Charme - Settembre 2008

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settembre 2008



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Napoli, matrimonio tra natura e ingegno di Giorgio Gradogna

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apoli riparte da se stessa. Dopo l’ennesima tempesta che si è abbattuta sulle strade di una incomparabile storia, la città e la regione tornano a splendere di quella luce propria che le ha consacrate come terra felice, nonostante la mano degli uomini, spesso, non l’abbia mai resa compiuta. E, come dopo tutte le tempeste, si va alla ricerca della pace, della contemplazione. Charme, la vetrina del bello e del buono della Campania, propone un viaggio tra chiostri e certose, spettacolari luoghi che più di ogni altro invitano alla riflessione e alla silente ammirazione di arte e natura. Scenari come quelli che appaiono a quello sguardo che spazia dall’alto del Vesuvio: il dominante vulcano ricorda quanto sia effimera l’opera dell’uomo rispetto alla forza degli elementi. Una sfida costante nella storia della città, che si ripropone anche nell’incredibile matrimonio di forze ben evidente alla vista del seicentesco e incompleto Palazzo Donn’Anna a Posillipo, dove il progetto di Cosimo Fanzago si specchia nell’acqua del Golfo (foto di copertina). E’ proprio questo stretto connubio tra natura e ingegno umano che rende ineguagliabile la Campania Felix e tutti i suoi prodotti, di cui Charme si fa vetrina. Ed ecco perché affrontiamo questa stupenda realtà riflettendone, come in un caleidoscopio, piccole e grandi luci e colori.

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Naples: the union of nature and ingenuity

aples pulls itself up by its bootstraps. After yet another storm has broken on their often troubled but much envied path through history, the city and its surrounding region are resplendent once again with an inner light that has won for them renown as a happy land, despite the frequently destructive hand of man. And after every storm passes, there is a general desire to seek peace through contemplation. Charme, the showcase of everything that is beautiful in Campania, proposes a journey to the city’s cloisters and charterhouses, those spectacular places that more than any other inspire meditation and silent admiration of art and nature. Infinite scenarios such as that which meets the eye looking out from the summit of Vesuvius: the majestic volcano reminds us just how ephemeral the works of man are when faced with the awesome power of nature A constant challenge in the city’s history, which is also exemplified in the incredible marriage of forces that can be seen in the 17th century (though incomplete) Palazzo Donn’Anna in Posillipo, where the design of Cosimo Fanzago is reflected in the waters of the Bay of Naples (cover photograph of this issue). It is this close-mesh combination of nature and human ingenuity that makes Campania Felix and all its produce and products so unique, and Charme is here to showcase these stupendous assets, as if in a magic mirror reflecting all beauty, great and small 3



Reg. Tribunale di Napoli n. 1/2007 Nelle edicole della Campania € 2,00. Negli alberghi a 4 e 5 stelle in omaggio (elenco alle pagg. 208-209)

Direttore responsabile: GIORGIO GRADOGNA Società editrice: Mercati Popolari Spa Via Santa Maria a Cappella Vecchia, 11 80121 Napoli Direzione e redazione: Via Conte Carlo di Castelmola, 14 80133 Napoli tel. 081.225.27.11 charme@napolipiu.it Traduzioni: Ken Tobyn Stampa: Arti Grafiche Boccia Fuorni (Salerno) Concessionaria per la pubblicità: Mercati Popolari Spa tel. 081.225.27.55 Concessionaria dell’edizione Lombardia: Emotional Advertising srl Corso Venezia, 12 20121 Milano - Tel. 02.76318838 Progetto grafico: Artemisia Comunicazione - Napoli Impaginazione: Davide De Marco Development Press srl Immagini: Arch. A.A.S.C.T. di Capri AGN Fotoreporter, Luciana Lamanna, Luciano Ferrara, Gabriella De Martino, Arch. Circuito Jazz, Fabio Donato, Diego De Dominicis, Simona Coppeto per Sire, Michele Attanasio (copertina) Errata corrige: - a pag. 38 del numero 2 abbiamo scritto che il ristorante Transatlantico un tempo era di Starita. Rettifichiamo: è La Scialuppa il ristorante della famiglia Starita; - nel numero di aprile 2008, le foto del servizio su Rosa Panaro erano di Nando Calabrese

LA FIRMA DI CHARME

Nella mia musica i ritmi, i suoni e i colori di Napoli di Tullio de Piscopo

pag. 9

CERTOSE E CHIOSTRI

La Certosa di San Martino. Silenzioso ritiro con vista sul golfo di Paola de Ciuceis

pag. 10

La Certosa di San Giacomo. Ispirazione per arte e preghiera di Paola de Ciuceis

pag. 16

La Certosa di Padula. Centro culturale nel cuore del Cilento di Gabriele Scarpa pag. 22

il sommario

TUTTO IL BELLO ANNO IV NUMERO 4 SETTEMBRE 2008 (nuova serie)

Chiostro di Santa Chiara. Un giardino delle delizie nel cuore della città di Paola de Ciuceis pag. 28 Il chiostro di Santa Maria la Nova. Le colonne proteggono tesori d’arte di Paola de Ciuceis

pag. 34

Il chiostro dei Girolamini. Un angolo di Paradiso nel cuore della città di Gabriele Scarpa pag. 40 PERCORSI D’AUTUNNO

Il Vesuvio. Il vulcano sterminatore e creatore di Eva Molea

pag. 46

Creator Vesevo. Dieci sculture prendono vita dal vulcano di Eva Molea pag. 52


Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Napoli

Con il patrocinio di:

I laghi Averno e Lucrino. Porta degli inferi, terra di fuoco, arsenale dell’Impero di Gabriele Scarpa pag. 56

Pimo Piano Italia. Dalla testa ai piedi, qui si veste l’uomo di classe di Paola de Ciuceis pag. 96

Lago Fusaro. Real Casina, la bomboniera dei Borbone di Gabriele Scarpa pag. 62

Rosario Farina Haute Couture. Una collezione intorno alla seta di Paola de Ciuceis

pag. 102

L’autunno caprese. Il fascino della tranquillità di Rosanna Nastro

pag. 68

Takeshy Kurosawa. L’essenza dell’uomo “principe” di Giuliana Covella

pag. 106

pag. 72

Bonino. Qui il vintage è sempre di moda di Sarah Ricca

pag. 110

Fratelli D’Angelo di Donato. Raffinati tessuti per eleganti signore di Eva Molea

pag. 114

DONNA CHARME

Roberta Astuti CAMPANIA EVENTI

Piedigrotta 2008. Sacro e profano per la festa del popolo di Vincenzo D’Episcopo pag. 76 San Gennaro. Il “re”dei Santi partenopei di Giuseppe Porzio

pag. 80

Circuito Jazz Festival. Sette eventi per animare la provincia di Domenico Esposito

pag. 84

CAMPANIA STYLE

Nino Longobardi. Nella sua arte la forza della Terra di Irene Manco

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pag. 90

Le ceramiche di Vietri. Colori e magie della natura diventano opera d'arte di Sarah Ricca pag. 120


Sanseverino Napoli. Un foulard per l’Africa di Paola de Ciuceis

pag. 124

SAPORI DELLA CAMPANIA

Pizzafest 2008. La “regina” del gusto si presenta alla folla di Marco Di Bello pag. 128 Umberto. Qui arte e cultura s’incontrano a tavola di Eva Molea pag. 132 Sire. Attrazioni per occhi e palati raffinati di Giuseppe Porzio

pag. 136

Ristorante ‘A Tiella. Discrezione e tranquillità nel centro di Napoli di Sarah Ricca pag. 140 La pizzetta di Moccia. Il sapore delle feste di grandi e piccini di Annalisa Palmieri pag. 144 Il caffe napoletano. La filosofia dell’ozio ruota intorno alla tazzina di Giuseppe Porzio pag. 148

Passalacqua. Da 60 anni “il caffè” a Napoli di Giuseppe Porzio

pag. 152

Italmoka. Passione per il caffè, caffè per passione di Giuseppe Porzio pag. 156 La vendemmia. Tutta la regione si inchina al dio Bacco di Giuseppe Porzio pag. 160 Casa D’Ambra. Terra del vino di tradizione secolare di Giuseppe Porzio

pag. 164

Frantoi Oleari Aperti. Imperdibile appuntamento con il gusto di Giuseppe Porzio pag. 168 La mela annurca. La rossa croccante prediletta da grandi e piccini di Giuliana Covella pag. 172 Polpette alla napoletana, fritte o al pomodoro di Biancamaria Ascione pag. 176 THE BEST OF SHOPPING

& RELAX pag. 178

MUSEI

pag. 192 MOSTRE

& GALLERIE pag. 206

In collaborazione con:

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paesaggi

Vincenzo Migliaro Mercatino (Olio su tavoletta 21x26,5) Galleria Giosi casa d’aste dal 1924 Via Chiatamone, 6/a - Napoli Tel. 081. 7645074 - www.galleriagiosi.it

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la firma Nella mia musica i ritmi, i suoni e i colori di Napoli di Tullio de Piscopo

Percussionista napoletano di fama internazionale

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top bayonne primavera” è la Napoli che porto con me in giro per il mondo. Per chi non la conoscesse, è la più famosa canzone che ho composto, quella che mi accompagna da sempre e che è una sintesi dei ritmi, delle voci, delle grida e di quant’altro si sente nei vicoli e nelle viuzze di Napoli. Questa città fa parte della mia vita. Pur essendo un ‘emigrante’ - ma oserei dire, un cittadino del mondo - come posso dimenticare la città che mi ha dato i natali? Vidi la luce nel centro di questa metropoli, ora multietnica. A non più di 100 metri da casa mia c’è Porta Capuana, il luogo che più riflette la napoletanità. Dalle mie parti c’era tutto: Pretura, Tribunale, Stazione Centrale, Circumvesuviana, tram e treni provinciali, le migliori pizzerie della terra (Pasqualino, Gennaro, Michele, il più grande pizzaiolo dell’universo, e le Figliole). Pizza e gnocchi li pagavi a 8, mangiavi oggi e pagavi otto giorni dopo. Zona anche di gelaterie, che buoni i coni del “Polo Nord”. Dolci come il bacio che detti a Lorena, la mia prima ragazzina a dieci anni. Di quella Napoli, della Napoli ancora caratteristica, restano ancora i Quartieri Spagnoli, Spaccanapoli, i Decumani col loro patrimonio artistico, la Napoli Sotterranea. A chi ama i panorami suggerisco di sedersi su uno dei tredici gradini della Chiesa di Sant’Antonio, che domina Posillipo e Mergellina. Un autentico paradiso. E poi, magari la domenica, perché no, una passeggiata nelle vie a monte di via Toledo dove, a partire da mezzogiorno, si alza un profumo di ragù e frittura che entra nei polmoni e che mi ricorda quando, tornando dai concerti del sabato notte, suonavo in un basso e per me - a corto di soldi - c’era sempre un posto a tavola. Beata la generosità del popolo di Napoli! The rhythms, sounds and colours of Naples in my music Tullio de Piscopo

“Stop bayonne primavera” is the Naples I take with me around the world – for those who haven’t a clue what I’m talking about, it’s my best known song and it’s always in my head as it sums up the rhythms, voices, cries and all the other sounds you hear in the backstreets of Naples. This city is part of my life. Although I ‘emigrated’ – or, rather, I became a citizen of the world – how can I forget my home town? I was born in the centre of this now multi-ethnic metropolis. No more than 100 metres from my house is Porta Capuana – one of the most ‘Neapolitan’ parts of the city. It has everything: the law courts, main railway station, other stations for provincial trains and trams, the best pizza restaurants on earth (Pasqualino, Gennaro,

Michele, the best pizzaiolo in the universe, and Le Figliole). Pizza and gnocchi were paid “at 8”, you ate today and paid eight days later. There were also ice cream shops – who can forget the cones we bought at “Polo Nord”: as sweet as the kiss I gave Lorena, my first girlfriend when I was ten years old. The Naples I remember still lives on in the “Spanish Quarters”, Spaccanapoli, the historic city centre with its Roman roads, artistic heritage and underground city. If you like views, I would suggest sitting on one of the thirteen steps of the church of Sant’Antonio, which commands a wide view over Posillipo and Mergellina. A veritable paradise. And on Sundays, why not take a stroll along the lanes climbing up from Via Toledo, where you can smell the ragù sauce and other delights sizzling in the pan, reminding me of Saturday nights after a concert when, penniless, I would knock on a door and would be offered a place at table. Thank heavens for the generosity of Neapolitans!


La Certosa di San Martino. Silenzioso ritiro con vista sul golfo di Paola de Ciuceis 10


Galleria Umberto I

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u per la collina del Vomero, con una strepitosa vista sul golfo e sulla città, la trecentesca certosa di San Martino incanta per la straordinaria sintesi d’architettura e arte barocca napoletana.

Fondata dal duca di Calabria Carlo d’Angiò (primogenito del sovrano angioino Roberto) e consacrata sotto il regno di Giovanna I, è tra i luoghi più incantevoli della città e deve la sua fama 11


certose e chiostri

Nella prima pagina, il chiostro di San Martino; in questa, l’obelisco nel chiostro, l’interno della chiesa, il pozzo (photo AGN Fotoreporter)

non solo all’invidiabile posizione dominante ad un passo dal Belforte, oggi Castel Sant’Elmo, ma anche e soprattutto alla straordinaria ristrutturazione di Cosimo Fanzago che, nel corso dei Seicento, fece dell’antico convento dei certosini – realizzato a suo tempo in forme gotiche da Tino da Camaino e Atanasio Primario - uno dei più strepitosi complessi religiosi. Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Settecento, al rinnovamento della certosa lavorarono i maggiori architetti e i migliori artisti del momento - pittori, scultori, maestri artigiani del marmo, del legno e delle arti minori in genere – tra cui Giovanni Antonio Dosio, Giovan Giacomo di Conforto e il Fanzago, Nicola Taglia12

The Charterhouse of San Martino. Silent retreat with a view on the gulf Paola de Ciuceis

Founded by Charles of Anjou and consecrated under Queen Joan I, the 14th century hilltop charterhouse of San Martino is a

superb example of the Neapolitan baroque, renowned for its breathtaking view of the entire bay of Naples but, above all, for the work of Cosimo Fanzago, who transformed the gothic monastery into one of Italy’s most astonishing religious complexes. Between the late 16th and early 18th centuries, the


certose e chiostri

Il complesso di San Martino con alle spalle Castel Sant’Elmo (photo AGN Fotoreporter)

cozzi Canale con Micco Spadaro, Giovanni Baglione, Belisario Corenzio, Jusepe de Ribera, Massimo Stanzione, Giovanni Lanfranco e, ancora, Andrea, Domenico Antonio e Lorenzo Vaccaro, Battistello Caracciolo Giuseppe Sanmartino, Francesco Solimena tanto per dirne alcuni. Furono loro, ciascuno nella propria epoca che ne arricchirono gli interni e gli esterni di opere d’arte, arredi, altari, pavimenti e decori in genere di assoluto prestigio tanto che nei secoli del grand tour la certosa era immancabile meta prediletta di letterati, viaggiatori ed eruditi che vi si recavano in cerca di quiete e riposo, d’ispirazione e, soprattutto, per soddisfare curiosità artistica e sete di conoscenza.Sontuosa la

charterhouse saw the foremost Neapolitan architects, artists, sculptors, masons, carpenters and other craftsmen embellishing the building inside and out with such superb art works, furnishings, altars, floors and other ornamentation that the charterhouse became a popular stop on grand

tours and a favourite destination for writers and scholars seeking peace, quiet, inspiration and knowledge. Its attractions included the sumptuous baroque church, the exquisite choir, the chapel and treasure room, the grandiose main courtyard, the magnificent large 13


certose e chiostri

La chiesa di San Martino e il golfo sullo sfondo (photo AGN Fotoreporter)

cloister with its Doric-Tuscan colonnade and statues all along the loggia, the Carthusian cemetery and the garden with fruit trees and a well in the centre. Equally charming is the small cloister, with its terracotta and majolica floor embellished with a volute and ribbon motif by Giuseppe Massa, and the three-tiered gardens: the herbarium of the Carthusian monks, the prior’s orchard 14

and the vineyard This enchanting atmosphere provides an ideal location for a stroll back through time, but it has also been home to the San Martino National Museum since 1866, exhibiting the finest examples of Neapolitan nativity art, weapons and memorabilia from the various ages of the kingdom and items of Neapolitan dress and festivals.

chiesa barocca con marmi, scultura e dipinti, notevolissimi il coro, la cappella e la sala del tesoro. Grandioso il piazzale d’accesso e il cortile d’onore. Maestoso il chiostro grande con un colonnato d’ordine dorico-toscano, una sequenza di statue lungo tutto il loggiato, il cimitero dei certosini e un bel pozzo al centro del giardino con alberi da frutto; e di gran fascino il chiostro piccolo, detto anche dei Procuratori, con il pavimento in cotto e maiolica decorato con motivi di volute e nastri opera di Giuseppe Massa. E, ancora, il Quarto del Priore e i giardini divisi in tre ripiani: quello alto, che anticamente ospitava l’erbario della farmacia dei monaci certosini; quello intermedio che era anche l’orto del priore; quello inferiore tenuto a vigna e riservato alla passeggiata dei monaci. Un vero incanto, di cui si gode ogni volta che si ha voglia di una semplice passeggiata in un’atmosfera d’altra tempi piuttosto che di un tour al museo di cui è sede dal 1866: il museo nazionale di San Martino che, con la sua varietà ci raccolte e collezioni, espone i migliori presepi della scuola napoletana, armi e ricordi storici del regno e delle sue varie epoche storiche, cimeli della società partenopea le cui vicende si ricostruiscono anche attraverso le sezioni dedicate al teatro, alle feste, ai costumi. Certosa di San Martino Piazzale San Martino, 5 Tel. 081.5586408 Mer. chiuso; lun.-dom. h.8.30-19.30 Biglietti: euro 6; ridotto euro 3, ingresso libero per under18 e over65



La Certosa di San Giacomo. Ispirazione per arte e preghiera di Paola de Ciuceis 16


Galleria Umberto I

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l quarto del priore è a strapiombo sull’alta costa rocciosa dell’isola Azzurra, in quel tratto che offre allo sguardo un bel vedere mozzafiato da Marina Piccola a Tragara e i Faraglioni a far capolino.

Difesa dal mare in cima all’inaccessibile costone pietroso, alle spalle del centro abitato e delle sue mura, la certosa di San Giacomo occupa un’invidiabile posizione nel cuore dell’accogliente 17


certose e chiostri

In queste pagine, immagini della certosa di San Giacomo a Capri (photo Arch. A.A.S.C.T. di Capri)

vallata Sama o Lama; un ampio terreno che la regina Giovanna I d’Angiò offerse in dono al suo segretario, il conte Giovanni Arcucci, per costruire intorno al 1371 quel convento dedicato all’apostolo Giacomo, dove poi si ritirò a vivere dopo la morte della sua sovrana e la confisca dei propri beni. Magnifica nella sua imponente architettura, ospitava un’antica farmacia che riforniva di medicine tutti gli isolani; c’erano poi gli ambienti e la cappella delle donne fuori clausura, e quelli che nel tempo divennero lo studio del pittore tedesco Diefenbach, che aveva bisogno di spazi adeguati alla sue enormi tele. Poi, la chiesa, con il bel portale in 18

The Charterhouse of St. James. Inspiration for arts and prayers. Paola de Ciuceis

Its cliff-top location on Capri’s rugged coastline makes the Charterhouse of St. James an impregnable citadel that enjoys a breathtaking view

from Marina Piccola to the Faraglioni stacks. Situated near the small town in the valley, the Charterhouse is surrounded by a large estate that Queen Joan I of Anjou gave to her secretary, Count Giovanni Arcucci, who built a monastery there around 1371 to which he retired on


certose e chiostri

marmo bianco e la lunetta affrescata nel ‘300 con le figure di San Bruno con la regina Giovanna e San Giacomo con il conte Arcucci ai lati della Vergine; a crociera le volte dell’aula rettangolare, gotico il rosone e i finestroni. A visitarla sembra quasi di fare un salto indietro nel tempo, tanto bene la certosa sopravvive intatta nonostante le alterne vicende dei secoli successivi; dalle devastazioni incendiarie causate dal corsaro Dragut, cui seguirono ampi restauri per circa un secolo, alle successive incursioni da cui si difese anche con la costruzione di una torre, andata poi distrutta agli inizi dell'800 per il cedimento della roccia sottostante. In quello

the queen’s death. The cross vault church has a beautiful white marble portal with a 14th century frescoed lunette depicting St. Bruno with Queen Joan and St. James with Count Arcucci on either side of the Virgin Mary, and gothic rose and side windows. The magnificent building that

housed a pharmacy supplying medicines to the islanders as well as the rooms and chapel of the nuns’ order later became the studio of the German painter Diefenbach. Visiting the Charterhouse today is like taking a journey back in time because it is so well preserved, despite the 19


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devastation caused by the corsair Dragut and various pirate raids. At the same time, the invasion of French troops resulted in everything being requisitioned and even the documents stored in the archives and libraries being sold as packaging paper. In the early 20th century the Charterhouse was almost sold for conversion into a luxury hotel and was even used as barracks for an infantry regiment 20

in World War I before finally being designated as a venue for cultural events in the 1920s. These were held indoors and in the two spectacular cloisters with a large cross vault portico, rooms leading off and a garden with a well in the centre, and all around decorations and frescoes by Neapolitan artists from different periods depicting religious scenes and stories of the order’s founding fathers.

stesso periodo, l’invasione dei francesi significò la requisizione di ogni cosa e, addirittura, la vendita come carta da pacchi ai bottegai locali di tutti i documenti che conservava tra archivi e biblioteche. Sorte contraria le riserva, poi, anche il ‘900 quando, ai primi del secolo, lo Stato italiano è sul punto di cederla, all’asta, ad un pool di albergatori pronti a farne un lussuoso hotel; posta sotto la tutela del Ministero della Pubblica Istruzione, durante la prima guerra mondiale ospitò un reggimento di fanteria. Finalmente, negli anni Venti, grazie ad Edwin Cerio fu il Ministero delle Antichità e delle Belle Arti a prendersene cura e a spianarle la strada di luogo d’arte adatto a mostre e manifestazioni culturali che ne animano ogni ambiente trovando scenografiche quinte naturali specialmente nei due chiostri. Nel grande, un porticato coperto da volte a crociera, un giardino a disegni geometrici e tutt’intorno le abitazioni dei frati a due ambienti, uno per il riposo e l’altro per la vita di preghiera; al centro il pozzo per attingere dalla cisterna sottostante come anche nel piccolo, a cinque arcate con colonne lungo la navata della chiesa. Ovunque, decorazioni e affreschi dei maggiori artisti partenopei di ogni epoca cui i certosini, di volta in volta, commissionarono scene sacre e storie dei padri fondatori. Certosa di San Giacomo Via Certosa, 2 - Capri (Na) Tel. 081. 8376218 Lun. chiuso; mar.-dom. h. 9-14 ingresso libero



La Certosa di Padula. Centro culturale nel cuore del Cilento di Gabriele Scarpa 22


Galleria Umberto I

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hissà come si sarà sentito Carlo V dopo aver pranzato nel monumentale refettorio della Certosa di Padula. I monaci dell’immenso complesso religioso dedicato a San Lorenzo avevano fatto le

cose in grande per l’imperatore, reduce da un viaggio aTunisi stanco e affamato. E i frati, racconta la leggenda, prepararono una pantagruelica frittata con mille uova per sfamarlo. Roba da nababbi. 23


certose e chiostri

Numeri da capogiro, che la dicono tutta sulle dimensioni della cittadella sorta sette secoli fa nel cuore del Vallo di Diano. Cinquantadue chilometri quadrati. Più di trecento stanze, quarantuno fontane, un centinaio di camini e tredici cortili. L’impianto sorge su quello che un tempo era un edificio appartenuto ai monaci Basiliani. Correva l’anno 1306 quando il principe normanno Tommaso Sanseverino decise di donare il fabbricato ai frati Certosini. Una volontà, quella del nobiluomo, dettata dal vincolo di fedeltà che lo legava agli Angioni, dominatori di Napoli, con cui i certosini condividevano le origini. Toccò a loro, una volta messo piede nell’antico edificio, rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per garantire la bonifica della valle. La “cittadella” di San Lorenzo nella sua struttura richiama l’immagine della graticola sulla quale il santo, originario di Osca, fu arso vivo. Costruita a valle dell’abitato di Padula, quasi all’ombra del colle sormontato dal piccolo borgo medievale, l’impianto urbanistico fu progettato secondo uno schema allora particolarmente in voga: una parte alta riservata ai frati; una parte bassa con gli ambienti destinati all’esercizio delle attività mondane. Anche la chiesa, con il suo splendido pavimento in cotto e maiolica, il prezioso altare maggiore e gli affreschi tratti dal Vecchio Testamento, dipinti sulla volta dal pittore siciliano Michele Ragolìa, seguì lo stesso disegno: la parte sopraelevata per i monaci, quella sottostante aperta ai cosiddetti “conversi”. L’intera struttura fu dotata di una possente cinta muraria. Al riparo del “fortino” furono 24

The Charterhouse in Padula. Cultural centre in the heart of Cilento Gabriele Scarpa

On his way back from a tiring journey to Tunis, Emperor Charles V stopped at the Charterhouse in Padula in the heart of the Vallo di Diano uplands, where the monks offered him a huge omelette made from

a thousand eggs to satisfy his hunger. The estate was immense, covering 52 square kilometres, while the citadel had 300 rooms, 41 fountains, 100 fireplaces and 13 courtyards, making it one of the largest monasteries in the world. In 1306 the site had been donated to the Carthusian order by Prince Tommaso Sanseverino, mainly out of loyalty to the Anjou rulers of


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In queste pagine, immagini della Certosa (photo AGN Fotoreporter)

Naples, and it was then up to the monks to drain the marshes caused by the frequent flooding of the river Tanagro The citadel of St. Lawrence was built below the Medieval hillside town of Padula with a structure that recalls the grate on which the saint was burned alive: one part reserved for the monks and another used for more worldly activities. The church, with

its splendid terracotta and majolica floor, lavish altar, and frescoed vault depicting Old Testament scenes, follows the same design with a raised section set aside for the monks. The whole structure was surrounded by sturdy walls that also protected the orchards Inside the main gate is a large courtyard that housed stables, barns, oil presses, a washhouse and a

ricavati gli orti. Immediatamente a ridosso del portale d’ingresso trovò spazio un grande cortile all’interno del quale spuntarono stalle, granai, frantoi e una lavanderia, insieme ad un ricovero per pellegrini. Quando calava la notte, il portone veniva rinchiuso e all’ingresso montava la guardia degli armigeri. Nel corso degli anni la Certosa ha subito numerose trasformazioni, senza, tuttavia, mai venire meno alla sua originaria impronta. Lo si vede dal portale della chiesa, rimasto quello di un tempo, ma anche dai bassorilievi in pietra che addobbano la possente scalinata della Foresteria, con il suo chiostro porticato (XVI secolo), probabilmente il più grande al mondo. L’invasione di Napoleone coincise con l’abolizione degli ordini dinastici. E la caduta in disgrazia della Certosa, spogliata, a poco a poco, del suo prezioso patrimonio di libri e dei suoi incredibili tesori, molti dei quali erano alloggiati in una ricca cappella posizionata alle spalle dell’altare maggiore. Allontanati i francesi, la struttura del Vallo tornò progressivamente alla normalità, ma l’antica magnificenza dei tempi d’oro rimase solo un antico ricordo, fino alla soppressione del monastero, sancita nel 1866 dal neonato stato italiano. Dichiarata monumento nazionale nel 1882, la cittadella fu affidata alle cure del ministero dell’Istruzione Pubblica, ma non tornò mai più agli antichi splendori del XVIII secolo. Addirittura nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali fu utilizzata come campo di prigionia. Solo a partire dal 1982, quando l’antica casa dei certosini è stata affidata alla Soprintenden25


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za dei Beni Ambientali di Salerno, il complesso è tornato a nuova vita, con l’avvio di importanti lavori di restauro e di riqualificazione. Dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco, oggi la Certosa di Padula, con il suo caratteristico scalone baroccheggiante, il grande giardino della clausura e la splendida cucina settecentesca con gli affreschi offuscati dal fumo dei fornelli, è diventata un centro vitale di iniziative culturali. Nei suoi locali trovano spazio, tra l’altro, il Museo Archeologico della Lucania Occidentale e qualificati laboratori di restauro. Certosa di San Lorenzo Padula (Sa) Tel. 0975. 778549 Mar. chiuso; lun.-dom. h. 9-19

shelter for pilgrims Although the Charterhouse was modified over the years, its basic structure did not change, as can be seen in the original church portal, the bas-reliefs on the monumental staircase of the guest rooms and the 16th century porticoed cloister – probably the largest in the world The invasion of Napoleon 26

Bonaparte coincided with the abolition of dynastic orders and led to the gradual pillaging of its immense collections of books and its incredible treasures. When the French were driven out, the monastery regained a certain normality until it was eventually suppressed by the newly constituted Italian state in 1866. Declared a

national monument in 1882, the citadel was entrusted to the Ministry of Education but it never regained its former splendour and was even used as a prison camp between the two world wars. In 1982 the Charterhouse came under the control of the Salerno Environmental Superintendent’s Office, which oversaw its

refurbishment and helped it to become a UNESCO world heritage site because of its baroque staircase, its large enclosed garden and its splendid 18th century frescoed kitchen. It is now used as a venue for cultural initiatives as well as the seat of the Archaeological Museum of Western Lucania and home to skilled restoration workshops.



Chiostro di Santa Chiara. Un giardino delle delizie nel cuore della cittĂ di Paola de Ciuceis 28


Galleria Umberto I

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hiese, palazzi, guglie, piazze, un dedalo di vicoli sempre pieni di sorprese. Non c’è tregua per chi visita il centro storico di Napoli. Lo sguardo rimbalza di continuo. Un piccolo angolo di quie-

te pare trovarlo solo nell’oasi verde del chiostro di Santa Chiara, che si schiude oltre l’interno sobrio e imponente del monastero delle clarisse; ma anche qui c’è di che meravigliarsi e la sosta dell’oc29


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In queste pagine, immagini del chiostro maiolicato di Santa Chiara (photo AGN Fotoreporter)

chio è presto sospesa. In contrasto con l’originaria struttura conventuale trecentesca - che tra i vari resti conserva, nel coro, anche stralci di affreschi attribuiti a Giotto - si ammira il grandioso chiostro maiolicato che, di matrice gotica, attorno al 1742, trova completa trasformazione per l’estro di Domenico Antonio Vaccaro cui si deve, infatti, l’idea di rivestirne l’intera struttura (con ben 72 pilastri ottagonali a sostegno del pergolato) di splendide policrome di gusto rococò realizzate, su disegno dello stesso Vaccaro, dai più noti ‘riggiolari’ napoletani del tempo: Donato e Giuseppe Massa. É così che, più simile ad un giardino di delizie che a un vero e proprio luogo di preghiera e raccoglimento 30

Cloister of Santa Chiara. A garden of delights downtown Paola de Ciuceis

The maze of streets in Naples’ city centre is home to such an astonishing number of historic monuments that visitors often need somewhere to sit in peace and quiet and catch their breath.

The cloister of Santa Chiara in the majestic convent of the Poor Clares is one such place, although it too holds a few surprises The austere, 14th century building, which houses fragments of frescoes reputedly by Giotto, contrasts sharply with the magnificent cloister, whose gothic structure was


certose e chiostri

come più si addice ad un chiostro, il cortile delle clarisse risulta unico e grandioso; e si distingue per l’originalità dei motivi decorativi laici piuttosto che sacri: temi agresti, marinari e mitologici s’intrecciano nei decori dei sedili e in quelli delle spalliere delle colorate panchine che tra un vialetto e l’altro si rincorrono; sui pilastri, poi, è un tripudio di tralci di viti e glicini che si avvolgono a spirale fino al capitello. Colori dominanti sono l’azzurro, il giallo e il verde, ovvero gli stessi del cielo - che a tratti, oltre le alte mura si scorge - delle rigogliose fronde di limoni e di viti che crescono nelle aiuole. Una vera meraviglia, non c’è che dire. Proprio come l’intero complesso monastico con la bella chiesa di

transformed in 1742 when Domenico Antonio Vaccaro embellished the 72 octagonal columns supporting the pergola with exquisitely decorated rococo majolica tiles made to his design by the foremost Neapolitan ceramists of the time More a garden of delights than a place of prayer, the cloister of the Poor

Clares is unique, as the colourful decoration on the benches depicts not religious but bucolic, marine and mythological scenes, while the columns are lavishly embellished with grape vines and wisteria, predominantly in shades of blue, yellow and green. The church of Santa Chiara was built in 1310 by 31


certose e chiostri

Robert of Anjou and Queen Sancia who was thus able to appease her repressed vocation to be a nun. The Provencal gothic building was to be a gigantic mausoleum for King Robert and the Anjou dynasty in Naples; Robert’s sepulchre is the largest funeral monument from medieval Italy, while other tombs are magnificent works by Tino da 32

Camaino. Much of the complex was destroyed during the bombing raids of 1943, and the restoration works carried out after the war eliminated the lavish baroque ornamentation added between 1742 and 1769, returning Santa Chiara to its original, majestic, gothic form, with a large rectangular hall lit by mullioned windows.

