Burocratica indifferenza

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lagiornata LA DENUNCIA

Intasca la pensione di zia e mamma morte da oltre dieci anni

venerdì 24 aprile 2015

cronache del garantista CROTONE Un uomo è stato denunciato dalla Guardia di finanza a Crotone per aver incassato la pensione della mamma e della zia morte da oltre dieci anni. I finanzieri hanno denunciato anche l'impiegato di una banca che ha rilasciato una carta bancomat sette anni dopo la morte di una delle due donne. Il bancomat era utilizzato per prelevare la pensione che veniva accreditata sul conto corrente. La truffa ai danni dell'Inps ammonta ad oltre 132mila euro. Nel corso delle indagini i finanzieri ed il personale dell'Inps hanno accertato che l'uomo aveva omesso di segnalare la morte della zia avvenuta nel 2002 e quella della mamma, titolare di una pensione Inpdap, deceduta nel 2004. Le pensio-

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ni venivano regolarmente accreditate su un conto corrente bancario cointestato alle due defunte e per il quale l'indagato era in possesso di una delega. L'importo delle due pensioni, a distanza di pochi giorni dal pagamento delle competenze, veniva sistematicamente prelevato mediante operazioni allo sportello oppure tramite bancomat. I finanzieri hanno accertato che i prelievi bancomat erano avvenuti utilizzando una carta intestata e ritirata presso la banca nell'aprile 2012 dalla titolare della pensione, in realtà morta 7 anni e mezzo prima. Per questo motivo è stato denunciato l'impiegato della banca che ha rilasciato il bancomat. Dalle indagini è emerso che l'istituto di credito è completamente estraneo alla truffa.

MALASANITÀ

LA LETTERA-APPELLO

Troppo caro per lui andare a curarsi Ora rischia la vita

I tirocinanti della Giustizia al Papa: «Aiutaci a non perdere il lavoro»

Giuseppe, di Laureana, costretto a recarsi a Palmi per sottoporsi a dialisi, ma non ha più i soldi per pagarsi la benzina. «Campo con 286 euro» SALVATORE LAROCCA PALMI (RC) Rischia di non poter più fare la dialisi, di cui ha vitale bisogno, Giuseppe Nicolaci, cinquantenne laureanese di Bellantone, ex autista di mezzi pesanti, costretto, da due anni, a sottoporsi a estenuanti sedute di dialisi, ognuna di quattro ore, nel centro specializzato di Palmi, che raggiunge da solo, non avendo altra possibilità che la sua vecchia automobile. Viaggi insostenibili, sia per sforzo fisico, sia per risorse economiche che mancano, seppur la legge regionale n. 36/1986 disciplina interventi a favore degli uremici in trattamento dialitico, ai quali viene riconosciuto il rimborso spese dei viaggi sostenuti per recarsi al centro. Rimborsi considerati prestazioni incluse nei Lea, livelli essenziali di assistenza, da apposito decreto ministeriale. Uno strumento che, oltre all’aspetto sanitario, assume importanza socio-assistenziale, essendo finalizzato proprio a superare quelle difficoltà di movimento dei malati, demandato alle Asp che dovrebbero prevedere nei propri bilanci l’ammontare delle risorse destinate ai rimborsi, di anno in anno, sulla base della storicità, e alla loro liquidazione con una frequenza accettabile, in

considerazione anche che si tratta di cifre irrisorie. La legge regionale, in effetti, prevede il rimborso sia dell'onere sostenuto per l'uso dei mezzi di trasporto pubblico sia per l'uso dei mezzi propri, riconoscendo 1/8 del costo della benzina. Situazione paradossale, in un sistema sanitario allo sbando, quella di Nicolaci, che si ritrova ad “elemosinare” il rimborso del secondo semestre 2014 e tutto il 2015 e che sembra non trovare soluzione. Un gigante buono, Nicolaci, minato, però, dalla malattia che lo lascia ormai senza fiato e lo limita anche nei piccoli spostamenti. Non ha santi in paradiso, dice: «Non ho nessuno a cui rivolgermi per poter chiedere il riconoscimento dei miei diritti, non favori fraudolenti ma diritti riconosciuti dalla legge» che gli consentano di vivere, di continuare a stringere i denti e andare avanti, nonostante il dramma della malattia. Il calvario di Nicolaci inizia nel 2013, quando, in un viaggio di lavoro accusa un malore e viene ricoverato a Biella. In quella occasione scopre di essere mono-rene, per condizione congenita, e che il suo unico rene comincia a non funzionare più. Da lì a poco le sue condizioni peggiorano ed è costretto a sottoporsi a dialisi, quasi da subito, a giorni alterni, a soli quarantotto anni. Tale condizione lo limita ancor più

