ditta Ascione, che vanta una tradizione artigianale lunga ben 150 anni. Small masterpieces of gold, silver, precious stones, splendid cameos and corals created by the Ascione firm, which boasts a 150 year history of traditional craftsmanship.
Lun-sab h. 10-17. Dom h. 10-13.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; riduzioni con Artecard Mon-Sat 10 a.m. - 5 p.m. Sun 10 a.m. - 1.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over65; concessions with Artecard
3,50 euros concessions; free on Mondays
Mon closed. Tue-Sun 9 a.m. - dusk Il Parco Archeologico e Monumentale di Baia conserva imponenti resti archeologici rispettivamente del Palatium o residenza degli Imperatori romani a Baia e di una villa tardo repubblicana. The Archaeological and Monumental Park at Baia contains impressive archaeological remains of the Palatium, residence of the Roman emperors at Baia and a villa from the late republican age.
Palazzo Donnaregina, edificio di grande pregio storico e architettonico situato in pieno centro cittadino, è la sede del nuovo museo d'arte contemporanea partenopeo. Palazzo Donna Regina, a building of great historical and architectural value situated in the very centre of the city, houses the new museum of contemporary art in Naples.
Museo di Baia
Museo storico musicale
Via San Pietro a Majella, 35 - Tel. 081.5644111 Visite guidate: 081.446810 www.sanpietroamajella.it Sab e dom chiuso. Lun-ven h. 9.30-12.30 Sat and Sun closed. Mon-Fri 9.30 a.m. - 12.30 p.m. Il Conservatorio di San Pietro a Majella vanta una ricca biblioteca con preziose collezioni di manoscritti di scuola napoletana, ritratti e cimeli di musicisti e un museo di strumenti antichi.The Conservatory of San Pietro a Majella boasts a superb library with precious collections of manuscripts from the Neapolitan school, portraits and everyday items of musicians and a museum of antique musical instruments. Quadreria dei Gerolomini
Via Duomo, 142 - Tel. 081.294444 Dom chiuso. Lun-ven h. 9-14, sab h. 9-12. Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m., Sat 9 a.m. - noon. Il complesso, impreziosito dalla splendida facciata realizzata da Ferdinando Fuga, comprende: la chiesa di San Filippo Neri, una pinacoteca, una biblioteca, l'archivio oratoriano e due chiostri. The complex has a splendid façade by Ferdinando Fuga and includes the Church of San Filippo Neri, a picture gallery, a library, the oratory archive and two cloisters. Scavi di San Lorenzo Maggiore Via dei Tribunali, 316 - Tel 081.2110860 www.sanlorenzomaggiorenapoli.it
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L'area sotto la chiesa di San Lorenzo ospita i resti di edifici che testimoniano la stratificazione avvenuta nel corso dei secoli attraverso trasformazioni dell'impianto urbano. Beneath the church of San Lorenzo the remains of buildings have been excavated to reveal the stratification of the city over the centuries.
Pan, Palazzo delle Arti di Napoli
Accademia di Belle Arti - Pinacoteca
Via Costantinopoli, 107 - Tel. 081.441900; 081.44188.3Visite guidate: 081.446810 www.accademianapoli.it Dom chiuso. Lun-sab h. 10-13. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; 4 euro per gruppi di almeno 15 persone. Sun closed. Mon-Sat 10 a.m. - 2 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over 65; 4 euros for groups of 15 people Assolutamente da non perdere, la Sala Palazzi, sezione dedicata alle opere dell'800, con esposizione delle opere dei maestri d'arte contemporanea, ex allievi dell'Accademia. Not to be missed is the Sala Palazzi, the section dedicated to works from the 19th century, exhibiting the works of masters of contemporary art who were students at the Academy.
Palazzo Roccella - Via dei Mille, 60 Tel. 081.7958605-06-07 - www.palazzoartinapoli.net Mar chiuso. lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.3014.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro ridotto Tue closed. Mon-Sat 9.30 a.m. - 7.30 p.m.; Sun and holidays 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions. La struttura, centro permanente di arti contemporanee, ospita le più disparate espressioni culturali relative all'arte: dalla pittura alla scultura passando per la fotografia, il cinema e il fumetto. This permanent centre for contemporary arts houses a huge variety of cultural and artistic expression: from painting to sculpture, photography, cinema and cartoons.