Santa Chiara che, tra i monumenti più famosi della città, fu edificata nei pressi della cinta muraria occidentale, proprio all’inizio del decumano inferiore per volere del re Roberto d'Angiò e della regina sua moglie, la devotissima Sancia che in questo modo desiderava assecondare la sua repressa vocazione per la vita di clausura. Era il 1310 e la chiesa fu costruita in forme gotiche provenzali da Gagliardo Primario con l’intento di farne il pantheon dei sovrani angioini a Napoli: gigantesco, il sepolcro di Roberto d’Angio è il più grande monumento funebre del medioevo italiano; accanto a questo, quelli di Maria di Durazzo, di Carlo di Calabria e di Maria di Valois (entrambi opera di Tino da Camaino) ed altri. Sobria ed imponente come al tempo, la chiesa ha recuperato questo suo aspetto iniziale solo dopo i bombardamenti del 1943 che, danneggiando gravemente gran parte del complesso, distrussero pure gli apparati barocchi che, tra il 1742 e il 1769, trasformarono il complesso architettonico facendo uno dei più stupefacenti interni del Settecento. E’ con i restauri del secondo dopoguerra, difatti, che Santa Chiara è stata riportata alla sua primaria forma gotica, una grande aula rettangolare illuminata da una sequenza di alte bifore e trifore. Complesso Museale di Santa Chiara Via Santa Chiara, 49/c Tel. 081.19575915 Lun - sab h.9.30 - 17.30; dom h.9.30-14 Biglietti: euro 5; ridotto euro 3,50



Il chiostro di Santa Maria la Nova. Le colonne proteggono tesori d’arte di Paola de Ciuceis 34


Galleria Umberto I

P

er leggere, per scrivere, per pregare, semplicemente per passeggiare. Lungo il corridoio dalle volte affrescate o tra i vialetti del giardino con al centro la cisterna. Di forma quadrata, ma anche

rettangolare, in ogni caso silenziosissimi luoghi, i primi ad usarli furono i benedettini. Ben presto, però, divennero lo spazio piÚ tipico di ogni comunità religiosa, di ordine monastico e non. Ed an35


certose e chiostri

In queste pagine, immagini del chiostro piccolo di Santa Maria la Nova (photo AGN Fotoreporter)

che a Napoli furono di gran moda. Il complesso dei Frati Minori di Santa Maria La Nova ne ha addirittura due, di chiostri. Uno maggiore, naturalmente quello più grande, ed uno minore, appunto quello più piccolo. Il primo, monumentale, è scandito da colonne monolitiche sormontate da capitelli ionici e unite da muretti bassi interrotti su ogni lato da piccoli passaggi con cancellatine in ferro battuto; risale al XVI secolo ed è opera dell’architetto che per il corridoio circostante volle archi a tutto sesto e volte a crociera affrescate da Simone Papa con un ciclo dedicato a San Giacomo della Marca, da cui il nome chiostro di San Giacomo, del quale purtroppo resta ben poco. Tra i più belli della città, ha al centro un pozzo di finis36

Cloister of Santa Maria la Nova. Columns proect art threasures Paola de Ciuceis

Places of silence in which to read, write, pray or simply walk along frescoed corridors or garden paths, cloisters were first created by the Benedictine order but they

soon appeared in monasteries everywhere. The complex of the Friars Minor of Santa Maria La Nova in Naples has two. The larger, 16th century cloister has Ionic columns joined by low walls containing small wrought iron gates, surrounded by a crossed vault corridor frescoed by Simone Papa


certose e chiostri

simo marmo e un rigoglioso giardino a verde che si ammira girandogli attorno. L’altro, quello più piccolo, detto di San Francesco per le pitture murali con scene della vita del Santo che un tempo l’ornavano - ma che andarono cancellate nel ‘700 per ordine di Padre Bonaventura, che fece togliere anche le opere d’impronta orientaleggiante volute da Padre Clemente al suo ritorno dalla Cina, quando introdusse l’arte cinese nel convento - è tranquillo e raccolto, scandito da nove arcate con colonne ioniche in marmo bianco a contrasto con il piperno dei capitelli, gli affreschi dei soffitti voltati e i numerosi monumenti funerari quattro-cinquecenteschi della nobiltà partenopea che vi si conservano. Tra l’uno e l’altro, la chiesa basilicale -

to depict St. James, little of which unfortunately remains. In the centre of the lush garden is a superb marble well. The smaller cloister is named after St. Francis because scenes of his life decorated its walls until they were cancelled in the 18th century by Father Bonaventura, along with the

Chinese art introduced by Father Clement. The peaceful cloister has nine arches on white marble Ionic columns with the dark piperno capitals, frescoed vaults, and numerous 15th and 16th century funeral monuments that once belonged to Neapolitan nobility. Between the two 37


certose e chiostri

con le sue magnifiche opere del manierismo napoletano, qualche Luca Giordano, un altare realizzato da Cosimo Fanzago e uno splendido soffitto a cassettoni in legno dorato dipinto dai maggiori pittori napoletani del tempo - detta la Nova, per distinguerla da quella che il beato francescano Agostino d’Assisi (Primo Ministro Provinciale della Provincia Francescana di Napoli e di Terra di Lavoro) aveva fatto costruire con il nome di Santa Maria di Palazzo (o dell’Assunta) proprio laddove, un po’ di tempo dopo, per la precisione nell’ultimo quarto del Duecento, Carlo I d’An-

cloisters is the church, with magnificent Neapolitan mannerist works by Luca Giordano, an altar by Cosimo Fanzago and a splendid, gilt 38

coffered ceiling painted by leading Neapolitan artists of the time. It was called Santa Maria la Nova to distinguish it from Santa Maria di Palazzo, built

giò decise che si edificasse il Maschio Angioino, pretendendo (e così ottenendo) dai Minori che si spostassero in cambio di una lauta donazione: il terreno oltre la spiaggia della vicina area di Monteoliveto, nella regione Albina nei pressi dello Spirito Santo, dove tutt’ora insiste a lato della suggestiva piazzetta chiamata, appunto, Santa Maria La Nova. Chiostro Santa Maria la Nova Piazzetta Santa Maria la Nova Tel. 081.5523298 Lun.-ven. h.9,30-13/14-17

on a site that Charles I of Anjou requisitioned from the Friars Minor to build the Maschio Angioino castle in the late 13th century, paying

the Franciscans to move to the nearby Monteoliveto area and the small square now called Piazzetta Santa Maria La Nova.



La Certosa di San Giacomo. Ispirazione per arte e preghiera di Paola de Ciuceis 16


Galleria Umberto I

I

l quarto del priore è a strapiombo sull’alta costa rocciosa dell’isola Azzurra, in quel tratto che offre allo sguardo un bel vedere mozzafiato da Marina Piccola a Tragara e i Faraglioni a far capolino.

Difesa dal mare in cima all’inaccessibile costone pietroso, alle spalle del centro abitato e delle sue mura, la certosa di San Giacomo occupa un’invidiabile posizione nel cuore dell’accogliente 17


certose e chiostri

In queste pagine, immagini della certosa di San Giacomo a Capri (photo Arch. A.A.S.C.T. di Capri)

vallata Sama o Lama; un ampio terreno che la regina Giovanna I d’Angiò offerse in dono al suo segretario, il conte Giovanni Arcucci, per costruire intorno al 1371 quel convento dedicato all’apostolo Giacomo, dove poi si ritirò a vivere dopo la morte della sua sovrana e la confisca dei propri beni. Magnifica nella sua imponente architettura, ospitava un’antica farmacia che riforniva di medicine tutti gli isolani; c’erano poi gli ambienti e la cappella delle donne fuori clausura, e quelli che nel tempo divennero lo studio del pittore tedesco Diefenbach, che aveva bisogno di spazi adeguati alla sue enormi tele. Poi, la chiesa, con il bel portale in 18

The Charterhouse of St. James. Inspiration for arts and prayers. Paola de Ciuceis

Its cliff-top location on Capri’s rugged coastline makes the Charterhouse of St. James an impregnable citadel that enjoys a breathtaking view

from Marina Piccola to the Faraglioni stacks. Situated near the small town in the valley, the Charterhouse is surrounded by a large estate that Queen Joan I of Anjou gave to her secretary, Count Giovanni Arcucci, who built a monastery there around 1371 to which he retired on


certose e chiostri

marmo bianco e la lunetta affrescata nel ‘300 con le figure di San Bruno con la regina Giovanna e San Giacomo con il conte Arcucci ai lati della Vergine; a crociera le volte dell’aula rettangolare, gotico il rosone e i finestroni. A visitarla sembra quasi di fare un salto indietro nel tempo, tanto bene la certosa sopravvive intatta nonostante le alterne vicende dei secoli successivi; dalle devastazioni incendiarie causate dal corsaro Dragut, cui seguirono ampi restauri per circa un secolo, alle successive incursioni da cui si difese anche con la costruzione di una torre, andata poi distrutta agli inizi dell'800 per il cedimento della roccia sottostante. In quello

the queen’s death. The cross vault church has a beautiful white marble portal with a 14th century frescoed lunette depicting St. Bruno with Queen Joan and St. James with Count Arcucci on either side of the Virgin Mary, and gothic rose and side windows. The magnificent building that

housed a pharmacy supplying medicines to the islanders as well as the rooms and chapel of the nuns’ order later became the studio of the German painter Diefenbach. Visiting the Charterhouse today is like taking a journey back in time because it is so well preserved, despite the 19


certose e chiostri

devastation caused by the corsair Dragut and various pirate raids. At the same time, the invasion of French troops resulted in everything being requisitioned and even the documents stored in the archives and libraries being sold as packaging paper. In the early 20th century the Charterhouse was almost sold for conversion into a luxury hotel and was even used as barracks for an infantry regiment 20

in World War I before finally being designated as a venue for cultural events in the 1920s. These were held indoors and in the two spectacular cloisters with a large cross vault portico, rooms leading off and a garden with a well in the centre, and all around decorations and frescoes by Neapolitan artists from different periods depicting religious scenes and stories of the order’s founding fathers.

stesso periodo, l’invasione dei francesi significò la requisizione di ogni cosa e, addirittura, la vendita come carta da pacchi ai bottegai locali di tutti i documenti che conservava tra archivi e biblioteche. Sorte contraria le riserva, poi, anche il ‘900 quando, ai primi del secolo, lo Stato italiano è sul punto di cederla, all’asta, ad un pool di albergatori pronti a farne un lussuoso hotel; posta sotto la tutela del Ministero della Pubblica Istruzione, durante la prima guerra mondiale ospitò un reggimento di fanteria. Finalmente, negli anni Venti, grazie ad Edwin Cerio fu il Ministero delle Antichità e delle Belle Arti a prendersene cura e a spianarle la strada di luogo d’arte adatto a mostre e manifestazioni culturali che ne animano ogni ambiente trovando scenografiche quinte naturali specialmente nei due chiostri. Nel grande, un porticato coperto da volte a crociera, un giardino a disegni geometrici e tutt’intorno le abitazioni dei frati a due ambienti, uno per il riposo e l’altro per la vita di preghiera; al centro il pozzo per attingere dalla cisterna sottostante come anche nel piccolo, a cinque arcate con colonne lungo la navata della chiesa. Ovunque, decorazioni e affreschi dei maggiori artisti partenopei di ogni epoca cui i certosini, di volta in volta, commissionarono scene sacre e storie dei padri fondatori. Certosa di San Giacomo Via Certosa, 2 - Capri (Na) Tel. 081. 8376218 Lun. chiuso; mar.-dom. h. 9-14 ingresso libero



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Il Vesuvio 00


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il Vesuvio

Il vulcano sterminatore e creatore di Eva Molea

È

come un padre che sorveglia dall’alto sua figlia. Un padre di quelli che sbuffano poco, ma che quando si arrabbiano vomitano fiumi di parole infuocate. Un padre che si fa amare per il suo sguardo benevolo e compiacente, che si fa temere per le sue ire improvvise. Questo è il Vesuvio, l’alto vulcano che sovrasta, incontrastato, il golfo di Napoli, alle cui pendici gli antichi romani avevano costruito splendide ville e a cui fecero ritorno i Borbone, con i loro edifici neoclassici, gioielli architettonici di quello che oggi è definito il Miglio d’Oro. Questo è il Vesuvio, il

Mount Vesuvius. Destroyer and creator Eva Molea

Mount Vesuvius watches over the Bay of Naples, like a loving father watches over his children: slow to anger but woe betide anyone on the receiving end of that anger when

it is unleashed. The ancient Romans erected splendid villas on its slopes and the Bourbons built beautiful neoclassic mansions along what is now called the Golden Mile and, although Vesuvius has been systematically studied, it is still the most feared as well as the best

vulcano più famoso al mondo, il primo di cui siano rimaste tracce nella storia, il primo a essere studiato in maniera sistematica e ancora oggi il più temuto. “Sterminator Vesevo”, come venne definito dal Leopardi ne “La Ginestra”, perché la forza e la violenza delle sue eruzioni non lasciavano la possibilità a nessun arbusto, se non alla ginestra, di ricrescere sulle sue pendici. E furono proprio la sua forza e la sua violenza a seppellire, in soli due giorni, Pompei ed Ercolano con fanghi, ceneri, lapilli e pomici incandescenti. Era il 79 d.C. e l’imminente catastrofe non

known volcano in the world. Leopardi called Vesuvius “the exterminator” in his poem “Broom”, as broom is the only shrub to re-grow after its violent eruptions, such as the one that buried Pompeii and Herculaneum under ash and incandescent pumice in just two days. The 79

AD eruption was totally unexpected, making it all the more catastrophic in the eyes of Pliny the Younger who documented what many then thought was the end of the world, while the most recent eruption in 1944 forced people to put saucepans on their heads as protection from 47


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il Vesuvio

era stata in nessun modo intuita. Incommensurabili furono i danni, incredibile la veemenza del vulcano, come si legge nelle parole di Plinio il Giovane, che documentò ampiamente quella che, a molti, dovette sembrare la fine del mondo. Molte ancora sono state le eruzioni dello “sterminator”, l’ultima delle quali nel 1944. Chi c’era racconta che piovevano cenere e lapilli, per strada si camminava con le pentole in testa per evitare di essere colpiti da corpi incandescenti e ogni mattina bisognava spalare tetti, terrazzi, balconi e i tettucci delle auto per evitare che crollassero. Non solo “sterminator”, ma anche “creatòr Vesevo”, come testimonia la mostra di sculture che dal 2005 accompagna i visitatori da Ercolano alla cima del vulcano. Sono 10 grandi opere, disegnate da altrettanti grandi artisti, poste lungo il percorso che porta alla bocca del vulcano e realizzate esclusivamente in pietra lavica, un materiale fortemente legato al territorio campano, frutto delle stratificazioni delle eruzioni vulcaniche che “raffreddate prendono una durezza e una consistenza maggiore di quella del marmo di Carrara e del Piperno”, scriveva Sigismondo nel 1789. E ancora “creatòr”, perché il suolo vulcanico è ricco e fertile e dà vita a prodotti della terra dal gusto impareggiabile: il pomodorino del Vesuvio, piccolo, tondeggiante, di colore rosso intenso, dai napoletani soprannominato “a piennulo” perché conservato a grappoli e appeso alle pareti; le albicocche vesuviane, infinitamente dolci; le uve 48

the shower of ash and stones as they swept the roofs of their houses every morning to prevent them from collapsing. However, Vesuvius is a creator as well as an exterminator. Visitors to the crater can admire 10 magnificent sculptures by leading artists using the

solidified lava of ancient eruptions, a material “harder than Carrara marble and Piperno stone” wrote Sigismondo in 1789. Furthermore, the rich, fertile soil yields fruit and vegetables of superlative flavour, such as bright red cherry tomatoes, sweet apricots, aromatic


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il Vesuvio

In prima pagina, la bocca del Vesuvio (photo AGN Fotoreporter); in alto, il Vesuvio visto da Napoli (photo Luciano Ferrara)

saporite e profumate che danno vita al Lacryma Christi, un vino ormai entrato di diritto nel panorama enologico internazionale nelle varietà bianco, rosso e rosato. E ancora, le orchidee del Vesuvio, che crescono spontaneamente e che ormai sono pluripremiate nelle rassegne floricole più famose del mondo. E infine la leopardiana ginestra, gialla, profumata e rigogliosa, simbolo del Parco nazionale del Vesuvio. Così antico, massiccio, imponente, nel tempo ha stimolato l’interesse e la creatività di artisti di ogni epoca: dai tantissimi dipinti e gouache che, a partire dal ‘600, lo hanno ritratto di giorno e di notte, sopito o attivo, a Andy

Warhol che ha realizzato una serie di modernissimi “Vesuvi”, dai toni molto vivaci e accesi, uno dei quali esposto al Museo di Capodimonte; al napoletano Lello Esposito, artista contemporaneo di fama internazionale, che ha fatto del Vesuvio uno dei temi centrali della sua opera. Da dimora della disneyana Amelia, la strega che ammalia, fattucchiera maliarda dai folti e lunghi capelli neri, probabilmente ispirata anche dall’attrice Sophia Loren, alle pagine di Marc Gatìs che lo vogliono quartier generale di un complotto internazionale che intende far eruttare tutti i vulcani della terra nello stesso istante, il Vesuvio è 49


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il Vesuvio

grapes used in the acclaimed Lacryma Christi wines, spontaneous prize-winning orchids and yellow, sweetsmelling broom now the symbol of the Vesuvius National Park. The massive volcano has inspired artists throughout history, from 17th century paintings to Andy Warhol’s vivid images of Vesuvius and the work of the Neapolitan artist Lello Esposito, for whom the volcano is a recurring theme. Vesuvius has also been a creative force for Italian and international

In alto, il Vesuvio visto da Torre del Greco, al centro vista dalla Stazione Marittma di Napoli (photo AGN Fotoreporter); in basso, il Vesuvio visto da Castel Sant’Elmo (photo Luciano Ferrara)

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writers, such as the authors of the Walt Disney magazine who cite Vesuvius as the home of the witch Amelia, apparently inspired by Sophia Loren, and Marc Gatìs who places Vesuvius at the centre of a plot to cause the spontaneous eruption of all the world’s volcanoes. However, paintings, photos and stories cannot express the sense of power and majesty but also fear and curiosity that Vesuvius evokes, and those who live on its slopes hold it in awe but love it at the same time.

stato materia feconda per la letteratura di tutti i tempi e non solo italiana. Ma non bastano immagini, dipinti, cartoline, racconti, canzoni per descrivere il senso di potenza e grandezza, di paura ma anche di attrazione, di curiosità e diffidenza che il Vesuvio genera in chi per la prima volta si trova al suo cospetto. Per amarlo fino in fondo, rispettarlo e goderselo, bisogna viverci ai piedi.



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Creator Vesevo

Creator Vesevo. Dieci sculture prendono vita dal vulcano di Eva Molea

L

ungo e tortuoso è il cammino per la sommità del Vesuvio che, curva dopo curva, porta ad affacciarsi alla bocca del grande sterminatore e consente di godere del panorama mozzafiato che si stende ai suoi piedi: tutta la città di Napoli, la penisola sorrentina fino a Punta Campanella, Capri sdra-

Creator Vesevo. Eleven sculptures born from the Volcano Eva Molea The summit of Mount Vesuvius offers a breathtaking view of the entire Bay of Naples from

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Sorrento and Capri to Ischia, Procida and the city of Naples itself, but the gaze can also plunge into the crater of the great destroyer. The undeniable protagonist of local postcards, Vesuvius has not

iata sul mare come una splendida donna e, in lontananza, Ischia, Procida e il golfo di Pozzuoli. Incute timore e riverenza, il grande vulcano. Protagonista indiscusso delle cartoline, fonte inesauribile di ispirazione per artisti e scrittori d’ogni tempo, padre-padrone che

only been a source of woe but also of inspiration for artists and writers of every age and a bringer of fertility. And this is what Creator Vesevo aims to celebrate with its exhibits laid out along the

winding road from Herculaneum to the summit of the volcano. The project called for ten artists from different countries to create works out of lava stone. The first is


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Creator Vesevo

dona terreni fertili e natura rigogliosa, e che può togliere tutto in un breve momento di ira. Come testimoniano gli antichi resti di Pompei ed Ercolano. Ed è proprio da quest’ultimo centro alle pendici del Vesuvio che parte “Creator Vesevo”, un museo a cielo aperto che celebra, con un

percorso che si snoda nei tornanti che portano alla cima, la capacità di creazione del vulcano. Sono ben 10 gli artisti internazionali che hanno partecipato a questo progetto, ciascuno in rappresentanza di un paese, e che hanno un solo comune denominatore: tutte le loro

“Listening with the eye”, an irregular stone block with an eye staring out from each face by the Dutch artist Mark Brusse, followed by “Totem” by Dimas Macedo from Portugal and works by

and then “Terra vivax” by Rurì from Iceland and the “Torso of Vesuvius” by Miguel Barrocal from Spain. In “Face au Vesuv”, the French artist Denis Monfleur depicts a family watching Vesuvius, while

Vladimir Velikovic from Belgrade and Johannes Grutzke from Germany. Next is the Italian contribution, a mask of Pulcinella (Mr. Punch) by the Neapolitan artist Lello Esposito,

the Argentinian Antonio Seguì places “Icarus” head down in the crater and the Greek Alexandros Fassianos’s basrelief “the Angel of Fire” welcomes visitors to Vesuvius.

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Creator Vesevo

opere sono realizzate esclusivamente in pietra lavica, nobile e versatile materia prima di cui è ricchissima l’area vesuviana. Si inizia, così, con “Listening with the eye” dell’olandese Mark Brusse, un irregolare blocco di pietra con un occhio su ogni facciata, che sembra

zione del carattere napoletano. Proseguendo alla volta della cima, si incontra “Terra vivax” dell’islandese Rurì, per proseguire con il “Torso del Vesuvio” dello spagnolo Miguel Barrocal, un torso d’uomo muscoloso simbolo della potenza del vulcano. In “Face au Vesuv”, il francese Denis

non volersi perdere niente di quel che avviene intorno. E poi il “Totem” del portoghese Dimas Macedo, una stilizzazione della dea madre; il teschio dell'Antenato di Vladimir Velikovic da Belgrado; il gruppo scultoreo “Il tempo inesorabile” del tedesco Johannes Grutzke, che porta poi all’unico pezzo italiano in mostra: una grande maschera di Pulcinella, con tanto di nasone e neo, ad opera di Lello Esposito, artista napoletano noto per la sua costante rappresenta-

Monfleur ritrae una famiglia che guarda il Vesuvio; l’argentino Antonio Seguì mette “Icaro” a testa in giù nel cratere e, infine, il greco Alexandros Fassianos ritrae in bassorilievo “L’angelo del fuoco”, che saluta i visitatori prima di lasciarli nel caldo abbraccio del padre Vesuvio.

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Creator Vesevo Tel. 081.7881243 www.creatorvesevo.it



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I laghi Averno e Lucrino 00


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i laghi di Averno e Lucrino

Porta d’inferi, terra di fuoco, arsenale d’Impero di Gabriele Scarpa

O

mero, Virgilio e l’Ade. Porta degli inferi, anticamera dell’oltretomba. Antro della Sibilla e culto dei morti. Echi di storia e leggende che risuonano sulle sponde del più grande dei laghi flegrei: l’Averno, il lago “senza uccelli”. A dar retta alla tradizione lo specchio d’acqua, che sorge a un tiro di schioppo dall’antica Puteoli, prese il nome da una misteriosa voragine che emanava vapori sulfurei. Una ferita oscura e profonda, aperta direttamente nelle viscere della terra, da cui sarebbe stato possibile accedere al regno di Plutone: l’Ade, l’aldilà caro ai

Lakes Averno and Lucrino. Gateway to the underworld, land of fire and arsenal for the Empire Gabriele Scarpa

Homer, Virgil, Hades, the Sibyl’s Cavern, gateway to the underworld and cult of the dead: history and legend abound on the shores of the

largest of the lakes in the Phlegraean Fields. Lake Averno means ‘the birdless lake’ and it apparently owes its name to a vast and sinister chasm shrouded in sulphur gas emanating from the very bowels of the earth which suffocated any birds flying over it. This hellish location was said to hold the gateway to

greci, di cui cantano l’Odissea e l’Eneide. Il lago d’Averno è la località flegrea che maggiormente evoca la figura di Ulisse e quella di Enea, i due eroi dell’antichità che qui vennero a cercare le anime dei loro morti, calandosi negli abissi senza tempo dell’oltretomba. Ma anche la Sibilla Cumana che, dall’antro scavato sulle sponde del lago, prediceva il futuro ai viandanti. Il nome latino Avernus, che deriva dalla lingua greca e significa “senza uccelli”, è un nome sinistro che la dice lunga sugli antichi destini del cratere. Gli uccelli che volavano sopra la

the kingdom of Pluto, the underworld that both Odysseus and Aeneas visited in search of the souls of their dead family and friends, but also to hear prophesy from the Sibyl of Cumae whose cavern was dug out of the rocks along the shore. More than 30m deep, the volcanic lake was home to

the Imperial Roman fleet during the Augustan age as it provided sufficient draft for the huge Roman galleys and was linked to the sea by a canal and the other Phlegraean lake, Lucrino. The engineer in charge of the works was Marcus Vipsanius Agrippa, Augustus’ nephew, and in 37 BC he created Portus Julius, the 57


la proprietò dell’Averno la proprietà dell’Averno

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i laghi di Averno e Lucrino

In prima pagina, veduta del lago d’Averno; in alto, il lago di Lucrino (photo Luciana Lamanna)

Perdete ogni speranza o voi che entrate Diciassette anni per definire a chi appartiene il lago degli Inferi. Da una parte, le legittime rivendicazioni di una società che ha acquistato l’Averno dagli antichi proprietari dello specchio d’acqua flegreo. Dall’altra, la posizione del ministero per i Beni Culturali, che rivendica la demanialità del lago. Una vicenda trascinatasi a suon di ricorsi e carte bollate fin dal giugno del 1991, quando fu ufficializzato l’atto di compravendita tra i sei eredi della famiglia proprietaria del baci58

Empire’s colossal naval base and arsenal on the Tyrrhenian Sea. It was also the preferred holiday location of Roman nobility under the emperor Hadrian, and along the shores of the lake the Romans built villas and baths, such as the magnificent complex now known as the Temple of Apollo whose huge dome is only slightly smaller than that of the Pantheon in Rome. The seaside complex was

connected to Cumae through the Cave of Cocceius, a tunnel dug through the mountains by the Roman engineers which was in use up until the second world war, when it was irreparably damaged Lakes Lucrino and Fusaro likewise became popular holiday resorts for Roman patricians, including the orator Cicero and Pliny the Elder, who wrote a beautiful but tragic story of friendship between a boy and

no fin dal 1750 e la società Country Club. Una vicenda che ha conosciuto due sentenze del Tribunale regionale delle Acque, favorevoli allo Stato, e una del Consiglio di Stato, a favore die “privati”, prima dell’ultimo grado di giudizio. Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione (che risale al maggio di quest’anno) infatti, l’Averno è da considerarsi uno specchio d’acqua pubblico: appartiene al Demanio. Caso chiuso? Niente affatto: “Abbiamo salvato noi l’Averno dal degrado – protestano i “proprietari” – la cosa non può finire così”.


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i laghi di Averno e Lucrino

voragine pestifera erano destinati a morire, stroncati dalle esalazioni sulfuree. Un vero e proprio inferno, a dirla tutta. E non solo in terra. O meglio: sottoterra. In realtà, l’Averno, profondo al centro più di trenta metri, ha origini vulcaniche e nella Roma augustea ospitò il più importante porto della flotta imperiale grazie alla profondità delle sue acque che garantivano un pescaggio sufficiente alle chiglie delle galee romane. Fu qui, lungo la sponda orientale dell’Averno, che la nobiltà dell’età adrianea venne a costruire le proprie case di cui reca traccia, oggi, la maestosa sala termale, conosciuta come “tempio di Apollo”. Si tratta di una struttura coperta da un’ampia cupola, di poco inferiore a quella più conosciuta del Pantheon di Roma. E fu ancora qui, ad est del lago, che da un giorno all’altro, nell’autunno del 1538, la terra vomitò una montagna:

Lose all hope, ye who enter here. For 17 years, legal proceedings have been trying to determine who the Lake of Hell belongs to. Is it the Country Club company that bought Lake Averno from the heirs of the family that has owned it since 1750, or the Ministry of Culture which claims it as property of the Italian state? So far the courts have decided two to one in favour of the State and the latest sentence confirms this decision, but the owners are not going to give up their battle. “We saved lake Averno from blight and pollution; it cannot end like this”, they protest. 59


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i laghi di Averno e Lucrino

Oche nel lago d’Averno (photo Luciana Lamanna)

a dolphin set in this area. Lake Lucrino was also famous for the oyster farm of Sergius Orata and, indeed, the lake’s name – the “lake of earning” – is probably attributable to his profitable business Virgil tells of strange phenomena occurring in the lake, which were probably just everyday volcanic activity but were locally attributed to the presence of the 60

mythical river of fire, Pyriphlegethon. The local geography changed again in the autumn of 1538 when a seven-day volcanic eruption created Monte Nuovo, a volcanic cone which rose from the plain and now dominates the landscape of the “Land of Fire”, a region of abundant beauty and history, steeped in myth and legend.

il Monte Nuovo. Un cono vulcanico, formatosi in seguito a un’eruzione durata sette giorni, che sovrasta in maniera imponente l’antico porto capitolino, garantendo una vista mozzafiato sulle bellezze della “terra di fuoco”. Nel 37 a.C., grazie a un progetto di Marco Vipsanio Agrippa, genero di Ottaviano, il “lago senza uccelli” fu collegato al mare mediante il confinante specchio d’acqua del Lucrino, con un ampio canale. In questo modo, i destini dei due bacini furono intrecciati per sempre, trasformandosi in un unico grande ecosistema destinato a durare nei secoli: il Portus Julius, sede di uno dei più colossali arsenali marittimi dell’impero romano, sul versante tirrenico. Il complesso lacustre, grazie al genio degli ingegneri romani, fu collegato anche alla città di Cuma con la Grotta di Cocceio, una vera e propria metropolitana dell’antichità, un cunicolo sotterraneo che oggi non è più visitabile a causa dei danneggiamenti strutturali avvenuti durante la Seconda guerra mondiale. Proprio il Lucrino è l’altro grande lago flegreo passato alla storia per le trasformazioni e l’utilizzo che di esso fecero i romani. Il lago deve la sua notorietà alla coltura di ostriche realizzata dal piscicultore Sergio Orata, il cui lucrum fu, appunto, anche la causa del suo nome: “laguna del guadagno”. Virgilio narra di alcuni strani fenomeni di ebollizioni che si sarebbero verificati in quelle acque. Fenomeni che, in un’area vulcanica, erano probabilmente dovuti a fuoriuscite di zolfo e magma, ma che nell’antichità, solleti-


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i laghi di Averno e Lucrino

In queste pagine, immagini dei laghi di Averno e Lucrino (photo Luciana Lamanna)

cando la fantasia dei cumani, lo fecero accostare al Piriflegetonte, il mitico “fiume delle fiamme”. Con l’arrivo dei nuovi colonizzatori anche il Lucrino, come l’Averno e il lago Fusaro, fu trasformato in un lussuoso luogo di villeggiatura. Molti nobili e personaggi noti dell’antica Roma, tra cui Cicerone, vennero ad abitare qui. Del Lucrino parla anche Plinio il Vecchio che proprio in queste acque, ambientò una bellissima storia di amicizia, di cui sono protagonisti un delfino e un bambino. Lo scrittore e naturalista romano narra che il cetaceo, capitato chissà come in quelle acque, fu visto da un ragazzino, il quale gli diede da mangiare. Tra i due si instaurò uno splendido legame, fatto di

giochi e carezze, bruscamente interrotto con la morte improvvisa del bimbo, stroncato da una malattia. Per il dolore, anche il delfino si ammalò, fino a morire di crepacuore. Una fiaba bellissima, vecchia di duemila anni. Forse il primo caso di leggenda metropolitana noto al mondo, che Plinio riuscì a tradurre in termini umanissimi, ambientandola sulle sponde del “terribile Ade”. Una storia in grado di commuovere i lettori ancora oggi, non solo quelli più piccoli. E che perpetua in eterno la magia antica dell’area flegrea, culla di sogni e di tesori incantati, ridestandone i colori e la fantasia. Il fascino e la storia. E’ il mito che rivive. Quello forgiato dalla “terra di fuoco”. 61


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Lago Fusaro 00


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lago fusaro

Real Casina, la bomboniera dei Borbone di Gabriele Scarpa

P

arli del Fusaro e spunta la Real Casina di caccia. C’è il riflesso dei secoli nelle acque del grande lago flegreo. Il flash di una macchina del tempo, che parte da Roma, passa per gli Angioini e arriva dritto dritto sul trono dei Borbone. Attimi di storia immortalati nelle linee classicheggianti del tesoro di Vanvitelli. Compatto e svettante come un tempio romano, l’edificio, prodotto dal genio dell’architetto fiammingo, si erge solido e compatto al centro del lago, come una suggestiva, ma elegante pagoda. Agile nelle sue geometrie essenziali, muta testimonianza del fascino

Lake Fusaro. The exquisite royal Bourbon hunting lodge Gabriele Scarpa

The Roman, Anjou and Bourbon ages are reflected in the waters of Lake Fusaro and immortalised in the 18th century, neoclassical hunting lodge at its centre.

Separated from the sea by a narrow band of dunes overgrown with Mediterranean vegetation, Lake Fusaro enjoys a unique ecosystem which has long been famed for it delicious oysters and superb pearls However, it has not always been a hospitable place. The ancient Romans knew it

esercitato dalle vestigia romane sui gusti dell’arte tardo-settecentesca. L’antica “palude degli inferi” si espande a nord di Monte di Procida, a un tiro di schioppo da Torregaveta, nel territorio comunale di Bacoli. Separato dal mare da una sottile duna di macchia mediterranea, lo specchio d’acqua forma un eccezionale ecosistema ambientale, in cui l’incontro tra acqua dolce e acqua salata ha consentito, nei secoli, la produzione di frutti di mare prelibati, come le famose ostriche, perle di qualità rara, superiori a tutte le altre delizie ittiche. Non sempre, però, il Fusaro è sta-

as the infernal marshes of the Acheron, the river of the dead which took the righteous to the Elysian Fields while, according to the Greek philosopher Plato, once the dead had expiated their sins, they would come to the shores of Fusaro before being reborn or falling into Hades

When Rome extended its influence over the former Greek colonies of southern Italy, luxury villas began to appear between Baia and Puteoli and Lake Fusaro was linked to the sea when a canal was dug through the Torregaveta promontory. A second outlet on the northern 63


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lago Fusaro

shore was completed in 1859, just before Naples was incorporated into the fledgling Kingdom of Italy and a third canal was excavated in 1945. The name Fusaro dates back to the Anjou domination when the lake was used as an “infusarium” – where hemp and linen were left to soak before extracting their fibres – but it was the Bourbons

who put an end to the centuries of neglect following the fall of the Roman Empire and built a royal hunting and fishing lodge there in 1782. It was Charles III and his son Ferdinand IV who restored the lake to its former glory by first purchasing the estate and then enclosing its wildlife and building a jetty out of Mount Vesuvius lava stone. The task of

to un luogo ospitale. Prima che fosse scoperto dai romani, infatti, il lago era un acquitrino salmastro, conosciuto con il nome di Acherusia Palus: la palude dell’Acheronte, il fiume dei morti. Il lago era ritenuto il luogo dal quale i giusti transitavano per andare verso i Campi Elisi. Nella palude, scriveva il filosofo greco Platone, approdavano le anime dei morti dopo aver scontato le loro pene, per rinascere alla vita, oppure per precipitare di nuovo negli inferi. Un posto, per dirla tutta, da cui tenersi lontani. L’approdo di Roma nei luoghi delle colonie greche costituì anche la fortuna del “cratere” bacolese, visto che proprio qui, tra Baia e Puteoli, i nuovi conquistatori vennero a edifica64

re le loro nobili e ricche dimore. Furono sempre loro, i romani, a dotare il Fusaro del primo collegamento artificiale con il mare, con lo scavo della foce meridionale, attraverso il banco tufaceo del promontorio di Torregaveta. La seconda foce, quella settentrionale, fu aperta in epoca tardo borbonica (1859), poco prima che Napoli e i domini del Regno delle Due Sicilie passassero con il neonato Regno d’Italia. Il terzo e ultimo “passaggio”, quello detto di mezzo, fu costruito nel 1945, al termine della Seconda guerra mondiale. Il Fusaro prese questo nome soltanto nel periodo della dominazione angioina, quando fu utilizzato come “infusarium”, luogo per la macerazione


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lago fusaro

In queste pagine, immagini della Casina Vanvitelliana al lago Fusaro

della canapa e del lino, semi molto diffusi nel territorio cumano. Furono i Borbone, tuttavia, a firmare il vero rilancio dell’antica palude, strappandola al degrado in cui era precipitata dopo il crollo dell’impero romano. Furono i reali di Napoli a ingentilire il “fangoso spandimento di mare”, come lo aveva definito Strabone, dotandolo di un vero e proprio tempio regale, casino di caccia e pesca. L’orologio della storia segnava il 1782. Dopo gli anni bui del tardo medioevo, i nuovi sovrani di Partenope avevano deciso di riportare quell’acquitrino, così ricco di selvaggina, agli antichi splendori di un tempo. Furono Carlo III prima, e il figlio Ferdinando IV poi, a firmare la rinascita

creating the hunting and fishing reserve of the Neapolitan royal family was entrusted to the Bourbon’s preferred architect Luigi Vanvitelli, who drew inspiration from the buildings of the late empire period and the ruins of Roman baths that were (and still are) dotted all over the “land of myth”. Following the death of the architect, the

works were completed by his son Carlo, who endowed the estate with its soul: the elegant, octagonal ‘temple’ on the island and the outhouse where fish and game were stored and which have been used as locations by film directors. The lodge soon became the preferred residence of King Ferdinand, and many illustrious guests stayed on the tiny island,

del Fusaro, acquistandone tutta la proprietà dalla Santa Casa dell’Annunziata. Furono sempre loro a dotare il perimetro (che misura circa 4 chilometri) di un’ampia banchina, realizzata con blocchi scuri di pietra lavica vesuviana. E a ordinare che lì, sulle sponde della vecchia palude, fosse impiantata la riserva di pesca e caccia della casata napoletana. A tradurre in realtà i sogni dei monarchi fu chiamato Luigi Vanvitelli, l’architetto preferito dei Borbone. Artista sensibile al richiamo delle rovine, per costruire la Real Casina, il maestro si ispirò alle piante degli edifici religiosi del tardo impero, i cui ruderi, assieme a quelli dei tanti stabilimenti termali romani, addobbavano (e ancora 65


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lago Fusaro

such as Mozart, Rossini, the Emperor of Austria, the first kings of Italy and the Italian president Luigi Einaudi. The ‘temple’ is still reflected in the lake and fish and eels continue to thrive in its brackish waters, but the sound of royal shotguns is 66

no longer heard and sovereigns no longer come here for their honeymoon or a short holiday. However, the small lake has a charming and mystical fascination: a masterpiece of the Phlegraean Fields and the swansong of the Bourbon kings.

addobbano) la “terra del mito”.Alla morte dell’architetto, i lavori furono portati a termine dal figlio Carlo. Fu lui a imprimere il tocco finale all’elegante bomboniera ottagonale dell’isolotto, che da allora, insieme al caratteristico Cassone, il “deposito” in cui veniva conservato il pescato, e al ponte che unisce l’isolotto con la terraferma, costituisce la vera anima artistica del lago. Un vero e proprio gioiello dell’architettura, che anche di recente ha fatto la gioia di attori e registi cinematografici (chi non ricorda la casa della fata turchina nel Pinocchio di Comencini?). Con il trascorrere degli anni, per volere dello stesso Ferdinando, la casina si trasformò nella dimora preferita di re, musicisti e imperatori. Molti i personaggi illustri che vi furono ospitati durante i loro viaggi in Campania: Mozart e Rossini, l’imperatore d’Austria e il conte di Metternich, i primi sovrani dell’Italia unita e il presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Oggi, il tempio dell’isolotto continua a rispecchiarsi nelle acque salmastre del lago, dove cefali, spigole e anguille si moltiplicano, rinverdendo i fasti degli antichi allevamenti romani. Sulle sponde del Fusaro non si odono più le schioppettate dei cacciatori dei re, e i sovrani del Vecchio Continente non vengono più qui per trascorrervi lune di miele e soggiorni da favola. Lo specchio d’acqua caro ai romani, tuttavia, non ha mai smesso di affascinare, con quella sua aura di mistica gentilezza che ne fa uno dei capolavori della terra flegrea. Il canto del cigno dei re Borbone.



