Charme - Marzo 2010

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marzo 2010



Il fascino della storia scavata di Giorgio Gradogna

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a Campania non è solo Terra Felix grazie alle sue riconosciute bellezze naturalistiche e alle apprezzate produzioni tipiche. Oggi è Terra Felix anche perché, lì dove scavi, anche solo con un badile, trovi un pezzo di storia che racconta la vita di un tempo antico. Il percorso trimillenario di una regione attraversata da decine di dominazioni e miscelata ad altrettante culture si scopre così, scavando nelle stratificazioni, a ritroso nei secoli. Per andare tutti insieme alla scoperta delle origini, Charme propone una panoramica dei tanti e affascinanti siti archeologici che popolano la Campania e che la rendono ancor più unica. Così come la dominazione spagnola ha reso unico il Barocco napoletano, quasi esagerato e sbalorditivo nelle sue espressioni artistiche. L’omaggio a questo contrastato periodo viene dalla sedicesima edizione del Maggio dei Monumenti, un mese di week end da utilizzare per conoscere quella città dell’arte e dei costumi che non sempre osa aprirsi alla vista del grande pubblico. Un programma fitto di appuntamenti e visite guidate, studiato dall’Assessorato al Turismo del Comune, offrirà la possibilità di apprezzare, capire e vivere la Napoli degli Spagnoli e la sua cultura. Inoltre, in questa edizione particolarmente corposa di pagine, Charme propone, come sempre, un’ampia vetrina delle realtà più qualificate e qualificanti del territorio assolvendo alla propria mission di primo e unico strumento di marketing territoriale on site al servizio della bella e buona Campania.

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The fascination of history unearthed

ampania is not Terra Felix merely because of its undeniable natural beauty and acclaimed typical products. It is now, more than ever, a ‘fortunate land’ because, with just a pick and shovel, you can unearth a historical relic that will tell you about the lives of the ancients. The region’s three thousand year history is studded with dozens of civilisations and cultures which emerge as you dig deeper through the stratified layers created by the passage of time. With that in mind, Charme will take you on a voyage of discovery to the many archaeological sites that make Campania such a truly unique place. The Spanish domination of Naples made the Neapolitan Baroque so original and almost excessive and astounding in its artistic expression. The 16th edition of the May Monuments event pays homage to this extraordinary period of history with ideal opportunities to make the best of each weekend by exploring the art and customs of the city that are not always visible to the general public. The City Council’s Tourism Office has drawn up a full schedule of events and guided tours that will help visitors to enjoy and experience ‘Spanish’ Naples and its culture. This particularly ‘full’ issue of Charme will, as always, also showcase some of the region’s finest enterprises as part of its mission as the first and only on-site territorial marketing initiative to highlight all that is great and beautiful in Campania.


CHARME TUTTO IL BELLO ANNO VI - NUMERO 1 - MARZO 2010 (nuova serie) Reg. Tribunale di Napoli n. 1/2007 Distribuzione in omaggio in 190 alberghi a 4 e 5 stelle e sui treni AV Roma-Napoli Direttore responsabile: GIORGIO GRADOGNA Società editrice: Sisicom società cooperativa Via Nuova Poggioreale, 161 Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 80143 Napoli Direzione e redazione: Via Nuova Poggioreale, 161 Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 tel. 081.198.06.219 - 220 info@charmeitalia.it segreteria@sisicom.it Traduzioni: Ken Tobyn Stampa: Arti Grafiche Boccia Salerno Concessionaria per la pubblicità: SpecialMedia Srl via Nuova Poggioreale Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 80143 Napoli Tel. +39.081.195.62.813 commerciale@specialmedia.it Direzione editoriale: Sergio Gradogna Coordinamento redazionale: New Sud Comunicazione Scarl via Duomo, 348 Tel. +39.081.195.70.370 Progetto grafico: Artemisia Comunicazione - Napoli Impaginazione: Pasquale Amato Davide De Marco Specialmente srl Immagini: A.A.S.C.T. di Capri, Archivio Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, AGN Fotoreporter, Luciana Lamanna, Cesare Purini, Maria Volpe Prignano, www.promozionecellole.it Michele Attanasio (copertina)

Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra

LA FIRMA DI CHARME

Napoli, un Don Giovanni d’autore di Filippo Morace

pag. 7

CAMPANIA, UNA STORIA SCAVATA

Pompei, Ercolano, Oplonti e Velia. Storia e memoria delle sentinelle di pietra di Rosanna Nastro pag. 10 I Campi Flegrei. Luoghi sublimi tra storia, miti e leggende di Roberta Meomartini pag. 22 Le ville. “Otium Ludens” luoghi di delizia per antichi romani di Giovanni Martellaro

pag. 36

Anfiteatri in Campania Spettacoli dal sapore di morte nati nel Sannio di Roberta Meomartini

pag. 48

Sulle strade del casertano. Percorsi della memoria tra matres, vini e melannurche di Roberta Meomartini

pag. 56

Etruschi, Sanniti e Lucani. Quando la Campania era casa loro di Lello Scarpato

pag. 62

DA PARTENOPE A NEAPOLIS

Tesori nel ventre della città di Immacolata Pagano

pag. 70

Entrata da un basso per scoprire il Teatro romano di Roberta Meomartini

pag. 82

Il Metrò corre nella storia di Partenope di Gabriele Scarpa pag. 88 Miglio Sacro, l’itinerario per l’anima di Mauro Marozzi pag. 92 DONNA CHARME

Rosa Baiano

pag. 98


Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Napoli

Con il patrocinio di:

Maggio dei monumenti 2010 Ritorno al Barocco…e non solo Quando Napoli parlava spagnolo di Gabriele Scarpa Forum delle Culture Parla l’assessore Oddati. “Dal passato al futuro, un grande evento per il rilancio” di Antonio Di Costanzo

pag. 102

Marlen penne. Per scrivere come sarebbe piaciuto a D’Annunzio di Annalisa Palmieri

il sommario

Regulus Light Color. Colonna mette al polso i colori dell’estate di Sarah Ricca pag. 164

CAMPANIA EVENTI

pag. 168

pag. 114

Iko casa. Tante idee per alcove in technicolor di Eva Molea pag. 172

Parla Eddy Colonnese. “Il cuore di Napoli ci sta…a cuore” di Marco di Bello pag. 118

Turco Global Service. Viaggi d’affari e vacanze col sapore del lusso di Melina Chiapparino pag. 176

CAMPANIA STYLE

SAPORI DELLA CAMPANIA

Le tendenze primavera estate. Così Napoli interpreta la nuova stagione di Annalisa Palmieri

Partenope brinda alla Stg. Pizza napoletana, tradizione garantita di Gabriele Scarpa pag. 180 pag. 122

La cantieristica in Campania. Andar per mare con stile napoletano di Gabriele Scarpa

pag. 132

Acqua Ferrarelle. Effervescenza naturale col nome dell’abbazia di Alfredo Costante pag. 142 Cilento e Dominic Dormeuil. Con Sportex binomio all’insegna dell’eleganza di Sarah Ricca

pag. 146

Nardelli gioielli. A Capri la boutique dei preziosi d’amore di Sarah Ricca pag. 152 Imperatore Camicie 1994. Dettagli di qualità in tessuti scolpiti a mano di Sarah Ricca pag. 156 Caramanna Gioielli. Grappoli di pietre nobili sull’Albero della vita di Melina Chiapparino

Pizzeria Brandi. Qui è nata la pizza di Sua Maestà di Alessandra Vollaro

Melodia di Napoli Pizzeria Parziale. Campioni della pizza col gusto di Partenope di Gabriele Scarpa pag. 190 Salsamenteria Sarracino / Sciaccuttiell. Prelibatezze senza confini per palati speciali di Annalisa Palmieri pag. 194 La ricetta / Il migliaccio napoletano di Rosanna Nastro THE BEST OF SHOPPING

pag. 198

& RELAX pag. 200

MUSEI

pag. 208 MOSTRE

& GALLERIE pag. 221

In collaborazione con:

pag. 160

pag. 184


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la firma Napoli, un Don Giovanni d’autore di Filippo Morace*

* cantante lirico basso baritono

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iù ci si allontana da Napoli, più si impara ad amarla. Perché Napoli è tutto. Patria di artisti e di poeti, forziere di tesori inestimabili. Fucina della più ricca tradizione culturale e musicale esistente al mondo. La magia del pentagramma risuona tra i vicoli del Centro storico come l’aria di un’operetta canticchiata sul palco della storia. Napoli non muta mai. Normanni, Angioini, Aragonesi, Spagnoli. Come un Don Giovanni d’autore, la mia città va con tutti, ma non tradisce mai se stessa. Perché questo è il suo segreto, questa la sua vera forza. Partenope è storia viva, orgoglio e tradizione. Quanti si sono ispirati alle sue bellezze per comporre musica? Quanti autori del ’700 e dell’800 hanno composto e suonato i loro motivi grazie allo spirito che aleggia a San Pietro a Majella, pur non essendo napoletani? Il conservatorio e il teatro San Carlo, come due perle incantate, due libri aperti da sfogliare, sono lì pronti a raccontare l’avventura secolare della sirena Megaride. E’ qui, nel dedalo dei Decumani, a pochi passi da port’Alba e nel salotto di piazza Trieste e Trento, che si coglie l’autentico spirito dell’antica Capitale già cara ai Borbone. Guardatelo il San Carlo: è un gioiello di rara bellezza. Teatro vivo, specchio autentico di una città che risplende di luce propria. Bella, incantevole Partenope: a lei devo tutto. E’ qui che ho mosso i primi passi, grazie al maestro Roberto De Simone. Ed è qui che torno appena posso. Le nostre strade non si sono mai separate. Da Vienna, a Mosca, a Bilbao, Napoli è sempre presente nei miei viaggi. Nulla al mondo potrà mai sostituirla dal mio cuore. Perché di Napoli sono orgoglioso. Perché di Napoli indosso l’anima.

Naples, my modern-day fairy tale Filippo Morace*

The longer you are away from Naples, the more you learn to love it. Naples is everything: a land of artists and poets, a treasure trove of priceless artefacts and monuments, the cradle of the world’s finest musical and cultural traditions. The magic of the musical stave pervades the backstreets of the historic city centre like the aria of an opera hummed on the stage of history. Naples never changes. Normans, Angevins, Aragonese, Spaniards: like a veritable Don Giovanni, my city has loved them all but never betrays itself. This is its secret; this is its strength. The city of the Siren Parthenope is living history, pride and tradition. How many have drawn inspiration from this unique location to compose beautiful music? How many 18th and 19th century composers created and played their music thanks to the atmosphere enveloping Via San

Pietro a Majella, although they were not themselves Neapolitans. The Conservatory and the San Carlo opera house are like two enchanted pearls, two open books waiting to be read, waiting to tell the millennium-spanning story of the historic city. Here, in the labyrinth of ancient streets and alleys bordering on the Port’Alba gate and in the elegant Piazza Trieste e Trento, lives the true spirit of the ancient Bourbon capital city. Behold the San Carlo opera house! A jewel of rare beauty. A living theatre and mirror of the city that glows with inner light. Beautiful and enchanting Naples: I owe her everything. This is where I took my first steps, thanks to the maestro Roberto De Simone, and I come back whenever I can. Our paths have never separated. From Vienna to Moscow and Bilbao, Naples is always on the itinerary and nothing in the world will ever take her place in my heart. Because I am proud of Naples and I am imprinted with her soul. * bass-baritone opera singer

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Campania una storia scavata dsfsd. Sfsdfsdfre

di Gabriele Scarpa xx



Campania, una storia scavata

Pompei, Ercolano, Oplonti e Velia. Storia e memoria delle sentinelle di pietra di Rosanna Nastro

Casa di Nettuno e Anfitrite di Ercolano. Nelle pagine precedenti la valle dei templi di Paestum

S

entinelle di pietra. Simboli di una storia millenaria, quella della Terra Felix, meta ambita di nocchieri ellenici e conquistatori dell’Urbe, fin dalla notte dei secoli. Pompei, Ercolano, Oplonti, Paestum e Velia: testimonianze di vita e storia vissuta. Scavi che sbucano dalle ceneri del vulcano. Flashback di memoria eterna, le loro sagome si stagliano imponenti sui profili lussureggianti del Cilento e le lave pietrificate del Vesuvio. Riconducono ai fasti della Magna Grecia e agli anni in cui Roma, l’imperiale, ancora dettava legge. Il fascino e la bellezza delle città morte non si estingue mai. Lo si

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Archaeological Sites: Pompeii, Herculaneum, Oplontis and Velia. History and memories in the stone sentinels Gabriele Scarpa

Stone sentinels. Symbols of the millenniumspanning history of

Campania Felix, the land of Greek seafarers and Roman conquerors. Pompeii, Herculaneum, Oplontis, Paestum and Velia emerge from the volcanic ash to tell their tale. In the lush Cilento area or the lava fields of Vesuvius, they take us back to the pomp of Magna Grecia and


Campania, una storia scavata

Pompei, resti di porticato

può notare passeggiando tra le insulae della città del Sarno, come moderni legionari incolonnati, oppure muovendosi tra le rovine della patria di Parmenide, culla della scuola filosofica di Elea a due passi dalla Valle dei templi. Pompei, lapilli mortali. Nel viaggio a ritroso nel tempo tra le rovine che raccontano una fausta storia campana, la prima tappa obbligatoria è quella di Pompei, sito archeologico tra i più famosi al mondo. La colonia della gens Pompeia sorge nella valle del Sarno, a un tiro di schioppo dalle pendici del Vesuvio, sui resti di colate

Imperial Rome. Visitors gaze in fascination at the beauty of the insulae in the dead cities or wonder at the ruins of the town of Parmenides and the Eleatic school of philosophy, a stone’s throw from the majestic temples. Pompeii: the deadly hail. The starting point of this

journey back in time could only be Pompeii, the most famous archaeological site in the world. Founded by Oscan tribes as a trade outpost on the river Sarno at the foot of Vesuvius, its strategic position made it a tempting target for the Greek settlers in Cuma and later for the 11


Campania, una storia scavata

preistoriche. Le sue origini sono antiche quanto quelle di Neapolis. Pompei fu infatti fondata dalla popolazione italica degli Oscii, che ne fecero un importante avamposto commerciale. Per la sua posizione strategica, finì nel mirino dei greci di Cuma e successivamente fu sottoposta alla dominazione etrusca (dopo aver conosciuta quella dei Sanniti), così come testimoniano alcuni reperti rinvenuti nell’area del tempio di Apollo e nella zona delle Terme Stabiane, dove sono stati trovati frammenti di vasi con iscrizioni etrusche e una necropoli risalente al VI secolo a.C.. Conquistata dalle truppe di Cornelio Silla, Pompei fu prima semidistrutta da un terremoto nel 62 d.C. e poi cancellata dalla faccia della terra nel 79 d.C. dalla terribile eruzione del Vesuvio. La cenere del vulcano piovuta sui tetti e sulle strade la seppellì completamente, conservandola praticamente intatta, come in una sorta di forziere sotterraneo a tenuta stagna. Sotto la folta coltre di detriti vulcanici spessa quasi sei metri, la città romana vide cristallizzare la sua esistenza, consegnando ai posteri gli ultimi istanti di vita dei suoi abitanti. Attimi drammatici, che sembra ancora oggi di riuscire a cogliere: il cibo apparecchiato a tavola, il pane impastato e già pronto per essere infornato. Pompei fu colta di sorpresa dalla rabbia del vulcano. I suoi cittadini, almeno quelli che furono più fortunati e che non finirono soffocati dai gas, pensarono a salvare la pelle, lasciando le cose così come erano, convinti di tornare, non 12

appena il pericolo fosse cessato. Nessuno vi rimise più piede. E Pompei, con le sue ville patrizie, i suoi templi, i suoi affreschi, il famoso postribolo, la palestra dei gladiatori, le case, il foro, l’anfiteatro teatro di mille combattimenti e le sue mura possenti scivolò a poco a poco nell’oblìo. Fino al 1478 quando rivide la luce in maniera quasi fortuita, mentre erano in corso i lavori per la costruzione di un canale fluviale. Ci pensò Carlo III di Borbone a finanziare in maniera più approfondita gli scavi oggi inseriti, con quelli di Ercolano ed Oplontis, nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’Unesco.


Campania, una storia scavata

Un’immagine degli scavi di Pompei: il Foro

Ercolano di magma. Ercolano ed Oplonti, consorelle di Pompei nella tragedia del 79 d.C.. Anche questi siti, posti a un tiro di schioppo dalla città mariana, subirono la furia sterminatrice del Vesuvio. Ercolano, con le sue strade che si incrociano ad angolo retto sull’esempio delle Polis greche, fu ancora più sfortunata di Pompei. La città, luogo preferito da romani colti e benestanti, che si voleva fondata in onore del dio Ercole, fu avviluppata da un fiume di lava e fango rovente. Una valanga magmatica di inarrestabile potenza che la serrò in un abbraccio mortale, sprofondandola negli abissi e condannando i suoi abi-

Samnites and Etruscans, evidence of whose cultures from the 6th century BC have been found near the Temple of Apollo and the Stabian Baths. Conquered by the legions of Cornelius Silla, Pompeii was partially demolished by an earthquake in 62 AD and then wiped off the face of the earth in 79 AD when the terrible eruption of Vesuvius buried the town for posterity beneath a deadly hail of volcanic ash almost 6 metres deep. Life in the town was stopped in an instant. Laid tables and dough ready for the baker’s oven were abandoned as the more fortunate citizens fled, not knowing that they would never see their homes again, while those who lingered were suffocated by poisonous gas. Pompeii’s lavish villas, temples, frescoes, brothels, gladiator schools, forum, amphitheatre and

ramparts were consigned to oblivion until 1748 when the site was discovered by chance during the digging of a canal. Charles III of Bourbon then financed the excavations that would make Pompeii, Herculaneum and Oplontis, UNESCO world heritage sites. Herculaneum: magma flow. Nearby Herculaneum was even less fortunate than Pompeii in the 79 AD tragedy. The wealthy and welleducated inhabitants of the town dedicated to Hercules foundered and died as a river of lava and boiling mud buried the town beneath a blanket so hot that the wooden furniture and fittings did not burn but were instantly transformed into charcoal and remained almost intact. Another macabre detail of Herculaneum, 13


Campania, una storia scavata

Nelle foto, affreschi degli scavi di Oplonti e resti di anfore vinarie

tanti a una morte terribile. A differenza della cittadina fluviale, Ercolano non fu, dunque, sepolta da una coltre di cenere e lapilli. Ma da un blocco magmatico ben più possente e profondo. Così rovente che gli stipiti in legno degli infissi delle case, invece di bruciare, dissolvendosi in cenere, furono carbonizzati, conservandosi quasi intatti. Altro macabro particolare di Herculaneum, oggi conosciuta in tutto il mondo per la bellezza della villa dei Papiri (raro esemplare di mastodontica e ricca villa patrizia), la presenza di numerosi scheletri. Gruppi di decine e decine di vittime ritrovati in quella che era l’antica spiaggia. Resti degli antichi ercolanesi, i cui crani esplosero a contatto con la valanga di fuoco. Anche di Ercolano, 14

così come di Pompei, si persero le tracce. Finché, nel XVIII secolo, per puro caso, non se ne riscoprì l’esistenza. Accadde durante i lavori per lo scavo di un pozzo, quando furono rinvenuti diversi oggetti di epoca romana. Così come per la città mariana, anche per Ercolano i lavori di scavo furono finanziati dai re Borbone. Lavori che ancora oggi continuano, ma che sono resi difficili dallo sviluppo della città moderna, sotto le cui fondamenta probabilmente ci sono ancora importanti reperti e testimonianze archeologiche. Oplonti, sfarzo di Poppea. La stessa drammatica sorte di Ercolano e Pompei toccò alla vicina Oplonti, l’odierna Torre Annunziata, in quella che era una sorta di zona residenziale d’elite posta nel su-



Campania, una storia scavata

burbio di Pompei, da cui il termine Oplonti, che si vuole derivato dal latino opulentia, vale a dire ricchezza. E’ qui che sorge la sfarzosa villa di Poppea, dimora della gens legata alla famiglia dell’imperatore Nerone, i cui affreschi e i cui grandi ambienti denotano la potenza di una delle casate più ricche dell’impero. La villa è una grandiosa costruzione residenziale risalente alla prima metà del I secolo a.C., in corso di restauro quando fu colta dall’eruzione. A pochi metri di distanza dalla “reggia” di Oplonti, sorge la villa rustica attribuita a Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assieme a numerosi pezzi di finissima oreficeria. Si tratta, con tutta probabilità, dei resti del tesoro della famiglia di Crassius ,che inutilmente gli abitanti tentarono di mettere in salvo quando furono travolti dal fiume di lava. A un tiro di schioppo dalle ville oplontine, in località Oncino, sotto le attuali Terme Nunziante, ci sono i resti di una vasta struttura termale che l’archeologo Amedeo Maiuri attribuì al console Crassus Frugi. Paestum, valle dei templi. Dalle rotte di Roma alle culle della Magna Grecia il passo è un po’ più lungo, ma merita la pena di essere percorso fino in fondo. Cambia l’epoca. Cambia il popolo che qui piantò le radici. Dall’urbe, infatti, si passa ai primi colonizzatori delle sponde del Tirreno. Quelli che, se vogliamo, consegnarono il testimone ai nuovi dominatori cre16

sciuti in riva al Tevere. Parliamo di Paestum, la greca Posidonia. Il suo territorio è ancora oggi cinto dalle mura greche, così come appaiono oggi alla vista, modificate in epoca lucana e successivamente romana. La storia racconta che l’antica colonia venne al mondo nel VII secolo a.C. ad opera di coloni provenienti dalla città di Sibari. La ricchezza di Posidonia, così fu ribattezzata la nuova città in onore al dio del mare, è documentata dalla costruzione avvenuta nei secoli successivi, di templi di grandi dimensioni, tra cui quelli di


Campania, una storia scavata

Ercolano, scavi della Basilica

famed throughout the world for the beautiful Villa of Papyrus Scrolls, are the dozens of skeletons found on what was then the town beach, their skulls having exploded on contact with the magma avalanche. Herculaneum never saw the light of day

again until it too was discovered accidentally by workers digging a well and the Bourbons funded the excavation works. The work is still in progress but it is hampered by the modern town, whose foundations probably lie on important

archaeological relics. Oplontis: Poppaea’s lavish home. Oplontis, modernday Torre Annunziata, suffered the same dramatic fate as its neighbours. Named after the Latin word opulentia (meaning ‘wealth’), Oplontis was a kind of elite suburb of Pompeii and the location of the grandiose villa of Poppaea, second wife of the emperor Nero, whose spacious rooms were embellished with frescoes befitting the residence of one of the most powerful families in ancient Rome. Built in the mid 1st century BC, it was being refurbished when Vesuvius erupted. Not far away is the farmhouse villa of Crassius Tertius, where numerous bodies of victims were found along with a considerable quantity of gold and silver coins and fine gold jewellery – probably the family treasure which was buried with its owners when the lava flow engulfed

the residence. There are also the remains of the a vast baths complex thought to have belonged to the consul Crassus Frugi. Paestum: Valley of Temples. A different age, a different people. Paestum is still surrounded by the town walls built by the first Greek settlers on the shores of the Tyrhennian Sea. Founded in the 7th century BC by colonists from Sybaris, Posidonia was named in honour of the god of the sea and, over the centuries, became the site for huge temples dedicated to Hera, Athena and Poseidon, whose ruins still stand today. In the 5th century BC, Posidonia was conquered by the Lucani who renamed the town Paistom. They sided with Pyrrhus in the war against Rome, and fell under the heel of the legions until the Roman empire was lost, after which Paestum too 17


Campania, una storia scavata

Hera, Atena e Nettuno, le cui rovine svettano ancora oggi, facendo bella mostra di sé. Nel V secolo Posidonia fu conquistata dai lucani che pensarono bene di ribattezzarla Paistom, da cui il nome con cui è giunta fino ai giorni nostri. Schieratasi con Pirro durante la guerra contro Roma, l’antica Polis finì sotto il dominio dei legionari, diventando, di fatto una succursale dell’impero fino alla fine della dominazione romana sulla Penisola. Il suo declino iniziò subito dopo la caduta di Roma, probabilmente a causa dei cambiamenti nel drenaggio che portarono all’impaludamento e al contemporaneo arrivo in Europa della malaria. Preda delle incursioni saracene e normanne, durante il Medioevo, la città fu abbandonata dai suoi abitanti, che andarono a fondare l’abitato di Capaccio. Velia, ricca polis. Una sorte simile a Paestum toccò a Velia, il cui nome originario in greco era Elea. La città che sorge a pochi passi da Ascea e Casalvelino, oggi rinomate località balneari, fu fondata dagli esuli di Focea, città greca dell’Asia Minore conquistata dai Persiani. La felice posizione geografica di Elea, situata praticamente al centro dei traffici tra Grecia ed Etruria, la fece diventare una delle polis più ricche della Magna Grecia. Non a caso fu qui che sorse la scuola filosofica di Parmenide e Zenone. Dotata di un potente sistema difensivo, Elea, a differenza di Posidonia, riuscì a resistere ai tentativi di conquista dei Lucani. Fedele a Roma, durante le guerre puniche, riuscì a conser18

vare la sua integrità, fino a quando, trasformata in municipio romano e tagliata fuori dalle rotte commerciali dell’Urbe, nel II secolo a.C. imboccò il cammino che la portò, lentamente, alla decadenza. Velia, così come nel frattempo la colonia era stata ribattezzata dai romani, si ridusse fino a diventare un piccolo villaggio di pescatori che nel IX secolo fu definitivamente abbandonato per sfuggire alla malaria e alle incursioni dei pirati saraceni. I suoi resti, ritrovati nella metà del secolo scorso all’interno del territorio comunale di Ascea, sono ancora oggi la più eclatante testimonianza della cultura grecolatina lungo le coste del Cilento.


Campania, una storia scavata

A sinistra, Porta Marina a Pompei; in alto gli scavi di Velia

declined, probably due to drainage problems which had transformed the area into marshland infested with malaria. In the Middle Ages. The town was pillaged by Saracens and Normans and its inhabitants fled to found the town of Capaccio. Velia: wealthy polis. Velia, formerly known as Elea,

suffered a similar fate to Paestum. Located near the modern-day seaside resorts of Ascea and Casalvelino, Elea was founded by exiles from Phocaea at the centre of trade routes between Greece and Etruria, and became one of the wealthiest towns in Magna Graecia and home to the school of philosophers like

Parmenides and Zeno. Unlike Posidonia, Elea had strong defences and was able to resist the attacks of the Lucani. Having remained faithful to Rome during the Punic Wars, it maintained its independence until the 2nd century BC when the Roman municipality of Velia was cut out of

the empire’s trade routes. Velia slowly fell into decline and was definitively abandoned in the 9th century AD due to the spread of malaria and Saracen raids. Its ruins were discovered in the mid 20th century and the site provides the most striking example of Greco-Latin civilisation along the Cilento Coast. 19


Campania, una storia scavata

[da visitare [ Scavi di Pompei

Pompei, Via Villa dei Misteri, 2 - Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org Fino al 31 marzo: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 17.00 (ultimo ingresso ore 15.30). Dal 1° aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00). Ingresso: € 11,00. Ridotto: € 5,50 per over 18under 24 ed insegnanti delle scuole statali dell’Unione europea. Gratuito per i cittadini dell’Unione Europea minori di 18 anni o maggiori di 65 anni. Con accesso a 5 siti (Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia, Boscoreale) - (validità 3 giorni). Intero: € 20,00; Ridotto: € 10,00 per i cittadini dell’Unione Europea over 18-under 24 e per i docenti delle scuole statali dell’Unione Europea, con incarico a tempo indeterminato. Until 31 March: every day from 8.30 am to 5 pm (ticket office closes at 3.30 pm). From 1 April to 31 October: every day from 8.30 am to 7.30 pm (ticket office closes at 6 pm). Closed: 1 May. Tickets: €11. Concessions: €5.50 for EU citizens over 18 and under 24 years of age and for teachers of EU state schools. Free: for EU citizens under 18 or over 65 years of age. Access to 5 sites (Pompeii, Herculaneum, Oplontis, Stabiae, Boscoreale) - valid for 3 days Tickets: €20; Concessions: €10 for EU citizens over 18 and under 24 years of age and for teachers of EU state schools. Scavi di Oplontis

Torre Annunziata, Via Sepolcri - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Fino al 31 marzo: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 17.00 (ultimo ingresso ore 15.30). Dal 1° aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00). Giorno di chiusura: 1° maggio.

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Campania, una storia scavata

Con accesso a 3 siti (Oplonti, Stabia, Boscoreale) validità 1 giorno Intero: € 5,50. Ridotto: € 2,75 per i cittadini dell’Unione Europea per over 18-under 24 e per i docenti delle scuole statali dell’Unione Europea, con incarico a tempo indeterminato. Gratuito: per i cittadini dell’Unione Europea minori di 18 anni o maggiori di 65 anni. Con accesso a 5 siti (Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia, Boscoreale) - validità 3 giorni Intero: € 20,00; Ridotto: € 10,00 per i cittadini dell’Unione Europea per over 18-under 24 e per i docenti delle scuole statali dell’Unione Europea, con incarico a tempo indeterminato. Gratuito: per i cittadini dell’Unione Europea minori di 18 anni o maggiori di 65 anni. Until 31 March: every day from 8.30 am to 5 pm(ticket office closes at 3.30 pm). From 1 April to 31 October: every day from 8.30 am to 7.30 pm (ticket office closes at 6 pm). Closed: 1 May. Access to 3 sites (Oplontis, Stabiae, Boscoreale) valid for 1 day. Tickets: €5.50. Concessions: €2.75 for EU citizens over 18 and under 24 years of age and for teachers of EU state schools. Free: for EU citizens under 18 or over 65 years of age. Access to 5 sites (Pompeii, Herculaneum, Oplontis, Stabiae, Boscoreale) - valid for 3 days Tickets: €20; Concessions: €10 for EU citizens over 18 and under 24 years of age and for teachers of EU state schools. Free: for EU citizens under 18 or over 65 years of age. Scavi di Ercolano

Con accesso a 5 siti (Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia, Boscoreale) - (validità 3 giorni) Intero: € 20,00; Ridotto: € 10,00 per i cittadini dell’Unione Europea over 18-under 24 e per i docenti delle scuole statali dell’Unione Europea, con incarico a tempo indeterminato. Until 31 March: every day from 8.30 am to 5 pm (ticket office closes at 3.30 pm). From 1 April to 31 October: every day from 8.30 am to 7.30 pm (ticket office closes at 6 pm). Closed: 1 May. Tickets: €11. Concessions: €5.50 for EU citizens over 18 and under 24 years of age and for teachers of EU state schools. Free: for EU citizens under 18 or over 65 years of age. Access to 5 sites (Pompeii, Herculaneum, Oplontis, Stabiae, Boscoreale) - valid for 3 days Tickets: €20; Concessions: €10 for EU citizens over 18 and under 24 years of age and for teachers of EU state schools. Scavi di Paestum

Capaccio-Paestum, Via Magna Grecia, 919 tel. 0828.811023 www.infopaestum.it Tutti i giorni dalle 9.00 ad un’ora prima del tramonto. Costo del biglietto: € 4.00 (ridotto € 2.00); biglietto cumulativo Museo e Area archeologica € 6.50 (ridotto € 3.25) Opening times: Every day from 9 am to one hour before sunset. Tickets: €4. (Concessions €2); Museum + Archaeological Site €6.50 (Concessions €3.25) Scavi di Velia

Ercolano, corso Resina - www.pompeiisites.org tel. 081.8575347 - 081.7390963 Fino al 31 marzo: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 17.00 (ultimo ingresso ore 15.30). Dal 1° aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00). Giorno di chiusura: 1° maggio. Ingresso: € 11,00. Ridotto: € 5,50 per over 18under 24 ed insegnanti delle scuole statali dell’Unione europea. Gratuito per i cittadini dell’Unione Europea minori di 18 anni o maggiori di 65 anni.

Ascea, contrada piana di Velia, tel. 0974.972134 www.archeosa.beniculturali.it Orario: tutti i giorni, 10.00 - 18.00 . Biglietto: intero € 8,00 e ridotto € 6,00 (fino a 12 anni e oltre 65). Opening times: every day from 10 am to 6 pm. Tickets: €8. Concessions €6 (under 12 and over 65 years of age).

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Campania, una storia scavata

I Campi Flegrei. Luoghi sublimi tra storia, miti e leggende di Roberta Meomartini

Cuma, resti di villa romana

I

l mare increspato di onde bianco latte, un libeccio da tormenta soffia su Baia, unico è lo spettacolo sul golfo di Pozzuoli, dove la natura cerca di riappropriarsi della profonda bellezza della sua terra, i Campi Flegrei. Che luogo sublime scelsero i potenti di Roma per il loro riposo! La cresta di un vulcano esausto, ma sempre inquieto, che si affacciava su un lago marino. Qui, a Baia, ben si può comprendere la folle genialità di imperatori come Caligola, Nerone, Claudio, Adriano che si impossessarono di questa

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The Phlegraean Fields. A sublime land of history, myth and legend Roberta Meomartini

A sea breeze blowing across the Gulf of Pozzuoli makes the waves pound the shore at

Baia, reputedly the burial site of Baios, the helmsman of Odysseus. It is as if nature wants to reclaim the beautiful Phlegraean Fields, the sublime location chosen by ancient Roman aristocracy for their seaside villas. Situated on the crest of an extinct volcano


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Gli scavi del Rione Terra

costa per farne lo specchio del loro potere. Ma dopo soli cinque secoli di grandezza, con beffarda lentezza, Baia iniziò a sprofondare sotto le onde: fra il IV e il X sec. d.c. il bradisismo ne ha affondato l’antico splendore. Ma proprio questo sprofondamento, fino a 16 metri sott’acqua, ci ha restituito la grandezza e la ricchezza delle ville di Baia, la terra dove, secondo alcuni antichi cronisti, fu sepolto Baios, nocchiero di Ulisse. Una ciocca di capelli di marmo di Polifemo, il ciclope omerico, il corpo, seppur acefalo, di Ulisse e

overlooking a salt lake, Baia was the preferred resort of emperors who wanted the coastline here to reflect their power but, after a mere 5 centuries of glory, it sank 16 metres beneath the waves between the 4th and 10th centuries AD due to the geological phenomenon

known as bradyseism. The former grandeur of the villas lives on in the relics brought back to the surface: a lock of hair from a marble statue of the Cyclops Polyphemus and the headless statue of Ulysses have made it possible to reconstruct the 23


Campania, una storia scavata

quello di un suo compagno ritornati alla luce dalla profondità del mare hanno permesso di ricostruire il ninfeo sommerso dalle acque di fronte punta Epitaffio. Fu il luogo di delizie dell’imperatore Claudio che qui, insieme alla sua aristocrazia mollemente sdraiata su letti dalle spalliere di marmo, godeva del piacere della piscina e dei fastosi banchetti imperiali. Ma il mare protegge tanto altro ancora: percorsi sottomarini conducono a mosaici, a tracce di affreschi, a mura antichissime, a fregi marmorei... conducono alla scoperta della grandezza perduta di un impero (dal 2002 area protetta del Parco Sommerso di Baia). Edifici termali furono costruiti qui dove i vulcani sotterranei regalavano abbondanti acque termali, che mai persero la loro fama (Federico II vi si fermò nel 1227 per ritemprarsi) e riportati alla luce nel 1941, costituiscono oggi il Parco Archeologico di Baia., Costruiti su terrazze digradanti verso il mare si fanno largo tra le case questi antichi complessi termali che dai viaggiatori del Grand Tour furono ribattezzati “templi” e dedicati a Diana, Mercurio e Venere. Sale per bagni freddi, caldi o piscine, tutte sempre rivestite con preziosi marmi e arricchite da colorati affreschi, questo rappresentavano quei Templi, e sotto la grande cupola di quello di Mercurio è an24

Le terme di Baia

cora possibile confondere la propria voce con l’eco perfetta che il tempio restituisce e confonde con il vento che tra le fessure si fa largo. Quello stesso vento soffiava instancabile nello specchio d’acqua della baia di Miseno, dove più di 2000 anni fa gettava le ancore la Classis Praetoria Misenensis, la più importante flotta dell’impero romano, di cui uno dei più celebri ammiragli fu Gaio Plinio Secon-


Campania, una storia scavata

Il tempio di Serapide

do (detto il Vecchio), morto durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.c.. E fu per soddisfare il quotidiano approvvigionamento idrico dei circa 40mila marinai, tra cui anche egiziani, greci, fenici e slavi, che durante l’impero di Augusto fu costruita l’incredibile Piscina Mirabilis, la più grande cisterna romana di acqua potabile mai conosciuta, realizzata dal generale Vipsanio Agrippa, genero dell’imperatore Augusto.

submerged nymphaeum at Punta Epitaffio, where the emperor Claudius once enjoyed baths and banquets. Mosaics, remains of frescoes, ancient ramparts and marble friezes can all be enjoyed in

the Baia Underwater Park (a protected marine area since 2002). The abundant volcanic springs in the area led the Romans to build numerous baths and spas, which were visited by

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Campania, una storia scavata

Cuma, antro della Sibilla

Attraversata una piccola porta, un’erta scalinata conduce al mistero del sottosuolo di Bacoli, all’antro di tufo che si innalza per ben 15 metri, e in un istante si è completamente sopraffatti dall’immensa costruzione, dalle sue lunghe navate e dai quarantotto pilastri cruciformi che ne sorreggono la volta a botte. Lo sguardo, quasi accecato dalla luce che filtra attraverso i pozzetti superiori e dalle finestre lungo le pareti late26

rali, è catturato dalla piscina limaria, vasca di decantazione e di scarico per la pulizia e lo svuotamento periodico della cisterna, alimentata, attraverso macchine idrauliche, dall’acqua prelevata da pozzetti sovrastanti la volta. La Piscina Mirabilis costituiva il serbatoio terminale di uno dei principali acquedotti romani, l'Aqua Augusta, che nasceva presso le sorgenti del fiume Serino. Percorrendo oltre 100 km, l’acqua giun-


Campania, una storia scavata

geva a Neapolis, al porto commerciale di Puteoli e alla grandiosa cisterna. E furono solo due le parole che Francesco Petrarca riuscì a pronunciare alla vista dell’immensa cisterna: “Piscina Mirabile” appunto, così chiamata da quel momento. Si deve sempre all’autore della riorganizzazione della flotta Misenensis il non lontano complesso delle Centum Cellae (Cento Camerelle), un dedalo di serbatoi su

ritorno al Barocco

King Frederick II in 1227 but were not finally brought to light until 1941. Now part of the Baia Archaelogical Park, these ancient spa complexes were referred to as the temples of Diana, Mercury and Venus at the time of the Grand Tour and had numerous halls embellished with marble and frescoes. The nearby bay of Miseno was the home port of the Classis Praetoria Misenensis, ancient Rome’s most powerful fleet commanded by Pliny the Elder at the time of the eruption of Vesuvius in 79 AD, during which he died. The facility housed 40,000 sailors and slaves, whose need for abundant supplies of drinking water was met by the incredible Piscina Mirabilis, the empire’s largest fresh water cistern built by General Marcus Vipsanius Agrippa, son-in

law of the Emperor Augustus. This immense tuff stone cavern measures 15 metres from the floor to the barrel vault supported on 48 pillars. The sunlight shining through the side windows and the well holes illuminate the piscina limaria, the sedimentation tank used when the cistern was periodically imported for cleaning. The Piscina Mirabilis was the terminal reservoir of one of the main Roman aqueducts, the Aqua Augusta, supplied by the river Serino 100 km away. The nearby Centum Cellae (Cento Camerelle) is a two-storey labyrinth of water tanks (traditionally known as "Nero’s Prisons") serving one of the most sumptuous villas in republican age Baia. It belonged to Quintus Hortensius Hortalus, a fish farmer who was 27


Campania, una storia scavata

Reperti romani al rione Terra

due piani (tradizionalmente noto col nome di "Prigioni di Nerone", forse proprio in virtù dell’intricata natura della pianta) appartenente a una delle più suntuose ville di Baia di età repubblicana, quella dell’oratore Ortensio Ortalo, il quale, accanito allevatore di murene, pare le adornasse con preziosi gioielli ed ori. Divenuta poi proprietà di Antonia Minore, moglie di Druso, figlio di Nerone, passò infine a quest’ultimo, che vi ospitò la madre Agrippina pochi 28

giorni prima di ordinarne la morte. Attraversando l’affascinante labirinto di cunicoli e corridoi d’un tratto il fiato si perde in gola quando, giunti al termine del percorso ci si trova di fronte la suggestiva veduta che si gode dal costone tufaceo a strapiombo sul mare, quel mare dove molto probabilmente erano impiantate le antiche peschiere. Il Rione Terra di Pozzuoli si erge sempre a strapiombo sul mare e sempre una montagna di tufo è



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Resti di villa imperiale a Baia

quella che si scorge dalle acque in cui si specchia. Bastione naturale, luogo ideale per la difesa del territorio e l’avvistamento dei nemici, una terra murata che tra alterne vicende è protagonista della storia dei Campi Flegrei da più di 2500 anni. Nelle sue pietre è stratificata una storia millenaria, fatta da esuli greci provenienti dall’isola di Samo che nel 531 a.c. vi fondarono Dicearchia (città del buon governo, antico nome di Pozzuoli), dai romani che fecero della rocca puteolana il cuore pulsante della 30

loro potenza commerciale e militare, che in epoca augustea visse l’età dei fasti. Fasti “ricoperti” da secoli di vita e costruzioni di epoche successive nella stratificazione di due città: quella superiore, con edifici sei-settecenteschi, e quella romana, lungo i cui vicoli e nelle cui botteghe ancora oggi si può passeggiare. I caldi raggi del sole sono solo un lontano ricordo, come il vociare incessante di cui si riempivano le strade, ma basta chiudere gli occhi per sentire l’odore delle pietanze preparate nei tanti termo-


Campania, una storia scavata

Gli archi della piscina Mirabilis di Bacoli

said to adorn his moray eels with elegant jewelry, before it passed to Antonia, Nero’s daughter in-law, and was home to his mother until he ordered her execution. This fascinating maze of tunnels comes out on a tuff cliff overlooking the sea and the former site of the fish ponds. Rione Terra in

Pozzuoli is a tuff promontory and an ideal natural stronghold and lookout point that has played a central role in the history of the Phlegraean Fields for over 2500 years. Founded in 531 BC by Greek settlers from Samos who named it Dicearchia (the city of good government), it

became the emblem of Roman commercial and military power during the Augustan Age. As the centuries passed, the town became ‘stratified’. The 16th and 17th buildings now on the surface were built on Roman streets and shops which can still be visited today. The warm sunlight and

the bustling crowds are a distant memory, but it is easy to imagine everyday life in the termopolia (restaurants), stores, bakeries, baths and tabernae (inns), and admire the frescoes along the Pozzuoli archaeological itinerary open to the public. Back above 31


Campania, una storia scavata

polia (ristoranti) della cittadina romana: benvenuti nel percorso archeologico del Rione Terra. E’ ancora oggi possibile camminare lungo il tracciato del decumano mediano, affacciarsi nei magazzini e nelle tabernae, ammirare resti di affreschi che raccontano del culto dei Lari (divinità protettrici della famiglia), spiare nelle sale termali e immaginare le fanciulle al bagno aiutate dalle ancelle, o intrufolarsi nel pistrinum che ogni giorno sfornava pane caldo 32

cotto nel forno a legna, antenato dei nostri forni per le pizze. Ritornando alla luce del sole, dove la confusione era grande, dove la ricchezza faceva sfoggio di sè, dove si potevano acquistare primizie giunte anche da lontani luoghi esotici, si arriva tra le antiche colonne del Macellum di Pozzuoli, noto anche come Tempio di Serapide. Nell’abside di quello che era il mercato alimentare puteolano trovava posto una statua di Serapis, protettore del commercio,


Campania, una storia scavata

In queste pagine, immagini di Baia sommersa

ground, visitors can walk to the nearby Macellum, which was the food market selling products from all over the empire. It was once thought to be the Temple of Serapis because of the statue of the protector of trade located in the apse, but this idea was

finally rejected in 1907. Unearthed between 1750 and 1756) when King Charles of Bourbon noticed some marble columns in a vineyard and authorised excavations, the site has for centuries been a natural indicator

da cui appunto l’idea (smentita solo nel 1907) che fosse un tempio. Sepolto per centinaia di anni fu scoperto (tra 1750 e 1756) grazie a re Carlo di Borbone che, costeggiandolo in carrozza, fu incuriosito dalle tre colonne in marmo che spuntavano da una vigna. Quelle tre colonne involontariamente hanno per secoli rappresentano un naturale strumento di misurazione del bradisismo di Pozzuoli, registrando il livello che il mare raggiungeva all’interno 33


Campania, una storia scavata

del Macellum. Un mercato famoso nell’antichità non solo per la mercanzia in vendita ma anche per la sua ricchezza, conferita dalle colonne in marmo africano, dai mosaici e dagli animali marini e delfini che decoravano soprattutto il Tholos (monumento funerario) centrale. In questo lungo viaggio nel tempo e nella storia della Terra del Mito, una colomba bianca inviata dal dio Apollo ci guida fin sull’acropoli di Cuma, allo stesso modo in cui, secondo una leggenda, vi condusse i coloni provenienti dall’Eubea. Alla metà dell’VIII secolo a.c. fu fondata la più antica colonia greca sulla terra ferma. Virgilio racconta nell’Eneide che sull’Acropoli fu subito consacrato un tempio al dio Apollo (i cui resti sono ancora oggi visibili) costruito per volere di Dedalo che qui “atterrò” al termine del suo volo. Ma il mito sopravvive ovunque a Cuma: una voce of the bradyseism phenomenon, recording the sea level on the columns. This market was lavishly embellished with African marble, mosaics and decorations of dolphins on the central tholos (funeral monument). 00

The last stop on our tour through the history of these lands is the Acropolis of Cuma, founded by settlers from Euboea who established the first Greek colony on the mainland in the 8th century BC, apparently guided by a dove sent by Apollo. In


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the Aeneid, Virgil mentions the Temple of Apollo (whose ruins are still visible) on the Acropolis, built by Daedalus whose famous flight ended here. The area abounds with myths: nearby is the Sibyl’s Cavern, where the high priestess of Apollo

and Hecate made prophesies and guarded the entrance into the underworld. She accompanied Aeneas to see his dead father and revealed his destiny to him. The entire Phlegraean Fields take us back to the origins of history, myths and legends.

attira verso il dromos delll’Antro della Sibilla, dove reale sembra il grido invasato della sacerdotessa di Apollo e di Ecate, autrice di vaticini trasmessi oralmente o scritti su foglie di lauro. Custode delle porte dell’Ade, ad Enea, sbarcato sulle sponde cumane, predisse il futuro e mostrò il padre accompagnandolo negli inferi. Nella polverosa terra dell’Acropoli, così come nelle calde pietre di tutti i Campi Flegrei è ancora oggi possibile ritornare alle origini, tra storia, mito e leggenda.

