Charme - Settembre 2009

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settembre 2009





Risveglio d’orgoglio di una terra offesa di Giorgio Gradogna

A

priti Napoli! Apri, oh regina!, il tuo scrigno. E mostra all’umanità intera le tue splendide fattezze, la tua controversa personalità, le tue sanguigne passioni, la tua trimillenaria storia, il tuo fantasioso intelletto, la tua gioiosa indole, la tua squisita accoglienza, il tuo creativo gusto, i tuoi impareggiabili sapori, il tuo cristallino sangue. Scrollati, oh Partenope!, lo splin di una sofferenza d’amore ingessata dai potenti e respira l’ossigeno che viene dal mare da cui sei nata. Oh Sirena di virgiliana memoria!, riprendi il tuo trono nella storia e ammalia di te i popoli di ogni dove. *** Entrando attraverso le quattrocentesche porte ancora irte e pullulanti di vita, questo numero di Charme accompagna il lettore in un ennesimo viaggio tra le bellezze, le bontà e le ricercate qualità che solo la Campania Felix è in grado di offrire. Un viaggio tra natura e ingegno che potrebbe non terminare mai, tante sono le eccellenze che la regione incorpora e produce. Un viaggio, quello di Charme, che prosegue da oltre quattro anni, illustrando, come in una vetrina del prestigio, i tanti orgogli di questa terra, troppo spesso dilaniata e offesa sia dai suoi servi che dai suoi regnanti. Da queste considerazioni nasce l’esortazione in incipit.

N

Stirring pride in a slighted land

ditoriale

aples! Oh queen of cities, unlock your box of treasures!. And reveal to mankind your wondrous qualities, your contentious personality, your sanguine passions, your three-thousand year history, your inspired intellect, your joyful disposition, your exquisite hospitality, your refined taste, your unique flavours, your crystalline blood. Cast away, oh Parthenope, the melancholy of a love withheld by the high and mighty, and breathe in the air from the sea of your birth. Oh Virgilian Siren! Regain your throne and enchant the peoples of the world. *** Passing through the fifteenth century gates, still standing strong and teeming with life, this issue of Charme takes its readers on yet another journey to discover the beauty, goodness and refined qualities that only Campania Felix can offer. A journey through nature and ingenuity which may never end, as the excellence that this region possesses and produces is simply immense. The journey that Charme has undertaken is now in its fourth year and continues in its mission to showcase the countless features of which the region can be proud, despite the misdeeds of its people and their leaders. Hence the plea with which this article begins. 5



LA FIRMA DI CHARME

Reg. Tribunale di Napoli n. 1/2007

Napoli, una sirena da ascoltare di Consiglia Licciardi

Negli alberghi a 4 e 5 stelle in omaggio (elenco alle pagg. 176-177)

LE PORTE DI NAPOLI

Direttore responsabile: GIORGIO GRADOGNA Società editrice: Sisicom società cooperativa Via Conte Carlo di Castelmola, 14 80133 Napoli Direzione e redazione: Via Conte Carlo di Castelmola, 14 80133 Napoli tel. 081.198.06.219 info@charmeitalia.it segreteria@sisicom.it Traduzioni: Ken Tobyn Stampa: Arti Grafiche Boccia Salerno Concessionaria per la pubblicità: SpecialMedia Srl via Nuova Poggioreale Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 80143 Napoli Tel. +39.081.195.62.813 Direzione commerciale: Sergio Gradogna Progetto grafico: Artemisia Comunicazione - Napoli Impaginazione: Davide De Marco Development Press srl Immagini: A.A.S.C.T. di Capri, Archivio Gesac, Archivio Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, AGN Fotoreporter, Luciana Lamanna, Maria Volpe Prignano, Michele Attanasio (copertina)

pag. 11

Porta Capuana. Un pizzico di Toscana nel cuore di Napoli di Rosanna Nastro pag. 12

il sommario

CHARME TUTTO IL BELLO ANNO V - NUMERO 4 - SETTEMBRE 2009 (nuova serie)

Porta Nolana. L’anima di Masaniello rivive nella leggenda di Gabriele Scarpa pag. 18

Porta San Gennaro. Varco millenario sulle orme del Patrono di Ludovica Vollaro pag. 24 Port’Alba. Pertugio abusivo con vista sul Decumano di Gabriele Scarpa pag. 30 Aeroporto di Capodichino. Porta del cielo su una storia millenaria di Davide Cerbone pag. 38


Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Napoli

Con il patrocinio di: LUOGHI DELLA STORIA

Benevento e il Sannio. Tra storia e magia, terra di streghe, Papi e guerrieri di Gabriele Scarpa pag. 42 ITINERARI

Parco Nazionale del Vesuvio. Storia e natura nello scrigno della montagna di fuoco di Domenico Esposito

pag. 48

Re-Tour Campi Flegrei. Viaggio alla scoperta dei tesori dei Campi ardenti di Lello Scarpato pag. 60 DONNA CHARME

pag. 68

CAMPANIA EVENTI

Il miracolo di San Gennaro. Cori di donne per scongiurare la sventura di Fulvia Ciapparelli pag. 74

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00

Sagre e feste. Antichi borghi svelano i loro tesori enogastronomici di Davide Cerbone

pag. 82

CAMPANIA STYLE

Parco Nazionale del Cilento. Un paradiso incastonato tra mare e monti di Domenico Esposito pag. 54

Lorena Pucciarelli

Autunno caprese. Sussulti mondani prima del letargo di Eva Molea pag. 78

Pietro Loffredo. Secoli di storia racchiusi in opere-mito di Irene Manco pag. 88 I Poli Orafi della Campania. Cittadelle dell’artigianato che forgiano gioielli di Ludovica Vollaro pag. 94 Eva Karlsson. La moda napoletana adotta una svedese di Annalisa Palmieri pag. 104


Ulturale cravatte. Ora la classe si veste di... pelle di Annalisa Palmieri

pag. 108

Profumi di Napoli. Più belli con le creme al pomodoro San Marzano di Marco Di Bello pag. 128

Ischia Tessile Ricami De Vivo. Trame esclusive che girano il mondo di Marco Di Bello pag. 112

Casinò Vesuvius. Napoli sbanca in Transilvania di Annalisa Palmieri

Vincenzo Oste. Segni viaggianti, gioielli votati a stupire di Marco Di Bello pag. 116

SAPORI DELLA CAMPANIA

Sanseverino Cravatte. Le sette pieghe più famose del mondo di Rino Dazzo pag. 120 Nocerino. Moda di qualità per il jet set di Sarah Ricca

pag. 124

pag. 132

Pizzeria Brandi. La regina delle pizze è nata qui 120 anni fa di Annalisa Palmieri pag. 136 Associazione Verace Pizza Napoletana. Da 25 anni guardiani della pizza doc di Davide Cerbone pag. 142 Fausto Sarracino. Salumi e formaggi dal gusto unico di Rino Dazzo

pag. 146

La ricetta / Parmigiana di melenzane pag. 150 THE BEST OF SHOPPING

& RELAX pag. 152

MOSTRE

& GALLERIE pag. 158

MUSEI

pag. 162

In collaborazione con:

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l


la firma Napoli, una Sirena da ascoltare di Consiglia Licciardi

Diplomata in canto lirico al Conservatorio di Avellino, è una straordinaria interprete della canzone classica napoletana.

“V

edi Napoli e poi muori”. Sembrerebbe proprio che Goethe, ammaliato dalle sue bellezze, abbia detto questo di Napoli al termine di un suo viaggio nella città della sirena Partenope. Beh, io credo che Napoli vada vissuta così come consigliato da colui che George Eliot definì “uno dei più grandi letterati tedeschi” e “l’ultimo uomo universale a camminare sulla terra”. È l’unico modo che conosco per comprendere come all’ombra del Vesuvio tutto conviva in un equilibrio perfetto, anche tra centomila difficoltà. È difficile afferrare il fascino di questo angolo terreno di paradiso senza averne respirato i profumi, assaggiato i sapori e vissuto le atmosfere. Che dire delle sue bellezze naturali, dei suoi monumenti, della sua storia, che non sia già stato detto? E della sua musica? Le sue melodie, conosciute e amate da un capo all’altro del mondo, ci rinverdiscono l’animo e la memoria. È tutta un’armonia, la mia Napoli. Io ci vivo, la amo, la rispetto e non me ne staccherò mai. Come dell’uomo, o della donna, di cui si è perdutamente innamorati, ne accetto i pregi e i difetti. Napoli dà e ha bisogno di energia, che si sprigiona dalla sua gente, dai suoi personaggi, dai suoi artisti, quelli veri, che con la loro creatività la fanno sentire sempre più viva, veicolando nel mondo un’immagine reale e pulita della città, non stereotipata e oleografica, ma sentita e contemporanea, valorizzandone la cultura. Napoli è una Sirena da ascoltare.

Naples, a Siren you should listen to Consiglia Licciardi “See Naples and die”. Apparently it was Goethe who said this about Naples at the end of his trip to the city of the Siren Parthenope, during which he fell under the spell of its alluring beauty. I believe that Naples should be experienced as suggested by the man that George Eliot defined as “one of the greatest German scholars” and “the last universal man to walk the earth”. It is the only way I know to understand how, in the shadow of Mount Vesuvius, life goes on in perfect equilibrium despite the thousands of everyday problems. It is not easy to grasp the fascination of this earthly paradise if you haven’t breathed in its

fragrances, tasted its delightful flavours and lived in its emotion-laden atmosphere. What can I say about its beautiful scenery, its superb monuments and its long history that hasn’t already been said? What about its music and melodies that are known and loved across the globe, refreshing the soul and mind? For me, Naples is harmony. I live there, I love it and respect it and will never abandon it. I accept its qualities and defects, as people do for the man or woman they are madly in love with. Naples gives and needs energy, which emanates from its people, its characters and its artists whose creativity make it feel more and more alive and transmit a real and fresh image of the city; not the well-thumbed stereotype but a heartfelt and contemporary vision of this city of culture. Naples is a siren you should listen to.

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le porte di Napoli

Porta Capuana. Un pizzico di Toscana nel cuore di Napoli di Rosanna Nastro 12


Galleria Umberto I

C

rocevia di cultura, luogo di supplizi. Il varco d’oriente spalanca i suoi battenti a pochi passi dall’antico castello dei duchi svevi e normanni lì dove, agli inizi del ’900

nacque il cosiddetto “Quartiere Latino”, una delle mete più gettonate dagli intellettuali dell’epoca. Per anni i borghi e le stradine sorte all’ombra di Porta Capuana, pratica13


le porte di Napoli

mente a ridosso della chiesa di Santa Caterina a Formello, sono stati luoghi di aggregazione e di vita sociale della Napoli popolare. Qui si allestivano baracconi con attrazioni e divertimenti. Qui si riunivano le comitive dei quartieri per il pellegrinaggio a Montevergine e qui venivano eseguite le sentenze capitali, sorta di macabra appendice al più celebre patibolo di piazza Mercato. Porta Capuana è senza ombra di dubbio l’arco monumentale più bello dell’antica capitale del Regno delle Due Sicilie, quello che si è conservato meglio: un pizzico di Toscana nel cuore della culla di Partenope, concepito, in origine, per trasmettere la magnificenza della casa regnante degli Aragona. Cerniera per vie di comunicazioni e varco d’accesso da Est per il centro di Napoli, la porta che guarda verso Capua fu edificata a partire dal 1488 dal re Ferrante I, nell’ambito di un più complesso progetto di ri-fortificazione e allargamento delle mura cittadine. E’ formata da un arco bianco in marmo riccamente ornato da bassorilievi, con ai lati due poderose torri circolari che simboleggiano l’onore e la virtù e che sembrano quasi sorreggerla con la loro mole imponente che pare sfidare i secoli. L’opera, in perfetto stile rinascimentale, fu commissionata all’architetto fiorentino Giuliano da Maiano, il quale, per il suo progetto, si ispirò ai modelli degli archi di trionfo capitolini, senza trascurare 14

Porta Capuana. A hint of Tuscany in the heart of Naples Rosanna Nastro

Porta Capuana is just a few steps from the ancient castle of the Swabian and Norman rulers of Naples in the heart of the Latin Quarter, a popular

destination for intellectuals in the early 1900s, and was also the centre for the local people’s social life and entertainment, the starting point for pilgrimages to Montevergine and a place of execution. Built to extol the magnificence of the ruling house of Aragon, the city’s


le porte di Napoli

In queste pagine, scorci di Porta Capuana (photo AGN Fotoreporter)

l’originario scopo del programma di lavori concepito dal sovrano aragonese, impegnato, in quegli anni, a irrobustire la cinta muraria partenopea in vista dell’imminente scontro con la Francia. Giuliano da Maiano iniziò i lavori nel 1488, insieme al fratello Benedetto. Ci vollero quasi dieci anni per chiudere i cantieri: quando nel 1495 re Carlo VIII entrò in Napoli, la Porta era già in piedi. L’architetto toscano studiò un sistema molto semplice, eppure elegante per costruire il suo capolavoro. Porta Capuana, infatti, poggia su due pilastri laterali in stile corin-

eastern gateway is undeniably the most beautiful monumental arch in the capital of the Kingdom of the Two Sicilies and also the best preserved. Named after the town of Capua in whose direction it is oriented, its construction was commissioned in 1488 by King Ferrante I as part

of the complex reorganisation and extension of the city defences. The white Renaissance arch, lavishly embellished with marble bas-reliefs, is flanked by two majestic circular towers symbolising honour and virtue which have survived the ravages of time almost intact. The 15


le porte di Napoli

zio che sembrano racchiudere, quasi come in una cornice, l’arco centrale impreziosito con una fitta serie di sculture in cui spiccano trofei d’armi come elmi, corazze, spade e scudi. In cima la struttura è sormontata da un cornicione ed un attico, tutto in marmo bianco, decorato con gigli. Sulla sommità della porta, secondo la leggenda, fino al 1535, anno in cui iniziò la dominazione spagnola, spiccava il fregio con la scena dell’incoronazione di re Ferrante d’Aragona. Si narra che fu Carlo V, all’atto del suo ingresso nella città del Vesuvio, a farlo sparire, facen16

dolo sostituire con lo stemma del suo casato: quello dell’aquila bicipite ad ali piegate. Ai due estremi della monumentale porta, proprio sulla sommità delle colonne corinzie, racchiuse in piccole nicchie, trovano posto le statue di Sant’Agnello e San Gennaro, protettori della città. Un tempo i due patroni, insieme a San Michele Arcangelo e San Rocco, campeggiavano anche nell’edicola fatta edificare ed affrescare nel 1656 dagli Eletti del Popolo, proprio sulla sommità dell’arco, come ex voto alla Madonna contro la peste che in quell’anno devastava Partenope. I


le porte di Napoli

quattro santi erano raffigurati in atteggiamento di preghiera rivolti verso la Vergine Maria. L’affresco, danneggiato dalle intemperie, fu sostituito in un primo momento con un altro dipinto raffigurante il trionfo di San Gennaro e poi, nel 1837, dall’effige dell’Immacolata che calpesta il serpente. Di tutti questi dipinti, così come della stessa edicola, oggi non c’è più traccia. Restano solo vecchie foto in bianco e nero e alcune stampe risalenti alla fine dell’Ottocento a testimoniare l’antica e suggestiva presenza artistica della Madonna sul tetto della Napoli aragonese.

work was carried out by the Florentine architect Giuliano da Maiano, who drew inspiration from the Capitoline triumphal arches while bearing in mind the need to consolidate the city ramparts in view of the imminent conflict with France. It took nearly 10 years to complete, but it was already standing when Charles VIII visited Naples in 1495. Porta Capuana is very simple yet elegant in style. Two Corinthian columns frame the arch which is embellished with a series of sculptures depicting trophies, armour and arms, beneath a marble cornice decorated with fleur-de-lis. The frieze depicting the coronation of King Ferrante of Aragon was removed in 1535, when the Spanish took control of Naples, by order

of Charles V who had it replaced with his coat of arms – the doubleheaded eagle with spread wings. On top of the Corinthian columns, small niches contain statues of St. Agnello and St. Gennaro, the city’s patron saints. Legend has it that these saints also appeared with St. Michael and St. Rocco, all kneeling, in the aedicule built and frescoed in 1656 as an offering to the Madonna against the plague that devastated the city that year. The fresco was later replaced by a painting of the triumph of St. Gennaro and, in 1837, by an image of the Madonna crushing a snake beneath her feet. None of these paintings. nor indeed the aedicule itself, have survived except in old photographs and prints from the early 19th century. 17


Porta Nolana. L’anima di Masaniello rivive nella leggenda di Gabriele Scarpa 18


Galleria Umberto I

C’

è l’anima di Napoli sotto l’arco di Porta Nolana. L’anima popolare, quella che trasuda emozioni e profuma di leggenda. Tra i bassi e le case della città di Masaniello, il tempo

sembra essersi fermato. E’ qui, nelle stradine che si diramano da porta Nolana, costeggiando l’antico Lavinaio, che il Natale prende forma, assumendo i colori della tradizione. 19


le porte di Napoli

In queste pagine, particolari di Porta Nolana (photo AGN Fotoreporter)

Storia e sapori, a due passi dai banchi del mercato del pesce, formano una cosa sola. Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha varcato l’arco aragonese che da corso Garibaldi immette sul Rettifilo, spalancando le soglie dell’antica capitale alle popolazioni della fascia vesuviana. E’ come una finestra aperta sul passato di Napoli. La pagina di un libro dedicata a uno degli angoli più fascinosi e suggestivi della città spagnola. Quella che conobbe le fiammate della rivoluzione scatenata dal pescivendolo di vico Rotto. E che da allora continua a brillare di luce propria, memore dei tempi in cui il po20

Porta Nolana. The spirit and legend of Masaniello live on Gabriele Scarpa

Time seems to have stopped beneath the arch of Porta Nolana, the heart of the Neapolitan people’s traditions and legends. Home to

the fish market and gateway between the two main thoroughfares of Corso Garibaldi and Corso Umberto I, Porta Nolana is an evocative window looking onto the history of the Spanish domination in Naples. This was the flashpoint for the Neapolitan


le porte di Napoli

polo affamato, sceso in piazza per far valere i propri diritti, rovesciava i banchetti delle tasse al grido di “mora lo malgoverno”. Porta Nolana, così come la conosciamo oggi, risale al XV secolo. Prima di quell’epoca era chiamata porta di Forcella perché ubicata a ridosso del popoloso rione napoletano, a metà strada tra l’ospedale Ascalesi e l’Annunziata. Ci pensarono gli Aragonesi, nel 1484, a spostarla più a valle, una volta avviati i lavori di demolizione e allargamento della vecchia cinta muraria di epoca angioina. Così denominata perché orientata in direzione della città che diede

revolt led by the local fisherman Masaniello against Spanish fiscal oppression which was causing many local people to starve. With cries of ‘Death to the Government’, the rioters attacked the nearby customs office and set it on fire, but it was also the site where the decapitated body of Masaniello was later abandoned after being butchered and dragged through the streets. Porta Nolana dates back to the 15th century, when the Aragonese rulers of Naples redesigned the city defences from the Anjou period, moving the ancient gateway closer to the shore and renaming it after the town of Nola, in whose direction the gate is oriented. It imitated the design of another

nearby gate, Porta Capuana, with two massive guard towers (called Faith and Hope) although houses built on top of the gate make it difficult to imagine its original defensive purpose. The gateway comprises a Roman arch faced with marble, in which the grooves for the portcullis are still visible. On top of the city side of the gate stands a bust of St. Gaetano, while the outer face is embellished with three marble coats of arms. The central one is shaped like a horse’s head and contains the insignia of the households of Aragon and Anjou, while the two shields on either side are of Samnite design, although the coats of arms are no longer visible. Above these is a large marble bas21


le porte di Napoli

i natali a Giordano Bruno, nel corso del ’600 divenne uno dei posti deputati alla riscossione delle gabelle, emblema dell’oppressione fiscale del vicereame spagnolo sulla culla di Partenope. Fu qui che i carnefici abbandonarono il corpo senza vita di Masaniello, dopo averlo trascinato per i vicoli del Pendino. Il poderoso ingresso si ispira, nelle sue linee architettoniche, alla non lontana Porta Capuana. Come il varco d’Oriente, infatti, anche Porta Nolana sembra quasi appoggiarsi a due imponenti torri di guardia (Fede e Speranza), oggi in buona parte sommerse dalle abitazioni, tradendo il suo originario scopo difensivo. Il varco è dotato di un arco a tutto sesto di tipo romano, impreziosito da un cordolo marmoreo a sua volta incorniciato da un grosso toro. Nello spessore del muro che sorregge l’architrave si può ancora notare la scanalatura che sorreggeva i cardini delle saracinesche che di sera venivano rinchiuse dalle guardie del re. Nella parte interna, proprio sulla sommità della porta, guardando da via Nolana, svetta un busto settecentesco raffigurante San Gaetano. All’esterno, immediatamente sopra il cordolo dell’arco, spiccano tre stemmi di marmo: quello centrale ha la forma di una testa di cavallo vista frontalmente. Vi sono raffigurate le armi d’Aragona inquartate con quelle Angioine. I due scudi laterali, invece, sono di tipo sannitico. Le armi, che pure un tempo dove22


le porte di Napoli

vano essere presenti, sono state cancellate ed oggi non sono più visibili. Al di sopra di questi tre stemmi si trova un grosso bassorilievo scolpito su una lastra di marmo. La forma è quella di un sovrano che monta a cavallo, con in testa la corona e addosso un’armatura. Molto probabilmente si tratta di re Ferrante d’Aragona. Lo stesso che volle la costruzione della nuova porta al posto del varco di Forcella. E’ probabile che anche qui, come a Porta San Gennaro fosse presente un’edicola (affrescata da Mattia Preti) come ex voto contro la peste. Secondo alcune testimonianze del ’700, il dipinto raffigurava una Madonna col Bambino ed alcuni santi che intercedavano per la popolazione colpita dalla terribile epidemia. Di questo affresco, oggi, non è rimasta alcuna traccia.

relief of a knight on horseback wearing armour and a crown, probably King Ferrante of Aragon who authorised the construction of the new gate. Like Porta San Gennaro, this gateway probably had a niche frescoed by Mattia Preti as an ex voto

offering against the outbreak of plague. According to 18th century sources the painting depicted the Madonna with Child and saints interceding on behalf of the population at the height of the pestilence. No trace of this now remains. 00


Porta San Gennaro. Varco millenario sulle orme del Patrono di Ludovica Vollaro 24


Galleria Umberto I

D

icono che fosse la porta più antica di Napoli. Che già agli albori dell’anno Mille, quando tutta l’Europa tremava per l’imminente arrivo della fine del mondo, fosse l’unico ingresso uti-

lizzabile per entrare nell’antica capitale del Ducato bizantino da Nord. E che tale rimase sino al Cinquecento, nonostante stipiti e cardini fossero destinati, più volte, a cambiare posto. Ci 25


le porte di Napoli

sono documenti che risalgono all’anno del signore 928 a testimoniarlo. Documenti vecchi di oltre mille anni in cui già si parla della Porta di San Gennaro come l’unico varco di settentrione. Anni durissimi, quelli. Caratterizzati dalla piaga dei pirati saraceni che dopo aver messo a ferro e a fuoco Taranto si approssimavano a sbarcare in forze sulle coste del Tirreno. Porta San Gennaro, passaggio obbligato per raggiungere le catacombe del Santo Patrono decapitato a Pozzuoli (fu per questo motivo che il varco fu intitolata a lui), è un pezzo di storia della città di Partenope che risale alle origini greco-romane di Neapolis. L’arco che la compone ha seguito lo stesso destino urbanistico che, nel corso dei secoli, ha caratterizzato le mura di Napoli. Già a metà del ’400, contemporaneamente allo spostamento e al rifacimento di buona parte del preesistente perimetro difensivo, il varco fu spostato a valle, tra Caponapoli e il vallone di Foria, nei pressi del Monastero di Santa Maria del Gesù delle Monache. Un secolo dopo, in seguito all’ulteriore ampliamento degli spazi urbani, slittò ancora, questa volta per volere del viceré di Toledo, andando ad occupare il posto che conserva oggi a pochi passi dalla chiesa di San Francesco dei Cocchieri, proprio a ridosso di piazza Cavour. Successivamente inglobata in un complesso di abitazioni che si affaccia su via Foria, porta San Gennaro ha segnato il confine tra i lazzaretti posti nell’antico vallone della Sanità, il luo26

Porta San Gennaro. A thousand year old gateway on the trail of the patron saint Ludovica Vollaro

The northern gateway to the capital of the Byzantine Duchy of Naples was already standing when Europeans

awaited the end of the world heralded by the arrival of the year 1000. Documents dated 928 AD mention Porta San Gennaro on the northern flank of the city – indeed, it was the only northward gate until the 16th century – providing defence against Saracen pirates who had


le porte di Napoli

In queste pagine, Porta S. Gennaro (photo AGN Fotoreporter)

go in cui consumavano le loro vite i derelitti colpiti da malattie ed epidemie, e il resto dell’abitato. Non a caso negli anni in cui Napoli fu flagellata dal morbo della peste, sulla sommità della porta trovò posto la figura di San Gennaro, protettore dei deboli e degli afflitti: l’effige del Santo era esposta nella direzione degli ammalati, sorta di magra consolazione per quanti erano condannati a una morte orrenda. C’è un particolare che rende porta San Gennaro unica: l’edicola votiva che la sovrasta. Dopo l’epidemia che nel 1656 svuotò la città, l’ingresso di pietra fu impreziosito con un affresco del pittore calabrese Mattia Preti in

already overwhelmed the city of Taranto with fire and the sword and were now set to invade the Tyrrhenian. Porta San Gennaro, named after the city’s patron saint as it was the only way to reach the catacombs in which the martyr’s remains were kept, suffered the same fate as most of Naples’s defensive structures. In the mid 15th century, the city’s perimeter walls were moved outwards and the gate was transferred to the area near the Monastery of Santa Maria del Gesù delle Monache and, a century later, the viceroy of Naples ordered it to be rebuilt in its current location behind Piazza Cavour. Subsequently incorporated into houses built on Via Foria, Porta

San Gennaro marked the boundary between the area where plague sufferers were taken to live out what remained of their desperate lives and the rest of the city. Indeed, during the epidemic a statue of St Gennaro was placed on top of the gateway looking down on the plague victims awaiting their terrible death. One unique feature of Porta San Gennaro is its votive aedicule. After the 1656 epidemic which decimated the population, the stone gateway was embellished with a fresco by Mattia Preti depicting St. Gennaro, St. Rosalia and St. Francis Xavier praying for the end of the scourge. Preti had apparently fled Rome after killing a man, and then murdered a guard to breach the quarantine 27


le porte di Napoli

cui campeggiano le immagini di San Gennaro, Santa Rosalia e San Francesco Saverio che implorano la fine del flagello. Secondo la tradizione, Preti giunse a Napoli con sul groppone l’accusa di omicidio: aveva ucciso un uomo a Roma, dove si trovava per affrescare una chiesa. Scampato alle falde del Vesuvio, dove imperversava la peste, riuscì a forzare il cordone sanitario allestito dalle autorità vicereali, facendo fuori una guardia. Condannato a morte, se la cavò, evitando il patibolo: il viceré lo graziò per i suoi indiscussi meriti artistici, ma lo condannò, in cambio della vita, a dipingere delle immagini sacre, come ex voto per lo scampato pericolo del morbo, su tutte le porte della città. Fin qui la leggenda. Fatto sta dei fantomatici affreschi di Mattia Preti non c’è traccia su nessuna delle porte dell’antica capitale del Mezzogiorno, ad esclusione, appunto, di quelli dipinti nell’edicola che sovrasta l’arco di Porta San Gennaro ed ancora oggi visibili (ed in bello stato di conservazione). La storia artistica della porta che da piazza Cavour conduce verso un labirinto di viuzze, tra case antiche e bassi, alla volta di via Duomo, conobbe un nuovo capitolo nel 1659 quando, su richiesta dei padri teatini, sulla facciata interna vi fu aggiunto il busto in pietra di San Gaetano, realizzato da Bartolomeo Mori, con un’iscrizione dedicatoria e la data del 1658. La nicchia con il quadro della Vergine che spicca sotto la porta, è invece un altro ex-voto più recente: risale al 1887 per lo scampato colera del 1884. 28

imposed on the city of Naples by the Viceroy. Condemned to death, he was pardoned because of his artistic merits but was obliged to paint frescoes on all the city gates. None of Mattia Preti’s alleged frescoes are to be found on any gate except for the ones still visible and wellpreserved in the

aedicule above the arch of Porta San Gennaro. The Theatine Order asked for a stone bust of San Gaetano by Bartolomeo Mori to be placed on the inside of the arch in 1659, while the niche with the painting of the Madonna is a more recent ex voto offering after the cholera epidemic of 1884.