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autunno caprese

L’autunno caprese. Il fascino della tranquillità di Rosanna Nastro

A

ddio gossip e titoloni sui giornali, sbarchi di vip e scoop tinti di rosa. Spenti i riflettori sulla “bella stagione”, l’Isola Azzurra si prepara all’abbraccio con l’autunno, cingendo ciottoli e stradine dei colori tenui e gentili che solo settembre e ottobre sanno regalare. Un cocktail da favola, da servire al palato fine dei buongustai. E da gustare piano piano, magari con sullo sfondo un tramonto filtrato attraverso la mole dei Faraglioni. Sì perché a Capri l’estate dura tutto l’anno, e anche se le temperature non sono più quelle di agosto, lo scoglio di Tiberio, pure nelle settimane che precedono l’inverno, rimane una delle mete più ambite del jet set internazionale. Un autunno da non perdere, insomma. E che si annuncia, anche quest’anno, frizzante e suggestivo, Si parte con la Settembrata anacaprese, tradizionale festa d’addio ai villeggianti, organizzata nel “Comune di sopra” per salutare i turisti che tornano a casa. Un rito storico, spazzato via dalle bombe dell’ultima guerra e ritornato in auge a partire dagli anni ’70, con la classica “gara di eleganza e stravaganza”. A Villa Jovis, poi, fede e amore si in68

Autumn on Capri. The charme of calm Rosanna Nastro

Farewell gossip pages, headlines, and VIPs! Summer is over and Capri is slowing down for autumn as the colours lose some

of their warm intensity to leave shades that only September and October can bring. But even if the temperature dips slightly, the jet set are still flocking to the island’s beaches as winter rears its head. This autumn promises to be


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autunno caprese

In queste pagine, la piazzetta di Capri (photo A.A.S.C.T. Capri)

trecciano fino a dare vita alla tradizionale festa di Santa Maria del Soccorso: una vera e propria Piedigrotta Tiberiana che ha per protagoniste le coppie di promessi sposi. Un vecchio rito per i fidanzati che, recatisi sul monte che un tempo ospitava la dimora dell’imperatore, vengono a giurarsi eterno amore, pregando Santa Maria con l’auspicio di congiungersi in matrimonio entro l’anno. Più giù, sui moli del Porto di Marina Grande, là dove il mare abbraccia la terra, la domenica che segue l’8 settembre, si annuncia come un

extra special, starting with the Settembrata Anacaprese, the historic festival which wishes buon viaggio to departing holidaymakers. Next, the Emperor Tiberius’ palace at Villa Jovis is the venue for the traditional festival of Santa Maria del Soccorso – the Capri equivalent of Naples’ Piedigrotta festival, during which betrothed couples climb up the mountain in order to swear eternal love and pray to the Virgin Mary that they can be married by the end of the year. Whereas the first Sunday after 8 September is dedicated to the Madonna della Libera, with songs and dancing on the quayside of Marina Grande and spectacular fireworks at midnight, underlining the islanders’ devotion to the Virgin Mary which dates from times when they

prayed for loved ones taken prisoner by raiding pirates. However, early autumn on Capri is also time for intellectuals, poets and writers to gather on the island for the numerous cultural events organised by literary and environmental groups: from nature walks around the sites of local legends to book presentations and award ceremonies in the cloisters or in historic Palazzo Cerio. October sees the annual convention of young entrepreneurs on Capri before the island goes into semi-hibernation. Shops lower their shutters, the lights go out and the jet foils make less frequent crossings to the mainland leaving the people of Capri at peace with their island, whose beauty is not only found along its sundrenched summer shores. 69


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autunno caprese

giorno speciale, tutto dedicato alla Madonna della Libera. Canti, balli e fuochi di mezzanotte costituiscono una cornice unica e spettacolare. Inimitabile. La devozione dei capresi alla Madonna? Si perde nella notte dei tempi ed è legata alle preghiere che un tempo gli isolani elevavano alla Madre di Cristo per chiedere la salvezza dei propri familiari caduti prigionieri. Non solo sacro e profano sull’Isola Azzurra. Settembre e ottobre sono due mesi particolari per l’isola di Tiberio. Subito dopo l’estate, infatti, quando Capri ed Anacapri cominciano a spopolarsi, l’isola diventa tappa obbligata per intellettuali, poeti e scrittori, emuli moderni di Pablo Neruda e Curzio Malaparte. E con la loro presenza sull’isola, numerosi diventano anche gli eventi culturali organizzati da associazioni ambientaliste e club letterari: dalle passeggiate naturalistiche alla scoperta dei miti locali, alle presentazioni di libri e premi, nei chiostri o nella sala storica di Palazzo Cerio. A ottobre, poi, spazio all’annuale convention dei giovani di Confindustria, appendice mondana a due passi dalla piazzetta. Poi Capri si tuffa nel silenzio e nella quiete che anticipa i mesi freddi. Quelli che annunciano il Natale. Le serrande dei negozi si abbassano, gli aliscafi dimezzano le loro corse, le luci si spengono. E la terra incantata torna a strizzare l’occhio agli isolani, svelando i suoi tesori ai paesani e a quanti amano accarezzare le sue bellezze, anche se non sono fatte esclusivamente di bagni e abbronzature al solleone. 00



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Le donne della Campania, bellezze che fanno ancora piĂš bella Napoli e la regione.

Nome: Roberta Cognome: Astuti Luogo di nascita: Napoli Anni: 20 Altezza: 1,72 Capelli: castani Occhi: castani La sua storia: Iscritta al corso di laurea in Archeologia e Storia delle Arti, ha recitato sin da giovanissima in numerosi spettacoli teatrali. Frequenta laboratori teatrali per realizzare il suo sogno di attrice. In queste pagine e in copertina: abiti: Rosario Farina Haute Couture & C. Palazzo Cellammare Via Chiaia, 149 - Napoli Tel. 081.405901 www.rosariofarina.it gioielli: A.C Antonio Caramanna Via Cavallerizza, 2 - Napoli Tel. 081.423852 - 0608740 Via Calabritto, 22 - Napoli Tel. 081.7649875 Torre del Greco (Na) Tel. 081.8829368 Foto: Michele Attanasio www.micheleattanasio.com Make up & hair: Francesco Riva www.francescoriva.com Gli scatti sono stati realizzati nella splendida cornice di Villa Caracciolo in Via Posillipo, 16 - Napoli (per info: S.i.r.e. Ricevimenti D’Autore srl Via Bernini, 50 - 80129 Napoli Tel. +39 081 5560856).


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Piedigrotta 2008. Sacro e profano per la festa del popolo di Vincenzo D’Episcopo

D

efinirla una festa popolare sarebbe riduttivo. La Piedigrotta è molto di più. E’ la festa della città, la festa della gente, la festa della Madonna. Un appuntamento da non perdere per chi a settembre approderà sulle rive della metropoli all’ombra del Vesuvio. L’elemento sacro - la nascita della Madonna, che ricorre l’8 settembre - si mescola con il profano. Il risultato è un tripudio di voci e colori, profumi e sapori: un autentico inno alla vita. Alla seconda edizione nella sua veste rinnovata, tirata fuori nel 2007 dal dimenticatoio - dove è stata in naftalina per quasi un quarto di secolo - la Festa di Piedigrotta si svolge dal 4 al 14 settembre. Tante, tutte da scoprire, le sorprese pensate dall’assessorato al Turismo della Regione Campania e dall’Ente provinciale per il turismo di Napoli, cui si deve il ritorno alla vita dell’evento. Sorprese che condiranno lo spettacolo consacrato dalla tradizione, per il quale la fama della festa ha travalicato i confini della Campania. In scaletta, la sfilata dei carri allegorici, realizzati dai sapienti artigiani della cartapesta, che attraverseranno le strade addobbate con luminarie, come vuole l’etichetta delle feste popolari 76

Piedigrotta 2008. Sacred and profane at the feast of the city Vincenzo D’Episcopo

Naples’ Piedigrotta festival 2008 takes place from 4 to 14 September

but it is more than just a ‘folk’ event as it mixes the sacred and the profane, celebrating the Madonna’s official birthday (September 8) and the life and times of the city and its inhabitants After spending almost


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In queste pagine, immagini della festa di Piedigrotta del 2007 (photo AGN Fotoreporter)

che si rispettino. Poi, lo spettacolo pirotecnico. Nella suggestiva cornice del lungomare di Napoli, delimitato a occidente dal promontorio di Posillipo e a oriente dall’isolotto di Megaride con il Castel dell’Ovo che svetta dagli abissi, qui, in questo angolo di Golfo che tutto il mondo invidia, si specchieranno i fuochi d’artificio, altro punto fermo della manifestazione, al pari della competizione canora, il Festival della Canzone di Piedigrotta, antesignano - si potrebbe dire - del Festival di Sanremo, che, in

25 years in limbo, the festival was brought back to life in 2007 thanks to the Tourism Office of the Regional Council and the Provincial Tourist Board, and this year’s event is full of surprises. As well as the traditional

features of parades, floats with allegorical, papier-mâché figures and festive lights in the city streets, there will be a fireworks display with exploding rockets reflected in the waters around the beautiful Castel dell’Ovo and, of 77


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passato, ha lanciato brani diventati popolarissimi, come “’O sole mio”, seconda classificata all’edizione del 1898. Fulcro delle celebrazioni religiose sarà il Santuario della Madonna di Piedigrotta, a Mergellina, nei pressi della Crypta Neapolitana, detta anche “vecchia grotta”, una galleria di 721 metri che la leggenda vuole sia stata scavata in una sola notte da Virgilio, il poeta dell’Eneide, per collegare Neapolis a Puteoli. In epoca precristiana la “vecchia grotta” era dedicata al culto del dio Priapo. Il 7 settembre vi si svolgevano riti orgiastici. In una chiesetta ai piedi della Crypta, invece, aveva luogo il culto della Madonna dell’Idria. Ben pre78

course, the traditional song contest which has given the world some of the finest Neapolitan songs, such as ’O sole mio – runner-up at the 1898 Piedigrotta event. The religious celebrations will revolve around the Sanctuary of the Madonna of Piedigrotta in Mergellina, near

the Crypta Neapolitana – the 721 metre-long tunnel reputedly excavated in one night be the poet Virgil to connect Neapolis to Puteoli. In pagan times, the tunnel was dedicated to the cult of the god Priapus in whose honour orgiastic rites took place on 7 September and,


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later, a small church nearby hosted services to worship the Madonna but it was too small to accommodate the faithful and was replaced by the present-day sanctuary. It was under the Spanish domination that the celebration became an occasion to

show off the grandeur and power of the viceroys, with coaches crossing the city, military parades and fireworks. The event remained almost unchanged until the final edition in 1985 before receiving a new lease of life in 2007.

sto la chiesetta si rivelò inadeguata a contenere il gran numero di fedeli e fu sostituita dal santuario dove l’8 settembre, appunto, si festeggia la natività della Vergine. Fu durante la dominazione spagnola che la celebrazione divenne l’occasione per ostentare la grandezza del viceré e del suo entourage. Cortei di carrozze sfilavano per le strade della città accompagnate da parate militari e giochi pirotecnici. Nel tempo la festa ha cambiato pelle, ma l’ossatura è rimasta immutata fino al 1985, anno dell’ultima edizione. Poi, la lunga pausa. E nel 2007, per la gioia dei napoletani e dei turisti, finalmente il grande ritorno. 79


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San Gennaro. Il “re”dei Santi partenopei di Giuseppe Porzio

“I

nsomma… i napoletani sono ancora pagani: credono nella specializzazione degli Dei: pregano Santa Lucia se hanno problemi con la vista, San Pasquale Baylon, più noto come “bailonne”, se debbono maritare la figlia, San Ciro se hanno bisogno di un medico generico e San Cristoforo se debbono fare un viaggio Napoli-Roma in Cinquecento; né più né meno di come facevano duemila anni fa gli antichi greci, che adoravano Artemide o Ares a seconda che andavano a caccia o alla guerra”. Lo disse come a chiosa d’un discorso, il professor Bellavista. Lo disse rivolto a Cazzaniga, il milanese Cazzaniga, che gli domandava, curioso allo spasmo, del come, del quando e del perché sul culto di San Gennaro con annesso miracolo della liquefazione. E con altrettanto annesso adepto/a, di quelli che, per fede, giungono a percuotersi e lacerare le vesti. Che è religioso, sì, pur se un tantinello per opportunità. Appare anche così - per sua stessa ammissione - il credente napoletano disegnato da Luciano De Crescenzo nei suoi “Dialogoi”. Appare religioso, sì, ché i Santi li ama tutti, ma ne predilige (e venera) 80

San Gennaro. The “king” of Neapolitan Saints Giuseppe Porzio

In one of his novels the popular writer Luciano De Crescenzo recounts that Neapolitans

pray to different saints according to what they are praying for. Just as the ancient Greeks would pray to Artemis before a hunt and to Ares before a battle, so Neapolitans might pray to St. Ciro if they need a doctor or


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In queste pagine, immagini del miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro (photo AGN Fotoreporter)

uno sopra tutti quanti gli altri. Così che San Gennaro dei Santi “partenopei” ne è il re. Eppure… Eppure ci sono congreghe, rioni, vicoli e vicarielli che spesso osano tradire anche lui, proprio lui, il sommo, il patrono. Lo fanno da secoli, talvolta in silenzio (religioso, ma anche timoroso silenzio), talaltra in pompa magna, con processione, banda, palco, musica e tutto quanto. Un Santo più di un altro. Un Santo, addirittura, più di San Gennaro. Come fu per Sant’Antonio Abate, che quando oggi sfila per le vie

to St. Christopher if they have to drive to Rome. The author thus defines them as ‘pagans’ when his character Professor Bellavista is asked about the cult, frenzy and miracle of St. Gennaro by a

mystified Milanese manager called Cazzaniga. Neapolitans love all the saints but they worship San Gennaro above all others, although the city has been known to betray its patron saint – sometimes in 81


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silence, sometimes with a noisy procession, as in the case of Saint Anthony Abbot whose solid silver effigy is paraded through the streets of Naples. St. Anthony was even said to 82

have replaced Gennaro as the city’s patron saint in 1799 during the Neapolitan revolution. The attempt to drive out the French army had failed and the Bourbon troops had entered the

city’s outlying quarters on the day of the miracle, but the blood did not liquefy. A French general called Championnet realised this could result in an uprising among the

entire Neapolitan people so he took his troops to the Duomo and ordered the cardinal holding the ampoule to perform the miracle or he would lose his head. Whether it was the


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prelate’s trembling hands or the saint’s intercession, the blood liquefied a few seconds later and the danger passed. However the Neapolitans saw this as high treason on the saint’s part and

promptly nominated St. Anthony Abbot as their protector. It was not to last long, though, as the saint wasn’t Neapolitan and had never even been to Naples…

di Napoli lo fa impersonato da una scultura interamente in argento. Lui che, per qualche tempo, fu eletto a “sostituto” del Patrono, prendendone il posto. Accadde ai tempi della rivoluzione giacobina. Cadeva l’anno 1799 e la cacciata dei francesi non riuscì. L’esercito borbonico fece il suo ingresso nel perimetro della città nel giorno preposto al miracolo. Ebbene, comunque si facesse roteare la teca, il sangue in essa contenuto rimase raggrumito. Era allora generale delle milizie transalpine, un tale Championnet, che guardò, con buona dose di ragione, il mancato prodigio come lo spunto per una rivolta che avrebbe potuto coinvolgere non soltanto quella nicchia di ideologi e intellettuali che già avevavo provato a scuotere le masse, ma ciascun adepto del Santo. Ovvero, tutta Napoli. E allora il generale riprese la marcia, lasciando che la cadenza dei soldati si estinguesse soltanto sotto la volta del Duomo, al cospetto d’un cardinale armato solo della sacra ampolla. <<Faccia sciogliere il sangue - ordinò, più o meno - o la farò decapitare>>. Chissà se fu il tremito di terrore del prelato o fu volontà del Patrono stesso di salvare la vita al suo vescovo a far sì che, di lì a qualche secondo, la liquefazione avvenisse. Allarme rientrato. Già, ma a che prezzo. Perché il popolo indignato tacciò Gennaro, il Santo Gennaro, d’alto tradimento. E nominò, a rango di protettore loro, Sant’Antonio Abate. Che non durò poi così tanto. E che poi non era nemmeno napoletano. E a Napoli neppure c’era mai stato… 83


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Circuito Jazz Festival. Sette eventi per animare la provincia di Domenico Esposito

U

n viaggio nella musica per sognare a occhi aperti. Per vivere e immedesimarsi nella Napoli che vuol rialzarsi, che vuol reagire. Un percorso che ha accompagnato e accompagnerà amanti del jazz, giovani e i turisti per tutta l’estate. La musica come motivo, ma anche come pretesto, per spazzar via pregiudizi e combattere la camorra. Già, perché questo è il fine che intende perseguire la terza edizione del Circuito Jazz Festival, una scommessa diventata realtà consolidata. Partita il 10 luglio con il Pomigliano Jazz Festival, la rassegna si concluderà a fine settembre con l’esibizione dell’Orchestra Napoletana di Jazz, diretta da Mario Raja, nella location di Villa Ammaturo di Giugliano, uno dei più importanti beni confiscati alla malavita. Sensibilità musicale che si fonde con la coscienza civile: un matrimonio che tocca le corde della cittadinanza e la sprona ad agire. Al Pomigliano Jazz Festival ha fatto seguito il Vico Jazz, che ha abbinato gli splendidi scenari della Costiera e il suggestivo Chiostro della Santissima Trinità a percorsi culturali e turistici. 84

Dal 1° al 15 agosto, è stato il turno della settima edizione del “Napoli Jazz”, all’Arenile di Bagnoli. Quindi spazio al “Sorrento Jazz e… dintorni”, nel Chiostro Monumentale di San Francesco, a picco sul mare, e al Circolo Forestieri dove si esibiva la


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Jazz Festival Circuit. Seven events to animate the province Domenico Esposito

In queste pagine, immagini dei festival del Circuito Jazz

mitica band dell’indimenticabile Renato Carosone. Dal 5 al 9 settembre la kermesse sbarcherà sull’Isola Verde, con l’Ischia Jazz Festival che darà l’opportunità ai talenti locali di confrontarsi e farsi conoscere da artisti internazionali. Sarà poi il turno

Music for pleasure, but also to identify with the mood of a city that wants to turn the page, an opportunity to sweep away prejudices and fight organised crime These are the goals of the 3rd edition of the Jazz Festival Circuit, an event that started on 10 July with the Pomigliano Jazz Festival and will end in late September, when the Neapolitan Jazz Orchestra performs at Villa Ammaturo in Giugliano, one of the most important buildings confiscated from the Neapolitan mafia. So far this summer there have been performances all around the

region, such as the jazz festivals in Vico Equense, Bagnoli and Sorrento and the concerts will continue in Ischia (5 – 9 September), San Giorgio a Cremano (11 – 14 September) and Torre del Greco (18 – 21 September). This exciting event is the result of co-operation between the private and public sectors and comprises a 32day programme involving about 400 artists (such as Maria Pia De Vito with the African Rhythms trio, the Evans Orchestra, Mario Biondi, Dado Moroni, Miroslav Vitous, Dario Deidda and Renaud Garcia Fons) in over 50 concerts, 15 of which are free, plus seminars and workshops. And thanks to the Jazz card, which are available from libraries and info points in Naples 85


Programmazione e coraggio per la Camoania Programmazione e coraggio per la Campania

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Intervista a Giovanna Martano , assessore provinciale alTurismo Programmazione e un pizzico di coraggio sono gli ingredienti per ricostruire l’immagine della Campania e riportare all’antico splendore la cartolina del Golfo. E’ la ricetta dell’assessore al Turismo della Provincia di Napoli, Giovanna Martano, che anticipa i progetti in cantiere per il rilancio di un territorio finalmente ripulito dai rifiuti. Quali sono i progetti della Provincia di Napoli per recuperare l’appeal di un territorio che ancora paga lo scotto dell’emergenza rifiuti? Si lavora sul marketing territoriale, con investimenti per la valorizzazione dei Comuni e delle loro iniziative. A settembre partirà un bando rivolto ai Comuni per la segnaletica turistica, con un investimento di 200mila euro, che saranno trasferiti direttamente ai Comuni. 86

Con l’assessorato al Turismo del Comune di Napoli, poi, stiamo lavorando ad un progetto volto al miglioramento della qualità dell’accoglienza ai turisti. A tale proposito, sarà colmata l’annosa lacuna dei servizi igienici pubblici, che saranno collocati in 15 punti “sensibili”. E ancora, si continuerà sulla strada della valorizzazione del Borgo Orefici, che ha già dato buoni risultati, realizzando una felice trasversalità tra gli aspetti turistici e quelli del commercio e dell’artigianato d’eccellenza. Napoli può tornare ad essere la capitale del turismo? Certamente si. Il danno d’immagine dovuto alla crisi-rifiuti è stato notevole, ma l’emergenza è ormai alle spalle. Per invertire definitivamente la rotta e recuperare in termini di immagine e di fette di mercato, però, servono tanta programmazione e un po’ di coraggio.


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del Nick La Rocca European Jazz Festival, dall’11 al 14 settembre a San Giorgio a Cremano, cui segue, dal 18 al 21, il Divino Festival di Torre del Greco. Numeri da capogiro contraddistinguono il palinsesto di un carrozzone reso possibile grazie all’intesa tra pubblico e privati. La Provincia di Napoli, con la collaborazione dell’Ente Provinciale al Turismo di Napoli, ha voluto fare le cose in grande, con un programma complessivo di 32 giorni, circa 400 artisti coinvolti in oltre 50 concerti –

quindici dei quali ad ingresso gratuito –, seminari e laboratori. E con la Jazz Card, distribuita gratuitamente presso le sedi dei festival, le librerie e gli info point di Napoli e provincia, sconti sui concerti a pagamento e agevolazioni per i servizi turistici. “Un importante contenitore di promozione e sviluppo, soprattutto per le aree e i siti meno noti del nostro territorio” spiega l’assessore provinciale al Turismo, Giovanna Martano. Il Circuito Jazz Festival si palesa come un passepartout per le bellez-

Planning and courage for Campania region A chat with Giovanna Marftano, Provincial Councillor for Tourism Lots of planning and a little courage are the ingredients needed to rebuild the image of Campania and restore the Bay of Naples to its former grandeur, according to the ‘recipe’ prepared by the Provincial Councillor for Tourism, Giovanna Martano, who has given us a sneak preview into the strategy to remarket the province now that the garbage has been removed from its streets. What plans has the Naples Provincial Council drawn up to restore the appeal of an area that is still paying the price for the crisis caused by the garbage problem? We’re working on a territorial marketing strategy which envisages investment in the province’s towns and their local

initiatives. In September, towns will be able to apply for grants to spend on tourist signposts and information. We have set aside 200,000 Euro for this purpose and funds will be transferred direct to the local authorities. Then, with the Tourism Office of Naples City Council we are working on a project to upgrade the quality of tourist facilities; for instance, the age-old problem of public toilets will be solved through the opening of facilities in 15 ‘sensitive’ locations Furthermore, the highly successful refurbishment of the Borgo Orefici (the goldsmiths quarter) will continue, enhancing both the tourism sector and that of trade and high-level craftsmanship. Can Naples become a tourist capital once again? Absolutely. The damage to the city’s image caused by the garbage crisis has been considerable, but the worst is now behind us. However, in order to make a clean break with the past, restore a positive image to the province and regain our market share, we need a lot of planning and a little courage. 87


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ze, i tesori e le prelibatezze di un’area ricca di tradizioni, opportunità e potenzialità. Un itinerario da percorrere sulle note emozionanti e coinvolgenti di band affermate e stelle internazionali della musica jazz, come Maria Pia De Vito con l’African Rhythms trio, gli Evans Orchestra, Mario Biondi, Dado Moroni, Miroslav Vitous, Dario Deidda e Renaud Garcia Fons. “Il Circuito Jazz Festival – chiosa il Direttore artistico, Onofrio Piccolo – si presenta come una nuova potenzialità per la musica jazz in Italia”. 88

and towns around the province, reductions can be obtained both for the concerts and for cultural and tourist facilities. According to Giovanna Martano, the provincial councillor responsible for Tourism, the event is an

opportunity “to promote and develop the local towns and attractions, especially the less well-known ones”, while for Onofrio Piccolo, the event’s artistic director, it will “endorse and enhance jazz music in Italy”.


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l’artista

Nino Longobardi 00


l’artista

Nella sua arte la forza della Terra di Irene Manco

I

l terremoto del 23 novembre ’80 riscrisse la natura delle cose, cambiò il pensiero di molti napoletani e gli elementi essenziali dei sensi e della carne si mescolarono nel genio intenso di Nino Longobardi. Poi nacque la mostra Terrae Motus. Poco più che ventenne, Longobardi (Napoli, ’53), uno dei protagonisti dell’arte contemporanea italiana, esponente della corrente artistica Transavanguardia teorizzata da Achille Bonito Oliva, aveva da pochi anni incontrato il grande gallerista Lucio Amelio (scomparso nel ’94) e con lui progettò Terrae Motus (donata da Amelio alla Reggia di Caserta nel 1992), solido e importante lavoro di gruppo che coinvolse all’attivo molti

Nino Longobardi. In his art, the power of th Earth Irene Manco

The 1980 earthquake had a profound effect on the lives and beliefs of many Neapolitans, not

least Nino Longobardi, then in his late twenties. One of the leading exponents of the transavant-garde movement theorised by Achille Bonito Oliva, Longobardi had been working with the great

artisti di fama nazionale ed internazionale a rappresentare iconograficamente il tema della catastrofe. La fortunata carriera artistica di Nino Longobardi nasce sul finire degli anni sessanta, proprio dall’incontro con Amelio durato circa trent’anni, incontro che gli ha donato la meraviglia di uno sguardo nuovo. Le opere, realizzate da Longobardi al suo esordio, hanno temi legati alla figura umana con una pittura intensa e materica, senza nessuna trasparenza. Le sue composizioni danno luce ad un ciclo espressivo fatto di equilibrate commistioni e contaminazioni, dove la figura diventa strumento per prendere, dalla infinita e antica tradizione napoletana, il con-

gallery director Lucio Amelio on the Terrae Motus project along with many artists of national and international renown to create a pictorial representation of the catastrophe It was Longobardi’s first meeting with Amelio in

the late 1960’s that gave him a new perspective and launched his career. His early works portrayed human themes with an intense, tactile style, and his compositions were wellbalanced combinations in which the figure 91


l’artista

Nella prima pagina, Longobardi in fonderia con un lavoro esposto nella stazione Quattro Giornate; sopra un’altra opera installata nella metro

was a tool drawing on ancient Neapolitan tradition to approach the tangibility of death through typical symbols like bones and skulls, which bonded intimately with his figures. 92

A few years later, he stripped the human figure of its flesh and his works became almost minimalist: he drew, painted and sculpted the essence that time had transformed into memory. All his works

were made up of space and a variety of materials like clay, paper, masonry or steel, achieving total liberation from shape and colour in silhouettes, frail skeletons and airy creatures by an artist who is both classical

and modern. Nino Longobardi’s expressiveness helps to shun superfluous codes and symbols that he extrapolates and deletes from a world stagnating in system of confusion. His work has


l’artista

L’artista nello studio davanti a una delle sue tele dove l’umano si scarnifica e diventa teschio, in un equilibrio rigoroso, quasi minimalista

tinuo dialogo con la tangibilità della morte, inserendo tutti i segni visivi che essa ci tramanda da tempo come le ossa, i teschi e i ritrovamenti, il tutto sempre fuso nell’intimità delle sue figure. Qualche anno dopo la sua attenzione si sposta verso una radicale scarnificazione della figura umana e l’impianto pittorico diviene ancora più equilibrato, rigoroso, quasi minimalista. Nino Longobardi disegna, dipinge e scolpisce quell’essenziale che il tempo ha trasformato in memoria, e ce lo lascia intravedere dai suoi corpi scarnificati.

been shown at New York’s Guggenheim as well as in Boston, Barcelona, Berlin, Paris and Copenaghen, and he has had several personal exhibitions in Milan, Naples and Modena.

He contributed to the fascinating installation at the Quattro Giornate station of the Naples subway, while his studio in the famous Palazzo Tarsia is full of the traces that tell the story of his life. 93


l’artista

L’autore alla Solfatara nella prima metà degli anni settanta (tutte le foto che accompagnano questo servizio sono di Fabio Donato)

Ogni sua opera è fatta degli spazi e dei materiali ai quali fa riferimento, siano essi creta, carta, muri, acciaio, luoghi aperti. Svuota nelle profondità della forma per giungere ad un’assoluta liberazione della forma e del colore. Sono silhouette, scheletri leggeri e fluttuanti creature di un artista classico e moderno. Con la sua modalità espressiva, Nino Longobardi ci offre la possibilità di una fuga da simboli e codici superflui, che egli stesso estrapola e cancella da un mondo capace di immobilizzarsi in segni e soggetti propri di un sistema confusionale. Sin dai primi anni Ottanta numerosi riconoscimenti e mostre: al Guggenheim di New York, Boston, Barcello94

na, alla Nationalgalerie di Berlino, al Grand Palais di Parigi, al Museo di Arte Contemporanea di Copenaghen. Diverse anche le personali che gli sono state dedicate a Palazzo Reale di Milano, a Castel Nuovo di Napoli, alla Galleria Civica di Modena, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, affascinante e suggestiva l’installazione per la Metro di Napoli nella stazione “Quattro Giornate”. E se ci incamminiamo per il Centro Storico di Napoli fino ad arrivare al noto Palazzo Tarsia (via Tarsia), incontriamo Nino Longobardi affascinante e verace nel suo studio-casa, dove c’è tutto un vissuto del quale scopriamo le tracce, che ci rivelano la sua storia.



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Primo Piano Italia. Dalla testa ai piedi, qui si veste l’uomo di classe di Paola de Ciuceis

In questa pagina, veduta dell’esterno dell’atelier di piazza dei Martiri

E

legante ad ogni ora del giorno. Glamour in ogni occasione. Alla moda ma mai scontato, anzi con quel pizzico di originalità che ne svela la personalità. Per gli acquisti di un uomo così, la meta giusta è una ed una soltanto: PrimoPianoItalia, il consorzio fondato dal cavaliere Nino Marino con Sartoria Sabino, Antica Camiceria Lombardi, Ulturale cravatte, Paolo Scafora calzature. Uno show-room con 5 tra le migliori griffe dell’hand-made partenopeo, un atelier del buon gusto per lo shopping di uomini di classe.

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Primo Piano Italia. Elegance from head to foot Paola de Ciuceis

Elegant and appealing on every occasion; fashionable but with an original touch that reveals the personality.

There’s only one place for a man like that: PrimoPianoItalia, the show-room with 5 front-line brands of Neapolitan, hand-made elegance. Lombardi shirtmakers: for him, and also her.


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Le camicie di Antica Camiceria Lombardi

Antica Camiceria Lombardi, per lui ma anche per lei. Qui si lavora solo nel segno della tradizione. E si è specialisti nella produzione di camicie d’alta cucitura con il pregio della manifattura artigianale su misura, così come faceva il “maestro sartore camiciaio” Filippo Lombardi. Sulle orme del capostipite si muovono i suoi eredi: Luciano Lombardi che per la camiceria uomo strizza l’occhio alla moda, ma resta fedele a classico; accanto a lui, per l’universo femminile, la giovane e creati-

va Alessia Lombardi, cui signore e signorine si affidano per essere à la page anche indossando una semplice camicia. Delta, strumenti di scrittura per intenditori. Tra i successi più recenti, senz’altro la prima penna ufficiale dell’isola di Capri dedicata alla Grotta azzurra e prodotta in limited edition. Ma la storia degli strumenti da scrittura Delta è un fiorire di curiosità e raffinatezza sin dal 1982 quando Nino Marino, Ciro Matrone e 97


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La penna con il corno portafortuna di Delta penne

A specialist in hand-stitched, bespoke shirts in the tradition of his forebear, master shirtmaker Filippo Lombardi, Luciano Lombardi combines classic quality with fashion, while the creative talent of Alessia Lombardi helps young and 98

more mature ladies look great even in a simple shirt. Delta, writing instruments for connoisseurs. Its most recent successes include the official, limited edition pen dedicated to Capri’s beautiful Blue Cave, but

there have been many more since 1982 when Delta set out to win over connoisseurs and collectors: Dolcevita, unmistakeable in orange and black; Wè, what else! with its lucky horn of Mediterranean coral; and Aromaterapia, impregnated with

essential oils for a sense of wellbeing. Paolo Scafora, shoes that speak volumes. Paolo Scafora combines quality materials with comfort, beautiful design and an infinite range of colours in his footwear.


