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aprile 2012
Aprile 2012
ph. Sergio Siano
Un mare di storia, cultura ed eccellenze An ocean of history, culture and excellence
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editoriale
di Giorgio Gradogna
Mostriamo il meglio di Napoli. Da sette anni. Non potevamo quindi perdere l’occasione offerta dalla prima tappa delle World Series dell’America’s Cup per mettere in vetrina, ancora una volta, le assolute esclusività che la città è in grado di offrire. Per accogliere i tanti graditi ospiti attesi in città e provincia dai giorni di Pasqua fino a metà aprile, “Charme” si veste questa volta con una copertina speciale, su supporto rigido, che raffigura la Sirena dipinta agli esordi del Novecento dal preraffaellita John William Waterhouse. Un’immagine che sembra riprendere il racconto leggendario di virgiliana memoria, che vuole la sirena Partenope spiaggiarsi morente d’amore sullo scoglio di Megaride, dove sorge il Castel dell’Ovo, e dare così origine alla prima città. Da qui partiamo nel raccontare, come in una caleidoscopica vetrina, un’area metropolitana che conta tremila anni e che già i Romani consideravano una Terra Felice. Un patrimonio culturale tutto da ammirare e da gustare. E che, accompagnato da visioni paesaggistiche mozzafiato e da produzioni tipiche di altissima qualità invidiate da mezzo mondo, fanno ancora oggi del Golfo di Napoli un mare di storia e di eccellenze. Un mare, solcato dai catamarani dell’America’s Cup, con il quale entrare in sintonia per cogliere, attraverso “Charme”, le migliori atmosfere di questa città.
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We have been showcasing the very best of Naples for seven years, and we could not miss the opportunity presented by the America’s Cup World Series to turn the spotlight once again on the exclusive areas of excellence that the city has to offer. In order to greet our welcome guests to the city and province from Easter to mid April, Charme has been printed in a special hardback edition whose front cover depicts The Siren by the Pre-Raphaelite painter John William Waterhouse from the early 19th century. This painting seems to recount Virgil’s legend of the Siren Parthenope who, dying from the pains of unrequited love, beached herself on the rocks of Megaris where the Castel dell’Ovo now stands and thereby founded the city of Naples. This is the starting point of a kaleidoscopic tour of the city and province of Naples spanning three thousand years of history in an area that the Romans named the Happy Land. The incredible heritage of Naples is something to savour and enjoy, with its breathtaking views and high-quality local produce, products and craftsmanship that transform the Gulf of Naples into a veritable ocean of history and excellence. An ocean that will be ploughed by the catamarans of the America’s Cup and, with Charme’s help, will guide visitors on a ‘voyage’ to discover the very best of the city of Naples.
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EDITORIALE Un mare di storia, cultura ed eccellenze di Giorgio Gradogna pag. 5 CHARME TUTTO IL BELLO ANNO VIII - NUMERO SPECIALE APRILE 2012 Reg. Tribunale di Napoli n. 1/2007 (nuova serie) Questa rivista è distribuita in 192 alberghi a 4 e 5 stelle della provincia di Napoli e Caserta. Direttore responsabile: GIORGIO GRADOGNA Società editrice: Sisicom società cooperativa Via Nuova Poggioreale, 161 Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 80143 Napoli Direzione e redazione: Via Nuova Poggioreale, 161 Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 tel. 081.198.06.219 - 220 info@charmeitalia.it segreteria@sisicom.it Traduzioni: Ken Tobyn Stampa: Grafiche San Benedetto srl Castrocielo (FR) tel.+39.0776.3741 Concessionaria per la pubblicità: Specialmedia Srl via Nuova Poggioreale, 161 Centro Polifunzionale Inail - Torre 7 80143 Napoli Tel. +39.081.195.62.813 commerciale@specialmedia.it Direzione editoriale: Sergio Gradogna Realizzazione in service: Specialmente srl - Napoli Coordinamento: Gabriele Scarpa Consulenza editoriale: Francesca Aulisio Cristina Cennamo Progetto grafico e impaginazione: Davide De Marco Immagini: AGN Fotoreporter, Ept Napoli, Regione Campania Assessorato al Turismo, Sergio Siano In copertina: The Syrene, John William Waterhouse (1901) Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra
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sommario
LA STORIA Partenope, leggenda del mare La Sirena rifiutata ammaliò Napoli di Gabriele Scarpa pag. 8 Le rocche di Napoli Sentinelle di pietra a guardia della città di Rosanna Nastro pag. 14 La storia riposa sott’acqua Atlantide brilla sui fondali di Partenope di Gabriele Scarpa pag. 20 I LUOGHI DEL MARE L’Urbe in riva al mare La California di Roma con vista sul Golfo di Gabriele Scarpa pag. 26 Litorali da favola Costiere di scogli, grotte e antri per sirene di Immacolata Pagano pag.32 Capri, Ischia e Procida Tre perle brillano nel Golfo di Napoli di Gianni Reale pag. 38 Sorrento, Positano e Amalfi Terrazze a strapiombo sul mare di Ulisse di Lello Scarpato pag. 44 TERRE DEL MITO I Campi Flegrei Nei campi del mito il buen ritiro dell’Urbe di Ludovica Vollaro pag. 50 Centro storico sopra e sotto terra Il tesoro di Partenope poggia sulla storia di Loreta Martellaro pag. 54 ARTI & TRADIZIONI Presepe, tradizione dei vicoli La notte di Betlemme rivive a San Gregorio di Rosanna Nastro pag. 60 Napoli, crocevia di artisti Estro e fantasia ridisegnano la città di Lello Scarpato pag. 64 San Gennaro, catacombe e museo L’omaggio di Partenope al suo Patrono di Lello Scarpato pag. 68
REGNI E IMPERI Alloggi di regnanti Regge con stanze reali di Federica La Mura pag. 72 Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti L’Impero si conserva sotto la cenere di Gabriele Scarpa pag. 76 Benevento città della luce Il Ducato risplende nelle notti di primavera di Gabriele Scarpa pag. 80 CAMPANIA STYLE L’oro di Napoli Mare Nostrum, musa di gioiellieri di Lello Scarpato pag. 84 Brinkmann A colazione di gioielli e pietre preziose di Annalisa Palmieri pag. 88 Studio Morelli Il lato estroso dei monili di classe di Giuliana Covella pag. 90 Fratelli Dinacci Quando sport e passione sono… preziosi di Eva Molea pag.92 Vigneri Luxuries Alla ricerca di nuove emozioni di Giuliana Covella pag.93 Ago e filo Moda napoletana, lo stile dell’eleganza di Ludovica Vollaro pag. 94 Paolo Scafora Scarpe di alta classe, comodità da calzare di Sarah Ricca pag. 98 Sartoria Sabino Capi di qualità nel segno della tradizione di Veronica Mosca pag. 100 Sanseverino cravatte Sette pieghe d’autore per uomini raffinati di Giuliana Covella pag. 102 Marlen pens Opere d’arte per scrivere con raffinatezza di Veronica Mosca pag. 103 Maurizio Martiniello architetto Il design del fasto nel segno della luce di Giuliana Covella pag. 104 Cantieri Palumbo Qui nascono megayacht a prova di magnate diAnnalisa Palmieri pag. 105
Turco Global Service Se il lusso si noleggia non è più un sogno di Mariangela Barberisi pag. 106 Plastic Surgery Italy Diventare più belli stando in vacanza di Eva Molea pag. 107 Gruppo Valente Immobiliare Il mattone si veste di eleganza di Veronica Mosca pag. 108 Sabina Albano Modart Gallery Qui arte e passerelle vanno a braccetto di Eva Molea pag. 109 CAMPANIA SAPORI Pasta, pizza, ceramiche e mandolini Arte, suoni e sapori nello scrigno di Partenope di Gianni Reale pag. 110 Campania Felix, terra di prodotti tipici Tesori del palato custoditi in cassaforte di Rosanna Nastro pag. 114 Pizzeria Brandi Voilà, sua maestà la pizza di Veronica Mosca pag. 119 La Scialuppa di Samar Tradizione e qualità sfilano a tavola di Mariangela Barberisi pag. 120
Italmoka L’amore espresso... in caffè di Giuliana Covella pag. 122 Pasticceria Giovanni Scaturchio dal 1905 Da oltre cent’anni passione per il gusto di Giuliana Covella pag. 114 Not Solo Bar Cocktail Catering È tempo di brindare con il piacere di Angela Granieri pag. 124 MUSEI Con il patrocinio morale di:
In collaborazione con:
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La storia
Partenope, leggenda del mare 8
La Sirena rifiutata ammaliò Napoli The siren seduced fascinated Naples Da Magaride a Posillipo, la terra scelta dai greci per la “città nuova” The land chosen by the Greeks to the “new town” di Gabriele Scarpa
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Quando la sirena Partenope si arenò sull’isolotto di Megaride, oramai priva di vita, mai avrebbe immaginato che su quel lussureggiante scoglio ubicato a poche decine di metri dal leggendario fiume Sebeto, sarebbe sorta, quasi mille anni più tardi, una delle dimore più ricche dell’impero romano: la villa di Lucio Licino Lucullo. Né poteva sapere, la sfortunata creatura del mare, che proprio sulle fondamenta di quella sfarzosa dimora, sarebbe stato edificato, un paio di secoli dopo, uno dei simboli della città del Vesuvio: Castel dell’Ovo, passato alla storia come il maniero di Virgilio. Il filo che unisce l’ex capitale del Regno delle Due Sicilie ai fatti e alle
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When the Siren Parthenope, spurned by the Greek hero Odysseus, beached herself on the island of Megaris, little did she know that almost 1000 years later it would be the site of one of the Roman Empire’s most lavish houses, the villa of Lucius Licinius Lucullus, or that it would provide the foundations for the magnificent Castel dell’Ovo, Naples’s landmark fortress. And manor of Virgil, magician, poet and healer. Historic protector of the city during the years of the Middle Ages. The links between the ex capital of the Kingdom of the Two Sicilies and the deeds and legends of the ancient world are stronger than might be expec9
La storia
leggende dell’antichità è più forte di quello che si pensi. D’altronde è il nome stesso di “Napoli” che richiama trascorsi millenari. Dal greco Neapolis: nuova polis. Nuova città stato, sull’esempio di quelle che i coloni dell’Ellade andavano costruendo lungo le coste del Tirreno. Sì perché, al di là del racconto mitologico, la storia stessa di Napoli rimanda a episodi ed eventi che sembrano perdersi nella notte dei secoli, ma di cui resta traccia e testimonianza nei numerosi reperti archeologici riportati alla luce nel corso degli anni. Partenope, appunto. Che in greco antico significa “vergine”. Secondo la mitologia era una delle sirene che tentarono, invano, di incantare Ulisse con il loro canto. Accadde quando la nave dell’eroe omerico incrociò lo specchio d’acqua posto a metà strada tra Positano e la baia di Ieranto. Il prode nocchiero seppe resistere. E Partenope, disperata per il rifiuto, scelse di precipitarsi in mare togliendosi la vita. Il suo corpo, trasportato dalle correnti, finì malinconicamente sugli scogli di Megaride. E qui venne trovato, con gli occhi chiusi nel bianco del viso e i lunghi capelli che ondeggiavano nell’acqua. La struggente sirena fu composta in un grandioso sepolcro che studiosi e archeologi, nel corso dei secoli, hanno creduto di localizzare ora sulla collina di Sant’Aniello a Caponapoli, ora sotto le fondamenta della chiesa di Santa Lucia. Oppure proprio lì, sull’isolotto, magari sotto le mura di Castel dell’Ovo. In breve tempo la straordinaria creature si trasformò nella protettrice del luogo, onorata con sacrifici e fiaccolate. Antesignana di Virgilio prima e di San Gennaro poi. Venerata dal popolo, che scelse di dare il suo no10
In apertura, particolare della baia di Trentaremi a Posillipo (ph. S. Siano). A sinistra, lo scoglio di Megaride dove, secondo la leggenda, si spiaggiò la sirena Partenope. In alto, l’interno della tomba di Virgilio (ph. S. Siano). A pag. 11, veduta dall’alto della Gaiola. A pag. 12, resti romani nel mare di Napoli. At the opening, the Bay of Trentaremi at Posillipo (ph. S. Siano). On the left, the rock of Megaride. Above, the tomb of Virgil (ph. S. Siano). On page 11, view of Gaiola. On page 12, Roman ruins in the Bay of Naples.
ted, starting with the city’s name: Neapolis was the “new city” of the Greek colonies that were appearing throughout Magna Graecia along the Tyrrhenian shore, and much archaeological evidence of this settlement has been brought to light. Naples is one of Italy’s oldest cities, dating as far back as the 9th century BC when the first colonists transferred here from nearby Cuma. Up to settle in one of the most beautiful and enchanting of all of Naples: the hill of Posillipo. Its name derives from the greek Pausilypon which literally means “a re-
spite from danger” or "that could stop the pain", a name linked to the breathtaking view that you also enjoyed 2,500 years ago by this extraordinary arm of land stretching out into the sea The city was part of Magna Graecia up until the Samnite Wars, when it fell under Roman control, although it preserved its Hellenistic nature and Greek was the city’s official language until the 2nd century AD. Its road layout was also typically Greek, with long straight streets intersecting at right angles, which the Romans left virtually untouched and
me al villaggio di pescatori che sorgeva lungo la costa. Secondo una versione un po’ meno leggendaria, Partenope sarebbe realmente esistita. E sarebbe stata, in realtà, la bellissima figlia di un condottiero greco partito alla volta della costa campana, per fondarvi una colonia. E poi perita in mare, durante un naufragio. Vera o falsa che sia la storia delle sue origini, Napoli rimane, ancora oggi, una delle più antiche e misteriose città al mondo. Quasi sospesa tra mito e realtà. Se quella di Partenope sembra avere, infatti, tutte le caratteri-
stiche della più classica delle favole, corrisponde a verità che le tracce del primo insediamento napoletano risalgano al IX secolo a.C., quando sull’isolotto di Megharis, sì proprio l’ultima dimora della sfortunata sirena, sbarcarono i primi coloni giunti dalla vicina Cuma. Furono loro a gettare le basi della futura città estendendosi, a poco a poco nell’entroterra. Fino a stabilirsi in uno dei luoghi più belli e incantati di tutta Napoli: la collina di Posillipo. Il suo nome deriva dal greco Pausilypon che letteralmente significa “tregua dal pericolo” o “che fa cessare il dolore”, denominazione legata al panorama mozzafiato che si godeva anche 2.500 anni fa da questa straordinario braccio di terra proteso sul mare. Ancora oggi sul promontorio che “scaccia gli affanni” sono presenti i resti di antiche rovine di epoca romana, posti a due passi dalla rive nonché in prossimità del capo che delimita la Baia di Napoli. Per quasi cinque secoli, la città rimase un centro della Magna Grecia. Poi, con lo scoppio delle guerre sannitiche, passò sotto la dominazione romana, senza tuttavia perdere l’impronta ellenistica che l’aveva fin lì caratterizzata. Almeno fino al II secolo d.C., la lingua ufficiale parlata dai partenopei rimase quella greca. Così come la mappa urbana della città, tuttora di chiara impronta ellenistica con le sue lunghe e strette strade che si intersecano ad angolo retto. Basta dare un’occhiata al Centro antico per rendersene conto: gli antichi Decumani, con la magìa intatta e universale di Spaccanapoli, sono lì a richiamare alla mente l’originario reticolato urbano di Neapolis che i romani ereditarono dagli architetti ellenici, senza stravolgerlo. Co-
have survived to the present day. The Greek ramparts have likewise survived and can be seen in Piazza Bellini, Piazza Cavour and elsewhere in the historic city centre some incorporated into modern buildings - and it is said that even the mighty Hannibal was unable to breach the city defences. However, Greco-Roman Naples is not just about bricks and mortar. The city’s famous Duomo conserves the early Christian basilica of Santa Restituta, built by command of the Emperor Constantine on the foundations of the Roman Temple of Apollo,
La storia
sì come la cinta muraria, sulla cui solidità si fantasticò parecchio all’epoca delle guerre puniche. Si racconta che Annibale stesso, all’apice della sua potenza, fu costretto a battere in ritirata di fronte alla potenza del perimetro difensivo. I resti di quelle mura imponenti sono ancora oggi visibili in piazza Bellini, piazza Cavour e piazza Calende, mentre traccia del successivo impianto di epoca romana è presente in vico Santa Maria Vertecoeli, quasi inglobato tra alcuni edifici moderni. Le testimonianze della Napoli grecoromana non si limitano, ovviamente, ai mattoni delle antiche mura. Il Duomo di Napoli, per esempio, uno dei monumenti più celebri della città, conserva, al suo interno, la basilica paleocristiana di S. Restituta, divenuta oggi Cappella del Duomo. La chiesa fu fatta costruire dall’imperatore Costantino sulle fondamenta dell’antico tempio romano di Apollo. E resti della Napoli greca-romana possono essere gustati anche in piazzetta Nilo ai Decumani, centro, durante l’Impero Romano, del quartiere egiziano, di cui è testimonianza, la Statua del Nilo nella piazzetta chiamata “Largo Corpo di Napoli”. Basta percorrere poche centinaia di metri ed eccoci arrivati in piazza San Gaetano, un tempo cuore pulsante di Partenope. Qui, nei secoli di Neapolis sorgevano l’Agora, l’Odeon e il tempio dei Dioscuri, dedicato ad una delle divinità pagane più importanti della città. Di quella struttura sacra oggi non rimane raccia, tranne le due colonne del pronao e i frammenti di alcune iscrizioni di epoca romana inseriti nella facciata della chiesa di San Paolo Maggiore. Il resto è finito sotto terra. Cancellato dai detriti delle alluvioni e dalla cenere eruttata dal Vesuvio. Quello 12
della stratificazione, è un fenomeno tipicamente napoletano, provocato dalle numerose eruzioni del vulcano e dalle frequenti piene che, nel corso dei secoli, hanno via via interrato buona parte del tessuto urbano del capoluogo campano. Corsi d’acqua compresi. Tranne, infatti, per i reperti archeologici che ancora possono essere ammirati nella zona di San Giorgio ai Mannesi (un vasto complesso termale), all’Anticaglia, così chiamata per la presenza dei ruderi di quello che si ritiene essere stato il teatro di Nerone, ai Ponti Rossi, dove ancora corre l’acquedotto romano o alla piazzetta della Pietrasanta dove, sulla base rettangolare del
campanile si vedono i frammenti di alcuni fregi provenienti, quasi sicuramente, da templi pagani, i reperti della Napoli antica sono sprofondati sotto terra. Persi nelle viscere della città. Sepolti da cumuli di cenere, lapilli e detriti. E possono essere visti solo calandosi in un suggestivo viaggio alla scoperta dei percorsi della Napoli sotterranea, tra vecchi pozzi, stretti cunicoli e capienti cisterne. Un autentico spaccato della Napoli che fu, in cui ancora sembrano riecheggiare le grida dei mercanti e dei venditori ambulanti. Atmosfere da fiaba, degne di essere vissute. Fino in fondo. Come nel più bello dei viaggi a ritroso nel tempo.
whose Corinthian columns are still visible in the Cathedral Chapel. Beneath the cathedral, archaeologists have found traces of a road with grooves left by cart wheels, the remains of some opus reticulatum buildings and lavish mosaic floors. Other ‘survivors’ include the Statue of the Nile in nearby Piazzetta Nilo, heart of the Egyptian quarter at the times of the Empire, while Piazza San Gaetano was the site of the Greek Agora, Odeon and the Temple of the Dioscuri, some features of which are still visible in the church of San Paolo Maggiore. The rest was buried by silt and ash from the eruption of Vesuvius. This stratification phenomenon, caused by the volcano’s successive eruptions and the frequent flooding to which Naples was subject, buried much of the ancient city and its waterways. Apart from the remains of a vast baths complex in San Giorgio ai Mannesi, an ancient theatre in Anticaglia, the Roman aqueduct in Ponti Rossi and the remains of friezes from pagan temples in the base of the bell tower in Piazzetta della Pietrasanta, most of the city was engulfed in mud or covered by ash and volcanic lapilli. However, it is still there. Tourists can take an adventurous tour down wells and along narrow tunnels into huge underground caverns beneath the thoroughfares of the modern metropolis for a breathtaking visit to the ancient streets and early Christian catacombs. One of the entrances to the underground city is to be found near the church of San Paolo Maggiore, but the sight that should not be missed is the remains of the Roman market place and street beneath the foundations of San Lorenzo Maggiore.
La storia
Le rocche di Napoli 14
Sentinelle di pietra a guardia della città Stone sentinels to guard the town Le roccaforti di Partenope: Castel Sant’Elmo, Castel dell’Ovo, Castel Nuovo, Castel Capuano, Castelli Aragonesi di Ischia e Baia The strongholds of Partenope: Castel Sant’Elmo, Castel dell’Ovo, Castelnuovo, Castel Capuano, Aragonese Castle of Ischia and Baia di Rosanna Nastro
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Sentinelle di pietra sui destini del Regno. Napoli e i suoi castelli, una storia che parte da lontano. Fin da quando gli antichi sovrani di Partenope scelsero di dimorare qui, ai piedi del Vesuvio. E fortificarono la città con un solido sistema difensivo basato su caposaldi inespugnabili. A partire da Castel Sant’Elmo, fino alle torri del Maschio Angioino, guardiano marino di Napoli. E più in là, con i castelli aragonesi di Baia ed Ischia. Da qualsiasi punto della metropoli si alzi lo sguardo in alto verso la collina del Vomero, ciò che immediatamente lascia affascinati è la vista di maniero dorato che domina il borgo: è Castel Sant’Elmo, l’edificio voluto da
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Sentinels of stone on the fate of the town. Naples and its castles, a story that began long ago. If you look towards the Vomero hillside overlooking Naples, you are instantly enchanted by the fortress of Castel Sant’Elmo, the stronghold built out of the hillside’s tufa bedrock by don Pedro de Toledo on the site of the Norman bastion known as Belforte. Once the defensive bulwark of the Anjou rulers of Naples, a venue for the elegant receptions of the Aragonese royal family and the stronghold of the Spanuish viceroys, Castel Sant’Elmo now forms a monumental hillside museum complex along with the un15
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don Pedro de Toledo, nella massa tufacea della colline dove già in epoca normanna sorgeva un torrione detto Belforte. Baluardo difensivo della Napoli Angioina, luogo di ricevimenti galanti con gli Aragonesi e bastione inespugnabile sotto il dominio dei Viceré, Castel Sant’Elmo costituisce oggi, insieme con la Certosa di San Martino un polo museale di inimitabile suggestione, che riempie e domina la zona collinare con la sua grande mole, la spettacolare piazza d’armi e i camminamenti delle vedute mozzafiato. Ed è proprio da qui, guardando in basso, tra l’azzurro del cielo e il blu del mare, che si staglia la tozza figura di Castel dell’Ovo. Il maniero fu costruito sull’isolotto di Megaride, dove la leggenda vuole che fosse approdata, sfinita, la sirena Partenope. Nel corso dei secoli Castel dell’Ovo ha avuto diverse funzioni: da villa a fortezza; da carcere, in cui furono imprigionati illustri personaggi (tra cui l’ultimo re dell’impero romano d’Occidente, Romolo Augustolo) a residenza; da convento di monaci bizantini a Camera regia del Tribunale sotto la dominazione normanna. Tutto questo è stato un edificio che trae il nome da un’antica leggenda: quella legata a Virgilio. La tradizione tramanda, infatti, che il poeta, protettore della città in epoca medievale, pose nei suoi sotterranei un uovo magico nascosto in un’anfora (o forse una brocca di vetro) chiusa in una gabbia di ferro, a sua volta appesa a una trave (oppure murata in una nicchia). Alla rottura dell’uovo, dice la leggenda, tutta la città sarebbe sprofondata nel mare. Un’altra versione rimanda, invece, il termine “uovo” alla pianta particolare del castello. Il destino dell’antica capitale, comunque, è stato a tal punto legato alle vicende del misterioso 16
In apertura, il Maschio Angioino. Sopra, il Castello Aragonese di Ischia. A destra, in alto, Castel Sant’Elmo e, in basso,il frontone che adorna l’ingresso della rocca del Vomero (ph. Ept Napoli). A pag. 17, il Castello di Baia (ph. S. Siano) e (foto verticale) la facciata di Castel Capuano a Napoli. A pag. 18, Castel dell’Ovo. At the opening, Maschio Angioino. Above, the Aragonese Castle of Ischia. At right (top), Castel Sant 'Elmo and below the pediment adorning the entrance of the fortress of Vomero (ph. Ept Naples). On page 17, Castle Baia (ph. S. Siano) and Castel Capuano in Naples. On page 18, a charming image of Castel dell'Ovo.
derlyng San Martino Chartherhouse. It is from here, looking down between the blue sky and blue sea, that stands the squat figure of Castel dell’Ovo, old prison last king of Rome, Romulus Augustulus. On the tiny island of Megaris, where the exhausted Siren Parthenope finally reached the shore, stands one of Naples’ oldest and most beautiful castles. The castle’s history is entiwined with that of the
“Ovo” che già al tempo della regina Giovanna, quando una parte del maniero subì ingenti danni a causa del crollo di un arco, la sovrana fu costretta a sostituire l’uovo per evitare che in città si diffondesse il panico. Poco più in là, proprio di fronte all’ingresso del Castello di Virgilio, si apre via Santa Lucia. Ed è qui, tra i rami dei pini marittimi e l’alta mole di Palazzo Reale che fa capolino una delle torri del Maschio Angioino, il più cele-
La storia
poet, alchimist and magician Virgil, long considered the protector of the city during Middle Ages. Some claim that the term “Ovo” refers to its oval layout, but Neapolitans believe the other story, according to which Virgil cast a spell on an egg which he then placed in a sealed metal casket and hid in the castle’s deepest dungeons. Opinion differs here as some claim the egg was buried in a niche, others say it was sea-
led in a glass jug and the walled in but they all agree that the egg holds the key to the fate of Naples. Just beyond here Castelnuovo (better known as Maschio Angioino), a beautiful castle. Built in 1279 by the Charles I of Anjou, founder of the French dynasty in Naples, the castle was the residence of the royal family and the venue for a particularly intense political and cultural court life. In
bre castello di Napoli. Castelnuovo è immenso. Un meraviglioso castello, dove un tempo accadevano eventi straordinari: dallo storico rifiuto di un Papa, alla immediata acclamazione del suo successore, dalla sparizione di prigionieri ad opera di un mostruoso coccodrillo che si voleva fosse tenuto nascosto nella rada del maniero, all’uccisione di amanti popolani da parte della lussuriosa sovrana che li precipitava, attraverso una
botola, nella misteriosa Fossa del Miglio. Il Castelnuovo, popolarmente indicato come Maschio Angioino, è oggi uno dei simboli riconosciuti di Napoli, visto che gran parte della storia partenopea si intreccia con le vicende della fortezza. Costruito nel 1279 per volere di Carlo I d’Angiò, fu residenza reale degli Angioini. Nel 1294 la Sala Maior del Castello fu lo scenario prima di un gran rifiuto - per dirla alla Dante - quando il 13 dicembre papa Celestino V abdicò al soglio pontificio. Poi della celebrazione di un nuovo pontefice: Bonifacio VIII. Anche gli Aragonesi, successori degli Angioini, fecero del “Maschio” la sede politica e culturale della loro potenza. Grazie all’intensa attività culturale di Alfonso il Magnanimo, la città visse allora il suo Rinascimento celebrato proprio a Castelnuovo con uno straordinario monumento : il maestoso arco trionfale che incorona l’ingresso. Ed eccoci infine, a Castel Capuano, il quarto castello cittadino che prende il nome dalla vicinanza della porta che immetteva sulla strada per Capua. Residenza, fortezza, tribunale. Molte le funzioni svolte da questo imponente edificio nel corso dei secoli. Nel 1370, durante il suo soggiorno napoletano, soggiornò a Castel Capuano anche il poeta Francesco Petrarca e fu sempre qui, secondo la leggenda, che la regina Giovanna II fece avvelenare il suo amante. Castel Capuano, con il suo maestoso portale, sormontato dallo stemma con le insegne di Carlo V, fu costruito nella seconda metà del XII secolo per volere del re normanno Guglielmo I “Il Malo”. A quanto pare fu anche la residenza napoletana dell’imperatore Federico II di Svevia. Nel 1540 per volere del vicerè don Pedro de Toledo fu trasformato in 17
La storia
1294 the castle’s main hall witnessed what Dante called the “grand refusal”, the abdication of the Pope Celestine V on December 13, and the appointment of the successor Boniface VIII on Christmas Eve. Other stories tell of the mysterious disappareance of prisoners from the Fossa del Miglio dungeons and huge crocodile which apparently entered the castle at night, through a trapdoor, to devour prisoners. Some say that Queen Joan used the crocodile to dispose of unwanted lovers. The short-lived Aragonese reing saw the reconstruction of the castle and the addition of a monumental triumph arch above the main entrance. On the borders of the kingdom, in Ischia and Bacoli here the last fortress of Parthenope: the Aragonese Castle of Ischia and the Baia Castle Built on an ancient magma “bubble” more than 100 metres high, the magnificent castle in Ischia Ponte and the stone bridge linking it to the mainland were built by Alphonse of Aragon on the same site as Hiero of Syracuse’s 474 BC fortress. The castle incorporates a monastery, the remains of the cathedral where Princess Vittoria Colonna married Ferrante d’Avalos marquis of Pescara in 1509, the Clarisse Convent with its cemetery and stone chairs where the nuns’ bodies were placed to dry and drain and the castle gardens served by a narrow trail dug out of the rock. Also the Baia Castle was built from Alphonse of Aragon. The first stone being laid in 1495 to defend Pozzuoli from the Moorish pirates. Today it became the Archaeological Museum of the Phlegraean Fields. 18
Palazzo di Giustizia. Funzione conservata fino ai nostri giorni. Ai confini dell’impero, a Ischia e sui resti dell’antica villa romana di Giulio Cesare a Bacoli sorgono le ultime due fortezze di Partenope: il castello aragonese di Ischia e quello di Baia. Il maniero edificato sugli scogli dell’Isola Verde merita, da solo, il biglietto del viaggio. Costruito su un’antica bolla magmatica, alta poco più di cento metri, il maniero fu voluto da Alfonso d’Aragona nello stesso posto in cui, nel 474 a.C., Gerone da Siracusa aveva fatto edificare una fortezza. Fu il sovrano
aragonese a far congiungere l’isolotto vulcanico con l’isola maggiore facendo costruire un ponte di pietra. Nel Castello, dove (nel 1509), furono celebrate le nozze tra la principessa Vittoria Colonna e il marchese di Pescara Ferrante d’Avalos, si trova anche il Convento delle Clarisse (XVI secolo), con il sottostante cimitero, luogo a dir poco impressionante in cui ancora si conservano i sedili di pietra con gli scolatoi su cui venivano posti ad essiccare i cadaveri delle suore. Anche il castello di Baia fu innalzato (a partire dal 1495), per volere di re Alfonso D’Ara-
gona che volle quell’opera per difendere il litorale flegreo dalle incursioni dei pirati. Concepito come forte di avvistamento, il castello fu successivamente trasformato dai viceré che ne accentuarono ancor di più la funzione militare. Presa dai Repubblicani nel 1799 e poi riconquistata dalle forze fedeli ai re Borbone, la rocca di Baia fu ulteriormente rinforzata per poi passare, dopo l’Unità d’Italia, sotto l’amministrazione di vari ministeri tra cui quello della Difesa. Utilizzato anche come carcere militare, oggi ospita il Museo Archeologico dei Campi Flegrei.