La Solfatara
ZONA FLEGREA Terme di Baia
Madre Palazzo Donnaregina - Via Settembrini, 79 Tel. 081.19313016; 081.292833 - www.museomadre.it Mar chiuso. Lun, mer, gio e dom h. 10-21; ven e sab h.10-24. Biglietti: 7 euro; ridotto 3,50 euro; lunedì gratis.Tue closed. Open Mon, Wed, Thu and Sun 10 a.m. - 9 p.m.; Fri and Sat 10 a.m. - 12 p.m. Tickets: 7 euros;
Via Castello - Baia Tel. 081.5233797 Lun chiuso. Mar-sab h. 9- 20. Dom h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Mon closed. Tue-Sat 9 am - 8 pm. Sun 9 am - 7 pm. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è alloggiato nel Castello Aragonese di Baia e ospita la sala dei Gessi, con calchi d'epoca romana che riproducono capolavori del periodo classico ed ellenistico dell'arte greca. The Archaeological Museum of the Phlegraean Fields is housed in the Aragonese castle of Baia, the Sala dei Gessi exhibits plaster casts from the Roman age reproducing masterpieces of the classical and Hellenistic period of Greek art.
Via Sella di Baia, 63 - Bacoli Tel. 081.8687592 - Lun chiuso. Mar-dom h. 9 - un'ora prima del tramonto
Via Solfatara - Pozzuoli Tel. 081.5262341 - www.solfatara.it Lun-dom h. 8.30-17.30 Mon-Sun 8.30 am - 5.30 pm Con un'estensione di circa 33 ettari, è un'oasi naturalistica che offre numerosi spunti per un'avventurosa passeggiata tra fumarole, vulcanetti di fango, boschi e zone di macchia mediterranea. Covering 33 hectares, the Solfatara is a natural oasis offering a variety of adventure-filled walks among the fumaroles, boiling mud springs, woodland and Mediterranean maquis.
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Parco Archeologico di Cuma
nervino e di Altamura, segretario della regina Giovanna I di Napoli, della più nobile famiglia di Capri (ad essa appartenne quell'Eliseo Arcucci conte di Capri che fu ammiraglio di Federico II) e potente e ricco feudatario cui si deve per grazia di un primo figlio natogli dalla moglie Margherita Sanseverina.
Via Acropoli, 1 - Tel. 081.8543060 Lun-dom h. 9-18. Mon-Sun 9 am - 6 pm Il Parco comprende: l'Acropoli, le Terme del Foro e quelle Romane, il Foro, il Capitolium, le Necropoli, la fossa Neronis, le cisterne della Crypta romana e l'Arco Felice. The Park includes: the Acropolis, The Forum and Roman Baths, the Forum, the Capitol, the Necropolis, the Fossa Neronis, the cisterns of the Crypta Romana and the Arco Felice Arch.
Between the hills of Castiglione and Monte Tuoro is the medieval monastic charterhouse founded between 1371 and 1374 by Count Giacomo Arcucci, secretary of Queen Joan I of Naples and a member of Capri’s most noble family.
Anfiteatro Flavio di Pozzuoli
Villa San Michele
una divinità dell'Olimpo. Villa Jovis era la più ricca tra esse: posta in cima al Monte Tiberio, a 354 metri di altezza sul livello del mare, fu la principale residenza dell'imperatore Tiberio e ben ne riflette il carattere esclusivo e riservato.
According to the tradition, the Emperor Tiberius built twelve beautiful villas, each dedicated to a divinity of the Olympus. Villa Jovis was the richest one: built on the top of Mount Tiberius, at 345 mt. on the sea surface, it was the main residency of Emperor Tiberius and reflects his character, exclusive and reserved.