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Mario Muscente hanno conquistato appassionati e collezionisti con le loro creazioni: Dolcevita, inconfondibile nell’abbinamento cromatico nero e arancio; Wè, what else! il cui fermaglio è un secrétaire con uno scaramantico cornetto di corallo mediterraneo; Aromaterapia che nella clip ha un legnetto di midollino imbevuto di oli essenziali, che fanno della penna un oggetto dedicato al benessere. Paolo Scafora, le scarpe come biglietto da visita Le calzature, si sa, dichiarano personalità, interessi e umori di chi le indossa. Ben consapevole ne è Paolo Scafora che alla qualità dei materiali unisce il comfort e l’estatica delle linee e dei colori. Tra gli articoli più richiesti, senz’altro il mocassino tubolare, così morbido, leggero, elastico da piegarsi in due. Le tinte? Tutte, grazie all’uso di pellami neutri da tingere secondo il gusto del cliente. Tra le novità di stagione, ottime notizie per i golfisti: Scafora realizza scarpe da green; artigianali, idrorepellenti, da personalizzare con frange o con i colori sociali del club di appartenenza; in più i chiodini da prato applicati alle suole si svitano e la scarpa si usa anche altrove. Sartoria Sabino,tessuti di pregio per abiti di rara fattura secondo tradizione. Accanto all’abito classico, la shariana, il cappotto e la giacca pullover, la nuova variazione sul tema è la giacca di pelle: destrutturata, è comoda e leggera, adatta ai momenti di relax. A parte la giusta idea

Fase della creazione delle scarpe di Paolo Scafora

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Una giacca da uomo della Sartoria Sabino

per ogni momento, atout di chi indossa le creazioni della sartoria Sabino è la qualità dei tessuti e della manifattura. A rinnovare la tradizione, Pasquale Sabino figlio d’arte e apprendista di maestri illustri - trasmette ora la passione e la maestria di suo padre ai figli Michele e Marcello. Apprezzata anche oltreoceano, la griffe vanta testimonial d’eccezione: il governatore di Bankitalia Mario Draghi, il giornalista Maurizio Costanzo, il direttore della scuderia Ferrari Jean Todt. Ulturale, cravatte sartoriali che piccole sorprese rendono oggetti unici. Realizzate con raffinate stoffe, delle migliori e più antiche manifatture tessili 100

e stamperie italiane e inglesi, si presentano in mirabili scatole da collezione.Tra le più apprezzate, “Charlie”: regimental dedicata al principe Carlo d’Inghilterra, da abbinare ai gemelli in metalli preziosi o pietre. E la “Too fab (strepitoso!)”, la sette pieghe con un monile artistico sul retro: un fallo in miniatura di corallo rosso con gancio in oro, lavorato da Mondial Coral da alternare a un piccolo cammeo in conchiglia con scene dal kamasutra inciso, da De Luca cammei, in onore della tradizione indiana. Primo Piano Italia Piazza dei Martiri, 30 - Napoli Tel. 081.2481151 www.primopianoitalia.it


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Le cravatte portafortuna di Ulturale

The most popular model is the soft, light moccasin which is supple enough to be folded in two, while this season sees the arrival of water-resistant golf shoes in colours specified by the customer and with removable spikes. Sabino tailors, quality fabrics for exclusive traditional garments.

Classic suits, jackets and overcoats, and now destructured, lightweight leather jackets by Sabino quality tailors. Pasquale Sabino updates the family tradition and passes it on to his sons Michele and Marcello for the delight of his overseas customers, as well as Bank of Italy governor Mario Draghi, TV

journalist Maurizio Costanzo and Ferrari team boss Jean Todt. Ulturale, unique neckties with small surprises. Made with the finest fabrics from traditional Italian and British textile firms, Ulturale neckties come in superb collector’s cases. The popular “Charlie”

regimental tie is dedicated to HRH Prince Charles with cufflinks in precious metals and stones, while the sevenfold “Too Fab (strepitoso!)” contains a lucky charm of red coral and gold in the form of a phallus, interchangeable with a cameo depicting the Kama sutra. 101


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Rosario Farina Haute Couture. Una collezione intorno alla seta di Paola de Ciuceis

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iù che abiti sono opere d’arte. Naturalmente da indossare. Niente paura, però. Si adattano anche chi non ha proprio un corpo da passerella. L’alta moda di Rosario Farina Haute Couture è frutto di un genio creativo che non solo lavora esclusivamente su misura, ma ha una grande passione che è anche la grande fortuna delle donne: la seta! Morbida e accomodante, difatti, la seta è di quei tessuti che si appoggiano e assecondano le forme garantendo vestibilità e portabilità. Ancor più se sapientemente lavorata con un certo tipo di tagli, in cui Farina è a dir poco uno specialista. Linee morbide e pulite, senza cuciture se non quelle essenziali così come pensato per gli abiti sirena e le mante da gran sera che filano via lunghe sino ai piedi e valorizzano le spalle e il decolleté con piccole rouche, inserti in pelle e ricami gioiello, semplici nastrini per chi vuole scoprirsi o più accollati per chi vuole sentirsi protetto in un abbraccio avvolgente di sete; modelli pratici, indossabili in ogni ora del giorno, per la donna che lavora, tailleur, capispalla, abiti da cocktail e, naturalmente, da sposa che prendono forma nel suggestivo atelier del magnifico palazzo Cellammare in via Chiaia: un ampio studio con alti soffitti voltati, pavimenti in pietra antica e morbidi sofà per sceglie-

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Rosario Farina Haute Couture. A collection based on silk Paola de Ciuceis Not mere garments, but works of art that make you look great even if you do not have a top model’s figure. Rosario Farina Haute Couture is creative genius dedicated exclusively to bespoke clothing with a passion for soft, yielding silk that guarantees style and freedom of movement. Soft lines and minimal stitching in his sheath dresses and long gowns enhance shoulders and neckline with ruffles, leather and lace inserts and ribbons, or a higher neck for a more protective silken embrace. Practical garments for every occasion in the life of a working woman, from suits, jackets and cocktail dresses to bridal gowns, all designed in the

elegant atelier in Palazzo Cellammare: a spacious studio with high vaulted ceilings, antique stone floors and comfortable sofas. The versatile 28year-old Neapolitan entered the fashion world after completing his studies at Rome’s Academy of Costume and Fashion and instantly made his mark. While working in theatre and TV costume departments, he discovered his vocation for ladies’ high fashion, a sector in which his original designs are skilfully tailored into the finest fabrics to produce garments reminiscent of Christian Dior, Valentino and a revisited 1950s style. Black, white and red are his preferred colours but this year’s autumn-winter collection includes fuchsia pink and acid green as a herald for springsummer 2009. Elegance, 103


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In queste pagine, immagini della collezione di Rosario Farina

simplicity, technique, a touch of innovation plus Italian textiles make up the success formula of Rosario Farina, winner of the Mediterranean Fashion Award in 2007 and a front-line Italian name in 104

Moscow’s growing market. He is currently at work on his collection which will be presented in Rome next January and includes ladies suits tailored from typically male fabrics.

re in tutta comodità e relax come abbigliarsi. La versatilità di Farina è pari alla genialità della sua creatività. Classe 1980, il ventottenne stilista napoletano si è imposto sul mercato appena ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo del fashion, dopo aver frequentato l’Accademia di costume e di moda di Roma. Dopo una prima esperienza come costumista per il teatro e per la tv, difatti, ha scoperto presto che la sua vera vocazione era l’alta moda femminile, un settore nel quale si distingue per il valore estetico e l’originalità dei capi che disegna, per la raffinata qualità dei tessuti e l’arte sartoriale con la quale plasma artigianalmente ogni abito guardando all’arte di Christian Dior e di Valentino oltre che alla moda degli anni Cinquanta, sia pure rivisitata per le esigenze del nostro tempo e attualizzata dalle influenze del design moderno. Bianco nero e rosso i suoi colori simboli sia pure con qualche concessione a quelli di stagione. Per quest’autunnoinverno senz’altro il fuxia e il verde acido come anticipazione della primavera-estate 2009. Eleganza e semplicità, tecnica sartoriale, tessuti made in Italy – accanto alle sete comensi, tanto satin, pizzo, organza e voile – e un pizzico d’innovazione. Sono questi gli ingredienti della formula vincente di Rosario Farina. Rosario Farina Palazzo Cellammare Via Chiaia, 149 - Napoli Tel. 081.405901



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Takeshy Kurosawa. L’essenza dell’uomo “principe” di Giuliana Covella

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i sono uomini per cui lo stile è un optional. Ed altri per i quali i capi che s'indossano sono lo specchio dell'anima. Un'anima nella quale convivono essenzialmente estetismo ed edonismo, consapevolezza di piacere e di piacersi, ma soprattutto capacità di elevarsi al di sopra dell'uomo comune. A tal proposito così scriveva nel 1891 un signore di nome Oscar Wilde nell'opera sua più famosa, “Il ritratto di Dorian Gray”: “La bellezza è una manifestazione del genio. In realtà è più elevata del genio, perché non ha bisogno di spiegazioni. È una delle grandi cose del mondo, come la luce del sole o la primavera, o come il riflesso nell'acqua cupa di quella conchiglia argentea che chiamiamo luna. Non può venire contestata. Regna per diritto divino e rende principi coloro che la possiedono”. Puro edonismo. Puro gusto per la forma esteriore. Esaltazione di un'anima votata all'autoaffermazione di sé e del proprio stile di vita. L'anima dell'uomo “principe” (come lo definiva Wilde) targato TK, per gli amanti del bello TaKeshy Kurosawa. L’azienda ha sede nell'isola 4 del Cis di Nola, dove accoglie la raffinata ed esigente clientela in un elegante show room in perfetto italian style. È qui che si mostrano in tutta la loro bellezza ed esclusività i più originali capi d'abbi-

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In queste pagine, immagini dello showroom e delle creazioni di Takeshy Kurosawa

gliamento indossati dalla new generation. Una generazione di giovani attenti alla cura del particolare, che amano vestire di tendenza (la loro, beninteso) ed esasperare il bello, per dirla nel linguaggio “dandy” del famoso scrittore anglosassone. Consumatori che mirano a sentirsi liberi da ogni sorta di schema. Che siano quelli “pre-confezionati” dai mass media o “emulati” da altri “creatori di stile”. Non a caso, il marchio TK fonda il proprio successo sull'attenta opera di un creative team composto da professionisti del settore, attenti alle esigenze

Takeshy Kurosawa. The essence of the “prince” Giuliana Covella

For some men, style is an optional. For others, it reflects the soul: the soul of one who knows he looks good and stands out from the crowd. In The Picture of

Dorian Gray, Oscar Wilde defined beauty as: “… a form of genius, higher indeed than genius, as it needs no explanation. ... It cannot be questioned. ... It makes princes of those who have it” Pure hedonism and delight in appearance, and a desire to affirm 107


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della loro sofisticata clientela a cui, per questa stagione autunno-inverno 2008, propongono una collezione in denim dalle linee essenziali e dal tessusto estremamente pregiato. Un lavoro accurato che porta alla creazione di raffinate mise, curate nel particolare, nelle linee, nei colori e negli accessori esposti nelle vetrine degli show room di Bologna (Argelato), Milano (Cernusco sul Naviglio), Caserta (Marcianise – Polo della Qualità) e nello store recentemen-

oneself and one’s lifestyle: this is the soul of TK “princes” – men who love the beauty of TaKeshy Kurosawa garments. The firm’s elegant showroom in block 4 of the Cis centre in Nola reflects typical Italian style and showcases beautiful, original and exclusive 108

garments for a new generation of young Italians. A generation with an eye for detail and a desire to set their own fashion trend, rejecting fads created by the media or emulated by style gurus. TK’s success is the result of the painstaking work of a creative team of

te inaugurato a Napoli (corso Umberto I). Abiti indossati da giovani esteti, amanti di sé e del bello. Uomini per i quali i vestiti che s’indossano sono lo specchio dell'anima. Takeshy Kurosawa Cis di Nola - Isola 4 n.455 Via Boscofangone - Nola (Na) Tel. 081.5109313 www.takeshykurosawa.com

experts who have researched the needs of young people, listened to their views and given form to their desires to look good on special occasions and at shows, concerts and other events. TK has showrooms in Bologna (Argelato), Milan (Cernusco sul

Naviglio), Caserta (Marcianise – Polo della Qualità) and a new store in Naples (Corso Umberto I), where customers can admire the line, colour, detail and accessories of garments for young men whose clothes reflect their soul.



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Bonino. Qui il vintage è sempre di moda di Sarah Ricca

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na tradizione che si tramanda da generazioni. Una tradizione che ha varcato non solo i confini della regione campana, ma anche quelli nazionali arrivando in estremo Oriente, fino al paese del Sol Levante. Questa la storia del marchio Bonino, azienda specializzata nella realizzazione di borse e oggetti in pelle. Il cuoio di prima qualità e la sapiente maestria della lavorazione, che ancora oggi è effettuata a mano, sono gli ingredienti di questo successo. L’impresa oggi è portata avanti da Gaetano Bonino e dai suoi due figli: Vincenzo e Gabriele. La loro è una passione di famiglia, ereditata dalla madre di Gaetano, che aveva un negozio di abbigliamento e di accessori nel cuore di Napoli, in via Cavallerizza a Chiaia. Qui, le gentil donne dell’epoca venivano per farsi rea-

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Bonino. The house of vintage style Sarah Ricca A tradition handed down over the generations which is now appreciated not only in Campania but throughout Italy and in the Far East thanks to Bonino, a successful family business specialised in bags and leather goods

hand-made from the finest quality hides by skilled craftsmen. Helped by his sons Vincenzo and Gabriele, Gaetano Bonino runs the city centre shop where his mother once sold made-tomeasure garments, accessories and leather bags to the well-to-do ladies of Naples. Now it is Gaetano who designs the Bonino


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In queste pagine, immagini di portafogli, borse e cinture disegnate da Bonino

collections to meet the needs of his demanding clients in search of a unique and inimitable product. The family workshop in Bagnoli is heavy with the delightful smell of traditionally crafted leather, as bespoke bags, briefcases and belts are made to the customers’ orders by skilled artisans. Here, manual dexterity

is preferred to high technology when crafting the saddle leather and Bonino is now the only Italian firm that still uses traditional manual techniques to dye and polish leather for bags and belts which can then be embellished with semi-precious stones. For the autumnwinter collection, Bonino is planning to “revive” old

lizzare gli abiti su misura. Abiti con tanto di cappellini, fermacapelli e di borse. E oggi, sono le borse e gli accessori i prodotti creati da Gaetano, designer delle collezioni del marchio Bonino. Oggetti realizzati per soddisfare i gusti particolari di ogni singolo cliente. Chi si rivolge alla famiglia Bonino, infatti, sa che entrerà in possesso di un prodotto unico e irripetibile nel suo genere. Qui, nel laboratorio di Bagnoli, borse, cartelle da lavoro e cinte sono confezionate su misura per soddisfare i gusti e i capricci della clientela. Sono prodotti che vengono plasmati e lavorati da mani sapienti. Mani nude che, nonostante le avanzate tecnologie, ancora modellano le venature del cuoio. Cuoio “sellaio”, perché proveniente dalle selle dei cavalli. Cuoio che sprigiona il suo inconfondibile e pene111


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fashions from the family archives and catalogues to meet the demands of the new, so that vintage bags will be available alongside more recent accessories like cell-phone 112

cases. Bonino quality products are now available in 12 stores all over Italy, including a boutique on Capri, as well as in Montecarlo and Japan.

trante odore, che riporta a selvagge praterie e a immagini di destrieri che corrono. L’azienda Bonino è rimasta l’unica in Italia a tamponare a mano le venature della pelle, a lucidarla con metodi naturali e ad ammorbidirla così come si faceva un tempo nelle concerie. Ed è con quest’arte che oggi vengono realizzate anche le cinte che possono essere impreziosite con l’applicazione di pietre. E per la prossima stagione autunno-inverno, la famiglia Bonino ha già in cantiere una nuova tendenza: la riproposta dei modelli “di una volta” con uno sguardo alle esigenze del presente. Un’operazione che vedrà protagoniste soprattutto le borse. Grazie ad un’attenta ricerca negli archivi dell’azienda, spulciando tra i numerosi cataloghi conservati, saranno portati alla luce disegni che hanno fatto tendenza nel passato. Una collezione nel segno del vintage, che arricchirà le borse di “moderne necessità”, come il portacellulare. Quest’azienda, unica per i suoi prodotti e per l’atmosfera familiare che si respira nel laboratorio, ha saputo farsi apprezzare al di là delle Alpi. Dodici sono i negozi in Italia che si riforniscono ed espongono il marchio Bonino. Tra questi una boutique di Capri. Ma non solo. Bonino è arrivato fino a Montecarlo ed in Giappone, facendo leva solo sulla qualità e sulla tradizione artigiana dei propri prodotti. Bonino Via Caserma di Cavalleria, 49 -Napoli Tel. 081.19577537 www.boninonapoli.it



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Fratelli D’Angelo di Donato. Raffinati tessuti per eleganti signore di Eva Molea

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’era una volta un imperatore talmente vanesio da chiedere ai suoi sarti, per un abito nuovo, la stoffa più pregiata del mondo, che esaltasse la sua magnificenza, ingentilisse le sue forme, donasse luce alla sua già fulgida figura…” Se questa fosse una fiaba moderna, senza indugio i sarti dell’imperatore si recherebbero in gran carriera, tra i vicoli e vicoletti della zona del Mercato di Napoli, alla ricerca del negozio dei fratelli Donato ed Eduardo D’Angelo. Era il 1931 e qui, nel ventre di Napoli - dove è possibile trovare di tutto nella miriade di negozi e botteghe che si aprono ad ogni angolo di strada – i fratelli Antonio, Augusto e Mario D’Angelo decisero di iniziare la loro attività di vendita all’ingrosso di tessuti per abbigliamento. Trenta anni dopo, con il passaggio di testimone a Donato ed Eduardo, l’attività della società si è allargata, includendo anche la vendita al dettaglio. E così i Fratelli D’Angelo hanno aperto le proprie porte a tutti i gentiluomini e le signore della Napoli bene che qui venivano, e vengono ancora, a scegliere la stoffa per i loro abiti mi-

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D’Angelo Brothers. Elegant fabrics for charming women Eva Molea

If the story of “the Emperor’s new clothes” had been set in Naples, the vain ruler would have headed straight to the city centre shop of Donato and Eduardo D’Angelo for his magnificent garments. The D’Angelo Brothers shop opened in 1931 when Antonio, Augusto and Mario D’Angelo set up a wholesale fabric firm which was handed on to Donato and Eduardo 30 years later. They expanded the business to include the retail market,

catering for the elegant ladies and gentlemen of Naples who came here to choose the finest fabrics for their best suits and dresses. Although Naples is renowned for its men’s tailoring, the D’Angelos have focused their attention on the ladies’ sector, offering fabrics from the leading Italian and French fashion houses as well as classic colours and materials. They are particularly proud of their large selection of bridal gowns from leading companies like Solstiss, Marescot, Lagattolla and Renard Griere, but the boutique has countless fabrics that will enhance a woman’s figure to make every moment a special occasion.


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gliori. Da sempre la sartoria napoletana è famosa per la manifattura da uomo, per la quale i Fratelli D’Angelo offrono una ricchissima scelta di tessuti italiani e stranieri. Ma è sulla moda femminile che hanno puntato i loro riflettori lasciando, alle donne raffinate ed eleganti, la possibilità di scegliere i tessuti più pregiati delle collezioni delle grandi maison del made in Italy e di quelle d’Oltralpe, di spaziare dai colori classici ai colori di tendenza, dai tessuti tradizionali a quelli di ultima generazione, offrendo loro un’affidabile guida e un consiglio fidato, che derivano dagli oltre 70 anni di esperienza. Fiore all’occhiello dei fratelli D’Angelo sono i tessuti per abiti da sposa, con una ricca selezione di prodotti delle aziende più prestigiose, tra cui Solstiss, Marescot, Lagattolla, Renard Griere, solo per citarne alcuni. Nel centro della città, ma lontano dal caos delle vie principali, è in questa boutique - dove buon gusto, cortesia e competenza regnano sovrani – che si può ancora assaporare il piacere di regalarsi un tessuto speciale che sappia esaltare la figura, ingentilire le forme, donare luce e rendere ogni momento una “grande” occasione.

In queste pagine, immagini dei tessuti di D’Angelo (photo Luciana Lamanna)

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Fratelli D’Angelo Via Renovella, 1/9 - Napoli Tel. 081.200487 Fratellidangelodidonato@virgilio.it





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Le ceramiche di Vietri. I colori e le magie della natura diventano opera d'arte di Sarah Ricca

L’

azzurro del cielo, il blu intenso del mare, il giallo acceso del sole e dei limoneti. Colori che, catturati dalla natura, sono diventati l’emblema delle famose ceramiche di Vietri. Tinte che decorano fini oggetti d’arredamento e che contribuiscono ad apparecchiare in maniera allegra la tavola. Le abili mani degli artigiani di questa piccola località della Costiera Amalfitana riescono a trasferire sulle ceramiche le sfumature e le caratteristiche di un luogo considerato un gioiello, un piccolo angolo di paradiso. E spesso le ceramiche per molti rappresentano il giusto modo per portare via con sé un piccolo scorcio di Eden, dalle mille sfumature di colori così intensi da essere introvabili in altri

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Ceramics from Vietri. The colours and magic of nature become art Sarah Ricca

The light and deep blues of the sky and sea, the warm yellow of the sun and lemon groves. These are the emblematic hues of the famous ceramic vases, kitchenware,

tableware and household goods from Vietri, skilfully applied by craftsmen from this delightful village on the Amalfi coast. For many visitors, ceramics are the ideal souvenir of this unique and delightful corner of paradise as the colours and patterns are so typically characteristic of this area or depict


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In queste pagine, immagini delle tradizionali ceramiche di Vietri e fasi della loro produzione (photo Diego De Dominicis)

luoghi. E la cui vivacità viene trasposta in maniera fedele sulle ceramiche, pur non costituendone l’unica peculiarità. Anche il disegno, infatti, è un elemento fortemente caratteristico. Sui manufatti, che spaziano dai vasi ai portaombrelli, fino a giungere a ogni genere di oggettistica per la tavola, la cucina e la casa, si possono ritrovare le originali abitazioni della Costiera, la riproduzione dei paesini incastonati nella montagna a picco sul mare. E ancora, immagini del mondo marino. I ceramisti vietresi hanno la capacità di catturare la natura che li circonda: il blu del mare che si insinua negli anfratti della costa, il giallo e l’arancio degli agrumi, il turchese che segna il confine tra il cielo e l'orizzonte. L’arte

particular local scenes or marine wildlife, capturing the colours of nature. Ceramics are one of the oldest forms of craftsmanship, but the earliest work in the Vietri area dates back to the 15th century workshops in Cava de’ Tirreni in the service of the local abbey around which the entire community revolved. Now, as

then, Vietri is not renowned only for its ornamental ceramic objects but also for its floor and wall tiles with their flower and leaf motifs or geometrical designs. Rare examples of this distinctive and ancient craft can be viewed in monasteries in Naples and Salerno, but locally all that remains is a medieval basin in 121


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the Abbey at cava and a devotional plaque from 1627 in the walls off the nearby village of Raito, probably the oldest surviving example of Vietri ceramics: a crucifix with St. Francis of Assisi and St. Anthony from Padua. The survival of this primitive art has 122

earned Vietri the title of ‘historic ceramics town’ but these traditional products are found in towns and villages all along the coast, making it something like a huge open-air museum complete with numerous shops and traders in the narrow streets.

della ceramica è una delle più antiche e la sua origine si perde nella notte dei tempi. Le prime ceramiche "vietresi" risalgono al XV secolo nelle botteghe artigiane di Cava de’ Tirreni, tutte a servizio dei frati benedettini che abitavano l’Abbazia della Santissima Trinità, al tempo fulcro della vita del Comune amalfitano. Una produzione d’èlite, dunque, a cui si è affiancata quella di artisti del calibro di Matteo Cassetta, Angelillo Loffredo e Mazzeo Di Stasio. Oggi come allora, le ceramiche di Vietri non vengono utilizzate solo per arredamento ed oggettistica. Celeberrime, in-


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fatti, sono quelle realizzate per pavimentazioni e rivestimenti. Motivi geometrici ricorrenti, fiori e foglie, greche: questi i tratti distintivi di una lavorazione antica, di cui si custodiscono ancora rari esemplari nei monasteri di San Severino di Napoli e di San Giorgio a Salerno.Tutto ciò che resta, invece, dell’oggettistica di antica fattura è un catino medievale nell’Abbazia di Cava e una targa devozionale del 1627, murata nella località di Raito, probabilmente il manufatto vietrese più datato: un crocifisso con accanto San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova. Questa ar-

te primitiva, giunta intatta fino ai nostri giorni, è valsa al Comune di Vietri il titolo di Comune di antica tradizione ceramica. Tradizione che non si ritrova soltanto nelle abitazioni, ma lungo le tortuose stradine che caratterizzano lo storico abitato e tutti i piccoli comuni della Costiera, dove è facile imbattersi in variopinte mattonelle che raffigurano scene di paesaggi agresti, chiesette di campagna, animali da cortile, che fanno della cittadina a picco sul mare un vero e proprio museo a cielo aperto completato dalle numerose botteghe che si susseguono lungo i viottoli. 123


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Sanseverino Napoli. Un foulard per l’Africa di Paola de Ciuceis

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on solo cravatte ma molto di più. Infaticabile, Salvatore Sanseverino rinforza il corner sciarperia del settore femminile con una speciale iniziativa di solidarietà a favore di Amref, la principale organizzazione sanitaria no profit del continente africano. L’ampia scelta di tessuti per fazzoletti, fasce e fusciacche di seta, difatti, si arricchisce di un nuovo foulard. Una bella immagine di una giovane donna ritratta su una spiaggia del Kenya con un bambino di colore fra le braccia e tutt’intorno frasette d’amore dedicate all’infanzia. Un prodotto che sintetizza l’attività svolta dall’associazione umanitaria e quella di Sanseverino Cravatte. Un articolo realizzato secondo i tradizionali criteri di qualità

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Sanseverino Naples. A foulard for Africa Paola de Ciuceis Salvatore Sanseverino means neckties, cravats and handkerchiefs but also ladies’ scarves, including one which is part of an initiative in favour of Amref, the main nonprofit health organisation operating in Africa.

Depicting a woman on a beach in Kenya with an African child, this article sums up both the work of the humanitarian group and that of Sanseverino: a traditionally crafted article that will be launched in October as part of a fund-raising programme at the Amref conference. The enthusiasm of Salvatore Sanseverino and that of his loyal


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In queste pagine, immagini dei nuovi foulard e delle cravatte di Sanseverino (photo Luciana Lamanna)

customers grows daily, all overwhelmed by that typically male fashion item: the necktie. Passion, taste and flair are the key features of a firm that, in a just a few years, has won over businessmen, professionals, politicians and sportsmen with its British fabrics and traditional Italian craftsmanship. Sanseverino’s successful, hand-

made, limited editions come in two models: the Sanseverino, in which the same silk is used to line the inside; and the sevenfold, the exclusive twill model that has recently come back into fashion, which is folded seven times to give the right consistency to the ultra-soft silk and complement a suit with an extra touch of elegance. Clients can choose

della griffe partenopea, che sarà lanciato il prossimo ottobre, in occasione di un convegno per Amref, per raccogliere fondi da dedicare ai progetti di solidarietà sociale e sanitaria del sodalizio. Per il resto, tutto è immutato tranne l’entusiasmo perennemente in crescita. Sia quello di Salvatore Sanseverino, sia quello dei suoi aficionados, che si contagiano vicendevolmente, favorendo lo sviluppo e la diffusione di un articolo cult della vanità maschile: la cravatta. Passione, gusto e fantasia. Queste le tre parole chiave su cui punta la lavorazione artigianale di questa ditta che, in pochi anni, ha saputo ritagliarsi uno spazio nel cuore di imprenditori e professionisti, parlamen125


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from hundreds of designs obtained from British textile houses and, above all, from their historical archives, which prove to be a valuable resource for locating period patterns to be 126

revisited with skilled craftsmanship and a splash of originality. Sanseverino’s refined showroom is open by appointment only.

tari e assi dello sport, affascinati da collezioni in tessuti inglesi che reinterpretano l’antica tradizione dei cravattai italiani. D’altra parte, le produzioni limitate, realizzate a mano da sapienti artigiani hanno sempre il successo che meritano. Sostanzialmente due i modelli tra cui scegliere: la cravatta Sanseverino, la cui principale caratteristica è l’impiego della seta stessa per fasciare l'interno della pala e del codino; e il tipo settepieghe, l’esclusivo e ricercato modello in twill – tornato in auge di recente - ripiegato più volte – sette, appunto - per dare la giusta consistenza alla cravatta in morbida ed impalpabile seta che completa l’abito con un tocco di charme in più. Centinaia, poi, i disegni selezionati passando al setaccio i tessuti delle factory tessili d’Oltremanica ma, soprattutto, i loro archivi storici (inesauribile patrimonio di immagini per figure e decori ornamentali) alla ricerca di disegni d’epoca da rivisitare coniugando al pregio della manifattura artigianale quel non so che di originalità. Insomma una qualità sempre più ricercata, tanto che Sanseverino riceve solo su appuntamento, in un raffinato show-room dove rinnovare il rito della cravatte anche in compagnia femminile affidando il lato donna alle cure di Cirella Sanseverino. Sanseverino Napoli Centro Direzionale Is. G2 - Napoli Tel. 081.7879414 sanseverino@madeinnapoli.it


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Pizzafest 2008. La “regina” del gusto si presenta alla folla di Marco Di Bello

M

antello rosso. Tempestato di diademi bianchi e verdi. Regale, come il nome che porta, ispirato alla consorte del terzultimo re d’Italia, Umberto I. E al con-

tempo sobria, come gli ingredienti con cui viene preparata. Farina, lievito e acqua; pomodoro, mozzarella, olio extra vergine di oliva e qualche fogliolina di basilico: ecco la ricetta magica per la pizza Margherita, regina di quei piatti tipici della cucina partenopea che sollazzano i palati in tutto il mondo. I palati più esigenti, così come quelli più semplici. Il soffice disco di pasta cotta in forno a legna ha un abito per ogni festa, pensato con fantasia e realizzato con cura da quei creativi del gusto in t-shirt bianca, che sono i pizzaioli. Salame piccante per gli animi passionali. Rucola, bresaola e scaglie di parmigiano per i raffinati. Carciofini, funghi e olive nere per i capricciosi. E l’elenco delle varianti della pizza Margherita potrebbe continuare quasi all’infinito. Ma chi voglia soddisfare la propria curiosità e deliziarsi con una pizza napoletana doc - cerchi in rosso sul calendario queste due date: 11 e 21 settembre. In questo periodo, nella storica cornice della Mostra d’Oltremare di Napoli, si rinnoverà l’appuntamento con Pizzafest, kermesse organizzata dall’Associazione Verace Pizza Napoletana. La formula dell’evento è quella - ormai collaudata nel corso


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In queste pagine, immagini delle passate edizioni del Pizzafest (photo AGN Fotoreporter)

Pizzafest 2008. The “queen” of taste offers itself to the crowd Marco Di Bello

Flour, yeast, water, tomatoes, mozzarella, extra virgin olive oil and a few basil leaves are the magical ingredients in a pizza Margherita – the queen of

Neapolitan cuisine that the whole world loves. However, creative pizzaoli can dress the round dough base in any number of ways before placing it gently in the wood burning oven: spicy salami for the hotblooded, rocket, bresaola cured beef and flaked parmesan for the more refined,

artichokes, mushrooms and black olives for the capricious. But if you want to know just how many variations of authentic Neapolitan pizza there are – and taste them too – then come to the Mostra d’Oltremare exhibition centre in Naples for this year’s Pizzafest

between 11 and 21 September. Like the previous twelve editions, the event will allow visitors to taste the various pizzas and enjoy fun and music from Radio Marte Stereo The event is centred on the region’s foremost pizza chefs, chosen by the Genuine Neapolitan Pizza association which 129


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has a mission to promote this Neapolitan fast food both at home and abroad and to defend its name from the onslaught of commercial imitations. The local firms that supply the basic ingredients for pizza will have stands at the Pizzafest event and visitors will have 130

the chance once again to vote for the best and tastiest pizza. Furthermore, educational visits will be provide guided tours of the premises of oil presses, cheese makers and so on: an ideal opportunity to discover the secrets of pizza and enjoy its exquisite flavour.

delle dodici edizioni passate - che coniuga la degustazione del piatto più famoso al mondo con momenti di puro divertimento sotto l’attenta direzione artistica di Radio Marte Stereo. Nel solco della tradizione, anche quest’anno la Mostra d’Oltremare ospiterà i migliori pizzaioli della regione, quelli, per intendersi, garantiti dall’Associazione Verace Pizza Napoletana, che ha trasformato in missione l’impegno a promuovere in Italia e all’estero il piatto partenopeo per eccellenza e a difenderne il buon nome dalle innumerevoli imi-


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tazioni e mistificazioni commerciali. Presenti tra gli stand di Pizzafest anche le ditte che forniscono gli ingredienti di base per la preparazione del regina della tavola: aziende tutte rigorosamente campane. Dopo il successo delle ultime tre edizioni, non mancherà l’appuntamento con il concorso “Vota la pizza”: dichiarando la propria preferenza, i visitatori avranno la possibilità di incoronare la pizza più gustosa. Una vera novità sono, invece, gli stage amatoriali sulla pizza e i prodotti tipici. Gli educational - in pro-

gramma il 9, il 14 e il 18 settembre prevedono visite guidate in aziende della filiera che producono materie prime, tra cui olio, pomodoro e mozzarella, e in realtà dell’indotto. Un’occasione, dunque, per scoprire tutti i segreti di una pizza doc, gustandone a fondo tutto il sapore. Pizzafest 11-21 settembre 2008 Mostra d’Oltremare Piazzale Tecchio - Napoli Tel. 081.4201205 www.pizzafest.info 131


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Ristorante Umberto. Qui arte e cultura s’incontrano a tavola di Eva Molea

Foto storica del ristorante

E

ra il 1916 quando a via Alabardieri aprì i battenti la trattoria di Don Umberto. In questo piccolo locale Donna Ermelinda, la sua signora, preparava ai fortunati avventori i migliori piatti della tradizione partenopea: ragù, braciole, spaghetti, pesce. Il tutto annaffiato da ottimo vino che Don Umberto in persona andava a scegliere dai piccoli produttori locali. Siamo nel 2008 e il ristorante Umberto è ancora qui, in via Alabardieri, ad accogliere i clienti vecchi e nuovi che scelgono di sedersi ai suoi tavoli per pranzi frugali o cene pantagrueliche, per colazioni di lavoro o momenti fa-

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Umberto. Where art meets culture for dinner Eva Molea It was 1916 when the small trattoria “Don Umberto” opened, and Donna Ermelinda prepared the best Neapolitan dishes for her customers: ragù, spaghetti, seafood

accompanied by local wines chosen personally by Don Umberto. In 2008 Umberto’s restaurant is still there, serving light lunches, five-course dinners and food for every occasion. The premises may be larger but the warm, family atmosphere is the same as ever, with Umberto’s grandchildren Massimo, Roberta


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In queste pagine, immagini del personale di Umberto (photo Luciana Lamanna)

and Lorella in charge of the welltrained, courteous staff. The three heirs have each found their own niche: Roberta runs the kitchen, Lorella has the keys to the wellstocked wine cellar, while Massimo welcomes customers and manages the business. And business is going well, as Umberto’s

restaurant has been involved in the many cultural events organised in the bustling city that Naples has now become. In 2008 it was a partner in film and theatre festivals, as well as the Wine & the City event, confirming that art and fine cuisine are a winning team. The restaurant itself became a gallery

miliari. Certo, negli anni, locale e cucina si sono ingranditi per accogliere il numero sempre crescente di aficionados, ma l’atmosfera calda e familiare di un tempo è rimasta invariata. A portare avanti l’attività di Umberto di Porzio oggi sono i suoi nipoti, Massimo, Roberta e Lorella, insieme ad uno staff preparato, cortese e cordiale, attento alle esigenze di ogni cliente, grande o piccolo che sia. Ognuno dei tre eredi, in questa tradizione di famiglia, ha saputo ritagliarsi il proprio spazio, assecondando le proprie naturali inclinazioni. E così, Roberta è la signora della cucina, Lorella ha le chiavi della fornitissima cantina, da cui sceglie i vini migliori per accompagnare le fantasiose rivisitazioni della cucina tradizionale napoletana. Il padrone di casa è Massimo, che accoglie i clienti e amministra l’attività. Un’attività in frenetica evoluzione, che guarda sempre avanti, pronta a cogliere tutte le occasioni che una città in continuo fermento, come Napoli, sa offrire. Ed è così che sono nate le molte preziose collaborazioni con i grandi appuntamenti culturali della città. Il ristorante Umberto, solo nel 2008, è stato partner del Teatro Festival Italia, del Napolifilmfestival, di Artecinema, del Comicon, di Wine&the city. Tutte manifestazioni che condividono con Umberto la convinzione che arte e gastronomia sia un connubio vincente. E proprio per questo, la sala del ristorante si è trasformata in una galleria d’arte contemporanea aperta a tutti i giovani artisti esordienti, che qui trovano uno 133