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La storia riposa sott’acqua 20
Atlantide brilla sui fondali di Partenope Atlantis shines on the seabed of Partenope Anfore, relitti e resti di antiche civiltà: il mare di Napoli custodisce uno scrigno pieno di tesori Amphorae, wrecks and ruins of ancient civilizations: the Bay of Naples contains a casket full of treasures di Gabriele Scarpa
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Quali segreti custodiscono le onde care alla sirena Partenope? Cosa si nasconde sui fondali del Golfo di Napoli? Da Pozzuoli a Sorrento, da Castellammare a Cuma, il mare di Ulisse è uno scrigno pieno di tesori per sub e appassionati di archeologia. Relitti di navi, carcasse di aerei dell’ultima guerra, anfore, tracce di antichi insediamenti: giacciono lì, in profondità. Nascosti nell’ombra degli abissi, oppure adagiati a pochi metri dalla superficie. In attesa di essere scoperti e magari riportati alla luce. Come accaduto tante volte al largo della Penisola sorrentina, teatro, nel corso del XVI secolo, delle feroci scorrerie dei pirati saraceni. E’ qui, in queste
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What secrets lie beneath the waves of the Bay of Naples waiting to be brought to light by archaeologists and treasure hunters? Shipwrecks, planes shot down in world war II, and the relics of ancient civilisations are to be found cluttering the bottom of deep chasms as well as in shallower waters. The sea just off the Sorrento peninsula has yielded many finds, as the area was the scene of numerous raids by Saracen pirates in the 16th century as well as being where Julius Caesar’s fleet and many other ancient Roman ships sank. Etruscan, Greek, Roman and even African pottery from the late Middle 21
La storia
acque, che fece naufragio la flotta di Giulio Cesare. Ed è sempre qui, in prossimità dell’isolotto dei Galli, che sono stati localizzati i resti di numerose imbarcazioni di epoca romana e preromana. Brocche etrusche, ma anche greche, romane, addirittura africane e di età tardo medievale: vengono dragate quasi in continuazione dalle reti dei pescherecci, insieme a ceppi d’ancora di fattura moresca, vecchi scandagli in piombo e manufatti di pietra. Nei bassi fondali della “Terra delle sirene”, dove duemila anni fa sorgevano gli approdi costieri delle ville imperiali, una gran quantità di reperti e di elementi architettonici in marmo aspetta solo di essere consegnata alle cure degli archeologi. E che dire della magia di Baia, la città cara alla famiglia dell’imperatore Claudio, con i resti dell’antico insediamento sommersi a pochi metri dalla costa flegrea? Mosaici, pavimenti, stradine, basamenti di mura, file di colonne, insomma le vestigia di una delle più importanti città della Roma imperiale, cancellata dalla carta geografica per colpa del bradisismo che ne sprofondò terme e palazzi sott’acqua. Resti di una bellezza unica, che fanno bella mostra di sé sui fondali marini del litorale flegreo, a pochi metri di profondità, per la gioia di sub provetti e appassionati di storia antica. Ed è sempre qui, nelle acque solcate da Ulisse, tra Capri e Punta Campanella, che giace uno dei più famosi relitti della storia del Risorgimento: il battello postale “Ercole”, colato a picco la notte del 5 marzo del 1861. Nel naufragio perse la vita il giovane garibaldino Ippolito Nievo. Il battello stava riportando lo scrittore da Palermo a Napoli, quando si inabissò. Qualcuno ipotizza che in quel misterioso incidente scomparvero 22
Nella foto di apertura, un sub a spasso tra le rovine della città sommersa di Baia. A sinistra, un sommozzatore mostra un’anfora romana recuperata dai fondali del Golfo. In alto ciò che resta di un antico pavimento e nella pagina accanto, una veduta aerea di Baia. In the opening photo: a diver walking among the ruins of underwater city of Baia. On the left, a diver shows Roman amphora recovered from the bottom of the Gulf. Above, what remains of an old floor and on the opposite page, an aerial view the underwater city of Baia.
Ages have frequently been found in fishermen’s nets along with Moorish anchors or masonry works from the many imperial villas that dotted the coast 2000 years ago. On the other side of the Bay stands Baia, the town dear to the Emperor Claudius, with its underwater mosaics, floors, roads and columns - the remains of a town that seismic activity took beneath the waves
just off the coast of the Phlegraean Fields. Now this settlement delights scuba divers who can reach the submerged location which lies just a few metres from the surface. This is also the site of one of the most famous shipwrecks from the Italian war of unification: the postal ship “Ercole” which sank on 5 March 1861. Some claim that the mysterious incident also resulted in the loss of important documents regar-
anche importanti documenti sulla regolarità amministrativa della spedizione dei Mille. Ancora oggi, infatti, c’è chi è pronto a giurare che al naufragio, provocato, a quanto pare, dall’esplosione di una caldaia, non fosse estraneo il governo piemontese, intenzionato a cancellare per sempre prove “scottanti” su fantomatici interessi che avrebbero visto coinvolti politici e banchieri nella campagna dell’Eroe dei due mondi.
ding Garibaldi’s military expedition and was probably the work of the Piedmont government eager to cover up the role of bankers and politicians in the campaign. Also hidden in the murky depths are the remains of numerous American, British, German and Italian aircraft that fell victim to anti-aircraft artillery during world war II. Now the planes, their crews and deadly payload rest in eternal peace on the sea
Misteri, ancora misteri. Nascosti nella cassaforte inespugnabile del mare. Come le carcasse dei pesanti bombardieri dell’ultimo conflitto bellico. Colati a picco insieme ai loro equipaggi. Dormono il loro sonno eterno sui fondali del Golfo. Decine di pesanti aerei da guerra, americani, inglesi, italiani e tedeschi. Crivellati dai colpi della contraerea, oppure abbattuti in volo, negli epici duelli dell’aria. I loro relitti, con il pesante carico di
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morte che li contraddistingue, giacciono coperti dalla sabbia e dalla vegetazione marina, oramai inoffensivi. Non è raro che la rete di un peschereccio finisca col rimanervi impigliata, riportando in superficie il casco di un pilota, o quello che resta del pezzo corroso della carlinga di uno Junkers germanico. Testimonianze di storia vissuta, a volte anche tragica. Veri e propri tesori, gelosamente custoditi dal mare che nell’VIII e nel VII secolo a.C. bagnò le coste della Magna Grecia. Come quello scoperto nel 1991 nella baia di Marina Grande di Bacoli, a un tiro di schioppo dal cosiddetto Sepolcro di Agrippina, durante una ricognizione subacquea effettuata per conto della Soprintendenza Archeologica: i resti murari di una vera e propria villa romana, costruita su una piattaforma marina, con tanto di impianto termale. Roba da stropicciarsi gli occhi. Da rimanere a bocca aperta. Non solo segreti, però. Spesso il mare è in grado di consegnare identità e data di affondamento dei suoi reperti, proprio come un moderno archivio informatizzato. Lo sanno bene i sub che si immergono sullo scafo dell’Ashanti, una nave da carico inglese naufragata a causa delle avverse condizioni meteorologiche, alcuni decenni fa, nelle acque napoletane con tutto il suo carico di tappeti e preziosi. E il relitto del Dors, cargo olandese colato a picco da una mareggiata nel 1964 al largo della costa vesuviana e adagiato in un misto di sabbia e fango a circa 24 metri di profondità. Solo due esempi delle decine di scafi incagliati sui fondali e che da sempre costituiscono lo svago dei sommozzatori più esperti. Relitti più o meno recenti, muta testimonianza del dramma legato ai naufragi e la cui presenza sott’acqua rimanda, giocoforza, a storie di 24
A sinistra, un sub illumina con la torcia elettrica la base di un’antica colonna sommersa dalle acque. Left: a sub illuminates the base of an ancient column submerged.
morte, storie di uomini impegnati nell’impari lotta contro la furia degli elementi, storia di tragici speronamenti come quella del peschereccio affondato al largo di Ischia, nel giugno del 2005, oppure a incidenti meno gravi, ma non per questo indolori come quello del rimorchiatore Miseno, inghiottito dal mare di Forio nel 1980, vittima dal maltempo, e oggi posato ai piedi dell’Isola Verde a circa 80 metri di profondità. Ma quali misteri, quanti segreti, quali favolosi tesori ancora si nascondono nelle profondità inesplorate del Golfo? Atlantide è lì, ancora pronta a stupirci. Regalandoci l’ultima sensazionale scoperta.
bed, half buried in sand and overgrown with seaweed. Even now, fishermen occasionally often have to free their nets of the rusted remains of a Junkers’ fuselage or the helmet of an unlucky fighter pilot. The Deep has jealously guarded certain secrets since the 7th and 8th centuries BC, such as the luxury Roman villa built on a jetty on the coast near the so-called Tomb of Agrippina, which was discovered in 1991 during an underwater investigation conducted by the local archaeological agency. Other relics on the sea bed are less mysterious, however. Divers often descend to explore the remains of the
Ashanti, a British merchant ship that sank near Naples a few decades ago during bad weather, taking its cargo of carpets to the bottom of the sea, or the Dutch vessel Dors, which sank in 1964 and now rests on a sand bank 24 metres below the surface. When ships go down in bad weather there is frequently loss of life, such as in June 2005 when a fishing boat was rammed off the coast of Ischia and sank immediately, or in 1980 when the tugboat Miseno was swallowed up during a storm near Forio. And who can tell just how many secrets and hidden treasures still lie in the unexplored depths of the Bay of Naples?
La storia
L’Urbe in riva al mare 26
La California di Roma con vista sul Golfo Campania Felix, Rome’s California Da Neapolis a Cuma, le dimore più sfarzose dell’Impero From Neapolis to Cuma, the most sumptuous villas of the empire di Gabriele Scarpa
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I romani la chiamavano Campania Felix per rimarcarne la ricchezza del suolo e l’aria salubre. Ma già i coloni della Magna Grecia, molti secoli prima di loro, avevano scelto quei fertili litorali per stabilirvi insediamenti ed empori commerciali. Sarà un caso se la “California del Tevere” aveva tra le sue perle più brillanti approdi favolosi e straordinari come Neapolis, Capri, l’area flegrea e la lussureggiante costa stabiese? Fu qui che, duemila anni fa, i dominatori dell’Urbe scelsero di edificare le dimore più sfarzose dell’Impero. Appendici di lusso della città dei Cesari. Case da mille e una notte, realizzate sulle balze di scogli e colline a pochi passi da un
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The Romans named it Campania Felix for its healthy air and fertile land. Neapolis, Capri and the Phlegrean Coast were ‘Rome’s California’, where they built luxury villas with breathtaking views and thermal baths supplied by volcanic springs. The emperor Augustus chose Mt. Somma for his spectacular villa while Tiberius ruled the empire from his palace on the highest mountain on Capri. Many noble families chose the Azure Isle or the nearby mainland for their holiday homes, such as the consul Lucullus in Neapolis or Pollius Felix in Surrentum. Cumae, Pu27
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mare terso e cristallino. Sfruttavano le sorgenti d’acqua termale che sgorgavano dal Vesuvio e i vapori prodotti dalla “terra di fuoco” della Solfatara per ritemprarsi dopo le fatiche quotidiane. Tentazioni che solo la Capuania, così come si chiamava un tempo la Campania, era in grado di offrire al villeggiante di turno. Sorsero così ville con panorami mozzafiato, munite di ogni confort. Luoghi per soli vip, residenze per patrizi e imperatori. Ma anche centrali di potere. Palazzi da cui dettare leggi e ordinamenti. Augusto scelse il Monte Somma per la sua dimora più importante. Prima di lui, il tiranno Silla aveva scelto la quiete di Pozzuoli. E Tiberio, non da meno, aveva preferito il monte più alto di Capri per il suo palazzo imperiale. Una costruzione a più livelli, quasi una piccola cittàcastello da cui governare Roma a distanza, godersi il più sano dei relax, tra bagni, nuotate e tiepidi massaggi. E una straordinaria vista sul mare terso e cristallino del Golfo. Il suo esempio fu imitato da altre famiglie nobiliari dell’Urbe che adottarono l’Isola Azzurra per le loro “case di rappresentanza”. Tutte munite di impianti termali, vasche per l’allevamento di pesci e piccoli approdi dai quali salpare alla volta del Tevere. Come quella dell’ex console Lucullo, che scelse la roccia napoletana di Megaride e la collina di Pizzofalcone per i suoi appartamenti regali in cui organizzava pranzi lussureggianti con libagioni fatte arrivare dagli angoli più remoti dell’impero per la gioia di amici e invitati. O come la villa del cavaliere Asinio Pollione, cantato da Virgilio, i cui ruderi ancora oggi svettano sul promontorio di Trentaremi alla Gaiola nel quartiere Posillipo a Napoli. I bagni della Regina Giovanna a Sorrento, oggi meta di bagnanti e moderni turisti, era28
In apertura: resti romani ai Bagni della Regina Giovanna a Sorrento. Sopra: porticato della Villa di Poppea (ph. S. Siano) a Torre Annunziata. A destra, dall’alto: particolare della Villa San Marco sulla collina stabiese di Varano e resti di Villa di Tiberio a Capri. In the opening photo, the Roman ruins at Bagni Regina Giovanna (Sorrento). Above: the porch of the Villa di Poppea (Ps. S. Siano). On the right, top to bottom: detail of the entrance of Villa San Marco on the of Varano hill's (Stabia) and remains of the Villa of Tiberius at Capri.
no invece uno dei luoghi di villeggiatura più gettonati dai patrizi romani. È proprio ad uno di questi che si deve l’edificazione della villa i cui resti sono ancora ben visibili sugli scogli bagnati dalle onde, a due passi dalla battigia. Fonti del tempo individuano in Pollio Felice il costruttore dell’edificio che si trovava presso la Punta del Capo di Sorrento, ma recentemente si è stabilito che in realtà Pollio Felice edificò l’altra villa limitrofa,
teoli and Stabiae were also favoured, not only as harbours for the imperial fleet but also by the emperor Nero who murdered his mother at Misenum and by his wife Poppea. The Regina Giovanna baths (Sorrento), now a destination for swimmers and modern tourists, were one of the most popular holiday destinations from Roman nobles. It is one (Pollio Felice?) of those who
La storia
In alto: impluvium della Villa di Poppea a Torre Annunziata (ph. S. Siano), scavi della Villa Pollione a Posillipo (ph. S. Siano) e della Villa di Tiberio a Capri (ph. S. Siano). Top: impluvium of the Villa of Poppea (ph. S. Siano) and excavation of the Villa Pollio in Posillipo (ph. S. Siano) and the Villa of Tiberius at Capri (ph. S. Siano).
built the villa whose ruins are still visible on the rocks washed by the waves, a few steps from the sea. Other fabulous places were in Cuma, Pozzuoli and Stabiae. The felgrea area where they threw the anchor ships of the Imperial fleet, was chosen by the members of the imperial family of Nero. It was here that the great arsonist killed his mother, stabbing her to death
after she had managed to escape a sinking organized by the same son in the waters of Cape Misenum. Instead, it was on the coast of Torre Annunziata, near the village of Pompeii, the gens Poppaea, related to Nero’s wife, did you build the house of the same name: a show within a show, consisting of rooms and colonnades in a geometric pattern of empty and frescoes culmi-
quella del Capo di Massa e non quella della Regina Giovanna. Altri luoghi da favola, pur preferiti dal jet set capitolino si trovavano a Cuma, Pozzuoli e Stabia. La Terra del Mito, dove gettavano l’ancora le navi della flotta imperiale, fu scelta dai componenti della famiglia imperiale di Nerone. Fu qui che il grande incendiario uccise la madre, pugnalandola a morte dopo che la donna era riuscita a scampare a un naufragio organizzato dallo 29
La storia
Particolare degli interni della villa romana di Poppea a Torre Annunziata. Si notano i resti di due antiche porte pietrificate nella massa solidificata di fango vulcanico. Interior of Villa Poppea (Torre Annunziata). The remains of doors petrified in the volcano mud.
stesso figlio nelle acque di Capo Miseno. Fu invece sul litorale oplontino dell’attuale Torre Annunziata, a pochi passi dal villaggio di Pompei, che la gens Poppea, imparentata con la moglie di Nerone, si fece edificare l’omonima villa munita di un porticciolo privato: uno spettacolo nello spettacolo, formato da stanze e colonnati che si inseguono in un gioco geometrico di vuoti e di affreschi culminante in due enormi piscine laterali di cui una riportata alla luce, l’altra ancora se30
polta sotto gli spazi dell’antica Real Fabbrica d’Armi borbonica. A pochi chilometri di distanza dagli “ori di Oplonti”, sulla collina di Varano a Stabia, praticamente a picco sul mare, sorgevano altre ville nobiliari. Perché i romani avevano buon gusto nello scegliere il luogo in cui trascorrere le vacanze. E dopo averlo scelto, lo adottavano. Mettendovi radici fino alla morte. Perché lasciare una terra così splendida e ricca era praticamente impossibile.
nating in two huge pools of which one side was brought to light, the other still buried under the spaces of the old Bourbon Real Fabbrica d’Armi. A few hundred meters from the “gold Oplonti” in existing territories of Stabiae more elegant houses were built on the hill of Varano. Virtually on the sea. Because the Romans had good taste in choosing where to spend their holidays.
I luoghi del mare
Litorali da favola 32
Costiere di scogli, grotte e antri per sirene Coastal cliffs, caves for sirens Dalla Grotta Azzurra all’arco di Palinuro, alla scoperta dei tesori scolpiti dal mare From Grotta Azzurra at Palinuro arc, to discover the treasures carved by the sea di Immacolata Pagano
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Costiere di scogli, cunicoli, archi e caverne sottomarine. Litorali di grotte, fiordi e baie nascoste. Volte tinteggiate d’azzurro, rifugi mitologici di Sirene ammaliatrici. Veri e propri tesori della natura che solo la Campania è in grado di offrire. Da Palinuro a Massalubrense, dalle spiagge del Cilento alla “terra del fuoco”, non c’è un solo lembo di costa che non sia stato forgiato dall’opera levigatrice del mare di Ulisse. Accade così che l’isola di Tiberio riserbi alcune tra le più belle grotte all’occhio dei visitatori. Da Marina Grande all’insenatura del Gasto, sono almeno una trentina quelle scavate sui fianchi di Capri dall’opera instanca-
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Underwater caves and tunnels – the mythological homes of Sirens but also the finest natural features that only Campania can offer. From Palinuro to Massalubrense and “the Land of Fire”, the sea has forced its way into the rocky coastline, but nowhere is this more evident than on the island of Capri. From Marina speleologists and archaeologists who had found traces of a Neolithic temple in the cave which is best known for its interplay of silvery light on its walls. In Lacco Ameno, the remains of another cave is said to have been used by the Roman general Caius Marius to hide from his arch 33
I luoghi del mare
bile degli elementi. Tutte fascinose e dalle denominazioni più fantastiose. Come la Grotta dello Champagne, così chiamata grazie alle onde che, infrangendosi nell’anfratto, producono una schiuma spumeggiante. E la Grotta del Moschillo, quella del Bove Marino, la Grotta Certosa e quella dell’Arsenale, dove è possibile fare il bagno anche d’inverno. Chi non ha mai sentito parlare della Grotta Azzurra, nota in tutto il mondo per il magico riverbero e lo splendore delle sue acque? Si tratta di una cavità naturale che prende il nome dalla luce fosforescente che ne avvolge le volte. Una piccola barca a remi accompagna alla scoperta delle sue meraviglie. Stesi, con il capo chino, per non urtare contro la sommità del piccolo varco d’accesso, l’imbarcazione spalanca le vastità di quello che un tempo era considerato la sede del ninfeo marino di una sovrastante villa romana. Tutto attorno è il buio, poi gli occhi si abituano e il mare di Capri regala un trionfo d’azzurro vivo, che sembra quasi riflettersi sulle pareti della caverna, con le chiglie che appaiono sospese sulla luce di mille neon immaginari risplendenti nella profondità degli abissi. E sempre a Capri svetta un’altra delizia della natura: l’Arco naturale che si trova all’estremità orientale dell’isola, in una località da cui si può godere il panorama della Penisola Sorrentina e degli isolotti dei Galli. Un arco, quello caprese, che sembra quasi gareggiare in bellezza con quello di Palinuro, l’enorme volta di roccia che sorge sulla terra ferma, a pochi passi dalla foce del fiume Mingardo. Autentiche sculture di pietra, fatte dal vento e dal mare, nel corso dei millenni. Non solo l’isola dei Faraglioni, tuttavia. Anche Ischia è in grado di offrire luoghi da favo34
In apertura, l’arco naturale di Palinuro. Sopra, due immagini della Grotta Azzurra di Capri e l’ingresso alla Grotta dello Smeraldo a Conca dei Marini. At the opening, the natural arch of Palinuro. Above, two images of Blue Grotto in Capri and the entrance to the Emerald Cave in Conca dei Marini.
enemy Silla and, 2000 years later, it is still known as Marius’s Cave. And still another soars in Capri delight of nature: the natural arch that lies at the eastern end of the island, in a place where you can enjoy the panorama of the Sorrentine Peninsula and the islands of Li Galli. An arch, caprese, which seems to compete in beauty with that of Palinuro, once the huge rock that stands on the mainland, walking distance from the mouth of
la a chi voglia addentrarsi in un tour alla scoperta delle sue bellezze. A Barano, sulla costa sud-orientale dell’Isola Verde, tra Punta del Lume e Punta Parata, si apre una caverna che, nel corso dei secoli, ha spesso cambiato nome: Grotta del Mago, Grotta d’Argento, Grotta del Sole. Nei ricordi dei vecchi pescatori, quell’antro era il ritrovo di un vecchio dalle forme gigantesche, con tanto di barba e chioma fluenti. E c’è anche chi è pronto a giurare che un tempo, nella Grotta del Ma-
I luoghi del mare
Sopra, la Grotta del Mago a Ischia. A destra, il fiordo di Furore in Costiera Amalfitana. Above, the Wizard's Grotto in Ischia. On the right, the fjord of Furore on the Amalfi Coast.
the river Mingardo. Authentic stone sculptures, made by the wind and the sea, over the millennia On the Sorrento coast at Cala di Mitigliano, close to where the Sirens were said to have sung to passing mariners, luring them to certain death, is the Mitigliano Cave.Gouged out of the rock by a freshwater spring, the cave is a mere 15m deep and provides an ideal habitat for lobsters.Grande to the Gasto bay, there are at least 30 caves, such as the Cham-
pagne Cave, named after the bubbling surf created as the waves crash against the rocks, or the caves called Moschillo, Bove Marino, Certosa and Arsenale in which it is possible to go swimming even in winter. Being in a boat suspended on a thousand neon blue lights shining in the deep. Likewise, Ischia has a lot to offer visitors. At Barano on the Green Island’s southeast coast there is a cave whose name has changed over the centuries from Magician’s
go, si udisse l’eco di voci misteriose e tenebrose e che si intravedessero tre giovani e belle fanciulle. Oggi riparo dei pescatori, un tempo amato da speleologi e archeologi che lì avevano individuato le tracce di un tempio neolitico dedicato al culto del sole, l’anfratto spicca per i giochi di luce che dipingono di argento vivo le sue cavità. Poco più in là, a Lacco Ameno, quello che resta dell’arco di una grotta, oggi riempita per i due terzi dalle acque, ancora si erge sul livello del mare. Gli anziani del posto raccontano che quasi duemila anni fa, in quell’antro venne a rifugiarsi, con i suoi fedelissimi, il generale romano Caio Mario, braccato dall’eterno nemico Silla. E come Grotta di Mario, la Grotta viene ancora oggi ricordata dai vecchi lupi di mare. Lasciando le isole del Golfo e avvicinandosi ai litorali di Marina del Cantone e Sorrento, lo scenario si spalanca sulla Cala di Mitigliano, vero e proprio paradiso di acque limpide e cristalline, tra i più belli in assoluto della Penisola. A pochi passi di distanza, lì dove le Sirene erano solite ammaliare i marinai con il loro canto di morte, quasi a toccare con mano l’Isola Azzurra, c’è l’attrattiva principale della cala: la grotta di Mitigliano. Si tratta di una cavità marina che deve la sua formazione all’opera erosiva di una sorgente d’acqua dolce. Profonda poco meno di 15 metri, la grotta affacciata sul mare, praticamente ai piedi dell’abitato di Termini, è il ritrovo naturale di aragoste e corvine. Doppiato il promontorio, con le sue torri saracene, dopo aver costeggiato l’azzurra Baia di Ieranto, scelta come casa dalle sirene, e una miriade di spaccature, buchi e piccole rientranze tra cui spiccano la Grotta Longa, e la rientranza rettangolare dei “Farcuni”, sorta di piccolo fiordo quasi intagliato nella pa35
La storia
rete rocciosa della montagna, sarà possibile imbattersi negli antichi possedimenti di Amalfi. Nel territorio di Conca dei Marini, a un tiro di schioppo dalla storica Repubblica marinara, fa bella mostra di sé la Grotta dello Smeraldo, un altro dei tesori naturali scolpiti dalle onde del Tirreno. L’antro è così denominato dal caratteristico colore dell’acqua e dalle numerose stalattiti e stalagmiti che, simili a diamanti luccicanti, si intrecciano al riparo della volta. Costeggiata Salerno, lasciata alle spalle la città dei duchi longobardi, è il momento di navigare lungo le spiagge del Cilento, toccando Paestum ed Elea-Velia, antichi porti della Magna Grecia. A mano e mano che si scende verso Sud, la costa si fa a poco a poco più frastagliata. Da lunga e pianeggiante, diventa alta e spigolosa. Come il promontorio roccioso di Capo Palinuro. Angoli di vero e proprio paradiso, fatti di roccia calcarea e spiagge bianchissime. E’ qui, immersa nel mare, che si spalanca la Grotta “d’Argento”, così detta dai riflessi simili all’acciaio che spiccano ai lati e sul fondo della caverna. Poco più in là, c’è Marina di Camerota, uno degli angoli più belli del Cilento, ricco di grotte e cale dai nomi più disparati e suggestivi. Anche qui, come a Capri, c’è una Grotta Azzurra da scoprire, con i suoi fondali bellissimi, che si prestano ad immersioni da favola, ma più ancora merita di essere visitata la Grotta del Sangue, situata nei pressi di Cala Lanterna, fra Punta Spartivento e Punta Mammone. L’antro deve il suo nome al colore rossastro che sembra trasudare, quasi, dalle pareti, riflettendosi sulle acque quasi a mo’ di specchio. Di grande fascino anche la Grotta degli Innamorati, dove, secondo i racconti della tradizione, veni36
Cave to Silver Cave and Sun Cave, which according to fishermen, was the home of an old giant but others claim to have heard voices and seen the forms of three beautiful young women there. Now used as a boathouse by fishermen, it was once the delight of The Blue Grotto (Grotta Azzurra) is, of course, renowned worldwide for the deep blue reflections of its clear waters on the roof of the cave, but it can only be entered by a small rowing boat as the cave mouth is extremely small. Once thought to be the nymphaeum of a nearby Roman villa, the cave creates the startling effect.
vano a nascondersi le coppie di fidanzati in fuga. E ancora: la Grotta del Pozzallo, con la sua suggestiva doppia entrata dal mare. E la lugubre Grotta delle Ossa, a pochi passi da Pisciotta, vera e propria tappa obbligata non solo per gli amanti del mare, ma anche per gli appassionati di storia visti i numerosi rinvenimenti di resti preistorici che sono avvenuti sotto le sue volte trapuntate di stalattiti. Mete suggestive, rare ed uniche. Di quelle da segnare in grassetto sull’agenda degli escursionisti. Da non perdere, insomma, per chi abbia voglia di scoprire quanto siano belli e preziosi i tesori scolpiti dal mare della Campania.
A sinistra e in alto, una spettacolare immagine della Baia di Ieranto all’estrema propaggine della Penisola Sorrentina. At left and above, a spectacular Image of Bay Ieranto.
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I luoghi del mare
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Tre perle brillano nel Golfo di Napoli Three pearls that shine in the Bay of Naples Nel mare dei Cesari la natura ha scolpito i suoi capolavori Masterpieces carved by nature. In the sea of the Caesars di Gianni Reale
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Capri, Ischia e Procida: tre perle che brillano nel golfo di Napoli. Approdi da favola che non smettono di ammaliare turisti e viaggiatori. L’Isola Azzurra, meta prediletta dei Cesari fin dalla notte dei secoli, esercita il suo fascino sin dal momento dello sbarco: il piccolo porto con palazzotti colorati, negozietti e numerosi bar è solo il punto di partenza per scoprire le meraviglie del “buen retiro” di Tiberio. La Piazzetta, il più famoso salotto del mondo, offre a turisti e residenti una siesta all’ombra per un drink, una chiacchiera, un incontro con uno dei tanti vip habituée di Capri. Obbligatoria la passeggiata per via Camerelle per un po’ di sano shopping di
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Capri, Ischia and Procida: three pearls that shine in the Bay of Naples. The Azure Isle captures the heart and mind of visitors as soon as they set foot on shore. The traditional, whitewashed buildings and shops lure you into the maze of narrow streets and alleys, while the superb views offering every nuance of blue from azure to ultramarine invite you to explore into the lush vegetation. Then you can go for a refreshing drink in the famous Piazzetta and rub shoulders with the rich and famous before a spot of exclusive shopping along Via Camerelle. However, the view that you’ll remember forever is the sight from the 39
I luoghi del mare
lusso, per proseguire fino a Punta Tragara con l’obiettivo di una romantica vista sui Faraglioni. Ogni angolo di Capri offre scorci eccezionali: il mare che si tinge di tutte le tonalità di blu, le bianche scogliere, la natura rigogliosa, le splendide costruzioni tipiche, il dedalo di violetti e stradine, dove anche per i pedoni dovrebbe vigere il senso unico, tanto son strette. Ma il più grande spettacolo, quello che resta nel cuore, è la vista dell’isola dall’alto, ovvero dalla cima del Monte Solaro: la vista su Anacapri lascia spazio a una lunga scogliera bianca a picco sul mare, che nasconde baie e calette, fino ad arrivare al cuore pulsante dell’isola, Capri. L’occhio accecato dalla bellezza del paesaggio si ferma per primo su Marina Piccola, con i suoi stabilimenti balneari, su Punta Tragara con il belvedere e sui Faraglioni, scogli di bianca roccia che si stagliano verso il cielo, simbolo universalmente riconosciuto di Capri. Lo sguardo si perde tra il verde dell’isola e le sue bellissime ville, per fermarsi sui resti di Villa Jovis, all’estremità orientale. L’imponente dimora fatta costruire dall’imperatore Tiberio. Dalla terrazza di roccia che guarda i due golfi di Napoli e Salerno, c’è pure il Vesuvio in primo piano a dominare la scena. E ancora, si scorgono da lontano Monte di Procida e le altre due isole partenopee: Procida e Ischia, antico approdo di nocchieri greci. Da qualsiasi parte la si guardi, dalla terra ferma verso il mare o dall’isola stessa, girando lo sguardo tutt’intorno non sfugge la sua alta vetta: Monte Epomeo, vulcano spento, in un paesaggio delimitato dalla costa frastagliata, ricca di promontori, punte e piccole rade. Rigogliosa è l’Isola Verde, la cui origine vulcanica è motivo di fertilità, ma anche di sviluppo turistico-termale. E così Ischia è la 40
In apertura: straordinaria veduta dei Faraglioni di Capri (ph. S. Siano). In alto, il porto Borbonico di Ischia. A destra: la celebre piazzetta di Capri. A pag. 41, da sinistra: Capri vista dal Monte Solaro e i tornanti di via Krupp. In opening: extraordinary view of the Capri Faraglioni’s (ph. S. Siano). Above, the Bourbonic port of Ischia. Right: the famous Capri’s Piazzetta. A p. 41, from left: view of Capri from Monte Solaro and curves of Via Krupp.
top of Mount Solaro, a natural terrace at an altitude of nearly 2000 feet which can be reached from Anacapri. However you get there, you will find it was well worth the effort: a breathtaking panorama taking in Anacapri, long white cliffs towering over tiny coves and bays and leading the eye to the town of Capri with its beaches at Marina Piccola and the Faraglioni stacks at Punta Tragara, the symbol of the Azure Isle. Peeping out from the rich vegetation are
capitale del benessere del Mediterraneo. Con un carattere ben definito, aspra, sincera, verde e selvaggia, è celebrata da poeti in ogni tempo ed è la più grande delle isole partenopee. Sorgenti termali e fumarole, la vocazione balneare e il clima mite ne hanno favorito il forte sviluppo turistico, rendendola di grande richiamo per buona parte dell’anno. Dove fino al secolo scorso gli abitanti si dedicavano esclusivamente all’agricoltura, alla pesca e al commercio del vino, oggi è il turismo, che ha stravolto usanze e costumi,
I luoghi del mare
numerous villas, including Villa Jovis. Dominating the view of the Gulfs of Naples and Salerno is the ever-present Mount Vesuvius, while to the left are the other two Neapolitan islands: Procida e Ischia. No matter where you stand, whether on the mainland or on the rugged coast of the ‘Green Isle’ of Ischia itself, the eye inevitably comes to rest on the extinct volcano of Mount Epomeo. Its volcanic origin has left the island so fertile and rich in mineral water springs that Ischia has become
the health capital of the Mediterranean. The largest of the Neapolitan islands, Ischia has a lush, wild and typically Mediterranean vegetation, volcanic fumaroles, beautiful beaches and a mild climate that attracts visitors all year round, transforming a population of farmers, fishermen and wine-makers into perfect hosts for international tourism. At an altitude of 788 metres, Mount Epomeo is the highest point on the island, offering superb views and providing an ad-
cambiando la vita degli isolani, riscoprendoli eccellenti padroni di casa. Tipica la vegetazione mediterranea, specialmente nei tratti ripidi tra pini e castagneti, circondati da una esplosione di colori e profumi, prepotente nell’ascesa al Monte Epomeo, la vetta più alta dell’isola, passeggiata tra le più famose e irrinunciabile punto di vista dai suoi 788 metri di altezza. Da qui, immersi in un paesaggio bucolico, si giunge alla vetta poco distante, dove uno scenario mozzafiato, indimenticabile, si apre allo sguardo. Epomeo,
d’altronde, in greco significa guarda intorno, proprio a sottolineare lo spettacolo non ostacolato da nessun lato. Il percorso per giungervi da Fontana richiede circa un’ora e trenta di cammino, ma si è ampiamente ripagati. Da qui l’isola si percepisce appieno, ben visibile con il suo contorno merlettato che spicca negli intensi e variegati blu del mare. Si ammira Lacco Ameno, con il suo caratteristico Fungo, il porto di Ischia, e poi la penisola di Sant’Angelo, la Guardiola, Punta Imperatore, Forio con le cupole delle sue chiese. Senza contare che il panorama ha un raggio di più di 100 chilometri, lasciando intravedere Ventotene, le isole Pontine, la costa del Circeo i Lattari e la costa Sorrentina, tra la punta Campanella, Capri e i monti del Cilento. E che dire di Procida, l’isola più piccola, più selvaggia e la meno contaminata delle tre dell’arcipelago del Golfo? Questo esile scoglio costituisce, insieme con l’isolotto di Vivara, la naturale continuazione dei Campi Flegrei con cui condivide l’origine vulcanica. Pittoresca, nel suo insieme colorato, Procida man mano appare mentre ci si avvicina in aliscafo giungendo al porto, presentandosi nella visione fiabesca delle sue case dipinte, esempio grandioso di architettura mediterranea, tra il bianco della calce, i colori chiari, i rossi intensi e i riflessi della palizzata a mare. Cinque crateri rappresentano la sua origine e sono ancora visibili in insenature della costa, come sull’isolotto di Vivara, dove ciò che resta della sommità di un antico cratere sembra una mezza luna ma, ad una più attenta osservazione, la sua forma a semicerchio lascia intravedere la sagoma della bocca di un vulcano, cui manca una parte erosa nei secoli dalle mareggiate e dai venti. Riserva natu41
I luoghi del mare
rale, Vivara è collegata alla vicina Procida da un ponte pedonale di poco più di 100 metri, privilegiato punto d’osservazione, un tempo unito la corpo principale dell’isola, di cui era la continuazione. Da qui Procida si osserva nella totalità della sua forma irregolare e dietro, oltre il canale, lo sguardo cattura la terra ferma: Capo Misero, Miliscola, Monte di Procida. Vivara è la zona meno popolata dell’isola, diversa dal porto con negozietti e trattorie, sul lato diametralmente alla Marina della Chiaiolella, l’insenatura semicircolare, approdo di imbarcazioni più frequentato dell'isola, che segue il profilo di un vulcano spento e si affaccia sull'isola d'Ischia. L’interno dell’isola è attraversato da strade su cui si affacciano ville, palazzi antichi e abitazioni popolari particolarmente suggestivi, dall’insieme decadente e unico. Il silenzio, la foggia quasi orientale delle case, gli angoli affacciati alle marine o in punte solitarie, come Terra Murata, le danno grande fascino. Spiccano numerose chiese e cappelle; in molti punti si aprono inaspettati belvedere da cui è possibile osservare il mare nelle diverse direzioni e con diversi panorami. ditional incentive to trek through the colourful and aromatic Mediterranean maquis up to the steeper slopes with their pine and chestnut woods. The walk from Fontana takes about 90 minutes but it is well worth it: the indented coast surrounded by an azure sea, the mushroom-shaped rock at Lacco Ameno, Ischia harbour, the Sant’Angelo peninsula and the domes of the churches in Forio. On a clear day you can see up to 100 km in all directions: Ventotene and the Pontine 42
A sinistra, il borgo di Procida. In alto, Ischia vista dal monte Epomeo. On the left, the village of Procida. On top: the Ischia view from Epomeo mount.
islands, the Lattari Mountains and Sorrento, Capri and the Cilento mountains, and of course Naples and Mount Vesuvius. The excursion is best undertaken before daybreak in order to experience the sun rising in a magical landscape that will leave you with a sensation of peace and wonder forever.. Procida is the smallest as well as the most untamed and most uncontaminated of the three islands in the Bay of Naples, despite being just a stone’s throw from the
mainland. As the hydrofoil sails into the harbour, the whites, deep reds and pastel shades of the houses are reflected in the rippling water, creating a picturesque effect. Volcanic in origin, Procida was formed from five craters, the remains of which are still visible along its coastline, and the tiny island of Vivara – joined to Procida by a pedestrian bridge – is the mouth of another volcano that has been eroded by the wind and waves over the millennia. From here, the irregular shape of Procida
can be seen in its entirety, with Capo Miseno, Miliscola and Monte di Procida in the background. Vivara is quite different from the popular little harbour of Marina della Chiaiolella with its shops and restaurants looking out onto Ischia and the to and fro of small pleasure craft, and away from the coast, the island is dotted with chapels, houses and villas that have a unique, pretty and somewhat oriental appearance where silence reigns and visitors can enjoy beautiful views in all directions.