[da visitare [ Parco Sommerso di Baia Tour by boat Cymba. Free booking by e-mail or by phone at 349.497.4183 - prenotazioni@baiasommersa.it Info: www.baiasommersa.it Biglietto: € 10,00 Ridotti (da 4 a 12 anni): € 9,00 Da 0 a 3 anni: gratis Parco Archeologico di Baia Orario di visita: tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9.00 ad un’ora prima del tramonto. La biglietteria chiude un’ora prima. Ingresso: 4 euro Opening times: every day except Monday from 9 am till 1 hour before sunset. Ticket office closes one hour earlier. Tickets: €4 Piscina Mirabilis Per la visita rivolgersi al custode (tel. 0815233199) Ingresso: libero Visits by arrangement with the warden (tel. 0815233199) Tickets: free Centum Cellae (Cento Camerelle) Per la visita rivolgersi al custode al n. 159 (tel.0815233690) Al momento il sito è chiuso per lavori in corso Visits by arrangement with the warden at N°. 159

(tel.0815233690) The site is currently closed for refurbishment. Rione Terra È possibile visitare il Rione Terra, tutti i sabati e le domeniche, dalle 9 alle 19. La biglietteria chiude mezz’ora prima. Prenotazione obbligatoria: numero verde 848.800.288; dai cellulari: 06-33964050 /0633964050. Biglietto a prezzo intero, 3 euro; biglietto ridotto, 2 euro (per i cittadini dell’Unione europea tra i 6 e i 18 anni e sopra i 65 anni, e per i residenti di Pozzuoli). Saturdays and sundays, from 9 to 19. The ticket office closes half an hour before. Reservations required: call toll 848,800,288; by phones: 06-33964050. Tickets: 3 euros; reduced ticket, 2 euros (for European Union citizens aged between 6 and 18 years and over 65 years, and for residents of Pozzuoli) Macellum Resti a cielo aperto Open-air ruins Parco Archeologico di Cuma Orario di visita: tutti i giorni dalle 9.00 ad un’ora prima del tramonto Ingresso: 4 euro Opening times: every day from 9 am till 1 hour before sunset . Tickets: €4

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Le ville. “Otium Ludens” luoghi di delizia per antichi romani di Giovanni Martellaro

Gli scavi di Villa Jovis

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aste terrazze aperte su di un mare cristallino, giardini rigogliosi impreziositi da statue e fontane, impianti termali con piscine saune e sale per massaggio: come non restare affascinati da tanta bellezza? Quale più grande attrattiva può esserci dal trovare poco lontano dal caos e dal rumore della città un luogo di pace e silenzio, immerso nella natura e aperto su scenari mozzafiato dove ritemprare il corpo e lo spirito e godere di ogni tipo di piacere? E’ con questo animo che migliaia di viaggiatori si recano, ai tempi nostri, a Capri, Ischia, Sorrento, Amalfi. La pensavano così anche 36

The Villas “Otium Ludens” the ancient Romans’ pleasure villas. Giovanni Martellaro

Vast terraces overlooking a crystalline sea, lush gardens with statues and fountains, spas

with pools, saunas and massage rooms. What better place for escaping the bustle of the city to enjoy the breathtaking scenery and restore mind and body by indulging in life’s pleasures? That is why modern tourists come to Capri, Ischia, Sorrento


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gli antichi romani, che seppero trovare nella Campania Felix - meta ideale delle loro vacanze - il luogo di eccellenza dove praticare l’otium ludens, il tempo destinato alla vita privata e ai piaceri della vita. Nell’Impero Romano, chiunque ne aveva la possibilità si faceva costruire una villa di delizia sulle coste campane: il senatore romano di nobili natali ma anche il mercante di Nuceria, l’imperatore in persona e i suoi familiari così come i nuovi ricchi della provincia. L’amenità dei luoghi, la dolcezza del clima, la presenza di fonti idrotermali fecero sì che tali siti fossero tra i più ricercati e che in breve tempo diventassero i più lussuosi e celebri del mondo romano. Baia, Stabie, Sorrento e Capri furono solo alcuni dei luoghi di elezione scelti per ospitare su baie e promontori centinaia di ville marittime di grande fascino e spesso di straordinaria ricchezza. Il poeta Publio Papinio Stazio, che ebbe la fortuna di soggiornare in una di queste residenze, dedicò un carme alla Villa Sorrentina di Publio Felice, illustre esponente di una ricca famiglia di Pozzuoli. Dello splendore antico, oggi poco si percepisce dai resti archeologici individuati sul tratto di costa tra Massa Lubrense e Sorrento sul piccolo promontorio della Calcarella. Eppure le parole del poeta sono in grado di rievocare la perduta bellezza: “La villa si apre su di un’insenatura naturale usata come approdo privato, si poggia su colline coltivate a vigneti e degradanti verso il mare, è circondata da terrazze scavate nella roccia. La

Sopra, Villa Romana di Minori; sotto, veduta di Capri da Villa Jovis

and Amalfi, and the ancient Romans did just the same. Campania Felix was the ideal location for their holidays and otium ludens (private leisure time) so, enchanting and sumptuous villas were built at Baia, Stabie, Sorrento and Capri, by all

those who could afford it: noble senators, wealthy merchants, the provincial nouveau riche and even the Emperor himself. The poet Statius stayed in the villa of Pollius Felix on the promontory between Massa Lubrense and Sorrento, writing about its 37


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serenità del luogo è fonte di pace per il suo proprietario.” A Publio Felice viene solitamente attribuita anche un’altra villa posta sul promontorio di Capo di Sorrento, i cui ruderi sono tradizionalmente indicati come “Bagni della Regina Giovanna”. Parlando di mare e Costiera sorrentina, non si può non citare la villa marittima di Agrippa Postumo, scoperta sotto l’attuale Hotel Syrene, di cui si possono vedere solo i ruderi delle peschiere. La dimora era parte di un vasto complesso monumentale che fu successivamente inglobato nel monastero di San Paolo. Resti di una raffinata dimora patrizia identificata come villa di Pipiano sono stati di recente riportati alla luce poco più in là, a nord della marina di Puolo a Massalubrense, insieme a uno splendido ninfeo a mosaico e ad altri materiali scultorei, oggi esposti nei locali di villa Fondi a Piano di Sorrento, sede del Museo Archeologico George Vallet. Autentici riflessi di pietra sul mare di Roma. Gli stessi che brillavano sulle balze di Capri, l’isola azzurra che dalle rotte di Punta Campanella sembra quasi di poter toccare con un dito. Capri fu un’altra delle mete ambite dall’aristocrazia romana. Con una novità non da poco: quest’isola, dal fascino inimitabile, fu la residenza scelta dall’imperatore Tiberio per ritemprarsi dalle fatiche dell’Urbe. La sua sfarzosa dimora, immortalata nelle ricostruzioni di tanti colossal a stelle e strisce, è Villa Jovis, autentico gioiello di ingegneria urbanistica con vista sul Golfo. A pochi passi da qui, 38

Bagni della Regina Giovanna

nell’attuale territorio di Anacapri, sorgeva un’altra struttura imperiale: Villa Damecuta. Di essa restano pochi ruderi che non aiutano a capire se la villa fu abitata solo da Tiberio oppure anche da Cesare Ottaviano Augusto. Perle dell’Urbe, le ville capresi non sono molti dissimili da quelle che l’aristocrazia capitolina si fece edificare sulla collina di Varano alle pendici dei monti Lattari, località a pochi chilometri dal paradiso della Terra delle Sirene. Varano è una piccola frazione di Castellammare di Stabia. Sorge in collina, su di un vasto pianoro da cui è possibile ammirare un panorama superbo. Duemila anni fa questo costone ospitava alcune tra le più imponenti ville dell’epoca. Ovviamente anche qui il Vesuvio ha la-



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sciato tracce del suo passaggio, seppellendo sotto una fitta coltre di cenere le dimore dell’Urbe, fino a cancellarne la memoria. E’ a Varano, comunque, che l’archeologia ha riportato alla luce alcune tra le più belle architetture romane. Prima una vasta necropoli, poi i resti di tre ville romane (ma altre attendono ancora di essere dissepolte), insieme a svariati reperti oggi in mostra al Museo Archeologico di Napoli, tra cui i resti di due carri agricoli e una statuetta detta del pastore rinvenuta nella villa omonima esplorata in epoca borbonica, ma oggi ancora interrata. La prima delle tre ville è quella cosiddetta di San Marco, dal nome di un’antica cappella votiva del ’700 oggi scomparsa. Forse appartenuta al liberto Narcissus, si tratta della più grande villa d’otium costruita in Campania in età augustea. Confina con la villa di Arianna, probabilmente la più antica tra le dimore stabiesi, con i suoi bellissimi affreschi (tutti trasferiti al Museo Archeologico di Napoli), tra cui spicca la “Primavera di Stabiae”, immagine adottata come simbolo degli scavi di Varano. Il terzo reperto è quello del secondo complesso di Varano: un edificio ancora in gran parte sepolto e di cui sono visibili ambienti panoramici, parte di un peristilio e il quartiere termale. A poche centinaia di metri dalle ville di Stabia, nel territorio comunale di Gragnano, si trovano i resti della cosiddetta Villa di Anteros e Heraclo. Anche questa è posizionata sul pianoro. E, nonostante fosse già stata esplo40

rata in epoca borbonica, solo nel 2006 è stata riportata alla luce. Si tratta, con molta probabilità, dell’unica costruzione della zona appartenuta a magistrati (Anteros ed Heraclo), come testimonia il ritrovamento di una lapide. A pochi chilometri da Varano, sull’altro versante dei Lattari, la strada conduce a Minori, cittadina edificata in un tratto di costa ricco d’insenature e approdi naturali, meta ambita dall’aristocrazia capitolina. In questo


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Triclinio di Villa Minori

tratto di Costiera Amalfitana, tra il 1950 e il 1954 è stata scoperta una villa romana marittima risalente al I secolo d.C. Purtroppo, dell’antica residenza è visibile solo la parte più vicina al mare, poiché molti vani della costruzione furono riutilizzati, nel corso dei secoli, come cantine dalle nuove abitazioni sorte sul posto. Pitture e mosaici della villa, tra cui quello che addobbava il triclinio-ninfeo, sono conservati nell’Antiquarium annesso alle rovine.

splendour. “The villa is located in a bay used as a private harbour, set on a hillside of vineyards and surrounded by terraces hewn out of the rock. The calm of this place is a source of peace for its owner.” Pollius Felix is also thought to be the owner of another villa at Capo di Sorrento, whose ruins are traditionally known as “Bagni della Regina Giovanna”. Also on the Sorrento coast is the villa of Agrippa Postumus, discovered beneath the Hotel Syrene, which was part of a much vaster complex later incorporated into the San Paolo monastery. Not far away, near the harbour of Puolo are the remains of another house called Villa di Pipiano, whose splendid mosaic nymphaeum and sculptures are now exhibited at

the George Vallet Archaeological Museum at Villa Fondi in Piano di Sorrento. The beautiful island of Capri was another much-desired location of Roman aristocracy, including the Emperor Tiberius whose lavish Villa Jovis was a gem of ancient engineering that has been reconstructed in numerous epic movies. Another imperial building, Villa Damecuta, is located in Anacapri, although it is unclear if it was used only by Tiberius or also by the Emperor Augustus. The villas on Capri were not very different from those built on the Varano hillside, at the foot of the Lattari Mountains near Castellammare di Stabia. 2000 years ago this plateau enjoyed a splendid view and was the site of the 41


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Villa Pollio Felice

most majestic villas of the age until they were buried by the volcanic fury of Vesuvius. Archaeologists have unearthed some of ancient Rome’s most beautiful architecture at Varano: a vast necropolis and three Roman villas (although others are still 42

waiting to be excavated) as well as numerous relics like farm wagons and the statue of a shepherd, now exhibited at the Naples Archaeological Museum. The Villa of San Marco, named after a nearby 18th century chapel, may have belonged to the freedman

Stabia e i luoghi incantati della Costiera non furono i soli posti della Terra Felix che seppero affascinare i romani. Ville e dimore furono, infatti, realizzate lungo i fianchi del Vesuvio. Ma anche alle sue spalle, in quella che attualmente è l’aria Sommese. Non fu nell’odierna Ottaviano, d’altronde, che Cesare Augusto fece edificare il suo celebre “buen ritiro”? E non fu la gens Flavia a far edificare in contrada Sora, a Torre del Greco, una delle più imponenti dimore che si fosse mai vista sui suoli dell’impero romano? Contrada Sora è ritenuta la zona di maggiore interesse archeologico della città del corallo. Fu in quest’area che tre secoli fa fu scoperto un vasto complesso monumentale che originariamente si estendeva su tre piani. Oggi della cosiddetta villa di Sora, riscoperta nel 1974, è visitabile solo il piano intermedio. Poco lontano da qui, sulla spiaggia del litorale torrese, si trovano i ruderi di un vasto complesso termale detto Terme Ginnasio, probabilmente collegato alla sovrastante villa di Sora. Da Torre del Greco a Boscoreale, il passo è breve. Le rotte vesuviane dell’Urbe conducono in un altro dei centri romani cancellati nel 79 d.C. dalla furia del vulcano. Boscoreale, al pari di Oplonti, era parte integrante del territorio suburbano di Pompei e, come il vicino insediamento torrese, ospitava ville di un certo valore. Soprattutto di tipo rustico. All’inizio del Novecento in quest’area furono eseguiti numerosi scavi, soprattutto a opera di privati che portarono co-



Campania, una storia scavata

Narcissus and was the largest leisure villa of the Augustan age in Campania. Adjacent to this is the Villa of Arianna, perhaps the oldest house from ancient Stabiae and embellished with beautiful frescoes (now in the Naples Archaeological Museum) including “Springtime in Stabiae”. The third site, still mostly underground, is known as the Second Complex of Varano and has panoramic rooms, part of a peristyle and a baths complex. In the neighbouring town of Gragnano are the remains of the Villa of Anteros and Heraclo. Although explored under the Bourbon dynasty, it was only brought to light in 2006. It probably belonged to the magistrates Anteros and 44

Heraclo, whose names are mentioned on a tombstone. From Varano, the road crossing the Lattari mountains comes to Minori, a small town with natural harbours on the rugged Amalfi Coast. Between 1950 and 1954 a Roman seaside villa from the 1st century AD was discovered here although only many aof the rooms were later used as cellars for new buildings. Paintings and mosaics from the villa are conserved in the adjacent Antiquarium. The anient Romans were not fascinated only by the coastline of Terra Felix. Villas and houses were also built on the inland slopes of Vesuvius. The modern town of Ottaviano was the location Augustus Caesar chose for his country retreat, and the Flavian family built one of the Empire’s most

munque al recupero di numerosi oggetti di valore come il famoso tesoro di Boscoreale, rinvenuto nella villa di Lucio Cecilio Giocondo in località Pisanella: oltre un centinaio di pezzi e un sacco pieno di monete d’oro oggi esposti al Louvre di Parigi. Scavando scavando, vennero alla luce anche i resti di una serie di villae rusticae (circa trenta): aziende agricole di piccole e medie dimensioni, come la Villa Regina oggi visitabile, insieme al collegato museo dell’Antiquarium in località Villa Regina. Da Boscoreale agli insediamenti del territorio Lauriniensis, a metà strada tra il Vesuvio e


Campania, una storia scavata

Un’immagine della villa di Poppea

Monte Sant’Angelo, il passo è breve. E’ qui, a non molta distanza da Nola, nell’attuale territorio comunale di Lauro che nel I secolo d.C. fu costruita la splendida Villa di Lauro. La parte dell’edificio oggi visitabile si estende per circa 1.400 metri quadrati. L’altra parte, che costituirebbe il nucleo principale della villa, si suppone sia incorporata tra le fondamenta del vicino Convento di S. Giovanni del Palco. Si calcola che la distruzione definitiva del complesso di Lauro avvenne nel V-VI sec. d.C. in seguito all’eruzione che investì anche i vicini insediamenti di Nola e Avella.

majestic houses in the Sora district of Torre del Greco, site of a monumental three-storey building, the Villa of Sora, discovered in 1974 of which only the middle floor is open to the public. On the nearby coast are the ruins of a vast spa complex called the Gymnasium Baths, which were probably linked to the Villa of Sora. Not far away is Boscoreale, another Roman town destroyed by the volcano’s cataclysmic eruption of 79 AD. Like Oplontis, it was a suburb of Pompeii where impressive farmhouse villas were built. In the early 20th century, numerous sites were excavated and a number of relics were unearthed, such as the Boscoreale treasure found in the Villa of Lucius Caecilius

Jocundus: over a hundred items and a sack full of gold coins now exhibited at the Louvre in Paris. About 30 farmhouse villas have been discovered, including Villa Regina which is open to the public along with the adjacent Antiquarium museum. Halfway between Vesuvius and Mount Sant’Angelo, in the municipality of Lauro near Nola is the splendid Villa of Lauro from the 1st century AD. Part of the building is open to the public but the main areas of the building were, presumably, used as foundations for the Convent of San Giovanni del Palco. It is assumed that the Lauro complex was destroyed in the 5th - 6th centuries after the eruption that wiped out the nearby towns of Nola and Avella. 45


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[da visitare [ Museo Archeologico Territoriale Penisola Sorrentina George Vallet Piano di Sorrento (NA) Via Ripa di Cassano - tel +39 081 8087078 Apertura: Martedì-Domenica: 9,00-13,00; 16.00-19,00 Opening times: Tuesday-Sunday: 9 am-1 pm; 4 pm-7 pm Sorrento Resti villa di Pollio Felice (Località Capo di Sorrento): liberamente visitabili Scavi Bagni Regina Giovanna liberamente visitabili Ruins of the Villa of Pollius Felix (Capo di Sorrento): free acces Bagni Regina Giovanna: free access Massalubrense Resti villa di Pipiano (Località Punta Campanella): liberamente visitabili Remains of the Villa of Pipiano (Punta Campanella): free access Capri Villa Jovis - Viale Amedeo Maiuri, Capri Orario di visita. Giorni feriali e festivi: dalle 9.00 ad un’ora prima del tramonto Costo del biglietto: € 2 Villa Jovis - Viale Amedeo Maiuri, Capri Opening times: from 9 am to one hour before sunset Tickets: € 2 Anacapri Villa Damecuta Orario di visita. Giorni feriali e festivi: dalle 9.00 ad un’ora prima del tramonto Villa Damecuta Opening times: from 9 am to one hour before sunset Villa Romana di Minori (Sa) Via Santa Lucia Tel. +39 089 852893 - +39 089 5647201 Apertura: Lun-Dom h. 9-un’ora prima del tramonto. Chiusura 1 maggio, 25 dicembre, 1 gennaio. Ingresso: gratuito Opening times: from 9 am to one hour before sunset. Closed 1 May, 25 December. Entrance free Villa Sora Località Sora - Torre del Greco 80059 (Na) Itinerario archeologico a cura del Gav (Gruppo

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Archeologico Vesuviano). Durata massima: 3 h Prezzo a partecipante: € 3.00 Info: fax 081.8814744 cell. 329.2806828 www.gruppoarcheologicovesuviano.org archeotorre@libero.it - Prenotazione obbligatoria Archaeological itinerary run by GAV (Gruppo Archeologico Vesuviano). Maximum duration: 3 hrs. Tickets: € 3 Stabia Via Passeggiata Archeologica, Castellammare di Stabia Fino al 31 marzo: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 17.00 (ultimo ingresso ore 15.30); dal 1° aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso18.00). Giorni di chiusura: 1° maggio. Biglietti: singolo con accesso a 3 siti (Oplonti, Stabia, Boscoreale) validità 1 giorno. Intero: € 5,50. Ridotto per i cittadini dell’Ue di età compresa tra 18 e 25 anni non compiuti e per i docenti delle scuole statali dell’Ue, con incarico a tempo indeterminato): € 2,75. Con accesso a 5 siti (Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia, Boscoreale) validità 3 giorni. Intero: € 20,00. Ridotto: € 10,00 (per i cittadini dell’Ue di età compresa tra 18 e 25 anni non compiuti e per i docenti delle scuole statali dell’Ue, con incarico a tempo indeterminato). Gratuito: per i cittadini dell’Unione Europea minori di 18 anni o maggiori di 65 anni e-mail: infopompei@tin.it tel. +39 081 8575347 - +39 081 8575347 Until 31 March: every day from 8.30 am to 5 pm (ticket office closes at 3.30 pm). From 1 April to 31 October: every day from 8.30 am to 7.30 pm (ticket office closes at 6 pm). Closed: 1 May. Tickets: Access to 3 sites (Oplontis, Stabiae, Boscoreale) valid for 1 day: € 5.50. Concessions: €2.75 for EU citizens over 18 and under 25 years of age and for teachers of EU state schools. Access to 5 sites (Pompeii, Herculaneum, Oplontis, Stabiae, Boscoreale) - valid for 3 days - Tickets: €20; Concessions: €10 for EU citizens over 18 and under 25 years of age and for teachers of EU state schools. Free: for EU citizens under 18 or over 65 years of age. Villa Regina Via Passeggiata Archeologica, Castellammare di Stabia Via Settetermini, 15

loc. Villa Regina - Boscoreale (Na) Fino al 31 marzo: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 18,30 (ultimo ingresso ore 17.00). Dal 1° aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00) Giorni di chiusura:1° maggio. Biglietti: singolo (Boscoreale, Oplonti, Stabia) validità 1 giorno. Intero € 5,50. Ridotto (per i cittadini dell’Ue di età compresa tra 18 e 25 anni non compiuti e per i docenti delle scuole statali dell’Ue, con incarico a tempo indeterminato) € 2,75. Con accesso a 5 siti (Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia, Boscoreale) validità 3 giorni. Intero: € 20,00. Ridotto (per i cittadini dell’Ue di età compresa tra 18 e 25 anni non compiuti e per i docenti delle scuole statali dell’Ue, con incarico a tempo indeterminato): € 10,00. Gratuito: per i cittadini dell’Unione Europea minori di 18 anni o maggiori di 65 anni. tel. +39 081 8575347 +39 081 8575347 Via Settetermini, 15 loc. Villa Regina - Boscoreale (Na) Until 31 March: every day from 8.30 am to 6.30 pm (ticket office closes at 5 pm). From 1 April to 31 October: every day from 8.30 am to 7.30 pm (ticket office closes at 6 pm). Closed: 1 May. Tickets: Access to 3 sites (Oplontis, Stabiae, Boscoreale) valid for 1 day: € 5.50. Concessions: €2.75 for EU citizens over 18 and under 25 years of age and for teachers of EU state schools. Access to 5 sites (Pompeii, Herculaneum, Oplontis, Stabiae, Boscoreale) valid for 3 days. Tickets: €20; Concessions: €10 for EU citizens over 18 and under 25 years of age and for teachers of EU state schools. Free: for EU citizens under 18 or over 65 years of age. tel. +39 081 8575347 +39 081 8575347 Villa romana di Lauro Località San Giovanni in Palco, Lauro di Nola (Av), 83023 Soprintendenza Beni Archeologici Salerno e Avellino Giorni e orario apertura: su richiesta (tel./fax 081-8251044), 9:00 13:00 Costo del biglietto: gratuito Archaeological Superintendancy of Salerno and Avellino Opening times: by appointment (tel/fax 081 8251044) 9 am – 1 pm. Entrance free

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Campania, una storia scavata

Anfiteatri in Campania. Spettacoli dal sapore di morte nati nel Sannio di Roberta Meomartini

L’anfiteatro di Pompei

S

partaco li guidò fino alla morte. La rivolta dei 70 gladiatori contro Roma partì da Santa Maria Capua Vetere e fini in un lago di sangue. Così si concluse la clamorosa ribellione alla lotta continua tra la vita e la morte, all’immagine polverosa di uomini e animali che si affrontano producendo l’odore acre del sangue che sgorga abbondante nell’arena. Uno spettacolo di rara violenza, cui il popolo romano assisteva con incontrollabile impeto nei numerosi anfiteatri della Campania, che oggi ne conta ben tre visitabili. Senza distinzione di razza o di sesso (la lotta tra donne era molto richiesta), i combattenti potevano essere pro48

Amphitheatres in Campania. Shows with the flavour of death Roberta Meomartini

Spartacus led 70 gladiators from Capua (Santa Maria Capua Vetere) against Rome, but the rebellion ended

in a bloodbath, just like the gory battles they fought in the arena. Campania’s numerous amphitheatres, three of which are open to the public, hosted shows of mortal combat (munera) involving professional


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Veduta dell’anfiteatro di Pozzuoli

fessionisti, condannati, schiavi o prigionieri, purché gli spettacoli gladiatori (munera) fossero cruenti. Catturata in tutto l’impero, ogni bestia feroce, elefanti, orsi, tori e leoni, faceva il suo ingresso negli anfiteatri per dar luogo alle acclamate battaglie tra fiere e gladiatori (venationes). Questo era lo scenario che si offriva alla vista dei 20 mila spettatori che, attirati dagli edicta (cartelloni dei gioghi gladiatori) dipinti in rosso sulle mura della città, correvano a prender posto nell’Anfiteatro di Pompei (edificato verso il 70 a.c.). Il visitatore moderno, che sale fin sull’ultima gradinata (la summa ca-

gladiators, prisoners, criminals and slaves of both sexes (fights between women were particularly popular) and fights with wild animals (venationes) like elephants, bears, bulls and tigers from all over the empire.

Attracted by the edicta (advertisements painted in red on the town walls), 20,000 spectators flocked to the Pompeii Amphitheatre (built about 70 BC), although women had to sit on the tops steps or summa cavea. 49


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vea, l’unica alla quale avevano accesso anche le donne) di quest’ultimo, oggi utilizzato anche per rappresentazioni teatrali, resta affascinato dall’ampiezza dell’arena sottostante, in cui sembra di poter ancora sentire lo stridio delle lame che si affrontano. Il combattimento poteva assumere caratteri di inaudita violenza quando anche cento gladiatori si affrontavano insieme nell’arena: reziari, armati di rete e tridente contro mirmillioni, i cosiddetti “carri armati” della gladiatura, infuocavano gli animi degli spettatori tanto da provocare feroci risse, come quella scoppiata nel 59 d.c. tra “tifosi” pompeiani e nocerini. Al centro dell’arena, sulle gradinate della cavea e finanche fuori l’anfiteatro la sanguinosa rissa che provocò centinaia di morti e feriti costò all’anfiteatro una “maxisqualifica” (così titolerebbero oggi i giornali sportivi) per dieci anni. Che ci si ritrovasse sulle gradinate di pietra rivestite di bianco marmo dell’Anfiteatro di Benevento, costruito all’epoca di Nerone o nell’Anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere (I sec.d.c.), il combattimento tra gladiatori ha sempre avuto lo stesso sapore di sangue e morte. Raggiunto il centro dell’arena dell’Anfiteatro campano, ancora oggi sembra ancora di poter sentire le urla dei 40 mila spettatori che, distribuiti sui tre ordini della cavea (il popolino in alto, le persone più distinte al centro, tribuni, senatori, sacerdoti, magistrati e cavalieri in basso), incitavano i combattenti a quella che era una vera e propria guerra, mentre dalle diverse botole venivano issate, attraverso carrucole e argani, le 50

Nowadays, plays are performed in the arena but the amphitheatre still seems to resound to the clashing weapons of up to 100 gladiators fighting at once:

retiarii armed with trident and net against the heavily armoured murmilli so excited the crowd in 59 AD that fighting spread to the terraces and the town.


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Lianfiteatro di Capua

gabbie con le belve. Proprio dalla scuola per gladiatori dell’anfiteatro di Santa Maria, una tra le più rinomate, evasero i settanta gladiatori che, guidati dal tracio Spartaco, diedero corpo alla rivolta dei gladiatori contro Roma. I fuggitivi, ai quali si unirono 70 mila schiavi, dopo essersi accampati sul Vesuvio ed aver resistito per giorni all’attacco romano, capitolarono nella zona del Sele, dove Spartaco stesso trovò la morte. La presenza di ancora altri due anfiteatri in territorio casertano

Supporters from Pompeii clashed with rival fans from Nuceria, resulting in hundreds of casualties and the closure of the amphitheatre for 10 years. Spectators

seated on the white marble terraces of the Benevento Amphitheatre, built at the time of Nero, or in the Amphitheatre of Santa Maria Capua Vetere (1st century 51


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Qui sopra, l’anfiteatro di Alive, in alto quello di Benevento

testimonia la grande diffusione che l’arte gladiatoria, originaria del Sannio e ben presto adottata dai Romani, ebbe in tutte le città conquistate. Un luogo che, seppur carico di storia, non lascia intravedere che qualche struttura di sostruzione in opus incertum è l’Anfiteatro di Sessa Aurunca, fondato in epoca tardoromana. Quasi a compensare la perdita del tempo che fu, il territorio casertano restituisce parte dell’Anfiteatro di Alife (eretto in età augusto-tiberiana), rimasto sepolto nel terreno e scoperto solo nel 1976, quando il disegno dell’erba medica stagionale che cresce sui campi 52

AD) enjoyed the same gory shows. The latter could accommodate 40,000 spectators seated in three orders of terraces: plebeians on the upper levels, wealthy citizens in the centre, and tribunes, priests, senators and magistrates nearest to the arena to get a better view of the gladiators and the wild animals hoisted in cages through trapdoors. It was from the famous gladiator school of Capua that Spartacus the Thracian led the revolt of the gladiators. Joined by 70,000 slaves, they set up camp on Mount Vesuvius where they long held off the Roman legions, until they finally capitulated near the river

Sele and Spartacus died. There were two other amphitheatres nearby: proof of the widespread passion for gladiatorial combat that had spread from the Sannio district to all the lands conquered by the Romans. Little now remains of the late Roman Amphitheatre at Sessa Aurunca, but the Alife Amphitheatre from the AugustanTiberian age was discovered as recently as 1976 after its outline was spotted in the fields and its arena was excavated. The Flavian Amphitheatre of Pozzuoli (built in the reign of Nero) was another



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della pianura alifana ha lasciato intravedere la sua sagoma, permettendo di riportare alla luce la fossa scenica dell’arena. Dalle urla che incitavano a morte i gladiatori sconfitti, al silenzio che avvolge oggi i sotterranei dell’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli (costruito in età neroniana), il viaggio nel gioco della morte continua nel vero cuore dello “stadio” flegreo, dove, quasi duemila anni fa, San Gennaro fu incarcerato con i suoi compagni per esser dato in pasto alle belve (ma diverso era il suo destino: inginocchiatesi al suo cospetto le fiere si rifiutarono di sbranare il Santo che fu decapitato per mano dei giustizieri dell’imperatore Diocleziano). Due ripide rampe riconducono al centro dell’arena dove paura, coraggio e speranza animarono gli ultimi attimi di vita di molti gladiatori che restano impregnati nelle pietre. Se ascoltate con la giusta sensibilità, anche solo queste sono in grado di raccontare tutta la storia.

combat venue and was also chosen as the arena where San Gennaro and his companions were to be thrown to the wild animals, but the beasts wouldn’t attack the patron saint as he prayed in front of 54

them, so he was beheaded by order of Diocletian. Two steep ramps lead to the centre of the arena where fear, courage or hope accompanied so many to their death.


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Qui sopra, l’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere. A sinistra, l’anfiteatro di Pompei

[da visitare [ Anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere Orario di visita: tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9 a un’ora prima del tramonto. La biglietteria chiude un’ora prima. Ingresso: intero 2.50 euro ridotto 1.25 euro Opening times: every day, except Mondays, from 9 am to one hour before sunset. The ticket office closes an hour earlier. Anfiteatro di Pompei Orario di visita: dal 1° novembre al 31 marzo: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 17.00 (ultimo ingresso ore 15.30) dal 1° aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00) Giorni di chiusura:1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre. Ingresso: intero 11.00 euro ridotto 5.50 euro

Opening times: 1 Nov – 31 Mar: every day from 8.30 am to 5 pm (no entry after 3.30pm) 1 April – 31 Oct: every day from 8.30 am to 7.30 pm (no entry after 6 pm) Closed: 1 Jan, 1 May, 25 Dec Tickets: €11 – concessions €5.50 Anfiteatro Flavio di Pozzuoli Orario di visita: tutti i giorni tranne il martedì, dalle 9 a un’ora prima del tramonto. La biglietteria chiude un’ora prima. Ingresso: intero 4.00 euro ridotto 2.00 euro. Opening times: every day, except Tuesdays, from 9 am to one hour before sunset. The ticket office closes an hour earlier. Tickets: €4 - concessions €2

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Campania, una storia scavata

Sulle strade del casertano. Percorsi della memoria tra matres, vini e melannurche di Roberta Meomartini

U

omini illustri ne decantavano le qualità. Orazio, che ne fece il suo miglior compagno di viaggio, e Plinio il Vecchio che lo elesse come miglior rimedio per ogni malessere. Fu donato da Giulio Cesare al popolo in occasione di ogni sua vittoria, ed infine descritto dal poeta Virgilio nelle Georgiche con queste parole “Nessun vino può essere paragonato al Falerno”... Così le pietre antiche conservate nel tempo e scavate per rammentare la memoria, raccontano anche di vizi e virtù, di passioni e piaceri al tempo dei Romani. Lo si produce ancora oggi, questo antico vino, nel territorio di

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Etruscans, Samnites and Lucani. When Campania belonged to them Roberta Meomartini

Horace named it the ideal travelling companion; Pliny the Elder considered it the best remedy for any ailment; Julius Caesar gave it to the

people of Rome after victorious battles; and Virgil wrote that “No wine compares to Falernian wine”. And excellent Falernian wine is still made today in the vineyards of Cellole on the Massico hillsides (once known as Ager Falernus), just off the Via Domitiana built by Domitian in 95 AD. Legend has it


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Cellole, che si incontra dopo aver percorso l’antica via Domiziana (la litoranea costruita dell’imperatore Domiziano nel 95 d.c.) ed essersi lasciati alle spalle l’arco in cemento e i tiranti d’acciaio del Ponte Ferdinandeo (voluto da Ferdinando II di Borbone tra il 1828 e il 1832). Qui, grazie ai vitigni delle colline del Massico, un tempo note come Ager Falernus, ancora oggi dalle botti sgorga l’ottimo vino Falerno, la cui origine è avvolta nella leggenda secondo cui Bacco, sotto mentite spoglie, chiese ospitalità al vecchio Falerno e commosso dalla sua generosità fece nascere sulla pendici del Monte Massico viti lussureggianti. Il “pagus cellularum” dei romani, Cellole deve proprio il suo nome alle celle, delle quali sopravvivono resti a cielo aperto, realizzate più di duemila anni fa per la conservazione delle merci con cui si rifocillavano i viaggiatori che percorrevano l’Appia Antica. Ma udendo gli echi dei canti di Marziale ed Ovidio si è ricondotti al mare, alle vestigia dell’antica Sinuessa, colonia romana fondata nel 296 a.c., poco distante dall’attuale cittadina di Mondragone, la cui origine rimonta invece all’epoca medioevale. Portali, colonne, frammenti scultorei parlano del suo antico passato, come un percorso della memoria che si snoda lungo tutto il centro storico, dominato dal Monte Petrino sulla cui vetta sorgono i resti della Rocca eretta dai fuggiaschi di Sinuessa. E’ invece in una piccola valle, silenziosa e solitaria, che si erge maestoso il Ponte degli Aurunci, antica dirama-

In alto, mosaico di Cellole; a sinistra, l’acquedotto Carolino

that Bacchus, the god of wine, sought hospitality in the area and was so moved by the people’s generosity that he planted lush vines on the slopes of Mount Massico. Cellole owes its name to the ‘stores’ built over two thousand years ago for the goods transported along the ancient Via Appia,

the ruins of which have survived to the present day. To the west, near the medieval town of Mondragone, are the remains of ancient Roman Sinuessa, founded in 296 BC. Gates, columns and fragments of sculptures can be seen throughout the town centre beneath Mount Petrino and the hilltop remains 57


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zione dell’Appia, prima tra le vie consolari romane, la “regina viarum” del tempo. Percorsi i primi passi di questa antica strada si giunge a Sessa Aurunca, dove, superato l’ingresso di Porta Cappuccini, nell’intreccio di strade e vicoli, quasi tutti pavimentati con pietra lavica, si alternano palazzi gentilizi a case a torre in stile catalano, mentre le torri del Castello si stagliano al di sopra del centro storico, dividendo lo spazio con le cupole maiolicate di chiese e cappelle. E di Venerdì Santo tra queste stradine ci si imbatte nella Processione dei Misteri, dove i Misteri sono rappresentati da statue in cartapesta portate a spalla da uomini col saio nero e lo stemma della crocifissione accompagnati dal canto profondo del Miserere. Il percorso della via Appia propone un altro incontro che lascia senza parole. “...Statue di madri, tagliate e squadrate quasi a colpi d’ascia in blocchi cubici di tufo grigio, sedute, tozze, gravi e possenti sui seggi... reggenti sulle braccia il dolce peso della loro maternità...”: così l’archeologo Maiuri descriveva le circa 200 Matres Matutae, tutte uguali ma tutte diverse nei loro gesti muti, provenienti da un santuario dedicato alla dea italica della fecondità, custodite oggi nel Museo Campano di Capua, l’Altera Roma di Cicerone. Ma si può ricordare una città anche per qualcosa di effimero come un profumo? Per l’antica Capua, oggi Santa Maria Capua Vetere, i roseti che fiorivano dappertutto alimentavano la produzione di un’essenza famosa a tal punto da dar vita a un intero 58

quartiere, costituendo la merce più preziosa in vendita al mercato della piazza. Quella piazza non lontana da uno dei luoghi più acclamati in epoca romana, l’Anfiteatro Campano, del quale ancora oggi si possono ammirare le gradinate del primo livello della cavea (in origine erano quattro) ornato dai busti di Cerere e Giunone e percorrere gli ampi sotterranei in cui sembra di poter ascoltare l’eco delle urla degli spettatori, rese reali nell’attiguo Museo dei Gladiatori grazie a un’in-


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Affresco mitreo di Capua

credibile piccola riproduzione sonora e visiva di quei truci momenti. Meno truce ma di forte impatto visivo è l’uccisione del toro da parte di Mitra rappresentata nell’antico affresco conservatosi nell’ambiente sotterraneo del Mitreo di Santa Maria Capua Vetere. E sono ancora dei ponti a farvi attraversare una delle valli più famose del casertano: la Valle di Maddaloni. Ponti che da sempre affascinarono i viaggiatori stranieri che percorrevano il Regno di Napoli, con i tre ordini di ar-

of the stronghold built by fugitives from Sinuessa. Crossing the majestic Aurunci Bridge takes you to Sessa Aurunca, with its maze of streets and alleys paved in lava stone slabs and flanked by Catalan style buildings and towers beneath a skyline of castle turrets and majolica domes. On Good Friday this is the setting for the Procession of the Mysteries, with its papier-mâché statues borne on the shoulders of men in black robes to the accompaniment of the Miserere. Further along the Via Appia is the incredible sight of “...Statues of mothers hewn out of grey tuff stone blocks. Seated, the stocky figures support the sweet weight of their maternity in their arms...”, as the archaeologist Maiuri described the 200 Matres Matutae from a shrine dedicated to the Italic goddess of fertility and now kept in the Campania Museum of Capua. Ancient Capua, now called Santa Maria

Capua Vetere, was a land of rose gardens cultivated to provide essences for the manufacture of perfume sold in the town market. But it was also the site of the famous Campania Amphitheatre whose ruined first tier (originally there were four) is embellished with busts of Ceres and Juno. The huge dungeons still seem to echo the shouts of the spectators but the thrills and gore of the amphitheatre can be experienced in the adjacent Gladiators Museum thanks to an incredible sound and vision reproduction. Less gory but highly evocative is the ancient fresco of Mithras killing the bull in the underground Mithraeum at Santa Maria Capua Vetere. The Valley of Maddaloni long enchanted visitors to the Kingdom of Naples with its threetier arched bridges: one for road traffic, the other two were part of Vanvitelli’s aqueduct supplying the waterfalls at the Caserta Royal Palace. 59


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A sinistra, statua di Mater matuta; sopra, la sala panoramica del museo di Capua

chi, il primo carrozzabile e gli altri due usati per il passaggio dell’Acquedotto Carolino (progettato da Vanvitelli) che doveva alimentare le cascate della Reggia di Caserta. Questa stessa valle profuma e si colora di rosso grazie alla “maddalonese”, una delle qualità della melannurca campana, una mela antica di oltre 2000 anni di cui già Plinio il Vecchio apprezzava la polpa croccante e compatta, acidula e profumata. Mors tua vita mea... mai frase fu più adatta a raccontare le vicende di un’altra antica strada romana, la via Latina che deve la sua fortuna all’abbandono del tracciato della via Appia. Ed è proprio seguendo le tracce della via Lati60

na, o Casilina, che si raggiunge Teano, per vocazione crocevia e luogo di incontri. Coinvolta da sempre nei traffici tra l’Etruria e le colonie greche sulla costa campana, in posizione strategica tra la via Latina e l’Appia, il 26 ottobre del 1860 fu testimone della consegna da parte di Garibaldi a Vittorio Emanuele II del Regno delle Due Sicilie. Pellegrini, viaggiatori, poeti ed imperatori, contadini ed illustri cittadini hanno per secoli solcato queste antiche strade per scoprire dove li avrebbero condotti...A noi tocca ripercorrere questo costante ed ininterrotto flusso per riscoprire la augusta storia.


Campania, una storia scavata

Il ponte di re Ferdinando sul Garigliano

[da visitare [

But the valley is also renowned for the sweet smell of red annurca apples, a 200 year old variety that Pliny the Elder extolled for its crunchy, fragrant and slightly sharp-tasting flesh. The Via Appia was eventually abandoned in favour of the Via Latina or Casilina which crosses the town of Teano on the traditional trade routes between Etruria and the

ancient Greek colonies on the coasts of Campania. On 26 October 1860, Teano witnessed Garibaldi consigning the Kingdom of the Two Sicilies to King Victor Emanuel II. Pilgrims, travellers, farmers, poets and emperors have walked these ancient roads over the centuries; now it is our turn to do the same in search of history.

Museo Civico Archeologico “Biagio Greco” Mondragone Orario di visita: mattina dal martedì al venerdì: 8.30 - 13.30 sabato 10.30-12.30 - pomeriggio 1 aprile - 30 settembre martedì giovedì sabato 18.00-20.00 - 1 ottobre - 31 marzo martedì giovedì sabato 16.30-18.30 domenica e lunedì chiuso - tel. +039-0823-972.066 Morning opening times: Tuesday-Friday 8.30am1.30 pm. Saturday 10.30 am-12.30 pm Afternoon opening times: 1 April-30 September Tuesday, Thursday, Saturday 6 -8 pm - 1 October31 March Tuesday, Thursday, Saturday 4.30-6.30 pm . Closed Sunday and Monday Tel +039-0823-972.066 Museo Campano Capua (chiuso per ristrutturazione) Orario di visita: feriali 9.00-13.30 domenica 9.00-13.00 lunedì chiuso Ingresso: intero 4.13 euro ridotto 2.07 euro Opening times: 9 am-1.30 pm. Sunday 9 am-1 pm. Monday closed Tickets: €4.13, concessions € 2.07 (closed for works) Museo Archeologico Antica Capua Orario di visita: 9.00-19.00 lunedì chiuso Ingresso: 2.50 Opening times: 9 am-7pm. Monday closed. Tickets: €2.50

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Campania, una storia scavata

Etruschi, Sanniti e Lucani. Quando la Campania era casa loro di Lello Scarpato

Particolari degli scavi di Paestum, antico insediamento lucano

O

ltre i greci e i romani. Perché la Campania, culla di polis e municipi, non fu solo base di conquista per prodi nocchieri e intrepidi legionari. Altri popoli, altre genti vennero a svernare sui ricchi pascoli e le verde vallate di questa terra fertile, fondando città, leghe e piccoli imperi. Oscii, etruschi, sanniti e lucani: fiere tribù che seppero domare la furia dei venti e l’asprezza dei monti, marcando con loro sangue i suoli appena conquistati. Una presenza, quella degli antichi coloni della Terra Felix, racchiusa in un vasto arco di tempo compreso tra il primo millennio e il V secolo a.C..