ISCHIA Scavi e Museo Santa Restituta
Museo Archeologico Lacco Ameno Pithecusae di Villa Arbusto
Corso Angelo Rizzoli – Lacco Ameno Tel. 081.900356 - Lun chiuso. Mar-dom h.9.30-13/16-20 Mon closed.Tues - Sun 9.30 am-1 pm and 4-8 pm Nella magnifica cornice della residenza scelta dall’editore Angelo Rizzoli come suo buen retiro isolano, tra i numerosi oggetti, il museo conserva reperti archeologici dall’epoca preistorica (neolitico superiore) all’età romana tra cui un frammento di un’iscrizione metrica nota come Coppa di Nestore proveniente dalla necropoli di valle San Montano a Lacco Ameno.The museum is located in a magnificent setting and houses numerous archaeological finds from prehistoric times and from the Roman age, including a fragment of the so-called Nestor’s Cup from the necropolis in Lacco Ameno.
AREA VESUVIANA Via Terracciano, 75 - Pozzuoli Tel. 081.5266007 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-un'ora prima del tramonto. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Tue closed. Wed-Mon 9 am - dusk. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 È il terzo anfiteatro italiano per grandezza dopo il Colosseo e quello di Santa Maria Capua Vetere. Dall'arena si accede ai sotterranei dove stavano le belve prima dei combattimenti. The third largest Amphitheatre in Italy after the Colosseum and the one in Capua (Santa Maria Capua Vetere). From the arena it is possible to go down into the dungeons where wild beasts were caged prior to combat.
CAPRI Certosa di San Giacomo Via Certosa, 2 - Capri Tel. 081.8376218 www.beniculturali.it - Lun chiuso. Martedì-domenica h. 9-14 Ingresso libero - Mon closed. Tue-Sun 9 am - 14 pm. Free entry. Chiusa nella valletta fra l'altura del Castiglione e il Monte Tuoro, è espressione del periodo medioevale e monastico caprese nella sua forma più aulica e monumentale. Fondatore della Certosa, fra il 1371-74, fu Giacomo Arcucci conte di Mi-
Viale Axel Munthe, 34 - Anacapri Tel. 081.8371401Maggio-Settembre h.9-18 - May-September 9 am-6 pm Biglietti: 5 euro - Tickets: 5 euros Di proprietà di un'istituzione culturale svedese con sede nell'isola, oltre alla Villa San Michele, la creatura del medicoscrittore e filantropo Axel Munthe (che visse a capri per oltre mezzo secolo) comprende anche un museo circondato da un giardino di rara bellezza, un gruppo di alloggi per scrittori, artisti, scienziati e ricercatori svedesi e "il Monte Barbarossa", un parco naturale per la protezione degli uccelli migratori e della vegetazione mediterranea. Villa San Michele was the brainchild of the Swedish writer and philanthropist Axel Munthe who lived on Capri for over half a century. The site also includes a museum surrounded by a beautiful garden and Monte Barbarossa, a natural park for the conservation of migratory birds and Mediterranean plant life. Villa Jovis Viale Amedeo Maiuri - Capri - Tel. 081.8374549 Lun -dom h.8-1 ora prima del tramonto - Biglietti: 2 euro Mon -Sun 8am-1 hour bedor sunset - Tickets: 2 euros Secondo la tradizione, l’imperatore Tiberio, fece costruire ben dodici splendide ville, ognuna delle quali dedicata ad
Scavi Archeologici di Pompei
Piazza Santa Restituta, 10 - Lacco Ameno Tel. 081.980538 - Lun-sab h.9.30-12.30/17-19 Dom h.9.30-12.30 - Biglietti: 2,50 euro Mon-Sat 9.30 am-12.30 pm and 5-7 pm Sun 9.30 am-12.30 pm - Tickets: 2,50 euros Un museo archeologico sotterraneo, allestito sotto la chiesa nello stesso luogo di rinvenimento dei reperti: materiali recuperati a partire dagli anni ’50 che hanno messo in luce la presenza di antichi insediamenti databili tra l'età preistorica e il periodo medievale. In circa 60 vetrine sono raccolti frammenti ceramici e architettonici, vasi e monete che illustrano le tracce lasciate dall’uomo nel susseguirsi delle culture del passato. Tra questi, la Testa della ninfa Aretusa (IV sec a.C.) e la testa di Demetra (IV sec. a.C.) An underground museum beneath the church where the relics were found from the 1950s on. Evidence of settlements from the prehistoric age to medieval times are exhibited in over 60 display cabinets. These include ceramics, vases and coins as well as the Head of the Nymph Arethusa and the Head of Demetra from the 4th century BC.