I luoghi del mare
Sorrento, Positano e Amalfi 44
Terrazze a strapiombo sul mare di Ulisse Terraces overlooking the sea of Ulysses Luoghi d’incanto che hanno sedotto, eroi, imperatori e divi di Hollywood Places with charm that has seduced, heroes, emperors and Hollywood stars di Lello Scarpato
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Sulla rotta di Ulisse tra miti e leggende. Luoghi d’incanto che hanno sedotto eroi, imperatori e divi di Hollywood. Magia intramontabile impressa nel corso dei secoli su manuali, dipinti e pellicole cinematografiche. Meravigliosa Sorrento, splendida Positano, affascinante Amalfi. Gioielli del Golfo e della Costiera. Location mozzafiato sottratte al caos della quotidianità, che carezzano il mare e conquistano per la loro bellezza senza tempo. Millenaria la storia della città del Tasso, secolare quella dell’antica Repubblica marinara. Sfavillante la moda nata tra i vicoli del borgo di Flavio Gioia. Dimore di sirene e mete pre-
S
Stunning Sorrento, spectacular Positano, fascinating Amalfi: beautiful lands of legend once inhabited by mythological creatures and Roman emperors but now the playground of the jet set, showbiz celebrities, writers, artists and home to the world of fashion. Like a mythological beast lying in the warms waters of the Tyrrhenian Sea, the Sorrento peninsula with its clifftop gardens, tiny bays and underwater caves offers a sight of rare beauty to seafarers. Legend has it that the promontory of Punta Campanella was where the Sirens lured ships to their 45
I luoghi del mare
dilette delle stelle dello showbiz internazionale. Cambiano i tempi, non la sostanza. In epoca romana Surrentum fu una delle mete preferite dell’impero. Fiore all’occhiello della Penisola, con i suoi giardini fioriti a strapiombo sul mare, i mille anfratti e le grotte sommerse, la città chiude il versante meridionale del Golfo di Napoli, offrendo uno spettacolo di rara meraviglia ai naviganti. Più di una leggenda vuole che proprio all’estrema propaggine di questa terra, là dove sorge il promontorio di Punta Campanella, le perfide sirene, nascoste tra gli scogli, facessero udire il loro ammaliante canto di morte. E proprio con il nome di “Terra delle Sirene” viene indicato questo angolo di paradiso con i suoi borghi senza tempo, le strette stradine e i folti limoneti incastonati nella roccia lussureggiante della montagna dei Lattari. Secondo alcuni storici, Sorrento deve il suo nome al verbo greco “surreo”, che significa “scorro insieme” a conferma dell’esistenza di due piccoli ruscelli che, scorrendo paralleli, dopo aver circumvallato l’abitato, sfociano in mare a molta distanza l’uno dall’altro. Qui soggiornarono nobili e patrizi del calibro di Pollio Felice, cui vengono attribuiti i resti della villa dei Bagni della Regina Giovanna. E qui ancora oggi si recano in visita principesse, maghi della finanza, imprenditori e artisti. Ammaliati dagli scorci e dalle tinte del centro storico, fonte di ispirazione per celebri canzoni e sospiri degli innamorati. Gli stessi che animano le stradine tipiche di Positano, meta di pittori e scrittori, avventurieri e playboy. Le sue limpide acque sono solcate da yacht da sogno, come quello del magnate russo Roman Abramovich, che, in estate, proprio 46
In apertura e sopra: veduta mozzafiato della Costiera Sorrentina. Sopra, il borgo di Positano. In alto a destra: il duomo di Amalfi e a lato: panoramica del mare di Positano. In the opening photo, breathtaking view of the Sorrento coast . Top: Positano. Above right: the Cathedral of Amalfi. Next: the sea of Positano.
non resiste alle “sirene” della Costiera. Centro internazionale di moda e mare, di tradizioni e leggende, come quella che attribuisce a Flavio Gioia, originario di questo luogo, la creazione della bussola Positano offre un panorama da mozzare il fiato, con le sue casette bianche arroccate, le sue viuzze, la sua cristallina tavola azzurra. E’ l’angolo di paradiso che Poseidone, dio del mare, fondò per amore della ninfa Pasitea. Ma è an-
doom on the jagged rocks; indeed, “Land of the Sirens” is the name commonly used for this corner of paradise with its narrow streets and lemon groves nestling in the lush flanks of the Lattari Mountains, although some historians attribute its name to the existence of two parallel streams flowing into the sea near Sorrento. Positano (the city of Flavio Gioia, in-
I luoghi del mare
In alto: il mare di Sorrento. A destra: il porto di Sorrento. Nella foto verticale a destra: scorcio della costiera amalfitana. Top: the sea of Sorrento. Right: the port of Sorrento. In the picture vertically on the right: a view of the Amalfi Coast.
ventor of the compass), too, has its fashion aficionados, like Roman Abramovich, who seek style and elegance in sandals, beachwear and fine tailoring. Finally Amalfi. And ’the paradise that Poseidon, god of the sea, founded for the love of the nymph Pasitea. It’s worth the trip just to see the cathedral. It is said that in 1208 Cardinal Pie-
tro Capuano brought St. Andrew’s remains to Amalfi and laid them in the cathedral’s crypt, making the superb duomo a place of faith as well as a masterpiece of art. Truly an earthly paradise, with its fjords, bays and beaches bathed by the azure waters of the Tyrrhenian Sea and one of Italy’s four Maritime Republics, Amalfi flourished after the fall of
che un continuo susseguirsi di emozioni, sentimenti, sogni. Merito dell’ingegno degli artigiani, che, negli anni Sessanta, diedero vita alla Moda Positano, stile unico e raffinato. Fatto di eleganza e freschezza. Un boom istantaneo e incredibile. Giunto intatto fino ai giorni nostri. Cambia lo scenario, non il risultato. Amalfi svetta a pochi chilometri da Positano con l’inconfondibile siluette del suo duomo millenario che si erge, splendido ed elegante, al termine di una maestosa scalinata di 62 scalini. Raccontano che nel 1208 il cardinale Pietro Capuano consegnò ai suoi concittadini le reliquie del corpo di Sant’Andrea. I resti furono deposti nella cripta di questa stupenda Cattedrale, dove ancora oggi sono venerati. Un autentico capolavoro di arte e fede. Cui fa da corredo tutto l’incanto di un borgo che, insieme alla sua costa, è stato dichiarato, nel 1997, patrimonio dell’umanità dall’Unesco. E’ qui, in questo angolo di paradiso terrestre, tra fiordi e insenature, baie e suggestive spiaggette che si spalanca una delle gemme più luccicanti della Campania Felix. Uno spettacolo da godere ad occhi chiusi, lasciandosi cullare dall’abbraccio di un mare azzurro e cristallino. E’ qui, sulle sponde del Tirreno che la mitica Repubblica marinara piantò le sue radici nei secoli che seguirono il crollo dei legionari. Storia tra le più dense e affascinanti la sua. Fatta di guerre, conquiste audaci, commerci, traffici, assedi e invenzioni rivoluzionarie. Meta turistica tra le più ambite al mondo, fin dal dopoguerra Amalfi è diventata, insieme a Capri, Sorrento e Positano, una delle località preferite da attori e registi, politici, personaggi dello spettacolo e luminari della 47
I luoghi del mare
cultura. Autentico jet set, luogo di ritrovo per vip di ogni dove che si dividono gli spazi di piazzetta Duomo e l’incanto del litorale: Jacqueline Kennedy e Hillary Clinton figurano tra le turiste più famose ad averli scelti per le loro vacanze. Fantastico mix tra arte e natura, poesia e bellezza, Amalfi è una fucina inimitabile di amori appassionati e opere d’arte. Con il suo ricco contado, le sue incredibili baie, i suoi fiordi e le cale nascoste, anche la costa 48
che la contorna è in grado di offrire comode strutture alberghiere, ristoranti e taverne in cui vengono preparate squisitezze gastronomiche senza pari ai turisti che la scelgono per il loro gran tour. Un viaggio tra mare e campagna, immersi nel verde delle colline, a spasso su ripidi e lussureggianti sentieri, regala sensazioni uniche, lasciando intravedere, agli inebriati visitatori, lo splendore che regnava e regna in questi luoghi favolosi.
Rome, writing its own history of wars, trade, sieges and inventiveness A fantastic blend of art and nature, Amalfi is a superb and inspirational location with excellent hotels and restaurants which offer a wide array of gourmet delights. A beautiful, rugged coastline and lush, green countryside offering breathtaking views and walks lure tourists and reveal the splendour that lives on in this fabulous locality.
A sinistra, la splendida costa di Sorrento. Al centro, in alto a sinistra: particolare del campanile della parrocchia di Sant’Anna a Marina Grande (Sorrento). In basso, una spiaggia della costiera amalfitana. Sopra: gli isolotti de Li Galli (sullo sfondo) visti dalla costa. Left: the beautiful coast of Sorrento. At the center, top left: detail of the bell tower of Sant'Anna's church in Marina Grande (Sorrento). Below, a beach on the Amalfi Coast. Above: the islets of Li Galli (background) as seen from the coast.
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piccole tentazioni di Oro e Brillanti
Terre del mito
I Campi Flegrei 50
Nei campi del mito il buen ritiro dell’Urbe In the mythical land, the buen retiro of Rome Ville, dimore e impianti termali della “terra ardente” celebrano il fasto dell’antica Roma Villas, residences and spas celebrate the splendor of ancient Rome di Ludovica Vollaro
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Che luogo sublime scelsero i potenti di Roma per il loro riposo. La cresta di un vulcano spento, ma pur sempre inquieto, che si affacciava su un lago marino. E’ qui, nella Baia dei Cesari, che si può comprendere la folle genialità di imperatori del calibro di Caligola, Nerone, Claudio e Adriano che si impossessarono di questo angolo di paradiso per farne lo specchio del loro potere. Edifici termali ville e ricche dimore furono costruiti qui, sui Campi Flegrei, dove i vulcani sotterranei regalavano abbondanti acque termali. Sale per bagni freddi, caldi o piscine, tutte sempre rivestite con preziosi marmi e arricchite da colorati affreschi: questo rap-
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It is as if nature wants to reclaim the beautiful Phlegraean Fields, the sublime location chosen by ancient Roman aristocracy for their seaside villas. Situated on the crest of an extinct volcano overlooking a salt lake, Baia was the preferred resort of emperors who wanted the coastline here to reflect their power. These ancient spa complexes were referred to as the temples of Diana, Mercury and Venus at the time of the Grand Tour and had numerous halls embellished with marble and frescoes. The nearby bay of Miseno was the home port of the Classis Praetoria Misenensis. The facility housed 40,000 sailors, whose need for
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Terre del mito
presentavano quelli che oggi sono chiamati “Templi”. E sotto la grande cupola di quello che viene attribuito a Mercurio è ancora oggi possibile confondere la propria voce con l’eco che l’impianto restituisce e confonde con il vento che si fa largo nelle fessure. Quello stesso vento soffiava instancabile nello specchio d’acqua della baia di Miseno, dove più di 2000 anni fa gettava le ancore la Classis Praetoria Misenensis. Fu per soddisfare il quotidiano approvvigionamento idrico dei circa 40mila marinai della flotta che venne costruita l’incredibile Piscina Mirabilis, la più grande cisterna di acqua potabile mai conosciuta nell’antichità, realizzata dal generale Vipsanio Agrippa a cui si deve anche il non lontano complesso delle Centum Cellae (Cento Camerelle), un dedalo di serbatoi su due piani tradizionalmente noto col nome di “Prigioni di Nerone”. A poca distanza da qui, su una montagna di tufo, si erge il bastione del Rione Terra di Pozzuoli, luogo ideale per la difesa del territorio. Nelle sue pietre è stratificata una storia millenaria, fatta da esuli greci provenienti dall’isola di Samo che nel 531 a.c. vi fondarono Dicearchia (città del buon governo, antico nome di Pozzuoli), fino ai romani che fecero della rocca il cuore pulsante della loro potenza. Poco più in basso, proprio nel cuore di Puteoli, fanno ancora bella mostra di sé le antiche colonne del Macellum, noto anche come Tempio di Serapide. E più in là sull’acropoli di Cuma, il luogo scelto dai coloni dell’Eubea, alla metà dell’VIII secolo a.C., per fondarvi la più antica colonia greca sulla terraferma, riecheggia ancora il mito della sibilla, autrice di vaticini trasmessi oralmente o scritti su foglie di lauro. 52
In aperture, le colonne del Tempio di Serapide (ph. S.G.). A sinistra, gli archi della Piscina Mirabilis (ph. S. Siano). In alto: scavi del rione Terra. In openings, the columns of the Temple of Serapis (ph. SG). On the left, the arches of the Piscina Mirabilis (ph. S. Siano). Above: ruins of the Rione Terra.
abundant supplies of drinking water was met by the incredible Piscina Mirabilis, the empire’s largest fresh water cistern built by General Marcus Vipsanius Agrippa. The nearby Centum Cellae (Cento Camerelle) is a two-storey labyrinth of water tanks (traditionally known as “Nero’s Prisons”). Rione Terra in Pozzuoli is a tuff promontory and an ideal natural stronghold and loo-
kout point that has played a central role in the history of the Phlegraean Fields for over 2500 years. Founded in 531 BC by Greek settlers from Samos who named it Dicearchia (the city of good government), it became the emblem of Roman commercial and military power. Back above ground, visitors can walk to the nearby Macellum. It was once thought
to be the Temple of Serapis. The last stop on our tour is the Acropolis of Cuma. The area abounds with myths: nearby is the Sibyl’s Cavern, where the high priestess of Apollo and Hecate made prophesies and guarded the entrance into the underworld. The entire Phlegraean Fields take us back to the origins of history, myths and legends.
Terre del mito
Centro storico sopra e sotto terra 54
Il tesoro di Partenope poggia sulla storia The treasure of Partenope is based on history Nell’antica Neapolis, la porta d’accesso per un mondo misterioso In ancient Neapolis, the gateway to a mysterious world di Loreta Martellaro
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Vuoto sotto, costellato di case in superficie. Così è il Centro storico della città di Napoli, dove a ogni costruzione sulla terra corrisponde una cavità che si spalanca nel sottosuolo. Ebbene sì: Napoli si regge sul vuoto. Su un reticolo di vicoli e cave che risalgono all’epoca greco-romana e che oggi sono per la gran parte visitabili. Il tesoro di Partenope è fatto di chiese e palazzi. Che a loro volta sorreggono autentici pezzi di storia millenaria: un dedalo di strade e vicoletti che formano Neapolis, il cuore del borgo antico, ancora ben visibile nell’organizzazione urbana del Centro storico così come fu concepita dai coloni ellenici, più di due-
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The historic centre of Naples is built on top of a network of interconnected caverns and tunnels from the Greco-Roman Age, which can now be visited thanks to the work of the Napoli Sotterranea association. The earliest excavations date from prehistoric times, although it was the Greeks who first began systematically quarrying building materials, which have been used for the majority of construction work in Naples and around the Bay. All the Romans had to do was extend and enlarge the caverns dug by their predecessors and, when they reached a depth of 40 metres they discovered mineral water springs 55
Terre del mito
mila anni fa, per mettere l’abitato al sicuro dalle inondazioni. E’ qui, nel ventre di Partenope, a metà strada tra Castel Capuano e Castel Nuovo, che sono custoditi molti dei gioielli artistici e architettonici più rari di Megaride: chiese, guglie, ricchi palazzi, dove hanno avuto luogo alcune delle più note, e sanguinose, leggende napoletane. Meandri tutti ancora da scoprire, come il tunnel borbonico di Chiaja, con il suo fiume sotterraneo. Uno spazio utilizzato negli anni dell'ultima guerra come ricovero dai bombardamenti e riscoperto, di recente, grazie ai cantieri della Metropolitana. A un tiro di schioppo da Porta Capuana, si dirama l’antica via dei Tribunali, arteria principale della polis greca, da cui partono, a sud e a nord, i cardi che la congiungono al Decumano inferiore, meglio noto come “Spaccanapoli”, e al Decumano superiore, ora via San Giovanni a Carbonara. Appena s’imbocca via dei Tribunali, sulla sinistra s’incontra l’Ospedale della Pace con l’enorme sala del Lazzaretto, che ancora conserva un altare di marmo del XVIII secolo. Proseguendo, si arriva alla guglia di Gennaro, un omaggio al santo per aver protetto la città dall’eruzione del 1631. Di fronte alla guglia, il complesso del Pio Monte della Misericordia, istituzione nata nel 1603 a firma di sette giovani aristocratici napoletani allo scopo di realizzare opere caritatevoli. Proseguendo tra profumati banchi di frutta e pizzerie tipiche, si giunge a piazza San Gaetano, dove, a destra, la basilica di San Paolo Maggiore, con la splendida sacrestia, protegge l’ingresso a Napoli Sotteranea, una città parallela ricca di fascino, fatta di tunnel scavati nella roccia, ampie cisterne e re56
In apertura: suggestiva immagine dei cunicoli della Napoli sotterranea. In alto, una delle cisterne che si celano nel ventre di Partenope. A destra, ancora particolare dei cunicoli e, in basso, resti romani sotto il suolo di Napoli (tutte foto S. Siano). In opening: striking image of the Naples underground passages. Above: one of the tanks that are hidden in the belly of Partenope. On the right: again particularly the tunnels and, below, Roman remains under the soil of Naples (all photos S. Siano).
which created an enormous aqueduct for the entire city. Another underground site is tunnel Borbone at Chiaia. On the surface, almost resting on the sunken treasures of Naples, stands the ancient heart of the city: the Old Town. The maze of long streets and narrow alleys that was the ancient Greco-Roman city of Neapolis and the venue of
perti di epoca romana, come quelli rinvenuti nelle viscere della chiesa di San Lorenzo. I primi scavi nel sottosuolo risalgono alla fine dell’era preistorica, anche se furono i Greci a iniziare, in maniera sistematica, a estrarre materiale da costruzione. Il giallo tufo, che caratterizza il paesaggio napoletano, proviene, per la maggior parte, proprio dalle viscere di Napoli. I Romani altro
Terre del mito
non ebbero da fare che allargare le cave dei loro predecessori e, scavando in profondità fino a 40 metri - livello cui si accede con la visita guidata -, riuscirono a raggiungere sorgenti d’acqua dolce e a creare un enorme acquedotto sotterraneo. E’ da qui, da questi oscuri budelli che è tornata alla luce la figura del “monaciello”, personaggio della leggenda amato e temuto dal popolo, che forse altri non era che il pozzaro, ovvero il guardiano delle fogne che costituiscono il reticolo di vie di Napoli Sotterranea. A sinistra, rispetto alla porta d’ingresso che immette negli antri sommersi di Partenope, a pochi passi dalle mura dell'antico teatro di via Anticaglia che si vuole sia stato frequentato anche da Nerone, sorge il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, con la sua chiesa gotica, il chiostro, la biblioteca e gli scavi archeologici che consentono di riconoscere perfettamente il macellum, l’antico mercato romano di cui restano intatte le botteghe. Da piazza San Gaetano parte anche via San Gregorio Armeno, la coloratissima strada dei pastori. Una successione di antichi palazzi con alti porticati, che nascondono botteghe artigiane e piccoli empori, porta quindi alla chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio, nota per il culto delle “capuzzelle”, le teste dei morti che vengono amorevolmente accudite dalle persone del popolo in cambio di una grazia, magari una vincita al lotto. A pochi passi dai resti delle mura greche di piazza Bellini sorge la chiesa di San Pietro a Majella, struttura gotica in tufo giallo che precede il Regio Conservatorio, dalle cui finestre emanano continuamente note di brani e arie antiche e nuove e le cui sale hanno ospitato i più famosi compositori napo-
Sopra: l’obelisco dell’Immacolata a piazza del Gesù. A destra scavi romani sotto le fondamenta della chiesa di San Lorenzo (ph. S. Siano). Above: the obelisk of Immacolata in Piazza del Gesù. To the right: Roman excavations under the foundations of the church of San Lorenzo (ph. S. Siano).
many legendary events can still be clearly seen in the historic centre of Naples between the fortresses of Castel Capuano and Castel Nuovo. It stands on the corner of Via dei Tribunali, the ancient thoroughfare of the Greek polis which links up to the ancient Roman decumani, now known as Spaccanapoli and Via San Giovanni a Carbonara. On the left of Via dei Tribunali, near the
theatre of Nero (Via Anticaglia), is the Ospedale della Pace. Further along the street stands the Spire of San Gennaro, an offering to the saint for protecting the city from the eruption of Vesuvius in 1631. Opposite this is the Pio Monte della Misericordia institution which was set up in 1603 to carry out works of charity and still houses some artistic masterpieces. 57
Terre del mito
As you pass the bustling fruit and fish markets, the air fills with the exquisite aroma of pastries and pizzas around Piazza San Gaetano, where the basilica of San Paolo Maggiore provides access to the underground city, a place of mystery and fascination. On the left stands the monumental gothic complex of San Lorenzo Maggiore. Branching off from Piazza San Gaetano is Via San Gregorio Armeno, the colourful street of nativity scene craftsmen. A little further on is the church of Santa Maria delle Anime del Purgatorio, renowned for the cult worship of the dead, whose skulls are carefully cleaned and conserved in the hope of receiving grace or just a winning on the lotto. Next is the gothic, tufa stone church of San Pietro a Majella alongside the Royal Conservatory of Music, from whose windows the notes of famous Neapolitan composers still linger in the air and float down to the many music shops in Via San Sebastiano and the nearby green-roofed gothic church of Santa Chiara and its splendid majolica cloisters. Piazza del Gesù offers a breathtaking view of the rusticated façade of the church of Gesù Nuovo which contrasts sharply with its lavish baroque interior. Continuing along Via Monteoliveto, past the renaissance building of the University’s Faculty of Architecture and the Post Office built during Italy’s Fascist period, you reach what was once Largo delle Corregge, the former tournament field outside Charles I of Anjou’s majestic fortress of Castel Nuovo. 58
A sinistra, una veduta dall’alto di via Spaccanapoli, cuore dei Decumani (ph. S. Siano). Left: a view from street Spaccanapoli, heart Decumani’s (ph. S. Siano).
letani. Come è ovvio, i dintorni del Conservatorio sono costellati di negozi di strumenti musicali che espongono pianoforti, chitarre, batterie, strumenti a fiato e ad arco. E’ il caso di via San Sebastiano che conduce dritto dritto alla chiesa di Santa Chiara, la splendida chiesa gotica dal tetto verde riconoscibile da ogni dove e il chiostro maiolicato, che conserva antiche riggiole napoletane. Piazza del Gesù, come sempre, lascia attoniti per la facciata di bugnato della chiesa del Gesù Nuovo, il cui esterno così austero fa da contrapposizione ad una splendida chiesa barocca e per l’alto obelisco dedicato all’Immacolata. Proseguendo per via Monteoliveto, tra palazzo Gravina di epoca rinascimentale e il palazzo delle Poste, esempio di architettura fascista, si giunge a via Medina, un tempo largo delle Corregge, area a ridosso del Maschio Angioino, dove un tempo avevano luogo tornei e giostre e che venne scelto da Carlo I d’Angiò come sede della sua nuova e imponente dimora: il Maschio Angioino, ovvero Castel Nuovo.
Arti & tradizioni
Presepe, tradizione dei vicoli 60
La notte di Betlemme rivive a San Gregorio Silent Night revisited in San Gregorio Tra sacro e profano, nelle botteghe di Partenope la sacra natività si fa arte Between sacred and profane, in the shops of Partenope the sacred nativity is art di Rosanna Nastro
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Sacro e profano si fondono nel presepe napoletano, testimonianza meravigliosa di un tempo antico, rivissuto attraverso la rappresentazione della natività del Salvatore. Montagne di sughero e cartapesta, fontanine di gesso, case di cartone, pastori lavorati a mano: suggestioni uniche che sembrano quasi animarsi, ruotando attorno alla grotta in cui l’asino e il bue riscaldano il bambinello. Pensi al presepe e non puoi non associarlo alla città di Partenope, alle botteghe artigianali di San Gregorio Armeno: un mix dal sapore speciale, una delle tradizioni più consolidate e seguite alle falde del Vesuvio, rimasta inalterata per secoli e secoli. Il termine presepe (o pre-
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Papier-mâché and cork mountains, plaster fountains, cardboard houses and hand-crafted figurines that seem to come to life around the infant Jesus’ crib. Nativity scenes are inextricably linked to Naples, where the workshops of San Gregorio Armeno preserve this centuries-old tradition virtually unchanged, but the holiday season is now welcomed every year with exhibitions, competitions and catalogues dedicated to this sacred representation. The word presepe derives from the Latin praesepium meaning ‘manger’, the straw-filled crib which now constitutes the focal point of 61
Arti & tradizioni
sepio) deriva dal latino praesepe (o prasepio o ancora praesepium) che tradotto in italiano, significa “mangiatoia”, la culla ricolma di paglia all’interno della quale fu deposto il bambin Gesù appena nato. E’ attorno a questo piccolo, ma importantissimo particolare che orbita tutto un mondo fatto di carta e terracotta. Un mondo attorno al quale è andata materializzandosi, un po’ alla volta, una maniera tipicamente napoletana di forgiare manufatti dall’immenso valore artistico. Personaggi figli della società partenopea del XV, XVI, XVII e XVIII secolo rimodellati sottoforma di statuette ricche di simbologie e metafore. Eccoli là Benino (o Benito) che dorme, il vinaio e Cicci Bacco (rappresentazione pagana di Bacco, il dio del vino), con il suo fiasco in mano; il pescatore (pescatore di anime) e il legionario romano; i due compari (personificano il Carnevale e la Morte) e il macellaio. E ancora: la lavandaia, il pizzaiolo, il taverniere, il cacciatore. Personaggi a poco a poco aggiunti alla scena, mano a mano che la tradizione andava avanti e la società si arricchiva di più interessanti figure e nuovi mestieri. Fino ad arrivare alle celebrità dei giorni nostri (Pavarotti, De Filippo, Totò, Mike Bongiorno, Maradona ecc.) modellate dalle mani sapienti degli artigiani di San Gregorio e riposte nella grande galleria degli “illustri” meritevoli di trovare una collocazione accanto ai pastori della tradizione. Sono piccole e ben modellate, queste statuette. Vestono fogge cucite a mano: sembrano vere e con un tocco di magìa potrebbero anche rivolgervi la parola. E che dire delle loro abitazioni? Autentici gioielli in miniatura, taverne, botteghe e semplici case dalle finestre appena socchiuse, paiono quasi risuonare dei rumori tipici del vissuto quotidia62
In apertura, particolari di pastori realizzati da La Scarabattola (ph. S. Siano); sopra: scena della natività. A lato: scorcio di via San Gregorio Armeno. Nelle foto di pagina 63, in alto a sinistra: corteo dei re Magi. In basso e a destra: angeli e sacra famiglia (ph. S. Siano). At the opening, details of figures brands by La Scarabattola (ph. S. Siano). Above: the nativity scene. Left: Procession of the Magi. In the photo on page 63, top left: view on Via San Gregorio Armeno. Below and right: angels and holy family (ph. S. Siano).
the presepe. However, the peripheral figures and scenes gradually developed into works of art depicting 15th, 16th, 17th and 18th century Neapolitans endowed with a symbolic or metaphorical connotation. The sleeping Benino, the wine merchant and Cicci Bacco (representing Bacchus, the pagan god of wine) in front of the inn with his jug of wine; the fisherman (fishing for souls), the
legionnaire, the two friends (personifying Carnival and Death), the butcher, the washerwoman, the pizza-maker, the innkeeper and the hunter. Figures have been added as the tradition continues and nativity scenes may now include Italian and international celebrities like Pavarotti and Michael Jackson, skilfully crafted by the artisans of San Gregorio Armeno and placed alongside
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conventional figures. The first presepe is said to have been created by St. Francis of Assisi on Christmas Day in 1223 with the citizens of Greccio enacting the scene in Bethlehem. However, an ancient manuscript mentions a scenic celebration of the Nativity 200 years earlier in a Neapolitan church, so it is in the streets of Naples that Silent Night became Art and led renowned sculptors and pain-
ters to make important contributions. The spectacular Neapolitan presepe with houses, streets and mountains appeared in the late 17th century and popular figures took their place alongside the historical ones: women, beggars, innkeepers, cobblers began to appear near the manger. After all, were not the humble people the reason why Jesus came into the world?