Port’Alba. Pertugio abusivo con vista sul Decumano di Gabriele Scarpa 30


Galleria Umberto I

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ort’Alba e la sua storia. Da pertugio di fortuna a elegante varco d’accesso per il Decumano Maggiore. Incastonato nell’edificio del convitto nazionale di piazza Dante (l’antico

Foro Carolino), con vista sui reperti archeologici di piazza Bellini. Area pullulante di botteghe librarie e rinomate case editrici, dove la cultura assume il sapore di un vecchio volume, 31


le porte di Napoli

Port’Alba. Do-it-yourself gateway to the ancient city centre Gabriele Scarpa

Located in Piazza Dante near the archaeological site of piazza Bellini, the monumental Port’Alba gateway to the ancient city centre is home to numerous antique bookshops, publishing houses and cultural venues, but it is also a fine example of the traditional Neapolitan arrangiarsi, which can perhaps be translated as ‘making your own arrangements’. The ancient walls dating back to the Anjou domination were in a poor state of repair and, after some crafty Neapolitans had ‘helped’ a few 32

stones to fall here and there to shorten their walk home, Prince Paolo di Sangro di San Severo appealed to the Viceroy Don Antonio Alvarez di Toledo, Duke of Alba, to transform the unauthorised ‘backdoor’ into a new and functional entrance to the city. The population in the centro storico had increased considerably and Naples had become one of Europe’s largest cities, requiring the authorities to build new gates and roads before the Neapolitan people ‘made their own arrangements’ and transformed the city defences into a colander. The task of relocating the city walls was assigned to the architect Pompeo Lauria and work began in May

In queste pagine, immagini di Port’Alba (AGN Fotoreporter)

1625 with the demolition of one of the Anjou guard towers. The new Port’Alba gateway was named after the Viceroy who authorised its construction and was embellished with the coats of arms of Philip III, the city of Naples and, of course, that of

Don Antonio Alvarez de Toledo. Thirty years later, Mattia Preti, painted a series of frescoes in the gateway depicting the Virgin with St. Gennaro and St. Gaetano and the scene of dying plague victims, of which no traces now survive. In 1781,


le porte di Napoli

magari sfogliato a due passi dal reticolato urbano della città greca. Port’Alba e Napoli sono una cosa sola. Storia e tradizione, da queste parti, formano un binomio indissolubile che affonda le radici nella più tradizionale delle arti partenopee: quella dell’arrangiarsi. Strano destino quello della monumentale porta napoletana, oggi nota in tutta la Campania per i suoi numerosi ed esclusivi negozi di libri (nuovi e usati), ma un tempo legata all’artificio di chi, pur di non sobbarcarsi inutili camminate a piedi, non ci pensò su due volte a spostare qualche mattone per aprirsi una scorciatoia

verso casa. Con la sua imponente architettura e le testimonianze artistiche dell’epoca dei viceré, il varco di largo Mercatello poggia sui resti di uno scavo abusivo praticato nel corso del Seicento sulle fondamenta dell’originario sistema murario voluto dai re di Francia. Fu il nobiluomo Paolo di Sangro a chiederne l’apertura. Fu lui a fare pressioni sull’allora viceré di Napoli, don Antonio Alvarez di Toledo, duca d’Alba, affinché al posto del varco aperto di nascosto dai cittadini, fosse ricavato un nuovo e più funzionale ingresso. La cinta muraria che avvolgeva la capitale era vecchia, risaliva ai tempi del casato dei d’Angiò ed era ormai diventata un colabrodo. Napoli era cresciuta. La popolazione era aumentata, soprattutto nel Centro storico, dove si avvertiva, ormai, l’esigenza di una più moderna porta, per non costringere i partenopei a inutili e dispendiosi giri per rientrare in città. Ed evitare, come invece accadeva, che si continuassero a praticare aperture di emergenza nelle pareti di pietra che circondavano il reticolato dei Decumani. La culla di Partenope non era più quella di un tempo. Il giardino d’Europa era lievitato, trasformandosi in una delle metropoli più grandi del Vecchio Continente. La rete urbana andava ampliata. Le secolari torri demolite, le mura spostate a valle. Se così non fosse accaduto i napoletani avrebbero continuato ad arrangiarsi a modo loro, sgretolando a poco a poco le vecchie fortificazioni anche 33


le porte di Napoli

senza l’autorizzazione delle autorità. Fu per questo motivo che il principe don Paolo di Sangro di San Severo pregò il duca d’Alba di adoperarsi per far costruire una vera e propria porta al posto del pertugio fuorilegge che la gente aveva aperto a due passi dal largo Mercatello, l’attuale piazza Dante. Cosa che accadde nel maggio del 1625 quando l’architetto Pompeo Lauria, cui fu commissionata l’opera, diede il via ai lavori, demolendo uno dei torrioni di guardia delle mura angioine. In origine Port’Alba, così chiamata dal nome del viceré, fu decorata con tre stemmi: uno di Filippo III, uno della città di Napoli ed uno, appunto, di don Antonio Alvarez de Toledo. Trent’anni dopo, grazie ai pennelli del pittore Mattia Preti, il varco fu abbellito con una serie di affreschi in cui erano raffigurati la Vergine con San Gennaro e San Gaetano e la scena dei moribondi appestati, di cui non c’è più traccia. Nel 1781, a quasi un secolo e mezzo di distanza dall’apertura, la porta di piazza Dante fu ulteriormente impreziosita con la collocazione, alla sua estremità, della statua di San Gaetano da Thiene, proveniente da un’altra porta, quello dello Spirito Santo (detta anche porta Reale) che nel frattempo era stata demolita. I lavori di rifacimento e di ampliamento che resero il varco del Decumano Maggiore così come appare oggi, furono realizzati nel 1797. In quell’anno sull’apice della struttura fu anche apposta un’iscrizione in cui si menzionava re 00



le porte di Napoli

the gateway was further embellished with the statue of St. Gaetano of Thiene, which had to be relocated after another city gate was demolished. Port’Alba was extended and refurbished in 1797 to give it its modern-day appearance, although the inscription to King Ferdinand IV of Bourbon was removed during the shortlived Neapolitan

Republic of 1799. Older Neapolitans still refer to Port’Alba as Porta Sciuscella, Neapolitan for the carob fruit which fell from the tree in the adjacent gardens of the San Sebastiano convent and were greedily eaten by the local street urchins, making their own arrangements for something sweet to eat.

Ferdinando IV di Borbone, cancellata due anni dopo, durante la breve epopea della Repubblica Napoletana (1799). Nei ricordi dei più anziani, Port’Alba continua ad essere chiamata porta Sciuscella dal nome dei frutti di carrubo, provenienti dal vicino giardino del convento di San Sebastiano, che continuamente finivano in strada e venivano raccolti dagli scugnizzi per essere succhiati. Una ulteriore testimonianza del feeling che univa questi luoghi alla Napoli popolare. Legame speciale che non si è mai spezzato, neanche di fronte ai primi colpi di scalpello e pennello. 00



Aeroporto di Capodichino. Porta del cielo su una storia millenaria di Davide Cerbone 38


Galleria Umberto I

C’

è un punto in cui il cielo sopra Napoli si tuffa nel mare. Azzurro nell’azzurro, in una fusione di sfumature indistinte, separate soltanto da quel sottile tratteggio senza fine che si chiama orizzonte. È

la prima emozione che la sirena Partenope riserva all’ospite che plana dall’alto. In un colpo d’occhio c’è la sintesi del miracolo che la Natura ha voluto ambientare tra il Vesuvio e il Golfo. Il migliore 39


le porte di Napoli

dei benvenuti possibili, per i turisti che scelgono di raggiungere la città di Vico e di Croce passando dalle nuvole. Vista dall’oblò, Napoli appare come una sterminata distesa di tetti che tracima nel Mediterraneo. È con queste suggestioni che la porta del cielo si spalanca sui dedali del centro antico e sui millenni di arte e di storia, sul Vesuvio e sugli scavi archeologici, sui paesaggi incantati delle isole e della Costiera. Se una manciata di secoli fa il forestiero entrava passando sotto gli archi in pietra di Porta Capuana, oggi i varchi di accesso alla città sono le stazioni e l’aeroporto. Luoghi senz’altro meno romantici, ma certo più adatti ai tempi. Dal gate di Capodichino transitano ogni anno quasi sei milioni di passeggeri. Secondo nel Sud, per numero di passeggeri, soltanto a quello di CataniaFontanarossa, l’aeroporto di Napoli è stato il primo in Italia a essere privatizzato e oggi è gestito dalla Gesac, società controllata dalla britannica Baa (British Autority Airport), la stessa che gestisce gli aeroporti di Londra. La storia di Capodichino comincia all’inizio del ’900. Risalgono, infatti, al 1910 le prime esibizioni di velivoli sull’allora Campo di Marte, l’ampio territorio impiegato in epoca borbonica come luogo per addestramenti militari. Nel 1918, in piena guerra, Capodichino diventa aeroporto militare. Tre anni dopo viene intitolato all’aviatore Ugo Niutta. Nel 1950 lo scalo apre al traffico civile: da quella data ha inizio un continuo sviluppo, culminato nel 1995 con la privatizzazione e con un piano di investimenti per un valore di 145 milioni di euro. Lo stesso anno apre il Terminal 2, 40

Nella prima pagina, l’Aeroporto dall’alto (photo AGN Fotoreporter)

Capodichino International. Airport Gateway to history Davide Cerbone

Blue on blue separated by the thin dark line we call the horizon. This is where emotion begins for visitors to the city of the Siren Parthenope, as

the aircraft begins its descent over the beautiful Bay and city of Naples. The eye is drawn from the endless array of roofs separated by a maze of streets. to Majestic Mount Vesuvius and its archaeological sites, and then to the enchanting Sorrento peninsula and the


le porte di Napoli

Sopra, i nuovi interni dell’Aeroporto (photo archivio Gesac)

destinato ai voli charter, e nel 2000 è Carlo d’Inghilterra a inaugurare la nuova sala partenze. Altri e più importanti lavori sono stati realizzati nel corso degli ultimi mesi, in particolar modo nella zona partenze (banchi check-in), e al primo piano del Terminal 1, con l’inaugurazione della galleria riservata allo shopping (land side). Procedono intanto gli interventi per la nuova area commerciale air side. Tutto fatto anche sul versante del fronte dell’aerostazione, con l’ampliamento e l’ottimizzazione degli spazi e la messa in funzione di tre nuove scale mobili: la nuova facciata sarà inaugurata a settembre, alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

beautiful islands at the entrance to the Bay. A land whose history, art and fine food span the millennia amidst controversy and promises for a future that always seems just out of reach Travellers to Naples once entered the city through the great stone gates of Porta Capuana, Porta Nolana, Porta San Gennaro or Port’Alba, but today the railway station, harbour and airport offer a more practical, though less romantic, alternative. Capodichino airport handles about six million passengers a year, although the 2008 figures were slightly lower as a result of the economic downturn and the collapse of Alitalia, but it remains the second busiest airport in

southern Italy and was the first to be privatised. Since 1995 it has been managed by Gesac - a company of the British Airport Authority, which manages London’s main airports. Once the military parade ground of the Bourbon Kingdom of Naples, Capodichino saw its first aircraft in 1910 and by 1918 it had become a military airport defending the city from air raids at the end of world war I. It was opened to civil aviation in 1950 and, since then, it has gone from strength to strength: the privatisation deal injected investments of 145 million Euro, partly to build Terminal 2 for charter flights, and the Prince of Wales inaugurated the new departure lounge in 2000. 41


luoghi della storia

Benevento e il Sannio. Tra storia e magia, terra di streghe, Papi e guerrieri di Gabriele Scarpa 42


Galleria Umberto I

L

uogo d’incanto e magia, terra di Papi, streghe e guerrieri. Meta di pellegrini e amanti della buona tavola. Se c’è un luogo in Campania che più di ogni altro affascina e colpisce, questo è il Sannio,

con la sua plurimillenaria storia, i mille episodi, i fatti e le tradizioni che si perdono nella buia notte dei tempi. Tra sacro e profano, c’è una leggenda che più di ogni altra caratterizza la terra di Padre 43


luoghi della storia

Pio. Quella legata alle streghe. L’origine del mito affonda le radici nel momento in cui i Longobardi sbarcarono in forze a Benevento, con tutto il loro bagaglio di credenze e costumi. Agli occhi dei padroni di casa, tutti rigorosamente cristiani, quei barbari piovuti dal Nord incutevano timore e reverenza. Quelle che più di tutto generava paura, tuttavia, erano le pratiche religiose adottate dai nuovi arrivati, abituati a strani riti fatti di danze bizzarre che sacerdotesse provette consumavano sulle sponde del fiume Sebeto, ai piedi di un albero di noce dai cui rami pendevano pericolosi serpenti. Una danza che i beneventani guardavano con sospetto, e che tacciavano di adorazione demoniaca. Tutto finì quando gli invasori accettarono di convertirsi al Cristianesimo. Allora gli antichi riti finirono in soffitta, lasciando, al loro posto, il lugubre ricordo di quelle strane e invasate danzatrici che ballavano sotto l’albero di noce. Un ricordo giunto intatto fino ai giorni nostri sotto forma di macabra credenza. Fin qui il fascino dell’occulto. Poi c’è la storia, quella vera. Che nel Sannio ha segnato capitoli tra i più vivi e complessi d’Italia. Si parla infatti dei Longobardi, ma non si può tacere di chi, prima di loro, mise radici ben più salde in questi luoghi, a costo di battaglie lunghe e sanguinose, combattute tra gole e strettoie, valli e ripidi sentieri, contro un popolo che la guerra ce l’aveva nel sangue: i Sanniti. Fu questa popolazione italica, conosciuta anche con il nome di Sebelli, stanziata fin dagli albori del primo millennio a.C. nei territori della Campania 44

Benevento and the Sannio district. History and magic in the land of witches, popes and warriors Gabriele Scarpa

A place of mystery and magic, a land of popes, witches and warriors and a destination for pilgrims and

gourmets. The Sannio is a fascinating district whose history spans the millennia, but if there is one legend that persists in the land of Padre Pio, it is that of witchcraft. The legend originated when the Longobards invaded and settled in Benevento, bringing their


luoghi della storia

In queste pagine, borghi e paesaggi del Sannio (photo AGN Fotoreporter)

del Nord, dell’alta Puglia, di gran parte del Molise e del basso Abruzzo, a sbarrare il passo ai dominatori dell’Urbe, affrontandoli e sconfiggendoli piÚ volte, tra il 343 e il 290 a.C., e umiliandoli anche nella strettoia di Caudio (episodio delle Forche Caudine), come in pochi erano stati in grado di fare fino a quel momento. Alla fine i Sanniti furono battuti e romanizzati, al termine di un lungo processo che si concluse solo nei primi secoli del I millennio d.C. Ma una volta costretti alla resa e inglobati nelle legioni, i Sebelli non persero la fama di soldati imbattibili, a tal punto che molte delle campagne militari affrontate e poi vinte da Roma nei secoli succes-

beliefs and customs with them. The Christian inhabitants viewed these northern barbarians with awe and reverence but were alarmed by their religious rites which involved priestesses engaging in frenetic dances on the banks of the river Sebeto beneath a walnut tree hung with deadly snakes. This was too much like devil-worship in their eyes, but the northerners were eventually converted to Christianity and such practices disappeared, although memory of them has survived to the present day. However, there was an ancient people who put down much deeper roots after long and bloody battles in valleys, gorges and on mountain paths, a people who had the love of battle in their blood: the Samnites. This Italic tribe settled in the territories

straddling northern Campania, Apulia, Molise and Abruzzo, defeating the Roman expansionist armies on many occasions between 343 and 290 BC and humiliating them at the Battle of the Caudine Forks. Eventually the Samnites were defeated and Romanised over the following centuries, during which time they became the most feared soldiers in the Roman legions. Their home was the ancient Greek town of Maloenton, which the Romans called Malaventum until they generously renamed it Beneventum after defeating Pyrrhus of Epirus (275 BC) just outside the Samnite town. Numerous archaeological remains of this period have survived in Benevento and the Sannio district, including the Decumani roads, the theatre of 45


luoghi della storia

sivi, recarono l’impronta indelebile di quegli uomini di ferro che avevano fissato la loro capitale nell’antica città greca di Maloenton. Era quella che i romani chiamavano, nella loro lingua, Malaventum e che poi, benignamente, ribattezzarono Beneventum una volta affrontato e sconfitto, proprio a pochi passi dall’abitato sannita, l’astro di Pirro il re dell’Epiro (275 a.C.). Di quell’epoca restano numerose vestigia nel Sannio e a Benevento in generale. Testimonianze archeologiche di immenso valore come il tracciato stradale dei Decumani, il teatro di Adriano, il famoso arco trionfale diTraiano (il più importante monumento del capoluogo), il ponte Leproso, i resti dell’anfiteatro di Nerone e quelli dell’arco del Sacramento. Furono proprio i latini a scoprire e pubblicizzare uno dei dolci più noti e famosi di questa terra, autentico marchio di fabbrica del Sannio: il torrone, espressione di artigianalità e genuinità senza pari. Questa prelibatezza della tavola era chiamata a quei tempi Cupedia, in dialetto “Cupeta”, varietà di torrone oggi assai nota, dal gusto raffinato, composta da miele, bianco d’uova e mandorle pugliesi cotte a fuoco lento (per la durata di circa otto ore) con l’aggiunta di essenze odorose, e avvolta in un ostia. Col tempo si prese a chiamare la Cupedia romana “torrone” perché, per confezionarla, era prima indispensabile abbrustolire e tostare (torréo) le mandorle e le noci e poi aggiungerle all’impasto. Non c’è solo il marchio di Roma, comunque, nei destini della 46

provincia beneventana. Il Sannio moderno presenta immense possibilità di sviluppo, in larga parte legate all’opzione turistica offerta da paesi e borghi che devono la loro fama anche e soprattutto alle diverse dominazioni che vi si sono succedute. Il Sannio, ricordiamolo, prima di entrare a far parte in pianta stabile del Regno di Napoli, ha conosciuto e subito il dominio dei re Normanni ed è stato per anni parte integrante dello Stato Pontificio, la cui presenza ha lasciato tracce indelebili sulle architetture di cittadine come Sant’Agata dei Goti, conosciuta anche come la “Orvieto del sud” per il suo bellissimo centro storico, Cerreto Sannita, Cusano Mutri e Morcone. Strutture come la Rocca dei Rettori, la chiesa di Santa Sofia e il Duomo di Be-


luoghi della storia

nevento sono lì a dimostrare come la stratificazione storica sia stata in grado di forgiare autentici capolavori del genio umano. E ancora: come dimenticare che il Sannio è anche la terra di Pietrelcina, il paese natale di Padre Pio, il santo più amato e pregato del Terzo Millennio? Né si possono ignorare le antiche mura dell’abitato di Telesia, le terme di Telese e San SalvatoreTelesino (con le sorgenti del Grassano), il Castello di Montesarchio e i resti di Caudium. Concludiamo con uno dei fiori all’occhiello del Beneventano, autentica chicca per storici e appassionati di preistoria: il Parco Geopaleontologico di Pietraroja. E’ questo il luogo in cui fu trovato “Ciro”, il primo dinosauro scoperto in Italia. Una vera rarità. Più prezioso di così…

Hadrian, and the famous triumphal arch of Trajan (the town’s most famous monument). The Latins also discovered one of this region’s most famous sweets: torrone (nougat). At that time it was called Cupedia, an elaborate sweet made from honey, egg whites, toasted almonds and natural extracts and wrapped in rice paper. The name ‘torrone’ replaced Cupedia because of the long almond toasting process. The Sannio district also bears witness to other invading civilisations and it is this variety of styles in the region’s towns that represent its great prospects for a thriving tourist industry in the modern day. Before becoming part of the Kingdom of Naples, Sannio was ruled over by the Normans and was part of the Papal States for many years. This can be seen in the

architecture of towns like Sant’Agata dei Goti (also known as ‘the Orvieto of the South’ for its exquisite town centre), Cerreto Sannita, Cusano Mutri and Morcone. Other buildings, like the Rocca dei Rettori castle, the church of Santa Sofia and Benevento cathedral, are proof of the masterly constructions in the area. Sannio is also home to Pietralcina, the birthplace of Padre Pio, the most revered saint of the 3rd millennium, but other attractions include the walls of Telesia, the spas at Telese and San Salvatore Telesino, Montesarchio castle, the remains of Caudium and the Geopaleontological Park of Pietraroja where archaeologists discovered Italy’s first dinosaur, now affectionately known as “Ciro”. 47


itinerari

Parco Nazionale del Vesuvio 00


Capri style

Storia e natura nello scrigno della montagna di fuoco di Domenico Esposito

S

toria, tradizioni, leggende e natura racchiusi in uno scrigno d’inestimabile valore. Un tesoro da tutelare ad ogni costo. Ecco perché, il 5 giugno del 1995, è stato istituito il Parco Nazionale del Vesuvio, che si estende su una superficie di 8.482 ettari e interessa il territorio di ben tredici Comuni. Un’area protetta, dichiarata dall’Unesco “Riserva Mondiale della Biosfera”, per intraprendere una feroce lotta all’abusivismo edilizio e agli sversamenti illeciti di rifiuti che hanno minato,

Mount Vesuvius National Park. History and Nature beneath the Mountain of Fire Domenico Esposito

History, folklore, legends and nature are priceless treasures to be safeguarded at all costs. So, in 1995,

the Mount Vesuvius National park was created and declared a Unesco Biosphere Reserve in order to combat the building speculation and illegal dumping of waste that have blighted the beautiful Neapolitan volcano in recent years. Landmark and symbol of Naples, Vesuvius has inspired writers throughout the 49


itinerari

soprattutto negli ultimi anni, la bellezza senza eguali del vulcano partenopeo. Già, perché il Vesuvio, effigie regale della cartolina di Napoli, va restituito al suo originario splendore, quello che nel corso dei secoli ha ispirato poeti e scrittori d’ogni angolo del pianeta. Dalle lettere di Plinio il Giovane, nelle quali descrisse a Tacito la catastrofica eruzione del 79 d.C. che rase al suolo Ercolano e Pompei, fino ai celebri versi di Giacomo Leopardi che, ne “La ginestra”, suggellò il fascino dello “sterminator Vesevo”. Fiumi di inchiostro per decantare la magnificenza di quello che viene considerato il vulcano più pericoloso e, nello stesso tempo straordinario, del mondo. Amore e tormento. Sicurezza e terrore. Il gigante veglia sul Golfo, ne impreziosisce il panorama, è il tassello che completa lo splendido mosaico della città di Partenope. Eppure rappresenta l’incubo principale di milioni di persone, dal momento che la sua attività sismica – seppur impercettibile – non conosce tregua. L’ultima eruzione, definita “solo pirotecnica” dallo scrittore Erri De Luca, avvenne nel 1944. Quasi a voler mandare un messaggio chiaro, un avviso, a una Napoli in guerra. Da allora l’apparente letargo. E l’inizio di una crescita demografica che si è tradotta in un processo di cementificazione senza freni. Il Parco Nazionale si pone a difesa del Vesuvio, e delle specie animali e vegetali che lo popolano. Il territorio della riserva si 50

presenta estremamente interessante grazie alla ricchezza dei suoli lavici del vulcano e del monte Somma. Un’autentica manna per l’agricoltura che dà vita a prodotti dalle caratteristiche organolettiche uniche. E’ il caso dell’albicocca vesuviana, dolce e gustosa come poche, delle prelibate ciliegie o dei pomodorini del “piennolo”, d’un rosso intenso e ardente, al punto che, secondo la leggenda, le radici dei pomodorini si nutrono della lava stessa del Vesuvio. Ma l’area dello sterminator è soprattutto terra dell’uva, da cui si ottiene il vino Doc Lacryma Christi. Ancora una volta mito e realtà s’intrecciano nella sto-


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In queste pagine, il Parco nazionale del Vesuvio (photo AGN Fotoreporter)

ria del vulcano. Sarebbero infatti state le lacrime di Gesù, dopo il furto di Lucifero che aveva rubato un pezzo di paradiso per farne in terra il Golfo di Napoli, a far germogliare le viti. Copiosa è anche la fauna, nonostante l’area del Parco sia inserita in un contesto particolarmente antropizzato. Tra gli invertebrati, ad esempio, si contano ben 44 specie di farfalle diurne; mentre tra i vertebrati sono presenti 2 specie di anfibi, 8 di rettili, 138 di uccelli e 29 di mammiferi. Inerpicandosi sui sentieri del Vulcano è, dunque, possibile imbattersi in vari esemplari di animali, come il rospo smeraldino, il riccio, il ghiro, il topo quercino, il

world over the centuries, from Pliny the Younger, who describes the catastrophic eruption of 79AD that razed Pompeii and Herculaneum to the ground, to Giacomo Leopardi, whose La Ginestra describes the wonder of the “sterminator Vesevo”. Nevertheless, despite its magnificence, Vesuvius is also considered the world’s most dangerous volcano whose albeit imperceptible seismic activity is a real and present threat to millions of people. Since the last eruption of 1944, described by writer Erri De Luca as “merely a pyrotechnical show”, Vesuvius has entered a dormant phase in which the post war population has grown and many homes have been built on its slopes. The National Park aims to defend Vesuvius and its wildlife, which

thrives thanks to the fertile volcanic soil and yields some superb produce, such as the tasty Vesuvius apricots, juicy cherries and the bright red piennolo tomatoes which, legend says, draw nutrients from the lava itself. However, the slopes of the volcano are famed for the vineyards producing Lacryma Christi wine, named after the tears that Christ shed when Lucifer stole a corner of Heaven to create the Gulf of Naples, and these tears caused the vines to germinate. Although much of the area surrounding the park is inhabited, there are numerous species of butterflies, amphibians, reptiles, mammals and birds, including buzzards, kestrels, falcons and hawks, which have started nesting here again as a result of the Park’s conservation strategy. There is also a wide variety of flora on the mountain. The 51


speciale estate

coniglio selvatico, la volpe, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino e lo sparviero, tornato a nidificare grazie alla politica di conservazione intrapresa dall’ente Parco nazionale del Vesuvio. Per quanto riguarda la flora, invece, il versante vesuviano e quello sommano differiscono notevolmente: il primo è più arido, con le caratteristiche tipiche della macchia mediterranea; mentre il secondo, più umido, si contraddistingue per la presenza di boschi misti. Attualmente sono note 906 specie vegetali, tra cui la betulla, l’ontano napoletano, l’elicriso litoreo, la veleriana rossa, la ginestra di leopardiana memoria e oltre venti specie di orchidee. L’ente ha inoltre investito notevoli risorse per realizzare la “Sentieristica del Parco nazionale del Vesuvio”: nove percorsi da sogno che si sviluppano su una superficie di 54 chilometri. La Valle dell’Inferno rappresenta una delle più suggestive passeggiate del complesso vulcanico, perché in grado di evidenziare l’imponenza del Vesuvio. Incantevole è la Strada Matrone, il più panoramico degli itinerari del Parco con l’ascesa al Gran Cono del Vesuvio. Da lì, circondati da pini e ginestre, è ci si può perdere nello splendore della penisola sorrentina e del Golfo di Napoli, con un occhio di riguardo verso la “bella” Capri, per cui il Vesuvio, come scrisse Matilde Serao, “freme d’amore e lampeggia e s’incorona di fumo e il fuoco trabocca in lava corruscanti”. 52

more arid western slopes are covered in Mediterranean shrubs while the damper eastern flanks have mixed woodlands and are home to over 20 species of orchids. The Park authority has created nine nature trails for a total of 54 km, the most interesting of which is the “Valley of Hell” as it shows the true majesty of the destructive volcano, while the enchanting Strada Matrone path takes

walkers up to the cone of Vesuvius where, amid pine trees and broom shrubs, they can enjoy breathtaking views of the Gulf of Naples, the Sorrento peninsula, and the ‘sleeping beauty’ of Capri. Indeed, the writer Matilde Serao claimed that Vesuvius is so in love with the ‘Azure Isle’ that it quakes from the sentiment and sends forth fire, flame and burning lava.



Parco Nazionale del Cilento 00


Capri style

Un paradiso incastonato tra mare e monti di Domenico Esposito

S

piagge incantevoli, mare cristallino, borghi medievali abbarbicati sulle colline, grotte mozzafiato, e favolosi promontori scolpiti da Eolo. E’ la suggestiva fotografia del Cilento, terra di rara e straordinaria bellezza, forgiato da secoli di storia, cultura e leggende. Un paradiso che proprio nei suoi contrasti racchiude il segreto del suo incomparabile splendore. Un continuo susseguirsi di panorami da sogno che si alternano tra una

Cilento National Park Paradise between the mountains and the sea Domenico Esposito

Enchanting beaches, crystal waters, medieval hilltop towns, breathtaking caves and stunning, wind-carved promontories make Cilento an extraordinarily

beautiful land, steeped in history, legend and culture, whose secret lies in its superb coastline and its fascinating and mysterious inland areas. In 1991, this priceless natural heritage was declared a national park, stretching from the Sele flood plain to the Gulf of Policastro – the second largest in Italy. An international conference had 55


itinerari

In prima pagina, la baia degli Infreschi. In alto, il borgo di San Severino; a destra, in alto, la Primulae Palinuri; sotto, un castagneto

fascia costiera fra le più belle d’Italia e un pittoresco entroterra dal fascino a tratti misterioso. Per salvaguardare questo inestimabile patrimonio della regione, il 6 dicembre del 1991 è stato istituito il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che comprende ben ottanta comuni e otto comunità montane. Dalla pianura del fiume Sele al golfo di Policastro: 181.048 ettari che fanno della riserva il secondo parco più grande d’Italia dopo quello del Pollino. Già nel 1973, in occasione del Convegno internazionale sul tema dei Parchi costieri mediterranei, si discusse della necessità di proteg56

already stressed the importance of protecting Cilento from building speculation and mass tourism in 1973, but it was not until 1991 that laws were passed to create two nature reserves on Mount Cervito and along the river Calore, effectively creating the Cilento Park. The same year it was named a Unesco world

heritage site and in 1997 its status was upgraded to that of biosphere reserve. The area’s geology is characterised by limestone mountains towering over the coast, gorges with spectacular caves and small lakes. Indeed, the Alburni Mountains have been called the “Dolomites of the South” (Mount Cervati at 1900m is


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Gola del fiume Calore (photo Archivio Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano)

gere il territorio del Cilento dalle speculazioni edilizie e dal turismo di massa. Fu così che il ministero dell’Ambiente deliberò la costituzione di due riserve naturali sul monte Cervito e sul fiume Calore, cui fece seguito la legge quadro 6/12/1991 n. 394 che di fatto sancì la nascita del Parco. Nello stesso anno della sua fondazione fu inserito anche nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, per poi essere promosso a Riserva della biosfera nel 1997. La morfologia del territorio è caratterizzata dalle rocce calcaree dei complessi montuosi interni che sovrastano imponenti la fascia co-

stiera. I fenomeni carsici hanno creato nelle rocce ampie gole in cui s’incastonano come diamanti preziosi grotte intervallate da specchi d’acqua: un autentico spettacolo della natura. Lasciano senza fiato i Monti Alburni, ribattezzati “Dolomiti del Sud” per il colore estremamente chiaro delle sue pareti; mentre, con i suoi 1.900 metri, il monte Cervati è il più alto della Campania. Più dolci, invece, le forme dei rilievi della zona occidentale del Parco, dove una diversa natura geologica delle rocce favorisce la presenza arborea della macchia mediterranea. I piedi delle montagne sono bagnati dalle ac57


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que limpide della costiera, da sempre meta ambita di migliaia di turisti. Da Paestum a Sapri: un percorso nel quale il mito si fonde con la storia. Basti pensare a Palinuro che trae il suo nome dal nocchiero di Enea, morto, come narra Virgilio nell’Eneide, proprio su quelle sponde; o a Sapri, dove, nel 1857, trecento giovani guidati da Carlo Pisacane sbarcarono sulla costa nel tentativo - dal tragico epilogo - di ribellarsi al regime borbonico. I templi di Paestum, le rovine della città greca di Velia, il castello bizantino di Agropoli, e il borgo di Castellabate contribuiscono a rendere ancora più affascinante l’affresco di un litorale già meraviglioso di per sé. E, ancora, il villaggio senza tempo di Roscigno Vecchia, le grotte dell’Angelo di Pertosa e la magnificenza della Certosa di Padula, gioiello architettonico del ’300. Un viaggio nell’arte costellato da una natura altrettanto ricca. Già, perché nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano è possibile trovare circa 1.800 specie diverse di piante autoctone spontanee, tra cui la Primula di Palinuro divenuta simbolo del parco. La fascia costiera è impreziosita dai colori della Ginestra del Cilento, del Ginepro rosso, e del Garofano delle rupi, che, in alta quota, lasciano spazio a querce, tigli, castagni e faggeti. Ma il paesaggio cilentano si contraddistingue soprattutto per l’olivo che avvolge e dipinge di verde numerose colli58