Via Villa dei Misteri, 2 Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-17 (income till h15.30). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Grazie all’ottimo stato di conservazione dei suoi edifici, dovuto al particolare seppellimento, sotto una coltre di cenere causato dall’eruzione del 79 d.C., Pompei può dirsi l’unico sito archeologico che ci restituisce l’immagine di una città ro-
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musei mana nella sua interezza. Thanks to the remarkable state of preservation of its buildings, due to the peculiar burial under a 6 meters blanket of ash and lapillus caused by the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Pompeii is the only archaeological site showing a Roman town in its integrity. Scavi Archeologici di Ercolano
Corso Resina Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Al momento dell’eruzione del Vesuvio, Ercolano venne travolta da una marea di fango e detriti vulcanici, che, solidificandosi, poterono conservare, molto meglio che a Pompei, le parti superiori delle costruzioni e anche tutti i materiali organici, per cui ci si offre una visione unica della vita privata antica. At the moment of the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Herculaneum was swept away by mud and volcanic detritus, which, once solidified, preserved the tops of the buildings and also all the organic materials, so this site offers a unique vision of the domestic life of the time. Scavi di Oplontis
Via Sepolcri - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 5,5 euro; ridotti 2,75 euro over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, con-
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servazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h.18) Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar) Si tratta di una serie di rinvenimenti archeologici, relativi ad una zona suburbana di Pompei: una villa residenziale, la villa ‘di Poppea’; una ‘villa rustica’ attribuita a L. Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assieme a numerosi pezzi di finissima oreficeria. The site is constituted by a series of archaeological findings related to a suburban zone of Pompeii: a residential villa, the Villa of Poppea; a rural villa, belonging to L. Crassius Tretius, where, next to the numerous bodies of the eruption’s victims, has been found a great quantity of gold and silver coins, along with pieces of fine jewellery. Antiquarium di Boscoreale
Via Settetermini, 15 - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 5,50 euro; ridotto 2,75 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). L’antiquarium comprende reperti provenienti dai siti archeologici dell’area vesuviana. Presenta le caratteristiche principali dell’ambiente vesuviano in epoca romana e l’utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo. The Antiquarium displays findings from the archaeologicas sites of the Vesuvius area. It describes the main characteristics of the Vesuvius environment in the Roman era and the exploitation of natural resources at that time. Museo Archeologico Virtuale Via IV Novembre - Ercolano Tel. 081.19806511
Lun chiuso; mar-dom h.9-17. Biglietti: 7 euro; riduzioni 4 euro Mon closed; Tue- Sun 9 a.m. - 5 p.m. Tickets: 7 euros; concessions 4 euros
Nasce ad Ercolano il primo museo archeologico virtuale, luogo ideale per chi vuole esplorare il passato con le tecnologie di ultima generazione, immergersi nelle rovine delle città sepolte dalla lava e vedere ricostruiti fedelmente ambienti e costumi degli antichi abitanti. Sono oltre 70 le installazioni multimediali - tra realtà virtuali ed ologrammi - a guidare i visitatori alla scoperta delle voci e dei volti degli antichi ercolanesi, che racconteranno la propria storia. Cuore del Mav è il Cave: un'enorme stanza di luce sulle cui pareti si proiettano giardini e cortili delle case di Pompei, Ercolano e Stabia. E ancora, la Soundgallery, la stanza dei profumi e il Lupanare completano l'esperienza sensioriale nell'antica Ercolano. Herculaneum hosts the firts virtual archaeological museum, ideal place for explorations of the past through modern technologies. More than 70 installaions, devided in virtual reality and holograms, lead the visitors to the discovery of the old Rooman city before the eruption of the Vesuvius in 79 a.C. Museo del Giocattolo
Proloco di Torre del Greco Corso Avezzana, 26 - Torre del Greco Tel. 081.8814676 Lun-ven h.9-19. Ingresso libero Mon-Fri 9 a.m. - 7 p.m. Free entrance Il fascino dei giocattoli d’altri tempi in una grande esposizione che conta più di 800 elementi. Sessanta anni di storia del giocattolo, dal 1900 al 1960 organizzate in bacheche e teche. The fascination of old fashioned toys ina great exhibition with more than 800 elements. Sixty years of history of toymaking, from 1900s to 1960s organized in shelfs and glass containers.