no. Secondo la tradizione, il creatore del presepe fu San Francesco d’Assisi che, nella notte di Natale del 1223, realizzò a Greccio, un presepe vivente. A Napoli, però, duecento anni prima del poverello di Assisi, la nascita del bambinello aveva già avuto una sua prima, scenica celebrazione. Un antico documento testimonia, infatti, l’esistenza di un presepe ancora più vecchio di quello di Greccio, nella Chiesa di S. Maria del presepe nel
1025. E’ verso la fine del Seicento, tuttavia, che il presepe partenopeo spicca veramente il volo, imponendosi definitivamente all’attenzione dei cultori. Non a caso inizia a prendere piede in quegli anni la tendenza a mescolare scene di vita quotidiana alla grotta dell’adorazione. E appaiono le prime figure di personaggi del popolo: donne, mendicanti, tavernari, ciabattini. Sono gli umili che fanno capolino ai piedi della mangiatoia. 63
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Napoli, crocevia di artisti 64
Estro e fantasia ridisegnano la città Imagination and fantasy reshape the city Pittori, scultori e architetti alla corte di Partenope: così il mito prende forma Painters, sculptors and architects at the court of Parthenope: the myth takes shape di Lello Scarpato
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Napoli crocevia di arte e cultura, meta di artisti di fama internazionale. Accadde fin dal XV secolo sotto i re d’Aragona con la fabbrica dell’arco di Castelnuovo. Opera monumentale realizzata da uno staff di architetti e scultori coordinato da Pietro da Milano e Andrea dell’Aquila. Nomi di professionisti di altre epoche, cui ben presto andarono ad aggiungersi personaggi del calibro di El Greco e Correggio, fino ai pittori della scuola fiamminga le cui tele impreziosiscono ancora oggi le gallerie di Capodimonte. Nel XVII secolo Partenope fu tutto un fiorire di cantieri in cui presero forma chiese dalle forme imponenti, abbellite con decorazioni stravaganti ispirate allo
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Naples crossroads of artists and masterpieces. Since the time of the Aragonese with the arc of Castelnuovo, works by artists of the caliber of Pietro da Milano and Andrea dell’Aquila. Once upon a time there was the Baroque, the art of excess, and Michelangelo Merisi, better known as Caravaggio, the artist who more than any other created a cultural movement out of the very history of Partenope. When Caravaggio (Michelangelo Merisi) came to Naples in 1606. The artist felt instantly at ease here and was eager to find out more about this unu65
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stile “Barocco”. A coglierne i primi successi architetti come il lucano Francesco Grimaldi, il lombardo Cosimo Fanzago e, più tardi, il partenopeo Ferdinando Sanfelice. Più di tutti, però, toccò a un artista, con la sua opera, cambiare per sempre il modo di concepire la pittura: Caravaggio, al secolo Michelangelo da Merisi. L’artista lombardo giunto in riva al Golfo nel settembre 1606, seppe trovare alle falde del Vesuvio la sua fonte d’ispirazione particolare. I vicoli del Carmine, le stradine del Borgo Loreto, i lazzari del Mercato finirono immortalati nei suoi quadri. Lo testimonia una delle sue opere più celebri, in mostra al Pio Monte della Misericordia: le “Sette Opere di Misericordia”. Dipinto rivoluzionario, in cui è la luce a recitare il ruolo da protagonista, insieme ai ceti sociali più deboli raffigurati nelle sembianze della Madonna, più simile a una popolana che a un personaggio celeste, e negli angeli “ragazzi”. Dopo l’impegno per il Pio Monte, l’artista dipinse la “Flagellazione”, dal 1972 in mostra nella Pinacoteca di Capodimonte: anche qui l’effetto ottico è sorprendente. Il dipinto, infatti, mostra il torso di Gesù come se fosse immerso in un cono di luce. In riva al Golfo l’artista milanese dipinse anche il “Martirio di sant’Orsola”, tela esposta a Palazzo Zevallos Stigliano (dove Banca Intesa ha creato il proprio Museo). Caravaggio morì a Port’Ercole il 18 luglio 1610: aveva vissuto 39 anni. Pochi, sicuramente. Ma più che sufficienti per cambiare radicalmente il modo di concepire la pittura. Fu nella perla del Golfo che il suo messaggio fece subito presa. Scuole “caravaggesche” sorsero un po’ ovunque, ma i primi a inserirsi nel solco scavato dal grande lombardo furono proprio i napoletani. Massimo Stanzione, Battistello Caracciolo e Jusepe de Ribera furono i primi figli artistici partoriti dall’estro e dalla fantasia di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi. 66
In apertura, dipinto del ’700 di piazza del Plebiscito. Sopra, i particolari di due tele dipinte da Caravaggio custodite a Napoli e l’interno della Cappella del Pio Monte della Misericordia. A destra, l’interno del museo di Capodimonte. At the opening: view of Piazza Plebiscito. Above: the details of two canvases painted by Caravaggio and kept in Naples and interior of the Chapel of Pio Monte della Misericordia. On the right, the interior of the Museum of Capodimonte.
sual city’s history. His sensitive, inquisitive gaze was captured by the streets and alleys, the prostitutes in the port and the people in the bustling market. On 9 January, Caravaggio delivered one of the finest works to the Pio Monte della Misericordia church. The “Seven Works of Mercy” was a revolutionary canvas in which light played a leading role, illuminating the weaker social classes depicted in the Madonna, who looks more like a farm girl than the Queen of Heaven and the ‘boy’ angels supporting mother and child on their wings. The artist’s next work was “The Flagellation of Christ”, a somewhat laboured painting that was reworked on several occasions. The canvas was moved to the Capodimonte Gallery in 1972. Christ is tied to a column, his body engulfed in a cone of light as sinister figures emerge from the surrounding darkness. Caravaggio’s second stay in Naples is still under study. It is almost certain that this was where he painted “Martyrdom of Saint Ursula”, on display at the splendid Palazzo Zevallos Stigliano in Naples. Caravaggio died of fever, aged 39, at Port’Ercole while on his way to Rome. His revolutionary art changed the very concept of painting, not just in Naples but throughout Europe. Schools of “Caravaggisti” sprung up everywhere, starting in Naples: Massimo Stanzione, Battistello Caracciolo and Jusepe de Ribera were the first to follow in the footsteps of one of the greatest artists of all time.
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San Gennaro, catacombe e museo 68
L’omaggio di Partenope al suo Patrono So Naples pays homage to its patron Un tesoro sfarzoso e un’opera d’arte barocca brillano sotto le navate del Duomo An opulent treasure and a masterpiece of Baroque shine in the cathedral di Lello Scarpato
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Nate come cavità da cui ottenere materiale edile o cisterne per l’approvvigionamento idrico, le gallerie scavate nel ventre di Napoli divennero, col tempo, luoghi in cui seppellire i defunti. Ma anche chiese sotterranee, ritrovi di preghiera: usanza antica, questa. Che risale all’epoca delle persecuzioni contro i cristiani, quando i “mondi paralleli” sotterranei cominciarono a proliferare, trasformandosi in spazi in cui professare liberamente la fede in Gesù. Ed è qui, in questi antri sacri ricavati nelle viscere di Capodimonte, che sorgono le Catacombe più famose di Napoli: quelle dedicate a San Gennaro, nume tutelare e patrono del capoluogo campano. Un dedalo di galle-
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In the bowels of Capodimonte are famous Catacombs of San Gennaro, named after the city’s patron saint. Situated beneath the Madre del Buon Consiglio church, the tunnels and tombs are decorated with splendid frescoes depicting traditional popular rituals from the city’s distant past. The underground tunnels of Capodimonte were once the burial site of the city’s first patron saint, Sant’Agrippino, and the caverns were later enlarged to accommodate the growing numbers of local worshippers and pilgrims. In 1497 the Aragonese transferred the relics of the saint in cathedral of Naples. As a place 69
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rie, loculi, e pareti adornate da splendidi e suggestivi cicli pittorici: spazi che si animano come per magia agli occhi dei visitatori, facendo così rivivere arcaici rituali e remote tradizioni popolari. L’ingresso alle Catacombe è ubicato a ridosso di via Foria, a un tiro di schioppo da piazza Cavour dove svetta porta San Gennaro, una delle più antiche di tutta la città, affrescata da Mattia Preti, e così chiamata proprio perché conduceva, un tempo, al sepolcro del Santo. In origine, in quello stesso luogo, riposava anche il corpo di Sant’Agrippino, ritenuto il primo patrono di Napoli. Successivamente, però, con la traslazione delle spoglie di San Gennaro dall’Agro Marciano (il luogo in cui il vescovo di Benevento era stato sepolto), tra il 413 e il 431 d.C., la cava fu ampliata per accogliere il numero sempre crescente di devoti locali e pellegrini fino ad assumerne definitivamente la consacrazione. Sotto la collina di Capodimonte, San Gennaro riposò per quasi quattro secoli fino a quando i Longobardi, che avevano appena conquistato Partenope, non decisero di trasferirne i resti nella loro capitale, Benevento, città natale del Santo. Nel 1154 i re normanni, di recente apparsi sulla scena della storia, trasferirono le reliquie del vescovo nell’abbazia di Montevergine e fu qui che, nel 1497 gli aragonesi vennero a prelevarle, riportandole a Napoli dove il culto del Santo non si era mai spento a dispetto della lunga lontananza. Come degno luogo per ospitarle, il cardinale Oliviero Carafa fece costruire nel Duomo, al di sotto dell’altare maggiore, una cripta d’eccezione in puro stile rinascimentale (che si vuole edificata sui disegni del Bramante): la Cappella del Succorpo. Ed è qui che, ancora oggi, riposa il corpo del Patrono. Successivamente, come ex voto per far cessare il periodo nefa70
In apertura, gli antri delle catacombe di San Gennaro. In alto e a destra, antichi affreschi sotto la volta delle catacombe dedicate al Patrono di Napoli. In alto a destra, uno dei reperti preziosi del tesoro di San Gennaro. Nelle foto di pag. 71 ancora immagini delle catacombe e dei tesori custoditi nel Duomo. At the opening, the caverns of the Catacombs of San Gennaro. Above and right: old frescoes under the roof of the catacombs dedicated to the patron of Naples. Top right, a treasure of precious relics of San Gennaro. In the photo on page 71 pictures of the catacombs and treasures held in the Cathedral.
of burial, cardinal Oliviero Carafa had built in the cathedral crypt exceptional Renaissance style: the Chapel of Succorpo. In 1527 the Neapolitan people wrote a document authorising the Deputation to build the Royal Chapel of the Treasure of San Gennaro (masterpiece of Neapolitan art) in fulfilment of the vow they made when Naples was, quite literally, on its
knees following the eruption of Vesuvius and an outbreak of cholera amid the fighting between France and Spain. That document is now on view in the San Gennaro Museum along with a collection of treasure whose value is thought to exceed that of the British crown jewels. The priceless hoard of precious stones, jewellery, gold, silver and paintings were a form
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of homage to the Neapolitan from popes and monarchs. Inaugurated in 2003, the Museum displays the magnificent works but, above all, it aims to stress the importance of the bond between the saint and his 25 million followers worldwide. It rouses emotions in the visitors, stressing the common people’s devotion to the saint.
sto che si era abbattuto sulla città (era il 1527 e Napoli era flagellata dall’eruzione del Vesuvio, dall’epidemia di colera e dalla guerra franco-spagnola) il popolo, in segno di riconoscimento a San Gennaro, diede mandato per fargli edificare, sempre sotto le navate del duomo, una nuova e più ricca “dimora”. Si tratta della sfolgorante Real Cappella del Tesoro di San Gennaro consacrata nel 1646. Uno dei gioielli universali dell’arte napoletana. In quel luogo furono custoditi, insieme al busto d’argento con le ossa del cranio di San Gennaro ed alle ampolle contenenti il suo sangue, oggetti preziosi, argenti, gioielli, dipinti. Tutti doni che la Deputazione della Real Cappella riceveva da Papi e regnanti per omaggiare il Santo partenopeo. Una collezione così copiosa che, secondo alcuni esperti, il tesoro raccolto sarebbe addirittura più ricco di quello della corona d’Inghilterra e degli zar di Russia. Una collezione che, in larga parte, non era mai stata esposta al pubblico. Ma che dal 2003 è stata trasferita nel nuovo Museo di San Gennaro, insieme al documento originale con cui, nel 1547, il popolo napoletano chiese l’edificazione della Real Cappella. Il Museo sorge, in pratica, accanto alla Cattedrale ed alla stessa Cappella di San Gennaro (sotto le cui fondamenta, in pratica, si sviluppa). Il Museo è nato non solo per consentire ai napoletani, e ai cittadini di tutto il mondo, di poter ammirare le maestosità delle opere raccolte nei secoli, ma soprattutto per far cogliere, a chi e il non è partenopeo, lo stretto legame esistente tra il patrono e i suoi fedeli, che nel mondo intero ammontano a circa 25 milioni. Non un semplice percorso espositivo di oggetti preziosi, dunque, ma anche e soprattutto un percorso emozionale che a distanza di secoli non smette di affascinare. 71
Regni e Imperi
Alloggi di regnanti 72
Regge con stanze reali Palaces with regal rooms Riserve di caccia, tesori e luoghi da favola per il ristoro dei sovrani Places for hunting, fabulous treasures and relax for the kings of Naples di Federica La Mura
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Case da sogno per il ristoro e il relax delle dei re Borbone. Benvenuti nelle regge dei sovrani di Partenope, da sempre impegnati a trovare valide alternative alla monotonia di Palazzo Reale, antica residenza dei vicerè disegnata dall’architetto Fontana nel 1600. La struttura che domina piazza Plebiscito a Napoli avrebbe dovuto ospitare, in origine, re Filippo III di Spagna, atteso in città con la sua consorte per una visita ufficiale che, in realtà, non avvenne mai. Poi, con il dominio di Carlo III, si trasformò nella dimora ufficiale del sovrano del Regno delle Due Sicilie. La prima e più famosa “appendice” di Palazzo Reale resta quella di Caserta, cui fa da con-
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Dwellings dream for kings of Naples. “Dependences” of the Palazzo Reale in Piazza Plebiscito, designed by the architect Fontana in 1600 for the king of Spain. Originally the palace at Capodimonte was to be a hunting reserve in the lush woodlands just outside Naples where King Charles of Bourbon could enjoy his favourite pastime during the day and relax with members of his court in the evenings. It was one of the many royal sites built in just a few years for the king’s enjoyment but Capodimonte was different from the others. Early on it was decided that the palace would also house part of the pre73
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traltare la seconda sfarzosa residenza della Capitale: la reggia di Capodimonte. E poi, a un tiro di schioppo da Napoli, svetta il ritiro “estivo” di Portici, capolinea della prima ferrovia d’Italia. Tre strutture concepite, in origine, proprio per favorire gli svaghi di corte, come la “real delizia di Carditello”, costruita su un territorio un tempo appartenuto al conte d’Acerra. E la real casina borbonica del Lago Fusaro, autentica bomboniera dei Borbone, utilizzata anche come “buen retiro” di musicisti e imperatori. Fu nelle selve rigogliose di Neapolis dove Carlo di Borbone voleva che fosse creata una riserva di caccia, che prese forma la “dependence” di Capodimonte. Un sito tutto particolare, che ben presto si trasformò in una sorta di “succursale” di Palazzo Reale e in un “museo” in cui alloggiare parte delle prestigiose collezioni artistiche ricevuto in dono da Carlo dalla madre Elisabetta Farnese, moglie del re di Spagna Filippo V e ultima erede delle fortune della famiglia Farnese di Parma. Vale a dire i capolavori di Tiziano e Raffaello, El Greco, Correggio e Parmigianino. A percorrere l’infilata di sale del palazzo, dove la galleria artistica si alterna all’appartamento storico, l’emozione che ricorre è lo stupore e la meraviglia per tanta magnificenza. Lo stesso effetto che si respira entrando nella reggia di Caserta. L’anno d’inizio è il 1750. E’ agosto. Sull’appezzamento dei duchi di Acquaviva si decide di dar seguito a un progetto di una certa ambizione: trasferire il “cuore” del Regno in Terra di Lavoro. La scelta cade su un architetto napoletano di origine olandese: Luigi Vanvitelli. La prima pietra viene posata il 20 gennaio del 1752. Le mura vengono tirate su per sette anni. Poi, nel 1759 re Carlo lascia Napoli per Madrid. Deve sedere sul trono di 74
In apertura, la facciata della reggia di Caserta.In alto, l’interno della reggia di Caserta. A destra, particolare della casina del Fusaro. A pag. 75: il palazzo reale di Napoli e la cascata del parco che alimenta le piscine della reggia di Caserta. In opening: the facade of the Royal Palace of Caserta. Above: the interior of the Royal Palace of Caserta. Right: detail of the Casina of Fusaro. On page 75: the Royal Palace of Naples and the waterfall that feeds the pools of the park of the Royal Palace of Caserta.
stigious art collections that the King had inherited from his mother Elisabetta Farnese. The collections included masterpieces by Titian, Raphael, El Greco, Correggio, Parmigianino. Capodimonte wonderful!. As the royal palace of Caserta. It all began one sweltering August afternoon in 1750 in the stronghold of the House Acquaviva at Caserta: was to be that other city and a palace was to be built there, but first an architect had to be found. It was now 1750: King Charles called in a Neapolitan architect of Dutch origin, Luigi Vanvitelli, who presented his plans to the king one year later. In 1773 Luigi Vanvitelli died but the reggia was still little more than the bare bones of a palace, and the work was carried on by Luigi Vancitelli’s son Carlo, named after the King. It wasn’t until 1847 that the work on the new palace was completed. The Palace and its surrounding park and gardens are an example of architectural majesty. Now, 250 years on, its prestige is still growing, because it is not just a palace but the emblem of a king’s vanity. That same "vanity" that characterizes the construction of another building, that of Portici. It all began in 1738 during one of the first official visits of King Charles and Queen Maria Amalia to their kingdom. A storm at sea had forced the royal ship to seek refuge in a small harbour just a few miles from Naples. The next morning the royal couple were amazed by the beauty of their setting: lush vegetation on the flank of Mount Vesuvius. On his return to Naples, the King summoned his council to illustrate his idea for a summer palace of “Royal Delights” between Mount Vesu-
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vius and the bay of Granatello in Portici. And work began on 23 August 1738 under the supervision of the kingdom’s best architects.The King frequently visited Portici to go hunting, but he also ordered the architects to build a farm, a brickworks and a factory for the manufacture of ribbons, which would later be admired throughout Europe. The Royal Villa soon became a destination on the Grand Tour itinerary and foreigners flocked to Portici to admire the palace and its splendid park and Fountains.
Spagna. Anni ancora. E’ il 1773. Luigi Vanvitelli muore. Ma la reggia è poco più che uno scheletro grezzo. I lavori procedono sotto la direzione di Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, che vuole conferire all’erede il nome del suo sovrano. E’ nel 1847 che l’opera può dirsi compiuta. La nuova capitale, sognata da re Carlo, ha finalmente la sua reggia coi suoi immensi giardini. Possente esempio d’impianto architettonico. Grandi e importanti i suoi numeri: dai quattro cortili dagli angoli smussati alle 1.200 stanze al cui interno s’ammirano capolavori di Antonio Canova, Francesco Solime-
na, Anton Raphael Mengs. Arte e storia. Storia remota, storia recente. La Reggia ha fatto da location per alcune sequenze del film “Mission Impossible III”. E George Lucas l’ha poi scelta per impreziosire una tappa della saga di “Star Wars”. Due secoli e mezzo. E la sua storia ancora s’accresce. Ancora affascina. Perché non è solo un palazzo. E’ l’emblema della vanità di un re. La stessa che caratterizza la costruzione di un’altra real dimora: quella di Portici. Tutto ha inizio nel 1738, quando, di ritorno da uno dei loro primi viaggi nel Regno, re Carlo e la consorte Maria Amalia vengono
colti per mare da una tempesta. Il comandante dell’imbarcazione intravede all’orizzonte un piccolo imbarcadero e lì dirige la sua prua. Si tratta dell’antica tenuta voluta dal principe Emanuele Maurizio di Lorena Duca d’Elboeuf: un vero paradiso naturale. Al ritorno a Napoli, il sovrano convoca il Consiglio per comunicare la sua idea: la nuova Reggia per la sistemazione estiva delle “Reali Delizie” sarebbe stata costruita proprio lì, tra il mare e il Vesuvio, nei pressi di quella piccola baia dal nome “il Granatello” e nel Casale di Portici. L’ordine per la costruzione del Palazzo arriva il 23 agosto del 1738. Ed è una “città giardino” quella messa in cantiere, dal momento che la vita di corte è basata essenzialmente sulla caccia e il sovrano vuole trascorrere la primavera e parte dell’estate tra Napoli e Portici per dedicarsi all’arte venatoria. Secondo il suo volere, vengono create una tenuta agricola, la Fabbrica dei mattoni e la famosa Real fabbrica dei nastri, le cui manifatture riscuotono consensi in tutte le corti europee. Nel giro di pochi lustri, il Casale di Portici, elevato a rango di Real Villa, diventa meta del “Grand Tour” e stranieri d’ogni dove si affollano per ammirare le reali delizie e soprattutto lo splendido parco. Qui è possibile ammirare la fontana delle Sirene, il “Chiosco” di re Carlo, la fontana dei Cigni e il Museo Ercolanese. Ma anche una fagianeria e uno zoo di animali esotici, dove elefanti di rara bellezza allietano i sovrani e il pubblico con suggestivi spettacoli. Un’area viene anche adibita ad ospitare “il gioco del pallone”. Più arduo è penetrare negli interni del Palazzo, affrescati dai pittori più raffinati del Settecento napoletano, dove passato e presente si incrociano nelle stanze dell’attuale facoltà di Agraria, l’illustre Reggia marittima della corte borbonica. 75
Regni e Imperi
Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti 76
L’Impero si conserva sotto la cenere The Empire is preserved under the lava Il fascino delle antiche città dell’Urbe sepolte dalla furia del Vesuvio The charm of the ancient town of Urbe from the fury of Vesuvius buried di Gabriele Scarpa
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La cenere oscura il cielo. Cade dall’alto. Come un nero acquazzone incessante misto a fuoco pietrificato. Ovunque scene di panico. Il terrore che si materializza, la terra che trema, la gente che fugge, disperata. L’eruzione è terribile, agghiacciante. Distruttiva. Chi è lento a mettersi in salvo, trova la morte in strada, stroncato dai gas sputati dal Vesuvio, schiacciato dalle mura dei palazzi che crollano. Oppure arso vivo all’istante dalla nube piroclastica che si precipita a valle, come una valanga di fuoco. La pioggia di lapilli non concede tregua: cenere, pietre incandescenti, lava. Un lancio fitto e continuo che si poggia su tetti, case, uo-
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Pompeii, Herculaneum, Oplontis and Stabiae disappeared from the face of the earth one hot August day in 79 AD, wiped off the map by the devastating fury of Vesuvius along with many other settlements on the Tyrrhenian coast. Roman town were mostly brought to light, even if there are still many relics locked in the volcanic crust. However, the world can now gain a significant insight into the town’s everyday life as the volcanic material preserved not only many of the temples, streets, buildings and shops but also, and more importantly, their contents. This snapshot of terror also shows 77
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mini e oggetti, seppellendo ogni cosa. E’ la fine. Il tramonto della vita che precede l’oscurità dei secoli. Pompei, Oplonti, Stabia ed Ercolano scomparvero così, in un caldo giorno d’agosto del 79 d.C., vittime della furia devastatrice del Vesuvio. Semplicemente cancellate dalla mappa geografica, insieme a molti altri centri della costa tirrenica, da una delle più potenti eruzioni che la storia moderna del vulcano conosca. Inghiottite dalla terra, per quasi due millenni le cittadine romane hanno dormito il loro sonno sotto un fitto strato di materiale piroclastico. Sigillate quasi, come in un forziere. Pompei antica fu riscoperta quasi per caso nel corso del ’700, durante i lavori per la costruzione di un canale fluviale. E lo stesso accadde con Ercolano, ritrovata mentre si scavava un pozzo. Quello che è stato recuperato è più che sufficiente per mostrare al mondo uno spicchio significativo della vita quotidiana come si svolgeva ai tempi dell’antica Roma. Grazie a quello spesso strato di materiale eruttivo che le ricoprì, infatti, Pompei ed Ercolano sono giunte praticamente intatte fino ai nostri giorni, non solo per quanto concerne le testimonianze architettoniche del tessuto urbano (templi, strade, palazzi e botteghe), ma anche e soprattutto in quello che si trovava all’interno delle case o nei negozi quando l’eruzione venne a sconvolgere le vite dei loro abitanti. Tutte quelle tonnellate di cenere e lapilli, lava e fango bollente produssero una sorta di istantanea del terrore, pietrificando letteralmente i gesti delle persone e le loro cose, scattando un’immagine a dir poco agghiacciante del panico che assalì gli antichi abitanti di quei borghi pochi istanti prima che morissero. A Ercolano, in partico78
In apertura, una suggestiva immagine del foro romano di Pompei con il Vesuvio sullo sfondo. Sopra: anfore vinarie e il calco di una delle vittime dell’eruzione recuperati dagli scavi di Pompei di cui, in basso, si notano altre due immagini (ph. S. Siano). At the opening, a striking image of the Roman forum of Pompeii with Vesuvius in the background. Above: amphorae and a mold of the eruption victims recovered from the excavations of Pompeii at the bottom, you see two other images (ph. S. Siano).
how people were literally petrified as panic overwhelmed them in the face of imminent death. At Herculaneum, people, street and building were buried beneath flows of volcanic mud, boiling at about 3.000°C. It was this temperature that helped preserve the scrolls found in Villa of Papyrus Scrolls, as the hot mud didn’t burn the paper but carbonized it. Elsewhere in the town, the temperature
lare, la furia del vulcano fu ancora più feroce: qui, infatti, alla cenere ed ai lapilli si associò anche il fuoco della nube ardente che toccò temperature elevatissime. Fu proprio l’alta temperatura, a consentire la parziale conservazione dei papiri ritrovati nella Villa dei Pisoni. Il caldo del fango, infatti, invece di bruciare il materiale cartaceo, lo carbonizzò consentendone una discreta conservazione. E lo stesso accadde in altre parti della città sacra al dio Ercole dove addirittura il legno delle porte girevoli di alcuni uffici, come le Terme Suburbane, grazie probabilmente a temperature un po’ più “miti”, invece di finire in cenere è giunto quasi intatto fino ai giorni nostri conservando addirittura il suo colore naturale. La montagna di lava che imprigionò i centri romani del Vesuviano, oltre a templi, ville patrizie e strade, sigillò anche i corpi di quanti tentavano la fuga, segnandone il profilo poi ricomposto, diciassette secoli più tardi, con la tecnica degli stampi: strati di gesso colati nelle cavità sotterranee formate dai cadaveri in decomposizione. Calchi di una realtà crudele, che rendono ancora oggi vive le fasi di quell’immane tragedia. E che a Ercolano sono ancora più drammatici. Accade lungo l’originaria linea di costa, nella zona cosiddetta delle Fornaci dove, anni fa, furono ritrovati i resti di un’antica barca di legno e gli scheletri di 250 ercolanesi che non erano riusciti a imbarcarsi. La nube piroclastica li colse prima che potessero prendere il largo. La loro vista offre un’immagine straziante e angosciante di quei drammatici momenti. Guardando la posizione dei corpi, notando il modo con cui gli sventurati cercavano di ripararsi il naso e la bocca è possibile comprendere che in tanti perirono a causa dei gas nocivi emessi dal Vesuvio. Oppure semplicemente
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“cotti” all’istante dalla nube di fuoco. Immagini emblematiche, dalle quali gli archeologi sono stati in grado di ricostruire gli ultimi istanti di vita degli antichi romani, ma anche cosa stavano facendo nel momento in cui la morte li colse. Ecco dunque le antiche colonie di Roma, ecco il fascino inimitabile di Pompei, Ercolano, Stabia ed Oplonti. Un gran tour tra le rovine delle città dissepolte, spaziando tra vicoli e strade, botteghe e negozi, case, templi e affreschi, restituirà all’occhio dei visitatori tutto l’incanto dell’impero dei Cesari e l’atmosfera solenne della Roma dei Flavii. Come un libro aperto, il grande Anfiteatro di Pompei è lì pronto a raccontarvi le storie di tanti combattimenti all’ultimo sangue. E l’Odeon, in cui si cimentavano musici, giocolieri e teatranti, con gli spalti ancora intatti, è pronto ad accogliervi nel suo caldo abbraccio. Che dire, poi del bellissimo Foro, centro politico e commerciale della città, con i resti dei templi e dei colonnati dedicati a Giove e Apollo? Da non perdere i reperti del Sacrario dei Lari Pubblici, il Macellum e la Grande Palestra dove fu rinvenuto il calco di una ricca e prosperosa donna, probabilmente colta dalla morte mentre andava a far visita a uno dei suoi gladiatori preferiti. E ancora: come non soffermarsi a visitare la Casa di Menandro, quella di Tiburtinus, la Casa dei Vettii, la Casa del Fauno, la Casa degli Amorini e la famosissima Villa dei Misteri, con i suoi incredibili ornamenti ed affreschi? E che dire della “città vietata”, quella dei quadretti erotici dipinti nelle sale dello Spogliatoio nelle Terme Suburbane? Venite a visitare gli scavi di Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti. Venite a perdervi nel fascino senza tempo delle città sepolte dal Vesuvio.
In alto gli scavi di Ercolano. A destra, particolare di una delle stanze della villa di Poppea a Torre Annunziata (ph. S. Siano). Above the ruins of Herculaneum. Right: detail of the rooms of the villa of Poppea in Torre Annunziata (ph. S. Siano).
must have been lower as the doors in the Suburban Baths, for instance maintained their original colour. Their bodies were then reconstructed through the use of plaster poured into the cavities seventeen centuries later. Cruelly realistic casts that bring to life the full horror of that tragic day. Figures trying to cover their mouth and nose in a vain attempt to avoid breathing the poison gas have hel-
ped archaeologists to reconstruct not only the last day of the Pompeians but also what they were doing when disaster struck and immortalised that final moment in the Roman harbour town. On the coast of ancient Herculaneum in the area called the “Fornaci” were found the remains of a wooden boat, and the skeletons of 250 inhabitants of boats waiting for their evacuation. 79
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Benevento cittĂ della luce 80
Il Ducato risplende nelle notti di primavera The former duchy shines in spring Tour tra vicoli e bellezze dell’orgogliosa capitale del Sannio Grand tour through the alleys of the Old Town. Six itineraries to discover the Samnite capital di Gabriele Scarpa
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L’effetto scenico e il colpo d’occhio sono garantiti. Benevento torna a risplendere nelle notti di primavera. Fino al 17 giugno il centro storico dell’antico ducato longobardo viene illuminato da suggestivi giochi di luce che fanno brillare i luoghi più rappresentativi: dalla Rocca dei Retori, conosciuto anche con il nome di castello di Benevento, alla Chiesa, al chiostro di Santa Sofia (inserito nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco), ai capitelli dell’Hortus Conclusus, all’Arco di Traiano, al seicentesco Palazzo Paolo V. E infine, all’Arco del Sacramento con il vicino complesso termale di recente riportato alla luce. Una “Città della luce”, voluta dal Comune,
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Until 17 June, the centre of Benevento will be illuminated by an interplay of light to guide visitors through the city, accompanied by the voice of actor Luca Ward. Funded by the EU, the City of Light project will light up all the city’s monuments using sustainable energysaving technology which will guarantee spectacular effects. What better occasion to discover a land of mystery, popes, witches and warriors, and a destination for pilgrims and gourmets? The Sannio’s history spans the millennia, but one legend persists in the land of Padre Pio: witchcraft. When the Lon81
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tutta da vivere. Ad accompagnare i visitatori in questo magico “tour” è la voce profonda dell’attore Luca Ward che incarna il Vento, pronto a “soffiare” nelle differenti epoche dell’antica Malaventum. Sannita prima, romana poi. Quindi longobarda e infine pontificia. Quale occasione migliore per riscoprire una terra di Papi, streghe e guerrieri, meta di pellegrini e amanti della buona tavola? Affascina e colpisce il Sannio. Tra sacro e profano, c’è una leggenda che più di ogni altra lo caratterizza. Quella legata alle streghe. L’origine del mito affonda le radici nel momento in cui i Longobardi arrivarono in forze, con le loro credenze tra cui danze bizzarre di sacerdotesse messe in scena sulle sponde del fiume Sebeto. La storia del Sannio ha segnato capitoli tra i più vivi d’Italia. Prima dei Longobardi, mise radici ben più salde un popolo che la guerra ce l’aveva nel sangue: i Sanniti. Fu questa popolazione italica, conosciuta anche con il nome di Sebelli, a sbarrare il passo ai dominatori dell’Urbe, affrontandoli e sconfiggendoli più volte, tra il 343 e il 290 a.C., e umiliandoli anche nella strettoia di Caudio (le rinomate Forche Caudine). Alla fine i Sanniti furono battuti e romanizzati, ma non persero la fama di soldati capaci e orgogliosi. Furono i romani a scoprire e pubblicizzare il dolce più famoso di questa terra: il torrone. Questa prelibatezza era chiamata a quei tempi Cupedia, in dialetto “Cupeta”, varietà composta da miele, bianco d’uova e mandorle cotte a fuoco lento per otto ore con l’aggiunta di essenze odorose, e avvolta in un’ostia. Oggi si chiama “torrone” perché, per confezionarla, è indispensabile abbrustolire e tostare (torréo) le mandorle e le noci. Non c’è solo Roma nei destini di Benevento. Il Sannio moderno presenta immense possibi82
In apertura, il chiostro della chiesa di Santa Sofia a Benevento. A sinistra e sopra: due suggestive immagini dell’arco di Traiano e dell’Hortus Conclusus accarezzati da un fascio di luce. At the opening: the cloister of the church of Santa Sofia (Benevento). Left and above: two striking images of the arch of Traiano and the Hortus Conclusus caressed by a light beam.
gobards settled in Benevento, they brought their beliefs with them, which involved priestesses engaging in frenetic dances on the banks of the river Sebeto beneath a walnut tree hung with deadly snakes. The memory of these pagan times has survived to the present day. However, one ancient people put down deep roots in these valleys: the Samnites, an Italic tribe that humiliated the Roman legions at the Battle of the Caudine Forks, before eventually being defeated and Romanised over the follo-
wing centuries and becoming the most feared soldiers in the Roman legions. Their home was Malaventum until the Romans called generously renamed it Beneventum after defeating Pyrrhus of Epirus (275 BC). The Latins also discovered one of this region’s most famous sweets: torrone (nougat). Sannio is also home to Pietralcina, the birthplace of Padre Pio, but other attractions include the Geo-paleontological Park of Pietraroja where archaeologists discovered Italy’s first dinosaur, now affectionately known as “Ciro”.
lità di sviluppo, in larga parte legate a borghi che devono la loro fama alle diverse dominazioni. Il Sannio, prima di far parte del Regno di Napoli, è stato per anni territorio dello Stato Pontificio, la cui presenza ha lasciato tracce indelebili sulle architetture di cittadine come Sant’Agata dei Goti e sulle chiese beneventane di Santa Sofia e del Duomo. E ancora: il Sannio è anche la terra di Pietrelcina, il paese natale di Padre Pio, il santo più amato e pregato del Terzo Millennio. Ma è anche terra preistorica: nel Parco Geopaleontologico di Pietrarojai è stato trovato “Ciro”, il primo dinosauro scoperto in Italia.