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where emerging artists could exhibit their work in the hope of being noticed by regular customers who choose to dine at Umberto’s because of the exceptional menu. Pizza, of course, Fried seafood, Neapolitan baccalà, spaghetti with clams, aubergine parmigiana, pasta treddeta (baby octopus, olives, capers and cheery tomatoes) and 134

Neapolitan meatballs with sultanas and pine kernels, cooked in ragù sauce. The menus – in Italian, English and French – include only seasonal produce and offer a wide range of gluten-free and vegetarian dishes, but the restaurant also organises theme evenings and cookery courses as well as a home delivery and take away service.

spazio per esporre le proprie opere, nella speranza di essere notati da qualche illustre rappresentante del jet set napoletano habitue del ristorante, certo di poter trovare il piatto giusto per soddisfare ogni suo desiderio. Ebbene sì, perché da Umberto non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dalla sempiterna pizza alla frittura, dal baccalà alla napoletana agli spaghetti con le vongole veraci, dalla parmigiana di melanzane all’insalata, per giungere poi ai tubettoni d’o’ treddeta, con polipetti, olive, capperi e pomodorini, e alle polpettine di nonna Ermelinda, classiche polpette napoletane con uvetta e pinoli cotte al ragù. Ma non è tutto. Da Umberto si spazia da menu settimanali - tradotti anche in inglese e francese – basati solo su prodotti di stagione, ad un’ampia scelta di piatti senza glutine e per vegetariani, dalle cene a tema ai corsi di cucina, per imparare ad apprezzare la buona tavola non solo al ristorante. E per chi invece, abitando in zona, volesse gustare a casa propria le prelibatezze di Umberto, non deve far altro che chiamare e vedersi recapitato a domicilio un menù completo, anche in occasione di cene con amici. Anche questo nel solco della tradizione, come quando il grande Eduardo chiamava dal teatro Sannazzaro per avere la cena servita nel suo camerino. Umberto Via Alabardieri, 30 – Napoli Tel. 081.418555 www.umberto.it



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Sire. Attrazioni per occhi e palati raffinati di Giuseppe Porzio

La sala interna di Valle Aquila (photo Simona Coppeto)

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orre lontano, lo sguardo. Corre sprovvisto d’ogni freno. Corre per provare a carpire ogni dettaglio, ogni sfaccettatura, ciascun colore. Corre, lo sguardo, lungo tavole colme d’ogni bene, colorate d’ogni diletto, adornate di leccornie. Corre, ma più veloce ancora fugge via quell’altro senso, quello del gusto. E quell’altro ancora, detto olfatto. Corrono, disperdendosi, fuggendo via mentre vanno incontro all’Eden, o a qualcosa che gli somiglia molto. Corrono e mai si fermano, su quei tavoli imbanditi che paiono immensi. Al solo rimirare ciò che quegli ornati banchi che indosso, si smarriscono gli occhi, si prolunga il naso, impazziscono le papille del gusto. C’è arte, su quei tavoli. Arte d’ogni genere. Arte per gli occhi,

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Sire. Attractions for refined eyes and palates Giuseppe Porzio A sight for sore eyes. Eyes that glean every detail and colour, feasting on the culinary delights laid out before them, but taste and smell are quicker off the mark and reach gastronomic paradise on those long, elegantly set

tables while sight stands still in admiration. Tables that are themselves art: art for the eyes, nose and taste buds, sending a wave of delight over those fortunate enough to savour the fine cuisine in an equally idyllic setting, whether it is Villa Cammuso, Villa Italia, Villa Caracciolo or Villa Rossella with its avenues and gardens overlooking the


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In queste pagine, tavole inbandite per un ricevimento

earthly paradise that is the Bay of Naples. The artists who make the time spent in these locations very special occasions indeed are easily recognised: their shirts and uniforms bear four letters that spell “Sire”. Sire: a team of artists who ensure that this special day will live on in the memories of those attending the banquet for perhaps the only time in

their lives. Sire means excellence in catering, banqueting, hotel cuisine and organic food: the perfect combination of art and industry. The Sire group has individual companies for its different areas of its business, each one a team made up of dedicated, hardworking specialists in the preparation of fine cuisine “But to become a member

mai paghi nel contemplare quanta cura coreografica fu adottata. Arte per il palato, pure verrà il suo turno. Perché su quei tavoli c’è cucina che lascia commuovere l’eletto che la degusta. Arte che sa ben coniugarsi con lo scenario che la contorna, che sia chiamato Villa Cammuso, Villa Italia o Villa Caracciolo, che lo conoscano come il Castelletto o il Parnaso, che sormonti quel paradiso nominato Golfo di Partenope, come accade lungo i giardini e sulle terrazze di Villa Rossella. C’è un gruppo d’artisti a rendere lieti i giorni speciali tra i perimetri di questi magici complessi. C’è gente nata per allietare vista e gusto. E per servire piaceri. Appagare desideri. E lasciare che i sogni assumano la forma che gli è consona. E l’etichetta li distingue. Su camici e divise 137


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s’erge il marchio “Sire”, quello del gruppo d’artisti, quello della gente che sa far prezioso il “giorno più bello”, che sa rendere indelebile nelle menti il banchetto per l’occasione che poche volte si materializza in vita, e che sa omaggiare chi la giusta dose d’omaggi s’attende. Eccelle nel catering, la Sire, così nel banqueting. Stesso dicasi per come sa occuparsi di ristorazione biologica ed alberghiera. C’è del gusto, in ciò in cui il gruppo s’industria. Di più, c’è dell’arte. Per queste mani passa l’eccellenza della cucina, delle cerimonie, degli eventi. Con specializzazioni distinte, quanto distinte sono le ragioni sociali del grup138

of Sire, you also need a special outlook on the concept of the event”, explains Ernesto Quintiliani of the group’s communication department. “The banquet must also consider gastronomic, environmental and economic sustainability in achieving culinary

excellence. No waste and creative re-use”. This was the philosophy presented this summer at the event at Villa Caracciolo called “Ricibarti”: the art of preparing good, wholesome food that is well presented and great to eat but which does not place excessive strain on the budget.


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La terrazza di Villa Caracciolo (photo Simona Coppeto)

po: “Sire srl”, “Sire ricevimenti d’autore” e “Sire produzione”. Eletti sono gli invitati ai banchetti targati Sire. Eletti sono quanti del gruppo vi fanno parte, uomini specializzati a cui tocca attenersi al raffinato decalogo della casa. Sono richieste, infatti, virtù nell’ordine della lealtà, della trasparenza e dell’etica del lavoro. C’è, poi, molto altro. C’è “un modo nuovo di concepire l’evento”, fa sapere Ernesto Quintiliani, responsabile del communication department del gruppo. Il banchetto è così concepito “nell’ottica della sostenibilità gastronomica, ambientale ed economica, ma senza dimenticare le eccellenze.

Niente sprechi nel piatto e riuso creativo a tavola”. Filosofia nel contenuto di un evento presentato all’alba dell’estate a Villa Caracciolo. L’hanno chiamato “Ricibarti”, ovvero: “L’arte di organizzare eventi all’insegna del cibo “buono e sano” insieme alla presentazione di piatti belli da vedere e buoni da mangiare, ma a costi contenuti”. Artisti si nasce. Un po’ come i signori… Sire Ricevimenti d’autore srl Via Bernini, 50 - Napoli Tel. 081.5560856 www.sirericevimenti.it 139


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Ristorante ‘A Tiella. Discrezione e tranquillità nel centro di Napoli di Sarah Ricca

S

embra di entrare in un giardino, eppure si è nel centro della città a pochi passi dal lungomare. Un vialetto, con tavoli apparecchiati, conduce all’ingresso e alle due sale interne dell’accogliente locale, dall’atmosfera calda e familiare del ristorante ‘A Tiella alla Riviera di Chiaia. Un nome scelto dieci anni fa quando la famiglia Fioretti decise di iniziare quest’avventura. Un nome che rende omaggio a uno degli strumenti più utilizzati nelle cucine, e non solo in quelle partenopee: la padella, in napoletano tiella. E infatti, ad accogliere i clienti, vicino alla porta d’acces-

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‘A Tiella restaurant. A discrete and quite place in the heart of Naples Sarah Ricca In the heart of the city, near the sea front, an avenue lined with dinner tables leads to the entrance and the

two halls of the restaurant ‘A Tiella. Chosen by the Fioretti family when they opened the restaurant ten years ago, the name is Neapolitan dialect for a frying pan, just like the one hanging on the wall by the front door. ‘A Tiella can seat up to eighty guests and


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In queste pagine, immagini delle sale del ristorante

offers a lavish five-star menu of fish, meat, pizza cooked in the traditional oven and local pasta dishes, like paccheri with seafood and pasta with genovese – an onion-based sauce from Naples despite the misleading name Lucia runs the kitchen while her daughter

Valentina sees to the sweet trolley and her son Gaetano is in charge of the well-stocked wine cellar. The combination of wooden furniture and yellow and deep red walls with matching tablecloths makes for a warm and cosy atmosphere but also a very

so, sulla parete è sistemata una vecchia padella con inciso il nome del locale. Un’ottantina i coperti di cui è dotato il ristorante; ricco il menù, che spazia da gustosi e diversi primi piatti a secondi di carne e di pesce, senza dimenticare la pizza, cotta nel tradizionale forno a legna. Un menù a cinque stelle in cui spiccano i paccheri al sapore di mare e la genovese, una pietanza povera a base di cipolle che, sebbene il nome possa ingannare, è tipica dell’antica cucina partenopea e a cui, secondo la tradizione popolare, i napoletani diedero questo nome per ricordare la proverbiale 141


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peaceful one. Indeed. ‘A Tiella is extremely popular with theatre actors who know that they can relax in the restaurant after their shows in the certainty that the staff will do everything they can to protect their 142

privacy and ensure that autograph hunters do not become a nuisance. Fine cuisine, discretion and a family atmosphere make ‘A Tiella a restaurant you will want to go back to again and again.

amicizia dei genovesi. A preparare le leccornie e a guidare i lavori della cucina è la signora Lucia. Con lei i figli Valentina, addetta al carrello dei dolci, e Gaetano, esperto di vini. Molto ricca, infatti, la cantina di cui è dotato il ristorante, una cantina che i clienti possono ammirare con i propri occhi all’interno delle sale dove, lungo le pareti, sono state ricavate nicchie con mensole in legno, su cui trovano spazio le bottiglie di vino. Legno che contribuisce a rendere l’ambiente caldo, insieme al giallo e al rosso porpora delle pareti, colori richiamati anche dalle tovaglie sistemate sui tavoli. L’atmosfera è resa ancora più piacevole dalla leggera musica di sottofondo che allieta le cene senza disturbare la conversazione, rendendole piacevoli e tranquille. E proprio per questo, ‘A Tiella è uno tra i ristoranti partenopei aperti fino a tardi, dopo gli attori di teatro amano ritrovarsi al termine delle rappresentazioni, certi che tutto il personale si prodigherà per proteggere la loro privacy, facendo in modo che non vengano disturbati da autografi e richieste di fotografie. Un locale in cui alla buon cucina si uniscono discrezione e familiarità. Un mix che rende ‘A Tiella uno di quei locali in cui ritornare è un obbligo. ‘A Tiella Riviera di Chiaia, 98/100 Napoli Tel. 081.7618688



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La pizzetta di Moccia. Il sapore delle feste di grandi e piccini di Annalisa Palmieri

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hi l’ha assaggiata, assicura di essersi sentito “tre metri sopra il cielo”. Ma stavolta il romanzo di Federico Moccia, noto per i mitici lucchetti dell’amore che hanno “tappezzato” i lampioni di Ponte Milvio a Roma, c’entra poco o nulla. Sì, perché per uno strano caso di omonimia, la protagonista in questione è la gustosa pizzetta Margherita sfornata da una delle pasticcerie napoletane più rinomate. Moccia, appunto. Si tratta di una stuzzicante delizia divenuta un must tra i giovani ed esigenti allievi del vicino liceo Umberto che, prima e dopo le lezioni, fanno so-

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Pizzetta by Moccia. The flavour of kids’ and adults’ parties Annalisa Palmieri Children from the nearby high school are frequent visitors to one of Naples’ most famous patisseries because Moccia in Via San Pasquale a Chiaja

make perhaps the best pizzette in the city. The tasty dough base is a circle that even Giotto would have been proud of, topped with the very best mozzarella, tomato and basil and then baked to perfection for the delight of young and old. None can resist this ideal summer snack and, at weekends, it is


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In queste pagine, immagini del negozio, delle famose pizzette e della loro preparazione (photo Luciana Lamanna)

even to be found on many of the city’s pleasure craft, whose owners have dropped in to the shop in the elegant shopping district to arrange a simple yet tasty lunch for their guests before setting out for a day’s sailing around the bay. Made from simple, genuine and easily digested ingredients, these culinary

masterpieces have always been proof of the flavour and quality of typical Neapolitan cooking and are the savoury equivalent of Moccia’s renowned pastries and other sweets. The secret of Moccia’s success does not depend on special ingredients but is a combination of the chef’s skill and quality produce.

sta in via San Pasquale a Chiaia per assaporare questa bontà indescrivibile a parole. Ma non sono di certo i soli a farne man bassa… A guardarla bene è un cerchio perfetto, da fare invidia a Giotto, morbido e appetitoso, cotto rigorosamente al forno e traboccante di mozzarella, pomodoro e basilico. Una profumata bandiera di sapori di prima qualità guest star indispensabili per la “nascita” delle famose pizzette gettonatissime tra grandi e piccini. Un vero oggetto del desiderio tutto da piluccare, che ogni week-end estivo, ma non soltanto, si trasforma anche in uno snack on145


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nipresente sulle barche degli yachtmen napoletani che partono alla volta di escursioni in mare aperto e che intendono regalare a se stessi e ai propri ospiti uno spuntino leggero e sfizioso. Semplici, genuini e facilmente digeribili gli ingredienti di questi piccoli e soffici capolavori che da sempre coniugano gusto e qualità nel solco della più tipica tradizione culinaria partenopea, che cammina di pari passo con l’altrettanto strepitosa produzione dolciaria e fornaia targate Moccia, altri fiori all’occhiello della prestigiosa 146

azienda incastonata ad hoc nel “salotto buono” della città. Ma qual è il segreto di tanto successo?«Non utilizziamo nessun ingrediente speciale – fanno sapere dalla pasticceria – ma prestiamo soltanto tanta attenzione alla lavorazione e alla qualità degli ingredienti». Moccia Via San Pasquale a Chiaia Napoli Tel. 081.411348



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Il caffe napoletano. La filosofia dell’ozio ruota intorno alla tazzina di Giuseppe Porzio

C

i sono luoghi - un bel po’ di luoghi - nei quali, spesso o talvolta, il caffé si è soliti berlo, così, semplicemente. Ci sono luoghi - pochini, in verità - nei quali il cafè (e che la “f” sia rigorosamente unica e sola) si preferisce sorbirlo. Già, sorbirlo. Solo dopo, sia chiaro, averlo contemplato. E dopo - ancora - averne avvertito l’essenza sparsa nell’aria fino saturare l’olfatto. E dopo - ancora e ancora - averlo vissuto. Ci sono luoghi - i secondi, quelli rari - nei quali il caffè è assurto a corrente di pensiero, comunque lo si gradisca condire, pardon, correggere. Perché in quei luoghi, sorbirlo (giammai berlo) vuol dire divi-

nizzare quella minuscola porzione di giornata ad esso dedita. Luoghi in cui la “pausa - cosiddetta - caffè” è l’apogeo dell’ozio, è il disio rincorso, è la trasgressione puntualmente perdonata. Di più, è l’angolo del chiacchiericcio, è il tempo d’un incontro, è la misura d’un affetto, è la gestione d’un affare. Ancora, è il sublime risveglio, l’appuntamento pretestuoso, è la tregua ambita, l’opportunità per siglare una pace. E’ un salto nell’oblio, il benvenuto all’ospite ed il più degno arrivederci. Prima del gusto, esso è un concetto. Un modo di vivere e pensare, di aprire e chiudere una chiacchierata col sorriso. Prima


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Neapolitan coffee. The philosophy of leisure circles around a coffee cup Giuseppe Porzio ‘Going for a coffee’ is an action repeated several times during the average person’s day, and for the overwhelming majority of these people, coffee is something to be drunk. It’s as simple as that. However, there are other people – much fewer in number – who go to other places where coffee is not a drink but an experience that begins long before the request for coffee is expressed. It is a lifestyle choice, a school of thought, albeit with different points of view on how it should best be enjoyed. The first stage of the experience is to inhale the aromaladen air of the café, then contemplate the cup of coffee, and finally sip it. Sip, not drink. The so-called ‘coffee break’ is an opportunity for a

chat or to clinch a business deal, an exchange of affection, a chance to welcome a guest or say goodbye: something to be savoured, not rushed. You ask for ‘the usual’: black, with a drop of milk, or a splash of aniseed liqueur. The piping hot cup scorches your lips and forces you to change hands and quickly put it back down on the saucer, directing a mock irate comment at the barman. It’s part and parcel of this delightful ‘game’, the prelude to pleasure that comes in three or four sips, the last of which is laden with sugar but it prolongs the experience, allowing you to keep chatting to friends or wander at will in your thoughts. Finally, it is all over as the cup is noisily put down for the last time and the coffee break is over, until next time in the same place with the same view of beautiful blue and green islands and the exquisite coastline of the Bay of Naples. 145


sapori della Campania

In queste pagine, immagini del caffè (photo Diego De Dominicis)

del gusto, il caffè è una maniera d’intendere il giorno che fugge, di “acchiapparlo” mentre corre, d’intimargli l’alt, perché ora “aggia sta quiet!”. La quiete, quella d’un ragazzino immerso in una sublime incoscienza, che distoglie lo sguardo da un libro o dal volto del maestro, perché attratto da un colore, da una musica, da uno scherzo. Come quel piacere di patire la tazzulella incandescente, certi di soffrire ma desiderosi di farlo, e d’inveire sul barista che l’ha fatta sì calda, e di passarla di mano in mano, di posarla e riprenderla, di poggiarla alle labbra e subito discostarla. Patire, temporeggiare, giocare, oziare. Prima del gusto, c’è anche questo. E la richiesta, quel “solito” che a volte cambia, che si macchia di latte o d’una punta (“presa” è il termine in uso) d’anice, che lascia piovere su di sé granelli di zucchero o proprio nulla. Ed ecco il gusto, peccato sia 150

arrivato così in fretta. I sorsi sono tre, forse quattro. E l’ultimo non è per non sprecare il dolce che s’accomoda sul fondo della tazzina, ma per guadagnar altro tempo, per dilatare l’allegra compagnia con tazza, piattino e cucchiaino. E, nel mentre, discorrere con chi sta accanto o con i propri pensieri, o magari smarrirsi nel contemplare un angolo di via, di piazza, di mare, o una sequenza di ricordi. C’è poi un momento in cui tutto svanisce. Un istante contrassegnato da un assordante “tin”, fragore della tazzulella riposta sul piattino. La luce si riaccende, i piedi ritrovano il pavimento, l’ozio fugge via. La pausa è terminata. Ne verrà un’altra. E accadrà ancora qui, in questi luoghi assolati, con vista su isole colorate di verde o d’azzurro, ai piedi di quel monte venuto su fumando, dove le strade seguono la direzione del più bel golfo disegnato dal mare.



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Passalacqua. Da 60 anni “il caffè” a Napoli di Giuseppe Porzio

I

mprenditori? Giammai. Artigiani, questo il termine. E che quella “a” sia sempre maiuscola. E che il tono di chi pronuncia sia sempre nutrito di fierezza. E che il tempo non scandisca mai il trapasso della tradizione che quegli artigiani proprio quelli a cui non interessa dirsi imprenditori - stanno lì a difendere con vigore. L’anno è il 1948 e la torrefattrice pesa appena cinque chilogrammi, fors’anche meno. La favola comincia a sgorgare, sorbita da nugoli di eletti. Un anno, una quantità. Data

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di nascita e “peso specifico” della bottega che tostava chicchi e ne faceva fine polvere da armonioso filtro. Numeri. Che s’estendono. Che si dilatano. L’estate che scorre è quella del 2008, i sessant’anni sono belli e suonati, e la misura del locale sfonda il limite dei cinquemila metri quadri. Di quella polvere se ne producono ora 3.460 chili l’ora. Polvere densa d’aroma. Caffè, semplicemente. Che sulle vesti ha un volto che da più di mezzo secolo gira il mondo accanto al profilo di Pulcinella, a squisite raffigurazioni


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Nella pagine precedente, la prima torrefazione Passalacqua; in alto, una moka napoletana con il vesuvio sullo sfondo

Passalacqua. Sixty years of coffee in Naples Giuseppe Porzio Artisans, not entrepreneurs. Artisans vigorously defending a tradition that dates back to 1948 when the Passalacqua

family’s small shop had a coffee roaster weighing less than 5 kilograms and they ground beans into an aromatic powder for an elite group of coffee connoisseurs. 60 years later in premises that now cover 5,000 square metres, they produce 3,460 kilograms of coffee

di fumanti spaghetti e a cartoline con tanto mare e il dio Vesuvio a far da sfondo. Volto imberbe e deliziato d’un ragazzino che ha penne d’indiano a coronargli il capo, schiocche luminose a dar colore al viso e labbra chiuse in un sorriso spensierato, rotto solo dalla punta d’una lingua che prova a carpire ancora qualche residuo d’aroma. Effige di napoletanità, immagine d’una tradizione, marchio di fabbrica dell’azienda Passalacqua, sessant’anni di caffè che mai alcuno ha reso nervoso. 153


sapori della Campania

In alto, l’interno dello stabilimento; nella pagina successiva, una confezione di caffè Passalacqua

per hour and the company logo of a smiling child dressed up as a native American licking his lips is now as recognisable a symbol of Naples as Mount Vesuvius, Pulcinella or a plate of steaming spaghetti. The 154

logo was created by Samuele Passalacqua who wanted to capture the expression of delight on a young man’s face after he had tasted the company’s finest coffee. That same image can be seen today on cups and packets all over the world, and the

child is still smiling because the coffee is just as good as it always has been. The Passalacqua family aim at quality, not at unscrupulously creating a business empire. They are artisans and love tradition: they know the water has to be the right

temperature to make good coffee and lovingly recall the traditional Neapolitan coffee pot that had to be turned upside down for the coffee to filter through. They are romantics, like the carefree child on their packets of coffee.


sapori della Campania

E’ Biagio Passalacqua il compiaciuto padre padrone della casa del caffè, rampollo di quel Samuele che un giorno, offrendo una tazzina a un giovinetto giunto in azienda per una commissione, ne volle immortalare i tratti d’appagamento ed estasi per aver degustato l’apogeo delle bevande. Nacque così l’indianino che gira il mondo per sostare in comode tazzine. E che è rimasto sempre fedele a se stesso. Fedele a quel sorriso beato e che mai s’è smorzato, perché fedele nei lustri è rimasto il caffè che ha continuato a sorbire. Colpa di quel vezzo di casa Passalacqua. “E’ alla qualità - dicono - il fattore a cui puntiamo”. Via, allora, i sogni di chi vuol fare imperi. Via, allora, i sogni dell’imprenditore ripulito d’ogni scrupoli. Gli artigiani del caffè amano la tradizione, le vecchie maniere. Annusano l’aria, prima di riporre i loro chicchi. Pensano che l’acqua che sarà impreziosita dalla polvere loro debba avere una particolare temperatura. Sognano la vecchia macchinetta napoletana, quella che si capovolgeva perché il caffè filtrasse l’acqua. Sono romantici. Come quel caffè marchiato dai tratti di gioia d’uno spensierato ragazzino. Passalacqua Via Taverna Rossa, 131/133 Casavatore (Na) Tel. 081.7365969 www.passalacqua.com 155


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Italmoka. Passione per il caffè, caffè per passione di Giuseppe Porzio

I

l gusto? Nossignori, quello non cambierà mai. Piuttosto, si adeguerà, ma senza mai smarrire l’identità che gli è propria. Già, perché se c’è qualcosa che veramente cambia “è nei tempi, nelle persone, nelle esigenze”. E allora tanto vale adeguarsi, in fondo il cliente avrà pur sempre la sua buona dose di ragione, purché il gusto resti intatto. Gusto che vuol dire aroma, aroma che vuol dire estasi. Estasi dei sensi, intorpiditi prima, dopo e nel mentre sulle papille scorre quel concentrato di passione. Passione, sì. Ecco la differenza.

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Italmoka. Passion for coffee, coffee for passion Giuseppe Porzio

Times change, as do people and their needs; but the flavour of Italmoka coffee will never change and the king of coffees will conserve all

its aroma intact – an aroma that wakens the senses and a flavour that captures the taste buds in a wave of ecstasy and passion. Indeed, passion is the key to Italmoka’s success: a passion for coffee as a concept and a


sapori della Campania

In queste pagine, immagini del caffè delle fasi della lavorazione e dell’antica sede dell’azienda

Ecco quel tocco in più. Ecco cosa conferisce magia al signor caffè Italmoka. Passione di chi non bada a macinar denaro, ma solo chicchi. Passione di chi ama il caffè come concetto, come stile d’una vita, come arma che rifulge al cospetto dei brutti pensieri, prima d’infilzarli. Passione come segmento d’un codice genetico, che per questo mai alcuno potrà scrollar via. Passione della famiglia Marra, che da ottant’anni, un lustro e un altro po’, vivono per donare aroma. E gusto che giammai potrà cambiare. Come accadeva quando s’inseguivano

lifestyle, not as a money-making enterprise; a passion that captivated the Marra family over 80 years ago when Mario Marra industriously sought out the right blends of coffees so that his coffee would be different from all the others.

Today, his heirs still pursue the same goal with the same professional diligence, on a mission to find quality. “Quality is what makes the difference”, says Alessandro Marra, “and our love for coffee is what preserves our traditional production 157


sapori della Campania

techniques so that the flavour never changes However, customers’ needs change, and we can meet those new needs with new blends for the coffee bar (Super, Delizia, Special, Moka Bon and Martin) and suggestions for new ideas at home, like Irish coffee (with whiskey), French coffee (with cognac and cream), or a version with

rum, crushed ice, cane sugar and vanilla liqueur. Other novelties include Profumato coffee (with ice, mint syrup and cloves) and Italmoka Tropical (with mango sorbet, pineapple juice and Cointreau). This is how Italmoka meets new needs but without ever sacrificing the coffee flavour.

gli anni Venti del secolo andato, quando don Mario Marra s’industriava nella scelta delle miscele giuste e nelle adeguate dosi perché il caffè suo non fosse come quello altrui, così oggi gli eredi della dinastia sono all’opera per perseguire analogo fine. Ricercando, con la professionalità d’allora, la qualità. “E’ il fattore che conta e che fa la differenza - fa sapere oggi Alessandro Marra -, è l’amore per il caffè che ce lo fa produrre ancora senza che siano intaccate le modalità tradizionali”. Amore nella cura di ciascun passaggio. Amore. Passione. Che finirà per sentirsi nel gusto che mai cambierà. Eppure “i clienti sono esigenti e


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cambiano come cambiano i tempi”, rammenta Alessandro. Ed ecco come ci si adegua. Con qualche idea. L’una, partorendo nuove miscele. Quelle da bar, che sono “Super”, “Delizia”, “Special”, “Moka Bon” e “Martin”. L’altra, dispensare taluni consigli su come rendere speciale Italmoka pur sorbendolo tra le mura di casa. Piace quello Irish, in bicchiere alto e caldo, dove caffè e whisky irlandese s’incontrano, ma mai si confondono. Fa sfaceli quello French, bollente con panna fredda e caldo cognac. Intorpidisce quello Rhum, con ghiaccio tritato, zucchero di canna e liquore alla vaniglia. Incuriosisce il Profumato, servito in caraffa e

tanto ghiaccio, mentre sul tutto cade giù un pioggia di menta e chiodi di garofano. Conduce, infine, in altre terre l’Italmoka Tropical, che si fa largo in un sorbetto al mango, sgomitando con succo d’ananas e gocce di Contreau. S’adegua così, il signor caffè chiamato Italmoka. Senza che il gusto ne sia mai intaccato. Perché in quel gusto c’è solo passione. E’ qui il segreto, e non fa nulla se l’hanno rivelato. Italmoka Via Tiberio, 75 a – Napoli Tel. 081.2394700 www.italmoka.com 159


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La vendemmia. Tutta la regione si inchina al dio Bacco di Giuseppe Porzio

E

ccolo giunto, il tempo. Non c’è presenza che lo manifesti, né squillar di trombe. E’ nell’aria che lo si scorge, è tutt’intorno. E’ nei sensi. Sì, i sensi, perché quasi lo si può toccare. Eccolo giunto, il tempo. E al bando misurazioni e tecniche avveniristiche. C’è dello zucchero a saturare l’etere, c’è quell’aroma che inebria, e intanto anticipa gli effluvi di mosto. Lo si annusa, lo si avverte, lo si tocca. E, solo, è già in grado di provocare l’estasi. Ecco il tempo per la vendemmia, stagione di riconciliazione tra uomo e natura. E’ il tempo per gioire, per esalta-

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The grape harvest. The entire region bows to Bacco Giuseppe Porzio It is time. There is no immediate sign but your senses tell you that the time has come. A sweet nectar saturates the air so you can almost touch it: a

promise of the pleasure to come. It is time for the grape harvest: the season of reconciliation between man and nature when enjoyment and effort go hand in hand as the grapes are trodden into wine. Campania felix it was once called: a land of lush nature and fertile fields


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In queste pagine, immagini della vendemmia nelle vigne campane (photo AGN Fotoreporter)

which all share the same fragrance at this time. From the slopes of Mount Vesuvius to the Phlegraean Fields, from the Lattari mountains to the vineyards of Irpinia and Terra di Lavoro, and from the farms of Sannio to the Cilento coastline, it is time for the grape harvest. The

country folk organise festivals and dances; they invite friends to come and help tread the grapes in an expression of joy and thanksgiving for the fertility of the land and the living it affords. It is time for fun as all clamber barefoot into the huge vats for the first pressing. They

re ed esaltarsi danzando sui chicchi. Non è mai stata una fatica, la vendemmia. E sì che necessita di vigore, che costa sudore, che strema e sfianca. Ma è un dolce sfinirsi. Ché nel pigiare e faticare, si dà tributo alla gioia. Campania felix, così era detta, terra di rigogliosa natura, di campi fertili e felici. S’annusa fin d’ora, da queste parti, l’aria zuccherina. Quasi ci s’annaspa nelle esalazioni che anticipano il mosto. E’ un’unica fragranza, che accompagna per mano lungo i vitigni che s’inerpicano fin sul Vesuvio, che passa per i Campi Flegrei, che im161


sapori della Campania

bocca la via che conduce ai Lattari, che svolta e fa inversione, fuggendo per le viti d’Irpinia e di Terra di Lavoro, che sosta sui campi del Sannio, che passeggia all’ombra delle viti del Cilento. Ovunque è tempo di vendemmia. Di festa e danze, di contadini che scorciano maniche di camicia e tirano su i calzoni fin sopra le ginocchia, e invitano gli ospiti e quanti amano la stagione dell’uva a fare altrettanto, per danzare sui chicchi e dar vita alla gioia. Si ride e canta, perché intanto si 162

dance and do not notice their ebbing strength but the press is working and the heady liquid is gushing forth . Months will have to pass before the wine can be tasted, whether it is Falanghina, Per ’e Palummo, Greco di Tufo, Lacryma Christi, Aglianico,

Coda di Volpe, Asprinio, Fiano, Taurasi, Eleusi or Falerno del Massico. Then it will be time to savour the warming sensation that only nectar of the vine can give after months of summer sun. As Galileo said, wine is “just sunlight mixed with grape juice”.


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celebra la fertilità, l’opulenza, se corrisponde a verità quel vecchio adagio che “l’avvocato d’ogni tempo vendemmia”, ovvero macina denaro. Si ride e canta, nel mentre ci si tuffa nei grossi tini e, a piedi nudi, si pigia per la prima premitura. Cantando, danzando, ridendo, giammai avvertendo l’energia che cala, si contempla il torchio che ancora spreme. E finalmente s’avvertono gli effluvi del mosto che dal chicco sgorga. Passeranno mesi, prima che quel succo fermenti e lo si possa gustare. Tempo ancora per

veder sgorgare Falanghina e Per ’e Palummo, Greco di Tufo e Lacryma Christi, Aglianico e Coda di Volpe. Così per l’Asprinio, il Fiano, il Taurasi, l’Eleusi e il Falerno del Massico. Tempo perché a quell’aroma annusato all’alba di ogni autunno, corrisponda un gusto ed un sapore, perché il ventre possa scaldarsi col nettare delle viti come solo il dio sole sa scaldare. Lo disse un tale chiamato Galileo Galilei, che il vino altro non è che “la luce del sole mescolata con l’umido della vite”. 163


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Casa D’Ambra. Terra del vino di tradizione secolare di Giuseppe Porzio

E

non fu un caso che a molti piacque chiamarla Oenaria, nobile alias di derivazione ellenica. Vuol dire luogo della vite. Indica la terra del buon vino. Inarim, vite, ebbero invece a definirla due sommi poeti e piuttosto accorti degustatori. L’uno si chiamava Ovidio. L’altro era Virgilio. Ischia era il nome comune di quest’isola. Che terra delle viti lo è tutt’ora. Lo stesso dicasi per il buon vino, che qui si produceva già otto secoli prima della nascita di Cristo. Che poi, col passar delle ere, magma e lava in perenne movimento sotto questa terra ne hanno cambiato la morfologia, sollevando ampie zolle e rendendola, se possibile, più fertile.