PENISOLA SORRENTINA Museo Mineralogico
Via San Ciro, 2 - Vico Equense Tel. 081.8015668 www.museomineralogicocampano.it Lun chiuso. Feriali h. 9-13; 16-19. Festivi 9-13 Mon closed. 9 am-1 pm; 4 pm-7pm; Hols 9 am - 1pm Nucleo centrale delle collezioni esposte sono 3.500 minerali, dei 5.000 campioni del fondo Discepolo, appartenenti a 1.400 specie differenti del mondo. Central feature of the collections are the 3,500 minerals of the 5,000strong Discepolo collection, with 1,400 different types from the world Museo Correale di Terranova
Via Correale, 50 - Sorrento Tel. 081.8781846 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-14. Biglietti: 6 euro Tue closed. Wed-Mon 9 am - 2 pm. Tickets: 6 euro Ospita dipinti e arti decorative napoletane e straniere dal XVI al XIX secolo, ventagli, orologi e una delle più prestigiose collezioni di porcellane del XVIII secolo. The museum houses collections of Neapolitan and foreign paintings and decorative arts from the 16th to the 19th centuries, refined fans, clocks and one of the most prestigious collections of 18th century porcelain.
PAESTUM Area Archeologica di Paestum Via Magna Grecia, 919 - Info: 0828.772654 www.infopaestum.it Lun-dom h.9-1 ora prima del tramonto. Ingresso: 4 euro per gli scavi; 6,50 euro per scavi + museo. Mon-Sun h.9-1 hour before sunset. Tickets: 4 euro for the archaeological
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area; 6,50 euro for archaeological area + museum
Orari: mar chiuso. Lun-dom h.9.30-18.30. Biglietti: 6 euro; scolaresche 3 euro. Opening hours: Tue closed; Mon-Sun h.9.30-18.30. Tickets: 6 euros; 3 euros for schools.
chitect Vanvitelli, besides the royal appartments, which give a clear idea of the magnificence of Bourbons’ courts, the most spectacular element of the complex are the gardens. Scattered with fountains and cascades, they are rich in statues realized by the most famous sculptores of the time. Museo delle Cere “Le Muse”
L’area aecheologica di Paestum rappresenta un ottimo esempio di città greco-romana, di cui conserva l’impianto risalente al 500 a.C. con le mura, i templi e tutti gli edifici per gli esercizi pubblici come il Macellum, il Foro, l’anfiteatro. The archaeological area of Paestum is a very well preserved example of an ancient Greek-Roman city with its impressive walls, the temples and all the buildings dedicated to public concern as the Macellum, the forum, the amphitheatre.
Le antiche fabbriche della seta di epoca borbonica rivivono nello splendido complesso monumentale di San Leucio dove è possibile osservare gli strumenti originari del '700. The old manufactures of silk of the Bourbons live again in the beautiful Monumental Complex of San Leucio, where have been preserved the original engines dated back to 1700s.
BENEVENTO Reggia di Caserta Museo Arcos
Chiostro – Sant’Agostino Largo San Sebastiano Tel. 0823.830456 - www.museodellecerecaserta.it Il Complesso di Sant’Agostino ospita una collezione di statue di cera che rappresentano uomini e donne che hanno fatto la storia della regione. The charterhouse of Saint Agostino hosts a collection of wax statues representing men and women that have decided the fortune of the region.
CAPUA Museo Provinciale Campano di Capua
Corso Garibaldi, 1 Lun chiuso. Mar-ven h.9.30-13.30/16.3020.30; sab, dom e festivi h.10-14/16.30-21.30. Biglietti: euro 4; ridotto euro 2. Mon closed. Tue-Fri h.9.30-13.30/16.3020.30; Sat, Sun and holidays h.10-14/16.30-21.30 Tickets: euros 4; concessions euros 2 Ubicato nei suggestivi sotterranei del Palazzo della Prefettura, il nuovo polo culturale – la cui direzione scientifica è stata affidata a Danilo Eccher – è diventato nel tempo un prestigioso punto di riferimento per le più interessanti sperimentazioni artistiche nazionali e internazionali. Housed in the striking basement of the Prefecture’s building since 2005, this new museum of contemporary – whose scientific direction has been given to Danilo Eccher - has already become an important point of reference for the most important artistic experimentations, both national and international.