nel già precario lavoro. Sottoposto a visita medica per invalidità, oltre alla malattia renale, la sua situazione ponderale causa una cardiopatia e gli viene riconosciuta una percentuale d’invalidità dell’86%, ma dichiarato portatore di handicap ex articolo 3, comma 3 della legge 104/92, perde il lavoro. Non raggiungendo i requisiti minimi per la pensione contributiva gli viene riconosciuto un vitalizio di 286 euro mensili. L’anziana madre, paralitica, con cui vive, può fare ben poco, per cui non gli resta che smettere di andare a fare la dialisi. «Non ho i soldi per andarci», ammette. A nulla è valso rivolgersi al Comune «non hanno di che aiutarmi, dicono che non ci sono neppure associazioni di volontariato che si occupano di questo». «A più riprese continua Nicolaci BRUTTA ho sollecitato la liNOTIZIA quidazione dei La sua odissea rimborsi, senza comincia quando gli nessun risultato, hanno diagnosticato comunicando che un’insufficienza renale grave. E lo Stato non non mi resta altro gli offre da fare che interi rimborsi rompere la dialisi. “La vita è vostra, fate come credete”, mi sono sentito rispondere. Agghiacciante». Non sembra rassegnato, Peppe, è solo sfinito da tanta burocratica indifferenza.

Un gruppo di tirocinanti del ministero della Giustizia ha scritto a Papa Francesco per «chiedergli aiuto e denunciare tutta la loro disperazione sul fatto che 2650 tirocinanti presenti in ogni regione d'Italia dopo 5 anni di tirocinio negli uffici giudiziari vedranno nel 30 aprile la data della fine della loro storia». Il gruppo si rivolge a Papa Francesco «con rispetto, ammirazione e speranza» appellandosi alla sua attenzione al tema del lavoro. «Quella dei precari della Giustizia non è solo una questione lavorativa ma è anche una storia umana. È il dramma di 2650 famiglie, del loro futuro e di quello dei propri figli. Ma è soprattutto una questione di dignità», sottolineano i tirocinanti che si sono rivolti al pontefice confidando nell'appello che ha rivolto ai «diversi soggetti politici, sociali ed economici che sono chiamati a favorire un'impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà, per assicurare a tutti la possibilità di svolgere una attività lavorativa dignitosa».

LA PROTESTA

TRAGEDIA SFIORATA

In cento sfilano contro il sindaco

La Polizia salva un uomo dal suicidio

CROTONE Non si placa la protesta nei confronti del sindaco Peppino Vallone. Circa un centinaio di cittadini ha protestato ieri davanti al Comune. La contestazione di tanti cittadini il cui bersaglio principale è proprio il primo cittadino, deriva dagli ultimi eventi che stanno interessando l’area urbana: l’aeroporto, l’emergenza idrica, il sito archeologico di Capocolonna, l’elevato numero delle commissioni, i principali argomenti presi ad esempio per la prossima campagna elettorale.

REGGIO C. Suicidio sventato ieri sera in via Eremo Condera, periferia di Reggio Calabria. Intorno alle 21 è giunta alla sala operativa della questura la segnalazione di un uomo intenzionato a lanciarsi dal balcone. Sul posto sono intervenuti gli agenti della sezione volanti che hanno trovato il 45enne pronto a lasciarsi andare nel vuoto. Solo la professionalità dei poliziotti ha evitato il peggio: mentre un ispettore lo tranquillizzava, gli altri hanno sfondato la porta, riuscendo a trattenerlo. L’uomo è stato poi ricoverato in psichiatria.


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