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Etruscans, Samnites and Lucani. When Campania belonged to them Lello Scarpato

Campania was a land of conquest not only for Greeks and Romans but also for other peoples who spent the winter in the green valleys and lush

pastures of this fertile land, founding towns, leagues and small empires. The Oscans, Etruscans, Samnites and Lucani were fierce tribes who endured the fury of the winds and the barren mountains, marking their new conquests with blood from the 1st millennium BC up to the 5th century AD. Atripalda, Montesarchio, San


Campania, una storia scavata

Atripalda, Montesarchio, San Salvatore Telesino e Benevento in Campania. Isernia in Molise, Alfedena in Abruzzo. Sei cittadine disseminate in tre regioni diverse. Cos’hanno in comune? Furono fondate dallo stesso popolo: i Sanniti, bellicosa tribù italica stanziata in un territorio corrispondente all’attuale Campania settentrionale, all’alta Puglia, a gran parte del Molise, al basso Abruzzo e all’alta Lucania, molto prima che i romani si affacciassero sulla scena. Sanniti erano anche gli Irpini, che poi colonizzarono il territorio di Abellinum. E i Caudini, che spopolarono nelle vallate teatro di una delle più clamorose disfatte di Roma. E Sanniti furono i più forti soldati schierati, più tardi, dall’Urbe nel blocco granitico delle legioni, una volta domata la loro potenza. Il che non fu impresa facile. Le guerre sannitiche tennero impegnata la città del Tevere per quasi mezzo secolo e solo al termine di una lotta incredibile, che si trascinò fino alle guerre servili, la Res Publica riuscì a piegare la resistenza di quelle fiere tribù montane. Si narra che Ponzio Pilato, uno dei politici più famosi di Roma, fosse proprio di origine sannita. Cosa resta, tuttavia, oggi, dell’antica presenza di quel popolo nella Terra Felix? Statue, tombe, qualche manufatto. Ma le città che pure quelle tribù fondarono, conservano ben poco dell’originario disegno. Prendiamo ad esempio Telesia, l’attuale San SalvatoreTelesino. I resti di alcune fortificazioni ancora oggi visibili sul monte Acero sono quello che resta del vecchio insediamento

L’arco traiano di Benevento

trasformato dai romani in una delle più floride colonie dell’Urbe. E Caudium, l’attuale Montesarchio? In questa zona sono stati rinvenuti vasi e suppellettili che risalgono al VII a.C. custoditi, insieme ai reperti di Telesia nel Museo del Sannio di Benevento e nel Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino di Montesarchio. Ebbene, sembra che Caudium fu letteralmente rasa al suolo dai legionari che vollero, in questo modo vendicarsi dello smacco subito alle Forche Caudine. E che dire di Benevento, capitale della lega sannitica? Fondata dagli Oscii, conquistata e ribattezzata Maloenton dai Sanniti, di 63


Campania, una storia scavata

questo periodo la città offre ceramiche e bronzi custoditi nel locale Museo. Presa dai romani, Maloentum vide mutare il suo nome nel latino Malaventum e poi ancora nel più beneaugurante Beneventum in seguito alla vittoria riportata dalle legioni sulle truppe del re macedone Pirro. Elevata al rango di municipium, Beneventum divenne una delle più ricche città dell’impero, capace di rivaleggiare, con i suoi guerrieri indomabili e orgogliosi, addirittura con Capua e Roma per la bellezza dei suoi monumenti e delle sue opere pubbliche. Romanizzata, insomma. Dalla prima all’ultima pietra. Fin qui il mito del Sannio. Sì, perché la storia della Campania parla anche degli anni in cui anche Etruschi e Lucani provavano a stabilire qui le basi della loro potenza. Gli Etruschi, innanzitutto. Stirpe sulle cui origini si posa un velo di leggenda. La loro presenza nella Terra Felix risale al primo millennio a.C. e coincide con il periodo di massima fioritura dei centri dell’Etruria Meridionale. Le prime città etrusche fondate in Campania, quelle più significative almeno, furono Capua (il nome Campania deriva da Capuania) e Pontecagnano. Ma in realtà anche Pompei, Nola, Atella, Nocera, Salerno, Fratte, Ercolano e Vico Equense dovettero molto all’influenza di quel popolo. Soprattutto Capua, centro di notevole potenza commerciale, testimonia l’alto livello di civiltà raggiunto dagli Etruschi nei loro nuovi domini, così come confermano i numerosi esemplari di vasi di bronzo e statue di pregevole fattura rinvenute un po’ in tutte le necropoli del64

l’Etruria. Alcuni di quei reperti, tra cui un bellissimo piatto con raffigurazioni di pesci e una scultura di Mater Matuta, sono oggi custoditi nel Museo provinciale di Capua, nello storico palazzo Antignano. La potenza etrusca declinò nel VI secolo a.C. in concomitanza con l’ascesa militare dei Sanniti e la rinnovata potenza militare dei greci di Cuma, capaci di sconfiggere ripetutamente le loro flotte nel bacino del Tirreno, fino a provocarne la definitiva caduta. E ora passiamo ai Lucani, popolo di stirpe italica che pure ha dato il suo contributo alla colonizzazione di una parte


Campania, una storia scavata

Il lapidario del museo del Sannio a Benevento

del Cilento e del Vallo di Diano e soprattutto della Basilicata. Dalle tribù lucane degli Atenati e dei Potentini sorsero le cittadine di Potenza e Atena Lucana (Salerno). Genti di quelle difficili da trattare, i Lucani ebbero sempre rapporti difficili con le colonie greche, a tal punto che le relazioni tra i due popoli furono quasi sempre giocate sul filo della spada. Non a caso una delle più belle cittadine della Magna Grecia in Campania, Posidonia, finì sotto la dominazione lucana e fu da loro ribattezzata “Paistom” (la Paestum romana). Dopo Posidonia, un po’ tutte le polis della costa tirrenica finirono sotto la

Salvatore Telesino and Benevento in Campania, Isernia in Molise, and Alfedena in Abruzzi. Six towns in three different regions were all founded by the Samnites, an Italic warrior tribe who occupied whole territories long before the Romans came on the scene. The Irpini who colonised Abellinum were Samnites, as were the Caudini who subjected Rome to one of its greatest defeats and Samnite warriors later made up the core of the toughest Roman legions once their rebellious spirit had been tamed. The Samnites were the thorn in Rome’s side for half a century and the proud mountain warriors long resisted the pax romana. Pontius Pilate, is said to have been of Samnite origin. Statues, tombs and manufactured items are all that now remains to indicate they were ever here, and the towns they founded preserve little evidence of their presence. Ruined fortifications on Mount Acero are all that is left of ancient

Telesia (San Salvatore Telesino), which the Romans turned into a thriving colony. Caudium (now Montesarchio) was razed to the ground to avenge the Roman’s humiliating defeat at the Battle of the Caudine Forks, although some vases and ornaments from the 7th century BC are now on show in the Benevento Sannio Museum and the Sannio Caudino National Archaeological Museum in Montesarchio. The capital of the Samnite League, Maloenton (Benevento) was captured by the Romans who Latinised its name into Malaventum (evil wind) and then changed it to the more auspicious Beneventum (good wind) following their victory over Pyrrhus. It later became one of the wealthiest towns in the Empire, rivalling even Capua and Rome for its beautiful monuments and public works. Its warriors remained fierce but the town was Romanised down to the last stone. Some pottery and bronzes in the local museum are 65


Campania, una storia scavata

dominazione lucana, fatta eccezione per Velia, l’unica in grado di resistere alla forza guerriera di una tribù capace di estendere la propria forza fino alla Calabria. Come i Sanniti, di cui pure furono alleati, anche i Lucani finirono per scontrarsi con Roma, pagando a caro prezzo il tentativo di resistere all’Urbe. In seguito alla loro disfatta, così come narra lo storico Strabone, tutti “i loro insediamenti sono assolutamente insignificanti, senza alcuna organizzazione politica e i loro usi, in fatto di lingua armamenti e vestiario, completamente tramontati”. Insomma, come gli altri popoli che li precedettero, anche le vicende dei Lucani, la loro arte, le loro vestigia, vennero a confondersi con quelle dell’Italia romana. Ma non scomparvero. Furono solo custodite dalla polvere dei secoli. E poi riportate alla luce negli anni ’50 del secolo scorso, grazie a un’accurata campagna di scavi avviata dalla Provincia di Salerno nelle necropoli di Sala Consilina e di Padula e nell’intera area del Vallo di Diano. Un ricco patrimonio archeologico attualmente custodito nel Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, ubicato nella Certosa di Padula. Qualcosa come oltre 600 reperti selezionati tra i circa ventimila venuti alla luce: tombe dell’età del ferro, monete, fibule, uno splendido anello d’argento con Eros inciso, un kantharos di provenienza balcanica, pezzi pavimentali di un mosaico, colonne, capitelli e statue, stele sepolcrali e sarcofagi del Vallo di Diano. Testimonianze preziose di una storia ricca di sedici secoli. 66

the only evidence of the Samnite presence. However, Campania was also a power base for Etruscan tribes from the beginning of the 1st millennium BC when Southern Etruria flourished and they founded Capua (the name ‘Campania’ is derived from ‘Capuania’) and Pontecagnano, but also Pompeii, Nola, Atella, Nocera, Salerno, Fratte, Herculaneum and Vico Equense. An important trading town, Capua is the best local example of the powerful Etruscan civilisation. Numerous bronze vases and

beautiful statues from their necropolises, a beautifully decorated plate and a Mater Matuta sculpture are on display in the Capua Provincial Museum. Etruscan power declined in the 6th century BC as the Samnites’ military might grew and the Greek settlers in Cuma repeatedly defeated Etruscan fleets in the Tyrrhenian Sea. The Lucani were an Italic people who colonised southern Campania and much of Basilicata, founding Atena Lucana and Potenza. The Lucani


Campania, una storia scavata

[da visitare [ Museo del Sannio di Benevento Piazza Matteotti/Piazza Castello, Benevento 82100 Tel. 0824/21818 Sale di esposizione: Tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 19:00. Lunedì chiuso. Sale di studio: martedì - venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00. Sabato, domenica, lunedì e festivi chiuso. Biglietti: intero 4,00 euro. Ridotto: 2,00 euro. Biglietto per scolaresche: 1,00 euro (a studente). Gratuito per diversamente abili Exhibition halls: Tuesday-Sunday 9 am-7pm. Monday closed. Study rooms: Tuesday-Friday 9 am- 1 pm. Saturday, Sunday, Monday and public holidays closed. Tickets: €4, concessions €2, school trips €1 per student. Entrance free for the differently able.

A sinistra, la certosa di Padula; in alto la sala del museo

were constantly at war with the colonies of Magna Graecia and, one by one, all the Greek coastal settlements were conquered by the Lucani. They captured beautiful Posidonia and renamed it Paistom (Paestum), but were unable to take Velia. Like their Samnite allies, the Lucani eventually paid a high price when they were defeated by Rome. The historian Strabo described them as “utterly insignificant, with no political organisation and outdated language, weaponry

and clothing”. However, the culture of the Lucani did not disappear entirely. In the 1950s, archaeological digs in Salerno province unearthed 2000 relics, the 600 finest of which are now on display in the Western Lucania Provincial Archaeological Museum: Iron Age tombs, coins, buckles, a splendid silver ring with an engraving of Eros, a Balkan kantharos, fragments of mosaics, columns, statues and burial items offer a precious overview of 16 centuries of history.

Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino Montesarchio (Bn) Tel. 0824.834570 archeosa@arti.beniculturali.it tutti i giorni, eccetto il lunedì dalle ore 9,00 alle ore 17,00. Ingresso: gratuito. Opening times: 9 am-5 pm. Monday closed. Entrance free. Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale San Lorenzo, Padula (SA) Viale Certosa Certosa di San Lorenzo Tel. +39 0975 77117 Orari: Lun-Mer-Gio-Ven-Sa-Dom 9,00-19,00. Chiuso il martedì Ingresso: gratuito Opening times: 9 am-7 pm. Tuesday closed Entrance Free Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano Pontecagnano Faiano (Sa) 84098 Via Lucania Giorni e orario apertura: 9.00-13.00; chiuso: lun. Costo del biglietto: € 2.00 (ridotto € 1.00) Opening times: 9 am-1 pm. Monday closed. Tickets: €2, concessions €1

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Da Partenope a Neapolis

dsfsd. Sfsdfsdfre di Gabriele Scarpa xx



Campania, una storia scavata

Da Partenope a Neapolis. 1 Tesori nel ventre della città di Immacolata Pagano

Nelle pagine precedenti, sopra e nella pagina successiva, immagini di Napoli Sotterranea

N

apoli, terra di miti e leggende, meta di prodi nocchieri. Sirena che non smette di affascinare i naviganti. Angolo di costa tra i più ambiti dell’antichità, Megaride è un forziere spalancato che non smette di mostrare i suoi tesori. Perché è qui, a due passi dal Vesuvio, che i greci gettarono l’ancora nei secoli che precedettero l’ascesa di Roma. Qui, sull’isolotto di Castel dell’Ovo. E poi sulla collina di Pizzofalcone, dove nell’VIII secolo a.C. sorsero i primi insediamenti della nuova polis. Napoli nacque come Partenope. E come Partenope visse e progredì. Furono i coloni di Rodii a gettarne le fondamenta. Poi

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From Parthenope to Neapolis. Treasures beneath the city of city Immacolata Pagano

Naples, land of myths and legends – a Siren that has always enchanted seafarers. It was on the tiny island of

Megaris, now occupied by the Castel dell’Ovo fortress and on the Pizzofalcone hillside that Greek settlers from Rhodes founded the colony of Parthenope in the 8th century BC. There followed a terrible war with the Cumaeans, who captured the city renaming it Neapolis and


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arrivarono i Cumani e lo scontro diventò feroce. La città che la sirena aveva scelto come ultima dimora, non ebbe scampo. Assoggettata ai nuovi padroni, fu sconfitta, ma non domata. E dalle ceneri di Partenope sorse una città più forte e bella. Una nuova città: la Neapolis venuta al mondo ai piedi del vecchio insediamento rodiese, su una zona pianeggiante. Orgoglio del Golfo. Nuova preda degli appetiti di Roma. Domìni che si sovrappongono a domìni. Conquiste che si alternano nei secoli.Terra su terra, pietra su pietra. Di cui resta traccia nei monumenti e nei reperti custoditi nel sottosuolo dell’odierna metropoli. Nel cuore dei Decumani, ma anche a Posillipo e Fuorigrotta. Chiese, scavi, catacombe. Perle di rara bellezza che anche il più sprovveduto dei visitatori può indossare, facendone sfoggio. La Napoli del terzo millennio è un volto che ammalia e rapisce. E che non dimentica le proprie radici. Come potrebbe? Affondano sulle rovine di impianti termali, resti di mura greche, dimore latine. Stratificazioni millenarie che hanno fatto di una città, “la città”, contribuendo ad accrescerne la fama nel mondo. Il viaggio a ritroso nel tempo da Partenope a Neapolis, inizia da Santa Restituta, porta d’ingresso per la Napoli greco-romana. E ci accompagna, passo dopo passo, alla scoperta dell’insediamento sepolto. Partiamo da via Duomo, luogo in cui nel IV secolo d.C. fu edificata la prima cattedrale di Partenope. La basilica paleocristiana di Santa Restituta sorge nel luogo in cui in

making it more beautiful than ever; and this brought it into the sights of the Romans. Over the centuries, the city fell to successive dominations who left their mark with monuments and relics now lying beneath the modern city centre as well as in more outlying districts like

Posillipo and Fuorigrotta. With its churches, tunnels and catacombs, Naples is now even more enchanting than ever, its roots deeply planted in the Greek ramparts, Roman homes and baths complexes that are stratified beneath its foundations. The journey through time from 71


Campania, una storia scavata

epoca greca si trovava il tempio dedicato ad Apollo. Cento anni più tardi, alla chiesa fu affiancata una seconda cattedrale detta Stefanìa in onore del vescovo Stefano. Le fondamenta dell’attuale duomo furono successivamente gettate proprio su queste due strutture religiose. Oggi Santa Restituta, che in origine era piuttosto lunga e si sviluppava su cinque navate, non ha più la grandezza di un tempo. La basilica continua a risplendere all’interno della cattedrale. E quello che resta del millenario impianto può essere visitato scendendo le scale che si spalancano dalla porta posta sulla navata sinistra del duomo. Da Santa Restituta si può accedere anche alla zona archeologica che si trova sotto le navate della cattedrale, dove vi sono preziosissimi resti della città greco-romana e paleocristiana, ma anche al battistero di San Giovanni in Fonte del 350 d.C. circa. A pochi passi dal duomo si possono ammirare i resti di un vasto complesso termale di epoca romana. Furono scoperti durante l’ultima guerra, durante un bombardamento che rase al suolo un’antica chiesetta di Napoli: quella del Carminiello ai Mannesi, così definita perché di modeste dimensioni e perché nel rione lavoravano costruttori e riparatori di carri (i cosiddetti “Mannesi”). L’edificio, risalente all’alto Medioevo, fu raso al suolo nel 1943 durante una terribile incursione aerea. Dalle macerie si scoprì che nelle viscere del Carminiello, in un’area compresa tra il Decumano Maggiore e il Decumano Minore, si celavano i resti di una grande domus romana. Uno scavo co72

stituito da ben diciotto ambienti, che, in età imperiale, era stato in parte trasformato in complesso termale. L’area archeologica ha preso il nome di Complesso del Carminiello ai Mannesi proprio in onore di quell’antica chiesa distrutta dalle bombe. Parlando di edifici che affondano radici nella storia millenaria di Partenope, l’accostamento con la basilica di San Lorenzo Maggiore è quanto mai obbligatorio. Stiamo parlando, infatti, di una delle più antiche chiese di Napoli, definita da Giovanni Boccaccio (che qui conobbe la sua Fiammetta) “grazioso e bel tempio”. San Lorenzo, con il suo ricco museo dell’Opera, si trova in pieno Centro antico, a un tiro di schioppo da piazza San Gaetano, la zona in cui un tempo


Campania, una storia scavata

Gli scavi della Basilica di San Lorenzo Maggiore

era situata l’agorà greca. La struttura risale al XII secolo, ma le sue fondamenta sono molto più datate e appartengono all’epoca paleocristiana (VI secolo). Il complesso monumentale rappresenta un incredibile esempio di stratificazione di testimonianze architettoniche. Al di sotto della chiesa, del convento e del chiostro, infatti, ci sono resti di una larga strada romana su cui affacciavano, ai tempi dell’Urbe, negozi, osterie, botteghe, forni, lavanderie e addirittura l’Aerarium, il luogo in cui venivano conservati i proventi delle tasse. Poco più in là, praticamente al termine del Decumano, svettano ancora i ruderi di un porticato in cui erano ospitate le botteghe del mercato (macellum). E i reperti di una grossa

Parthenope to Neapolis begins at Santa Restituta, gateway to the Greco-Roman city. In the 4th century AD, Via Duomo saw Naples’s first cathedral, the paleoChristian basilica of Santa Restituta built on the site of the Greek Temple of Apollo, and a second cathedral was built alongside it 100 years later. The Duomo was built on top of these two churches, but the naves and aisles of Santa Restituta can be visited by descending the stairs at the end of the cathedral’s left aisle. From Santa Restituta it is possible to enter the archaeological site with its precious remains of the Greco-Roman city, the paleo-Christian sites and the baptistery of San Giovanni in Fonte (c. 350 AD). Not far from the Cathedral are the remains of a vast Roman baths complex discovered after a bombing raid in 1943 reduced the late medieval

Carminiello ai Mannesi church to rubble. This underground site, located between the two decumani, comprised 18 rooms from a Roman domus which had been partially converted into a baths complex in the imperial age. The archaeological site is named after the church whose destruction made its discovery possible. Another building ‘grafted’ onto ancient history is the basilica of San Lorenzo Maggiore, one of the oldest churches in Naples and defined by Boccaccio as “a gracious and beautiful temple”. The San Lorenzo complex and its Museum is just a stone’s throw from Piazza San Gaetano, the agora of the Greek city, and dates back to the 12th century although its foundations were laid in the 6th century. It is an incredible example of architectural stratification. Beneath the 73


Campania, una storia scavata

vasca di origine greca. A poca distanza da piazza San Gaetano, scivolando a valle e seguendo via Spaccanapoli, ci si imbatte in uno dei luoghi di culto più famosi di tutta Napoli: il monastero di Santa Chiara, con il suo celebre chiostro maiolicato e i baldacchini funerari dei regnanti di casa d’Angiò. La basilica e il monastero furono edificati in epoca angioina nei pressi della cinta muraria occidentale. Originariamente concepito secondo i canoni dello stile gotico, successivamente ristrutturato in forme barocche, poi più volte rimaneggiato, soprattutto dopo i danni arrecati dai bombardamenti dell’ultima guerra, Santa Chiara sorge sui resti di un antico complesso termale romano, tuttora visitabile nell’apposita area archeologica allestita nella cittadella francescana. Si tratta del più completo esempio di impianto termale documentato per Neapolis. Altri reperti recuperati durante le operazioni di scavo sono stati esposti nella sala archeologica del convento e nel locale museo dell’Opera posto al primo piano del Chiostro delle Clarisse. Particolarmente interessante, tra gli altri, la presenza di una tubatura in piombo realizzata in epoca augustea, utilizzata per trasportare l’acqua dall’acquedotto del Serino. Reperti vecchi di duemila anni. Non quanto quelli venuti alla luce oltre mezzo secolo fa nella non distante piazza Bellini. Stiamo parlando delle mura greche scoperte nel 1954. Si tratta, con tutta probabilità, dei resti dell’antica cinta muraria edificata, o comunque rinforzata (il problema è ancora aperto), tra il V e il IV secolo a.C. a 74

protezione dell’insediamento. I blocchi di pietra correvano lungo il ciglio di una collina, oggi completamente spianata, inerpicandosi, poi, sulla sommità di un vallone a sua volta scomparso. Secondo la leggenda, fu contro queste mura che venne ad infrangersi il tentativo di Annibale di conquistare la città del Golfo. Le mura di piazza Bellini, gli scavi di San Lorenzo Maggiore, i reperti di Santa Chiara e quelli di via Duomo ci raccontano una storia interessante. Di quelle che si sviluppano in…profondità. Lo si è capito, ormai: Napoli cammina su secoli di storia. E nelle sue viscere si cela un’altra città. Una città nella città che si sviluppa in lungo e in largo


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Le mura greche di piazza Bellini

quasi parallelamente al sovrastante tessuto urbano. Stiamo parlando della Napoli sotterranea, un complesso di cunicoli e caverne poste nel sottosuolo dell’antica capitale. Cave da cui i manovali greci e gli ingegneri romani ricavavano il tufo e la pozzolana che gli occorreva loro per costruire case e templi. Dieci, venti, trenta metri più in basso il ventre di Megaride offre spunti interessanti per capire come si sia evoluta la città, e come il lavoro di generazioni di partenopei abbia reso possibile il suo sviluppo. Pensate: le prime testimonianze di scavi risalgono a 5000 anni fa! Poi toccò ai greci proseguire l’opera nel III secolo a.C., con l’apertura di cave da utilizzare come ambienti funerari e mi-

cloisters and convent are the remains of a large Roman road lined by shops, inns, bakeries and other premises including the aerarium, where collected taxes were housed, and nearby are the remains of the porticoed macellum (market) and a large tank of Greek origin. Not far away along Via Spaccanapoli is one of the city’s most famous churches: the convent of Santa Chiara with its beautiful majolica cloister and the tombs of the Anjou monarchs. Built in the Angevin Age near the city’s western walls and originally gothic in design, it was restructured in the Baroque style and changed many times over the centuries, especially after it was damaged during an air raid in World War II. Santa Chiara is located on the remains of the most complete ancient Roman baths complex ever built in Neapolis, which is open to the

public. Other relics obtained from the site are displayed in the convent’s archaeology hall and in the Museum on the first floor of Clarisses Cloister. These include a 2000 year-old lead pipe from the Augustan Age which transported water from the Serino aqueduct. Even older finds were recovered from nearby Piazza Bellini in 1954: the Greek city walls built or reinforced between the 5th and 4th centuries BC. Although the topography has changed considerably in the area, these stone blocks are thought to have defeated the army of Hannibal. All the sites we have mentioned so far clearly show how, in Naples, there is a city beneath the city. Underground Naples (Napoli sotterranea) is a labyrinth of tunnels, caverns: quarries from which Greek and Roman engineers obtained the tuff stone and pozzolana for the 75


Campania, una storia scavata

niere da cui estrarre il tufo. È questo il caso della cava posta sotto il cimitero di Santa Maria del Pianto. Lo sviluppo sotterraneo di Neapolis conobbe un vero e proprio boom con i romani. Furono i conquistatori dell’Urbe a potenziare la maggior parte di quei vani sepolti, utilizzandoli come acquedotti. Ambienti, gallerie e pozzi non furono mai dimenticati dai napoletani. Molti di quei “luoghi” furono, infatti, riutilizzati anche in epoca moderna. Spesso illuminati e adoperati come rifugio durante la guerra. Provare ad addentrarsi, oggi, nel dedalo che si cela sotto la moderna metropoli, tra cunicoli e cisterne che hanno fatto la fortuna dei moderni speleologi, non è impresa da poco. I percorsi sono diversi. Forse inquietanti, ma dal fascino unico. Da Via Sant’Anna di Palazzo, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, si apre la prima porta ai misteri. Da qui, scendendo a 40 metri di profondità, si arriva ad un rifugio utilizzato durante il secondo conflitto mondiale. Poteva contenere fino a 4.000 persone. I graffiti disegnati sulle pareti portano la testimonianza della vita passata qui sotto mentre in superficie piovevano le bombe. Vi sono raffigurati Hitler e Mussolini, ma anche schemi calcistici, simpatici racconti ed aneddoti di persone di quel tempo. A poche centinaia di metri da qui, in piazza San Gaetano, si apre una seconda discesa: 140 gradini che immettono in un mondo nascosto in cui, come a Sant’Anna di Palazzo, rivive il dramma dell’ultima guerra, ma 76

construction of their houses and temples. Up to 30 metres below the surface, visitors can get an interesting insight into the history of the city, which began 5000 years ago. In the 3rd century BC, the Greeks began to quarry tuff stone and use the caverns as tombs, as in the cemetery beneath Santa Maria del

Pianto, but the Romans transformed most of the underground tunnels into aqueducts. Modern Neapolitans have always known about these ancient tunnels and wells, using them as shelters during World War II, and they now provide a fascinating, though disconcerting,


Campania, una storia scavata

Gli scavi del Carminiello ai Mannesi in via Duomo a Napoli

anche il fasto dell’Urbe, con la visita all’antico acquedotto. Poco più in là, all’interno di un basso di vico Cinquesanti, ecco spalancarsi la pittoresca botola che vi condurrà alla scoperta del teatro greco romano in cui si dice si esibisse addirittura Nerone. Il terzo importante percorso è molto più recente. Risale alla prima metà del XIX secolo ed è stato riscoperto solo due anni fa. Si tratta di un tunnel voluto dai re Borbone come possibile via di fuga in caso di necessità: collegava piazza del Plebiscito con piazza della Vittoria. Anche questo cunicolo fu utilizzato come rifugio antiaereo; in seguito,

itinerary. From Via Sant’Anna di Palazzo, in the heart of the Spanish Quarters, visitors can descend 40 metres to an air raid shelter from the second world war that could accommodate 4000 people. Graffiti on the walls depict Hitler and Mussolini but they also recount football games, stories and anecdotes from the war years. In nearby Piazza San Gaetano, a flight of 140 steps lead down to another underground site, with more evidence from the war but also the remains of the Roman aqueduct, while a trapdoor in the floor of a one-room apartment in Vico Cinquesanti leads into the GrecoRoman theatre where the Emperor Nero is thought to have performed. Another, more recent tunnel dates back to the mid 19th century, although it was only opened to the public two years ago. It was

excavated by the Bourbon kings so that they could escape from Pizza del Plebiscito and come out at Piazza Vittoria if an emergency arose, but it had also served as an air raid shelter and as a car dump. The rusting carcasses of cars are still there beneath the vaulted cavern which will soon become the world’s first and most spectacular underground museum. The journey from Parthenope to Neapolis continues on the outskirts of the city, in the university campus in Via Terracina. In 1939 archaeologists unearthed an interesting example of imperial age baths on the ancient road between Naples and Pozzuoli, whose basalt slabs are still visible. The Roman baths in Via Terracina were a multi-storey complex supplied by the Serino aqueduct and embellished with mosaics. The coastal hillside 77


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prima di essere abbandonato, diventò un deposito per vecchie auto. I cui resti, ormai arrugginiti e semisommersi dai detriti, fanno bella mostra di sé sotto le volte della galleria in quello che si avvia a diventare il primo esempio al mondo di museo scenografico sotterraneo. Il viaggio da Partenope a Neapolis non finisce qui. Continua e ci conduce lontano dalle rotte del Centro storico. Pochi chilometri ad est ed eccoci addentrati nella periferia della Terra del mito. In viaTerracina a Fuorigrotta, nel recinto dell’università, c’è uno spicchio dissepolto di Partenope. Fu qui che nel 1939 venne alla luce un interessante esempio di architettura termale di età imperiale: una sorta di autogrill del tempo, sorta di punto di sosta posizionato lungo l’asse Napoli-Pozzuoli. Alle spalle del complesso si notano ancora ampie tracce del basolato dell’antica strada che congiungeva Puteoli con Napoli. L’edificio termale di via Terracina, alimentato dall’acquedotto del Serino, fu costruito su più livelli e abbellito con mosaici pavimentali. A un tiro di schioppo dall’antica stazione flegrea degrada la collina di Posillipo dal greco Pausilypon: “luogo che fa cessare gli affanni”. Stiamo parlando di uno dei luoghi più belli di tutta Napoli. Una specie di salotto naturale. Fu qui, a metà strada tra la baia Trentaremi, la Gaiola e Marechiaro, che il cavaliere romano Publio Vedio Pollione si fece costruire la sua superba e sfarzosa dimora. Un’autentica cittadella a picco sul mare, dotata di ogni comfort e di tutti i più moderni ritrovati della tecnologia dell’epoca. Immaginarla co78

Posillipo, resti dell’odeon della villa Pollione

of Posillipo, from the Greek ‘Pausilypon’ meaning ‘place that puts an end to troubles’ is one of the most beautiful locations in Naples. Midway between the bays of Trentaremi, Gaiola and Marechiaro is where the Roman knight Publius Vedius Pollio built his lavish villa equipped with the best that Roman civilisation could offer. The Villa of Pausilypon had numerous rooms, a

monumental theatre, an Odeon, tunnels leading down to the sea, baths and a huge, marble fountain. The 1st century AD home was the envy of Rome’s patrician class and, on Pollio’s death, Pausilypon was acquired by the Emperor Augustus himself, who further embellished the house and extended its gardens. With the fall of Rome, the villa was abandoned and was eventually buried by the earth and



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m’era allora è praticamente impossibile. Sembra che la villa di Pausilypon avesse numerose stanze, un teatro monumentale, un odeon, gallerie di accesso marine, terme e una megafontana ornata di marmi. Particolari che quasi sicuramente avranno fatto morire d’invidia anche il più potente dei patrizi romani. La fama che circondò la dimora nel I secolo d.C. fu immenso. Tanto è vero che, morto Pollione, il Pausilypon passò ad Augusto. Sotto l’imperatore, la già ultrapreziosa reggia fu ulteriormente abbellita, andando ad ampliarsi su ettari ed ettari di giardini, porticati ed edifici. La sorte della villa coincise con il crollo delle fortune di Roma. Abbandonato a se stessa, l’imponente fabbricato scivolò a poco a poco nel degrado fino a quando la natura non si rimpossessò dell’insediamento, sommergendolo in parte sott’acqua a causa del bradisismo, in parte sotto terra. Le prime tracce del Pausilypon furono scoperte nel 1820 quando tornarono in superficie tracce dei due teatri (tuttora visitabili) e parte del tempio, insieme alla statua di Nereide oggi custodita al Museo Nazionale di Napoli. Vent’anni dopo, durante i lavori per la costruzione della strada di Posillipo, si scoprì anche la Grotta di Seiano, una delle antiche vie d’accesso marine della villa, che collegava Coroglio con la Gaiola. Dal 1993 il Parco Archeologico del Pausilypon è accessibile al pubblico, insieme al vicino parco sommerso di Gaiola sui cui fondali si possono osservare i resti di un porto, ninfei e peschiere appartenuti alla magica villa delle delizie. 80

Il teatro della villa di Pollione a Posillipo

covered by the sea following the occurrence of bradyseism phenomena. Pausilypon came to light in 1820 when the remains of the two theatres and part of the temple were discovered along with the statue of the Nereid, now in the Naples Archaeological Museum. Twenty years later, road construction works brought to light the Cave of

Sejanus, one of the ancient marine accesses to t he villa connecting Coroglio to Gaiola. Since 1993 the Pausilypon Archaeological Park has been open to the public along with the Gaiola Underwater Park where visitors can admire the remains of a harbour, nymphaea and fish tanks from the magical villa.


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[da visitare [ Il monumento è visitabile solo su richiesta rivolgendosi alla Soprintendenza (tel.081.440166) o al Gruppo Archeologico Napoletano (tel. 081.5529002). Visits by appointment. Contact the Superintendant’s Office (Tel 081 440166) or the Gruppo Archeologico Napoletano (Tel 081 5529002).

Scavi archeologici del Duomo (Santa Restituta) via Duomo - Tel.081.557411 Sito custodito e visitabile dalle 9,30 alle 12,30 e nei giorni feriali anche dalle 16,30 alle 19. Site open from 9.30 am to 12.30 pm and weekdays also from 4.30 pm to 7 pm. Terme romane vico Carminiello ai Mannesi Il monumento è visitabile solo su richiesta rivolgendosi alla Soprintendenza (tel.081.440166) o al Gruppo Archeologico Napoletano (tel. 0815529002). Visits by appointment. Contact the Superintendant’s Office (Tel 081 440166) or the Gruppo Archeologico Napoletano (Tel 081 5529002). Scavi archeologici di S. Lorenzo Maggiore Chiostro della Chiesa di San Lorenzo Maggiore, piazza S. Gaetano – tel.081290580 - 7446406 Sito custodito e visitabile dalle 9 alle 13 e nei giorni feriali anche dalle 15 alle 17,30. Site open from 9.30 am to 1 pm and weekdays also from 3 pm to 5.30 pm. Terme romane via Terracina Capaccio-Paestum, Via Magna Grecia, 919 tel. 0828.811023 www.infopaestum.it

Napoli sotterranea A cura Laes - (Libera Associazione Escursioni Sottosuolo) Vico S. Anna di Palazzo, 52 - 80132 NAPOLI Tel. 081400256 - Cell. 3339729875 laes@lanapolisotterranea.it- www.lanapolisotterranea.it Orari visite. Giovedì: ore 21. Sabato: ore 10, 12 e 18. Domenica e festivi ore 10, 11, 12 e 18. Le escursioni durano circa 60 minuti. Raduno: piazza Trieste e Trento. Speciale Pasqua. Orari visite. Sabato 3 aprile: ore 10, 12, 18. Domenica 4 aprile: ore 10, 11, 12, 18. Lunedì 5 aprile: ore 10, 11, 12, 18. Martedì 6 aprile: ore 10, 12, 18. Mercoledì 7 aprile: ore 10, 12, 18. Giovedì 8 aprile: ore 10, 12, 21. Venerdì 9 aprile: ore 10, 12, 18. Sabato 10 aprile: ore 10, 12, 18. Domenica 11 aprile: ore 10, 11, 12 e 18. Visits. Thu: 9 pm. Sat: ore10 am, 12 pm & 6 pm. Sun & hols 10 am, 11 am, 12 pm & 6 pm. Excursions last about 1 hour. Meeting point: Piazza Trieste e Trento. Easter Special. Visits. Sat 3 April: 10 am, 12 pm & 6 pm. Sun 4 April: 10 am, 11 am, 12 pm & 6 pm. Mon 5 April: 10 am, 11 am, 12 pm & 6 pm. Tue 6 April: 10 am, 12 pm & 6 pm. Wed 7 April: 10 am, 12 pm & 6 pm. Thu 8 April: 10 am, 12 pm & 9 pm. Fri 9 April: 10 am, 12 pm & 6 pm. Sat 10 April: 10 am, 12 pm & 6 pm. Sun 11 April: 10 am, 11 am, 12 pm & 6 pm. Napoli sotterranea A cura Associazione Napoli Sotterranea Piazza San Gaetano, 68 - 80123 Napoli Tel. 081 29 69 44 081 29 69 44 Cell. 340 46 06 045 (Vodafone) Cell. 331 471 95 64 - 331 471 95 64 (Tim) www.napolisotterranea.org - info@napolisotterranea.org Orari visite. Dal lunedì al venerdì: ore 12, 14 e 16. Giovedì: ore 12, 14, 16e 21. Sabato, domenica e festivi: ore 10, 12, 14, 16e 18. Per gruppi, scuole pubbliche e private si accettano prenotazioni anche in orari diversi. L'intera escursione dura circa 2 ore. Visits. Mon-Fri: 12 pm, 2 pm, 4 pm. Thu: 12 pm, 2 pm, 4 pm and 9 pm. Sat, Sun & hols: 10 am 12 pm, 2 pm, 4 pm and 6 pm. Other bookings available for groups and schools. Excursions last about 2 hrs. Parco Archeologico Pausilypon, salita Cordoglio. Orari: dalle 9,00 alle 13,00 dal lun. al sab. (salvo aperture straordinarie la domenica e i festivi). Biglietto: gratuito. Site open Mon-Sat 9 am to 1 pm (also open some Sundays and holidays). Entrance free.

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Da Partenope a Neapolis. 2 Entrata da un basso per scoprire il Teatro romano di Roberta Meomartini

U

n vociare chiassoso, una serie di gesti che sempre accompagnano le parole, una moltitudine di prodotti alimentari ed artigianali. Questa è l’atmosfera che avvolge e seduce lungo il decumano superiore dell’antica Neapolis. Cuore della città in epoca romana, con il suo Macellum (mercato alimentare, attuale area archeologica nel complesso di San Lorenzo Maggiore), il Tempio dei Dioscuri (in parte inglobato nella chiesa di San Paolo Maggiore) ed il Teatro Romano, che, pur se inghiottito dai palazzi del centro storico patrimonio dell’umanità, vive ancora e fa sentire il suo profondo respiro sulle pendici di quella che più 82

From Parthenope to Neapolis. Access to the Roman Theatre via a ground-floor apartment Roberta Meomartini Loud voices and much gesticulation amidst a multitude of craft products and foodstuffs is a

daily sight in the historic centre of Naples. This was the heart of Roman Neapolis: the Macellum (the market located in what is now the archaeological site of San Lorenzo Maggiore), the Temple of the Dioscuri (partly incorporated into the San Paolo Maggiore church) and the Roman


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di duemila anni fa era l’acropoli della città antica. Ancora conserva la forma conferitale dall’andamento curvilineo del teatro, ancora conserva gli archi in laterizio costruiti come sostegno della struttura muraria, via Anticaglia (che deve il suo nome ai resti di murature di un edificio romano che univa il Teatro ad un Bagno) conduce alla riscoperta di un luogo incantato, le cui vestigia, che lentamente stanno venendo alla luce, raccontano la magia ed il ruolo che la città di Napoli ebbe sin dai tempi più antichi. Sotto venti secoli brulicanti di vita, si entra in un “basso” napoletano (abitazione a livello stradale) , ubicato in Vico Cinquesanti, una viuzza dalla singolare denominazione che risale al XVII secolo quando la popolazione dedicò il vicolo ai principali senti protettori della città dopo la fine della peste. Fiancheggiando un pilastro in mattoni rossi, che è già parte della struttura del teatro, l’insolito accesso al sottosolo napoletano si concretizza sotto gli occhi: attraverso una botola di legno aperta nel pavimento inizia un viaggio indietro nel tempo alla riscoperta dell’Antico Teatro Romano, costruito nel I secolo dopo Cristo. Rasentando le pareti realizzate in mattoni o in opus reticulatus e camminando verso i camerini degli attori, sembra di poter ancora sentire la confusione che li animava prima dell’inizio dello spettacolo. Velocemente si doveva prender posto sulle gradinate della cavea, dove rimangono poche tracce del marmo che originariamente le rivestiva, passando dai vomitoria (ingressi per il pubblico) e percorrendo l’ambulacro, di cui

In alto le mura del teatro di via Anticaglia (a destra)

Theatre (swallowed up by residential buildings) live on in what was once the ancient city’s acropolis. The theatre was built in the 1st century AD but it still preserves its curved shape, brick arches and opus reticulatum features which are slowly coming to light to recount the

splendour that had characterised Naples from its earliest origins. Access to the theatre is through a trapdoor in a ground floor apartment in Vico Cinquesanti, a narrow 17th century street named after the saints who saved the city from plague. 83


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ancora oggi si possono ammirare le pareti un tempo di un bel rosso pompeiano, oggi solo un po’ sbiadito, che consentiva l’accesso ai diversi livelli della cavea. Qui due mondi diversi si fronteggiavano: da una parte il pubblico, i più variegati spettatori (il teatro poteva accoglierne fino alla bellezza di settemila) che consideravano il teatro e gli spettacoli che vi si svolgevano uno dei passatempi preferiti, dall’altra le compagnie degli attori, i testi drammatici e comici, , gli strumenti musicali, i variopinti costumi, le parrucche fatte di pelo e le grandi maschere. Gli attori indossavano maschere, che potevano essere di legno o di tela, con un’apertura all’altezza della bocca fatta di metallo, in modo che la voce si sentisse meglio. Queste maschere, molte delle quali sono state rinvenute durante gli scavi delle antiche città sepolte dall’eruzione del 79 d.c., avevano un ruolo molto importante in quanto espressione dello stato d’animo del personaggio. Tra queste antiche pietre sembra che ancora rimbombi l’eco delle voci degli attori, amplificate quasi magicamente dall’uso di vasi di bronzo e terracotta posti sul palcoscenico e da una tettoia posta sulla scena per indirizzare i suoni verso la cavea. Illustri attori hanno calcato la scena del Teatro di Neapolis, tra cui l’imperatore Nerone, che proprio qui volle rappresentare nel 64 d.c. le opere da lui composte nella città. Con gran successo di un pubblico che, sembra, fosse stato assoldato per applaudire la vena artistica dell’imperatore. Riscoperto solo nel XIX secolo (fra il 1881 e il 1891 si colloca il primo inter84

Particolare dell’arco di via Anticaglia

vento organico di scavo), il Teatro Romano di Neapolis è una testimonianza straordinaria, unica al mondo essendo stato progressivamente inglobato dalle diverse stratificazioni abitative accumulatesi in epoche successive. Un delicato intervento di “archeologia urbana” sta gradualmente svelando le strutture ancora superstiti del teatro, in parte intrecciate con i palazzi cresciuti sopra e in parte assorbite.dalle trasformazioni intervenute nel tessuto urbano dal tempo dell’abbandono del teatro (intorno al V secolo) sino all’età moderna, tra cui una necropoli del VII sec.d.c. e un antico sistema di raccolta delle acque. Quello che sta venendo man mano alla luce è,



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Il teatro di via Anticaglia

dunque, un teatro tra i più importanti dell’epoca, esaltato anche da Papino Stazio, che, in una lettera alla moglie, ne ricordava la grandiosità; un mondo multiforme, fatto di danza, recitazione, canto, mimica, dotta cultura ma anche sensualità, grasse risate e divertimento di massa. Un mondo che da duemila anni dorme sotto la Napoli del centro storico.

Le strutture esterne sono liberamente visibili. Per gli scavi, Soprintendenza Archeologica di Napoli. Ufficio scavi di Napoli: tel. 081440166 The external structures are visible to the public. The Archaeological Superintendant’s Naples Office is responsible for the underground sites. Tel. 081 440166

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Passing by the actors’ changing rooms, you can imagine the preperformance hubbub as the audience entered through the vomitoria, walked along the Pompeian red ambulacrum to take their places on the marble terraces. Few traces of the marble remain and the paint has faded somewhat, but the glorious theatre with seating for 7000 fans of comedy and tragedy is still there. The actors would wear colourful costumes, wigs and masks of wood or canvas with a metal-lined opening at mouth level to ‘amplify’ the voice, like the ones found in Pompeii and Herculaneum. Illustrious actors trod the boards in the Theatre of Neapolis, including Nero who performed the works he had composed here in 64 AD to popular acclaim

by the audience, although they had apparently been paid to applaud the emperor’s art. Discovered during excavations conducted between 1881 and 1891, the Roman Theatre is an extraordinary monument, as it is the only site to have been incorporated into the architecture of subsequent ages. A delicate intervention of “urban archaeology” is gradually uncovering the theatre’s surviving structures entwined with the newer buildings or absorbed into the urban fabric (a necropolis and a water cistern) following the closure of the theatre in the 5th century. What is coming to light is one of the most important theatres of the age, which has been ‘asleep’ for 2000 years beneath the historic c entre of Naples.