CASERTA Belvedere di San Leucio Via Atrio Superiore - 81020 San Leucio (Ce) Info: 0823.873155; 800.411515 - www.sanleucionline.it
Corso Pietro Giannone, 1- Caserta Info: 0823.448084; 0823.277380 www.reggiadicaserta.org Orari: mar chiuso. Appartamento: lun-dom h.8.30-19; mostre: lun-dom h.9-18; giardini: lun-dom h.8.30-18. Biglietti: cumulativo 6 euro; appartamenti 4,20 euro; giardini 2 euro; bicicletta 1 euro. Riduzione per giovani dai 18 ai 25 anni e per i docenti delle scuole statali. Gratis per under18 e over65 e per gli studenti universitari di facoltà umanistche. Opening hours: Tue closed; royal appartment: Mon-Sun h.8.30-19; exhibitions: Mon-Sun h.8.30-18; gardens: Mon-Sun h.8.30-18. Tickets: all inclusive 6 euros; rolyal appartments 4,20 euros; gardens 2 euros; bikes 1 euro. Concessions over18-under25. Free admission under18 and over65 and for Umanistic Faculties students. Costruita per volere di Carlo III di Borbone nella piana di Caserta su progetto del Vanvitelli, accando agli appartamenti storici, che retituiscono i fasti dell’antica corte borbonica, ha degli splendidi giardini che sono l’aspetto più scenografico del complesso. Disseminati di fontane e cascate, sono ricchi di statue realizzate dai più noti scultori dell’epoca. Built under Charles III of Bourbon after a project of the ar-
Via Roma, 66 - Tel. 0823.620035 Lun chiuso. Mar-sab h.9-13.30; dom h.9-13 Biglietto: euro 4,13; gratis under18 e over65; riduzioni per Touring Club, Icom, Artecard e gruppi (min 10 persone) Mon closed. Tue-Sat h.9-13.30; Sun h.9-13 Tickets: euros 4,13; free admission under18 and over65; concessions for Touring Club, Icom, Artecard and groups Principale museo storico della Campania, presenta la più importante collezione al mondo di Matres Matutae, la famosa madri rinvenute nell’antica Capua. Oltre alla sezione archeologica, comprende una ricca sezione medievale ed anche un’importante biblioteca. Main historical museum of Campania Regione, it hosts the most important collection of Matres Matutae of the world. Besides the archaeological section, the museum hosts a rich section dedicated to the Middle Age and a very important library.
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mostre & gallerie FINO AL 31 DICEMBRE I DOCUMENTI RACCONTANO L'UNITÀ
FINO AL 7 GENNAIO EST LOCUS... L'IRPINIA POSTUNITARIA
FINO ALL'8 GENNAIO IL GIOVANE RIBERA TRA ROMA, PARMA E NAPOLI 1608-1624
FINO AL 9 GENNAIO “L'URLO DEL SUD” DI ARMANDO DE STEFANO
Archivio di Stato di Napoli Piazzetta Grande Archivio - Napoli Info: 081 5638301; www.archiviodistatonapoli.it Orari: 9-13
Ex Carcere Borbonico Via Dalmazia, 22 - Avellino Info: 0825.279205; http://ambientesa.beniculturali.it/BAP/ Orario: 10-13/17-20
Museo di Capodimonte Via Miano, 2 - Napoli Info: 081.7499111; www.polomusealenapoli.beniculturali.it Orari: mer chiuso; gio-mar h. 10-19.30 Biglietti: intero €8; ridotto €4
Museo Madre Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina Via Settembrini 79, 80139 Napoli Telefono: +39 81 19313016 Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10.30 - 19.30 Domenica 10.30 - 23.00 Martedì chiuso
La mostra, documentaria e bibliografica, testimonia le trasformazioni istituzionali e sociali del Sud Italia all'indomani dell'unificazione nazionale e i problemi scaturiti da tali processi, alcuni dei quali, ancora oggi, sembrano riproporre una irrisolta “Questione Meridionale". L'esposizione prende avvio dai tentativi, attuati dal re Francesco II, di frenare l'avanzata dei garibaldini e le mire espansionistiche dello Stato Sabaudo e i documenti in esposizione evidenziano i numerosi problemi successivi all’annessione: estensione delle leggi piemontesi, controllo del territorio, assorbimento hnell'esercito nazionale delle forze armate meridionali, questione agraria e brigantaggio. This documentary and bibliographical exhibition spotlights the institutional and social changes in southern Italy following Unification and the resulting problems, some of which as yet unresolved. Starting from King Francis II’s attempts to stop Garibaldi’s advance to the Savoy state’s expansionist ambitions, the documents highlight the numerous problems that followed annexation: the extension of Piedmontese laws, policing, agriculture and brigandage.