In alto, la valle del Mingardo; sotto, la Certosa di Padula

Campania’s highest mountain), while the western part of the Park has a gentler topography, covered by forests and Mediterranean shrubs all the way down to the clear blue waters, making it a desirable tourist destination. The coast is also rich in history and legend. The town of Palinuro is named after the helmsmen of Aeneas who died

there, while Sapri is the site of the tragic rebellion by 300 young men against the Bourbon regime in 1857. The Greek temples at Paestum, the ruins of Velia, the Byzantine castle at Agropoli and the town of Castellabate further enhance the already stunning coastline, while inland we find the timeless village of Roscigno Vecchia, the caves of Pertosa


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Punta Licosa (photo Archivio Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano)

and the splendid Charterhouse at Padula, a 14th century masterpiece of architecture. The national park is home to about 1800 different plant species, including the Palinuro Primula which has become the park’s symbol. The coastal hillsides are covered with yellow and red brooms, while the hilltop regions are rich in oak, lime,

chestnut and beech woods, but Cilento is famous above all for its olive groves, whose superb olive oil has been awarded the D.O.P. label. Local wildlife includes golden eagles, peregrine falcons, foxes, wolves, otters and a very rare species of salamander, all inhabitants of the wonder of nature that is the Cilento National Park.

ne. Proprio l’olio del Cilento, uno dei prodotti di punta, ha guadagnato la denominazione Dop. Diversificata è anche la fauna: l’aquila reale e il falco pellegrino sorvolano imperiosi le montagne, mentre la volpe e il lupo si aggirano tra le foreste a caccia di prede. Tra fiumi e ruscelli dimorano le lontre mediterranee, la cui popolazione è tra le più dense d’Italia. In prossimità della sorgenti, invece, è possibile imbattersi in un raro esemplare di salamandra dagli occhiali. Ecco, dunque, il magnifico ritratto del Parco del Cilento e del Vallo di Diano, capolavoro della natura e vanto della Campania. 59


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Re-Tour Campi Flegrei. Viaggio alla scoperta dei tesori dei Campi ardenti di Lello Scarpato

T

erra di miti e leggende, poeti ed eroi. Il fascino della storia campeggia nell’intrigo magico dei Campi Flegrei, la vasta area di origine vulcanica situata a nord-ovest di Napoli. E’ qui che natura e archeologia si sono fuse, formando un cocktail dal sapore speciale. Un viaggio sulle orme di Enea e Ulisse è quanto di più bello possa capitare. Un’esperienza unica, di quelle da non perdere. Accadeva così nel Settecento quando i paesi dei “Campi di Fuoco” erano una delle mete più gettonate del Gran Tour europeo: letterati e poeti sbarcavano a Cuma, Lucrino e Pozzuoli rapiti dal fascino di posti favolosi, alla scoperta delle radici della cultura occidentale. In epoca romana la “terra ignea” costituiva il secondo sistema urbano-territoriale dell’impero, grazie alla presenza di un attrezzatissimo porto e della città commerciale di Puteoli, insieme agli scali marittimi militari di Lucrino e Miseno, il prezioso e ricco sistema delle ville patrizie e termali di Baia e la colonia di Cuma (VII,VIII sec 60

Phlegraean Fields Re-Tour. Discover the wonders of the ‘Burning Land’ Lello Scarpato

Land of myth and legend, poets and heroes, the volcanic area known as the Phlegraean Fields to the north-west of Naples is a place

where nature and archaeology combine to make something truly unique. Following in the footsteps of Aeneas and Odysseus has been a must-do experience since the 18th century when the Phlegraean Fields were the prime destination of the Grand Tour


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Un suggestivo scorcio dell’anfiteatro Flavio

a.c.), primo insediamento della Magna Grecia sulle coste italiane. Il termine Campi Flegrei deriva dal greco flègo che significa ardo, brucio: nella zona sono ancora riconoscibili almeno ventiquattro tra crateri ed edifici di natura vulcanica, alcuni dei quali attivissimi come l’area della Solfatara, altri idrotermali come Agnano, Pozzuoli e Lucrino. Il fenomeno del bradisismo che nel 1983 colpì duramente il Rione Terra, è solo uno degli effetti dell’attività sismica che da millenni caratterizza questa terra, disegnando il paesaggio e trasformandolo secolo

during which writers and artists would disembark in Cuma, Lucrino and Pozzuoli in search of the roots of western civilisation. In Roman times, the ‘burning land’ was the second most important territory in the empire, thanks to the busy trading port of Puteoli, the navy

installations at Lucrinus e Misenum, the wealthy patrician villas and baths at Baia and the town of Cumae dating back to the first settlements of Magna Graecia in Italy (7th - 8th centuries BC) The name Phlegraean Fields comes from the Greek 61


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A sinistra e qui sopra, il castello di Baia; in alto, la città sommersa di Baia

dopo secolo. Prendiamo Pozzuoli: l’antico emporio dell’Urbe porta impressa nei suoi monumenti la registrazione dei cambiamenti indotti dalle spinte sotterranee del magma. E’ anche alla particolare natura vulcanica, comunque, che il territorio deve la sua particolare bellezza paesaggistica e naturale. I Campi che ardono sono stati letteralmente modellati dal fuoco. Da qui la presenza di insenature protette, un mare da fiaba e una campagna fertile in cui primeggiano vitigni rarissimi. E che dire del sistema lacustre costituito 62

‘phlegos’(burning). The area has no less than 24 craters and volcanic structures, some still active like the Solfatara and the hydrothermal resources of Agnano, Lucrino and Pozzuoli, and in 1983 the Rione Terra district was devastated by the seismic activity

known as bradyseism which has transformed the region over the millennia. In Pozzuoli, for instance, the town’s monuments act as a sort of record of the changes brought about by the filling and emptying of the underground magma chamber.


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In alto, a destra, una veduta dei Campi Flegrei

But it is thanks to this volcanic activity that the Phlegraean Fields are so breathtakingly beautiful and fertile, and many steps have been taken to preserve this heritage. One of these was to set up the Phelraean Fields ReTour “a slow journey

through myth, history and nature”, which aims to provide an innovative itinerary through the Burning Lands. Every week-end from July to November, an open-top bus from the centre of Naples takes tourists on a guided tour to

dai laghi Lucrino, Miseno e Fusaro? E’ proprio per restituire il fascino intatto di questa terra che nel corso degli anni sono stati attuati molti ed ingenti interventi di recupero e restauro, compresi nel più vasto programma di azioni per la valorizzazione dei Beni Culturali del Progetto Integrato Territoriale “Campi Flegrei”. Da qui il varo di ReTour Campi Flegrei “Un lento viaggiare tra mito, storia e natura”, iniziativa maturata nell’ambito del PIT Campi Flegrei (POR Campania 2000-2006) mirata a strutturare un itinerario di visita innovativo, fisicamente percorribile, nei luoghi della “Terra del mito”, attraverso il contributo di associazioni ed operatori, pubblici e privati. Ogni week-end, da luglio a fine novembre, sarà possibile percorrere l’intero circuito con un bus scoperto, dedicato, che parte da largo Castello a Napoli. A ogni tappa una guida d’eccezione aiuterà i turisti a comprendere meglio i segni che la storia ha lasciato sulla terra modellata dai vulcani. I percorsi prevedono anche fermate consigliate per l’assaggio dei migliori prodotti della terra del mito. Perché storia e buon gusto stanno bene insieme. Quattro gli itinerari individuati. Si parte da Pozzuoli (itinerario 1), l’antica Puteoli, dove sarà possibile visitare la Solfatara, l’Anfiteatro Flavio, il Macellum, il percorso sotterraneo del Rione Terra, il TempioDuomo e lo stadio di Antonino Pio, mute testimonianze della grandezza di questi luoghi negli anni in cui 63


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brillava l’astro di Roma. Poco più in là, ai piedi dell’Acropoli, fra i vigneti e la costa del Tirreno, si sviluppa il secondo itinerario del Re-Tour: è quello che accompagna i visitatori alla riscoperta dei resti di pietra della millenaria Cuma, madre naturale di Neapolis. L’Acropoli, la Città bassa, l’Anfiteatro e la Lecceta. Il Lago d’Averno, con le sue acque dolci, il vicino Monte Nuovo e il Tempio di Apollo rappresentano il terzo itinerario: un luogo che sprizza storia da tutti i pori. Sulle sponde della pozza vulcanica “priva di uccelli”, infatti, secondo la leggenda, nascosta in un antro misterioso, svolgeva un tempo la sua attività la mitica Sibilla Cumana. La sacerdotessa, consacrata al dio Apollo, trascriveva i vaticini degli dei pagani su foglie di palma le quali, a lavoro finito, venivano mischiate dai venti che soffiavano nelle numerose aperture della caverna, rendendo in questo modo i vaticini “sibillini”. Ed è sempre qui, nella bocca nascosta del cratere colmo d’acqua che si spalancava, secondo le antiche credenze pagane, la porta d’ingresso per gli inferi. Il fascino del moderno Gran Tour continua con il quarto itinerario, quello che si snoda lungo le rotte di Monte di Procida e Quarto (dove il paesaggio rurale di epoca romana offre spaccati di vita preziosi dei tempi del basso impero), fino a sbarcare a Baia, dove c’è da rimanere letteralmente con il fiato sospeso. Il Parco Marino sommerso, il grande Parco Monumentale, finalmente in64

Il lago d’Averno

discover and understand the signs that history and volcanoes have left on the landscape and to savour some of the finest local produce. There are four itineraries. The first starts in Pozzuoli with the Solfatara, the Amphitheatre, the Macellum, the underground tour of Rione Terra, the Temple-Cathedral and the Stadium. In the vineyards at the foot of the Acropolis, the second Re-Tour

itinerary takes visitors to historic Cumae, the ‘mother’ of ancient Neapolis. Lake Averno, Monte Nuovo and the Temple of Apollo make up the third itinerary. On the shores of the volcanic lake hidden in a mysterious cave, the Cumaean Sibyl wrote her prophecies on palm leaves which would then be mixed up by the wind entering the cave, making their meaning sibylline,



itinerari

In alto, a sinistra, il lago d’Averno dall’alto; a destra, il rione Terra; sotto, due vedute della Solfatara

i.e. cryptic. This lake also marked the entrance to the underworld in pagan belief. The fourth itinerary winds from Monte di Procida through Quarto to Baia and the undersea archaeological site where, a few metres below the surface, visitors can see the roads, 66

mosaics and ramparts of an ancient Roman town. The tour ends at Baia Castle, home to the archaeological museum of the Phlegraean Fields whose exhibits bear witness to the unique grandeur and enchantment of the Burning Land.

tegro, è una vera e propria lussuria per appassionati e storici d’arte e archeologia. Armati di snorker e bombole, basterà immergersi a pochi metri di profondità per passeggiare tra strade, pavimenti, mosaici e possenti mura di un’antica città romana. Infine, il Castello di Baia con l’importante sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, testimonianze della unicità e della grandezza di questi luoghi, chiude il percorso turistico tra le magie incantate dei Campi di fuoco.



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Le donne della Campania, bellezze che fanno ancora più bella Napoli e la regione.

Nome: Lorena Cognome: Pucciarelli Luogo di nascita: Cercola (Na) Anni: 22 Altezza: 1,75 Capelli: castani Occhi: castani La sua storia: Protagonista delle selezioni per Miss Italia, ha partecipato a trasmissioni televisive ed è stata protagonista di diverse campagne pubblicitarie di marchi nazionali. Studia Scienze Politiche dell’amministrazione. Ha l’hobbie della scrittura ed il suo sogno nel cassetto è quello di diventare una grande criminologa. In queste pagine e in copertina abiti: Rosario Farina Haute Couture Palazzo Cellamare Via Chiaja 149/e - Napoli Tel. 081.405901 www.rosariofarina.it gioielli: Bysimon Centro Orafo “Il Tarì” Marcianise (Caserta) Tel. 0823.513830 www.bysimon.it foto: Michele Attanasio Make up & hair: Loredana Puzone per Francesco Riva


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Il miracolo di San Gennaro. Cori di donne per scongiurare la sventura di Fulvia Ciapparelli

I

mplorano, esortano, sollecitano, comandano. Radunate al Duomo di Napoli dalle prime luci del mattino, le parenti di San Gennaro aspettano con ansia il tanto agognato miracolo della liquefazione del proprio sangue, che il protettore della città generosamente realizza tre volte l’anno: il19 settembre, il 16 dicembre ed il primo sabato di maggio. Era il 305 quando Gennaro, vescovo di Benevento, recatosi in visita ai fedeli a Pozzuoli morì per mano del persecutore Dragonzio con decapitazione in pubblica piazza al Forum Vulcani – l’attuale Solfatara – solamente per aver professato la propria fede religiosa. La tradizione vuole che il suo sangue fosse raccolto dalla pia Eusebia, che lo conservò in due ampolle, le stesse ampolle che ancora oggi sono custodite nella cattedrale partenopea in una piccola teca rotonda con una larga cornice in argento e che, all’occorrenza, sono esposte agli sguardi fiduciosi ed increduli delle masse giunte ad osservare il prodigio. Innegabile complemento folcloristico del culto di questo Santo, 74

The miracle of San Gennaro. The chanting of women to ward off misfortune Fulvia Ciapparelli

Early morning in Naples cathedral, on 19 September, 16 December and

the first Saturday in May, the female devotees of St. Gennaro pray and clamour for the patron saint’s blood to liquefy. It was 305 AD when Gennaro, Bishop of


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Il busto del Santo patrono di Napoli in processione (photo AGN Fotoreporter)

che da secoli unisce credenze popolari e misteri religiosi e che solletica la scienza incapace di dare una spiegazione al fenomeno, le parenti di San Gennaro proclamano la propria discendenza proprio da Eusebia, e come l’antica nutrice si prodigano affinché il prodigio avvenga. Tutte donne in età avanzata, a gran voce spronano il “loro” santo ad effettuare il miracolo, innegabile segno di buona sorte per la città di Napoli: prima cercano di accattivarselo con le lusinghe: “San Genna’, e quantu si’ bell, tu si’ o pro-

Benevento, was beheaded for professing his faith in Pozzuoli’s Forum Vulcani – the present day Solfatara – by order of the judge Dragontius, and his blood was collected by a

woman called Eusebia in two ampoules, the same which are now kept in a round, silverframed, glass cabinet in the cathedral and displayed to the masses who throng to witness 75


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In questa pagina e in quella successiva, momenti della funzione per il miracolo di San Gennaro (photo AGN Fotoreporter)

tettore nuost’”; poi, quando il miracolo si fa attendere, le fedelissime si lanciano in una serie di esortazioni incalzanti - “Oh!! e quantu ce mette stammmattina a facce a grazia!Jamme belle "nu durmi…” – che con lo scorrere dei minuti si trasformano in veri e propri improperi: “Guappone, faccia gignuluta, faccia tuosta c'à trinità, moviti!”. Ma, per fortuna, San Gennaro non delude e, presto o tardi, il miracolo arriva. E guai se così non fosse! Terribili sarebbero le sciagure pronte ad abbat76

the miracle. The women claim to be descendants of Eusebia and provide this colourful accompaniment to the cult of the saint, which combines popular belief and religious

mysticism but defies scientific explanation. All elderly women, they beseech the saint to perform the miracle, first by paying him compliments and, if the prodigy is not


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forthcoming, with exhortation and, if necessary, direct commands Fortunately, San Gennaro meets their demands eventually, and terrible catastrophes like cholera epidemics and

volcanic eruptions await the city if he does not. The miracle did not take place in September 1980 and two months later the region was devastated by a terrible earthquake.

tersi sulla città di Napoli: colera, inondazioni, eruzioni del Vesuvio e terremoti (ne è la prova il terremoto del 1980, anno in cui a settembre il miracolo non avvenne). E così, tra un’esortazione ed uno scongiuro, ciascuno chiedendo una grazia per sé e anche una per gli altri, il 19 settembre i devoti aspettano - anche per ore – che la grandezza del Santo si manifesti e poi, rassicurati ed appaganti, tornano a casa in attesa del prossimo miracolo. 77


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Autunno caprese. Sussulti mondani prima del letargo di Eva Molea

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plendido corpo di donna placidamente adagiato sulle acque del Golfo, la Signora non smette mai di esercitare il proprio fascino sui fortunati avventori che mettono piede sulle sue coste. E’ Capri la Signora del Golfo, la perla del Mediterraneo, da sempre meta di turismo d’elite, che offre ai suoi ospiti angoli di paradiso, acque cristalline, splendidi scorci, tramonti indimenticabili e una vita mondana di cui si parla in tutto il mondo. E’ la sua piazzetta, sorvegliata dall’orologio maiolicato, la passerella più ambita da vip nostrani e internazionali, che qui si abbandonano al piacere di un caffè e di un buon libro, offrendosi agli sguardi curiosi dei villeggianti che, tra una passeggiata e un po’ di struscio, non perdono l’occasione di un giro in piazza per una chiacchiera, un aperitivo o semplicemente un rapido passaggio prima di tornare a casa. Dalle vetrine delle numerose boutique fanno bella mostra di sé gli ultimi capolavori della moda 78

Autumn on Capri. Society events before closing down for winter Eva Molea

Her outline creating the silhouette of a young woman resting on the blue

waters of the Bay of Naples, Capri fascinates all who see her. The crystal clear waters, beautiful landscapes, unforgettable sunsets and a nightlife renowned worldwide make Capri the favourite destination of celebrities from


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Panorama mozzafiato con i Faraglioni; nella pagina successiva, la Piazzetta di Capri (photo A.A.S.C.T. di Capri)

made in Italy e non solo, oltre a gioielli e accessori da capogiro, mentre il porto si popola di magnifiche imbarcazioni a vela e a motore che non possono rinunciare a una tappa, seppur breve, nelle acque dell’Isola Azzurra. Questa è l’estate caprese, un’estate di fasti tra mare, vetrine, tavolini all’aperto e grand soirèe. E dopo tanto via vai di gente, dopo tante mondanità, la Signora si prepara a dare il benvenuto all’autunno, momento di pausa dagli affanni estivi,

home and abroad. They can be seen enjoying a coffee or an aperitif in the famous Piazzetta, entering the numerous elegant boutiques which showcase the latest in Italian fashion, jewellery and accessories or returning to their magnificent yachts

moored in the harbour after a day’s cruise around the ‘Azure Isle’ This is summer on Capri, but all good things come to an end and she must now make ready for the arrival of autumn, when life moves out of the fast lane and the island’s vegetation 79


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attimo di pace e di relax per godere dei cambiamenti della natura, il lento mutare della vegetazione che ora si tinge di giallo, ora di arancio e rosso, le nuance dell’oro, che donano all’isola dei riflessi da togliere il fiato. E, proprio per godere di questo momento magico, i giovani di Confindustria ogni anno agli inizi di ottobre si radunano sull’isola per il loro appuntamento di apertura dei lavori invernali. Anche quest’anno, il loro consueto rendezvous segnerà l’ultima mondanità caprese, prima che gli aliscafi riducano le corse e i negozi abbassino le luci delle loro vetrine, lasciando scivolare Capri in un tranquillo e meritato riposo per poi affrontare il grande appuntamento con Capri Hollywood, il festival internazionale di cinema che si tiene ogni anno a fine dicembre, e con l’imperdibile Capodanno in piazzetta.

becomes tinged with yellow, red and gold, creating breathtaking reflections in the azure sea. This is when Italy’s young entrepreneurs hold their annual Confindustria conference, and mid October sees Capri’s final fling before the jet-foil crossings become less frequent and 00

shops begin to lower their blinds for some wellearned rest until the Capri Hollywood international cinema event in late December and the magnificent New Year’s celebrations in the Piazzetta write the final chapter of a year on Capri.



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Sagre e feste. Antichi borghi svelano i loro tesori enogastronomici di Davide Cerbone

Un vigneto sulle colline del Sannio

Q

uando il sole si affaccia al davanzale della primavera, i paesi della Campania rifioriscono. E con loro rifioriscono anche i sapori e i profumi della tradizione. Preziosa eredità di un lontano passato. Tesori che aspettano soltanto l’occasione giusta per svelarsi al mondo. Quest’occasione è offerta dalle sagre, eventi attesi e preparati tutto l’anno. E, allora, eccolo, l’orgoglio di campanile. Se ne sta in mostra accanto ai prodotti tipici e al folklore di paese, in una competizione tra borghi che si rinnova puntualmente col primo caldo, quando mangiare all’aperto diventa un piacere al quadrato, e va avanti fino all’autunno. Negli ultimi anni le sagre sono diventate una voce importante nell’economia turistica campana, alimentando il setto-

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Fêtes and Festivals. Ancient towns showcase their finest food and wine Davide Cerbone With the return of spring, Campania’s towns and villages come out of hibernation and look forward to an occasion to show off their traditional fare and products. This is normally provided

by the annual sagra, a village festival celebrating local folklore with al fresco food. In recent years, the sagra has played in important role in Campania’s tourism economy and has promoted considerable growth in the number of agriturismi (a kind of inn) ready to welcome citydwellers eager to escape to a place where life is slower


Campania eventi

Salsicce e friarielli, piatto tipico della cucina partenopea

and more genuine. Local authorities and associations receive funding to organise these festivals to promote the fine local cheese, salami, pasta, wine, liqueurs and fruit that have made Campania famous throughout the world and to entertain guests with concerts and shows. . The Sagra del Provolone del

Monaco (cheese) is held every July on Mount Faito and in September in Agerola, where the summer months have seen similar celebrations of fior di latte cheese, potatoes and pears and is the autumn venue for the Borgo del Pane reconstruction of a bygone age. From 11 to 13 September, Santa Maria a Vico near Caserta hosts the porcino wild

re degli agriturismi, protagonista di un vero e proprio boom. È l’insofferenza per quel delirio metropolitano, fatto di strombazzamenti e smog, a spingere molte persone a scappare dalla città e a rifugiarsi nella quiete di piccoli mondi antichi e sinceri. Ogni anno, Pro Loco, Comuni, Province e associazioni si prodigano, con i contributi della Regione e degli Enti per il turismo, nell’organizzazione di manifestazioni enogastronomiche, mettendo in vetrina l’infinita rosa di prodotti tipici che hanno reso famosa la Campania in tutto il mondo. Latticini, insaccati, pasta, dolci, vini, liquori e frutta: su questa ricchissima tavola imbandita a festa non manca davvero nulla. Tanti gli appuntamenti in calendario, perfetta sintesi tra tradizioni di nobili origini e altre tipicamente popolari. Occasioni per rendere omaggio a una cucina sempre all’altezza dell’aspettativa, ai quali si legano spesso anche concerti e spettacoli. La sagra del provolone del Monaco, che a luglio ha tenuto banco sul Monte Faito, a settembre va in replica ad Agerola, dove nei due mesi estivi si è fatta la festa al fior di latte (con “Fior di latte, fior di festa”) e alle patate (“Gusta la patata”) e dove si è celebrata quella prelibatezza tutta locale che è la “pera pennata”. Sempre ad Agerola in autunno fa il bis anche il “Borgo del pane”, suggestiva rappresentazione di un’epoca passata. Dal’11 al 13 settembre, a Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, va in scena poi la Festa del fungo porcino e dei prodotti tipici. Mentre a Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, a ottobre è di casa la Sagra del salame, una 83


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In alto, i pomodori San Marzano; a sinistra, funghi porcini; a destra, un olivo

delle produzioni tipiche di maggiore successo. La Campania vanta anche una notevole produzione di pasta fatta a mano e di qualità. Così, a settembre, Gragnano mette in mostra la propria arte con la Festa dei maccheroni e con la Sagra del panuozzo, altra specialità per cui il paese è noto. A Starze di Summonte, in Irpinia, rispondono con la Sagra del fusillo; mentre per ottobre Nocera Inferiore, nel Salernitano, ha in cantiere la Sagra delle orecchiette del “fraticello”. Immancabile, poi, la pizza, che Sant’Antonio Abate glorifica con “Ma tu vulive a pizza!”, in calendario dal 17 al 21 settembre. Insomma, ce n’è davvero per 84

tutti i gusti. E se dall’8 al 10 settembre a Capua c’è la Sagra dedicata alla consolidata coppia “saciccia e friarielli” e il 13 settembre Casalnuovo di Napoli organizza la Sagra della salsiccia, senz’altro più inedita è la Sagra della rana, in programma dal 18 al 21 ottobre a Marcianise, in Terra di Lavoro. Anche gli ortaggi sono protagonisti delle tavole campane: a settembre San Marzano sul Sarno omaggia l’acclamato pomodoro Dop dal sapore agrodolce. Negli stessi giorni, a Solopaca, nel Sannio, si tiene la Festa dell’uva (11-18 settembre), a Cercola la Sagra del miele (20 e 21 settembre) e a Giano Vetusto,


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nel Casertano, la Sagra dell’olio d’oliva paesano. Il 24 e il 25 ottobre la Pro Loco di Valle di Maddaloni, in Terra di Lavoro, organizza la Sagra della mela annurca. Il fico d’india è, invece, protagonista a settembre a Castel Morrone sempre nel Casertano. A novembre, a Montella, nell’Avellinese, l’appuntamento è con la Sagra della castagna locale, la prima della regione a ricevere il riconoscimento di qualità Igp. A pochissimi chilometri di distanza, qualche giorno prima, a ottobre, ecco la Sagra del tartufo e delle castagne, ambientata nel comune di Bagnoli Irpino, in Irpinia. Si festeggia la castagna anche in provincia di Caserta, a Rocca-

mushroom festival, while Mugnano del Cardinale near Avellino, holds its successful salami sagra in October. Campania is renowned for its hand-made, highquality pasta. So, in September, Gragnano holds its macaroni festival and Sagra del Panuozzo (a typical local pizza), Starze di Summonte hosts the Sagra del Fusillo, Nocera Inferiore is planning its Sagra delle Orecchiette and Sant’Antonio Abate pays homage to pizza from 17 to 21 September. From 8 to 10 September, Capua has its Sausage and Broccoli sagra, Casalnuovo di Napoli organises its sausage sagra on 13 September and the somewhat unusual frog sagra is scheduled for 18-21 October in Marcianise. In September, San Marzano sul Sarno pays homage to its acclaimed local tomatoes, Solopaca

holds its grape festival (11-18 September), Cercola celebrates honey (20-21 September) and Giano Vetusto has a sagra for farmhouse olive oil. Valle di Maddaloni organises its festival of the annurca apple on 24 and 25 October, while the prickly pear is the star at Castel Morrone in September. In November, Montella celebrates its IGT label-winning chestnuts while the nearby town of Bagnoli Irpino hosts its own sagra of truffles and chestnuts. Chestnuts are also acclaimed at Roccamonfina (4-5 October), and Galluccio celebrates chestnuts and porcini mushrooms. There are other festivals dedicated to Campania’s DOC and DOCG labelled wines. In September the famous white 85


Campania eventi

monfina (4 e 5 ottobre) e a Galluccio con la Sagra della castagna e del fungo porcino (14 ottobre). Dopo aver riempito lo stomaco, ecco i luoghi per chi vuole bere. La lunga stagione delle sagre si nutre anche dei vini campani, molti dei quali possono fregiarsi dei marchio Doc e Docg. A settembre Tufo (Avellino) onora il suo celebre bianco Doc “Greco di Tufo”. Gragnano ospita la Festa del vino e Faicchio (Benevento) la Sagra del vino e della pasta e fagioli. Mentre a Scisciano, dall’8 all’11 novembre, si svolge la Sagra della pizzetta e del vino cotto. La tradizione dolciaria campana non è certo da meno a tutto questo ben di Dio. Anche la scuola di maestri pasticcieri campani sforna grandi tentazioni e numerosi eventi. Il più ambizioso, forse, è la “Sagra delle Sagre”. Se siete curiosi di verificare se le promesse di un nome altisonante siano mantenute, andate il 3 e il 4 novembre a Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino.

Greco di Tufo DOC is celebrated in Tufo near Avellino. Gragnano also has a wine festival, Faicchio shares the honours between wine and pasta with bean soup, while Scisciano, celebrates pizzetta and mulled wine from 8 to 11 November. 00

There are many events in which Campania’s cakes are the main attraction, but the most ambitious is probably the Sagra of all Sagras held on 3-4 November in Sant’Angelo dei Lombardi near Avellino. Why not go and see if it lives up to its name?


Campania Style


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l’artista

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Pietro Loffredo


l’artista

Secoli di storia racchiusi in opere-mito di Irene Manco

A

rte è sofferenza. Nel conflitto con la vita. Nel dubbio dell’esistenza. Tra Napoli e l’Europa e il mondo. E’ il percorso di Pietro Loffredo che negli ultimi anni ha prodotto opere legate alla realtà, ma che, soprattutto per la scelta di soggetti come gli angeli neri e i cornetti (2007 Pietro Loffredo –opere, 1997-2007 Castel dell'Ovo, Napoli), vanno lette in una dimensione atemporale. La sua attività inizia negli anni Ottanta, sperimentando una creatività influen-

Pietro Loffredo. Centuries of history in myth-works Irene Manco Art is suffering: conflict with life and existential doubt. In recent years, Pietro Loffredo has created works

bound to reality but with subject matter that, like black angels and horns (2007), are to be viewed in a timeless dimension. He began working in the Mediterranean cultural climate of the early 80’s, experimenting with new forms of

zata dal clima culturale mediterraneo. Tecniche diverse e nuovi linguaggi lo affascinano: così la creazione di arazzi e la pittura su tessuto, che, per la altissima qualità, lo inseriranno, in breve tempo, con alcune significative partecipazioni, in importanti eventi espositivi (1980-1990). Alla fine degli anni Novanta l’artista sosta a Venezia e nella città lagunare avvia un atelier. Da questo momento in poi la scelta stilistica di Pietro Loffredo si definisce in opere-mito che van-

expression, like tapestries or painting on fabrics, which resulted in numerous important exhibitions (19801990). In the late 90’s he set up a workshop in Venice and his style took on the form of myth-works reviewing centuries

of history and summarising thought and existence. Blackskinned, sombrefaced angels of no uncertain sex are depicted in a permanently restless dimension of art to reflect the simple individuality of everyday 89


l’artista

Nella prima pagina, Pietro Loffredo accanto a una sua opera (photo Maria Volpe Prignano)

community life and incarnate earthly life within the spaces between the waves of material that Loffredo lavishes with colour. At the same time, the horns, iconic symbols of good luck in Neapolitan 90

folklore, flaunt their design, their red colour, their cheerfulness and nothing more. Loffredo insists on the impossibility of real aid (a miracle) from them, but an object which can only communicate a stylistic message.