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Da Partenope a Neapolis. 3 Il Metrò corre nella storia di Partenope di Gabriele Scarpa

S

ecoli di storia sepolti sotto terra. Piazza Nicola Amore, piazza Municipio, piazza Bovio. Ogni angolo della città cela tesori di inestimabile valore. A volte basta una ruspa, per riportare alla luce reperti di rara bellezza storica. E’ così che è rinata la Napoli greco-romana, quella della Gens Claudia. La Napoli delle guerre gotiche. E’ accaduto la prima volta nel 2003, quando gli scavi per la costruzione della Metropolitana dell’arte hanno iniziato a svelare il lato segreto di Megaride. Ma è accaduto anche di recente a piazza San Pasquale. Picconi e badili hanno riportato in superficie i resti di un uomo vis88

Digging tunnels for the ‘Art Metro’ All aboard the history train Gabriele Scarpa

Centuries of history and priceless treasures buried beneath Piazza Nicola Amore, Piazza Municipio and Piazza Bovio have been brought

to light for the delight of archaeologists and historians. In 2003, tunnelling in the historic city centre to build the ‘Art Metro’ underground railway unearthed new secrets of the Greco Roman city, while the body of a 16th century man was found in Piazza San Pasquale last


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suto nel XVI secolo, a pochi passi dalla Riviera di Chiaja. I cantieri del Metrò, a mano a mano che procedono, continuano a scrivere, redigendo nuovi capitoli di una storia millenaria.Tutto è iniziato sette anni fa. Durante i lavori per la costruzione della stazione di piazza Municipio. A pochi passi dalle fondamenta del Maschio Angioino tornano alla luce i resti dell’impianto portuale di Neapolis: una vasta baia protetta ricavata all’interno di un cratere vulcanico collegato con il mare.Tutt’intorno svettano i pali lignei utilizzati per l’attracco delle navi. E poi le banchine e una vasta serie di reperti come vasi, anfore, ceramiche, gioielli. Poco più in là, vengono rinvenute tre barche di legno, ancora perfettamente conservate. Due misurano circa 10 metri di lunghezza: sono capovolte. La terza è più grande: almeno 13 metri e mezzo. Navi dalla prua piatta, con chiglia bassa e larga. Forse quanto rimane di un’antica flotta. Nemmeno il tempo di gioire che nella vicina piazza Nicola Amore gli operai individuano altri resti. Sono quelli di un grande edificio pubblico di epoca augustea e una fantastica fontana in marmo tardo medievale, ricca di graffiti raffiguranti barche. E’ sempre qui che gli archeologi scoprono anche le rovine dell’antico Gymnasium: un tratto di pavimento che probabilmente era stato posizionato all’ingresso della palestra. E non è finita. Pochi metri più in là, un’anfora funeraria, tagliata a metà, con lo scheletro di un bambino, rivela la presenza di un’antica necropoli. Nel gennaio del 2004, nello stesso cantiere, le ruspe fan-

In queste pagine, gli scavi di piazza Municipio

December, and, as work proceeds, more exciting discoveries will be made. It all began seven years ago in the site for the Piazza Municipio station, where workers made an exceptional find next to the Maschio Angioino castle: the harbour of ancient Neapolis in the remains of a

volcanic crater. Wooden mooring posts and jetties, vases, amphorae, jewellery, pottery, shoes and pieces of rope were found all along the former shoreline. Not far away, three perfectly preserved, highprowed, widebottomed Roman boats measuring 10 – 13 metres in length were found: 89


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no un’altra scoperta: una testa marmorea di un esponente della gens GiulioClaudia. Il Metrò dell’arte, fiore all’occhiello mondiale del trasporto cittadino, continua a scovare la storia. Maggio 2004: vengono alla luce frammenti di un frontone e pezzi di colonne: reperti di un edificio imponente edificato nella prima epoca imperiale. Ma la storia prosegue. Scavando nelle viscere della città, ogni picconata promette di regalare nuove incredibili scoperte. Non è accaduto così, sempre in piazza Nicola Amore, con i resti dell’acquedotto romano? Un breve pezzo di condotta, probabilmente di età augustea, ricco di graffiti che ne testimoniano l’opera di ristrutturazione addebitata ad un nobile patrizio di nome Agapitus. E così è successo anche nel giugno del 2006, quando, in piazza Municipio, sono state trovate le tracce delle antiche mura (di epoca bizantina e poi aragonese): mura merlate di colore bianco, resti di case, abitazioni di principi angioini affacciate verso via Medina, dotate di raffinate pitture murarie, che nel 1465 un ignoto cronista-pittore aveva immortalato nella celebre tavola Strozzi. Nel luglio del 2008, poi, i lavori per la costruzione della stazione “Università” della Linea 1 della Metropolitana, in corso sul versante nord di piazza Bovio, portano alla luce altri reperti: i resti di un fortilizio bizantino, probabilmente fatto costruire dal generale Narsete. E’ attorno a questi tesori che, a lavori compiuti, sorgerà il museo all’aperto della stazione di piazza Municipio. Entro il 90

perhaps all that remains of an ancient fleet. Shortly afterwards, workers tunnelling beneath nearby Piazza Nicola Amore came across the remains of an important public building from the Augustan age, an exquisite, late medieval marble fountain embellished with

carvings of sailboats, the ruined floor of the ancient Gymnasium and a terracotta funeral urn containing the skeleton of a child – proof that there was once a necropolis near the harbour. In 2004, the marble head of a Roman statue portraying a member of the imperial family was brought to light.


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2011, infatti, quando i lavori della Metropolitana saranno ultimati, la zona dei ritrovamenti acquisterà un altro volto. Più consono alla storia plurisecolare della culla di Megaride. L’idea è aprire la piazza al fronte del mare. Il nuovo fossato del Maschio Angioino ospiterà un’area pedonale scoperta che camminerà in parallelo con l’area espositiva dove saranno conservati i reperti archeologici venuti alla luce (in particolare le navi e i resti del porto). Perché la storia della sirena Partenope ha una missione da assolvere: tornare a splendere, incantando e affascinando anche il più distratto dei visitatori.

The Art Metro, a world leader in urban transport systems, had still more historical events to reveal. May 2004 saw the discovery of fragments of a pediment and sections of columns of a majestic, Augustan temple embellished with prized marbles and superb architectural features which was demolished during the wars against the Goths. Construction workers have to tread very carefully because there could be other untold treasures beneath their feet, like the remains of the Roman aqueduct modified by Byzantine engineers led by Agapitus in Piazza Nicola Amore. In June 2006, the remains of the Byzantine and Aragonese ramparts were found in Piazza Municipio along with the frescoed Angevin houses immortalised in the famous Strozzi panel painting of 1465. In July 2008, work proceeded on the

construction of the University station in Piazza Bovio, bringing to light the remains of a Byzantine fort, probably built by General Narses out of the remains of a 2nd century AD Roman monument, and two paintings depicting a sacrifice in the presence of the emperor and a group of legionaries and citizens in togas. When the construction work is completed in 2011, Piazza Municipio will have a look reflecting the millennia-spanning history of Naples: an open-air museum around the station, and the port restored to its former appearance within the urban fabric. The moat around the Maschio Angioino will be a pedestrian zone next to the exhibition site with its relics and, in particular, the remains of the Roman vessels so that the ancient city of the Siren Parthenope can once again amaze all who come there. 91


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Da Partenope a Neapolis. 4 Miglio Sacro, l’itinerario per l’anima di Mauro Marozzi

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alla tomba di San Gennaro al suo tesoro. Un viaggio nella storia lungo un miglio. Immersi tra suggestioni ed emozioni, alla riscoperta dei monumenti e delle testimonianze artistiche che si celano nel ventre antico di Napoli. Lì, a un tiro di schioppo dalle viscere del rione Sanità e dal magico intreccio dei Decumani. Un miglio che trasuda emozioni. E ha il sapore del sacro. Il viaggio ha inizio dal primo sepolcro di San Gennaro, il Patrono di Partenope, custodito, un tempo, nelle catacombe di Capodimonte, per poi arrivare alla Cattedrale di via Duomo, là dove oggi riposano i resti mortali del

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From Parthenope to Neapolis. The Sacred Mile: an itinerary for the soul Mauro Marozzi

A mile-long, emotional journey through history, from the tomb of San Gennaro, Patron Saint of Naples, in the catacombs of

Capodimonte to the Cathedral in Via Duomo where the mortal remains and blood of the martyred bishop are now preserved. The Sacred Mile itinerary follows the enchanting streets of Greco-Roman Neapolis, flanked by majestic buildings and sites: the Incoronata and San Gennaro dei Poveri basilicas, the


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vescovo di Benevento e il suo sangue. Lungo il tragitto si ripercorrono le strade che costeggiano gli insediamenti millenari della Neapolis grecoromana. Luoghi dal fascino unico, costellati da antichi edifici religiosi, oggi trasformati in gallerie d’arte e case d’accoglienza. Questo è il Miglio sacro, un itinerario restituito alla città e ai napoletani, prima ancora che ai turisti. Tredici le tappe che ne segnano il percorso. Partendo dalla Sanità, è possibile scoprire gioielli come la Basilica dell’Incoronata, la Basilica di San Gennaro dei Poveri, il cimitero delle Fontanelle, la Basilica di Santa Maria della Sanità, le catacombe di San Gaudioso, la Basilica di San Severo, la sacra famiglia dei Cinesi, Palazzo Sanfelice, il Palazzo dello Spagnolo, Santa Maria dei Vergini, Porta San Gennaro, il Museo Diocesiano, la Cattedrale, il Battistero di San Giovanni in Fonte e, infine, la Cappella del Tesoro del Duomo. Tra le iniziative più importanti legate all’esaltazione delle bellezze di questo particolare percorso d’arte, la più significativa è quella promossa dall’Arcidiocesi di Napoli: “San Gennaro extra moenia”, evento realizzato grazie al contributo della Fondazione per il Sud e dell’associazione “L’Altra Napoli Onlus”, con la collaborazione di Antonio Loffredo, parroco della chiesa di Santa Maria alla Sanità. L’iniziativa propone un tecnologico e innovativo impianto di illuminazione delle Catacombe di Capodimonte che, insieme ai totem interattivi di Ibm - una guida della “Napoli Sacra” per Iphone - proietta il visita-

In queste pagine, immagini delle catacombe di San Gennaro

Fontanelle cemetery, Santa Maria della Sanità, the catacombs of San Gaudioso, the San Severo basilica, Palazzo Sanfelice, Palazzo dello Spagnolo, Santa Maria dei Vergini, the San Gennaro gate, the Diocesan Museum, the Cathedral, the San Giovanni in Fonte baptistery and finally

the Chapel of the Treasure in the Duomo. One of the best initiatives promoting this art itinerary is “San Gennaro extra moenia”, organised by the archdiocese of Naples with an innovative lighting system for the Catacombs of Capodimonte and an online Iphone guide to “Sacred Naples”. 93


Campania, una storia scavata

tore in un viaggio a ritroso nel tempo calandolo in un’atmosfera mozzafiato. Le Catacombe, sorta di basilica sotterranea che si estende in tutta la falda della collina di Capodimonte, rappresentano il fiore all’occhiello del Miglio sacro: fu qui, infatti, che, per volere del vescovo San Zosimo, subito dopo il martirio, fu seppellito il corpo di San Gennaro. I resti del porporato sannita decapitato a Pozzuoli riposarono sotto la collina fino all’VIII secolo, quando il vescovo San Giovanni ne dispose il trasferimento in un’altra e più sicura sede. Illuminate dalla luce artificiale di mille lampade, le Catacombe di San Gennaro assumono un aspetto magico e sorprendente, svelando particolari come i rudimentali affreschi delle volte, dall’incommensurabile valore storico. Da Capodimonte a Materdei il tour alla riscoperta della Napoli sacra porta in uno dei luoghi di culto più celebri della culla di Megaride: il Cimitero delle Fontanelle. Scavato nella roccia tufacea del vallone dei Girolamini, il cimitero è composto da numerosi ambienti utilizzati come ossario a partire dal 1656, anno della peste, flagello che provocò almeno trecentomila morti in città, fino all’epidemia di colera del 1836. Il cimitero fu chiuso nel 1969 dal cardinale di Napoli Corrado Ursi, preoccupato per i segnali di feticismo che il culto delle Anime pezzentelle andava denotando. Abbandonato per molti anni, l’ossario è stato messo in sicurezza solo di recente, quando è tornato di nuovo accessibile al pubblico. 94

The breathtaking Catacombs, a sort of underground basilica, is the focal point of the Sacred Mile. San Gennaro was buried here immediately after his martyrdom in Pozzuoli and remained here until the 8th century. Illuminated by thousands of lights, the Catacombs of San Gennaro take on a magical aura and reveal details like the rudimentary but historically priceless frescoes on the vaults. The tour continues to one of the most famous sacred locations in Naples: the Fontanelle cemetery. Dug out of the tuff bedrock in

the Valley of the Hieronymites, the cemetery comprises chambers that were used as an ossuary between 1656, when plague reaped 300,000 victims in the city, and 1836, the year of the cholera outbreak. Closed in 1969 following the Cardinal of Naples’s concerns related to the cult of the Poor Souls, it has only recently been rendered safe and made accessible to the general public again. Close by is one of the most important 17th century churches in Naples: the basilica of Santa Maria della



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Pochi metri più in là svetta una delle chiese più importanti della Napoli seicentesca: si tratta della basilica di Santa Maria della Sanità. E’ qui, sotto le fondamenta dell’edificio progettato da fra Giuseppe Nuvolo che si trova il varco d’accesso alle Catacombe di San Gaudioso, un tempo luogo di sepoltura del vescovo africano di Abitina, giunto a Napoli probabilmente nel 439, su una nave abbandonata in mare, in seguito alla persecuzione del re dei Vandali Genserico. La traslazione delle reliquie di Gaudioso, diventato famoso per aver riorganizzato la vita monastica in città, provocò l’abbandono del sepolcreto fino al XVI secolo quando il ritrovamento di un’immagine della Madonna con Bambino (la più antica di Napoli) portò alla riscoperta e alla successiva valorizzazione dell’antico cimitero, sulle cui volte fu edificata, proprio in seguito al continuo e incessante afflusso di pellegrini, la sovrastante basilica. Elemento particolare delle catacombe è la sepoltura dei crani dei defunti che venivano praticamente incassati nelle pareti dell’ambulacro e l’apertura di una nuova zona posta proprio al di sotto del cimitero, destinata alla realizzazione dei cosiddetti “seditoi”, anche detti in dialetto “cantarelle” o “scolatoi”. Si tratta di sedili scavati nel tufo dotati di un vaso sottoposto, su cui i corpi dei defunti venivano disposti a disseccare prima di essere inumati. Dai sepolcreti della Sanità allo spettacolo offerto dalle architetture del Regno delle Due Sicilie, il Miglio continua a regalare emozioni. 96

Eccoci allora davanti al Palazzo dello Spagnolo, autentica perla della Napoli settecentesca. Edificato a partire dal 1738 per volontà del marchese Nicola Moscati, l’edificio è caratterizzato da un’originale scala detta “ad ali di falco” in grado di regalare un colpo d’occhio unico. Alle soglie del XIX secolo la nobile dimora fu venduta a Tommaso Atienza, detto “lo Spagnolo” da cui l’intitolazione. Lasciato il rione Sanità, il percorso del Miglio conduce lungo le rotte di via Duomo, antico centro del culto pagano e, al tempo stesso, culla del Cristianesimo napoletano. Fu qui che Carlo I gettò le fondamenta della nuova Cattedrale, poi ultimata nel 1608. Un autentico tesoro d’ar-


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te e architettura che merita di essere visitato palmo a palmo. E’ sotto le sue volte che è custodita la celebre Cappella del tesoro di San Gennaro, fortemente voluta dal popolo napoletano in segno di devozione per la scampata peste del 1527 e poi arricchita, nel corso dei secoli, dalle sempre più frequenti donazioni di oro e preziosi da parte dei devoti. Pensate, il suo valore supera addirittura quello del tesoro della Corona di Inghilterra. Tra questi la famosa Mitra, in argento dorato ornato di 3.694 tra rubini, smeraldi e diamanti, e la collana, con tredici grosse maglie in oro massiccio alle quali sono appese croci tempestate di pietre preziose.

Sanità, under whose foundations is the entrance to the Catacombs of San Gaudioso, the African bishop of Abitina who came to Naples around 439 and reorganised monastic life in the city. The catacombs were abandoned when his remains were moved elsewhere, but the finding of an image of the Madonna and child (the oldest in Naples) in the 16th century led to the cemetery being reopened and a basilica built above it to accommodate the thousands of pilgrims who flocked to it. Unusually, the skulls of the dead were incorporated into the walls of the ambulacrum and chambers were built beneath the crypt where the dead could be seated in stone chairs so that their bodies would dry out and their fluids collected in a pot below, before being buried. The Sacred Mile continues with the spectacular architecture of the Kingdom of the Two Sicilies. The beautiful Palazzo dello Spagno-

lo with its spectacular ‘hawk-wing’ staircase was built in 1738 by the marquis Nicola Moscati and was sold in the early 19th century to Tommaso Atienza, nicknamed “lo Spagnolo” (the Spaniard). The itinerary proceeds along Via Duomo, the former heart of pagan cults and, at the same time, the cradle of Christianity in Naples. Charles I laid the foundations for the new cathedral which was completed in 1608 and is a wonder of art and architecture. It houses the famous Chapel of the Treasure of San Gennaro, an act of devotion demanded by the survivors of the plague outbreak of 1527. Over the years, devotees have made gifts of gold and precious stones and the treasure is thought to have a value greater than the British crown jewels. For instance, the famous gold and silver mitre is studded with 3,694 rubies, emeralds and diamonds and the necklace has thirteen links of solid gold and crucifixes of precious stones. 97


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Le donne della Campania, bellezze che fanno ancora più bella Napoli e la regione.

Nome: Rosa Cognome: Baiano Luogo di nascita: Caserta Anni: 22 Altezza: 1,77 Capelli: castani Occhi: castani La sua storia: Protagonista di diverse campagne pubblicitarie e trasmissioni televisive, è stata tra le prime 10 nel concorso di Miss Italia nel 2006. Per diventare magistrato, studia Legge all’Università Federico II di Napoli In queste pagine e in copertina abito di: Sarli couture Via Gregoriana 41, Roma Via Calabritto 23, Napoli tel. 0812451876 In queste pagine, abito rosa fornito da: Divina Sposa Via Calabritto 20, Napoli tel. 081.7643930 Gioielli: A. C Antonio Caramanna Via Cavallerizza, 2 - Napoli Tel. 081.423852 Via Calabritto, 22 - Napoli Tel. 081.7649875 www.caramannagioielli.it Foto: Michele Attanasio Make up & hair: Loredana Puzone per Francesco Riva


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Campania Eventi


Maggio dei Monumenti 2010


maggio dei manumenti

Ritorno al Barocco…e non solo Quando Napoli parlava spagnolo di Gabriele Scarpa

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a Penisola iberica dietro l’angolo. Chiaja, i Quartieri spagnoli, via Toledo, via Medina, il palazzo reale: sprazzi di Spagna alle pendici del Vesuvio. Che indussero Masaniello a un sogno. Nella sua follia, il capopopolo di piazza Mercato immaginava un ponte lunghissimo in grado di unire Napoli con la corte di Madrid. Un progetto bizzarro e fantasioso. Che ovviamente non fu mai realizzato. E che, a conti fatti, sarebbe servito a poco e niente, visto che le due terre erano già vicinissime. E che lingua, tradizioni e architettura raccontavano una storia sola.

May Monuments 2010. Return to the Baroque… and more! When Naples spoke Spanish Gabriele Scarpa

Chiaja, the Spanish Quarters, via Toledo, via Medina, the royal palace: Spain with

a view of Vesuvius. Neapolitan revolutionary Masaniello dreamed of a bridge joining Naples to the Spanish court, but the two lands were already very close in terms of language, traditions and architecture and they shared a common history. Naples and Spain

Napoli e la Spagna non hanno mai smesso di amarsi. Si sono prese e lasciate tante volte nel corso dei secoli. E il binomio è diventato così inscindibile che ancora oggi diventa impossibile stabilire se è stata Partenope, per prima, a rapire la “terra caliente” o se sono stati gli eredi degli Aragonesi a influenzare Neapolis. Leggende, nomi, religione, arte, toponomastica: tutto sembra rimandare agli anni in cui la culla di Megaride era una delle perle più sfavillanti dell’impero dei re cattolicissimi. Dalla sconfitta degli Angioini alla proclamazione del Viceregno, fino alla pa-

are like two lovers: they have fallen out and made up so often that it is impossible to say which most influenced the other. Legends, religion, art and the names of people and places recall the time when Naples was one of the pearls in the crown of the fervently catholic

Spanish monarchy. Ever since the defeat of the Angevins, the two had an almost parallel history under the domination of the Viceroys and the Bourbon dynasty, and when Charles III, the first king of Naples, rose to the Spanish throne in 1759, he expressed regret at leaving 103


maggio dei manumenti

rentesi austriaca e alla riconquista borbonica, le due realtà hanno vissuto quasi sempre in simbiosi. Carlo III, il primo re di Napoli, quando nel 1759 passò sul trono di Madrid sentì il bisogno di testimoniare la sua nostalgia per la città che lo aveva adottato, lui che la considerava “un pezzo di cielo caduto in terra”, ne adottò i colori (giallo e rosso) come colori della bandiera spagnola. Esiste, dunque, uno scrigno migliore di quello affacciato sul Golfo per testimoniare la presenza iberica a Sud del Garigliano? Sicuramente no. E proprio per suggellare questo matrimonio, proprio per rimarcare l’essenza caliente della città di Virgilio, il tema di quest’anno del Maggio dei Monumenti si baserà sulla “Napoli degli Spagnoli”, quella del barocco stile partenopeo. Come ogni anno, infatti, anche la primavera del 2010 vedrà protagonista òa Napoli città d’arte, con la sedicesima edizione della kermesse organizzata dal Comune di Napoli. Per l’occasione sono stati costruiti 10 itinerari attraverso i quali sarà possibile incontrare e ammirare praticamente tutte le principali e più belle testimonianze dell’epoca spagnola che ancora oggi rendono la città di San Gennaro un palcoscenico d’arte di rara bellezza. Ogni week end del mese saranno offerti tour guidati gratuiti per due itinerari. Le visite si avvarranno di personale specializzato appositamente selezionato. Dureranno due ore e saranno svolte, oltre che in ita104

liano, anche in inglese e spagnolo. Del tutto eccezionale sarà poi l’apertura straordinaria di almeno una struttura di epoca spagnola lungo ciascuno dei dieci itinerari. Saranno così visitabili strutture museali e monumentali normalmente chiuse al pubblico che, in occasione dell’iniziativa, apriranno le loro porte ai visitatori. E’ il caso della Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, in cui si potrà ammirare il monumento sepolcrale del viceré Pedro De Toledo, o la


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Palazzo Donn’Anna

chiesa dei Gerolamini, che ospita affreschi di Francesco Solimena. Quasi impossibile elencare tutti gli edifici, le chiese e i palazzi fatti edificare dai regnanti di Spagna all’ombra del Vesuvio. Forzieri ricchi di fascino che non attendono altro che di lasciarsi aprire. Solo in via Toledo se ne contano almeno una decina. E che dire di quelli affacciati sulle rive del mare? Come Palazzo Donn’Anna: le sue fondamenta risalgono al XVII secolo, quando l’edificio fu innalzato per

what he called it “a part of heaven that has fallen to earth” and chose the city’s colours (red and yellow) for the Spanish flag. Naples is a treasure trove of Spanish culture in Italy, which is why the theme of May Monuments 2010 is “the Spaniards’ Naples” and the Neapolitan baroque. This 16th edition of the event has created 10 itineraries (two each weekend) taking in almost all the sites and the incredible artworks from the Spanish Age. The guided tours will be free of charge and led by experts with a documentary in Italian, English and Spanish. Monuments from the Spanish Age normally closed to the public have been opened specially for the occasion, such as the church of San Giacomo degli Spagnoli – site of the tomb of Viceroy don Pedro De Toledo – or the

church of the Hieronymites with its frescoes by Francesco Solimena. It would be almost impossible to list all the monuments, churches and buildings built by the Spanish in Naples. In Via Toledo alone there are at least ten, not to mention those along the seashore, like Palazzo Donn’Anna, built in the 17th century for Donna Anna Carafa, wife of the Viceroy Ramiro Núñez de Guzmán, Duke of Medina de las Torres. The stunning Royal Palace in Piazza Plebiscito already housed numerous offices at the time of the viceroys but it was refurbished and embellished for the visit of the King of Spain to Naples. Nearby is the maze of alleys known as the Spanish Quarters, built to house the Spanish troops, and the San Carlo opera house. At Capodimonte and in Portici are two more palaces built 105


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Uno scorcio del Teatro San Carlo

by Charles III between 1734 and 1759, which fully reflect the majesty of the rulers from Madrid. However, May Monuments is not just about architecture. The 2010 edition will focus on the influence that the Spanish rulers had on art and culture, by means of lively shows and events held in buildings constructed during the two centuries of 106

Spanish rule. The first weekend will be dedicated to the Baroque music that made Naples the European capital of melody, and the second will tackle theatre. The third weekend is about dance and will see displays of tango and tammurriata in the city centre. The fourth weekend is concerned with cinema, celebrating the affinity between Naples and the country of

la volontà di Donna Anna Carafa, consorte del viceré Ramiro Núñez de Guzmán, duca di Medina de las Torres. E il Palazzo Reale? La sfavillante dimora di piazza Plebiscito, già sede delle istituzioni del vicereame, fu ulteriormente ingrandita e abbellita perché avrebbe dovuto ospitare il sovrano spagnolo in visita a Napoli. E che dire allora del fitto reticolato costituito dai bassi dei Quartieri Spagnoli, realizzati proprio per dare un alloggio ai militari iberici? Come non menzionare il Teatro San Carlo, la reggia di Capodimonte e il Palazzo Reale di Portici, voluti da re Carlo III tra il 1734 e il 1759? Sono forse questi luoghi, questi monumenti, queste testimonianze artistiche e architettoniche così distanti da Madrid? Ma il Maggio dei Monumenti è

Almodovar and Buñuel. The theme of the fifth weekend is how the written word united the two cultures, illustrated by parallel stories about the city told by Neapolitan and Spanish writers. May Monuments is a showcase for the rare beauty of the historic centre – now a UNESCO world heritage site – which will be illustrated during the itineraries and

by the events organised by the City Council to reveal the Spanish ‘heart’ of Naples. Ever since its first edition in 1994, the aim of this event has been to bring the heritage of Naples and its unique treasures to the attention of the general public, and it is now one of the most popular tourist events of any of Italy’s numerous ‘cities of art’.



maggio dei manumenti

questo e molto altro. L’edizione 2010, infatti, sarà anche l’occasione per raccontare e far vivere le tante contaminazioni culturali che il passaggio degli spagnoli ha lasciato a Napoli: non solo monumenti, chiese e palazzi, dunque, ma anche arte e cultura. Così, durante tutti i fine settimana in quegli stessi gioielli architettonici e museali realizzati in oltre due secoli di

storia si terranno spettacoli ed eventi in grado di animare e vivacizzare l’intera città. Dopo l’evento di apertura, il primo week end sarà dedicato alla musica. Toccherà all’arte delle sette note ripercorrere quella grande stagione musicale barocca che rese Napoli capitale europea del pentagramma; il secondo week-end sarà interamente incentrato sul teatro, che a partire

Dieci itinerari alla scoperta dell’anima caliente di Partenope Cinque tappe per dieci percorsi, alla scoperta della testimonianze della presenza spagnola nella città del Golfo. “Abbiamo deciso di far svolgere le nostre visite guidate principalmente su dieci itinerari - spiega l’assessore comunale al Turismo Valeria Valente - due per ogni fine settimana, lungo i quali sorgono tante testimonianze del passaggio degli spagnoli nella culla di Partenope”. Questi gli itinerari individuati, grazie alla collaborazione del direttore dell’istituto Cervantes di Napoli, Josè Quirante Rives: il primo week end (1 e 2 maggio), dal Teatro di San Carlo a Santa Maria La Nova, e da Port’Alba a Santa Teresa degli Scalzi. Il secondo (8 e 9 maggio), da Largo Monteoliveto a Piazza S. Domenico Maggiore e da Largo S. Maria Maggiore a S. Giovanni a Carbonara; il terzo (15 e 16 maggio), da Piazza Municipio a Largo Mercatello e dalla Fontana del Sebeto alla Fontana dell’Immacolatella; il quarto (22 e 23 maggio), da Porta San Gennaro a San Gennaro dei Poveri e da Piazzetta Nilo a Via Duomo; il quinto (29 e 30 maggio), da Piazza Plebiscito a Pizzofalcone e da Piedigrotta a Via Vittoria Colonna. Itinerari artistici a parte, anche quest’anno l’edizione del Maggio si annuncia ricca di novità. “Abbiamo previsto dieci, bellissime sorprese: dieci aperture straordinarie di altrettanti siti monumentali - prosegue l’assessore Valente -, che saranno visitabili in occasione del Maggio e, in qualche caso, resteranno aperti anche dopo. Sono strutture realizzate nell’epoca della Napoli spagnola, o che celano al loro interno importanti testimonianze del Barocco. Si tratta della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci, della Chiesa della Redenzione dei Captivi, della Chiesa Sant’Agostino degli Scalzi, della Chiesa dei Gerolamini, della Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, della Chiesa di S. Maria del Parto, della Chiesa della Sanità e di San Vincenzo, della Chiesa di Donnaròmita, dell’Archivio di Stato Militare e di Palazzo Siringano”. 108


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Panorama partenopeo visto da Posillipo

Ten itineraries to discover the warm heart of ancient Parthenope Five weekends and ten itineraries to discover the Spanish presence in the city of the Siren Parthenope. “We have decided to organise our guided tours primarily in ten itineraries – two for each weekend – which will highlight the Spanish presence in old Naples”, explains City Councillor for Tourism Valeria Valente. Let’s look at the itineraries set up with the help of the Director of the Cervantes Institute in Naples, Josè Quirante Rives. 1st weekend (1st and 2nd May): from the San Carlo Opera House to Santa Maria La Nova, and from Port’Alba to Santa Teresa degli Scalzi. 2nd weekend (8th and 9th May): from Largo Monteoliveto to Piazza S. Domenico Maggiore, and from Largo S. Maria Maggiore to S. Giovanni a Carbonara; 3rd weekend (15th and 16th May): from Piazza Municipio to Largo Mercatello, and from the Sebeto Fountain to the Immacolatella Fountain; 4th weekend (22nd and 23rd May): from Porta San Gennaro to San Gennaro dei Poveri, and from Piazzetta Nilo to Via Duomo; 5th weekend (29th and 30th May): from Piazza Plebiscito to Pizzofalcone, and from Piedigrotta to Via Vittoria Colonna. Besides the artistic itineraries, this year’s May Monuments event will have numerous new features. “We have ten fantastic surprises: ten monuments will be opened specially for the occasion”, continues Councillor Valente, “and some will remain open afterwards. These monuments, which were either built during the Spanish domination of Naples or contain important Baroque features, are the churches Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci, Chiesa della Redenzione dei Captivi, Chiesa Sant’Agostino degli Scalzi, Chiesa dei Gerolamini, Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, Chiesa di S. Maria del Parto, Chiesa della Sanità e di San Vincenzo and the Chiesa di Donnaròmita, the Military State Archives and Palazzo Siringano”. 109


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Particolare del Chiostro dei Gerolamini

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dall’eredità linguistica spagnola esplorerà il terreno comune tra Partenope e la Spagna; il terzo sarà riservato alla danza, che vedrà molti luoghi del Centro storico animarsi di balli, dal tango alla tammurriata; nel quarto week-end spazio alla magia del cinema, con la “settima arte” chiamata a celebrare le affinità tra Napoli e la nazione di Almodovar, Luis Buñuel e tanti altri grandi maestri; il quinto sarà quello della parola scritta, un modo tutto particolare per rappresentare l’incontro tra le due culture, attraverso i racconti paralleli che uno scrittore napoletano e uno scrittore spagnolo faranno della città. Il Maggio dei Monumenti è un’autentica vetrina. Una lente d’ingrandimento poggiata sulle rarità di un Centro storico dichiarato patrimonio mondiale dall’Unesco. Grazie all’evento di quest’anno sarà possibile passeggiare in via Duomo e ai Decumani, in piazza Plebiscito e a via Roma scegliendo itinerari selezionati con cura, che andranno a integrare il calendario degli appuntamenti approntato dal Comune per svelare l’anima spagnola della città di Virgilio. La manifestazione di primavera, tenutasi la prima volta nel 1994, fu ideata proprio per riscoprire il patrimonio artistico della culla di Megaride, dotata di tesori unici spesso nascosti al grande pubblico. Da allora, il Maggio napoletano è divenuto un appuntamento fisso della primavera del turismo e uno tra gli eventi più gettonati nel vasto panorama delle città d’arte italiane.



maggio dei manumenti

Parla l’assessore al Turismo del Comune di Napoli, Valeria Valente

“In questo Maggio, Napoli stupirà ancora” di Gabriele Scarpa

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Cinque week end alla riscoperta della Napoli degli spagnoli. Musica, teatro, danza, cinema e cultura. Perché il linguaggio dell’arte e dell’architettura non conosce confini. Soprattutto se legato a filo doppio alla “terra caliente”. La mission della capitale del Golfo passa attraverso il Maggio dei Monumenti, la vetrina annuale delle bellezze di Neapolis. Che quest’anno punta le sue carte sull’anima iberica di Partenope. Assessore Valente, il tema di quest’anno del Maggio dei Monumenti verterà sulla Napoli degli spagnoli. Perché questa scelta? “La premessa è d’obbligo: il Maggio è nato, ormai sedici anni fa, con la mission precisa di valorizzare il patrimonio

monumentale di Napoli, ampliandone l’accesso e la fruizione da parte dei cittadini e dei turisti. In tanti anni, ha avuto il merito di scoprire e far scoprire anche gli angoli più nascosti. Quest’anno ci è sembrato giusto focalizzare l’attenzione su una fase storica particolarmente vivace dal punto di vista delle espressioni artistiche. La presenza degli spagnoli a Napoli, in quasi due secoli di storia, ha dato infatti un forte impulso al fiorire della pittura, della scultura e dell’architettura barocca”. Attraverso il Maggio, il Centro storico balzerà in vetrina. Può essere questa un’ulteriore occasione per il rilancio di un tesoro dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità?

We speak to Valeria Valente, the Naples City Councillor responsible for tourism

Monuments event is Naples during the Spanish domination. Where did that idea come from? “First of all, let me say that the event was created 16 years ago with the precise mission to valorise the monumental heritage of Naples and to enhance access to its sites for the benefit of townspeople and tourists. Over the years it has discovered and drawn attention to some of its less well-known monuments. This year it seemed fitting to focus attention on what was, for Naples, a particularly dynamic phase in terms of artistic expression. The Spanish presence in Naples for almost 200 years injected new energy into Baroque architecture, painting and sculpture”. May Monuments will showcase the historic city centre. Might this be another opportunity to re-

“This May, Naples will once again be astounding” Gabriele Scarpa Five weekends to discover ‘Spanish’ Naples. Music, theatre, dance, cinema and culture, because the language of art and architecture knows no boundaries, especially where warmhearted Naples is concerned. The mission of the ‘City on the Gulf’ includes May Monuments, the annual event which showcases the astounding heritage of Naples. This year focuses on the Spanish heart of the city of the Siren Parthenope. Councillor Valente, the theme of this year’s May

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maggio dei manumenti

“Il Centro storico di Napoli è un immenso forziere di testimonianze artistiche e quindi è sempre al centro delle nostre iniziative. E’, anche in un certo senso, il cuore della città, teatro naturale per una serie di eventi e iniziative. Quindi è ovvio e naturale che sia il protagonista anche di questa edizione del Maggio, il cui fulcro principale, oltre agli eventi che organizzeremo, sono sempre le visi-

te guidate gratuite, in inglese e spagnolo, condotte da personale qualificato appositamente selezionato”. Ma Napoli è anche e soprattutto la città del barocco… “Esatto. Una novità è l’impostazione di questo Maggio, quella cioè di declinare il tema del barocco in maniera diversa ogni fine settimana: dopo l’evento di apertura, musica, teatro, danza (dal tango alla tammurriata); la magia del cinema che celebrerà le affinità tra Napoli e la nazione di Almodovar, Luis Buñuel e tanti altri grandi maestri; e infine la letteratura, a rappresentare l’incontro tra le due culture, attraverso i racconti paralleli che uno scrittore napoletano e uno scrittore spagnolo faranno della città”. Insomma, un Maggio che promette di stupire anche quest’anno… “Direi proprio di sì. Credo, infatti, che questo Maggio abbia tutte le carte in regola per attrarre tanti turisti e incuriosire molti napoletani”.

launch an area that UNESCO has classified as a world heritage site? “The historic centre of Naples is an artistic treasure trove and it is, therefore, the focal point of our initiatives. It is also, in one sense, the heart of the city - a natural stage for a series of events and programmes. So it is obvious and natural that pride of place for this edition of May Monuments should be reserved, not only for the events we have organised, but principally for the free guided tours in English and Spanish conducted by qualified and carefully chosen personnel”. But Naples is also, and above all, the city of the Baroque. “Precisely. One new feature of this year’s event is

the idea to develop the Baroque theme in exciting new ways each weekend. After the opening ceremony there will be music, theatre, dance (from the tango to the Neapolitan tammurriata); the magic of the silver screen will celebrate the affinities between Naples and the home country of Almodovar, Buñuel and other great directors; and finally, literature will provide an interface between the two cultures through parallel accounts of the city by two writers, one Neapolitan and one Spanish”. So, a May Monuments event that will once again be astounding. “Definitely. I think that this May will attract more tourists than ever before and stimulate the curiosity of many Neapolitans”.

L’assessore comunale Valeria Valente

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Campania eventi

Forum delle Culture. 1 / Parla l’assessore Nicola Oddati

“Dal passato al futuro, un grande evento per il rilancio di Antonio Di Costanzo

“I

l Forum delle Culture sarà la grande occasione per rilanciare l’immagine di Napoli”. Ne è convinto l’assessore comunale alla Cultura, Nicola Oddati, cui è stato affidato l’incarico di organizzare la kermesse che riporterà il capoluogo campano al centro del mondo. Assessore Oddati, nel 2013 Napoli ospiterà il “Forum delle culture”. Che evento sarà? “Il Forum Universale delle culture può e deve rappresentare una svolta per Napoli. Del resto,il progetto che abbiamo presentato nel 2007 alla Fundacion di Barcellona e all’Unesco si fonda non solo sull’aspetto culturale, ma anche sulla riqualificazione urbana. L’Agorà del Forum sorgerà nell’area occidentale, ma è chiaro che tutta la città sarà protagonista”.

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Forum of Cultures “From the past to the future: an event to relaunch Naples” Antonio Di Costanzo

“The Forum of Cultures will be a perfect opportunity to relaunch the image of Naples”, affirms Nicola Oddati, City councillor responsible for

Culture and for organising the event. Councillor Oddati, in 2013 Naples will host the “Forum of Cultures”. What kind of event will it be? “The Universal Forum of Cultures can and must be a chance for Naples to change. The project we presented to the Barcelona Fundacion and to UNESCO focuses not only on the cultural aspect


Campania eventi

Nella pagina a sinistra, l’interno della Basilica di Santa Chiara; qui in alto Spaccanapoli

but also on urban requalification, which will bring benefits for the whole city”. Will the historic centre of Naples benefit from the Forum? “The City Council’s strategy plan is targeted on two major projects: the Universal Forum of Cultures and the historic city centre. We have initiated an EU-funded

development strategy focusing on the ancient heart of the city, which has been declared a UNESCO world heritage site, with an investment of over 300 million Euros and hopefully the private sector will want to get involved”. What interventions are envisaged in the city centre? “I see the Forum as an extraordinary event which will

Attraverso il Forum, Napoli riuscirà a valorizzare il Centro storico? “Due sono i progetti motore alla base del Piano Strategico della città di Napoli: il Forum Universale delle Culture e il Centro storico. Con il Programma Integrato Urbano abbiamo innescato una strategia di sviluppo che fa leva sui fondi europei per dare vita a una città che valorizza il suo cuore antico che è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Investiremo più di 300 milioni di euro e speriamo di stimolare l’attenzione dei privati”. Quali interventi sono previsti nel cuore della città? “Immagino il Forum come un evento straordinario per svolgere un lavoro ordinario di riqualificazione e modernizzazione della no115


Campania eventi

stra città. L’impianto tecnico del Piano Integrato Urbano si basa su due grandi “drivers”, cultura e accoglienza, e su quattro azioni cardine: riqualificazione ambientale e delle aree mercatali. Gli interventi principali sono quelli relativi all’area Unesco: Centro antico, città di fondazione, area della Sanità, Montesanto, (con il recupero del complesso dell’ex Ospedale Militare), e della fascia costiera che da piazza Mercato arriva a piazza Municipio”. Lei sostiene che per arrivare alla Napoli del futuro bisogna necessariamente partire da quella del passato, ritiene che puntare sui Decumani possa essere la sfida giusta? “La kermesse durerà 101 giornie sarà articolata, attraverso dialoghi, esposizioni ed espressioni culturali, in 5 grandi aree corrispondenti ai 5 continenti. Simbolicamente il Forum ospiterà 101 città, una al giorno sarà protagonista dell’evento. Ai quattro assi tematici principali: “condizioni per la pace, sviluppo sostenibile, conoscenza e diversità culturale”, abbiamo aggiunto quello della “Memoria del futuro: conoscere le proprie radici per progettare il futuro comune”. Con un tema simile come può non essere protagonista il Centro storico ed antico della nostra città?”. A che punto siete nell’organizzazione dell’evento? “Lavoro a questo evento fin dal 2002 quando Napoli sottoscrisse con Barcellona un protocollo di amicizia e di collaborazione culturale. Nell’estate del 2007 siamo stati protagonisti della seconda edizione del Forum svoltasi in Messico, a Monterrey, attraverso uno spazio espositivo chiamato “Napul’è”, che offrì a oltre 4 milioni e mezzo di visitatori la possibilità di un viaggio virtuale nella storia, archeologia, architettura, arte, cinematografia, teatro e tradizione musicale di Napoli”. 116

allow us to enhance and modernise our city. The Integrated Plan is geared towards culture, tourism and requalification of the environment and the market areas. The main interventions will be in the historic centre, the Sanità quarter, Montesanto and the coastline from Piazza Mercato to Piazza Municipio”. You believe that the road to the future of Naples begins in its past. Is that why you chose to focus on the Greco-Roman part of the city? “The event will be

hosted in 5 large areas to reflect the 5 continents and each of the 101 days of the Forum will be dedicated to a different ‘guest’ city. The 4 main themes of “conditions for peace, sustainable growth, knowledge and cultural diversity” will be extended to include “Memory of the future: planning a shared future by understanding your roots”. That is why we have focused on the city’s historic centre”. What progress has been made in organising the event?


Campania eventi

Qui in alto, la basilica di Santa Maria Regina Coeli; a sinistra l’assessore Nicola Oddati

“I have been working on this event since 2002, when Naples reached an agreement for cultural cooperation with Barcelona. In 2007, our exhibition at the Mexico Forum in Monterrey provided a virtual tour through the city’s history, archaeology, art, cinema, theatre and music for 4.5 million visitors”. Will artisans, entrepreneurs, cultural associations and the institutions be able to form a winning team? “I am sure they will. We have promoted

the “Forum of the Forum” to enable an exchange of views between all parties involved. We ask for and listen to ideas and suggestions so that everyone takes part in the organisation. For instance, at the Shanghai Expo and the Valparaiso Forum, Naples will have an exhibition of all its areas of excellence. Private enterprise will have to play its part, especially in the hotel and tourist industries, and I have witnessed considerable interest in this respect”.