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Casa D’Ambra. Land of wines of age-old traditions Giuseppe Porzio It was no whim that led the Greeks to call the island of Ischia by the name Oenaria, which means “land of the vine” – a sentiment echoed centuries later by Ovid and Virgil who called it Inarim, which is

Latin for vine. And it still is a land of fine wine, perpetuating a tradition that began in the 8th century BC, since which time this volcanic land has become even more fertile. Centuries passed until 1863 when Francesco D’Ambra was born into the next generation of a family of wine makers and


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In queste pagine, la tenuta, le vigne e i vini di Casa D’Ambra

connoisseurs of grape nectar. When he came of age he opened three sales outlets in Naples which met with such instant success that he was able to buy the former royal estate of Villa Garavini as the home for his wine dynasty. He brought in huge oak and chestnut barrels and wine production rose to 25,000,000

million litres for the tables of port cities like Genoa and Trieste as well as France, Belgium and Germany. Long, dark years passed and in 1952, Francesco passed on the family business to his children Mario, Michele and Salvatore, who set up the “D’Ambra Vini d’Ischia spa” wine company. Business

Secoli. E secoli. E secoli ancora. La storia del vino di Inarim segna il passo nel 1863, anno di nascita di un uomo che alla storia sarà consegnato come don Ciccio, già Francesco D’Ambra. Rampollo di una stirpe di viticoltori, fine estimatore del nettare d’uva, don Ciccio il vino prende subito a commerciarlo. A Napoli inaugura tre spacci di vendita, a Chiaia, Mergellina e Posillipo. Gli affari lievitano e Ciccio torna al passato. E sbarca nella sua Ischia, dove acquista l’antica Villa Garavini, che da quel momento è eletta a dimora lussuosa per la dinastia e sede elitaria per l’azienda, e nei cui sontuosi salotti, che tanto amò re Fredinando 165


sapori della Campania

IV di Borbone, prendono a dimorare e riposare le massicce botti di castagno e rovere. La produzione sale a raggiungere 250mila ettolitri di vino, che inondano le tavole di metropoli portuali come Genova e Trieste. Ma raggiungono pure la Francia, il Belgio, la Germania. Anni. E anni. E anni ancora. Francesco D’Ambra cede scettro e corona quando la Seconda Guerra Mondiale si appresta a divenire un brutto ricordo. E’ il 1952. Gli succedono i figli Mario, Michele e Salvatore. Sorge, di lì a poco, l’azienda vitivinicola “D’Ambra Vini d’Ischia spa”. Ma la tradizione 166

grew but tradition remained the same as the island’s best locations became D’Ambra vineyards growing the same Biancolella, Forastera and Per ’e Palummo grapes. Today, the grapes continue to be harvested by hand and are made into fine wine and

bottled in the 3,500 square metre cellars dug out of Mount Epomeo: Kime with its notes of almond, Mario D’Ambra with its liquorice aftertaste, Biancolella with its fruited nuances, and the velvety Tintore.


sapori della Campania

non cederà mai il passo. La casa s’allarga, fa sorgere vigneti nei campi dell’isola più pregiati, per esposizione e contesto. Ma le varietà impiantate restano comunque le più nobili. Continuano a nascere uve di biancolella, forastera, Per ’e Palummo. Così la raccolta rimane quella “a mano”, affinché non sia intaccata l’integrità di ciascun grappolo. E la cantina un antro che supera i 3.500 metri quadrati, interamente scolpito dalla natura alle pendici del Monte Epomeo, al cui interno si assiste a ciascun processo di vinificazione, fino a giungere all’imbottigliamento.

E’ qui che maturano il Kime con le sue note mandorlate, il Mario D’Ambra color rubino dal retrogusto di liquirizia, il Biancolella e i suoi effluvi fruttati, e il Tintore deciso nel carattere, vellutato nel contatto col palato. Figli, tutti, di quella terra sorta perché vi crescesse vite. Perché vi sgorgasse buon vino. Casa D’Ambra Via Mario D’Ambra, 16 Località Panza Forio d’Ischia (Na) Tel 081.907246/10 www.dambravini.com 167


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Frantoi Oleari Aperti. Imperdibile appuntamento con il gusto di Giuseppe Porzio

G

ià, il frantoio… L’immagine conduce ai musei, alle memorie degli avi, alle terre d’un tempo. Il frantoio. Che ruota e preme, che gira in tondo sospinto dagli ingranaggi della fatica. Il frantoio. Lo si pensa rude e incolore. Anzi no, una tonalità ce l’avrebbe pure, basterebbe conferire un colore all’antico. Che non vuol dire vecchiume, bensì tradizione. Il frantoio, proprio quello. Lo s’immagina circondato di braccianti dotati di vigore e dagli occhi di bragia (che il Sommo consenta la citazione) per la fatica e non per rabbia. Ma la memoria, sia ben chiaro, non serve. Ché i musei non sanno ancora che farsene. Il frantoio, eccolo. Gira ancora e ancora girerà per tanto. E schiaccerà olive, sospinto dagli ingranaggi della fatica, for-

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Oil Presses Open Month. A date with taste Giuseppe Porzio

The old oil press … a museum piece or a distant memory of elderly relatives who perhaps watched the farmers labouring under their load of freshly picked olives as they headed towards

the press. Nothing could be further from the truth: the presses keep on turning as they always have and always will and, even though the oil press is not ready for the museum yet, it will be on show for seven weekends this autumn so that visitors can admire its work along the ‘oil itineraries’. Traditional olive oil is still made


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In queste pagine, immagini di olio ed olive

giando uomini come soleva fare secoli e secoli agli archivi. Eccolo, l’hanno messo in mostra e lo faranno ancora. L’expò avverrà sul limitare dell’autunno e durerà trenta giorni ed oltre. Un mese e passa per ammirare. Sette fine settimana per passeggiare lungo gli itinerari dell’olio. L’olio fatto come lo facevano agli albori. Per condire, per ottimizzare un pasto pantagruelico o fugale, per farsi assaggiare e produrre l’estasi. Perché si tratta di olio nato dalla spremitura ottenuta con quei frantoi che alcuni s’immaginano tra le pareti dei musei. E invece eccoli, ed ecco i loro frutti, ecco gli oli più pregiati, figli della tradizione. Sono sparsi per le terre della Campania Felix, i vecchi frantoi. Giacciono nei campi di Napoli,

with presses that most people think are only found in museums but are actually scattered all over Campania Felix and the other regions of southern Italy and Sardinia. The olive season is approaching and the initiative known as “Frantoi Aperti” (Oil Presses Open Month) gets underway on November 1 and continues every

weekend up until 8 December, with dozens of firms from every province taking part in the scheme. There will be guided tours with experts from Anfo (the Italian association of oil presses) who will provide information and opportunities for oil tasting that will make visitors swear never to buy the discount supermarket oil 169


sapori della Campania

ever again Carmine Borreca, president of Anfo, is sure that visitors will be able to tell the difference immediately and will be better informed consumers from then on. However, for those who cannot wait until 170

November, Anfo will have its own stand at the “Pizzafest” event at the Mostra d’Oltremare exhibition centre in Naples from 11 to 21 September where olive oil from traditional presses can be savoured.

del Sannio e del Casertano. Così in Irpinia, lungo il Cilento. E nelle terre d’Abruzzo e del Molise, nella fertile Puglia. Così oltre il mare, approdando in Sardegna. La stagione è lì ad un passo, quasi l’annuncia la fragranza. Si comincia nel primo giorno di novembre. Andrà avanti per i successivi fine settimana e in ciascun giorno del calendario colorato d’un rosso festivo. S’eclisserà l’otto dicembre successivo, al calar del sole. L’hanno chiamata “Frantoi Aperti”, la stagione del gusto. Vi aderiscono decine di aziende d’ogni provincia della regione. Lì, dove i visitatori saranno accolti da esperti in produzione olearia che li condurranno per mano tra sapori mai sopiti. Una gita per conoscere e gustare, dove la qualità saggiata terrà lontani, da quel giorno a venire, dai prodotti dei discount. La stagione degli oli reca in calce la firma dell’Anfo (Associazione nazionale frantoi oleari), che metterà a disposizione dei gitanti dal fine palato i suoi più insigni cultori. Gente che “saprà rendere edotti, anche solo in poche ore, quanti decideranno di trascorrere una giornata in una delle aziende che aderirà a Frantoi Aperti”, giura Carmine Borreca, che dell’associazione ne è il presidente. Provare, pardon, gustare per credergli. Senza per forza attendere che sopraggiunga novembre. Una finestra sarà aperta sui frantoi dall’11 al 21 settembre. In occasione del “Pizzafest”, alla Mostra d’Oltremare, l’Anfo allestirà un suo personale stand, promozionando i prodotti delle terre che rappresenta. Terre dove i vecchi frantoi ancora girano e schiacciano olive.



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La mela annurca. La rossa croccante prediletta da grandi e piccini di Giuliana Covella

A

dispetto dell'accezione quasi “macabra” di cui l'avvolse in età imperiale lo storico latino Plinio il Vecchio, definendola mala orcula, in quanto prodotta intorno all'Orco (ossia al mondo degli Inferi), è da secoli il simbolo della genuinità e della fertilità della Campania felix. Rossa, croccante e profumata abbina alla sua beltà “esteriore” le straordinarie virtù “terapeutiche” che ne fanno da sempre la “medicina” prediletta da grandi e piccini per scacciar via ogni male. È la mela annurca campana Igp (Indicazione geografica protetta), presente nella nostra regione da almeno due millenni. Del frutto dalla polpa bianca, fragrante e compatta, ma gradevolmente acidula e odorosa, vi è

già traccia nei dipinti degli scavi di Ercolano, in particolare nella cosiddetta Casa dei Cervi, testimonianza dell'antichissimo legame di questo tipo di mela col mondo romano. Terra d'origine sarebbe, secondo la Naturalis Historia pliniana, il fertile agro puteolano. Secondo la leggenda, proprio a Pozzuoli, dove c'è il lago d'Averno, vi era il regno dell'Oltretomba. E della mela annurca si continua a parlare in pieno Cinquecento, quando Gian Battista Della Porta nel suo Pomarium scrive: “Le mele che da Varrone, Columella e Macrobio sono dette orbiculate, provenienti da Pozzuoli, hanno la buccia rossa, da sembrare macchiate nel sangue e sono dolci di sapore, volgar-


sapori della Campania

Annurca apples. Red and crispy loved by kids and adults Giuliana Covella Despite the ‘macabre’ connotation regarding the dead attributed to it by Pliny the Elder, the Annurca apple Igp (protected geographical indication) has long been a symbol of the genuineness and fertility of Campania felix. Red, crunchy and aromatic with a compact white flesh, it also possesses extraordinary therapeutic properties that has made it the preferred ‘medicine’ of young and old for over two millennia; indeed, the fruit is depicted in frescoes found in the House of the Deer at Herculaneum According to Pliny’s Naturalis Historia, the apple came from the fertile plain around Pozzuoli, just a stone’s throw from Lake Avernus and the gateway to the underworld - an origin confirmed in

the 16th century by Gian Battista Della Porta who mentions the apple in his Pomarium However, the name ‘annurca’ does not appear until almost three centuries later in a book on arboriculture by G. A. Pasquale. The annurca and southern red varieties are grown primarily in the provinces of Caserta, Benevento and Naples (50,000 tons per year) and have an unmistakeable flavour thanks to the particular microclimate The apple’s popularity is now beginning to spread beyond the region’s borders, thanks to its being rich in vitamins, fibre and minerals and having renowned antioxidant properties. The Campania Annurca apples are ripened on the ground on layers of straw or wood shavings and received the Igp label in 2006, one year after the creation of the Consortium for the apple’s protection and promotion. 145


sapori della Campania

mente sono chiamate orcole”. Bisogna aspettare, tuttavia, circa tre secoli più tardi per leggere per la prima volta il nome di “annurca” nel manuale di Arboricoltura di G. A. Pasquale. La “regina delle mele”, che si distingue nelle due varietà annurca e rossa del Sud, ha un sapore, un gusto e un aroma inconfondibili. Una primizia che nasce in condizioni climatiche e ambientali particolari, che ne esaltano fragranza e “carattere”, rendendola inimitabile. Coltivata per lo più in terra campana, la maggiore concentrazione si ha nel Casertano, nel Beneventano e nel Napoletano, dove la produzione è di oltre 50.000 tonnellate l'anno. Le qualità della annurca, apprezzate soprattutto dai consumatori campani e laziali, si stanno diffondendo a poco a poco anche sulle tavole del centro-nord. Qualità che si devono alle virtù salutari del frutto: ricca di vitamine, fibre e minerali, l'annurca è particolarmente indicata per bambini e anziani ed è nota per le sue proprietà antiossidanti. Tra le tipicità della mela l'arrossamento a terra nei cosiddetti melai (piccoli appezzamenti di terreno un tempo rivestiti di canapa, oggi di paglia di cereali o trucioli di legno). L’indicazione geografica protetta della melannurca campana è stata riconosciuta nel 2006, un anno dopo la nascita del Consorzio per la tutela, la vigilanza e la valorizzazione del prodotto, costituito a Caserta nel 2005. Consorzio di tutela della Mela Annurca Campana IGP Via G. Verdi, 29 - Caserta Tel. 0823.325144 www.melannurca.it 146



icetta recipe la r Polpette alla napoletana, fritte o al pomodoro Biancamaria Ascione Belle rotonde o un po’ schiacciate, in ogni caso morbide ma solo leggermente croccanti, le polpette sono uno dei piatti forti e prelibati della cucina napoletana domenicale. Fritte in padella o al sugo di pomodoro in tegame, sono una pietanza gustosa ancor più se mangiata l’indomani della preparazione. A base di carne di manzo macinata condita, si preparano aggiungendo dosi di pane asciutto spugnato in acqua, prezzemolo e un po’ d’aglio trito, parmigiano grattugiato e uova per legare il tutto al meglio. In più, uva passa e pinoli, da aggiungere all’impasto via via che singolarmente si confezionano prima di friggerle poco alla volta in olio bollente. Calde calde di padella, ancora tiepide o a temperatura ambiente le polpette sono pietanza dai mille accomodamenti: d’estate o d’inverno che sia, si mangiano fritte con patatine e insalata verde di contorno o rosse, stufate in salsa di pomodoro.

Ingredienti: 600 gr polpa di manzo macinata 250 gr pane 120 gr parmigiano grattugiato 1 spicchio d’aglio 1 ciuffo di prezzemolo sale e pepe q.b. 1 uovo 50 gr uva passa 50 gr pinoli 400 gr pelati 1 cucchiaino di netrato 1 cipolla olio e sale q.b. Preparazione:

Ammorbidire per qualche minuto il pane asciutto in acqua abbondante prima di strizzarlo ben bene per ridurlo in pezzettini da amalgamare alla polpa di manzo già macinata. Unire il tutto in una terrina aggiungendo, il prezzemolo e l’aglio sminuzzato, quindi salando e pepando quanto basta; per ultimo, incorporare anche il parmigiano grattugiato e l’uovo in modo da legare l’impasto e renderlo lavorabile; con le mani appena umide, confezionare con piccole quantità di carne composta con tutti gli altri ingredienti le palline, ossia le polpette, inserendo in ciascuna di esse un paio di passi e pinoli, quindi passare alla fase di cottura: dapprima in padella - con olio abbondante e ben caldo – per cuocerle morbide ma croccanti, preparando una carta assorbente dove lasciarle sgocciolare una volta alzate dal tegame. Altri dieci i minuti di preparazione, invece, occorrono per la versione rossa alla salsa di pomodoro che si prepara prima, a parte, con i pelati tirati con olio, cipolla e un po’ di concentrato alla quale, una volta pronta, si aggiungono le polpette e si lasciano andare a fuoco lento quel tanto che occorre ancora per ammorbidirle assorbendo il sugo. Per un piatto di carne più leggero, l’alternativa è saltare la parte della frittura in padella e cuocere le polpette direttamente nella casseruola con l’intingolo di pelati.


ricetta recipe laa Neapolitan meatballs. Fried or with tomato sauce Biancamaria Ascione Round or slightly flattened, crisp on the outside but always soft inside, meatballs are a typical feature of Neapolitan Sunday lunch. Fried or cooked in tomato sauce, they taste even better the day after they are made. Made from minced beef, moistened stale bread, parsley, garlic, parmesan cheese bound together with beaten eggs, they are stuffed with sultanas and pine kernels before being fried. Hot from the pan, warm or even cold, meatballs can be eaten fried all year round with potatoes and green salad or cooked in tomato sauce.

Ingredients: 600 g minced beef 250 g stale bread 120 g grated parmesan 1 clove garlic, chopped parsley, chopped salt and pepper 1 egg 50 g sultanas 50 g pine kernels 400 g tin of tomatoes 1 tsp tomato purĂŠe 1 onion olive oil salt Preparation: Moisten the bread in water for a few minutes, then squeeze, break into small pieces and mix with the minced beef. Mix in the parsley, garlic, salt and pepper to taste, parmesan and the egg to bind the mixture. With dampened hands, form small balls and press a couple of sultanas and pine kernels into each meatball. Heat some oil in a frying pan and fry the meatballs until they are crisp but not hard, then leave to dry on kitchen paper. For the tomato sauce (optional), fry some onions in a little oil, add the tomatoes and tomato purĂŠe. When the sauce has reduced, add the meatballs and simmer until they have softened. If preferred the meatballs can be added directly to the tomato sauce without prior frying. 177


est of shopping & relax t ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI/ CLOTHING AND ACCESSORIES MARINELLA “È la somma dei piccoli particolari che fa l'uomo elegante”. Così sentenziava, nel 1914, don Eugenio Marinella, proprietario di un piccolo negozio di cravatte alla Riviera di Chiaja. Quello in cui proponeva capi in stile inglese e un po' snob, che fecero di lui rivenditore ufficiale di principi e imprenditori. Filosofia, attualmente portata avanti dal nipote Maurizio, e che ha visto negli anni, avvicendarsi personaggi del calibro di Luchino Visconti, Aristotele Onassis e Giovanni Agnelli. “It is the sum of all the small details that makes a gentleman elegant”, affirmed don Eugenio Marinella, owner of small Neapolitan tie-shop in 1914. His British-style garments met whit the approval of princes and entrepreneurs and his grandson Maurizio can make the same claim, as his clients have included such illustrious names as Luchino Visconti, Aristotele Onassis and Giovanni Agnelli. Via Riviera di Chiaia, 287 - Napoli Tel. 081.7644214 FINAMORE Camicie interamente cucite a mano quelle di Finamore, capi unici che consentono a chi le indossa la massima libertà di movimento grazie alla tipica lentezza del giromanica. L'atelier offre, agli elegantoni più esigenti, anche la possibilità di farsi realizzare camicie personalizzate scegliendo tra un'ampia gamma di tessuti. Finamore makes handstitched shirts with spacious armholes to ensure maximum freedom of movement. The atelier also offers a wide range of fabrics for bespoke shirts. Via Calabritto 16 - Napoli Tel. 081.2461827 M. CILENTO Un simbolo della Napoli più esclusiva. Uno scrigno dove il fascino e l’eleganza sono racchiusi in ogni articolo e la ricerca della qualità non ha confini. In una sola parola: Cilento, in via Medina. Qui è possibile trovare abiti, cravatte e camicie confezionati rigorosamente a mano e su misura con tes-

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suti pregiati e raffinati, così da offrire sempre il meglio al cliente, come del resto è tradizione. Nata nel 1780, la maison è oggi nelle mani di Ugo Cilento che ha arricchito l’atelier con articoli unici destinati ai clienti più originali come gli accessori di lusso e le calzature realizzate interamente a mano. A symbol of exclusive Neapolitan style, Cilento in Via Medina is the ideal place to purchase traditional, hand-tailored, bespoke suits, ties and shirts. Set up in 1780, the atelier is now managed by Ugo Cilento who has extended the range of articles to include luxury accessories and hand-made footwear. Via Medina 61 a/b - Napoli Tel. 081.5513363 SANSEVERINO CRAVATTE Nata dalla passione di Salvatore Sanseverino e Francesco Raia, quest’azienda è uno dei baluardi dell’antica arte sartoriale napoletana. Il must qui è la cravatta a sette pieghe, realizzata ripiegando sette volte il tessuto per dare anche più consistenza al nodo. Da Sanseverino si riceve solo su appuntamento. Following Salvatore Sanseverino and Francesco Raia’s passion, this company is one of the bulwark of the ancient Naepolitan tayloring. The must is the seven folds necktie, realized folding seven times the fabric in order to make the tie firmer. Tie can be chosen only by appointment. Centro Direzionale Isola G2 - Napoli Tel. 081.7879414 ROSARIO FARINA HAUTE COUTURE Se il vostro sogno è indossare una morbida “scultura” in voile e satin di pregiate sete comasche, magari, “scolpita” da un giovane e virtuoso stilista partenopeo, la fermata obbligatoria è all’atelier Rosario Farina di palazzo Cellamare. Un delizioso salotto glamour, dove da due anni prendono forma gli abiti e i sogni delle donne più chic della città. If your dream is to wear a soft ‘sculpture’ of precious silk and satin, created by a young, talented Neapolitan designer, visit the Rosario Farina atelier in palazzo Cellamare. This exquisite glamour salon opened two years ago and has been making the chicest Neapolitan women’s dreams come true ever since. Palazzo Cellammare


he best of shopping & re via Chiaja 149/e - Napoli Tel. 081 405901 - www.rosariofarina.com BENCIVENGA Alta moda e pret-a-porter i punti di forza di Bencivenga, azienda a conduzione familiare nata nei primi anni ’80 e che adesso sta allargando i suoi orizzonti anche oltreoceano. Quest’anno, per la prima volta, la collezione donna sarà affiancata da Bencivenga Homme, una linea interamente dedicata all’uomo contemporaneo, caratterizzata dall’unione di tessuti classici a tagli moderni,s sempre all’insegna della manifattura sartoriale. Haut couture and prêt-a-porter by Bencivenga, a family business which began in the 1980s and has now set its targets overseas as well. New this year is the Bencivenga Homme line for today’s men with quality tailoring of classic and more modern fabrics. Via Giolitti, 1 - Grumo Nevano (Na) Tel. 081.8338565 IDEM Design esclusivo e materiali pregiati sono le carte vincenti delle creazioni di Ciccio Tramontano. Tra borse, zaini e cartelle, da lavoro e da passeggio, trovano spazio anche gioielli ed accessori materiali nobili e meno nobili, che attirano per il loro disegno particolare e per la loro unicità. Exclusive design and materials go into every Ciccio Tramontano creation, from bags and rucksacks to briefcases and luggage as well a unique range of accessories. Via Ferrigni, 32 - Napoli Tel. 081.2471169 FRATELLI PELUSO Sono passati ben 100 anni da quando Gabriele Peluso iniziò la sua attività di calzolaio e adesso l’azienda, nata da una piccola bottega a vico Forino è diventato un marchio internazionale. La fama ed il successo non hanno però minimamente modificato l’antico metodo di produzione, che continua nello stabilimento di Arzano dove le scarpe vengono realizzate sempre a mano con materiali di prima scelta. The family business celebrates its centenary this year but Peluso Brothers still follow traditional methods in their creation of hand-made shoes using only the finest materials.

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est of shopping & relax t Corso Salvatore d’Amato,85 - Arzano (Na) Tel. 081.7312958 - www.fratellipeluso.com LANGELLA UOMO Seguire la moda in tutte le sue sfaccettature. Questa è la proposta che Langella fa all’uomo moderno, dinamico, trendy. La linea TK offre un’ampia scelta di modelli, colori e tessuti che sempre alla moda e confortevoli per qualsiasi momento della giornata. To be trendy, in every mean. This is what Langella Uomo offers to contemporary, dynamic and trendy men. TK, the well-known brand, counts a wide variety of models, colours and fabrics that easily suite every occasion. Cis di Nola Is. 4 - Via Boscofangone Nola (Na) - Tel. 081.5109313 www.takeshykurosawa.com CARTHUSIA PROFUMI E’ l’isola di Capri la fonte di ispirazione dei profumi realizzati secondo le vecchie ricette dei monaci della Certosa di San Giacomo. Oltre ai profumi, anche fragranze e candele per la casa. It is Capri, with its nature and scents the inspiration for the purfumes made after the ancient recipes of the moks of the Carterhouse of the island. Besides purfums, home fragrances and candles. Factory Store: Via Federico Serena, 28 - Capri (Na) Showrooms: Via Camerelle, 10 - Capri (Na); Viale Axel Munthe, 26 - Anacapri (Na); Corso Italia, 117 - Sorrento (Na); Aeroporto di Capodichino - Napoli Tel. 081.8370368 ATELIER MIMMO TUCCILLO Tessuti nobili e colori brillanti sono le parole d’ordine nell’atelier di Mimmo Tuccillo, dove i sogni delle donne prendono forma Alta sartoria e abiti da sposa, realizzati su misura, per esaltare la bellezza delle forme, avvolgendole di luce e sensualità. Fine fabrisc and shining colours are the must of Mimmo Tuccillo’s atelier, a place where women’s dreams come true. Houte couture and wedding dresses, realized with the only aim of glorifing the body, wrappingthem up in light and sensuality. Viale Elena, 52 - Ottaviano (Na) Tel. 081.8279899 - www.mimmotuccillo.it

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PEDONE OTTICI A NAPOLI DAL 1855 Se credete che gli occhiali siano uno degli accessori più fashion del momento, questo è il posto che fa per voi. Le grandi firme trovano posto nelle vetrine di Pedone, con occhiali da sole e da vista all’ultimo grido e con modelli evergreen. E ancora tutti gli accessori e l’occorrente per lenti contatto di ogni tipo. If you believe that grasses are one of the most fashion accessorize of the moment, than this is the right place for you. The greatest fashion designers have a place in Pedone’s windows for their latest models as well as the evergreen ones. Contact lenses also have a well supplied corner. Via Filangieri, 74 - Napoli Tel. 081.403777 Via Carducci, 33 - Napoli Tel. 081.425089 Via L. Giordano, 35 - Napoli Tel. 081.2295489 Via Toledo, 204 - Napoli Tel. 081.408612 EMPORIO DI PARMA Scarpe per passeggiare, per correre, per ballare, eleganti, sportive, casual. Ma anche borse, gioielli ed opere d’arte. Questa l’offerta dell’Emporio di Parma, negozio nel cuore dello shopping del centro, dove essere alla moda è la parola d’ordine. Walking, dancing, running. Emporio di Parma offers elegant and casual shoes for every occasion. And also bags, jewels and artworks. This is the offer of this shop-art gallery, based in the middle of the shooping centre, where being fashion is the password. Vico Vasto a Chiaia, 52 - Napoli Tel. 081.421716 MAGNIFIQUE Sembra un negozio inglese in vecchio stile, dove trovare accessori di ogni genere e foggia, tutti molto ricercati, e spaziare tra i migliori tessuti per abiti e camicie da uomo, tutti rigorosamente realizzati a mano. Un piccolo spazio è dedicato ai tessuti per signori e alla bigiotteria di qualità. It looks like an oldfashion English shop where one can find any kind of accessorize, all well refined, and to sweep through the best fabrics for men suites and shirts, strictly hand-made. A corner is dedi-


he best of shopping & re cated to fine fabrics for ladies and fine bijoux. Via Filangieri, 37 - Napoli Tel. 081.421940 www.magnifquenapoli.it FRATELLI D’ANGELO Che si tratti dell'abito da cerimonia o del tailleur da sfoggiare in un pomeriggio con le amiche, è in questa boutique del centro storico che si può trovare il tessuto giusto per l'occasione. In questo piccolo salotto, dove qualità e cortesia sono di casa, è possibile scegliere tra le collezioni delle grandi griffe del panorama mondiale della moda, così come tra pizzi e merletti, certi di trovare il giusto abbinamento per ogni momento. Whether it is a ceremony dress or a tailleur to wear in a ladies-only afternoon, it is in this boutique in the historical centre of Naples that you will find the right textile for any occasion. In this little sittingroom, one can choose - among the collections of the most famous stylists, laces and embroidery - the right match for the circumstance. Via Renovella, 5 - Napoli Tel. 081.200487 VINCENZO BONINO Attiva da più di 50 anni, Bonino è una istituzione nel campo delle borse da uomo e da donna, con modelli adatti a tutte le occasioni, in colori moda e con elementi personalizzabili.Whether it is a ceremony dress or a tailleur to wear in a ladies-only afternoon, it is in this boutique in the historical centre of Naples that you will find the right textile for any occasion. In this little sittingroom, one can choose - among the collections of the most famous stylists, laces and embroidery - the right match for the circumstance. Via Renovella, 5 - Napoli Tel. 081.200487 GIOIELLI/JEWELLERY DE LAURENTIIS L'argento in Campania fa rima con de Laurentiis. Tutto è incominciato con Vincenzo de Laurentiis nel 1897, la cui passione per le tecniche d'incisione con il bulino si trasformò ben presto in professione.

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est of shopping & relax t Oggi i suoi eredi hanno ampliato l'attività adeguandosi ai tempi e hanno avviato la più grande distribuzione di argenti nell'Italia Meridionale. Argenti pregiati, artistici, pezzi unici da collezione e ninnoli portafortuna per accontentare il cliente più raffinato ed esigente. Founded in 1897 by Vincenzo De Laurentiis, the firm has been expanded and modernised by his heirs to become the largest distributors of silverware in southern Italy. Their artistic silverware and luchy charms will meet the needs of even the most demanding customer. Via Grande Orefici 9 - Napoli Tel. 081.20403

denze del gusto e della moda nei settori della gioielleria e dell'oreficeria. La sua produzione, da 150 anni, riflette in linee sempre nuove, gli stili del moderno attraverso pezzi unici in corallo e non solo. Founded in Torre del Greco in 1855, Ascione is synonymous with fine taste in the world of jewellery. During its 150 year history, the firm has always been up-to-date in its production of unique items in coral and other precious materials. Via Beato V. Romano, 6 Torre del Greco (Na) Piazzetta Matilde Serao, 19 - Napoli Tel. 081 8811165 - 081.421111

CAPRICCI PALLADINO GIOIELLI DAL 1860 Nella splendida cornice dell’isola di Capri, ad un passo dalla piazzetta, il più chic dei salotti internazionali, Capricci confeziona gioielli dalle linee antiche e classiche, rigorosamente soltanto con le pietre più preziose. In the beautiful framework of Capri, close to the Piazzetta - the most elegant international salon - Capricci offers jewels characterized by their classical and antique design, rigorously made only with the finest precious stones. Via Listrieri, 1 - Capri (Na) Tel. 081.8376246 Via Saverio Baldacchini, 20 - Napoli Tel. 349.5323267

MONDIAL CORAL Specializzata nella lavorazione artigianale e trasformazione di coralli grezzi, turchesi e perle in beni di lusso è una ditta di Torre del Greco apprezzata in tutto il mondo. In particolare per la linea Rovina che, fiore all'occhiello del gruppo, nasce dal brillante accostamento del corallo ad oro e diamanti, dando vita, a capolavori del lusso, da considerare vere opere d'arte da indossare. Specialised in the traditional crafting and transformation of coral, turquoise and pearls to create luxury articles, this firm from Torre del Greco is acknowledged throughout the world. In particular, the Rovina line is an exquisite combination of coral, gold and diamonds to create artworks to be worn and flaunted Via E. De Nicola 25 ex 19 Torre del Greco (Na) Tel. 081.8819038

CAFIERO GIOIELLI Dal 1960, nel cuore del Borgo degli Orefici, la gioielleria Cafiero offre ai propri clienti orologi e preziosi dal taglio inconfondibile. Oro, argento, platino e pietre da “mille e una notte”, per regali da sogno. Cafiero, che vanta un attrezzato laboratorio creativo, è specializzato anche nella realizzazione di gioielli personalizzati. Since 1960 Cafiero has worked in the city's "goldsmiths' district" selling unmistakeable watches and jewellery. Cafiero can also make jewellery items to order in its workshop. Via Rua Toscana 8 (Borgo Orefici) - Napoli Tel. 081.5537260 ASCIONE CORALLI Fondata a Torre del Greco, nel 1855, la ditta Ascione si distingue per il sofisticato rigore con cui da sempre interpreta le ten-

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STUDIO MORELLI Argento, oro, pietre preziose e semi preziose. E tanta, tanta fantasia. Questi gl’ingredienti dei gioielli disegnati e realizzati da Stefania Cilento e Mara Sorrentino. Collane, ciondoli, bracciali, anelli, orecchini per tutti i gusti, già pronti o da realizzare, assecondando il gusto di tutte le clienti. Anche le più esigenti. Silver, gold and precious and semi-precious stones are transformed by Stefania Cilento and Mara Sorrentino into ready-made or bespoke necklaces, bracelets, rings and earrings. Via Domenico Morelli, 7 - Napoli Tel. 081.7644083


he best of shopping & re CARAMANNA Serpenti, pesci, libellule, ricci, rane, stelle marine. Queste sono solo alcune delle mascotte pronte ad adornare le donne che apprezzano i bei gioielli. Anelli, orecchini, bracciali e collane in guisa di animale, dal gusto moderno e sbarazzino; e ancora orologi, gioielli in coralli, turchese, pietre preziose e semipreziose costituiscono la vastissima scelta di Caramanna, dalle cui gioiellerie non si può mai uscire a mani vuote. Snakes, fihes, dragonflies, urchins, frogs, starfishes are only a part of the mascottes that will adorn women in love with beautiful jewels. Animal shaped rings, earrings, bracellets and necklaces, modern and saucy; moreover, watches, jewels made of coral, turquoise, precious and semiprecious stones form the wide range of choice of Caramanna Jewels, two shops where it is impossible to get out empty-handed. Via Cavallerizza, 2 - Napoli Tel. 081.4238352 Via Calabritto, 22 - Napoli Tel. 081.7649875 COLICCHIO Oro, zaffiri, rubini, brillanti, topazi, smeraldi. Queste sono le materie prime che nel laboratorio di Colicchio vengono trasformate in splendidi gioielli, su loro disegno o su commissione. Gold, diamonds, emeralds, sapphires, rubies, topazes. These are some of the materials that in Colicchio’s laboratory are transformed in beautiful jewels, designed by them or on clients’ design. Via Santa Brigida, 61 - Napoli Tel. 081.5510906 CLIO ARTE ANTICA A Forio d’Ischia, alle spalle del porticciolo, un bel negozio di antiquariato dove oltre agli oggetti antichi compaiono tanti bei gioielli dall’insolito modellato che dalla vetrina strizzano l’occhio ai passanti per l’originalità delle forme e la qualità della lavorazione che unisce l’oro alle perle, ai coralli, ai turchesi quando si parla di pietre dure e a zaffiri, rubini, smeraldi e diamanti quando il discorso si amplia a quelle preziose. In Forio d’Ischia, just off the little harbour, in a nice shop of antiques, among ancient objects, unusual jewels catch the eyes of the clients attracted by their original shapes and the qua-

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est of shopping & relax t lity of the manufacturing that join together gold and pearls, corals, turquoises, sapphires, rubies, emeralds anc diamonds. Piazza Medaglie d’Oro - Forio d’Ischia (Na) Tel. 081.5071095 DE SIMONE FRATELLI Corallo e conchiglie furono la vera passione di Francesco De Simone e suo figlio Michele che, nel 1905, intrapresero la loro attività commerciale a Torre del Greco. Adesso Fratelli De Simone è un punto di riferimento nel settore dell’artigianato del corallo per l’eccellente qualità delle materie prime e per l’esclusivo design che caratterizza ogni singolo gioiello. Corals and shells were the great passion of Francesco De Simone and his son Michele with whom, in 1905, he started his activity in Torre del Greco. Now Fratelli De Simone is a reference in the world of coral handicraft both for the excellence of raw materials and the exclusive design of every single jewel. Via Roma, 4 – Torre del Greco (Na) Tel. 081.8829368 Piazza Santa Restituta – Lacco Ameno d’Ischia (Na) Tel. 081.900777 Via Madonnina, 23 – Milano Tel. 02.80583225 LANFRESCHI GIOIELLI Diamanti, gioielleria ed oreficeria di qualità con molti marchi esclusivi sono i punti di forza della gioielleria Lanfreschi, da più di 40 anni a Ischia. Oltre ai grandi marchi, fiore all’occhiello della boutique è la linea Lali, articolata in due serie, una Terra e l’altra Mare, è tutta da collezionare per la varietà del suo assortimento: un bouquet di monili capricciosi e seducenti a forma di orsetti, polpi, stelle marine, farfalle, ippocampi, cuoricini, granchietti, che si lasciano indossare con disinvoltura, impreziositi dalla nobiltà della materia. Diamonds, jewels and golds are the main attractions of Lanfreschi jewels shop, in Ischia since 40 years. Besides the great brands, the buttonhole of the boutique is Lalì, a new line divided in Land and Sea collections, with little jewels in shape of bears, butterflies, hippocampi, hearts, crabs to wear easily in every moment of the day.