It is the opposed values of the sacred and the profane which Loffredo identifies as one of the concepts stemming from the need to define man’s behavioural model, a kind of complementary antithesis. Loffredo

exhibits at international events. the most recent being a joint project with Rita Ernst entitled Transits at the Dar Bach Amba Museum in Tunis and the Orestiadi Foundations in Gibellina (Sicily).


l’artista

In queste pagine, alcune opere dell’artista napoletano

no a riepilogare secoli di storia. Opere consumate e raccolte in un discorso che appartiene a noi tutti e ne riassume il pensiero e l’essere. Gli angeli, per niente asessuati, appartengono più alla realtà che all’estasi, e vengono a noi riproposti in una dimensione dell’arte perennemente inquieta. La loro pelle è nera. I volti, senza sorrisi, riflettono la semplice individualità di normali esistenze. Angeli che non

vivono una vita separata dalla collettività, che incarnano la verità terrestre e poetica, che s’intuisce e rivive nello spazio di una tavola di legno fra le increspature della materia che Loffredo abbonda di colore. E nel mentre gli angeli neri si riscattano nell’arte, i cornetti, da secoli icona portafortuna della tradizione popolare napoletana, fanno sfoggio, in bella mostra, del loro design, del loro colore rosso, 91


l’artista

nella pittura e nelle installazioni, della loro innata ilarità e di nient’altro. E’ proprio sul nulla che Loffredo insiste, sull’impossibilità di un aiuto reale (miracolo) che essi hanno. Non un amuleto quindi, un sistema culturale indicato come il fondamento da cui si sviluppano tutte le superstizioni, ma un oggetto che vive di un unico linguaggio: quello stilistico. E’ l'opposizione tra sacro e profano che Loffredo identifica come una di quelle coppie di concetti che na92

scono dal bisogno di definire un modello di comportamento dell’uomo basato sul contrasto tra positivo e negativo, un’ antitesi non necessariamente opposta, ma complementare. Loffredo partecipa a mostre di carattere internazionale. E’ del 2008-2009 l’ultimo significativo progetto che l’artista realizza con Rita Ernst, intitolato Transiti (a cura di Fabio De Chirico) tra il Museo Dar Bach Amba di Tunisi e le Fondazioni Orestiadi di Gibellina.



I poli orafi della Campania

00


i poli orafi della Campania

Cittadelle dell’artigianato che forgiano gioielli di Ludovica Vollaro

C’

è tutto l’impegno della Regione dietro il rilancio del comparto orafo campano. L’impegno dell’assessorato alle Attività produttive che fin dalla seconda metà degli anni ’90 ha messo in campo una serie di progetti, mirati alla nascita di vere e proprie “città dell’oro”. Progetti imprenditoriali all’avanguardia che hanno messo radici nella zona industriale di “Terra di Lavoro”, nella provincia di Napoli (Torre del Greco) e nel cuore storico di Partenope (Borgo Orefici). Autentiche cittadelle dell’artigianato, moderne incubatrici di aziende, in cui ogni giorno si ritrovano migliaia e migliaia di professionisti, per disegnare, produrre, distribuire o acquistare gioielli. Sono nati così, grazie

Gold and jewellery centres in Campania Citadels where craftsmen forge jewels Ludovica Vollaro Since the mid 1990s, the regional government has been involved in promoting the Campania gold and

jewellery industry with high-tech business projects to set up veritable ‘gold cities’ in the Province of Caserta and in Torre del Greco and Naples (Goldsmiths Quarter). These ‘citadels of craftsmanship’ – the workplace of thousands of designers,

anche alla tenacia dei maestri orafi napoletani, lo scrigno del Tarì, primo polo orafo del Centro Sud Italia, e “Oromare”, il consorzio che ingloba le unità produttive di ben 205 piccole e medie imprese attive nel settore della produzione e della commercializzazione di lavorati in corallo, cammei, gioielleria, ma anche oreficeria, argenteria, pietre preziose e orologeria. Oggi trasformati in solide realtà imprenditoriali, Tarì e Oromare proiettano a pieno titolo le loro imprese sui principali mercati esteri. Come dimenticare, poi, il fascino senza tempo del Borgo Orefici, con le sue botteghe consorziate figlie della più antica tradizione dell’arte orafa partenopea? Fu qui, a due passi dal mare, che

manufacturers, distributors and buyers – are now known as the Tarì, the first gold and jewellery centre in central and southern Italy, and Oromare, the consortium of 205 small and medium sized businesses operating in the production and trading of coral,

cameos and jewellery as well as precious metals, precious stones and watches. Tarì and Oromare can count on solid business foundations to guide their business in the main foreign markets, while the timeless charm of the Goldsmiths Quarter (Borgo Orefici) has the 95


i poli orafi della Campania

con l’avvento degli Angioini, battitori d’oro, modellatori, cesellatori e incassatori si riunirono in corporazione, dando vita al nucleo primordiale del rinomato Borgo. Perché quella della la-

vorazione del più nobile dei materiali alle falde del Vesuvio non è solo un’arte, ma è storia. Storia viva. Pura e scintillante, come la più ricercata e splendida delle gemme.

Un’esposizione di preziosi nel centro orafo di Marcianise

Il Tarì. Scrigno delle gemme made in Naples Un tempo era solo il nome di una moneta.Tutta d’oro, piccola e molto diffusa: il Tarì. Dal 1996, è diventata una delle più solide realtà imprenditoriali campane, protagonista assoluta dei principali mercati esteri. Eccolo qua il Tarì, la prima, autentica città dell’oro del Centro Sud Italia, incastonata nell’area industriale di Terra di Lavoro. A Marcianise, per la precisione, dove ogni giorno più di 3.500 professionisti del settore si ritrovano per disegnare, produrre, o ac96

quistare preziosi. Un polo all’avanguardia, gemma tra le gemme, che, ad oggi, raggruppa poco meno di quattrocento aziende consorziate, dislocate su una superficie di 135.000 metri quadrati. Uno scrigno pregiato del più rinomato dei “made in Naples” dove tutto sembra richiamare l’arte e la tradizione della prestigiosa quanto rinomata arte orafa partenopea. Non solo oro, tuttavia. Non solo gioie e preziosi, atelier e vetrine. Sì, perché tra le prelibatezze del Tarì, spicca anche una rinomata scuola di formazione riservata a “giovani preziosi”, che sforna, in sintonia e in stretta


i poli orafi della Campania

Il Tarì visto dall’alto

guarantee of centuries of Neapolitan tradition in gold and jewellery craftsmanship. It is not just art, it is history: living history. Tarì. The Neapolitan jewel box Named after a medieval coin, the

Tarì centre opened in 1996and is now one of Campania’s most successful businesses. Situated in Marcianise, the ‘City of Gold’ is a state-of-the-art centre where 3500 professionals work for about 400 firms in a surface area measuring 135,000 square metres; but the Tarì is not just a

collaborazione con le aziende della cittadella, esperti in design, incastonatura, lavorazione di gioielli, perle, diamanti e orologi.Spirito d’innovazione, creatività, apertura verso il futuro, dunque e grande attenzione alla qualità: eccole le parole d’ordine del centro orafo - presieduto sin dagli esordi da una firma dell’arte orafa italiana, Gianni Carità - che può vantare clienti in tutta Europa e in buona parte del mondo. Russia e India comprese. Per consorziati e clienti, un’infinità di servizi su misura per essere sempre al passo coi tempi. Sì, perché sempre più professionisti del mondo orafo guardano al Tarì, in Italia e nel mondo, come ad un vero e proprio punto di riferimento qualificato, essenziale per le loro attività. Con le sue aziende consorziate, i servizi e lo spazio espositivo accogliente, funzionale e sicuro la cittadella di Marcianise rappresenta un esempio imprenditoriale di successo cui non si può fare a meno di guardare. Come non parlare dei due nuovi padiglioni espositivi sorti al centro dell’insediamento? Si tratta di un’opera fondamentale che, anche dal punto di vista architettonico, rappresenta il completamento ideale del Tarì. Il fiore all’occhiello della struttura. I due padiglioni, infatti, consentono di realizzare con la massima libertà sia le fiere che attualmente si svolgono con successo all’interno della struttura, sia nuovi importanti eventi dedicati al mondo del lusso: dal benessere al turismo passando per cultura e antiquariato. Il tutto in un contesto assolutamente all’avanguardia da un punto di vista architettonico e funzionale. 97


i poli orafi della Campania

showcase, it is also an acknowledged school training tomorrow’s designers, gemsetters and artisans of jewels, pearls, diamonds and watches in the ageold traditions for which Naples is renowned. Under the guidance of Gianni Carità, the internationally acclaimed

Neapolitan jeweller, the Tarì is viewed as the worldwide reference point for the jewellery industry because of the innovation, flair, creativity and quality of all its activities. The facilities and the warm, functional and secure exhibition area make the Marcianise centre an example of

Gioielli nati dalla creatività dei maestri orafi del Tarì; a destra, la sede illuminata del Consorzio Oromare

successful entrepreneurship, while the two new exhibition buildings that have opened in the centre of the complex will provide it with its own venue for fairs as well as for new events dedicated to the world of luxury: from wellness to tourism and from culture to antiques.

Oromare Consortium. The coral centre where the precious treasure is red in colour Coral has the colour of passion and projects its red glow far and wide. Indeed, the precious treasure of Neptune, god of the sea, has been the subject of many works that have described its


i poli orafi della Campania

beauty and virtues but it has also been a synonymous with good business that has made the fortune of fishermen and artisans. Schools, firms and museums have grown around the precious red material that is skilfully crafted into delightful artworks, jewels and cameos to spread its fame to

the four corners of the earth. From China to Australia, from the USA to Northern Europe, coral has always won over hearts and minds, but now it has succeeded in bringing together business operating in the sector and led them to form a consortium and build a citadel for it in historic

Consorzio Oromare. Al centro del corallo, tesoro tinto di rosso L’oro chiamato corallo ha il colore della passione: spicca sotto la superficie del mare, colorando l’acqua di luce rossa. Come un faro sottomarino che traccia ai pescatori la strada verso approdi sicuri. Oro di luce viva, traccia sicura dei marinai. Merce preziosa donata dal dio Nettuno. L’oro chiamato corallo ha fatto scrivere pagine di storia sulle sue virtù. Ma da sempre è anche sinonimo di affari, fortuna di pescatori e artigiani. Attorno al rosso porpora della passione sono sorte scuole, aziende, musei. Imprese artigianali in cui abili maestri potessero mettere la propria arte al servizio del buon gusto, forgiando gemme, cammei e preziosi per diffondere bellezza e virtù del corallo ai quattro angoli del globo. Sì perché l’oro rosso oggi non ha più confini. Dalla Cina all’Australia, dagli Usa ai mercati del Nord Europa, i gioielli forgiati nella tenera tempra hanno conquistato frotte di estimatori. Il corallo ha fatto di più. Pensate: è riuscito a mettere assieme un bel po’ di imprenditori, e ha fatto sì che addirittura sorgesse una cittadella tutta dedicata a lui. Eccola qui l’idea del consorzio, oggi già leader nel comparto orafo campano. Battezzato col nome di “Oromare” ingloba le unità produttive di ben 205 piccole e medie imprese che operano nel settore della produzione e della commercializzazione di prodotti in corallo, cammei, gioielleria, ma anche 99


i poli orafi della Campania

nel settore oreficeria, argenteria, pietre preziose e orologeria. Due centri ospitano le aziende. Sono lontani, ma non divisi: parti di un solo grande polo produttivo. Da Torre del Greco, capitale storica dell’oro rosso, a Marcianise, cuore industriale della provincia di Caserta: ecco le due anime di “Oromare”. Il polo casertano, edificato su un pezzo di terra di 150mila metri quadrati, per una superficie di tre piani che supera i 25mila metri quadri, affonda le sue radici nei grandi numeri. Per realizzarlo, infatti, gli imprenditori soci del consorzio hanno investito oltre 75 milioni di euro. Il centro occupa più di 1.500 addetti. Dotato di un attrezzato show room per ogni singola impresa, Oromare vanta anche spazi comuni come sale convegni, auditorium, ristoranti, bar e infermeria. E poi i parcheggi e gli spazi per le esposizioni fieristiche. Poteva mancare, infine, lo sviluppo dell’arte? La conoscenza e lo studio delle antiche tecniche? Affatto. Una capatina tra una boutique e l’altra ed ecco apparire tre strutture all’avanguardia, autentico fiore all’occhiello del consorzio corallino: una scuola orafa, un centro ricerche e un centro espositivo. Tutto quanto è l’effetto di un’idea scaturita “dalla necessità di garantire alle imprese spazi adeguati per le proprie attività - , parola di Gino di Luca, presidente di Oromare - ma anche per accompagnare i soci verso i mercati internazionali e favorire, così, la diffusione capillare della gioielleria tradizionale e dell’artigianato”. 100

As

Campania. Named Oromare, the centre houses 205 small and medium sized businesses engaged in the manufacture and trading of coral, cameos and jewellery as well as gold, silver, precious stones and watches. Torre del Greco, the historic capital of coral, and Marcianise in the industrial heartland

of Caserta province: these are the two souls of Oromare. The Caserta centre is three stories high, covers a surface area of 25,000 square metres and required 75 million Euro of investment. The centre employs a work force of over 1500 people and provides a show room for each


i poli orafi della Campania

sinistra, un artigiano di Oromare al banco di lavoro; a destra, un altro scorcio del Consorzio

business in the consortium, as well as common areas like conference rooms, an auditorium, restaurants, bars, a medical centre, parking facilities and a fair venue. The centre also houses three hi-tech structures for: a goldsmiths’ school, a research centre and an exhibition

hall: “all fruit of the need to guarantee suitable facilities to partner firms”, explains Gino di Luca, Oromare president. “But also to help partners promote traditional craftsmanship in jewellery at home and abroad”. Antico Borgo Orefici Consortium

Where workshops have the sparkle of history A stone’s throw from the ancient city harbour, the first gold and silver smiths founded their own city quarter and named it Borgo Orefici, the Goldsmiths Quarter. Craftsmen from the ancient Egyptian, Greek and Cretan schools formed a corporation immediately after the rise of the Anjou dynasty to the Neapolitan throne, and the were later joined by renowned French artisans who followed in the monarchs’ retinue and taught the Neapolitans all their skills. Eventually, the apprentices exceeded their masters and now, seven centuries later, the Neapolitan school is renowned worldwide. The skilful and creative Neapolitan goldsmiths of the new millennium stand out from the crowd, because of the fine craftsmanship that goes into everything they make: silver trays, goblets, jugs and

cutlery, which fashion sometimes combines with crystal, coral or bone. Situated between Corso Umberto and Via Marina, the Goldsmiths Quarter is a pulsating labyrinth of streets and alleys making up a unique collection of workshops specialised in items made of gold and silver, as well as all kinds of jewellery. The shop windows showcase jewels and other items for all tastes from modern to classic, and clients need only choose what they like most. Since March 2000, the firms in this quarter of Naples have been part of a consortium presided over by Roberto De Laurentiis and comprising 90 traditional Neapolitan firms employing a 2000strong work force. The Consortium aims to promote the quarter through the creation of tourist itineraries and cultural initiatives promoting traditional Neapolitan craftsmanship. 101


i poli orafi della Campania

Consorzio Antico Borgo Orefici. Qui le botteghe brillano anche di storia Fu nel cuore del quartiere Pendino, a pochi passi dalla Marina, che i primi artigiani dell’oro e dell’argento si ritagliarono uno spazio tutto loro, gettando le fondamenta di un insediamento di botteghe che ancora oggi esiste ed è noto in tutto il mondo con il nome di Borgo Orefici. Tiratori e battitori d’oro, cesellatori e incastonatori eredi dell’antica scuola egizia, greca e cretese, si erano già riuniti in corporazione subito dopo l’avvento degli Angioini sul trono di Napoli. Fu in quegli anni, infatti, che si verificò il fatidico salto di qualità. Al seguito dei re francesi, infatti, rinomati ed esperti maestri francesi sbarcarono alle falde del Vesuvio per insegnare l’arte di lavorare il più nobile dei metalli agli artigiani di Partenope. I maestri transalpini si contornarono di operai del luogo. Poi accadde l’inevitabile. Secondo la più classica delle tradizioni, ben presto gli allievi superarono i maestri, imponendosi in quella che, da oltre sette secoli, è nota ovunque come la scuola napoletana di oreficeria. Abili e creativi modellatori, gli orafi napoletani del Terzo Millennio sanno distinguersi per la finezza che ci mettono nella lavorazione dell’oggettistica d’argento (vassoi, coppe, brocche, posate) di tanto in tanto abbinata, secondo il gusto e la moda del momento, al cristallo, al corallo o all’osso. A girare tra le ristrutturate 102

stradine del Borgo, tra la piazzetta con il Cristo e quella con l’antica fontana del pesce, c’è di che perdere la testa. Racchiuso tra il Corso Umberto e Via Marina, la cittadella si presenta come un concentrato unico al mondo di “botteghe” specializ-


i poli orafi della Campania

Una fase della fusione dell’argento

Il Tarì Area Asi Sud Marcianise (Ce) Tel. 0823.517111 www.tari.it

zate nella lavorazione e commercializzazione dei prodotti dell’oreficeria, dell’argenteria e della gioielleria “made in Naples”. Un dedalo di vicoli, stradine e piazzette che pulsa operoso come un alveare nel cuore della città. Uno sguardo alle scintillanti vetrine e tutto apparirà più chiaro. Dai monili più moderni, a quelli classicheggianti o che dell’antico riprendono lo stile e la lavorazione, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Insomma: ce n’è davvero per tutti i gusti. Provare per credere. Fin dal mese di marzo del 2000, le aziende di questo “spicchio” incantato di Partenope hanno deciso di consorziarsi, dando vita al “Consorzio Antico Borgo Orefici”, presieduto da Roberto De Laurentiis. Oggi la struttura raggruppa circa novanta aziende figlie della migliore tradizione orafa napoletana, per un totale di 2.000 addetti. Tra gli scopi del Consorzio anche la promozione del Borgo quale porta d’ingresso al Centro Antico di Napoli attraverso la creazione di circuiti turistico culturali ed iniziative coordinate di promozione dei prodotti dell’artigianato artistico partenopeo.

Consorzio Oromare Consorzio Antico Via Tironi, 10 Borgo Orefici Torre del Greco (Na) Piazza G. Bovio, 33 Strada Provinciale, 22 Napoli Tel. 081.5523708 Marcianise (Ce) Tel. 081.8829735 www.borgorefici.eu www.consorziooromare.it 00


I poli orafi della Campania

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i poli orafi della Campania

Cittadelle dell’artigianato che forgiano gioielli di Ludovica Vollaro

C’

è tutto l’impegno della Regione dietro il rilancio del comparto orafo campano. L’impegno dell’assessorato alle Attività produttive che fin dalla seconda metà degli anni ’90 ha messo in campo una serie di progetti, mirati alla nascita di vere e proprie “città dell’oro”. Progetti imprenditoriali all’avanguardia che hanno messo radici nella zona industriale di “Terra di Lavoro”, nella provincia di Napoli (Torre del Greco) e nel cuore storico di Partenope (Borgo Orefici). Autentiche cittadelle dell’artigianato, moderne incubatrici di aziende, in cui ogni giorno si ritrovano migliaia e migliaia di professionisti, per disegnare, produrre, distribuire o acquistare gioielli. Sono nati così, grazie

Gold and jewellery centres in Campania Citadels where craftsmen forge jewels Ludovica Vollaro Since the mid 1990s, the regional government has been involved in promoting the Campania gold and

jewellery industry with high-tech business projects to set up veritable ‘gold cities’ in the Province of Caserta and in Torre del Greco and Naples (Goldsmiths Quarter). These ‘citadels of craftsmanship’ – the workplace of thousands of designers,

anche alla tenacia dei maestri orafi napoletani, lo scrigno del Tarì, primo polo orafo del Centro Sud Italia, e “Oromare”, il consorzio che ingloba le unità produttive di ben 205 piccole e medie imprese attive nel settore della produzione e della commercializzazione di lavorati in corallo, cammei, gioielleria, ma anche oreficeria, argenteria, pietre preziose e orologeria. Oggi trasformati in solide realtà imprenditoriali, Tarì e Oromare proiettano a pieno titolo le loro imprese sui principali mercati esteri. Come dimenticare, poi, il fascino senza tempo del Borgo Orefici, con le sue botteghe consorziate figlie della più antica tradizione dell’arte orafa partenopea? Fu qui, a due passi dal mare, che

manufacturers, distributors and buyers – are now known as the Tarì, the first gold and jewellery centre in central and southern Italy, and Oromare, the consortium of 205 small and medium sized businesses operating in the production and trading of coral,

cameos and jewellery as well as precious metals, precious stones and watches. Tarì and Oromare can count on solid business foundations to guide their business in the main foreign markets, while the timeless charm of the Goldsmiths Quarter (Borgo Orefici) has the 95


i poli orafi della Campania

con l’avvento degli Angioini, battitori d’oro, modellatori, cesellatori e incassatori si riunirono in corporazione, dando vita al nucleo primordiale del rinomato Borgo. Perché quella della la-

vorazione del più nobile dei materiali alle falde del Vesuvio non è solo un’arte, ma è storia. Storia viva. Pura e scintillante, come la più ricercata e splendida delle gemme.

Un’esposizione di preziosi nel centro orafo di Marcianise

Il Tarì. Scrigno delle gemme made in Naples Un tempo era solo il nome di una moneta.Tutta d’oro, piccola e molto diffusa: il Tarì. Dal 1996, è diventata una delle più solide realtà imprenditoriali campane, protagonista assoluta dei principali mercati esteri. Eccolo qua il Tarì, la prima, autentica città dell’oro del Centro Sud Italia, incastonata nell’area industriale di Terra di Lavoro. A Marcianise, per la precisione, dove ogni giorno più di 3.500 professionisti del settore si ritrovano per disegnare, produrre, o ac96

quistare preziosi. Un polo all’avanguardia, gemma tra le gemme, che, ad oggi, raggruppa poco meno di quattrocento aziende consorziate, dislocate su una superficie di 135.000 metri quadrati. Uno scrigno pregiato del più rinomato dei “made in Naples” dove tutto sembra richiamare l’arte e la tradizione della prestigiosa quanto rinomata arte orafa partenopea. Non solo oro, tuttavia. Non solo gioie e preziosi, atelier e vetrine. Sì, perché tra le prelibatezze del Tarì, spicca anche una rinomata scuola di formazione riservata a “giovani preziosi”, che sforna, in sintonia e in stretta


i poli orafi della Campania

Il Tarì visto dall’alto

guarantee of centuries of Neapolitan tradition in gold and jewellery craftsmanship. It is not just art, it is history: living history. Tarì. The Neapolitan jewel box Named after a medieval coin, the

Tarì centre opened in 1996and is now one of Campania’s most successful businesses. Situated in Marcianise, the ‘City of Gold’ is a state-of-the-art centre where 3500 professionals work for about 400 firms in a surface area measuring 135,000 square metres; but the Tarì is not just a

collaborazione con le aziende della cittadella, esperti in design, incastonatura, lavorazione di gioielli, perle, diamanti e orologi.Spirito d’innovazione, creatività, apertura verso il futuro, dunque e grande attenzione alla qualità: eccole le parole d’ordine del centro orafo - presieduto sin dagli esordi da una firma dell’arte orafa italiana, Gianni Carità - che può vantare clienti in tutta Europa e in buona parte del mondo. Russia e India comprese. Per consorziati e clienti, un’infinità di servizi su misura per essere sempre al passo coi tempi. Sì, perché sempre più professionisti del mondo orafo guardano al Tarì, in Italia e nel mondo, come ad un vero e proprio punto di riferimento qualificato, essenziale per le loro attività. Con le sue aziende consorziate, i servizi e lo spazio espositivo accogliente, funzionale e sicuro la cittadella di Marcianise rappresenta un esempio imprenditoriale di successo cui non si può fare a meno di guardare. Come non parlare dei due nuovi padiglioni espositivi sorti al centro dell’insediamento? Si tratta di un’opera fondamentale che, anche dal punto di vista architettonico, rappresenta il completamento ideale del Tarì. Il fiore all’occhiello della struttura. I due padiglioni, infatti, consentono di realizzare con la massima libertà sia le fiere che attualmente si svolgono con successo all’interno della struttura, sia nuovi importanti eventi dedicati al mondo del lusso: dal benessere al turismo passando per cultura e antiquariato. Il tutto in un contesto assolutamente all’avanguardia da un punto di vista architettonico e funzionale. 97


i poli orafi della Campania

showcase, it is also an acknowledged school training tomorrow’s designers, gemsetters and artisans of jewels, pearls, diamonds and watches in the ageold traditions for which Naples is renowned. Under the guidance of Gianni Carità, the internationally acclaimed

Neapolitan jeweller, the Tarì is viewed as the worldwide reference point for the jewellery industry because of the innovation, flair, creativity and quality of all its activities. The facilities and the warm, functional and secure exhibition area make the Marcianise centre an example of

Gioielli nati dalla creatività dei maestri orafi del Tarì; a destra, la sede illuminata del Consorzio Oromare

successful entrepreneurship, while the two new exhibition buildings that have opened in the centre of the complex will provide it with its own venue for fairs as well as for new events dedicated to the world of luxury: from wellness to tourism and from culture to antiques.

Oromare Consortium. The coral centre where the precious treasure is red in colour Coral has the colour of passion and projects its red glow far and wide. Indeed, the precious treasure of Neptune, god of the sea, has been the subject of many works that have described its


i poli orafi della Campania

beauty and virtues but it has also been a synonymous with good business that has made the fortune of fishermen and artisans. Schools, firms and museums have grown around the precious red material that is skilfully crafted into delightful artworks, jewels and cameos to spread its fame to

the four corners of the earth. From China to Australia, from the USA to Northern Europe, coral has always won over hearts and minds, but now it has succeeded in bringing together business operating in the sector and led them to form a consortium and build a citadel for it in historic

Consorzio Oromare. Al centro del corallo, tesoro tinto di rosso L’oro chiamato corallo ha il colore della passione: spicca sotto la superficie del mare, colorando l’acqua di luce rossa. Come un faro sottomarino che traccia ai pescatori la strada verso approdi sicuri. Oro di luce viva, traccia sicura dei marinai. Merce preziosa donata dal dio Nettuno. L’oro chiamato corallo ha fatto scrivere pagine di storia sulle sue virtù. Ma da sempre è anche sinonimo di affari, fortuna di pescatori e artigiani. Attorno al rosso porpora della passione sono sorte scuole, aziende, musei. Imprese artigianali in cui abili maestri potessero mettere la propria arte al servizio del buon gusto, forgiando gemme, cammei e preziosi per diffondere bellezza e virtù del corallo ai quattro angoli del globo. Sì perché l’oro rosso oggi non ha più confini. Dalla Cina all’Australia, dagli Usa ai mercati del Nord Europa, i gioielli forgiati nella tenera tempra hanno conquistato frotte di estimatori. Il corallo ha fatto di più. Pensate: è riuscito a mettere assieme un bel po’ di imprenditori, e ha fatto sì che addirittura sorgesse una cittadella tutta dedicata a lui. Eccola qui l’idea del consorzio, oggi già leader nel comparto orafo campano. Battezzato col nome di “Oromare” ingloba le unità produttive di ben 205 piccole e medie imprese che operano nel settore della produzione e della commercializzazione di prodotti in corallo, cammei, gioielleria, ma anche 99


i poli orafi della Campania

nel settore oreficeria, argenteria, pietre preziose e orologeria. Due centri ospitano le aziende. Sono lontani, ma non divisi: parti di un solo grande polo produttivo. Da Torre del Greco, capitale storica dell’oro rosso, a Marcianise, cuore industriale della provincia di Caserta: ecco le due anime di “Oromare”. Il polo casertano, edificato su un pezzo di terra di 150mila metri quadrati, per una superficie di tre piani che supera i 25mila metri quadri, affonda le sue radici nei grandi numeri. Per realizzarlo, infatti, gli imprenditori soci del consorzio hanno investito oltre 75 milioni di euro. Il centro occupa più di 1.500 addetti. Dotato di un attrezzato show room per ogni singola impresa, Oromare vanta anche spazi comuni come sale convegni, auditorium, ristoranti, bar e infermeria. E poi i parcheggi e gli spazi per le esposizioni fieristiche. Poteva mancare, infine, lo sviluppo dell’arte? La conoscenza e lo studio delle antiche tecniche? Affatto. Una capatina tra una boutique e l’altra ed ecco apparire tre strutture all’avanguardia, autentico fiore all’occhiello del consorzio corallino: una scuola orafa, un centro ricerche e un centro espositivo. Tutto quanto è l’effetto di un’idea scaturita “dalla necessità di garantire alle imprese spazi adeguati per le proprie attività - , parola di Gino di Luca, presidente di Oromare - ma anche per accompagnare i soci verso i mercati internazionali e favorire, così, la diffusione capillare della gioielleria tradizionale e dell’artigianato”. 100

As

Campania. Named Oromare, the centre houses 205 small and medium sized businesses engaged in the manufacture and trading of coral, cameos and jewellery as well as gold, silver, precious stones and watches. Torre del Greco, the historic capital of coral, and Marcianise in the industrial heartland

of Caserta province: these are the two souls of Oromare. The Caserta centre is three stories high, covers a surface area of 25,000 square metres and required 75 million Euro of investment. The centre employs a work force of over 1500 people and provides a show room for each


i poli orafi della Campania

sinistra, un artigiano di Oromare al banco di lavoro; a destra, un altro scorcio del Consorzio

business in the consortium, as well as common areas like conference rooms, an auditorium, restaurants, bars, a medical centre, parking facilities and a fair venue. The centre also houses three hi-tech structures for: a goldsmiths’ school, a research centre and an exhibition

hall: “all fruit of the need to guarantee suitable facilities to partner firms”, explains Gino di Luca, Oromare president. “But also to help partners promote traditional craftsmanship in jewellery at home and abroad”. Antico Borgo Orefici Consortium

Where workshops have the sparkle of history A stone’s throw from the ancient city harbour, the first gold and silver smiths founded their own city quarter and named it Borgo Orefici, the Goldsmiths Quarter. Craftsmen from the ancient Egyptian, Greek and Cretan schools formed a corporation immediately after the rise of the Anjou dynasty to the Neapolitan throne, and the were later joined by renowned French artisans who followed in the monarchs’ retinue and taught the Neapolitans all their skills. Eventually, the apprentices exceeded their masters and now, seven centuries later, the Neapolitan school is renowned worldwide. The skilful and creative Neapolitan goldsmiths of the new millennium stand out from the crowd, because of the fine craftsmanship that goes into everything they make: silver trays, goblets, jugs and

cutlery, which fashion sometimes combines with crystal, coral or bone. Situated between Corso Umberto and Via Marina, the Goldsmiths Quarter is a pulsating labyrinth of streets and alleys making up a unique collection of workshops specialised in items made of gold and silver, as well as all kinds of jewellery. The shop windows showcase jewels and other items for all tastes from modern to classic, and clients need only choose what they like most. Since March 2000, the firms in this quarter of Naples have been part of a consortium presided over by Roberto De Laurentiis and comprising 90 traditional Neapolitan firms employing a 2000strong work force. The Consortium aims to promote the quarter through the creation of tourist itineraries and cultural initiatives promoting traditional Neapolitan craftsmanship. 101


i poli orafi della Campania

Consorzio Antico Borgo Orefici. Qui le botteghe brillano anche di storia Fu nel cuore del quartiere Pendino, a pochi passi dalla Marina, che i primi artigiani dell’oro e dell’argento si ritagliarono uno spazio tutto loro, gettando le fondamenta di un insediamento di botteghe che ancora oggi esiste ed è noto in tutto il mondo con il nome di Borgo Orefici. Tiratori e battitori d’oro, cesellatori e incastonatori eredi dell’antica scuola egizia, greca e cretese, si erano già riuniti in corporazione subito dopo l’avvento degli Angioini sul trono di Napoli. Fu in quegli anni, infatti, che si verificò il fatidico salto di qualità. Al seguito dei re francesi, infatti, rinomati ed esperti maestri francesi sbarcarono alle falde del Vesuvio per insegnare l’arte di lavorare il più nobile dei metalli agli artigiani di Partenope. I maestri transalpini si contornarono di operai del luogo. Poi accadde l’inevitabile. Secondo la più classica delle tradizioni, ben presto gli allievi superarono i maestri, imponendosi in quella che, da oltre sette secoli, è nota ovunque come la scuola napoletana di oreficeria. Abili e creativi modellatori, gli orafi napoletani del Terzo Millennio sanno distinguersi per la finezza che ci mettono nella lavorazione dell’oggettistica d’argento (vassoi, coppe, brocche, posate) di tanto in tanto abbinata, secondo il gusto e la moda del momento, al cristallo, al corallo o all’osso. A girare tra le ristrutturate 102

stradine del Borgo, tra la piazzetta con il Cristo e quella con l’antica fontana del pesce, c’è di che perdere la testa. Racchiuso tra il Corso Umberto e Via Marina, la cittadella si presenta come un concentrato unico al mondo di “botteghe” specializ-


i poli orafi della Campania

Una fase della fusione dell’argento

Il Tarì Area Asi Sud Marcianise (Ce) Tel. 0823.517111 www.tari.it

zate nella lavorazione e commercializzazione dei prodotti dell’oreficeria, dell’argenteria e della gioielleria “made in Naples”. Un dedalo di vicoli, stradine e piazzette che pulsa operoso come un alveare nel cuore della città. Uno sguardo alle scintillanti vetrine e tutto apparirà più chiaro. Dai monili più moderni, a quelli classicheggianti o che dell’antico riprendono lo stile e la lavorazione, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Insomma: ce n’è davvero per tutti i gusti. Provare per credere. Fin dal mese di marzo del 2000, le aziende di questo “spicchio” incantato di Partenope hanno deciso di consorziarsi, dando vita al “Consorzio Antico Borgo Orefici”, presieduto da Roberto De Laurentiis. Oggi la struttura raggruppa circa novanta aziende figlie della migliore tradizione orafa napoletana, per un totale di 2.000 addetti. Tra gli scopi del Consorzio anche la promozione del Borgo quale porta d’ingresso al Centro Antico di Napoli attraverso la creazione di circuiti turistico culturali ed iniziative coordinate di promozione dei prodotti dell’artigianato artistico partenopeo.