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L’oro di Napoli
Collana Tentacoli Caramanna Gioielli Via Cavallerizza, 2 - Napoli tel. +39.081.423.83.52 +39.081.060.87.40 Via Calabritto, 22 Napoli tel + 39.081.764.98.75 www.caramannagioielli.it Prezzo: € 300
Mare Nostrum, musa di gioiellieri The Mediterranean: the muse of jewellers Onde, pesci e tentacoli prendono vita nei capolavori dell’arte orafa partenopea Waves, fish and tentacles take life in the masterpieces of Neapolitan jewellers di Lello Scarpato
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Il mare e le sue meraviglie. Musa ispiratrice di capolavori dell’artigianato “made in Naples”. Basta immergersi a pochi metri dalla riva, per scoprire un mondo unico animato da creature straordinarie, che aprono il cuore e stimolano la fantasia. Specie quella dei designers di gioielli partenopei, che proprio dai fondali marini traggono spunto per le loro splendide collezioni. Rami di corallo autentici o stilizzati, pesciolini variopinti, anemoni, stelle e cavallucci di mare. Il Mare Nostrum brilla e risplende nei capolavori dell’arte orafa partenopea. Non è un caso, dunque, che pesci guizzanti in argento e bronzo, ma anche
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The sea and its wonders: muses that inspire the masterpieces of Neapolitan artisans. The Bay of Naples is alive with extraordinary creatures that fuel the imagination of Neapolitan jewellery designers and provide the inspiration for their splendid collections. Genuine or stylised branches of coral, multicoloured minnows, anemones, starfish and seahorses, the Mediterranean sparkles in the exquisite work of Neapolitan jewellers. Darting fish in silver and bronze, sea anemones and jellyfish with details in gold, agate and coral are frequent features of the Mare line designed by Stefania Cara-
Sea of joy. Un mare di gioie Caterina Gambardella designer www.caterinagambardella.com
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Collana e orecchini Gioielleria Leonardo Gaito Via Toledo, 278/279 - Napoli tel. +39 081.421104
gemellidapolso di Cristiano Barbarulo Piazza Amedeo, Passeggiata Colonna 16 I - Napoli www.gemellidapolso.it
anemoni di mare e piccole meduse con dettagli in oro, agata e coralli siano i protagonisti delle creazioni della linea “Mare” che porta la firma della jewerly designer Stefania Caramanna. Semplicemente favolosa la collana “Tentacoli”, pezzo pregiato da sfoggiare con vanto e orgoglio. Sempre dal mare provengono perle e coralli. Materia viva e pulsante che nasce e prospera sui fondali degli abissi. Spunto per le creazioni griffate Leonardo Gaito, antica gioielleria fondata a Napoli nel 1864, che da sempre abbina il fascino della tradizione con la ricerca di modernità. Elementi che brillano nella linea degli argenti, negli orecchini e nella collana in corallo sardo montato in oro con inserti in brillanti. Per le donne che amano tuffarsi in “un mare di gioie”, ecco invece i suggestivi preziosi di Caterina Gambardella, vulcanica designer partenopea capace di coinvolgere tradizione e innovazione nei prodotti della linea “Sea of Joy” con l’utilizzo di manna, while her Tentacoli necklace is simply a fantastic jewel to be worn with pride. The sea also yields its pearls and coral: living beauty that thrives on the seabed and inspires the creations of Leonardo Gaito, a time-honoured jewellery firm founded in Naples in 1864 that has always combined the charm of tradition with modern innovation. The silver jewellery and the earrings and necklace with Sardinian coral mounted in gold and beset with diamond inserts are a wonder to behold. 85
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materiali molto particolari per la gioielleria. Pietre preziose che sembrano quasi fare capolino dalle onde tanto sono brillanti.E che dire degli straordinari capolavori dell’azienda “gemellidapolso”, nata dal talento artistico di Cristiano Barbarulo? Una costante ricerca di linee e materiali nuovi, in cui l’incontro e la fusione dell’antico con il moderno danno vita ad autentiche gemme. Simbolo dell’arte marinaresca come il timone d’argento, ma anche stelle marine e simpatici granchietti rossi. Gli orecchini firmati Sara Lubrano sono agili pendenti a goccia, in cui prendono vita e forma onde guizzanti che sembrano spinte e animate da una leggera brezza marina. Autentici gioielli dell’arte artigianale “made in Partenope”, sono scolpiti in argento bagnato in platino, smalto e madreperla. Indossarli è come sentirlo quel mare che raffigurano. Chi adora, invece, impreziosire il volto e il collo con pendenti da favola, ecco l’ammaliatrice “Sirenity”, gioiello ufficiale della Città di Sorrento realizzato dall’azienda Nardelli in oro, diamanti e zaffiri, ma disponibile anche in versione argento. Una sinuosa sirena che si slancia tra le onde del mare avvolta per metà da una rete di pescatori. Autentico must della bella stagione. E, come sempre, col sapore del mare.
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Pendente Serenity Nardelli Jewelry Boutique Centro Orafo “Il Tarì” Marcianise (Ce) tel. +39.0823.83.89.17 Via Listreri 1- Capri (Na) tel. +39.081.837.74.52 www.nardelligioielli.it Prezzo: € 179
Orecchini Sara Lubrano gioielli Via Chiaia, 142 - Napoli tel. +39. 081 038.33.77 info@saralubrano.it www.saralubranogioielli.com Prezzo: € 300
Women who love to ‘dive’ into a sea of gemstones will be enchanted by the superb jewellery of Caterina Gambardella, the ‘volcanic’ Neapolitan designer who blends tradition and innovation in her Sea of Joy line, which comprises unorthodox materials and precious stones that seem to reflect the glittering waves of the Bay of Naples. The masterpieces by Gemellidapolso are simply divine, born from the artistic talent of Cristiano Barbarulo who constantly searches for new lines and materials that combine the antique and the modern into authentic jewels. Symbol of a maritime tradition, the silver tiller is in good company with starfish and cute red crabs. The slender drop-shaped earrings by Sara Lubrano evoke sparkling waves caressed by a light sea breeze. Authentic hand-crafted Neapolitan jewellery that is sculpted in silver and embellished with platinum, enamel and mother-of-pearl. To wear them is to feel the power and beauty of the sea they depict. If you like to enhance your beauty with fabulous pendants, then the entrancing Sirenity is for you. This official jewel of the town of Sorrento is crafted by Nardelli in gold or silver with diamonds and sapphires, and depicts a slender Siren amid the waves and half-wrapped in a fisherman’s net. This is a veritable ‘must’ for the summer season, just like the sea itself.
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Brinkmann A colazione di gioielli e pietre preziose Breakfast with jewellery and precious stones Orologi, gioie e girocolli: in piazza Municipio lo scrigno pieno di capolavori Wristwatches, gems and jewellery: a treasure trove in Piazza Municipio
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Caffè, rigorosamente alla napoletana, cornetti farciti e pietre preziose. Sono questi gli ingredienti della gustosa “Colazione da Brinkmann”, che nulla ha da invidiare al mitico breakfast cinematografico con Audrey Hepburn nei panni della deliziosa Holly Golightly. Un rituale piacevolissimo da assaporare in una delle più antiche e rinomate gioiellerie partenopee. Simpatia, buon gusto e tanta competenza fanno il resto, così da rendere ogni acquisto nell’accogliente “buen retiro” di piazza Municipio un’esperienza unica. No, non un semplice showroom, ma un grande scrigno pregiato traboccante di capolavori tutti da indossare: orologi e gioie che portano la firma dei più noti marchi internazionali, ma anche creazioni griffate Brinkmann, spesso nate assecondando le richieste, anche quelle più bizzarre, dei tanti clienti-amici che da mattina a sera si ritrovano a fare shopping di lusso coccolati dagli ospitali padroni di casa. Gemme preziose,
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di Annalisa Palmieri
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Neapolitan coffee, pastries and precious stones make for an exquisite Breakfast at Brinkmann’s, just like in the Hollywood classic. One of the oldest and most welcoming jewellery stores in Naples provides an ideal opportunity to gaze in wonder at exquisite wristwatches and jewellery created by the world’s leading designers or crafted by Brinkmann in response to specific, and sometimes bizarre, requests from regular customers. The business was founded in Naples by Swiss watchmaker Theo Brinkmann in the early 1900s, and his grandchildren Adriana, Erika and Federico are continuing the family tradition of quality. The wonders of this treasure trove include a classic yet glamorous necklace of exquisite pearls and exotic ebony, a necklace that quickly transforms into two different bracelets, a heart pendant in white gold and Ceylon sapphires, Swiss movement fob and wrist watches.
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orologi d’alta scuola, sfavillanti accessori, monili che sembrano opere d’arte.Come la collana in oro, agata e madreperla prodotta dai maestri del laboratorio di piazza Municipio: emozione allo stato puro. Un vero incanto: di quelli da portare con classe. Adriana, Erika e il cugino Federico, nipoti del fondatore Theo Brinkmann, che ai primi del ’900 sbarcò a Napoli con i suoi orologi svizzeri per poi rimanerci, rapito dalla bellezza della città di Partenope (la sua fama si diffuse rapidamente, tanto che gli furono commissionati gli orologi di tutte le stazioni delle funicolari che ancora oggi portano il suo nome), continuano infatti la tradizione familiare fondendo qualità, creatività e innovazione apprese, un secolo fa, da Theo Senior alla Reale Accademia di Glasshütte, in un marchio che si è tramandato ed arricchito nel tempo. È così che, nella sede di sempre, dove si accolgono tutti i clienti con grande disponibilità, trasmettendo loro la passione tramandata in oltre cento anni di vita, nascono meraviglie come l’originale collana, classica e glam al tempo stesso, che vede l’abbinamento tra candide perle ed esotici ovali in ebano; oppure il “trasformista”, girocollo prezioso e camaleontico che con poche mosse muta in due versioni diverse di bracciale. E, ancora, il pendente heart in oro bianco con zaffiro Ceylon e diamanti, entrambi in taglio cuore; i luccicanti trilogy realizzati a mano e i raffinati orologi da tasca o da polso con precisissimo meccanismo svizzero. Nelle pagine, gioielli e orologi griffati Brinkmann: pezzi unici. Opere d’arte da indossare con classe. Jewelry and watches Brinkmann.
Brinkmann Piazza Municipio 21- Napoli tel. +39.081.552.05.55 www.brinkmann.it
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Studio Morelli Il lato estroso dei monili di classe The glamorous side of the jewels Sogni di donna nei piccoli capolavori in corallo mediterraneo di Stefania Cilento Masterpieces of precious stones and Mediterranean coral
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È Il sogno di una donna che fa dello stile la ragione della propria femminilità. Se anche voi, come Oscar Wilde, “potete resistere a tutto tranne che alle tentazioni”, specie quando si presentano sotto forma di gioielli da mille e una notte, quel sogno da favola si trova incastonato in via Domenico Morelli 7, a Napoli. È qui che, nel cuore di un elegante stabile a due passi da piazza dei Martiri e via Calabritto, mete intramontabili dello shopping griffato “made in Naples”, potrete scovare lo Studio Morelli. Un singolare atelier, traboccante di monili preziosi , fondato da Stefania Cilento, dove si forgiano gioielli artigianali con pietre semi preziose e corallo mediterraneo. Una firma d’autore,quella di Stefania, che da più di dieci anni materializza i sogni di tante clienti-amiche, trasformandoli in gustose e colorate chicche da sfoggiare
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di Giuliana Covella
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If you can “resist everything except temptation”, you will be tempted by all you see at Studio Morelli in the elegant shopping quarter near Piazza dei Martiri. An exclusive atelier brimming with precious jewellery designed by Stefania CilentoThe dreams of stylish women come true in Stefania Cilento’s Studio Morelli, where semi precious stones and Mediterranean coral are crafted into hand-made masterpieces. Rings, necklaces and earrings (which can be customised to the customer’s needs) are skilfully created for the modern woman by a firm which travels the world. Ethnic fastenings and maxi pendants are Studio Morelli’s trademark, but their range includes a gold or silver fish ring, ammonite and fossil pendants and rings, and the sterling ring made from beautiful coins.
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con disinvoltura in ogni occasione. Per regalare un tocco glamour a jeans&tshirt o rendere sfiziosi tailleur troppo “severi”. Creazioni e preziosi da mille e una notte. Anelli, collane, bracciali e orecchini (anche personalizzati, a seconda della richiesta del cliente) lavorati con mano esperta e al tempo stesso moderna, rappresentano il must della collezione dell’azienda partenopea, che vanta la partecipazione alle maggiori fiere di settore nazionali e internazionali. Et voilà, pronte a materializzarsi sotto i vostri occhi, una sfilza di gioie limited edition, cui di volta in volta si aggiungono nuove, incantevoli, creazioni. Come le morbide sciarpe in shantung di seta con “cappio” in pietre e perle in tinta, o le fibbie intercambiabili per cintura tempestate di coralli, agata muschiata, topazi lemon, ametiste o turchesi. Eccoli i sogni che si materializzano. Eccoli i sogni che tutte vorrebbero poter indossare almeno una volta nella vita. Sogni che diventano realtà. Chiusure etno, pendenti maxi e particolari estrosi sono il marchio distintivo di Studio Morelli. Spiccano, tra gli altri: l’anello pesce, nella versione oro e argento; ciondoli e anelli in ammonite, pietra fossile, che è anche nel logo della gioielleria, e l’anello sterlina che, nato da un’altra originale intuizione, consente di riutilizzare monete ricevute in dono e rimaste chiuse in un cassetto. Nelle pagine, alcune delle creazioni griffate Studio Morelli, gemme preziose, chiusure etno, pendenti maxi e particolari estrosi tutti da indossare. Rings, necklaces and earrings are skilfully created for the modern woman by a firm which travels the world. Ethnic fastenings and maxi pendants are Studio Morelli trademark.
Studio Morelli Via Domenico Morelli 7 - Napoli tel. +39.081.764.40.83 studiomorelli@msn.com
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Fratelli Dinacci Quando sport e passione sono… preziosi A precious passion for sport L’arte dei gioielli fa gioco di squadra con vela, calcio e volley The jeweller’s art teams up with yachting, soccer and volleyball
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Insieme alla sorella Tiziana e a un gruppo di fedeli collaboratori, Flavio Dinacci porta avanti con onore l’azienda di famiglia (fondata agl’inizi del ‘900 da Giovanni Dinacci) specializzata in prodotti per orafi, saggio e recupero dei metalli preziosi, montature per gioielleria. E proprio nello sport, dove il lavoro di squadra è fondamentale, l’ad di “Fratelli Dinacci” ha deciso di investire, sponsorizzando squadre femminili di diverse discipline. Fino al 2008, infatti, è toccato a “Ladies First”, un equipaggio composto da professioniste della vela. Adesso è il momento dell’Arzano Volley, squadra femminile di B1: un gruppo vincente che incarna perfettamente lo spirito competitivo dei Dinacci. Per non parlare della bellissima testimonial Martina Guiggi, stella della nazionale italiana di volley. Attualmente, Flavio Dinacci è anche vicepresidente della squadra di calcio femminile di A2 Carpisa Yamamay. Sportivo da
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di Eva Molea
sempre, Flavio si è lasciato coinvolgere in questa nuova esperienza dagli amici Lello Carlino (presidente Carpisa), Italo Palmieri (dg) e dal mister Peppe Marino, inanellando una serie incredibile di vittorie consecutive.
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Tiziana and Flavio Dinacci lead their faithful team in maintaining the honourable family business founded in the early 1900s and specialised in products and services for jewellers and goldsmiths. Fratelli Dinacci has sponsored a number of women’s sports teams, including the Ladies First sailing group, and Arzano Volleyball - a winning team that personifies the Dinacci’s competitive spirit endorsed by the national team’s beautiful star Martina Guiggi. Flavio Dinacci is also president of the Carpisa Yamamay A2 women’s soccer team, new experience for him and one that has seen the team win 18 matches in a row.
A sinistra, Martina Guiggi. In basso, due prodotti griffati Dinacci. Sopra, Flavio Dinacci esulta con le ragazze del team Carpisa. Left: Martina Guiggi. Bottom: Dinacci products. Top: the exultation of Flavio Dinacci and the Carpisa team.
Fratelli Dinacci Via Grande Orefici , 7 - Napoli Tarì, Marcianise (CE) Oromare, Marcianise (CE) tel. +39.0823.83.82.78 www.fratellidinacci.it
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Vigneri Luxuries Alla ricerca di nuove emozioni Stylish jewellery that enchants women Gemme come bagliori di stelle che ammaliano e rapiscono Bizarre cufflinks, wristwatches and elegant jewellery sparkling in the windows
Giuseppe Vigneri e la moglie Cira. In alto, a destra, il gioiello firmato dal maestro Pippo Perez: un bracciale dedicato agli amanti della vela. In basso, una delle creazioni Vigneri. Giuseppe Vigneri and wife Cira. To right, a bracelet specially designed by Pippo Perez for Vigneri and one of the Vigneri creations.
Vigneri Luxuries Via Calabritto, 1/c - Napoli tel. +39.081.76.42.187 www.vigneriluxuries.it info@vigneriluxuries.it
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Riflessi e bagliori che sembrano rubati alla luce delle stelle. Autentici incantesimi per rendere omaggio alle donne. Ammaliarle e rapirle, con il fascino di gemme assortite e ornamenti d’autore. Collane intramezzate di pietre preziose, bracciali in stile anni ’60 tempestati di smeraldi, zaffiri e rubini multicolori, anelli dove luccicano diamanti dalle forme sinuose come corpi femminili. Sono i gioielli che illuminano le vetrine di Vigneri Luxuries in via Calabritto. Un’azienda dove al titolare Giuseppe Vigneri e alla moglie Cira sta a cuore innanzitutto la cura del cliente: dalla vendita all’assistenza. Nella collezione Vigneri spiccano i ciondoli portafortuna; i gemelli dalle forme più stravaganti come quelli che riproducono le posizioni del Kamasutra, o che raffigurano tartarughe e scorpioni; inoltre, Giuseppe Vigneri è un “watch seller” e si avvale di un centro per la ricerca e la manutenzione di orologi di alta gamma gestito a
di Giuliana Covella
Ginevra dal figlio Costya, costruttore di orologi. Infine, una curiosità. Ad aprile, nel suo show-room la Vigneri Luxuries sarà lieta di presentare, in esclusiva, l'ultima creazione del maestro Pippo Perez: uno sfavillante bracciale dedicato agli amanti della vela.
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Sparkling starlight has been captured to entrance women with a fascinating assortment of gemstones and ornaments. Necklaces of precious stones, 60s style bracelets studded with emeralds, sapphires and rubies, and sensuous rings. The glittering windows of the Vigneri Luxuries store enchant passers-by, who then receive a warm welcome and superb customer care inside from Giuseppe Vigneri. The Vigneri collection includes lucky charms, exotic cufflinks and a bracelet specially designed by Pippo Perez, for which Vigneri Luxuries will be the sole retailer in Naples. 93
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Moda napoletana, lo stile dell’eleganza Neapolitan fashion: elegant style Alta classe tutta da indossare. Così ago e filo confezionano capolavori Haut couture. Needle and yarn for fashion masterpieces
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Napoli, culla d’arte e cultura. Ma anche metropoli fashion. Meta dello shopping di sceicchi, imprenditori, celebrities e teste coronate. Tutti attratti dalle ineguagliabili virtù di una città che porta avanti una tradizione centenaria basata sullo stile e la precisione del più rigoroso “hand made”: una e propria “arte” interpretata da artisti che si esprimono con ago e filo per consegnare una perfetta giacca “alla napoletana”. Ma anche borse, calzature e accessori. Storie e magie di una scuola, quella di Megaride, rinomata in tutto il mondo come il non plus ultra dell’eleganza, grazie alla calibratura del taglio, all’accuratezza delle rifiniture, all’attenzione per i dettagli. Lo sa bene il jet set mondiale che, come il principe di Svezia Daniel Westling, sceglie sempre più spesso di indossare abiti prodotto dai maestri della sartoria par-
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di Ludovica Vollaro
Naples, the cradle of art and culture, is also a fashion metropolis frequented by entrepreneurs, celebrities and crowned heads eager to acquire traditional, hand-made masterpieces. Thanks to its refined fashion tradition, Naples is the city with the highest percentage of men with bespoke clothing, bags, shoes and accessories. The cut, finishing and attention to detail of Neapolitan tailors has gained worldwide renown: the Prince of Sweden is often seen in suits tailored in Naples, but he is just one of many VIPs who admire the flair, quality and elegance of Neapolitan design. The word ‘jacket’ derives from the common French name “Jacques”, but it was in early 20th century Naples that the jacket was revolutionised by master tailor Vincenzo Attolini, who paved the way for modern Neapoli95
Campania style MODA
tenopea. E’ lungo infatti l’elenco di Vip che vestono “made in Naples”. Perché i maestri napoletani riescono ad abbinare estro creativo a qualità ed eleganza. Forse non tutti sanno, per esempio, che la giacca è uno degli indumenti più antichi dell’umanità. Il termine deriva dal francese “Jacques”, nome comunissimo in Francia tra i contadini e ha origine nel 1600 come sopraveste. Ma c’è un luogo al mondo che più di tutti ha saputo ridisegnare questo particolare capo di abbigliamento, rivoluzionando per sempre il modo stesso di indossarlo. Accadde agli inizi del ’900 a Napoli grazie al sarto Vincenzo Attolini, autentico mago delle proporzioni e artista delle forme, ritenuto il capostipite della nuova sartoria partenopea nel solco di grandi maestri come Alfonso De Nicola e Salvatore Marziello. Ebbene don Vincenzo seppe trasformare questo delicato soprabito munendolo di un capospalla privo di etichetta, comodo, raffinato ed elegante, quasi dipingendolo sul corpo del cliente. E’ a lui che si deve la nascita della cosiddetta “giacca a mappina” - letteralmente “straccio” in dialetto napoletano - o quella “che zompa arrete” - più corta dietro - oppure “il tre bottoni strappato a due”. Sono alcune delle definizioni colorite che ancora oggi vengono utilizzate per descrivere le invenzioni sartoriali di Attolini, compresa quella della “manica a camicia”, vale a dire con il giro corto e le pieghe all’attaccatura della spalla, oppure lo scollo “a martiello” e persino il taschino “a barchetta” che deve sempre avere una specie di ripiegatura a tubo quando si è seduti. C’è un altro capo che pure ha legato all’estro di Partenope tutte le sue fortune: la cravatta, accessorio maschile per eccellenza. Si racconta che il suo antesignano 96
tan tailoring by transforming it from a crude overcoat into a comfortable and refined garment in different lengths and versions. The necktie also owes its fame to Naples. This male accessory is said to have originated from the neckerchief of Roman legionnaires and which the American Jesse Langdorsf made longer and stiffer in 1925. Before that, however, Eugenio Marinella from Naples had begun one of the city’s greatest success stories by developing the symbol of male elegance. It is unclear who created the seven-fold tie, so called because the silk was folded seven times to add rigidity, but it was skilled Neapolitan artisans who took it to new levels of refinement and fame, in a variety of patterns and colours, like those created today by Salvatore Sanseverino. Jackets, ties … and shirts make up the trinity. Protected by the jacket and providing a background for the tie, the shirt is an essential fashion garment. Originally an undergarment, the shirt was given its first buttons in 1871 by Brows Davis & Co. in England, but Naples took up the banner and gave it an endless variety of collars. Neapolitan fashion is also distinguished by its footwear, thanks to the tanneries in Solofra and the leather workshops of Naples, where artisans have worked since the time of the Spanish viceroys. The northern outskirts of Naples is now home to about 2000 firms specialising in footwear, which have inherited these skills and now supply many of the brand names worn by the international jet set. Mario Valentino invented high heels to enchant the world’s women and he was Neapolitan, just like Paolo Scafora, whose unique hand-made shoes require over thirty production phases.
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Nella pagina accanto e sopra, stoffe, capi di abbigliamento e calzature lavorati a mano dai maestri della scuola sartoriale napoletana. Page 100 and above: textiles, clothing and footwear handmade from masters of Neapolitan tailoring.
fosse il “focale romano”, vale a dire quel pezzo di stoffa che i legionari portavano legato al collo. Ci pensò poi l’americano Jesse Langdorsf, nel 1925, a trasformare quello speciale “fazzoletto” in un vero e proprio capo di abbigliamento, rendendolo più lungo e rigido. Prima di lui, però, a Napoli, Eugenio Marinella aveva puntato tutto su questo autentico simbolo di eleganza gettando le basi di quella che sarebbe divenuta una delle più favolose storie di successo napoletane, ancora oggi fucina di storiche cravatte che tan-
to piacciono a politici e capi di Stato. Non si sa chi per primo, in Europa, abbia inventato la “cravatta sette pieghe”, ma quello che è certo è che è stata la bravura dei maestri partenopei a rendere celebre questo particolare modello di cravatta, così definita perché, in origine, il suo sostegno era rappresentato dalla stessa seta ripiegata più volte. Senza, dunque, alcun supporto rigido interno o “triplure”. Cravatte che l’originalità, la bravura e la fantasia degli artisti di Partenope ha deciso di adornare in vari modi e colori come
fa ancora oggi Salvatore Sanseverino. Giacche, cravatte e camicia: il trittico è servito. Può forse esistere un vestito senza la sua camicia? Protetta dalla giacca, coperta dal bavero e messa in secondo piano dalla centralità della cravatta, la camicia vince comunque la sua partita quando colletto e polsini occhieggiano trionfanti da revèr e maniche. In origine, questo indumento era ritenuto un capo intimo: s’infilava dalla testa e veniva occultato da una sopravveste. Poi dal 1871 l’invenzione dell’apertura frontale, ad opera dell’atelier inglese Brows Davis & Co., lo rese un vestito vero e proprio. Dopo Londra, anche Napoli adottò la moda di proporre una serie inesauribile di fogge che rendessero il “collar” più fantasioso e meno ripetitivo. E’ legato all’arte di “fare scarpe” agli uomini e alle donne, infine, l’altro tratto distintivo dell’eccellenza sartoriale “made in Naples”, complice la vicinanza del polo conciario di Solofra e quella delle botteghe artigianali di piazza Mercato dove l’arte di lavorare il cuoio e le pelli era diffusa fin dall’epoca dei Viceré. Ancora oggi nell’area a Nord di Napoli compresa tra Grumo Nevano e Aversa operano circa duemila aziende specializzate nel settore calzaturiero, la gran parte delle quali collabora con le grandi marche del jet set internazionale, a conferma della bravura dei maestri napoletani, eredi di una tradizione giunta intatta fino ai giorni nostri. E che iniziò la sua ascesa nel periodo a cavallo tra le due Guerre. Non a caso è napoletano il creatore dei tacchi a spillo, al secolo Mario Valentino: la sua invenzione fece impazzire le donne di tutto il mondo. E napoletano è anche Paolo Scafora, con i suoi capolavori fatti a mano: pezzi unici, comodi da calzare, frutto di oltre trenta fasi di lavorazione. 97
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MODA
Paolo Scafora Scarpe di alta classe, comodità da calzare Comfortable and elegant footwear Pezzi unici e capolavori di stile e comfort realizzati a mano, come una volta Traditional hand-made shoes, unique masterpieces of style and comfort
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M a chi l’ha detto che un paio di scarpe belle deve essere scomodo? Di sicuro qualcuno che non ha mai calzato “shoes” firmate Paolo Scafora. Veri e propri capolavori di stile e comfort realizzati, rigorosamente a mano come una volta, nei laboratori dell’azienda di Casandrino, alle porte di Napoli. Una “griffe” ormai nota in tutto il mondo per la grande qualità dei suoi prodotti. Un’azienda di tradizione familiare, che da oltre Cinquanta anni crea con passione e maestria autentici tesori destinati a durare nel tempo. Tradizione, classe e ricercatezza si fondono in fabbrica ogni giorno per regalare a uomini di charme di ogni angolo del globo pezzi unici, sia in taglia che su misura. Scarpe in pellami pregiati, frutto di oltre trenta fasi di lavorazione, da personalizzare, volendo, in base ai gusti e alle esigenze. Opere d’arte tutte da calzare,
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di Annalisa Palmieri
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If you think beautiful shoes must be uncomfortable, try on a pair by Paolo Scafora, the brand that blends tradition, class and elegance. The Neapolitan family firm that has been making quality footwear and leather goods for over 50 years. Created in all sizes or made-to-measure for customers from all over the world, their unique and durable footwear is made from the best leathers treated in thirty manufacturing processes and can be customised to the customer’s desires and in a range of extraordinary colours. The range include a collection for the superstitious: Sciuè moccasins whose brass buckle conceals a ‘powerful’ coral horn charm. Scafora specialises in bespoke footwear, allowing their demanding guests to choose size, hide, model, colour and even monograms to be carved into the sole or onto a gold plate as was recently requested.
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create da abili artigiani, custodi dell’eleganza e dell’abilità made in Napoli. Tra le tante particolarità delle scarpe dalle mille attenzioni firmate Scafora, la colorazione, con pelli in tinta naturale che, dopo trattamenti ad hoc di tre giorni, assumono sfumature straordinarie. Perché, come potrebbe dire qualuno: “Gli occhi possono mentire, un sorriso sviare, ma le scarpe dicono sempre la verità”. Pensiero condiviso anche da Paolo Scafora che realizza “shoes” esclusive per amanti del bon vivre e del bel vestire. Naturalmente, una delle parole d’ordine dell’azienda di Casandrino, resta la personalizzazione. Così, i gentlemen più esigenti, oltre a scegliere con cura misura, pellame, modello e colore, possono rendere ancor più uniche le proprie scarpe, magari, facendo incidere le iniziali sulla suola. O su una targhetta in oro, come richiesto non molto tempo fa da un facoltoso arabo. Oppure, perché no, scegliere i capi della linea “Sciuè, scarpe portafortuna che nel morsetto in ottone che impreziosisce morbidi mocassini, hanno nascosto un “efficacissimo” cornetto anti-jella in corallo. Esemplari unici, destinati a durare nel tempo, grazie anche alla possibilità di effettuare un “tagliando periodico” per una lucidatura, un lifting rigenerante o, più semplice mente, per sostituire tacchi ormai logori. Scarpe e accessori Scafora, prodotti lavorati a mano dall’azienda di famiglia napoletana che ha fatto della qualità delle calzature e della pelletteria il proprio marchio di fabbrica da oltre 50 anni. Shoes by Paolo Scafora, the brand that blends tradition, class and elegance. The Neapolitan family firm that has been making quality footwear and leather goods for over 50 years.