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La memoria, intesa come conoscenza del percorso collettivo compiuto, è per un popolo ciò che maggiormente ne garantisce la coesione e l’identità. Da questa premessa scaturisce l'ideazione di questa mostra con la quale si vugliono rafforzare i binomi città e cultura, città e istituzioni culturali, cultura e mondo imprenditoriale. L'obiettivo è quello di offrire una panoramica completa delle trasformazioni urbanistiche e architettoniche che l'Irpinia ha subito nel quarantennio postunitario. Memory, as the awareness of a collective journey, is what best guarantees the cohesion and identity of a people. This exhibition aims to strengthen the binomials city and culture, city and cultural institutions, culture and entrepreneurship and provides a complete view of the urban and architectural transformations of Irpinia in the 40 years after Unification.
A Capodimonte, 40 opere del grande pittore spagnolo, considerato tra i maggiori esponenti della pittura di area naturalista e caravaggesca in Italia e in Europa. In mostra un gruppo di dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta, che documentano con grande efficacia i momenti diversi dell’attività romana e i successivi sviluppi napoletani, prima che il pittore giungesse a quella svolta stilistica che lo avrebbe portato, dopo il 1624, alla piena maturità. 40 works from the great Spanish naturalist and Caravaggesque painter. The exhibition includes some paintings on show for the first time, which document the various phases of the artist’s work in Rome and Naples before he reached his full stylistic maturity in 1624.
“L’urlo del Sud” è il titolo dell'ultima opera di Armando De Stefano, ma è anche un titolo che sintetizza il complesso di 18 nuove tele esposte al Madre. Lavori nuovi, nati espressamente per questa mostra, creati da un artista “storico” che, in più di sessant'anni di carriera, dal periodo neorealista del dopoguerra fino al figurativismo baconiano-espressionista degli anni Sessanta e Settanta, ha raccontato storie e idee dell'universo occidentale con immagini e colori che Domenico Rea definì "come gridi", forse perché molte delle sue figure appaiono maschere senza speranza, come ritratte in un pre-inferno terreno espresso con definitiva convinzione. "The Sound of the South" is the title of the work of Armando De Stefano, but it is also a title that sums up the complex of 18 new paintings on display at the Mother. New works, created especially for this exhibition, created by an artist "historic" that, in more than sixty years of career he has told stories and ideas of the universe with Western images and colors that Domenico Rea described as "like cries."