Consorzio Oromare Consorzio Antico Via Tironi, 10 Borgo Orefici Torre del Greco (Na) Piazza G. Bovio, 33 Strada Provinciale, 22 Napoli Tel. 081.5523708 Marcianise (Ce) Tel. 081.8829735 www.borgorefici.eu www.consorziooromare.it 00


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Ulturale cravatte. Ora la classe si veste di... pelle di Annalisa Palmieri

In queste pagine, le novità griffate Ulturale

“I

l sentimento va bene come fiore all’occhiello. Ma la cosa essenziale per la cravatta è lo stile. Una cravatta ben annodata - secondo Oscar Wilde - è il primo passo serio nella vita”. Lo sanno bene al civico 115 di via Carlo Poerio, a Napoli, dove lo scorso maggio ha inaugurato il primo monomarca Ulturale, indiscusso tempio della cravatta “made in Partenope”. Una luminosa boutique, dai colori caldi ed avvolgenti, traboccante di esclusive ties disponibili a 3, 7, 10 o 12 pieghe e realizzate nei tessuti più disparati: dalle garze di seta ai rasi passando per twill, cachemire e materiali vintage. Ospitali padroni di casa dell’esclusivo buen retiro, votato al bon vivre e al bel vestire: l’ammini-

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Ulturale Neckties. Class … in leather Annalisa Palmieri “A well-tied tie is the first serious step in life,” was Oscar Wilde’s view, and at the single-brand Ulturale store, the temple of Neapolitan neckties, they could not agree more. This bright and welcoming boutique in Via

Poerio is chock full of exclusive ties in silk, satin, twill, cashmere and vintage materials, available in the 3, 7, 10 or 12 fold varieties. For several years now, the hospitable team of Giancarlo Auriemma, Vincenzo Ulturale, Massimo Massaccesi, Sergio Crispino and Ciro Esposito have been supplying Naples’s most elegant men


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stratore delegato dell’azienda Giancarlo Auriemma, Vincenzo Ulturale, esperto del settore nonché direttore tecnico della sartoria (cui si deve anche il nome del brand), il presidente onorario Massimo Massaccesi, Sergio Crispino e Ciro Esposito. A loro va il merito di fornire, già da qualche anno, agli uomini più eleganti in circolazione cravatte decisamente uniche e interamente artigianali: dal taglio del tessuto alla cucitura finale. Proprio come la scaramantica collezione “Tiè”, costellata da cravatte antijella che nascondono tra le pieghe un delizioso cornetto in corallo da sfiorare all’occorrenza. Una tie “istituzionale” - coperta da brevetto e deposito del modello ornamentale gettonatissima al Ministero degli Interni come al Comando Generale della Guardia di Finanza, ma apprezzata in tutta Europa e finanche in Giappone. Ma tante si preannunciano le novità firmate Ulturale in arrivo nello showroom partenopeo. Si comincia con un bomber in vera pelle antichizzata che ricalca la linea dei giubbotti anni Settanta, rivestito internamente con la stessa seta delle cravatte, per passare a un caban in camoscio foderato in lana e seta. Fino ad arrivare a guanti in cervo foderati in cachemire con bordature interne in seta per un risvolto ad hoc e personalizzato e finire con un borsone che richiama la pelle del giubbotto, anch’esso foderato in tessuto. Altra novelty, la collezione “Too Fab” in versione 7 pieghe con monile in madreperla realizzato in esclusiva dall’azienda siciliana Antorà. «La chicca di Natale, invece - spiega l’amministrato-

with unique ties, entirely hand-made from the moment the fabric is cut to its final stitching. The “Tiè” collection of ties has an exquisite lucky charm (a coral horn) hidden in its folds while the patented “istituzionale” model is much sought after by members of the Italian civil service as well as by gentlemen all over Europe and Japan.

The latest additions to the Ulturale showroom include a distressed leather, seventies-style bomber jacket lined with the same silk as the tie, a suede caban jacket with a wool and silk lining, deer-hide gloves with silk and cashmere lining, and a bag in the same leather as the jacket. The new “Too Fab” seven-fold collection has a mother-ofpearl novelty by 109


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re delegato di Ulturale, Giancarlo Auriemma - è una cravatta 7 pieghe, a tiratura limitata, ideata in collaborazione col noto astrologo Riccardo Sorrentino e prevede il cappuccio interno alle pieghe realizzato in seta particolare che si rifà ai simboli delle costellazioni e ai segni zodiacali. In più - continua - in confezione con la cravatta si potrà trovare, in formato tascabile, il libro “Segno per segno - L’oroscopo 2010” firmato dallo stesso Sorrentino». E per le donne? Originali foulard e pashmina oltre a preziosi accessori creati dalla Di Luca Cammei appositamente per Ulturale, come gli anelli dalla foggia molto particolare realizzati in corniola, agata, oro e cammeo con soggetti da incidere eventualmente personalizzabili. Ulturale Cravatte Via Carlo Poerio, 115 -Napoli Tel. 081.2481151 www.ulturalecravatte.it

Antorà and, especially for Christmas, a limited edition seven-fold tie whose silk lining depicts the signs of the zodiac and constellations and comes with a pocket-size horoscope for 2010 by noted astrologer Riccardo Sorrentino. Ladies 110

will love the original scarves and pashmina shawls as well as the precious accessories specially made for Ulturale by Di Luca Cammei, such as the unique carnelian, agate gold and cameo rings which can be engraved upon request.



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Ischia Tessile Ricami De Vivo. Trame esclusive che girano il mondo di Marco Di Bello

I

n principio era una semplice pianta. Con piccoli fiori dalle tenui sfumature che variano dal bianco all’azzurro. Fiori che sbocciano per un giorno solo. Poi, le sapienti mani dell’uomo hanno saputo trasformarlo in una delle più pregiate fibre tessili naturali: il lino. Una fibra dalle proprietà termoregolatrici uniche, fresca d’estate e calda d’inverno. Certamente la più antica delle fibre tessili naturali, già largamente coltivata da Egizi, Fenici, Babilonesi e altri popoli del Mediterraneo. Non c’è stilista, oggi, che non includa il lino nelle sue più prestigiose collezioni. Ma la sintesi perfetta si concretizza nei tessuti da arredamen-

De Vivo Tessile Ricami. Exclusive textiles that travel the world Marco Di Bello An insignificant plant which man has transformed into one of the most highly prized natural fibres that is cool in summer and warm in winter. 112

Used by the ancient Egyptians and other Mediterranean civilisations, linen is included by all modern designers in their prestigious collections, but it is in the bedroom, bathroom and kitchen that linen can be most profitably employed, something that De Vivo Tessile Ricami have been doing for


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to e nella biancheria da letto, da bagno e da cucina. Un impalpabile connubio che da oltre mezzo secolo si celebra nell’azienda “De Vivo Tessile Ricami” di Lacco Ameno, a Ischia. Qui il cavaliere Salvatore De Vivo e i suoi figli selezionano le migliori fibre e con esse realizzano capi unici per comfort ed eleganza, che le vere amanti del bien vivre non possono farsi mancare: delicati tendaggi confezionati a mano sul telaio, preziose lenzuola e asciugamani, fini tovaglie e frivoli pigiami. Capi esclusivi, in tessuti pregiati come il lino e la canapa, o anche in fibre più moderne come la spugna nel caso del corredo da bagno, prodotti secondo l’antica tradizione artigianale delle suore ischitane, i cui segreti sono gelosamente preservati e tramandata di generazione in generazione dalla famiglia De Vivo. Capi in cui la leggerezza delle nobili trame si sposa con linee fresche e nel contempo raffinate, e

over 50 years. Salvatore De Vivo and his children select the finest fibres for unique and elegant items that true connoisseurs cannot do without: handmade curtains, precious sheets, towels, tablecloths and cosy pyjamas. Exclusive items in linen, hemp and more modern

textiles like towelling for bathroom articles made according to the secret traditions of Ischia’s nuns, which the De Vivo family jealously guard. Refined, lightweight articles are then embellished with magnificent hand-embroidered decoration, as generations of women did on 113


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In queste pagine, alcuni articoli griffati De Vivo Tessile Ricami

Ischia while waiting for their husbands to return from a day’s fishing. The De Vivo family business has matured here on the Green Isle of Ischia, where their show room near the seashore in Lacco Ameno is a treasure chest for tourists looking for those special items that will adorn their homes, make sleeping a pleasurable experience and embrace them in 114

warmth after a bath. Items from a far-off time but which are in demand more than ever with orders reaching the De Vivo family from all over the world and from such well known Italians as the Agnelli family and Luciano Pavarotti. The great tenor always had a De Vivo towel when he performed on stage and had pyjamas specially made for his little daughter Alice.

s’impreziosisce con magnifici ricami realizzati a mano così come facevano le madri - e, prima ancora, le madri delle madri - per ingannare il tempo quando, armate di tombolo e infinita pazienza, aspettavano che il mare restituisse loro i mariti pescatori. La storia imprenditoriale della famiglia De Vivo è tutta racchiusa qui. A due passi dallo specchio azzurro di Lacco Ameno che si perde all’orizzonte, angolo di paradiso incastonato nell’Isola verde, dove si offre allo sguardo del visitatore lo showroom di via Roma, scrigno di tesori e meta di turiste alla ricerca di quel“quid” in più per vestire la casa, per rendere ancor più piacevole abbandonarsi al sonno, e più fresco l’abbraccio di un accappatoio dopo il bagno. Capi di altri tempi eppur mai obsoleti, ricercati e richiesti in tutto il mondo, dove i De Vivo esportano il loro marchio di fabbrica, le loro trame esclusive per qualità e manifattura, che, da oltre cinquant’anni, vengono confezionate con amore e passione immutati per una clientela sempre esigente, che annovera anche tanti vip, tra cui la famiglia Agnelli e Pavarotti. Le asciugamani che accompagnavano il grande tenore nei suoi concerti recavano la firma di De Vivo, che oggi veste di pigiamini sbarazzini la piccola figlia Alice. Ischia Tessile Ricami De Vivo Via Roma, 34/36 80076 Lacco Ameno - Ischia (Na) Tel. 081.900819 www.devivotessilericami.com



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Vincenzo Oste. Segni viaggianti, gioielli votati a stupire di Marco Di Bello

“S

egni viaggianti”. Metafora dell’universo femminile. Dei suoi molteplici modi di essere e di sentire. Della sua disposizione a cogliere l’euforia del cambiamento. Dei tempi, delle tendenze, delle mode. E a lasciarsene travolgere. “Segni viaggianti”: suona così il nome della nuova collezione di gioielli di Vincenzo Oste, artista e artigiano orafo, talento votato a stupire con le sue sculture da indossare. Ma, questa volta, la creatività di Vincenzo Oste non ha partorito soltanto preziosi dal taglio innovativo e originale. Bensì, qualcosa di più grande e di più raro. Un connubio, intellettuale e artistico. Una sorta di unione spirituale dalla quale sono nati i piccoli capolavori di “Segni viaggianti”, la collezione di-

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Vincenzo Oste. Segni Viaggianti, stunning jewellery Marco Di Bello Segni viaggianti. (travelling signs) is a metaphor of the multi-faceted female world and the euphoria of change, and is thus a fitting name for the new jewellery collection by Vincenzo Oste, whose “sculptures to wear” never fail to

surprise. Not just a range of innovative and original jewellery, the Segni Viaggianti collection combines art and intellect, a spiritual union achieved by Vincenzo Oste and Linde Burkhardt, the German painter and theorist of artistic design renowned worldwide for her ability to give surprising new forms to ceramics. Oste has now directed her skilled


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La nuova collezione “Segni Viaggianti”

hands to craft silver and gold in the Segni Viaggianti collection, which have been on sale since 11 June in Via Carlo Poerio, where a female sensitivity and elegant design are transformed into refined works of art to be worn. “Linde Burkhardt sees this new experience as a facet of her world and has given her best in crafting the surfaces of the noble metals to create labyrinths of signs,”

says Oste. “When looking at the materials, you see the possibility to make something, so you just grab that opportunity,” explains Burkhardt with modest simplicity. The fusion of their ideas has created a stunning ring, bracelet and necklace, in which the union of artistic differences achieve the harmonious and unique effect of Travelling Signs.

segnata e realizzata a quattro mani con una virtuosa della materia: Linde Burkhardt. Tedesca, pittrice e teorica del design artistico. Una che con la materia “comunica”. Le sue mani sono aduse a plasmare la ceramica, a dargli forme sorprendenti che l’hanno resa celebre nel mondo. Mani che Vincenzo Oste ha convinto ad accarezzare leghe nobili, come l’oro e l’argento. A scolpirle e a levigarle. È nata così la nuova serie di preziosi “Segni viaggianti”, in mostra e in vendita dall’11 giugno scorso nella galleria di gioielli di via Carlo Poerio 33. Luogo della sensibilità e della vanità femminile, dove l’arte nasce come raffinato progetto e, poi, si concretizza in altrettante raffinate opere da indossare. “Da questa nuova esperienza - af117


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ferma Vincenzo Oste - complementare e affine al suo universo, Linde Burkhardt è stata capace di tirare fuori il meglio di sé, trattando la superficie con sapiente maestria, imprimendo fughe, scavi, solchi e labirinti di segni”. “Tu osservi la materia e la materia ti fa vedere una possibilità e poi tu cogli quest’occasione e ne fai qualche cosa”, spiega Linde Burkhardt con la modestia e la semplicità dei grandi artisti. La fusione delle loro idee si è tradotta in un anello, in un bracciale, in un collier, in una sor118

presa da indossare. Non si può non restare affascinati dalla percezione di questi capolavori a più mani, in cui le differenze artistiche si uniscono in una energica sintesi e in un intimo gioco delle parti che rende unica e speciale la collezione “Segni viaggianti”. Vincenzo Oste Via Carlo Poerio, 33 - Napoli Tel. 081.7645849 www.vincenzooste.it



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Sanseverino cravatte. Le sette pieghe più famose del mondo di Rino Dazzo

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uando la cravatta diventa un’opera d’arte. Un concentrato di passione, gusto, creatività. Un segnale d’elezione, un tocco d’eleganza. Più semplicemente, un atto d’amore che Salvatore Sanseverino compie da quand’era bambino. Le sue mani esperte ne hanno create a migliaia di questi piccoli capolavori, ideati e immaginati dalla sua mente feconda e sempre protesa a nuove scommesse, nuovi esperimenti. Ogni volta le stesse operazioni, ripetute meticolosamente e allo stesso tempo arricchite dalla genialità che ha portato don Salvatore a essere uno dei maestri più apprezzati nel campo. In tutto il mondo, naturalmente. Ne sono una

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Sanseverino neckties. The world’s most famous seven-folds Rino Dazzo Not mere neckties but works of art. Salvatore Sanseverino has created thousands of such masterpieces out of passion and dexterity and his fertile imagination

is always looking for new challenges. Renowned the world over for his ingenious insights and meticulous creative style, Sanseverino now receives his illustrious clients from all over Italy and the Middle East in his atelier in Naples business district (Centro Direzionale). His seven-fold ties – so called because the


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In queste pagine, alcune immagini dello showroom e dei prodotti firmati Sanseverino (photo Luciana Lamanna)

twill is folded seven times – are admired for their exclusive, hand-stitched elegance: the union of English fabrics and Neapolitan flair. The textiles are carefully selected by Don Salvatore and his team and then cut, stitched and embroidered before being subjected to rigorous quality controls so that the necktie can be

awarded the Sanseverino brand of excellence. Every item is unique, from the classic patterns to the more daring styles, from sober selfcoloured ties to brighter shades and designs. A Sanseverino article never passes unnoticed and demand is growing, not only for neckties but also for ladies’ cashmere

prova le tante personalità illustri che si “scomodano” personalmente per visitare l’atelier Sanseverino al Centro Direzionale. Da Roma a Milano, da Maranello o Dubai, la destinazione finale è sempre quella, il negozio di don Salvatore, uno dei massimi esportatori di “made in Naples” del pianeta. Le sue cravatte sette pieghe dette così perché nel realizzarle il twill viene piegato sette volte su se stesso - sono ammirate, ricercate con voluttà e desiderio da chi intende fregiarsi di un pezzo esclusivo, realizzato con l’amore e la passione di un tempo, rigorosamente a mano. I tessuti arrivano dall’Inghilterra, ma la creatività è tutta partenopea. Do121


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scarves, foulards and beautiful pashmina shawls. Elegance and refinement come in many shapes and forms, but nothing succeeds like 122

success and, if you look closely, many TV celebrities are living proof of Sanseverino’s passion for neckties.

po aver selezionato con cura la materia prima, si procede con le varie fasi della lavorazione. Il taglio precede l’incappucciatura, poi è la volta della stiratura, della spillatura, del ricamo. Infine c’è il controllo, perché tutto deve essere rigorosamente a posto. Centimetri, millimetri di tessuto selezionati scrupolosamente e con la massima cura dagli occhi esperti di don Salvatore e dei suoi collaboratori. Solo così si possono ottenere quei prodotti finiti che sono il vanto del marchio Sanseverino e dei suoi clienti. Ogni pezzo, proprio perché realizzato a mano, è quasi un “unicum”. Le fantasie classiche lasciano il posto a quelle più estrose e vivaci a seconda delle richieste, dell’occasione. Colori sobri o sgargianti, tinte uniche o variegate, le cravatte Sanseverino si fanno notare e apprezzare in ogni circostanza. E non solo. Gradimento crescente acquisiscono anno dopo anno i foulard per signora, le sciarpe in cachemire, le suggestive pashmine che sono gli altri fiori all’occhiello dello showroom. Perché l’eleganza, la raffinatezza, possono assumere anche altre forme, sempre vincenti e apprezzate. Basta guardarsi intorno, basta accendere la tv e dare un’occhiata ai big: proprio così, c’è un po’ della passione di Sanseverino in ognuno di loro. Sanseverino Centro Direzionale Is. G8 - Napoli Tel. 081.7879414



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Nocerino. Il tempio della moda per il jet set napoletano di Sarah Ricca

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n’azienda a conduzione familiare, che fa della qualità il suo punto di forza. Qualità: è questa la parola d’ordine di “Nocerino”, boutique specializzata nell’abbigliamento maschile. Nel cuore del salotto di Napoli, nella splendida via Filangieri, una delle strade più chic del capoluogo partenopeo, si apre lo showroom dell’azienda, punto di riferimento per una clientela di alto livello. Nella boutique “Nocerino”, infatti, arricchiscono il proprio guardaroba uomini del jet set napoletano: avvocati, imprenditori, professionisti, che desiderano il meglio e che, nello showroom di via

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Nocerino. Fashion temple for the most elegant Neapolitan men Sarah Ricca A family business of men’s outfitters whose greatest strength lies the quality of its garments. The Nocerino boutique and showroom in Naples’s chic Via

Filangieri is frequented by the city’s attorneys, businessmen and other professionals who demand the very best where quality and elegance are concerned. Nocerino offers a wide range of the finest fabrics and materials for the creation of bespoke suits,


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In queste pagine, l’elegante showroom Nocerino in via Filangieri, a Napoli

hand made by its in-house tailors, as well as huge selection of shirts and neckties by famous fashion houses in addition to its own unique range. Nocerino’s customers are guaranteed the quality they demand for a unique look that only made to

measure garments can achieve, with quality as the dominant feature. Quality is also the watchword for products of other designers, including British knitwear and jackets, Marco Pescarolo trousers, Luciano Lombardi shirts and Alden shoes, the prestigious brand of footwear

Filangieri, trovano garanzia, qualità ed eleganza. “Nocerino” è in grado di soddisfare tutti i gusti, anche quelli più raffinati ed esigenti. A disposizione dei suoi clienti mette, infatti, un’ampia gamma di tessuti di ottima qualità per la realizzazione di abiti rigorosamente su misura. Abiti realizzati “in casa”, nella pregiata sartoria “Nocerino”. Ma “Nocerino” non è soltanto sinonimo di abiti. Il cliente può scegliere anche tra una vasta offerta di camiceria e cravatte. Cravatte di marchi prestigiosi, tra cui spicca il marchio di casa. L’azienda “Nocerino”, infat125


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made in San Francisco since 1970 and exclusive in Naples to the Nocerino store. If refined sophistication is 126

what you desire, come to the Nocerino showroom which, in just two years, has won over the most elegant Neapolitan men.

ti, è rinomata anche per la produzione in proprio di cravatte. Insomma, nulla è lasciato al caso. In via Filangieri il jet set partenopeo può vestirsi da capo a piedi nella consapevolezza che ciò che indossa è un abito di alta qualità. Un abito che, essendo realizzato su misura secondo i gusti e i desideri del cliente, rappresenta anche una garanzia di unicità. La qualità, dunque, resta la parola d’ordine. Anche quando l’articolo esposto reca il marchio di altre case di moda. Spazio, dunque, a maglieria e giubotteria inglese, ai pantaloni griffati Marco Pescarolo, alla camicie di Luciano Lombardi, alle calzature, che nella boutique “Nocerino” portano il nome “Alden shoes”, prestigioso brand made in San Francisco, che produce raffinate ed eleganti scarpe da uomo sin dal 1970. Un marchio di cui “Nocerino” può vantare l’esclusiva per la vendita nel capoluogo campano. Se siete uomini esigenti e sofisticati, dunque, lo showroom di via Filangieri è il luogo giusto per appagare il vostro desiderio di eleganza e raffinatezza. Un luogo che in soli due anni, grazie alla qualità dei suoi articoli, ha saputo conquistare gli uomini napoletani. Nocerino Via Filangieri, 8 - Napoli Tel. 081.412789



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Profumi di Napoli. Più belli con le creme al pomodoro San Marzano di Marco Di Bello

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omodori San Marzano, olio e limoni di Sorrento, Fiano di Avellino, albicocche del Vesuvio. Sono soltanto alcune delle prelibatezze della Campania che non possono mancare sulle tavole dei buongustai e che, a partire da settembre, non potranno mancare neanche nei beauty case delle donne attente alla cura del proprio corpo. Nasce, infatti, una nuova e accattivante linea di cosmetici naturali, “Profumi di Napoli”: sapone, shampoo, creme per il viso e per il corpo realizzati con rinomati prodotti della regione. Il brand è stato pensato da Nunzio Mancino, 43 anni, un impiegato di Monte di Procida che, nel tempo libero, indossa i panni del ri-

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Profumi di Napoli Beauty treatments with San Marzano tomatoes Marco Di Bello San Marzano tomatoes, olive oil, Sorrento lemons, Fiano di Avellino wine and apricots from Mount Vesuvius are a must at a gourmet’s dinner

table, and from September they will be just as important to ladies who want to preserve and enhance their beauty. “Profumi di Napoli” is a line of natural soaps, shampoo, face creams and body lotions made from Campania’s best known produce by Nunzio Mancino, a


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In queste pagine, alcuni prodotti della linea di cosmetici naturali “Profumi di Napoli”

fervent fan of typical local excellence who has just launched his range of beauty products. This is no marketing whim, but the result of research into the numerous curative properties of specialities from terra felix. “For example, recent studies have shown that the

serum in buffalo milk mozzarella is rich in proteins and protovitamins which exert a moisturising and anti-radical effect,” explains Mancino, whose buffalo milk soap, Fiano di Avellino foam bath, Sorrento olive oil shampoo, body lotions with San Marzano

cercatore. Un appassionato studioso delle tipicità della Campania, così si definisce l’inventore di questi nuovi elisir di bellezza, che, alla fine dell’estate, debutterà nel mondo dell’imprenditoria. Ma il progetto di Nunzio Mancino non scaturisce da una mera quanto originale idea di marketing, bensì dalla scoperta delle numerose proprietà curative di cui sono in possesso le specialità della Terra felix. “Per fare un esempio - spiega il padre della linea cosmetica “Profumi di Napoli” studi recenti hanno scoperto che il siero di latte di bufala possiede proprietà adatte anche alla cura delle pelle. Il siero, infatti, è ricco di proteine nutrienti e di provitamine ad azione 129


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idratante e antiradicali”. Così prende forma il sapone al siero di latte di bufala, cui si aggiungono il bagnoschiuma al Fiano di Avellino, lo shampoo all’olio di Sorrento. E poi, ancora, le creme per il corpo al pomodoro San Marzano, e quelle per le gambe al limone di Sorrento, nonché lo scrub a base della pregiatissima albicocca del Vesuvio. La linea, per la cui produzione Nunzio Mancino si avvarrà di un’azienda specializzata, punta tutto sulla qualità naturale degli articoli e sulla tutela dell’ambiente, privilegiando l’utilizzo di materiali riciclabili - come vetro, alluminio e carta - per gli imballaggi. La commercializzazione dei “Profumi di Napoli” inizierà a settembre, negli alberghi della Campania, dove l’imprenditore di Monte di Procida mira a essere presente nei kit di prima accoglienza destinati ai clienti. Profumi di Napoli Via Solferino, 82 Monte di Procida (Na) Info: 335.5293623 www.profumidinapoli.com tomatoes or lemons and a scrub containing the exquisite Mount Vesuvius apricots will be produced from natural ingredients and packaged in 124

recyclable glass, aluminium and paper containers. “Profumi di Napoli” products will be on sale in hotels all over Campania from September.



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Casinò Vesuvius. Napoli sbanca in Transilvania di Annalisa Palmieri

In queste pagine, il Casinò Vesuvius a Brasov, in Romania

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es jeux sont faits, rien ne va plus… In Romania sbanca la Napoli vincente. Un colpo grosso messo a segno dall’imprenditore partenopeo Angelo Barbato che, non molto tempo fa, ha inaugurato a Brasov, nel cuore della Transilvania tanto cara al conte Dracula, un casinò da mille e una notte. American Roulette, Black Jack, Texas Hold’em, Four Card e Ocean Poker, una vasta gamma di slot machine di ultima generazione e chi più ne ha più ne metta. Questi gli “ingredienti” principali dello splendido Casinò Vesuvius, incorniciato dai monti Carpazi, divenuto già da un po’ punto d’incontro per giocatori provenienti da ogni dove. «I nostri habitué – spiega il padrone di casa, Angelo Barbato –

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Casino Vesuvius. Naples hits the jackpot in Transylvania Annalisa Palmieri Les jeux sont faits, rien ne va plus… In Romania, Naples has hit the jackpot with the opening of Neapolitan businessman Angelo Barbato’s casino at Brasov

in the heart of Transylvania. American Roulette, Black Jack, Texas Hold’em, Four Card and Ocean Poker, and slot machines are the main attractions at the splendid Casino Vesuvius in the Carpathian mountains, drawing players from all over the world.


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«Most of our regular customers come from southern Italy, but many are players from the Middle East,» explains Barbato. A refined, welcoming atmosphere, courtesy, and discretion are the key features of this 4500 square meter establishment decorated with Neapolitan landscape

paintings, but guests can also enjoy inimitable Neapolitan cuisine prepared by the talented chefs Giovanni Piselli and Lello De Santis in the elegant restaurant. This exclusive open space also serves as a venue for musical events and cocktail bar with live music on the grand piano. The Casino Vesuvius

vengono da tutta Italia, principalmente da Sicilia, Puglia e Campania, ma non mancano israeliani e arabi». Per tutti loro, un ambiente accogliente e molto raffinato, tanta cortesia, riservatezza e gustose specialità made in Naples. Sì, perché non essendo per ora possibile aprire un casinò all’ombra del Vesuvio, Barbato ha pensato bene di portare un pezzo di Partenope in Romania. In che modo? Allestendo le sale della bella struttura, che si estende su una superficie complessiva di 4.500 mq, con delicate gouaches che riportano alla mente gli scorci napoletani più suggestivi, ma anche reclutando un giovane e talentuoso chef direttamente da Castellammare di Stabia che risponde al nome di Giovanni Piselli, spalleggiato in cucina dal pasticciere Lello De Santis di Torre Annunziata. Il casinò Vesuvius, infatti, vanta un elegante ed ospitale ristorante dove poter degustare prelibati menu tutti italiani dai sapori intensi e inimitabili. Un open space esclusivo, cornice di eventi musicali e non solo, che vede incastonato al suo interno un delizioso lounge bar dove è possibile rilassarsi sorseggiando cocktail freschissimi tra luci soffuse e note live scandite dal bel pianoforte a coda che domina la sala. Ma non è tutto. Sì perché tra le novità del Casinò Vesuvius, aperto ogni giorno dalle ore 17 alle 6 del mattino, c’è l’imminente apertura dell’annesso hotel, dotato di 130 camere e di tutti i comfort, che sarà gestito da un noto gruppo alberghiero. Tanti e tutti allettanti, dunque, i motivi per concedersi una capatina a Brasov “dove - aggiunge 133


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is open every day from 5pm to 6am and will soon be inaugurating its 130 room hotel under the management of a renowned hotel group. A trip to Brasov for an out-of-theordinary weekend in a splendid natural setting is well worth the journey, with special, reasonably-priced packages 134

organised by Casino Vesuvius including direct flight, half-board in a 5-star hotel, three meals at the restaurant and of course free entrance and drinks in the casino. All clients receive the Vesuvius VIP card which offers numerous advantages to its owners and a resounding ‘good luck!’ from all at Casino Vesuvius.