Artigiani, imprenditori, mondo della cultura, associazioni, istituzioni saranno capaci di fare squadra? “Ne sono convinto. Non a caso abbiamo promosso il “forum del Forum”, una campagna di ascolto e di confronto con la città e le sue forze sociali, imprenditoriali e culturali. Un confronto che prosegue quotidianamente anche attraverso il lavoro della Consulta generale del Forum che ho l’onore di presiedere. Ascoltiamo e chiediamo il supporto di idee, suggerimenti. L’obiettivo è di coinvolgere tutti. Nell’ambito dell’Expo di Shangai e del Forum di Valparaiso, ad esempio, Napoli sarà presente con uno spazio espositivo dove verranno messe in mostra le eccellenze della nostra città. L’impresa privata dovrà fare la propria parte, penso soprattutto al settore dell’accoglienza alberghiera ma non solo. Nei nostri continui confronti, ad esempio con l’Unione Industriali, ho registrato un interesse notevole”. 117


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Forum delle Culture. 2 / Parla Eddy Colonnese

“Il cuore di Napoli ci sta…a cuore” di Marco di Bello

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ochi luoghi hanno lo stesso fascino. Un fascino rimasto intatto nei secoli, pur nella sua incessante evoluzione fatta di incontri e scontri con le culture di tutto il mondo. Pochi luoghi sanno coniugare l’incanto senza tempo della tradizione con il richiamo dell’innovazione. Ordine e caos. Austerità e frivolezza. Vintage e trendy. Tutto e il contrario di tutto. Forse proprio quest’eterna dialettica degli opposti rende il Centro Antico di Napoli un luogo unico. Non a caso l’area identificata con la Neapolis greco-romana è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Un patrimonio dalle immense potenzialità, che il Consorzio Napoli Centro Antico si propone di sviluppare al meglio. «Siamo nati circa un anno fa - afferma il presidente, Eddy Colon-

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Eddy Colonnese, President of the Naples Historic City Centre Consortium “The heart of Naples is in our hearts” Marco Di Bello

Few places have the same fascination. Despite the march of change, this fascination has remained intact over

the centuries, conjugating timeless tradition with the need for innovation. Order and chaos, modern and antique: it is this coupling of opposites that makes the Naples historic city centre such a unique place. GrecoRoman Neapolis is now a UNESCO world heritage site, whose huge potential will be developed by the Naples Historic City Centre


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Nelle foto, a sinistra Eddy Colonnese, qui in alto la guglia di San Domenico Maggiore

Consortium. “Our organisation was set up a year ago to give traders, artisans, associations and residents common goals for the historic city centre,” says consortium president Eddy Colonnese. “The heart of Naples is in our hearts. We have regained possession of our city, cleaning every corner, assigning the street in front of shops to the

various owners and giving instructions on how city life can be improved. We also plan to promote the city as a ‘natural’ shopping centre. Malls are all very well, but they have no soul and can never offer what we can. We will set up hi-tech tourist information and booking systems shared by all members, which will

nese - con l’intento di superare la frammentarietà delle proposte per la riqualificazione del Centro Antico. E costruire tutti insieme, commercianti, artigiani, associazioni, comitati civici e singoli cittadini, un percorso unitario verso l’obiettivo comune”. Motivo? Semplice: “Il cuore di Napoli ci sta… a cuore”, tanto per parafrasare il nome dell’iniziativa promossa dal Consorzio a novembre. “Ci siamo riappropriati del territorio - spiega Colonnese - Abbiamo ripulito ogni angolo e i soci hanno adottato il tratto di strada antistante il proprio negozio. In più, abbiamo distribuito un decalogo per migliorare la vivibilità del Centro Antico”. E questo è solo l’inizio. “Intendiamo candidarci come centro commerciale naturale e a breve lo faremo - annuncia Co119


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lonnese - I mega centri commerciali sono comodi, ma privi di qualsiasi identità. Non potranno mai riprodurre la nostra peculiarità”. Un progetto ambizioso, che proseguirà con la creazione di sistemi tecnologici per l’assistenza ai turisti. “Questi sistemi saranno condivisi da tutti i soci - anticipa Colonnese - e consentiranno di migliorare la fruizione del territorio”. Ottenere un’informazione o prenotare un posto letto sarà come bere un bicchier d’acqua. Insomma, la sfida della globalizzazione si affronta facendo rete. Non ha dubbi Eddy Colonnese, per il quale Napoli ha tutte le carte in regola per imporsi su questo terreno e sul mercato turistico: “Nel nostro Centro Antico si concentrano potenzialità difficilmente riscontrabili in altre metropoli. Oltre a disporre di un enorme patrimonio culturale e artistico, il nostro territorio presenta sistemi commerciali che sono veri e propri poli. A partire da quello letterariomusicale con librerie antiquarie e caffè letterari. Per finire a quello dell’ospitalità con alberghi, bed & breakfast, ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie tra le migliori al mondo”. Davvero tante le realtà da primato. “Dallo shopping d’eccellenza all’artigianato tipico, di qualità e innovativo: un’offerta a 360 gradi - sintetizza Colonnese - che conferisce all’area un appeal senza pari in città”. Ma si vince solo se si è uniti. “In breve abbiamo quasi raggiunto i cento soci. Le istituzioni ci sono vicine. E ora puntiamo a creare infrastrutture per una maggiore vivibilità del territorio, a promuovere le attività dei consorziati con campagne ad hoc e salvaguardare i mestieri a rischio.Tre direttrici impegnative - conclude il presidente del Consorzio Napoli Centro Antico - ma imprescindibili”. 120

facilitate enjoyment of the city.” The challenge of globalisation will be met by networking, and Eddy Colonnese is convinced Naples will emerge victorious. “Our city centre has a potential unmatched elsewhere: an immense cultural and artistic heritage, a world-acclaimed reputation for specific areas of interest, such as antique bookshops, literary cafés, and music, the best

hotels, restaurants, pizzerias and pastry shops in the world as well as excellent shopping districts and quality craftsmanship”. However, unity is the key to success. “We have nearly 100 members and the support of the institutions. We aim to upgrade the city’s infrastructure, promote members’ activities and safeguard endangered professions. These are our primary objectives.”


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Qui in alto, capi d’abbigliamento maschile della Kiton; nella pagina accanto, produzioni femminili firmate Livio De Simone

Le tendenze primavera estate. Così Napoli interpreta la nuova stagione di Annalisa Palmieri

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iori, frutta e futurismo. Per i trendsetter non ci sono dubbi: la regola delle tre effe sbarca anche nel patinato mondo della moda contagiando soprattutto i couturier made in Partenope. Le nuove collezioni Primavera/Estate 2010 dei principali stilisti napoletani rappresentano, non a caso, un vero e proprio omaggio alla Natura con capi che riportano alla mente corolle e boccioli appena dischiusi.

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Spring & summer fashions. How Naples sees the new season Annalisa Palmieri

Flowers, fruit and

futurism. The three ‘F’s enter the glossy world of Neapolitan fashion couturiers, whose spring/summer 2010 collections pay homage to Nature with garments evoking flower petals


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Romantici e spettacolari al tempo stesso, il tailleur-couture in gazar di seta dalla linea essenziale e minimalista firmato Fausto Sarli, che si enfatizza nelle maniche rigirate come calle, ma anche la sua stola da cocktail in tripla organza che unisce l’astrazione del cerchio alla naturalità di cinquecento piccoli fiori stilizzati. E che dire del prezioso abito da sposa tempestato di petali battezzato “Cigno Bianco”, portato sulla passerella di AltaRoma dalla top russa Vlada Roslyakova? Divino, come il robe manteau in radzmir dall’allure avveniristica e la linea aerodinamica, sempre griffato Sarli: quasi un omaggio alle forme dell’avanguardia futurista. Stampe a grandi fiori velate da un effetto fluido e acquatico per Rocco Barocco che per la sua donna non disdegna vestitini bustier e tailleur in cotone, impeccabili, ma morbidi. Parola d’ordine: libertà, con abbinamenti azzardati che vedono giubbotti in pelle col loro peso specifico uniti alla leggerezza di gonne in organza. Tra i colori prevalgono il bianco, il nero, il verde e il rosa. Sempre protagonista il tessuto animalier.

and new buds. The romantic and spectacular gazar silk suits by Fausto Sarli have a minimalist line highlighted by sleeves that are rounded like calla flowers, while his cocktail stole in triple

organza combines an abstract circle motif with 500 small, stylised flowers. Sarli’s precious, petalcovered “White Swan” bridal gown worn by Vlada Roslyakova at the AltaRoma runway is 123


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Limoni, albicocche e nocciole, ricamati a mo’ di tatoo su abiti dalle linee esclusive, per Domenico Lotti in arte Domimì, che con le sue mise intende rendere omaggio alla Campania e ai gustosi frutti della sue terre. Protagonisti dei suoi abiti: incastri, giochi di tessuto, spalline leggermente squadrate, vite morbide e un ritorno all’intramontabile sette ottavi. I costumi sono lavorati all’uncinetto in rafia e filo mentre tra i colori prevalgono il sabbia, i colori pastello e il blu, leitmotiv di gran parte delle collezioni Spring/Summer 2010. Lo ritroviamo, infatti, con le sue infinite sfumature nelle deliziose shoes griffate Sabina Albano che lo ha eletto “nuovo nero” grazie alla sua fama di passepartout. Tra le ultime creazioni della stilista partenopea, sandali da sera ispirati agli anni ’40 impreziositi da ricami che decorano il collo del piede ed esaltano la caviglia, mentre per il giorno, nonostante continui l’escalation della zeppa, torna il tac-

simply divine and his radzimir robe manteau has an aerodynamic, futuristic line. Veiled prints of large flowers create a flowing effect for Rocco Barocco’s impeccably soft cotton suits and bustier outfits. Unusual combinations like leather jackets and lightweight organza 00

skirts in white, black, green and pink. Lemons, apricots and hazelnuts are embroidered onto the exclusive Domimì creations to pay homage to the fruits of Campania, combining fabrics in garments with slightly squared shoulders and soft waists. The costumes, crocheted in raffia and thread,


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co che strizza l’occhio agli anni ’60. Prevalgono i camosci molto colorati e pellami stampa graffiati con ori e argenti dai toni smorzati. Tanto blu, ma anche total bianco e nero per la donna etno-chic & giramondo di Alessio Visone, che ha creato la sua nuova collezione ispirandosi ai costumi tradizionali dei vari Paesi, europei e non solo, rielaborandoli e riadattandoli ai giorni nostri. Capi originali e glamour realizzati con chiffon, sete, cotoni e ricami. Il blu si conferma colore dominante anche della nuova collezione firmata Livio De Simone, contraddistinta da oltre 60 modelli e ben cento variazioni tra combinazioni di colori e tessuti, tutti rigorosamente naturali: seta, cotone, lino e viscosa. I modelli recuperano e aggiornano la vasta gamma dello stile caprese contemporaneo, dai classici kaftani, tanto amati dalle dive degli anni Cinquanta, ai tagli più giovanili fatti di bal-

are predominantly in pastel shades, sand and blue, the leitmotiv of Spring/Summer 2010 collections. Infinite shades of blue, “the new black”, are found in the superb shoes by Sabina Albano. Her latest creations are 1940s-inspired evening shoes with embroidery to highlight the ankle

and, for daywear, a 1960s-style heel. Colourful suede and printed leather with gold and silver details are the main materials. Alessio Visone’s glamorous new collection includes blue and total black and white for the globetrotting, ethnochic lady, inspired by traditional costumes from around the

In alto, creazioni da uomo Kiton; nella pagina di sinistra, abtio firmato Sarli

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In alto, abito di Renato Farina

ze, ruches e linee asimmetriche. Modelli up to date che segnano la svolta del marchio verso uno stile piĂš contemporaneo e giovane. Pietre preziose, gioielli, disegni tribali e linee futuristiche sono invece gli ingredienti principali della collezione Mario Valentino, che predilige laminati, nappe e capretti impreziositi da stampe vivaci, effetti specchio, reti o elaborati intrecci. Anche se non mancano modelli in pregiato pitone da sempre sinonimo di eleganza ed esclusivitĂ . Nappe morbidissime in colori perlati talvolta mixate con tessuti stampati sono state poi utilizzate per la realizzazione di abiti, top, 126

globe in chiffon, silk, and cotton. Blue is again dominant in Livio De Simone’s new collection with 60 models and 100 combinations of colours and natural silk, cotton, linen and viscose. The vast range of Capri styles is updated, from the classic kaftans of 1950s divas to more modern cuts with

asymmetric lines and ruches for a younger look. Precious stones, tribal designs and futuristic lines characterise the Mario Valentino collection in laminate, nappa and kid-skin embellished with vivid prints, mirror effects and elaborate meshes, as well as exclusive python skin. Soft pearled nappa mixed



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In alto, creazioni firmate Cilento; nella pagina 130, un abito Kiton

with printed fabrics are used for suits, tops, skirts and shorts in a bold, young collection to highlight the natural sensuality of the female figure. The latest creations by young fashion virtuoso Rosario Farina have a soft and flowing cut for an elegant modern silhouette. Suits in shantung, voile, chiffon, cady, duchesse and crêpe maroquin come in shades of cyclamen, antique gold, 128

platinum, deep red, black and white. For men’s leisure wear, Kiton (now the preferred designer of Italian premier Silvio Berlusconi) offers an unlined 360-gram cashmere or linen jacket, suitable for Capri, Portofino or St. Moritz matched with jeans and a polo shirt. The collection also includes Kiton’s successful jeans, ultra-light silk jackets and hand-stitched suede shirts. Cilento has a comfortable and

gonne e shorts protagonisti di una collezione grintosa e giovanile, volta ad esaltare la naturale sensualità delle curve femminili. Le nuove creazioni del giovane e virtuoso Rosario Farina, ispirate all’haute couture, sono caratterizzate da tagli molto fluidi e morbidi capaci di rendere la silhouette elegante e assolutamente contemporanea. Abiti in shantung, voile, chiffon, cady, duchesse e crêpe maroquin declinati nelle varie tonalità di ciclamino, oro antico, platino, rosso sangue e negli intramontabili bianco e nero. Tutti impreziositi da un design che tende a verticalizzare l’intera figura donando al corpo struttura e comfort. E per gli uomini? Per il tempo libero Kiton (diventata da poco tempo sartoria prediletta anche dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi) propone una giacca da indossare, per esempio in vacanza a Capri, a Portofino o a St. Moritz, abbinata a jeans e polo. Si tratta di giacche completamente sfoderate con pesi che arrivano a 360 grammi ognuna e i tessuti utilizzati sono altamente innovativi: cashmere e lino lavati o sovratinti. Ma della collezione fanno parte anche i jeans Kiton, diventati già da tempo un must, giubbini in seta superleggeri e camicie in pelle scamosciata completamente lavorate a mano. Tra le chicche della Primavera/Estate griffata Cilento figura l’impermeabile in seta confortevole e leggero, che veste la figura senza irrigidirsi e senza essere d’impaccio. Disponibile in 5 colori e nelle due varianti, lungo con manica raglan oppure corto con manica a giro, è in entrambi i casi foderato e rifinito ad arte. Per i cultori del-



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l’eleganza senza tempo, la maison M. Cilento 1780 ha inoltre rieditato, grazie a Dormeuil, in esclusiva e in serie limitata, il tessuto Sportex 4 Ply. Punti di riferimento intramontabili per gli appassionati di camicie, sia dal taglio classico che sportivo, sono i brand Barba e Finamore che da anni uniscono qualità, artigianalità e tendenze moda. Così come Ulturale fa per le cravatte - primo fra tutti il modello antijella “Tié”, che nasconde tra le pieghe un cornetto in corallo da strofinare all’occorrenza - e Peluso e Campanile propongono con le loro comode e raffinate scarpe. Per giacche e abiti, da sera e non solo, infine, uno dei must è la sartoria Attolini che vanta tra i clienti illustri personaggi del calibro del duca di Windsor, Totò, i fratelli De Filippo e Clark Gable. supple lightweight silk raincoat in 5 colours and 2 models: long with a raglan sleeve or short with a round sleeve, both lined and elegantly finished. The M. Cilento 1780 atelier has also brought back the Sportex 4 Ply fabric in partnership with Dormeuil for exclusive garments. Fans of classic and casual shirts are catered for by Barba and Finamore, two brands that have long embodied quality, xx

craftsmanship and fashion, while Ulturale have done the same for neckties: their famous “Tié” model conceals a coral lucky charm within its folds. Peluso and Campanile offer a range of comfortable and refined footwear, while Attolini are famed for their jackets and evening wear and have had the Duke of Windsor and Clark Gable as their customers.



La cantieristica in Campania

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la cantieristica in Campania

Andar per mare con stile napoletano di Gabriele Scarpa

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ensi al mare. Pensi agli scafi che solcano le acque del Golfo, ai maestri d’ascia affaccendati sulla battigia, impegnati a limare gli ultimi particolari della loro preziosa creatura. Li vedì lì, inginocchiati, ai piedi di una barca fresca di vernice, a pochi passi dalla linea delle onde e non puoi non pensare al gozzo sorrentino o ai natanti prodotti dagli artigiani di Castellammare di Stabia. Un comparto, quello della cantieristica navale, che in Campania ha una storia lunga come quella del

Boat building in Campania. Sailing, Neapolitan style Gabriele Scarpa Boats plying the waters of the Gulf of Naples and carpenters on the shore adding the finishing touches or a fresh coat of

paint to their prized possessions call to mind the boat yards of Castellammare di Stabia and the typical Sorrentine gozzo fishing boat. The modern gozzo is identical to the one unearthed in the ancient port of Herculaneum

mare e una tradizione che, aggiornandosi continuamente, la trascina tra i principali poli del Mediterraneo sviluppando un giro d’affari che supera i 100 milioni di euro all’anno. Per arrivare a tanto, si è partiti da lontano, dal gozzo, appunto, piccola imbarcazione tipica della Campania, realizzata nei cantieri della terra delle Sirene. Questa barca, uguale nelle forme, sia a poppa che a prua, ha una storia tutta sua che affonda le radici ai tempi dell’antica Roma, così come te-

dating from 79 AD, proof that boat building and seafaring have a long history in Campania, but its ancient traditions and constantly updated technology have made this part of Italy one of the Mediterranean’s key production

centres, with a turnover in excess of 100 million Euros per year. Used in naval battles by the Angevin and Aragonese dynasties and the pride of the 17th century Neapolitan navy, the gozzo eventually found 133


la cantieristica in Campania

Nella prima pagina, l’Amerigo Vespucci; qui in alto il porto di Castellammare

stimonia un reperto risalente al 79 d.C. portato alla luce nell’antico porto di Ercolano. Usata anche come legno da guerra nelle lotte tra Angioini e Aragonesi, il gozzo ha saputo confermare, nel corso dei secoli, la sua vocazione di barca da pesca grazie alla sua prua alta, che taglia le onde, ed alla poppa bassa, larga abbastanza per accogliere le reti da pesca. Il gozzo di Sorrento, fiore all’occhiello della marineria napoletana nel XVII secolo, costituisce oggi il sogno vietato di quanti amano solcare le onde godendosi il sole e il panorama, 134

senza lo stress della fretta e il rombo assordante dei motori. Bene prezioso ed inimitabile, ancora oggi viene costruito a mano dagli eredi di un’antica e preziosa arte che si tramanda di padre in figlio. La scelta del legno, innanzitutto. Rigorosamente d’olmo, quercia o pino marittimo: viene preso da alberi a fusto largo con almeno mezzo secolo di vita. Poi, dopo il taglio, finisce nelle grotte di tufo della Costiera, e quindi utilizzato, dopo la stagionatura, per confezionare il natante. Le barche hanno tutte i nomi di Santi e a bordo portano all’estremità


la cantieristica in Campania

Qui in alto, il varo di nuove imbarcazioni

di prua un crocifisso che non verrà mai rimosso in tutta la loro vita. C’è un’altra imbarcazione che pure ha fatto la storia della cantieristica della terra delle Sirene: la lancia sorrentina. Si tratta di uno scafo molto particolare, oggi realizzato in vetroresina, con doppio fondo in stagno, ma in passato assemblato con il legno e finemente decorato a mano, soprattutto lungo la linea della bordatura. Costruita dai maestri della Penisola, la lancia, molto più slanciata del gozzo, ha conosciuto la sua epopea nel corso del XIX secolo quando, munita d’albero senza vela-

its true vocation as a fishing boat, a function for which its bow and stern were ideally suited, but it is also much sought after by pleasure craft enthusiasts who want to escape from the deafening roar of outboard motors. This unique vessel is still hand-made

using traditional techniques and materials: elm, oak and maritime pine cut from trees over 50 years old and matured in tufa caves. The boats are all named after saints and the bow is marked with the sign of the Cross, which is never removed. 135


la cantieristica in Campania

tura, era solita solcare le acque che bagnavano Piano di Sorrento e la città del Tasso, spinta dalla sola forza dei remi. Dalla prua alta e la chiglia tondeggiante, lunga anche fino a 9 metri, era la barca preferita dai pescatori. Oggi esistono vari modelli di lancia sorrentina. Tutte con motore fuoribordo, capita ancora di vederle accarezzare le onde sormontate di torre-cabina (per il timone) e tendalino. Mezzo di trasporto preferito per turisti e appassionati di snorkelling. Fin qui la tradizione. Sì, perché se gozzo e lancia costituiscono l’orgoglio della cantieristica 136

Another historic boat is the Sorrento launch. Now made of fibreglass but formerly built of timber and exquisitely embellished, it is more streamlined than the gozzo and was a common sight along the Sorrento coast in the

nineteenth century when it was propelled by oars as its mast was not fitted with sails. Reaching up to 9 m in length, it has always been popular with fishermen but there are now various models available, all equipped with an


la cantieristica in Campania

Nella pagina a sinistra, il porto di Mergellina; qui in alto, due immagini di gozzi sorrentini

outboard motor, a small wheelhouse and an awning that make it ideal for tourists and snorkelling enthusiasts. If the gozzo and the launch are the pride of the coast’s pleasure craft, shipbuilding in Castellammare di Stabia has grown into a major

industry. The shipyard was founded in 1783 by order of King Ferdinand IV when the arsenal in Naples proved unsuitable for the construction of larger warships, and the spa town was chosen because its mineral waters could be used to

navale della Costiera, è a Castellammare di Stabia che la lavorazione delle navi ha spiccato il volo, trasformandosi in attività industriale vera e propria. La nuova era dei cantieri nasce nel 1783 quando, per l’aumentata mole delle navi da guerra, diventati troppo piccoli gli scali dell’Arsenale di Napoli, re Ferdinando IV decide di investire nella città delle Terme per la costruzione di un nuovo e più potente stabilimento. La scelta di puntare su Castellammare fu dettata dalla presenza, sul posto, di fonti sorgive dalle specia137


la cantieristica in Campania

li caratteristiche: acque minerali in grado di modellare e temprare il legno come in nessun’altra parte del Regno delle Due Sicilie. Toccò al primo ministro Giovanni Edoardo Acton inaugurare i cantieri. Da allora ne è passata di acqua, e non solo sotto i ponti. Dall’era delle barche a vela si è passati ai motori a vapore fino ad approdare ai più moderni propulsori marini diesel e turbodiesel ad alta tecnologia. In tutti questi anni i moli posti all’ombra del Faito hanno visto nascere decine e decine di natanti: fregate, incrociatori, cacciatorpedinieri e vascelli tra i più sfarzosi del Vecchio continente. Un solo nome su tutti: l’Amerigo Vespucci, imbarcazione tra le più conosciute e apprezzate al mondo. Costruito sul modello dell’ultima ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, l’elegante veliero 138

(varato nel 1931), è stato realizzato integralmente a Castellammare come nave scuola per l’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia Navale ed ancora oggi svolge la sua originaria funzione didattica per i soldati del mare. Sempre dai cantieri di Stabia sono usciti, poi, molti dei traghetti ferroviari e delle navi-passeggeri che, dagli anni ’60 fino ai giorni nostri, hanno garantito i principali collegamenti con le isole. Ma anche eleganti navi da crociera in grado di trasportare migliaia di passeggeri come in un enorme e ben attrezzato salotto da un angolo all’altro del Mediterraneo. Un mercato, quello della città termale, che non conosce confini vista l’ampia produzione di scafi anche per paesi come Cina, Francia, Finlandia, Grecia e Panama.


la cantieristica in Campania

In queste pagine, i cantieri di Baia

Dagli scogli delle Sirene alla Terra del mito, s’attraversa il Golfo da punta a punta. E’ lungo i cantieri affacciati sul mare, da Punta Campanella a Rovigliano, da Torre Annunziata a Pozzuoli che prendono forma alcuni tra i più affascinanti yacht e catamarani destinati a brillare negli approdi dorati della Costa Smeralda. La cantieristica da diporto è una stupenda realtà che a Napoli, città marina per eccellenza, si è affermata nel tempo per qualità. E’ in questa speciale attività che lusso e tecnologia si sposano, forgiando autentici gioielli: regge luccicanti pronte a stupire anche il più esigente dei marinai. E’ a Bacoli, a un tiro di schioppo dagli antichi approdi della flotta imperiale romana che sorge uno dei poli più importanti della diportistica meridionale: quello di Baia. Eccellenza pura dell’arte di andar per

shape and temper the timber better than any other location in the Kingdom of the Two Sicilies. The age of sailboats gave way to steam engines and eventually today’s modern marine diesel and turbo-diesel technology. The Castellammare shipyards have launched dozens of frigates, cruisers, destroyers and some of the most opulent ships ever built in Europe,

like the worldfamous Amerigo Vespucci. Based on the blueprints of the last flagship of the Kingdom of the Two Sicilies’s navy and launched in 1931, the elegant ship is now used as a training vessel for officer cadets of the Naval Academy. The Stabia shipyards have also built many of the ferries and passenger ships that have linked Italy’s many islands to the 139


la cantieristica in Campania

mare, i cantieri di Baia, da sempre caratterizzati per i crescenti investimenti nell’ammodernamento degli impianti, in modo da produrre imbarcazioni tecnologicamente sempre più avanzate, sono ormai un unicum con il territorio flegreo e il suo tessuto vitale. Uno dei pochi esempi di attività caratterizzata da efficienza ed efficacia occupazionale e produttiva. L’industria degli yacht è uno dei fiori all’occhiello della cantieristica made in Naples, frutto di un lavoro che mette insieme la tradizione degli antichi maestri d’ascia con la sartoria, il design, l’ingegno di tecnici con i più moderni e raffinati ritrovati in fatto di arredo, architettura ed elettronica. 140

mainland since the 1960s, as well as large cruise ships and vessels for customers from Finland to Greece, China and Panama. There are ship and boat builders all around the Gulf of Naples, producing some of the most beautiful yachts and catamarans in the Mediterranean. Quality, luxury and technology

are forged into authentic jewels ready to impress even the most demanding of sailors, especially in Bacoli, a stone's throw from the ancient harbour of the imperial Roman fleet. The Baia boatyards have received major investments to ensure that it has the technology to produce the most up-to-date vessels and are a


la cantieristica in Campania

Nella pagina a sinistra, barche ormeggiate nella baia di Castellammare; qui in alto uno scorcio del porto di Pozzuoli

fine example of efficiency and productivity. Yachts are the jewel in the crown of Neapolitan boat-building. Ancient traditions are combined with modern design, ingenuity and the Italian flair for style and hi tech to produce pleasure craft equipped with environmentally friendly engines and every

comfort: plasma televisions, elegant swimming pools, computers, superb cabins and fabulous interiors. These boats cleave the waves to provide the utmost comfort for all those who dream of a pleasure cruise starting from the Coast of the Sirens, and the future for the industry looks decidedly rosy.

Nascono così bolidi dalle forme perfette, con a bordo ogni genere di confort: televisori al plasma, eleganti piscine, computer, cabine iperaccessoriate, interni da favola, motori ecocompatibili. Le onde, quando sono solcate dalla chiglia di questi scafi, diventano morbidi sofà su cui è dolce lasciarsi cullare. Più che natanti, si tratta di autentici trionfi dell’arte di fendere il mare. Sogni da mille e una notte in grado di ammaliare vip e semplici appassionati. Perché l’industria marina è praticamente nata a due passi dallo scoglio che ospitò le spoglie della sirena Megaride. E da qui riparte ogni giorno per costruire un futuro sempre più roseo. 141


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Acqua Ferrarelle. Effervescenza naturale col nome dell’abbazia di Alfredo Costante

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ampana è la fonte. Campana è la sede della società. Campano è il chirurgo-manager che oggi la guida. Tra i grandi marchi della regione un posto d'onore spetta alla Ferrarelle, l'unica acqua effervescente naturale al cento per cento. La nascita di questo prodotto di eccellenza si muove su due binari che si intersecano tra loro: quello storico e quello del mito. La “Ferrarelle” è stata fondata nel 1893 a Riardo in provincia di Caserta. L’acqua sgorga da fonti antiche di origine vulcanica situate in una zona compresa tra il vulcano di Roccamonfina (oggi inattivo) e il Monte Maggiore. Il suo viaggio sotterraneo attraverso le rocce dura almeno dieci anni. Il tempo necessario affinché si arricchisca naturalmente di anidride carboni-

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Ferrarelle. Effervescent mineral water named after the abbey Alfredo Costante

One of the region’s most famous brand names, Ferrarelle is the only 100% naturally effervescent mineral water, whose origins can be traced back to both history and legend. The Ferrarelle

company was founded in 1893 in Riardo near Caserta, where the mineral water gushes out from an ancient volcanic spring between the now extinct volcano of Roccamonfina and Mount Maggiore. The water takes at least ten years to pass through the rock, during which it time it becomes naturally carbonated and it is this pressure that


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ca che, con la sua pressione, regola la fuoriuscita naturale dell’acqua dal terreno e le dona la sua effervescenza naturale, caratteristica peculiare che l'ha resa famosa. E dalla fonte arriva direttamente sulle nostre tavole, visto che viene imbottigliata così come sgorga. Grazie a questo procedimento del tutto naturale, ogni bottiglia contiene la giusta quantità di anidride carbonica che, al contrario del CO2 artificiale che crea poche bollicine, ma molto grandi, produce tantissime piccole bolle, ideali per il palato e la digestione. Una ricchezza naturale che ha reso “Ferrarelle” il quarto produttore di acqua minerale in Italia con 420 dipendenti e con una quota di mercato di oltre l'11 per cento. L'acqua campana ormai è conosciuta ed esportata in tutto il mondo. Una dimensione internazionale che però non ha tagliato le radici che continuano a restare ben radicate in regione. Così, mentre le direzioni marketing e commerciale sono a Milano, la sede operativa, cuore pulsante del colosso, è rimasta a Riardo, a stretto contatto con il parco sorgenti dove ogni anno si producono circa 530 milioni di litri d’acqua. Secondo la leggenda

che si innesta con la storia, le origini della “Ferrarelle” e il suo nome sono legate alle abitudini dei monaci cistercensi dell’Abbazia della Ferrara che usavano l’acqua, direttamente prelevata dall’oasi delle sorgenti di Riardo, per la preparazione dei cibi e per le coltivazioni. Dalla tradizione conventuale sono state riprese alcune delle antiche ricette per la preparazione delle pastelle, della panificazione, dei dolci. Il tutto rigorosamente preparato con l’acqua effervescente naturale. Leggenda e storia si intrecciano quindi nel raccontare che lo stabilimento della “Ferrarelle” sorge nella proprietà dell'antica abbazia della Ferrara, legata al mito del monacofeudatario casertano Malgerio Sorel, nei pressi di un campo detto dei monaci, ove secondo un mito locale apparivano all'imbrunire i fantasmi di frati oranti. Si narra che gli operai impiegati nel turno notturno evitavano, all'uscita, di calpestare il luogo abitato dai pacifici spettri. Dal nome della abbazia deriva quindi il nome Ferrarelle, ovvero piccole Ferrara. A confermare la totale appartenenza al territorio, oggi a capo della società come presidente e amministratore delegato c'è un campano doc: il napoletano Carlo Pontecorvo. Medico chirurgo che ha abbandonato il camice bianco nel 1990 per 143


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In queste pagine, lo stabilimento Ferrarelle di Riardo

dedicarsi alle attività d’impresa di famiglia, occupandosi in particolare della gestione di un’azienda di produzione e vendita di contenitori in vetro per uso alimentare, con oltre venti stabilimenti in Europa. Nel 1997 cede questa attività alla multinazionale americana Owens Illinois e un anno dopo costituisce Lgr Holding. Nel gennaio del 2005, Lgr Holding acquista la società Italaquae dal Gruppo Danone, diventando proprietaria del marchio Ferrarelle. Nel marzo 2005, la società diventa Ferrarelle per identificare il gruppo con il suo marchio storico: l’unica acqua effervescente naturale bevuta dagli italiani fin dal 1893. www.ferrarellespa.it Ferrarelle Italaquae Spa Stabilimento di Riardo (Caserta) Contrada Ferrarelle - 81053 Tel. 0823-649100 0823-649100 144

adds effervescence and creates the spring source, where it is instantly bottled. Unlike artificial carbon dioxide which creates fewer, much larger bubbles, this natural procedure creates millions of tiny bubbles which are ideal for digestion. Ferrarelle is now Italy’s fourth largest mineral water company and has an 11% share of the domestic market but it is now also well known abroad. Although the marketing and sales offices have been moved to Milan, the head office remains in Riardo near the springs producing about 530,000,000 litres of water per year. The name of the mineral water derives from the Cistercian monks in the nearby Ferrara abbey who used the water in their kitchens and to irrigate their fields; indeed, some ancient recipes for bread and cakes from the monastery specify the use of this effervescent water. However, there is

also a legend that the mineral water is linked to the feudal monk Malgerius Sorel and the appearance of peaceful ghosts in monks’ habits near the springs. Workers on the night shift were always careful never to tread on the ground where the spirits appeared. The Ferrarelle company is now headed by Neapolitan surgeon Carlo Pontecorvo, who left the medical profession in 1990 to run the family business, where he was responsible for the manufacture and sale of glass containers for foodstuffs. In 1997, he sold this operation to the Owens Illinois multinational corporation and set up Lgr Holding, which became owner of the Ferrarelle brand in 2005. The same year the group changed its name to Ferrarelle in order to identify itself with its famous brand: the only naturally effervescent mineral water drunk by Italians since 1893.



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Cilento e Dominic Dormeuil. Con Sportex binomio all’insegna dell’eleganza di Sarah Ricca

D

ue marchi che fanno dell’eleganza e della ricerca del bello l’obiettivo cui tendere. Due marchi che hanno fatto la storia della sartoria nel Vecchio continente. Due marchi che hanno deciso di unire le forze per arrivare sempre più vicini alla perfezione dell’abito. Questo l’obiettivo che ha portato l’azienda partenopea Cilento e il nome inglese Dormeuil a collaborare. Una collaborazione sancita nelle eleganti sale del Salotto Cilento a Napoli, tra antichi scaffali arricchiti da tessuti drappeggiati ed eleganti borse in pelle rigorosamente realizzate a mano, dall’incontro dei due protagonisti: Ugo

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Cilento and Dominic Dormeuil. With Sportex the two names are elegantly twinned Sarah Ricca

Two brand names that have forged quality tailoring in Europe and share a common goal – elegance – have joined forces

in the interests of perfection. This decision was reached in the elegant Cilento atelier in Naples, home to refined fabrics and superb hand-made leather bags, by Ugo Cilento and Dominic Dormeuil. The two managers have made the quest for beauty


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in fashion the raison d’être of their historic companies, which have been at the forefront of the sector since 1780 and 1842, respectively. This alliance is the result of Cilento’s desire to re-introduce a fabric first created by Dormeuil in the early 20th

century: Sportex, a fabric that will gain a new lease of life exclusively for Cilento garments. Dormeuil created Sportex in 1922 and revolutionised men’s sportswear. The mediumweight fabric is rough to the touch, very strong and so different from soft modern

Cilento e Dominic Dormeuil. Due uomini che hanno fatto della ricerca del bello nel mondo della moda la loro ragion d’essere e che sono alla guida di due marchi storici risalenti al 1842 per quanto riguarda la casa inglese e al 1780 per la marca partenopeo. Un connubio che si traduce con la volontà di Cilento di rieditare un tessuto che fu realizzato per la prima volta dalla Dormeuil nei primi decenni del secolo scorso: lo Sportex. Un tessuto che, dunque, rivivrà una nuova stagione in esclusiva per i capi targati Cilento. Lo Sportex nasce nel 1922 in casa Dormeuil e 147


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In queste pagine, immagini dello show room e di alcuni prodotti di Cilento

subito rivoluziona l’abbigliamento dell’uomo sportivo dettando le regole dello stile e in particolare cattura l’attenzione degli amanti del golf e del polo. Il tessuto si caratterizza per essere ruvido al tatto, di grammatura media, apparentemente complesso, molto resistente. Caratteristiche che ne fanno una vera chicca per intenditori, lontano dalle soffici trame moderne ma con una personalità e una classe che non hanno tempo. La collaborazione, Italia-Inghilterra, tra Cilento e Dormeuil è dunque all’insegna del buon gusto e del bel vestire. 148

textiles but nevertheless timeless in terms of personality and class. This Anglo-Italian collaboration between Dormeuil and Cilento “aims at excellence and the presentation of a fabric that was once so dear to the best-dressed

gentlemen”, says Ugo Cilento. The garments will be rigorously limited edition and will be available in two shades of grey and two of blue for all those who love historic, quality clothing. As Dormeuil explains, “there is no fashion without fabrics”.



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In alto da destra, Giuseppe Aliberti, Antonio Massimo, Fabiola Busiello e Ugo Cilento; qui sopra Cilento con Dominic Dormeuil (foto Purini)

Un’unione che, come affermato da Ugo Cilento, “stimola con l’obiettivo di ricercare ancora una volta l’eccellenza e con la volontà di offrire un prodotto che è stato molto caro ai gentiluomini”. Il tessuto, dunque, vivrà grazie alla maison Cilento una seconda giovinezza, ma rigorosamente in edizione limitata. Quattro le varianti di colore, due tonalità di grigio e due di blu, che saranno a disposizione dei gentiluomini partenopei, sempre amanti del bel vestire, e di tutti coloro che non intendono rinunciare a indos150

sare un abito che racchiude in sé la storia e la maestria nella lavorazione di due marchi storici. Un tessuto che è strettamente legato alla nascita e alla fortuna del nome Dormeuil, azienda oggi condotta dalla quinta generazione, perché come ha spiegato Dormeuil “non c’è fashion senza tessuto”. M. Cilento e F.llo Via Medina, 61 - Napoli Via Medina, 62- Napoli Tel. 081.5513363 www.cilento1780.com



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Nardelli gioielli. A Capri la boutique dei preziosi d’amore di Sarah Ricca

U

n piccolo gioiello dell’architettura per accogliere i meravigliosi preziosi targati Nardelli. Apre a Capri il primo monomarca del brand campano dei fratelli Domenico e Bruno Nardelli. A pochi passi dalla mitica Piazzetta dell’Isola Azzurra, in via Listrieri, lo showroom è stato realizzato nel più classico stile caprese per rendere omaggio a uno dei luoghi più affascinanti del Golfo di Napoli e rinomato in tutto il mondo. A predominare, il bianco, colore scelto per l’arredamento, cui si affiancano elementi in una tenue tonalità di azzurro. A impreziosire ancor di più il luogo, giochi di luce

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Nardelli jewellery. Love’s jewellery boutique on Capri Sarah Ricca

An architectural gem on Capri to showcase precious jewellery by Domenico and Bruno Nardelli. Near the Azure Isle’s famous Piazzetta, the showroom is furnished in Capri’s

typical colours of white and blue to pay homage to one of the most beautiful locations in the Bay of Naples, while the warm atmosphere and lighting create the perfect setting to showcase all Nardelli creations. The leitmotiv is always ‘love’, a sentiment that is transformed into a tangible reality by the brilliance of gold


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In alto e nelle pagine seguenti, alcune crezioni esclusive firmate Nardelli gioielli. A sinistra, il nuovo punto vendita di Capri

che contribuiscono a rendere l’atmosfera molto accogliente. Uno spazio pensato per far da vetrina ai preziosi targati Nardelli. Gioielli il cui leitmotiv è l’amore, sentimento che è reso tangibile e concreto dalla lucentezza dell’oro e dei diamanti. Una luce che è emanazione del profondo rapporto che lega gli amanti. Proprio per la coppia, è stata pensata e ideata la collezione “Due”. Gioielli esclusivi che raccontano storie e percorsi di vita, che ribadiscono e rafforzano un’unione. Trilogy e solitari forgiati in oro bianco impreziositi da diamanti sono i protagonisti di questa splendida produzione. Preziosi che diventa-

no così il simbolo dell’eternità. Una linea che ripercorre i momenti della vita di coppia dal primo incontro fino al fatidico ‘sì’ per suggellare l’unione. Gioielli che racchiudono la storia, il percorso vissuto e che, allo stesso tempo, ne esprimono la forza e la passione. Insomma, è l’amore l’anima di questi preziosi. Fiore all’occhiello della collezione, il solitario “Due”, un anello dalla linea semplice e avvolgente come un abbraccio eterno. Proprio pensando alla promessa per la vita, non potevano mancare, in un marchio che fa dell’amore l’ispirazione dei suoi gioielli, le fedi battezzate 153


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Desiderio, Incanto e Sogno. Linee semplici ed essenziali per le vere, disponibili in oro giallo, bianco e platino, arricchite da piccoli diamanti per illuminare il simbolo dell’unione e renderlo indelebile negli occhi e nella memoria. Un gioiello Nardelli rappresenta la passione che accende e si perpetua. Passione resa con la fusione, in un unico oggetto, del cuore e del fuoco che diventano i simboli della collezione “Flames of passion”. Pendenti in oro bianco tempestati di diamanti sono come un cuore avvolto dalle fiamme della passione che brucia e unisce gli amanti. Un gioiello che può essere reso ancor più intenso con l’incastonatura di preziosi rubini rosso fuoco. Gioie forgiate ancora oggi dalle sapienti mani di maestri orafi dell’antica scuola partenopea. Mani d’oro che continuano la tradizione pur strizzando l’occhio alle ultime tendenze della moda. 154

and diamonds, a light emanating from the bond between two lovers. The exclusive Due collection strengthens that bond with trilogies and solitaires in white gold and diamonds which become a symbol of eternity and an eloquent ‘I do’, at the ‘heart’ of which is a diamond

solitaire whose simple line is like an eternal embrace. With ‘love’ as its muse, Nardelli has of course also thought of wedding rings with its Desiderio, Incanto and Sogno models, available in yellow and white gold or platinum embellished with small diamonds whose light reflects


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I gioielli Nardelli, insomma, sembrano voler parlare, raccontare e interpretare sentimenti, pulsioni, passioni. Sono preziosi che legano gli affetti di una vita e per la vita, avvolgendoli in un caldo calore nel bagliore di oro e diamanti. Nardelli Gioielli Uffici e showroom: - Centro Orafo Il TarĂŹ (Marcianise, Caserta) - via Listrieri, Capri numero verde 800090230 www.nardelligioielli.it

the symbol of an eternal union in the eyes and the memory. Nardelli jewellery expresses eternal ardour in its “Flames of passion� collection. White gold pendants set with diamonds, like a heart wrapped in the flames of desire uniting two lovers, can become even more intense with the addition of fire-

red rubies. Crafted according to the traditions of Neapolitan goldsmiths but with an eye to the latest fashion trends, Nardelli jewellery seems to talk, to describe and interpret feelings, impulses and passions: it bonds love forever in the warm glow of gold and diamonds. 155


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Imperatore Camicie 1994. Dettagli di qualità in tessuti scolpiti a mano di Sarah Ricca

A

rriva la primavera, le giornate si riscaldano. Il caldo avanza. I capi griffati Imperatore cambiano pelle, ma non rinunciano alla qualità, caratteristica che rende uniche e inconfondibili le camicie e le polo del rinomato marchio partenopeo. Ecco che si fa spazio, accanto al tradizionale tessuto realizzato in cotone, il lino. Questa la fibra utilizzata per confezionare le camicie che accompagneranno i gentlemen napoletani nei mesi estivi. Camicie di lino disponibili nella naturale tonalità della fibra, ma anche in diverse fantasie. Tutto, come nella più classica tradizione targata Imperatore. Capi realizzati da mani sapienti, quelle delle sarte collaboratrici, che Gennaro e

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Imperatore 1994 shirts Quality details in hand-crafted fabrics Sarah Ricca

Spring is here and Imperatore shirts and polo shirts change for the new season, but the characteristic quality of the renowned Neapolitan brand remains the same. In addition to cotton,

linen comes out for the summer months, in the natural fibre’s traditional hue and in a variety of designs. Imperatore garments are handmade by skilled tailors to meet their clients’ demands in a mere two or three weeks. The quality of every detail makes an Imperatore shirt a textile masterpiece with crisp, elegant lines in classic models and a softer,


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Paolo Imperatore amano da sempre definire “assolutamente camiciaie”. Mani esperte che plasmano opere d’arte, dando forma ai desideri del cliente, in appena due, tre settimane. Un prodotto sinonimo di qualità che si manifesta nella cura per ogni singolo dettaglio che rende una camicia Imperatore un autentico capolavoro d’arte tessile. Camicie che si distinguono per il taglio fine e lavorato in cui le linee si fanno rigorose e raffinate nei modelli classici, ma che diventano morbide e confortevoli per i capi più casual e sportivi. La cura del dettaglio non si esaurisce con l’attenzione del taglio. A impreziosire i capi, bottoni realizzati

in forme e materiali diversi, i filati di cucitura, la manifattura all’interno di collo e polsi. Dettagli che sono lo specchio dell’amore di questo marchio per la tradizione sartoriale. Un amore che accompagna la griffe da oltre quindici anni. Da quando, cioè i fratelli Imperatore diedero vita ad una piccola azienda che proprio per la passione, la cura messa nella realizzazione dei capi e la qualità dei tessuti utilizzati si è guadagnata un posto di primo piano nel panorama nazionale. Per la primavera-estate 2010, il marchio Imperatore ha preparato anche una ricca collezione di polo e di abbigliamento per chi ama veleggiare sull’azzurro mare del Golfo di Napoli. Una 157


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In queste pagine, alcune immagini della Camiceria Imperatore

griffe che non si rivolge al solo pubblico maschile, ma che propone camicie anche per le donne della “Napoli bene”. Occhi femminili che premiano e amano la qualità, lo stile e la raffinatezza Imperatore. Capi che si possono ammirare nell’atelier di San Pietro a Patierno al cui interno è impossibile non rimanere affascinati, se non rapiti, dall’infinita varietà di quadri, righe, colori e sfumature che rendono le camicie Imperatore assolute protagoniste dello shopping by Naples. Imperatore 1994 via Caserta al Bravo San Pietro a Patierno Napoli - Italia 184 Tel. 0817367470 www.camiceriaimperatore.com camiceriaimperatore@libero.com 158

more comfortable fit for casual wear. However, Imperatore’s attention to detail can also be seen in the buttons, made from a variety of materials and in countless shapes, in the stitching and in the inside of the collar and cuffs – proof of the firm’s love for tailoring tradition ever since the Imperatore brothers set up their company 15 tears ago. Now a frontline enterprise renowned throughout Italy for its attention to detail

and its quality fabrics, for springsummer 2010 Imperatore has prepared an extensive range of polo shirts and garments for sailing enthusiasts, and not only for men. Elegant ladies’ garments are on display at the atelier ion San Pietro a Patierno, where both sexes will be spellbound by the range of checked, striped and coloured shirts that make Imperatore a must on any shopping expedition to Naples.