Paolo Scafora srl via Tavernola 8 - Casandrino (Na) tel. +39.081.830.48.08 www.paoloscaforanapoli.it info@paoloscaforanapoli.it
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Sartoria Sabino Capi di qualità nel segno della tradizione Tradition and quality in designer clothes Sahariana, lo stile del successo. Ago e filo per abiti di eccezionale eleganza Saharan charm. Needle and yarn for exceptional and exquisite masterpieces
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Qualità, tradizione ed eleganza. Un mix perfetto che gli amanti del “made in Italy” ritrovano nei capi della Sartoria Sabino, uno spazio nato a Napoli nel 1928 per far brillare lo stile di stoffe pregiate e l’estro di sarti provetti. E che con l’avvento del Terzo Millennio è approdato anche nella “Grande Mela”, dove si è fatto subito apprezzare dal jet-set americano grazie alla bravura di Pasquale Sabino ed a quella dei suoi figli Michele e Marcello, rinomati sarti, ed alla figlia minore Alessandra che cura i rapporti con la clientela straniera. Sabino produce abiti cuciti su misura, con stoffe pregiate e particolari abilmente rifiniti. Le creazioni in mostra nell’atelier partenopeo, che dal 1989 è approdato anche a Casalnuovo, sembrano tingersi di un fascino d’altri tempi, grazie alla maestria di una famiglia che ha ereditato dal passato l’arte di interpretare l’eleganza maschile. Non a caso 22 anni fa, Sabino ha fondato una scuola sar-
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di Veronica Mosca
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History, quality, tradition, and elegance: a perfect mix for lovers of the Italian look. Founded in Naples in 1928 to showcase prized fabrics and the skill of local tailors, the Sabino family atelier has preserved the charm of bygone days by setting up a tailoring school so that these skills are passed on to talented youngsters. A fine example of their quality craftsmanship is the Saharan, an exceptionally beautiful garment inspired by the safari jacket: comfortable, yet incredibly elegant. “Our secret lies exclusively in the use of needle and yarn to create unique models that enhance the ‘Sabino style’, which has spread all over the world thanks to the two-monthly ‘Trunk Shows’. There we meet our clients to try on garments being made and to display our new collections.” Sabino’s most illustrious clients include the Emir and the Prime Minister of Qatar, the CEOs of Citigroup, Morgan Stanley and other prestigious mem-
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toriale per giovani artigiani, “affinché non vadano perdute le conoscenze della lavorazione manuale”. Un esempio che risalta qualità, fascino e peculiarità dei capolavori griffati Sabino è la Sahariana, capo di eccezionale bellezza che s’ispira alla giacca usata per i safari: comoda e confortevole ma, allo stesso tempo, dotata di un tocco di straordinaria eleganza. “Il nostro segreto - spiega Michele Sabino, titolare del rinomato atelier alle porte di Napoli - è legato esclusivamente all’utilizzo di ago e filo. Restiamo fedeli a una tradizione che sembra essersi fermata ai primi decenni del ’900 un’epoca in cui prendevano vita e forma capi destinati a vivere nel tempo, come l’atmosfera che li avvolgeva. La nostra prerogativa è quella di realizzare modelli unici che risaltino lo stile Sabino”. Uno stile diffuso ai quattro angoli del globo, da Londra a New York, attraverso “Trunk Show” che si svolgono ogni due mesi. “E’ qui che incontriamo i nostri clienti per effettuare le prove dei capi in lavorazione e per far loro visionare le nostre nuove collezioni” spiega ancora Michele Sabino. E così negli abiti della griffe partenopea si specchiano i gusti eleganti dell’Emiro e del primo ministro del Qatar, ma anche i gusti dell’alta finanza internazionale come quelli dei “numero uno” di Citigroup e Morgan Stanley e di altri manager delle più prestigiose banche americane e di molti personaggi di spicco dell’alta società newyorkese.
Nella pagina, alcuni capi in lavorazione (tra cui la Sahariana) prodotti dall'estro e dalla bravura dei maestri della sartoria Sabino On the page, some dressed (including Sahariana) produced by masters of couture Sabino
Sartoria Sabino Via Napoli 131 - Casalnuovo (Na) tel. +39.081.84.22.724 www.sartoriasabino.it sabino@sartoriasabino.it
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Sanseverino cravatte Sette pieghe d’autore per uomini raffinati Exclusive seven-folds Da Napoli a Città del Vaticano, cravatte intramontabili per veri intenditori Exclusive showrooms in Naples and the Vatican City
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La vanità è donna, si sa. Ma il vezzo è tipicamente maschile. Quello degli uomini raffinati. E le cravatte Sanseverino rispecchiano in pieno l’esigenza dell’uomo di sentirsi al centro dell’attenzione in ogni occasione. L’originalità e l’eleganza, in tal senso, sono di casa al Centro direzionale di Napoli, isola G2, dove ha sede lo “showroom” gestito da Salvatore Sanseverino. Gemma del marchio nato nel 1994 è la cravatta “sette pieghe” che richiama il modello in voga nell’Ottocento rivisitato in chiave moderna, come spiega il proprietario: “A differenza del capo tradizionale noi inseriamo un interno di lana e seta che è per così dire l’anima di questo accessorio”. Da Napoli, a Roma (dove Sanseverino ha di recente aperto un punto vendita anche a Città del Vaticano), fino a Milano per diffondere uno stile intramontabile: quel-
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di Giuliana Covella
lo dell’eleganza e della raffinatezza. Roba da veri intenditori, per capirci. Vip, politici, imprenditori, personaggi dello spettacolo e dello sport. E qui a casa Senseverino non a caso si riceve solo per appuntamento.
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Salvatore Sanseverino meets a man’s need to feel at the centre of attention on every occasion with original and elegant ties. Founded in 1994, the business specialises in the seven-fold tie, the 19th century creation revisited in a modern key and on show to customers in Naples, Rome’s Vatican City and Milan. “We insert a wool and silk ‘core’ in our ties for our refined customers from the worlds of politics, business, showbiz and sport. Our showrooms are open by appointment only.”
In alto, Salvatore Sanseverino. A sinistra (in basso), alcuni modelli di cravatta settepieghe ed in alto, altri capi confezionati nello schow room del Centro direzionale. Above: Salvatore Sanseverino. Left (bottom): some models seven-fold tie and other dresses in the show room of the City.
Sanseverino Centro direzionale is. G2 - Napoli tel. +39.081.787.94.14 www.sanseverinonapoli.com info@sanseverinonapoli.com
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OGGETTI DI STILE
Marlen pens Opere d’arte per scrivere con raffinatezza Exquisite masterpieces to write with style I fascinosi strumenti di scrittura hanno “cantato” anche a Sanremo Writing instruments ‘sing’ at the Sanremo festival
Penne Marlen, capolavori di scrittura. Frutto di un design innovativo ed esclusivo che risponde al gusto della clientela più esigente. Marlen writing instruments are renowned for their style, design and quality.
Marlen Pens Via Nenni 3 - Sant’Arpino (Caserta) tel. +39.081.891.88.29 www.marlenpens.com
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Capitelli scolpiti in preziosi materiali con particolare cura nei dettagli e nelle forme. Le Marlen Pens non possono mancare nella ventiquattr’ore di professionisti, diplomatici e rappresentanti del jet-set attenti allo stile. Possiedono almeno una Marlen Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, Rita Levi Montalcini e Dario Fo. E una delle ultime creazioni della casa napoletana è un esemplare unico di stilografica donato a Papa Benedetto XVI. Le esclusive penne dell’azienda fondata nel 1982 da Mario e Antonio Esposito, rispettivamente amministratore e direttore di progettazione, sono il frutto di un design innovativo, elegante ed esclusivo che risponde al gusto della clientela più esigente. Strumenti di scrittura che s’ispirano a elementi architettonici, alla letteratura, alla poesia e grandi eventi storici. E che, per la prima volta, sono sbarcate sul palco dell’Ariston, teatro dell’evento canoro più atteso
di Giuliana Covella
dell’anno: il Festival di Sanremo. Le creazioni Marlen sono state il dono esclusivo per big e giovani che si sono sfidati nella 62a edizione della kermesse. L’azienda di Sant’Arpino ha infatti accompagnato la rassegna ligure come sponsor ufficiale di “Casa Sanremo”.
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Works of art crafted in precious materials with painstaking attention to details and design, Marlen Pens are a must for professionals, diplomats and high-fliers. Italian president Giorgio Napolitano and writer Dario Fo are just two proud owners of Marlen pens, and a special fountain pen was recently made for Pope Benedict XVI. Marlen cater to the most demanding customers with exclusive, elegant and innovative writing instruments. And this year the business made its debut as official sponsor at the Sanremo music festival, whose contestants all received an exclusive Marlen pen. 103
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DESIGN
Maurizio Martiniello architetto Il design del fasto nel segno della luce Lavish designs in light i partner
Estro e creatività per interni luminosi e moderni, come sulla scena di un set Flair and creativity for bright modern interiors, like on a movie set
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Scale come lussuosi sentieri che si snodano attraverso gli spazi. Parquet in legno che illuminano le stanze. Pareti abbellite con opere d’arte contemporanea. Arredi dai colori luminosi e dalle forme ultra moderne. Sono gli interni realizzati dall’estro e dalla creatività di Maurizio Martiniello, giovane e apprezzato architetto napoletano. Il geniale designer partenopeo realizza originali lavori di edilizia privata in Italia, ma anche all’estero. Appassionato di luce e design, in tutti i suoi progetti Martiniello è alla continua ricerca di nuove soluzioni, non tralasciando nemmeno gli arredi, che lui stesso disegna, centimetro per centimetro, con cura e raffinatezza. Gli interni targati Martiniello sono impreziositi da luci che avvolgono gli ambienti, esaltandoli. Accarezzandoli quasi. Rendendoli come scenogra-
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di Veronica Mosca
fie di un set teatrale o cinematografico. Tutto all’insegna di tre ingredienti essenziali: creatività, imprevedibilità e sperimentazione per un effetto a dir poco sorprendente.
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Luxurious staircases, bright parquet floors, walls embellished with contemporary art, and ultra-modern colourful furnishings for stylish interiors created by the young, renowned Neapolitan architect Maurizio Martiniello. Admired at home and abroad, Martiniello exploits light and innovative solutions as well as designing many of the furnishings. Martiniello’s designs are enhanced by lights that almost transform interiors into movie sets characterised by creative experimentation and surprise.
SB Tec s.r.l. Impianti di illuminotecnica, domotica, sicurezza e automazione. Via Santa Croce, 30 Somma Vesuviana (NA) Decorani Decorazioni professionali di Rosario Rani Via La Madonnella, 56 Giugliano in Campania (Na) Fimetal Carpenteria Metallica Fernando Lavorazione in ferro, alluminio, acciaio inox, blindati e carpenteria Nola (Na) Green Service Servizi per il verde Via G. Matteotti, 64 Casoria (Na) Edil Project S.a.s di Carlo Scognamiglio & C. Opere di ristrutturazioni e costruzioni appartamenti, impiantistica, lavori stradali e tutto quanto riguardi l'edilizia. Via Monte Faito, 172 Napoli 80144
Maurizio Martiniello architetto Studio a Napoli e Roma tel. +39.338.45.32.559 www.martiniello.it mauriziomartiniello@tin.it
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VIVERE BENE
Cantieri Palumbo Qui nascono megayacht a prova di magnate Mega yachts for magnates Dalle riparazioni navali alla cantieristica di lusso: garanzia di qualità Ship repairs and luxury boat building: a guarantee of quality
Nei Cantieri Palumbo prendono vita yacht e imbarcazioni da favola come quello riprodotto in questa pagina. A lato, il titolare Antonio Palumbo con i figli Giuseppe e Raffaele. Fabulous yachts in Shipyards Palumbo. On the right, the owner, Antonio Palumbo with his sons Giuseppe e Raffaele.
Cantieri Palumbo Via Calata Marinella (int. porto) - Napoli tel. +39.081.200227 www.palumbo.it cantierenapoli@palumbo.it
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Si scrive Palumbo, si legge cantieristica di riparazione navale ad altissimi livelli sin dal 1967. Una bellissima realtà internazionale che ha preso forma a Napoli e si è sviluppata nel cuore del Mediterraneo grazie all'intraprendenza dell’attuale presidente Antonio Palumbo, figlio del fondatore della società, Salvatore. Sostiene la caparbia crescita anche la terza generazione, con Giuseppe e Raffaele che lavorano sodo affiancando il padre. Tre le sedi strategiche: Napoli, Messina e Malta, dove si riparano e rimodellano navi di piccola, media e grande stazza, recuperate a nuova e fruttuosa vita grazie alla perizia e alla qualità garantita dai Cantieri Palumbo. Ma qui, nel prestigioso porto di Napoli, proprio grazie alla imprenditorialità dei Palumbo, prendono forma anche megayacht curati nei minimi dettagli, sicuri e ad altissime prestazioni. Vere e pro-
di Annalisa Palmieri
prie ville galleggianti di super lusso a marchio Columbus, prodotti già tra i più ricercati dai magnate di mezzo mondo. Perché i Palumbo conoscono bene quel mare che bagna (anche) Napoli. E sanno come prenderlo.
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Three generations of the Palumbo family have been committed to the ship repair business since 1967 and the company has spread from Naples to other ports in the heart of the Mediterranean. In Naples, Messina and Malta small, medium and large ships are repaired and refurbished thanks to the skill and guaranteed quality of Palumbo shipyards, but in the prestigious port of Naples, the company designs and builds luxury, high-performance Columbus mega yachts, a name that magnates all over the world know and desire. 105
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VIVERE BENE
Turco Global Service Se il lusso si noleggia non è più un sogno Luxury need no longer be a dream Auto esclusive, yacht, elicotteri e ville faraoniche: è facile vivere da nababbi Exclusive cars, yachts and villas: desire for rent
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“Sin da bambino ero attratto dal mondo dei motori e seguivo tutti i Gran premi di Formula 1, ma il mio tifo era solo per la scuderia del Cavallino rampante”. Da questa sua passione l’ingegnere Angelo Turco fa nascere la Turco Global Service, l’azienda napoletana specializzata nel noleggio di auto di lusso come Porsche, Ferrari e Lamborghini. Ma anche di elicotteri, yacht, jet e ville da sogno. “La maggior parte dei nostri clienti è rappresentata da professionisti, imprenditori e turisti - spiega ma ci sono anche tante persone comuni che per un giorno vogliono vivere un sogno: mettersi al volante di un gioiello di estetica e meccanica o passare 24 ore da nababbi”. Un progetto d’élite, ma non solo, quello griffato Turco. Che riconosce numerosi vantaggi ai propri associati, grazie alla Tgs Exclusive Card, una piccola tessera che racchiude un tesoro. E che da oggi vede aggiungere al tradizionale sistema delle card Silver, Gold, Platinum,
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di Mariangela Barberisi
Sport e Black altri due pacchetti “Security Card” e “Security Card Plus”, che consentono il noleggio di auto blindate Audi A8. Inoltre, fino ad aprile, Turco Global Service acquista veicoli di lusso usati e in cambio fornisce servizi di noleggio per un valore equivalente.
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Angelo Turco is the founder of Turco Global Service. For 10 years, the Neapolitan business has been renting Porsche, Ferrari and Lamborghini sports cars, helicopters, yachts, jets and luxury villas. Tgs clients enjoy a number of advantages through exclusive packages offered with the Silver, Gold, Platinum, Sport and Black subscriptions, which now include the Security Card and Security Card Plus options offering a bullet-proof Audi A8. And until 30 April, clients will be able to sell their used car in exchange for a luxury car rental service.
Angelo Turco, titolare della Turco Global Service, l’azienda napoletana specializzata nel noleggio di auto di lusso elicotteri, yacht, jet, case e ville da sogno. Angelo Turco, founder of Turco Global Service, the Neapolitan business has been renting Porsche, Ferrari and Lamborghini sports cars, helicopters, yachts, jets and luxury villas.
Turco Global Service Viale degli Ulivi, 33 San Sebastiano al Vesuvio (Na) tel. +39.081.195.75.148 cell. 338.723.99.33 www.turcoglobalservice.it sport@turcoglobalservice.it
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VIVERE BENE
Plastic Surgery Italy Diventare più belli stando in vacanza Become beautiful being on holiday La nuova proposta del team di chirurghi plastici diretti da Ivan La Rusca The new proposal for the team of plastic surgeons headed by Ivan La Rusca
L Chirurgia estetica abbinata a una magica vacanza: con lo staff di Plastic Surgery Italy il check-up del corpo è completo e sereno. Surgery combined with a magical holiday: the check-up is complete with the staff of Plastic Surgery Italy.
Plastic Surgery Italy Via San Domenico 80 - Napoli tel. +39.081.01.18.813 www.plasticsurgeryitaly.com www.ivanlarusca.it
Le bellezze paesaggistiche e il grande patrimonio artistico e culturale potrebbero essere motivi sufficienti per scegliere il golfo di Napoli, con le isole di Capri ed Ischia e la splendida Costiera sorrentinoamalfitana, come destinazione per una bella vacanza. E se a tutto questo si aggiungesse la possibilità di un “ritocco” per tornare a casa in forma smagliante? Questa è la proposta di Plastic Surgery Italy, un team di specialisti in chirurgia plastica diretto dal dottor Ivan La Rusca, che propone di abbinare una vacanza tra le eccellenze della nostra terra a interventi chirurgici realizzati da medici di provata esperienza in strutture altamente qualificate. Si spazia dalla lipoaspirazione a interventi al seno, dalla plastica al naso a quella all’addome, dal trapianto di capelli al rimodellamento dopo una perdita di peso im-
di Eva Molea
portante. E per l’organizzazione? Pensa a tutto Plastic Surgery Italy: prenotazione di volo e albergo in località turistiche d’eccezione, check up preoperatorio, intervento, assistenza post-operatoria, tour turistici e, in caso di necessità, un interprete.
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What is you could visit the beautiful scenery and cultural heritage of the Bay of Naples and the Amalfi Coast, and go back home in great shape as well? Plastic Surgery Italy is a team of experienced plastic surgeons led by Dr. Ivan La Rusca who allow you to combine a luxury holiday with cosmetic surgery in highly qualified clinics. Plastic Surgery Italy arranges everything from the flight and hotel to pre-op check-up, surgery, post-op assistance, tours and, if necessary, a translator. 107
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VIVERE BENE
Gruppo Valente Immobiliare Il mattone si veste di eleganza Elegant bricks and mortar Acquisti, fitti, arredi e lavori: così la casa diventa il castello dei sogni Purchase, rental, decor and refurbishment: a house becomes a dream home
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S tile, eleganza e professionalità: questi i tratti distintivi della Gruppo Valente Immobiliare, il pool di professionisti della casa sempre al totale servizio del cliente. Accanto al core business della mediazione immobiliare, frutto della consolidata esperienza maturata nell’ambito degli immobili di pregio, nasce nella nuova veste di general contractor , la “Valente Home Service, divisione esecutiva della Gruppo Valente. Unica responsabile delle attività di esecuzione delle opere di costruzione, impiantistica, finitura ed arredo, la “Valente Home Service”, coordinata da Davide Invigorito e Massimo Pinto in qualità di chief e project manager, si pone l’obbiettivo di ampliare il servizio offerto ai clienti nel campo della ristrutturazione immobiliare. Piccoli quadri d’autore: ecco la defini-
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di Veronica Mosca
zione per gli appartamenti da sempre nel portfolio del Gruppo Valente, che si occupa delle case più esclusive, residenze in palazzi storici ed in ville pregiate, simboli di storia, raffinatezza e buon gusto della fascinosa Partenope.
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Style and elegance is the motto of the Valente Real Estate group, the team of professionals not only for home purchases or rentals but also for interior refurbishments and the choice of furnishings. Valente guarantee punctuality and meticulousness in the performance of restructuring and refurbishment works to create refined “works of art”, whether in apartments, villas, or historic buildings. The exquisite good taste and professionalism of the team coordinated by Davide Invigorito is acknowledged by all those who have achieved their dream home thanks to the Valente group.
A sinistra, due esempi di interni e di arredi scelti secondo il gusto e lo stile del Gruppo Valente Immobiliare. In alto, Davide Invigorito. Left: two examples of interiors and furnishings chosen according to the taste and style of Gruppo Valente Immobiliare. Above, David Invigorito.
Gruppo Valente Immobiliare Via S. Pasquale a Chiaia 62 - Napoli tel. +39.081.41.11.44 www.gruppovalente.com
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ARTE & MODA
Sabina Albano Modart Gallery Qui arte e passerelle vanno a braccetto Where fashion and art go hand in hand Sandali color mare in onore delle regate. E al Memus mostra di opere per il San Carlo The Memus exhibits refined footwear created for the San Carlo opera house
U Sopra, una creazione Shatzy Mosca. A destra, dall’alto, calzature frutto dell’estro di Sabina Albano e due opere d’arte, rispettivamente, di Maurizio Bonolis e Marco Abbamondi. A creation Shatzy Moscow. At right (top): Sabina Albano footwears and two works of art, respectively: Maurizio Bonolis and Marco Abbamondi.
Sabina Albano Modart Gallery Vico del Vasto a Chiaia 52 - Napoli tel. +39.348.80.30.029 tel.+39.081.42.17.16 sabinalbano@yahoo.it
Un mondo dove la moda e l'arte dialoghino si intreccino, diventino l'una parte dell'altra è possibile? Sì, se il motore di tutto questo è Sabina Albano. Raffinata designer di scarpe, che può vantare una costante collaborazione con il Teatro San Carlo di Napoli per la realizzazione di calzari per le opere in scena poi esposti al Memus, Sabina Albano è anche docente di Fashion Design all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Imprenditrice fortemente radicata nel territorio, con grande fervore si dedica alla (ri)scoperta e valorizzazione della cultura locale, attraverso la promozione di giovani talenti che nella sua galleria trovano la giusta dimensione per poter esprimere il meglio di sé. E saranno proprio gli artisti che hanno esposto nell'ultimo anno i protagonisti di "Inventario Glamourama", una mostra collettiva che avrà luogo a maggio e che sarà accompagnata da una performance di moda. Fedele alla sua passione di sempre, per celebrare l'at-
di Eva Molea
tesissimo evento della primavera napoletana, le regate dell'America's Cup World Series, Sabina Albano ha creato dei sandali in tutte le sfumature del mare: dal blu intenso dei fondali più profondi al bianco della spuma che lambisce le splendide spiagge del Golfo.
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Fashion and art are inextricably entwined for Sabina Albano. A dynamic entrepreneur and refined designer of footwear for Naples’s San Carlo opera house, whose Memus museum display her creations, Sabina also lectures in Fashion Design at the Academy of Fine Art and promotes the work of young, talented artists in her gallery. Last year’s artists will be on display again in May at the “Glamourama Inventory”, accompanied by a fashion show, and for the America’s Cup World Series Sabina has created sandals in colours of the sea, from abyssal blueof the Bay of Naples. 109
Pasta, pizza, ceramiche e mandolini
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Campania sapori
Arte, suoni e sapori nello scrigno di Partenope Arts, sounds and flavors in the casket of Partenope Magie di farina, arte antica dei liutai e tesori in ceramica: così Napoli seduce il mondo Spells of flour, ancient art of violin makers and ceramic treasures: so Naples seduces the world
V Nella foto di apertura: la pasta, uno dei simboli del made in Partenope. A lato, creazione artigianale in ceramica. In the opening photo: pasta, symbol of made in Naples. Left: handcrafted ceramic..
“Vedi Napoli e poi muori” recita un antico proverbio. Vedi Napoli e pensi alla pizza, potremmo aggiungere noi. E magari anche a un bel piatto di pasta col pomodoro. Spaghetti e maccheroni possibilmente, due prelibatezze rese celebri dal mito di Pulcinella. Vedi Napoli e pensi anche al mandolino, il più celebre strumento di Partenope. Colonna sonora di tante postegge e serenate al chiaro di luna. Napoli e il mandolino. Una storia d’amore che va avanti da più di cinquecento anni; un viaggio affascinante sulle corde dello strumento che ha saputo accompagnare, con la stessa passione, la voce del popolo e la voce dei nobili. E che ha fatto grande, in passato, l’artigianato napoletano proiettando la città del Vesuvio nel mondo, con la bravura dei suoi maestri
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di Gianni Reale
See Naples, and think pizza. And maybe a nice plate of pasta. See Naples and also think of the mandolin, the most popular instrument of Partenope, the soundtrack of “postegge” and serenades in the moonlight. Naples and the mandolin. A love story that has gone on for more than five hundred years; a fascinating journey on the strings of the instrument that has been able to accompany both the voice of the people and of the nobles with the same passion. See Naples, and think ceramiche of Capodimonte, now world-famous brand. We begin with pizza, a tasty gastronomic landmark, the symbol of a city and a name that makes the mouth water. Pizza’s success is not only the result of its simple yet undeniable goodness, but also of the long process of internationalisation of the pizza chef’s art, honed on the slopes of 111
Campania Sapori
liutai, oggi ancora viva nelle botteghe del Centro storico a ridosso del Conservatorio. Vedi Napoli e perché no, pensi pure alle ceramiche: famosissime quelle di Capodimonte, materia prima per tanti “caveau” d’autore. Pizza, pasta mandolino e ceramiche: quattro nomi che evocano suoni e ricordi dal sapore antico. Come il più famoso dei dischi di farina, per esempio. Simbolo scolpito in cucina. Carta d’identità di una città intera: morbida, flagrante, farcita con mozzarella, pomodoro e olio d’oliva, oppure arricchita con molteplici ingredienti dai mille gusti, la pizza è una delle specialità più apprezzate della gastronomia partenopea. L’unico marchio universalmente conosciuto e consumato senza alcuna distinzione, dal Vecchio al Nuovo Continente. Sinonimo di gioia, appetito e buona tavola. E sempre di farina, mescolata con acqua, sale e tanto sole è fatto l’altro oro di Megaride: la pasta. Buona, saporita, altamente digeribile. Facile da preparare. Basta assaggiarla una volta e non se ne potrà più fare a meno. Alzi la mano chi non ne ha mai gustato un succulento piatto. Da Napoli a Torino, da Milano a Palermo, non esiste pranzo senza questa celebre pietanza mediterranea. Non esiste tavolata senza un bel primo a base di spaghetti e maccheroni. Si parla di pasta e si pensa al mare del Golfo, alle terre calde della Campania Felix. E’ qui che la produzione di ziti e pennette è diventata un’arte. Qui, nella terra di Virgilio e San Gennaro. Che dire dei “paccheri” di Gragnano, con trafila dorata e alta aderenza ai sughi? E i “mezzanelli” al ragù, orgoglio di Napoli? Dai Monti Lattari agli anti112
Vesuvius and handed down from father to son. And pizza deserves its place in the gastronomic ‘roll of honour’ because it is a complete, tasty and above all inexpensive meal that none can resist. Pizza is as famous an emblem of Naples and Italy as spaghetti, and it is synonymous with the genuine healthy flavour that typifies the Neapolitan lifestyle. Just like the “pasta”. Possibly spaghetti and maccheroni. Tasty, easy to prepare, light on the stomach and, once you’ve tasted it, you’ll never be able to
live without it. More of a myth than a mere name, pasta is an essential guest at any dinner table and is usually associated with Campania, where the production of ziti, pennette and other macaroni is an art: what could be better than Gragnano paccheri with their sauce-capturing texture or Neapolitan mezzanelli with ragù sauce? In the former Kingdom of the Two Sicilies, from the Lattari mountains and Torre Annunziata to the Caserta countryside and Naples itself, the pasta-maker’s art has created countless
Campania sapori
A pag. 112, in alto: mandolini ed altri strumenti a corda nella bottega di un lutaio; composizioni floreali fatte in ceramica e una fase della lavorazione della pasta. Sopra, ancora pasta messa in bella mostra su un tavolo. A destra, una pizza Margherita appena sfornata. Page 112, top: mandolins in the workshop of a lutaio; ceramic flower arrangements and a phase of processing pasta. Above: still pasta on a table. Right, a Pizza Margherita freshly baked.
culinary masterpieces over the centuries, thanks to the dry, breezy climate around Mt. Vesuvius which is ideal for the production of pasta. Obviously you do not live just pasta and pizza. Because the eye wants its part. Want to put the charm of a work of art? What do you say, then, of porcelain from the Royal Manufacture of King Ferdinand, better known under the label of Capodimonte, now world-famous brand?Capodimonte began its production by appointment to King Charles III of Bourbon and his wife
Amalia of Saxony, who set up a specialised workshop within Capodimonte Palace, a tradition that lives on and has been able to count on the cooperation of experts from home and abroad. Capodimonte porcelain differs from its northern European counterparts primarily in its soft, milk-coloured mixture of locals clays and feldspar, which have been used to make unique dinner services, although the majority of modern production focuses on superb, refined pieces characterised by a floral decoration.
chi opifici di Torre Annunziata, dalle terre casertane alla capitale del Regno delle Due Sicilie, l’arte dei maestri pastari ha sfornato, nel corso dei secoli, quintali e quintali di tesori del palato. Opere d’arte forgiate con farina, acqua e oro rosso. Perché è alle falde del Vesuvio che il celebre alimento ha trovato il suo regno, complice un clima secco e ventilato che ha favorito la lavorazione del più celebre degli impasti. Ovviamente non si vive di solo pasta e pizza. Perché anche l’occhio vuole la sua parte. Vuoi mettere il fascino di un’opera d’arte? Che ne dite, allora, delle porcellane della Real Fabbrica Ferdinandea, meglio conosciute con l’etichetta di Capodimonte, marchio ormai di fama mondiale? Furono Carlo III e sua moglie, la regina Maria Amalia di Sassonia a fondare un opificio specializzato a Napoli, all’interno della famosa reggia, dando così inizio a una tradizione che non è mai finita. La porcellana che si produce in questo luogo immerso tra i boschi della collina ha caratteristiche peculiari che la distinguono dalla porcellana nordeuropea. L’impasto, infatti, si compone di una fusione di varie argille provenienti dalla cave del Sud miste al feldspato. Ne deriva un mix tenero dal colorato latteo, che rende questa manifattura unica nella storia della porcellana. Le creazioni che si impongono all’ammirazione del mondo, come i sontuosi servizi da tavola, gradualmente hanno lasciato il posto a uno stile floreale puramente decorativo, che costituisce ancora oggi il fulcro della produzione di ceramica napoletana, sinonimo di splendore e raffinatezza impareggiabili. 113
Campania Sapori
Campania Felix, terra di prodotti tipici 114
Tesori del palato custoditi in cassaforte Masterpieces of the taste closed in the safe Vini, mozzarella di bufala, castagne e pomodori: benvenuti nel regno dei sapori garantiti Wine, buffalo milk mozzarella, chestnuts and tomatoes: welcome to the kingdom of flavors guaranteed di Rosanna Nastro
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La Campania e la sua anima agricola: che storia di ghiottonerie si apprendono a tavola. Più uniche che rare. Sì, perché la Terra Felix ha tanti di quei tesori di cui menare vanto. Perle della terra e dell’industria casearia tutelate dall’Unione Europea, come i marchi Igp, che sottolineano l’Indicazione Geografica Protetta di un singolo prodotto. Ma anche i Dop (di origine protetta), che riconoscono l’esclusività di un prodotto le cui qualità e caratteristiche siano essenzialmente o esclusivamente dovute all’ambiente geografico che le ha forgiate. E per concludere i Doc e i Docg: marchi di origine italiana che di solito vengono assegnati ai vini di qualità come il Taurasi, il
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Campania has always been renowned for its agricultural vocation and its fine food, much of which bears the Dop label: Protected Denomination of Origin. This label certifies regional products whose characteristics are essentially attributable to that geographical area, such as the famous Campania buffalo milk mozzarella. The fertile fields of Campania have a secret to tell: Protected Geographical Identification (Igp). The EU issues this label to agricultural produce and foodstuffs which owe their quality, reputation, colour or flavour exclusively to their geographical origin. And to conclude the DOC and DOCG: 115
Campania Sapori PRODOTTI TIPICI
Greco di Tufo, l’Aglianico, il Lacrima Christi e i Campi Flegrei. Occorrerebbero settimane per gustarne a fondo profumi e prelibatezza, sapori e aromi. Per capirci: i vini tipici della Campania, quelli riconosciuti come eccellenze della Terra Felix sono più di una trentina. E per ognuno di questi nettari in bottiglia esistono varianti e tipologie differenti che li rendono ancora più ricercati sulle tavole dei buongustai. Prendiamo i fertili monti del Sannio e quelli dell’Irpinia: dal migliore vitigno dell’antichità coltivato su queste terre, la Vitis hellenica (l’odierno Aglianico) si ottiene il Taurasi, considerato, in assoluto, il miglior prodotto ricavato da questa prestigiosa famiglia di uve già cara ai primi colonizzatori greci. Ma eccola, dunque, la carrellata delle perle campane: unicità da custodire in cassaforte. Si parte dalla mozzarella di bufala campana. Bianca, grondante latte, questa pietanza è stata eletta a modello dai buongustai di mezzo mondo. Il posto d’onore nella speciale galleria dei Dop spetta senz’altro a lei. Altra “perla protetta” è il cipollotto nocerino, fiore all’occhiello dell’agricoltura dell’Agro-Sarnese. E’ a queste stesse latitudini che viene coltivata anche la pianta del pomodoro San Marzano, alimento principe della pizza “made in Napoli” ed altra prelibatezza dei sapori Dop, con il suo lussureggiante e rosso sapore. Di qualità in qualità, rimanendo in tema di “oro rosso”, il discorso non può che scivolare sul pomodorino del piennolo del Vesuvio, specialità tipica delle lave vulcaniche, condimento imprescindibile di spaghettate luculliane e succulente. Dal cratere del Vesuvio ai Monti Lattari il passo è breve: è qui, sull’altra sponda del Golfo, che nasce il provolone del Monaco, formaggio semiduro, stagionato, tra i più buoni al mondo. Poco 116
In apertura: mozzarella e pomodoro, l’abbinata perfetta In pagina, limoni, olio e olive prodotti preziosi della Terra Felix. In opening: mozzarella and tomato, the perfect mix. In the page: lemon, olive and oil, valuable products of the Terra Felix.
più in là, nella terra del Tasso si coltivano le olive da cui nasce l’olio extravergine della Costiera, altra perla dei marchi campani. E se di olivicoltura si parla, un salto nel Cilento è obbligatorio. L’olio extravergine di oliva del Cilento ha origini antiche risalenti alla Magna Grecia. Furono i Focesi a introdurre la “Pisciottana”, olivo dalle incredibili proprietà organolettiche in grado di reagire anche agli attacchi degli organismi più nocivi, da cui, ancora oggi, si ricava un olio dalla flagranza straordinaria. Oltre al quale, però, una menzione d’onore merita anche l’extravergine delle Colline salernitane, con il suo gusto gra-
devolmente amaro e piccante. E che dire del fico bianco del Cilento? Questo frutto squisitissimo deve la sua denominazione al colore giallo chiaro uniforme della buccia una volta essiccato, che diventa marroncino se cotto al forno. E ora passiamo ai marchi a Indicazione Geografica Protetta. Partiamo dal carciofo di Paestum. Detto anche “Tondo di Paestum”, l’ortaggio coltivato nella Valle dei templi ha un aspetto rotondeggiante. E’ compatto e privo di spine. Qualità, queste, che ne hanno consacrato la fama tra i consumatori di mezzo mondo, rendendolo uno dei prodotti più ap-
brands of Italian origin that are usually assigned to quality wine. Taurasi, Greco di Tufo, Aglianico, Lacrima Christi, Campi Flegrei: there are over thirty recognised wines of excellence in Campania, almost twenty of which have been awarded the Controlled Denomination of Origin (DOC) label, and there are over seventy variations of these waiting in the wings for this prestigious recognition. Taurasi, reputedly the region’s best wine, was southern Italy’s first wine to receive the prized Controlled and Guaranteed Denomination of Origin (DOCG) label.