Barbato - è possibile trascorrere un week-end diverso dal solito, immersi nella natura e, comunque, fuori dai soliti standard”. Tra l’altro, il Casinò Vesuvius organizza pacchetti speciali di tre giorni che prevedono il volo a/r diretto dall’Italia, il soggiorno con prima colazione in hotel a cinque stelle, tre cene al ristorante Vesuvius e naturalmente ingressi e consumazioni gratuite al casinò. Il tutto, a un prezzo davvero singolare. Senza dimenticare che a tutti i clienti particolari è destinata la Vesuvius card Vip che prevede una lunga serie di agevolazioni e trattamenti ad hoc. Ai giocatori più incalliti (e non solo) non rimane che augurare un grosso good luck al grido di “Veni, vidi, vici”.


Sapori della Campania


sapori della Campania

Pizzeria Brandi. La regina delle pizze è nata qui 120 anni fa di Annalisa Palmieri

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i fa presto a dire pizza, ma c’è chi giura che è possibile contare sulle dita di una mano i posti dove poterne gustare una come Dio comanda. A Napoli, in salita Sant’Anna di Palazzo, a pochi passi da piazza del Plebiscito e dal teatro San Carlo, ce n’è uno conosciutissimo, amato da teste coronate, politici e artisti. È l’antica pizzeria Brandi, passata alla storia per aver dato i natali nel giugno del 1889 a quella che si può considerare la pizza più famosa al mondo: la Margherita. Si narra, infatti, che durante uno dei soggiorni partenopei di Umberto I e Margherita di Savoia, i reali chiamarono a corte, in quel di Capodimonte, Raffaele Esposito, maestro pizzaiolo del locale di Chiaja fondato da Pietro Colicchio nel lontano 1780, per

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Pizzeria Brandi. Where the queen of pizzas was born Annalisa Palmieri Some claim that the number of pizzerias serving perfect pizzas can be counted on the fingers of one hand. One such place can be found in Naples, a stone’s throw from the San Carlo opera house, and has

been frequented by royalty, politicians and artists: Pizzeria Brandi, where the most famous pizza in the world was first made in1889. King Umberto I and Queen Margherita were staying at the Capodimonte Palace and called upon Raffaele


sapori della Campania

Alcune immagini della Pizzeria Brandi

Esposito, master pizzamaker, to savour some of his fine food. Accompanied by his wife, Maria Giovanna Brandi, he set to work in the royal kitchens where he prepared three different pizzas: one with olive oil, cheese a nd basil, one with whitebait, and one

with mozzarella, tomato and basil to reflect the colours of the Savoy flag. The latter met with the Queen’s wholehearted approval - as is testified by a letter on display in the pizzeria - and Raffaele named it the Margherita in her honour. This year, the

poterne apprezzare le specialità culinarie. Fu così che, accompagnato dalla moglie Maria Giovanna Brandi, Raffaele si presentò alla Reggia a bordo di un calesse trainato da un asinello e, una volta nelle cucine, diede forma al gusto sfornando ben tre tipi di pizza. Una bianca condita con olio, formaggio e basilico, una tempestata di “cecenielle” (bianchetti) e l’ultima ricoperta di mozzarella, pomodoro e basilico, richiamante i colori della bandiera sabauda. La tricolore piacque tantissimo alla regina - come testimoniato da una lettera ancora gelosamente conservata in pizzeria, firmata dal Capo dei Servizi di Tavola della Real Casa Camillo Galliper questo, in suo onore, Esposito decise di darle il nome di pizza Margherita. 137


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In queste pagine e in quella successiva, i festeggiamenti per i 120 anni della pizza Margherita

Una specialità unica che proprio quest’anno compie 120 anni: compleanno celebrato con una minuziosa ricostruzione storica che ha visto sfilare, attraverso le principali strade della città, un lungo corteo in costume d’epoca, capeggiato dalla “Regina Margherita”, che si è poi sciolto dinanzi alla storica pizzeria Brandi, dove un gruppo di “pescatori” ha distribuito tranci di pizza calda ai passanti. Una rappresentazione carica di storia e di emozione: cento figuranti tra nobili, popolani, tamburini e sbandieratori, tutti in abiti di fine Ottocento, che hanno girato per le strade, i vicoli e le piazze della città. E neanche i 138

luminari della cabala hanno voluto far mancare il loro contributo, dispensando la “sestina della pizza” da giocare al Superenalotto. Il buongiorno l’hanno dato i tamburini, che sono partiti da via Chiaia per annunciare al popolo il lieto evento. Dal Teatro San Carlo, poi, un lungo corteo ha seguito la carrozza d’epoca che portava la bionda regina Margherita di Savoia alla storica pizzeria Brandi.Ma le chicche non sono affatto finite, come spiega Eduardo Pagnani - attuale padrone di casa della pizzeria Brandi con i fratelli Paolo e Mariarosaria – che racconta: «Ultimamente abbiamo elaborato una pizza speciale


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per “Birra Moretti” realizzata con farina e parte degli ingredienti della birra come malto, mais e lievito di birra, che sarà presentata qui da noi con un evento ad hoc». Fornitori e prodotti rigorosamente campani, rispetto della tradizione fino all’ultima virgola e tanti piccoli accorgimenti. Questo il segreto della pizza griffata Brandi, letteralmente adorata da turisti provenienti da ogni angolo della Terra, ma anche da tanti Vip. Di qui sono passati personaggi come gli ex Presidenti della Repubblica Italiana Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi, il nostro attuale premier Silvio

pizza’s 120th birthday was celebrated with a reconstruction of the event in the city streets: a parade in period costumes headed by Queen Margherita to the Pizzeria Brandi, where a group of ‘fishermen’ handed out slices of hot pizza to passers-by. More recently, the owners of the pizzeria have created a special pizza for the Moretti brewery, made from malt, corn and brewer’s yeast, which will be presented at a special event on the premises. Local products and respect for tradition are the secret of Brandi’s pizzas, which are loved by tourists from every corner of the earth as well as by famous Italian

presidents, premier Silvio Berlusconi, t he actors Christopher Lambert and Gérard Depardieu and the American football player Larry Allen. Other illustrious clients have included Luciano Pavarotti, who sang a classic Neapolitan song in the restaurant with Edoardo Bennato and Lucio Dalla, and former US president Bill Clinton w ith his daughter Chelsea who ordered two pizzas to take with them in the black limousine. The pizzeria has seating for 100 guests and offers typical Neapolitan food, like mozzarella, pasta with seafood, and soups, as well as a selection of pizzas. 139


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Berlusconi, gli attori Christopher Lambert e Gérard Depardieu e non ultimo il giocatore di football americano Larry Allen. Ma la lista degli ospiti illustri è lunghissima e risulta praticamente impossibile elencarli tutti. «Ricordo con estrema chiarezza - racconta Eduardo Pagnani - la sera del 10 dicembre 1997 quando da noi giunse il maestro Luciano Pavarotti, il quale, contrariamente alle voci che lo indicavano come burbero, si divertì ad intonare con Edoardo Bennato e Lucio Dalla una versione molto particolare di “Era de maggio” e noi per ringraziarlo gli donammo un’antica partitura della stessa canzone. Fu una serata incredibile, proprio come quando arrivò da noi a bordo di una limousine nera, scortato da un impeccabile servizio di sicurezza, l’ex presidente Usa, Bill Clinton accompagnato dalla suocera e dalla figlia Chelsea. Non rimase con loro a cena ma portò con sé due nostre pizze». Naturalmente, nel delizioso ritrovo di Sant’Anna di Palazzo, che può ospitare 100 persone per volta, oltre ad ottime pizze è possibile assaporare tutto ciò che rientra nella ristorazione tipica napoletana: dalla mozzarella di bufala ai primi piatti di mare, mentre in inverno si possono degustare squisite minestre e piatti caratteristici della cucina povera partenopea come la mitica pasta e patate. Pizzeria Brandi Napoli Salita Sant’Anna di Palazzo, 1-2 Tel. 081.416928 www.brandi.it 140



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Associazione Verace Pizza Napoletana. Da 25 anni guardiani della pizza doc di Davide Cerbone

I

templari della pizza Doc sono sull’attenti da un quarto di secolo. Era l’anno di grazia 1984, lo stesso in cui Diego Maradona calcò col suo divino sinistro la terra napoletana, quando alcuni maestri pizzaioli napoletani, per fronteggiare il fariseismo dilagante dei “fast food”, decisero di ristabilire ordine e verità intorno al loro pane quotidiano. L’Associazione Verace Pizza Napoletana, senza fini di lucro, ha ancora oggi quale scopo «la tutela e la promozione della “Verace Pizza Napoletana” e, conseguentemente, degli esercizi aderenti all’Associazione ed impegnati a fornire un prodotto rispondente alle caratte-

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Authentic Neapolitan Pizza Association. Guardians of genuine pizza for 25 years Davide Cerbone In 1984, with fast food restaurants popping up everywhere, a group of master pizza makers decided that enough was enough and formed the non-profit

Authentic Neapolitan Pizza Association to safeguard and promote genuine Neapolitan pizza. Members of the Association are required to guarantee that their product and its preparation comply with the standards laid out in the statutes – an indication of just how seriously Neapolitans regard the defence of what they believe to be as


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In queste pagine, alcune fasi della preparazione della verace pizza napoletana

important as the city’s monuments or traditional songs. “We have achieved much more than we set out to do. Pizza has taken its place in the fine food sector and in the future we will be even more incisive, above all to ‘unmask’ purveyors of ‘counterfeit’ pizza”, claims Antonio Pace, president and founder of the Association. Members are aware

that it is not just a product. It is their heritage and traditions that are under attack, and they have drawn up 10 simple rules so that customers can identify genuine pizza at first bite. These include the origin of the ingredients (Campania), the preparation of the dough (by hand), baking (on the base of the oven) and, of course, the aroma and the taste.

ristiche di lavorazione previste dal disciplinare che regola la produzione». Così recita lo statuto, nel lessico rigoroso che si conviene a un atto ufficiale e, dunque, serissimo. Perché qui non c’entrano il folklore e la goliardia: c’è da difendere un monumento di fama mondiale, forse il più importante della tradizione partenopea, insieme alla canzone. E con quello, un’economia. Ed è quello che è stato fatto. “In questi quarto di secolo - afferma Antonio Pace, presidente e fondatore dell’Associazione – abbiamo raggiunti traguardi molto più ambiti di quelli che ci eravamo prefissati. La pizza è entrata a far parte 143


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dell’alta gastronomia internazionale. E in futuro la nostra azione sarà ancora più incisiva e volta soprattutto a smascherare i falsari della verace pizza”. I membri dell’Associazione sanno di custodire molto più di un prodotto: un patrimonio immenso, con la sua storia e la sua anima. Un tesoro dalle radici solidissime, eppure quotidianamente preso d’assedio. Sulla scorta di questa consapevolezza, l’Associazione ha stilato il decalogo per identificare 144

al primo morso la vera pizza. Dieci semplici regole per aiutare i consumatori a districarsi tra gli innumerevoli tentativi di imitazione che si arrogano spesso indebitamente la definizione di “Vera pizza napoletana”. Dalla terra d’origine degli ingredienti (la Campania) alla manipolazione della pasta (rigorosamente a mano), dalla cottura (sul piano del forno) all’aroma, per finire col gusto: dieci “tavole” da tenere ben presenti prima di mettersi a tavola.



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Fausto Sarracino. Salumi e formaggi dal gusto unico di Rino Dazzo

Prelibatezze della Salsamenteria di Fausto Sarracino

Q

uattrocento varietà di formaggi, italiani e non. Duecento referenze di salumi scelti in Italia e all’estero, soprattutto in Spagna. Prosciutti di tutte le selezioni, dal Nero Casertano al Grigio Casentino, dal Patanegra iberico alla Cinta Senese, fino ai celeberrimi Norcia e Parma. Sono i piccoli, grandi tesori custoditi nella grotta di Contrada Capuzzelle, a Marano, dove dal 1950 la famiglia di Fausto Sarracino si è specializzata nell’affinatura di salumi e formaggi. Un processo lungo e laborioso, che dura 36 mesi, seguito costantemente, con maestria e passione, in tutte le sue fasi. Sì, perché mica è facile realizzare un prosciutto di qualità, mica è scontato che una forma di formaggio si trasformi col passare del

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Fausto Sarracino. Flavoursome salami, ham and cheese Rino Dazzo

400 varieties of cheese from Italy and abroad, 200 types of mainly Italian and Spanish salami, and the very best hams, such as Nero Casertano, Patanegra, Norcia and Parma. This is

the treasure trove of the Sarracino family which has specialised in the preparation of these fine foods since 1950. It is a laborious process . and requiring constant skill and dedication. But the secret also lies in the microclimate of the huge cavern hewn out of the tufa stone centuries ago, where their products are left to mature for months, as the right degree


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tempo in una delizia. Il segreto è nel microclima della grotta, un antro di 120 metri dove insaccati e prodotti caseari giacciono l’uno accanto all’altro per mesi. È qui che, giorno dopo giorno, la particolare umidità e le muffe nobili che fioriscono nell’antro scavato nel tufo dagli “sciaccuttiell” nei secoli passati contribuiscono ad arricchire la materia prima, a conferire quella territorialità divenuta sempre più un marchio di fabbrica, un segnale d’eccellenza. Il processo inizia con la selezione dei prodotti. Per quanto riguarda i formaggi, “scegliamo le partite di latte con le percentuali di grassi e lipidi più appropriate”, spiega Sarracino. “Il parmigiano, ad esempio, stagiona nei primi 24 mesi a Casina, in Emilia, a circa 1000 metri. Negli ultimi 12 mesi, invece, la stagionatura viene effettuata nella nostra grotta, di cui acquisisce profumi e sapori. Formaggi, salumi e prosciutti sono elementi vivi, che risentono delle caratteristiche dell’ambiente circostante”. Nasce dunque un parmigiano “napoletano”. Un prodotto povero di colesterolo, senza lattosio, ideale per bambini, anziani e per chiunque voglia mangiare bene e di qualità. E non è il solo, ovviamente. Tra i formaggi più apprezzati ci sono il Provolone del Monaco, l’esclusivo Sciaccuttiell ed altri prodotti tipici campani come il pecorino di Carmasciano, il Conciato Romano dell’Alto Casertano, il pecorino bagnolese. Accuratissimo anche il procedimento relativo a prosciutti e salumi: “Scegliamo solo suini di oltre 200 chili, di cui valutiamo eventuali 147


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imperfezioni”, assicura Sarracino. “Dopo 12 mesi di stagionatura, i prodotti sono pronti per essere messi in commercio”. Al pari di tartufi, caviale, salmone, le altre specialità della casa. Ed il riso, di tutte le varietà, proveniente da ogni angolo del globo. E non è finita. Nei prossimi mesi saranno lanciate altre tre varietà di pecorino dell’Alto Casertano, invenzioni dello stesso Sarracino: uno arricchito con

of moisture and the noble moulds do their work to confer excellence. “The cheesemaking process begins by selecting the best milk,” explains Fausto Sarracino. “Parmesan matures for 24 months in the Emilia region at an altitude of 1000m and then a further 12 months in our cavern, 148

where it acquires flavour and fragrance from the surrounding environment”. This ‘Neapolitan’ parmesan is low in cholesterol, has no added lactose and is ideal for children, the elderly and all who love fine cheese. Other popular cheeses include Provolone del Monaco, Sciaccuttiell and

bucce di agrumi della Costiera, gli altri due con foglie e bucce di mela annurca. Autentici concentrati dell’eccellenza, della tipicità e della laboriosità campana. Salsamenteria Sarracino Via Casalanno, 8/9 - Marano (Na) Tel. 081.5862491 www.selezionesciaccuttiell.it

other local cheeses like pecorino. The ham and salami process is just as rigorous, starting from the pig which must meet high health and quality standards and weigh over 200 kg. After 12 months maturing, the products are ready to be put on sale, along with the other family

specialities like truffles, caviar, smoked salmon and varieties of rice from all over the world. The coming months will see three new varieties of pecorino; one with citrus peel, and two with the leaves and peel annurca apples, produced by the fertile imagination of the Sarracino family.



icetta recipe la r Parmigiana di melenzane

È un piatto “cult” della cucina napoletana. La parmigiana di melanzane ha un “quid” in più rispetto alle altre pietanze di terra della tradizione partenopea. “Quel non so che” che, soltanto assaporandola, si può comprendere. Una delizia del palato. In tutte le sue varianti (e sono tante!). Quella che proponiamo è, però, la ricetta della vera parmigiana di melanzane alla napoletana. Ingredienti per 4/5 persone: 4 grosse melanzane, 300 gr di mozzarella lasciata 24 ore in frigo, 700 gr di passata di pomodoro, 2 spicchi d’aglio, 4 foglie di basilico, 100 gr di parmigiano grattugiato, 5 cucchiai d’olio d’oliva extravergine di oliva, 1 bicchiere di olio di semi per friggere, 2 cucchiai di sale fino.

Preparazione. Tagliate le melanzane a fette nella lunghezza, ma senza sbucciarle. Sistemate le fette in un recipiente e salate ogni strato. Deponete un piatto sopra le melanzane e sopra il piatto un peso di circa 2 kg. In questo modo le melanzane rilasceranno più in fretta quel liquido che le rende amarognole. Passata un’ora, strizzate le fette di melanzane, sciacquatele e asciugatele. Immergetele in olio di semi bollente e lasciatele friggere finché non saranno dorate. Nel frattempo, in un pentolino, fate soffriggere gli spicchi d’aglio nell’olio extravergine di oliva. Unite la passata di pomodoro e, dopo una ventina di minuti, spegnete la fiamma. Unite il basilico e salate leggermente. Ungete una pirofila e stendetevi un primo strato di melanzane. Quindi versate due cucchiai di salsa sulle melanzane e stendete il sugo con il dorso del cucchiaio. Cospargete con un po’ di parmigiano. Tagliate la mozzarella a fettine sottili e distribuitene alcune sopra la salsa. Procedete nella stessa maniera finché gli ingredienti non saranno esauriti. L’ultimo strato deve essere di salsa, in questo caso un po’ più abbondante. Quindi passate la parmigiana o nel forno già caldo a 200° per 35 minuti, oppure sul fuoco. In questo caso la cottura non dovrà superare i 20 minuti. Servire la parmigiana fredda e riposata.


ricetta recipe la Parmigiana di melenzane There’s no denying it: this is the “cult” dish of Neapolitan cuisine. Parmigiana di melanzane has the X factor compared to other local dishes; a certain “je ne sais quoi” which you can only begin to understand when you taste it, preferably accompanied by some crusty bread from a wood-burning oven. A delight for the taste buds, in all its many variations. This is the recipe for the traditional Neapolitan parmigiana di melanzane. Ingredients for 4/5 persons: 4 large aubergines (eggplant) 300 g mozzarella (kept for 24 hours in the refrigerator, if fresh) 700 g tomato sauce (passata) 2 cloves of garlic

4 basil leaves 100 g grated Parmesan cheese 5 tablespoons of extra virgin olive oil 1 glass of vegetable oil for frying 2 tablespoons of table salt Preparation. Wash the aubergines (eggplant), remove the ends, but do not peel. Slice lengthwise and place in a bowl covering each layer with a tablespoon of salt. Put a flat plate on top of the aubergines and place a 2kg weight on the plate so as to squeeze out the bitter juice. After an hour, squeeze the aubergine slices, rinse under cold water and then dry on kitchen paper. Fry the aubergines in hot oil until they are golden on both sides. In the meantime, chop the garlic finely and fry in the extra virgin olive oil. Then add the tomato sauce and cook for 20 minutes. Add basil and a little salt. Oil an oven dish and place a layer of aubergine slices side by side, then add two tablespoons of the sauce and spread evenly over the slices. Sprinkle with parmesan and thin slices of mozzarella and start a new layer, continuing until all the ingredients are finished, ending with an extra helping of sauce on top. Place the dish in the oven (200°C) for about 35 minutes or on the hob (low flame) so that the parmigiana simmers gently for no more than 20 minutes. Leave the parmigiana to cool and serve cold.


est of shopping & relax t ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI/ CLOTHING AND ACCESSORIES MARINELLA “È la somma dei piccoli particolari che fa l'uomo elegante”. Così sentenziava, nel 1914, don Eugenio Marinella, proprietario di un piccolo negozio di cravatte alla Riviera di Chiaja. Quello in cui proponeva capi in stile inglese e un po' snob, che fecero di lui rivenditore ufficiale di principi e imprenditori. Filosofia, attualmente portata avanti dal nipote Maurizio, e che ha visto negli anni avvicendarsi personaggi del calibro di Luchino Visconti, Aristotele Onassis e Giovanni Agnelli. “It is the sum of all the small details that makes a gentleman elegant”, affirmed don Eugenio Marinella, owner of small Neapolitan tie-shop in 1914. His British-style garments met whit the approval of princes and entrepreneurs and his grandson Maurizio can make the same claim, as his clients have included such illustrious names as Luchino Visconti, Aristotele Onassis and Giovanni Agnelli. Via Riviera di Chiaia, 287 - Napoli Tel. 081.7644214

bespoke suits, ties and shirts. Set up in 1780, the atelier is now managed by Ugo Cilento who has extended the range of articles to include luxury accessories and hand-made footwear. Via Medina 61 a/b - Napoli - Tel. 081.5513363 SANSEVERINO CRAVATTE Nata dalla passione di Salvatore Sanseverino e Francesco Raia, quest’azienda è uno dei baluardi dell’antica arte sartoriale napoletana. Il must qui è la cravatta a sette pieghe, realizzata ripiegando sette volte il tessuto per dare anche più consistenza al nodo. Da Sanseverino si riceve solo su appuntamento. Following Salvatore Sanseverino and Francesco Raia’s passion, this company is one of the bulwark of the ancient Naepolitan tayloring. The must is the seven folds necktie, realized folding seven times the fabric in order to make the tie firmer. Tie can be chosen only by appointment. Centro Direzionale Isola G2 - Napoli Tel. 081.7879414

FINAMORE Camicie interamente cucite a mano quelle di Finamore, capi unici che consentono a chi le indossa la massima libertà di movimento grazie alla tipica lentezza del giromanica. L'atelier offre agli elegantoni più esigenti anche la possibilità di farsi realizzare camicie personalizzate scegliendo tra un'ampia gamma di tessuti. Finamore makes hand-stitched shirts with spacious armholes to ensure maximum freedom of movement. The atelier also offers a wide range of fabrics for bespoke shirts. Via Calabritto 16 - Napoli - Tel. 081.2461827

ROSARIO FARINA HAUTE COUTURE Se il vostro sogno è indossare una morbida “scultura” in voile e satin di pregiate sete comasche, magari “scolpita” da un giovane e virtuoso stilista partenopeo, la fermata obbligatoria è all’atelier Rosario Farina di palazzo Cellamare. Un delizioso salotto glamour, dove da due anni prendono forma gli abiti e i sogni delle donne più chic della città. If your dream is to wear a soft ‘sculpture’ of precious silk and satin, created by a young, talented Neapolitan designer, visit the Rosario Farina atelier in palazzo Cellamare. This exquisite glamour salon opened two years ago and has been making the chicest Neapolitan women’s dreams come true ever since. Palazzo Cellamare - via Chiaja 149/e - Napoli Tel. 081.405901 - www.rosariofarina.com

M. CILENTO Un simbolo della Napoli più esclusiva. Uno scrigno dove il fascino e l’eleganza sono racchiusi in ogni articolo e la ricerca della qualità non ha confini. In una sola parola: Cilento, in via Medina. Qui è possibile trovare abiti, cravatte e camicie confezionati rigorosamente a mano e su misura con tessuti pregiati e raffinati, così da offrire sempre il meglio al cliente, come del resto è tradizione. Nata nel 1780, la maison è oggi nelle mani di Ugo Cilento che ha arricchito l’atelier con articoli unici destinati ai clienti più originali come gli accessori di lusso e le calzature realizzate interamente a mano. A symbol of exclusive Neapolitan style, Cilento in Via Medina is the ideal place to purchase traditional, hand-tailored,

ISCHIA TESSILE RICAMI DE VIVO Capi unici per comfort ed eleganza, realizzati in tessuti pregiati come il lino e la canapa, o anche in fibre più moderne come la spugna nel caso del corredo da bagno. Delicati tendaggi, preziose lenzuola e asciugamani, fini tovaglie e frivoli pigiami non possono mancare nelle case degli amanti del bien vivre. HUnique and elegant items in precious fabrics like linen and hemp and more modern textiles like towelling for bathroom articles. Hand-made curtains, precious sheets, towels, fine tablecloths and cosy pyjamas, which true connoisseurs cannot live without. Via Roma, 34/36 80076 Lacco Ameno - Ischia (Na) Tel. 081.900819 - www.devivotessilericami.com

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only the finest materials. Corso Salvatore d’Amato,85 - Arzano (Na) Tel. 081.7312958 - www.fratellipeluso.com CIRO E BRUNO RICCI Al civico 23 di vico Belledonne a Chiaia, i simpatici e ospitali fratelli Ciro e Bruno Ricci, veri maestri nell’arte delle calzature artigianali, sfornano, da anni, pezzi unici realizzati rigorosamente a mano. Tacchi altissimi o rasoterra, colori sgargianti o più “riservati”, con borchie o alla schiava, grandi zeppe o linee più tradizionali. Per le glamour-addict non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ciro and Bruno Ricci are experts in the manufacture of traditional, handmade footwear. High heels, wedges or flats in vivid or more ‘sober’ colours with or without buckles for glamour addicts who want to be spoilt for choice. Vico Belledonne a Chiaia, 23 - 24 Napoli - Tel. 081.414698 CIRO DE VITO Per gli amanti del bien vivre e del bel vestire. Per chi ama il comfort e la cortesia. Per chi è in cerca di capi esclusivi, fashion e mai banali. Per tutti loro, da quasi mezzo secolo, incastonato ad hoc al civico 289 di via Toledo, nel cuore pulsante dello shopping “made in Naples”, c’è la Galleria Ciro De Vito. Un open space accogliente e luminoso dove fare acquisti in tutto relax. For lovers of elegance, comfort and courtesy, Ciro De Vito in Naples’s main shopping street has been retailing exclusive designer clothing for almost 50 years. A warm and welcoming open space for stress-free shopping. Via Toledo, 289 - Napoli Tel. 081.400285 - www.cirodevito.com PROFUMI DI NAPOLI Sapone al siero di latte di bufala, bagnoschiuma al Fiano di Avellino, shampoo all’olio di Sorrento, creme per il corpo al pomodoro San Marzano e per le gambe al limone di Sorrento, scrub a base di albicocca del Vesuvio. Sono alcuni dei prodotti della linea “Profumi di Napoli”, brand che punta tutto sulla qualità naturale degli articoli e sulla tutela dell’ambiente. Soap with buffalo milk whey, foam bath with Fiano di Avellino wine, Sorrento olive oil shampoo, body lotions with San Marzano tomatoes or lemons and a scrub containing Mount Vesuvius apricots. These are some of products from the “Profumi di Napoli” range of natural and environmentally friendly cosmetics. Via Solferino, 82 - Monte di Procida (Na) Info: 335.5293623 www.profumidinapoli.com

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est of shopping & relax t GIOIELLI/JEWELLERY MONDIAL CORAL Specializzata nella lavorazione artigianale e trasformazione di coralli grezzi, turchesi e perle in beni di lusso. La ditta di Torre del Greco è apprezzata in tutto il mondo. In particolare per la linea Rovian che nasce dal brillante accostamento del corallo ad oro e diamanti, dando vita, a capolavori del lusso, da considerare vere opere d'arte da indossare. Specialised in the traditional crafting and transformation of coral, turquoise and pearls to create luxury articles, this firm from Torre del Greco is acknowledged throughout the world. In particular, the Rovina line is an exquisite combination of coral, gold and diamonds to create artworks to be worn and flaunted. Via E. De Nicola 25 ex 19 Torre del Greco (Na) - Tel. 081.8819038 VINCENZO OSTE Nelle vetrine dell'atelier di via Carlo Poerio offono bella mostra di sè i gioielli sculture di Vincenzo Oste, vere e proprie opere d'arte che prendono ispirazione dei quattro elementi natuarli: fuoco, terra, aria e acqua. È “Tissus”, l’ultima collezione firmata dal giovane e virtuoso jewelry designer partenopeo. Anelli, spille e collane ispirate all'etereo movimento della seta. In the windows of the atelier in via Carlo Poerio, Vincenzo Oste's jewels seduce the observers, thanks to their shapes inspired to the 4 natual elemenths: fire, earth, water, air. This year's new collection, "Tissue", is made of rings, brooches, necklaces following the multiple folds fo silk. Via Carlo Poerio, 33 - Napoli Tel. 081.7645849 CARAMANNA Serpenti, pesci, libellule, ricci, rane, stelle marine. Queste sono solo alcune delle mascotte pronte ad adornare le donne che apprezzano i bei gioielli. Anelli, orecchini, bracciali e collane in guisa di animale, dal gusto moderno e sbarazzino; e ancora orologi, gioielli in coralli, turchese, pietre preziose e semipreziose costituiscono la vastissima scelta di Caramanna, dalle cui gioiellerie non si può mai uscire a mani vuote. Snakes, fihes, dragonflies, urchins, frogs, starfishes are only a part of the mascottes that will adorn women in love with beautiful jewels. Animal shaped rings, earrings, bracellets and necklaces, modern and saucy; moreover, watches, jewels made of coral, turquoise, precious and semipre-