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Caramanna gioielli. Grappoli di pietre nobili sull’Albero della vita di Melina Chiapparino

C

ielo e terra si uniscono per vestire la donna di un mistero prezioso. Grappoli di pietre nobili incastonate su rami d’argento e bronzo risplendono sull’Albero della Vita, il ciondolo dei gioielli Caramanna dedicato alla bellezza dell’Eden, una tra le più riuscite delle ultime creazioni del noto marchio orafo napoletano. Un monile lavorato a mano da sapienti artigiani e ispirato alla simbologia che attribuisce all’albero un significato mistico per via della sua doppia natura. E’ così che le radici piantate al suolo e i rami rivolti verso l’alto, rendono questo gioiello un seducente mix di piaceri terreni e gioie divine, un sinonimo

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Caramanna jewellery Clusters of noble stones on the Tree of Life Melina Chiapparino

Heaven and Earth meet in a mysterious jewel. Clusters of noble stones set on branches of silver and bronze glimmer on the Tree of Life, the Caramanna pendant inspired by the beauty of Eden and one of

the most successful creations of the renowned Neapolitan jewellers. The handcrafted jewel is inspired by the tree’s mystical symbolism: its roots planted in the earth and its branches reaching up to heaven represent a seductive blend of earthly pleasure and divine joy, a source of positive energy to be worn on any occasion and an infallible bringer of good


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fortune. Dreams come true in the Neapolitan boutiques of Stefania Caramanna, who personally designs all her extraordinary creations and welcomes her regular clients who report on the good luck they have enjoyed with the Tree of Life. “The pendant has a high emotional impact and a symbolic meaning engendering a lust for life”, explains

Stefania. The highly detailed Tree is an ideal a gift to inspire professional success, to strengthen a bond of love or simply to transmit positive energy. Available in damasked silver or bronze with tourmaline pendants mounted in gold and chrysoprase or gold and amitrine, the Tree has three branches, representing Love, Strength and Compassion. The

di nutrimento, forza vitale e positività da indossare in qualsiasi occasione. Oltre il fascino di un gioiello di lusso, l’albero trasmette emozioni, evoca sogni ed è un amuleto portafortuna infallibile. Sono tante le storie di desideri avverati che si intrecciano nei due show room napoletani di Stefania Caramanna, la jewelry designer che realizza personalmente i disegni delle sue fantasiose creazioni. Nelle boutique di via Cavallerizza e via Calabritto a Chiaja, dunque, le clienti più affezionate tornano anche per raccontare come l’Albero della Vita sia stato di buon auspicio. “Il ciondolo riproduce una figura dal forte impatto emozionale e ricca di significato, una simbologia in cui spicca il richiamo alla fertilità come invito e spinta alla vita” spiega Stefania. E’ così che l’Albero, lavorato molto accuratamente nei dettagli estetici, può essere anche un prezioso portafortuna con obiettivo versatile: da regalare per l’augurio di un successo professionale, per suggellare l’importanza di un legame affettivo o semplicemente per trasmettere un messaggio o un influsso di positività. La sua ricca simbologia è tradotta nei tre rami che costituiscono la forma principale del gioiello, disponibile nella versione in argento o in 161


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bronzo e creato da un ramage impreziosito da tormaline pendenti montate in oro e crisopasio nel primo caso, su oro e amitrina nel secondo. Il ramo destro rappresenta l’Amore, il sinistro la Forza e quello centrale la Compassione. Il ramage è il particolare artistico che caratterizza l’intera linea Caramanna dedicata all’Albero della Vita per cui sono stati realizzati anelli e orecchini molto particolari e seducenti, ma, allo stesso tempo, pratici e facilmente adattabili per uscite diurne così come per incontri galanti. Sapienza artigiana, avanguardia artistica e altissima qualità che si 162

collection also includes seductive but practical earrings and rings, ideal for every occasion. Quality craftsmanship and avant-garde design typify all Caramanna creations. For instance, the Cavallerizza collection in silver, gold and bronze is inspired by thoroughbreds and their trappings: horseshoes and stirrups are transformed into superb rings,

bracelets, earrings and necklaces, such as the exquisite bit bracelet in bronze and gold alloy. The Aqua collection comprises unique band rings which create a kaleidoscope of light and colours, and the evergreen Animaletti collection includes fantastic bees, snakes, owls, octopi, starfish and jellyfish. Caramanna craftsmanship: art and passion.


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In queste pagine, ciondolo e orecchini della serie: Albero della vita e, in alto, anelli della serie: Cavallerizza

possono ammirare nei negozi Caramanna: bellezze che sembrano discese direttamente dall’Eden e che è possibile ammirare in tutte le creazioni firmate da lady Stefania. Qualche esempio? La collezione Cavallerizza. Linea in argento, oro e bronzo ispirata ai purosangue ed al loro “corredo”: chiodi, staffe e ferri di cavallo trasformati in splendidi monili da sfoggiare alle dita, al polso, alle orecchie o al décolleté come il delizioso bracciale a forma di morso, realizzato con una lega in bronzo e una piccola quantità d’oro. E che dire della collezione “Aqua”, formata da pezzi più o meno unici, come gli anelli a fascette che, una

volta uniti, provocano un’esplosione di luci e colori? E l’intramontabile “Animaletti collection”? Una pioggia di fantastiche apine svolazzanti, serpentelli, civette, polipi, stelle marine e meduse tutti da indossare. Perché l’artigianato griffato Caramanna è sinonimo di qualità e glamour. Arte e passione. Vedere per credere. Caramanna Gioielli Via Cavallerizza, 2 – Napoli Tel.081.4238352 081.0608740 Via Calabritto, 22 – Napoli Tel. 081.7649875 www.caramannagioielli.it 163


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Regulus Light Color. Colonna mette al polso i colori dell’estate di Sarah Ricca

U

na linea colorata e leggera. Di pura qualità svizzera. E’ la nuova griffe promossa da “Colonna orologi” per l’estate 2010. Un nome “Regulus light color” che racchiude in sé le caratteristiche che da dieci anni a questa parte, fanno del marchio partenopeo una garanzia assoluta. Regulus, infatti, in latino significa “principe”. Come le radici della famiglia dei Colonna di Stigliano, nobile casato che annovera tra i suoi antenati Papi, condottieri, cardinali, senatori, ministri, sindaci, ma anche poeti e filosofi. “Light” per dare il senso di leggerezza: quella che accompagna le spensierate giornate estive, dominate dai colori variopinti del mare e del sole. Ma anche dal rosso dei tramonti e dal blu intenso delle notti. Colori in cui il

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The brand new Regulus light color. Colonna adorns the wrist with the colours of summer Sarah Ricca

A lightweight, colourful line of Swiss quality for 2010 by Colonna wristwatches: Regulus Light Color. “Regulus” is Latin for “prince”,

like the noble house of the Colonna di Stigliano family, whose ancestors have included popes, generals, senators, poets and philosophers. “Light” for those carefree summer evenings and “Color” for the joy that summer, the sea, sunsets and night skies bring. For its new range of 10 models,


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Colonna has chosen yellow, red, orange, green, blue pink and white bold yet delicate colours expressing vitality and flair to forget the cold winter and enjoy the summer warmth. The latest Swiss technology plus Italian design are a guarantee that Colonna wristwatches have always assured their clients, who

will find the new collection in selected showrooms around the region and in the most famous Neapolitan jewellers. Colonna wristwatches are conceived and created for those who demand refinement but will not forego modern design. Watches that express personality in three

marchio Colonna propone i suoi nuovissimi orologi: giallo, rosso, arancione, verde, blu. E ancora: rosa e bianco. Colori accesi, forti, dal carattere deciso e allo stesso tempo delicato. Colori che esprimono vitalità e brio. Una linea, la Regulus light color, che è l’interpretazione dell’estate 2010 targata Colonna. Dieci modelli che aiutano ad allontanare dalla mente il freddo e glaciale clima invernale e ci lasciano irrompere nei mesi caldi. Una cascata di colori tutta da indossare, magari in tinta con pareo e costumi da bagno, a cui si affianca la qualità della più elevata tecnologia elvetica. Un binomio, qualità e design, che rappresenta la garanzia che gli orologi Colonna assicurano alla propria clientela. Clientela dal gusto raffinato che potrà tro165


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vare, a partire da aprile, la nuova collezione negli showroom e nelle più rinomate ed esclusive gioiellerie partenopee. Gli orologi Colonna, infatti, sono pensati e realizzati per un gusto raffinato, ma allo stesso tempo non rinunciano al design moderno. Orologi che esprimono una forte personalità. E che si possono raccontare con tre semplici aggettivi: leggeri, versatili e…svizzeri. Realizzati in materiale policarbonato, sono stati progettati e disegnati da Fabio Colonna di Stigliano, da dieci anni alla guida del rinomato marchio. Un’attività in cui don Fabio profonde la convinzione che oggi il bene più importante sia il tempo e il senso del tempo che scandisce ogni attimo della vita di ciascuno di noi. Ed è proprio per questo che il tempo, fatto di ore e minuti, deve essere segnato e scandito da capolavori unici, nella cui produzione si uniscono sapienza dell’arte artigianale, impiego delle più avanzate tecnologie e materiali di indiscussa qualità. Un mix di successo che ha portato ad unire eleganza italiana e teconologia svizzera per un inconfondibile “style Colonna”. Orologi Colonna Caterina S.r.l. Via Nevio, 8 - 80122 Tel. 081.5848313 www.colonnaorologi.com

In queste pagine, la nuova collezione Colonna

simple words: light, versatile and Swiss. Made from polycarbonate and designed by Fabio Colonna di Stigliano, who has been CEO of the renowned brand for 10 years, they are the embodiment of the belief that time and the sense of time are the most important things

we have. That is why the passing of time must be marked by masterpieces of craftsmanship, advanced technology and quality materials: a success formula combining Italian elegance and Swiss technology in the unmistakeable “Colonna style”.

I rivenditori Colonna del Rugulus Light Color Lunaria - Via Scarlatti, 41 Napoli Salvati c Vai Capocci, 30 (borgo Orefici) Napoli Vamonoso - Via Roma, 4 Capri

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La Sciantosa - Via Porto,2 6 Ischia Di Somma - Corso Italia, 114 Sorrento Altieri - Via Rom, 13 Torre del Greco Feludei - Via dei Mulini, 20 Positano



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Marlen penne. Per scrivere come sarebbe piaciuto a D’Annunzio di Annalisa Palmieri

“S

crivere è per me il bisogno di rivelarmi, il bisogno di risonare, non dissimile dal bisogno di respirare, di palpitare, di camminare incontro all’ignoto nelle vie della terra”. Gli esperti non hanno dubbi: se Gabriele D’Annunzio fosse vissuto ai giorni nostri, sarebbe di sicuro un amante delle penne Marlen. Piccole sculture realizzate ancora artigianalmente alle porte di Caserta nei laboratori di Sant’Arpino della prestigiosa azienda guidata dai fratelli Mario e Antonio Esposito. È qui, nel cuore dell’antica Atella, che dal 1982 prendono forma esclusive opere d’arte da portare con sé nel taschino, da mattino a sera, per fermare

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Marlen pens. To write like D’Annunzio Annalisa Palmieri +

“Writing is a need I feel to reveal my inner self, not dissimilar to the need to breathe and to face the unknown on the byways of the world”. Were Gabriele D’Annunzio alive today, he would use

Marlen pens, each one a masterpiece hand-crafted in the workshops of Mario and Antonio Esposito’s prestigious company near Caserta. Since 1982, these exclusive, portable works of art have been carried in jacket pockets, ready to sign away the important moments of the day. Made from


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e firmare i momenti più importanti della giornata. Capolavori in miniatura - creati ora con resine italiane ora in celluloide, titanio, acciaio, smalti, argento, oro, fibre di carbonio, corallo o lapislazzuli che vantano “padroni” eccellenti, tra i quali spiccano Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, rispettivamente ex e attuale Presidente della Repubblica italiana, i premi Nobel Rita Levi Montalcini e Dario Fo, gli attori Arnoldo Foà e Giorgio Albertazzi. Penne protagoniste della scrittura, divenute anche star nel mondo dello spettacolo dopo la scelta di una casa di produzione giapponese di utilizzarle per alcune scene di un film. Richiesta

in tal senso giunta, qualche anno fa, anche dalla produzione della pellicola cult “Il Codice da Vinci”. Stile, design e alta qualità, le carte vincenti degli strumenti di scrittura griffati Marlen, rigorosamente made in Campania, ma già da tempo approdati sui principali mercati esteri: dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi, passando per Giappone, Cina e India. Non è un caso, dunque, se l’intero settore, seppur molto selettivo, ha riconosciuto a Marlen un posto di primo piano sulla ribalta internazionale con l’assegnazione del premio Robb Report 2003, ottenuto per la realizzazione della Cadran Solaire: sorta di scultura-gioiello sotto forma di meri169


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Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano riceve la sua Marlen Pen da Mario Esposito

diana sviluppata sul fusto della penna che ha inaugurato il filone tecnico scientifico dedicato alla misurazione del tempo. Filone proseguito con la creazione di Stylo Lunaire e Stylo Astrologie e che ha trovato il suo culmine nell’orologio Northmatic, felice esordio dell’azienda nel settore dell’orologeria haute de gamme. Disponibili nei modelli roller, sfera, business e stilo, le penne Marlen s’ispirano a bellezze architettoniche, eventi storici, personaggi della letteratura, dell’arte e della poesia. Ma non solo. Tra le ultime chicche del brand figurano, infatti, un’edizione speciale dedicata all’Aeronautica Militare e la collezione ispirata all’Arma dei Cara170

Italian resins, celluloid, titanium, steel, enamels, silver, gold, carbon fibre, coral or lapis lazuli, these writing ‘gems’ have been chosen by Italian Presidents, Nobel prize winners, and renowned actors. Marlen writing instruments are renowned for their style, design and quality. Appearing in a recent Japanese movie as well as in

The Da Vinci Code, they are acclaimed from the US to the Arab Emirates, Japan, China and India, and won the 2003 Robb Report award with their Cadran Solaire model. Based on a sun dial, this marked the beginning of a series dedicated to the measurement of time that continued with the Stylo Lunaire and the


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In queste pagine, immagini della collezione penne Marlen

binieri. A precederle, nel 2001, la penna ufficiale del G8 di Genova, e, nel 2005, quella ideata per il Parlamento Europeo. Infine, nel 2007, fu prodotta da Marlen la penna ufficiale del “Summit per la pace” di Napoli, durante il quale furono donati 15 esemplari dell’edizione speciale Peaceful World alle maggiori autorità politiche e religiose, tra cui Papa Benedetto XVI. Marlen Penne Via Pietro Nenni, 3 Sant’Arpino (Caserta) Te. 081 8918829 www.marlenpens.com

Stylo Astrologie and culminated with the Northmatic wrist watch, marking the company’s entry into the quality timepiece sector. Marlen’s roller, ballpoint, business and fountain pens are inspired by architecture, historical events and characters from literature and the arts, but there are also special editions dedicated to the

Italian Air Force and military police. Marlen crafted the official pen for the G8 Conference in Genoa, for the European Parliament in 2005, and for the 2007 Naples Peace Summit, during which 15 Peaceful World special Issues were gifted to political and religious leaders including Pope Benedict XVI. 171


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Iko casa. Tante idee per alcove in technicolor di Eva Molea

E’

primavera! La natura si rinnova, ritrova il suo vigore ed è tutto uno sbocciare di fiori e di splendidi colori. Il tepore invita a spalancare finestre e balconi dopo il gelido inverno e anche in casa c’è bisogno di una ventata di energia che solo la nuova stagione è in grado di dare. Non volendo rimanere insensibili a questo richiamo, dove è possibile trovare il giusto tocco che dia carattere agli ambienti con gusto e personalità, senza spendere un capitale? La risposta è semplice: Iko Casa. Nel cuore di Napoli, all’angolo tra via Duomo e via Marina, due piani di esposizione dove trovare elementi d’arredo e home decor per tutti i gusti.

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Iko casa. Ideas for Technicolor Interiors Eva Molea

Spring is here, nature is renewed and the world is awash with colour again. The home also calls out for new energy and there is a place where rejuvenation won’t cost a fortune. Iko Casa in Naples city centre has two floors

dedicated to home décor for all tastes. Chairs, tables and other furniture in ethnic or Mediterranean style, suitable for major makeovers or just to add a bold touch of originality. Vases, frames, lamps and ornaments in all the colours of the rainbow, as well as black, white or warm, earth colours for matching nuances or striking contrasts.


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Curtains, linen and tableware in a variety of lively colours that can be matched to kitchen utensils, or more refined, handembroidered fabrics for important occasions. Created in 2007 by Angelo Tedeschi & Co, Iko Casa offers an extensive choice in young modern furniture and furnishings selected after painstaking research and trips to

the exhibitions of the sector’s foremost brand names. The items are displayed by colour to help customers find the right solution to their needs, but there is also a department dedicated to ‘seasonal products’ which, for spring-summer 2010, includes beach bags and towels, patterned cotton sheets and a range of garden furniture.

Sedie, tavoli, cassapanche, credenze, vetrine, librerie, scrittoi, in stile etnico o mediterraneo, per chi vuol cedere alla tentazione facendo le cose in grande o per chi vuole un pezzo di arredamento che dia un’impronta forte ai propri ambienti. Vasi, cornici, lampade, candele, soprammobili, vassoi ogni forma e dimensione in tutti i colori dell’arcobaleno, oltre al classico bianco e nero e ai caldi colori della terra, da scegliere in nuance o azzardando qualche nuovo accostamento. E ancora, tende, asciugamani, lenzuola e tovaglie: si può scegliere nella gamma infinita di combinazioni di colore adatte alla propria casa per rav173


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In queste pagine, immagini dei prodotti esclusivi dello show room Iko Casa

vivare la vita di tutti, magari anche in abbinamento con gli utensili da cucina, oppure nel settore dei tessili più ricercati in tessuti pregiati e con ricami fatti a mano per le grandi occasioni. Nata ad ottobre 2007 da un’idea di Angelo Tedeschi & Co, Iko Casa da sempre offre una ricca scelta di complementi d’arredo giovani e moderni, la cui selezione è frutto di lunghe ricerche, di viaggi e fiere, tra le aziende più affidabili del settore. L’allestimento dell’esposizione, organizzato per colori, valorizza i prodotti offren174

do al visitatore tante idee e soluzioni giuste per ogni occasione. Accanto alla collezione permanente, Iko Casa riserva sempre uno spazio ai “prodotti di stagione”, così per la primavera-estate ecco apparire borse per il mare, allegri teli da spiaggia, lenzuola in cotone con stampe fantasia e una selezione di arredamento per esterni. Iko Casa Via Duomo, 344 Napoli Tel. 081.264319



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Turco Global Service. Viaggi d’affari e vacanze col sapore del lusso di Melina Chiapparino

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uando il lusso diventa emozione, l’oggetto del desiderio è una fuoriserie di classe. Ma non solo. Eleganza e qualità si mescolano a divertimento e adrenalina a bordo di imbarcazioni prestigiose, jet privati ed elicotteri di ultima generazione. Godere dei piccoli e grandi piaceri della vita è la filosofia scelta da Turco Global Service, tra le prime aziende d’Italia specializzate nella fornitura di servizi di lusso adatti a ogni esigenza. La formula del noleggio, nel caso di questa impresa pioniera del settore, è un modo comodo e veloce per usufruire della cultura del lusso”. Un nuovo stile di vita per soddisfare qualunque gusto e desiderio, godere dei comfort che la tecnologia offre e avere i benefici dell’utilizzo senza gli oneri della proprietà.

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Turco Global Service. A Club for business trips and luxury holidays Melina Chiapparino

When luxury meets adrenaline, your heart’s desire is a supercar, or perhaps a prestigious yacht, private jet or the latest generation of helicopter, all of

which combine elegance and quality. “Enjoy life’s small and great pleasures” is the philosophy of Turco Global Service, one of Italy’s foremost suppliers of luxury services. The rental formula is a fast and simple way of entering the luxury culture so that you can enjoy the comfort and the benefits of the latest technology without the burdens of ownership. This


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E’ questa l’idea vincente del noleggio di lusso che l’azienda amministrata da Angelo Turco impiega per offrire i servizi migliori. A cominciare dal fitto a breve termine, indicato per pochi giorni o particolari esigenze di rappresentanza, sino alle soluzioni a lungo termine, laTurco Global Service propone un ventaglio di opportunità vantaggiose, con formule di noleggio personalizzate ed estremamente flessibili, pensate anche per le occasioni più importanti. La nuova frontiera del lusso culmina, infatti, nel trattamento speciale riservato ai soci del Turco Global Service Exclusive Club, per usufruire di vantaggi unici con offerte calibrate sulle esigenze di ciascun cliente. L’innovativo club è dedicato ai possessori di Silver, Gold o Platinum Card, le tre carte associative che consentono eccezionali sconti sui servizi di noleggio. Canali preferenziali del lusso, all’insegna della comodità e della discrezione, che permettono l’accesso anche a tutta una serie di benefici e sconti applicati dai partner aderenti al circuitoTGS. Turco Global Service, nata nel 2002, è la prima impresa in Italia a disporre di oltre 30 modelli di autovetture differenti. La passione per i motori incontra le più affascinanti tentazioni sulle quattro ruote mai prodotte sul mercato: Ferrari, Maserati, Porsche, Range Rover e Aston Martin sono solo alcuni dei gioielli a disposizione dei clienti. Il noleggio delle lussuose autovetture è arricchito dalla possibilità di corsi di guida sicura e da un servizio completo di autista, per spostarsi in completo relax sia nel caso di viaggi d’affari che in vacanza. Se invece il lusso naviga sulle onde, i “gioielli galleggianti” sono la scelta ideale per godersi una vacanza in pieno relax oppure per

Angelo Turco, presidente della Turco Global Service

was the idea that convinced Angelo Turco to set up his pioneering company and now Turco Global Service can offer a range of personalised and highly flexible solutions, from the short-term rental of two or three days for special occasions to longer contracts. Members of the Turco Global Service Exclusive Club also enjoy offers and

discounts targeted at specific needs through the Silver, Gold or Platinum Cards, and gain access to other benefits offered by TGS partners. Set up in 2002, Turco Global Service is the first Italian firm to offer over 30 different models of car, including Ferrari, Maserati, Porsche, Range Rover and Aston Martin models. The rental agreement also includes the 177


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organizzare party esclusivi. La scelta tra le lussuose imbarcazioni disponibili dai 15 ai 60 metri di lunghezza, è adatta anche a una clientela non esperta di navigazione grazie alla possibilità di prenotare l’equipaggio compreso di comandante, hostess per servizi di bordo e uno chef per deliziare i passeggeri con menù d’autore. E ancora, per chi non si accontenta della nautica a 5 stelle, il lusso prende il volo con una vasta e rinomata flotta di elicotteri e jet privati. Un modo per spostarsi velocemente su tratte nazionali e internazionali, evitando lunghe file e scomodi check-in, assistiti da personale altamente qualificato con servizi privilegiati per l’accesso agli aeroporti e garanzia di comfort e privacy. Oltre al servizio di chartering della divisione yacht e al noleggio di auto, moto e velivoli, la Turco Global Service estende il piacere del lusso anche al settore immobiliare, mettendo a disposizione dei propri clienti location da sogno. Locali e sedi prestigiose, immerse in atmosfere mondane o in contesti particolarmente elitari, sono gli scenari di vacanze di piacere, parentesi romantiche o anche incontri d’affari supportati da un efficiente servizio per la tutela della privacy e la sicurezza garantita da staff di professionisti e bodyguard. Una realtà vincente fondata sull’idea impressa da Angelo Turco che “il lusso più grande è quello di godersi il proprio tempo usufruendo dei servizi migliori che il mercato è in grado di offrire”. Turco Global Service Viale degli Ulivi, 33 80040 San Sebastiano al Vesuvio (NA) Tel. 081. 19575148 Fax 081 .5746110 www.turcoglobalservice.it 178

option for a safe driving course and a chauffeur service if desired. Clients interested in organising a relaxing holiday or an exclusive party at sea can choose from a number of pleasure craft measuring from 15 to 60 metres in length which can be chartered complete with a captain, crew, hostess and chef. If 5-star sailing is not enough, take to the skies in one of the many available private helicopters or jets. No check-in queues, privileged airport access, comfort and

privacy whether flying abroad or in Italy. In addition to yacht and aircraft chartering and car and motorcycle rental, Turco Global Service can also offer a luxury property service in prime locations for relaxation, backed up by an efficient service to ensure privacy and security thanks to professional staff and bodyguards. As Angelo Turco says, “the greatest luxury is to be able to enjoy your time by using the best services available on the market”.


Sapori della Campania 00


Campania sapori

Partenope brinda alla Stg. Pizza napoletana, tradizione garantita di Gabriele Scarpa

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l rosso del pomodoro, l’amalgama perfetto dell’olio, il verde marcato dell’origano che fa il paio col bianco dell’aglio e il chiaro succulento della mozzarella, accuratamente intervallata alle foglie di basilico. Il tutto posato su un disco flagrante di farina. Cotta a legna, di colore dorato, morbida al tatto e alla degustazione. Attenti ai bordi, però: devono essere rialzati. Bella e profumata non è vero? E’ sua maestà la pizza napoletana, il più celebre piatto della gastronomia made in Partenope che dallo scorso mese di febbraio è entrato nella galleria dei marchi europei Specialità Tradizionale Garantita (Stg). Da oggi in poi la pizza napoletana sarà una e una sola.

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Naples toasts the Stg label. Neapolitan pizza: tradition guaranteed Gabriele Scarpa Tomato sauce, a drizzle of olive oil and a sprinkling of oregano and garlic or juicy mozzarella and basil, arranged on a fragrant dough base with a raised outer rim and cooked in a wood-burning oven

until the base is golden but still soft. The majestic Neapolitan pizza, pride of the city of the Siren Parthenope, has been awarded the Guaranteed Traditional Speciality label (Stg) by the EU. From February 2010, Neapolitan pizza is safe from culinary counterfeits now that rules have been drawn up on the characteristics that pizza must have if it is to deserve that


Campania sapori

Al bando copie e sosia culinari. La pizza che fa impazzire il mondo sarà solo quella che rispetterà il Disciplinare di produzione della specialità dove sono indicate le caratteristiche che il prodotto deve avere per definirsi con il

nome che è una garanzia. Quindi tutte le pizzerie che vorranno produrre ed esporre il marchio “Pizza Napoletana Stg” dovranno adeguarsi e iscriversi all’apposito organismo di controllo istituito proprio per controllare l’originalità del piatto: l’Istituto mediterraneo di certificazioni agroalimentari. Per potersi fregiare dell’ambito riconoscimento, la vera pizza napoletana dovrà essere soffice ed elastica, avere un cornicione che non superi i 2 centimetri di altezza, uno spessore di quasi mezzo centimetro al centro ed il gusto del pane “ben cresciuto e ben cotto”, capace di mescolarsi al sapore acre del pomodoro e all’aroma di spe-

name. All pizzerias that want to display the “Pizza Napoletana Stg” sign outside their premises will now have to sign up with the watchdog organisation empowered to verify compliance with the rules. Genuine Neapolitan pizza must have a soft, pliant base with a depth of almost 0.5 cm in the centre and a raised perimeter crust no higher than 2 cm. The dough must be “well raised and sufficiently cooked” so that it blends with the sharp taste of the tomatoes and the herbs and mozzarella used. The regulations specify the few ingredients needed. The flour must be type 00, mixed with brewer’s yeast and drinking water, and left to rise. The base must not contain air pockets, then the topping can be added and the pizza placed in the oven. Note that the topping must be made up of peeled plum tomatoes or fresh cherry tomatoes, sea salt (or table salt) and extra

virgin olive oil poured from an appropriate oil jug in a spiral movement from the centre outwards. The real secret of a genuine Neapolitan pizza lies in the way the dough base is flattened and extended by hand – no rolling pins allowed! And only master pizza chefs learn the secret of an art that is shrouded in the mists of time. The word “pizza” comes from a vulgar Latin term dating back to the year 997, but it was in the 16th century that it was used to indicate a kind of flattened bread made predominantly in Naples by bakers in order to check that the oven was the right temperature. A little olive oil and mozzarella, and it could be eaten. However, the most famous pizza story is that of the Margherita. In June 1889, Italian Queen Margherita of Savoy received a special pizza prepared by Raffaele Esposito in the Antica Pizzeria Brandi in the Spanish Quarters. It was less 181


Campania sapori

zie rinomate come l’origano, l’aglio e il basilico. E poi: possiamo mai trascurare il gusto della mozzarella cotta al forno? Facile direte voi. Provateci se ci riuscite. Innanzitutto, si parte dagli ingredienti: pochi e accuratamente selezionati. Lo impone il Disciplinare, ovvio. La farina, per capirci, deve essere di grano tenero tipo “00”. E ancora: lievito di birra e acqua naturale potabile per l’impasto. Lasciatelo crescere. Ci siamo, tenetevi forte. Stendete il disco, plasmatelo ben bene facendo attenzione a che non si formino bolle d’aria. Aggiungeteci il condimento e mettete in forno. Il condimento, già. Prendete nota: pomodori pelati (ma in sostituzione possono andare bene anche i pomodorini freschi), sale marino (o sale da cucina), olio d’oliva extravergine versato con un un’oliera a becco, e con un movimento a spirale distribuito sulla superficie, partendo dal centro verso l’esterno. Regole da manuale? Mica tanto. Sì, perché è proprio nella preparazione del disco che sta il segreto della verace pizza napoletana. Nel modo in cui si stende la pasta e la si picchia, quasi prendendola a schiaffi. E poi la si fa roteare. Al bando mattarelli e macchine! A mano, solo a mano se ci riuscite. Un gioco che sembra di prestigio, ma che solo pizzaioli provetti, rigorosamente di scuola napoletana, sanno fare. Mica capita a tutti la fortuna di “imparare il mestiere” a due passi dai luoghi in cui la pizza è nata, diventando arte e passione? E sì. Perché la storia, quella vera, parte da lontano. Molto lontano. Il termine “pizza” sembra 182

risalire addirittura al latino volgare. A quanto pare tracce di una non meglio identificata pizza furono trovate nella Gaeta del 997, anche se è nel XVI secolo che questo termine inizia a entrare in voga, andando a designare un tipo particolare di pane schiacciato preparato prevalentemente a Napoli. Non un piatto vero e proprio, ma una specie di pasta che veniva utilizzata dai fornai per verificare la temperatura del forno. Poi, magari, non la si buttava via. Un filo d’olio, un po’ di mozzarella e il disco lo si poteva anche mangiare. Mica male una pizza così. La storia più famosa, è risaputo, è quella legata alla Margherita. Un po’ tutti la conoscono. Nel giugno 1889, per onorare la regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito, nell’antica pizzeria Brandi, all’incrocio tra i Quartieri Spagnoli e via


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spicy than the typical Neapolitan pizza of the time and had the red, white and green of the Italian flag and instantly transformed the queen into one of the most famous characters of Neapolitan cuisine. However, the “pizza napoletana” was first seen between 1715 and 1725 when tomatoes from the Americas were now a common ingredient in Europe and especially in the Mediterranean, where it was mixed with mozzarella, olive oil and other

condiments. It was a poor man’s food, but the wealthy loved it too and it soon became a dish in its own right. The first pizzerias opened in the mid 19th century and were only found in the city of Naples. Around the mid 20th century, pizzerias began to open in other towns around Italy and then spread throughout Europe and America. The history of pizza is complete now that it has been awarded the Stg label, a guarantee of tradition that none can truly imitate.º

Chiaja, crea per lei la “Pizza Margherita”, meno speziata della napoletana e di tre semplici colori (bianco, rosso e verde), diventando, di fatto, uno dei personaggi storici più rinomati della gastronoma partenopea. Ma la “napoletana” non vanta trascorsi reali come la Margherita. Lei è la regina del popolo. Non a caso di pizza napoletana si inizia a parlare tra il 1715 e il 1725 quando, oramai, ortaggi come il pomodoro, importati dalle Americhe, erano già entrati in pianta stabile nelle abitudini degli europei. E l’oro rosso veniva utilizzato anche per condire i piatti della cucina mediterranea. Al disco dei fornai si univa la “pummarola”, insieme all’olio, alle spezie e all’immancabile mozzarella. Il gusto migliorava. Lievitava. Certo era un po’ il cibo dei poveri. Ma piaceva anche ai ricchi. Da qui l’idea di farne un piatto vero e proprio. Le prime pizzerie? Comparvero nella città di Pulcinella nel corso del XIX secolo e fino alla metà del XX rimasero un fenomeno esclusivo della Culla di Megaride. A partire dalla seconda metà del ’900, poi, il mito iniziò a travalicare i confini del Sud, sbarcando in tutte le principali città del Belpaese, fino ad approdare in tutto il Vecchio e il Nuovo Continente, dove fece rapidamente proseliti. Il percorso si è concluso a febbraio, con il riconoscimento della Stg. La pizza è cresciuta. E’ diventata grande. E adesso il più celebre dei dischi di farina è diventato unico. Garantito nella sua tradizione rigorosamente partenopea. Provino tutti a imitarlo, se ci riescono... 183


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Pizzeria Brandi. Qui è nata la pizza di Sua Maestà di Alessandra Vollaro

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issignori, la regina delle pizze è nata qui. Nel cuore di Chiaja, in salita Sant’Anna di Palazzo, a un tiro di schioppo da piazza Plebiscito, Palazzo Reale e teatro San Carlo. Cuore di Napoli, salotto della capitale del Regno delle Due Sicilie. Luogo amato da nobili e teste coronate fin dagli anni in cui la perla del Golfo ancora ospitava la casa dei sovrani di Spagna. Sissignori, la regina delle pizze, il piatto più popolare che ci sia, è nata proprio qui. Nei rinomati locali dell’antica pizzeria Brandi, passata alla storia per aver dato i natali alla celebre “Margherita”, disco tricolore sfornato dal pizzaiolo Raffaele Esposito in onore della consorte di Sua Maestà il re d’Italia.

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Pizzeria Brandi. The pizza’s birthplace Alessandra Vollaro This is where the first pizza was made, just a stone’s throw from Piazza Plebiscito, the Royal Palace and the San Carlo opera house: the heart of the capital of the Kindom of the Two Sicilies and the adopted home of

Spanish sovereigns. What is more, the renowned Pizzeria Brandi is the birthplace of the famous Pizza Margherita, created by Raffaele Esposito for the Queen of Italy. In 1889 King Umberto I and his wife Margherita of Savoy, while on a state visit to Naples which had recently been annexed to the newly formed


Campania sapori

In queste pagine, immagini della Pizzeria Brandi

Correva l’anno 1889. Le cronache del periodo narrano che Margherita di Savoia e il marito Umberto I, in visita nella città del Vesuvio da poco annessa ai domini sabaudi, chiamarono a corte il bravo maestro che lavorava nel locale di Chiaja, fondato quasi cento anni prima da Pietro Colicchio (che per l’occasione lo aveva chiamato “Pietro…e basta così”), affinché cucinasse per loro qualche tipica ghiottoneria partenopea. Esposito non si mosse da solo. Con lui, infatti, c’era anche la moglie, Maria Giovanna Brandi. I due giunsero a Palazzo Reale a bordo di un calesse trainato da un asinello. Arrivati in cucina, si misero subito al lavoro. “E mo’?” pensarono. “Cosa ci inventiamo per sbalordire il palato so-

kingdom, summoned the chef from the local restaurant to prepare a Neapolitan speciality for them. Accompanied by his wife Maria Giovanna Brandi, Esposito entered the palace kitchens and set to work, wondering what he could offer the refined royal taste buds. They came up with three types of pizza: one with cheese, olive oil and basil, another with

“cecenielli” (pickled fish young) and a third with tomato, mozzarella and basil. The latter won the Queen’s approval, perhaps because it contained the red, white and green of the newly created Italian flag, as is testified by a letter signed by the head of the royal caterers Camillo Gallinari, which the Pizzeria Brandi jealously preserves. Mission 185


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praffino dei reali?”. L’estro e la fantasia rigorosamente “made in Naples” si rivelarono provvidenziali. Che ti sfornarono Raffaele e Maria Giovanna? Semplice. Tre tipi di pizza. Una bianca condita con olio, formaggio e basilico; l’altra tempestata di “cecenielli” (i famosi bianchetti), e l’ultima, quella destinata a diventare la più famosa, ricoperta di pomodoro, mozzarella e basilico. Una vera e propria delizia bianca, rossa e verde: i colori della nuova bandiera italiana. Fu il piatto che centrò l’obiettivo, e mandò in visibilio la regina Margherita. Da cosa lo si evince? Da una lettera, ancora oggi conservata gelosamente nella pizzeria Brandi, firmata dal Capo dei Servizi di Tavola della Real Casa, Camillo Gallinari, in cui c’era scritto: “Pregiatissimo Sig. Raffaele Esposito (Brandi). Le confermo che le tre qualità di Pizze da Lei confezionate per Sua Maestà la Regina vennero trovate buonissime. Mi creda di Lei Devotissimo”. Insomma: missione compiuta. E quale nome migliore se non quello di colei che più di tutte aveva contribuito a siglare il trionfo del neonato disco tricolore, per designare la nuova delizia della cucina napoletana? Fu per questo che Raffaele Esposito decise di dare il nome “Margherita” a quella pizza ricoperta di pomodoro, basilico e succulenta mozzarella appena inventata. Una specialità che l’anno scorso ha celebrato i 120 anni di vita e che non ha mai smesso di fare proseliti a tavola. Certo, il tempo è passato. La casa dei Savoia non regna più sul Belpaese, ma la pizzeria Brandi continua a rimanere la real casa di fornelli e forno a legna, come 186

accomplished and what better name to give the pizza than that of the lady who sanctioned its success? Since that day, the pizza with a topping of tomato, basil and juicy mozzarella has been known as the Margherita and celebrated its 120th birthday last year. Times change. Italy no longer has a royal family but Pizzeria Brandi was elected as the country’s best

pizzeria in a recent survey by the magazine Dove, especially now that the Pizza Napoletana has finally been awarded the Stg label by the European Union. Although crowned heads have been replaced by VIPs, celebrities, Neapolitans and visitors from abroad, the flavoursome speciality remains the same. Some of the countless famous names that have


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savoured Brandi’s pizzas include Italian presidents Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Cossiga and Giorgio Napolitano, actors Christopher Lambert and Gerard Depardieu, tenor Luciano Pavarotti, American footballer Larry Allen, Italian singers Lucio Dalla and Edoardo Bennato, and of course current premier Silvio Berlusconi. The list

is endless, just like the delicious dishes prepared in the historic restaurant, now under the ownership of Eduardo, Paolo and Mariarosaria Pagnani. Made in Campania is the order of the day, however, and the use of local produce is perhaps the secret of Pizzeria Brandi’s success. “Pizza is a symbol of Naples,” explains Eduardo Pagnani. “It has

dimostra anche la recente classifica pubblicata dalla rivista di turismo “Dove” che pone Brandi al primo posto tra le pizzerie d’Italia anche per la Pizza Napoletana, quella che ha ottenuto finalmente il riconoscimento europeo Stg. E’ la pratica dimostrazione che sapori e buongusto continuano a farla da padrone in via Sant’Anna di Palazzo. E alle antiche teste coronate si sono sostituiti quelle di vip, attori, cantanti e tanti napoletani e turisti. Da qui sono passati i Presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Cossiga e Giorgio Napolitano, gli attori Christopher Lambert e Gerard Depardieu, il tenore Luciano Pavarotti, l’astro del football americano Larry Allen, i cantautori Lucio Dalla ed Edoardo Bennato, senza dimenticare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ma elencare tutti gli ospiti illustri della pizzeria sarebbe un’impresa difficile. Così come è difficile annoverare tutte le prelibatezze e le varie delizie sfornate dai maestri cuochi dello storico locale di Chiaja, oggi guidato dai nuovi proprietari, i fratelli Eduardo, Paolo e Mariarosaria Pagnani. Basti pensare alla speciale pizza preparata in occasione del trofeo Birra Moretti realizzata con farina e parte degli ingredienti della birra, come mais e lievito. Il tutto rigorosamente “made in Campania”. Sì, perché uno dei segreti della pizzeria Brandi sta proprio nell’utilizzo di prodotti e fornitori rigorosamente figli della Terra Felix. “La pizza è un simbolo della napoletanità - spiega Eduardo Pagnani -. Rappresenta il successo di Napoli nel mondo ed è sempre il piatto più richiesto della cucina partenopea. Un 187


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piatto speciale di cui siamo pronti a difendere la tipicità impegnandoci fino in fondo in una battaglia che ne garantisca l’originalità e la tradizione”. Tutti quelli che si sono fermati ai tavolini del ristorante di via Sant’Anna di Palazzo hanno potuto apprezzare la bontà di questo teorema. Pensate: nel 1994 il presidente degli Usa Bill Clinton se ne fece preparare tre e le assaporò durante una pausa dei lavori del G7, rimanendo sbalordito di fronte a tanta squisitezza. “Clinton si scusò con noi per non essere rimasto – rivela Eduardo – ma in compenso si fermarono nel nostro locale la figlia Chelsea e la suocera, cui regalammo una preziosa salsiera che fa parte di un servizio dell’800 napoletano di Capodimonte”. Inutile aggiungere che la famiglia presidenziale apprezzò non poco le ghiottonerie preparate dai maestri di Brandi. Perché è qui, al confine degli storici Quartieri Spagnoli, in un locale che ha contribuito a scrivere la storia della Megaride culinaria, che il rispetto della tradizione viene applicato dalla prima all’ultima virgola. Pizza ma non solo pizza, chiariamoci bene. Perché ai tavoli di Brandi si gusta quanto di meglio annovera la gastronomia napoletana: mozzarella di bufala, primi piatti di mare, minestre e piatti tipici della cucina partenopea, come la favolosa pasta e patate. Insomma: c’è di che leccarsi i baffi. Anche chi non ce li ha. Pizzeria Brandi Sant’Anna di Palazzo, 1 - Napoli Tel. 081.416928 www.brandi.it 188

always been the most successful Neapolitan dish around the world and we will defend its original and traditional goodness”. All those who have frequented the restaurant agree with this position. In 1994 US president Bill Clinton ordered three pizzas during a pause in the G7 agenda and was amazed by how good they tasted. “Clinton apologised for not eating on the premises,” reveals Eduardo, “but his daughter Chelsea and his mother-in law stayed with us

and we offered them a precious 19th century porcelain dish from Capodimonte”. The presidential family were, of course, delighted with the food prepared by a restaurant that has made a major contribution to Neapolitan gastronomic history. But Brandi is not just a superb pizzeria. It offers the best in Neapolitan cuisine, from mozzarella to seafood, soups and the fabulous pasta with potatoes. Taste buds, you have been warned.



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Melodia di Napoli Pizzeria Parziale. Campioni della pizza col gusto di Partenope di Gabriele Scarpa

Nella foto, Pasquale Parziale

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a pizza ha il colore di Napoli. Corposa, succulenta. Piena. L’assaggi e il gusto ti assale, l’aroma ti conquista, inebriandoti fino all’ultimo boccone. Il tempio dei sapori sorge a due passi dalla storica piazza Nicola Amore, ai tavolini della “Melodia di Napoli Pizzeria Parziale” dove tradizione e accoglienza sono di casa. L’ambiente è raccolto, ordinato, tranquillo. Sviluppato su due livelli. Un’autentica perla del buongusto a un tiro di schioppo dai Decumani, in pieno Centro storico. Ti siedi e percepisci subito il calore di Partenope, la magìa della tradizione, il cuore stesso di Megaride. “Dottò, gradite una Margherita?”