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Via Luigi Mazzella, 109 - Ischia Ponte (Na) Tel. 081.993986 BOTTIGLIERI Grandi scrigni traboccanti di preziosi i tre negozi Bottiglieri, atelier che cambiano d’abito periodicamente e che offrono alla loro clientela un’ampia scelta di gioielli dal design eslcusivo che richiama le caratteristiche dell’Isola Verde. Huge jewel cases full of precious objects are the three ateliers of Bottiglieri, periodicsalliy changing aspects and offering to their clients a wide choice of design jewels that recalls the island of Ischia Via Cortese, 7 - Ischia Tel. 081.981445 Corso Umberto I, 20 - Forio d’Ischia (Na) Tel. 081.997544 Via Sauro, 16 - Sant’Angelo d’Ischia (Na) Tel. 081.999838 www.bottiglierigioielli.com ANTICHITÀ E GALLERIE ANTIQUITY AND GALLERIES GALLERIA GIOSI Inaugurata nel 1924 alla presenza di Elena di Francia, la duchessa d’Aosta che all’epoca risiedeva nella reggia di Capodimonte dove, assai interessata all’arte, prendeva lezioni di pittura da Carlo Siviero, la Galleria Giosi è una nota casa d’aste di prestigio internazionale che dall’epoca non hai mai conosciuto flessioni. Inaugurated in 1924 by Helen of France, the Duchess of Aosta then residing in the Royal Palace of Capodimonte in Naples where she took painting lessons from Carlo Siviero, the Giosi Gallery is a world-renowned auction house which has gone from strength to strength since its opening. Via Chiatamone, 6A - Napoli Tel. 081.7645074 www.galleriagiosi.it WILLY SANTANGELO Preziose scarpe ed opere d’arte. Questo il connubio vincente del negozio-galleria della coppia Albano-Santangelo, in via Ventriera nel cuore di Chiaia. Qui, accanto alle scarpe di Sabina Albano e Willy Santangelo, tante opere d’arte di giovani emergenti che scelgono di esporre in questo atelier, che vanta


he best of shopping & re una clientela raffinata ed amante del bello. Precious shoes and artworks. This is the winning union of the shop-gallery held by Sabina Albano and Willy Santangelo and based in Via Vetriera, in the heart of Chiaia neighbourhood. Here, besides the shoes of the two designers, many artworks of young emerging artists that choose to display their works in this atelier, due to the kindness of the owners and their charming customers. Vico Vasto a Chiaia, 52-53 - Napoli Tel. 081.421716 www.sabinalbano.it ARTIGIANATO/HANDCRAFTS D'AURIA PRESEPI/ NATIVITY SCENES Se siete alla ricerca di pastori esclusivi da sfoggiare sul vostro presepe il prossimo Natale, magari, pezzi unici in terracotta in stile ottocentesco, non potete non fare una puntatina in via San Biagio dei Librai, 87. E' qui che le giovani ma virtuose, Daniela e Tiziana D'Auria realizzano artigianalmente piccole opere d'arte, frutto di un minuzioso lavoro manuale. Troverete, inoltre, campane di vetro, Pulcinella e minuterie. Exclusive terracotta figurines are painstakingly crafted in 19th century style by the young but skilled artisans Daniela and Tiziana D'Auria. You will also find glass bells jars, Pulcinella and accessories. Via San Biagio dei Librai, 87 Napoli - Tel. 081.262707 RENDEZ-VOUS COL GUSTO/ WHERE TO EAT PIZZERIE BRANDI Nel 1780 apre i battenti la pizzeria “Pietro e basta così”. Un secolo dopo, nel 1889, il pizzaiolo di quel locale, Raffaele Esposito, viene invitato a Palazzo con la moglie Maria Giovanna Brandi per preparare una nuova pizza per sua Maestà la Regina Margherita, pizza speciale cui verrà dato il nome di

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est of shopping & relax t “Margherita”. In 1889 the then pizzaiolo Raffaele Esposito was called to the palace to make a new pizza for Queen Margherita, which he named "Pizza Margherita". The rest is history. Salita Sant'Anna di Palazzo, 2 - Napoli Tel. 081.416928 TRIANON Dal 1923, la pizza verace col sapore della tradizione, si può gustare al Trianon, meta obbligata per ghiottoni partenopei e turisti di passaggio. Fondato dai coniugi Leone, il locale prende il nome dal vicino teatro che a quell'epoca vide protagonisti personaggi come Totò, Macario e Nino Taranto. Tutti appassionati della famosa pizza a “ruota di carretto” (così definita per le enormi dimensioni) sfornata dal Trianon, il cui profumo giungeva fino ai loro camerini. Since 1923 Neapolitans and tourists have savoured traditional Neapolitan pizza at the Trianon, named after the nearby theatre where Totò and other famous comedians could smell the aroma of the huge "cartwheel" pizza in their dressing rooms. Via Pietro Colletta, 42 - Napoli Tel. 081.5539426 Via Morghen, 12 - Napoli Tel. 081.3723232 RISTORANTI / RESTAURANTS RISTORANTE MONTECORVO Fantasiosi anipasti, tipico coniglio all’ischitana, pesce fresco e locale... Questi gl’ingredienti di una serata piacevole tra amici o un intimo tete a tete in un luogo in cui la buona cucina e la cordialità la fanno da padrone. Appetizing starters, Ischia style rabbit, fresh fish... These are the ingredients for a nice evening with friends or for a romantic tete a tete in a place where great cusine and friendly atmosphere are the lords. Via Montecorvo, 33 - Ischia (Na) Tel. 081.998029 - www.montecorvo.it

gustosi tutti da assaporare, quello offerto dal ristorante Umberto, a due passi da piazza dei Martiri, che ha incluso nel “cartellone” anche un menu ad hoc, destinato agli intolleranti al glutine. A wide selection of tasty dishes from gnocchi to macaroni and from meatballs to steak in Aglianico wine. Just a few minutes walk from Piazza dei Martiri, it also has a special menu for those intolerant to gluten. Via Alabardieri 30/31 - Napoli Tel. 081.418555 CIRO A MERGELLINA Solo gl’ingredienti più freschi e genuini arrivano sulle tavole dello storico ristorante di Mergellina, che offre un’ampia la scelta di piatti della tradizione gastronomica partenopea, con particolare attenzione alla cucina di pesce. Ottima anche la pizza, per non parlare di sfogliate, pastiere e babà, fatti tutti rigorosamente in casa. Only the freshest ingredients arrive in the dishes of the historical restaurant in Mergellina, where vips, tourists and habitues go for an excellent meal. Here there is a wide choice of dishes of the Neapolitan tradition, with a special attention to fish recipes. A good pizza is served as well as deserts, obviously home made. Via Mergellina, 21 - Napoli Tel. 081.681780 - www.ciroamergellina.it LOCANDA ‘NTRETELLA Nel cuore dei quartieri spagnoli, ad un passo da via Chiaia, questo locale offre un’ampia scelta di piatti della tradizione gastronomica napoletana, dai primi alle minetre, dal pesce alla carne, con la possibilità di accomodarsi sia all’interno che all’esterno del locale. In the heart of the Quartieri Spagnoli, this typical restaurant, with in and outdoors tables, offers a wide selection of traditiona dishes, going from pasta to soups, from meat to fish. Salita Sant’Anna di Palazzo, 25 - Napoli Tel. 081.427783; 333.7687111 FOOD WINE & DRINK

UMBERTO RISTORANTE Gnocchi alla sorrentina, tubettoni “d' 'o treddeta”, polpettine di nonna Ermelinda, zucchine alla scapece, bistecca di manzo all'Aglianico appassito e chi più ne ha, più ne metta. Un ventaglio di menu fitto di piatti

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ITALMOKA Solo le migliori nove tipologie di caffè, tostate ancora artigianalmente, vengono utilizzate per creare le miscele Italmoka, dense


he best of shopping & re cremose e profumate da gustare in ogni momento della giornata, a casa o fuori, per arricchire ogni pausa della giornata. Only the best coffee beans are toasted in the traditional way to create Italmoka’s blends of thick aromatic coffee, to be savoured at any time of day. Via Tiberio, 75/A - Napoli Tel. 081.2394700 - www.italmoka.com VALLE DEI MULINI Mobido burro, panna freschissima, formaggi e provolone del Monaco, questi i prodotti che Valle dei Mulini crea per garantire ai propri clienti gusto e salute ogni giorno. Soft butter, extra fresh cream, cheeses and Monk provolone are the dairy products made by Valle dei Mulini in order to guarantee to its customers taste and healtn everyday. Via Scafati, 832 - Sant’Antonio Abate (Na) Tel. 081.8738294 www.valledeimulinialimenti.it PASSALACQUA Dal 1948, Passalacqua fa la storia del caffé napoletano con un’impresa familiare che, alla terza generazione, è presente in tutto il mondo con una selezione di ben sedici miscele top lavorate in impianti modernissimi ma con l’attenzione dei “piccoli artigiani”. Since 1948 Passalacqua has written the history of coffee in Naples. The family firm is now in its third generation and is present on the world market with no less than 16 top blends produced by state of the art equipment under the watchful eye of coffee ‘artisans’. S. Passalacqua Spa stabilimento torrefazione Via Taverna Rossa 131 - Casavatore (Na) Tel. 081.7365969 LIMONCELLO DI CAPRI L’azienda dei fratelli Canale che per prima ha brevettato e utilizzato il termine limoncello (derivazione dal caprese “limonillo”) per lo squisito liquore al limone. Portando avanti l’antica tradizione di famiglia inaugurata da donna Vincenza Canale, dalla “sorgente del gusto” di Capri non sgorga solo la gustosa bevanda di colore giallo ma anche deliziose creme, babà, cioccolatini, panettoni e pandorelli oltre al raffinato limen ottenuto da doppia distillazione di limoni di


est of shopping & relax t Sorrento. The Canale brothers were the first to patent the term limoncello for the exquisite lemon liqueur from Capri invented by Vincenza Canale. The firm also makes delicious creams, cakes, chocolate and limen, obtained from the distillation of Sorrento lemons. Via Listrieri 25/a - Capri (Na) Tel. 081.8373059 CARRATURO I dolci della tradizione napoletana sono i padroni di casa nella pasticceria Carraturo, che dal oltre 170 anni ha la sua unica sede a porta Capuana. Qui la regina è la sfogliata in tutte le sue declinazioni: riccia, frolla o con verdure. Non mancano soffici babà e tutto quello che la nostra tradizione sa offire in tempo di festa. Neapolitan traditional sweets are the masters of Carraturo confectionery, that more than 170 years ago opened its only shop by Porta Capuana. The queen of the place is the sfogliata, realized in all its possible manners. Also soft babàs and feasts cakes are regularly baked. Via Casanova, 97 unica sede - Napoli Tel. 081.5445364 www.carraturo.it OLEARIA RUSSO Da quattro generazioni l'Olearia Russo si impegna, con grande passione e profondo rispetto per la terra e la tradizione, a produrre un olio extravergine di oliva di grande qualità. Le olive migliori vengono trasformate in frantoio attraverso la spremitura a freddo, che conserva inalterate le proprietà dell'olio Russo, che si caratterizza per gusto, genuinità e altissima qualità. Since four generations, Olearia Russo produces a quality extra-virgin olive oil, with passion and respect for their land and traditions. Only the best olives are transformed into oil through a process called cold pressing, that keeps unaltered the properties of Russos’ oil, whose characteristics are by flavour, genuineness and high quality. Via Masseria della Signora, 12 Montesarchio (Bn) Tel. 0824.835262 – www.oleariarusso.com SELEZIONE SCIACCUTTIELL E’ la grande passione per la cultura dei sapo-

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ri a guidare l’azienda di famiglia di Fausto Sarracino, che dal 1950 porta in tavola il meglio dei salumi e dei formaggi di produzione propria. A partire dal prosciutto di Parma, stagionato nelle cantine di tufo, al provolone della Valpadana e al Parmiggiano, stagionato dai 24 ai 48 mesi. It’s a great passion for the culture of flavours that leads the family firm of Fausto Sarracino, selling since 1950s their best homemade cold meats and cheeses, starting with prosciutto di Parma, seasoned in tufa caves, and ending with the Parmiggiano seasond for at least 24 months. Via Casalanno, 8/9 - Marano (Na) Tel. 081.5862491 www.selezionesciaccuttiell.it DOMENICO RESCIGNO Originaria di Salerno, agli inizi del ‘900, la famiglia Rescigno si trasferì a Napoli per aprire un tarallificio che da una generazione all’altra, con la passione di don Mimì e dei suoi eredi, si è trasformato in un panificio dove gustare pane caldo anche di domenica, brioche e caffè, finissima pasticceria, cibi pronti, gnocchi e grissini. Originally founded as a biscuit factory in the early 20th century, the Rescigno family’s bakery and patisserie makes bread, coffee, cakes and confectionery, ready-to-eat meals, pasta and snacks every day, including Sunday. Via Foria 40 / Via Domenico Cirillo, 74 Napoli - Tel 081 2110810 www.rescigno-napoli.it CIOCCOLATO/CHOCOLATE GAY ODIN Cremini, Albanesi, Trifogli, Africanelle, Scricchioli, Navette e Cico Cico. Sono solo alcune delle dolci specialità sfornate da Gay Odin, la più antica cioccolateria partenopea, che offre un'infinità di prelibatezze al cacao che, sicuramente, stupiranno anche il vostro palato. Dalle classiche tavolette al latte a quelle extra fondenti passando per piccoli “capolavori” alla nocciola e ai frutti esotici, tutti da sgranocchiare. Gay Odin is the oldest chocolate confectioner in Naples and offers an infinity of cocoa-based delights: from milk or plain chocolate bars to masterpieces filled with


he best of shopping & re hazelnuts or exotic fruits. Via Vetriera, 12 - Napoli Tel. 081.417843 Via Toledo, 214 - Napoli Tel. 081.414640 Via Cervantes, 37 - Napoli Tel. 081.5519026 Via Luca Giordano, 21/a - Napoli Tel. 081.5783380 Via Francesco Cilea, 189 - Napoli Tel. 081.7146847 Via Vitt. Colonna, 15/b - Napoli Tel. 081.418282 BOTTONE GENNARO - DOLCE IDEA “Nudi” o vestiti, sempre buoni sono... direbbe qualcuno. Cosa? Ma gli squisiti cioccolatini di Dolce Idea, marchio dietro al quale si cela la maestria dell'abile cioccolataio napoletano Gennaro Bottone, naturalmente. Le sue creazioni, a volte vere e proprie sculture, come nel caso dei Vesuvi al cacao tutti da mordere, sono un goloso insieme di alta qualità, sapiente artigianalità e immensa fantasia.The exquisite chocolates of Dolce Idea are confectionery masterpieces created by Gennaro Bottone. Some creations are veritable sculptures, like his chocolate Vesuvius: a mouth-watering blend of quality, skill and flair. Via Solitaria 7/8 - Napoli Tel. 081.7642832 Via Bonito 2/b - Napoli Tel. 081.5560563 Via San Liborio 2/3 - Napolis Tel. 081.4203090 VANILLA E’ difficile resistere alla tentazione entrando da Vanilla, il negozio di cioccolata alla Torretta, che offre a tutti i golosi la possibilità di scegliere tra cioccolata al latte, fondente, semplice o accompagnata a frutta secca. Oltre alla produzione propria, qui è possibile ordinare dolci e cioccolatini su misura. It is hard to resist to temptations when gtting into Vanilla’s shop. Here chocolate assumes any possible form, and one can choose between dark and milk chocolate, basic or with dry fruit additions. Besides the daily production it is possible to order cakes and chocolates in any shape or taste. Via Ferdinando Galliani, 30 - Napoli Tel. 081.660593

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est of shopping & relax t BAR, PASTICCERIE E GELATERIE BARS, PATISSERIES AND ICE CREAM SHOPS GAMBRINUS Punto di ritrovo di uomini di cultura come Gabriele D'Annunzio, Salvatore di Giacomo ed Eduardo Scarfoglio, il gran caffè Gambrinus, che affaccia sulla splendida piazza del Plebiscito, viene additato da molti come uno dei "santuari" della "tazzulella" partenopei. Un ritrovo storico, in perfetto stile liberty che, dal 1860, offre refrigerio e specialità uniche a napoletani e turisti di passaggio. A historic meeting place for men of letters like Gabriele D'Annunzio, the Gambrinus in the superb Pazza del Plebiscito is the Mecca of Neapolitan coffee houses. In its art nouveau lounge, customers have enjoyed traditional Neapolitan specialities and refreshments since 1860. Via Chiaia, 1/2 - Napoli - Tel. 081.417582 CHALET CIRO Dal caffè espresso ai gelati, passando per una moltitudine di dolci e snack a dir poco sfiziosi. Lo “Chalet Ciro”, fondato nel 1952 da Ciro Fummo, titolare dell'omonimo ristorante “Ciro a Mergellina”, è uno dei ritrovi più gettonati tra i Vip non solo napoletani. Sempre alla ricerca di novità nel settore bar, pasticceria e gelateria, lo chalet, fiore all'occhiello del Lungomare, è aperto dalle 6.30 del mattino alle 2.30 del giorno successivo. Espresso coffee, cakes, snacks and ice cream are the speciality of "Chalet Ciro", founded in 1952 by Ciro Fummo, owner of the exclusive restaurant "Ciro a Mergellina". Open from 6.30 a.m. to 2.30 the next morning on the sea front. Via Caracciolo - Napoli - Tel. 081 669928 GELATERIA DAVIDE Vero paradiso dei golosi e degli amanti dalle leccornie dai sapori inconfondibili, questa gelateria artigianale, offre ai propri clienti oltre 100 gusti di gelato che spaziano dalle tradizionali creme ad accostamenti più innovativi come mandorla al limone, arance limoni e mandarini o alla nocciola australiana Macadamia. E ancora, semifreddi, pancakes, crepes, snack. Real paradise for

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greedy and sweet teeth, this handmade icecream shop offers to its clients more than 100 different flavours, including more traditional creams and the innovative ones like lemony almond, citrus fruits and Macadamia nuts. Moreover, semofreddo, pancakes, crepes and snacks. Via Giuliani, 41 – Sorrento (Na) Tel. 081.8781337 www.gelateriadavide.com BENESSERE / WELLNESS STUFE DI NERONE Una piscina scoperta per l’estate, vasche e saune al coperto per l’inverno. Queste le strutture del parco flegreo delle antiche terme Silvanae, il centro benessere e massaggi di Baia che rinnova una tradizione degli antichi romani, quella di curarsi per il piacere del corpo e la mente affidandosi alle proprietà terapeutiche dell’acqua. An open-air swimming pool for the summer and smaller pools and saunas indoors for the winter months are the facilities available at the ancient Silvanae spas, a wellness centre in Baia. The centre has revamped the ancient Roman tradition of baths and massage for the wellbeing of the body and mind, which will both benefit from the therapeutic qualities of the spa waters. Via Stufe di Nerone 37 - Baia (Na) Tel. 081.8688006 N.OSTUNI Dalle migliori case del settore alle linee più semplici, per ragazza, per signora ed anche da uomo, non c’è prodotto che manchi. Ditta storica della zona Chiaia, è punto di riferimento tra i più antichi in città quanto a trucchi, creme, profumi, shampoo, abbronzanti e quant’altro serva e piaccia per prendersi cura della propria persona. Oltre al vasto assortimento di cosmetici, tra i quali anche quelli del marchio la Mer, suo punto di forza anche uno staff specializzato di lunga esperienza. Everything women (and men) could possibly want from a vast assortment of make-up, creams, perfumes, shampoo, sun-tan oils and all other beauty products and cosmetics, including the La Mer brand. The specialised and experienced staff are on hand to help all customers,


he best of shopping & re young and old alike. Via Morelli, 23 - Napoli Tel. 081.7643903 TERME DI AGNANO Ai piedi del parco degli Astroni, alle Terme di Agnano la bellezza della natura rigogliosa si unisce al calore della terra che dona salute e benessere. Qui si possono effettuare diversi tipi di trattamenti, sia estetici che di salute, con la possibilità di essere ospitati in uno storico albergo a 4 stelle. Housed at the bottom of the Astroni Park, at the Thermal baths of Agnano the beautifuk nature and the curative heath of the ground join together. These baths offer a wide range of cures, both aesthetical and curative, with the opportunity of staying in a 4 stars hotel. Via Agnano Astroni, 24 - Napoli Tel. 081.6189111 www.termediagnano.com EVENTI / EVENTS VILLA DOMI Una splendida villa del ’700 immersa nel verde e con una splendida vista su tutto il golfo di Napoli organizza ricevimenti per ogni occasione, offrendo ai suoi ospiti il suo splendido parco e le sale interne con decorazioni neoclassiche. A beautifull villa of the XVIII cen. surrounded by a blooming vegetation and with a marvellous view on the entire gulf of Naples organizes receptions for every occasion, offering to its guest a wide park and rooms with Neoclassical decorations. Via Salita Scudillo, 19 a - Napoli Tel. 081.5922311 - www.villadomi.it ITINERA Chi ha intenzione di scoprire Napoli, Pompei, la Costiera Amalfitana, Capri, Ischia o Caserta, non ha che da rivolgersi a Itinera, una società di servizi per l’arte che da oltre 10 anni offre un ampio ventaglio di visite guidate in tutta la regione organizzate da un gruppo di guide turistiche abilitate e laureate nelle discipline del settore artistico. Whether it is Naples, Capri, Ischia, the Amalfi Coast, Pompeii or Casert that you want to visit, all you have to do is get in touch with Itinera, a society offering services for the art. Founded more than

10 yeasr ago by graduated tourist guides, it offers a wide choice of visits fot groups, singles, families and schools. Corso Vittorio Emanuele, 663 - Napoli Tel. 081.664545 - www.itineranapoli.com S.I.R.E. RICEVIMENTI D’AUTORE Per chi vuole organizzare un grande evento o semplicemente una festa tra amici, Sire ha sempre la soluzione adatta per ogni occasione. Società specializzata in catering e banqueting, offre soluzioni nelle sue location così come a casa del cliente. L’ottima qualità delle pietanze, tutte a base di materie prime genuine, si fonde perfettamente con i fini allestimenti realizzati per ogni ricevimento. If you are thinking of organizing a great part or a few friends reunion, you can ask Sire for the right advice, Specialized in catering and banqueting, it offers the right solutions either in its own locations, either at your place. The high quality of food, made only of genuine raw products, matches perfectly with the original dressing for every occasion. Via Bernini, 50 - Napoli Tel. 081.5560856 www.sirericevimenti.it NOLEGGIO AUTO E BARCHE RENT A CAR/RENT A BOAT TURCO GLOBAL SERVICE Ferrari 360 Modena, Porsche 911 Targa, Maserati Quattroporte, Audi A8 ed S8, Bmw X5 e Z4. Sono solo alcune delle auto prestigiose che si possono fittare, da Turco Global Service, pioniera nella fornitura del servizio noleggio di auto per cerimonie, di lusso e sportive. Ma non è tutto. La società vesuviana mette a disposizione dei propri clienti anche un esclusivo servizio di chartering con barche di classe. Ferrari 360 Modena, Porsche 911 Targa, Maserati Quattroporte, Audi A8 and S8, Bmw X5 and Z4 are just some of the prestige cars for hire from Turco Global Service. In addition to its elite sports cars and other select vehicles, clients can also take advantage of the exclusive luxury boat chartering service. Viale degli Ulivi, 33 S. Sebastiano al Vesuvio (Na) Tel. 081.7711577

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musei NAPOLI

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE

Vi si possono trovare: documenti, gioielli e dipinti. Situated near the Chapel of San Gennaro, the museum was built to house the priceless treasure of the Patron Saint of Naples, including documents, jewels and paintings.

MUSEO NAZIONALE

Piazza Museo, 19 Tel. 081.2110258; 081.4422149 www.archeona.arti.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 9-19.30. Biglietti: 6,50 euro; 3,25 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 9 a.m. -7.30 p.m. Tickets: 6,50 euros; 3,25 euros for people aged 18-24; free admission under18 and over65 Le sale del piĂš antico museo archeologico d'Europa custodiscono, tra l'altro, pezzi unici provenienti dall'area archeologica vesuviana, collezioni egiziane ed etrusche. The rooms of Europe's oldest archaeological museum house some unique pieces from he archaeological sites around Mount Vesuvius as well as Egyptian and Etruscan collections.

MUSEO DEL TESORO DI SAN GENNARO

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CAPODIMONTE

Via Miano, 2 - Tel. 081.7499111; 848.800288 www.benicultural.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 7,50 euro; 3,75 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; 6,50 euro h.14-17; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65.Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m.- 7.30 p.m. Tickets: 7,50 euros; 3,75 euros for people aged 18-24; 6,50 euros 2-7 pm; free admission under18 and over65 Fu costruita nel 1738 sotto il regno di Carlo di Borbone. Ospita un Gabinetto di Disegni e Stampe, la collezione Farnese, arredi del '700 e '800. Built in 1738 under King Charles of Bourbon, houses the Cabinet of Prints and Drawings, the Farnese Collection and furnishings from the 18th and 19th centuries.

MUSEO CIVICO

Via Duomo, 149 - Tel. 081.294980; 081.421609 www.museosangennaro.it - Lun-sab h. 9.30-18.30. Dom e festivi h. 10-19. Biglietti: 5,50 euro; 3,50 euro per under18 e over 65; 4,50 euro per gruppi di almeno 10 persone; 2 euro per scolaresche; -25% con Artecard Mon-Sat 9.30 a.m. - 6.30 p.m. Sun and hols. 10 a.m. - 7 p.m. Tickets: 5,50 euros; 3,50 euros under18 and over65; 4,50 for groups of 10 people; 2 euros for students; -25% wih Artecard. Situata vicino alla Cappella di San Gennaro, la struttura custodisce l'inestimabile tesoro del patrono di Napoli.

DI

DI

CASTEL NUOVO

Maschio Angioino Piazza Municipio Tel. 081.4201241 Dom chiuso. Lun-sab h. 9-19. Biglietti: 5 euro; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 e per studenti di facoltĂ artistiche Sun closed. Mon-Sat 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 5 euros; free admission under18 and over 65 and for Art students Ospitato dal Maschio Angioino, il museo, oltre a


tre preziose cappelle, accoglie altri ambienti dalla straordinaria bellezza: la Sala dell'Armeria, quella dei Baroni e la Pinacoteca. Housed in the Maschio Angioino castle, the museum has three superb chapels as well as other rooms of extraordinary beauty: the Armoury, the Barons' Hall and the Picture Gallery.

MUSEO DUCA

DI

Room and the Neapolitan 17th Century Room, but also the Royal Chapel and the Hanging Garden.

MUSEO DI SAN MARTINO

MARTINA

Via Cimarosa, 77 - Tel. 081.5788418; 848.800288 - www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h 8.30-14. Biglietti: 2,50 euro; 1,25 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 2 p.m. Tickets: 2,50 euros; 1,25 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Nel cuore del verde parco di Villa Floridianana, accoglie una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa europea ed orientale. Completa le attrattive del complesso il Museo Nazionale della Ceramica. One of the most prestigious collections of European and oriental decorative art. The complex also houses the National Ceramics Museum.

Largo San Martino, 5 - Tel.081.2294502 848.800.288 - www.beniculturali.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 6 euro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m. - 7.30 p.m. Tickets: 6 euros; 3 euro for EU residents aged 1824; free admission under18 and over 65 Dal 1866, il museo che ha sede nell'omonima Certosa vomerese, ospita “stralci” di storia cittadina corredati da piante e foto. Splendidi i chiostri, i giardini, la chiesa barocca e il Quarto del Priore. Since 1866 the museum has been located in the Charterhouse of the same name where visitors can get a glimpse of the city's history amid plants and photos. Splendid cloisters and gardens, the superb Baroque church and the Priory.

MUSEO DIEGO ARAGONA PIGNATELLI CORTES

MUSEO DI PALAZZO REALE

Piazza del Plebiscito, 1 Tel. 081.400547; 848.800.288 www.preale.baa.remuna.org Mer chiuso. Gio-Mar h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 4 euros; 2 euros for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Fiore all'occhiello del Museo, l'Appartamento Reale, le sale del Trono, dei Fiamminghi e del Seicento Napoletano, ma anche la Cappella Reale e il giardino pensile. Highlights of the Museum include the Royal Apartment, the Throne Room, the Flemish

Via della Riviera di Chiaia, 200 Tel. 081.7612356; 848.800.288 www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 8.30-13.30. Biglietti: 2 euro; 1 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 1.30 p.m.Tickets: 2 euros; 1 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Villa Pignatelli è il nome dell'edificio costruito nel 1826 che ospita il museo e che accoglie le collezioni d'arte del Banco di Napoli. Da vedere anche il Museo delle Carrozze. Villa Pignatelli was built in1826 and now houses the museum with the art collections of the Banco di Napoli. The Coach and Carriage Museum is also not to be missed.

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TEATRO

DI

SAN CARLO

Via San Carlo - Napoli Tel. 081.5534565 - www.teatrosancarlo.it Guided tours only by appointment in June and July. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions Chi arriva a Napoli, a pochi passi da Palazzo Reale e piazza del Plebiscito non può non visitare la Sala Storica del Teatro di San Carlo, tra i più famosi e antichi teatri lirici al mondo, costruito per volere di re Carlo III di Borbone nel 1737. Un'occasione unica, per conoscere un momento chiave della storia e dell'arte napoletana. Visit the historic San Carlo theatre, one of the oldest and most famous opera houses in the world, built for king Charles III of Bourbon in 1737.

MUSEO ARTISTICO INDUSTRIALE

Piazzetta Salazar, 6 - Tel. 081.7647471 Dom chiuso. Visita su appuntamento Sun closed. Visits by appointment Nel Museo, annesso all'Istituto Statale d'Arte “Filippo Palizzi”, oltre 6.000 manufatti in ceramica, ebano e oro. Un'intera sala ospita bronzi e vasi realizzati dallo stesso Palizzi. The Museum is annexed to the “Filippo Palizzi” Art School and houses over 6,000 works in ceramics, ebony and gold. One rooms exhibits bronzes and vases made by Palizzi himself.

CAPPELLA SANSEVERO

MUSEO DEL TESSILE E DELL’ABBIGLIAMENTO “ELENA ALDOBRANDINI”

Piazzetta Mondragone, 18 - Tel. 081.4976104 www.fondazionemondragone.it Dom chiuso; lun-ven h. 9-13/15-17; sab h.9-13 Biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro Sun closed; Mon-Fri 9 a.m. - 1 p.m. / 3-5 p.m.; Sat 9 a.m. - 1 p.m. Tickets: 5 euros, concessions 3 euros Il museo è parte dell'istituto Mondragone, famoso per le sue preziose collezioni di tessuti ricamati, espressione dell'arte della seta, introdotta a Napoli intorno all'anno Mille dalla comunità di ebrei. Tra gli oggetti esposti spiccano le collezioni di ricami (sec. XVII e XVIII), paliotti, paramenti sacri, merletti e pizzi, oltre a splendidi abiti da varie donazioni tra cui la collezione Sarli. The museum is part of the Mondragone Foundation, wellknown for its precious collections of embroideries, high expression of the art of silk making, introduced in Naples at the beginning of last Millennium by a community of Jews. On display, laces, sacred paraments and beautiful dresses coming from many donations, among which the Sarli Collection.

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Via Francesco De Sanctis, 19 - Tel. 081.5518470 www.museosansevero.it Mar chiuso. Lun-sab h. 10-17.40. Dom e festivi: h. 1013.10. Biglietti: 6 euro; 5 euro con Artecard e da 10 a 25 anni; 2 euro per scolaresche; gratis fino a 9 anni Tue closed. Mon-Sat 10 am - 5.40 pm, Sun and hols 10 am -1.10 pm. Tickets: 6 euros; 5 euros with Artecard and for people aged 10-25; 2 euros for schools; free admisson under 9 La Cappella, realizzata da Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, letterato e alchimista, custodisce sculture di altissimo valore, tra le quali, il Cristo Velato del Sammartino. The Chapel, which was built by the scholar and alchemist Raimondo di Sangro, Prince of Sansevero, houses some excellent sculptures, including the Veiled Christ by Sammartino.

COMPLESSO MUSEALE DI SANTA CHIARA


Via Santa Chiara, 49/c - Tel. 081.19575915 www.santachiara.info Lun-sab h. 9.30-18.30. Dom h. 9.30-14.30. Biglietti: 4 euro; 3,50 per gruppi; 2,50 euro per studenti Mon-Sat 9.30 a.m. - 6.30 p.m. Sun 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 4 euros, 3,50 for groups; 2,50 for students Il complesso, incastonato nel centro storico di Napoli, comprende un'area archeologica, il Museo dell'Opera, lo splendido Chiostro Maiolicato e la sala del Presepe del '700. The complex is embedded in the Naples historic city centre and includes an archaeological area, the Museum, the splendid Majolica Cloister and a hall exhibiting 18th century nativity scenes.

CAPPELLA DEL MONTE DI PIETÀ

Via San Biagio dei Librai, 114 Sab-dom h.9.30-13.30 Sat-Sun 9.30 a.m. - 1.30 p.m. La Cappella, completamente affrescata, è un autentico gioiello di eleganza manieristica. Pregevoli anche gli arredi in legno della sacrestia e della sala delle Cantoniere.The entirely frescoed Chapel is a veritable jewel of mannerist elegance. Superb wooden furniture in the Vestry and the Sala delle Cantoniere.

MUSEI DI PALEONTOLOGIA, MINERALOGIA, ZOOLOGIA ED ANTROPOLOGIA DELL'UNIVERSITÀ FEDERICO II DI NAPOLI

Via Mezzocannone 8 - Tel. 081.2537516/7 Lun-ven h. 9-13.30. Lun e gio h. 15-17. Sab e dom h. 9-13. Biglietti: 2,50 euro a museo; 1,50 euro a museo per under 18, ingresso libero per studenti universitari Mon-Fri 9 a.m. - 1.30 p.m.. Mon and Thu 3 p.m. - 5 p.m. Sat and Sun 9 a.m. - 1 p.m. Tickets for each museum: 2,50 euros; 1,50 under 18, free admission for University students Raccolgono oltre 50.000 reperti tra minerali, rocce, fossili, ma anche pezzi di inestimabile valore paleontologico. Nella sezione zoologia: madrepore, uccelli, spugne, vertebrati, insetti. Over 50,000 minerals, rocks, fossils and other priceless palaeontological items on show. The zoology section includes madrepores, birds, sponges, vertebrates and insects.

MUSEO DELL'OSSERVATORIO DI CAPODIMONTE

CITTÀ DELLA SCIENZA

Via Coroglio, 104 - Tel. 081.3723728 www.cittadellascienza.it Lun chiuso. Mar-sab h. 9-17. Dom h. 10-19. Biglietti: 7 euro; 5 euro under 18; riduzioni con Artecard Mon closed. Tue-Sat 9 a.m. -17. Sun 10 a.m. - 7 p.m. Tickets: 7 euros; 5 euros under 18; concessions with Artecard È il primo science centre italiano e anche uno dei primi esempi di recupero architettonico della zona industriale di Bagnoli. Parte del museo è dedicata ai bambini, con percorsi ad hoc. The first Italian science centre and also one of the first examples of restored industrial architecture in the Bagnoli area. Part of the museum has themed itineraries for children.

Via Moiariello, 16 - Tel. 081.5575111 Su appuntamentoBy appointment Tre i padiglioni in cui è possibile ripercorrere due secoli di storia dell'Astronomia a Napoli e nel Sud d’Italia attraverso strumenti astronomici di grande valore.Three buildings illustrate two centuries of the history of astronomy in Naples and Southern Italy through astronomical instruments of great historical and documentary value.

CHIESA E QUADRERIA DEL PIO MONTE DELLA

MISERICORDIA

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Via dei Tribunali, 253 Tel. 081.446944; 081.446973. Visite guidate: 081.446810 www.piomontedellamisericordia.it Mer chiuso. Gio-mar h.9-14.30/ Chiesa lun-dom h. 9.30-13.30. Biglietti: 5 euro; 4 euro con Artecard, TCI, over 65; under 18; 3 euro per insegnanti, studenti, giornalisti, gruppi di 10 persone; 1,50 euro per le scuole. Wed closed. Thu-Tue 9.30 am - 1.30 pm/Church: Mon-Sun 9.30 am - 1.30 pm. Tickets: 5 euros; 4 euros with Artecard, TCI, over 65; 3 euros for teachers, students, journalists, groups of 10 people; 1,50 euros for schools L'edificio del 1600 ospita la chiesa di S. Maria della Misericordia e la pinacoteca con opere del XVII e XVIII secolo. Tra queste, una delle più famose opere del Caravaggio: Le Sette Opere di Misericordia. The 17th century building comprises the church dedicated to S. Maria della Misericordia and a picture gallery exhibiting works from the 17th and 18th centuries. These include one of Caravaggio’s most famous works: The Seven Works of Mercy, above the main altar.