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& gallerie FINO AL 19 FEBBRAIO “SETTE OPERE PER LA MISERICORDIA”
FINO ALL'11 MARZO ARTE POVERA PIÙ AZIONI POVERE 1968
FINO AL 30 MARZO OPERA AD ARTE, ARTE ALL'OPERA
Le pagine di Mostre & Gallerie sono realizzate in collaborazione con:
Alessandra Avallone - Bijoux e Accessori Via Chiaia, 178 - Napoli; Via Pavia, 2 - Napoli; Via Nicolardi, 73 - Napoli tel. +39.081.20.15.47 - www.alessandraavallone.com
SANSEVERINO Napoli Centro Direzionale Is. G2 tel. +39.081.787.94.14 www.sanseverinonapoli.com
Giuseppe e Marco Ferrigno Via San Gregorio Armeno, 8 - Napoli tel. +39.081.552.31.48 - email: info@arteferrigno.it Chiesa del Pio Monte della Misericordia via Tribunali, 253, 80139 - Napoli Visite guidate gratuite (prenotazione obbligatoria) Biglietto ridotto di € 5,00 che include la visita guidata. www.piomontedellamisericordia.it
Museo Madre Via Settembrini, 79 - Napoli Info: 081.1931301 - www.museomadre.it Orari: mar chiuso; lun-dom h.10.30-14.30 Biglietti: lun ingresso libero; intero €7, ridotto €3,50
Palazzo Reale Piazza del Plebiscito - Napoli Info: 848.800288 – www.teatrosancarlo.it Orari: lun-ven h.9-17; sab e dom h. 9-19 Biglietti: €10; ridotto €5
Sette artisti contemporanei, di respiro internazionale, Marisa Albanese, Carlos Araujo, Sandro Chia, Fluvio Colusso, Mimmo Jodice, Clifford Ross e Charles Skatpin, ognuno con la propria sensibilità, hanno donato un’opera che descrive il tema della misericordia, in modo trasversale e nelle varie modalità e tecniche espressive che ogni artista interpreta. Le opere saranno esposte per tre mesi nella chiesa del Pio Monte della Misericordia, accanto ai maestri “antichi”: Caravaggio, Ballistello Caracciolo, Giordano, Santafede e Azzolino.
Inserita nel più ampio progetto "Arte Povera 2011", che coinvolge ben 8 tra musei ed enti culturali in tutt'Italia, questa mostra vuole dare un significativo contributo alla ricostruzione storica dell'Arte Povera. Punto di partenza e arrivo la mostra agli Arsenali di Amalfi del 1968, uno degli eventi più importanti nel panorama artistico italiano degli anni '60, da cui questa esposizione trae ispirazione, tentando di ricostruirne il clima e la prassi artistica. Per l'occasione saranno esposte opere di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giseppe Penone, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio.
Nel più antico teatro lirico d’Europa, è stato inaugurato il MeMus - Museo e Archivio del Teatro San Carlo. La nuova realtà culturale, manifesto della vita artistica del Teatro San Carlo, inaugura con una mostra dedicata all’incontro tra l’Opera e l’arte contemporanea attraverso una galleria multimediale interattiva (scenografia fatta da schermi di tulle, schermi a quinta, teli scenografici e leggii) che comunica lo stretto rapporto tra arte contemporanea, artisti e scena teatrale. Quattro gli ambienti che diventano un unico spazio in cui poter approfondire la conoscenza degli artisti presenti: Kentridge, Paolini, Kiefer, Paladino, Marchen, Pomodoro.
Seven contemporary artists, Marisa Albanian, Carlos Araujo, Sandro Chia, Fluvio Colusso, Mimmo Jodice, Clifford Ross and Charles Skatpin, have donated a work that describes the theme of mercy. The works will be exhibited for three months in the church of Pio Monte della Misericordia, in addition to teachers 'ancient': Caravaggio, Ballistello Caracciolo, Jordan, and Santafede Azzolino.
Part of the "Arte Povera 2011" project involving 8 museums and cultural associations throughout Italy, this exhibition recounts the history of Arte Povera, starting from the Arsenals of Amalfi exhibition in 1968 by which the current event was inspired.
Europe’s oldest opera house inaugurates MeMus – the Musem and Archives of the San Carlo Theatre with an exhibition dedicated to opera and contemporary art through an interactive multimedia gallery highlighting the close relationship between contemporary art, artists and the theatre. Artists taking part include Kentridge, Paolini, Kiefer, Paladino, Marchen and Pomodoro.
Oro Arte Centro orafo Il Tarì Marcianise (Caserta) tel. +39.0823.51.32.77 www.oroarte.it
L’Arte di Creare Via S. G.ro.ad Antignano, 127- Napoli tel +39.081.556.72.11 email: lartedicreare2007@libero.it
Caseificio Ponte a Mare Via Domitiana Km 34,070 Castelvolturno (Ce) tel. +39.0823.85.15.25 www.ponteamare.it
Vigneri Luxuries Via Calabritto, 1/c - Napoli tel. + 39.081.764.21.87 www.vigneriluxuries.it
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