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Melodia di Napoli Pizzeria Parziale Pizza champions with all the flavour of Naples Gabriele Scarpa Pizza has a flavour that overwhelms the senses right down to the last bite, especially when you are in the traditional Melodia di Napoli Pizzeria near Piazza

Nicola Amore. The relaxing and cosy two-storey premises are just a stone’s throw from the historic city centre and you can sense the warmth of Old Naples all around you. Pasquale Parziale, brother of restaurant owner Antonio, is an expert in all areas of pizza culture: Marinara and Margherita hold no secrets for Pasquale, who has


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consiglia Pasquale Parziale, fratello di Antonio, il titolare dell’esercizio di corso Umberto I. Lui è un esperto in fatto di pizze. Marinare e Margherite, per Pasquale, non hanno segreti. Antonio lo guarda e annuisce. Complicità tra fratelli che hanno diviso tutto nella vita. Aveva 15 anni, Pasquale, quando cominciò ad apprendere il mestiere nei migliori locali di Napoli. “Devo tutto a mio suocero - confessa fu lui a insegnarmi i primi rudimenti”. Da Mergellina alla Ferrovia, passando per Forcella e Chiaja, non c’è forno in città che non abbia goduto della sua incredibile arte. Sì, perché Pasquale Parziale è un maestro autentico. Primo attore dell’associazione Pizza Verace Napoletana, è stato di recente promosso “senatore della pizza” dal sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino, tra i più assidui dei suoi clienti. E nel 2006 a Salsomaggiore si è laureato campione del mondo nella preparazione della Pizza Napoletana, quella della Stg. Pensate sia finita qui? Macché. A novembre dello scorso anno, a San Sebastiano al Vesuvio, il pizzaiolo del Rettifilo si è aggiudicato anche la coppa del mondo nella preparazione della specialità Margherita Doc, sfornando una pizza rigorosamente “made in Naples” dedicata ai tre assi del club azzurro: Hamsik, Lavezzi e Quagliarella, di cui pure è tifosissimo. Uomo abituato ai primati, insomma. Mica roba da poco? “La pizza è il mio cuore, la mia fidanzata” giura lui. “Ne sono innamorato, la amo” rivela. “La Margherita è bella come se fosse una rosa” spiega. E a guardare il disco bian-

In queste pagine, immagini della Pizzeria Parziale

been making them since the age of 15 and has worked in the most renowned pizza restaurants all over Naples. He helped to found the Genuine Neapolitan Pizza Association and was recently nominated as “senator of pizzas” by city mayor Rosa Russo Jervolino, one of his most frequent customers. In 2006 he won the Neapolitan Pizza

World Championship and last year he took home the world cup for the Margherita pizza he made and dedicated to the Napoli football club’s main goal scorers Hamsik, Lavezzi and Quagliarella. “Pizza is in my heart. She is the love of my life” he confesses. “The Margherita is as beautiful as a rose.” And a look at the red, white and green pizza steaming on the plate 191


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is proof of that, as is the endless list of celebrities who have enjoyed and praised his baked masterpieces. He is the archetypal pizzaiolo, endowed with an infectious good humour and a knowledge of fine cuisine: pizza is no ordinary dish but a flavour experience to enjoy inch by inch. He is consultant to the Naples Province Council, a frequent guest on TV and radio shows and has 192

prepared pizzas around the globe from Palestine to Mexico, leaving the memory of “made in Naples” goodness baked in a woodburning oven. “Pizza is my life,” he concludes. He has already passed his experience on to his son Antonio, who has just won the Italian pizza championship and is waiting for you at the Napoli, where you too will fall in love with pizza.

co, rosso e verde, appena sfornato e apparecchiato a tavola, c’è da credergli. Uno spettacolo fumante, da mangiare con gli occhi. Sarà un caso se da Chiambretti a Sgarbi, passando per Marisa Laurito e Lucio Dalla, solo per citare i più famosi, in tanti abbiano potuto apprezzare e lodare i prodotti del suo forno? Pizzaiolo d’altri tempi, dotato di una simpatia contagiosa, Parziale ha preparato pizze un po’ in tutto il mondo. Ed è lui ad accompagnarvi a tavola, illustrandovi i piaceri dei fornelli. Perché la pizza non è un piatto qualunque. Ma un gioiello del palato da gustare centimetro dopo centimetro. Partner della Provincia di Napoli, conteso da radio e tv, Pasquale ha messo in mostra la sua arte dalla Palestina al Messico, esportando il “made in Naples” ai quattro angoli del globo. E lasciando ovunque un buon ricordo: quello dei suoi celebri dischi di farina trattati come comanda la tradizione, con la rigorosa cottura del forno a legna. “Perché la pizza è tutta la mia vita” rilancia lui. Un mestiere di famiglia, il suo. Già tramandato al figlio Antonio, a sua volta fresco del titolo di Campione d’Italia (quando si dice il buon sangue non mente!) e che ai tavoli della Melodia di Napoli, siatene sicuri, vi conquisterà. Dopo non potrete più farne a meno. Melodia di Napoli Pizzeria Parziale Corso Umberto I, 130 - Napoli Tel. 39.081.287983



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Salsamenteria Sarracino / Sciaccuttiell. Prelibatezze senza confini per palati speciali di Annalisa Palmieri

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ognate di fare il giro del mondo a degustar prelibatezze, ma il tempo non vi ha ancora permesso di farlo? Se siete delle buone forchette e vi trovate nei dintorni di Napoli la soluzione è a portata di mano. A Marano, in via Casalanno, per la precisione, già da un po’, è possibile “saltare” da una parte all’altra del globo in una manciata di secondi. Dove? Alla Salsamenteria Sarracino, of course. No, non il solito negozio sotto casa, ma un prezioso scrigno che racchiude il meglio del meglio dei prodotti tipici in circolazione, sia nazionali che internazionali. Dal prosciutto iberico allo Jambon de Bosses, passando per la pregiata Spalla di Palasone e il maiale nero casertano. «Da noi - spiega Fausto Sarracino,

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Delicatessen Sarracino / Sciaccuttiell. The international gourmet’s delight Annalisa Palmieri If you dream of savouring gourmet food from around the world but do not have the time to travel, you can make your dreams come true instantly at the Sarracino

delicatessen in Marano. No ordinary shop this, but a cornucopia brimming with the finest Italian and international products, such as Spanish ham, Jambon de Bosses, Palasone shoulder of pork and pork products made from the Caserta black pig. Hospitable owner Fausto Sarracino stocks saffron pistils from


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In queste pagine, prodotti della Salsamenteria Sarracino

ospitale padrone di casa - è possibile trovare anche pistilli di zafferano abruzzesi e una selezione accurata di sale, pepe e riso provenienti da ogni angolo della terra, pronti a soddisfare le esigenze dei palati più raffinati e non solo». All’appello, e alla vetrina, non mancano salami, speck, formaggi sia freschi che stagionati, aceti balsamici, paste di Gragnano e vini di primissima scelta. Anche se tra i numerosi cavalli di battaglia della gastronomia di via Casalanno spiccano senza dubbio i prodotti della “Selezione Sciaccuttiell”, marchio che fa capo alla stessa famiglia Sarracino. In particolare, tra i fiori all’occhiello della linea, c’è il Parmigiano Reggiano Sciaccuttiell che, dopo ventiquattro mesi trascorsi nel caseificio di prove-

Abruzzi, salt, pepper and rice from around the globe, as well as salami, speck, fresh and mature cheeses, balsamic vinegar, pasta from Gragnano and fine wines. However, pride of place is awarded to the Sarracino family’s own brand “Sciaccuttiell Selection”, including their Parmigiano Reggiano cheese which is matured for 24 months at origin

and then stored for from three to five years in local tuff caves. This damp yet well-ventilated environment is also home to their excellent Parma ham and a unique version of Provolone del Monaco matured for three years instead of the traditional twelve months. The Sarracino delicatessen has ties with the Slow Food movement and 195


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nienza, viene ospitato dai tre ai cinque anni nelle grotte di tufo di Contrada Capuzzelle, a Marano. È qui, in uno spazio umido e al tempo stesso ventilato, che prendono forma e sapore anche un ottimo prosciutto crudo di Parma e una versione a dir poco unica di Provolone del Monaco, che qui stagiona per ben tre anni, mentre altrove rimane in genere soltanto dodici mesi. Altro punto di forza della salsamenteria Sarracino, che vanta collaborazioni anche coi presidi Slow Food, è il servizio catering per cerimonie ed eventi… quelli dal gusto raffinato. Tra le bontà preparate da Fausto & co. svettano una squisita torta di mozzarella a strati farcita con funghi, prosciutto o speck e con spalmata la crema ai formaggi; una torta al gorgonzola con mandorle e noci; una ricotta salata in crusca e un formaggio primo sale in crosta di pane. Ma le chicche non finiscono certo qui. Non a caso, tra le novità di casa Sarracino c’è l’apertura a breve in piazza Spirito Santo, nel centro storico di Marano, di un buen retiro battezzato “Gli amici dell’Estate di San Martino”, destinato alla degustazione e vendita di prodotti tipici campani. Dai vini ai formaggi passando per i salumi. Un posto speciale, aperto da mattina a sera, che vedrà la luce prima dell’estate, dove i clienti, prima di poter acquistare un mare di squisitezze nostrane, potranno seguire dei veri e propri laboratori e percorsi multisensoriali. Per una full immersion nel gusto all day long. Salsamenteria Sarracino Via Casalanno 8/9 Marano (Napoli) Tel. 081.5862491 196

provides a refined catering service for ceremonies and events. Their specialities include layers of mozzarella sandwiching mushrooms, ham and a cheese cream, gorgonzola with almonds and walnuts, and matured ricotta in bran. Sarracino will soon be opening premises in the

centre of Marano where their clientele can taste and purchase a range of typical wines, cheeses and pork products from Campania. This extraordinary venue will be open from morning till evening from this summer to offer clients a multisensory food experience before their purchases.



icetta recipe la r Il migliaccio napoletano Rosanna Nastro Il Migliaccio napoletano è il dolce delle feste di fine inverno. Un po’ carnevalesco, un po’ pasquale. Morbido, fresco, leggermente zuccherato e dagli ingredienti poveri con un profumo prelibato da abbinare a un vino liquoroso, piace ai grandi e ai piccini per il suo sapore particolare, delicato e fortemente aromatico. Il suo gusto ricorda quello della pastiera di grano, come il suo profumo, quello dei fiori di arancio. Della pastiera ha anche il colore, chiaro come un raggio di sole. E’ un dolce piuttosto calorico, ma anche una delizia per i palati più esigenti. Insieme alla pastiera, ricorda un po’ il ripieno della sfogliatella partenopea. Deriva il suo nome dal miglio, farina un tempo utilizzata per preparare numerose pietanze. La sua presenza alle falde del Vesuvio risale agli anni del Medioevo: nell’XI secolo, infatti, con il termine miliaccium si era soliti indicare una specie di “pane di miglio” cotto nella culla di Partenope. Diffuso anche in Toscana (dove veniva preparato con un impasto di sangue di maiale e farina), le sue origini risalgono ai tempi dell’antica Roma, quando si preparavano gustose focacce a base di miglio etichettate miliaceus. In Campania il Migliaccio è molto diffuso, soprattutto in Costiera Sorrentina e nel Napoletano, dove è diventato un dolce tipico della tradizione. Può anche essere salato. Ricetta pratica e saporita, presenta molte varianti come l’aggiunta di ricotta di pecora (o di bufala) e liquori all’impasto, tipo l’anice (in alternativa Rhum o Strega). Ma anche di sugna al posto del burro (o della margarina) o di acqua al posto del latte, come accade, ad esempio, in alcuni paesi della Penisola dove non è raro trovare versioni differenti del gustoso piatto preparato con cedro candito e mandorle. Il Migliaccio è molto semplice da preparare in casa. Vediamo come nella ricetta più diffusa. 198

Ingredienti Per 12 persone - 250 gr di semola - 1 litro di latte - 300/350 gr di zucchero - 500 gr di ricotta cremosa - 2 bustine di vanillina - 1 fialetta di fiori d’arancio (o scorze di limone e arancia) - 5 uova - 30 gr di burro - un pizzico di sale Preparazione Mettere il latte, il pezzetto di burro e il pizzico di sale in una pentola e fare scaldare. Appena accenna a bollire, unire a pioggia il semolino e, sempre mescolando con un cucchiaio di legno, lasciare cuocere per qualche minuto. Appena l’impasto accenna ad addensarsi, spegnere e far raffreddare continuando a mescolare. In una ciotola a parte, mettere la ricotta con metà dello zucchero e lavoratela a crema con una frusta. In un’altra ciotola mettere le uova con il resto dello zucchero e sbattere con una forchetta, unendovi la bustina di vanillina e la fialetta di fiori d’arancio (oppure la scorza di limone e quella d’arancia). Aggiungere la ricotta e mescolare bene il tutto. Con un mestolo versare il composto un po’ alla volta nel semolino raffreddato mescolando accuratamente (qualora dovessero formarsi dei grumi basta passare il tutto nel frullatore, ma va bene anche il passaverdure). A questo punto versare l’impasto in una teglia antiaderente (imburrata e infarinata) e infornare in forno preriscaldato a 180°/200° per 45-50 minuti circa, fino a che il dolce diventa bello dorato in superficie. Togliete il Migliaccio dal forno e lasciatelo raffreddare, poi toglietelo dalla teglia, spolverare con zucchero a velo e servire a tavola.


ricetta recipe la Neapolitan migliaccio Rosanna Nastro Migliaccio is the soft Neapolitan cake eaten at the end of winter between Carnival and Easter and is often accompanied by a fortified wine. Although made from basic ingredients, it has an exquisite, delicate taste and an aromatic fragrance, making it popular with young and old alike. It is a fairly highcalorie cake that is similar in flavour, aroma and colour to the orange-scented pastiera but also to the filling of the sfogliatella. Its name derives from the Italian for ‘millet’, a cereal used in ancient Roman times but also in the Middle Ages when it was introduced to the area around Vesuvius and also to Tuscany where it was mixed with pig’s blood and flour. In Campania, Migliaccio is popular on the Sorrento coast and around Naples, where it has become a traditional cake, although there is also a savoury variety. The tasty recipe varies from town to town: some add aniseed or strega liqueur, others use almonds or candied peel, but Migliaccio is simple to make at home. This is the most popular recipe. Ingredients For 12 persons - 250 g semolina - 1 litre milk - 300/350 g sugar

- 500 g soft ricotta cheese - 2 sachets vanilla essence - 1 small phial of orange flower water (or lemon and orange zest) -5 eggs - 30 g butter - pinch of salt Preparation Warm the milk, butter and salt in a pan. When it starts to boil, sprinkle in the semolina and simmer for a few minutes, stirring continuously with a wooden spoon. As soon as the mixture thickens, remove from the heat and continue to stir so that it cools. Mix the ricotta cheese with half of the sugar using a whisk. Put the remaining sugar and the eggs in another bowl and mix in the vanilla essence and the orange flour water (or lemon and orange zest) with a fork. Add the ricotta mixture to this and mix well. Spoon the mixture gradually into the cold semolina and mix thoroughly. If lumps form, these can be removed with the aid of a food processor. Pour the mixture into a greased and floured non-stick baking pan and place in an oven heated to 180°/200° C for 45-50 minutes, when the surface becomes golden. Remove the Migliaccio from the oven and leave to cool before removing from the baking pan. Sprinkle with powdered sugar and serve.

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est of shopping & relax t ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI/ CLOTHING AND ACCESSORIES MARINELLA “È la somma dei piccoli particolari che fa l'uomo elegante”. Così sentenziava, nel 1914, don Eugenio Marinella, proprietario di un piccolo negozio di cravatte alla Riviera di Chiaja. Quello in cui proponeva capi in stile inglese e un po' snob, che fecero di lui rivenditore ufficiale di principi e imprenditori. Filosofia, attualmente portata avanti dal nipote Maurizio, e che ha visto negli anni avvicendarsi personaggi del calibro di Luchino Visconti, Aristotele Onassis e Giovanni Agnelli. “It is the sum of all the small details that makes a gentleman elegant”, affirmed don Eugenio Marinella, owner of small Neapolitan tie-shop in 1914. His British-style garments met whit the approval of princes and entrepreneurs and his grandson Maurizio can make the same claim, as his clients have included such illustrious names as Luchino Visconti, Aristotele Onassis and Giovanni Agnelli. Via Riviera di Chiaia, 287 - Napoli Tel. 081.7644214 M. CILENTO Un simbolo della Napoli più esclusiva. Uno scrigno dove il fascino e l’eleganza sono racchiusi in ogni articolo e la ricerca della qualità non ha confini. In una sola parola: Cilento, in via Medina. Qui è possibile trovare abiti, cravatte e camicie confezionati rigorosamente a mano e su misura con tessuti pregiati e raffinati, così da offrire sempre il meglio al cliente, come del resto è tradizione. Nata nel 1780, la maison è oggi nelle mani di Ugo Cilento che ha arricchito l’atelier con articoli unici destinati ai clienti più originali come gli accessori di lusso e le calzature realizzate interamente a mano. A symbol of exclusive Neapolitan style, Cilento in Via Medina is the ideal place to purchase traditional, hand-tailored, bespoke suits, ties and shirts. Set up in 1780, the atelier is now managed by Ugo Cilento who has extended the range of articles to include luxury accessories and hand-made footwear. Via Medina 61 a/b - Napoli Tel. 081.5513363 SANSEVERINO CRAVATTE Nata dalla passione di Salvatore Sanseverino e

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Francesco Raia, quest’azienda è uno dei baluardi dell’antica arte sartoriale napoletana. Il must qui è la cravatta a sette pieghe, realizzata ripiegando sette volte il tessuto per dare anche più consistenza al nodo. Da Sanseverino si riceve solo su appuntamento. Following Salvatore Sanseverino and Francesco Raia’s passion, this company is one of the bulwark of the ancient Naepolitan tayloring. The must is the seven folds necktie, realized folding seven times the fabric in order to make the tie firmer. Tie can be chosen only by appointment. Centro Direzionale Isola G2 - Napoli Tel. 081.7879414 IMPERATORE CAMICIE 1994 Tradizione e innovazione. Questa la combinazione vincente del successo di Imperatore Camicie, l’atelier partenopeo dove l’arte manifatturiera rivive al fianco delle tendenze più in voga. La cura del dettaglio è, senz’altro, uno dei punti di forza dei fratelli Paolo e Gennaro Imperatore: ogni camicia è realizzata con cotone di altissima qualità, rifiniture fatte a mano ed originali accessori che garantiscono l’esclusività del prodotto, confezionato per le collezioni sia maschili che femminili. Tradition and innovation are the success formula of Imperatore shirts, the Neapolitan atelier where craftsmanship meets fashion. Attention to detail is one of the strengths of the Imperatore brothers: each shirt is made from the best cotton and finished by hand using exclusive accessories in both their men’s and women’s shirts. Via Caserta al Bravo 184 - Napoli Tel. 081.3413406 ROSARIO FARINA HAUTE COUTURE Se il vostro sogno è indossare una morbida “scultura” in voile e satin di pregiate sete comasche, magari “scolpita” da un giovane e virtuoso stilista partenopeo, la fermata obbligatoria è all’atelier Rosario Farina di palazzo Cellamare. Un delizioso salotto glamour, dove da due anni prendono forma gli abiti e i sogni delle donne più chic della città. If your dream is to wear a soft ‘sculpture’ of precious silk and satin, created by a young, talented Neapolitan designer, visit the Rosario Farina atelier in palazzo Cellamare. This exquisite glamour salon opened two years ago and has been making the chicest Neapolitan women’s dreams come true ever since. Palazzo Cellamare - via Chiaja 149/e - Napoli Tel. 081.405901 - www.rosariofarina.com



est of shopping & relax t CROMWELL & COMPANY Più di venti anni di attività, impegno e passione per offrire agli uomini del jet set partenopeo, e non solo, qualità, eleganza e stile. Questa la mission della boutique “Cromwell & company”, nel cuore pulsante della “Napoli bene”, punto di riferimento per chi ama il bel vestire. Ampia la gamma dei brand nazionali e internazionali proposta, da Allegri a Moncler. Ma non solo. Cromwell, infatti, è anche sinonimo di alta sartoria. For over 20 years, the Cromwell & Company boutique in the heart of Naples has steadfastly pursued its mission to provide quality, elegance and style to the best dressed men in the city. Their wide range of brand names from home and abroad include Allegri a Moncler, but Cromwell & Company is also renowned for its quality tailoring service. Via Gennaro Serra, 72 . Napoli. Tel. 081.7646065 - 081.7646065

design was conceived specifically for the city of Naples. Via Calabritto, 21 - Napoli Tel. 081.7641430 napoli@frey-wille.com - www.frey-wille.com

OTTICA SACCO Nella storica sede di via Capitelli una vasta gamma di occhiali belli, confortevoli e attenti alle esigenze individuali, consegnati a solo mezz’ora dall’ordine. Dal 1870 a oggi la passione e la professionalità del cavalier Raffaele Sacco, ottico di grido e rinomato chansonnier, sono passati, con la stessa intestazione della ditta e il nome del fondatore, agli eredi della famiglia Carelli. The store in historic Via Capitelli offers a wide range of beautiful and comfortable eyeglasses guaranteed to meet any and every need and ready to wear in just 30 minutes. Since 1870, the expertise and dedication of Raffaele Sacco, renowned optician and singer, have been handed down along with the original name of the firm to the heirs of the Carelli family business. Via Domenico Capitelli 34/38 - Naples Tel. 081.5522631 - 5512552 www.otticasacco.it

PAOLO SCAFORA L’azienda di Paolo Scafora propone collezioni da uomo che coniugano perfettamente estro ed eleganza, un mix bilanciato che le rende un accessorio immancabile. Ecco allora fiorire estrosissime scarpe in edizione limitata e numerata, dove ciascun paio abbina due colori, quello più neutro per la scarpa, quello più vivace per tacco e punta. E poi, per gli amanti del golf, le immancabili scarpe bicolore con tanto di mascherina ed impunture laterali, un porta-scarpe ed una sacca realizzati in pelle martellata unita a pelle intrecciata testa di moro. Paolo Scafora’s firm manufactures men’s footwear collections whose elegance and flair make them an essential accessory. The new lines include superb, limited edition footwear with a more neutral colour for the shoe and a brighter hue for the heel and toe. Golf enthusiasts will be delighted by the two-tone golf shoes, shoe carrier and leather golf bag. Via Tavernola, 8 - Casandrino (Na) Tel. 081.8304808 www.paoloscaforanapoli.it

FREY WILLE L’eccellenza austriaca si sposa con la storia, le tradizioni e la cultura partenopea. Frey Wille, società leader a livello mondiale nel settore dei gioielli in smalti preziosi, propone magiche creazioni dai design unici e originali, pensate su misura per Napoli. Austrian excellence meets the history, tradition and culture of Naples. Frey Wille, the world leader in precious enamel jewellery, proposes a series of magic creations whose unique and original

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ULTURALE CRAVATTE Tessuti vintage e scacciaguai: queste le caratteristiche delle cravatte di Ulturale, che nelle pieghe nascondono un piccolo amuleto portafortuna. Interamente realizzate a mano, sono un must nell’abbigliamento di classe made in Naples. Vintage fabrics and talismans: these are the ma in carachteristics of Ulturale neckties, hiding in their folds a little charm. Enterely hand-made, they are a must among the made in Naples luxury clothing items. Via Carlo Poerio, 115 - Napoli Tel. 081.2481151- www.ulturalecravatte.it

GIOIELLI/JEWELLERY MARTE GIOIELLI Gioielli di rara bellezza, preziosi oggetti del desiderio. Sculture portatili che sanno esprimere,


he best of shopping & re attraverso l’armonia di linee e materiali, qualcosa di unico, speciale, irripetibile. Il laboratorio orafo di via Chiaia, oltre ad essere una fucina di creatività ed eccellenza, è un salotto in cui incontrarsi per ammirare piccole opere d’arte da indossare. Marte è “una sartoria del gioiello”, come ama definirla Simona Danaro, fantasiosa e audace stilista di monili, realizzati con la cura e la maestria del made in Italy. Jewellery of rare beauty, whose harmonious lines and materials create precious and unique objects of desire. The workshop in Via Chiaia is not just a creative hothouse, it is a meeting place, ‘a jewellery salon’ says Simona Danaro, the bold deigner of jewellery bearing the ‘made in Italy’ label guaranteeing craftsmanship. Via Chiaia, 155 - Napoli - Tel. 081.402142 www.martegioielli.it - info@martegioielli.it GIOIELLERIA GAROFALO Esclusivi, raffinati, glamour. Sono i gioielli firmati Lucia Garofalo, vulcanica jewelry designer partenopea che da oltre 35 anni crea monili di gran classe per le tante clienti-amiche che frequentano l’elegante showroom di via Medina. Opere d’arte, le sue, tutte da indossare. Tempestate di diamanti, smeraldi, rubini o ametiste, frutto dell’estro creativo di lady Garofalo. Exclusive, refined and glamorous jewellery by Lucia Garofalo, the ‘volcanic’ Neapolitan designer who has been creating quality jewellery items for customers and friends of the show room in Via Medina since the 1970s. Masterpieces embracing diamonds, emeralds, rubies and amethysts in a kaleidoscope of creative flair. Via Medina 72 - Napoli Tel. 0817904358 GIOIELLI NARDELLI A pochi passi dalla mitica piazzetta, lo showroom realizzato nel più classico stile caprese. Uno spazio pensato per far da vetrina ai preziosi targati Nardelli, gioielli il cui leitmotiv è l’amore, sentimento reso tangibile dalla lucentezza dell’oro e dei diamanti. I preziosi Nardelli sembrano parlare, raccontare e interpretare sentimenti, pulsioni, passioni. Legano gli affetti di una vita e per la vita, avvolgendoli in un caldo calore nel bagliore di oro e diamanti. Near Capri’s famous Piazzetta, the Nardelli showroom is furnished in the island’s typical style to showcase the firm’s precious jewellery. The leitmotiv of all Nardelli creations is ‘love’, a sentiment that is transformed into a tangible reality by

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est of shopping & relax t the brilliance of gold and diamonds. Nardelli jewellery seems to talk, to describe and interpret feelings, impulses and passions: it bonds love forever in the warm glow of gold and diamonds. - Centro Orafo Il Tarì (Marcianise, Caserta) - via Listrieri, Capri numero verde 800090230 www.nardelligioielli.it CARAMANNA Serpenti, pesci, libellule, ricci, rane, stelle marine. Queste sono solo alcune delle mascotte pronte ad adornare le donne che apprezzano i bei gioielli. Anelli, orecchini, bracciali e collane in guisa di animale, dal gusto moderno e sbarazzino; e ancora orologi, gioielli in coralli, turchese, pietre preziose e semipreziose costituiscono la vastissima scelta di Caramanna, dalle cui gioiellerie non si può mai uscire a mani vuote. Snakes, fihes, dragonflies, urchins, frogs, starfishes are only a part of the mascottes that will adorn women in love with beautiful jewels. Animal shaped rings, earrings, bracellets and necklaces, modern and saucy; moreover, watches, jewels made of coral, turquoise, precious and semiprecious stones form the wide range of choice of Caramanna Jewels, two shops where it is impossible to get out empty-handed. Via Cavallerizza, 2 - Napoli Tel. 081.4238352 Via Calabritto, 22 - Napoli Tel. 081.7649875 BENESSERE / WELLNESS MIRAGE DAY SPA Incastonata sulla collina di Posillipo, la Mirage Day Spa, luogo di rinascita del corpo e della mente, offre un’ampia gamma di servizi: oltre venti i tipi di massaggi, incursioni in piscina, hamman, sauna e solarium. Due suite, di cui una con vasca idromassaggio e l’altra con giardino orientale, sono dedicate ai trattamenti più esclusivi. Un percorso estetico che si completa con le due cabine solarium, viso e corpo, ad alta tecnologia. Nestling in the Posillipo hillside, the Mirage Day Spa offers countless ways of relaxing body and mind with over 20 types of massage, several pools, hamman, sauna and solarium. Two suites, one with

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Jacuzzi and the other with an oriental garden, are dedicated to more exclusive treatments while other facilities include the hi-tech, face and body solarium. Via Porta Posillipo, 135/d 80123 Napoli (Napoli) Tel. 081.7691436 - 081.7691436 www.miragespa.eu info@miragespa.eu PIZZERIE BRANDI Meta obbligata per chi di pizza se ne intende e per chi vuole fare un tuffo nella storia. È, infatti, in Salita Sant’Anna di Palazzo (nei pressi di Palazzo Reale), dove ha sede la pizzeria Brandi dal 1780, anno della sua fondazione, che è stata inventata la pizza più famosa del mondo. Siamo nel giugno del 1889. Umberto I e la sua consorte Margherita di Savoia sono in visita a Napoli. I coniugi Raffaele Esposito e Maria Giovanna Brandi omaggiano i reali con tre qualità di pizza, di cui una con mozzarella e pomodoro che riceve il plauso della regina e che, in suo onore, battezzano con il nome di “Margherita”. A ‘must’ for pizza connoisseurs and those who want a flavour of the past. In the street called Salita Sant’Anna di Palazzo (near the Royal Palace) we find the Pizzeria Brandi premises where the world’s most famous pizza was invented. The pizzeria first opened in 1780 but in June 1889, during the visit of King Umberto I and Queen Margherita of Savoy to Naples, Raffaele Esposito and his wife Maria Giovanna Brandi sent the royal couple three qualities of pizza. The Queen loved the one with mozzarella and tomato, so it was thereafter called “Margherita” in her honour. Salita Sant’Anna di Palazzo 1-2 - Napoli Tel. 081.416928 - www.brandi.it MELODIA DI NAPOLI PIZZERIA PARZIALE Il tempio dei sapori sorge a due passi dalla storica piazza Nicola Amore, ai tavolini della “Melodia di Napoli Pizzeria Parziale” dove tradizione e accoglienza sono di casa. E’ qui che la pizza ha il colore di Partenope. Corposa, succulenta. Piena. L’assaggi e il gusto ti assale, l’aroma



est of shopping & relax t ti conquista, inebriandoti fino all’ultimo boccone. Pizza has a flavour that overwhelms the senses right down to the last bite, especially when you are in the traditional Melodia di Napoli Pizzeria near Piazza Nicola Amore. The relaxing and cosy two-storey premises are just a stone’s throw from the historic city centre and you can sense the warmth of Old Naples all around you. Corso Umberto I, 130 - Napoli Tel. 39.081.287983 RISTORANTI / RESTAURANTS UMBERTO RISTORANTE Gnocchi alla sorrentina, tubettoni “d' 'o treddeta”, polpettine di nonna Ermelinda, zucchine alla scapece, bistecca di manzo all'Aglianico appassito e chi più ne ha, più ne metta. Un ventaglio di menu fitto di piatti gustosi tutti da assaporare, quello offerto dal ristorante Umberto, a due passi da piazza dei Martiri, che ha incluso nel “cartellone” anche un menu ad hoc, destinato agli intolleranti al glutine. A wide selection of tasty dishes from gnocchi to macaroni and from meatballs to steak in Aglianico wine. Just a few minutes walk from Piazza dei Martiri, it also has a special menu for those intolerant to gluten. Via Alabardieri 30/31 - Napoli Tel. 081.418555 BAR, PASTICCERIE E GELATERIE BARS, PATISSERIES AND ICE CREAM SHOPS GELATERIA LA SCIMMIA Il tempio del gelato è in piazza Carità. Qui, dal lontano 1933, si affaccia “La Scimmia”. E qui in questi settantasei anni sono cambiate soltanto le apparecchiature, che hanno subito evoluzioni tecniche tutte a vantaggio del prodotto e null’altro. Il gelato, a “La Scimmia”, oggi come allora, è realizzato utilizzando materie prime genuine. Banditi impasti e polveri confezionate. Since 1933, “La Scimmia” has been making genuine ice cream from prime ingredients, without resorting to premixed pastes or powders. All that

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has changed is the technology. Piazza Carità, 4 - 80134 Napoli Tel. 081.5520272 ANGELO CARBONE Bar, pasticceria, rosticceria. E non solo. Servizi di catering (anche a domicilio) per cerimonie, comunioni, battesimi e matrimoni: nel cuore di Napoli, in largo Regina Coeli, l’arte di Angelo Carbone non smette di affascinare anche i palati più fini. Dal tipico babà alla più prelibata delle pietanze nuziali, passando per sfogliatelle, torte farcite, sciù e pizzette al pomodoro, il successo in tavola è garantito. Café, patisserie, snack bar and much more, such as catering services (at home or elsewhere) for important ceremonies like christenings and weddings. In Largo Regina Coeli in the heart of Naples, the skill of Angelo Carbone continues to delight connoisseurs of fine patisserie, from traditional rum babas, sfogliatelle and choux pastries and other sweets to exquisite wedding cakes; his mini pizzas are also a great success. Largo Regina Coeli, 4-5-8 - Napoli Tel. 081.457821 - www.carbonecatering.it GAMBRINUS Punto di ritrovo di uomini di cultura come Gabriele D'Annunzio, Salvatore di Giacomo ed Eduardo Scarfoglio, il gran caffè Gambrinus, che affaccia sulla splendida piazza del Plebiscito, viene additato da molti come uno dei "santuari" partenopei della "tazzulella". Un ritrovo storico, in perfetto stile liberty che dal 1860 offre refrigerio e specialità uniche a napoletani e turisti di passaggio. A historic meeting place for men of letters like Gabriele D'Annunzio, the Gambrinus in the superb Pazza del Plebiscito is the Mecca of Neapolitan coffee houses. In its art nouveau lounge, customers have enjoyed traditional Neapolitan specialities and refreshments since 1860. Via Chiaja, 1/2 - Napoli - Tel. 081.417582 GRAN CAFFE' CIMMINO Inserito nell'elenco dei diciotto migliori bar d'Italia, il Gran Caffè Cimmino è uno dei marchi più prestigiosi della pasticceria partenopea, quel celebre Cimmino fondato a Napoli nel 1907 con sede nella storica via Filangieri (al quale oggi è affiancato un altro nella panoramica via Petrarca), rilevato dai fratelli Antonio e


he best of shopping & re Salvatore Fantini e divenuto luogo irrinunciabile per l'happy hour. Una chicca, i tre nuovi aperitivi: Rodinò, Petrarca e La Terrazza 2005. One of Italy's top 18 cafés, Gran Caffè Cimmino is also the brand name of one of Naples' most prestigious patisseries. Founded in 1907, it now has two premises in the city to delight customers with pastries and cocktail aperitifs. Via Filangieri, 12/13 - Napoli Tel. 081 418303 Via Petrarca, 147 - Napoli Tel. 081.5757697 FOOD WINE & DRINK SELEZIONE SCIACCUTTIELL E’ la grande passione per la cultura dei sapori a guidare l’azienda di famiglia di Fausto Sarracino, che dal 1950 porta in tavola il meglio dei salumi e dei formaggi di produzione propria. A partire dal prosciutto di Parma, stagionato nelle cantine di tufo, al provolone della Valpadana e al Parmiggiano, stagionato dai 24 ai 48 mesi. It’s a great passion for the culture of flavours that leads the family firm of Fausto Sarracino, selling since 1950s their best homemade cold meats and cheeses, starting with prosciutto di Parma, seasoned in tufa caves, and ending with the Parmiggiano seasond for at least 24 months. Via Casalanno, 8/9 - Marano (Na) Tel. 081.5862491 www.selezionesciaccuttiell.it CANTINA “I NOBILI DEL VESUVIO” Nell’anima di vetro il nettare degli dei. Dai vigneti del Vesuvio il più nobile degli spumanti: si chiama Dora l’ultimo arrivato nelle cantine dell’azienda “I Nobili del Vesuvio”, il podere fondato dalla famiglia Ingenito a Boscotrecase, dieci anni fa, in uno degli angoli più incantevoli e suggestivi della provincia napoletana. Un paesaggio mozzafiato, con il vulcano alle spalle e la cornice del golfo di Napoli a valle. From the vineyards of Vesuvius, the noblest of sparkling wines. Dora is the latest addition to I Nobili del Vesuvio, the wine cellars of the Ingenito family vineyards at Boscotrecase between lofty Mount Vesuvius and the breathtaking beauty of the Gulf of Naples.

Via Bosco del Monaco, 1 Boscotrecase (Na) - Tel. 081.3535286 www.inobilidelvesuvio.it VISITE GUIDATE / TOURIST GUIDE ITINERA Chi ha intenzione di scoprire Napoli, Pompei, la Costiera Amalfitana, Capri, Ischia o Caserta, non ha che da rivolgersi a Itinera, una società di servizi per l’arte che da oltre 10 anni offre un ampio ventaglio di visite guidate in tutta la regione organizzate da un gruppo di guide turistiche abilitate e laureate nelle discipline del settore artistico. Whether it is Naples, Capri, Ischia, the Amalfi Coast, Pompeii or Casert that you want to visit, all you have to do is get in touch with Itinera, a society offering services for the art. Founded more than 10 yeasr ago by graduated tourist guides, it offers a wide choice of visits fot groups, singles, families and schools. Corso Vittorio Emanuele, 663 - Napoli Tel. 081.664545 www.itineranapoli.com NOLEGGIO AUTO E BARCHE RENT A CAR/RENT A BOAT TURCO GLOBAL SERVICE Ferrari 360 Modena, Porsche 911 Targa, Maserati Quattroporte, Audi A8 ed S8, Bmw X5 e Z4. Sono solo alcune delle auto prestigiose che si possono fittare da Turco Global Service, pioniera nella fornitura del servizio noleggio di auto per cerimonie, di lusso e sportive. Ma non è tutto. La società vesuviana mette a disposizione dei propri clienti anche un esclusivo servizio di chartering con barche di classe. Ferrari 360 Modena, Porsche 911 Targa, Maserati Quattroporte, Audi A8 and S8, Bmw X5 and Z4 are just some of the prestige cars for hire from Turco Global Service. In addition to its elite sports cars and other select vehicles, clients can also take advantage of the exclusive luxury boat chartering service. Viale degli Ulivi, 33 S. Sebastiano al Vesuvio (Na) Tel. 081.19575148

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musei NAPOLI

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE

dipinti. Situated near the Chapel of San Gennaro, the museum was built to house the priceless treasure of the Patron Saint of Naples, including documents, jewels and paintings.

MUSEO NAZIONALE

Piazza Museo, 19 Tel. 081.440166 www.marcheona.arti.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 9-19.30. Biglietti: 6,50 euro; 3,25 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 9 a.m. -19.30 p.m. Tickets: 6,50 euros; 3,25 euros for people aged 18-24; free admission under18 and over65 Le sale del piĂš antico museo archeologico d'Europa custodiscono, tra l'altro, pezzi unici provenienti dall'area archeologica vesuviana, collezioni egiziane ed etrusche. The rooms of Europe's oldest archaeological museum house some unique pieces from he archaeological sites around Mount Vesuvius as well as Egyptian and Etruscan collections.

MUSEO DEL TESORO DI SAN GENNARO

CAPODIMONTE

Via Miano, 2 - Tel. 081.7499111 www.museo-capodimonte.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 7,50 euro; 3,75 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; 6,50 euro h.14-17; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65.Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m.- 7.30 p.m. Tickets: 7,50 euros; 3,75 euros for people aged 18-24; 6,50 euros 2-7 pm; free admission under18 and over65 Fu costruita nel 1738 sotto il regno di Carlo di Borbone. Ospita un Gabinetto di Disegni e Stampe, la collezione Farnese, arredi del '700 e '800. Built in 1738 under King Charles of Bourbon, houses the Cabinet of Prints and Drawings, the Farnese Collection and furnishings from the 18th and 19th centuries.

MUSEO CIVICO

Via Duomo, 149 - Tel. 081.294980; 081.3723712 www.museosangennaro.com - Lun-Dom h. 9-17. Biglietti: 6,00 euro; 4,50 euro per under 25 e over 65; 4,50 euro per gruppi di almeno 15 persone; 2 euro per scolaresche; -25% con Artecard Mon-Sun 9.00 a.m. - 17.00 p.m. Tickets: 6,00 euros; 4,50 euros under 25 and over 65; 4,50 for groups of 15 people; 2 euros for students; -25% wih Artecard. Situata vicino alla Cappella di San Gennaro, la struttura custodisce l'inestimabile tesoro del patrono di Napoli. Vi si possono trovare: documenti, gioielli e

DI

DI

CASTEL NUOVO

Maschio Angioino Piazza Municipio Tel. 081.4201241 Dom chiuso. Lun-sab h. 9-19. Biglietti: 5,16 euro; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 e per studenti di facoltĂ artistiche Sun closed. Mon-Sat 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 5,16 euros; free admission under18 and over 65 and for Art students Ospitato dal Maschio Angioino, il museo, oltre a


tre preziose cappelle, accoglie altri ambienti dalla straordinaria bellezza: la Sala dell'Armeria, quella dei Baroni e la Pinacoteca. Housed in the Maschio Angioino castle, the museum has three superb chapels as well as other rooms of extraordinary beauty: the Armoury, the Barons' Hall and the Picture Gallery.

MUSEO DUCA

DI

Room and the Neapolitan 17th Century Room, but also the Royal Chapel and the Hanging Garden.

MUSEO DI SAN MARTINO

MARTINA

Via Cimarosa, 77 - Tel. 081.5788418; 081.5781776 - www.floridiana.napolibeniculturali.it. Mar chiuso. Mer-lun h 8-14. Biglietti: 2,50 euro; 1,25 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8 a.m.- 2 p.m. Tickets: 2,50 euros; 1,25 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Nel cuore del verde parco di Villa Floridianana, accoglie una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa europea ed orientale. Completa le attrattive del complesso il Museo Nazionale della Ceramica. One of the most prestigious collections of European and oriental decorative art. The complex also houses the National Ceramics Museum.

Largo San Martino, 5 - Tel. 081.5781796 www.smartino.napolibeniculturali.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 6 euro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m. - 7.30 p.m. Tickets: 6 euros; 3 euro for EU residents aged 1824; free admission under18 and over 65 Dal 1866, il museo che ha sede nell'omonima Certosa vomerese, ospita “stralci” di storia cittadina corredati da piante e foto. Splendidi i chiostri, i giardini, la chiesa barocca e il Quarto del Priore. Since 1866 the museum has been located in the Charterhouse of the same name where visitors can get a glimpse of the city's history amid plants and photos. Splendid cloisters and gardens, the superb Baroque church and the Priory.

MUSEO DIEGO ARAGONA PIGNATELLI CORTES

MUSEO DI PALAZZO REALE

Piazza del Plebiscito, 1 Tel. 081.400547 www.preale.napolibeniculturali.it Mer chiuso. Gio-Mar h. 9-20. Biglietti: 4 euro; 2 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 9 a.m. - 20 p.m. Tickets: 4 euros; 2 euros for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Fiore all'occhiello del Museo, l'Appartamento Reale, le sale del Trono, dei Fiamminghi e del Seicento Napoletano, ma anche la Cappella Reale e il giardino pensile. Highlights of the Museum include the Royal Apartment, the Throne Room, the Flemish

Via della Riviera di Chiaia, 200 Tel. 081.7612356; 081.669675 www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 8.30-14. Biglietti: 2 euro; 1 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 14.00 p.m.Tickets: 2 euros; 1 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Villa Pignatelli è il nome dell'edificio costruito nel 1826 che ospita il museo e che accoglie le collezioni d'arte del Banco di Napoli. Da vedere anche il Museo delle Carrozze. Villa Pignatelli was built in1826 and now houses the museum with the art collections of the Banco di Napoli. The Coach and Carriage Museum is also not to be missed.


TEATRO

DI

SAN CARLO

Via San Carlo - Napoli Tel. 081.5534565 - www.teatrosancarlo.it Guided tours only by appointment in June and July. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions Chi arriva a Napoli, a pochi passi da Palazzo Reale e piazza del Plebiscito non può non visitare la Sala Storica del Teatro di San Carlo, tra i più famosi e antichi teatri lirici al mondo, costruito per volere di re Carlo III di Borbone nel 1737. Un'occasione unica, per conoscere un momento chiave della storia e dell'arte napoletana. Visit the historic San Carlo theatre, one of the oldest and most famous opera houses in the world, built for king Charles III of Bourbon in 1737.

MUSEO ARTISTICO INDUSTRIALE

Piazzetta Salazar, 6 - Tel. 081.7647471 Dom chiuso. Visita su appuntamento Sun closed. Visits by appointment Nel Museo, annesso all'Istituto Statale d'Arte “Filippo Palizzi”, oltre 6.000 manufatti in ceramica, ebano e oro. Un'intera sala ospita bronzi e vasi realizzati dallo stesso Palizzi. The Museum is annexed to the “Filippo Palizzi” Art School and houses over 6,000 works in ceramics, ebony and gold. One rooms exhibits bronzes and vases made by Palizzi himself.