MUSEO E IPOGEO DELLA CHIESA DEL PURGATORIO AD ARCO

Via dei Tribunali - Tel. 081.446810 Museo e ipogeo sab h.10-12.30; chiesa lun-sab h.9-13. Biglietti: euro 2 Museum and hypogeum open on Sat. h.10-12.30; church Mon-Sat h.9-13. Tickets: 2 euros Sacralità ed esoterismo ben si miscelano nella chiesetta del Purgatorio ad Arco, nel cuore del centro storico di Napoli, nota per la venerazione delle cosiddette “capuzzelle”, i teschi dei morti che da sempre i napoletani considerano benevoli protettori. Nella sacrestia della chiesa è stato allestito un museo di arredi e paramenti sacri del 1600, mentre nell’ipogeo è possibile fare vista alle “capuzzelle”. Il Museo e l’ipogeo sono aperti sono il sabato mattina; si consiglia di prenotare. Sacredness and esotericism join together in the little church of Purgatorio ad Arco, in the heart of the historical centre of Naples, wellknown after the veneration of skulls, considered by Neapolitans as benign protectors. In the vestry of the church there is a museum of scared furniture and vestments, whilst in the hypogeum it is possible to visit the skulls. Museum and hypogeum are open on Saturday mornings; booking is suggested.

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MUSEO DIOCESANO

Largo Donnaregina - Tel. 081.5571365 www.museodiocesanonapoli.it Mar chiuso; lun-dom h.9.30-16.30 Tue closed; Mon-Sat h.9.30-16.30 Il museo è allestito all’interno della chiesa di Donnaregina Nuova, chiusa da molti anni, che conserva dipinti di grande pregio come “L’Immacolata Concezione” del lorenese Charles Mellin e il “San Francesco che riceve i simboli del sacerdozio” di Francesco Solimena. Accanto a queste opere, proprie della chiesa ex monastica, il primo percorso museale presenta due temi importanti della fede cristiana: le raffigurazioni della Madonna e di San Gennaro, descritti da formidabili artisti come il fiammingo Teodoro d’Errico, il senese Marco Pino o un particolare Aniello Falcone, capaci di rendere ancora più incisiva l’identità storica ed ecclesiale di questa città. The museum is housed in the church of Donnaregina Nuova, reopened after a long closing, that keeps beautiful paintings as “The Immaculate Conception” by Charles Mellin and “San Francesco is given the symbols of priesthood” by Francesco Solimena. Besides these works belonging to the church, the museum displays works on two main religious figures: the Virgin Mary and San Gennaro, protector of Naples with paintings by Teorodo d’Errico, Marco Pino, Aniello Falcone, that make even more expressive the historical and ecclesiastical identity of Naples.

A.R.C.A.

Compesso Monumentale di Santa Maria la Nova Piazzetta Santa Maria la Nova, 44 Tel. 081.5523298; 081.5521597 www.oltreilchiostro.org Visite guidate lun-ven h.10, 11, 12, 15, 16. Sab e dom al mattino solo su prenotazione (maggiorazione del biglietto di euro 1) - Biglietti: euro 2,50 Guided tours Mon-Fri h.10, 11, 12, 15, 16. Sat and Sun in the morning only by appointment (ticket + 1 euro). Tickets: 2, 50 euros Il Museo Religioso di Arte Contemporanea intende rende-


re contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di riformulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovativa. The Museum of Contemporary Religious Art aims to make easier the understanding of the latest artistic production, trying to formulate the sense of the aesthetic experience through a new interpretation.

exhibits from all over the world, from Borneo to the Amazon Basin.

STAZIONE ZOOLOGICA A. DOHRN

CATACOMBE DI SAN GAUDIOSO

Piazza Sanità - Tel. 081.5441305 isiteguidate@santamariadellasanita.it Direttore: Giovanni De Pasquale Lun-dom visite giuidate h.9.30-10.15-11-11.45-12.30. Biglietti: euro 5; euro 3 per scolaresche Mon-Sun guided tours h.h.9.30-10.15-11-11.4512.30. Tickets: 5 euros; 3 euros for schools. Situate sotto la chiesa di Santa Maria della Sanità, eretta agli inizi del 1600, queste catacombe sono legate alla venerazione di San Gaudioso, Vescovo di Abitinia in Africa e giunto a Napoli dopo essere stato privato di tutto da re Genserico. Qui morì tra il 451 e il 452. Based under the church of Santa Maria della Sanità, built in the early 1600, the origin of these catacombs is connected to the veneration of Saint Gaudioso, bishop of Abitinia in Africa, who arrived in Naples, after being stripped of everything by King Genserico. Here he died between 451 and 452 A.D.

MUSEO DI PALEOBOTANICA ED ETNOBOTANICA

Via Foria, 223 - tel. 081.449759; 081.455654 Sab e dom chiuso. Lun-ven h.9-14 su appuntamento Sat and Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m. by appointment La struttura ospita due sezioni dedicate rispettivamente alla paleobotanica e all'etnobotanica, che raccolgono oggetti provenienti da varie parti del mondo. Dal Borneo all'Amazzonia.The museum is divided into two sections dedicated to palaeo-botany and ethno-botany, with

Villa Comunale - Tel. 081.5833111 - www.szn.it Lun chiuso. Mar-sab h.9-17. Dom h. 9-14. Biglietti: 1,50 euro; 1 euro per bambini da 5 a 12 anni; gratis fino a 4 anni Mon closed. Tue-Sat h.9-17. Sun 9 a.m. -14. Tickets: 1,50 euros; 1 euro for kids aged 5-12; free entrance under 4 Ospita il più antico acquario d'Europa (30 vasche e 200 specie tra animali e vegetali marini), ma anche una biblioteca e laboratori per ricerche di zoologia, botanica e fisiologia marina. The oldest aquarium in Europe (30 tanks and 200 species of marine animal and plant life), but also a library and laboratories for research in zoology, botany and marine physiology.

MOSTRA DI CORALLI E CAMMEI

Piazzetta Matilde Serao, 19 - Tel. 081.421111 www.ascione.com Solo su prenotazione - Appointments only. In mostra piccoli capolavori in oro, argento, pietre preziose, splendidi cammei e coralli lavorati dalla ditta Ascione, che vanta una tradizione artigianale lunga ben 150 anni. Small masterpieces of gold, silver, precious stones, splendid cameos and corals created by the Ascione firm, which boasts a 150 year history of traditional craftsmanship.

MUSEO

STORICO MUSICALE

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Via San Pietro a Majella, 35 - Tel. 081.5644111 Visite guidate: 081.446810 www.sanpietroamajella.it Sab e dom chiuso. Lun-ven h. 9.30-12.30 Sat and Sun closed. Mon-Fri 9.30 a.m. - 12.30 p.m. Il Conservatorio di San Pietro a Majella vanta una ricca biblioteca con preziose collezioni di manoscritti di scuola napoletana, ritratti e cimeli di musicisti e un museo di strumenti antichi.The Conservatory of San Pietro a Majella boasts a superb library with precious collections of manuscripts from the Neapolitan school, portraits and everyday items of musicians and a museum of antique musical instruments.

QUADRERIA DEI GEROLOMINI

Via Duomo, 142 - Tel. 081.294444 Dom chiuso. Lun-ven h. 9-14, sab h. 9-12. Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m., Sat 9 a.m. - noon. Il complesso, impreziosito dalla splendida facciata realizzata da Ferdinando Fuga, comprende: la chiesa di San Filippo Neri, una pinacoteca, una biblioteca, l'archivio oratoriano e due chiostri. The complex has a splendid façade by Ferdinando Fuga and includes the Church of San Filippo Neri, a picture gallery, a library, the oratory archive and two cloisters.

SCAVI DI SAN LORENZO MAGGIORE

Via dei Tribunali, 316 - Tel 081.2110860 www.sanlorenzomaggiorenapoli.it Lun-sab h. 10-17. Dom h. 10-13.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; riduzioni con Artecard Mon-Sat 10 a.m. - 5 p.m. Sun 10 a.m. - 1.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over65; concessions with Artecard L'area sotto la chiesa di San Lorenzo ospita i resti di edifici che testimoniano la stratificazione avvenuta nel corso dei secoli attraverso trasformazioni dell'impianto urbano. Beneath the church of San Lorenzo the remains of buildings have been excavated to reveal the stratification of the city over the centuries.

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ACCADEMIA DI BELLE ARTI - PINACOTECA

Via Costantinopoli, 107 - Tel. 081.441900; 081.44188.3Visite guidate: 081.446810 www.accademianapoli.it Dom chiuso. Lun-sab h. 10-13. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; 4 euro per gruppi di almeno 15 persone. Sun closed. Mon-Sat 10 a.m. - 2 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over 65; 4 euros for groups of 15 people Assolutamente da non perdere, la Sala Palazzi, sezione dedicata alle opere dell'800, con esposizione delle opere dei maestri d'arte contemporanea, ex allievi dell'Accademia. Not to be missed is the Sala Palazzi, the section dedicated to works from the 19th century, exhibiting the works of masters of contemporary art who were students at the Academy.

MADRE

Palazzo Donnaregina - Via Settembrini, 79 Tel. 081.19313016; 081.292833 - www.museomadre.it Mar chiuso. Lun, mer, gio e dom h. 10-21; ven e sab h.1024. Biglietti: 7 euro; ridotto 3,50 euro; lunedì gratis.Tue closed. Open Mon, Wed, Thu and Sun 10 a.m. - 9 p.m.; Fri and Sat 10 a.m. - 12 p.m. Tickets: 7 euros; 3,50 euros concessions; free on Mondays Palazzo Donnaregina, edificio di grande pregio storico e architettonico situato in pieno centro cittadino, è la sede del nuovo museo d'arte contemporanea partenopeo. Palazzo Donna Regina, a building of great historical and architectural value situated in the very centre of the city, houses the new museum of contemporary art in Naples.

PAN, PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI


Palazzo Roccella - Via dei Mille, 60 Tel. 081.7958605-06-07 - www.palazzoartinapoli.net Mar chiuso. lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.3014.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro ridotto Tue closed. Mon-Sat 9.30 a.m. - 7.30 p.m.; Sun and holidays 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions. La struttura, centro permanente di arti contemporanee, ospita le più disparate espressioni culturali relative all'arte: dalla pittura alla scultura passando per la fotografia, il cinema e il fumetto. This permanent centre for contemporary arts houses a huge variety of cultural and artistic expression: from painting to sculpture, photography, cinema and cartoons.

periodo classico ed ellenistico dell'arte greca. The Archaeological Museum of the Phlegraean Fields is housed in the Aragonese castle of Baia, the Sala dei Gessi exhibits plaster casts from the Roman age reproducing masterpieces of the classical and Hellenistic period of Greek art.

LA SOLFATARA

ZONA FLEGREA TERME DI BAIA

Via Sella di Baia, 63 - Bacoli Tel. 081.8687592 - Lun chiuso. Mar-dom h. 9 - un'ora prima del tramonto Mon closed. Tue-Sun 9 a.m. - dusk Il Parco Archeologico e Monumentale di Baia conserva imponenti resti archeologici rispettivamente del Palatium o residenza degli Imperatori romani a Baia e di una villa tardo repubblicana. The Archaeological and Monumental Park at Baia contains impressive archaeological remains of the Palatium, residence of the Roman emperors at Baia and a villa from the late republican age.

MUSEO DI BAIA Via Castello - Baia Tel. 081.5233797

Via Solfatara - Pozzuoli Tel. 081.5262341 - www.solfatara.it Lun-dom h. 8.30-17.30 Mon-Sun 8.30 am - 5.30 pm Con un'estensione di circa 33 ettari, è un'oasi naturalistica che offre numerosi spunti per un'avventurosa passeggiata tra fumarole, vulcanetti di fango, boschi e zone di macchia mediterranea. Covering 33 hectares, the Solfatara is a natural oasis offering a variety of adventure-filled walks among the fumaroles, boiling mud springs, woodland and Mediterranean maquis.

PARCO ARCHEOLOGICO DI CUMA

Via Acropoli, 1 - Tel. 081.8543060 Lun-dom h. 9-18. Mon-Sun 9 am - 6 pm Il Parco comprende: l'Acropoli, le Terme del Foro e quelle Romane, il Foro, il Capitolium, le Necropoli, la fossa Neronis, le cisterne della Crypta romana e l'Arco Felice. The Park includes: the Acropolis, The Forum and Roman Baths, the Forum, the Capitol, the Necropolis, the Fossa Neronis, the cisterns of the Crypta Romana and the Arco Felice Arch.

ANFITEATRO FLAVIO DI POZZUOLI Lun chiuso. Mar-sab h. 9- 20. Dom h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Mon closed. Tue-Sat 9 am - 8 pm. Sun 9 am - 7 pm. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è alloggiato nel Castello Aragonese di Baia e ospita la sala dei Gessi, con calchi d'epoca romana che riproducono capolavori del

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Via Terracciano, 75 - Pozzuoli Tel. 081.5266007 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-un'ora prima del tramonto. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Tue closed. Wed-Mon 9 am - dusk. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 È il terzo anfiteatro italiano per grandezza dopo il Colosseo e quello di Santa Maria Capua Vetere. Dall'arena si accede ai sotterranei dove stavano le belve prima dei combattimenti. The third largest Amphitheatre in Italy after the Colosseum and the one in Capua (Santa Maria Capua Vetere). From the arena it is possible to go down into the dungeons where wild beasts were caged prior to combat.

Biglietti: 5 euro - May-September 9 am-6 pm Tickets: 5 euros Di proprietà di un'istituzione culturale svedese con sede nell'isola, oltre alla Villa San Michele, la creatura del medicoscrittore e filantropo Axel Munthe (che visse a capri per oltre mezzo secolo) comprende anche un museo circondato da un giardino di rara bellezza, un gruppo di alloggi per scrittori, artisti, scienziati e ricercatori svedesi e "il Monte Barbarossa", un parco naturale per la protezione degli uccelli migratori e della vegetazione mediterranea. Villa San Michele was the brainchild of the Swedish writer and philanthropist Axel Munthe who lived on Capri for over half a century. The site also includes a museum surrounded by a beautiful garden and Monte Barbarossa, a natural park for the conservation of migratory birds and Mediterranean plant life.

CAPRI

VILLA JOVIS

CERTOSA DI SAN GIACOMO

Via Certosa, 2 - Capri Tel. 081.8376218 www.beniculturali.it - Lun chiuso. Martedì-domenica h. 9-14 Ingresso libero - Mon closed. Tue-Sun 9 am - 14 pm. Free entry. Chiusa nella valletta fra l'altura del Castiglione e il Monte Tuoro, è espressione del periodo medioevale e monastico caprese nella sua forma più aulica e monumentale. Fondatore della Certosa, fra il 1371-74, fu Giacomo Arcucci conte di Minervino e di Altamura, segretario della regina Giovanna I di Napoli, della più nobile famiglia di Capri (ad essa appartenne quell'Eliseo Arcucci conte di Capri che fu ammiraglio di Federico II) e potente e ricco feudatario cui si deve per grazia di un primo figlio natogli dalla moglie Margherita Sanseverina. Between the hills of Castiglione and Monte Tuoro is the medieval monastic charterhouse founded between 1371 and 1374 by Count Giacomo Arcucci, secretary of Queen Joan I of Naples and a member of Capri’s most noble family.

Viale Amedeo Maiuri - Capri - Tel. 081.8374549 Lun -dom h.8-1 ora prima del tramonto - Biglietti: 2 euro Mon -Sun 8am-1 hour bedor sunset - Tickets: 2 euros Secondo la tradizione, l’imperatore Tiberio, fece costruire ben dodici splendide ville, ognuna delle quali dedicata ad una divinità dell'Olimpo. Villa Jovis era la più ricca tra esse: posta in cima al Monte Tiberio, a 354 metri di altezza sul livello del mare, fu la principale residenza dell'imperatore Tiberio e ben ne riflette il carattere esclusivo e riservato. According to the tradition, the Emperor Tiberius built twelve beautiful villas, each dedicated to a divinity of the Olympus. Villa Jovis was the richest one: built on the top of Mount Tiberius, at 345 mt. on the sea surface, it was the main residency of Emperor Tiberius and reflects his character, exclusive and reserved.

ISCHIA SCAVI E MUSEO SANTA RESTITUTA

VILLA SAN MICHELE

Viale Axel Munthe, 34 - Anacapri Tel. 081.8371401- Maggio-Settembre h.9-18

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Piazza Santa Restituta, 10 - Lacco Ameno Tel. 081.980538 - Lun-sab h.9.30-12.30/17-19 Dom h.9.30-12.30 - Biglietti: 2,50 euro Mon-Sat 9.30 am-12.30 pm and 5-7 pm


Sun 9.30 am-12.30 pm - Tickets: 2,50 euros Un museo archeologico sotterraneo, allestito sotto la chiesa nello stesso luogo di rinvenimento dei reperti: materiali recuperati a partire dagli anni ’50 che hanno messo in luce la presenza di antichi insediamenti databili tra l'età preistorica e il periodo medievale. In circa 60 vetrine sono raccolti frammenti ceramici e architettonici, vasi e monete che illustrano le tracce lasciate dall’uomo nel susseguirsi delle culture del passato. Tra questi, la Testa della ninfa Aretusa (IV sec a.C.) e la testa di Demetra (IV sec. a.C.) An underground museum beneath the church where the relics were found from the 1950s on. Evidence of settlements from the prehistoric age to medieval times are exhibited in over 60 display cabinets. These include ceramics, vases and coins as well as the Head of the Nymph Arethusa and the Head of Demetra from the 4th century BC.

MUSEO ARCHEOLOGICO LACCO AMENO PITHECUSAE DI VILLA ARBUSTO

Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-17 (income till h15.30). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Grazie all’ottimo stato di conservazione dei suoi edifici, dovuto al particolare seppellimento, sotto una coltre di cenere causato dall’eruzione del 79 d.C., Pompei può dirsi l’unico sito archeologico che ci restituisce l’immagine di una città romana nella sua interezza. Thanks to the remarkable state of preservation of its buildings, due to the peculiar burial under a 6 meters blanket of ash and lapillus caused by the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Pompeii is the only archaeological site showing a Roman town in its integrity.

SCAVI ARCHEOLOGICI DI ERCOLANO

Corso Angelo Rizzoli – Lacco Ameno Tel. 081.900356 - Lun chiuso. Mar-dom h.9.30-13/16-20 Mon closed.Tues - Sun 9.30 am-1 pm and 4-8 pm Nella magnifica cornice della residenza scelta dall’editore Angelo Rizzoli come suo buen retiro isolano, tra i numerosi oggetti, il museo conserva reperti archeologici dall’epoca preistorica (neolitico superiore) all’età romana tra cui un frammento di un’iscrizione metrica nota come Coppa di Nestore proveniente dalla necropoli di valle San Montano a Lacco Ameno.The museum is located in a magnificent setting and houses numerous archaeological finds from prehistoric times and from the Roman age, including a fragment of the so-called Nestor’s Cup from the necropolis in Lacco Ameno.

AREA VESUVIANA SCAVI ARCHEOLOGICI DI POMPEI

Via Villa dei Misteri, 2 Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org

Corso Resina Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Al momento dell’eruzione del Vesuvio, Ercolano venne travolta da una marea di fango e detriti vulcanici, che, solidificandosi, poterono conservare, molto meglio che a Pompei, le parti superiori delle costruzioni e anche tutti i materiali organici, per cui ci si offre una visione unica della vita privata antica. At the moment of the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Herculaneum was swept away by mud and volcanic detritus, which, once solidified, preserved the tops of the buildings and also all the organic materials, so this site offers a unique vision of the domestic life of the time.

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SCAVI DI OPLONTIS

L’antiquarium comprende reperti provenienti dai siti archeologici dell’area vesuviana. Presenta le caratteristiche principali dell’ambiente vesuviano in epoca romana e l’utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo. The Antiquarium displays findings from the archaeologicas sites of the Vesuvius area. It describes the main characteristics of the Vesuvius environment in the Roman era and the exploitation of natural resources at that time.

MUSEO ARCHEOLOGICO VIRTUALE Via Sepolcri - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 5,5 euro; ridotti 2,75 euro over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h.18) Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar) Si tratta di una serie di rinvenimenti archeologici, relativi ad una zona suburbana di Pompei: una villa residenziale, la villa ‘di Poppea’; una ‘villa rustica’ attribuita a L. Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assieme a numerosi pezzi di finissima oreficeria. The site is constituted by a series of archaeological findings related to a suburban zone of Pompeii: a residential villa, the Villa of Poppea; a rural villa, belonging to L. Crassius Tretius, where, next to the numerous bodies of the eruption’s victims, has been found a great quantity of gold and silver coins, along with pieces of fine jewellery.

ANTIQUARIUM DI BOSCOREALE

Via IV Novembre - Ercolano Tel. 081.19806511 Lun chiuso; mar-dom h.9-17. Biglietti: 7 euro; riduzioni 4 euro Mon closed; Tue- Sun 9 a.m. - 5 p.m. Tickets: 7 euros; concessions 4 euros Nasce ad Ercolano il primo museo archeologico virtuale, luogo ideale per chi vuole esplorare il passato con le tecnologie di ultima generazione, immergersi nelle rovine delle città sepolte dalla lava e vedere ricostruiti fedelmente ambienti e costumi degli antichi abitanti. Sono oltre 70 le installazioni multimediali - tra realtà virtuali ed ologrammi - a guidare i visitatori alla scoperta delle voci e dei volti degli antichi ercolanesi, che racconteranno la propria storia. Cuore del Mav è il Cave: un'enorme stanza di luce sulle cui pareti si proiettano giardini e cortili delle case di Pompei, Ercolano e Stabia. E ancora, la Soundgallery, la stanza dei profumi e il Lupanare completano l'esperienza sensioriale nell'antica Ercolano. Herculaneum hosts the firts virtual archaeological museum, ideal place for explorations of the past through modern technologies. More than 70 installaions, devided in virtual reality and holograms, lead the visitors to the discovery of the old Rooman city before the eruption of the Vesuvius in 79 a.C.

MUSEO DEL GIOCATTOLO Via Settetermini, 15 - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 5,50 euro; ridotto 2,75 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar).

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Proloco di Torre del Greco Corso Avezzana, 26 - Torre del Greco Tel. 081.8814676 Lun-ven h.9-19.


Ingresso libero Mon-Fri 9 a.m. - 7 p.m. Free entrance Il fascino dei giocattoli d’altri tempi in una grande esposizione che conta più di 800 elementi. Sessanta anni di storia del giocattolo, dal 1900 al 1960 organizzate in bacheche e teche. The fascination of old fashioned toys ina great exhibition with more than 800 elements. Sixty years of history of toymaking, from 1900s to 1960s organized in shelfs and glass containers.

PAESTUM AREA ARCHEOLOGICA DI PAESTUM

PENISOLA SORRENTINA MUSEO MINERALOGICO

Via San Ciro, 2 - Vico Equense Tel. 081.8015668 www.museomineralogicocampano.it Lun chiuso. Feriali h. 9-13; 16-19. Festivi 9-13 Mon closed. 9 am-1 pm; 4 pm-7pm; Hols 9 am - 1pm Nucleo centrale delle collezioni esposte sono 3.500 minerali, dei 5.000 campioni del fondo Discepolo, appartenenti a 1.400 specie differenti del mondo. Central feature of the collections are the 3,500 minerals of the 5,000-strong Discepolo collection, with 1,400 different types from all over the world

Via Magna Grecia, 919 - Info: 0828.772654 www.infopaestum.it Lun-dom h.9-1 ora prima del tramonto. Ingresso: 4 euro per gli scavi; 6,50 euro per scavi + museo. Mon-Sun h.9-1 hour before sunset. Tickets: 4 euro for the archaeological area; 6,50 euro for archaeological area + museum L’area aecheologica di Paestum rappresenta un ottimo esempio di città greco-romana, di cui conserva l’impianto risalente al 500 a.C. con le imponenti mura, i templi e tutti gli edifici per gli esercizi pubblici come il Macellum, il Foro, l’anfiteatro, l’ekklesiasterion. The archaeological area of Paestum is a very well preserved example of an ancient GreekRoman city with its impressive walls, the temples and all the buildings dedicated to public concern as the Macellum, the forum, the amphitheatre.

BENEVENTO MUSEO ARCOS

MUSEO CORREALE DI TERRANOVA

Via Correale, 50 - Sorrento Tel. 081.8781846 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-14. Biglietti: 6 euro Tue closed. Wed-Mon 9 am - 2 pm. Tickets: 6 euro Ospita dipinti e arti decorative napoletane e straniere dal XVI al XIX secolo, ventagli, orologi e una delle più prestigiose collezioni di porcellane del XVIII secolo. The museum houses collections of Neapolitan and foreign paintings and decorative arts from the 16th to the 19th centuries, refined fans, clocks and one of the most prestigious collections of 18th century porcelain.

Corso Garibaldi, 1 Lun chiuso. Mar-ven h.9.30-13.30/16.30-20.30; sab, dom e festivi h.10-14/16.30-21.30. Biglietti: euro 4; ridotto euro 2. Mon closed. Tue-Fri h.9.30-13.30/16.30-20.30; Sat, Sun and holidays h.10-14/16.30-21.30 Tickets: euros 4; concessions euros 2 Ubicato nei suggestivi sotterranei del Palazzo della Prefettura, il nuovo polo culturale – la cui direzione scientifica è stata affidata a Danilo Eccher – è diventato nel tempo un prestigioso punto di riferimento per le più interessanti sperimentazioni artistiche nazionali e internazionali. Housed in the striking basement of the Prefecture’s building since 2005, this new museum of contemporary – whose scientific direction has been given to Danilo Eccher - has already become an important point of reference for the most important artistic experimentations, both national and international.

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CASERTA BELVEDERE DI SAN LEUCIO

cascate, sono ricchi di statue realizzate dai più noti scultori dell’epoca. Built under Charles III of Bourbon after a project of the architect Vanvitelli, besides the royal appartments, which give a clear idea of the magnificence of Bourbons’ courts, the most spectacular element of the complex are the gardens. Scattered with fountains and cascades, they are rich in statues realized by the most famous sculptores of the time.

MUSEO DELLE CERE “LE MUSE” Via Atrio Superiore - 81020 San Leucio (Ce) Info: 0823.873155; 800.411515 www.sanleucionline.it Orari: mar chiuso. Lun-dom h.9.30-18.30. Biglietti: 6 euro; scolaresche 3 euro. Opening hours: Tue closed; Mon-Sun h.9.30-18.30. Tickets: 6 euros; 3 euros for schools. Le antiche fabbriche della seta di epoca borbonica rivivono nello splendido complesso monumentale di San Leucio dove è possibile osservare gli strumenti originari del '700. The old manufactures of silk of the Bourbons live again in the beautiful Monumental Complex of San Leucio, where have been preserved the original engines dated back to 1700s.

REGGIA DI CASERTA

Chiostro – Sant’Agostino Largo San Sebastiano Tel. 0823.830456 - www.museodellecerecaserta.it Il Complesso di Sant’Agostino ospita una collezione di statue di cera che rappresentano uomini e donne che hanno fatto la storia della regione. The charterhouse of Saint Agostino hosts a collection of wax statues representing men and women that have decided the fortune of the region.

CAPUA MUSEO PROVINCIALE CAMPANO DI CAPUA

Corso Pietro Giannone, 1- Caserta Info: 0823.448084; 0823.277380 www.reggiadicaserta.org Orari: mar chiuso. Appartamento: lun-dom h.8.30-19; mostre: lun-dom h.9-18; giardini: lun-dom h.8.30-18. Biglietti: cumulativo 6 euro; appartamenti 4,20 euro; giardini 2 euro; bicicletta 1 euro. Riduzione per giovani dai 18 ai 25 anni e per i docenti delle scuole statali. Gratis per under18 e over65 e per gli studenti universitari di facoltà umanistche. Opening hours: Tue closed; royal appartment: Mon-Sun h.8.30-19; exhibitions: Mon-Sun h.8.30-18; gardens: MonSun h.8.30-18. Tickets: all inclusive 6 euros; rolyal appartments 4,20 euros; gardens 2 euros; bikes 1 euro. Concessions over18-under25. Free admission under18 and over65 and for Umanistic Faculties students. Costruita per volere di Carlo III di Borbone nella piana di Caserta su progetto del Vanvitelli, accando agli appartamenti storici, che retituiscono i fasti dell’antica corte borbonica, ha degli splendidi giardini che sono l’aspetto più scenografico del complesso. Disseminati di fontane e

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Via Roma, 66 - Tel. 0823.620035 Lun chiuso. Mar-sab h.9-13.30; dom h.9-13 Biglietto: euro 4,13; gratis under18 e over65; riduzioni per Touring Club, Icom, Artecard e gruppi (min 10 persone) Mon closed. Tue-Sat h.9-13.30; Sun h.9-13 Tickets: euros 4,13; free admission under18 and over65; concessions for Touring Club, Icom, Artecard and groups (min 10 persons) Principale museo storico della Campania, presenta la più importante collezione al mondo di Matres Matutae, la famosa madri rinvenute nell’antica Capua. Oltre alla sezione archeologica, comprende una ricca sezione medievale ed anche un’importante biblioteca. Main historical museum of Campania Regione, it hosts the most important collection of Matres Matutae of the world. Besides the archaeological section, the museum hosts a rich section dedicated to the Middle Age and a very important library.



mostre & a cura di Eva Molea

Fino al 14 settmebre L’ULTIMA NOTTE DI ERCOLANO

ERCOLANO - AREA ARCHEOLOGICA Via Miano, 2 - Napoli Tel. 081.8631581 – prenotazione obbligatoria Ven, sab e dom h.20 Biglietti: 25 euro; bambini da 3 a 10 anni 15 euro; sotto i 3 anni ingresso libero Le atmosfere, le emozioni e le suggestioni di un viaggio notturno, teatrale e multimediale, tra le rovine degli scavi di Ercolano, accompagnati da 40 attori in costume. Dalle 20 alle 22 si effettua una isita guidata all’area archeologica ed alle 22.15 ha inizio il musical “Il Mito di Enea”. Ogni venerdì sabato e domenica. Durata 4 ore. Fino al 15 settembre BRIAN ENO

MUSEO MADRE Via Luigi Settembrini, 79 - Napoli Tel. 081.19313016 Mar chiuso; lun-dom h.10-24 Biglietti: euro 7; ridotto euro 3,50; sabato gratis Il musicista, compositore e videoartista Brian Eno sbarca al Madre con due opere: “Constellation: 77 million paintings”, una video-installazione che connette all’infinito sequenze di suoni ed immagini attraverso tutte le possibili combinazioni gestite da un software, e “Lydian Bells” , un’installazione sonora basata su un suono prodotto da 8 campane non sincronizzate. Fino al 15 settembre GEORG BASELITZ

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MUSEO MADRE Via Luigi Settembrini, 79 - Napoli Tel. 081.19313016 Mar chiuso; lun-dom h.10-24 Biglietti: euro 7; ridotto euro 3,50; sabato gratis Ampia retrospettiva dedicata all’opera dell’artista tedesco Georg Baselitz. A più di dieci anni di distanza dall’ultima esposizione italiana, il MADRE presenta, attraverso circa 120 opere, tra dipinti, disegni e sculture, una panoramica completa ed approfondita del lavoro di Baselitz, a partire dai suoi esordi negli anni ’60 ad oggi. Fino al 15 settembre L’IMPRESA DELL’ARTE

PAN – PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI Via dei Mille, 60 - Napoli Tel. 081.7958604; 081.7958605 Mar chiuso; lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.30-14 Biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro Mostra che indaga il rapporto tra arte ed economia, in un periodo in cui aste e fiere d’arte contemporanea comunicano nuovi prezzi record, inducendo a considerare l’equivalenza “impresa dell’arte=mercato dell’arte”. Fino al 28 settembre L’AMICIZIA DELLA PITTURA

CASTELLO ARAGONESE Via dei Mille, 60 - Napoli Tel. 081.7958604; 081.7958605 Mar chiuso; lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.30-14 Biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro Al Castello Aragonese di Ischia sìinaugura un ciclo di mostre dedicate all’amicizia che nasce dall'arte e per l'arte. In particolare all'amicizia che, negli anni, ha unito Gabriele Mattera ad altri artisti che lo hanno frequentato e amato. Questa mostra, in particolare, esplora il rapporto profondo e fraterno tra Gabriele Mattera e Elio Waschimps.


&gallerie Fino al 28 settembre PAOLO RICCI

MUSEO CIVICO DI CASTEL NUOVO Piazza Municipio - Napoli Tel. 081.4976128 - Dom chiuso; lun-sab h.9-19 Biglietti: 5 euro; gratis per under18 e over65 A 20 anni dalla scomparsa di Paolo Ricci, una mostra ripercorre le tappe fondamentali della sua produzione artistica partendo dalla sua partecipazione ai movimenti d’avanguardia fino al periodo iperrealistico e neometafisico degli anni ’60 e ’70.

Tel. 0823.462078 – prenotazione obbligatoria Ven, sab e dom ogni 20’ da un’ora dopo il tramonto Biglietti: 20 Tutti i week-end il Parco della Reggia di Caserta sarà illuminato dai percorsi di luce, passeggiate in notturna che si snodano lungo i viali del parco all’italiana e del Giardino Inglese. Alla luce delle lanterne verranno narrati i segreti significati massonici ed esoterici che sottostanno alla creazione del Giardino Inglese e si andrà alla scoperta del destino dei miti, filo conduttore della manifestazione. Fino al 2 novembre ALLA SCOPERTA DI UN PROTAGONISTA. IL TEATRO DI SAN CARLO DI NAPOLI

Fino al 29 settembre NAPOLINCROCE

MUSEO MADRE Via Luigi Settembrini, 79 - Napoli Tel. 081.19313016. Mar chiuso; lun-dom h.10-24 Biglietti: euro 7; ridotto euro 3,50; sabato gratis Partendo dalla contraddizione bellezza/morte che da sempre la città di Napoli vive, Antonio Biasucci, Doriana e Massimiliano Fuksas, Mimmo Paladino e Toni Servillo propongono – nella chiesa di Donnaregina Vecchia – una serie di installazioni realizzate ad hoc in cui Napoli, come luogo dell’immaginario collettivo, è presentata attraverso la rivisitazione di uno dei segni più cari alla storia dell’arte: la croce. Fino al 26 ottobre IL DESTINO DEI MITI

CASERTA - GIARDINI DELLA REGGIA Via Douet, 2 - Caserta

PALAZZO REALE Piazza Plebiscito, 1 - Napoli Tel. 06.3225380 Mer chiuso; lun-dom h.9-19 - Ingresso libero I tre secoli di vita del celeberrimo teatro dell’Opera napoletano raccontanti in una mostra, allestita all’interno di Palazzo Reale, attraverso una collezione di materiali originali che spaziano dalle scenografie ai bozzetti, dai costumi ai figurini, dai dipinti alle fotografie. Fino a novembre SOGNO POMPEI

SCAVI ARCHEOLOGICI DI POMPEI Piazzale Museo, 19 - Napoli Tel. 081.19303885 – prenotazione obbligatoria Ven, sab e dom un’ora dopo il tramonto Biglietti: 20 euro; 14 euro con Artecard o Easy Napoli; 2 adulti + 2 ragazzi under16 40 euro; riduzioni per i gruppi Giusto una sera per tornare indietro di due millenni e ritrovarsi a Pompei qualche giorno prima che il Vesuvio decida di fermare la Storia. E' il passato che diventa presente in un susseguirsi di suoni, visioni, magie, misteri: l'antica città torna a vivere svelando tutta la sua vitalità.

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