Campania Sapori PRODOTTI TIPICI
And now the top Dop. The plain has Sarno Several PDO products, Such the onion Nocera Which, and the San Marzano tomato - an essential ingredient in Neapolitan pizzas - renowned for ITS luscious flavor. Another EU-protected variety is the Piennolo cherry tomato grown in the fertile volcanic soil on the slopes of Vesuvius and used in making extra-special spaghetti sauces. The nearby Sorrento peninsula is famed for the Provolone del Monaco cheese mature Lattari from the hillsides and extra virgin olive oil - try a piece of bread traditionally baked with a drizzle of olive oil and local ITS enjoy full-bodied flavor. The Cilento area has also been famous for its extra virgin olive. The Salerno hillsides also deserve mention for their olive oil, which has a pleasantly bitter, piquant and full-bodied flavour. And now we go to the Igp. For instance, the ‘Paestum round’ artichoke has a spherical shape and no thorns, making it a favourite with gourmets. Another of Campania’s Igp products is the small, round and sweet-flavoured Montella chestnut. Another chestnut variety with the Igp label is the famous Marrone di Roccadaspide from Irpinia, which has a very sweet flesh. Campania produces two of the world’s best loved varieties of lemons. The Amalfi Coast and Sorrento varieties differ slightly in shape but they have the same juicy, acidic taste and are both used in making the famous limoncello liqueur. However, Campania’s best known fruit is probably the annurca apple. The “queen of apples”, the annurca Igp is appreciated for its crunchy white flesh, its pleasantly sharp, juicy flavour and its superb aroma. 118
Nelle foto a sinistra: noci, castagne e uva. Sopra, una provola. In the left picture: walnuts, chestnuts and grapes. Above: a provola.
prezzati a tavola. Altro celebre Igp della Campania è la castagna di Montella. Piccola, rotonda, gradevolmente dolce. E se di castagne si parla, un passaggio al celebre Marrone di Roccadaspide diventa obbligatorio. Frutto delle terre irpine, l’Igp di Roccadaspide si contraddistingue per il notevole contenuto zuccherino della polpa. Da un sapore all’altro, la carrellata tra le prelibatezze del “made in terra campana” porta alla scoperta di due tra i limoni più buoni al mondo: il limone della Costa d’Amalfi e quello di Sorrento. Leggermente diversi nelle for-
me, identici nel sapore succoso e moderatamente acido, i due agrumi sono alla base della produzione del celebre “limoncello”. E veniamo a uno dei frutti più famosi del Belpaese: la melannurca Campana. La “regina delle mele” è da sempre conosciuta soprattutto per la sua polpa croccante, compatta, bianca, gradevolmente acidula e succosa, dall’aroma caratteristico e finissimo. Una vera delizia per gli intenditori. Non solo a tavola. Sì, perché una recente ricerca dell’Università Federico II di Napoli ha dimostrato che la mela Annurca aiuta anche a combattere le ma-
lattie gastriche. E se parliamo di salute, come non menzionare la nocciola di Giffoni? Bianca, consistente, utilizzata per la produzione di pasta e granella, nonché come ingrediente nella preparazione di una variegata gamma di prelibatezze, il suo consumo protegge dall’arterosclerosi e dalle malattie cardiovascolari. La carrellata dei marchi Igp della Campania si conclude con il vitellone bianco dell’Appennino Centrale, che deve la sua rinomanza alle pregiate carni particolarmente succulenti, oltre che nutrienti da cui si ricavano squisite bistecche e succulenti arrosti.
Campania sapori
RISTORANTI
Pizzeria Brandi Voilà, sua maestà la pizza Her Royal Highness the Pizza! Due secoli e mezzo di storia e sapori: qui è nata la Margherita 250 years of history and flavour: the birthplace of the Margherita
L In alto a destra, la preparazione di una pizza Margherita. In basso, a destra e qui, in alto, alcune immagini della storica pizzeria Brandi. Top left: the preparation of a pizza Margherita. Other photos: the historic pizzeria Brandi.
Pizzeria Brandi Salita Sant’Anna di Palazzo 1 - Napoli tel. +39.081.41.69.28 www.brandi.it
La storia della Margherita passa tra via Chiaia e salita di Sant’Anna di Palazzo, uno degli angoli più suggestivi di Napoli. Benvenuti alla pizzeria Brandi, “l'Antica Pizzeria della Regina d'Italia”. Tutti conoscono la storia della pizza amata e lodata dalla regina Margherita di Savoia, cucinata a corte da Raffaele Esposito e Maria Giovanna Brandi. Quello che probabilmente pochi sanno, come racconta Eduardo Pagnani, attuale proprietario del locale, condotto insieme al fratello Paolo ed alla sorella Sara, è che la sua pizzeria vanta oltre due secoli e mezzo di attività ininterrotta essendo stata fondata nel 1760. Un fatto, questo, che la pone al vertice dei locali storici di Partenope. La pizzeria Brandi viene citata in un famoso libro di Raffaele De Cesare stampato nel 1895 (“La Fine di un Regno”) in cui si raccontano gli eventi legati al tracollo del Regno delle Due Sicilie e dove l’autore afferma che il locale esisteva già da oltre un se-
di Veronica Mosca
colo. Una scoperta che ha riempito di orgoglio i Pagnani. E che ha reso “Brandi” non solo il luogo ideale per gustare un’ottima pizza in stile napoletano, ma anche un piccolo spazio rubato alla storia dove fermarsi e ricordare 250 anni di buona tavola.
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Welcome to Pizzeria Brandi, renowned for chefs Raffaele Esposito and Maria Giovanna Brandi who introduced Queen Margherita of Savoy to the joy of pizzas. It is less well known that this historic restaurant has been baking pizza for over 250 years: a 1895 book about the fall of the Kingdom of the Two Sicilies states that Brandi had been open for over a century, a record that the current owners are rightly proud of. Brandi is not just the ideal place to enjoy a perfect Neapolitan pizza, but also the historic home of local cuisine. 119
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RISTORANTI
La Scialuppa di Samar Tradizione e qualità sfilano a tavola Tradition and quality at the dinner table Al Borgo Marinari il ristorante preferito dai vip. E’ la pastiera il segreto di famiglia The V.I.P.’s favourite restaurant. In Borgo Marinari, pastiera is a family secret
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Dal 1860, proprio sotto Castel dell’Ovo, è “ormeggiata” la Scialuppa di Samar, ristorante che ha fatto della qualità il suo marchio di fabbrica. Meta preferita di vip, attori, politici, sceicchi e calciatori, la “Scialuppa” ha scelto di… gettare le ancore in uno dei luoghi più suggestivi di Napoli: il Borgo Marinari, lì dove il racconto virgliano fa nascere la città. Ed è qui, in questo locale, che viene spesso a gustare prelibatezze il maestro Riccardo Muti, direttore d’orchestra tra i più famosi al mondo. E’ a lui che Salvatore Starita, pronipote del fondatore dello storico ristorante, prepara personalmente la pastiera. “Mio marito ha ereditato la ricetta dal padre, con tutti suoi segreti”, racconta la moglie Marianna Montone. E quella stessa ricetta viene utilizzata per confezionare oltre trecento pastiere che ogni anno a Pasqua vengono donate ai clienti per il tradizionale “Pastiera Day”. Sapori di famiglia, quelli serviti a tavola
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di Mariangela Barberisi
dagli chef della Scialuppa. Che s’intrecciano con i piatti tipici della cultura partenopea. Il tutto all’insegna della genuinità e della squisitezza di piatti unici, che, pur senza rinunziare alle pietanze internazionali, esaltano la freschezza del pesce e dei frutti di mare.
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“La Scialuppa di Samar” has been serving quality food in the shadow of Castel dell’Ovo since 1860. Frequented by actors, politicians, tycoons and footballers, La Scialuppa is situated in one of the most beautiful settings in Naples: Borgo Marinari. Conductor Riccardo Muti drops in whenever he is in Naples and Salvatore Starita, great grandson of the historic restaurant’s founder, personally prepares him a pastiera Easter cake according to his father’s recipe – just one of the three hundred cakes the restaurant bakes for its Easter guests.
In alto a sinistra, un succulento piatto di pesce fa bella mostra di sé sui tavoli del ristorante La Scialuppa di Samar. Nelle altre foto: immagini dello storico locale del Borgo Marinari. Top left: a succulent fish dish in the restaurant La Scialuppa di Samar. Other photos: the historic restaurant in the Borgo Marinari quarter.
La Scialuppa di Samar Piazzetta Marinari 5 - Napoli tel. +39.081.764.53.33 www.lascialuppa.it
NAPOLI C.so Umberto I, 103 - Tel. 081 5526759 C.so Umberto I, 115 - Tel. 081 5526360 Via Chiaia, 167 - Tel. 081 411008
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... alle radici della moda
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BEVANDE
Italmoka L’amore espresso... in caffè Love... in coffee Tostatura artigianale e miscele di qualità: ecco la ricetta del vero gusto napoletano Traditional roasting and quality blends: the recipe for Neapolitan flavour
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Tutto l’amore espresso in caffè. Si racchiude in questo semplice slogan scelto appositamente dall’azienda il successo di Italmoka, storico marchio napoletano nato alla fine degli anni ’20 grazie all’intuito di Mario Marra, imprenditore brillante e coraggioso, oltre che cultore della più nota bevanda della tradizione partenopea. Con Italmoka gusto e aroma si sposano alla perfezione unendo tostatura artigianale e sofisticata ricerca della qualità nelle miscele. Perché gusto vuol dire aroma. E aroma vuol dire estasi. Estasi dei sensi, nel mentre sulle papille scorre quel concentrato di passione. Passione, sì. Ecco la differenza. Ecco quel tocco in più. Ecco cosa conferisce magia al signor caffè Italmoka. Al bar, in ufficio o con gli amici, gustare un caffè Italmoka fa la differenza. Specie se le varianti possibili sono tutte da assa-
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di Giuliana Covella
porare: shakerato, irish coffee, al cioccolato, tropical drink, al rhum o french coffee. E’ così che in una tazzina si riscontra tutto il sapore della napoletanità. E che il rituale del caffè diventa la pausa più gradita e rigenerante.
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“Love in coffee” is the advertising slogan of Italmoka, the successful Neapolitan business founded in the 1920s by Mario Marra, a bold entrepreneur and fervent enthusiast of Naples’s particular flavour of coffee. Italmoka’s flavour and aroma are achieved through traditional roasting and careful blending, which make all the difference in the coffee shop, at work or in the home. Ecstasy of the senses. Pure passion. All the exclusive flavour of Naples in coffee, anytime anywhere.
Nelle foto, tostatura e chicchi di caffé Italmoka e alcune confezioni della straordinaria miscela prodotta dall’azienda partenopea. In the photos: coffee beans, roasting and packaging of mixture produced by Italmoka.
Italmoka srl Via Tiberio 75a - Napoli tel. +39.081.239.78.37 www.italmoka.com info@italmoka.it
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PRODOTTI TIPICI
Pasticceria Giovanni Scaturchio dal 1905 Da oltre cent’anni la stessa passione per il gusto Over a century with the same passion for taste Maestri nel dolce, esperti nel salato Masters of confectionery, experts in savoury delicacies
L Pasticceria Scaturchio Piazza San Domenico Maggiore tel. +39.081 5517031 Piazza Fuga tel.+39. 081 19575736 www.scaturchio.it pfc@scaturchio.it
La pasticceria Scaturchio nasce a Napoli nel 1905 ad opera di Giovanni e Francesco Scaturchio, due pasticceri provenienti dalla Calabria. Il connubio tra la tradizione della terra d’origine e quella napoletana, unito alle straordinarie capacità dei due capostipiti, fece sì che ben presto il marchio Scaturchio diventasse ovunque sinonimo di pregiata pasticceria partenopea. Il primo negozio fu aperto in via Roma; successivamente gli Scaturchio si spostarono in piazza San Domenico Maggiore dove, ancora oggi, vi è la storica pasticceria e, a poca distanza, il laboratorio in cui ogni giorno lavorano più di trenta pasticcieri, oltre a rosticcieri e cuochi. Scaturchio, infatti, oltre ad offrire ai propri clienti una piacevole sosta per degustare babà, sfogliatelle e pastiere, è rinomato anche per il banqueting, da matrimoni a qualsiasi tipo e importanza di evento. Famosissimi in Italia e all’estero i prodotti Scaturchio, da quelli da loro inventati come il Ministeriale, lo Zeffiro
di Giuliana Covella
all’arancio, il Danubio, la torta Primavera alle fragoline di bosco, fino al babà e alla sfogliatella in cui si riconoscono qualità ed esclusività della ricetta. Centinaia i prodotti realizzati: dagli stagionali, in occasione del Natale e della Pasqua a quelli realizzati durante tutto l’anno.
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Giovanni and Francesco Scaturchio opened their pastry shop in Naples in 1905, exploiting their Calabrian roots to make Scaturchio synonymous with quality Neapolitan confectionery renowned worldwide. Scaturchio is also famous for banqueting and receptions of any type and importance. Scaturchio enjoys a worldwide fame for its original pastries like Ministeriale, Zeffiro with orange, Danubio, Primavera with wild strawberries as well as babà and sfogliatella made . The range includes hundreds of pastries including Christmas and Easter cakes. 123
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CATERING
Not Solo Bar Cocktail Catering È tempo di brindare con il piacere A toast to pleasure Un vero american bar in ogni location, personalizzato per qualsiasi evento A real American bar in every location, customised for each event
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I l ghiaccio tintinnante, la frutta fresca pestata ad hoc, le acrobazie delle bottiglie in volo, tanta professionalità e un pizzico di glamour: questa la ricetta targata Nsb per dare vita a un evento dal sapore indimenticabile. Dopotutto non c’è party di terzo millennio se non c’è un “cocktail bar” per brindare in compagnia. Il modo di fare convivialità si è trasformato in un’esperienza di interazione e intrattenimento, e se anche in Italia questo modus vivendi è diventato elemento insostituibile di qualsiasi appuntamento mondano è anche grazie alla passione con cui i tre soci fondatori della Nsb da oltre un decennio portano in voga il bar in perfetto stile newyorkese, diffondendolo a Napoli e fornendo poi stimoli al resto della Penisola. Not Solo Bar è un cocktail catering che offre un servizio bar&show per grandi even-
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di Angela Granieri
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The entertaining conviviality has become a must in Italian society thanks to Nsb, which has been creating a genuine New York bar experience for over a decade. Not Solo Bar is a cocktail catering business offering a bar & show service for weddings and major events in homes and exclusive clubs. The Nsb philosophy calls for elegant front- and back-lit stations and the finest beverages served by staff trained in house to guarantee professional skill and discretion. No two events are the same because Not Solo Bar has set up features to tailor to each occasion. Besides Classic bar catering, Nsb offers Cigar & distilled spirits accompanied by chocolate from all over the world, and Yatching bar for a fashionable happy hour on your own boat. The innovative Molecular Bar creates a refined cosmopolitan atmosphere by transforming a drink into gelatine to surprise even the most demanding guest.
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ti, matrimoni di classe, inaugurazioni, serate di gala e sfilate, in residenze private o in esclusivi club dove installa eleganti station fronte-retro illuminate e propone soltanto i migliori prodotti beverage insieme al proprio personale altamente specializzato e formato in azienda che, in virtù dell’elevata competenza e discrezione, è la migliore espressione della filosofia Nsb. Nessun evento è uguale ad un altro e la “Not Solo Bar” lo sa bene, per questo negli anni ha studiato una serie di proposte per vestirlo di volta in volta con un abito cucito su misura, così, accanto al Classic barcatering, nascono servizi come il Cigar&distilled, degustazione di pregiati distillati, sigari e cioccolato provenienti da tutto il mondo, oppure lo Yatching bar per condividere un happy hour di tendenza direttamente sulla propria imbarcazione. Altro fiore all’occhiello è l’innovativo Molecular Bar che conferisce al party un tocco cosmopolita e raffinato mutando il drink in gelatine al cucchiaio per sorprendere anche l’ospite più esigente. Intrattenere e regalare momenti inimitabili rappresenta il vero e proprio lifestyle Not Solo Bar, come racconta il marketing manager Luca Fanti: “Un cocktail è emblema della vita di ognuno di noi, elementi differenti che miscelati nella giusta misura generano qualcosa di unico”. Non c’è party se non c’è un cocktail bar per brindare in compagnia. E se anche in Italia questo modus vivendi è diventato elemento insostituibile di qualsiasi appuntamento mondano è anche grazie alla passione con cui il Not Solo Bar da oltre un decennio porta in voga il bar in perfetto stile newyorkese. What party is complete without a cocktail bar? And this entertaining conviviality has become a must in Italian society thanks to Nsb, which has been creating a genuine New York bar experience for over a decade.
Not Solo Bar Via Domitiana, 18 trav.sa Parco Fiorito - Pozzuoli (Na) tel. +39.081.866.56.90 www.notsolobar.it info@notsolobar.it
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MUSEI APRILE 2012:Layout 1 12/03/12 19:31 Pagina 1
musei NAPOLI Museo Archeologico Nazionale
wih Artecard. Situata vicino alla Cappella di San Gennaro, la struttura custodisce l'inestimabile tesoro del patrono di Napoli. Vi si possono trovare: documenti, gioielli e dipinti. Situated near the Chapel of San Gennaro, the museum was built to house the priceless treasure of the Patron Saint of Naples, including documents, jewels and paintings.
Sun closed. Mon-Sat 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 5 euros; free admission under18 and over 65 and for Art students Ospitato dal Maschio Angioino, il museo, oltre a tre preziose cappelle, accoglie altri ambienti dalla straordinaria bellezza: la Sala dell'Armeria, quella dei Baroni e la Pinacoteca. Housed in the Maschio Angioino castle, the museum has three superb chapels as well as other rooms of extraordinary beauty: the Armoury, the Barons' Hall and the Picture Gallery.
Museo del Tesoro di San Gennaro
Via Miano, 2 - Tel. 081.7499111; 848.800288 www.benicultural.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 7,50 euro; 3,75 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; 6,50 euro h.14-17; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65.Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m.- 7.30 p.m. Tickets: 7,50 euros; 3,75 euros for people aged 18-24; 6,50 euros 2-7 pm; free admission under18 and over65 Fu costruita nel 1738 sotto il regno di Carlo di Borbone. Ospita un Gabinetto di Disegni e Stampe, la collezione Farnese, arredi del '700 e '800. Built in 1738 under King Charles of Bourbon, houses the Cabinet of Prints and Drawings, the Farnese Collection and furnishings from the 18th and 19th centuries.
Museo di San Martino
Museo Duca di Martina
Museo Nazionale di Capodimonte
Piazza Museo, 19 Tel. 081.2110258; 081.4422149 www.archeona.arti.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 9-19.30. Biglietti: 6,50 euro; 3,25 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 9 a.m. -7.30 p.m. Tickets: 6,50 euros; 3,25 euros for people aged 18-24; free admission under18 and over65 Le sale del più antico museo archeologico d'Europa custodiscono, tra l'altro, pezzi unici provenienti dall'area archeologica vesuviana, collezioni egiziane ed etrusche. The rooms of Europe's oldest archaeological museum house some unique pieces from he archaeological sites around Mount Vesuvius as well as Egyptian and Etruscan collections.
del Trono, dei Fiamminghi e del Seicento Napoletano, ma anche la Cappella Reale e il giardino pensile. Highlights of the Museum include the Royal Apartment, the Throne Room, the Flemish Room and the Neapolitan 17th Century Room, but also the Royal Chapel and the Hanging Garden.
Via Cimarosa, 77 - Tel. 081.5788418; 848.800288 - www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h 8.30-14. Biglietti: 2,50 euro; 1,25 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 2 p.m. Tickets: 2,50 euros; 1,25 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Nel cuore del verde parco di Villa Floridianana, accoglie una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa europea ed orientale. Completa le attrattive del complesso il Museo Nazionale della Ceramica. One of the most prestigious collections of European and oriental decorative art. The complex also houses the National Ceramics Museum.
Largo San Martino, 5 - Tel.081.2294502 848.800.288 www.beniculturali.it Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 6 euro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m. - 7.30 p.m. Tickets: 6 euros; 3 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Dal 1866, il museo che ha sede nell'omonima Certosa vomerese, ospita “stralci” di storia cittadina corredati da piante e foto. Splendidi i chiostri, i giardini, la chiesa barocca e il Quarto del Priore. Since 1866 the museum has been located in the Charterhouse of the same name where visitors can get a glimpse of the city's history amid plants and photos. Splendid cloisters and gardens, the superb Baroque church and the Priory. Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes
Museo di Palazzo Reale
Museo Civico di Castel Nuovo
Via Duomo, 149 - Tel. 081.294980; 081.421609 www.museosangennaro.it - Lun-sab h. 9.30-18.30. Dom e festivi h. 10-19. Biglietti: 5,50 euro; 3,50 euro per under18 e over 65; 4,50 euro per gruppi di almeno 10 persone; 2 euro per scolaresche; -25% con Artecard Mon-Sat 9.30 a.m. - 6.30 p.m. Sun and hols. 10 a.m. - 7 p.m. Tickets: 5,50 euros; 3,50 euros under18 and over65; 4,50 for groups of 10 people; 2 euros for students; -25%
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Maschio Angioino Piazza Municipio Tel. 081.4201241 Dom chiuso. Lun-sab h. 9-19. Biglietti: 5 euro; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 e per studenti di facoltà artistiche
Piazza del Plebiscito, 1 Tel. 081.400547; 848.800.288 www.preale.baa.remuna.org Mer chiuso. Gio-Mar h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Wed closed. Thu-Tue 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 4 euros; 2 euros for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Fiore all'occhiello del Museo, l'Appartamento Reale, le sale
Via della Riviera di Chiaia, 200 Tel. 081.7612356; 848.800.288 www.beniculturali.it Mar chiuso. Mer-lun h. 8.30-13.30. Biglietti: 2 euro; 1 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni e sopra i 65 Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 1.30 p.m.Tickets: 2 euros; 1 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 and over 65 Villa Pignatelli è il nome dell'edificio costruito nel 1826 che ospita il museo e che accoglie le collezioni d'arte del Banco di Napoli. Da vedere anche il Museo delle Carrozze. Villa
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Pignatelli was built in1826 and now houses the museum with the art collections of the Banco di Napoli. The Coach and Carriage Museum is also not to be missed.
lennium by a community of Jews. On display, laces, sacred paraments and beautiful dresses coming from many donations, among which the Sarli Collection.
Teatro di San Carlo
Museo Artistico Industriale
Lun-sab h. 9.30-18.30. Dom h. 9.30-14.30. Biglietti: 4 euro; 3,50 per gruppi; 2,50 euro per studenti Mon-Sat 9.30 a.m. - 6.30 p.m. Sun 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 4 euros, 3,50 for groups; 2,50 for students
kets: 7 euros; 5 euros under 18; concessions with Artecard È il primo science centre italiano e anche uno dei primi esempi di recupero architettonico della zona industriale di Bagnoli. Parte del museo è dedicata ai bambini, con percorsi ad hoc. The first Italian science centre and also one of the first examples of restored industrial architecture in the Bagnoli area. Part of the museum has themed itineraries for children. Musei di Paleontologia, Mineralogia, Zoologia ed Antropologia dell'Università Federico II di Napoli
Via San Carlo - Napoli Tel. 081.5534565 - www.teatrosancarlo.it Guided tours only by appointment in June and July. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions Chi arriva a Napoli, a pochi passi da Palazzo Reale e piazza del Plebiscito non può non visitare la Sala Storica del Teatro di San Carlo, tra i più famosi e antichi teatri lirici al mondo, costruito per volere di re Carlo III di Borbone nel 1737. Un'occasione unica, per conoscere un momento chiave della storia e dell'arte napoletana. Visit the historic San Carlo theatre, one of the oldest and most famous opera houses in the world, built for king Charles III of Bourbon in 1737.
Piazzetta Salazar, 6 - Tel. 081.7647471 Dom chiuso. Visita su appuntamento Sun closed. Visits by appointment Nel Museo, annesso all'Istituto Statale d'Arte “Filippo Palizzi”, oltre 6.000 manufatti in ceramica, ebano e oro. Un'intera sala ospita bronzi e vasi realizzati dallo stesso Palizzi. The Museum is annexed to the “Filippo Palizzi” Art School and houses over 6,000 works in ceramics, ebony and gold. One rooms exhibits bronzes and vases made by Palizzi himself.
Il complesso, incastonato nel centro storico di Napoli, comprende un'area archeologica, il Museo dell'Opera, lo splendido Chiostro Maiolicato e la sala del Presepe del '700. The complex is embedded in the Naples historic city centre and includes an archaeological area, the Museum, the splendid Majolica Cloister and a hall exhibiting 18th century nativity scenes. Cappella del Monte di Pietà
Cappella Sansevero
Museo del Tessile e dell’Abbigliamento “Elena Aldobrandini”
Piazzetta Mondragone, 18 - Tel. 081.4976104 www.fondazionemondragone.it Dom chiuso; lun-ven h. 9-13/15-17; sab h.9-13 Biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro Sun closed; Mon-Fri 9 a.m. - 1 p.m. / 3-5 p.m.; Sat 9 a.m. - 1 p.m. Tickets: 5 euros, concessions 3 euros Il museo è parte dell'istituto Mondragone, famoso per le sue preziose collezioni di tessuti ricamati, espressione dell'arte della seta, introdotta a Napoli intorno all'anno Mille dalla comunità di ebrei. Tra gli oggetti esposti spiccano le collezioni di ricami (sec. XVII e XVIII), paliotti, paramenti sacri, merletti e pizzi, oltre a splendidi abiti da varie donazioni tra cui la collezione Sarli. The museum is part of the Mondragone Foundation, wellknown for its precious collections of embroideries, high expression of the art of silk making, introduced in Naples at the beginning of last Mil-
Via Francesco De Sanctis, 19 - Tel. 081.5518470 www.museosansevero.it Mar chiuso. Lun-sab h. 10-17.40. Dom e festivi: h. 10-13.10. Biglietti: 6 euro; 5 euro con Artecard e da 10 a 25 anni; 2 euro per scolaresche; gratis fino a 9 anni Tue closed. Mon-Sat 10 am - 5.40 pm, Sun and hols 10 am -1.10 pm. Tickets: 6 euros; 5 euros with Artecard and for people aged 10-25; 2 euros for schools; free admisson under 9 La Cappella, realizzata da Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, letterato e alchimista, custodisce sculture di altissimo valore, tra le quali, il Cristo Velato del Sammartino. The Chapel, which was built by the scholar and alchemist Raimondo di Sangro, houses some excellent sculptures, including the Veiled Christ by Sammartino. Complesso Museale di Santa Chiara Via Santa Chiara, 49/c - Tel. 081.19575915 www.santachiara.info
Via San Biagio dei Librai, 114 Sab-dom h.9.30-13.30 Sat-Sun 9.30 a.m. - 1.30 p.m. La Cappella, completamente affrescata, è un autentico gioiello di eleganza manieristica. Pregevoli anche gli arredi in legno della sacrestia e della sala delle Cantoniere.The entirely frescoed Chapel is a veritable jewel of mannerist elegance. Superb wooden furniture in the Vestry and the Sala delle Cantoniere.
Via Mezzocannone 8 - Tel. 081.2537516/7 Lun-ven h. 9-13.30. Lun e gio h. 15-17. Sab e dom h. 9-13. Biglietti: 2,50 euro a museo; 1,50 euro a museo per under 18, ingresso libero per studenti universitari Mon-Fri 9 a.m. - 1.30 p.m.. Mon and Thu 3 p.m. - 5 p.m. Sat and Sun 9 a.m. - 1 p.m. Tickets for each museum: 2,50 euros; 1,50 under 18, free admission for University students Raccolgono oltre 50.000 reperti tra minerali, rocce, fossili, ma anche pezzi di inestimabile valore paleontologico. Nella sezione zoologia: madrepore, uccelli, spugne, vertebrati, insetti. Over 50,000 minerals, rocks, fossils and other priceless palaeontological items on show. The zoology section includes madrepores, birds, sponges, vertebrates and insects. Museo dell’Osservatorio di Capodimonte
Città della Scienza
Via Coroglio, 104 - Tel. 081.3723728 www.cittadellascienza.it Lun chiuso. Mar-sab h. 9-17. Dom h. 10-19. Biglietti: 7 euro; 5 euro under 18; riduzioni con Artecard Mon closed. Tue-Sat 9 a.m. -17. Sun 10 a.m. - 7 p.m. Tic-
Via Moiariello, 16 - Tel. 081.5575111 Su appuntamentoBy appointment Tre i padiglioni in cui è possibile ripercorrere due secoli di storia dell'Astronomia a Napoli e nel Sud d’Italia attraverso strumenti astronomici di grande valore.Three buildings illustrate two centuries of the history of astronomy in Naples and Southern Italy through astronomical instruments of great historical and documentary value.