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cious stones form the wide range of choice of Caramanna Jewels, two shops where it is impossible to get out empty-handed. Via Cavallerizza, 2 - Napoli Tel. 081.4238352 Via Calabritto, 22 - Napoli Tel. 081.7649875 DE LAURENTIIS L'argento in Campania fa rima con de Laurentiis. Tutto è incominciato con Vincenzo de Laurentiis nel 1897, la cui passione per le tecniche d'incisione con il bulino si trasformò ben presto in professione. Oggi i suoi eredi hanno ampliato l'attività adeguandosi ai tempi e hanno avviato la più grande distribuzione di argenti nell'Italia Meridionale. Argenti pregiati, artistici, pezzi unici da collezione e ninnoli portafortuna per accontentare il cliente più raffinato ed esigente. Founded in 1897 by Vincenzo De Laurentiis, the firm has been expanded and modernised by his heirs to become the largest distributors of silverware in southern Italy. Their artistic silverware and luchy charms will meet the needs of even the most demanding customer. Via Grande Orefici 9 - Napoli Tel. 081.20403 PIZZERIE BRANDI Meta obbligata per chi di pizza se ne intende e per chi vuole fare un tuffo nella storia. È, infatti, in Salita Sant’Anna di Palazzo (nei pressi di Palazzo Reale), dove ha sede la pizzeria Brandi dal 1780, anno della sua fondazione, che è stata inventata la pizza più famosa del mondo. Siamo nel giugno del 1889. Umberto I e la sua consorte Margherita di Savoia sono in visita a Napoli. I coniugi Raffaele Esposito e Maria Giovanna Brandi omaggiano i reali con tre qualità di pizza, di cui una con mozzarella e pomodoro che riceve il plauso della regina e che, in suo onore, battezzano con il nome di “Margherita”. A ‘must’ for pizza connoisseurs and those who want a flavour of the past. In the street called Salita Sant’Anna di Palazzo (near the Royal Palace) we find the Pizzeria Brandi premises where the world’s most famous pizza was invented. The pizzeria first opened in 1780 but in June 1889, during the visit of King Umberto I and Queen Margherita of Savoy to Naples, Raffaele Esposito and his wife Maria Giovanna Brandi sent the royal couple three qualities of pizza. The Queen loved the one with mozzarella and tomato, so it was


he best of shopping & re thereafter called “Margherita” in her honour. Salita Sant’Anna di Palazzo 1-2 - Napoli Tel. 081.416928 - www.brandi.it RISTORANTI / RESTAURANTS UMBERTO RISTORANTE Gnocchi alla sorrentina, tubettoni “d' 'o treddeta”, polpettine di nonna Ermelinda, zucchine alla scapece, bistecca di manzo all'Aglianico appassito e chi più ne ha, più ne metta. Un ventaglio di menu fitto di piatti gustosi tutti da assaporare, quello offerto dal ristorante Umberto, a due passi da piazza dei Martiri, che ha incluso nel “cartellone” anche un menu ad hoc, destinato agli intolleranti al glutine. A wide selection of tasty dishes from gnocchi to macaroni and from meatballs to steak in Aglianico wine. Just a few minutes walk from Piazza dei Martiri, it also has a special menu for those intolerant to gluten. Via Alabardieri 30/31 - Napoli Tel. 081.418555 OSTERIA DEL BUONCONVENTO Menu sospeso tra mare e terra, pesce freschissimo, tante buone pizze e dolci stuzzicanti. Cortesia, competenza e buonumore. Il tutto innaffiato con fiumi di ottimo vino. Questo è l’Osteria del Buonconvento, un ritrovo unico, incastonato ad hoc in via Bernardina Donnorso, non molto distante da piazza Tasso e dallo splendido Chiostro di San Francesco. A ‘Fresh fish, perfect pizzas and delicious desserts accompanied by excellent wine. The Osteria del Buonconvento is a friendly and charming restaurant near Piazza Tasso and the splendid cloister of San Francesco in the town centre. Sorrento (Napoli) - Tel. 081 8773637 www.osteriadelbuonconvento.it LA GARCONNE Situato nella zona più esclusiva di Napoli, La garconne è un lounge bar, restaurant & music che si distingue soprattutto per il suo stile raffinato e al tempo stesso innovativo. Il ristorante è “à la carte”, con un menu italiano e giapponese, e dispone di un’ottima carta dei vini. A completare la struttura l’area discoteque, avvolta da un’atmosfera elegante e soffusa. Situated in Naples’s most exclusive quarter, La Garçonne is a lounge bar, restaurant & music venue with a refined yet innovative and modern atmosphere. The à la carte restaurant offers Italian and Japanese menus and an excellent wine list, and

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est of shopping & relax t there is also a club and dance area with suffused lighting. Vico Santa Maria a Cappella Vecchia, 10 Napoli - Tel. 081.7643826 BAR, PASTICCERIE E GELATERIE BARS, PATISSERIES AND ICE CREAM SHOPS GELATERIA LA SCIMMIA Il tempio del gelato è in piazza Carità. Qui, dal lontano 1933, si affaccia “La Scimmia”. E qui in questi settantasei anni sono cambiate soltanto le apparecchiature, che hanno subito evoluzioni tecniche tutte a vantaggio del prodotto e null’altro. Il gelato, a “La Scimmia”, oggi come allora, è realizzato utilizzando materie prime genuine. Banditi impasti e polveri confezionate. Since 1933, “La Scimmia” has been making genuine ice cream from prime ingredients, without resorting to premixed pastes or powders. All that has changed is the technology. Piazza Carità, 4 - 80134 Napoli Tel. 081.5520272 ANGELO CARBONE Bar, pasticceria, rosticceria. E non solo. Servizi di catering (anche a domicilio) per cerimonie, comunioni, battesimi e matrimoni: nel cuore di Napoli, in largo Regina Coeli, l’arte di Angelo Carbone non smette di affascinare anche i palati più fini. Dal tipico babà alla più prelibata delle pietanze nuziali, passando per sfogliatelle, torte farcite, sciù e pizzette al pomodoro, il successo in tavola è garantito. Café, patisserie, snack bar and much more, such as catering services (at home or elsewhere) for important ceremonies like christenings and weddings. In Largo Regina Coeli in the heart of Naples, the skill of Angelo Carbone continues to delight connoisseurs of fine patisserie, from traditional rum babas, sfogliatelle and choux pastries and other sweets to exquisite wedding cakes; his mini pizzas are also a great success. Largo Regina Coeli, 4-5-8 - Napoli Tel. 081.457821 - www.carbonecatering.it GAMBRINUS Punto di ritrovo di uomini di cultura come Gabriele D'Annunzio, Salvatore di Giacomo ed Eduardo Scarfoglio, il gran caffè Gambrinus, che affaccia sulla splendida piazza del Plebiscito, viene additato da molti come uno dei "santuari" partenopei della "tazzulella". Un ritrovo storico, in perfetto stile liberty che dal 1860 offre refrigerio e specialità uniche a napoletani e turisti di passaggio. A historic meeting place for men of letters like Gabriele

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D'Annunzio, the Gambrinus in the superb Pazza del Plebiscito is the Mecca of Neapolitan coffee houses. In its art nouveau lounge, customers have enjoyed traditional Neapolitan specialities and refreshments since 1860. Via Chiaja, 1/2 - Napoli - Tel. 081.417582 GRAN CAFFE' CIMMINO Inserito nell'elenco dei diciotto migliori bar d'Italia, il Gran Caffè Cimmino è uno dei marchi più prestigiosi della pasticceria partenopea, quel celebre Cimmino fondato a Napoli nel 1907 con sede nella storica via Filangieri (al quale oggi è affiancato un altro nella panoramica via Petrarca), rilevato dai fratelli Antonio e Salvatore Fantini e divenuto luogo irrinunciabile per l'happy hour. Una chicca, i tre nuovi aperitivi: Rodinò, Petrarca e La Terrazza 2005. One of Italy's top 18 cafés, Gran Caffè Cimmino is also the brand name of one of Naples' most prestigious patisseries. Founded in 1907, it now has two premises in the city to delight customers with pastries and cocktail aperitifs. Via Filangieri, 12/13 - Napoli Tel. 081 418303 Via Petrarca, 147 - Napoli Tel. 081.5757697 FOOD WINE & DRINK SELEZIONE SCIACCUTTIELL E’ la grande passione per la cultura dei sapori a guidare l’azienda di famiglia di Fausto Sarracino, che dal 1950 porta in tavola il meglio dei salumi e dei formaggi di produzione propria. A partire dal prosciutto di Parma, stagionato nelle cantine di tufo, al provolone della Valpadana e al Parmiggiano, stagionato dai 24 ai 48 mesi. It’s a great passion for the culture of flavours that leads the family firm of Fausto Sarracino, selling since 1950s their best homemade cold meats and cheeses, starting with prosciutto di Parma, seasoned in tufa caves, and ending with the Parmiggiano seasond for at least 24 months. Via Casalanno, 8/9 - Marano (Na) Tel. 081.5862491 www.selezionesciaccuttiell.it CANTINA “I NOBILI DEL VESUVIO” Nell’anima di vetro il nettare degli dei. Dai vigneti del Vesuvio il più nobile degli spumanti: si chiama Dora l’ultimo arrivato nelle cantine dell’azienda “I Nobili del Vesuvio”, il podere fondato dalla famiglia Ingenito a Boscotrecase, dieci anni fa, in uno degli angoli più incantevoli e suggestivi della provincia napoletana. Un paesaggio mozzafiato,


he best of shopping & re con il vulcano alle spalle e la cornice del golfo di Napoli a valle. From the vineyards of Vesuvius, the noblest of sparkling wines. Dora is the latest addition to I Nobili del Vesuvio, the wine cellars of the Ingenito family vineyards at Boscotrecase between lofty Mount Vesuvius and the breathtaking beauty of the Gulf of Naples. Via Bosco del Monaco, 1 Boscotrecase (Na) - Tel. 081.3535286 www.inobilidelvesuvio.it EVENTI / EVENTS ITINERA Chi ha intenzione di scoprire Napoli, Pompei, la Costiera Amalfitana, Capri, Ischia o Caserta, non ha che da rivolgersi a Itinera, una società di servizi per l’arte che da oltre 10 anni offre un ampio ventaglio di visite guidate in tutta la regione organizzate da un gruppo di guide turistiche abilitate e laureate nelle discipline del settore artistico. Whether it is Naples, Capri, Ischia, the Amalfi Coast, Pompeii or Casert that you want to visit, all you have to do is get in touch with Itinera, a society offering services for the art. Founded more than 10 yeasr ago by graduated tourist guides, it offers a wide choice of visits fot groups, singles, families and schools. Corso Vittorio Emanuele, 663 - Napoli Tel. 081.664545 www.itineranapoli.com NOLEGGIO AUTO E BARCHE RENT A CAR/RENT A BOAT TURCO GLOBAL SERVICE Ferrari 360 Modena, Porsche 911 Targa, Maserati Quattroporte, Audi A8 ed S8, Bmw X5 e Z4. Sono solo alcune delle auto prestigiose che si possono fittare da Turco Global Service, pioniera nella fornitura del servizio noleggio di auto per cerimonie, di lusso e sportive. Ma non è tutto. La società vesuviana mette a disposizione dei propri clienti anche un esclusivo servizio di chartering con barche di classe. Ferrari 360 Modena, Porsche 911 Targa, Maserati Quattroporte, Audi A8 and S8, Bmw X5 and Z4 are just some of the prestige cars for hire from Turco Global Service. In addition to its elite sports cars and other select vehicles, clients can also take advantage of the exclusive luxury boat chartering service. Viale degli Ulivi, 33 S. Sebastiano al Vesuvio (Na) - Tel. 081.19575148

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mostre & a cura di Eva Molea

Fino al 15 settembre PONTICELLI

series of images from the project “Dientes de los ùltimos gitanos de Ponticelli”, as well as video footage of the artist’s recent projects in Madrid on the issues of gender, sex and race. Fino al 30 settembre I PAESAGGI E LA NATURA DELL’ARTE

MUSEO MADRE Via Luigi Settembrini, 79 Tel. 081.19313016 Mar chiuso; lun-ven h.10-21; sab e dom h.10-24 Biglietti: euro 7; ridotto euro 3,50; lun. ingresso libero Nuovo progetto di Santiago Sierra pensato e realizzato dall’artista a Napoli, e per la prima volta esposto al MADRE, che affronta la questione dei Rom e, in particolare i recenti fatti della comunità Rom di Ponticelli, prendendola a simbolo della nuova ondata xenofoba e di intolleranza verso gli immigrati che attraversa il paese e, più in generale il mondo occidentale a seguito della crisi economica mondiale. In mostra al Madre, oltre alle due opere che ne hanno preparato la realizzazione “Quema de viviendas” (Escena encontrada) e “Estudio Fotografico de Ponticelli”, anche la serie completa delle immagini del progetto pubblico “Dientes de los ùltimos gitanos de Ponticelli”, oltre ad un programma di proiezioni di video di recenti progetti dell’artista compreso il controverso “Los penetrados” recentemente realizzato a Madrid sul tema del genere, il sesso e la razza. A new project by Santiago Sierra, exhibited for the first time at the MADRE museum and tackling the question of Romani people and the xenophobic intolerance that exploded recently in Ponticelli. On display are the two preparatory works and the complete

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MUSEO ARCOS Corso Garibaldi - Benevento Tel. 0824.312465 Lun chiuso; mar-ven h.9.30-13.30/16.3020.30; sab e dom h.10-14/16.30-21.30 Biglietti: euro 4; ridotto euro 3,50; ingresso libero il primo martedì del mese Mostra dedicata ai paesaggi e alla natura nell’arte, tema che sembra essersi assopito dopo lo straordinario interesse suscitato alla fine degli anni Sessanta. Molti giovani artisti oggi ripercorrono le strade di un sottile ecologismo, diverso, mutato, forse più consapevole e meno romantico, attento alle problematiche del cambiamento climatico e alle conseguenze sociali, politiche, economiche e culturali in atto nel nostro mondo. La mostra, che non rinuncia a testimoniare l’origine storica di questi quesiti artistici attraverso la presenza di opere storiche, si concentra sugli esiti contemporanei, sulle confluenze dei temi sociologici, politici che il tema della Natura riveste oggi e come gli artisti si confrontano su questo argomento. Dedicated to landscapes and the nature of art. Many young artists follow the path of a more aware and less romantic environmentalism, focusing on the problems of climate change and its social, political, economic


& gallerie and cultural consequences. The exhibition concentrates on the contemporary issues of Nature and how artists tackle them. Fino al 30 settembre COLLEZIONE FARNESE

MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI Piazzale Museo, 19 Tel. 081.440166 Mar chiuso, lun-dom h.9-19 - Biglietti: 9 euro Le statue della straordinaria collezione di antichità avviata da Alessandro Farnese (Papa Paolo III), e poi ereditata dai Borbone, vengono esposte nelle nuove sale, recentemente restaurate, del Museo Archeologico di Napoli. Alessandro Farnese, che divenne Papa con il nome di Paolo III, diede vita a questa vastissima collezione attraverso acquisizioni, confische, donazioni, commerci e rinvenimenti durante la sistemazione urbanistica di Roma. The extraordinary collection of statues that were bought, gifted, confiscated or otherwise acquired by Alessandro Farnese (Pope Paul III) and later inherited by the Bourbons are exhibited in the recently restored halls of the Museum. Fino al 15 ottobre NAUFRAGIO CON SPETTATORE

MUSEO MADRE Via Luigi Settembrini, 79 Tel. 081.19313016 Mar chiuso; lun-ven h.10-21; sab e dom h.10-24 Biglietti: euro 7; ridotto euro 3,50; lun. ingresso libero Questa mostra indaga fino a che punto la cultura italiana, e in particolare quella partenopea, hanno costantemente, se pur tortuosamente, nutrito l’arte di Francesco Clemente. Per più di trent’anni Clemente ha continuato a “salpare” dal suo luogo natale per poter poi lentamente intrecciare percorsi che lo riconducessero sempre a casa. Infatti è la storia di Napoli e dell’Italia, paese che l’artista costantemente si è lasciato alle spalle, il vero motore che le sue opere sottendono. Allo scopo di rendere visibile una tale ampia mappa di viaggi geografici e mentali - che Clemente ha rivelato dopo aver navigato con tanti andirivieni per tanti anni - questa mostra è organizzata in otto sezioni che coprono la produzione dell’artista dal 1974 al 2004. An exhibition on how Italian and, especially, Neapolitan history has nourished the art of Francesco Clemente. “Setting sail” from the artist’s home town in the “vessel” of his art, the artist aims to chart his geographical and psychological journeys, as illustrated in the eight sections covering his work from 1974 to 2004. Fino al 26 ottobre THE ART OF PARTECIPATION: 1950 TO NOW

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mostre & PAN PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI Via dei Mille, 60 - Napoli Tel. 081.7958605 Mar chiuso; lun-sab h.9-19; dom h.9-14 Biglietti: euro 5; ridotto euro 3 La mostra, a cura di Rudolph Frieling in collaborazione con i San Francisco Museum of Modern Art, propone circa cinquanta opere di artisti che lavorano sul tema della partecipazione. I lavori provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private statunitensi ed europee prevedono differenti modalità di interazione per la creazione e lo sviluppo dell’opera: dalla manipolazione alla trasformazione fino allo sconfinamento nell’ambito della creazione stessa. Jointly organised by Rudolph Frieling and the San Francisco Museum of Modern Art, the exhibition offers 50 works by artists on the theme of participation from prestigious collections in the USA and Europe. Modes of interaction range From manipulation to transformation and even creation itself. Fino al 30 novembre I MAESTRI DI TERRAE MOTUS: ERNESTO TATAFIORE

REGGIA DI CASERTA Piazza Carlo III Caserta Info: 0823.408084 www.reggiadicaserta.beniculturali.it Mar chiuso; lun-dom h.8.30-19.30 Biglietti: 8 euro

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Mostra antologica dedicata ad un maestro nostrano dell’arte contemporanea. Ernesto Tatafiore. In mostra ricordi d’infanzia, ritratti di piccoli oggetti, fanciulle ed eroine, minuscoli aerei ed auto veloci, icone del paesaggio partenopeo e simboli della cultura e della tradizione napoletana. Anthological exhibition of contemporary artist Ernesto Tatafiore, including childhood memories and icons and symbols of Neapolitan culture and traditions. Fino al 31 dicembre CREATOR VESEVO

STRADA DA ERCOLANO AL VESUVIO www.creatorvesevo.it Emblema di Napoli, vulcano temutissimo, meta di escursioni per ammirare lo splendore del golfo di Napoli, il Vesuvio smette di essere il leopardiano “sterminator” per trasformarsi in fonte di ispirazione e materia da plasmare. Fino a fine anno, lungo il percorso che da Ercolano si inerpica fino alla vetta, 10 grandi sculture di altrettanti dieci grandi artisti di fama internazionale, realizzate esclusivamente in pietra lavica, accompagneranno i visitatori. Landmark emblem of Naples, Vesuvius is here transformed from the exterminator into a source of inspiration with 10 large sculptures carved in lava stone by renowned international artists along the road to Mount Vesuvius.


& gallerie


musei NAPOLI

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE

dipinti. Situated near the Chapel of San Gennaro, the museum was built to house the priceless treasure of the Patron Saint of Naples, including documents, jewels and paintings.

MUSEO NAZIONALE

Piazza Museo, 19 Tel. 081.440166 www.archeona.arti.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 9-20. Biglietti: 6,50 euro; 3,25 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 9 a.m. -20 p.m. Tickets: 6,50 euros; 3,25 euros for people aged 18-24; free admission under18 and over65 Le sale del piĂš antico museo archeologico d'Europa custodiscono, tra l'altro, pezzi unici provenienti dall'area archeologica vesuviana, collezioni egiziane ed etrusche. The rooms of Europe's oldest archaeological museum house some unique pieces from he archaeological sites around Mount Vesuvius as well as Egyptian and Etruscan collections.

MUSEO DEL TESORO DI SAN GENNARO

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CAPODIMONTE

Via Miano, 2 - Tel. 081.7499111 www.benicultural.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 7,50 euro; 3,75 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; 6,50 euro h.14-17; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65.Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m.- 7.30 p.m. Tickets: 7,50 euros; 3,75 euros for people aged 18-24; 6,50 euros 2-7 pm; free admission under18 and over65 Fu costruita nel 1738 sotto il regno di Carlo di Borbone. Ospita un Gabinetto di Disegni e Stampe, la collezione Farnese, arredi del '700 e '800. Built in 1738 under King Charles of Bourbon, houses the Cabinet of Prints and Drawings, the Farnese Collection and furnishings from the 18th and 19th centuries.

MUSEO CIVICO

Via Duomo, 149 - Tel. 081.294980; 081.3723712 www.museosangennaro.it - Lun-Dom h. 9-17. Biglietti: 6,00 euro; 4,50 euro per under 25 e over 65; 4,50 euro per gruppi di almeno 15 persone; 2 euro per scolaresche; -25% con Artecard Mon-Sun 9.00 a.m. - 17.00 p.m. Tickets: 6,00 euros; 4,50 euros under 25 and over 65; 4,50 for groups of 15 people; 2 euros for students; -25% wih Artecard. Situata vicino alla Cappella di San Gennaro, la struttura custodisce l'inestimabile tesoro del patrono di Napoli. Vi si possono trovare: documenti, gioielli e

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CASTEL NUOVO

Maschio Angioino Piazza Municipio Tel. 081.4201241 Dom chiuso. Lun-sab h. 9-19. Biglietti: 5 euro; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 e per studenti di facoltĂ artistiche Sun closed. Mon-Sat 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 5 euros; free admission under18 and over 65 and for Art students Ospitato dal Maschio Angioino, il museo, oltre a


tre preziose cappelle, accoglie altri ambienti dalla straordinaria bellezza: la Sala dell'Armeria, quella dei Baroni e la Pinacoteca. Housed in the Maschio Angioino castle, the museum has three superb chapels as well as other rooms of extraordinary beauty: the Armoury, the Barons' Hall and the Picture Gallery.

MUSEO DUCA

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Room and the Neapolitan 17th Century Room, but also the Royal Chapel and the Hanging Garden.

MUSEO DI SAN MARTINO

MARTINA

Via Cimarosa, 77 - Tel. 081.5788418; 081.5781776 - www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h 8.30-14. Biglietti: 2,50 euro; 1,25 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 2 p.m. Tickets: 2,50 euros; 1,25 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Nel cuore del verde parco di Villa Floridianana, accoglie una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa europea ed orientale. Completa le attrattive del complesso il Museo Nazionale della Ceramica. One of the most prestigious collections of European and oriental decorative art. The complex also houses the National Ceramics Museum.

Largo San Martino, 5 - Tel. 081.5781796 www.beniculturali.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 6 euro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m. - 7.30 p.m. Tickets: 6 euros; 3 euro for EU residents aged 1824; free admission under18 and over 65 Dal 1866, il museo che ha sede nell'omonima Certosa vomerese, ospita “stralci” di storia cittadina corredati da piante e foto. Splendidi i chiostri, i giardini, la chiesa barocca e il Quarto del Priore. Since 1866 the museum has been located in the Charterhouse of the same name where visitors can get a glimpse of the city's history amid plants and photos. Splendid cloisters and gardens, the superb Baroque church and the Priory.

MUSEO DIEGO ARAGONA PIGNATELLI CORTES

MUSEO DI PALAZZO REALE

Piazza del Plebiscito, 1 Tel. 081.400547 www.preale.baa.remuna.org Mer chiuso. Gio-Mar h. 9-20. Biglietti: 4 euro; 2 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 9 a.m. - 20 p.m. Tickets: 4 euros; 2 euros for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Fiore all'occhiello del Museo, l'Appartamento Reale, le sale del Trono, dei Fiamminghi e del Seicento Napoletano, ma anche la Cappella Reale e il giardino pensile. Highlights of the Museum include the Royal Apartment, the Throne Room, the Flemish

Via della Riviera di Chiaia, 200 Tel. 081.7612356; 081.669675 www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 8.30-14. Biglietti: 2 euro; 1 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 14.00 p.m.Tickets: 2 euros; 1 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Villa Pignatelli è il nome dell'edificio costruito nel 1826 che ospita il museo e che accoglie le collezioni d'arte del Banco di Napoli. Da vedere anche il Museo delle Carrozze. Villa Pignatelli was built in1826 and now houses the museum with the art collections of the Banco di Napoli. The Coach and Carriage Museum is also not to be missed.

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TEATRO

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SAN CARLO

Via San Carlo - Napoli Tel. 081.5534565 - www.teatrosancarlo.it Guided tours only by appointment in June and July. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions Chi arriva a Napoli, a pochi passi da Palazzo Reale e piazza del Plebiscito non può non visitare la Sala Storica del Teatro di San Carlo, tra i più famosi e antichi teatri lirici al mondo, costruito per volere di re Carlo III di Borbone nel 1737. Un'occasione unica, per conoscere un momento chiave della storia e dell'arte napoletana. Visit the historic San Carlo theatre, one of the oldest and most famous opera houses in the world, built for king Charles III of Bourbon in 1737.

MUSEO ARTISTICO INDUSTRIALE

Piazzetta Salazar, 6 - Tel. 081.7647471 Dom chiuso. Visita su appuntamento Sun closed. Visits by appointment Nel Museo, annesso all'Istituto Statale d'Arte “Filippo Palizzi”, oltre 6.000 manufatti in ceramica, ebano e oro. Un'intera sala ospita bronzi e vasi realizzati dallo stesso Palizzi. The Museum is annexed to the “Filippo Palizzi” Art School and houses over 6,000 works in ceramics, ebony and gold. One rooms exhibits bronzes and vases made by Palizzi himself.

CAPPELLA SANSEVERO

MUSEO DEL TESSILE E DELL’ABBIGLIAMENTO “ELENA ALDOBRANDINI”

Piazzetta Mondragone, 18 - Tel. 081.4976104 www.fondazionemondragone.it Dom chiuso; lun-ven h. 9-13/15-17; sab su prenotazione. Biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro Sun closed; Mon-Fri 9 a.m. - 1 p.m. / 3-5 p.m.; Sat visits by appointment. Tickets: 5 euros, concessions 3 euros Il museo è parte dell'istituto Mondragone, famoso per le sue preziose collezioni di tessuti ricamati, espressione dell'arte della seta, introdotta a Napoli intorno all'anno Mille dalla comunità di ebrei. Tra gli oggetti esposti spiccano le collezioni di ricami (sec. XVII e XVIII), paliotti, paramenti sacri, merletti e pizzi, oltre a splendidi abiti da varie donazioni tra cui la collezione Sarli. The museum is part of the Mondragone Foundation, wellknown for its precious collections of embroideries, high expression of the art of silk making, introduced in Naples at the beginning of last Millennium by a community of Jews. On display, laces, sacred paraments and beautiful dresses coming from many donations, among which the Sarli Collection.

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Via Francesco De Sanctis, 19 - Tel. 081.5518470 www.museosansevero.it Mar chiuso. Lun-sab h. 10-17.40. Dom e festivi: h. 1013.10. Biglietti: 6 euro; 5 euro con Artecard e da 10 a 25 anni; 2 euro per scolaresche; gratis fino a 9 anni Tue closed. Mon-Sat 10 am - 5.40 pm, Sun and hols 10 am -1.10 pm. Tickets: 6 euros; 5 euros with Artecard and for people aged 10-25; 2 euros for schools; free admisson under 9 La Cappella, realizzata da Raimondo di Sangro Principe di Sansevero custodisce sculture di altissimo valore, tra le quali, il Cristo Velato del Sammartino. The Chapel, which was built by Raimondo di Sangro, Prince of Sansevero, houses some excellent sculptures, including the Veiled Christ by Sammartino.

COMPLESSO MUSEALE DI SANTA CHIARA Via Santa Chiara, 49/c - Tel. 081.5521597 www. santachiara.info Lun-sab h. 9.30-13 14.30-17.30. Dom h. 9.30-13. Biglietti: 4 euro; 3,50 per gruppi; 2,50 euro per studenti. Mon-Sat 9.30 a.m. - 13 p.m. 14.30 p.m. - 17.30 p.m. Sun 9.30 a.m. - 13 p.m. Tickets: 4 euros, 3,50 for groups; 2,50 for students Il complesso, incastonato nel centro storico di Napoli, comprende un'area archeologica, il Museo dell'Opera,


MUSEI DI PALEONTOLOGIA, MINERALOGIA, ZOOLOGIA ED ANTROPOLOGIA DELL'UNIVERSITA FEDERICO II DI NAPOLI

lo splendido Chiostro Maiolicato e la sala del Presepe del '700. The complex is embedded in the Naples historic city centre and includes an archaeological area, the Museum, the splendid Majolica Cloister and a hall exhibiting 18th century nativity scenes.

CAPPELLA DEL MONTE DI PIETA

Via San Biagio dei Librai, 114 Sab-dom h.9.30-13.30 Sat-Sun 9.30 a.m. - 1.30 p.m. La Cappella, completamente affrescata, è un autentico gioiello di eleganza manieristica. Pregevoli anche gli arredi in legno della sacrestia e della sala delle Cantoniere.The entirely frescoed Chapel is a veritable jewel of mannerist elegance. Superb wooden furniture in the Vestry and the Sala delle Cantoniere.

Via Mezzocannone 8 - Tel. 081.2537516/7 Lun-ven h. 9-13.30. Lun e gio h. 15-17. Sab e dom h. 9-13. Biglietti: 2,50 euro a museo; 1,50 euro a museo per under 18, ingresso libero per studenti universitari Mon-Fri 9 a.m. - 1.30 p.m.. Mon and Thu 3 p.m. - 5 p.m. Sat and Sun 9 a.m. - 1 p.m. Tickets for each museum: 2,50 euros; 1,50 under 18, free admission for University students Raccolgono oltre 50.000 reperti tra minerali, rocce, fossili, ma anche pezzi di inestimabile valore paleontologico. Nella sezione zoologia: madrepore, uccelli, spugne, vertebrati, insetti. Over 50,000 minerals, rocks, fossils and other priceless palaeontological items on show. The zoology section includes madrepores, birds, sponges, vertebrates and insects.

MUSEO DELL’OSSERVATORIO DI CAPODIMONTE

CITTA DELLA SCIENZA

Via Coroglio, 104 - Tel. 081.3723728 www.cittadellascienza.it Lun chiuso. Mar-sab h. 9-17. Dom h. 10-19. Biglietti: 7 euro; 5 euro under 18; riduzioni con Artecard Mon closed. Tue-Sat 9 a.m. -17. Sun 10 a.m. - 7 p.m. Tickets: 7 euros; 5 euros under 18; concessions with Artecard È il primo science centre italiano e anche uno dei primi esempi di recupero architettonico della zona industriale di Bagnoli. Parte del museo è dedicata ai bambini, con percorsi ad hoc. The first Italian science centre and also one of the first examples of restored industrial architecture in the Bagnoli area. Part of the museum has themed itineraries for children.

Via Moiariello, 16 - Tel. 081.5575111 Su appuntamentoBy appointment Tre i padiglioni in cui è possibile ripercorrere due secoli di storia dell'Astronomia a Napoli e nel Sud d’Italia attraverso strumenti astronomici di grande valore.Three buildings illustrate two centuries of the history of astronomy in Naples and Southern Italy through astronomical instruments of great historical and documentary value.