CAPPELLA SANSEVERO

MUSEO DEL TESSILE E DELL’ABBIGLIAMENTO “ELENA ALDOBRANDINI”

Piazzetta Mondragone, 18 - Tel. 081.4976104 www.fondazionemondragone.it Dom chiuso; lun-ven h. 9-13/15-17; sab su prenotazione. Biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro Sun closed; Mon-Fri 9 a.m. - 1 p.m. / 3-5 p.m.; Sat visits by appointment. Tickets: 5 euros, concessions 3 euros Il museo è parte dell'istituto Mondragone, famoso per le sue preziose collezioni di tessuti ricamati, espressione dell'arte della seta, introdotta a Napoli intorno all'anno Mille dalla comunità di ebrei. Tra gli oggetti esposti spiccano le collezioni di ricami (sec. XVII e XVIII), paliotti, paramenti sacri, merletti e pizzi, oltre a splendidi abiti da varie donazioni tra cui la collezione Sarli. The museum is part of the Mondragone Foundation, wellknown for its precious collections of embroideries, high expression of the art of silk making, introduced in Naples at the beginning of last Millennium by a community of Jews. On display, laces, sacred paraments and beautiful dresses coming from many donations, among which the Sarli Collection.

Via Francesco De Sanctis, 19 - Tel. 081.5518470 www.museosansevero.it Mar chiuso. Lun-sab h. 10-17.40. Dom e festivi: h. 1013.10. Biglietti: 6 euro; 5 euro con Artecard e da 10 a 25 anni; 2 euro per scolaresche; gratis fino a 9 anni Tue closed. Mon-Sat 10 am - 5.40 pm, Sun and hols 10 am -1.10 pm. Tickets: 6 euros; 5 euros with Artecard and for people aged 10-25; 2 euros for schools; free admisson under 9 La Cappella, realizzata da Raimondo di Sangro Principe di Sansevero custodisce sculture di altissimo valore, tra le quali, il Cristo Velato del Sammartino. The Chapel, which was built by Raimondo di Sangro, Prince of Sansevero, houses some excellent sculptures, including the Veiled Christ by Sammartino.

COMPLESSO MUSEALE DI SANTA CHIARA Via Santa Chiara, 49/c - Tel. 081.5521597 www. santachiara.info Lun-sab h. 9.30-17.30. Dom h. 10.00-14.30. Biglietti: 5 euro intero; 3,50 ridotto. Mon-Sat 9.30 a.m. - 17.30 Sun 10.00 a.m. - 14.30 p.m. Tickets: 5 euros, 3,50 concessions Il complesso, incastonato nel centro storico di Napoli, comprende un'area archeologica, il Museo dell'Opera,


MUSEI DI PALEONTOLOGIA, MINERALOGIA, ZOOLOGIA ED ANTROPOLOGIA DELL'UNIVERSITA FEDERICO II DI NAPOLI

lo splendido Chiostro Maiolicato e la sala del Presepe del '700. The complex is embedded in the Naples historic city centre and includes an archaeological area, the Museum, the splendid Majolica Cloister and a hall exhibiting 18th century nativity scenes.

CAPPELLA DEL MONTE DI PIETA

Via San Biagio dei Librai, 114 Sab-dom h.9.30-13.30 Sat-Sun 9.30 a.m. - 1.30 p.m. La Cappella, completamente affrescata, è un autentico gioiello di eleganza manieristica. Pregevoli anche gli arredi in legno della sacrestia e della sala delle Cantoniere. The entirely frescoed Chapel is a veritable jewel of mannerist elegance. Superb wooden furniture in the Vestry and the Sala delle Cantoniere.

Via Mezzocannone 8 - Tel. 081.2537516/7 Lun-ven h. 9-13.30. Lun e gio h. 15-17. Sab e dom h. 9-13. Biglietti: 2,50 euro a museo; 1,50 euro a museo per under 18, ingresso libero per studenti universitari Mon-Fri 9 a.m. - 1.30 p.m.. Mon and Thu 3 p.m. - 5 p.m. Sat and Sun 9 a.m. - 1 p.m. Tickets for each museum: 2,50 euros; 1,50 under 18, free admission for University students Raccolgono oltre 50.000 reperti tra minerali, rocce, fossili, ma anche pezzi di inestimabile valore paleontologico. Nella sezione zoologia: madrepore, uccelli, spugne, vertebrati, insetti. Over 50,000 minerals, rocks, fossils and other priceless palaeontological items on show. The zoology section includes madrepores, birds, sponges, vertebrates and insects.

MUSEO DELL’OSSERVATORIO DI CAPODIMONTE

CITTA DELLA SCIENZA Via Coroglio, 104 - Tel. 081.3723728

www.cittadellascienza.it Lun chiuso. Mar-sab h. 9-17. Dom h. 10-19. Biglietti: 7 euro; 5 euro under 18; riduzioni con Artecard Mon closed. Tue-Sat 9 a.m. -17. Sun 10 a.m. - 7 p.m. Tickets: 7 euros; 5 euros under 18; concessions with Artecard È il primo science centre italiano e anche uno dei primi esempi di recupero architettonico della zona industriale di Bagnoli. Parte del museo è dedicata ai bambini, con percorsi ad hoc. The first Italian science centre and also one of the first examples of restored industrial architecture in the Bagnoli area. Part of the museum has themed itineraries for children.

Via Moiariello, 16 - Tel. 081.5575111 Su appuntamentoBy appointment Tre i padiglioni in cui è possibile ripercorrere due secoli di storia dell'Astronomia a Napoli e nel Sud d’Italia attraverso strumenti astronomici di grande valore.Three buildings illustrate two centuries of the history of astronomy in Naples and Southern Italy through astronomical instruments of great historical and documentary value.

CHIESA E QUADRERIA DEL PIO MONTE DELLA

MISERICORDIA

Via dei Tribunali, 253 Tel. 081.446944; 081.446973. Visite guidate: 081.446810 www.piomontedellamisericordia.it Mer chiuso. Gio-mar h.9-14.30/ Chiesa lun-dom h. 9.30-13.30. Biglietti: 5 euro; 4 euro con Artecard, TCI, over 65; under 18; 3 euro per insegnanti, stu-


MUSEO DIOCESANO

denti, giornalisti, gruppi di 10 persone; 1,50 euro per le scuole. Wed closed. Thu-Tue 9.30 am - 1.30 pm/Church: Mon-Sun 9.30 am - 1.30 pm. Tickets: 5 euros; 4 euros with Artecard, TCI, over 65; 3 euros for teachers, students, journalists, groups of 10 people; 1,50 euros for schools L'edificio del 1600 ospita la chiesa di S. Maria della Misericordia e la pinacoteca con opere del XVII e XVIII secolo. Tra queste, una delle più famose opere del Caravaggio: Le Sette Opere di Misericordia. The 17th century building comprises the church dedicated to S. Maria della Misericordia and a picture gallery exhibiting works from the 17th and 18th centuries. These include one of Caravaggio’s most famous works: The Seven Works of Mercy, above the main altar.

MUSEO E IPOGEO DELLA CHIESA DEL PURGATORIO AD ARCO

Via dei Tribunali - Tel. 081.5519547 Museo e ipogeo sab h.10-13; chiesa lun-sab h. 10-13. Biglietti: euro 2 Museum and hypogeum open on Sat. h.10-13; church Mon-Sat h.10-13. Tickets: 2 euros Sacralità ed esoterismo ben si miscelano nella chiesetta del Purgatorio ad Arco, nel cuore del centro storico di Napoli, nota per la venerazione delle cosiddette “capuzzelle”, i teschi dei morti che da sempre i napoletani considerano benevoli protettori. Nella sacrestia della chiesa è stato allestito un museo di arredi e paramenti sacri del 1600, mentre nell’ipogeo è possibile fare vista alle “capuzzelle”. Il Museo e l’ipogeo sono aperti sono il sabato mattina; si consiglia di prenotare. Sacredness and esotericism join together in the little church of Purgatorio ad Arco, in the heart of the historical centre of Naples, wellknown after the veneration of skulls, considered by Neapolitans as benign protectors. In the vestry of the church there is a museum of scared furniture and vestments, whilst in the hypogeum it is possible to visit the skulls. Museum and hypogeum are open on Saturday mornings; booking is suggested.

Largo Donnaregina - Tel. 081.5571365 www.museodiocesanonapoli.it Mar chiuso; lun-sab h.9.30-16.30; dom 9.30-14 Tue closed; Mon-Sat h.9.30-16.30; Sun h9.30-14 Il museo è allestito all’interno della chiesa di Donnaregina Nuova, chiusa da molti anni, che conserva dipinti di grande pregio come “L’Immacolata Concezione” del lorenese Charles Mellin e il “San Francesco che riceve i simboli del sacerdozio” di Francesco Solimena. Accanto a queste opere, proprie della chiesa ex monastica, il primo percorso museale presenta due temi importanti della fede cristiana: le raffigurazioni della Madonna e di San Gennaro, descritti da formidabili artisti come il fiammingo Teodoro d’Errico, il senese Marco Pino o un particolare Aniello Falcone, capaci di rendere ancora più incisiva l’identità storica ed ecclesiale di questa città. The museum is housed in the church of Donnaregina Nuova, reopened after a long closing, that keeps beautiful paintings as “The Immaculate Conception” by Charles Mellin and “San Francesco is given the symbols of priesthood” by Francesco Solimena. Besides these works belonging to the church, the museum displays works on two main religious figures: the Virgin Mary and San Gennaro, protector of Naples with paintings by Teorodo d’Errico, Marco Pino, Aniello Falcone, that make even more expressive the historical and ecclesiastical identity of Naples.

A.R.C.A.

Compesso Monumentale di Santa Maria la Nova Piazzetta Santa Maria la Nova, 44 Tel. 081.5523298; 081.5521597 www.oltreilchiostro.org Visite guidate lun-ven h.10, 11, 12, 15, 16. Sab e dom al mattino solo su prenotazione (maggiorazione del biglietto di euro 1) - Biglietti: euro 2,50 Guided tours Mon-Fri h.10, 11, 12, 15, 16. Sat and Sun in the morning only by appointment (ticket + 1 euro). Tickets: 2, 50 euros Il Museo Religioso di Arte Contemporanea intende rende-


re contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di riformulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovativa. The Museum of Contemporary Religious Art aims to make easier the understanding of the latest artistic production, trying to formulate the sense of the aesthetic experience through a new interpretation.

exhibits from all over the world, from Borneo to the Amazon Basin.

STAZIONE ZOOLOGICA A. DOHRN

CATACOMBE DI SAN GAUDIOSO

Piazza Sanità - Tel. 081.7411071 visiteguidate@santamariadellasanita.it Direttore: Giovanni De Pasquale Mar-sab visite giuidate h.9-10-11-12-14-15; dom h.910-11-12 Biglietti: euro 5; euro 3 per scolaresche Mon-Sat guided tours h.h.9-10-11-12-14-15. Sun h.h.910-11-12. Tickets: 5 euros; 3 euros for schools. Situate sotto la chiesa di Santa Maria della Sanità, eretta agli inizi del 1600, queste catacombe sono legate alla venerazione di San Gaudioso, Vescovo di Abitinia in Africa e giunto a Napoli dopo essere stato privato di tutto da re Genserico. Qui morì tra il 451 e il 452. Based under the church of Santa Maria della Sanità, built in the early 1600, the origin of these catacombs is connected to the veneration of Saint Gaudioso, bishop of Abitinia in Africa, who arrived in Naples, after being stripped of everything by King Genserico. Here he died between 451 and 452 A.D.

Villa Comunale - Tel. 081.5833111 - www.szn.it Lun chiuso. Mar-sab h.9-17. Dom h. 9-14. Biglietti: 1,50 euro; 1 euro per bambini da 5 a 12 anni; gratis fino a 4 anni Mon closed. Tue-Sat h.9-17. Sun 9 a.m. -14. Tickets: 1,50 euros; 1 euro for kids aged 5-12; free entrance under 4 Ospita il più antico acquario d'Europa (30 vasche e 200 specie tra animali e vegetali marini), ma anche una biblioteca e laboratori per ricerche di zoologia, botanica e fisiologia marina. The oldest aquarium in Europe (30 tanks and 200 species of marine animal and plant life), but also a library and laboratories for research in zoology, botany and marine physiology.

MOSTRA DI CORALLI E CAMMEI

MUSEO DI PALEOBOTANICA ED ETNOBOTANICA

Piazzetta Matilde Serao, 19 - Tel. 081.421111 www.ascione.com Solo su prenotazione - Appointments only. In mostra piccoli capolavori in oro, argento, pietre preziose, splendidi cammei e coralli lavorati dalla ditta Ascione, che vanta una tradizione artigianale lunga ben 150 anni. Small masterpieces of gold, silver, precious stones, splendid cameos and corals created by the Ascione firm, which boasts a 150 year history of traditional craftsmanship.

Via Foria, 223 - tel. 081.449759; 081.455654 Sab e dom chiuso. Lun-ven h.9-14 su appuntamento Sat and Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m. by appointment La struttura ospita due sezioni dedicate rispettivamente alla paleobotanica e all'etnobotanica, che raccolgono oggetti provenienti da varie parti del mondo. Dal Borneo all'Amazzonia.The museum is divided into two sections dedicated to palaeo-botany and ethno-botany, with

MUSEO

STORICO MUSICALE

Via San Pietro a Majella, 35 - Tel. 081.459255 Visite guidate: 081.446810 www.sanpietroamajella.it Ven, sab e dom chiuso. Lun-gio h. 9.30-13.30 Fri, Sat and Sun closed. Mon- Thu 9.30 a.m. - 12.30 p.m. Il Conservatorio di San Pietro a Majella vanta una ricca biblioteca con preziose collezioni di manoscritti di scuola napoletana, ritratti e cimeli di musicisti e un museo di


ACCADEMIA DI BELLE ARTI - PINACOTECA

strumenti antichi.The Conservatory of San Pietro a Majella boasts a superb library with precious collections of manuscripts from the Neapolitan school, portraits and everyday items of musicians and a museum of antique musical instruments.

QUADRERIA DEI GEROLOMINI

Via Duomo, 142 - Tel. 081.294444 Dom chiuso. Lun-ven h. 9-14, sab h. 9-12. Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m., Sat 9 a.m. - noon. Il complesso, impreziosito dalla splendida facciata realizzata da Ferdinando Fuga, comprende: la chiesa di San Filippo Neri, una pinacoteca, una biblioteca, l'archivio oratoriano e due chiostri. The complex has a splendid façade by Ferdinando Fuga and includes the Church of San Filippo Neri, a picture gallery, a library, the oratory archive and two cloisters.

SCAVI DI SAN LORENZO MAGGIORE

Via dei Tribunali, 316 - Tel 081.2110860 www.sanlorenzomaggiorenapoli.it Lun-sab h. 10-17. Dom h. 10-13.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; riduzioni con Artecard Mon-Sat 10 a.m. - 5 p.m. Sun 10 a.m. - 1.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over65; concessions with Artecard L'area sotto la chiesa di San Lorenzo ospita i resti di edifici che testimoniano la stratificazione avvenuta nel corso dei secoli attraverso trasformazioni dell'impianto urbano. Beneath the church of San Lorenzo the remains of buildings have been excavated to reveal the stratification of the city over the centuries.

Via Costantinopoli, 107 - Tel. 081.441900; 081.441888. Visite guidate: 081.446810; www.accademianapoli.it Dom chiuso. Lun-sab h. 10-14. Ven h. 14-18. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; 4 euro per gruppi di almeno 15 persone. Sun closed. Mon-Sat 10 a.m. - 2 p.m. Fri h. 2 p. m. - 6 p. m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over 65; 4 euros for groups of 15 people Assolutamente da non perdere, la Sala Palazzi, sezione dedicata alle opere dell'800, con esposizione delle opere dei maestri d'arte contemporanea, ex allievi dell'Accademia. Not to be missed is the Sala Palazzi, the section dedicated to works from the 19th century, exhibiting the works of masters of contemporary art who were students at the Academy.

MADRE

Palazzo Donnaregina - Via Settembrini, 79 Tel. 081.19313016; 081.292833 - www.museomadre.it Mar chiuso. Lun, mer, gio e dom h. 10-21; ven e sab h.1024. Biglietti: 7 euro; ridotto 3,50 euro; lunedì gratis.Tue closed. Open Mon, Wed, Thu and Sun 10 a.m. - 9 p.m.; Fri and Sat 10 a.m. - 12 p.m. Tickets: 7 euros; 3,50 euros concessions; free on Mondays Palazzo Donnaregina, edificio di grande pregio storico e architettonico situato in pieno centro cittadino, è la sede del nuovo museo d'arte contemporanea partenopeo. Palazzo Donna Regina, a building of great historical and architectural value situated in the very centre of the city, houses the new museum of contemporary art in Naples.

PAN, PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI Palazzo Roccella - Via dei Mille, 60 Tel. 081.7958605-06-07 www.palazzoartinapoli.net Mar chiuso. lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.3014.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro ridotto Tue closed. Mon-Sat 9.30 a.m. - 7.30 p.m.; Sun and holidays 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions. La struttura, centro permanente di arti contemporanee,


periodo classico ed ellenistico dell'arte greca. The Archaeological Museum of the Phlegraean Fields is housed in the Aragonese castle of Baia, the Sala dei Gessi exhibits plaster casts from the Roman age reproducing masterpieces of the classical and Hellenistic period of Greek art.

LA SOLFATARA ospita le più disparate espressioni culturali relative all'arte: dalla pittura alla scultura passando per la fotografia, il cinema e il fumetto. This permanent centre for contemporary arts houses a huge variety of cultural and artistic expression: from painting to sculpture, photography, cinema and cartoons.

ZONA FLEGREA TERME DI BAIA

Via Sella di Baia, 22 - Bacoli Tel. 081.8687592 - Lun chiuso. Mar-dom h. 9 - un'ora prima del tramonto Mon closed. Tue-Sun 9 a.m. - dusk Il Parco Archeologico e Monumentale di Baia conserva imponenti resti archeologici rispettivamente del Palatium o residenza degli Imperatori romani a Baia e di una villa tardo repubblicana. The Archaeological and Monumental Park at Baia contains impressive archaeological remains of the Palatium, residence of the Roman emperors at Baia and a villa from the late republican age.

Via Solfatara - Pozzuoli Tel. 081.5262341 - www.solfatara.it Lun-dom h. 8.30-17.30 Mon-Sun 8.30 am - 5.30 pm Con un'estensione di circa 33 ettari, è un'oasi naturalistica che offre numerosi spunti per un'avventurosa passeggiata tra fumarole, vulcanetti di fango, boschi e zone di macchia mediterranea. Covering 33 hectares, the Solfatara is a natural oasis offering a variety of adventure-filled walks among the fumaroles, boiling mud springs, woodland and Mediterranean maquis.

PARCO ARCHEOLOGICO DI CUMA

MUSEO DI BAIA

Via Acropoli, 1 - Tel. 081.8543060 Lun-dom h. 9-18. Mon-Sun 9 am - 6 pm Il Parco comprende: l'Acropoli, le Terme del Foro e quelle Romane, il Foro, il Capitolium, le Necropoli, la fossa Neronis, le cisterne della Crypta romana e l'Arco Felice. The Park includes: the Acropolis, The Forum and Roman Baths, the Forum, the Capitol, the Necropolis, the Fossa Neronis, the cisterns of the Crypta Romana and the Arco Felice Arch.

Via Castello - Baia Tel. 081.5233797 - 081.5233310 Lun chiuso. Mar-sab h. 9- 20. Dom h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Mon closed. Tue-Sat 9 am - 8 pm. Sun 9 am - 7 pm. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è alloggiato nel Castello Aragonese di Baia e ospita la sala dei Gessi, con calchi d'epoca romana che riproducono capolavori del

ANFITEATRO FLAVIO DI POZZUOLI Via Terracciano, 75 - Pozzuoli Tel. 081.5266007 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-un'ora prima del tramonto. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Tue closed. Wed-Mon 9 am - dusk. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 È il terzo anfiteatro italiano per grandezza dopo il Colosseo


e quello di Santa Maria Capua Vetere. Dall'arena si accede ai sotterranei dove stavano le belve prima dei combattimenti. The third largest Amphitheatre in Italy after the Colosseum and the one in Capua (Santa Maria Capua Vetere). From the arena it is possible to go down into the dungeons where wild beasts were caged prior to combat.

Biglietti: 5 euro - May-September 9 am-6 pm Tickets: 5 euros Di proprietà di un'istituzione culturale svedese con sede nell'isola, oltre alla Villa San Michele, la creatura del medicoscrittore e filantropo Axel Munthe (che visse a capri per oltre mezzo secolo) comprende anche un museo circondato da un giardino di rara bellezza, un gruppo di alloggi per scrittori, artisti, scienziati e ricercatori svedesi e "il Monte Barbarossa", un parco naturale per la protezione degli uccelli migratori e della vegetazione mediterranea. Villa San Michele was the brainchild of the Swedish writer and philanthropist Axel Munthe who lived on Capri for over half a century. The site also includes a museum surrounded by a beautiful garden and Monte Barbarossa, a natural park for the conservation of migratory birds and Mediterranean plant life.

CAPRI

VILLA JOVIS

CERTOSA DI SAN GIACOMO

Via Certosa, 2 - Capri Tel. 081.8376218 www.beniculturali.it - Lun chiuso. Martedì-domenica h. 914; h. 18.30-20.30. Ingresso libero - Mon closed. Tue-Sun 9 am - 14 pm and 6.30 p.m. - 8.30 p.m. Free entry. Chiusa nella valletta fra l'altura del Castiglione e il Monte Tuoro, è espressione del periodo medioevale e monastico caprese. Fondatore della Certosa, fra il 1371-74, fu Giacomo Arcucci conte di Minervino e di Altamura, segretario della regina Giovanna I di Napoli, della più nobile famiglia di Capri (ad essa appartenne quell'Eliseo Arcucci conte di Capri che fu ammiraglio di Federico II) e potente e ricco feudatario cui si deve per grazia di un primo figlio natogli dalla moglie Margherita Sanseverina. Between the hills of Castiglione and Monte Tuoro is the medieval monastic charterhouse founded between 1371 and 1374 by Count Giacomo Arcucci, secretary of Queen Joan I of Naples and a member of Capri’s most noble family.

Via Tiberio - Capri - Tel. 081.8370381 Lun -dom h.8-1 ora prima del tramonto - Biglietti: 2 euro Mon -Sun 8am-1 hour bedor sunset - Tickets: 2 euros Secondo la tradizione, l’imperatore Tiberio, fece costruire ben dodici splendide ville, ognuna delle quali dedicata ad una divinità dell'Olimpo. Villa Jovis era la più ricca tra esse: posta in cima al Monte Tiberio, a 354 metri di altezza sul livello del mare, fu la principale residenza dell'imperatore Tiberio e ben ne riflette il carattere esclusivo e riservato. According to the tradition, the Emperor Tiberius built twelve beautiful villas, each dedicated to a divinity of the Olympus. Villa Jovis was the richest one: built on the top of Mount Tiberius, at 345 mt. on the sea surface, it was the main residency of Emperor Tiberius and reflects his character, exclusive and reserved.

ISCHIA SCAVI E MUSEO SANTA RESTITUTA

VILLA SAN MICHELE

Viale Axel Munthe, 34 - Anacapri Tel. 081.8371401- Maggio-Settembre h.9-18

Piazza Santa Restituta, 10 - Lacco Ameno Tel. 081.980538 - Lun-sab h.9.30-12.30/17-19 Dom h.9.30-12.30 - Biglietti: 2,50 euro Mon-Sat 9.30 am-12.30 pm and 5-7 pm


Sun 9.30 am-12.30 pm - Tickets: 2,50 euros Un museo archeologico sotterraneo, allestito sotto la chiesa nello stesso luogo di rinvenimento dei reperti: materiali recuperati a partire dagli anni ’50 che hanno messo in luce la presenza di antichi insediamenti databili tra l'età preistorica e il periodo medievale. In circa 60 vetrine sono raccolti frammenti ceramici e architettonici, vasi e monete che illustrano le tracce lasciate dall’uomo nel susseguirsi delle culture del passato. Tra questi, la Testa della ninfa Aretusa (IV sec a.C.) e la testa di Demetra (IV sec. a.C.) An underground museum beneath the church where the relics were found from the 1950s on. Evidence of settlements from the prehistoric age to medieval times are exhibited in over 60 display cabinets. These include ceramics, vases and coins as well as the Head of the Nymph Arethusa and the Head of Demetra from the 4th century BC.

MUSEO ARCHEOLOGICO LACCO AMENO PITHECUSAE DI VILLA ARBUSTO

Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-17 (income till h15.30). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Grazie all’ottimo stato di conservazione dei suoi edifici, dovuto al particolare seppellimento, sotto una coltre di cenere causato dall’eruzione del 79 d.C., Pompei può dirsi l’unico sito archeologico che ci restituisce l’immagine di una città romana nella sua interezza. Thanks to the remarkable state of preservation of its buildings, due to the peculiar burial under a 6 meters blanket of ash and lapillus caused by the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Pompeii is the only archaeological site showing a Roman town in its integrity.

SCAVI ARCHEOLOGICI DI ERCOLANO

Corso Angelo Rizzoli – Lacco Ameno Tel. 081.900356 - Lun chiuso. Mar-dom h.9.30-13/16-20 Mon closed.Tues - Sun 9.30 am-1 pm and 4-8 pm Nella magnifica cornice della residenza scelta dall’editore Angelo Rizzoli come suo buen retiro isolano, tra i numerosi oggetti, il museo conserva reperti archeologici dall’epoca preistorica (neolitico superiore) all’età romana tra cui un frammento di un’iscrizione metrica nota come Coppa di Nestore proveniente dalla necropoli di valle San Montano a Lacco Ameno.The museum is located in a magnificent setting and houses numerous archaeological finds from prehistoric times and from the Roman age, including a fragment of the so-called Nestor’s Cup from the necropolis in Lacco Ameno.

AREA VESUVIANA SCAVI ARCHEOLOGICI DI POMPEI

Via Villa dei Misteri, 2 Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org

Corso Resina Tel. 081.8575347 - 081.7390963; www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Al momento dell’eruzione del Vesuvio, Ercolano venne travolta da una marea di fango e detriti vulcanici, che, solidificandosi, poterono conservare, molto meglio che a Pompei, le parti superiori delle costruzioni e anche tutti i materiali organici, per cui ci si offre una visione unica della vita privata antica. At the moment of the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Herculaneum was swept away by mud and volcanic detritus, which, once solidified, preserved the tops of the buildings and also all the organic materials, so this site offers a unique vision of the domestic life of the time.


SCAVI DI OPLONTIS

L’antiquarium comprende reperti provenienti dai siti archeologici dell’area vesuviana. Presenta le caratteristiche principali dell’ambiente vesuviano in epoca romana e l’utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo. The Antiquarium displays findings from the archaeologicas sites of the Vesuvius area. It describes the main characteristics of the Vesuvius environment in the Roman era and the exploitation of natural resources at that time.

MUSEO ARCHEOLOGICO VIRTUALE Via Sepolcri - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 5,5 euro; ridotti 2,75 euro over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h.18) Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar) Si tratta di una serie di rinvenimenti archeologici, relativi ad una zona suburbana di Pompei: una villa residenziale, la villa ‘di Poppea’; una ‘villa rustica’ attribuita a L. Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assieme a numerosi pezzi di finissima oreficeria. The site is constituted by a series of archaeological findings related to a suburban zone of Pompeii: a residential villa, the Villa of Poppea; a rural villa, belonging to L. Crassius Tretius, where, next to the numerous bodies of the eruption’s victims, has been found a great quantity of gold and silver coins, along with pieces of fine jewellery.

ANTIQUARIUM DI BOSCOREALE

Via IV Novembre - Ercolano Tel. 081.19806511 Lun chiuso; mar-dom h.9-17. Biglietti: 7 euro; riduzioni 4 euro Mon closed; Tue- Sun 9 a.m. - 5 p.m. Tickets: 7 euros; concessions 4 euros Nasce ad Ercolano il primo museo archeologico virtuale, luogo ideale per chi vuole esplorare il passato con le tecnologie di ultima generazione, immergersi nelle rovine delle città sepolte dalla lava e vedere ricostruiti fedelmente ambienti e costumi degli antichi abitanti. Sono oltre 70 le installazioni multimediali - tra realtà virtuali ed ologrammi - a guidare i visitatori alla scoperta delle voci e dei volti degli antichi ercolanesi, che racconteranno la propria storia. Cuore del Mav è il Cave: un'enorme stanza di luce sulle cui pareti si proiettano giardini e cortili delle case di Pompei, Ercolano e Stabia. E ancora, la Soundgallery, la stanza dei profumi e il Lupanare completano l'esperienza sensioriale nell'antica Ercolano. Herculaneum hosts the firts virtual archaeological museum, ideal place for explorations of the past through modern technologies. More than 70 installaions, devided in virtual reality and holograms, lead the visitors to the discovery of the old Rooman city before the eruption of the Vesuvius in 79 a.C.

MUSEO DEL GIOCATTOLO Via Settetermini, 15 - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 5,50 euro; ridotto 2,75 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar).

Proloco di Torre del Greco Corso Avezzana, 26 - Torre del Greco Tel. 081.8814676 Lun-ven h.9-19.


Ingresso libero Mon-Fri 9 a.m. - 7 p.m. Free entrance Il fascino dei giocattoli d’altri tempi in una grande esposizione che conta più di 800 elementi. Sessanta anni di storia del giocattolo, dal 1900 al 1960 organizzate in bacheche e teche. The fascination of old fashioned toys ina great exhibition with more than 800 elements. Sixty years of history of toymaking, from 1900s to 1960s organized in shelfs and glass containers.

PAESTUM AREA ARCHEOLOGICA DI PAESTUM

PENISOLA SORRENTINA MUSEO MINERALOGICO

Via San Ciro, 2 - Vico Equense Tel. 081.8015668 www.museomineralogicocampano.it Lun chiuso. Feriali h. 9-13; 16-19. Festivi 9-13 Mon closed. 9 am-1 pm; 4 pm-7pm; Hols 9 am - 1pm Nucleo centrale delle collezioni esposte sono 3.500 minerali, dei 5.000 campioni del fondo Discepolo, appartenenti a 1.400 specie differenti del mondo. Central feature of the collections are the 3,500 minerals of the 5,000-strong Discepolo collection, with 1,400 different types from all over the world

Via Magna Grecia, 919 - Info: 0828.811023 www.infopaestum.it Lun-dom h.9-1 ora prima del tramonto. Ingresso: 4 euro per gli scavi; 6,50 euro per scavi + museo. Mon-Sun h.9-1 hour before sunset. Tickets: 4 euro for the archaeological area; 6,50 euro for archaeological area + museum L’area aecheologica di Paestum rappresenta un ottimo esempio di città greco-romana, di cui conserva l’impianto risalente al 500 a.C. con le imponenti mura, i templi e tutti gli edifici per gli esercizi pubblici come il Macellum, il Foro, l’anfiteatro, l’ekklesiasterion. The archaeological area of Paestum is a very well preserved example of an ancient GreekRoman city with its impressive walls, the temples and all the buildings dedicated to public concern as the Macellum, the forum, the amphitheatre.

BENEVENTO MUSEO ARCOS

MUSEO CORREALE DI TERRANOVA

Via Correale, 50 - Sorrento Tel. 081.8781846 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-14. Biglietti: 6 euro Tue closed. Wed-Mon 9 am - 2 pm. Tickets: 6 euro Ospita dipinti e arti decorative napoletane e straniere dal XVI al XIX secolo, ventagli, orologi e una delle più prestigiose collezioni di porcellane del XVIII secolo. The museum houses collections of Neapolitan and foreign paintings and decorative arts from the 16th to the 19th centuries, refined fans, clocks and one of the most prestigious collections of 18th century porcelain.

Corso Garibaldi, 1. Tel. 0824.312465 Lun chiuso. Mar-ven h.9.30-13.30/16.30-20.30; sab, dom e festivi h.10-14/16.30-21.30. Biglietti: euro 4; ridotto euro 2. Mon closed. Tue-Fri h.9.30-13.30/16.30-20.30; Sat, Sun and holidays h.10-14/16.30-21.30 Tickets: euros 4; concessions euros 2 Ubicato nei suggestivi sotterranei del Palazzo della Prefettura, il nuovo polo culturale – la cui direzione scientifica è stata affidata a Danilo Eccher – è diventato nel tempo un prestigioso punto di riferimento per le più interessanti sperimentazioni artistiche nazionali e internazionali. Housed in the striking basement of the Prefecture’s building since 2005, this new museum of contemporary – whose scientific direction has been given to Danilo Eccher - has already become an important point of reference for the most important artistic experimentations, both national and international.


CASERTA BELVEDERE DI SAN LEUCIO

fontane e cascate, sono ricchi di statue realizzate dai più noti scultori dell’epoca. Built under Charles III of Bourbon after a project of the architect Vanvitelli, besides the royal appartments, which give a clear idea of the magnificence of Bourbons’ courts, the most spectacular element of the complex are the gardens. Scattered with fountains and cascades, they are rich in statues realized by the most famous sculptores of the time.

MUSEO DELLE CERE “LE MUSE” Via Atrio Superiore - 81020 San Leucio (Ce) Info: 0823.873155; 800.411515 www.sanleucionline.it Orari: mar chiuso. Lun-dom h.9.30-18.30. Biglietti: 6 euro; scolaresche 3 euro. Opening hours: Tue closed; Mon-Sun h.9.30-18.30. Tickets: 6 euros; 3 euros for schools. Le antiche fabbriche della seta di epoca borbonica rivivono nello splendido complesso monumentale di San Leucio dove è possibile osservare gli strumenti originari del '700. The old manufactures of silk of the Bourbons live again in the beautiful Monumental Complex of San Leucio, where have been preserved the original engines dated back to 1700s.

REGGIA DI CASERTA

Tel. 0823.830456 - www.museodellecerecaserta.it Il Complesso di Sant’Agostino ospita una collezione di statue di cera che rappresentano uomini e donne che hanno fatto la storia della regione. The charterhouse of Saint Agostino hosts a collection of wax statues representing men and women that have decided the fortune of the region.

CAPUA MUSEO PROVINCIALE CAMPANO DI CAPUA

Corso Pietro Giannone, 1- Caserta Info: 0823.448084; 0823.277380 www.reggiadicaserta.org Orari: mar chiuso. Appartamento: lun-dom h.8.30-19; mostre: lun-dom h.9-18; giardini: lun-dom h.8.30-18. Biglietti: cumulativo 6 euro; appartamenti 4,20 euro; giardini 2 euro; bicicletta 1 euro. Riduzione per giovani dai 18 ai 25 anni e per i docenti delle scuole statali. Gratis per under18 e over65 e per gli studenti universitari di facoltà umanistche. Opening hours: Tue closed; royal appartment: Mon-Sun h.8.30-19; exhibitions: Mon-Sun h.8.30-18; gardens: Mon-Sun h.8.30-18. Tickets: all inclusive 6 euros; rolyal appartments 4,20 euros; gardens 2 euros; bikes 1 euro. Concessions over18-under25. Free admission under18 and over65 and for Umanistic Faculties students. Costruita per volere di Carlo III di Borbone nella piana di Caserta su progetto del Vanvitelli, accando agli appartamenti storici, che retituiscono i fasti dell’antica corte borbonica, ha degli splendidi giardini che sono l’aspetto più scenografico del complesso. Disseminati di

Via Roma, 68 - Tel. 0823.961402 Lun chiuso. Mar-sab h.9-13.30; dom h.9-13 Biglietto: euro 4,13; gratis under18 e over65; riduzioni per Touring Club, Icom, Artecard e gruppi (min 10 persone) Mon closed. Tue-Sat h.9-13.30; Sun h.9-13 Tickets: euros 4,13; free admission under18 and over65; concessions for Touring Club, Icom, Artecard and groups (min 10 persons) Principale museo storico della Campania, presenta la più importante collezione al mondo di Matres Matutae, la famosa madri rinvenute nell’antica Capua. Oltre alla sezione archeologica, comprende una ricca sezione medievale ed anche un’importante biblioteca. Main historical museum of Campania Regione, it hosts the most important collection of Matres Matutae of the world. Besides the archaeological section, the museum hosts a rich section dedicated to the Middle Age and a very important library.


mostre & a cura di Eva Molea

Fino al 9 aprile FUOCO!

GALLERIA OVERFOTO Vico San Pietro a Majella, 6 – Napoli Tel. 081.19578345 – www.overfoto.it Mar-ven h.11-13/16.30-19.30; sab h.11-14 Niente spray, tele o quadri per i due street artist napoletani Cyop e Kaf, che alla Galleria Overfoto presentano la loro personale interpretazione della ceramica raku, antica tecnica di origine giapponese, a cui i due si affidano per esprimere la propria ideologia. Neapolitan street artists Cyop and Kaf present their interpretation of the ancient Japanese ceramic art of raku. Fino all’11 aprile RITORNO AL BAROCCO

MUSEO DI CAPODIMONTE Via Miano, 2 - Napoli - Tel. 848.800288 www.ritornoalbarocco.it - Mer chiuso; lun-dom h.8.30-19 - Biglietti: euro 7,50; ridotto euro 3,75; dopo le 14 euro 6,50 Napoli ricorda la grande stagione del Barocco con una grande mostra dislocata in sei prestigiosi musei con esposizioni tematiche ed itinerari ad hoc. Tra dipinti, disegni, sculture, arredi, gioielli, tessuti, ceramiche e porcellane, in bella mostra pure chiese, certose, collegiate e palazzi per rimarcare l’immagine opulenta e dinamica

della Napoli barocca. Due secoli irripetibili per una città in prima linea nelle arti, sfarzosa, sgargiante e coinvolgente agli occhi dei tanti viaggiatori. Ecco il programma: Museo di Capodimonte: “I dipinti da Caravaggio a Francesco Solimena (1606 – 1747)”; Castel Sant’Elmo: “Restauri di dipinti e oggetti dal 1600 al 1750 provenienti da chiese e musei napoletani”; “Obiettivo sul Barocco. Immagini fotografiche di Luciano Pedicini”; Certosa e Museo di San Martino: “Il barocco in Certosa”; “Immagini della città”; “Ritratti ‘storici’”; Museo della Ceramica Duca di Martina: “Arti decorative a Napoli in età barocca”; Museo di Villa Pignatelli: “La ‘natura morta’ da Luca Forte a Jacopo Nani”; Palazzo Reale: “Architettura, urbanistica e cartografia da Domenico Fontana a Ferdinando Sanfelice”; “Decorazioni e arredi barocchi nell’Appartamento Storico”; “Intorno alla Natività: scene e momenti di realtà familiare” Photographer Pino Settanni captures scenes from major Italian destinations as well as such celebrities as Sofia Loren, Massimo Troisi, Omar Sharif, Mario Monicelli, Marcello Mastroianni and Sergio Leone. Naples remembers the great Baroque Age with an exhibition sited in six prestigious museums hosting themed exhibitions and itineraries. Paintings, sculptures, furnishings, jewellery and ceramics, as well as churches, palazzi and other buildings document the opulence of the incredible Neapolitan Baroque: Capodimonte Museum: “Painting from Caravaggio to Francesco Solimena (1606-1747)”; Castel Sant’Elmo: “Restoration of paintings and objects from 1600 to 1750 in the churches and museums of Naples”; “Focus on the Baroque. Photographs by Luciano Pedicini”; San Martino Charterhouse and Museum: “Baroque in the Charterhouse”; “Images of the city”; “Historic Portraits”; Duca di Martina Ceramics Museum: “Decorative

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mostre & arts in Naples during the Baroque Age”; Villa Pignatelli Museum: “Still life from Luca Forte to Jacopo Nani”; Palazzo Reale: “Architecture, town planning and map-making from Domenico Fontana to Ferdinando Sanfelice”; “Baroque decorations and furnishings in the Historic Apartment”; “Around the Nativity Scene: scenes and moments of family life”. Fino al 18 aprile ARTIFICI CONTEMPORANEI E DIFFORMITA BAROCCHE

MUSEO ARCOS Corso Garibaldi, 1 – Benevento Tel. 0824.312465 – www.artsanniocampania.it Lun chiuso; mar-ven h.9.30-13.30/16.30-20.30; sab e dom h.10-14/16.30-21.30 Mostra collettiva di 21 artisti contemporanei internazionali che attraverso quadri, sculture, installazioni, video e fotografie indagano la linea di confine e di osmosi con il linguaggio barocco inteso non solo come esagerazione, ma anche come capacità di invenzione e di elaborazione dell’immaginazione. Exhibition of 21 contemporary international artists’ paintings, installations, videos and photos investigating how the Baroque was able not only to exaggerate but also to invent and elaborate the imagination. Fino al 30 aprile TWINS

GALLERIA THE APARTMENT Vico Belledonne a Chiaia, 6 - Napoli

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Tel. 335.456522; 339.4496062 – www.theapartment.com Mer-ven h.16.30-19.30; sab h.11-13.30 Mostra personale di Arnold Mario Dall’O, artista altoatesino che presenta varie installazioni: due teschi d cervo sono stati modificati inserendo al posto delle corna da un lato una lampada e dall’altro una ramificazione di soldatini di plastica rivestiti di nichel; una rosa che sboccia dal pavimento. L’opera di Dell’O è un grande lavoro di sintesi e di raccordo tra immagini religiose, della cultura popolare tirolese, degli atlanti di medicina, della cronaca, della pornografia in una sorta di accumulo che sprigiona forza e interesse. Personal exhibition of Alto Adige artist Arnold Mario Dall’O, whose bold and interesting works are a synthesis of religious images, Tyrolese folklore, medical reference books, news stories and pornography.

Fino al 9 maggio L’AUDACE BONELLI. L’AVVENTURA DEL FUMETTO ITALIANO DELLA CITTA (ED ALTRI ARAZZI)

PAN PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI Via dei Mille, 60 - Napoli Tel. 081.7958605 – www.palazzoartinapoli.net Mar chiuso; lun-sab h.9.30-19.30; dom h.9.30-14 Mostra collettiva dedicata alla più prestigiosa casa editrice italiana di fumetti: la Sergio Bonelli. Il percorso si compone di oltre 150 tavole originali dei maggiori artisti che hanno lavorato e tuttora lavorano per Bonelli e di alcune sezioni tematiche che illustrano la storia della casa editrice, i suoi grandi personaggi, le firme più prestigiose sia italiane che straniere, i progetti attuali e futuri. Uno spazio è dedicato anche alla nutrita scuola fumettistica della Campania.


& gallerie Exhibition dedicated to the prestigious Italian comic strip publisher Sergio Bonelli. Over 150 original plates by leading artists who worked for Bonelli and sections illustrating the publishing house’s history, characters, artists and projects and Campania’s school of comic strip artists. Dal 4 marzo NAPOLI NOVECENTO (1910 - 1980). PER UN MUSEO IN PROGRESS CASTEL SANT’ELMO

senta 13 tele di grandi dimensioni. Mendoza compie stravolgimenti e alterazioni: esibisce sproporzioni prospettiche, rivela dissonanze anatomiche, manifesta distonie tra i personaggi in primo piano e gli sfondi. Siamo dinanzi a “posseduti”: figure all’apparenza normali, eppure contagiate da inquietudini, da turbamenti, da pensieri perversi. Personal exhibition of 13 large canvases by Ryan Mendoza, the American artist who worked in Berlin and Paris before settling in Naples. Disproportionate perspectives and anatomical dissonances between foreground and background figures ‘possessed’ by worry, anxiety and perverse thoughts. Fino al 10 ottobre COLLEZIONE FARNESE

Via Tito Angelini, 20 – Napoli Tel. 081.749911 Mar chiuso; lun-dom h.10-19 Biglietti: 3 euro. Attraverso una selezione condotta in maniera storico-critica, il Museo intende documentare la produzione artistica napoletana dal 1910 al 1980, soprattutto nei campi della pittura, della scultura e della sperimentazione grafica. A documentary of Neapolitan painting, sculpture and graphical experimentation from 1910 to 1980. Fino al 28 giugno THE POSSESSED

MUSEO MADRE Via Luigi Settembrini, 79 - Napoli Tel. 081.19313016 - www.museomadre.it Mar chiuso; lun/ven h.10-21; sab/dom. h.10-24 Mostra personale di Ryan Mendoza, artista americano trapiantato a Napoli dopo lunghi soggiorni a Berlino e a Parigi, che al Madre pre-

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE Piazza Museo, 19 - Napoli - Tel. 081.292823 http://marcheo.napolibeniculturali.it Mar chiuso; lun-ven h.9-19.30 Biglietti:10 euro; ridotto 6,75 euro Nuovo allestimento della celeberrima collezione Farnese nata per decorare l’omonimo palazzo romano e poi giunta a Napoli, in seguito a complicate vicende ereditarie. Oltre 300 statue, tra cui la Venere Callipigia, l’Atlante Farnese, i Tirannicidi, l’Ercole Farnese e il monumentale Toro Farnese, oltre ad un gruppo di marmi pressoché inediti, riconosciuti grazie a ricerche su documenti d’archivio e testimonianze grafiche. The famous Farnese collection created for the palazzo of the same name in Rome and later transferred to Naples. Over 300 statues including Venus Kallipygos, Atlas, the Tyrannicides, Hercules, the monumental Farnese Bull and previously unseen marbles identified through archive research.

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Charme è distribuito in omaggio nelle camere di 190 alberghi a 4 e 5 stelle. Ecco l’elenco. NAPOLI

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