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musei Chiesa e Quadreria del Pio Monte della Misericordia
Via dei Tribunali, 253 Tel. 081.446944; 081.446973. Visite guidate: 081.446810 www.piomontedellamisericordia.it Mer chiuso. Gio-mar h.9-14.30/ Chiesa lun-dom h. 9.3013.30. Biglietti: 5 euro; 4 euro con Artecard, TCI, over 65; under 18; 3 euro per insegnanti, studenti, giornalisti, gruppi di 10 persone; 1,50 euro per le scuole. Wed closed. ThuTue 9.30 am - 1.30 pm/Church: Mon-Sun 9.30 am - 1.30 pm. Tickets: 5 euros; 4 euros with Artecard, TCI, over 65; 3 euros for teachers, students, journalists, groups of 10 people; 1,50 euros for schools L'edificio del 1600 ospita la chiesa di S. Maria della Misericordia e la pinacoteca con opere del XVII e XVIII secolo. Tra queste, una delle più famose opere del Caravaggio: Le Sette Opere di Misericordia. The 17th century building comprises the church dedicated to S. Maria della Misericordia and a picture gallery exhibiting works from the 17th and 18th centuries. These include one of Caravaggio’s most famous works: The Seven Works of Mercy, above the main altar. Museo e Ipogeo della Chiesa del Purgatorio ad Arco
Via dei Tribunali - Tel. 081.446810 Museo e ipogeo sab h.10-12.30; chiesa lun-sab h.9-13. Biglietti: euro 2 Museum and hypogeum open on Sat. h.10-12.30; church Mon-Sat h.9-13. Tickets: 2 euros Sacralità ed esoterismo ben si miscelano nella chiesetta del Purgatorio ad Arco, nel cuore del centro storico di Napoli, nota per la venerazione delle cosiddette “capuzzelle”, i teschi dei morti che da sempre i napoletani considerano benevoli protettori. Nella sacrestia della chiesa è stato allestito un museo di arredi e paramenti sacri del 1600, mentre nel-
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l’ipogeo è possibile fare vista alle “capuzzelle”. Il Museo e l’ipogeo sono aperti sono il sabato mattina; si consiglia di prenotare. Sacredness and esotericism join together in the little church of Purgatorio ad Arco, in the heart of the historical centre of Naples, well-known after the veneration of skulls, considered by Neapolitans as benign protectors. In the vestry of the church there is a museum of scared furniture and vestments, whilst in the hypogeum it is possible to visit the skulls. Museum and hypogeum are open on Saturday mornings; booking is suggested.
tino solo su prenotazione (maggiorazione del biglietto di euro 1) - Biglietti: euro 2,50 Guided tours Mon-Fri h.10, 11, 12, 15, 16. Sat and Sun in the morning only by appointment (ticket + 1 euro). Tickets: 2, 50 euros
Sab e dom chiuso. Lun-ven h.9-14 su appuntamento Sat and Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m. by appointment
Museo Diocesano
Largo Donnaregina - Tel. 081.5571365 www.museodiocesanonapoli.it Mar chiuso; lun-dom h.9.30-16.30 Tue closed; Mon-Sat h.9.30-16.30 Il museo è allestito all’interno della chiesa di Donnaregina Nuova, chiusa da molti anni, che conserva dipinti di grande pregio come “L’Immacolata Concezione” del lorenese Charles Mellin e il “San Francesco che riceve i simboli del sacerdozio” di Francesco Solimena. Accanto a queste opere, proprie della chiesa ex monastica, il primo percorso museale presenta due temi importanti della fede cristiana: le raffigurazioni della Madonna e di San Gennaro, descritti da formidabili artisti come il fiammingo Teodoro d’Errico, il senese Marco Pino o un particolare Aniello Falcone, capaci di rendere ancora più incisiva l’identità storica ed ecclesiale di questa città. The museum is housed in the church of Donnaregina Nuova, reopened after a long closing, that keeps beautiful paintings as “The Immaculate Conception” by Charles Mellin and “San Francesco is given the symbols of priesthood” by Francesco Solimena. Besides these works belonging to the church, the museum displays works on two main religious figures: the Virgin Mary and San Gennaro, protector of Naples with paintings by Teorodo d’Errico, Marco Pino, Aniello Falcone, that make even more expressive the historical and ecclesiastical identity of Naples. A.R.C.A. Compesso Monumentale di Santa Maria la Nova Piazzetta Santa Maria la Nova, 44 Tel. 081.5523298; 081.5521597 www.oltreilchiostro.org Visite guidate lun-ven h.10, 11, 12, 15, 16. Sab e dom al mat-
Il Museo Religioso di Arte Contemporanea intende rendere contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di riformulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovativa. The Museum of Contemporary Religious Art aims to make easier the understanding of the latest artistic production, trying to formulate the sense of the aesthetic experience through a new interpretation.
La struttura ospita due sezioni dedicate rispettivamente alla paleobotanica e all'etnobotanica, che raccolgono oggetti provenienti da varie parti del mondo. Dal Borneo all'Amazzonia.The museum is divided into two sections dedicated to palaeo-botany and ethno-botany, with exhibits from all over the world, from Borneo to the Amazon Basin. Stazione Zoologica A. Dohrn
Catacombe di San Gaudioso
Piazza Sanità - Tel. 081.5441305 isiteguidate@santamariadellasanita.it Direttore: Giovanni De Pasquale Lun-dom visite giuidate h.9.30-10.15-11-11.45-12.30. Biglietti: euro 5; euro 3 per scolaresche Mon-Sun guided tours h.h.9.30-10.15-11-11.4512.30. Tickets: 5 euros; 3 euros for schools. Situate sotto la chiesa di Santa Maria della Sanità, eretta agli inizi del 1600, queste catacombe sono legate alla venerazione di San Gaudioso, Vescovo di Abitinia in Africa e giunto a Napoli dopo essere stato privato di tutto da re Genserico. Qui morì tra il 451 e il 452. Based under the church of Santa Maria della Sanità, built in the early 1600, the origin of these catacombs is connected to the veneration of Saint Gaudioso, bishop of Abitinia in Africa, who arrived in Naples, after being stripped of everything by King Genserico. Here he died between 451 and 452 A.D.
Villa Comunale - Tel. 081.5833111 - www.szn.it Lun chiuso. Mar-sab h.9-17. Dom h. 9-14. Biglietti: 1,50 euro; 1 euro per bambini da 5 a 12 anni; gratis fino a 4 anni Mon closed. Tue-Sat h.9-17. Sun 9 a.m. -14. Tickets: 1,50 euros; 1 euro for kids aged 5-12; free entrance under 4 Ospita il più antico acquario d'Europa (30 vasche e 200 specie tra animali e vegetali marini), ma anche una biblioteca e laboratori per ricerche di zoologia, botanica e fisiologia marina. The oldest aquarium in Europe (30 tanks and 200 species of marine animal and plant life), but also a library and laboratories for research in zoology, botany and marine physiology. Mostra di Coralli e Cammei
Museo di Paleobotanica ed Etnobotanica Via Foria, 223 - tel. 081.449759; 081.455654
Piazzetta Matilde Serao, 19 - Tel. 081.421111 www.ascione.com
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Le pagine di Mostre & Gallerie sono realizzate in collaborazione con: Solo su prenotazione - Appointments only. In mostra piccoli capolavori in oro, argento, pietre preziose, splendidi cammei e coralli lavorati dalla ditta Ascione, che vanta una tradizione artigianale lunga ben 150 anni. Small masterpieces of gold, silver, precious stones, splendid cameos and corals created by the Ascione firm, which boasts a 150 year history of traditional craftsmanship.
Lun-sab h. 10-17. Dom h. 10-13.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; riduzioni con Artecard Mon-Sat 10 a.m. - 5 p.m. Sun 10 a.m. - 1.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over65; concessions with Artecard
3,50 euros concessions; free on Mondays
Pizzeria Brandi Salita Sant’Anna di Palazzo 1 – Napoli tel. +39.081.41.69.28 www.brandi.it
Museo storico musicale
Via San Pietro a Majella, 35 - Tel. 081.5644111 Visite guidate: 081.446810 www.sanpietroamajella.it Sab e dom chiuso. Lun-ven h. 9.30-12.30 Sat and Sun closed. Mon-Fri 9.30 a.m. - 12.30 p.m. Il Conservatorio di San Pietro a Majella vanta una ricca biblioteca con preziose collezioni di manoscritti di scuola napoletana, ritratti e cimeli di musicisti e un museo di strumenti antichi.The Conservatory of San Pietro a Majella boasts a superb library with precious collections of manuscripts from the Neapolitan school, portraits and everyday items of musicians and a museum of antique musical instruments. Quadreria dei Gerolomini
Via Duomo, 142 - Tel. 081.294444 Dom chiuso. Lun-ven h. 9-14, sab h. 9-12. Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m., Sat 9 a.m. - noon. Il complesso, impreziosito dalla splendida facciata realizzata da Ferdinando Fuga, comprende: la chiesa di San Filippo Neri, una pinacoteca, una biblioteca, l'archivio oratoriano e due chiostri. The complex has a splendid façade by Ferdinando Fuga and includes the Church of San Filippo Neri, a picture gallery, a library, the oratory archive and two cloisters. Scavi di San Lorenzo Maggiore Via dei Tribunali, 316 - Tel 081.2110860 www.sanlorenzomaggiorenapoli.it
L'area sotto la chiesa di San Lorenzo ospita i resti di edifici che testimoniano la stratificazione avvenuta nel corso dei secoli attraverso trasformazioni dell'impianto urbano. Beneath the church of San Lorenzo the remains of buildings have been excavated to reveal the stratification of the city over the centuries.
Palazzo Donnaregina, edificio di grande pregio storico e architettonico situato in pieno centro cittadino, è la sede del nuovo museo d'arte contemporanea partenopeo. Palazzo Donna Regina, a building of great historical and architectural value situated in the very centre of the city, houses the new museum of contemporary art in Naples. Pan, Palazzo delle Arti di Napoli
Sabina Albano Modart Gallery Vico del Vasto a Chiaia 52 - Napoli tel. +39.348.80.30.029 sabinalbano@yahoo.it
Accademia di Belle Arti - Pinacoteca
Via Costantinopoli, 107 - Tel. 081.441900; 081.44188.3Visite guidate: 081.446810 www.accademianapoli.it Dom chiuso. Lun-sab h. 10-13. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; 4 euro per gruppi di almeno 15 persone. Sun closed. Mon-Sat 10 a.m. - 2 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over 65; 4 euros for groups of 15 people Assolutamente da non perdere, la Sala Palazzi, sezione dedicata alle opere dell'800, con esposizione delle opere dei maestri d'arte contemporanea, ex allievi dell'Accademia. Not to be missed is the Sala Palazzi, the section dedicated to works from the 19th century, exhibiting the works of masters of contemporary art who were students at the Academy.
Palazzo Roccella - Via dei Mille, 60 Tel. 081.7958605-06-07 - www.palazzoartinapoli.net Mar chiuso. lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.3014.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro ridotto Tue closed. Mon-Sat 9.30 a.m. - 7.30 p.m.; Sun and holidays 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions. La struttura, centro permanente di arti contemporanee, ospita le più disparate espressioni culturali relative all'arte: dalla pittura alla scultura passando per la fotografia, il cinema e il fumetto. This permanent centre for contemporary arts houses a huge variety of cultural and artistic expression: from painting to sculpture, photography, cinema and cartoons.
ZONA FLEGREA Terme di Baia
ITINERA di Francesca Del Vecchio Visite guidate in Campania tel. +39.081.66.45.45 www.itineranapoli.com
La Scialuppa di Samar Piazzetta Marinari 5 – Napoli tel. +39.081.764.53.33 www.lascialuppa.it
Arch. Maurizio Martiniello Studio a Napoli e Roma tel. +39.338.43.32.559 www.martiniello.it - mauriziomartiniello@tin.it
Madre Palazzo Donnaregina - Via Settembrini, 79 Tel. 081.19313016; 081.292833 - www.museomadre.it Mar chiuso. Lun, mer, gio e dom h. 10-21; ven e sab h.10-24. Biglietti: 7 euro; ridotto 3,50 euro; lunedì gratis.Tue closed. Open Mon, Wed, Thu and Sun 10 a.m. - 9 p.m.; Fri and Sat 10 a.m. - 12 p.m. Tickets: 7 euros;
Via Sella di Baia, 63 - Bacoli Tel. 081.8687592 - Lun chiuso. Mar-dom h. 9 - un'ora prima del tramonto
Not Solo Bar Via Domitiana, 18 trav.sa Parco Fiorito Pozzuoli (Na) Tel. +39.081.866.59.90 - www.notsolobar.it
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musei nervino e di Altamura, segretario della regina Giovanna I di Napoli, della più nobile famiglia di Capri (ad essa appartenne quell'Eliseo Arcucci conte di Capri che fu ammiraglio di Federico II) e potente e ricco feudatario cui si deve per grazia di un primo figlio natogli dalla moglie Margherita Sanseverina.
una divinità dell'Olimpo. Villa Jovis era la più ricca tra esse: posta in cima al Monte Tiberio, a 354 metri di altezza sul livello del mare, fu la principale residenza dell'imperatore Tiberio e ben ne riflette il carattere esclusivo e riservato.
Via Acropoli, 1 - Tel. 081.8543060 Lun-dom h. 9-18. Mon-Sun 9 am - 6 pm Il Parco comprende: l'Acropoli, le Terme del Foro e quelle Romane, il Foro, il Capitolium, le Necropoli, la fossa Neronis, le cisterne della Crypta romana e l'Arco Felice. The Park includes: the Acropolis, The Forum and Roman Baths, the Forum, the Capitol, the Necropolis, the Fossa Neronis, the cisterns of the Crypta Romana and the Arco Felice Arch.
Between the hills of Castiglione and Monte Tuoro is the medieval monastic charterhouse founded between 1371 and 1374 by Count Giacomo Arcucci, secretary of Queen Joan I of Naples and a member of Capri’s most noble family.
Anfiteatro Flavio di Pozzuoli
Villa San Michele
According to the tradition, the Emperor Tiberius built twelve beautiful villas, each dedicated to a divinity of the Olympus. Villa Jovis was the richest one: built on the top of Mount Tiberius, at 345 mt. on the sea surface, it was the main residency of Emperor Tiberius and reflects his character, exclusive and reserved.
Mon closed. Tue-Sun 9 a.m. - dusk Il Parco Archeologico e Monumentale di Baia conserva imponenti resti archeologici rispettivamente del Palatium o residenza degli Imperatori romani a Baia e di una villa tardo repubblicana. The Archaeological and Monumental Park at Baia contains impressive archaeological remains of the Palatium, residence of the Roman emperors at Baia and a villa from the late republican age.
Parco Archeologico di Cuma
Museo di Baia
Via Castello - Baia Tel. 081.5233797 Lun chiuso. Mar-sab h. 9- 20. Dom h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Mon closed. Tue-Sat 9 am - 8 pm. Sun 9 am - 7 pm. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è alloggiato nel Castello Aragonese di Baia e ospita la sala dei Gessi, con calchi d'epoca romana che riproducono capolavori del periodo classico ed ellenistico dell'arte greca. The Archaeological Museum of the Phlegraean Fields is housed in the Aragonese castle of Baia, the Sala dei Gessi exhibits plaster casts from the Roman age reproducing masterpieces of the classical and Hellenistic period of Greek art. La Solfatara
Via Solfatara - Pozzuoli Tel. 081.5262341 - www.solfatara.it Lun-dom h. 8.30-17.30 Mon-Sun 8.30 am - 5.30 pm Con un'estensione di circa 33 ettari, è un'oasi naturalistica che offre numerosi spunti per un'avventurosa passeggiata tra fumarole, vulcanetti di fango, boschi e zone di macchia mediterranea. Covering 33 hectares, the Solfatara is a natural oasis offering a variety of adventure-filled walks among the fumaroles, boiling mud springs, woodland and Mediterranean maquis.
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ISCHIA Scavi e Museo Santa Restituta
Via Terracciano, 75 - Pozzuoli Tel. 081.5266007 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-un'ora prima del tramonto. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18 e over 65. Tue closed. Wed-Mon 9 am - dusk. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 and over 65 È il terzo anfiteatro italiano per grandezza dopo il Colosseo e quello di Santa Maria Capua Vetere. Dall'arena si accede ai sotterranei dove stavano le belve prima dei combattimenti. The third largest Amphitheatre in Italy after the Colosseum and the one in Capua (Santa Maria Capua Vetere). From the arena it is possible to go down into the dungeons where wild beasts were caged prior to combat.
CAPRI Certosa di San Giacomo Via Certosa, 2 - Capri Tel. 081.8376218 www.beniculturali.it - Lun chiuso. Martedì-domenica h. 9-14 Ingresso libero - Mon closed. Tue-Sun 9 am - 14 pm. Free entry. Chiusa nella valletta fra l'altura del Castiglione e il Monte Tuoro, è espressione del periodo medioevale e monastico caprese nella sua forma più aulica e monumentale. Fondatore della Certosa, fra il 1371-74, fu Giacomo Arcucci conte di Mi-
Viale Axel Munthe, 34 - Anacapri Tel. 081.8371401Maggio-Settembre h.9-18 - May-September 9 am-6 pm Biglietti: 5 euro - Tickets: 5 euros Di proprietà di un'istituzione culturale svedese con sede nell'isola, oltre alla Villa San Michele, la creatura del medicoscrittore e filantropo Axel Munthe (che visse a capri per oltre mezzo secolo) comprende anche un museo circondato da un giardino di rara bellezza, un gruppo di alloggi per scrittori, artisti, scienziati e ricercatori svedesi e "il Monte Barbarossa", un parco naturale per la protezione degli uccelli migratori e della vegetazione mediterranea. Villa San Michele was the brainchild of the Swedish writer and philanthropist Axel Munthe who lived on Capri for over half a century. The site also includes a museum surrounded by a beautiful garden and Monte Barbarossa, a natural park for the conservation of migratory birds and Mediterranean plant life. Villa Jovis Viale Amedeo Maiuri - Capri - Tel. 081.8374549 Lun -dom h.8-1 ora prima del tramonto - Biglietti: 2 euro Mon -Sun 8am-1 hour bedor sunset - Tickets: 2 euros Secondo la tradizione, l’imperatore Tiberio, fece costruire ben dodici splendide ville, ognuna delle quali dedicata ad
Piazza Santa Restituta, 10 - Lacco Ameno Tel. 081.980538 - Lun-sab h.9.30-12.30/17-19 Dom h.9.30-12.30 - Biglietti: 2,50 euro Mon-Sat 9.30 am-12.30 pm and 5-7 pm Sun 9.30 am-12.30 pm - Tickets: 2,50 euros Un museo archeologico sotterraneo, allestito sotto la chiesa nello stesso luogo di rinvenimento dei reperti: materiali recuperati a partire dagli anni ’50 che hanno messo in luce la presenza di antichi insediamenti databili tra l'età preistorica e il periodo medievale. In circa 60 vetrine sono raccolti frammenti ceramici e architettonici, vasi e monete che illustrano le tracce lasciate dall’uomo nel susseguirsi delle culture del passato. Tra questi, la Testa della ninfa Aretusa (IV sec a.C.) e la testa di Demetra (IV sec. a.C.) An underground museum beneath the church where the relics were found from the 1950s on. Evidence of settlements from the prehistoric age to medieval times are exhibited in over 60 display cabinets. These include ceramics, vases and coins as well as the Head of the Nymph Arethusa and the Head of Demetra from the 4th century BC.
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Le pagine di Mostre & Gallerie sono realizzate in collaborazione con: Museo Archeologico Lacco Ameno Pithecusae di Villa Arbusto
a 6 meters blanket of ash and lapillus caused by the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Pompeii is the only archaeological site showing a Roman town in its integrity. Scavi Archeologici di Ercolano
Corso Angelo Rizzoli – Lacco Ameno Tel. 081.900356 - Lun chiuso. Mar-dom h.9.30-13/16-20 Mon closed.Tues - Sun 9.30 am-1 pm and 4-8 pm Nella magnifica cornice della residenza scelta dall’editore Angelo Rizzoli come suo buen retiro isolano, tra i numerosi oggetti, il museo conserva reperti archeologici dall’epoca preistorica (neolitico superiore) all’età romana tra cui un frammento di un’iscrizione metrica nota come Coppa di Nestore proveniente dalla necropoli di valle San Montano a Lacco Ameno.The museum is located in a magnificent setting and houses numerous archaeological finds from prehistoric times and from the Roman age, including a fragment of the so-called Nestor’s Cup from the necropolis in Lacco Ameno.
AREA VESUVIANA Scavi Archeologici di Pompei
Corso Resina - Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Al momento dell’eruzione del Vesuvio, Ercolano venne travolta da una marea di fango e detriti vulcanici, che, solidificandosi, poterono conservare, molto meglio che a Pompei, le parti superiori delle costruzioni e anche tutti i materiali organici, per cui ci si offre una visione unica della vita privata antica. At the moment of the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Herculaneum was swept away by mud and volcanic detritus, which, once solidified, preserved the tops of the buildings and also all the organic materials, so this site offers a unique vision of the domestic life of the time. Scavi di Oplontis
Via Villa dei Misteri, 2 Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-17 (income till h15.30). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Grazie all’ottimo stato di conservazione dei suoi edifici, dovuto al particolare seppellimento, sotto una coltre di cenere causato dall’eruzione del 79 d.C., Pompei può dirsi l’unico sito archeologico che ci restituisce l’immagine di una città romana nella sua interezza. Thanks to the remarkable state of preservation of its buildings, due to the peculiar burial under
Via Sepolcri - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 5,5 euro; ridotti 2,75 euro over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h.18) Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free
admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar) Si tratta di una serie di rinvenimenti archeologici, relativi ad una zona suburbana di Pompei: una villa residenziale, la villa ‘di Poppea’; una ‘villa rustica’ attribuita a L. Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assieme a numerosi pezzi di finissima oreficeria. The site is constituted by a series of archaeological findings related to a suburban zone of Pompeii: a residential villa, the Villa of Poppea; a rural villa, belonging to L. Crassius Tretius, where, next to the numerous bodies of the eruption’s victims, has been found a great quantity of gold and silver coins, along with pieces of fine jewellery. Antiquarium di Boscoreale
Via Settetermini, 15 - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 5,50 euro; ridotto 2,75 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e over65 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18-over65 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). L’antiquarium comprende reperti provenienti dai siti archeologici dell’area vesuviana. Presenta le caratteristiche principali dell’ambiente vesuviano in epoca romana e l’utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo. The Antiquarium displays findings from the archaeologicas sites of the Vesuvius area. It describes the main characteristics of the Vesuvius environment in the Roman era and the exploitation of natural resources at that time.
Sartoria Sabino via Napoli 131- Casalnuovo /Na) tel. +39.081.84.22.724 www.sartoriasabino.it - sabino@sartoriasabino.it
Sanseverino cravatte Centro direzionale is. G2 - Napoli tel. +39.081.787.94.14 www.sanseverinonapoli.com info@sanseverinonapoli.com
Pasticceria Scaturchio Piazza San Domenico Maggiore – Napoli tel. +39.081.551.70.31 - Piazza Fuga – Napoli tel. +39.081.195.75736 - www.scaturchio.it
Paolo Scafora Via Tavernola 8 - Casandrino (Na) tel. +39.081.830.48.08 www.paoloscaforanapoli.it - info@paoloscaforanapoli.it
Studio Morelli Via Domenico Morelli 7 – Napoli tel. +39.081.76.44.083 email: studiomorelli@msn.com
Museo Archeologico Virtuale Via IV Novembre - Ercolano - Tel. 081.19806511 Lun chiuso; mar-dom h.9-17. Biglietti: 7 euro; riduzioni 4 euro Mon closed; Tue- Sun 9 a.m. - 5 p.m. Tickets: 7 euros; concessions 4 euros
Vigneri Luxuries Via Calabritto 1/C - Napoli Tel. +39.081.764.21.87 www.vigneriluxuries.it
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musei
Nasce ad Ercolano il primo museo archeologico virtuale, luogo ideale per chi vuole esplorare il passato con le tecnologie di ultima generazione, immergersi nelle rovine delle città sepolte dalla lava e vedere ricostruiti fedelmente ambienti e costumi degli antichi abitanti. Sono oltre 70 le installazioni multimediali - tra realtà virtuali ed ologrammi - a guidare i visitatori alla scoperta delle voci e dei volti degli antichi ercolanesi, che racconteranno la propria storia. Cuore del Mav è il Cave: un'enorme stanza di luce sulle cui pareti si proiettano giardini e cortili delle case di Pompei, Ercolano e Stabia. E ancora, la Soundgallery, la stanza dei profumi e il Lupanare completano l'esperienza sensioriale nell'antica Ercolano. Herculaneum hosts the firts virtual archaeological museum, ideal place for explorations of the past through modern technologies. More than 70 installaions, devided in virtual reality and holograms, lead the visitors to the discovery of the old Rooman city before the eruption of the Vesuvius in 79 a.C.
Lun chiuso. Feriali h. 9-13; 16-19. Festivi 9-13 Mon closed. 9 am-1 pm; 4 pm-7pm; Hols 9 am - 1pm Nucleo centrale delle collezioni esposte sono 3.500 minerali, dei 5.000 campioni del fondo Discepolo, appartenenti a 1.400 specie differenti del mondo. Central feature of the collections are the 3,500 minerals of the 5,000strong Discepolo collection, with 1,400 different types from the world
Museo del Giocattolo
Via Correale, 50 - Sorrento Tel. 081.8781846 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-14. Biglietti: 6 euro Tue closed. Wed-Mon 9 am - 2 pm. Tickets: 6 euro Ospita dipinti e arti decorative napoletane e straniere dal XVI al XIX secolo, ventagli, orologi e una delle più prestigiose collezioni di porcellane del XVIII secolo. The museum houses collections of Neapolitan and foreign paintings and decorative arts from the 16th to the 19th centuries, refined fans, clocks and one of the most prestigious collections of 18th century porcelain.
Proloco di Torre del Greco Corso Avezzana, 26 - Torre del Greco Tel. 081.8814676 Lun-ven h.9-19. Ingresso libero Mon-Fri 9 a.m. - 7 p.m. Free entrance Il fascino dei giocattoli d’altri tempi in una grande esposizione che conta più di 800 elementi. Sessanta anni di storia del giocattolo, dal 1900 al 1960 organizzate in bacheche e teche. The fascination of old fashioned toys ina great exhibition with more than 800 elements. Sixty years of history of toymaking, from 1900s to 1960s organized in shelfs and glass containers.
Via San Ciro, 2 - Vico Equense Tel. 081.8015668 www.museomineralogicocampano.it
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CASERTA BELVEDERE DI SAN LEUCIO
Museo Correale di Terranova
Via Atrio Superiore - 81020 San Leucio (Ce) Info: 0823.873155; 800.411515 - www.sanleucionline.it Orari: mar chiuso. Lun-dom h.9.30-18.30. Biglietti: 6 euro; scolaresche 3 euro. Opening hours: Tue closed; Mon-Sun h.9.30-18.30. Tickets: 6 euros; 3 euros for schools. Le antiche fabbriche della seta di epoca borbonica rivivono nello splendido complesso monumentale di San Leucio dove è possibile osservare gli strumenti originari del '700. The old manufactures of silk of the Bourbons live again in the beautiful Monumental Complex of San Leucio, where have been preserved the original engines dated back to 1700s. Reggia di Caserta
PAESTUM Area Archeologica di Paestum
PENISOLA SORRENTINA Museo Mineralogico
area; 6,50 euro for archaeological area + museum L’area aecheologica di Paestum rappresenta un ottimo esempio di città greco-romana, di cui conserva l’impianto risalente al 500 a.C. con le mura, i templi e tutti gli edifici per gli esercizi pubblici come il Macellum, il Foro, l’anfiteatro. The archaeological area of Paestum is a very well preserved example of an ancient Greek-Roman city with its impressive walls, the temples and all the buildings dedicated to public concern as the Macellum, the forum, the amphitheatre.
Via Magna Grecia, 919 - Info: 0828.772654 www.infopaestum.it Lun-dom h.9-1 ora prima del tramonto. Ingresso: 4 euro per gli scavi; 6,50 euro per scavi + museo. Mon-Sun h.9-1 hour before sunset. Tickets: 4 euro for the archaeological
Corso Pietro Giannone, 1- Caserta Info: 0823.448084; 0823.277380 www.reggiadicaserta.org Orari: mar chiuso. Appartamento: lun-dom h.8.30-19; mostre: lun-dom h.9-18; giardini: lun-dom h.8.30-18. Biglietti: cumulativo 6 euro; appartamenti 4,20 euro; giardini 2 euro; bicicletta 1 euro. Riduzione per giovani dai 18 ai 25 anni e per i docenti delle scuole statali. Gratis per under18
e over65 e per gli studenti universitari di facoltà umanistche. Opening hours: Tue closed; royal appartment: Mon-Sun h.8.30-19; exhibitions: Mon-Sun h.8.30-18; gardens: Mon-Sun h.8.30-18. Tickets: all inclusive 6 euros; rolyal appartments 4,20 euros; gardens 2 euros; bikes 1 euro. Concessions over18-under25. Free admission under18 and over65 and for Umanistic Faculties students. Costruita per volere di Carlo III di Borbone nella piana di Caserta su progetto del Vanvitelli, accando agli appartamenti storici, che retituiscono i fasti dell’antica corte borbonica, ha degli splendidi giardini che sono l’aspetto più scenografico del complesso. Disseminati di fontane e cascate, sono ricchi di statue realizzate dai più noti scultori dell’epoca. Built under Charles III of Bourbon after a project of the architect Vanvitelli, besides the royal appartments, which give a clear idea of the magnificence of Bourbons’ courts, the most spectacular element of the complex are the gardens. Scattered with fountains and cascades, they are rich in statues realized by the most famous sculptores of the time.
CAPUA Museo Provinciale Campano di Capua
Via Roma, 66 - Tel. 0823.620035 Lun chiuso. Mar-sab h.9-13.30; dom h.9-13 Biglietto: euro 4,13; gratis under18 e over65; riduzioni per Touring Club, Icom, Artecard e gruppi (min 10 persone) Mon closed. Tue-Sat h.9-13.30; Sun h.9-13 Tickets: euros 4,13; free admission under18 and over65; concessions for Touring Club, Icom, Artecard and groups Principale museo storico della Campania, presenta la più importante collezione al mondo di Matres Matutae, la famosa madri rinvenute nell’antica Capua. Oltre alla sezione archeologica, comprende una ricca sezione medievale ed anche un’importante biblioteca. Main historical museum of Campania Regione, it hosts the most important collection of Matres Matutae of the world. Besides the archaeological section, the museum hosts a rich section dedicated to the Middle Age and a very important library.
ph. Sergio Siano
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gli alberghi di Charme
Charme è distribuito in omaggio nelle camere di 192 alberghi a 4 e 5 stelle. Ecco l’elenco.
NAPOLI ****** GRAND HOTEL PARKER’S GRAND HOTEL VESUVIO ROMEO HOTEL **** AMERICAN HOTEL ART RESORT GALLERIA UMBERTO BRITANNIQUE HOTEL CARAVAGGIO HOTEL CHARMING INTERNATIONAL HOTEL DECUMANI HOTEL DE CHARME EXCELSIOR HOTEL GRAND HOTEL ORIENTE GRAND HOTEL SANTA LUCIA GRAND HOTEL SANT’ANGELO H2C HOTEL HOLIDAY-INN NAPLES HOTEL COSTANTINOPOLI 104 HOTEL DELLE TERME DI AGNANO MILLENNIUM GOLD HOTEL REAL ORTOBOTANICO HOTEL SAN PAOLO HOTEL SERIUS HOTEL JOLLY HOTEL MAJESTIC HOTEL MEDITERRANEO HOTEL MERCURE ANGIOINO MERCURE GARIBALDI MIRAMARE HOTEL MONTESPINA PARK HOTEL PALAZZO ALABARDIERI PALAZZO CARACCIOLO PALAZZO DECUMANI PALAZZO TURCHINI PARADISO HOTEL RAMADA NAPLES HOTEL RANCH PALACE HOTEL RELAIS POSILLIPO HOTEL ROYAL CONTINENTAL HOTEL SAN FRANCESCO AL MONTE SAN GERMANO HOTEL STARHOTELS TERMINUS SUITE ESEDRA HOTEL
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UNA HOTEL VILLA CAPODIMONTE VILLA RANIERI CHIAIA HOTEL DE CHARME EDEN HOTEL GARDEN HOTEL IL GABBIANO HOTEL LUNA ROSSA HOTEL NUOVO REBECCHINO HOTEL PRATI HOTEL TENNIS HOTEL CAPRI ***** CAESAR AUGUSTUS HOTEL CAPRI PALACE HOTEL JK PLACE CAPRI HOTEL PUNTA TRAGARA HOTEL TIBERIO PALACE RESORT VILLA MARINA CAPRI HOTEL **** A’PAZIELLA HOTEL CAPRI HOTEL EXCELSIOR PARCO HOTEL LA FLORIDIANA HOTEL LA PALMA HOTEL LA RESIDENZA HOTEL LUNA HOTEL MAMELA HOTEL REGINA CRISTINA HOTEL RELAIS MARESCA HOTEL SAN MICHELE HOTEL SYRENE HOTEL VILLA BRUNELLA ISCHIA ****** ALBERGO SAN MONTANO GRAND HOTEL EXCELSIOR TERME GRAND HOTEL IL MORESCO GRAND HOTEL TERME DI AUGUSTO MEZZATORRE RESORT MIRAMARE E CASTELLO HOTEL
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PENISOLA SORRENTINA ***** CAPO LA GALA HOTEL CARUSO HOTEL BELLEVUE SYRENE HOTEL GRAND HOTEL ANGIOLIERI GRAND HOTEL COCUMELLA GRAND HOTEL EXCELSIOR VITTORIA GRAND HOTEL LA PACE GRAND HOTEL PARCO DEI PRINCIPI **** ALBATROS HOTEL ALIMURI HOTEL ALPHA HOTEL ANTICHE MURA HOTEL ATLANTIC PALACE HOTEL BELAIR HOTEL BRISTOL HOTEL CARAVEL HOTEL CARLTON INTERNATIONAL HOTEL CENTRAL HOTEL CONCA AZZURRA HOTEL CONCA PARK HOTEL CONTINENTAL HOTEL CORALLO HOTEL CRISTINA HOTEL CROWNE PLAZA STABIAE DELFINO HOTEL ELISEO PARK’S HOTEL GRAND HOTEL AMBASCIATORI GRAND HOTEL AMINTA GRAND HOTEL CAPODIMONTE GRAND HOTEL CESARE AUGUSTO GRAND HOTEL DE LA VILLE GRAND HOTEL DUE GOLFI GRAND HOTEL EUROPA PALACE GRAND HOTEL FLORA GRAND HOTEL HERMITAGE GRAND HOTEL MOON VALLEY GRAND HOTEL NASTRO AZZURRO GRAND HOTEL PARCO DEL SOLE GRAND HOTEL PRESIDENT GRAND HOTEL RIVIERA GRAND HOTEL ROYAL
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- tutto il bello della Campania
Aprile 2012
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