CHIESA E QUADRERIA DEL PIO MONTE DELLA

MISERICORDIA

Via dei Tribunali, 253 Tel. 081.446944; 081.446973. Visite guidate: 081.446810 www.piomontedellamisericordia.it Mer chiuso. Gio-mar h.9-14.30/ Chiesa lun-dom h. 9.30-13.30. Biglietti: 5 euro; 4 euro con Artecard, TCI, over 65; under 18; 3 euro per insegnanti, stu-

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MUSEO DIOCESANO

denti, giornalisti, gruppi di 10 persone; 1,50 euro per le scuole. Wed closed. Thu-Tue 9.30 am - 1.30 pm/Church: Mon-Sun 9.30 am - 1.30 pm. Tickets: 5 euros; 4 euros with Artecard, TCI, over 65; 3 euros for teachers, students, journalists, groups of 10 people; 1,50 euros for schools L'edificio del 1600 ospita la chiesa di S. Maria della Misericordia e la pinacoteca con opere del XVII e XVIII secolo. Tra queste, una delle più famose opere del Caravaggio: Le Sette Opere di Misericordia. The 17th century building comprises the church dedicated to S. Maria della Misericordia and a picture gallery exhibiting works from the 17th and 18th centuries. These include one of Caravaggio’s most famous works: The Seven Works of Mercy, above the main altar.

MUSEO E IPOGEO DELLA CHIESA DEL PURGATORIO AD ARCO

Via dei Tribunali - Tel. 081.5519547 Museo e ipogeo sab h.10-13; chiesa lun-sab h. 10-13. Biglietti: euro 2 Museum and hypogeum open on Sat. h.10-13; church Mon-Sat h.10-13. Tickets: 2 euros Sacralità ed esoterismo ben si miscelano nella chiesetta del Purgatorio ad Arco, nel cuore del centro storico di Napoli, nota per la venerazione delle cosiddette “capuzzelle”, i teschi dei morti che da sempre i napoletani considerano benevoli protettori. Nella sacrestia della chiesa è stato allestito un museo di arredi e paramenti sacri del 1600, mentre nell’ipogeo è possibile fare vista alle “capuzzelle”. Il Museo e l’ipogeo sono aperti sono il sabato mattina; si consiglia di prenotare. Sacredness and esotericism join together in the little church of Purgatorio ad Arco, in the heart of the historical centre of Naples, wellknown after the veneration of skulls, considered by Neapolitans as benign protectors. In the vestry of the church there is a museum of scared furniture and vestments, whilst in the hypogeum it is possible to visit the skulls. Museum and hypogeum are open on Saturday mornings; booking is suggested.

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Largo Donnaregina - Tel. 081.5571365 www.museodiocesanonapoli.it Mar chiuso; lun-sab h.9.30-16.30; dom 9.30-14 Tue closed; Mon-Sat h.9.30-16.30; Sun h9.30-14 Il museo è allestito all’interno della chiesa di Donnaregina Nuova, chiusa da molti anni, che conserva dipinti di grande pregio come “L’Immacolata Concezione” del lorenese Charles Mellin e il “San Francesco che riceve i simboli del sacerdozio” di Francesco Solimena. Accanto a queste opere, proprie della chiesa ex monastica, il primo percorso museale presenta due temi importanti della fede cristiana: le raffigurazioni della Madonna e di San Gennaro, descritti da formidabili artisti come il fiammingo Teodoro d’Errico, il senese Marco Pino o un particolare Aniello Falcone, capaci di rendere ancora più incisiva l’identità storica ed ecclesiale di questa città. The museum is housed in the church of Donnaregina Nuova, reopened after a long closing, that keeps beautiful paintings as “The Immaculate Conception” by Charles Mellin and “San Francesco is given the symbols of priesthood” by Francesco Solimena. Besides these works belonging to the church, the museum displays works on two main religious figures: the Virgin Mary and San Gennaro, protector of Naples with paintings by Teorodo d’Errico, Marco Pino, Aniello Falcone, that make even more expressive the historical and ecclesiastical identity of Naples.

A.R.C.A.

Compesso Monumentale di Santa Maria la Nova Piazzetta Santa Maria la Nova, 44 Tel. 081.5523298; 081.5521597 www.oltreilchiostro.org Visite guidate lun-ven h.10, 11, 12, 15, 16. Sab e dom al mattino solo su prenotazione (maggiorazione del biglietto di euro 1) - Biglietti: euro 2,50 Guided tours Mon-Fri h.10, 11, 12, 15, 16. Sat and Sun in the morning only by appointment (ticket + 1 euro). Tickets: 2, 50 euros Il Museo Religioso di Arte Contemporanea intende rende-


re contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di riformulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovativa. The Museum of Contemporary Religious Art aims to make easier the understanding of the latest artistic production, trying to formulate the sense of the aesthetic experience through a new interpretation.

exhibits from all over the world, from Borneo to the Amazon Basin.

STAZIONE ZOOLOGICA A. DOHRN

CATACOMBE DI SAN GAUDIOSO

Piazza Sanità - Tel. 081.7411071 visiteguidate@santamariadellasanita.it Direttore: Giovanni De Pasquale Mar-sab visite giuidate h.9-10-11-12-14-15; dom h.910-11-12 Biglietti: euro 5; euro 3 per scolaresche Mon-Sat guided tours h.h.9-10-11-12-14-15. Sun h.h.910-11-12. Tickets: 5 euros; 3 euros for schools. Situate sotto la chiesa di Santa Maria della Sanità, eretta agli inizi del 1600, queste catacombe sono legate alla venerazione di San Gaudioso, Vescovo di Abitinia in Africa e giunto a Napoli dopo essere stato privato di tutto da re Genserico. Qui morì tra il 451 e il 452. Based under the church of Santa Maria della Sanità, built in the early 1600, the origin of these catacombs is connected to the veneration of Saint Gaudioso, bishop of Abitinia in Africa, who arrived in Naples, after being stripped of everything by King Genserico. Here he died between 451 and 452 A.D.

Villa Comunale - Tel. 081.5833111 - www.szn.it Lun chiuso. Mar-sab h.9-17. Dom h. 9-14. Biglietti: 1,50 euro; 1 euro per bambini da 5 a 12 anni; gratis fino a 4 anni Mon closed. Tue-Sat h.9-17. Sun 9 a.m. -14. Tickets: 1,50 euros; 1 euro for kids aged 5-12; free entrance under 4 Ospita il più antico acquario d'Europa (30 vasche e 200 specie tra animali e vegetali marini), ma anche una biblioteca e laboratori per ricerche di zoologia, botanica e fisiologia marina. The oldest aquarium in Europe (30 tanks and 200 species of marine animal and plant life), but also a library and laboratories for research in zoology, botany and marine physiology.

MOSTRA DI CORALLI E CAMMEI

MUSEO DI PALEOBOTANICA ED ETNOBOTANICA

Piazzetta Matilde Serao, 19 - Tel. 081.421111 www.ascione.com Solo su prenotazione - Appointments only. In mostra piccoli capolavori in oro, argento, pietre preziose, splendidi cammei e coralli lavorati dalla ditta Ascione, che vanta una tradizione artigianale lunga ben 150 anni. Small masterpieces of gold, silver, precious stones, splendid cameos and corals created by the Ascione firm, which boasts a 150 year history of traditional craftsmanship.

Via Foria, 223 - tel. 081.449759; 081.455654 Sab e dom chiuso. Lun-ven h.9-14 su appuntamento Sat and Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m. by appointment La struttura ospita due sezioni dedicate rispettivamente alla paleobotanica e all'etnobotanica, che raccolgono oggetti provenienti da varie parti del mondo. Dal Borneo all'Amazzonia.The museum is divided into two sections dedicated to palaeo-botany and ethno-botany, with

MUSEO

STORICO MUSICALE

Via San Pietro a Majella, 35 - Tel. 081.459255 Visite guidate: 081.446810 www.sanpietroamajella.it Ven, sab e dom chiuso. Lun-gio h. 9.30-13.30 Fri, Sat and Sun closed. Mon- Thu 9.30 a.m. - 12.30 p.m. Il Conservatorio di San Pietro a Majella vanta una ricca biblioteca con preziose collezioni di manoscritti di scuola napoletana, ritratti e cimeli di musicisti e un museo di

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ACCADEMIA DI BELLE ARTI - PINACOTECA

strumenti antichi.The Conservatory of San Pietro a Majella boasts a superb library with precious collections of manuscripts from the Neapolitan school, portraits and everyday items of musicians and a museum of antique musical instruments.

QUADRERIA DEI GEROLOMINI

Via Duomo, 142 - Tel. 081.294444 Dom chiuso. Lun-ven h. 9-14, sab h. 9-12. Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m., Sat 9 a.m. - noon. Il complesso, impreziosito dalla splendida facciata realizzata da Ferdinando Fuga, comprende: la chiesa di San Filippo Neri, una pinacoteca, una biblioteca, l'archivio oratoriano e due chiostri. The complex has a splendid façade by Ferdinando Fuga and includes the Church of San Filippo Neri, a picture gallery, a library, the oratory archive and two cloisters.

SCAVI DI SAN LORENZO MAGGIORE

Via dei Tribunali, 316 - Tel 081.2110860 www.sanlorenzomaggiorenapoli.it Lun-sab h. 10-17. Dom h. 10-13.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; riduzioni con Artecard Mon-Sat 10 a.m. - 5 p.m. Sun 10 a.m. - 1.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over65; concessions with Artecard L'area sotto la chiesa di San Lorenzo ospita i resti di edifici che testimoniano la stratificazione avvenuta nel corso dei secoli attraverso trasformazioni dell'impianto urbano. Beneath the church of San Lorenzo the remains of buildings have been excavated to reveal the stratification of the city over the centuries.

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Via Costantinopoli, 107 - Tel. 081.441900; 081.441888. Visite guidate: 081.446810; www.accademianapoli.it Dom chiuso. Lun-sab h. 10-14. Ven h. 14-18. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; 4 euro per gruppi di almeno 15 persone. Sun closed. Mon-Sat 10 a.m. - 2 p.m. Fri h. 2 p. m. - 6 p. m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over 65; 4 euros for groups of 15 people Assolutamente da non perdere, la Sala Palazzi, sezione dedicata alle opere dell'800, con esposizione delle opere dei maestri d'arte contemporanea, ex allievi dell'Accademia. Not to be missed is the Sala Palazzi, the section dedicated to works from the 19th century, exhibiting the works of masters of contemporary art who were students at the Academy.

MADRE

Palazzo Donnaregina - Via Settembrini, 79 Tel. 081.19313016; 081.292833 - www.museomadre.it Mar chiuso. Lun, mer, gio e dom h. 10-21; ven e sab h.1024. Biglietti: 7 euro; ridotto 3,50 euro; lunedì gratis.Tue closed. Open Mon, Wed, Thu and Sun 10 a.m. - 9 p.m.; Fri and Sat 10 a.m. - 12 p.m. Tickets: 7 euros; 3,50 euros concessions; free on Mondays Palazzo Donnaregina, edificio di grande pregio storico e architettonico situato in pieno centro cittadino, è la sede del nuovo museo d'arte contemporanea partenopeo. Palazzo Donna Regina, a building of great historical and architectural value situated in the very centre of the city, houses the new museum of contemporary art in Naples.

PAN, PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI Palazzo Roccella - Via dei Mille, 60 Tel. 081.7958605-06-07 www.palazzoartinapoli.net Mar chiuso. lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.3014.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro ridotto Tue closed. Mon-Sat 9.30 a.m. - 7.30 p.m.; Sun and holidays 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions. La struttura, centro permanente di arti contemporanee,


periodo classico ed ellenistico dell'arte greca. The Archaeological Museum of the Phlegraean Fields is housed in the Aragonese castle of Baia, the Sala dei Gessi exhibits plaster casts from the Roman age reproducing masterpieces of the classical and Hellenistic period of Greek art.

LA SOLFATARA ospita le più disparate espressioni culturali relative all'arte: dalla pittura alla scultura passando per la fotografia, il cinema e il fumetto. This permanent centre for contemporary arts houses a huge variety of cultural and artistic expression: from painting to sculpture, photography, cinema and cartoons.

ZONA FLEGREA TERME DI BAIA

Via Sella di Baia, 22 - Bacoli Tel. 081.8687592 - Lun chiuso. Mar-dom h. 9 - un'ora prima del tramonto Mon closed. Tue-Sun 9 a.m. - dusk Il Parco Archeologico e Monumentale di Baia conserva imponenti resti archeologici rispettivamente del Palatium o residenza degli Imperatori romani a Baia e di una villa tardo repubblicana. The Archaeological and Monumental Park at Baia contains impressive archaeological remains of the Palatium, residence of the Roman emperors at Baia and a villa from the late republican age.

Via Solfatara - Pozzuoli Tel. 081.5262341 - www.solfatara.it Lun-dom h. 8.30-17.30 Mon-Sun 8.30 am - 5.30 pm Con un'estensione di circa 33 ettari, è un'oasi naturalistica che offre numerosi spunti per un'avventurosa passeggiata tra fumarole, vulcanetti di fango, boschi e zone di macchia mediterranea. Covering 33 hectares, the Solfatara is a natural oasis offering a variety of adventure-filled walks among the fumaroles, boiling mud springs, woodland and Mediterranean maquis.

PARCO ARCHEOLOGICO DI CUMA

MUSEO DI BAIA

Via Acropoli, 1 - Tel. 081.8543060 Lun-dom h. 9-18. Mon-Sun 9 am - 6 pm Il Parco comprende: l'Acropoli, le Terme del Foro e quelle Romane, il Foro, il Capitolium, le Necropoli, la fossa Neronis, le cisterne della Crypta romana e l'Arco Felice. The Park includes: the Acropolis, The Forum and Roman Baths, the Forum, the Capitol, the Necropolis, the Fossa Neronis, the cisterns of the Crypta Romana and the Arco Felice Arch.

Via Castello - Baia Tel. 081.5233797 - 081.5233310 Lun chiuso. Mar-sab h. 9- 20. Dom h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Mon closed. Tue-Sat 9 am - 8 pm. Sun 9 am - 7 pm. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è alloggiato nel Castello Aragonese di Baia e ospita la sala dei Gessi, con calchi d'epoca romana che riproducono capolavori del

ANFITEATRO FLAVIO DI POZZUOLI Via Terracciano, 75 - Pozzuoli Tel. 081.5266007 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-un'ora prima del tramonto. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Tue closed. Wed-Mon 9 am - dusk. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 È il terzo anfiteatro italiano per grandezza dopo il Colosseo

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e quello di Santa Maria Capua Vetere. Dall'arena si accede ai sotterranei dove stavano le belve prima dei combattimenti. The third largest Amphitheatre in Italy after the Colosseum and the one in Capua (Santa Maria Capua Vetere). From the arena it is possible to go down into the dungeons where wild beasts were caged prior to combat.

Biglietti: 5 euro - May-September 9 am-6 pm Tickets: 5 euros Di proprietà di un'istituzione culturale svedese con sede nell'isola, oltre alla Villa San Michele, la creatura del medicoscrittore e filantropo Axel Munthe (che visse a capri per oltre mezzo secolo) comprende anche un museo circondato da un giardino di rara bellezza, un gruppo di alloggi per scrittori, artisti, scienziati e ricercatori svedesi e "il Monte Barbarossa", un parco naturale per la protezione degli uccelli migratori e della vegetazione mediterranea. Villa San Michele was the brainchild of the Swedish writer and philanthropist Axel Munthe who lived on Capri for over half a century. The site also includes a museum surrounded by a beautiful garden and Monte Barbarossa, a natural park for the conservation of migratory birds and Mediterranean plant life.

CAPRI

VILLA JOVIS

CERTOSA DI SAN GIACOMO

Via Certosa, 2 - Capri Tel. 081.8376218 www.beniculturali.it - Lun chiuso. Martedì-domenica h. 914; h. 18.30-20.30. Ingresso libero - Mon closed. Tue-Sun 9 am - 14 pm and 6.30 p.m. - 8.30 p.m. Free entry. Chiusa nella valletta fra l'altura del Castiglione e il Monte Tuoro, è espressione del periodo medioevale e monastico caprese. Fondatore della Certosa, fra il 1371-74, fu Giacomo Arcucci conte di Minervino e di Altamura, segretario della regina Giovanna I di Napoli, della più nobile famiglia di Capri (ad essa appartenne quell'Eliseo Arcucci conte di Capri che fu ammiraglio di Federico II) e potente e ricco feudatario cui si deve per grazia di un primo figlio natogli dalla moglie Margherita Sanseverina. Between the hills of Castiglione and Monte Tuoro is the medieval monastic charterhouse founded between 1371 and 1374 by Count Giacomo Arcucci, secretary of Queen Joan I of Naples and a member of Capri’s most noble family.

Via Tiberio - Capri - Tel. 081.8370381 Lun -dom h.8-1 ora prima del tramonto - Biglietti: 2 euro Mon -Sun 8am-1 hour bedor sunset - Tickets: 2 euros Secondo la tradizione, l’imperatore Tiberio, fece costruire ben dodici splendide ville, ognuna delle quali dedicata ad una divinità dell'Olimpo. Villa Jovis era la più ricca tra esse: posta in cima al Monte Tiberio, a 354 metri di altezza sul livello del mare, fu la principale residenza dell'imperatore Tiberio e ben ne riflette il carattere esclusivo e riservato. According to the tradition, the Emperor Tiberius built twelve beautiful villas, each dedicated to a divinity of the Olympus. Villa Jovis was the richest one: built on the top of Mount Tiberius, at 345 mt. on the sea surface, it was the main residency of Emperor Tiberius and reflects his character, exclusive and reserved.

ISCHIA SCAVI E MUSEO SANTA RESTITUTA

VILLA SAN MICHELE

Viale Axel Munthe, 34 - Anacapri Tel. 081.8371401- Maggio-Settembre h.9-18

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Piazza Santa Restituta, 10 - Lacco Ameno Tel. 081.980538 - Lun-sab h.9.30-12.30/17-19 Dom h.9.30-12.30 - Biglietti: 2,50 euro Mon-Sat 9.30 am-12.30 pm and 5-7 pm


Sun 9.30 am-12.30 pm - Tickets: 2,50 euros Un museo archeologico sotterraneo, allestito sotto la chiesa nello stesso luogo di rinvenimento dei reperti: materiali recuperati a partire dagli anni ’50 che hanno messo in luce la presenza di antichi insediamenti databili tra l'età preistorica e il periodo medievale. In circa 60 vetrine sono raccolti frammenti ceramici e architettonici, vasi e monete che illustrano le tracce lasciate dall’uomo nel susseguirsi delle culture del passato. Tra questi, la Testa della ninfa Aretusa (IV sec a.C.) e la testa di Demetra (IV sec. a.C.) An underground museum beneath the church where the relics were found from the 1950s on. Evidence of settlements from the prehistoric age to medieval times are exhibited in over 60 display cabinets. These include ceramics, vases and coins as well as the Head of the Nymph Arethusa and the Head of Demetra from the 4th century BC.

MUSEO ARCHEOLOGICO LACCO AMENO PITHECUSAE DI VILLA ARBUSTO

Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-17 (income till h15.30). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Grazie all’ottimo stato di conservazione dei suoi edifici, dovuto al particolare seppellimento, sotto una coltre di cenere causato dall’eruzione del 79 d.C., Pompei può dirsi l’unico sito archeologico che ci restituisce l’immagine di una città romana nella sua interezza. Thanks to the remarkable state of preservation of its buildings, due to the peculiar burial under a 6 meters blanket of ash and lapillus caused by the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Pompeii is the only archaeological site showing a Roman town in its integrity.

SCAVI ARCHEOLOGICI DI ERCOLANO

Corso Angelo Rizzoli – Lacco Ameno Tel. 081.900356 - Lun chiuso. Mar-dom h.9.30-13/16-20 Mon closed.Tues - Sun 9.30 am-1 pm and 4-8 pm Nella magnifica cornice della residenza scelta dall’editore Angelo Rizzoli come suo buen retiro isolano, tra i numerosi oggetti, il museo conserva reperti archeologici dall’epoca preistorica (neolitico superiore) all’età romana tra cui un frammento di un’iscrizione metrica nota come Coppa di Nestore proveniente dalla necropoli di valle San Montano a Lacco Ameno.The museum is located in a magnificent setting and houses numerous archaeological finds from prehistoric times and from the Roman age, including a fragment of the so-called Nestor’s Cup from the necropolis in Lacco Ameno.

AREA VESUVIANA SCAVI ARCHEOLOGICI DI POMPEI

Via Villa dei Misteri, 2 Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org

Corso Resina Tel. 081.8575347 - 081.7390963; www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Al momento dell’eruzione del Vesuvio, Ercolano venne travolta da una marea di fango e detriti vulcanici, che, solidificandosi, poterono conservare, molto meglio che a Pompei, le parti superiori delle costruzioni e anche tutti i materiali organici, per cui ci si offre una visione unica della vita privata antica. At the moment of the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Herculaneum was swept away by mud and volcanic detritus, which, once solidified, preserved the tops of the buildings and also all the organic materials, so this site offers a unique vision of the domestic life of the time.

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SCAVI DI OPLONTIS

L’antiquarium comprende reperti provenienti dai siti archeologici dell’area vesuviana. Presenta le caratteristiche principali dell’ambiente vesuviano in epoca romana e l’utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo. The Antiquarium displays findings from the archaeologicas sites of the Vesuvius area. It describes the main characteristics of the Vesuvius environment in the Roman era and the exploitation of natural resources at that time.

MUSEO ARCHEOLOGICO VIRTUALE Via Sepolcri - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 5,5 euro; ridotti 2,75 euro over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h.18) Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar) Si tratta di una serie di rinvenimenti archeologici, relativi ad una zona suburbana di Pompei: una villa residenziale, la villa ‘di Poppea’; una ‘villa rustica’ attribuita a L. Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assieme a numerosi pezzi di finissima oreficeria. The site is constituted by a series of archaeological findings related to a suburban zone of Pompeii: a residential villa, the Villa of Poppea; a rural villa, belonging to L. Crassius Tretius, where, next to the numerous bodies of the eruption’s victims, has been found a great quantity of gold and silver coins, along with pieces of fine jewellery.

ANTIQUARIUM DI BOSCOREALE

Via IV Novembre - Ercolano Tel. 081.19806511 Lun chiuso; mar-dom h.9-17. Biglietti: 7 euro; riduzioni 4 euro Mon closed; Tue- Sun 9 a.m. - 5 p.m. Tickets: 7 euros; concessions 4 euros Nasce ad Ercolano il primo museo archeologico virtuale, luogo ideale per chi vuole esplorare il passato con le tecnologie di ultima generazione, immergersi nelle rovine delle città sepolte dalla lava e vedere ricostruiti fedelmente ambienti e costumi degli antichi abitanti. Sono oltre 70 le installazioni multimediali - tra realtà virtuali ed ologrammi - a guidare i visitatori alla scoperta delle voci e dei volti degli antichi ercolanesi, che racconteranno la propria storia. Cuore del Mav è il Cave: un'enorme stanza di luce sulle cui pareti si proiettano giardini e cortili delle case di Pompei, Ercolano e Stabia. E ancora, la Soundgallery, la stanza dei profumi e il Lupanare completano l'esperienza sensioriale nell'antica Ercolano. Herculaneum hosts the firts virtual archaeological museum, ideal place for explorations of the past through modern technologies. More than 70 installaions, devided in virtual reality and holograms, lead the visitors to the discovery of the old Rooman city before the eruption of the Vesuvius in 79 a.C.

MUSEO DEL GIOCATTOLO Via Settetermini, 15 - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 5,50 euro; ridotto 2,75 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar).

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Proloco di Torre del Greco Corso Avezzana, 26 - Torre del Greco Tel. 081.8814676 Lun-ven h.9-19.


Ingresso libero Mon-Fri 9 a.m. - 7 p.m. Free entrance Il fascino dei giocattoli d’altri tempi in una grande esposizione che conta più di 800 elementi. Sessanta anni di storia del giocattolo, dal 1900 al 1960 organizzate in bacheche e teche. The fascination of old fashioned toys ina great exhibition with more than 800 elements. Sixty years of history of toymaking, from 1900s to 1960s organized in shelfs and glass containers.

PAESTUM AREA ARCHEOLOGICA DI PAESTUM

PENISOLA SORRENTINA MUSEO MINERALOGICO

Via San Ciro, 2 - Vico Equense Tel. 081.8015668 www.museomineralogicocampano.it Lun chiuso. Feriali h. 9-13; 16-19. Festivi 9-13 Mon closed. 9 am-1 pm; 4 pm-7pm; Hols 9 am - 1pm Nucleo centrale delle collezioni esposte sono 3.500 minerali, dei 5.000 campioni del fondo Discepolo, appartenenti a 1.400 specie differenti del mondo. Central feature of the collections are the 3,500 minerals of the 5,000-strong Discepolo collection, with 1,400 different types from all over the world

Via Magna Grecia, 919 - Info: 0828.811023 www.infopaestum.it Lun-dom h.9-1 ora prima del tramonto. Ingresso: 4 euro per gli scavi; 6,50 euro per scavi + museo. Mon-Sun h.9-1 hour before sunset. Tickets: 4 euro for the archaeological area; 6,50 euro for archaeological area + museum L’area aecheologica di Paestum rappresenta un ottimo esempio di città greco-romana, di cui conserva l’impianto risalente al 500 a.C. con le imponenti mura, i templi e tutti gli edifici per gli esercizi pubblici come il Macellum, il Foro, l’anfiteatro, l’ekklesiasterion. The archaeological area of Paestum is a very well preserved example of an ancient GreekRoman city with its impressive walls, the temples and all the buildings dedicated to public concern as the Macellum, the forum, the amphitheatre.

BENEVENTO MUSEO ARCOS

MUSEO CORREALE DI TERRANOVA

Via Correale, 50 - Sorrento Tel. 081.8781846 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-14. Biglietti: 6 euro Tue closed. Wed-Mon 9 am - 2 pm. Tickets: 6 euro Ospita dipinti e arti decorative napoletane e straniere dal XVI al XIX secolo, ventagli, orologi e una delle più prestigiose collezioni di porcellane del XVIII secolo. The museum houses collections of Neapolitan and foreign paintings and decorative arts from the 16th to the 19th centuries, refined fans, clocks and one of the most prestigious collections of 18th century porcelain.

Corso Garibaldi, 1. Tel. 0824.312465 Lun chiuso. Mar-ven h.9.30-13.30/16.30-20.30; sab, dom e festivi h.10-14/16.30-21.30. Biglietti: euro 4; ridotto euro 2. Mon closed. Tue-Fri h.9.30-13.30/16.30-20.30; Sat, Sun and holidays h.10-14/16.30-21.30 Tickets: euros 4; concessions euros 2 Ubicato nei suggestivi sotterranei del Palazzo della Prefettura, il nuovo polo culturale – la cui direzione scientifica è stata affidata a Danilo Eccher – è diventato nel tempo un prestigioso punto di riferimento per le più interessanti sperimentazioni artistiche nazionali e internazionali. Housed in the striking basement of the Prefecture’s building since 2005, this new museum of contemporary – whose scientific direction has been given to Danilo Eccher - has already become an important point of reference for the most important artistic experimentations, both national and international.

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CASERTA BELVEDERE DI SAN LEUCIO

fontane e cascate, sono ricchi di statue realizzate dai più noti scultori dell’epoca. Built under Charles III of Bourbon after a project of the architect Vanvitelli, besides the royal appartments, which give a clear idea of the magnificence of Bourbons’ courts, the most spectacular element of the complex are the gardens. Scattered with fountains and cascades, they are rich in statues realized by the most famous sculptores of the time.

MUSEO DELLE CERE “LE MUSE” Via Atrio Superiore - 81020 San Leucio (Ce) Info: 0823.873155; 800.411515 www.sanleucionline.it Orari: mar chiuso. Lun-dom h.9.30-18.30. Biglietti: 6 euro; scolaresche 3 euro. Opening hours: Tue closed; Mon-Sun h.9.30-18.30. Tickets: 6 euros; 3 euros for schools. Le antiche fabbriche della seta di epoca borbonica rivivono nello splendido complesso monumentale di San Leucio dove è possibile osservare gli strumenti originari del '700. The old manufactures of silk of the Bourbons live again in the beautiful Monumental Complex of San Leucio, where have been preserved the original engines dated back to 1700s.

REGGIA DI CASERTA

Tel. 0823.830456 - www.museodellecerecaserta.it Il Complesso di Sant’Agostino ospita una collezione di statue di cera che rappresentano uomini e donne che hanno fatto la storia della regione. The charterhouse of Saint Agostino hosts a collection of wax statues representing men and women that have decided the fortune of the region.

CAPUA MUSEO PROVINCIALE CAMPANO DI CAPUA

Corso Pietro Giannone, 1- Caserta Info: 0823.448084; 0823.277380 www.reggiadicaserta.org Orari: mar chiuso. Appartamento: lun-dom h.8.30-19; mostre: lun-dom h.9-18; giardini: lun-dom h.8.30-18. Biglietti: cumulativo 6 euro; appartamenti 4,20 euro; giardini 2 euro; bicicletta 1 euro. Riduzione per giovani dai 18 ai 25 anni e per i docenti delle scuole statali. Gratis per under18 e over65 e per gli studenti universitari di facoltà umanistche. Opening hours: Tue closed; royal appartment: Mon-Sun h.8.30-19; exhibitions: Mon-Sun h.8.30-18; gardens: Mon-Sun h.8.30-18. Tickets: all inclusive 6 euros; rolyal appartments 4,20 euros; gardens 2 euros; bikes 1 euro. Concessions over18-under25. Free admission under18 and over65 and for Umanistic Faculties students. Costruita per volere di Carlo III di Borbone nella piana di Caserta su progetto del Vanvitelli, accando agli appartamenti storici, che retituiscono i fasti dell’antica corte borbonica, ha degli splendidi giardini che sono l’aspetto più scenografico del complesso. Disseminati di

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Via Roma, 68 - Tel. 0823.961402 Lun chiuso. Mar-sab h.9-13.30; dom h.9-13 Biglietto: euro 4,13; gratis under18 e over65; riduzioni per Touring Club, Icom, Artecard e gruppi (min 10 persone) Mon closed. Tue-Sat h.9-13.30; Sun h.9-13 Tickets: euros 4,13; free admission under18 and over65; concessions for Touring Club, Icom, Artecard and groups (min 10 persons) Principale museo storico della Campania, presenta la più importante collezione al mondo di Matres Matutae, la famosa madri rinvenute nell’antica Capua. Oltre alla sezione archeologica, comprende una ricca sezione medievale ed anche un’importante biblioteca. Main historical museum of Campania Regione, it hosts the most important collection of Matres Matutae of the world. Besides the archaeological section, the museum hosts a rich section dedicated to the Middle Age and a very important library.



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